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Dove i vangeli “non ufficiali” raccontano un’altra Chiesa – (Terza e ultima parte). E un invito, caro Roberto, per il monologo che ancora manca.


E in questa tradizione, il cosiddetto Vangelo di Giacomo – un testo apocrifo del II secolo – stranamente non è stata inserita come biografia evangelica, c’è la ricostruzione della sacralità della famiglia: Maria è presentata come figlia del tempio, dedicata fin da bambina a Dio; Giuseppe è un vedovo anziano, scelto solo per proteggere la sua purezza; Gesù nasce in silenzio, senza clamore, e subito dopo è Giacomo, il primogenito di Giuseppe, a entrare in scena come custode della sorellina (Maria) e poi del fratellastro (divino). 

Non vi è alcun miracolo nel parto, e neppure adorazione dei magi, c’è semplice devozione, rispetto, familiarità. Per gli ebioniti, la santità non era nell’eccezionale, ma nel quotidiano. Nel fare bene ciò che la Torah chiede, senza sconti, senza scorciatoie e quando Giacomo morì lapidato, per loro non cadde un leader tra tanti: cadde il pilastro che teneva ancora unita la casa di Gesù alla casa d’Israele.

Certo, col tempo quella voce si fece sempre più flebile e così mentre Roma cresceva, Antiochia dibatteva e Alessandria speculava, Gerusalemme era stata sepolta dai romani sotto le ceneri…

E i vangeli – non parlo solo di quei quattro che ormai leggiamo come fossero uno – non furono scritti in un’unica volta, né con un unico intento. Ognuno porta i segni del suo tempo, delle sue ferite, dei suoi conflitti risolti a parole quando non era più possibile risolverli a fatti. 

Quello di Marco, probabilmente scritto prima della distruzione del Tempio, non conosce ancora la figura di Pietro come fondamento: lo mostra smarrito, che fugge nudo dal Getsemani (un dettaglio troppo strano per essere inventato…), che tace davanti al sommo sacerdote, che non compare alla tomba vuota, anzi, le donne “non dissero nulla a nessuno, perché avevano paura”, un testo aperto, incerto, come la comunità che lo genera. 

E poi Matteo, scritto dopo il 70, in una chiesa divisa tra ebrei osservanti e convertiti ellenisti, sente il bisogno di chiudere quella incertezza: ecco allora il discorso della montagna, le antitesi («Avete inteso che fu detto… ma io vi dico»), e, appunto, la dichiarazione su Pietro — «Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa». Ma attenzione, quanto scritto non rappresenta un titolo di proprietà, è un atto di fiducia in un momento di crisi. È come se la comunità dicesse: “Abbiamo perso Gerusalemme, abbiamo perso il Tempio, abbiamo perso Giacomo, ma non abbiamo perso la possibilità di ricominciare e se proprio dobbiamo ricominciare, che sia qualcuno che ha fallito, ma che è stato guardato ancora”.

Luca, viceversa, cerca l’unità: fa parlare Pietro a Pentecoste, ma affida la parola decisiva al concilio a Giacomo; mostra Paolo in viaggio, ma lo fa arrestare a Gerusalemme, in quella stessa città dove Giacomo camminava a testa alta fino all’ultimo. Giovanni, infine, scrive più tardi, forse a Efeso, e sa che ormai Giacomo è un nome quasi scomparso: allora trasforma Pietro in Simone figlio di Giovanni, lo fa riconoscere tre volte da Gesù dopo il rinnegamento – non per umiliarlo – ma per restituirgli il posto non come capo, ma come pastore. È un gesto di riconciliazione postuma, un tentativo di tenere insieme ciò che la storia aveva separato.

Ecco che così, pagina dopo pagina, quei vangeli non raccontano solo ciò che accadde, ma anche ciò che si sperò potesse ancora accadere: un’unità che non cancellasse le differenze, una fedeltà che non diventasse rigidità, una memoria che non si trasformasse in mito. 

Il problema non fu mai che qualcuno abbia “inventato” il Pietro che oggi tutti conoscono, quello che, in questi giorni, Roberto Benigni ha raccontato con tanta grazia e forza. No… il problema fu che, più tardi, qualcuno decise che quella sola immagine dovesse bastare a reggere tutto, la fede, il potere, la memoria persino e nel farlo, lasciò fuori le altre voci, i volti che non chiedevano di comandare, ma solo di testimoniare.

Come se la casa di Gesù potesse avere un’unica colonna portante, e non invece una trama di relazioni, di tensioni, di silenzi pesanti e parole ritrovate. Perché la verità è che Gesù non ha lasciato un successore: ha lasciato una tavola apparecchiata e su quella tavola c’erano dodici posti e quindi non uno solo. Alcuni furono occupati da chi rimase, altri da chi decise di andare lontano, altri ancora restarono vuoti, segno che nessuno poteva dire: “Qui siedo io, e qui nessun altro”!

Ecco allora che – a seconda di come vogliamo leggere la storia, forse o certamente – il vero errore non fu tanto mettere Pietro troppo in alto, quanto dimenticare che ogni volta che lo si sollevava, qualcun altro veniva inevitabilmente spinto giù: Giacomo, Maria di Magdala, Giuda di Giacima, la vedova con le sue due monetine, non furono cancellati, no… furono semplicemente messi fuori campo, come ombre al bordo della tela ufficiale, mentre la luce veniva concentrata su un solo volto.

Ecco per cui, mio caro Roberto, consentimi di suggerirti il tuo prossimo monologo e cioè l’unico e vero messaggio che Cristo desiderava: un insegnamento che riuniva l’umanità intera, senza divisioni religiose, senza più poveri e ricchi, senza padroni e servi, senza chi comanda in nome di Dio e chi obbedisce per paura del castigo. 

Il tutto potremmo dire riunito in una sola legge – scritta non su pietra – ma nel cuore: “ama il prossimo tuo come te stesso”.

Basta  un solo segno distintivo: non la fede dichiarata, bensì il pane spezzato con chi non ha, con una giustizia equa fatta anche per chi non conta, la verità detta a chi non la vuole sentire, perché Gesù non venne a fondare una Chiesa, venne a ricordare a tutti che siamo una sola famiglia e che ogni volta che qualcuno viene lasciato fuori – non è lui a essere escluso – siamo noi a smettere di essere umani.
E quel giorno, non è Dio che si allontana: è l’uomo che si dimentica di sé!

La vita è fugace, ma il tuo ricordo resterà tenace!


A volte mi capita di discutere su quel confine sottile, quasi impercettibile, che separa la presenza dall’assenza. 

Sono per natura troppo razionale per prestare fede a tutte quelle storielle che ci hanno raccontato sin da piccoli, ancor meno a quelle instillate dalla nostra Chiesa e dai suoi dogmi. Una mente razionale dovrebbe saper riconoscere un qualsivoglia costrutto, per quanto antico o rivestito di autorità.

Ho sempre pensato che gli unici fantasmi degni di fiducia siano i ricordi, siano essi vividi o sbiaditi, fedeli o abbelliti dal tempo. Tutto il resto, tutto ciò che viene descritto come ombre parlanti nelle notti insonni, resurrezioni, apparizioni, voci provenienti da un immaginario altrove, presenze sacre o anche demoniache, non sono altro che il prodotto della mente… sì, una mente capace di meraviglie, ma anche di incubi, per un motivo semplice e profondo: l’incapacità di accettare il vuoto!

