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La metastasi perfetta e un sistema ormai diffuso che si auto-assolve.


Ho letto ieri dell’ennesima inchiesta giudiziaria della Procura di Palermo compiuta sugli appalti pilotati, con i nomi riportati degli indagati, ed allora mi ritrovo a pensare a questa ondata di arresti, a questa ridda di nominativi che riempiono le cronache e che parlano un linguaggio antico eppure sempre attuale.

Appalti pilotati, dicono, e la mente corre a quelle stanze dove si decide, dove si dovrebbe servire il pubblico bene e invece si tessono trame private. È un male che non conosce quartiere, ormai, che ha messo radici profonde e che sembra aver imbevuto ogni livello del potere, dalla politica che dovrebbe legiferare, ai dirigenti e ai funzionari che dovrebbero amministrare.
Si parla di un ex governatore, di un deputato di un “partello” (per chi non lo sapesse, non è un errore grammaticale, ma un termine volutamente dispregiativo per sminuire l’istituzione partitica), di un ex ministro, di manager sanitari, di direttori generali.

Volti noti e altri meno noti, ma tutti accomunati da quell’unico, sottile filo che lega carriere e affari opachi. Persone che hanno avuto in mano la salute pubblica, le opere, il territorio, e che avrebbero dovuto essere garanti e invece, si sospetta, siano diventati ingranaggi di un sistema marcio.

Sì… è questa la normalità che ci ritroviamo, un pantano in cui sembra che tutto giri intorno a logiche di favore, di spartizione, di illecito, di raccomandazioni, di clientelismo, etc…

E mi chiedo, in questo scenario, cosa possiamo attenderci da una riforma della giustizia voluta da un governo che oggi si regge proprio su forze politiche i cui esponenti, alcuni già condannati, altri indagati, figurano in queste inchieste.

Non serve essere di una parte per vedere la realtà, basta essere onesti con se stessi. Si poteva forse sperare in una sterzata verso la trasparenza, in un cambio di passo? A guardare come vanno le cose, non ci si poteva aspettare diversamente. È un circolo vizioso che si autoalimenta, una palude che nessuno ha davvero interesse a bonificare.

La sensazione amara, che si fa sempre più forte, è che in questo paese andrà ahimè sempre peggio. È uno schifo che non accenna a diminuire, anzi, pare si stia normalizzando, diventando quasi folklore, un dato di fatto contro il quale è inutile indignarsi. E forse la cosa più terribile è questa rassegnazione, questo smarrimento di fronte a un male che sembra ormai incurabile.

Già… non so più cosa ci potrà salvare da questo schifo…

Se si vogliono conoscere i nomi degli indagati, questo è uno dei tanti link che parla dell’argomento sul web: https://www.lasicilia.it/news/cronaca/3004513/appalti-pilotati-i-nomi-di-tutti-gli-indagati.html?ch=1

Condivido appieno quanto riportato dal nostro Parlamento: L’Italia è migliore di chi oggi la governa!


Già… condivido appieno quanto riportato dal nostro Parlamento: L’Italia è migliore di chi oggi la governa!
L’altro ieri, ascoltando il telegiornale, la mia attenzione è stata catturata da una dichiarazione che ha immediatamente risuonato con qualcosa che sento da tempo, un pensiero che aleggia nelle conversazioni al bar, nelle cene in famiglia, tra amici, in quel senso di frustrazione che ormai è pane quotidiano per molti di noi.

È stata la Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, a pronunciare questa frase, e nonostante le distanze politiche, devo ammettere che per una volta le parole hanno centrato un bersaglio più grande di qualsiasi schieramento. Appena l’ho sentita, ho pensato che non poteva rimanere solo una battuta in una trasmissione, ma doveva essere colta, scritta e fatta propria, perché esprimeva un sentimento diffuso da essere ormai una verità quasi dolorosa.

E da quella frase, credo che chiunque possa comprendere chiaramente non solo il mio pensiero, ma quello di una fetta sterminata di connazionali che ormai guarda alla politica come a un universo distante, un palcoscenico dove non si recita più il bene comune, ma un copione logoro di clientelismo e malaffare. È la percezione di un sistema che sembra alimentarsi di corruzione, di raccomandazioni spudorate e, ahimè, di quell’ombra lunga della criminalità organizzata che intreccia i suoi fili con il potere, lasciando i cittadini onesti a chiedersi se esista ancora un luogo pulito dove decidere il futuro per i propri figli.

È fondamentale precisare che questo non è un discorso di parte, non nasce da una bandiera di destra, di sinistra o di centro. La mia vita l’ho costruita facendo a meno della politica e dei loro referenti, tenendo ciascuno di essi a grande distanza e quando ci siamo trovati vicini, ho sempre espresso – tra mille lacchè che porgevano la mano, sorridevano a trentasei denti e chiedevano l’autografo – ciò che pensavo di loro, criticando soprattutto talune loro decisioni, non solo politiche, ma anche personali.

Mi sovviene ad esempio un caso in cui ad uno di essi – che aveva pubblicizzato se stesso nei cartelloni siciliani – già… con quella propria immagine stilizzata nera che ne ritraeva il profilo – su uno sfondo chiaro, e sotto quell’odiosa frase: l’unico pizzo che piace ai siciliani!

Beh… incontrandolo casualmente in una manifestazione – avevo accompagnato lì una mia amica che quel giorno era senza macchina – e passandomi egli vicino, garbatamente salutandomi, lo ringraziai per il saluto e ricambiai a mia volta, ma gli dissi subito ciò che pensavo e cioè che a sentire la parola ‘pizzo’ ero andato su tutte le furie. Gli feci presente che non si poteva, e non si doveva, scherzare con quella vergognosa forma di estorsione e che, personalmente, respingevo con sdegno quella pubblicità che, banalizzando un termine intriso di dolore e paura, offendeva la memoria e la dignità di tutte le vittime e di chi ogni giorno combatte silenziosamente quella piaga.

Questo è soltanto uno dei casi, ma potrei farvi ancora qualche altro esempio – vi confermo sin d’ora comunque che non sono molti – forse perché ho sempre tenuto la politica distante da me, ma ricordo comunque un altro episodio, a suo modo simpatico, con l’attuale nostro Presidente del Consiglio, in quella circostanza non lo era ancora, ma ve lo racconterò – forse – in un mio prossimo post.

Ma comunque non voglio generalizzare, sì… non è giusto fare di tutta un’erba un fascio, e proprio per questo, so riconoscere che a livello locale, per fortuna, esistono ancora persone perbene, individui volenterosi che si dedicano con passione autentica a risolvere i problemi veri della gente, che lottano per la salute, per una scuola dignitosa, per un ambiente vivibile. Sono loro la prova vivente che l’Italia è migliore.

L’amara ironia, però, sta proprio in questo contrasto stridente tra l’operosità silenziosa di tanti e la sterilità rumorosa di chi governa. Le decisioni che scendono dall’alto, dalla maggioranza di oggi, sembrano troppo spesso sorde alle urgenze reali del Paese, incapaci di cogliere quel grido di bisogno che sale dalle comunità, preferendo alimentare divisioni e quel fuoco che brucia le nostre potenzialità.

È come assistere a un naufragio dalla tolda di una solida nave, quella del governo. Si vede la gente in mare che lotta, che chiede aiuto con tutte le sue forze. E sulla nave, le corde per salvarli ci sono tutte, sono robuste e pronte all’uso. Eppure, chi dovrebbe buttarle le trattiene strette, come un tesoro personale. Qualcuna, è vero, vola verso un parente, un amico, un conoscente, ma per la maggior parte delle persone che affondano, non arriva nulla.

Si preferisce guardare altrove, dimenticando che il primo, l’unico comando, era salvare la collettività.

Sì… quella stessa collettività che doveva essere la loro unica, vera missione.

Quanti morti servono prima che il governo impari a intervenire dove conta? Le procedure di sicurezza sono solo carta straccia.


Ogni giorno leggo, ahimè, numeri sempre più crescenti, sperando che finalmente qualcuno, da quei palazzi istituzionali, potesse comprendere la profondità dell’emergenza.

Debbo ammettere che, in tutti questi anni, mi sono sbagliato, già… perché mentre cercavo di analizzare quei dati e proponevo – anche in questo blog – una serie di possibili soluzioni, mi sono reso conto che la situazione reale, ahimè, è ancora più tragica e allarmante di quanto immaginassi.

Tutto quel fiume di carta, quelle montagne di documenti inutili servono a poco se, alla fine, manca del tutto la verifica sul campo, il controllo effettivo capace di impedire alle aziende di ricorrere a stratagemmi pur di strappare fino all’ultimo minuto di lavoro da persone ormai stremate.

Una stanchezza fisica che si trasforma in disattenzione, in un attimo di fatalità: la diretta conseguenza di una cultura del lavoro malata, dove la produttività viene prima della vita umana e le procedure di sicurezza sono viste come ostacoli da aggirare.

Dietro quei numeri, infatti, si nascondono le storie di chi paga il prezzo più alto: lavoratori più vulnerabili che affrontano rischi enormemente superiori, un divario inaccettabile che parla di sfruttamento e di una tutela minore per chi ha meno voce in capitolo.

