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Confiscare sì, ma senza dimenticare chi ha pagato per farlo!


Da anni si parla di confisca come di qualcosa di simbolico, un gesto pubblico che rappresenta una sorta di rito laico della giustizia, in cui beni vengono sottratti a chi li ha accumulati con l’inganno, i raggiri, le truffe, ma anche le complicità silenziose di referenti istituzionali corrotti e di esponenti della classe politica, cui si aggiungono, in taluni casi, referenti criminali che, con metodi coercitivi, hanno alterato la libera concorrenza, il tutto per consegnare idealmente alla collettività – come se la restituzione fosse già avvenuta solo perché un cancello è stato riaperto e una targa cambiata – una società insediata al posto di un sistema criminale.

Ma, consentitemi di dire che tra quel simbolo e la vita reale c’è una distanza abissale, fatta di scartoffie, di silenzi burocratici, di procedure che avanzano con la lentezza di chi non ha fretta, di chi purtroppo ha paura o teme ritorsioni personali e familiari nel dover gestire quei beni, pur sapendo che non è lui a dover rischiare di non pagare l’affitto, di non poter curare i propri dipendenti, di dover spiegare ai propri cari perché il lavoro che credeva stabile è svanito insieme a tutti i benefici finora ricevuti.

Perché lui è lo “Stato”, ed è stato messo lì per gestire gli altrui beni, e poco importa se la procedura sia legittima o meno: saranno i successivi gradi di giudizio a stabilirlo. Il suo unico compito è fare in modo che quei beni vengano gestiti, e poco importa se l’impresa riuscirà ad andare avanti, perché fintanto che esiste qualcosa da prendere, da spartire, da affidare, ben vengano sequestri e confische: sono garanzia di attività per molti professionisti, ciascuno legato a filo diretto con quel Tribunale che si occupa della gestione di quei beni – mi riferisco a figure come magistrati, custodi giudiziari, amministratori nominati e via dicendo.

Abbiamo letto, in questi anni, quanto accaduto a Palermo con l’inchiesta sull’ex Presidente dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati, anche se va detto che l’ultima sentenza, del 19 ottobre scorso, della sesta sezione penale della Cassazione ha cancellato quasi una ventina di capi d’imputazione relativi a quel presunto Sistema, ovvero a quel giro di mazzette e favori legato all’affidamento delle amministrazioni giudiziarie dei beni confiscati alla mafia. Al momento è impossibile dare una risposta definitiva, perché mancano ancora le motivazioni della decisione della Suprema Corte, ma un dato è evidente: dei 74 capi d’imputazione inizialmente contestati all’ormai ex magistrato, ne sono sostanzialmente rimasti in piedi tre, per corruzione e concussione.

Permettetemi, tra l’altro, di aggiungere quanto ho letto stamani su un amministratore giudiziario coinvolto in un’inchiesta nella provincia di Messina, attualmente ai domiciliari con braccialetto elettronico, dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso, confermando il quadro indiziario e mantenendo invariata la misura cautelare.

Da quanto sopra emerge con chiarezza che la gestione da parte dei Tribunali dei beni sequestrati e successivamente confiscati è stata, di fatto, fallimentare sotto tutti i punti di vista: non sto qui a elencarli, sebbene li conosca perfettamente.

Difatti, proprio il sottoscritto – che ha denunciato, che ha insistito, che ha anticipato le spese per una procedura fallimentare che nessuno voleva avviare, perché, a dir di molti, tanto sarebbe finita male comunque – ancora oggi, incredibilmente (ma non sorprendentemente… in un sistema clientelare e mafioso), si ritrova in una posizione grottesca: sono un creditore privilegiato, sì, ma privilegiato solo sulla carta, perché quel riconoscimento non è riuscito finora a farmi ricevere quanto mi è dovuto – seppure è proprio grazie al sottoscritto che si è riusciti a recuperare quasi 500.000 euro tra fatture a suo tempo non pagate e beni venduti nel corso della procedura. 

A tal proposito però desidero rendere un doveroso plauso al curatore fallimentare, per il lavoro svolto fin qui: auspicando che porti a termine la sua attività con la stessa professionalità e correttezza dimostrate sino ad ora – tanto che, una volta conclusa la vicenda, farò in modo che il suo operato sia conosciuto, anche attraverso il mio blog, citando espressamente il nome dell’avvocato che sta seguendo la procedura. Mi sento di farlo perché, rispetto a quello che abbiamo purtroppo constatato negli anni – troppi suoi colleghi, infatti, hanno finito per lasciare alle spalle solo vuoti e silenzi, quando non qualcosa di peggio – questa volta la gestione appare diversa, concreta e soprattutto trasparente.

Desidero però riconoscere anche il ruolo che ho avuto personalmente in questa vicenda: senza la mia iniziativa, senza le denunce presentate a mie spese, senza la tenacia – solitaria, ma mai rassegnata – di chi ha scelto, da sempre, di non voltarsi dall’altra parte, è lecito affermare con certezza che molte di quelle confische non sarebbero neppure state avviate, molti di quei patrimoni sarebbero rimasti intoccati, e la maggior parte di quelle condanne non avrebbero avuto neppure un fascicolo d’archivio.

Va detto che la Cassazione, con la sentenza 37200 del 14 novembre scorso, ha provato a correggere un difetto strutturale: non basta che il credito nasca prima del sequestro, serve che sia accertato in tempi utili, e questo accertamento non può dipendere solo dalla rapidità di un avvocato o dalla disponibilità economica di un cittadino.

Ma la sentenza, per quanto importante, non risolve il problema di fondo, che non è giuridico, ma culturale: finché resterà implicito, in molti uffici, in molte stanze dove si decidono le destinazioni dei beni, che chi si espone è un ingenuo, che chi denuncia è un rompiscatole, che chi pretende giustizia è un problema da gestire più che un diritto da tutelare, allora non cambierà nulla, neanche con cento sentenze.

Perché la confisca, quando funziona davvero, non è solo la sottrazione di un bene, ma il riconoscimento di un torto, la restituzione di un’opportunità, la riammissione di una persona alla dignità di chi ha fatto la sua parte e merita di vederne il frutto.

Invece, ancora oggi, chi ha pagato di persona, chi ha rischiato sul serio, chi ha messo in gioco non solo la propria professione ma anche la propria credibilità, si sente dire che deve aspettare, che deve capire, che ci sono procedure, che bisogna rispettare le priorità, come se la priorità non fosse mai stata, fin dall’inizio, la sua voce, il suo coraggio, la sua scelta di non tacere.

E intanto i beni confiscati entrano in circuiti dove, talvolta, si annidano nuove forme di opacità: consulenze vengono affidate non per competenza ma per vicinanza, le liste dei beneficiari assomigliano più a un elenco di fedeltà che a un piano di riuso sociale, e chi ha denunciato si trova ad attendere invano – non perché non abbia diritto, ma perché, pur avendolo per primo, essendo stato l’unico e il solo ad esporsi in prima persona, viene scavalcato da chi ha atteso, da chi faceva parte — e poi si è celato — direttamente o indirettamente, di quell’orticello, e che dunque dovrebbe attendere, o quantomeno trovarsi in fondo alla fila, nell’equa suddivisione che tanto si invoca.

Non si tratta di dover veder riconosciuti meriti, ancor meno riconoscimenti pubblici – finora, per quanto compiuto, non ne ho mai ricevuti, a eccezione di qualche nota di merito che ricorre, quasi a ogni piè sospinto, nelle sentenze – ma si tratta, semplicemente, di essere coerenti: se lo Stato usa lo strumento della confisca per affermare che la legalità ha un valore reale, allora quel valore deve valere anche per chi ne è stato il primo custode, non solo per chi ne gestisce le conseguenze una volta che il rischio è passato.

Altrimenti, e lo sappiamo bene, la confisca resta propaganda, una cerimonia, un’immagine da cartolina, mentre la giustizia resta fuori, in attesa, con le tasche vuote e la pazienza logorata da cinque anni di silenzi che non sono casuali, ma strutturali.

Perché il vero fallimento, oggi – e lo confermano le sentenze del Tribunale – è quello del sistema che continua a premiare chi si muove dentro le sue maglie e a punire chi prova a rammendarle.

E ogni volta che un creditore come me rimane in attesa, non è solo una pratica in sospeso: è un segnale che arriva chiaro a chi vorrebbe fare lo stesso e si ferma un attimo prima, perché sa già come va a finire.

Forse, allora, la prossima riforma non riguarderà solo le tempistiche delle ammissioni al passivo, ma qualcosa di più delicato: la fiducia.

Perché quella che si è persa in cinque anni di attesa – e che nessuna sentenza, per quanto giusta, potrà mai restituire – è la fiducia in questo Stato e nelle sue Istituzioni. Ed è il motivo per cui non mi sento più di dover collaborare con chi richiede al sottoscritto informazioni, documenti protocollati, ma ahimè andati persi all’interno di quei palazzi: gli stessi documenti che, se invece di essere insabbiati nell’ultimo cassetto fossero stati portati alla luce, avrebbero reso inutili molte di quelle inchieste oggi condotte da talune procure nazionali.

Ma chissà… forse lo Stato – soprattutto chi lo rappresenta – non teme le voci, ma il loro contrario: vuole che quei pochi cittadini ancora onesti, col tempo, imparino a tacere. Già… proprio come tutti gli altri!

Quando l’onestà paga: Stefano Milone.


Ci sono storie che meritano di essere raccontate non solo per i fatti in sé, ma per la luce che gettano su ciò che conta davvero.
Penso a quanto l’onestà possa sembrare, a volte, una strada in salita, un principio scomodo che mette alla prova il carattere di una persona.

Eppure, oggi voglio parlare di quando l’onestà paga, non in moneta sonante, ma in qualcosa di infinitamente più prezioso: la dignità.

Tutto prende forma nella notte del 17 agosto, in una stanza d’albergo, alla vigilia di una partita di calcio giovanile.

Un giovane arbitro, Stefano Milone, si trova di fronte a una scelta che ne avrebbe messo alla prova l’anima più che la competenza.

Due persone gli si presentano con un’offerta chiara e indecente: tremila euro per piegare il corso del gioco a un risultato prestabilito. È in quel preciso istante, in quel silenzio carico di implicazioni, che il mondo sembra fermarsi in attesa della sua risposta.

E la risposta di Stefano Milone arriva, netta e senza esitazione. È un no. Un rifiuto che non rimane confinato tra quelle quattro mura, ma che diventa subito denuncia, parola data al designatore, primo mattone di un’indagine che avrebbe svelato un sistema corrotto che minava le fondamenta dello sport più amato. Quel “NO” non è stato solo un gesto di rifiuto, è stato un atto di costruzione, la prova che una sola persona, con il suo coraggio, può diventare un argine.

Quel gesto di straordinaria lealtà ha avuto una risonanza che va ben oltre l’episodio di cronaca. Nelle scorse ore, a Roma, Stefano Milone è stato premiato con il riconoscimento “Rispetto e Legalità”, un tributo a chi dimostra che lo sport può e deve essere ancora una scuola di valori. La sua sezione, l’AIA di Reggio Calabria, ha espresso un orgoglio che va oltre l’appartenenza associativa, toccando il cuore di una comunità che ha ritrovato in lui un esempio di purezza morale.

Questa vicenda ci ricorda che la tentazione del silenzio è spesso più comoda, più facile da digerire. Ma ci mostra anche, con limpida chiarezza, che quando una persona sceglie di essere incorruttibile, alla fine non ha che da guadagnarne. Non in denaro, certo, ma in stima, in rispetto, in quella certezza interiore che è la sola vittoria che nessuno potrà mai contestare.

Il suo nome, Stefano Milone, brilla oggi come un promemoria necessario: la vera vittoria non è quella segnata sul tabellino, ma quella che si conquista ogni giorno difendendo i propri valori, senza sconti e senza compromessi.

Condivido appieno quanto riportato dal nostro Parlamento: L’Italia è migliore di chi oggi la governa!


Già… condivido appieno quanto riportato dal nostro Parlamento: L’Italia è migliore di chi oggi la governa!
L’altro ieri, ascoltando il telegiornale, la mia attenzione è stata catturata da una dichiarazione che ha immediatamente risuonato con qualcosa che sento da tempo, un pensiero che aleggia nelle conversazioni al bar, nelle cene in famiglia, tra amici, in quel senso di frustrazione che ormai è pane quotidiano per molti di noi.

È stata la Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, a pronunciare questa frase, e nonostante le distanze politiche, devo ammettere che per una volta le parole hanno centrato un bersaglio più grande di qualsiasi schieramento. Appena l’ho sentita, ho pensato che non poteva rimanere solo una battuta in una trasmissione, ma doveva essere colta, scritta e fatta propria, perché esprimeva un sentimento diffuso da essere ormai una verità quasi dolorosa.

E da quella frase, credo che chiunque possa comprendere chiaramente non solo il mio pensiero, ma quello di una fetta sterminata di connazionali che ormai guarda alla politica come a un universo distante, un palcoscenico dove non si recita più il bene comune, ma un copione logoro di clientelismo e malaffare. È la percezione di un sistema che sembra alimentarsi di corruzione, di raccomandazioni spudorate e, ahimè, di quell’ombra lunga della criminalità organizzata che intreccia i suoi fili con il potere, lasciando i cittadini onesti a chiedersi se esista ancora un luogo pulito dove decidere il futuro per i propri figli.

È fondamentale precisare che questo non è un discorso di parte, non nasce da una bandiera di destra, di sinistra o di centro. La mia vita l’ho costruita facendo a meno della politica e dei loro referenti, tenendo ciascuno di essi a grande distanza e quando ci siamo trovati vicini, ho sempre espresso – tra mille lacchè che porgevano la mano, sorridevano a trentasei denti e chiedevano l’autografo – ciò che pensavo di loro, criticando soprattutto talune loro decisioni, non solo politiche, ma anche personali.

Mi sovviene ad esempio un caso in cui ad uno di essi – che aveva pubblicizzato se stesso nei cartelloni siciliani – già… con quella propria immagine stilizzata nera che ne ritraeva il profilo – su uno sfondo chiaro, e sotto quell’odiosa frase: l’unico pizzo che piace ai siciliani!

Beh… incontrandolo casualmente in una manifestazione – avevo accompagnato lì una mia amica che quel giorno era senza macchina – e passandomi egli vicino, garbatamente salutandomi, lo ringraziai per il saluto e ricambiai a mia volta, ma gli dissi subito ciò che pensavo e cioè che a sentire la parola ‘pizzo’ ero andato su tutte le furie. Gli feci presente che non si poteva, e non si doveva, scherzare con quella vergognosa forma di estorsione e che, personalmente, respingevo con sdegno quella pubblicità che, banalizzando un termine intriso di dolore e paura, offendeva la memoria e la dignità di tutte le vittime e di chi ogni giorno combatte silenziosamente quella piaga.

