Archivi tag: paura

La ragione addormentata…


Il sonno della ragione genera mostri: non è solo il titolo di un’acquaforte del 1797, ma un avvertimento che attraversa i secoli con una lucidità quasi dolorosa… 

Francisco Goya lo incise nella serie “Los Caprichos” raffigurando un uomo curvo su un tavolo, assopito, circondato da gufi e pipistrelli – creature della notte, simboli di ignoranza e superstizione –  mentre una lince fissa lo spettatore con occhi che sembrano chiedere: “E tu, da che parte stai?”. 

L’artista difatti non voleva solo mostrare un incubo, ma mettere in guardia contro ciò che accade quando la ragione smette di vegliarel’immaginazione, priva del suo contrappeso, non crea meraviglie, ma mostri!

Oggi, guardando quel quadro non posso fare a meno di sentire un brivido di attualità. Quel sonno non è un riposo innocente, né una pausa necessaria: è un atto di resa, una scelta consapevole di spegnere la luce del pensiero critico per abbracciare il conforto delle certezze semplici, dei nemici chiari, delle soluzioni definitive. 

È in quell’oscurità volontaria che ciò che prima era impensabile comincia a prendere forma – non più come fantasma – ma come progetto, come minaccia, come politica. E ditemi: quale mostro è oggi più definitivo, più innaturale, più irreversibile, già… del rischio di una guerra nucleare?

Perché quando la ragione si ritira, il calcolo strategico – per quanto freddo e spietato – lascia il posto all’istinto, alla retorica, alla paura che si autoalimenta. La deterrenza, quell’equilibrio terribile ma razionale costruito su una logica condivisa del non-oltrepassare, si sgretola. Al suo posto subentra una minaccia viva, imprevedibile, talvolta persino celebrata come forza o coraggio. 

Il conflitto non è più qualcosa da evitare con ogni mezzo, ma qualcosa che si comincia a invocare come purificazione, come prova di virilità geopolitica, come soluzione eroica a problemi che la ragione, invece, richiederebbe pazienza, ascolto e compromesso per affrontare.

Ci addormentiamo collettivamente ogni volta che accettiamo che la complessità del mondo venga ridotta a uno slogan, ogni volta che la storia viene piegata a favore di una narrazione di comodo, ogni volta che la diplomazia viene derisa come debolezza anziché riconosciuta come l’unica arma che non distrugge chi la usa. 

E in quel letargo pericoloso, l’impensabile non spaventa più: prima diventa una possibilità remota, poi un’opzione praticabile, infine una scelta inevitabile! 

I veri mostri – l’annichilimento totale, l’inverno nucleare, la fine della civiltà così come la conosciamo –smettono di essere incubi per trasformarsi in fantasmi di sottofondo, tollerati, quasi ignorati, nel rumore assordante di un dibattito pubblico sempre più povero, sempre più teatrale, sempre meno umano.

Ecco perché il monito di Goya non è un ricordo del passato, ma un grido rivolto a noi, qui e ora. Ci parla della necessità disperata di tenere sveglia la ragione, anche quando è faticoso, anche quando la sua luce ci mostra verità scomode, anche quando preferiremmo chiudere gli occhi e credere alle favole del nemico assoluto o della vittoria facile.

Perché i mostri non nascono dal nulla: li generiamo noi, nel momento esatto in cui decidiamo di smettere di pensare e una volta svegliati, non è detto che accetteranno di tornare nell’ombra…

L’impressione è che tutti in questo Paese siano all’arrembaggio!!!


Stamattina, seduto al bar di Sferro – una frazione del comune di Paternò, in provincia di Catania, a suo tempo un villaggio nato come alloggio per gli operai delle grandi opere pubbliche – con una tazza di cappuccino in mano ancora calda, ho lasciato che il brusio della sala mi portasse via con i pensieri, verso ricordi che credevo smarriti.

Poi, un gesto dell’amico che avevo invitato mi ha richiamato al presente. “E tu che ne pensi?”, mi ha chiesto. Così, voltandomi, ho agganciato i frammenti di quella conversazione e, quasi senza accorgermene, ho coinvolto nel discorso quel gruppo di suoi conoscenti.
Ripetevano: “L’impressione è che tutti in questo Paese siano all’arrembaggio!”. Quella frase, così cruda eppure carica di un senso quasi poetico, mi ha trafitto, già… come un arpione lanciato da chissà quale nave fantasma in mezzo a un mare in tempesta…

“Arrembaggio”, pensavo tra me, mentre ripetevo mentalmente la parola come se fosse un incantesimo arcaico. Ed ecco che subito mi sono apparsi davanti agli occhi i volti segnati dal sale e dalla crudeltà dei pirati dei grandi romanzi d’avventura: Long John Silver che ride beffardo ne “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson, oppure il Capitano Nemo, già… che domina gli abissi in “Ventimila leghe sotto i mari” di Jules Verne, o ancora, il feroce “Capitano Hook” di J.M. Barrie, sempre in bilico tra paura e vendetta, e per finire, i predatori senza patria che solcano gli oceani nel “Capitano Blood” di Rafael Sabatini. Uomini senza bandiera se non quella dell’avidità, pronti a salire sul ponte delle navi altrui con sciabole sguainate e occhi pieni di brama.

Eppure, ascoltando quei discorsi al bar, non si stava parlando di bottini sepolti su isole lontane né di mappe con la X rossa segnata su un punto, ma viceversa si faceva riferimento alle bollette che lievitano, ai posti di lavoro persi, alle promesse politiche svanite, sì… come schiuma tra le dita.

La metafora del pirata, però, calzava a pennello, perché oggi sembra che ognuno, in qualche modo, stia preparando la propria scialuppa per raggiungere la nave accanto, non per aiutare l’equipaggio, ma per portargli via tutto ciò che può.

È un periodo in cui rubare, aggirare, approfittare, appare spesso più intelligente che agire con onestà e chi rispetta le regole sembra destinato a rimanere indietro, mentre chi – viceversa – sa arruffianare, mentire, truccare i conti, viene ammirato come un nuovo eroe dei tempi moderni.

Ed ecco quindi che la nostra società è diventata un oceano infinito popolato da vascelli in fuga e da predatori in caccia, dove nessuno si fida del timoniere e neppure del compagno di cabina.

Ma allora cosa c’è dietro questa sensazione diffusa, quasi viscerale, di vivere in un’era di saccheggio generalizzato? È davvero l’avidità umana a essersi improvvisamente moltiplicata, oppure è la paura a guidare questi comportamenti?

Chissà… forse la colpa è da ricercarsi in questo futuro incerto, quando ogni giorno da quei Tg giungono nuove notizie su conflitti, stragi, crisi, precarietà, ingiustizia, e quindi l’istinto primario prende il sopravvento: sopravvivere a tutti i costi, anche a costo di dover calpestare il nostro vicino, in fondo, se credi che il mondo stia per affondare, perché non provare a salvare almeno il tuo baule?

E così, lentamente, ci si convince che anche gli altri stiano facendo lo stesso, e allora diventa giusto farlo per primo, sì… prima degli altri! Ed è così che nasce una sorta di corsa al ribasso morale, dove l’etica viene considerata un peso inutile da abbandonare sul ponte per correre più veloce.

Mi chiedo però se questa visione sia davvero fedele alla realtà o se invece non sia il frutto di un racconto collettivo che si autoalimenta. Perché è innegabile che esistano casi eclatanti di corruzione, di speculazione, di furto delle nostre risorse pubbliche, ma possiamo dire con certezza che “tutti” siano ormai diventati “pirati”?

O forse è solo che i veri predatori, quelli rumorosi e spregiudicati, occupano tutta la scena, mentre la maggior parte della gente continua a lavorare in silenzio, a pagare le tasse, ad aiutare il vicino di casa, a tenere insieme i cocci senza fare titoli sui giornali? La percezione dell’arrembaggio generalizzato potrebbe essere amplificata dai media, dal web, dai discorsi nei bar appunto, fino a trasformarsi in una narrazione dominante, capace di plasmare il nostro sguardo sulla realtà, anche quando non corrisponde interamente alla verità.

E allora mi torna in mente un’altra immagine, meno epica ma forse più necessaria: quella del marinaio stanco che, pur vedendo altre navi attaccate e saccheggiate, decide di non issare la bandiera nera, ma di continuare a navigare con la sua rotta, magari offrendo soccorso a chi galleggia tra i relitti.

Perché forse il vero atto di ribellione in un’epoca di arrembaggi non è difendere il proprio tesoro a colpi di moschetto, ma ricordare che il mare è grande abbastanza per tutti, e che viaggiare insieme, condividendo fatica e speranza, potrebbe essere l’unica via per evitare che nessuno affondi. Certo, il tesoro condiviso brillerà meno di quello accumulato da un solo uomo, ma sarà un tesoro che non richiede sangue, tradimento o rimorso.

Ecco, forse è proprio questo il mio dubbio: stiamo assistendo a un crollo del senso di comunità, a una rinuncia collettiva all’idea che il bene comune possa ancora avere valore? Oppure, dietro questa retorica dell’arrembaggio, si nasconde una voglia repressa di giustizia, di equilibrio, di riscatto?

Mi piace pensare che dentro ognuno di noi ci sia ancora un po’ di capitano onesto, confinato in un angolo della coscienza, che osserva la tempesta e si chiede se non sia il caso di cambiare rotta, non per paura del nemico, ma per amore della nave, per rispetto del mare, e per non dimenticare che, alla fine, nessun pirata è mai stato felice del suo tesoro…

Associazioni “Antiracket e Anti usura”: Stando soltanto tutti insieme, si può pensare di cambiare le cose.


“Stando soltanto tutti insieme, si può pensare di cambiare le cose”!

È una frase che sento ripetere spesso, soprattutto in questi giorni, ma come abitualmente accade, mentre ascolto discorsi sul potere dell’unità, non posso fare a meno che chiedermi: quante volte abbiamo sentito queste parole trasformarsi in fumo, lasciando sul campo solo buone intenzioni e progetti abbandonati?
Si parla giustamente di comunità che “non si arrendono all’omertà”, di scelte coraggiose a favore della legalità, eppure, per esperienza, mi tornano in mente alcuni alcuni casi di negozianti che dopo aver firmato con grande entusiasmo l’adesione a talune associazioni, hanno poi preferito ritirarsi, sì… dopo la prima minaccia ricevuta.