Quando una persona se ne va, il mondo sembra fermarsi per un istante, per poi riprendere il suo corso, indifferente. Dentro di noi, invece, qualcosa si incrina e si ribella a quella legge naturale, a quella fine che si presenta con una definitività così assoluta. Ed è allora che vediamo persone cercare un dialogo con chi non c’è più, e credo lo facciano con la più pura e struggente sincerità. Non c’è inganno in quel desiderio, solo un amore che rifiuta radicalmente il concetto stesso di addio.

Ma se ascoltassero con attenzione, la voce che risponde è sempre la loro. Se qualcosa sembra materializzarsi nell’aria, è il loro cuore a scolpirne la forma, con la precisione struggente di un artista che ritrae un volto amato per l’ultima volta. Già… è la mente, accecata dalla mancanza, a plasmare un’immagine così potente da sembrare tangibile. Il dolore, si sa, possiede una forza creativa immensa. 

Può costruire mondi paralleli in cui l’incontro è ancora possibile, può far vibrare l’aria di una presenza, trasformare un sospiro del vento in una voce familiare, un soffio in una parola riconoscibile. Sopportare la definitività di una partenza è a volte un compito troppo grande per l’anima umana. 

Ed è allora che essa, pur di non rimanere per sempre esiliata, costruisce un ponte, anche se illusorio. In questo senso, chi se ne è andato non scompare mai del tutto, continua a esistere, non in un aldilà nebuloso, ma nello spazio sterminato e intimo di chi lo ricorda. 

La mente di una sola persona, quando è animata dalla memoria, diventa un universo più vasto di quello che contiene le stelle. Può custodire voci, risate, sguardi, può rivivere interi pomeriggi dimenticati dal tempo oggettivo, in quello spazio, non valgono le leggi della fisica, ma solo le leggi dell’amore.

Ed è qui, credo, che si cela il messaggio più importante. La vita ci presenta sempre il suo conto ineluttabile, che si chiama fine. Razionalmente, sappiamo che dopo non resta nulla di ciò che siamo o possediamo, eppure, continuiamo a costruire ricordi, a lottare perché un nome non venga dimenticato, a credere che un legame possa sopravvivere alla morte della carne. 

Volete sapere perché? Perché alla fine, ciò che continua a esistere non è un fatto, ma un atto di fede. È la nostra personale, irriducibile motivazione a scegliere che qualcosa, o qualcuno, non debba finire.

Accettiamo la fine con la ragione, ma la ribelliamo con il cuore. Sappiamo bene che probabilmente non c’è nulla dopo l’ultimo respiro, eppure ci aggrappiamo con tutte le nostre forze all’idea che ci sia qualcosa dopo l’ultimo abbraccio. Quel qualcosa è il ricordo, tenace, testardo, che si rifiuta di dissolversi. 

È la nostra unica, personale vittoria, fragile e profondamente umana, contro la fugacità del tutto

Riflessioni e perplessità sulle parole di Papa Francesco.

Forse è tempo che il Papa consideri il ritiro, come già fatto dal suo predecessore Ratzinger, anche se per ragioni diverse, probabilmente legate a circostanze poco chiare accadute durante il suo pontificato.

Già… ho l’impressione che ogni volta che Papa Francesco venga intervistato senza l’ausilio di note preparate, tenda a lasciarsi andare a dichiarazioni che sorprendono o lasciano interdetti molti di noi.

Credo che queste sue affermazioni siano influenzate da una condizione psico-fisica in declino, comune a molti della sua età, che lo porta ad esprimere il proprio pensiero in modo eccessivamente aperto. Questo si manifesta particolarmente in commenti fortemente critici e talvolta troppo schierati.

Un aspetto cruciale è che le sue parole non rappresentano il pensiero di un comune cittadino, bensì quello della massima autorità religiosa cristiana, con una responsabilità verso oltre 2,3 miliardi di fedeli. Ogni dichiarazione dovrebbe essere ponderata con estrema attenzione, per evitare interpretazioni gravi e conseguenze irreversibili.

Un esempio significativo è rappresentato dalle sue recenti dichiarazioni durante un incontro con un accademico iraniano. Sebbene siano state in seguito chiarite come riferite alle politiche del premier israeliano Netanyahu e non agli ebrei o allo Stato di Israele in generale, le sue parole hanno suscitato ampie critiche. Questo ha portato a contestazioni per il modo in cui ha affrontato il tema del massacro a Gaza.

Se è vero che il Papa ha diritto di esprimere il suo pensiero, non può farlo in modo da coinvolgere l’intera comunità cristiana. Criticare apertamente il mondo ebraico, Israele o il premier Netanyahu per presunti comportamenti criminali legati all’alto numero di vittime civili a Gaza è una scelta inopportuna. Non è compito del Papa assumere il ruolo di giudice del Tribunale del diritto internazionale.

Non è la prima volta che Francesco prende posizione sulla guerra tra Israele e Hamas, iniziata dopo il terribile attentato terroristico del 7 ottobre 2023. Le sue dichiarazioni, come l’invito a valutare se quanto accade nella Striscia possa essere definito “genocidio”, hanno scatenato reazioni dure, tra cui quelle dell’ambasciata israeliana presso la Santa Sede. La posizione ufficiale del Vaticano, ribadita dal segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, è stata di condanna dell’antisemitismo, ma il dibattito resta acceso.

Poco prima di Natale, il Papa ha sottolineato la crudeltà dei bombardamenti che colpiscono anche i bambini, definendo tali azioni non guerra ma barbarie. Tuttavia, il suo incontro con l’accademico iraniano Abolhassan Navab, presidente dell’Università delle religioni, ha fornito ulteriori spunti polemici. Navab ha elogiato Francesco per il suo coraggio nel difendere il popolo palestinese e il Papa avrebbe risposto ribadendo l’assenza di problemi con il popolo ebraico, ma criticando duramente Netanyahu per il mancato rispetto delle leggi internazionali e soprattutto dei diritti umani.

Queste parole, per quanto possano riflettere un’opinione personale, sono problematiche nel contesto del ruolo che il Papa riveste e il loro peso è amplificato dalla posizione che occupa e dalle implicazioni che ogni sua dichiarazione può avere sulla scena internazionale.

Il post continua…

Quando la fede si intreccia con il crimine: una storia di ’ndrangheta e contraddizioni…

In una recente operazione della Procura di Brescia, emerge uno scenario che sembra uscito da un romanzo noir…

Già… una suora, figura simbolo di pace e dedizione, posta al servizio della criminalità organizzata: sì… quella calabrese, la nota ’ndrangheta…
Cosa dire, due vite agli antipodi unite dallo stesso sistema, perché da un lato, vi era un temuto elemento di spicco della ’ndrangheta lombarda, dall’altro, una suora, che secondo le indagini avrebbe messo le sue mansioni carcerarie al servizio del sodalizio criminale. 
Infatti, in una conversazione intercettata, un affiliato si riferisce a lei con parole inquietanti: «È una dei nostri. Se ti serve qualcosa dentro, chiedi a lei». 
La religiosa difatti sarebbe stata un importante tramite tra i membri del clan detenuti e quelli operativi fuori dal carcere, dimostrando come la rete mafiosa sappia insinuarsi anche in quelle fenditure insospettabili.
L’indagine ha ora portato all’arresto di ben 25 persone, tutte accusate di reati che vanno dal traffico di droga e armi all’usura, fino al riciclaggio e alle estorsioni. 
Tra i nomi eccellenti figurano anche ex consiglieri comunali, accusati di aver negoziato appalti pubblici in cambio di supporto elettorale, confermando ancora una volta il connubio – purtroppo frequente – tra politica e criminalità organizzata.
Cosa aggiungere… una pagina nera nella lotta alla criminalità, uno specchio delle contraddizioni umane e sociali. 
Una dimostrazione di come il crimine sappia corrompere e sfruttare ogni spazio, persino quelli dedicati alla fede e alla redenzione.
Viene spontaneo chiedervi cosa ne pensate? Come è possibile che realtà così distanti si intreccino in modo tanto inquietante? Se volete inviare la vostra risposta, sarò ben lieto di condividerla.