Questo è soltanto uno dei casi, ma potrei farvi ancora qualche altro esempio – vi confermo sin d’ora comunque che non sono molti – forse perché ho sempre tenuto la politica distante da me, ma ricordo comunque un altro episodio, a suo modo simpatico, con l’attuale nostro Presidente del Consiglio, in quella circostanza non lo era ancora, ma ve lo racconterò – forse – in un mio prossimo post.

Ma comunque non voglio generalizzare, sì… non è giusto fare di tutta un’erba un fascio, e proprio per questo, so riconoscere che a livello locale, per fortuna, esistono ancora persone perbene, individui volenterosi che si dedicano con passione autentica a risolvere i problemi veri della gente, che lottano per la salute, per una scuola dignitosa, per un ambiente vivibile. Sono loro la prova vivente che l’Italia è migliore.

L’amara ironia, però, sta proprio in questo contrasto stridente tra l’operosità silenziosa di tanti e la sterilità rumorosa di chi governa. Le decisioni che scendono dall’alto, dalla maggioranza di oggi, sembrano troppo spesso sorde alle urgenze reali del Paese, incapaci di cogliere quel grido di bisogno che sale dalle comunità, preferendo alimentare divisioni e quel fuoco che brucia le nostre potenzialità.

È come assistere a un naufragio dalla tolda di una solida nave, quella del governo. Si vede la gente in mare che lotta, che chiede aiuto con tutte le sue forze. E sulla nave, le corde per salvarli ci sono tutte, sono robuste e pronte all’uso. Eppure, chi dovrebbe buttarle le trattiene strette, come un tesoro personale. Qualcuna, è vero, vola verso un parente, un amico, un conoscente, ma per la maggior parte delle persone che affondano, non arriva nulla.

Si preferisce guardare altrove, dimenticando che il primo, l’unico comando, era salvare la collettività.

Sì… quella stessa collettività che doveva essere la loro unica, vera missione.

Perché ormai diserto le commemorazioni delle stragi? Ve lo dico: non sopporto più gli ipocriti sui palchi.


Stamani voglio confessarvi una verità…
Da qualche tempo evito di partecipare alle commemorazioni ufficiali degli anniversari delle stragi, tutte, non solo quelle più note del ’92 e ’93, sì… e questo per due precisi motivi.

Il primo è legato a una sensazione di crescente fastidio, quasi di nausea, già… nel ritrovarmi in luoghi solenni dove si parla di memoria, di dolore, di giustizia, mentre poi dinnanzi a me, su quel palco, siedono personaggi che indossano la maschera del rispetto per le vittime, ma che poi, appena scendono dal palco, stringono mani e salutano affettuosamente proprio coloro che – in qualità di eredi di quei passati criminali, rappresentanti diretti di chi ha provocato le migliaia di morti in questo Paese – garantiscono loro affari e soprattutto voti.

Il secondo motivo è più profondo, più interiore: ho smesso di riconoscermi in quelle cerimonie perché mi sembrano sempre più vuote, ripetitive, sì… rituali sterili che servono a dare l’impressione di ricordare senza mai veramente voler capire.

Mi chiedo spesso cosa resti davvero di quegli omicidi, di quelle stragi, sì… dopo i minuti di silenzio, dopo i discorsi letti con voce tremula, dopo quelle bandiere poste a mezz’asta. Sembrano da quel palco commossi, ma ditemi: cosa è rimasto di fatto dell’operato di Falcone, di Borsellino? Io sento ancora un silenzio assordante, in particolare su chi – da quelle poltrone istituzionali – li ha traditi, su chi ne ha ostacolato il lavoro, su chi ha lasciato che venissero barbaramente uccisi insieme agli uomini e alle donne della scorta.

In questi giorni ho avuto modo di acquistare in una bancarella e letto alcuni romanzi di una saga mafiosa di Vito Bruschini: il primo capitolo di questa saga, “Romanzo mafioso. L’ascesa dei corleonesi”, racconta, con un tessuto narrativo sorprendente e un’accurata aderenza alla Storia del nostro Paese, la nascita e l’espansione capillare del fenomeno mafioso in Italia e nel mondo e soprattutto coloro che – legati al mondo politico e imprenditoriale – li hanno protetti e permesso l’ascesa.

Ecco perché ho cominciato a disertare quegli eventi, non per mancanza di rispetto, ma proprio per rispetto estremo verso chi è caduto. Perché non posso stare accanto a chi oggi piange in pubblico e ieri ha stretto alleanze con chi festeggiava in privato quelle stesse bombe, che hanno poi permesso la nascita di taluni attuali partiti

Sono stanco di ascoltare retoriche sulla legalità, in particolare da chi ha protetto tutti quei colletti bianchi mai toccati dalla giustizia, da chi ha favorito i depistaggi con il silenzio o con le parole sbagliate al momento giusto.

Ma d’altronde la verità è stata soffocata, l’agenda rossa è ora nelle mani di chi ha in qualità di puparo il potere di ricattare quanti siedono su queste nuove poltrone, sì… qualcuno di quei suoi predecessori è stato incredibilmente riabilitato, qualcun altro è riuscito a passare a nuova vita senza così pagarne le conseguenze, altri ancora grazie ad accordi e ricatti hanno potuto beneficiare del dubbio, riuscendo così ad esser riabilitati, quantomeno per poter far continuare (in quel contesto di “casta”) i propri familiari.

Certo, avrei voluto vedere un Paese capace di non rimandare la storia, gli eventi, la verità… ed invece tutto continua ad essere rimandato, già… per non trovar mai risposta.

Ma la circostanza peggiore è che ogni volta che si prova ad andare oltre il racconto (artefatto) ufficiale, si finisce per essere additati come complottisti, disturbatori, sì… di quella pax sociale che garantisce a molti, collusione, raccomandazione, compromesso, clientelismo e soprattutto illegalità.

Ed allora io resto ancora in attesa di conoscere le risposte: chi tra le istituzioni ha avuto interessi opposti alla verità? Chi aveva bisogno che certi magistrati sparissero? E soprattutto, perché ancora oggi, ad oltre trent’anni di distanza, nessuno vuole raggiungere l’unica verità? Ed infine, quali nomi ancora mancano all’appello e nessuno vuole portare alla luce?

Sicuramente la verità processuale non arriverà mai, non certo con l’attuale governo e chissà, forse neppure con uno formato da quella sinistra che ha di fatto permesso – rendendosi complice – le stragi che ben conosciamo.

La verità storica comunque non potrà mai essere cancellata, verrà un giorno in cui tutto esploderà, i dossier usciranno fuori e i nomi di quei complici verranno portati alla giustizia della memoria, e quel giorno saremo lì a bisogna chiedere conto a chi ha detenuto il potere, a chi ha mantenuto il silenzio, a chi ha costruito carriere sulle macerie di quegli anni!

Perché noi tutti non possiamo permettere che una società dimentichi chi ha pagato con la vita per aver creduto nello Stato, una società che perde la memoria perde anche se stessa, diventando proprio come quella che osservo in questi giorni: docile, plasmabile, pronta ad ingoiare qualsiasi narrazione gli viene indottrinata, sì… pur di non dover guardare negli occhi il suo passato sporco.

D’altronde “Un discorso che abbia persuaso una mente, induce la mente che ha persuaso a credere nei detti e a consentire nei fatti.” (Gorgia da Lentini, ca. 485 a.c. – 375 a.C.)

Ed allora pur stando lontano da quei palchi, dentro di me porto ogni giorno quel loro insegnamento, e cerco di riproporlo con la formazione, col mio blog, con le denunce, perché a differenza di quanti in molti pensano, quel passato non è stato cancellato, non è stato sepolto, non è morto, anzi è più vivo che mai, già… perché fintanto che ci saranno persone perbene, questo Paese avrà la forza di rialzarsi.

L’impressione è che tutti in questo Paese siano all’arrembaggio!!!


Stamattina, seduto al bar di Sferro – una frazione del comune di Paternò, in provincia di Catania, a suo tempo un villaggio nato come alloggio per gli operai delle grandi opere pubbliche – con una tazza di cappuccino in mano ancora calda, ho lasciato che il brusio della sala mi portasse via con i pensieri, verso ricordi che credevo smarriti.

Poi, un gesto dell’amico che avevo invitato mi ha richiamato al presente. “E tu che ne pensi?”, mi ha chiesto. Così, voltandomi, ho agganciato i frammenti di quella conversazione e, quasi senza accorgermene, ho coinvolto nel discorso quel gruppo di suoi conoscenti.
Ripetevano: “L’impressione è che tutti in questo Paese siano all’arrembaggio!”. Quella frase, così cruda eppure carica di un senso quasi poetico, mi ha trafitto, già… come un arpione lanciato da chissà quale nave fantasma in mezzo a un mare in tempesta…

“Arrembaggio”, pensavo tra me, mentre ripetevo mentalmente la parola come se fosse un incantesimo arcaico. Ed ecco che subito mi sono apparsi davanti agli occhi i volti segnati dal sale e dalla crudeltà dei pirati dei grandi romanzi d’avventura: Long John Silver che ride beffardo ne “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson, oppure il Capitano Nemo, già… che domina gli abissi in “Ventimila leghe sotto i mari” di Jules Verne, o ancora, il feroce “Capitano Hook” di J.M. Barrie, sempre in bilico tra paura e vendetta, e per finire, i predatori senza patria che solcano gli oceani nel “Capitano Blood” di Rafael Sabatini. Uomini senza bandiera se non quella dell’avidità, pronti a salire sul ponte delle navi altrui con sciabole sguainate e occhi pieni di brama.

Eppure, ascoltando quei discorsi al bar, non si stava parlando di bottini sepolti su isole lontane né di mappe con la X rossa segnata su un punto, ma viceversa si faceva riferimento alle bollette che lievitano, ai posti di lavoro persi, alle promesse politiche svanite, sì… come schiuma tra le dita.

La metafora del pirata, però, calzava a pennello, perché oggi sembra che ognuno, in qualche modo, stia preparando la propria scialuppa per raggiungere la nave accanto, non per aiutare l’equipaggio, ma per portargli via tutto ciò che può.

È un periodo in cui rubare, aggirare, approfittare, appare spesso più intelligente che agire con onestà e chi rispetta le regole sembra destinato a rimanere indietro, mentre chi – viceversa – sa arruffianare, mentire, truccare i conti, viene ammirato come un nuovo eroe dei tempi moderni.

Ed ecco quindi che la nostra società è diventata un oceano infinito popolato da vascelli in fuga e da predatori in caccia, dove nessuno si fida del timoniere e neppure del compagno di cabina.

Ma allora cosa c’è dietro questa sensazione diffusa, quasi viscerale, di vivere in un’era di saccheggio generalizzato? È davvero l’avidità umana a essersi improvvisamente moltiplicata, oppure è la paura a guidare questi comportamenti?

Chissà… forse la colpa è da ricercarsi in questo futuro incerto, quando ogni giorno da quei Tg giungono nuove notizie su conflitti, stragi, crisi, precarietà, ingiustizia, e quindi l’istinto primario prende il sopravvento: sopravvivere a tutti i costi, anche a costo di dover calpestare il nostro vicino, in fondo, se credi che il mondo stia per affondare, perché non provare a salvare almeno il tuo baule?

E così, lentamente, ci si convince che anche gli altri stiano facendo lo stesso, e allora diventa giusto farlo per primo, sì… prima degli altri! Ed è così che nasce una sorta di corsa al ribasso morale, dove l’etica viene considerata un peso inutile da abbandonare sul ponte per correre più veloce.

Mi chiedo però se questa visione sia davvero fedele alla realtà o se invece non sia il frutto di un racconto collettivo che si autoalimenta. Perché è innegabile che esistano casi eclatanti di corruzione, di speculazione, di furto delle nostre risorse pubbliche, ma possiamo dire con certezza che “tutti” siano ormai diventati “pirati”?

O forse è solo che i veri predatori, quelli rumorosi e spregiudicati, occupano tutta la scena, mentre la maggior parte della gente continua a lavorare in silenzio, a pagare le tasse, ad aiutare il vicino di casa, a tenere insieme i cocci senza fare titoli sui giornali? La percezione dell’arrembaggio generalizzato potrebbe essere amplificata dai media, dal web, dai discorsi nei bar appunto, fino a trasformarsi in una narrazione dominante, capace di plasmare il nostro sguardo sulla realtà, anche quando non corrisponde interamente alla verità.

E allora mi torna in mente un’altra immagine, meno epica ma forse più necessaria: quella del marinaio stanco che, pur vedendo altre navi attaccate e saccheggiate, decide di non issare la bandiera nera, ma di continuare a navigare con la sua rotta, magari offrendo soccorso a chi galleggia tra i relitti.

Perché forse il vero atto di ribellione in un’epoca di arrembaggi non è difendere il proprio tesoro a colpi di moschetto, ma ricordare che il mare è grande abbastanza per tutti, e che viaggiare insieme, condividendo fatica e speranza, potrebbe essere l’unica via per evitare che nessuno affondi. Certo, il tesoro condiviso brillerà meno di quello accumulato da un solo uomo, ma sarà un tesoro che non richiede sangue, tradimento o rimorso.

Ecco, forse è proprio questo il mio dubbio: stiamo assistendo a un crollo del senso di comunità, a una rinuncia collettiva all’idea che il bene comune possa ancora avere valore? Oppure, dietro questa retorica dell’arrembaggio, si nasconde una voglia repressa di giustizia, di equilibrio, di riscatto?

Mi piace pensare che dentro ognuno di noi ci sia ancora un po’ di capitano onesto, confinato in un angolo della coscienza, che osserva la tempesta e si chiede se non sia il caso di cambiare rotta, non per paura del nemico, ma per amore della nave, per rispetto del mare, e per non dimenticare che, alla fine, nessun pirata è mai stato felice del suo tesoro…

Quando il lavoro onesto diventa un rischio: curnutu e vastuniatu!

C’è un silenzio che pesa più di qualsiasi parola, soprattutto dopo aver fatto tutto ciò che ti era stato chiesto.
Sì… hai voluto seguir la strada dritta, hai così compilato ogni modulo, superato i controlli, persino quelli che sembrano inventati apposta per scoraggiare chi non ha alcuna protezione o appoggio…

Hai altresì presentato i documenti antimafia, come se la tua onestà dovesse essere dimostrata, come se fossi tu il sospettato, no… chi ti commissiona il lavoro.