Perché la legalità non è una semplice firma da apporre su un foglio, ma rappresenta un vero e proprio impegno, un vincolo che ti segue ovunque, a lavoro, a casa, un obbligo che ti sveglia di notte, che ti costringe a guardare negli occhi chi ti dice: “non farlo”.

Apprezzo sempre con entusiasmo il coraggio di quanti, in qualità di associati, hanno deciso di portare avanti la loro scelta, mi riferisco a commercianti e giovani imprenditori che sono entrati a far parte di quelle associazioni ed ora parlano di “forza del gruppo”, di solidarietà come scudo contro le intimidazioni.

Ma noi siciliani sappiamo bene come la mafia non attacchi il gruppo, viceversa attacca il singolo, lo isola, lo spaventa con un messaggio anonimo, con una furto, con un incendio, con una finestra di casa rotta solitamente all’alba…

Ho visto in vita mia troppe volte questa rete di legalità sgretolarsi, non per mancanza di numeri, ma per la paura silenziosa di chi, pur rimanendo iscritto, smette di alzare la voce; e quindi, la domanda che mi pongo sempre non è “in quanti siamo”, ma “quanti resisteranno quando toccherà a loro”?

C’è poi un dubbio che mi assilla e non accenna a svanire: quante di quelle adesioni nascono da una presa di coscienza autentica o sono viceversa frutto di pressioni esterne, di possibili rischi che si prevedono potrebbero compiersi, sì… chissà, forse a causa di una crescita imprenditoriale, oppure si tratta di un rischio che si vorrebbe evitare o ancor peggio di qualche intimidazione (mai rivelata) ricevuta, alla quale purtroppo non si sa come rispondere?

Ho notato in questi miei lunghi anni – in qualità di delegato di una Associazione di legalità – come, certe iniziative antimafia, siano diventate più un marchio di prestigio per chi vuole apparire “dalla parte giusta”, senza però mai sporcarsi le mani.

Leggo difatti di politici che citano le lotte di altri nei propri discorsi elettorali, imprenditori che sponsorizzano eventi per lavare la propria immagine, giovani commercianti che condividono post sui social senza però mai mettere piede in una qualsivoglia riunione o assemblea in cui si affrontano temi sociali a difesa della legalità.

D’altronde, quanto si prova a realizzare – senza però mai esporsi personalmente, senza denunciare alle Procure nazionali ciò di cui si è venuti a conoscenza, ripeto, senza minimamente pensare di entrare in un ufficio di polizia giudiziaria – è diventato per molti quasi un accessorio da sfoggiare, sì… la lotta alla illegalità viene difatti rappresentata da questi soggetti, quasi fosse una banale pratica quotidiana, ad esempio, attraverso un selfie dietro uno striscione, solitamente osserviamo quella foto posta con dietro le loro spalle l’immagine dei due giudici eroi, vittime della mafia.

Li conosco bene i miei conterranei e non sono nuovi a queste dinamiche, eccoli infatti nelle fiaccolate per le strade “indignati” dopo l’ultima estorsione, gridano slogan a squarciagola contro la criminalità, ma poi, col passar del tempo, il silenzio, le voci si affievoliscono, le assemblee si svuotano, e i problemi rimangono lì, nascosti dietro la facciata di una “comunità unita”!

Chissà… forse un giorno tutto sarà diverso, forse quando tutti quei professionisti non si limiteranno a firmare un documento, ma diverranno “sentinelle” attive; infatti, solo se racconteranno ai loro figli che pagare il pizzo è una sconfitta per tutti, se interverranno quando sentiranno qualcuno dire “è meglio stare zitti”, perché la decisione più importante non è quella di essere dei soci iscritti, ma quella di essere portatori di legalità, affinché tutte le coscienze coinvolte, inizieranno a svegliarsi.

Serve quindi un messaggio che si trasformi in azioni concrete: controlli incrociati tra commercianti, denunce collettive, sostegno economico a chi perde clienti dopo aver detto no al racket. Ho visto troppi progetti fallire perché si è creduto che bastasse riempire una sala per cambiare le cose. La mafia non teme le parole, teme i fatti. E i fatti richiedono tempo, risorse, e soprattutto uno Stato sempre presente e che non molli quando il clamore inizia a spegnersi…

Ecco perché, pur riconoscendo il valore simbolico di chi prova a contrastare quell’odiosa metodologia criminale, non posso nascondere il mio scetticismo, non verso le persone e il loro impegno, ma verso il sistema che le circonda. D’altronde ditemi, quando mai un Comune ha stanziato un solo euro per la sicurezza dei negozianti, commercianti e imprenditori?

Quanti sanno che certi cosiddetti “amici della legalità” sono poi gli stessi che hanno chiuso un occhio davanti ad appalti e/o subappalti sospetti? La legalità non è un evento, è una maratona, e spesso chi corre all’inizio non arriva al traguardo.

Ma forse, questa volta, proprio perché siamo stanchi di illuderci, possiamo davvero fare la differenza, sì… stando soltanto tutti insieme, ma soprattutto, stando insieme sempre!!!

La forza della fede è nelle prove che ogno giorno affrontiamo!!!

Stamani durante l’Angelus il Papa ha voluto riflettere sul Vangelo che presenta Gesù sulla barca con i discepoli nel lago di Tiberiade. “Arriva all’improvviso una forte tempesta e la barca rischia di affondare. 

Gesù, che stava dormendo, si sveglia, minaccia il vento e tutto ritorna alla calma (cfr Mc 4,35-41).” Tuttavia, ha sottolineato che “in realtà non si sveglia, lo svegliano! Con tanta paura, sono i discepoli a svegliare Gesù.” Sebbene esperti pescatori, erano impauriti dalla tempesta. “Sembra che Gesù voglia metterli alla prova.”

Gesù, con la sua presenza rassicurante, li incoraggia ad avere più fede. “Comunque, non li lascia soli, sta con loro sulla barca, tranquillo, anzi, addirittura dorme.” Questo episodio rafforza la fede dei discepoli. “Essi infatti, escono da questa esperienza più consapevoli della potenza di Gesù e della sua presenza in mezzo a loro.”

Il Papa ha collegato questa esperienza alla nostra vita quotidiana, sottolineando che Gesù continua a sostenerci nell’Eucaristia. “Gesù non ci risparmia le contrarietà ma, senza mai abbandonarci, ci aiuta ad affrontarle. Ci fa coraggiosi.” Questo coraggio ci permette di superare le difficoltà e annunciare il Regno dei Cieli. “Con Gesù al nostro fianco possiamo farlo crescere insieme al di là di ogni barriera.”

Ha esortato i fedeli a riflettere su come affrontano le tempeste della vita. “Quando arriva qualche tempesta, mi lascio travolgere dall’agitazione oppure mi stringo a Lui, per ritrovare calma e pace?”

Il Papa ha concluso chiedendo l’intercessione della Vergine Maria. “La Vergine Maria, che accolse con umiltà e coraggio la volontà di Dio, ci doni, nei momenti difficili, la serenità dell’abbandono in Lui.”

Il Papa ha poi salutato i fedeli presenti e ha invitato a pregare per la pace in varie parti del mondo, tra cui Ucraina, Palestina e Israele. “Continuiamo a pregare per la pace, specialmente in Ucraina, Palestina, Israele. Guardo la bandiera di Israele. Oggi l’ho vista quando venivo dalla Chiesa dei Santi Quaranta Martiri, è una chiamata alla pace! Preghiamo per la pace!”

Ha ricordato anche Padre Manuel Blanco, un francescano recentemente scomparso, lodando il suo servizio e quello di tanti altri francescani.

Ha salutato i fedeli presenti, invitando a pregare per la pace in vari Paesi e ricordando Padre Manuel Blanco, recentemente scomparso. “E a tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”

Come riuscire a combattere la mafia, quando i cittadini dimostrano d'aver ancora paura di essa!!!

Sì… il boss è stato arrestato, ma per le strade e le piazze non si festeggia la vittoria dello Stato, no… la maggior parte dei cittadini preferisce non scendere a manifestare quell’asserzione di forza, ma restano chiusi in casa, evidenziando per l’ennesima volta, viltà ed omertà dinnanzi alla mafia!!!

Difatti, la paura di essa e quella pochezza d’animo, evidenzia quanto ancora sia difficile partecipare ad azioni pubbliche contro la criminalità organizzata… 

Perché la verità è che la mafia esercita purtroppo ancora oggi una forte influenza nella società, in particolare in quei territori dell’entroterra, dove intimidazioni e minacce limitano tutti coloro che provano ad opporsi ad essa. 

Ecco perché – lo stiamo vedendo proprio in questi giorni in tv – la cultura dell’omertà rende difficile alle persone parlare apertamente di quella associazione elle attività criminali, parlare male di quei suoi affiliati (soprattutto se vicini di casa) e soprattutto denunciare gli abusi o i fatti di cui si venuti a conoscenza.

Certo, dobbiamo sempre ricordare come in molti in questo Paese abbiano superato la paura e lottato contro quella criminalità organizzata, non parlo solo delle vittime, ma anche dei loro familiari, di quelle associazioni di legalità, di quei gruppi gruppi di cittadini che organizzati lavorano per promuovere ogni giorno il diritto e per combattere la criminalità organizzata, perché unendo le forze che si può aumentare l’impatto delle azioni.

Sappiamo bene come in molti hanno denunciato la criminalità organizzata, vi sono anche i pentiti, certo avremmo preferito che quest’ultimi avessero compiuto quel gesto di ravvedimento quando ancora non erano stati arrestati… ma non si può dire che non sia grazie al loro contribuito che molte vicende di quelle organizzazioni criminali siano crollate grazie alle loro dichiarazioni…

E’ importante sempre e comunque che le autorità garantiscano la sicurezza e la protezione per coloro che denunciano le attività illegali e che tutta la società civile li supporti e l’incoraggi, perché attraverso questa simbiosi, questa unione che si può promuovere una cultura della legalità, iniziando e promuovendo una maggiore educazione e sensibilizzazione sui temi della legalità, dell’integrità e dell’anticorruzione, perché solo così si può aiutare a creare una maggiore consapevolezza e a promuovere una cultura della legalità.