La forza della fede è nelle prove che ogno giorno affrontiamo!!!

Stamani durante l’Angelus il Papa ha voluto riflettere sul Vangelo che presenta Gesù sulla barca con i discepoli nel lago di Tiberiade. “Arriva all’improvviso una forte tempesta e la barca rischia di affondare. 

Gesù, che stava dormendo, si sveglia, minaccia il vento e tutto ritorna alla calma (cfr Mc 4,35-41).” Tuttavia, ha sottolineato che “in realtà non si sveglia, lo svegliano! Con tanta paura, sono i discepoli a svegliare Gesù.” Sebbene esperti pescatori, erano impauriti dalla tempesta. “Sembra che Gesù voglia metterli alla prova.”

Gesù, con la sua presenza rassicurante, li incoraggia ad avere più fede. “Comunque, non li lascia soli, sta con loro sulla barca, tranquillo, anzi, addirittura dorme.” Questo episodio rafforza la fede dei discepoli. “Essi infatti, escono da questa esperienza più consapevoli della potenza di Gesù e della sua presenza in mezzo a loro.”

Il Papa ha collegato questa esperienza alla nostra vita quotidiana, sottolineando che Gesù continua a sostenerci nell’Eucaristia. “Gesù non ci risparmia le contrarietà ma, senza mai abbandonarci, ci aiuta ad affrontarle. Ci fa coraggiosi.” Questo coraggio ci permette di superare le difficoltà e annunciare il Regno dei Cieli. “Con Gesù al nostro fianco possiamo farlo crescere insieme al di là di ogni barriera.”

Ha esortato i fedeli a riflettere su come affrontano le tempeste della vita. “Quando arriva qualche tempesta, mi lascio travolgere dall’agitazione oppure mi stringo a Lui, per ritrovare calma e pace?”

Il Papa ha concluso chiedendo l’intercessione della Vergine Maria. “La Vergine Maria, che accolse con umiltà e coraggio la volontà di Dio, ci doni, nei momenti difficili, la serenità dell’abbandono in Lui.”

Il Papa ha poi salutato i fedeli presenti e ha invitato a pregare per la pace in varie parti del mondo, tra cui Ucraina, Palestina e Israele. “Continuiamo a pregare per la pace, specialmente in Ucraina, Palestina, Israele. Guardo la bandiera di Israele. Oggi l’ho vista quando venivo dalla Chiesa dei Santi Quaranta Martiri, è una chiamata alla pace! Preghiamo per la pace!”

Ha ricordato anche Padre Manuel Blanco, un francescano recentemente scomparso, lodando il suo servizio e quello di tanti altri francescani.

Ha salutato i fedeli presenti, invitando a pregare per la pace in vari Paesi e ricordando Padre Manuel Blanco, recentemente scomparso. “E a tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”

Tomba di Gesù: le conseguenze per la fede sarebbero disastrose!!!

Prima di riprendere il post pubblicato ieri https://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/01/non-e-che-la-tomba-di-gesu-e-stata.html vorrei fare una premessa che potrebbe far comprendere come il più delle volte la verità non possa esser manifestata, in quanto causerebbe situazioni inimmaginabili…

Con quanto sopra voglio dire che non sempre la verità dei fatti – anche quando opportunamente accertata e verificata – viene da tutti accolta, anzi la maggior parte delle persone dinnanzi ad una evidenza preferisce girarsi dall’altra parte, non ascoltarla, peggio… reagisce rifiutandola, sì perché contraddice con quanto finora si era fermamente creduto, evidenziando quindi con questo atteggiamento di non esser pronta a ricevere quel nuovo messaggio.

Difatti, ponete il caso su quanto avevo riportato ieri e cioè che il ritrovamento della tomba di Gesù sia in se reale e che i fatti (e quindi che le analisi compiute sul Dna di quello scheletro con alcuni suoi presunti familiari, di cui in questi giorni parlerò…) dimostrassero come quell’uomo non fosse diverso da noi e quindi che non vi fu allora alcuna “resurrezione“, ma non solo, egli morì su una croce come migliaia e migliaia di uomini e donne che nel corso dei secoli l’avevano preceduto e che per i susseguenti trecento anni lo hanno ahimè seguito; d’altronde parliamo di una tortura, quella della crocifissione, che i romani avevano appreso dai Cartaginesi e che veniva per l’appunto utilizzata per infliggere il massimo del dolore, pratica abolita definitivamente nel IV secolo dall’imperatore (ormai… cristianizzato) Costantino.

Peraltro vorrei ricordare come su quell’accaduto vi siano parecchie discrepanze, ad esempio i “Testimoni di Geova”, considerano Gesù morto non su una croce, ma legato ad un palo: questi difatti fanno riferimento alla circostanza che nel Nuovo Testamento si usò la parola greca σταυρός (stauròs) con il significato di “palo di tortura”; ma anche Luca impiegò un sinonimo, ξύλον (xylon), che significa “legno” e quindi i Testimoni di Geova sostengono che con tali termini gli evangelisti designassero un singolo palo verticale.

Gli stessi musulmani, che considerano Gesù (non il figlio di Dio) ma un grande profeta, nelle loro scritture riportano che egli ascese direttamente al cielo, senza patire in croce. 

Se quindi si escludono le fonti cristiane che da sempre parlano della “croce“, possiamo costatare come tutte le altre fonti, quelle cosiddette indipendenti, non dicano molto o quasi nulla su quell’episodio: ad esempio, gli scrittori romani Tacito e Svetonio, nel 116 e nel 117 d.C. citando Gesù dissero solo che fu giustiziato, senza spiegare come. Giuseppe Flavio, autore intorno al 75 d.C. di Antichità Giudaiche, è l’unico “indipendente” ad attestare la croce con queste parole: “Gesù fu uomo saggio se pure conviene chiamarlo uomo, infatti egli compiva opere straordinarie (…) dopo che Pilato lo condannò alla croce, non vennero meno coloro che fin dall’inizio lo ebbero amato (…)”. 

Va detto comunque che la maggioranza degli studiosi accetti parzialmente quest’ultimo scritto, attribuendo ad esso interpolazioni e manomissioni compiute dai “cristiani“, in particolare ci si riferisce ad alcune affermazioni che hanno di fatto migliorato un resoconto negativo di Gesù, togliendo e quindi modificando le frasi realmente riportate nel testo originale!

Ritorniamo quindi all’inizio…

Poniamo per un momento che si confermasse che quello scheletro ritrovato all’interno di una tomba, potesse appartenere realmente al corpo di Gesù, ditemi: ma veramente pensate che gli ebrei, dopo quanto hanno passato a causa di quell’accusa di “deicìdio” e cioè d’aver fatto crocifiggere Gesù Cristo, tema principale divenuto a partire dal 300 d.c. motivo dell’antisemitismo cristiano, possano far trapelare una notizia del genere???