Eppure, non hai mai alzato la voce, hai continuato a camminare dritto, convinto che prima o poi qualcuno avrebbe visto il tuo impegno e avrebbe così riconosciuto il tuo valore.

E quando finalmente arriva quel contratto, già… quel pezzo di carta sembra promettere un futuro in salita, sì… lo guardi con gli occhi lucidi di chi non ci credeva più.

Non era stato un colpo di fortuna, ma il risultato di anni di fatica, di scelte difficili, di rinunce difficili, le stesse che poi hanno fatto arricchire i tuoi avversari.

Eri comunque pronto a metterci il tuo impegno, la faccia, i mezzi, il tempo, ormai eri dentro, non hai ricevuto alcun acconto e così hai investito il tuo denaro, pensando comunque che alla fine, se avresti fatto bene il tuo dovere, qualcuno avrebbe fatto il suo…

Ed allora la tua imprese lavora senza sosta, sì… con la stessa cura che metteresti per realizzare casa tua; rispetti i tempi, superi gli imprevisti, risolvi problemi che – come solitamente accade – non dipendono da te, completi quindi un mese di lavori, verifichi la contabilità consegnata dalla tua D.l. e dopo qualche giorno emetti la fattura concordata, in attesa dei fatidici 60/90 gg…

Sì… aspetti quel pagamento, lo aspetti con la pazienza, già perché sai che nel mondo degli appalti il denaro viaggia lento, aggiungerei… troppo lento: Sessanta, novanta e a volte anche centoventi giorni, ti dicono che è normale…

Ma stranamente (o dovrei dire “spesso”) dopo tutto quel tempo, il bonifico non arriva!!!

Ed allora, chiami, mandi solleciti, mostri documenti, fatture, verbali di consegna, ma ricevi solo silenzi e le classiche risposte vaghe, già… le stesse che come neve al sole si sciolgono improvvisamente… ed allora ti rivolgi ai legali, iniziano le procedure dei decreti ingiuntivi, ed invece di vedere finalmente una soluzione, ecco che ti arriva una “bella” comunicazione: il contratto è disdetto.

“Curnutu e vastuniatu” così si dice a Catania, non perché hai sbagliato, non per la tua inadempienza, ma perché ti sei permesso – già… hai osato chiedere a quel Committente (che siede alla del padre…) – i tuoi soldi, i tuo diritti, già… ciò che ti spetta per legge!!!

Ma di quale legge parliamo? Una legge che tutela i ladri e colpisce gli onesti…? Sì… è quando ti rivolgi allo Stato che comprendi tutto il tuo fallimento, già… quando entri in un’aula di Tribunale che comprendi di non aver più una rapida soluzione ai tuoi problemi, anzi il più delle volte, vieni punito per aver preteso il rispetto delle regole.

Sei un estraneo in un gioco di cui non conosci le regole, o meglio, in cui le regole cambiano a seconda di chi le fa e soprattutto chi le deve seguire.

Non importa se hai rispettato ogni vincolo, ogni obbligo, loro possono disattendere “impunemente” ogni obbligo, possono cancellare quel rapporto istaurato come se fosse un errore di battitura e così, mentre tu lotti per non affondare, per pagare i tuoi operai, i fornitori, per mantenere aperta un’impresa che magari ha radici profonde in questo territorio, loro, sì… questi grandi appaltatori, se ne stanno al riparo, protetti da centinaia di clausole che sembrano fatte apposta per salvarli, anche quando sono loro a creare i problemi!!!

Nel frattempo mentre tu aspetti invano i tuoi pagamenti… fallisci, mentre loro – viceversa – ricevono quei fondi pubblici previsti e consegnati loro da una politica che utilizza quel sistema per raccomandare parenti e familiari, ma soprattutto per foraggiare un sistema parallelo, illegale, che poi ricambia attraverso preferenze elettorali, si con quel noto scambio di voti.

Ma infatti da “Siciliano” mi sono sempre chiesto: perché affidare questi lavori a chi non vive qui, a chi non conosce il territorio, a chi non ha alcun interesse a costruire qualcosa di duraturo? Perché non dare direttamente appalto a chi ha le competenze, a chi ha le maestranze, a chi da generazioni tiene in piedi l’economia di questa terra? Perché inserire un anello intermedio che non aggiunge valore, ma solo costi, ritardi e rischi?

Ma forse anch’io la risposta la so da sempre: Sì… forse perché quel collegamento non è mai stato tecnico, ma politico? Forse perché dietro quei nomi vi sono appoggi, raccomandazioni, scambi di favori che nulla hanno a che fare con la trasparenza o il merito, ma servono principalmente ad oliare questo sistema marcio!

Ma quando ne parlo a gran voce, quando pubblico i miei post, sì… sono in molti a darmi ragione, ma poi girato l’angolo, scrollano le spalle, già… come se questo meccanismo perverso sia inevitabile, mi sembra il classico discorso dello sconfitto! Ma la verità è che nella maggior parte dei casi, molti di essi, appartengono – direttamente e/o indirettamente – a quel sistema clientelare e collusivo, sì… sono proprio essi, i loro figli, parenti e amici, ad essersi genuflessi e ad aver approfittato e ancora approfittano di quel marciume

Credetemi… quanto riporto non è rabbia, non me ne fotte un caz…, tanto – come dico sempre – io mi accontento del mio piatto di pasta, di più tanto non posso mangiarne…- e quindi, non ho bisogno di “LORO”, sì… di quei politici, di quegli imprenditori mafiosi e collusi (ancor più di quei loro lacchè – incompetenti – chiamati “teste di legno”),ed ancora, di amici e conoscenti che operano nel servizio pubblico (finora mi sono sempre rivolto – a pagamento – ai servizi privati…), non ho bisogno di raccomandazioni, perché mi sento abbastanza preparato che solitamente le imprese a fare una “cinquina” assumendomi e mai il contrario, difatti, in questi miei 35 anni di servizio, nessuno mai ha pensato di licenziarmi, difatti, in quelle poche circostanze, sono stato io ad inviare le dimissioni – solitamente per giusta causa.

D’altronde come potrei convivere in un’impresa, avendo la consapevolezza che essa appartiene, di fatto – ad un’associazione criminale o permette quotidianamente che metta in campo meccanismi fraudolenti, gli stessi che poi le permettono di evadere e quindi incassare migliaia e migliaia di euro…

parliamo di semplici raggiri (ma sono truffe che lo Stato – ahimè – non riesce neppure a comprendere o quando ci riesce è ormai troppo tardi… eppure sono lì…sotto i loro occhi, ma a volte ho come l’impressione che quei soggetti si trovino nella “stanza con l’elefante”) ma d’altronde lo Stato punisce chi le regole le rispetta, mentre premia o forse dovrei dire “ricompensa”, chi riesce a far durare più a lungo questo sistema, d’altronde lo stesso che lo tiene in vita.

E così… in questi anni, centinaia di imprese oneste siciliane hanno chiuso, non per incapacità, ma viceversa, per mancanza di giustizia.

Perché alla fine quello che manca davvero in questa terra non è il denaro, ma il senso di quel diritto che ormai nessuno, sembra più voler far rispettare! E quindi: Curnutu e vastuniatu!

La Mafia? Non spara più, ma rilascia fattura…

Già, la mafia non spara più come una volta, ma uccide ancora, silenziosamente, con metodi meno appariscenti eppure infinitamente più devastanti.
Uccide le imprese oneste, strangola l’economia reale, soffoca lo sviluppo di intere comunità, impedendo che il merito possa aprire la strada a chi lavora con dignità e trasparenza .

E mentre molti si compiacciono del fatto che non si vedano più sparatorie per strada, non si accorgono che il cancro si è semplicemente spostato dentro i bilanci delle aziende, nei bandi d’appalto, nelle assunzioni pilotate, negli appalti truccati…

La mafia di oggi non ha bisogno di mostrare la pistola, perché ha imparato a indossare la giacca, a parlare con tono pacato, a firmare contratti, a sedersi ai tavoli delle trattative dove si decidono investimenti milionari.

Il suo restyling non è purificazione, ma travestimento!

Si è ripulita in superficie, ha cancellato l’immagine cruenta del passato, ma dentro continua a marcire dello stesso veleno che da decenni corrompe le coscienze, piega le volontà, comprime la libertà.

Parliamo di un’infezione che non ha mai smesso di diffondersi, anzi, si è adattata, ha mutato forma, infiltrandosi nel tessuto produttivo del paese con una capacità di mimetismo impressionante.

Non urla più minacce al telefono, ma impone condizioni attraverso intermediari rispettabili, uomini di fiducia che operano all’ombra di società regolari, cooperative modello, consorzi virtuosi.

E così, mentre le forze dell’ordine celebrano arresti importanti, la rete continua a espandersi, silenziosa, capillare, radicata in ogni settore che genera reddito e influenza.

Basti pensare alla provincia di Trapani, dove anche dopo la cattura di Matteo Messina Denaro, non si è affatto spenta la presenza mafiosa, al contrario, negli ultimi nove mesi la procura nazionale ha emesso settanta misure interdittive antimafia, un numero che non lascia spazio a illusioni: la mafia non è sconfitta, si è riorganizzata.

La mafia è ovunque, in particolare nei cantieri, nei centri logistici, nelle strutture ricettive, nelle filiere agricole, nei progetti energetici, portando con sé quel sistema di potere parallelo che decide chi lavora, chi vince gli appalti, chi viene escluso.

Ma d’altronde il legame con certi segmenti del potere politico e istituzionale non si è mai spezzato, anzi, si è fatto più sottile, più difficile da individuare, ma certamente solido e sono proprio quei referenti istituzionali a farsi promotori delle collusioni e di quel diffuso malaffare.

La Commissione d’inchiesta sulla mafia e la corruzione lo ha ribadito con chiarezza: la mafia, da nord a sud, ha sempre avuto una particolare abilità nel penetrare l’economia locale e difatti non si limita a estorcere, ormai produce, gestisce, investe, ricicla, già… si presenta come imprenditore serio, attento alle normative, sensibile all’ambiente e al territorio.

Ma dietro quei bilanci in ordine, dietro quelle certificazioni ambientali, dietro anche quelle donazioni benefiche sociali, si nasconde un vero e proprio sistema di controllo basato sul clientelismo, favoritismo, costrizione e compravendita del voto.

E ciò che rende tutto ancora più grave è che questa presenza non è più percepita come anomalia, ma è spesso vista come normalità, quasi una condizione inevitabile per sopravvivere in certi contesti.

Perché sono tanti, troppi, coloro che accettano quel sottobosco di vantaggi immorali: la bustarella mensile, il posto di lavoro garantito a un parente senza titoli, l’appalto assegnato senza gare vere, la protezione contro le ispezioni.

E ogni volta che qualcuno accetta un privilegio illegittimo, anche se lo fa per disperazione o per paura, diventa complice inconsapevole di un sistema che soffoca il futuro.

Ho letto in questi giorni quanto riportato dell’ex presidente della Commissione Cracolici che ha colto nel segno quando ha dichiarato: i mafiosi temono due cose, la galera e la perdita del patrimonio, certo, ma soprattutto temono di perdere la reputazione.

Perché la loro forza non sta soltanto nel denaro o nell’intimidazione, ma nella credibilità sociale che riescono a costruirsi. Sono considerati uomini di parola, imprenditori capaci, benefattori del paese, mentre in realtà sono accumulatori di potere illegittimo, che usano la legalità come maschera per perpetuare il dominio.

Ed è proprio qui che risiede il pericolo maggiore: quando la mafia non viene più vista come nemica, ma come parte integrante del sistema, quando il cittadino comune smette di indignarsi e comincia a dipendere dai suoi meccanismi perversi!

Ed è per questo che combatterla richiede molto più delle retate o dei processi, sì… richiede di una rivoluzione culturale che finora non c’è stata, di un rifiuto netto e quotidiano ad ogni compromesso, di una necessaria educazione alla legalità che parta dalle scuole, ma soprattutto si sviluppa dalle famiglie e nei luoghi di lavoro.

Perché finché ci sarà qualcuno disposto a scambiare la propria dignità con un vantaggio effimero, la mafia continuerà a respirare, a crescere, a prosperare.

Ma soprattutto, finché la società civile non farà sentire forte e chiaro il proprio “NO”, essa resterà viva, non nelle strade, ma nei palazzi, nei conti bancari, nei progetti che dovrebbero servire il bene comune e invece alimentano quel loro impero di falso progresso

Mi viene da piangere per il Procuratore Gratteri…

Non so voi, ma ogni volta che vedo in TV o leggo un articolo sul mio omonimo, il Procuratore Nazionale Nicola Gratteri, mi vien da piangere…

L’altra sera l’ho rivisto su La7 da Lilli Gruber, e ancora una volta ho provato un senso di amarezza profonda.

Penso a chi dedica la propria vita a questo Paese, rischiando tutto, e a chi invece non ha mai mosso un dito, anzi, fa carriera restando nell’ombra, seduto dietro una scrivania.

È così che funziona qui, ed è così che continuerà finché il sistema clientelare e giudiziario resterà colluso, legato a quelle correnti politiche che decidono chi deve avanzare senza merito e chi, invece – come Gratteri – deve essere ostacolato, quasi esiliato, solo perché fa bene il proprio lavoro.

Mi torna in mente la vicenda di Giovanni Falcone, ostacolato nella sua nomina a Consigliere Istruttore del Tribunale di Palermo. Oggi la storia si ripete con Gratteri, escluso dalla Procura Nazionale Antimafia perché non allineato a certe logiche di potere. Lo aveva già previsto, tanto da dichiarare in un’intervista: “Io lo sapevo, ma ho scelto di non iscrivermi a nessuna corrente. Non conosco nemmeno il 50% dei membri del CSM, non li riconoscerei per strada, perché non li frequento“.

Qualcuno ha deciso di sbarrargli la strada. Forse perché ha indagato troppo, su mafia, ‘ndrangheta, camorra… certamente più di tutti loro messi insieme. E questo ha dato fastidio.

Ora, da Procuratore di Napoli, si ritrova sotto attacco: un’inchiesta si sgretola, i reati vanno in prescrizione, le accuse si rivelano inconsistenti, il processo si chiude nel nulla. Con un costo umano, politico e istituzionale, altissimo.

E allora sì, mi viene da piangere. Perché vedo il silenzio della stampa – e chissà, magari qualcuno sotto sotto ride pure. Perché nessuno lo difende???

Certo, Gratteri è un uomo, può sbagliare. Uno, due, tre, quattro, cinque volte.