Inoltre è necessario alimentare il contrasto dello Stato e per far ciò bisogna: rafforzare le istituzioni responsabili dell’applicazione della legge e della giustizia, come gli organi di polizia, i tribunali e la magistratura, solo così si può aiutare a garantire che la legge sia applicata in modo equo e che i colpevoli vengano puniti.

C’è bisogno infine di trasparenza e responsabilità: promuovere le istituzioni e le imprese può aiutare a garantire che le decisioni vengano prese in modo equo e che i responsabili siano tenuti a rendere conto delle loro azioni.

Solo e soltanto così ci potrà essere una maggiore partecipazione di tutti, in particolare della società civile che è proprio quella che da sempre (a esclusione di pochi momenti significativi ) è venuta a mancare, anche purtroppo, in quest’ultima circostanza!!!

L'anno 2021 finisce tra mille incertezze, ma quello che sta per iniziare è una vera incognita!!!

Mai come in questi anni abbiamo vissuto un periodo così difficile, già potremmo paragonarlo a quello vissuto nel dopoguerra dai nostri familiari…
Certo le vittime, la ricostruzione, la ripresa economica, sono stati terribili e c’è voluto più di un ventennio prima che la nostra società tornasse a vivere in modo regolare, ma osservando quanto accaduto allora, quella condizione precaria, quell’essere diffidenti, quel vivere la vita in maniera aleatoria, quella totale sfiducia nelle istituzioni e nei suoi referenti, ed ancora quella discussa controversa politica, quel bivio scelto dai cittadini, tra quanti repubblicani e quanti ancora monarchici, ecco ricordando quello scetticismo assoluto verso tutto e tutti, cosa dire… ho come la sensazione che quella condizione così incerta e pronta da un momento all’altro ad esplodere si stia ripetendo…
Ditemi, rileggendo quanto sopra non vi sembra di essere oggi, nulla è certo, tutto è insicuro, non possiamo fare alcun programma perché quest’ultimo svanisce con una celerità impressionante…
Siamo come in un barca senza timone e le onde la fanno vacillare in maniera pericolosa… e poi c’è il virus, questo mostro di cui non ci libereremo più o quantomeno farà in modo di seguirci per i prossimi anni…
Nessun contatto, ma soprattutto non ci si riesce nemmeno a riconoscerci con tutte queste mascherine… stiamo diventando sempre più distanti ed anche incrociandoci per strada, dimostriamo di voler stare discostati, poiché siamo sospettosi che la persona che ci sta passando accanto possa essere “infetta”!!!
Come possiamo quindi pernsare in maniera positiva quando ciò che circonda è la paura.
Viviamo senza sapere ciò che accadrà, siamo talmente intimoriti da questo virus che il nuovo passatempo dei miei connazionali è diventato farsi mensilmente il tampone!!!
Grazie comuque ai social riusciamo a stare, in questi giorni di festa, in contatto con i nostri familiari, amici, conoscenti e ciò quantomeno rende ciascuno di noi un po’ più sereni, pur sapendo che si tratta solo di un breve periodo e che i problemi emergeranno nuovamente perché purtroppo… sono tutti lì!!!
La salute, il lavoro, la precarietà, gli aumenti previsti, le tasse e tutti quei costi ahimè da sostenere per mantenere una classe politica e istituzionale sterile, incapace di dare una svolta a questo nostro paese… 
Sono passati tanti anni, ma è come se siamo rimasti lì, sì… dov’eravamo, ma questa volta ciò che ci aspetta è una vera incognita!!!. 
Comuque colgo l’occasione per augurare tutti Voi un Buon 2021, pieno di salute e felicità…

Pensavo fosse amore… invece era abuso!!!

A leggere quanto accade ogni giorno, la violenza che viene manifestata nei confronti di tutte le donne si resta senza parole…

Ragazzi adolescenti che uccidono la propria fidanzata… mariti che commettono omicidi nei riguardi della propria consorte di una vita e a volte madre anche dei propri figli!!!

Ma d’altronde qualcosa non va se proprio alcuni giorni fa è stato arrestato un soggetto che dichiarava di voler fare una strage ad una manifestazione di femministe: “Le donne moderne sono senza sentimenti, bambole di carne da sterminare“. 

Sono proprio le frasi che sono state intercettate dagli investigatori… un cosiddetto “suprematista” i Savona, che intercettato diceva: “Gli ebrei sono il male primo da eliminare. Gli ebrei sono nati per distruggere l’umanità”. E ancora: “Io una strage la faccio davvero. L’unica cosa da fare è morire combattendo. Ho le armi. Farò Traini 2.0”, l’uomo che nel 2018 sparò in centro a Macerata e ferì 6 persone… meglio morire con onore in uno “school shooting” che vivere una vita di merda. Donne ebree e comuniste sono i nostri nemici!!!

A quasi dieci anni di distanza, quanto scritto dal sottoscritto http://nicola-costanzo.blogspot.com/2012/12/femminicidio.html si va ahimè ripetendo…

C’è un bellissimo libro di cui hanno fatto una trilogia cinematografica: Uomini che odiano le donne!!! 

Nel 2013 ho scritto un post a riguardo: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2013/05/uomini-che-odiano-le-donne.html 

Ma se poi accade quanto abbiamo visto a dicembre dello scorso anno e cioè che grazie a taluni nostri magistrati è stato ripristinato il “delitto d’onore“… penso che difficilmente risolveremo questo terribile problema – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2020/12/femminicidio-no-grazie-ai-nostri.html – e quanto sta ora riacutizzandosi andrà sempre più ad amplificarsi e se non si troverà una soluzione, principalmente culturale e sociale, non vi sarà alcuna norma che potrà contrastare questa terribile violenza esercitata su tutte le donne, anche su quelle che di fatto non l’hanno mai subita, ma che indirettamente ne pagano moralmente tutto il peso!!!

E’ tempo quindi di trovare una soluzione immediata, perché nessuno di noi può ancora pensare di restare immobile!!!    

L'impressione che se ne ricava… è che molti stanno con due piedi in una scarpa!!!

Ho letto una volta una frase che diceva: “Stare con due piedi in una scarpa porta all’autodistruzione dei sentimenti”!!!
Penso che quella frase sia corretta, perché nessuno di noi può pensare di vivere la vita, stando con due piedi in una scarpa o come qualcuno “cattivamente” direbbe “tenendo un piede in due scarpe“!!!
Ma se ci fate caso è quanto avviene continuamente, almeno il sottoscritto si accorge di ciò ogni giorno, sì ogni qualvolta che mette alla prova le persone, ed essi si dimostrano “fallaci“, in tutto e per tutto… 
Non tutti ovviamente, ma la maggior parte sicuramente… e non importa a quale categoria essi appartengano, non incide il sapere che quei soggetti fanno parte di una categoria posta al di sopra delle altre, che per quella loro funzione sono messi a difesa dei cittadini, dei loro problemi, conta poco che questi uomini e donne appartengono alle istituzioni, ad enti posti a difesa dei lavoratori, ad associazioni di legalità, ad ordini professionali e via discorrendo…
Ciascuno di loro sembra spaccare il mondo, già… a sentir quelle loro parole si ha come l’impressione che essi non abbiano timore di nessuno, che sono disposti a combattere per noi, che operano contro quel sistema clientelare, corruttivo e mafioso…
Ma quando nella pratica ci si ferma a valutare quelle loro azioni, ci si accorge come a tremare dall’altra parte non vi sia nessuno, e sì… perché i primi ad essere scomparsi sono proprio loro!!!
La verità è che nella sostanza hanno tutti paura, a cominciare dal timore di perdere quella posizione acquisita, di mettersi cioè di traverso a quel sistema, in particolare, pensare di andare contro quanti… si sa appartengono a quell’apparato… 
Ecco quindi che la maggior parte… sta come dicevo sopra: “con due piedi in una scarpa”!!!
Come si dice a Catania: “Si scantunu“… ed è il motivo per cui non fanno nulla!!!
Non si tratta d’aver paura per la propria vita, no… qui non vi è in gioco la sopravvivenza fisica, qui c’è qualcosa di più potente da affrontare, sì… il dover affrontare la paura di cambiare la propria vita, di mettere a repentaglio quanto si è saputo conquistare (immeritatamente…) ed ora non lo si vuole perdere!!!
Peraltro è lo stesso sentimento inequivocabile che ha dominato tuttala loro vita, quella paura di sbagliare, di doversi mettere in evidenza o di mostrare il proprio coraggio!!!
Ma questi sono soggetti che hanno trascorso tutta la loro esistenza ad evitare i rischi, hanno preferito smettere di vivere con dignità e si sono piegati alla regole della consuetudine… ed è per questo motivo, sì è grazie a loro che questa nostra terra non cambia, non migliora, ma resta sempre sempre la stessa, perché il vero problema in fondo… sono loro!!!   
Lo so… difficilmente si riuscirà a cambiare questo sistema, quantomeno in tempi celeri…
Mi consola però sapere che alla fine: “chi oggi si diverte a vivere con due piedi in una scarpa…  finirà sicuramente con il camminare scalzo”!!!

Ho paura per questa terra e a farmi paura non è la mafia, ma bensì… taluni uomini istituzionali!!!