Sono anni che il mondo intero, dopo quanto accaduto a partire dalla seconda metà del XX secolo a causa della Shoah (il genocidio di cui furono responsabili le autorità della Germania nazista ma anche i loro alleati e di cui anche la chiesa cristiana, in particolare quella cattolica, ha evidenziato gravi colpe per quei suoi “silenzi assordanti”…), ha provato a ricucire un rapporto con gli israeliani ed ora quest’ultimi, dopo millenni di “antisemitismo” subito (lo stesso tra l’altro che si sta in questi giorni ripetendo a causa del conflitto in corso nella Striscia di Gaza contro l’organizzazione fondamentalista di Hamas, a scapito quindi della popolazione palestinese che come stiamo assistendo sta subendo numerose vittime, senza che nessuno ahimè sia in grado di fermare questa assurda guerra..), già… ora che finalmente ha iniziato ad avere relazioni diplomatiche con gran parte del mondo, in particolare con quel mondo cristiano e quindi con il Vaticano, pensate voglia ritornare al passato???

Già… vorrei altresì aggiungere di quanto gli israeliani siano felici per non dire “appagati”, mi riferisco al profilo economico/finanziario, per essere custodi di quel turismo “cristiano” (e non solo…) che da sempre si reca in quella terra santa, fonte di business e di guadagni per tutti coloro che quotidianamente attendono nuovi fedeli per far visionare loro quei descritti luoghi sacri, centinaia di migliaia di pellegrini che ogni giorno per fede provano a recarsi in quelle presumibili mete religiose.

Credetemi ma sono convinto che poco importa alla maggior parte di coloro che si occupano di quel settore turistico/religioso dell’aspetto spirituale dei fedeli; ciò che interessa maggiormente è il flusso milionario che da quel settore si ricava, quantificabile in milioni e milioni di euro che vengono quindi suddivisi tra enti, confraternite, accompagnatori spirituali, tour operator, agenzie di viaggio, guide,  assicurazioni, servizi di autotrasporti, cui seguono i ticket d’ingresso dinnanzi a quei luoghi sacri, a cui si aggiungono tutte quelle attività di compravendite tra reliquie e oggetti sacri, venduti in ogni angolo di strada da ambulati, commercianti, negozianti, etc…

Ed ancora, come non evidenziare le migliaia strutture di accoglienza create appositamente da privati e da enti religiosi, ubicate in posizione strategiche: ricordo tra l’altro che stiamo parliamo di luoghi sacri per tutti i credenti delle tre grandi religioni monoteiste: Ebraismo, Cristianesimo ed Islam!!!

Immaginatevi quindi quanto sia ora penalizzante quel conflitto armato che ha determinato su tutto il territorio un crollo improvviso di presenze e che purtroppo prevede di continuare così ancora per molti mesi, incidendo negativamente sull’economia turistica di quell’area; credete quindi che gli israeliani desiderano – dopo quanto sta già loro accadendo – di rimanere altresì coinvolti in un qualche ritrovamento che possa accendere nuove controversie religiosi o dibattitti teologici sulla eventuale possibilità che uno scheletro possa appartenere a Gesù??? Ma per favore, non ci pensano minimamente!!! 

Domani comunque riprenderò a parlare di quella tomba di famiglia scavata appena fuori la città vecchia di Gerusalemme, provando così a dare un senso non solo a quel remoto passato, ma soprattutto a quanto in questi lunghi anni, mi è stato intenzionalmente insegnato… 

A Catania ho fondato lo Stato Palestinese!!! “Se lo dicessi ad alta voce, mi risponderebbero con una risata universale. Forse tra cinque anni, certamente tra cinquanta, tutti se ne renderanno conto”!!!

Non posso certo paragonarmi al giornalista Theodor Herzl, che nel Primo Congresso Sionista, tenutosi a Basilea nell’agosto del 1897, appuntò sul proprio diario. “A Basilea ho fondato lo Stato ebraico”, per poi aggiungere con toni profetici: “Se lo dicessi oggi ad alta voce, mi risponderebbero con una risata universale. Forse tra cinque anni, certamente tra cinquanta, tutti se ne renderanno conto”

Già… mezzo secolo dopo lo Stato d’Israele nacque ufficialmente e quel sogno diventò realtà!!!

Ogni giorno sono stupito e pieno di orgoglio nel vedere la visione di Herzl prendere vita davanti ai nostri occhi e sento il dovere e la responsabilità di portare avanti il futuro dello Stato di Israele e del Popolo ebraico”, con queste parole ha commentato quanto sopra l’attuale Capo di Stato israeliano, Presidente Isaac Herzog.

Ed allora ecco che anche il sottoscritto vuole raccontare di una visione in cui ero presente, una conferenza promossa da tutti i paesi Arabi ed accolta dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, un incontro decisivo per formalizzare la creazione del nuovo Stato Palestinese!!!

Il sottoscritto in quella visione ha potuto così assistere ad un sogno precedentemente compiuto, nel quale erano presenti due case, una palestinese ed una ebraica, entrambe vicine e mentre i loro figli giocavano insieme, gli adulti progettavano di divenire “luce per le nazioni del mondo”. 

D’altronde, in questi tempi così tenebrosi, nessuno può permettersi di ignorare quella luce, altrimenti il rischio – mi rivolgo a chi oggi crede di essere più forte – è quello di offendere Dio col pericolo di culminare in quel “giorno dell’ira”. 

Vorrei difatti ricordare gli ultimi versetti del profeta Isaia, che descrive gli eventi che precederanno quel giorno: “poiché, ecco il Signore viene con il fuoco, i suoi carri sono come un turbine, per riversare con ardore l’ira, la sua minaccia con fiamme di fuoco. Con il fuoco, infatti il Signore farà giustizia, e con la spada su ogni uomo; molti saranno i colpiti del Signore. (Isaia 66:15, 16).

E’ tempo quindi di dare una nuova luce spirituale alle azioni compiute, perché solo così si potrà sperare di raggiungere la vita eterna e coloro che dimostreranno di accoglierla col cuore – indipendentemente dalla loro nazionalità, estrazione etnica, professione di fede – troveranno sotto quella luce, la parola di Dio: leggiamola ogni giorno, meditiamoci su e apprezziamone il messaggio, affinché attraverso di essa, si possa realizzare quella tanto desiderata pace.

Non è strano che gli uomini combattano tanto volentieri per una religione e vivano così malvolentieri secondo i suoi precetti?

(Georg Lichtenberg)