Ma finché continuerà a indagare con onestà, senza piegarsi a pressioni o interessi di parte, resterà una delle poche figure di cui questo Paese può ancora fidarsi. Ed io, pur comprendendo talune critiche giuste e forse anche costruttive, beh… come dicevo, preferisco sempre un magistrato che, ogni tanto, possa commettere un errore piuttosto che uno che non sbaglia mai… perché in malafede.

GIUSTIZIA ED EQUITÀ: 📢 Per favore, leggi con attenzione questo messaggio importante.

Se condividi questi valori, aiutaci a diffonderlo condividendolo con quante più persone possibile.

La nostra voce unita può fare la differenza per promuovere trasparenza, correttezza e rispetto delle regole per tutti, senza privilegi.

Chiedo a ciascuno di voi di inoltrare questo messaggio a quante più persone possibile, per organizzarci e dare una risposta collettiva al termine di questa iniziativa.

L’obiettivo è quello di: sensibilizzare il Paese e preparare il terreno per una legge di iniziativa popolare.

Ecco i punti principali della proposta:

Retribuzione trasparente e limitata nel tempo: deputati e senatori saranno pagati solo durante il loro mandato.

Pensione equa per tutti: deputati e senatori contribuiranno al sistema previdenziale generale, come tutti i cittadini. Il fondo pensionistico del Parlamento sarà trasferito alla previdenza sociale.

Stop agli aumenti autogestiti: deputati e senatori non potranno votare i propri aumenti di stipendio.

Leggi uguali per tutti: deputati e senatori saranno soggetti alle stesse leggi degli altri cittadini.

Mandati limitati: il Parlamento non sarà più una professione. I parlamentari potranno essere eletti per un massimo di 3 legislature.

Riduzione della politica inutile: tagliare del 30% il numero di politici (consiglieri comunali, provinciali, regionali, deputati e senatori) ed eliminare enti inutili o duplicati.

Meno consulenti, meno sprechi: ridurre del 50% il numero di consulenti negli uffici politici e limitare le loro retribuzioni.

Pensioni di reversibilità eque: i benefici saranno destinati solo al coniuge superstite, come previsto per tutti i cittadini.

Il momento di agire è adesso!

Correggiamo gli abusi e riportiamo l’equità nelle istituzioni.

📢 Diffondi questo messaggio!

Se ogni destinatario lo inoltra a 20 persone, in soli 3 giorni potremo raggiungere una vasta rete di cittadini.

Nota: se non condividi questo messaggio, sentiti libero di ignorarlo. Nessuno ti obbliga. Ma se sei d’accordo, fai la tua parte!

Grazie!

Raccomandazioni e compromessi: fino a che punto si può cedere?

I raccomandati rappresentano da sempre gli esseri più spregievoli: convinti di sapere tutto, dimenticano di ricoprire quei ruoli non per meriti propri, ma grazie a una spintarella ottenuta da qualche familiare o parente che, a sua volta, ha passato anni a leccare i piedi a politici o dirigenti!!!

Ho sempre rifiutato le raccomandazioni e lo stesso ho insegnato alle mie figlie!!!

Non per un banale orgoglio, ma perché ho sempre creduto che la soddisfazione più grande sia conquistarsi da soli il proprio cammino. 

Posso dire di esserci riuscito, ma devo ammettere che nel corso della mia vita la sfida è sempre stata ardua, ancor più in questi ultimi 15 anni, da quando ho deciso di occuparmi in prima persona di legalità in maniera concreta e ciò comprenderete, in un paese corrotto e soprattutto mafioso, ha destato in molti forte preoccupazione, situazione che ho pagato in prima persona… 

Ma quanto occorso non mi ha minimamente scoraggiato: come ripeto spesso, quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare e in fondo, affrontare difficoltà maggiori, rende il loro successo ancora più appagante!!!

Si qualcuno va dicendo che nella vita non prevalgono i più forti o i più intelligenti, ma coloro che si sanno adattare. 

Quindi non querce come il sottoscritto, ma giunchi, già… capaci di piegarsi senza spezzarsi. 

Tuttavia, questo adattamento, questa “elasticità“, fino a che punto è una dimostrazione di intelligenza e flessibilità? E quando, invece, scivola – come ormai consuetudine – verso la disonestà?

La linea di confine è sottile… l’elasticità può diventare compromesso, e il compromesso, in alcuni casi, può tradursi in scorrettezza, ma dove si colloca questo limite? Forse nelle esperienze di vita di ognuno, nei valori che scegliamo di coltivare???

In molti casi, credo che il confine venga tracciato dai “precedenti“: quei momenti in cui una piccola concessione all’ingiustizia inizia a pesare più del rispetto per la lealtà e l’onestà.

Di solito, questi precedenti si manifestano quando siamo privati di qualcosa di materiale: denaro, opportunità, o persino dignità, ed è qui che l’elasticità rischia di trasformarsi in un vendersi, in un abbassarsi a compromessi “sporchi“: è il momento in cui un’ambizione – o una necessità – si impone sui nostri valori.

Personalmente, non sono mai sceso a compromessi, sì… la mia autostima, che considero un valore prezioso, non mi ha mai permesso di accettare scorciatoie!!! 

Il sapere di aver ottenuto un qualcosa grazie ad una raccomandazione, piuttosto che per meriti personali, lederebbe profondamente la mia autostima, una forza interiore senza la quale mi sentirei fragile, vulnerabile…

Il sottoscritto di contro vuole essere libero da qualsivoglia coercizione, compromesso, libero soprattutto come faccio in questo mio blog,di criticare, di dire ciò che penso, di mandare a fanculo, di fare la morale a chiunque, senza temere di essere attaccato per eventuali scheletri nell’armadio, di vivere secondo i miei principi, sì… di legalità, onestà e soprattutto integrità.

 E questo è ciò che ho trasmesso alle mie figlie, con orgoglio!!!

Comprendo però che in un Paese corrotto e infetto come il nostro, la tentazione sia grande, soprattutto quando una raccomandazione sembra il modo più semplice – o l’unico – per ristabilire un equilibrio di giustizia. 

Ma è proprio qui che si apre una riflessione importante…

La raccomandazione, o meglio la segnalazione, non è in sé sbagliata…. in altri Paesi ad esempio è uno strumento legittimo per valorizzare i meriti di chi li possiede davvero, una pratica trasparente e rispettabile. 

Solo qui da noi, purtroppo, è stata corrotta, diventando sinonimo di ingiustizia!!!

Da noi, non viene usata per premiare il talento, ma per avvantaggiare chi ne è privo, spesso a discapito di chi lo meriterebbe davvero.

Ecco il vero problema: non è l’elasticità in sé a essere sbagliata, ma il modo in cui viene usata. 

Quando pieghiamo i nostri valori alla convenienza, non stiamo più “adattandoci“: no… ci stiamo svendendo!!!

E in quel preciso momento perdiamo qualcosa di più prezioso di qualsiasi vantaggio materiale, già… perdiamo noi stessi!!!

La verità è che non si può corrompere ciò che è già corrotto!!!

Sapete bene come le statistiche internazionali assegnino al nostro Paese un livello di corruzione molto elevato, tanto che nelle classifiche degli Stati più virtuosi l’Italia è fra gli ultimi posti dei Paesi occidentali, superato tra l’altro da nazioni del terzo mondo…

Ora non voglio dire che si è tutti corrotti o che vi sia rimasta nel Paese soltanto una esigua parte di onesti, perché so bene che per motivi professionali è facile imbattersi in circostanze che per vari motivi ci portano a comportarci in maniera errata, a volte semplicemente per favorire un familiare, un collega, un conoscente o ancor più il classico amico dell’amico…
Ma si sa altrettanto bene che con quelle errate azioni si sta provando ad aggirare le regole e soprattutto si è ben coscienti che nel metterle in pratica si favorisce qualcuno, a scapito di altri…
È chiaro quindi che non è semplice combattere la corruzione e serve a poco quanto solitamente viene detto da parte delle Istituzioni e cioè che bisogna coinvolgere i cittadini, in particllare le nuove generazioni, iniziando con i processi educativi.
D’altronde nessuna legge potrà mai debellare questo fenomeno se non verrà accompagnata da un cambiamento drastico come quello ad esempio che conduce la gran parte dei cittadini a disprezzare quei soggetti corrotti, affinchè essi finiscano i loro giorni alla gogna, perché soltanto così tutti gli altri potranno comprendere quanto sia giusto non emularli…
Sperare viceversa che attraverso nuove forme di prevenzione si possa giungere ad eliminare questo fenomeno negativo, significa non voler prendere atto che una grossa fetta di cittadini non ha alcuna intenzione di barattare i propri privilegi personali con la messa in atto di comportamenti leali per soddisfare principi morali e sociali che secondo loro… rendono sì felici i loro connazionali, ma che tolgono di fatto a loro prestigio e vantaggi finanziari interessanti…    
 
Non si tratta quindi corrompere perché il sistema prevede già che un numero impressionante d’individui abbia scelto da tempo di esser corrotti, pur sapendo che quei loro lesivi comportamenti determinano di fatto una concorrenza sleale ed aprono a nuovi scenari corruttivi!!!
In ogni discorso politico sento parlare di combattere la corruzione, in particolare quella compiuta nelle amministrazioni pubbliche, la cui organizzazione risulta essere a servizio dei poteri forti e mai a favore dei cittadini che viceversa si ritrovano ad essere vessati e sottoposti – ogni giorno – ad ogni tipo di prevaricazione.
Ecco perché sorrido ai vari governi nazionali quando parlano di riforme della pubblica amministrazione, perché nonostante gli annunci propagandistici a cui ogni governo ci ha abituato, alla fine nessuno è mai riuscito a penetrare a fondo in quella sua stessa “manchevole” organizzazione, già… eliminando non soltanto gli elementi infedeli, ma rovesciando definitivamente quel sistema che – per come abbiamo potuto appurare – si è dimostrato esser imperfetto!!!
Sì… basterebbe quanto sopra per veder diminuire la corruzione in questo nostro Paese, ma purtroppo invece di provare a combattere questa diffusa corruzione, la si è di fatto alimentata e sono proprio i nostri governanti ad aver dato il peggior esempio!!! 
Ma d’altronde “ chi nasce quadrato, non può morire tondo” e difatti nessuno può cambiare la propria natura, così come un quadrato non può diventare un cerchio, poiché chi nasce “infetto” e possiede una forma mentale corrotta, difficilmente modificherà sé stesso per diventare una persona perbene e quindi onesta!!!

Sigilli ad un cantiere senza autorizzazioni!!!

“Invitiamo la cittadinanza a collaborare attivamente, segnalando qualsiasi anomalia o attività sospetta. Solo con il coinvolgimento e la partecipazione di tutti possiamo garantire la tutela e la salvaguardia dell’habitat unico e straordinario in cui viviamo”.

Con queste parole il Comune di Taormina ha voluto far sentire il proprio impegno nel perseguire ogni forma di abuso che minacci il nostro patrimonio ambientale.

Questa volta le verifiche hanno riguardato il torrente Sirina al confine con Giardini Naxos, che hanno portato al sequestro di un cantiere edile privato finalizzato alla riqualificazione e messa in sicurezza del corso d’acqua per la mitigazione del rischio idraulico.

Secondo i controlli le opere erano prive delle autorizzazioni urbanistiche e d’inizio attività, e per questi motivi sobo scattati provvedimenti di sequestro e con la contestuale comunicazione alla Procura della Repubblica di Messina per la convalida e i provvedimenti del caso…

Certo l’invito fatto ai cittadini è ineccepibile, ma purtroppo conosco bene cosa quanto accade quotidianamente in questa terra e cioè che ciascuno si fa i caz… propri, preferendo non immischiarsi mai in vicende che potrebbero poi avere delle ripercussioni personali…

E così ecco che chiunque, senza alcuna autorizzazione decide di realizzare dei lavori, ma non c’è da meravigliarsi perché questa è la consuetudine di questa terra, dove chiunque – da un giorno all’altro – si alza una mattina, decidendo senza alcun rispetto delle regola e soprattutto delle normative vigenti, di fare come meglio ritiene, d’altronde cosa mai potrebbe capitare, una multa, una sanzione, una sospensione… ma poi con il passar del tempo ci si dimentica o qualche sanatoria sistema tutto!!!

Questo è il Paese dell’illegalità e coloro che provano ad essere onesti, vengono non solo derisi, ma ahimè… anche attaccati!!!

 A mio figlio dirò che non è vero che l’onestà paga sempre. Falso!!! Ma vuoi mettere la serenità con la quale si va a dormire?

Per sconfiggere la corruzione è necessario sconfiggere la cultura che la sostiene e ciò può essere realizzato non con sterili parole, ma con i fatti!!!

Comprendo bene che nello scrivere alcuni miei post non incrementerò nuovi follower, ma d’altronde non è per attirare nuovi lettori che dedico il mio tempo a questo blog, viceversa redigo quotidianamente i miei post affinché chi si trovi a leggerli e si trovi ahimè in ambigui contesti, mi riferisco a quelli cosiddetti “illegali”, provi a fare uno sforzo, a redimersi, d’altronde la mia priorità sta nella prevenzione, nel cercare in tutti i modi di convincere chi ancora non è entrato in quel meccanismo corrotto di rifiutare l’offerta che gli è stata proposta, dimostrando di saper esser forte, estraniandosi proprio da coloro che a differenza sua, ormai da tempo ne fanno parte.

Certo… di una cosa nel corso degli anni mi sono convinto e cioè che la maggior parte dei miei connazionali sono di fatto corrotti, non certo più di altri presenti in altri luoghi sulla terra, ma sicuramente non sono di meno… 

Ora che si tratti di un qualcosa che appartiene al DNA o che dipenda da un profondo decadimento culturale, non so dirlo, certamente esso evidenzia in maniera chiara di esser indifferente a qualsivoglia principio di moralità, mi riferisco al non saper distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male…
Già… è quel contesto che fa in modo di privilegiare sempre e in ogni circostanza se stessi ed il proprio tornaconto, al benessere dei proprie familiari ( come se gli mancasse qualcosa…), scadendo – pur di beneficiare di quelle ragioni strettamente personali – in comportamenti immorali o certamente illegali, tendenti – come si può abitualmente osservare – a privilegiare il proprio orticello, senza mai provare a occuparsi dei problemi sociali!!!

Già… è evidente in loro quella scarsa
cultura civica, aggravata inoltre dal quel peso culturale derivato dalla matrice cattolica, che contrappone alla messa in pratica dei reati, una serie di concetti distorti che vanno dal condono al perdono.. 