Sembra assurdo lo so… 

A differenza di quanto si potrebbe immaginare, non è la mafia o la criminalità organizzata a farmi paura, bensì osservare talune azioni compiute da alcuni nostri uomini istituzionali, che nulla hanno a che raffigurare, con le dichiarazioni espresse nello svolgimento del proprio mandato… 
Ho come l’impressione che attraverso quei loro gesti si compia qualcosa di abominevole, una forzatura che accondiscenda a mettere su un piano diverso, certamente elevato, individui che non dovrebbero neppure starci o per meglio dire, sono individui che avendo vissuto in quella demarcazione tra legalità e collusioni, in quella linea imperniata da ingerenze e potere, già… ripensandoci forse quella valutazione, avrebbe dovuta essere rivista…
Sarà o il dubbio che forse siano stati proprio quei gruppi di potere a mettere su quel piedistallo istituzionale, un loro rappresentante ed è naturale ora per loro, richiederne la giusta riconoscenza… 
Peraltro queste figure, sono come quei “paladini della legalità“… veri e propri rappresentanti di quella lotta alla corruzione e al malaffare, che però ahimè… per qualche oscuro mistero, non giunge mai ad una fine!!!
Cosa dire, possiamo considerarli dei veri e propri professionisti, senza però aver mai messo in pratica quelle loro formidabili capacità professionali, ma sono stati portati avanti, grazie ad una geniale intuizione, quella di dichiararsi sin da subito… contro alla mafia!!!

Uomini dell’antimafia sì… ma che svolgono con poca passione e con grande estrema cautela quel loro incarico… 

Diceva a suo tempo Sciascia… incarnando queste figure nel ruolo di professionisti dell’antimafia: “L’Antimafia come strumento di potere. Che può benissimo accadere anche in un sistema democratico, retorica aiutando e spirito critico mancando. E ne abbiamo qualche sintomo, qualche avvisaglia. Prendiamo, per esempio, un soggetto che per sentimento o per calcolo inizi ad esibirsi con interviste televisive, convegni, conferenze e cortei, tutti lo prendono a modello dell’antimafia: anche se dedicherà tutto il suo tempo a queste esibizioni e non troverà mai tempo per occuparsi dei problemi del paese o di quella sua città (e problemi ve ne sono tanti…), si potrà considerare come in una botte di ferro. Magari qualcuno timidamente, oserà rimproverargli dal di fuori lo scarso impegno amministrativo, ma dal di dentro, all’interno di quel ufficio, nel consiglio comunale, in quel suo partito, chi mai oserà promuovere un voto di sfiducia, un’azione che lo metta in minoranza e ne provochi la sostituzione? Sì… può darsi che, alla fine, qualcuno ci sia, ma correndo il rischio di essere marchiato come mafioso, e con lui tutti quelli che lo seguiranno…”!!!

Ecco cos’è che mi fa paura… sono “loro”, quei personaggi che proclamano rinnovamenti, ma che poi restano immobili, statici, silenziosi, nel voler portare avanti concretamente le lotte contro quei poteri forti.

Questi signori, sono come tutti quelli che li hanno preceduti in questi cinquant’anni: “Si fanno scudo della parola “antimafia” per poter mettere in atto i propri interessi privati e quelli dei loro amici, entrambi distanti dalle logiche di ideali, giustizia e legalità!!!
Ma perché me, perché la maggior parte dei miei conterranei non vede quanto accade intorno a loro???
“Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane”!!!

Catania sott'acqua!!! Sì… sotto tutti i punti di vista.

Sembra che la colpa del blocco della città sia da attribuirsi al maltempo o per meglio dire al ciclone che ha colpito gran parte dell’isola con violente precipitazioni che hanno assunto carattere di nubifragio…
Si… certamente quanto detto è vero, ma solo in parte…
Stamani, mi sono recato a Siracusa e debbo dire che se pur vi fosse una pioggia costante, durante il tragitto sono riuscito a viaggiare in maniera regolare, certamente merito di un’opera realizzata in maniera corretta …
Intorno alle 14.00, la città “aretusea” è stata colpita da una violenta precipitazione, ma stranamente, osservando quanto accadeva intorno al sottoscritto, riuscivo a muovermi con l’auto abbastanza agevolmente; premetto che proprio in quel momento mi trovavo adiacente alla stazione e quindi al centro della città, ma le caditoie stradali, davano la sensazione di funzionare perfettamente o per meglio dire, rispondevano a quella loro funzione…
Questa stessa circostanza purtroppo, non posso dirla per la mia città etnea…
Intorno alle 15.15 ero rientrato e mi trovavo vicino al porto, direzione Piazza Europa.
Giunto in Viale Africa, l’acqua era dappertutto e l’allagamento aveva bloccato molte auto, costrette a mettersi di lato in quanto impantanate!!!
Proseguo per Via Principe Nicola e mi dirigo su Viale Vittorio Veneto… non l’avessi fatto!!!
Un fiume aveva invaso la carreggiata… non vi era dove andare…
Molti automobilisti presi dalla paura, hanno iniziato a mettere di traverso le loro auto oppure provavano a salire sui marciapiedi, per non essere invasi dall’acqua.
Altri viceversa, per lo più anziani, terrorizzati… non sapevano cosa fare: erano bloccati a quel volante, senza andare ne avanti e ne indietro, totalmente fermi, in attesa che la situazione tornasse alla normalità…
La circostanza assurda è che, se foste passati proprio il giorno prima per quel tratto di strada, l’avreste visto invaso ovunque di sacchi di rifiuti abbandonati, di riviste pubblicitarie stracciate e lasciate lì ad ogni angolo, molti dei quali disposti ad otturare quelle caditoie…
Era inevitabile quindi trovarsi oggi in questa situazione!!!
D’altronde se i lavori di manutenzione non vengono mai programmati o svolti nei periodi estivi, come si può sperare di non incappare ogni anno, in questa situazione, che si sa… si ripete costantemente ad ogni inizio di pioggia!!!
Nel frattempo sono giunto in circonvallazione, dove è presente una coda a causa di un incidente stradale; fortunatamente riesco a deviare per la via che costeggia il quotidiano “La Sicilia” e seppur anche lì vi sia un fiume in piena che si dirige verso il Tondo Gioeni, riesco a dirigermi verso Via Barriera del Bosco… 
Purtroppo anche in questa strada deve essere successo qualcosa, perché sono nuovamente bloccato….
Dopo un quarto d’ora finalmente, riesco a deviare per la clinica Morgagni ed esco da quell’imbuto, eccomi su via Passo Gravina…
Trovo altre auto in panne… alcune in mezzo alla strada, l’acqua scende senza alcun impedimento, già… e come se le condotte di quelle acque meteoriche fossero otturate o non esistessero affatto…
Anche il sottoscritto inizia ad avere qualche problema… la mia seconda auto non risponde per come dovrebbe, ma per fortuna sono giunto accanto al mio meccanico di fiducia: Giuseppe Pruiti.
Si una fortuna averlo come amico, ma non solo, dimostra sempre nei miei confronti (ma credo che questo mio pensiero vada esteso anche a molti suoi clienti) una grande disponibilità personale e non mi riferisco al solo risolvere ogni nostro problema meccanico, ma a dedicare il proprio tempo, quando ne abbiamo necessità…
Mi consiglia di lasciare l’auto per un controllo e di riprenderla domattina… 
Nel frattempo gentilmente, mi fa accompagnare con l’auto da un suo dipendente ed eccomi finalmente a casa, dopo una disavventura durata mezza giornata!!!
Cosa aggiungere, siamo ahimè sempre “sott’acqua”.
Non ci resta che sperare, sì… che domani faccia bel tempo!!!

Catania sott'acqua!!! Sì… sotto tutti i punti di vista.

Sembra che la colpa del blocco della città sia da attribuirsi al maltempo o per meglio dire al ciclone che ha colpito gran parte dell’isola con violente precipitazioni che hanno assunto carattere di nubifragio…
Si… certamente quanto detto è vero, ma solo in parte…
Stamani, mi sono recato a Siracusa e debbo dire che se pur vi fosse una pioggia costante, durante il tragitto sono riuscito a viaggiare in maniera regolare, certamente merito di un’opera realizzata in maniera corretta …
Intorno alle 14.00, la città “aretusea” è stata colpita da una violenta precipitazione, ma stranamente, osservando quanto accadeva intorno al sottoscritto, riuscivo a muovermi con l’auto abbastanza agevolmente; premetto che proprio in quel momento mi trovavo adiacente alla stazione e quindi al centro della città, ma le caditoie stradali, davano la sensazione di funzionare perfettamente o per meglio dire, rispondevano a quella loro funzione…
Questa stessa circostanza purtroppo, non posso dirla per la mia città etnea…
Intorno alle 15.15 ero rientrato e mi trovavo vicino al porto, direzione Piazza Europa.
Giunto in Viale Africa, l’acqua era dappertutto e l’allagamento aveva bloccato molte auto, costrette a mettersi di lato in quanto impantanate!!!
Proseguo per Via Principe Nicola e mi dirigo su Viale Vittorio Veneto… non l’avessi fatto!!!
Un fiume aveva invaso la carreggiata… non vi era dove andare…
Molti automobilisti presi dalla paura, hanno iniziato a mettere di traverso le loro auto oppure provavano a salire sui marciapiedi, per non essere invasi dall’acqua.
Altri viceversa, per lo più anziani, terrorizzati… non sapevano cosa fare: erano bloccati a quel volante, senza andare ne avanti e ne indietro, totalmente fermi, in attesa che la situazione tornasse alla normalità…
La circostanza assurda è che, se foste passati proprio il giorno prima per quel tratto di strada, l’avreste visto invaso ovunque di sacchi di rifiuti abbandonati, di riviste pubblicitarie stracciate e lasciate lì ad ogni angolo, molti dei quali disposti ad otturare quelle caditoie…
Era inevitabile quindi trovarsi oggi in questa situazione!!!
D’altronde se i lavori di manutenzione non vengono mai programmati o svolti nei periodi estivi, come si può sperare di non incappare ogni anno, in questa situazione, che si sa… si ripete costantemente ad ogni inizio di pioggia!!!
Nel frattempo sono giunto in circonvallazione, dove è presente una coda a causa di un incidente stradale; fortunatamente riesco a deviare per la via che costeggia il quotidiano “La Sicilia” e seppur anche lì vi sia un fiume in piena che si dirige verso il Tondo Gioeni, riesco a dirigermi verso Via Barriera del Bosco… 
Purtroppo anche in questa strada deve essere successo qualcosa, perché sono nuovamente bloccato….
Dopo un quarto d’ora finalmente, riesco a deviare per la clinica Morgagni ed esco da quell’imbuto, eccomi su via Passo Gravina…
Trovo altre auto in panne… alcune in mezzo alla strada, l’acqua scende senza alcun impedimento, già… e come se le condotte di quelle acque meteoriche fossero otturate o non esistessero affatto…
Anche il sottoscritto inizia ad avere qualche problema… la mia seconda auto non risponde per come dovrebbe, ma per fortuna sono giunto accanto al mio meccanico di fiducia: Giuseppe Pruiti.
Si una fortuna averlo come amico, ma non solo, dimostra sempre nei miei confronti (ma credo che questo mio pensiero vada esteso anche a molti suoi clienti) una grande disponibilità personale e non mi riferisco al solo risolvere ogni nostro problema meccanico, ma a dedicare il proprio tempo, quando ne abbiamo necessità…
Mi consiglia di lasciare l’auto per un controllo e di riprenderla domattina… 
Nel frattempo gentilmente, mi fa accompagnare con l’auto da un suo dipendente ed eccomi finalmente a casa, dopo una disavventura durata mezza giornata!!!
Cosa aggiungere, siamo ahimè sempre “sott’acqua”.
Non ci resta che sperare, sì… che domani faccia bel tempo!!!