Imane Fadil: una morte alquanto sospetta…

Sembra di rivivere una storia di spie… 

Non so quanti di voi ricordano il caso del colonello Sergei Skripal, dove l’ex spia russa 66enne venne trovato privo di conoscenza su una panchina, insieme alla figlia Yulia di 33 anni…
Furono entrambi ricoverati in terapia intensiva in ospedale, ma le loro condizioni furono immediatamente giudicate gravissime, ma non solo, anche quelle del soccorritore inglese, un poliziotto di nome Nick Bailey, che era intervenuto immediatamente in loro soccorso. 
Da premettere che già in circostanze poco chiare, erano deceduti la moglie ed il figlio maggiore del colonnello… 
Sembra realmente di rivivere quel film di Spielberg interpretato dal bravissimo Tom Hanks dove su un ponte veniva effettuato lo scambio tra i vari governi, delle rispettive spie… 
Nella realtà comunque saltò fuori una sospetta esposizione ad una sostanza sconosciuta radioattiva… tanto che per precauzione, furono prese immediatamente precauzioni nei luoghi in cui viveva l’ex colonnello…
Ad esempio, un ristorante nel quale si recava saltuariamente fu chiuso immediatamente ed anche molte aree della città vennero bonificate, attraverso delle unità speciali, protetti come in alcuni film, con tute e auto-respiratori…
Ed ora, la morte della modella Imane Fadil,  deceduta lo scorso 1 marzo, casualmente testimone chiave nell’inchiesta “Ruby”… 
Morta dopo un mese di agonia, tanto che la Procura di Milano a causa dei sospetti del decesso, ha aperto un fascicolo per comprendere cosa sia accaduto, disposto l’autopsia sul corpo della modella 34 anni… 
Lei stessa durante quel calvario aveva comunicato ai parenti e soprattutto al suo avvocato di essere stata avvelenata ( accusava i sintomi tipici come mal di pancia, gonfiore e dolori al ventre) ed oggi la presenza di quell’avvelenamento, ne confermano l’ipotesi!!!
La modella era tra quelle ragazze invitate a suo tempo ad Arcore a Villa San Martino, ed era diventata una delle poche ad essersi “pentita” di quei festini (meglio conosciuti con il nome di “Bunga-Bunga”, che hanno condotto ai processi non solo l’ex premier berlusconi, ma anche Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti…) tanto che al termine di una sua deposizione aveva detto ai cronisti di sentirsi fortemente in pericolo…
La stessa aveva dichiarato che nel 2012 un misterioso emissario siriano – per conto di Silvio Berlusconi – avrebbe cercato di comprare il suo silenzio, ma senza alcun risultato a differenza di quanto emerso con le sue colleghe “olgettine”…
La verità va forse ricercata nelle pagine del libro che stava scrivendo, forse all’interno di quei fogli è stata raccontata tutta la realtà di cui in pochi hanno voluto accennare qualcosa… ma che è stato in un qualche modo raccontata, in quei due film di Paolo Sorrentino “Loro1 e Loro 2“,  due pellicole che hanno saputo descrivere le vicende professionali, politiche ma soprattutto private dell’ex premier Silvio Berlusconi (interpretato dallo straordinario Toni Servillo) e delle tante figure che lo circondavano, in quegli anni di decadimento… 
L’unica nota positiva è che le pagine di quelle bozze sono state acquisite nel fascicolo dell’inchiesta e sono certo che appena verranno pubblicate, ci sarà da rimanere sbigottiti!!! 
Nel frattempo chissà – come sempre avviene in questo nostro Paese corrotto, nel quale anche i servizi segreti sono messi a disposizione dei gruppi di poteri forti  – Imane Fadil, solo per aver provato semplicemente a portare a galla la sua verità, è morta!!!
Ma i colpevoli – nel caso in cui l’inchiesta dimostrasse che è stata avvelenata – non vanno ricercati in quanti l’hanno assassinata, bensì in tutti coloro che sapevano e hanno taciuto e che certamente – in un modo o in un’altro – pagheranno per questa morte, se non attraverso questa nostra giustizia terrena (ahimè a volte corrotta a causa di quelle legami e complicità…), certamente… in quella soprannaturale!!!
E’ solo questione di tempo…

Quannu si rici: vai pi futtiri ia'rresti futtutu!!!

Non c’è per questo racconto, miglior detto di quello in oggetto!!!

Vi ricordate la vicenda della “Nipote del Presidente egiziano Mubarak“, bene… ora l’avvocato Egidio Verzini (che nel 2011 ha difeso Karima El Marhoug – la falsa nipote – conosciuta da tutti come “Ruby Rubacuori”), ha deciso di parlare…
Se ricordate, nella vicenda era stato coinvolto il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a cui seguì un processo in cui egli fu imputato… conclusoci per dovere di cronaca con un’assoluzione definitiva!!!
Venuto meno il rapporto di fiducia, l’Avv.  Verzini decise di lasciare l’incarico…
Ora dopo quasi sette anni, il legale ha deciso di rinunciare all’obbligo del segreto professionale, per un dovere “etico e morale” e per questo ha deciso di raccontare la sua versione dei fatti e queste sue nuove dichiarazioni, stanno aperto uno squarcio dai contorni inimmaginabili… 
Secondo il legale, Ruby avrebbe ricevuto da Silvio Berlusconi nel 2011 un bonifico di 5 milioni di euro, tramite una banca di Antigua su un suo conto presso una banca in Messico…
Di questi, tre sarebbero finiti (sempre secondo il Verzini) in un conto della Rubi a Dubai, mentre gli altri due sono stati incassati dall’ex compagno della ragazza, Luca Risso!!!
Secondo il Verzini “l’Operazione Ruby”, è stata interamente diretta dall’avvocato Ghedini e prevedeva in origine il pagamento di 7 milioni di euro, di cui 1 milione per il legale della “Ruby” ed 1 milione per la persona incaricata da Ghedini d’accompagnarlo nell’operazione…
Lo stesso Verzini ha inoltre riportato che dopo aver analizzato la situazione, aveva proposto una linea difensiva diversa, che prevedeva la costituzione di parte civile nei confronti dell’ex direttore di RETE4 Emilio Fede e al momento del pagamento, conseguente rinuncia; proposta che la stessa Ruby aveva condiviso ed accettato…
Ma successivamente quella proposta (sempre secondo il Verzini) fu rigettata da Ghedini & Risso, pertanto non egli non proseguì nell’operazione a suo tempo prospettata, in quanto il rischio professionale e personale era per lo stesso legale altissimo…
L’avvocato Verzini ha concluso affermando che l’ex Presidente Berlusconi, era a conoscenza sin dall’inizio della minore età di “Ruby”, motivo per cui ha preferito elargire il denaro richiesto!!!
Certo, visto ora quanto emerso da quelle dichiarazioni, viene da pensare che forse anche altri erano a conoscenza di quella minore età e chissà (perdonate il sospetto) se non si è voluto volontariamente predisporre una trappola, sapendo che in quella loro rete sarebbe finito in quel momento, il più importante statista d’Italia, ma soprattutto, uno degli uomini più ricchi del mondo!!!
Ahi…ahi… ahi…: “Quannu si rici, vai pi futtiri ia’rresti futtutu!!!

Genova: "Al di là di un ponte"…

Crolla un ponte, crolla una strada, crollano i nervi di chi consapevolmente pensa: “Avrei potuto essere li…”!!!
Crolla una città, ora più isolata.
Crolla la sua economia, fragile e insicura. 
Crolla la fede, nel cielo, nel destino, nella vita…
Crollano le braccia di chi sta spalando, crolla pesante lo sconforto sulle nostre spalle..
Tutto crolla tranne noi, gente dura e inospitale, musoni e testardi…
Per chi non ci conosce, lavoratori, camalli, portuali e carbonai, artigiani, banchieri, capitani e marinai. agricoltori sulle rocce…
Superbi e orgogliosi, ovunque fieri!!!
Insiste inutilmente il cielo sulla nostra città, che da acqua, fango, macerie e bombe, ne è sempre uscita.
Genova, è passato un mese ed è ora che cominci a rialzarti, vedrai domani sarai ancor più bella!!! 
“Loro”… sono andati al di là del ponte e fluttuando nel vento vedrai, aiuteranno ciascuno di noi, a poter andare avanti…

Ama la verità, mostrati qual sei, senza infingimenti, senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio!!!