Peraltro, non condivido minimamente l’idea che le tangenti ricevute siano necessarie al sistema per alimentare un mercato parallelo e che in fondo, quanto accade illegalmente nel nostro paese, costituisca di fatto un surplus finanziario che poi, alla fine, rientra nel mercato legale…
Qualcuno di quei soggetti corrotti, è convinto che quei benefit ricevuti sotto forma di bustarelle, rappresentino il giusto compenso per aver assolto ad un gravoso problema, già… aver dedicato parte del proprio tempo a risolvere quanto lo Stato e in particolare la sua burocrazia crea ogni giorno, in particolare ai suoi cittadini e ancor più agli imprenditori…

Cosa aggiungere… da tempo ormai non credo – per come in molti dalle Istituzioni vorrebbero farci credere – al mito in cui la maggior parte della società civile sia onesta, no… il marcio non si trova per come vorrebbero farci credere soltanto nella politica, in quelle logge affaristiche o dipende dalla diffusa criminalità organizzata, no… è proprio la società civile ad evidenziare con i propri comportamenti la propria disonestà, perché questo in fondo: è un paese di corrotti!!!

Voler credere quindi che la corruzione sia un qualcosa di estraneo o distante è errato, questo malaffare è ovunque e si
combatte soltanto con un altro sistema, di
cui la società civile seppur in minoranza, è parte!!!

Certo, la lotta alla corruzione è una funzione complessa e presenta tante incognite e variabili, lo dimostra il fatto che tutto ciò che è stato compiuto fino ad oggi non sia servito a nulla o quantomeno non abbia funzionato!!!

E’ tempo di reinvestire nella cultura della legalità, perché solo così, con una nuova società civile, si potrà ripartire, facendo in modo che quel business milionario che tanto attrae i miei connazionali, lo stesso che foraggia in maniera consistente la corruzione di questo paese, possa finalmente arrestarsi!!!

D’altronde vorrei ricordare come proprio quest’ultimo, quando fatt emergere dalle forze di polizia, rappresenta solo una minima parte rispetto alla consistente parte che resta sommersa; si parla infatti di circa 60 miliardi, ma il suo recupero non deve essere inteso come semplice lotta all’evasione fiscale, bensì, come un rivalorizzazione del nostro Paese, in particolare delle amministrazioni pubbliche…

Già… come sempre ripeto, ciò che va avversato è il contesto sociale, perché esiste da tempo un diffuso pensiero confuso che evidenzia non solo una bassa sensibilità su questo gravissimo problema, ma manifesta una forte rassegnazione generale, in particolare nei giovani che ormai credono che in questo loro Paese non vi sia alcun futuro…

Per sconfiggere la corruzione è necessario sconfiggere la
cultura che la sostiene e ciò può essere realizzato non con sterili parole, ma con i fatti!!!

E infine permettetemi di ricordare che esiste un deficit tra etica pubblica e privata e che questa va colmata; i miei connazionali debbono iniziare a riconciliarsi con la cosa pubblica, prendendo coscienza che tra le vittime della corruzione vi sono anche quanti operano in maniera onesta per conto dello Stato, perché anch’essi sono suoi cittadini e provano tra mille difficoltà ogni giorno a difendersi, non solo dai corruttori, ma da quel loro Stato, già… che ha permesso e soprattutto ha premiato in questi lunghi anni, la cultura dell’indifferenza e dell’illegalità!!!   

Miei cari amici e conoscenti…

Riflettevo in questi giorni su quanto accade nel corso della nostra vita, mi riferisco a quelle circostanze ordinarie solitamente banali con cui ogni giorno ci confrontiamo e dalle quali scopro come in molti credono che queste  accadono per futili motivi o ancor peggio per fatalità!!!

Già perché non si da mai la colpa a se stessi per quanto accade, no… si ricerca in quella inevitabile avversità le cause delle loro disgrazie… 

Uno modo ineluttabile di accettare quanto accade, come se tutto fosse già deciso, una condizione irreversibile che non può essere modificata, ma deve essere accettata per com’è, d’altronde pensateci, questo modo di porsi è lo stesso che sembra dominare la storia degli uomini, che poi non è altro che apparenza illusoria di quella loro indifferenza, per non chiamarla per com’è: assenteismo!!!

Difatti, dinnanzi a una chiara verità, questi soggetti osteggiano le loro azioni nell’ombra, fatti e circostanze celate per salvaguardare le mani di quei loro “amici“, mani mai sorvegliate da alcun controllo, le stesse che hanno tessuto quella ragnatela per condizionare la vita sociale di una comunità.

E quella massa ignora, non per ignoranza, ma per una ostentata noncuranza (o dovrei dire per un provocatorio disprezzo nei confronti di altri diversi da loro), manifestando opinioni divergenti, certamente opposte a quanti hanno provato con coraggio, ma soprattutto con prove documentali, a contrastare e far emergere quei principi di legalità…

Così i destini di entrambi sono stati ahimè manipolati, già a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e delle passioni di taluni soggetti che più di altri si sono resi attivi per raggiungere i propri scopi e finalizzarne così i propri interessi personali.

Nel contempo la maggior parte di quella collettività si è mostrata apatica, incurante di quanto stava loro accadendo e aggiungerei negligente a salvaguardare il loro patrimonio…

Ma ormai la verità è giunta al traguardo, sfociata dove forse in molti non volevano che arrivasse e quella tela tessuta nell’ombra si è sfilacciata e rovinosamente danneggiata ed ora si ha come l’impressione che sia stata la fatalità a travolgere tutto e tutti, come se le azioni compiute da quegli esigui individui onesti, non rappresentassero per la collettività alcun valore aggiunto.

Già è come se quell’espressa manifestazione di legalità, quel voler portare avanti la giustizia sopra ogni cosa sia stato frutto di una circostanza casuale, come se si fosse dinnanzi ad un fenomeno naturale nel quale ovviamente rimangono tutti vittime, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi è stato attivo e chi viceversa indifferente!!! 

E sono proprio questi ultimi a irritarsi maggiormente, già… in molti vorrebbe sottrarsi alle gravi con­seguenze, vorrebbero apparisse chiaro che loro non volevano, che non ne sono stati responsabili, essi d’altronde rappresentavano soltanto un numero, di quelli tra l’altro che contavano poco o nulla!!! 

Ecco come la natura umana si manifesta e prende il sopravvento, eccoli lì a piag­nucolare pietosamente, mentre altri bestemmiano oscena­mente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch’io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe suc­cesso quanto è ora successo? 

Ma nessuno o pochi si faranno un esame di coscienza su quella loro indifferenza, sul loro scetticismo, nessuno si pentirà di non aver dato il proprio braccio alla causa o di aver sostenuto quell’esiguo gruppo di persone che “per evitare quel tal male combattevano e per procu­rare quel tal bene si proponevano”!!!

So già come finirà: la maggior parte di loro a breve, ad avvenimenti compiu­ti, preferiranno parlare di fallimento, di un generale disfacimento, giustificheranno le loro mancate azioni come causa di una divergenza di idee o di una condizione di antipatia e/o simpatia, di una veduta di pro­grammi non condivisi o mai voluti, di strategie mai concordate e ancor meno approvate, sì… di tutta una serie di altre simili piacevolezze.

Vedrete alla fine ricominceranno per come hanno sempre fatto: manifesteranno per l’ennesima volta, la loro totale assenza da ogni responsabilità!!!

Antimafia a Messina??? Sì, per discutere…

Come al solito ho letto del consueto giro di audizioni previste in scaletta, i temi al centro del confronto con la Commissione regionale antimafia, la geografia criminale presente nell’area del messinese e le principali indagini aperte…

Sono seguite le abituali discussioni sulla scopertura di magistrati negli organici, di quelle poltrone di vertice ancora da nominare, della carenza di risorse poste a disposizione sia umane che strumentali…

Certo tutti a ricordare come la mafia messinese rappresenti un nodo cruciale alle risorse di quella provincia, un’associazione criminale quella peloritana in grado di manipolare l’economia legale, basti osservare le numerose inchieste in questi anni per infiltrazione negli appalti pubblici, in particolare quelle relative allo sfruttamento del territorio, dei fondi europei e soprattutto la gestione dei rifiuti… 

Eppure con una situazione così delicata, incredibilmente… sì per non voler dire “volontariamente”, la città di Messina evidenzia la totale mancanza di un procuratore capo, un procuratore generale e un presidente di Corte d’Appello, a quanto appena detto, va sommata la mancanza di un procuratore capo in uno dei Comuni più a rischio, quello di Barcellona Pozzo di Gotto… 

Eppure si parla, si discute, ci si incontra, ma alla fine non accade nulla!!!

Siamo alle solite, dinnanzi ad un sistema criminale fortemente organizzato che controlla quel territorio, cosa si fa??? Si discute… 

“Chi ogghiu persu e che tempu persu” avrebbe detto mio padre e così, mentre loro perdono tempo a parlare di programmi e interventi da effettuarsi, l’ecomafie si impadroniscono dei milioni di euro di contributi, fondi destinati all’agricoltura…

Non parliamo poi dello scioglimento dei Comuni dove è evidente non solo il tentativo d’infiltrazione, ma la certezza che alcune “famiglie”, si siano di fatto sostituite, con propri familiari, parenti e soggetti ad essi legati, nella gestione delle amministrazioni pubbliche, ah nel frattempo… qualcuno sta discutendo!!! 

Ma d’altronde a cosa serve sciogliere gli organi politici quando poi i soggetti collusi sono di fatto infiltrati all’interno di quegli uffici e lì restano seduti???

Ma le colpe non vanno ricercate soltanto in quelle stanze,  perché c’è anche chi a differenza di quanto si potrebbe credere, fa in modo che tutto resti così com’è!!! Mi riferisco a certi provvedimenti che dimostrano essere assolutamente “ambigui” e i cui giudizi evidenziano essere fortemente “arbitrari“, forse chissà per proteggere quel sistema massonico così palesemente presente all’interno di quella struttura giudiziaria…

Tranquilli, stanno tutti aspettando la terza “tranche” dei fondi del Pnrr, così potranno accaparrarsi anche quelli e a differenza di quanti scrivono oggi sul web,  su eventuali pericoli a cui i magistrati risultano essere a rischio, beh… sono certo che nessuno mai invierà loro ” buste con proiettili per piegarsi ai voleri di chi intende intimidire la vita amministrativa ed economica di questo territorio“, tranquilli… basterà semplicemente inviare la busta con qualcos’altro e le cose ( come sempre accade…) si sistemeranno da sole e nel miglior modo possibile!!!

D’altronde si sa, la legalità passa prima dagli uomini e solo dopo, viene messa in pratica da essi…

Perché se manca quel fondamentale requisito, il resto serve a poco, anzi potremmo dire a nulla ed allora in questi casi cosa si fa??? 

Nulla… semplicemente si discute!!!

   

Amministratore giudiziario condannato per aver rubato denaro ad una ditta "sequestrata"!!!

Ma guarda che notizia… 

Incredibile vero, già… nessuno mai potrebbe credere a fatti come quelli descritti nel titolo di apertura.

Infatti, come potrebbe mai venirci in mente che un soggetto scelto dalle Istituzioni per la gestione di una di quelle società sottoposte a provvedimento di sequestro o di confisca, possa pensare di mettersi in tasca del denaro, addirittura quasi 100.000 euro…

Ma no…  non può essere, queste cose si vedono soltanto nei film e non certo possono accadere in questo nostro Paese, già… così “immacolato”, che evidenzia quotidianamente tutta la sua rettitudine, legittimità, giustezza, ma che dico, di più: una costante correttezza nei valori!!!

Peraltro cosa aggiungere su quei suoi referenti, come si potrà tranquillamente costatare, scelti in maniera del tutto casuale, ma soprattutto per l’alto livello professionale e non per come in molti vanno abitualmente sostenendo – permettetemi di aggiungere, senza alcun reale  fondamento – di essere soltanto dei semplici “raccomandati” di quella casta, ma quanto detto si sa… è soltanto invidia, d’altronde basti osservare in quale modi svolgono il proprio operato, in maniera scrupolosa, trasparente, ma che dico… cristallina, ed ancora, mostrando il proprio impegno con temerarietà, senza mai piegarsi ad alcun compromesso o ancor meno evidenziando cedimenti, dinnanzi soprattutto (perché questi ahimè vi sono…) a cogenti pressioni esterne!!! 

Ora (incredibilmente) leggo di una inchiesta coordinata dalla procura di Palermo (che per competenza territoriale aveva trasmesso gli atti ai colleghi di Trapani) – su di un Amministratore giudiziario che avrebbe fatto sparire dalle casse di una società da egli amministrata (ricordo… per nome/conto dello Stato) un bel pò di denaro!!!
Certo, ora che emersa l’appropriazione ha spiegato agli inquirenti che si è trattato di un momento disagevole, pieno di tribolazioni, direi quasi particolare doloroso, d’altronde ditemi, chi al suo posto, dinnanzi a tante difficoltà non avrebbe fatto altrettanto???

Sarà forse colpa dei social o di questi tempi, già… in cui tutti veniamo sottoposti a prove dure che richiedono il dover apparire per ciò che non si è, ancor peggio sfoggiando ricchezza che non si possiede, sarà che queste motivazioni determinano quel forte stress che attanaglia costantemente la maggior parte degli uomini, chissà forse quella necessità di possedere è dovuta ad una donna troppa esigente o anche a figli pretenziosi che non si accontentano mai di nulla, comunque sono certo che la maggior parte di voi, in cuor suo, potrà comprenderne le motivazioni… 

E sì, perché non è giusto ora tirare la pietra su quel soggetto, d’altronde ditemi, non è ciò che fa quotidianamente la maggior parte dei nostri connazionali (certo, chi più, chi meno…), il tutto compiuto in maniera celata e grazie a quella loro posizione, quasi sempre un incarico pubblico su cui hanno avuto la fortuna (e ahimè da allora la “presunzione”…) di stare, si sa… senza alcun merito, certamente non per aver superato un esame in un qualche qualche concorso pubblico, eppure quest’ultimi, direi “ipocritamente” (come se potessero in coscienza farlo…), sì… quando le cose accadono agli altri, si dimenticano quanto viene compiuto volontariamente (e aggiungerei illegalmente) ogni giorno da loro!!!

Non c’è bisogno quindi di essere “amministratori giudiziari” per rubare, non si tratta ne di circostanze  o ancor meno di chissà quale incarico ricevuto, è soltanto una questione di dignità, di voler essere o non essere ladri, già di essere onesti con gli altri, con questo loro Paese, ma soprattutto – permettetemi – con se stessi!!!

Ed allora facciamo un gioco: alzi la mano chi tra voi si sente di essere veramente onesto??? 

Ah… questa sì che è una vera sorpresa: avete avuto quantomeno l’onestà di tenere la mano abbassata…  

Mazzette a funzionari pubblici per aggiudicarsi appalti!!!