Ama la verità, mostrati qual sei, senza infingimenti, senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio!!!


Ho come l’impressione a volte che ciascuno, conduca la propria vita per come gli è stata prestabilita…

Non sono propriamente un fatalista, perché credo che ognuno di noi possa modificare – in ogni momento – quel proprio percorso intrapreso e nessuno, sì… neppure Dio è in grado di poter cambiare quelle nostre scelte!!! 
Ora sono sicuro che qualcuno verrà a dirmi che, anche queste nostre decisioni, erano state previste e facevano parte di un disegno più alto, sovrannaturale…  
Ma io su questo punto ho forti dubbi e credo che quel cosiddetto “libero arbitrio” permetta a ciascuno di noi, di fare ciò che cazz… vogliamo, senza doverci giustificare e soprattutto senza dover dare conto a qualsivoglia soggetto, sia egli terreno… che uktraterreno…

La vita è nostra e ciascuno può decidere di viverla come meglio ritiene… e non sto parlando di dover scegliere tra fede e scienza, anzi, questi due percorsi possono essere a volte complementari o quantomeno convergenti, se la loro ricerca, punta a trascendere verso la verità…

Ho letto molti libri sull’argomento, tra i quali per ultimo quello del Prof. A. Zichichi,  intitolato “Perchè io credo in colui che ha fatto il mondo” nel quale l’autore prova a dimostrare come la scienza non esclude la fede, anzi ha bisogno di essa quale complemento…
D’altronde: “La ricerca metodica in ogni disciplina, se procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sarà mai in reale contrasto con la fede, perché le realtà profane e le realtà della fede hanno origine dal medesimo Dio. Anzi, chi si sforza con umiltà e con perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza avvertirlo viene come condotto dalla mano di Dio”.
Ma in questo post non voglio dilungarmi in considerazioni teologico/scientifico, m’interessa viceversa fare emergere un altro aspetto, quello personale dell’uomo…
Ciò che noto maggiormente nei miei simili, è un’abituale comportamento, ripetuto costantemente, anche dinnanzi alla prova che esso possa essere nei fatti errato… 
Ed allora, è proprio in questi particolari momenti che mi accorgo di come a nessuno interessa ricercare la verità… quell’unica verità, ma bensì, ciascuno punta a trovarne una propria, quella che fa loro più comodo… 
L’importante per loro non è giungere alla verità, possa quest’ultima essere anche “falsa”, non ha per loro alcuna importanza, già, l’importante e che da quella decisione possa scaturire un vantaggio personale o quantomeno che non si concretizzi una gratificazione, per colui o per coloro che l’avevano per l’appunto fatta evidenziare…

Ed eccoli quindi questi individui, personaggi sterili che vivono le loro vita in modo “insignificante“!!!

D’altronde se li osservate bene, vedrete che anche quei loro partner sono identici a loro, sì come il detto: “Dio li fa e tra di loro s’accoppiano”!!!
Solitamente questi soggetti non fanno altro che esprimere giudizi o critiche, verso situazioni di cui non hanno conoscenza, perché non le hanno mai vissuto in maniera diretta, ma le hanno esclusivamente sentite raccontate da altri ed ora provano a riportarle, come fossero essi stessi gli attori principali…
Eppure ci dovrebbe essere un momento nel corso di quelle loro vita in cui il riscatto familiare, sociale o professionale emerga in tutta la sua veemenza, ed invece nulla, questi esseri amorfi stanno lì trascorrendo le loro giornate nello stesso modo, potremmo dire che quasi non si avvertono, non esistono per nessuno, certamente non aspettatevi una qualche iniziativa personale, perché se vedono qualcosa, ad esempio una circostanza “ambigua” tale da mettere a repentaglio quella propria serenità, ecco che si girano dall’altra parte e si mostrano indifferenti, evitando così d’affrontare quelle eventuali situazioni, che potrebbero di fatto danneggiarli…
Sarebbe bello se questi soggetti fossero una minoranza, sì quantomeno li vedrei vivere all’interno di quel loro microcosmo, lontano e separato dal nostro, un mondo che possiamo osservare e che mette a nudo quella povertà morale, espressa quotidianamente con azioni meschine e con comportamenti ambigui, fatti di compromessi e favori!!! 
Ma purtroppo non è così… già, perché sono loro a governare questa società e l’hanno talmente resa “infetta”, che hanno contagiato quasi tutti… 
Sì… restiamo noi!!!
Pochi soggetti moralmente “liberi”, ancora disponibili a sacrificarci per tutti coloro che desiderano essere salvati…

Se i controlli sono demandati ai dipendenti che devono anticipare pure i costi per le trasferte… siamo a mare!!!

Alcuni anni fa avevo parlato delle nostre autostrade in particolare dei tratti siciliani della A18-A20…
Abbiamo visto in questi anni cosa è accaduto… crolli di viadotti, terrapieni che hanno invaso le carreggiate, gallerie buie e fatiscenti, guard-rail non a norma, piazzole di sosta utilizzate come discariche, per gettare qualsivoglia rifiuto indifferenziato… ed ancora, la maggior parte di quelle cosiddette autostrade mancano dei minimi requisiti di sicurezza… ed oggi, ciascuno di voi starà pensando, sì oggi… dopo che sono passati più di due anni, quel’è la situazione???
La stessa d’allora… non è cambiato nulla, siamo nella medesima condizioni, anzi no… peggio!!!
Già, basti osservare qualunque tratto stradale… il pavimento non esiste più in quanto lo strato d’usura è sparito, sia per il degrado causato dai veicoli che vi transitano, ma soprattutto per quel conglomerato bituminoso d’indubbia qualità e spessore…
Ovviamente analogo discorso andrebbe fatto per tutto il pacchetto stradale che si sa, dovrebbe resistere a quei grossi carichi concentrati, all’usura, al degrado da parte degli agenti fisico-chimici, alle dilatazioni termiche, a tutte quelle condizioni per consentire ai veicoli, un’ottimale aderenza con i pneumatici.
Ed oggi siamo qui a valutare quanto accaduto a Genova… a quel ponte, sapendo già che tutto ciò che riguarda le nostre infrastrutture, non ha alcuna logica, ne di progettazione e neppure di sicurezza!!! 
Ora sono tutti a dire che la colpa di quanto sta accadendo è da attribuirsi alla scarsa manutenzione ed è innegabile come la maggior parte di quegli incidenti o ancor peggio di quelle tragedie, si sarebbero potute evitare se ci fosse stata una corretta manutenzione stradale o certamente uno scrupoloso controllo, da parte di quei suoi responsabili…
Ma ciò che nessuno dice è che quei semplici “controllori”, responsabili di valutare quelle opere infrastrutturali, per poter svolgere quel proprio incarico devono (premesso… senza quelle necessarie attrezzature oppure forse qualcuno in quelle società credeva che i propri dipendenti avessero la vista a raggi x… ) anticipare anche i costi delle trasferte…
Sì… non vi sono soldi ed i rimborsi anticipati per quelle indennità, verranno (se verranno…) rimborsati dopo circa sei mesi!!!
Ed allora mi chiedo: “Perché un semplice impiegato di una società autostradale, dovrebbe mettere a disposizione il proprio automezzo, anticipare tutti i costi necessari per andare a verificare quelle opere in corso o ancor più quelle opere realizzate a suo tempo dalla società con la quale per l’appunto, esercita il proprio incarico???   Ed è il motivo per cui ciascuno resta seduto dietro quella sua scrivania, senza assumersi così di fatto, alcuna responsabilità     
Certo il sottoscritto, un soggetto come quello sopra riportato, ha avuto modo di conoscerlo… e credetemi sulla parola, ci ha rimesso tutto, anche la sua auto…
Ma nella vita ci sono valori che non possono essere commisurati con il denaro o con la distruzione di una banale autovettura, sono principi che prendono il nome di “responsabilità” e fanno parte di quelle qualità intrinseche che taluni uomini possiedono…
Non tutti sanno farle emergere, d’altronde la maggior parte ormai si è adeguata al sistema e valuta tutto in maniera banale ed è il motivo per cui oggi, accadono queste disgrazie… 
La verità…???
Hanno tutti paura… e nessuno di loro è disponibile a metterci la faccia e soprattutto i propri soldi”!!!    

Già… è proprio la verità a fare paura nei delitti di mafia!!!