È una strage silenziosa e selettiva, e la sua geografia è eloquente: alcune regioni del paese vivono in una perenne emergenza, sintomo di un problema radicato e di un sistema di controlli che evidentemente non funziona – o non arriva in modo uniforme.

I settori più colpiti sono noti da anni per la loro pericolosità, eppure sembra che poco o nulla cambi nelle dinamiche che portano a queste tragedie. È agghiacciante constatare l’aumento delle morti durante il semplice tragitto verso il lavoro: un logoramento che si estende ben oltre i cancelli dell’impresa.

Ciò che davvero mi fa arrabbiare, oltre alle vite spezzate, è la sensazione che tutta l’impalcatura normativa rischi di trasformarsi in un gigante burocratico dai piedi d’argilla. Si parla sempre di nuovi accordi e linee guida, ma tutto ciò non serve a nulla se manca il coraggio di andare a scovare e punire severamente quelle imprese che, per profitto, alimentano un sistema di illegalità e sfinimento.

Alla fine, dietro queste mie analisi si nasconde una verità scomoda che forse nessuno vuole realmente affrontare: molto spesso, la sicurezza viene sacrificata sull’altare del risparmio. O chissà, magari perché il sistema viene costantemente “oliati” da chi di dovere, e così tutto finisce per passare in secondo piano.

Lo ripeto: serve una strategia totalmente diversa da quella finora messa in campo – da chi, tra l’altro, seduto da sempre in quelle poltrone, non sa neppure cosa significhi lavorare, sporcarsi le mani, né tantomeno comprendere quali meccanismi adottare per far finire, o quantomeno ridurre a un banale incidente (che, naturalmente, può sempre capitare), tutto questo.

Serve qualcosa che vada oltre la preparazione di documenti sterili e poco verificabili, visto che la maggior parte di essi si basa su vere e proprie autocertificazioni.

Manca, invece, il controllo serio. E soprattutto manca la volontà di far crescere una cultura del lavoro che ponga la dignità della persona al centro. Perché finché continueremo a contare i morti invece di proteggere i vivi, ogni numero sarà soltanto una sterile confessione della nostra indifferenza.

Non è un ponte, è un affare per pochi!

La realizzazione del Ponte sullo Stretto viene presentata come un traguardo storico, un simbolo di modernità che unirà due mondi e rilancerà l’economia del Sud, ma dietro questa narrazione trionfalistica – secondo me – si nasconde un groviglio di interessi che poco hanno a che fare con il bene comune.
Già… il governo parla di sviluppo, di collegamento tra le due sponde, di un’opera che cambierà per sempre il volto del nostro Paese, eppure queste parole risuonano vuote, in particolare se si osserva in maniera obiettiva, chi sta già incassando, chi sta decidendo e soprattutto chi sta muovendo le fila dietro le quinte…

Non sono ahimè soltanto i timori di infiltrazioni mafiose a rendere questa impresa così controversa, anche se va detto, dietro i miei sospetti, vi sono rapporti purtroppo fondati: le allerte della Dia, i rapporti dell’Antimafia, le cronache di appalti oscuri e i subappalti incontrollabili, raccontano come, ormai da decenni, le grandi opere in questo Paese siano terreno di caccia per la criminalità organizzata.

Eppure, nonostante il settore delle costruzioni e tutto ciò che ad esso è direttamente connesso, continui a concentrare oltre il 60% delle misure preventive antimafia, la risposta ufficiale si riduce spesso in una pericolosa sottovalutazione del fenomeno…

Già… è come se la criminalità organizzata fosse solo un pretesto da liquidare con leggerezza, un approccio che da sempre alimenta nel sottoscritto il sospetto che, per alcuni, la lotta alla criminalità sia più un obbligo di facciata che una reale missione, sì… un mero adempimento per garantirsi lo stipendio.

Ma esiste un livello ancora più profondo, e forse più inquietante, che va oltre la criminalità organizzata. È un sistema di potere fondato su alleanze silenziose e interessi convergenti tra una certa politica e una precisa fetta dell’imprenditoria – solitamente settentrionale – la stessa che oggi, sotto l’egida di “general contractor”, si sta accaparrando appalti milionari grazie alle nostre regioni.

Non si tratta quindi di semplice speculazione: è un meccanismo ben oliato, una trama di comodo in cui finanziamenti pubblici, scelte politiche e commesse private si fondono sotto una finta trasparenza di legalità. È questo sistema, che ho già definito (nei miei precedenti post) “triadico”, a spingere con forza per l’avvio dei cantieri, quasi per creare un fatto compiuto, un’opera talmente avviata da risultare a chiunque impossibile da fermare, anche quando i dubbi si accumulano…

Le stime di costo superano i tredici miliardi e mezzo di euro, una cifra astronomica, di cui oltre dieci miliardi sarebbero già destinati a un’unica figura contrattuale, un’enormità di denaro pubblico che scorre in un canale poco controllabile.

E mentre si parla di pedaggi sostenibili, gli analisti internazionali, come quelli del Financial Times, mettono in guardia: il costo per attraversare il ponte – attualmente il costo di sola andata con il traghetto per un’autovettura è di €. 42.00 – potrebbe salire fino a sessanta volte quello di un’autostrada comune, una barriera invisibile che trasformerebbe l’opera non in un collegamento, ma in un esclusivo corridoio per pochi privilegiati.

Nel frattempo, a Torre Faro, a Villa San Giovanni, migliaia di famiglie vivono nel terrore di perdere le loro case, strappate via da un progetto che non le ha mai ascoltate e le rassicurazioni tecniche, non cancellano la paura di vivere su una faglia sismica dove ogni vibrazione potrebbe diventare fatale. Si parla di progresso: ma il progresso non dovrebbe cancellare le comunità, non dovrebbe spezzare la vita di chi ci abita da generazioni…

E allora, cosa spinge l’attuale governo a questa decisione? E’ forse l’idea di unire due regioni, il continente con l’isola, il desiderio di modernizzare il Sud? O forse dietro c’è la smania di oliare quel meccanismo di potere, di ricchezza concentrata, di opportunità riservate a pochi, loro, sì… gli stessi che da sempre si muovono sotto il velo del patriottismo infrastrutturale!

E quando tutta questa storia finirà, con il ponte costruito o meno, una cosa è certa: le conseguenze le pagheranno ancora una volta i soliti. Noi siciliani, noi calabresi, quelli che dal 1860 in poi hanno imparato a conoscere bene il prezzo delle promesse non mantenute.

Il ponte, forse, si farà. Ma non sarà mai un ponte per il popolo: Sarà un ponte d’oro per pochi, e un futuro d’ombra per molti!

Larry Fink: il filosofo del capitalismo che investe in tutto e il contrario di tutto – Seconda Parte

Per capire quindi BlackRock, dobbiamo guardare alla figura che ne è il volto e la mente: il suo fondatore e CEO, Larry Fink.

Già, la sua storia personale rappresenta difatti la chiave per interpretare le apparenti contraddizioni di quella sua società.

Sembra che un enorme errore finanziario, commesso da giovane, lo rese ossessionato dal rischio, sì, un’ossessione che ha plasmato la cultura di “BlackRock”, trasformandola nel pilastro di stabilità che è diventata oggi.

Ma Larry Fink è molto più di un manager; sì, potremmo definirlo un filosofo del capitalismo moderno.

Le sue lettere annuali ai CEO di tutto il mondo sono attese come documenti programmatici che lanciano grandi tendenze, mi riferisco all’importanza della sostenibilità (ESG) e al futuro delle criptovalute.

Ed è qui che nasce il paradosso più intrigante. Fink è il grande promotore di un capitalismo responsabile e con uno scopo sociale, eppure la sua società, BlackRock, rimane ahimè il più grande investitore al mondo in compagnie di combustibili fossili e soprattutto uno dei principali finanziatori dell’industria bellica.

Certo, leggendo ora quanto sopra, molti di voi si stanno chiedendo se questo comportamento non possa paragonarsi a un’ipocrisia, ma la verità è che esso è lo specchio di una missione duplice: da un lato spingere per un cambiamento a lungo termine, dall’altro adempiere al mandato primario di generare rendimenti per quella sua clientela, non solo vastissima, ma certamente con obiettivi diversi.

Ma non solo, il suo potere si misura anche nella fiducia che molte istituzioni gli ripongono. Ad esempio, durante le crisi, dai subprime del 2008 al crack bancario del 2023, sono state la Federal Reserve e i governi a chiamare BlackRock per gestire le operazioni più delicate, affidando a essa, già, attore privato, compiti di stabilizzazione pubblica.

Ecco perché Fink siede ai tavoli del “World Economic Forum” e incontra regolarmente i leader di tutto il mondo, un accesso certamente privilegiato che gli permette di plasmare il dibattito economico globale.

E allora ritengo che la questione più importante non è se un uomo d’affari stia tessendo da tempo una delle più grandi cospirazioni mondiali, bensì se noi, come società, siamo diventati “comfortable”, e cioè che un numero sempre più ristretto di attori privati, per quanto potremmo definire “illuminati”, detengano un’influenza così profonda, sia sulla stabilità economica, che sulle scelte etiche del nostro futuro.