Ho come l’impressione a volte che ciascuno, conduca la propria vita per come gli è stata prestabilita…

Non sono propriamente un fatalista, perché credo che ognuno di noi possa modificare – in ogni momento – quel proprio percorso intrapreso e nessuno, sì… neppure Dio è in grado di poter cambiare quelle nostre scelte!!! 
Ora sono sicuro che qualcuno verrà a dirmi che, anche queste nostre decisioni, erano state previste e facevano parte di un disegno più alto, sovrannaturale…  
Ma io su questo punto ho forti dubbi e credo che quel cosiddetto “libero arbitrio” permetta a ciascuno di noi, di fare ciò che cazz… vogliamo, senza doverci giustificare e soprattutto senza dover dare conto a qualsivoglia soggetto, sia egli terreno… che uktraterreno…

La vita è nostra e ciascuno può decidere di viverla come meglio ritiene… e non sto parlando di dover scegliere tra fede e scienza, anzi, questi due percorsi possono essere a volte complementari o quantomeno convergenti, se la loro ricerca, punta a trascendere verso la verità…

Ho letto molti libri sull’argomento, tra i quali per ultimo quello del Prof. A. Zichichi,  intitolato “Perchè io credo in colui che ha fatto il mondo” nel quale l’autore prova a dimostrare come la scienza non esclude la fede, anzi ha bisogno di essa quale complemento…
D’altronde: “La ricerca metodica in ogni disciplina, se procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sarà mai in reale contrasto con la fede, perché le realtà profane e le realtà della fede hanno origine dal medesimo Dio. Anzi, chi si sforza con umiltà e con perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza avvertirlo viene come condotto dalla mano di Dio”.
Ma in questo post non voglio dilungarmi in considerazioni teologico/scientifico, m’interessa viceversa fare emergere un altro aspetto, quello personale dell’uomo…
Ciò che noto maggiormente nei miei simili, è un’abituale comportamento, ripetuto costantemente, anche dinnanzi alla prova che esso possa essere nei fatti errato… 
Ed allora, è proprio in questi particolari momenti che mi accorgo di come a nessuno interessa ricercare la verità… quell’unica verità, ma bensì, ciascuno punta a trovarne una propria, quella che fa loro più comodo… 
L’importante per loro non è giungere alla verità, possa quest’ultima essere anche “falsa”, non ha per loro alcuna importanza, già, l’importante e che da quella decisione possa scaturire un vantaggio personale o quantomeno che non si concretizzi una gratificazione, per colui o per coloro che l’avevano per l’appunto fatta evidenziare…

Ed eccoli quindi questi individui, personaggi sterili che vivono le loro vita in modo “insignificante“!!!

D’altronde se li osservate bene, vedrete che anche quei loro partner sono identici a loro, sì come il detto: “Dio li fa e tra di loro s’accoppiano”!!!
Solitamente questi soggetti non fanno altro che esprimere giudizi o critiche, verso situazioni di cui non hanno conoscenza, perché non le hanno mai vissuto in maniera diretta, ma le hanno esclusivamente sentite raccontate da altri ed ora provano a riportarle, come fossero essi stessi gli attori principali…
Eppure ci dovrebbe essere un momento nel corso di quelle loro vita in cui il riscatto familiare, sociale o professionale emerga in tutta la sua veemenza, ed invece nulla, questi esseri amorfi stanno lì trascorrendo le loro giornate nello stesso modo, potremmo dire che quasi non si avvertono, non esistono per nessuno, certamente non aspettatevi una qualche iniziativa personale, perché se vedono qualcosa, ad esempio una circostanza “ambigua” tale da mettere a repentaglio quella propria serenità, ecco che si girano dall’altra parte e si mostrano indifferenti, evitando così d’affrontare quelle eventuali situazioni, che potrebbero di fatto danneggiarli…
Sarebbe bello se questi soggetti fossero una minoranza, sì quantomeno li vedrei vivere all’interno di quel loro microcosmo, lontano e separato dal nostro, un mondo che possiamo osservare e che mette a nudo quella povertà morale, espressa quotidianamente con azioni meschine e con comportamenti ambigui, fatti di compromessi e favori!!! 
Ma purtroppo non è così… già, perché sono loro a governare questa società e l’hanno talmente resa “infetta”, che hanno contagiato quasi tutti… 
Sì… restiamo noi!!!
Pochi soggetti moralmente “liberi”, ancora disponibili a sacrificarci per tutti coloro che desiderano essere salvati…

Nessuno è profeta in patria. Ancor più, se la terra in questione… si chiama "Sicilia"!!!

Gesú, rispondendo alle domande poste dai Nazareni, disse loro: «Nessun profeta è bene accolto nella sua patria» e aggiunse, “in verità io vi dico che c`erano molte vedove in Israele ai giorni di Elia, quando il cielo stette chiuso per tre anni e sei mesi” (Lc 4,25). 
Qual’era il significato di quelle parole?
Elia era un profeta e si trovava in mezzo al popolo giudeo, ma nel momento di compiere un prodigio, benché ci fossero parecchie vedove in Israele, egli le trascurò tutte e andò a trovare una vedova di Sarepta, nel paese di Sidone (cf. 1Re 17,9); una povera donna pagana, che raffigurava in se stessa l`immagine di quella attuale realtà; infatti, il popolo di Israele, era in preda a una “fame e sete, non di pane e d`acqua, ma d’ascoltare la Parola di Dio” (Am 8,11)…
Quando il Profeta Elia andò da quella vedova, disse: “I figli dell`abbandonata sono più numerosi dei figli della maritata” (Is 54,1); dopo di che, fece il miracolo di moltiplicare il pane e il cibo di quella donna…
Eri tu la vedova di Sarepta, nel paese di Sidone, nel paese da cui viene fuori la Cananea (Mt 15,22) che desidera veder guarita la propria figlia e che, a causa della sua fede, merita di vedere accolta la propria preghiera. 
Difatti… “c`erano molte vedove in Israele… ma a nessuna di esse Elia fu inviato, se non alla povera vedova di Sarepta” (Lc 4,26)!!!
Già la locunzione latina “Nemo propheta in patria” (sua), è perfetta per indicare la difficoltà ad emergere o a veder riconosciuti meriti, in un ambiente o rispetto ad un ambito, nel quale si è considerati (proprio perché non si adegua… ) estranei… 
Analoga circostanza viene attribuita dai 4 evangelisti a Gesù, allorché si recò in visita a Nazareth, la città in cui era cresciuto… 
Quando egli nella Sinagoga lesse le profezie di Isaia e le riferì a sé… venne rifiutato dai presenti, in quanto riconosciuto come il figlio di un povero falegname Giuseppe, andato in giro a predicare… invece di rimanere in casa sua ad aiutare la famiglia, e fu il motivo che suscitò in lui… l’amaro commento!!!
Nel mio portafoglio tengo custodita l’immagine di Padre Pio…
Nel retro, vi è scritta questa frase: La vita è una lotta dalla quale non possiamo ritrarci…

Con la pretesa di sostituirsi a Dio…

Starete pensando… ma Nicola si è dato alla religione… o e stato fulminato per la via di Damasco???

In questi giorni mi è capitato di rivedere alcune film registrati… (tra cui la serie ultima trasmessa da Canale 5 sulla Bibbia, Religius… vedere per credere ed infine Le stazioni della fede) ovviamente resto sempre della mia idea, che è molto lontano da quegli insegnamenti limitati e istruiti da tutte le religioni…
In ognuno di essi purtroppo si cela quel profondo limite… quello volersi cioè considerare (rispetto ad altre religioni), uniche rappresentanti della verità, di quella conoscenza soprannaturale, compimento diretto della volontà di Dio!!!
L’umanità non è mai stata capace di comprendere quali valori deve saper prendere per buoni e quali di contro condannare ed in questo, nemmeno gli uomini portavoce di quegli insegnamenti, sono in grado di trasmetterne il vero messaggio…
Il più delle volte difatti, quegli insegnamenti (dei vari profeti), vengono distorti a seconda delle circostanze, facendo in modo che coloro che parlano per nome e conto di Dio, garantiscano o promettano paradisi per se o per i propri cari, adoperandosi a compiere quella volontà, ora da altri suggeriti…

Il vero messaggio che invece dovrebbe passare è quello dell’amore, della fratellanza, di quella sete e fame di giustizia… 