Secondo il pentito Salvatore Facella, l’omicidio del procuratore di Palermo, Gaetano Costa (6 agosto 1980), non sarebbe stato deciso dalla commissione di Cosa nostra, ma su ordine di due uomini d’onore, zio e nipote, Salvatore Inzerillo e suo zio Balduccio Di Maggio… 
Secondo il Facella infatti, un affiliato di nome Ciccio Intile, gli aveva raccontato che il Di Maggio durante una riunione, si vantava che il nipote (Inzerillo) aveva ucciso il procuratore Costa…
Purtroppo per quell’omicidio a distanza di quasi 38 anni… non sono stati individuati i colpevoli… 
Infatti l’unico processo celebrato nella città etnea, si è concluso nel ’92 con l’ assoluzione, diventata poi definitiva, nei confronti dell’unico imputato, per l’appunto Salvatore Inzerillo, accusato in quel processo di essere stato il palo del commando…
Ha detto bene in questi giorni il figlio del procuratore Michele Costa: “Si è avuto paura di cercare la verità”, aggiungendo inoltre che, a suo giudizio, “si sarebbe dovuto approfondire con maggiore determinazione le cause e le responsabilità dell’agguato”… 
Ma si sa… da noi, in questo paese ingrato, ci si ricorda delle vittime della mafia soltanto nei giorni di commemorazione, si davanti alle lapidi poste in ricordo di quelle uccisioni, poi per il resto, ci si dimentica di tutto.in particolare di quegli uomini e donne che hanno dato alla loro vita per questa terra!!!
Amareggiato, Michele Costa ha dichiarato: “Ci siamo battuti all’inverosimile, ma la memoria di mio padre è stata cancellata. L’assassinio ha tutti i caratteri di un ‘omicidio strategico’. Mio padre lo ha scritto prima di morire. Esiste per questi delitti una precisa esigenza: che si sappia qual è la scaturigine, la causa, ma non si sappia mai perché!!! Difatti, il vecchio pg di Caltanissetta (Sergio Lari, ndr) mi ha quasi insultato perché avevo ipotizzato, peraltro con garbo, che si avesse paura a scoprire la verità”…
Perché il vero problema non era tanto quello di identificare l’esecutore materiale di quell’omicidio, ma accertare chi fossero i mandanti di quel delitto!!!
Nella sentenza della corte d’assise di Catania, si è parlato d’interessi che andavano cercati altrove… in quella “zona grigia”, fra malaffare e criminalità organizzata, dove probabilmente era maturata la decisione di assassinare quel Procuratore, capace di firmare in totale solitudine – in quel palazzo dei veleni –  gli arresti di quei mafiosi legati alla cosca Spatola-Inzerillo!!!
Non va dimenticato come quest’uomo, Gaetano Costa, pur essendo l’unico magistrato a Palermo al quale erano state assegnate un’auto blindata ed una scorta, non ne usufruiva,  in quanto riteneva che la sua protezione avrebbe messo in pericolo altri e che lui era uno di quelli che “aveva il dovere di avere coraggio”!!!
Ed oggi, ancor più di ieri, si comprendono meglio le parole pronunciate dalla moglie Rita Bartoli a  vent’anni dell’omicidio del marito: “In tutti questi lunghi, amari anni ho preferito tacere su quanto mi bruciava dentro, gelosa dei miei sentimenti e della appartenenza del mio dolore, delle mie emozioni: i sentimenti e le reazioni ho pensato appartenessero solo a me stessa e non potevano essere oggetto né di commiserazione dai parte dei probi, né di soddisfazione da parte dei reprobi”.
Si… perché in fondo:E’ proprio la verità a fare paura nei delitti di mafia”.

I cittadini hanno votato…

Le elezioni amministrative si sono concluse… resta ancora qualche ballottaggio per la poltrona di Sindaco… ma il grosso, si può dire è stato fatto!!!

Il dato più eclatante… è certamente stato l’astensionismo… 
Se si pensa che il 40% degli italiani ha preferito rimanere a casa è tutto che dire… significa non credere più nelle Istituzioni, nel sociale, nei programmi, disinteressarsi del quadro politico generale o di quello economico…
Alla gente non frega più nulla del voto… si ci va, tanto per andare, è come recarsi in un centro commerciale, non si acquista nulla, ma si è passato un momento diverso rispetto a quella abituale giornata…
Si… dimenticavo, c’è sempre qualcuno che ha promesso il proprio voto all’amico in lista, come c’è chi nel frattempo si è interessato a dividere ad amici e parenti, quei vari “santini” elettorali… 
La verità è che oggi le persone hanno bisogno di certezze e non di quei soliti luoghi comuni, di quelle frasi “urlate” da quelle piattaforme rialzate, che non incantano più nessuno… 
Ciò che conta oggi sono i programmi e la certezza di mantenerli!!!
Bisogna parlare alla gente dei problemi quotidiani, della mancanza di lavoro, delle prospettive per i figli, delle giovani coppie che vogliono costruirsi un futuro, della mancanza di case, di strutture pubbliche per la terza età, di quelle pensioni da fame, dei trasporti pubblici, degli asili nidi, della sicurezza per le strade, della lotta alla criminalità, della mancanza di legalità e dei problemi derivanti dall’immigrazione…  
Ecco se il 40% di quei soggetti, non crede che lo Stato sia in condizione di dare quanto sopra… ditemi, a cosa serve andare a votare???
Mentre, il restante 60% costituito da due tipologie d’individui perché lo fa???
I primi… rappresentati da chi ha già ottenuto una propria stabilità ed oggi va a votare, pur sapendo che nulla verrà compiuto da quegli esponenti politici, ma ha paura del cambiamento ed allora preferisce non rischiare per perdere quanto già possiede; i secondi, di contro, in cerca di una sicura sistemazione, considerano sì quel programma di rinnovamento… un’utopia, ma in cuor loro sperano di sfruttare quelle amicizie politiche, per poter giungere ai propri scopi ed inoltre, essi fanno parte di un gruppo esteso, che potremmo definire “sognatori e ingenui”, in quanto crede che finalmente… qualcosa possa cambiare!!!
Ritornando alle elezioni… dovremmo innanzitutto dividere quel voto nazionale, dal nostro regionale… 
Stessa cosa potrei dire per i partiti… già quali partiti???
Io, prendendo alcuni della nostra regione, ad esclusione del simbolo M5Stelle e di qualche altro come Siciliani liberi ed a volte quelli in cui faceva la propria comparsa tra i simboli della lista quello di Forza Italia, Pd e Noi con Salvini, in tutti gli altri ho potuto leggere questi nomi: Unione civica per…, PDR, Sicilia futura, Nuovi Volontari, Rinasci con noi, Lavoro Cultura Solidarietà, Idee per cambiare, La voce di…,  Noi per…., Il bene comune, Guardiamo avanti, Noi per Voi, Liberi e forti, Alternativa popolare, Rinascere, Rinnovamento e Libertà, Impegno Onesta e Trasparenza, Demokrazia, Orgoglio, Cantiere Popolare, Libertas, Coraggiosi per…, Uniti per…, Alleanza per…, Democratici e popolari,ecc…
Ditemi quindi, di quali partiti stiamo parlando??? Io non ne vedo… o quantomeno, di essi non comprendo nulla, se sono di centro, di destra, di sinistra o di nessun indirizzo di pensiero, slegati per così dire, da qualsivoglia dottrina o cultura ideologica… 
Però alla fine di queste elezioni, si sa chi ha vinto e chi ha perso…
Il Movimento 5Stelle ha certamente perso rispetto alle precedenti amministrative… e la colpa non va ricercata nei propri elettori, ma in quelli che si sono stancati da certe manovre demagogiche errate… commesse purtroppo da chi è stato messo in quel cosiddetto direttorio…
Come ho scritto una volta a Beppe, se uno vale uno… nessuno può pensare di restare lì per sempre!!!
Vanno inoltre aggiunti i gravi errori commessi dai propri referenti a Roma e Torino e la gestione poco chiara a Parma, dove l’ex grillino Pizzarotti, ha sbancato ed asserendo come ormai il M5Stelle miri alle elezioni nazionali, più che a quelle locali, in controtendenza con quanto si era prospettato con i cosiddetti Meet up, che rappresentano un grande progetto per le amministrative, in quanto si sa durante quelle elezioni, si vota la persona e non il simbolo…
Per cui se il M5Stelle non festeggia, certamente il Pd non ride…  avendo perso in alcune città che da sempre, rappresentavano veri e propri fortini di voti, per il centrosinistra…
Possiamo dire, che a gongolare c’è il centrodestra, l’unione tra FI e Lega ha dato i suoi frutti, in aggiunta ai voti portati dentro dalle forze minoritarie di centro e destra!!!
In questi anni, gli italiani hanno potuto costatare come, le politiche di questi governi di centro-sinistra, mai eletti democraticamente, hanno fallito su ogni punto di programma ed il nostro paese, si ritrova ancor peggio di dieci anni fa… ed ecco quindi, che tra due scelte fallimentari, gli italiani scelgono la meno peggio, quella che garantisce loro, maggiore sicurezza e stabilità!!!
Il bello della memoria è racchiuso in quel suo essere così volubile… 
D’altronde, la gente non legge; se legge, non capisce; se capisce, non ricorda!!!.

2017 – Come si dice anno nuovo… vita nuova!!!