Per cui la vera sfida non sta nel comprendere cosa sia BlackRock e cosa si celi dietro le manovre di Larry Fink, bensì cosa possiamo fare noi, come cittadini e investitori, per avere una maggiore trasparenza e soprattutto coerenza, usando quindi quel po’ che ci resta come potere per orientare il sistema verso una direzione che rifletta davvero i nostri valori, senza quindi dover ancora dipendere da scelte più o meno giuste, ma certamente di altri.

SIRIA: Una crisi che nessuno sa più come fermare…

La situazione in Siria continua a essere estremamente fragile, con una tensione che si è fatta – negli ultimi giorni – sempre più palpabile.

Le forze governative guidate dal presidente Ahmad Ḥusayn al-Sharaa si trovano sotto pressione, non solo per il crescente malcontento interno, ma anche per le pressioni esterne che temono un rapido peggioramento della crisi.

Israele ha infatti intensificato i suoi attacchi aerei, dichiarando di voler impedire una presunta “uccisione di massa” di drusi da parte delle forze leali al governo siriano.

Questo intervento, seppur motivato da una presunta difesa dei diritti umani, ha ulteriormente destabilizzato una regione già scossa da scontri violenti tra fazioni armate, tribù beduine e comunità druse, soprattutto nella provincia meridionale di Sweida. .

Le violenze registrate nelle ultime settimane hanno messo a dura prova la capacità del governo di al-Sharaa di mantenere il controllo su tutto il territorio nazionale. Il presidente aveva promesso di proteggere le minoranze settarie del Paese, ma gli eventi sembrano andare nella direzione opposta.

Dopo le uccisioni di massa di alawiti a marzo, ora sono i drusi a subire gravi violenze, alimentando timori di una spirale di vendette settarie. Nonostante le dichiarazioni ufficiali che ribadiscono l’impegno per l’unità nazionale, molti osservatori internazionali avanzano dubbi sulla reale volontà o capacità del governo di evitare una frammentazione del Paese.

L’ex ministro israeliano della Difesa, Ehud Barak, ha espresso apertamente le sue preoccupazioni in un’intervista a Beirut, sottolineando come il governo di al-Sharaa debba urgentemente rivedere il proprio approccio. Secondo Barak, solo un governo più inclusivo e veloce nell’integrare le minoranze potrà evitare il collasso istituzionale.

Ha anche sottolineato come al-Sharaa debba “maturare” e comprendere che il suo attuale stile di governo non è sostenibile. Le pressioni esterne si fanno sempre più forti: gli Stati Uniti, attraverso il loro inviato speciale Tom Barrack, hanno esortato il presidente a riconsiderare le sue politiche, avvertendo che un’eventuale frammentazione del Paese potrebbe portare alla perdita del sostegno internazionale.

Il ministro dell’Informazione siriano ha cercato di rassicurare l’opinione pubblica, dichiarando che l’unità geografica della Siria non è in discussione e respingendo le accuse secondo cui le forze governative sarebbero responsabili di crimini contro i civili drusi.

Ha suggerito che alcuni video circolati sui social network potrebbero essere stati manipolati e ha ipotizzato che alcuni attacchi fossero stati effettuati da militanti dell’ISIS travestiti da soldati governativi. Ha anche sottolineato che le forze siriane non sono entrate a Sweida, in quanto avevano accordi con Israele per evitare ulteriori escalation. Tuttavia, queste dichiarazioni sembrano non aver convinto né l’opinione pubblica né la comunità internazionale. .

Il cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti la scorsa settimana ha posto fine agli scontri più violenti, ma la situazione rimane instabile. Al-Sharaa, nel suo discorso televisivo, ha dichiarato che l’intervento israeliano ha spinto il Paese verso una fase estremamente pericolosa.

Israele di contro, per come abbiamo potuto vedere nei vari Tg, ha colpito diversi obiettivi strategici tra cui il quartier generale del ministero della Difesa a Damasco, giustificando le azioni come parte della sua missione di proteggere i drusi, una comunità che gode di uno status particolare all’interno dello Stato ebraico. Comprenderete come, questo coinvolgimento diretto di una potenza straniera ha aggiunto una ulteriore complessità ad una crisi già di suo intricata. .

Il rischio concreto è che la situazione in Siria possa inasprirsi, con conseguenze imprevedibili per l’intera regione. D’altronde la mancanza di un piano di successione, l’instabilità interna e le pressioni esterne, rendono il futuro del Paese estremamente incerto.

Gli Stati Uniti e altri attori internazionali stanno cercando di contenere il caos, ma senza un reale impegno da parte del governo siriano a riformarsi e a includere tutte le componenti della società, il rischio di una guerra civile resta alto.

Ma forse, la vera domanda non è tanto chi governerà la Siria, ma se quel Paese potrà ancora essere governato…

La libertà di un Paese passa con il voto!

Purtroppo, nel nostro Paese, e in particolare nella mia regione, la Sicilia (ma potrei dire lo stesso per molte altre…), quel voto è diventato merce di scambio. Sì, principalmente per interessi personali!

Non dico che sia sbagliato esprimere una preferenza, ma quando ciò accade senza alcun senso di responsabilità o come mero atto di scambio, si finisce per tradire l’essenza stessa della democrazia. E allora, a che serve quella “X” nell’urna? A cosa porta, se non all’indifferenza generale verso i partiti, i candidati e, cosa ancora più grave, l’intero sistema Paese?

Si va avanti così, tra apatia e opportunismo, ignorando deliberatamente le conseguenze delle decisioni prese nei palazzi del potere. La politica diventa un campo sterile, dove tutto si riduce a un ciclo perverso: il cittadino baratta il proprio voto per un tornaconto personale, e in cambio alimenta un sistema corrotto che soffoca ogni possibilità di cambiamento.

Le cronache sono piene di scandali, inchieste e amministrazioni sciolte per infiltrazioni mafiose. È un copione tristemente noto: un “patto” elettorale tra candidati e criminalità organizzata, costruito sulla compravendita del consenso.

La criminalità utilizza metodi ormai collaudati: dal pagamento in contanti per ogni voto garantito, allo scambio in natura, come buoni spesa o favori lavorativi. A questo si aggiungono le pressioni esercitate da chi, con il ruolo di datore di lavoro, impone ai propri dipendenti una preferenza elettorale in cambio della promessa di sicurezza occupazionale.

È chiaro che il cosiddetto “voto di scambio” rappresenta un reato grave, codificato come scambio elettorale politico-mafioso, punito con pene dai 4 ai 10 anni di reclusione. Ma quanti candidati temono davvero questa legge? Quanti si preoccupano delle conseguenze? Pochi, pochissimi. Perché, in fondo, sanno di agire in un contesto dove la complicità e l’omertà garantiscono l’impunità.

Ed allora come possiamo invertire questa rotta?

Già… se vogliamo davvero spezzare questo circolo vizioso, servono non solo azioni concrete, ma un profondo cambio di mentalità:

Ad esempio, bisogna ripartire con l’educazione civica e la sensibilizzazione: Le scuole devono tornare a essere il luogo dove si educa al valore del voto come strumento di partecipazione e cambiamento. Solo cittadini consapevoli possono rifiutare le logiche corrotte.

Ed ancora è necessaria più trasparenza e soprattutto un corretto monitoraggio; ad esempio si possono rafforzare i controlli durante le campagne elettorali e garantire la trasparenza nei finanziamenti ai candidati e ai partiti.

Implementare eventuali sistemi di segnalazione anonima sia per chi subisce pressioni, ma anche per chi viene intimidito, affinchè quel voto risulti libero da coercizioni e grazie a questi nuovi meccanismi si riesca a proteggere gli eventuali denuncianti.

Ed ancora, pene più severe e certe, perché non basta che il reato esista soltanto nel codice penale e poi come vediamo spesso nessuno paga!!! E tempo che le pene vengano applicate con rigore, afficnhè la società civile possa esser pronta a chiedere conto ai responsabili.

Ed infine è necessario incentivare la partecipazione attiva!!! La politica non deve essere percepita come un mondo distante o corrotto, ma come uno strumento nelle mani dei cittadini. Favorire una maggiore partecipazione ai processi decisionali, attraverso piattaforme digitali o incontri pubblici, solo così si può far riscoprire il senso di appartenenza.

In definitiva, il voto non è solo un diritto: è un dovere morale verso noi stessi e le generazioni future.

Se continueremo a svenderlo al migliore offerente, tradiremo ogni speranza di riscatto per la nostra terra. Solo con un impegno collettivo e una rinascita della coscienza civile potremo davvero riconquistare quella libertà che oggi appare sempre più compromessa.

Ponte sullo Stretto: un'opera epocale o il preludio di una bancarotta?

Dietro il clamore mediatico e le promesse di sviluppo, ho la sensazione che si nasconda un dubbio inquietante…
Già… quest’opera mastodontica sembra servire più agli interessi di pochi che al bene comune, ma non solo, la sua mancata realizzazione – dovuta a eventuali decisioni del governo – potrebbe celare un secondo fine, sì… ancora più sinistro: proteggere ad esempio un eventuale tracollo societario.