Nulla quindi centra con quel messaggio tanto richiamato da molti precettori… sulla volontà di dover contrastare gli altrui insegnamenti, giungere anche ad uccidere o a combattere eventuali infedeli, proponendo azioni autolesioniste, al fine di provocare nell’animo umano quelle azioni crudeli, che hanno quale obbiettivo, quello di colpire sempre vittime, indifesi e inermi…   
Dio non ha necessita di alcun appagamento umano… a Lui non serve alcun gesto ulteriore per imporre la propria volontà… e non esiste certamente uomo che possa sostituirsi nelle proprie azioni…
Dopotutto, se non si è in grado di dissetare se stessi, come si può credere di dissetare la verità di Dio!!!
Con quale presunzione si pensa di attuare la Sua volontà… non è Dio a chiedere all’uomo bensì è l’uomo che deve avere fame e sete di Dio, perché solo così (forse) egli potrà intervenire nelle loro vite…
A nessuno è chiesto di convertirsi, come nessuna religione può dirsi migliore delle altre, sono tutte perfette se ognuna di esse innalza il proprio cuore verso Lui, se fa in modo di spingere i nostri gesti verso il prossimo, aiutando e sostenendo chi soffre e sta male…
Amore per amore, più si da e maggiormente si riceverà… perché è in ciò che si rappresenta la vera gioia terrena… che potrà forse un giorno (se compiuta in modo sincera) compensata da quella eterna…

Ma c’è  una cosa che premia tutte le altre… saper donare se stessi agli altri, senza dover sperare di riceverne qualcosa in cambio…
Ogni parola diversa dalla nostra ascoltata, aprirà sempre di più i nostri cuori, ed ogni parola da noi data, farà in modo di trasmettere quella vera fratellanza…
Non ci sarà più differenza di pensiero, di colore di pelle, d’etnia, di religione e quant’altro che potrà dividerci da quella speranza, nella quale tutti saremmo eguali, uomini, donne e bambini uniti in quella unica fede chiamata speranza, così piccola da poterla sempre portare con noi… così grande da trasmetterla a tutto il mondo intero!!!
C’è bisogno del sacrificio di tutti ed oggi più di ogni altro momento, c’è la necessità di provarlo a cambiare questo creato, sperando così facendo, d’eliminare tutto quest’odio, alimentato proprio da chi ha, non solo la pretesa di sostituirsi a Dio, ma ha certamente interessi ben diversi da quelli voluti da Lui e di cui essi con grande animo, ci si proclamano figli…

Ballarò ed i comici in politica…

Ascoltavo il programma Ballarò l’altro ieri sera, e durante gli interventi uno in particolare mi ha colpito, quello fatto dall’Ex ministro delle politiche comunitarie, Anna Maria Bernini. 

Durante il suo intervento, faceva notare come il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, non fosse altro che un insieme di persone messe lì, senza alcun criterio di giudizio… 
A questo punto, da ex elettore del PDL… “ non trovo ancora perdono, per ogni voto a voi concesso…” ( sento infatti ancora quella mortificazione spirituale, quel disagio morale che siete riusciti a farmi provare, ed in questa mia via penitente, non c’è fustigazione che possa farmi perdonare l’errore commesso… mi sento infatti, come colui che pur di espiare la propria colpa, vorrebbe adottare qualsivoglia pratica di mortificazione corporale, come la flagellazione, la vestizione del cilicio, per ritrovare almeno quell’ascesi individuale…; si questo desiderio così duro, questo accostamento ai giorni nostri, arduo e terribile se paragonato a quella semplice scelta di voto…, rappresenta invece quanto di più doloroso, provi un uomo, che avendo messo da sempre, la moralità al primo posto di quei principi fondamentale della vita, vede implodere su se stesso, comportamenti e azioni, ignobili, meschine ed abbiette, fatti da tutti coloro che, avrebbero dovuto rappresentarlo quel voto, per il proprio Paese, le proprie Istituzioni ma soprattutto  per quei cittadini come me…!!! ). 

Ora che si venga a fare i giudizi, sui possibili candidati, di un altro schieramento…, che ritiene l’ingresso dei “ comici in politica ”, come li chiama Lei, ma  la prego… “ tolga la trave dal suo occhio… prima di guardare il fuscello altrui… e lasci perdere quanto espresso dal nostro Presidente… sul mancato boom elettorale, che c’è stato e che qualcuno non incaricato dal ruolo istituzionale che rappresenta,  ha voluto esprimere…, 

Il PDL, nel suo organico, ha agevolato l’ingresso di persone, che niente avevano a che fare con la politica…, anzi in molti casi, questi l’hanno gravemente offesa e condizionata, per quegli interessi personali e da quanto stiamo sentendo dai procedimenti in corso, per quegli interessi molto “ particolari… ” e abbiamo visto, come proprio chi compiaceva quelle attenzioni è stata posta lì al governo…

A sperare comunque di rimettersi insieme alla Lega, dimostra come ancora oggi, non si cerchi di fare un autocritica, un mea culpa.., ma di trovare sempre quegli escamotage, per racimolare voti, ovunque e con chiunque… “ Dio li fa e fra di loro si accoppiano!!! ” e poi voler incolpare i propri elettori, sul mancato appoggio a causa delle scelte decise dal partito, quali quelle di aver appoggiato il Governo Tecnico; una scelta impopolare per quei quei dolorosissimi provvedimenti fatti dal prof. Monti… come se ora la colpa fosse sua!!!  Ha visto il dibattito tra il nuovo Presidente francese Hollande e l’ex Presidente Sarcozy, e su come è stata considerata quella particolare amicizia con il nostro ex Presidente??? 

Comunque, prima di valutare il casellario giudiziario ed i carichi pendenti, dei nuovi politici, dovrebbe rivedere da chi finora è stata accompagnata, e non avendo gran che voglia di scrivere, le allego un video con il quale può vedere i suoi colleghi del PDL, indagati e condannati:

Vede, ognuno è libero di fare nel corso della propria vita, tutte le scelte che ritiene opportuno, però condividere e frequentare, l’ex direttore del Tg4 Emilio Fede ( oggi indagato per i reati che vanno dall’esportazione di capitali all’estero al riciclaggio di denaro sporco), la consigliera regionale del PDL, Nicole Minetti ( indagata per induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile ) e l’ex agente Tv Lele Mora ( in carcere per bancarotta dal giugno del 2011 ), ecco, sentire di procedimenti penali in corso, dove ragazze ed ex veline, venivano invitate dall’ex Presidente del Consiglio  presso la propria dimora, e dove erano costrette a simulare giochi particolari ( che evito di descrivere… come l’ultimo con la statua di Priapo ) ma quando un persona si chiama l’On. Silvio Berlusconi, ed è il Presidente del Consiglio, certe amicizie e comportamenti andrebbero modificati e se oggi quell’onorevole risulta imputato…, non mi sembra proprio il caso, di voler ricevere da parte nostra, quell’ulteriore dimostrazione di fedeltà, ad un partito che ha perso ogni corretto principio di moralità…

Forse lei non conosce questa regola, ma deve sapere che a volte le scelte, non sempre nascono per ragioni personali, ma ci sono delle volte ( e per noi… rappresentano sempre la totalità  ), che si possa decidere di fare il bene degli altri…, quello per il proprio paese, per noi stessi…
Ecco in questa scelta, voi non ci siete più…; stia tranquilla comunque, continuerete ad avere ancora un bel po’ di voti, rappresentanti di tutti quei favori, che avete in questi anni elargito…, ma stia certa, che pian piano, questi voti andranno assottigliandosi, finché alla fine non resterà più niente del vostro nome… anzi a voi resterà il nome “ Partito ” mentre a noi… “ libertà… ”!!!  