Cosa dire…
Spero che in questo nuovo anno voi possiate fare… tanti errori!!! 
Sì… perché se farete molti errori, allora avrete fatto cose nuove, avrete sperimentato cose sconosciute e imparato a vivere esperienze diverse…
Già, avrete finalmente invogliato voi stessi a vivere, facendovi condurre verso quel desiderato cambiamento… 
Dovrete ovviamente fare cose che non avete mai fatto prima, giacché mettersi in gioco, significa decidere… di fare qualcosa d’importante… 
Pertanto, questo è il mio augurio per tutti voi… 
Fate quindi questi errori… vi assicuro che non saranno mai abbastanza, tantissimi… di quelli che forse nessuno di voi ha fatto mai prima. 
Non immobilizzatevi, non congelate quei vostri pensieri, non fermatevi dinnanzi ai problemi e non ibernate i vostri sogni, ma soprattutto, non preoccupatevi che quanto andrete a fare, potrebbe non essere perfetto, perché qualunque cosa rappresenti quella vostra azione, se compiuta per amore, famiglia, amici, lavoro, ecc…  d’ora in poi essa … farà parte integrante della vostra vita…
Quindi… qualunque cosa abbiate deciso di fare… fatela… non abbiate paura!!!
Ed ancora… continuate a farli questi errori, non solo per l’anno appena entrato, ma anche per tutti quelli che da qui in avanti verranno…
Per sempre e senza mai alcun rimpianto…

Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella “zona grigia” in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva…

Vi ricordate quel giudizio che veniva dato durante il proprio corso di studi???
“Mediocre”…
Stava ad indicare una preparazione tra il carente e la sufficienza, un giudizio che solitamente veniva inquadrato intorno al cinque!!!
Infatti, a fine anno, con quel voto “5”… non si era certi se si veniva promossi o rimandati, in molti restavano in attesa su quel limbo grigio, sperando soprattutto nella magnanimità degli insegnanti…
Crescendo… per ognuno di essi, non è cambiato nulla!!!
Sono rimasti legati a quel livello, in attesa sempre di un sostegno o meglio, di qualcuno che potesse reggerli durante questa loro mediocre vita… perché questi, non sono in grado di camminare da soli e vivono la loro vita di riflesso della luce altrui…     
Si dice che “le menti mediocri condannano abitualmente tutto ciò che è oltre la loro portata” o piuttosto tendono a negare anche la stessa evidenza!!!
E’ difatti tipico di questi soggetti, cercare di non non prendere in considerazione un dato, un fatto assodato, l’altrui comportamento “coraggioso” che disturba loro, perché li mette in crisi da propri convincimenti, per i quali, alcune azioni non possono essere mai compiute… forse, perché loro per primi, non saprebbero realizzarle!!! 
In quel loro modo d’essere, sono sempre un passo dietro agli altri, dando di se – a chi li ha ben intesi – un’immagine di superficialità e pressappochismo… 
Gli effetti di questo comportamento sono particolarmente espressi in quegli atteggiamenti sottomessi e asserviti alle disposizioni, anche quando quelle decisioni, sono di per se errate…
Ma loro non alzeranno mai il dito… ma resteranno servili, proprio per evitare di contraddire l’altrui pensiero o di compromettere quella fedeltà dimostrata in tanti anni di rispettoso servizio…
Difficile vedere in loro manifestazioni litigiose o atteggiamenti da prode paladino…
E’ difatti loro… lo scettro della mediocrità, per quel modo personale di vivere la vita e di vedere gli altri…
Basta poco per riconoscerli… si adattano in silenzio a tutte le situazioni, subendo inoltre passivamente, ogni tipo di condizionamento…
Il “mediocre” si adegua e non lotta, preferisce abbandonarsi al luogo comune, critica gli altri per come si comportano, ma egli per primo non si pone mai interrogativi e non ricerca in alcun modo la verità…
Egli fa in modo di sottomettersi a quanto viene richiesto, senza mai domandarsi il perché delle cose e soprattutto (chissà forse per paura), non va mai in fondo, ma resta, il più delle volte (a causa di quella codardia…) coinvolto in collusioni o truffe…
Sono soggetti infantili, che denotano un’estrema povertà interiore, bramano il successo e con quel loro modo meschino di prostrarsi, raggiungono a volte qualche obiettivo, convincendo se stessi, di aver raggiunto un prestigioso traguardo e di essere di conseguenza, qualcuno che vale… ma quanto sopra ovviamente, è una mera illusione!!!
Il “mediocre” illude se stesso, perché non riesce a comprendere come, il valore della nostra vita, non dipende da ciò che gli altri pensano di noi, ma da ciò che noi facciamo per gli altri!!!
Purtroppo e vi capisco… siamo condannati a vivere in questa nostra regione, circondati da un’ingombrante maggioranza, fatta di persone mediocri, che lasciano, in tutto e per tutto trasparire, non solo quella mancanza di professionalità, ma soprattutto di rispetto per le regole sociali e le norme dello Stato. 
Ormai ne sono convinto…
La maggior parte delle persone ha paura della mediocrità, anzi di più… li spaventa, perché di fatto rappresenta l’ombra stessa della loro proiezione sul mondo che li circonda e che ahimè, evidenzia concretamente… la loro stessa mediocrità!!!.

Free Thought – Saper manifestare la propria libertà di pensiero…

Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta… diceva il divino Dante!
“Libertà” una parola semplice da pronunciare ma difficile da manifestare… perché per esprimerla… bisogna dare se stessi!!!
Per “essa” non si può mediare o scendere a compromessi… bisogna affrontare in suo nome qualsivoglia lotta, senza camuffarsi, presentandosi sempre con la propria faccia… 
Non ci sono maschere che tengono, nessun dubbio può insinuarsi e non ci possono essere preoccupazioni che possano modificarla o spaventarla…
Vivere senza alcuna paura del domani, non permettere a nessuno di spegnere quella fiaccola di speranza, sapere di essere nel giusto e non accettare quelle prigioni create per darci delle regole…
Soli… sì… purtroppo si ci è soli nella lotta… ma è una piacevole sensazione di solitudine, ci permette di comprendere chi siamo e di conoscere noi stessi…
Libertà è osare, combattere senza alcuna paura, seguire le proprie emozioni e perdersi in esse… saper dire di no di fronte alle ingiustizie…
La libertà va conquistata ed è una dura conquista perché a bisogno di essere coltivata, difesa, custodita. per comprendere infine che solo noi… siamo la nostra prigione e la nostra libertà!!!
La libertà è anche la possibilità di dubitare e sbagliare, di scoprire che vi è un’altra soluzione, saper dire no a una qualsiasi autorità, sia politica, filosofica o religiosa che sia.. 
Non può esserci libertà propria a spese di quella degli altri… perché essa non danneggia mai nessuno… e ricerca sempre in ciò che fa… principi di verità e giustizia!!!
Perché l’essenza della libertà deriva da quella capacità insita di saper scegliere, senza costrizioni o intimidazioni, senza che un qualsivoglia “sistema” ci inghiotti, perché è nel suo diritto resistere a costo di diventare impopolari… sapendo di essere nel giusto per aver difeso quelle corrette scelte e convinzioni, senza necessità di doversi schierarsi per poterle sostenere… 
La vera libertà difatti è questa… perché senza di essa non c’è mai libertà, di nessun genere, nemmeno l’illusione di averla!!!
Nulla al mondo può impedire ad un uomo di sentirsi libero… lui è nato padrone della propria libertà e mai nessuno si potrà permettere di spegnere quelle proprie certezze….
Rendersi conto che siamo tutto e che senza libertà siamo… niente!!!
Allontanarsi da quelle regole sociali imposte, decidendo finalmente di prendere in mano la vita… senza che il giudizio altrui, possa minimamente scalfire le nostre scelte!!!
Perché questa è la vera libertà… non può essere insegnata… bisogna esclusivamente coltivarla e vivere…
Nessuno può incatenare la libertà… come nessuno potrà obbligarci a fare qualcosa che non si ha voglia di fare.

Difatti, l’unico modo di affrontare un mondo privo di libertà è diventare talmente liberi che la nostra stessa esistenza diventi un atto di ribellione!!!
La libertà ha bisogno di guardare con i propri occhi… non può limitare lo sguardo su ciò che gli viene frapposto… ma deve tentare sempre di guardare oltre… “che da tanta parte dell’ultimo orizzonte… lo sguardo esclude…” 
Superare le barriere naturali per saper guardare a distanza, al di là della realtà alla quale si è strutturalmente legati…
Ormai ho compreso che non è la libertà che manca… ma sono gli uomini liberi a mancare…. già sono diventati sempre più rari, impegnati in quella ascesa finanziaria, unico vero appagamento morale  

La libertà non chiede benessere… e non ricerca applausi… al contrario vuole avere il diritto di dire alla gente tutte le cose che non vogliono sentire!!!
Si dice che il mondo intero ami la libertà, eppure si fa di tutto per stare legati con le catene… poiché in realtà, ne ha una grande paura… in quanto lo obbliga a prendere delle decisioni, e come si sa, le decisioni comportano rischi!!!
Verrà un giorno in cui l’uomo si sveglierà dal suo oblio e comprenderà chi è veramente ed a chi ha ceduto le redini della sua esistenza…
Già menti ingannevoli e ipocrite… l’hanno reso schiavo e quando un giorno se ne renderà conto, si renderà libero da quelle catene!!!
Ma se non si possiede una libertà interiore, quale altra libertà si spera di ottenere…
Non si può essere liberi se si vive sempre come marionette, come non si può esigere la libertà di parola per compensare la libertà di pensiero che di fatto si rifugge…
L’importante difatti non è ciò che hanno fatto di noi… ma ciò che facciamo noi stessi di ciò che hanno fatto di noi!!!
Come le cose che si tenta di possedere… non devono finire per possedere noi stessi… perché è solo dopo aver perso tutto quello che hai… che finalmente sei libero di fare qualsiasi cosa!!!
Ed infine… dove non vi è libertà non può esservi legalità!!!
Diceva Piero Calamandrei: perché solo la legalità assicura, nel modo meno imperfetto possibile… quella certezza del diritto senza la quale praticamente non può sussistere libertà politica…
Per fare Buona Politica non c’è bisogno di grandi uomini, ma basta che ci siano persone oneste, che sappiano fare modestamente il loro mestiere…. 
Sono necessarie: la buona fede, la serietà e l’impegno morale. 
In politica, la sincerità e la coerenza, che a prima vista possono sembrare ingenuità, finiscono alla lunga con l’essere un buon affare!!!
Ed è quanto da troppo tempo sta accadendo in questo nostro Paese…  
Una relazione quella tra i cittadini e la legalità sempre più sofferta… e dove, furbizia e privilegi, la fanno da padrona!!!
In nessun paese europeo la regola è sentita come una sofferenza, anzi un limite!!!
Perché la regola… la legge qui è da noi tollerata, sopportata, sofferta e l’uguaglianza la si patisce come piatta livella. 
Vi è una necessità urgente di cambiare… di ricercare quella regola che ci permetterà di crescere liberi e responsabili… prima con se stessi e poi con gli altri!!!

Gli animali più codardi…??? LE IENE!!!