Le inchieste giornalistiche e le denunce politiche hanno finora portato alla luce ombre sempre più inquietanti: procedure poco trasparenti, intrecci tra politica e affari, criminalità organizzata ed ancora, vecchi protagonisti di scandali passati che tornano pericolosamente al centro della scena.

Nel frattempo, i costi lievitano senza controllo, mentre i dati sull’impatto ambientale e sociale vengono sistematicamente “aggiustati” per adattarsi alla narrativa ufficiale.

Ai cittadini, dunque, non resta che assistere, spettatori di un’opera apparentemente inutile, progettata per arricchire pochi a spese di molti.

E allora, la domanda sorge spontanea: non sarà che dietro la facciata di questa infrastruttura epocale si nasconde l’ennesima bancarotta programmata?

Sì, perché non siamo di fronte alla solita strategia per drenare fondi pubblici o coprire errori di gestione e malaffare. Questa volta, la mancata realizzazione del progetto potrebbe diventare un comodo pretesto per giustificare un’eventuale bancarotta pilotata.

E chi pagherà il prezzo di questo disastro? Non i grandi protagonisti di questa vicenda, ma le imprese affidatarie, subappaltatori e fornitori. Una strage economica preparata a tavolino, un “delitto” che rischia di trascinare nel baratro interi settori produttivi.

Ecco perché è fondamentale aprire gli occhi e riflettere. 

E quindi a chi oggi si fida ciecamente delle promesse dei ministri, a chi si dice orgoglioso di far parte di questo progetto, è necessario chiedere: siete certi che dietro questa grande opera non si celi una decisione già presa nelle stanze del potere? Una decisione che non mira al bene comune, ma che potrebbe trasformarsi nel più grande buco finanziario della storia recente, capace di spingere il Paese verso una recessione devastante.

Perché, diciamolo chiaramente: il futuro dello Stretto è stato già deciso: e non prevede la costruzione di un ponte!!!

Che schifo: ministri e sottosegretari (non eletti) di questo governo si aumentano di 7000 euro lo stipendio, mentre chi ha meno deve stringere ancora più la cinghia!!!!

In un paese dove la disuguaglianza sociale cresce ogni giorno, il governo ha appena deciso un aumento di 7.000 euro al mese per ministri e sottosegretari non eletti, già ben retribuiti, ai quali si aggiungono altri 1.200 euro per spese telefoniche e viaggi. 

E intanto…

Le pensioni minime restano ferme, nonostante l’inflazione.

Le tasse aumentano su voli e giochi online, pesando soprattutto sulle famiglie comuni.

Gli strumenti per semplificare la vita fiscale dei cittadini si rivelano inefficaci.

Questa ulteriore decisione del Governo Meloni non è solo uno schiaffo morale, ma è la dimostrazione di un sistema che continua a dare a chi ha già tanto e a ignorare chi ha davvero bisogno.

Il messaggio è chiaro: se appartieni alle classi meno abbienti, puoi solo rassegnarti a un futuro sempre più incerto, mentre se ti trova nei palazzi del potere ti vengono concessi privilegi, bonus e spese da danno della collettività.

Cosa aggiungere, osservando quanto accade ogni giorno in questo nostro “democratico” Paese, non possiamo che sperare in una rivoluzione, già… come quella appena compiuta in Siria!!! 

D’altronde ditemi: fino a quando sarà accettabile tollerare un’Italia così sbilanciata? Non è forse giunto il momento di dire basta a tutte queste indegne ingiustizie?

Ma basta!!! Ogni giorno leggiamo di truffe alla Stato, fatture false, evasione Iva!!! Già… ma cosa si può fare per cambiare questo indegno trend?

Sappiamo bene che per cambiare il trend dell’evasione fiscale e delle truffe in questo Paese è necessaria una combinazione di misure che agiscano sia sull’aspetto preventivo che su quello punitivo…

Difatti, la questione delle truffe fiscali in Italia è un problema complesso e ben radicato che richiede ahimè approcci sistemici e innovativi. 

Le misure punitive come arresti, sequestri e confische sono sì necessari, ma, come osserviamo abitualmente, non sembrano essere sufficienti a risolvere il problema.

Già… per ottenere un sistema fiscale più inviolabile e stringente, si dovrebbero adottare tutta una serie di accorgimenti utili tra cui alcune riforme. 

Ad esempio… si potrebbe iniziare con una semplificazione Fiscale!!!

Mi riferisco innanzitutto ad una riduzione della burocrazia; le procedure fiscali complicate incoraggiano il più delle volte all’evasione e/o alla manipolazione dei conti, viceversa, un sistema fiscale più semplice e trasparente potrebbe di gran lunga ridurre le possibilità di frodi.

Tuttavia, è necessaria una riforma delle Aliquote: rendere il sistema più chiaro potrebbe ridurre l’incentivo all’evasione. 

Molte imprese e soprattutto tantissimi cittadini sono tentati di evadere a causa di percepite ingiustizie o inefficienze del sistema attuale (circostanze quest’ultime che in taluni casi potrebbero anche risultare esser corrette…).

Si potrebbe altresì procedere con degli incentivi per l’adeguamento volontario; il governo ad esempio potrebbe fornire incentivi (come agevolazioni fiscali, accesso a bandi o altre forme di assistenza) per le aziende e/o per i cittadini che dimostrano essere corretti nei pagamenti.

Buove forme di sgravi fiscali e/o di riduzione delle sanzioni potrebbero aiutare molti contribuenti a dichiararsi spontaneamente irregolari, ritornando così a pagare anche grazie a modalità rateali…

Bisogna migliorare le tecnologie di monitoraggio, perché quelle finora utilizzate si sono dimostrate obsolete!!!

La tecnologia “blockchain” potrebbe essere usata per monitorare le transazioni in modo più efficiente e trasparente; registrare infatti le transazioni su una “blockchain” potrebbe rendere estremamente difficile manipolare e quindi falsificare i dati.

Anche l’uso della intelligenza artificiale può aiutare a identificare schemi anomali e frodi in tempo reale, grazie alla possibilità di poter analizzare grandi quantità di dati in breve tempo…

Ed ancora, sanzioni più severe e proporzionate alla gravità dell’evasione potrebbero (forse… si sà… quando uno è ladro… è ladro…) fungere da deterrente, e quindi pene più alte per grandi evasioni e pene minori per evasioni di bassa entità!!!

Licenziamenti in tronco per chi partecipa in qualità di funzionario pubblico a quei raggiri e divieto di operare con la Pubblica Amministrazione per tutte quelle imprese che risultano essere coinvolte in frodi fiscali, per un  periodo non inferiore ai 5 anni.

Ed infine, c’è bisogno di trasmettere una diversa cultura della legalità: rafforzare la formazione fiscale tra i cittadini coinvolgendo le associaioni di categoria, ma anche le scuole, può servire a sensibilizzare tutti, offrendo un investimento a lungo termine e facendo comprendere così ai giovani, l’importanza del rispetto delle norme tributarie.

Certo so bene che per implementare queste misure ci vuole innanzitutto la convinzione di mutare in maniera concreta questo stato di fatto, perché cambiare richiederebbe non solo uno sforzo politico da parte di chi ci governa,  ma evidenzierebbe in maniera certa, che si vuole compiere – non con chiacchiere ma con i fatti – un importante passo avanti per questo immorale Paese!!!

Pertanto, per invertire il trend dell’evasione fiscale e delle truffe, è necessaria – come ho riportato sopra – una combinazione di misure che agiscano sia sul piano preventivo che su quello punitivo, oltre a promuovere una maggiore consapevolezza e collaborazione tra cittadini e Stato. 

Quest’ultima, come evidenziato nelle recenti elezioni regionali, si è progressivamente indebolita perché la maggior parte dei miei connazionali hanno perso la speranza che qualcosa possa ormai cambiare in modo positivo…

E dire che proprio la speranza dei cittadini è la scintilla che accende il cambiamento: solo uniti, possiamo trasformare lo Stato in ciò che sogniamo!!!

La Germania si prepara al "IV Reich!".

Alcuni sostenitori delle teorie del complotto vedono ora in questa nuova ascesa dell’ultradestra Afd un possibile ritorno a quella ideologia di estrema destra che ha avuto la propria massima diffusione in Europa nella prima metà del XX secolo e si caratterizzo per una visione nazionalista del socialismo radicale, populista, statalista, collettivista, razzista e totalitaria. 

D’altronde non bisogna dimenticare come esistono vari scritti al riguardo che hanno anticipato quali azioni e strategie politiche potrebbero un giorno far nuovamente avverare questa distopia…

Anche da noi – a causa delle continue notizie di cronaca riportate dai Tg a modello “propaganda” – si sta iniziando a generare quel sentimento di antisemitismo verso ciò che è diverso, in particolare nei confronti degli extracomunitari, ma anche nei confronti del popolo israeliano, con l’attenuante della guerra in corso contro Hamas e di conseguenza verso quelle azioni violente commesse nei confronti dei Palestinesi, costretti ora ad allontanarsi dalla “Striscia di Gaza”.

Peraltro, analoga circostanza è accaduta la settimana scorsa in Gran Bretagna, ma potrei continuare con quanto espresso negli Usa da uno dei contendenti durante un comizio per le elezioni presidenziali oppure potrei ricordare come in Francia, tutti i partiti, si sono uniti per non rischiare una eventuale vittoria della destra e quindi di Marine Le Pen!!!   