Se fossimo in un altro Stato – moralmente più onesto – questa notizia sarebbe di per se sorprendente, ma da noi, essa rappresenta la consuetudine e credetemi se dico che ancora oggi non comprendo, come siano in molti a meravigliarsi…

Le gare d’appalto vengono truccate e le modalità adottate sono talmente banali che anche un bambino sarebbe in grado di attuare quei meccanismi ed espedienti… 

Ma tanto non cambia nulla, sì… certo, leggo come ciascuno di voi quelle abituali ordinanze cautelare emesse, la serie di nomi che vengono pubblicati nelle testate di cronache, i funzionari che finiscono per qualche giorno in penitenziario e come la maggior parte di quegli indagati finisca ai domiciliari con obbligo di dimora… 

Ma per il resto, non pensate di recuperare le somme sparite, già tutte quelle bustarelle negli anni ricevute, quelle tangenti in cambio dell’aggiudicazione di quegli appalti… 

Ormai quelle somme sono sparire o meglio, una parte di esse servirà ora per pagarsi uno studio legale affinché col passar del tempo, si possano allievare o eliminare del tutto quelle accuse infamanti che appartengono a comportamenti degenerativi che tanto bene ormai conosciamo: corruzione, turbata libertà degli incanti o nel procedimento di scelta del contraente e via discorrendo… 

Sì… qualche magistrato coraggioso proverà ad eseguire una serie di sequestri non solo a quei soggetti, ma anche ai loro familiari, ma poi sappiamo bene come tutto quel lavoro d’indagine dovrà scontrarsi con interminabili processi di primo grado e quindi di secondo per finire in cassazione e chissà se con il tempo, tutto verrà dimenticato e alla fine non si giunga ad una assoluzione piena, già… perché il fatto non sussiste!!!

Cosa dire, mi sono stancato di leggere queste notizie, sono amareggiato dal costatare come in tutti questi anni nessuno abbia fatto nulla affinché questo mio Paese diventasse più onesto e certamente più civile, dove tutti noi potremmo godere di pari condizioni e non vi sarebbe necessità di vedere molti miei conterranei svendere la propria dignità!!!

Ma si sa… con il termine “dignità“, ci si riferisce al valore intrinseco dell’esistenza umana che ogni uomo (in quanto persona) è consapevole di rappresentare nei propri principî morali, nella necessità di liberamente mantenerli per se stesso e per gli altri e di tutelarli nei confronti di chi non li rispetta!!!

E difatti, è proprio nella frase sopra riportata il problema fondamentale che assilla la maggior parte dei miei connazionali che è per l’appunto quello di non voler cambiare per avere in tasca qualche euro in più!!!

Fatevi un "selfie" ed inviatemi la copia…

Cosa dire… il problema è sempre quello: essere o far finta di essere!!!

Già… perchè sono in troppi, la maggior parte, coloro che fanno finta di essere, mentre nel loro intimo sanno quanto siano deboli, buoni a nulla, sì… neppure per far quel minimo indispensabile per riportare un po’ di legalità in questo loro Paese!!!

Già… a quella loro indolenza mi verrebbe da dire che preferisco, mille e mille volte gli abituali delinquenti – certamente peggiori da un punto di vista etico – ma quantomeno migliori in quel loro manifestarsi, perchè in quel modo assurdo di  sopravvivere si adattano a compiere qualsivoglia attività illegale, forse perché nessuno mai ha offerto loro una possibilità diversa…

Viceversa, quei loro antagonisti posti all’interno di molti Enti pubblici, soggetti che non avrebbero alcun motivo per rubare, eccoli viceversa lì pronti ad arraffare quanto più gli viene offerto, mentre coloro ancora capaci di conservare un po’ di dignità, degni di non svendersi al migliore offerente, ecco questi ahimè hanno poco coraggio per metterci la faccia e stanno da sempre nascosti e in profondo silenzio!!!

Ed allora vorrei chiedere – a quanti tra Voi  hanno la capacità di farlo – di farsi un selfie, come quello che vedete sopra, sì… metteteci la faccia e dimostrate non solo a Voi stessi di non aver paura, perché possiate gridare al mondo che mai nessuno vi ha posto sotto ricatto, perché sapete di essere moralmente sereni e sapend in cuor vostro di non aver mai accettato alcuna regalia in cambio di concessioni professionali, sì… con questo selfie potrete dimostrare di non aver mai chiesto alcun favore ne personale e ancor meno familiare perché Voi non siete come tutti gli altri, siete liberi da qualsivoglia compromesso!!!

Cosa aggiungere, attendo con piacere le Vs. foto e ovviamente una nota con l’autorizzazione per l’utilizzo ad una loro eventuale pubblicazione… 

Potremmo insieme realizzare un bellissimo post: più saremo e prima potremmo iniziare a contarci per cambiare finalmente in positivo questa nostra terra!!!

P.s. Vorrei aggiungere una personale riflessione, ma preferisco soprassedere ed auspicare che almeno questa volta, il sottoscritto possa essere in errore…    

Quando tutto sembra statico ecco che basta accendere una scintilla per far divampare un incendio!!!

E’ sempre così… 

Qualcuno è convinto di farla franca ed usa il tempo per riuscirci, tanto si sa, con il tempo passa tutto, anche la memoria degli uomini…

Peraltro, sono così tante cose le cose cui ciascuno di noi deve pensare, ma soprattutto considerato va detto, ogni giorno avviene qualcosa di nuovo che ci distoglie da quella particolare attenzione e ciò non ci permette più di seguire quel filo iniziato…

Sono ahimè troppe, sì… mi riferisco a tutte quelle inchieste giudiziarie, a quel numero considerevole di arresti, a quei controlli delle forze dell’ordine che evidenziano giorno epr giorno truffe e raggiri, tra l’altro quest’ultimi compiuti sotto gli occhi di tutti, grazie a quell’abituale complicità di colletti bianchi, grigi, etc…

A volte sembra che non accada nulla, d’altronde chi mai dovrebbe far emergere un sistema colluso dal quale riceve mensilmente un introito a nero, già… chi mai dopo essere stato finora complice può pensare di rigettare e quindi rifiutare quel meccanismo corruttivo e clientelare, perdendo quanto ottenuto con quel sistema perpetrato???

Nessuno… già nessuno di loro compirà mai quel gesto di abnegazione, per quanto si potrebbe dichiararsi pentito, si è talmente compromessi a quel meccanismo che non si ci slega da quelle nuove richieste…  

Perché per essere forti, per poter denunciare gli altri, bisogna dimostrare con i fatti di essere stati sempre onesti, mai macchia può aver sporcato la propria dignità,  mai ambiguità potrà esserci nella moralità di una persona…

Ed allora viene spontaneo chiedere, ma quanti sono quei soggetti che possono rappresentarsi in ciò…??? 

Pochi??? No… dire pochi è troppo, ancor meno, d’altronde c’è anche chi si mostra retto solo per raggiungere secondi fini, ma il vero onesto non chiede nulla per se, compie i propri gesti per quell’unica ragione che si chiama legalità e non vi è nulla che possa fermarlo, neppure un proiettile!!!  

Ed allora, quando ci si sente tranquilli, quando si pensa di poter continuare a realizzare i propri loschi affari, ecco che improvvisamente qualcuno d’inaspettato esce allo scoperto e denuncia tutto il torbido che infetta questa nostra terra…

E’ tempo quindi di fare i conti, non si può essere bianchi o neri e neppure grigi, esiste una linea di demarcazione tra ciò che è legalità e illegalità, ora qualcuno è in tempo per fermarsi, per comprendere di non star più nel torto, iniziando quindi a denunciare, anche se stesso, iniziando a portare alla luce i misfatti compiuti, perché questo diventi un piccolo passo per egli, ma soprattutto un grande passo per le coscienze.

Dimostrare in maniera concreta di ravvedersi è importante e quando ciò avviene la società civile deve mostrare di non indignarsi, rifiutando qualsivoglia contatto o gettando pietre quasi si fosse dei giudici nominati a valutare le azioni abiette, no, si dovrà viceversa dimostrare di saper sostenere quella manifestazione di coraggio e tutti, nessuno escluso, dovranno fare in modo che essa non rappresenti una semplice eccezione, ma diventi la regola comune da poter trasmettere a tutti gli altri, solo così potremmo ristabilire le regole civili!!!

Se la magistrature è corrotta, come può essere di conseguenza questa nostra nazione??? Semplice… "infetta"!!!

Ho scoperto da pochi minuti che il mio post di ieri è stato tra i più letti in un giorno!!!
Sarà forse che l’argomento trattato e soprattutto le dichiarazioni del Dott. De Magistris hanno lasciato tutti i lettori profondamente colpiti…
Posso comunque garantirvi che quanto sopra accade solitamente quando un cittadino ha poca dimestichezza con quelle cosiddette pratiche di giustizia o dovrei dire col poco approccio con quel mondo giudiziario, che da un lato pretende la nostra massima partecipazione nel denunciare fatti e circostanze gravi di cui si viene a conoscenza, ma dall’altro però ci lascia soli quando si toccano argomenti scottanti o personaggi legati proprio a quel sistema clientelare che come ho scritto ieri è peggiore di quello “mafioso”!!!
Già… è come se all’improvviso le carte o meglio – sì chiamiamoli con il proprio nome – gli “esposti” denunciati presso quegli organi convenuti… restano improvvisamente chiusi all’interno dei cassetti di taluni magistrati…
Ma la circostanza più grave, non è il vedere con quanta indifferenza vengono esaminate le carte presentate… (perché vi assicuro quello rappresenta l’ultimo dei problemi), ma voler sminuire – con la loro indifferenza – il coraggio che taluni cittadini hanno dimostrano di possedere, sapendo che quest’ultimi non godranno di alcun vantaggio personale da quelle denunce, anzi tutt’altro, perché si viene emessi alla gogna da qiel sistema “infetto” che fa di tutto per mettere a tacere chi fa il proprio dovere!!!
Il sottoscritto ad esempio rappresenta oggi uno di quei soggetti e potrei fare un elenco di circostanze gravi delle quali ancora oggi, aspetto risposte… 
Si qualche collega di quei “particolari” magistrati di cui parla il De Magistris, se ne uscito – a seguito di una mia formale richiesto “ex art. 335” – con una dicitura di cui ancora oggi non mi sono ripreso…
Ed allora vorrei chiedere a chi mi sta leggendo… di scrivermi su quanto sto per dirvi – potete farlo pubblicamente tramite il post (ho dovuto  limitare i commenti ai soli iscritti per evitare di ricevere frasi generalizzate con scritte ingiuriose ed offensive) oppure scrivendo alla mia email personale: nicolacostanzo@live.it (mi riprometto in tempi celeri di rispondere a ciascuna missiva…): secondo voi, denunciare ad esempio una cava o una discarica abusiva, rappresenta qualcosa di potenzialmente grave???
E senza voler entrare nell’ipotesi che si tratti di rifiuti con elevato grado di pericolosità e quindi nocivi per la salute, il semplice smaltimento illegale che non vengono condotti in discarica, ma sepolti ad esempio all’interno di uno scavo abusivo, non costituisce un reato??? 
Ed ancora – tralasciando il gravissimo reato ambientale – no si tratta di una truffa allo Stato???
Ecco vorrei conoscere il vostro parere…
Ed ancora, vorrei comprendere il vostro giudizio su un’altro aspetto…
Secondo voi denunciare danni all’erario oppure gestione fraudolenta o ancor peggio truffa ai danni dello Stato in quale contingenza deve essere inserito???
E cosa dire ad esempio di un professionista che pur non essendo abilitato svolge quel proprio incarico operandi una gestione finanziaria discutibile e i cui bilanci hanno ricevuto segnalazioni negative da parte di molteplici revisori dei conti, in cui sono stati evidenziati mancati pagamenti tributari e via discorrendo, ma che stranamente rientrino in una di quelle circostanze per cui i nostri organi di controllo (procure, gdf, ecc…) a seguito di formale esposto – non si preoccupano di verificare… anzi quanto presentato viene rigettato, senza aver svolto alcun tipo di controllo, ne sui i documenti ricevuti e ancor peggio, senza verificare con i professionisti indicati nell’accusa, se quanto riportato fosse legittimo oppure del tutto fantasioso… 
Sì per l’appunto “fantasioso”, come se un cittadino non abbia un cazz… da fare, che esporsi – a differenza della maggior parte dei suoi conterranei “omertosi”  – e segnalare quanto per l’appunto nessuno va di fatto realizzando in questa terra… 
Ovviamente quanto riportato sopra, può costituire un semplice esempio…
Si… perché si potrebbe anche continuare con quegli “ipotesi”, ricordando alcuni soggetti “notabili”, posti in posizioni che definire “intoccabili” è dir poco… ma che dimostrano di saper insabbiare quando necessario, le denunce loro presentate!!! 
Ora infatti comprendo quanto ha riportato nel servizio di La7 l’ex magistrato De Magistris (“ex” per modo di dire, perché si sa… essere “magistrato” – quando si è compiuto il proprio dovere in maniera corretta ed onesta – lo si è per sempre!!!) e cioè: “Per lo schifo che ho visto mi sono dimesso dall’ordine giudiziario”!!!
Dopo quanto accaduto con il CSM di una cosa mi sono convinto: qualcuno all’interno di quel sistema giudiziario era ed è convinto di farla franca!!! Credo che ormai… si sarà pentito solo d’averlo pensato!!!  

Un augurio per il 2019… molto, molto particolare…

Tra i tanti messaggi d’affetto ricevuti, uno in particolare mi ha fatto sorridere…  
Si perché senza saperlo quel mio amico, mi ha inviato un messaggio, che rappresenta perfettamente quanto forse qualcuno vorrebbe recapitarmi realmente… 
Sarà forse per quanto vado compiendo in quel mio ruolo di delegato dell’Associazione di legalità “Emanuele Piazza”…
Sarà per quella mia insita natura che fa sì di portare in evidenza circostanze nelle quale sono palesemente evidenti criticità, dalle quali scaturiscono fattori corruttivi ed illegali…
Cosa aggiungere… sarà forse perché a differenza della maggior parte delle persone credo in quei valori alti di rettitudine e di onestà, sani principi di giustizia e giustezza!!!
Sarà anche per quella morale intransigente che prova a contrastare quell’influenza esterna e che certamente non può essere ricattabile o messa in discussioni da compromessi compiuti nel corso della propria esistenza…
Il sottoscritto d’altronde ritiene che ciascuno di noi prima o poi deve fare delle scelte, ed è in base a quelle decisioni che si stabilisce  dove voler stare e quali conseguenze avranno quelle decisioni nel proseguo della propria vita…

Come dico sempre, il bene e il male sono ogni giorno lì… e c’è un solo modo giusto di procedere, perché l’altro si sa… è sbagliato!!!