Ballarò ed i comici in politica…

Ascoltavo il programma Ballarò l’altro ieri sera, e durante gli interventi uno in particolare mi ha colpito, quello fatto dall’Ex ministro delle politiche comunitarie, Anna Maria Bernini. 

Durante il suo intervento, faceva notare come il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, non fosse altro che un insieme di persone messe lì, senza alcun criterio di giudizio… 
A questo punto, da ex elettore del PDL… “ non trovo ancora perdono, per ogni voto a voi concesso…” ( sento infatti ancora quella mortificazione spirituale, quel disagio morale che siete riusciti a farmi provare, ed in questa mia via penitente, non c’è fustigazione che possa farmi perdonare l’errore commesso… mi sento infatti, come colui che pur di espiare la propria colpa, vorrebbe adottare qualsivoglia pratica di mortificazione corporale, come la flagellazione, la vestizione del cilicio, per ritrovare almeno quell’ascesi individuale…; si questo desiderio così duro, questo accostamento ai giorni nostri, arduo e terribile se paragonato a quella semplice scelta di voto…, rappresenta invece quanto di più doloroso, provi un uomo, che avendo messo da sempre, la moralità al primo posto di quei principi fondamentale della vita, vede implodere su se stesso, comportamenti e azioni, ignobili, meschine ed abbiette, fatti da tutti coloro che, avrebbero dovuto rappresentarlo quel voto, per il proprio Paese, le proprie Istituzioni ma soprattutto  per quei cittadini come me…!!! ). 

Ora che si venga a fare i giudizi, sui possibili candidati, di un altro schieramento…, che ritiene l’ingresso dei ” comici in politica “, come li chiama Lei, ma  la prego… “ tolga la trave dal suo occhio… prima di guardare il fuscello altrui… e lasci perdere quanto espresso dal nostro Presidente… sul mancato boom elettorale, che c’è stato e che qualcuno non incaricato dal ruolo istituzionale che rappresenta,  ha voluto esprimere…, 

Il PDL, nel suo organico, ha agevolato l’ingresso di persone, che niente avevano a che fare con la politica…, anzi in molti casi, questi l’hanno gravemente offesa e condizionata, per quegli interessi personali e da quanto stiamo sentendo dai procedimenti in corso, per quegli interessi molto ” particolari… ” e abbiamo visto, come proprio chi compiaceva quelle attenzioni è stata posta lì al governo…

A sperare comunque di rimettersi insieme alla Lega, dimostra come ancora oggi, non si cerchi di fare un autocritica, un mea culpa.., ma di trovare sempre quegli escamotage, per racimolare voti, ovunque e con chiunque… ” Dio li fa e fra di loro si accoppiano!!! ” e poi voler incolpare i propri elettori, sul mancato appoggio a causa delle scelte decise dal partito, quali quelle di aver appoggiato il Governo Tecnico; una scelta impopolare per quei quei dolorosissimi provvedimenti fatti dal prof. Monti… come se ora la colpa fosse sua!!!  Ha visto il dibattito tra il nuovo Presidente francese Hollande e l’ex Presidente Sarcozy, e su come è stata considerata quella particolare amicizia con il nostro ex Presidente??? 

Comunque, prima di valutare il casellario giudiziario ed i carichi pendenti, dei nuovi politici, dovrebbe rivedere da chi finora è stata accompagnata, e non avendo gran che voglia di scrivere, le allego un video con il quale può vedere i suoi colleghi del PDL, indagati e condannati:

Vede, ognuno è libero di fare nel corso della propria vita, tutte le scelte che ritiene opportuno, però condividere e frequentare, l’ex direttore del Tg4 Emilio Fede ( oggi indagato per i reati che vanno dall’esportazione di capitali all’estero al riciclaggio di denaro sporco), la consigliera regionale del PDL, Nicole Minetti ( indagata per induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile ) e l’ex agente Tv Lele Mora ( in carcere per bancarotta dal giugno del 2011 ), ecco, sentire di procedimenti penali in corso, dove ragazze ed ex veline, venivano invitate dall’ex Presidente del Consiglio  presso la propria dimora, e dove erano costrette a simulare giochi particolari ( che evito di descrivere… come l’ultimo con la statua di Priapo ) ma quando un persona si chiama l’On. Silvio Berlusconi, ed è il Presidente del Consiglio, certe amicizie e comportamenti andrebbero modificati e se oggi quell’onorevole risulta imputato…, non mi sembra proprio il caso, di voler ricevere da parte nostra, quell’ulteriore dimostrazione di fedeltà, ad un partito che ha perso ogni corretto principio di moralità…

Forse lei non conosce questa regola, ma deve sapere che a volte le scelte, non sempre nascono per ragioni personali, ma ci sono delle volte ( e per noi… rappresentano sempre la totalità  ), che si possa decidere di fare il bene degli altri…, quello per il proprio paese, per noi stessi…
Ecco in questa scelta, voi non ci siete più…; stia tranquilla comunque, continuerete ad avere ancora un bel po’ di voti, rappresentanti di tutti quei favori, che avete in questi anni elargito…, ma stia certa, che pian piano, questi voti andranno assottigliandosi, finché alla fine non resterà più niente del vostro nome… anzi a voi resterà il nome ” Partito ” mentre a noi… ” libertà… “!!!  

Un grazie a Palermo e uno sguardo sulla festa della Madonna.

Da un paio di mesi la città di Palermo mi accoglie, e oggi, trovandomi in via Roma, ho voluto ringraziarla condividendo ciò che ho vissuto durante la festa della Madonna. 
Una folla di fedeli ha preso parte alla celebrazione, deponendo rose – offerte dai Vigili del Fuoco – ai piedi della statua posta in cima a una colonna.
Come in tutte le feste religiose, non mancava nessuno: dall’Arcivescovo con la sua omelia ai politici e militari in primo piano sul palco (senza dimenticare le confidenze ironiche di Emanuele, un ragazzo accanto a me). 
E poi i futuri seminaristi in vesti bianche, i parrocchiani devoti con il Sacro Cuore di Gesù sul petto, e i giovani volontari che, pieni di speranza, credono nel cambiamento attraverso l’amore e la parola di Dio – anche se, a volte, senza approfondire quel patrimonio scritto che potrebbe guidarli verso una spiritualità più consapevole.
Non mancavano neppure chi vive ai margini della comunità, ma che in queste occasioni trova conforto nell’organizzare processioni, preghiere o semplicemente nell’essere presente. 
E poi i negozianti, che approfittano dell’evento per tenere aperto, cercando di vendere la loro merce – un’abitudine antica, se pensiamo ai mercanti cacciati da Gesù dal Tempio di Gerusalemme.
La banda intonava canti religiosi, le acclamazioni si alzavano, gli applausi concludevano la cerimonia. 
Poi, tutto è tornato alla normalità: chiacchiere, preoccupazioni quotidiane, programmi per la serata. 
Quell’attimo di devozione sembra svanire troppo in fretta, lasciando spazio all’indifferenza di sempre. 
Quante volte, dopo un’esperienza che dovrebbe commuoverci, riprendiamo la routine come se nulla fosse?
Ma oggi, tra le tante cose, ho coltivato un desiderio: che Yara, quella ragazzina il cui nome tutti conosciamo, possa presto tornare a casa e lasciarsi alle spalle questi giorni bui. 

Perché in fondo, anche se a volte la fede sembra un rituale distratto, è nelle speranze più semplici che si nasconde la vera devozione.