Ma ditemi, la circostanza per cui sia nuovamente la Germania ha dare lo spunto per quel ritorno al potere dell’ultradestra, già… a questa nuova forma di nazismo, perché dovrebbe meravigliarci??? Essa infatti ha perduto due guerre mondiali ma è ancora quì in Europa a rappresentare lo Stato predominante nell’Unione Europea, tanto che la loro stessa politica nazionalista di questi ultimi anni è stata definita dagli euroscettici come la “Politica del Quarto Reich“!!!

E quindi,  mentre i partiti di governo subiscono una pesante sconfitta, ecco che incredibilmente l’ultradestra tedesca Afd ottiene una vittoria schiacciante nelle elezioni regionali in Turingia, ed è testa a testa in Sassonia!!!

Siamo pronti ad assumere la responsabilità di Governo“, è quanto ha dichiarato il leader dell’ultradestra Björn Höcke; quest’ultimo infatti avrebbe intenzione di invitare gli altri partiti a dei colloqui per la formazione di un esecutivo regionale, d’altronde ha spiegato: È buona tradizione che il partito più forte inviti gli altri ai colloqui dopo una elezione!!! 

Peraltro, chi accusa l’UE di complotti mondiali (o quantomeno di debolezza e/o fragilità interna) trova ora, nei movimenti euroscettici, non soltanto un odio contro quell’entità, ma un vero e proprio scetticismo nei suoi confronti, già… una diffidenza in quelle politiche economiche attuate e nelle azioni intrapprese per l’immigrazione e le relazioni interculturali…

E’ difatti partendo dall’osservazione di quelle sterili e poco chiare politiche, che si sta consentendo a tutti quei movimenti di ultradestra di crescere, generare, gli stessi che presentano questa attuale democrazia come una forza destabilizzante poiché pone il potere nelle mani delle minoranze etniche, le stesse che tendono ad indebolire sempre più l’Europa e quindi, di conseguenza, gli Stati nazionali!!!

Il linguaggio di oggi è similare a quello a suo tempo riportato nel “Mein Kampf” da Adolf Hitler: «Se la nostra classe intellettuale non avesse ricevuto un’educazione così raffinata, e avesse imparato la boxe, si sarebbe impedito ai lenoni, ai disertori e a una tale gentaglia di fare una rivoluzione in Germania. Poiché la rivoluzione fu vittoriosa non per gli atti arditi, forti, coraggiosi di quelli che la facevano, ma per la vile, commiserevole indecisione di quelli che dirigevano lo Stato, e ne avevano la responsabilità.»

Del resto, il problema principale èda prendere in considerazione è quello che la storia non riesce a insegnarci nulla!!! 

L’attuale crisi mondiale dimostra per l’appunto come essa si ripeta in maniera costante, già… ma d’altra parte nessuno sembra interessarsi a comprenderla, in particolare i giovani che preferiscono farsi – diversamente dallo studiare e/o approfondire quanto ahimè finora accaduto – condizionare da tutti quegli incompetenti individui, sì… impreparati politici presi a modello di quei loro idoli, anch’essi profondamente ignoranti, comunemente chiamati “influencer“!!!

Diceva Noam Chomsky: L’istruzione non è memorizzare che Hitler ha ucciso sei milioni di Ebrei! L’istruzione è capire come è stato possibile che milioni di persone comuni fossero convinte che fosse necessario farlo. L’istruzione è anche imparare a riconoscere i segni della storia, se si ripete!

"Iddu, l'ultimo padrino"!!!

A meno di un anno dalla sua morte (25 Settembre) ecco che esce un film con interprete Elio Germano nel ruolo di Mattia Messina Denaro.

Il cast è costituito anche da Toni Servillo, nel ruolo di Catello, l’uomo che lo avrebbe cresciuto, un ex politico che uscito di prigione per mafia cerca di recuperare il tempo perduto, collaborando coi i servizi segreti per catturare l’ultimo grande latitante…

Il film diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza si intitola “Iddu – L’ultimo padrino” e verrà tra qualche giorno presentato in Concorso a Venezia alla 81ª Mostra Internazionale del Cinema.

Il racconto inizia quando i servizi segreti chiedono a Catello aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo Messina Denaro, ultimo grande latitante di mafia in circolazione e da lì inizia un racconto fantasioso che secondo il sottoscritto poco o nulla abbia con la realtà dei fatti…

Difatti, quel boss – per come stanno evidenziando le investigazioni delle forze dell’ordine – in questi anni ha potuto godere della massima libertà, sia attraverso una serie di soggetti che si sono offerti di prestargli la propria identità, ma non solo, egli ha avuto la protezioni da parte di uomini politici e istituzionali, che hanno garantito trent’anni di latitanza…

Infatti tutti ne parlavano, ma nessuno aveva intenzione di arrestarlo, per ovvie ragioni in quanto ago della bilancia di molte trattative, ma soprattutto garante di una pax territoriale e di quello scambio di voto richiesto da molti suoi amici politici… 

Sappiamo tutti che per Messina Denaro era giunta ormai la fine, i suoi medici gli avevano concesso meno di un anno ed egli – nelle condizioni di latitante – non avrebbe potuto mettere a posto e quindi ordinare quanto doveva in maniera celere compiere, in particolare recuperare quel rapporto con la figlia, certamente sua unica erede… 

Certo a pagarne le spese sono stati tutti coloro che si sono prestati in questi anni ad assecondarlo e da quanto stiamo leggendo la lista è molto lunga, ma ormai il suo tempo era giunto e qualcuno – già… proprio da quell’associazione criminale – in procinto delle nuove elezioni nazionali, ha deciso di venderlo per compiacere qualcuno appartenente a quella coalizione, affinché si evidenziasse a tutti noi cittadini che questo nuovo governo fosse diverso dai precedenti e la cattura del boss latitante da trent’anni ne era l’esempio…

Ci si dimentica che in quei lunghi trent’anni non è stata la “Sinistra” o il “M5Stelle” al governo, ma bensì proprio un partito il cui fondatore è stato condannato nel 2014 a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa (difatti… ne ha scontati 4 in carcere e uno ai domiciliari) essendo stato riconosciuto mediatore tra “Cosa Nostra e Silvio Berlusconi”!!!

Ma si sa… nei film si preferisce raccontare storie fantastiche invece che rappresentare in maniera coerente quanto realmente accaduto e allora accogliamo questa ulteriore pellicola cinematografica su quei padrino di “cosa nostra” come l’ennesima opera di fantasia…

Ma d’altronde si sa… tutto ciò che viene quotidianamente rappresentato in questo Paese non è altro che qualcosa d’immaginario e aggiungerei anche di utopistico, ma ai miei connazionali – ahimè – va bene così!!! 

Il Procuratore di Napoli, Nicola Gratteri spiega l'indegno problema della presenza dei cellulari nelle carceri!!!

Trovate il commento sulla pagina social di Tik Tok “antimafiaduemila” al link: https://www.tiktok.com/@antimafiaduemila/video/7389322510254279969?_r=1&_t=8oCceZVBJ6e

“Una situazione veramente drammatica” – dice il Procuratore – ” e non pensate che col palliativo di ieri risolviamo il problema delle carceri”.

È il commento tranciante fatto a Reggo Calabria dal procuratore capo di Napoli Nicola #Gratteri durante la presentazione del suo libro “Il grifone. Come la tecnologia sta cambiano il volto della ‘Ndrangheta”, scritto a quattro mani con il professore #AntonioNicaso. 

Il volume è stato presentato nei giorni scorsi assieme al procuratore di Reggio Calabria #GiovanniBombardieri e al procuratore aggiunto di Catania #SebastianoArdita, ai piedi del suggestivo Castello Aragonese.

“Voi dovete tenere presente che mediamente in ogni carcere sono 200 telefonini che funzionano – ha detto Gratteri -. Quando è scoppiato il problema dei cellulari in #carcere, è stata fatta una riunione alla Procura Nazionale dell’Antimafia in cui erano presenti tutte le procure distrettuali d’Italia. C’era anche il direttore Basentini con tutto il suo staff. E io dissi che era necessario compare un ‘jammer’ (disturbatore di frequenze, ndr) quantomeno per le carceri più grandi e in alta sicurezza. Dunque, Rebibbia, Milano Opera, ecc. MI dissero che non era possibile perché ‘se funziona il jammer come fa la polizia penitenziaria a comunicare?”

Eppure, ha spiegato il procuratore di Napoli, “in questo momento dal carcere si danno ordini di morte, si vende droga, si chiede l’estorsione. E non c’è indagine che noi facciamo per associazione di stampo mafioso, traffico di droga o altro dove poi non emerge che sentiamo 3, 4, 5, 10 telefonini che sono in carcere e comunicano con l’esterno. Questo è lo stato dell’arte”.

Ma d’altronde cosa vogliamo, con una politica che dimostra essere collusa con la criminalità organizzata, attraverso il ben noto la scambio di voti, cosa si può pretendere, se non quanto descritto dal nostro procuratore!!!