Se scegliamo quindi la verità, agiremo in maniera retta, altrimenti faremo parte di quella massa, che quotidianamente vive nelle disonestà… e non mi riferisco esclusivamente ai delinquenti, ma soprattutto a quanti, celati sotto l’immagine di persone distinte e perbene, compiono ogni giorni azioni sleali…
Non è mia intenzione ora mettermi ad insegnare come riconoscere il bene dal male, soprattutto perché non vi è nessuno disposto oggi ad imparare o a seguire quei concetti…
La maggior parte, preferisce inseguire la strada meno tortuosa, quella che da immediate soddisfazioni e gratificazioni personali e poco importa quante volte ci si dovrà guardare alo specchio e dirsi “guarda… che sei peggio di loro“!!!    
Quei “loro” che mirano essenzialmente ad una cosa, a non avere problemi di nessun genere, anzi potrei aggiungere, che i problemi li evitano e/o certamente non li affrontano…
Quell’ingrato compito lo lasciano solitamente agli altri… certamente più coraggiosi o forse dovrei dire più retti!!!
Peraltro, non vi sarà mai alcuna coccarda per chi si sforzerà di vivere in maniera corretta, anzi tutt’altro, si verrà messi alla gogna e si verrà attaccati per tutte le azioni compiute, le stesse che procureranno a questi soggetti “onesti” parecchi problemi personali, in quanto si proverà in tutti i modi di metterli in cattiva luce, allorché – quando non ci si riuscirà – si proverà ad intimidirli e infamarli, con parole o chissà anche son dei messaggi come quello pubblicato ora sopra per scherzo, ma che abbiamo visto tante volte espresso realmente… ma che alla fine, ha sbattuto in quel muro chiamato legalità!!! 
D’altro canto, non è necessario essere avvocato o magistrato per sapere che la legalità e la giustizia sono lontani dall’essere sinonimi…

In ricordo di Aldo Moro e di nonno Nicola…


Avevo scritto alcuni mesi un post sull’incontro, avuto da bambino ad Addis Abeba (Etiopia)  insieme ad Aldo Moro… a quando appoggiando la sua mano nel mio capo mi disse: “Nicola ricorda… non è importante quanto tu sia bravo o monello… l’importante è che tu sia sempre onesto“!!!

Sono passati tanti anni da quell’episodio ed oggi nel ricordarlo, provo ad immaginare egli, che da lassù, possa avermi apprezzato per aver saputo adempiere a quelle sue parole… 
Certo essere onesti, soprattutto in questa nostra terra… è veramente difficile, ma in un qualche modo, come dico sempre alle mie figlie… bisogna riuscirci!!! 
Ed allora, nel ricordare il Presidente Aldo Moro, riprendo un avvenimento importante per la nostra famiglia e cioè, il conferimento (da parte del Presidente della Repubblica) a “Cavaliere del lavoro”, di nonno Nicola…  
Ora, ripensando per un momento, quali requisiti bisogna possedere per ricevere quell’onorificenza e cioè rileggendo quei valori indispensabili e tassativamente richiesti: 
– l’aver promosso un incremento notevole dell’economia del Paese; 
– l’aver operato in via continuativa e per almeno 20 anni con autonoma responsabilità nel settore per il quale l’onorificenza è proposta;
– l’aver adempiuto agli obblighi tributari nonché a quelli previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori; 
– l’aver operato per lo sviluppo e la cooperazione e in aree e in campi di attività economicamente depressi;
– l‘aver svolto opere finalizzate all’elevazione economica e sociale dei lavoratori, contribuendo in tal modo all’eliminazione dei divari esistenti;
ed infine, la più importante… l’aver tenuto una specchiata condotta civile e sociale;
mi viene da sorridere, pensando ora a molti dei nostri cosiddetti “imprenditori”!!!
Già… potrei dire con assoluta certezza, che oggi, la maggior parte di essi, compie attraverso le proprie azioni… esattamente il contrario a quelle regole sopra ascritte!!!
Ma d’altronde si sa, in un paese dove l’illegalità e la corruzione viene posta al primo posto, dove il marcio è ovunque e a tutti i livelli, dove si è deciso di non punire… ma di condonare, il tutto coperto da quel sistema clientelare…
Dove vige sempre la regola sostanziale del favore di ogni tipo, da quelle promozioni facili, al voto di scambio, dalle deroghe, ai finanziamenti pubblici (il più delle volte inutili), esenzioni e frodi fiscali, appalti truccati,  finte pensioni per invalidità e quant’altro, abuso d’ufficio, leggi “ad personam” per aggirare quelle possibili condanne ed ancora, evasione, concessioni indebite, mancati pagamenti erariali, elusione e daccapo… tangenti, regali e mazzette di denaro sporco…
Sono sicuro che se il Presidente Aldo Moro, potesse osservare com’è diventata l’Italia oggi… proverebbe un grande rincrescimento!!!
Sì… avrei voluto esprimere diversamente quel pensiero… e cioè che, vedendo quanto accaduto in questi 40′ anni, avrebbe da lì in alto, rigurgitato di tutto!!!
Ma il Presidente Moro ci ha insegnato il perdono, sì… anche in quei momenti terribili ha saputo confidare nell’umanità delle persone, in quei giorni nei quali hanno perso la vita i suoi uomini, quelli della scorta (i cui nomi è giusto ricordare: Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi ) egli rivolgeva parole di clemenza, preannunciando nel contempo a quali rischi, sarebbe andata incontro questa nostra democrazia…
Basti rileggersi il discorso pronunciato il 28 febbraio 1978, quando, intuito gli aspetti drammatici cui la nostra nazione s’indirizzava, invitava tutti a reagire da uomini, al non cedere al pessimismo, a essere fedeli ai propri obblighi, a ciò che andava fatto per il bene della collettività e delle prossime generazioni: “Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità; si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso; si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà
Parole che rivisitate oggi, contrastano con quel senso di vuoto trasmesso dai nostro attuali governanti… vedasi al momento la crisi politica e di governo!!!
Quelle parole d’allora, cadono quindi ora come un macigno su questo sistema di potere, che ancora una volta, tenta d’avvinghiare il Paese in una morsa, grazie ai suoi tentacoli…
Nei 55 giorni di prigionia, Moro ci ha lasciato in quelle lettere il suo testamento…
Esse, se pur scritte in un momento di grande umiliazione e sofferenza, hanno saputo trasmetterci una lezione di umanità… 
Un messaggio d’amore e di perdono, un pensiero rivolto a quanti non la pensano come noi, in particolare a chi dovrà rappresentare quelle parole nelle istituzioni; è a loro difatti che chiede una maggiore collaborazione, implora di cercare sempre un accordo, un punto d’incontro ed a volte, anche un compromesso… 
Con ciascuna di quelle lettere, Aldo Moro, ha saputo toccare (se pur in quel frangente…) l’animo umano, esaltandolo in qualcosa di unico e di rinnovato, ricordandoci di avversare in qualunque circostanza (anche in momenti difficili come quello che per l’appunto Egli stava vivendo…), la natura violenta e disumana, che è propria dell’uomo…
Concludo quindi con una sua frase, che meglio di molte altre, fa comprendere a quali valori bisogna dirigersi, per potere risollevare questa nostra nazione: Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere!!!

#Fermiamolacorruzione, colpiamola sul piano finanziario…

Ciao a tutti,
ho appena firmato la petizione “#Fermiamolacorruzione, colpiamola sul piano finanziario @pdnetwork @forza_italia @Mov5Stelle ‏@liberi_uguali” su Change.org. 
Comprenderete quanto sia importante. Potete firmarla anche Voi?
Ecco il link:
Come sappiamo, la corruzione in Italia è un buco nero che ingoia ogni anno decine e decine di miliardi di euro. 
Bisogna colpire i corrotti sul piano finanziario, come si fa per i mafiosi. 
Quanto sopra, rappresenta “l’ultima occasione per salvare l’anima onesta di questo nostro Paese.”
Per fermarla occorre ripensare la normativa anticorruzione recuperando il meglio della lotta alla mafia: i corrotti vanno colpiti sul piano finanziario. 
Questo già accade per i mafiosi grazie alla legge antimafia Rognoni-La Torre fortemente voluta da Pio La Torre, il segretario siciliano del Pci ucciso da Cosa nostra nel 1982. 
È questo il senso della proposta di legge anticorruzione La Torre Bis, scritta da Antonio Ingroia con Franco La Torre, figlio di Pio, e altri esperti. 

La proposta di legge prevede di estendere ai colletti bianchi indiziati dei reati più gravi, la normativa voluta da Pio La Torre.

Come la mafia, anche la corruzione deve essere colpita sul piano finanziario: solo così si potrà arginare un fenomeno ormai diventato sistemico e salvare l’Italia degli onesti dalla bancarotta causata dai corrotti.

Con questa petizione chiediamo a tutti i candidati delle elezioni che avverranno in Italia il prossimo 4 marzo, di impegnarsi a esaminare e approvare la proposta di legge La Torre bis, in modo da dotare quanto prima la magistratura di un nuovo e più efficace strumento normativo contro la corruzione. 

Ripeto, è l’ultima occasione per salvare l’anima onesta del Paese, altrimenti vincerà ancora una volta la classe dirigente criminale che controlla le nostre vite.
Promuovi anche tu questa petizione: inviala a tuoi amici su Facebook, Twitter, Tumblr e Whatsapp… vedrai che basta un piccolo gesto, per cambiare questo nostro paese!!!
Grazie.

Il Presidente che ama la Sicilia e i Siciliani!!!

Chissà quanti di voi sanno individuare chi è il candidato celato alla Presidenza della Regione Siciliana???
Ho capito, volete un aiutino…
Va bene… vi voglio aiutare… ha vinto l’elezioni!!!
Non ci siete ancora riusciti??? Ah… mi chiedete: “in che senso ha vinto le elezioni???”.
Le ha vinte ed è stato per cinque anni il nostro Presidente della regione???
Ho voluto evidenziare questa propaganda elettorale, perché esprime in se un grande messaggio di fratellanza, anzi di più, una vera e propria comunione con questa terra e i suoi conterranei…
Potrei aggiungere che rispetto a molti messaggi “banali” pubblicati in questi giorni nei nostri cartelloni stradali, quello quantomeno aveva un senso, sì… toccava l’anima, perché esprimeva un profondo sentimento per questa sua terra… 
Oggi di contro, guardando quei messaggi non sento niente… o meglio qualcosa sento, allo stomaco!!!
Ho avuto modo in questi giorni d’incontrare alcuni di quei candidati, soltanto perché mi trovavo insieme ad alcuni amici e ciascuno di loro, nel fermarsi a salutare per l’appunto il conoscente candidato, ha costretto anche il sottoscritto a quelle classiche e banali presentazioni…
– Ciao…come stai… è un vero piacere rivederti, ah… ti presento un mio caro amico (io…): “lieto di conoscerla”… 
– Dopo alcune frasi di circostanza… si passa ai fatti: si certo dammi che li divido ai miei amici… come… soltanto 50??? Ma no… dammene 1000!!! Scusa… ma uno al tuo amico non glielo dai… “la ringrazio… ma io porto solo il mio voto e so già a chi darlo…”, ah, posso sapere a chi??? “Certamente ad un’amica… “Romj……”!!!
Ecco… come presumevo: si gira dall’altra parte, d’altronde non interesso più, avrà compreso… nessun voto!!!
Si sale nuovamente in macchina e rivolgendomi al mio amico dico: ma come puoi pensare di voler sostenere al governo regionale un ignorante del genere, non ha nulla da dire, da poter dare… è l’incompetenza fatta persona e poi si vede come sia,  il classico figlio di papà…
Ma dai Nicola… ma veramente pensi che avrei sostenuto quel deficiente???
Ma allora (rispondendo): perché perdere questo tempo… e soprattutto che cosa prendi a fare quei “santini”… 
Ah si quelli… aspetta anzi che li butto!!! Fermo, che fai, ci bastano già loro ad insozzare quest’isola, non ti ci mettere pure tu… dammi qua, ci penso io a buttarli nel cassonetto!!! 
E così ho fatto… alcuni minuti dopo!!!
Purtroppo, proprio in quel momento mi sono trovato ad avere  il cellulare scarico, poiché nell’aprire quel cassonetto, mi sono accorto di quanto fosse pieno di volantini e manifesti elettorali… 
Ah… che ridere…  avrei voluto fotografarli!!!
Già, questi nostri deputati non hanno ancora compreso come i cittadini siano stanchi di vederli e più loro insistono con questa abituale prassi, più quel 40% d’astensionisti salirà al 50 e forse anche 60%!!! 
D’altronde nessuno di loro o quantomeno la maggior parte di essi, ha saputo esprimere un proprio programma!!!
Almeno in questo la mia amica Romj, è stata autentica, esprimendo in maniera concisa il proprio pensiero… “Stavolta scegli me“: Perchè mi candido… e per chi mi candido!!!
Sì… almeno qui esiste una idea politica ed un programma: c’è qualcosa su cui indirizzare quella propria preferenza, certo si può essere d’accordo oppure no, ma una base concreta su cui riflettere esiste… 
D’altronde guardate gli altri, se ne sono usciti con quei soliti “aforismi del caz…” che nulla centrano con questo contesto politico…
Ecco perché ho voluto iniziare con l’immagine di cui sopra… perché l’immagine in se non costituisce nulla, ne sotto il profilo personale e neppure perché riesce ad affrontare quel tema tanto ricorrente della questione morale… già di quelle liste pulite, divenute ora per la maggior parte di quei contendenti l’unico motivo di discussione, dimenticando che la parola “onestà” non ha nulla a che vedere con la parola… “professionalità”!!!
Difatti… a cosa serve avere un deputato onesto e retto… quando poi si dimostra in quella funzione  “INCOMPETENTE”!!!
Verrebbe da dire (ma perdonatemi, ma il sottoscritto non potrebbe mai dire una cosa del genere…) meglio uno disonesto ma quantomeno capace… 
Certo il massimo sarebbe averli tutti “onesti e competenti“, ma a quel punto forse, ci accorgeremo d’essere in tutt’altra nazione!!! 
Ecco perché ora sono tutti così euforici nel volerci mostrare quel proprio casellario giudiziario e carichi pendenti (più o meno limpidi…), dimenticando però analogamente, di farci valutare quel proprio Cv, dal quale sicuramente è facile individuare quella propria incapacità professionale!!!
Ma d’altronde molti di loro si sa… siedono da anni in quelle poltrone, proprio per questa precisa motivazione: sì… perché non saprebbero cos’altro fare!!!
Cosa aggiungere… povera Sicilia… poveri Siciliani…

Cara Romj, sono certo che con te, la mia Catania… #diventerà bellissima!!!