Non esiste animale più meschino, stupido, codardo, miserabile, egoista, malevolo, invidioso, ingrato del Pubblico. È il più vigliacco dei vigliacchi, perché ha paura di sé stesso!!!
C’è una serata della settimana, precisamente la Domenica, che dovrebbero intitolarla “la serata dei codardi” poiché preferiscono la sicurezza di un rifiuto… alla complessità di una scelta!!!
Il detto dice: a buon intenditore poche parole e ancor mano a chi capir non vuole…
Comunque, non è mia intenzione sostituirmi al noto divulgatore scientifico Piero Angela o al figlio Alberto, ma vorrei descrivere il comportamento di un animale… tra i più codardi della catena alimentare… precisamente LA IENA!!!
Questo è un animale prettamente vile, infatti evita di affrontare i pericoli che gli si possono presentare e soprattutto da solo sfugge a qualsivoglia rischio, tendendo a proteggersi all’interno di un gruppo (chiamato clan), dove (casualmente…) è proprio la femmina ad averne il controllo e a tenerlo unito…
Il Clan è formato da 3 fino a un centinaio di membri ed è costituito per la maggior parte da femmine… in quanto i pochi maschi, se pur presenti, sono relegati ai margini del gruppo…
L’essere femmina ha quindi un carattere dominante che conserva durante i vari passaggi… dove impone e fa valere la propria precedenza sui maschi che ad una prima visione sembrano essere delle comparse…,Infatti, quando un maschio entra nel gruppo, deve dimostrare molta reverenza nei confronti delle femmine presenti e dove, tentando settimanalmente di conquistarle, le seguono come dei cuccioli…
Alcuni gruppi non hanno dei territori fissi ma si dirigono in base a dove vengono “invitati”, mentre al contrario altri, vengono propriamente allontanati dal clan o per meglio dire, vengono “inviati” a perlustrare la savana per seguire le tracce di quegli animali migratori dei quali si nutrono…
Tra le specie di iene vi sono alcune che mostrano esser aggressive, ma la maggior parte di essi esprime riservatezza e atteggiamenti schivi ed è il principale motivo per il quale è difficile incontrarli…
Sono animali territoriali che tendono a difendere il loro territorio dagli estranei…  ed è per questo motivo che marcano le proprie aree, facendo si che nessuno ne possa pretendere il possesso…  
I modi di comunicazioni sono vari… solitamente 
parlano sghignazzando… già, hanno sempre quel modo di esprimersi senza ritegno… quella maniera di emettere versi simili ad una “risata” che rappresenta difatti l’appellativo che gli hanno fatto avere il nome di “iena rides”…
Non parliamo inoltre del contatto fisico (quello non viene mai palesato, in particolare in contrapposizione ad una eventuale aggressione… solitamente preferisce scappare…) mentre resta inteso quale interazione sociale o per la cura dei piccoli…
Di solito come animale viene paragonato ad uno spazzino… in quanto si nutre di tutto lo schifo di cui è circondato, in particolare di quei tipi di rifiuti urbani… 
E’ dire che potrebbe essere un’abile cacciatore, capace di colpire prede di notevoli dimensioni, ma per avviarsi….. aspetta sempre che ci sia sempre il suo gruppo… infatti, non si muove mai da solo e aspetta gli ordini della sua “regina”…
Le sue prede preferite sono lepri, roditori, rettili e uccelli, mentre quando attacca con tutto il clan, ecco in quel caso incoraggiato si dimostra “risoluto puntando insieme al gruppo verso prede più grosse come gnu, zebre, gazzelle… 
Avrete ben compreso come questi animali… preferiscano azzannare animali deboli e mai per colpirne altri ben più feroci… o che appartengono ad un clan meglio organizzato o certamente più aggressivo!!! 
E’ come uno “scopino”… fa sempre quanto gli si dice… e non alza mai la testa… anzi sono gli altri a dover fare il lavoro sporco… mentre loro stanno dietro e solo a cose fatte… si “presentano”!!!
La cosa assurda è che si sono guadagnati anche la considerazione della giungla che non li vede più per come sono… delle iene… ma bensì dei felini coraggiosi  sempre in cerca di carne fresca da mordere…
Concludendo, ho l’impressione che questi animali assomigliano molto a noi umani… sì, in particolare a quei soggetti che fanno sempre molto parlare di se, ma che in concreto – almeno con prove certe e documentate – non hanno mai dimostrato d’aver fatto nulla d’importante per la società civile a cui appartengono!!! 
Sono come quella gente che dice che vuol lottare e poi confonde il fischio d’inizio della partita con quello dell’ultimo minuto… e va a casa!

La Banca d'Inghilterra si prepara al "Brexit"

Una notizia interessante: pronto un piano per “liquidità illimitata per le Banche britanniche”. 
Dopo le dimissioni dalla direzione generale della British Chambers of Commerce, la Camera di commercio britannica, John Longworth spiega i motivi della sua scelta a favore dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea in un articolo pubblicato sul quotidiano “The Times”.
Innanzitutto, Longworth denuncia una campagna referendaria nel segno dell’iperbole e della disinformazione, con “un governo chiaramente di parte” che non garantisce un dibattito all’insegna dei fatti. 
L’esecutivo, accusa, “sta giocando il gioco pericoloso di promuovere l’idea che lasciare l’Ue sarebbe un disastro“; ciò, a suo parere, non e’ vero e la diffusione di questo messaggio potrebbe danneggiare le prospettive del paese, soprattutto nel caso in cui decidesse di lasciare l’Ue e dovesse negoziare i termini del divorzio.
Promette quindi, libero dall’impegno di direttore della Bcc, di dare il suo contributo nelle prossime settimane facendo parlare i dati. Longworth ricorda, quindi, di essere sempre stato a favore dell’appartenenza a una Ue riformata; tuttavia, le ricerche degli ultimi anni e l’esito, molto inferiore alle aspettative, della rinegoziazione con i partner condotta dal primo ministro, David Cameron, lo hanno convinto che l’Ue sia “incapace di riforme significative”.
“Avremo un futuro più brillante se lasciamo, ma bisogna fare questo passo adesso, prima che sia troppo tardi”, afferma. 
Ci sono argomenti validi su entrambi i fronti e la comunità d’impresa e’ divisa, ammette, infine, Longworth, concludendo, tuttavia, che la scelta è “tra il diavolo e il mare aperto”, ma che restando col diavolo si rimarrà sempre prigionieri mentre l’alternativa può’ essere perfino lo sbarco in un paradiso tropicale.
Intanto, la Banca d’Inghilterra prende molto sul serio la possibilità che vinca il Brexit e si prepara a proteggere le banche del Regno Unito dalla carenza di liquidità nell’eventualità di un voto referendario a favore dell’uscita dall’Unione Europea, segno del crescente nervosismo delle autorità sui possibili effetti del pronunciamento popolare.
La Boe, riferisce in questo caso il “Financial Times”, ha annunciato che darà’ alle banche commerciali tre eccezionali opportunità di ricorso al credito senza limiti appena prima e subito dopo il referendum sull’Ue, in programma il 23 giugno, per prevenire il ripetersi del caos della crisi finanziaria del 2007-2008.
Il piano, che i collaboratori del cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, negano sia stato orchestrato d’intesa col Tesoro, rafforza l’allarme sul rischio di instabilità economica e turbolenze sui mercati finanziari in caso di Brexit.
Gli anti-europeisti, invece, ipotizzano interferenze del governo e accusano il banchiere centrale, Mark Carney, di essersi fatto trascinare in quello che definiscono il “Progetto paura” del fronte europeista. Carney ha ribadito l’importanza di restare fuori dalla mischia politica; era noto che l’istituto stesse lavorando a un piano di emergenza e ora ha annunciato tre operazioni pronti contro termine per il 14, il 21 e il 28 giugno.
L’impiego di simili strumenti era stato previsto anche nel 2014 per il post referendum sull’indipendenza della Scozia, ma il piano fu reso noto solo a voto concluso. 
In ogni caso, i sondaggi continuano a dare vincente in Brexit, che sarebbe in testa di 5 punti già ora, quando la campagna referendaria in realtà non è ancora entrata nel vivo. Il voto sarà il 23 giugno prossimo. 
Da il nord.it

Il coraggio è fatto di paura…

Io non amo la violenza… anzi la odio!!!
Non mi piace dover assistere a come questi terroristi utilizzino l’uso della forza e fanno dell’assassinio il loro unico messaggio di morte…
Si esternano motivi religiosi per nascondere i veri fini, politici e soprattutto economici…
Ma quando si tenta di cambiare il pensiero umano con la forza, ciò che viene stravolta è soltanto la propria personalità, quella profonda ignoranza di chi non conosce e trasforma una corretta dottrina in qualcosa di pura follia… 
Quando il pensiero non è più libero, quando la libertà è limitata da barriere o vincolata da muri eretti o mo’ di protezione, quando l’spirazione ideologica si scontra con i condizionamenti psicologici, quando i sentimenti manifestano recrudescenza… ecco… io da tutto ciò fuggo… e condanno con disgusto e con ira… 
Ma anche quando un governo si impone con la violenza e con la ferocia impedisce ai cittadini di potersi esprimersi, di opporsi, addirittura di pensare, allora ricorrere in egual maniera a quella violenza diventa una necessità…
Quando la ferocia diventa brutale e base della propria esistenza, quando è l’arroganza e la sopraffazione, l’unica arma ricercata, quando è l’aggressività a modificare il nostro destino, quando la vita ci appare come un’occasione perduta, un rimpianto di ciò che non è stato e avrebbe potuto essere, un rimorso di ciò che non si è fatto e avremmo potuto fare, e si spreca il presente rendendolo un’altra occasione perduta…., quando il destino esigeva…  perché il destino stesso aveva stabilito…
Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie, lo si fa per principio, per se stessi, per la propria dignità, per quel po di coraggio che ancora ci resta… già proprio per quel coraggio fatto di paura…
Lottate, lottate sempre, ragionate con il vostro di cervello… e non con quello degli altri!!!
Ricordate che ciascuno è qualcuno, un individuo prezioso, responsabile, artefice di se stesso, difendetelo il vostro io, nocciolo di ogni libertà, la libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere.. ed è a quel dovere che bisogna sempre restare aggrappati, costi quel che costi…
Bisogna sempre guardare negli occhi la paura… con lo sguardo però sempre colmo di coraggio!!!