E un vero schifo e la circostanza peggiore è che a fare in modo che quanto sopra accada, sono proprio coloro che ci stanno governando, gli stessi che realizzano leggi per evitare di contrastare in maniera seria la criminalità e facendo in modo che quelle stesse leggi inconcludenti e sterili, possano poi esser da loro stessi utilizzate, per evitare di rimanere coinvolti in quelle inchieste giudiziarie, di cui ogni giorno andiamo ahimè udendo!!!

SICILIA: Siamo alle solite… proclami, proclami e ancora proclami!!!

Anche dagli Usa hanno compreso come vi fosse un problema in Sicilia e così mentre da noi si discute dal governo senza concludere nulla – ma d’altronde la colpa è principalmente dei siciliani che ancora li votano – beh… il “New York Times” pubblica un articolo che evidenzia la situazione difficile che la regione sta attualmente vivendo a causa della siccità… 

Ho letto che come sempre accade in queste situazioni, per mettere a tacere tutti s’invia denaro, come se attraverso quel denaro si possano rivolvere i problemi che da sempre coinvolgono quest’isola…

Ed allora ecco che il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini ha annunciato l’arrivo di ben 92 milioni di euro per un’emergenza nazionale, sarà così contenta la mafia nel sapere di poter contare anche su questo nuovo flusso di denaro!!!

D’altronde a pagare saremo sempre noi, nessuno regala niente e difatti anche la Coldiretti Sicilia dimostra di non esser molto convinta e parla di “proclami”!!!

Lo stesso deputato del Pd Anthony Barbagallo ha scritto: “Mai vista una situazione così in Sicilia: La Sicilia è in piena crisi; animali che bevono fango, laghi prosciugati, raccolti di grano e foraggio azzerati, zone in cui l’acqua non arriva da 40 giorni, danni enormi per i produttori, i cittadini e per il turismo. A nostro giudizio c’è una responsabilità evidente nel centrodestra. Non servono parole, ma fatti e soluzioni indifferibili perché la Sicilia è siciliani non possono più aspettare”!!!

Continuando così, ci stanno conducendo alla guerra!!!

“Tutto ciò che la NATO sta facendo oggi è preparare un possibile scontro con la Russia. La NATO sta aumentando il ruolo delle armi nucleari nella pianificazione militare, e quindi la Russia dovrà cercare misure per eliminare le minacce se i discorsi sullo spiegamento di tali armi in Polonia e in altri paesi diventeranno piani concreti”, ha affermato, spiegando che le esercitazioni in corso indicano precisamente che ora tutti i concetti di sicurezza basati sulla cooperazione sono stati abbandonati e “la NATO è tornata agli schemi di sicurezza della Guerra Fredda”.

A dirlo è il vice ministro degli Esteri di Mosca, Alexander Grushko, che nella sua dichiarazione ha denunciato in maniera diretta l’affronto offensivo che i paesi della Nato stanno preparando nei confronti della Russia, con il rischio non solo di creare un innalzamento delle tensioni, ma di giungere a un vero e proprio conflitto nucleare.

D’altronde un altro annuncio è stato fatto proprio alcuni giorni fa da un alto funzionario dell’Alleanza, che ha previsto di schierare 300.000 soldati in stato di massima allerta!!! 

Ma anche il nostro governo, per nome del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni durante il G7 ha dichiarato: «Abbiamo raggiunto un accordo politico per fornire un sostegno finanziario aggiuntivo all’Ucraina di circa 50 miliardi di dollari entro fine anno con un sistema di prestiti: non si tratta di una confisca ma di profitti che maturano. Era un risultato non scontato di cui vado particolarmente fiera. Ora dovrà essere definito dal punto di vista tecnico».

E difatti a seguito di quanto sopra, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha scritto un post sui social ringraziando l’Italia per il sostegno militare, finanziario e umanitario all’Ucraina!!!

E chiaro quindi che l’Italia, se pur dichiara a gran voce di voler preservare la pace, nel contempo sta ponendo le basi per un conflitto armato, a cui – tra l’altro – non è affatto preparata!!!

Ed inoltre, quando qualcuno di quei militari dell’Alleanza, parla di deterrente nucleare, sa bene di dire una grande cazzata, perché la Russia ci sovrasta in bombe termo nucleari e comunque, ne basterebbero semplicemente una decina per dire addio a tutto ciò che rappresenta la nostra attuale civiltà…

Si sa… la guerra è sempre un fallimento per l’umanità, ed ecco perché è tempo di sedersi e ricercare una soluzione pacifica, poiché quanto finora causato – da entrambi le parti – è pura follia e non può più esser accettato, sì… perchè tempo di ridare nuovamente dignità e rispetto all’esser umano se non si vogliono contare milioni e milioni di morti!!!  

Catania: Francesco Puleio nuovo procuratore aggiunto.

Non ho scritto nulla in questi giorni e come si dice solitamente in questi casi… “sono rimasto alla finestra”, sì per osservare gli eventi. 

Riprendo quindi quanto riportato la scorsa settimana da “ilfattoquotidiano.it“: C’è una nomina diventata un caso al Consiglio superiore della magistratura. È quella del nuovo procuratore di Catania, poltrona tra le più importanti d’Italia, vacante da luglio dopo l’addio di Carmelo Zuccaro, diventato procuratore generale sempre nella città etnea. La scelta del successore è considerato un passaggio di estrema delicatezza, tanto da attirare l’attenzione dei massimi vertici del potere giudiziario e politico.

Ora da semplice osservatore di questa mia città, ho potuto in questi mesi avvertire la sgradevole senzazione che fosse in atto – da parte di alcuni nostri interlocutori della politica nazionale, ma anche regionale – una forma d’intromissione, sì… una non meglio definita “ingerenza” affinchè talune situazioni – poste al  limite intrinseco di quel definito concetto di “legalità” – potessero in un qualche modo esser rivisitate, sì… tanto da divenire attraverso quell’intervento, un qualcosa di naturale o quantomeno conforme a quelle complesse ed eclettiche azioni compiute ormai abitualmente dai miei conterranei…

Infatti, la presenza in questo terrotorio di una diffusa area di illegalità e soprattutto la consistente economia sommersa e parallela che si contrappone a quella legale, peraltro è la stessa che opera attraverso le mani della criminalità organizzata e di fatto comporta la coesistenza di due ambiti, già… due sfere come fossero bolle di sapone, le quali – a seconda delle corcostanze – si toccano, s’inglobano o generano una grande quantità di bolle di dimensioni più piccole, un eterno dualismo che pone in contrapposizione legalità ed illegalità!!!

Parliamo indiscutibilmente di un sistema “infetto” ereditato  dal passato, ma che da sempre, come fosse una zavorra, impedisce a questa terra di proseguire verso quel necessario cambiamento, viceversa, quel sistema colluso, allontana qualsivoglia azione di positivo mutamento, considerando quel “cangiamento” un’anomalia, tanto da produrre effetti gravi ad un sistema perfettamente collaudato, sì… da oltre un secolo e cioè quello: clientelare/politico e mafioso!!!

Ecco perchè nel vedere il plenum del Csm nominare all’unanimità il Dott. Francesco Puleio quale procuratore aggiunto a Catania, ho avvertito in quella decisione una crescita, anzi di più… una maturità al corretto proseguio di una strada intrapresa da alcuni anni…

Ho letto inoltre che per il magistrato incaricato si tratta di un ritorno essendo stato componente della Dda e quindi da cittadino non posso che ritenermi soddisfatto da questa designazione, perché il rischio che si correva era quello di ritornare indietro ad oltre un decennio, sì… con tutte le ripercussioni che noi catanesi (mi riferisco a quelli ancora liberi e quindi oggi non compromessi…) ben ricordiamo!!!   

Cosa accadrà ora con il decesso del Presidente iraniano???

Abbiamo ascoltato dai Tg quanto accaduto in queste ore al Presidente della Repubblica dell’Iran Ebrahim Raisi, già… della sua morte a causa dell’incidente in elicottero avvenuto nei pressi di Jolfa, una città al confine tra Iran e Azerbaijan…

Tralasciando in questa occasione complotti o pseudo attentati compiuti da quel loro acerrimo nemico chiamato Israele (va detto comunque quanto sia singolare che accadano situazioni come questa, consentitemi, ma al sottoscritto qualche dubbio resta…), prevedo ora per quel Paese un periodo instabile – durante proprio questi 50 giorni necessari per organizzare le nuove elezioni nel quale il vicepresidente Mohammad Mokhber Dezfuli proverà a governare – a causa delle tensioni sociali presenti che come abbiamo visto, sono state soffocate in questi mesi con l’uso della forza!!!

D’altronde in queste ore incerte, l’ayatollah Khamenei ha chiesto a tutti un momento di riflessione e di preghiera, ma non sono pochi – vedasi talune piazze di Teheran e soprattutto molti post social – ad aver festeggiato quell’improvvisa scomparsa con fuochi d’artificio, già nei confronti di quel loro Capo di Stato, a dimostrazione che sono in tanti, in particolare le donne arabe (le stesse che sono scese nei mesi scorsi in strada per manifestare la propria rabbia) a provare ad alimentare un’eventuale guerra civile che sicuramente il governo tenterà in tutti i modi a soffocare!!!