Cara Romj,
ho avuto modo nel corso di quest’anno, di vedere quanto impegno metti in qualunque cosa fai…
Sì lo so, secondo alcuni anche “troppo” ma si sa… per fare le cose per bene, bisogna dare tutto se stessi ed oggi, coloro che provano a criticare, sono gli stessi “codardi” che da sempre si camuffano dietro “paraventi”, evidenziando d’essere parte integrante di quel raggruppamento “arido”, che non vuole minimamente vedere migliorata… questa loro terra!!!
Ti confido (ma basti leggere quanto vado pubblicando quotidianamente in questo mio blog), di essere profondamente deluso dalla politica e di tutti quei suoi inutili referenti e quindi, come molti miei conterranei, non avendo riscontrato in questi anni alcun esponente affidabile, mi ero ripromesso d’attendere fino all’ultimo, per scoprire i nominativi di queste liste regionali e scegliere di conseguenza, quantomeno il nome, che  ritenevo essere moralmente onesto e preparato… 
Ecco perché oggi pomeriggio, leggendo i nominativi posti in quelle liste all’interno dei vari gruppi, riflettevo sulle motivazioni che spingono molti miei concittadini, a volersi astenere dal voto del 5 novembre prossimo…
D’altronde, come non comprendere quel profondo disagio… anche il sottoscritto a tutt’oggi manifesta eguale sentimento e se non fosse che considero il diritto al voto, un momento fondamentale e irrinunciabile, ammetto che avrei anch’io, le loro stesse difficoltà…
Ma, contare sulla certezza di manifestare la propria volontà, assaporare quell’unico momento offerto di vera libertà e democrazia, ecco quanto sopra, ripaga di tutti quei supplizi che di volta in volta ci vengono inflitti dalla classe dirigente di questo Paese, che mostra essere, ogni giorno di più autocratico, rilegando quei suoi cittadini a semplici subalterni… 
Vedere quindi a sorpresa quel tuo nome riportato lì… in quella lista, mi ha veramente sorpreso ed anche reso felice, perché in un qualche modo ha ridato speranza a tutti quei desideri che vorrei per una volta, vedere esauditi per questa mia terra, ma che ormai erano considerati dal sottoscritto… un’utopia!!!
Sai benissimo conoscendomi, quanto poco incline sia a sviolinate o leziosità, soprattutto quando si tratta di dover promuovere qualcosa o qualcuno, in particolare se questo qualcuno rappresenta un personaggio pubblico e ancor più se questo, è un politico…
Ma questa sera, mentre stavo preparando un post “sull’evasione fiscale”… ho sentito che dovevo scrivere qualcosa su di te e mi dispiace se forse non sono riuscito a manifestare in queste mie poche righe, l’emozione che sento dentro… 
Già… è come se all’improvviso fosse rinata in me un’insperata fiducia, che grida… sì grida ad alta voce: “Niente è perduto per sempre… niente che non possa essere ritrovato”!!!
Quindi… auguri Romj Bellante, sono certo che se ti verrà data la possibilità, farai – a differenza di quanti negli anni ti hanno preceduto – sicuramente bene!!!
Io ci credo… 

Bisogna crederci, chi ci crede supera ogni ostacolo e chi ci crede… vince!!!

Il Cavaliere è gasato… 
Carica i suoi uomini (che parola orribile “suoi”… mi sentirei -se fossi al loro posto- “meschino” e non come persona ma proprio come uomo…) per le prossime regionali, dichiarando… “Prevediamo una grande vittoria”!!!
Aggiunge… “Bisogna crederci, chi ci crede supera ogni ostacolo, chi ci crede vince” ed il sottoscritto difatti vorrebbe credere nel coraggio dei siciliani, già, in quel voler cambiare una volta e per tutte, questo nostro sistema clientelare…
Non dico per chi votare… non chiedo d’indirizzare quella loro scelta verso un partito… desidero soltanto avere la certezza che ciascuno di loro, abbia votato con estrema libertà, senza alcuna coercizioni e soprattutto senza aver dovuto barattare quel proprio voto per una eventuale promessa…
Al sottoscritto non interessa quale Presidente dell’Ars vinvcerà oppure quale di quei candidati sia giusto promuovere, l’importante è non sentire lamentare nessuno… nei prossimi cinque anni…
Sì perché… cari miei conterranei, io vi conosco bene… parlate sempre, anzi forse anche troppo, ma quando si tratta di metterci la faccia, ma che dico la firma (su un qualunque foglio, in particolare se legale…), ecco che all’improvviso, ci si volatilizza… 
Di contro, quando c’è qualcosa che può condurre a vantaggi personali e/o economici, eccoli lì… pronti a metterci il proprio nome e cognome!!!
Sono d’accordo con l’ex premier, quando parlando della prossima stagione politica, dice: “Ci troviamo davanti a un anno importante, in cui tra regionali e politiche si deciderà il futuro dell’Italia”!!!
Infatti, ecco perché diventa fondamentale decidere bene, perché probabilmente questa potrebbe essere l’ultima volta che andremo a votare… 
Già, continuando così, ci potrebbe essere un vero e proprio ritorno al passato… dove la parola “democrazia”, verrà ricordata dai posteri come qualcosa di fantastico, non più reale… sì, sembra una follia, ma un potere autocratico potrebbe a breve imporsi su noi cittadini…
Basti guardare cosa sta accadendo in Europa… 
Le forze di estrema destra e/o sinistra, stanno guadagnando sempre più seggi, rappresentando in questo momento la terza forza politica di alcune nazioni europee, dimostrando ampi margini di miglioramento…
I dati infatti emersi, mostrano come questi partiti indipendentisti, sono costantemente in aumento, ma soprattutto che quei valori nazionalisti stanno prevalendo su quelli europei, con sentimenti xenofobi e razzisti sempre più in evidenza…
Oggi quindi…anche un semplice voto regionale, diventa importante, in particolare viste le gravi incognite e le preoccupazioni che i cittadini di quest’isola hanno, a causa dei problemi derivati dall’immigrazione e dai continui sbarchi…
Ecco il perché bisogna crederci… perché chi crede supera ogni ostacolo e soprattutto perché chi ci crede, alla fine vince!!”

Ed allora chiedo ai miei conterranei, come potete pensare di stare lì ad ascoltare ancora quell’anziano (tra pochi giorni) 81’enne… tra l’altro “condannato” (a seguito di una sentenza) e che vuole per di più discutere del futuro di questa mia terra,  presentandosi celato, dietro quei “suoi” uomini… mezzi uomini, ominicchi e quaquaraquà… esponendo quel suo programma politico, da uomo onesto, integro, contribuente leale…

Scusate, ma ho il dubbio di essermi perso vent’anni di storia del nostro paese oppure chissà, mi trovavo forse da tutt’altra parte???
Ciò nonostante… è meglio che mi dedichi a leggere quel libro, come quella ragazza nella foto… sì, riprendo da dove avevo sospeso!!!

E' tutta una questione di soldi…

Quanto vale una persona… con quale criterio viene giudicata???
Semplice è solo una questione di denaro!!!
Ciascuno, nel corso della propria vita, ha dimostrato quanto in fondo valesse…
Leggere quindi stamani per l’ennesima volta su corruzione, tangenti, bustarelle ricevute per garantire quelle aggiudicazioni nei vari appalti, rappresenta quanto di più consueto avviene nel nostro paese…
E’ un modo di voler essere… non tanto di proporsi o di vendersi al migliore offerente, bensì si tratta di qualcosa di più intimo, di personale, qualcosa di cui non si può fare a meno e di cui si è sempre alla ricerca…
Il denaro è l’unico motivo di esistenza, averlo, possederlo, ricercare tutti i modi per poterne avere di più… per cosa poi, semplice per poterlo ostentare agli altri, facendosi ammirare per ciò che si possiede e non per ciò che si è…
Certo è difficile scrivere su questo argomento senza sembrare i soliti moralisti del cazzo che pretendono di ergersi a giudici, veri e nuovi predicatori che tentano di riportare su questo paese infetto, una leggera ventata di onestà e legalità… 
Ma si sa… “non vi è peggior sordo di chi non vuol sentire…” e quindi posso dire che in questo mio post, non vi è alcuna intenzione di criticare la corruzione, ne dal punto di vista etico che morale, perché quella ormai fa parte della quotidianità e chi sono io per sperare che all’improvviso qualcosa o qualcuno possa cambiare questo stato di cose…
D’altronde come vado ripetendo, la corruzione è insita nella mentalità dei miei connazionali e si basa essenzialmente sul senso tanto diffuso di scarsità, che per l’appunto non fa altro che accrescere quel modo di essere…
Ormai infatti si è diffusa quella convinzione che per ottenere quanto si vuole, bisogna mediare e che non è possibile riuscire solo con i propri mezzi a ottenere ciò che si vuole… 
La verità è che si ha la consapevolezza dei propri limiti… della propria incapacità personale e professionale, ed è il vero motivo per cui la corruzione realizza tutti questi adepti, producendo risultati devastanti nella nostra società, la quale è ormai convinta di quanto sia necessario – per andare avanti –  indirizzarsi verso quel sistema corruttivo, affinché si possano ottenere quegli incarichi dirigenziali, che con le proprie competenze, non si sarebbe in grado di raggiungere…
E quindi… se per ottenere quelle determinate posizioni sono necessarie le solite influenti raccomandazioni o compromettere se stessi a quel sistema di corruzione, ecco che non dobbiamo meravigliarci della qualità del servizio che alla fine riceviamo…
Ma ormai si sa… il nostro non è un paese che basa il proprio progetto sul merito, ma bensì continua a inventarsi un futuro “falso e apparente” fondato sul nulla…
Ecco il motivo per cui la mancanza di certezza, produce nella maggior parte degli individui, questa affannosa ricerca del “vile” denaro a cui tutti dimostrano giorno per giorno, voler aspirare!!! 

Quanta falsità e ipocrisia c'è nelle persone…

In questo periodo, a seguito di un incarico ricevuto, mi sono ritrovato a dover affrontare una situazione alquanto strana… 

Non entro nei meriti della vicenda, ma posso confermare d’essere passato da una situazione di estrema simpatia, ad un’altra opposta di profonda antipatia… 
Come si dice… nella vita non si finisce mai di imparare!!!
La cosa assurda è che sono proprio i conoscenti più cari, quelli a cui negli anni si è data fiducia a tradirti, da un lato ti trattano meravigliosamente… quando ti sono di fronte, dall’altro, alle spalle, tentano di pugnalarmi…
Il bello è che non c’è niente di personale in quell’atteggiamento, d’altronde non sono io il problema… ma ciò che sto compiendo; quel dover toccare interessi collettivi e quindi personali che, quando evidenziati e fatti emergere quali “illegali”, vorrebbero che continuassero a restare celati, in modo tale da non compromettere gli anni precedenti, fatti di silenzi e sotterfugi…

Altro che “Ora legale“… qui nessuno vuole toccato quel proprio orticello e si preferisce continuare nella “illegalità” pur di non affrontare il problema, che ovviamente non sparisce evitandolo, ma che viene traslato nel tempo… con i dovuti addebiti e sanzioni, che nel tempo seguiranno…

Quando mi hanno eletto… mi era stato chiesto di fare pulizia, di mettere i dovuti paletti a tutte quelle situazione poco chiare, incerte, ma con il tempo, appena ho iniziato a dimostrare quanto i loro dubbi fossero certezze, ecco, in quel preciso momento, appena fatto emergere quanto si era scoperto, la maggior parte di quei conoscenti… all’improvviso (se pur avevano apprezzando l’operato svolto dal sottoscritto attraverso quella nomina… che ha saputo dimostrarsi più proficua di quanto loro stessi credevano…) hanno deciso di mettere in dubbio l’operato fin qui svolto…

Già… nessuno pensava di trovarsi con debiti maggiori di quelli finora conosciuti, ed ora, conoscere dal sottoscritto le somme che dovranno – prima o poi – pagare… diventa momento di criticare e si mette in discussione il giudizio su quello stesso operato…

E’ così purtroppo… sono tutti per la legalità, finché questa non penalizza le proprie tasche, altrimenti, viene dimostrato come si preferisca continuare in maniera del tutto illegale!!!
Ecco quindi emergere la vera personalità delle persone o dovrei dire… quella propria falsità!!!
Sono le stesse che mi hanno eletto e che ora tentano di impormi un eventuale compromesso…
Cercano in tutti i modi di giustificare gli errori fatti nel passato, esprimono la propria preoccupazione per un eventuale cambiamento e pur manifestando un palese comportamento di sincera amicizia, dimostrano d’essere falsi e soprattutto ipocriti!!!

Ormai il mondo cammina così… la gente d’altronde non fa “niente per niente” ed è veramente odioso per non dire scorretto, mediare quella propria morale… per barattarla alle esigenze degli altri, per quei cosiddetti “amici”, che poi di fatto non lo sono…. 

Questi sono soggetti falsi… mediocri, personaggi senza alcuna personalità!!!
Si può tentare di dimostrare loro d’essere in errore, che i documenti evidenziati dimostrano come qualcuno abbia negli anni precedenti sbagliato, ma a questa persone non interessa… a loro interessa soltanto approfittare e quando qualcuno mette in discussione quel loro comportamento, ecco che a quel punto, si viene giudicati in maniera negativa…

Il sottoscritto però ho una grande fortuna, già… è capace di negare la propria amicizia a quanti non la meritano… riesce anche a fare a meno di loro, del loro affetto, ed di quella infedele e falsa collaborazione… 

D’altronde essi vivono le loro vite in maniera bugiarda, apparendo per ciò che non sono, vivono quella loro esistenza come una falsità e dove questa ha per loro, un livello prioritario…
Hanno perso da tempo quei valori morali… quali onesta, correttezza e la fiducia nel prossimo… 

Ora vorrebbero farmi desistere… bloccare in un qualche modo, l’operato finora compiuto, oppure sperano di riuscire a mediare il sottoscritto, con tutte quelle loro “ipocrite e illegali” richieste…

Che gli serva di lezione, ormai ciò che fatto è fatto!!! 
La prossima volta, nel dover scegliere quel proprio referente… è meglio che indirizzino quel loro voto, verso un proprio conoscente più remissivo…
Quantomeno sapranno già quanto egli è ricattabile e dimostrerà di possedere quella personalità da loro tanto ricercata, da vero e proprio… “quaraquaquà”!!!