Certo, ora qualcuno proverà a candidarsi per quel ruolo così importante, anche se va detto che per quella carica presidenziale si dovrà passare attraverso la rigida valutazione del Consiglio dei Guardiani, che rappresenta finora l’unico strumento capace di privilegiare quella votazione pilotata e che si trova ahimé nelle mani del leader supremo (chissà se non vorrà porre sin d’ora in quella poltrona il proprio figliolo…)!!!

E quindi, nessun nome potrà mai candidarsi se non esplicitamente appoggiato dall’ayatollah che sono certo, è già a conoscenza del nome che dovrà sedere su quella poltrona!!!

Certo, la situazione è fortemente instabile e non è detto che in queste ore possano verificarsi dei colpi di scena, in particolare da parte dei giovani e soprattutto dalle forze studentesche ed universitarie, in particolare sorretti dalle numerose donne e da quanti desiderano una maggiore democrazia, soprattutto con meno ingerenza da parte delle autorità religiose…

Se poi alla alla luce di quanto sopra, sommiamo il rischio di un’eventuale ampliamento del conflitto in corso in medioriente che sta vedendo peraltro coinvolto anche lo Stato iraniano contro Israele (attraverso il  sostegno dato ad alcuni movimenti militanti armati come Hamas (Gaza), Hezbollah (Libano), milizie più piccole (Iraq e Siria) ed infine gli Houthi nella penisola arabica dello Yemen…), allora qualcosa di grave potrebbe realmente verificarsi…

Già… sono questi i motivi che mi spingono sin d’ora a prevedere un diffuso dissenso contro quel regime che vedrete porterà a breve a disordini sociali in tutto il Paese, seppur quest’ultimi – per come finora fatto – cercheranno di sopprimere la protesta con i militari, gli stessi che da sempre non vogliono insieme alle forze di governo, assistere ad alcun cambiamento!!! Ma ciò, non è detto che basti più, anzi tutt’altro…

Permettetemi quindi di salutare quel rinnovato cambiamento con una belissima poesia persiana, scritta dalla poetessa iraniana Forough Farrokhzad:

Saluterò di nuovo il sole,
e il torrente che mi scorreva in petto

e saluterò le nuvole dei miei lunghi pensieri

e la crescita dolorosa dei pioppi in giardino
che con me hanno percorso le secche stagioni.
Saluterò gli stormi di corvi
che a sera mi portavano in offerta
l’odore dei campi notturni.
Saluterò mia madre, che viveva in uno specchio
e aveva il volto della mia vecchiaia.


E saluterò la terra, il suo desiderio ardente

di ripetermi e riempire di semi verdi
il suo ventre infiammato,
sì, la saluterò

la saluterò di nuovo.

Arrivo, arrivo, arrivo,
con i miei capelli, l’odore che è sotto la terra,
e i miei occhi, l’esperienza densa del buio.
Con gli arbusti che ho strappato ai boschi dietro il muro.
Arrivo, arrivo, arrivo,
e la soglia trabocca d’amore
ed io ad attendere quelli che amano
e la ragazza che è ancora lì,
nella soglia traboccante d’amore, io
la saluterò di nuovo.

"Potta a Potta"??? No… potta a casa???

Ah… è veramente esilarante osservare l’ira manifestata da Bruno Vespa a causa della sospensione del dibattito Tv tra Meloni e Schlein…

Ho letto difatti una sua dichiarazione che diceva: Per una volta abbiamo due leader donne, facciamo saltare tutto per cavilli burocratici?

Sono d’accordo… ma solo in parte, perché visto che si trattava di un confronto politico tra due donne, sarebbe stato opportuno aggiuggerne una terza – non per come riportato in questi giorni nell’inchiesta ligure – già… pensandoci bene, quella sfida tra le due rappresentanti delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra, poteva realizzarsi su un canale diverso come La7 e avendo come mediatrice la giornalista Lilli Gruber, indiscussa conduttrice e soprattutto giornalista altamente qualificata.

Premetto che non ho alcun preconcetto nei confronti del giornalista della Rai, ma certamente non posso rammaricarmi per questa occasione sfumata che – secondo il sottoscritto – sarebbe stata non certo equilibrata, visto tra l’altro quanto accaduto proprio in questi giorni, dove molti dipendenti di quella azienda pubblica, hanno scioperato affermando che da quella rete si darebbero ai telespettatori informazioni inique in quanto essa dimostra essere fortemente politicizzata, tanto che qualcuno l’ha definita “Tele Meloni”!!!

Mi dispiace, ma sono d’accordo a non fare quella trasmissione, d’altronde sarebbe stato corretto invitare anche le altre forze politiche che per numeri non sono da meno, mi riferisco al M5Stelle ma anche ad altri come Lega, Forza Italia e a tutti quei partiti di centro che hanno superato lo sbarramento del 4%…

Ciascuno avrebbe potuto dire la sua, già… un programma “full immersion” di un paio di ore in cui si sarebbero potute affrontare temi su cui i cittadini attendono ancora risposte!!!

Ma forse qualcuno, abituato a programmi includenti di non più di “5 minuti”, pensa che attraverso quattro battute gettate lì sul momento o chissà, sperando in un qualche effetto speciale da parte delle due contendenti (sì… tanto per aumentare l’audience) come ad esempio una tirata di capelli oppure perché no… un bacio saffico, beh… si sarebbe potuto assicurare quel pluralismo che ormai da molti anni non si vede più e difatti, la maggior parte dei miei connazionali, legge le notizie attraverso i social o le televisioni straniere!!!

Permettetemi di aggiungere che la presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia, concorda con quanto scritto dal sottoscritto, avendo infatti richiesto l’intervento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in particolare per adottare la formula del confronto tra un numero di partecipanti compreso fra tre e sei, di norma, se possibile, fra quattro partecipanti, senza quindi accontentarsi di uno “scontro diretto” tra il capo del Governo e il capo dell’opposizione!!!

La verità è che siamo stanchi di ascoltare parole sterili, in particolare da tutti quei lacchè che ogni giorno ripetono nei Tg quelle vane frasi a pappagallo!!! 
Basta… non se ne può più, ne di loro e ancor meno di tutti quei loro colleghi che ormai costantemente evidenziano d’esser corrotti e aggiungerei delinquenti!!!

Questi individui meriterebbero d’esser espulsi da questo nostro Paese, avendo preventivamente confiscato loro tutti i beni, anche quelli “furtivamente “intestati ai loro familiari (altrettanto collusi)!!!

Quindi, invece di perder ancora tempo in chiacchere inutili, pensate per un momento da quel Parlamento a compiere quelle fondamentali leggi a rispetto soprattutto della legalità, perché finora quanto si è fatto è servito soltanto a farci perdere tempo e a foraggiare con i miliardi dell’Europa tutti questi ladri politicanti ed i loro amici massoni e mafiosi, gli stessi che utilizzano quel denaro per corrompere e delinquere: vedrete tra qualche anno, grazie a loro, saremo tutti… con le pezze nel culo!!! 

La magistratura viene definita da un Ministro “politicizzata, un potere che non ha più controlli”!!! Presidente Mattarella, credo che sarebbe gradita una Sua risposta Istituzionale.

Presidente, sono d’accordo con Lei quando – alcuni giorni fa – ha dichiarato al Quirinale: “Sono certo che terrete sempre ben presente che la funzione del magistrato va esercitata in modo autonomo e imparziale, adottando decisioni con un saldo fondamento normativo; che sappiano tenere nel debito conto la condizione delle persone e la realtà amministrativa ed economica sulle quali sono destinate ad incidere. Auguri a tutti voi: la Repubblica vi esprime fiducia e conta sul vostro impegno”. 

Ma ora, leggendo l’intervento durissimo del Ministro della difesa Guido Crosetto, resto particolarmente basito, perché nel difendere il collega Giovanni Toti, attacca non solo i suoi alleati, ma soprattutto la magistratura che Egli definisce: “politicizzata e senza controlli”!!!

Ora, ritengo quantomeno corretto attendere sempre che l’operato delle inchieste giudiziarie abbia un seguito presso i Tribunali di pertinenza ed è giusto attendere che fintanto non viene formulata una condanna, ogni cittadino di questo nostro Paese – accusato di un reato – deve essere considerato – sino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente accertata – presunto innocente!!! E quindi, nessuno, neppure un Ministro dello Stato, può dichiarare che la Magistratura sia politicizzata, perché allora dobbiamo credere che essa sia – di fatto – corrotta e che quindi vi sia qualcuno che realmente la manipola, possa essere questi una coalizione politica, un partito, un parlamentare o anche un finanziere e/o imprenditore!!!

Secondo, quanto ora affermato dal ministro, sembra – secondo egli – che esistono dei poteri forti che deviano l’operato dei magistrati e soprattutto chi dovrebbe controllare quel lavoro, non lo fa!!

Quindi, ritengo sia corretto aspettare la fine dell’inchiesta e solo successivamente – nel caso in cui si scoprisse che quei reati contestati erano fallaci – si potrebbe perseguire, anche se solo mediaticamente, quei magistrati, verificando altresì se quest’ultimi fossero stati da qualcuno realmente pilotati!!!  

D’altronde lo stesso ministro esponente di FdI in un’intervista al quotidiano “La Stampa”, ha dichiarato: “Mi fanno ribrezzo le persone che speculano su vicende di questo tipo, ma so di essere in netta minoranza, anche all’interno del centrodestra. Oggi ho visto le dichiarazioni di un ministro di Forza Italia che, di fatto, scarica Toti, dimenticando la storia del fondatore del suo partito e la persecuzione che subì. Queste cose non riesco a capirle e non le sopporto più”; ovviamente nella dichiarazione non fa il nome dell’esponente del partito di Silvio Berlusconi, indicato però come presunto perseguitato da parte della magistratura…

Per fortuna il ministro Crosetto continuando ha aggiunto: “Clima pesante; in Italia c’è un clima pesante, preoccupante, che incide in modo intollerabile anche sulla vita personale, provo sempre più disprezzo nei confronti di persone che dicono di voler servire lo Stato e invece spesso servono solo i loro microinteressi personali. In nessun altro Paese c’è un livello così basso nel rispetto dei ruoli istituzionali e di interessi nazionali, non politici o di parte”…

Ecco leggendo quindi quanto sopra vorrei asupicare che il governo che egli attualmente rappresenta, inizi ad attuare una serie di norme a contrasto della diffusa illegalità di questo Paese che dimostra ogni giorno e ad ogni livello istituzionale di esser ahimè corrotta!!!

Credo sia urgente un profondo cambiamento, prima di dover rivedere nuovamente i miei connazionali – con le monetine in mano – sì… per come accaduto ai tempi dell’ex presidente del Consiglio, Bettino Craxi!!!

Sono quindi tante le riforme che ci aspettiamo dall’attuale governo Meloni e tra queste vorrei ricordare vi sono proprio le politiche di contrasto alla corruzione, voto di scambio, peculato, malversazione, indebita percezione di erogazioni, concussione ed ancora, corruzione per l’esercizio della funzione e/o per atti contrari ai doveri d’ufficio!!! Ecco ministro, da quanto riportato si vede come molto vi sia da fare e quindi forse è il momento di parlar meno e fare di più…

Vorrei concludere ricordando quanto scritto nell’Art. 3 della nostra Costituzione: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Quindi, in attesa che il Capo della Magistratura intervenga, ritengo sia corretto procedere in maniera serena e senza tirare la toga a nessuno, e attendere l’operato della nostra giustizia che, anche se con tempi ragionevolmente lunghi, prima o poi arriva!!!

Diventare capaci di pensare con la propria testa non basta: è tempo di agire!!!

Già… diventare capaci di pensare con la propria testa non basta, bisogna esser capaci di pensare anche con la testa degli altri!!!

Ecco perchè non basta ragionare, ma bisogna fare in modo che ciascuno metta al servizio degli altri quella propria capacità, affinchè si partecipi pienamente alla vita pubblica in particolare quando chiamati al voto e non fare in questa circostanza come la maggior parte dei cittadini e cioè esonerarsi!!!. 

Certo, comprendo pienamente le ragioni che hanno portato in questi anni molti miei connazionali a star lontani dalla politica, d’altronde i soggetti seduti in quelle poltrone sia a livello locale che a livello nazionale, hanno sì… evidenziato di possedere esclusivamente (ma solo alcuni di essi perché la maggior ripete a pappagallo…) il dono della parlantina, ma poi di fatto nessuna nozione sulla gestione della cosa pubblica o su quale condotta dovrebbe essere adottata in trasparenza e legalità (parliamo di soggetti che per l’appunto vivono grazie al servizio pubblico) è stata rimarcata, anzi viceversa sono proprio quest’ultimi, con le loro lacune, ad aver evidenziato quanto poco abbiano fatto per la legalità, chissà forse per la poca esperienza o conoscenza della materia???

Ecco quindì perché per noi italiani diventa fondamentale non abbandonare questa nave alla deriva, perché ci potrà essere un momento in cui ciascuno di noi potrà esser chiamato a far la cosa giusta nella vita sociale di questo Paese e quindi a porre rimedio a tutti i danni causati dalla politica e dai suoi referenti!!!

Ed allora diventa importante – quando a breve sarete chiamati come elettori – farvi sentire!!!

Ovviamente non posso che biasimarvi quanto non sapete quale partito votare e soprattutto chi tra quei nomi scegliere; avete perfettamente ragione, io stesso non saprei cosa consigliarvi, ma se fosse in voi, proverei a comprendere quale tra questi possa aver fatto in questi anni i minori danni al Paese, verificando ad esempio attraverso i programmi presentati, se poi essi siano stati realizzati… 

Comincerei inoltre a defalcare tutti i nomi dei partiti che hanno evidenziato avere al loro interno soggetti indagati e di questi ve ne sono un bel po’… ma soprattutto non ascoltarei le ragioni critiche di un partito nei confronti degli altri di cui, secondo loro, devono per forza aver torto!!!

Ciascuno dovrà dimostrare con i fatti cosa sia riuscito a fare negli anni del proprio governo, mettendo in luce dove ha potuto errare, senza continuare però a cercar alibi o provare a trovare negli altri concorrenti eventuali errori o quella la “trave nell’occhio”, evidenziando viceversa le proprie capacità messe in campo!!! 

Occorre quindi ascoltare tutti ma non lasciarsi persuadere da nessuno, d’altronde sono tutti fatti della stessa pasta e quindi decidete e riflettete senza alcun condizionamento, senza auspicare in un qualche favore personale, peraltro ricordate che quest’ultimo darà (forse) a voi, ma togliera certamente a qualcun altro…

Provate quindi in questi giorni in cui sarete chiamati a non fare come gli “struzzi”, mettendo come la foto in alto, la vostra testa sotto il cappello; andate quindi sereni tra qualche giorno in quelle urne, votate coloro che forse potranno fare il bene del vostro Paese; chissà… forse vi sbaglerete, non andrà come sperato, ma quantomeno ci avrete provato e non dovrete più sentire (non tanto il giudizio degli altri…) voi stessi e quindi la vostra coscienza ripetervi: sì… ma tu dove’eri???

Sicurezza nei luoghi di lavoro: Presidente Mattarella, chissà… se soltanto mi avesse contattato, forse oggi non saremmo qui a parlare di "patente a crediti"!!!

Stasera, per come avevo anticipato nel post pubblicato ieri, avrei dovuto iniziare a parlarvi della novità del governo sulla “patente a crediti” e di come il sottoscritto la ritenga del tutto inutile per affrontare il reale problema della sicurezza nei cantieri edili.

Purtroppo, essendo fuori sede, non ho avuto modo di completare quanto avevo iniziato a preparare, ma nel contempo mi sono ricordato di una lettera aperta scritta alcuni anni fa al nostro Presidente Mattarella e all’allora Presidente del Consiglio Mario Draghi…
La missiva tra l’altro si concludeva con questa frase: Sì… cari Presidenti, continuiamo a parlare di Sicurezza sui luoghi di lavoro, tanto più di parlarne in questo nostro Paese cosa si fa: intanto oggi a causa vostra, piangiamo altri quattro morti, ma vedrete non saranno gli ultimi e difatti sono certo sin d’ora di poter preannunciare che tra qualche anno, il sottoscritto, si ritroverà ahimè… a parlarne nuovamente in questo suo blog!!!

Il titolo di quella lettera aperta era il seguente: Morti sul lavoro: una vergogna per lo Stato che non si impegna in maniera seria a mettere in pratica le procedure corrette!!! – link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/04/morti-sul-lavoro-una-vergogna-per-lo.html

Leggendola comprenderete il perché da sempre in questo nostro Paese la sicurezza non ha mai funzionato!!! Già… perché nessuno è disposto ad ascoltare… 

Già… si passa da un sistema giudiziario e detentivo non adeguato Ungherese a quello totalmente permissivo e indulgente Italiano!!!

Siamo rimasti tutti indignati nel vedere in tv l’attivista italiana antifascista Ilaria Salis – presso il Tribunale di Budapest – legata con catene a mani e piedi…

Un trattamento certamente disumano nei confronti di una persona detenuta, in particolare perché durante l’udienza non vi era alcun rischio di violenza per i presenti e ancor meno vi fosse un pericolo di fuga…

Un sistema giudiziario e detentivo a dir poco barbaro quello ungherese, certamente non adeguato agli standard europei, d’altronde vorrei ricordare come proprio un rapporto di Amnesty International evidenziava come i giudici ungheresi che dimostravano non essere allineati con il governo in carica, avessero subito in questi anni feroci attacchi da parte di alcuni politici e giornalisti, tanto che ormai nel paese, quelli ancora indipendenti sono rimasti in pochi…

Quindi, corretto far emergere da parte del governo e dai nostri media quanto sta accadendo in quello Stato “europeo”, ma nel far ciò non va accantonato quanto ahimè accade viceversa nel nostro, già a casa nostra, dove la giustizia opera in maniera permissiva e soprattutto indulgente nei confronti di chi uccide,  tortura, infligge dolore, provoca abusi, ma non solo perché alla fine passano in secondo piano tutte quelle manifestazioni violente che fanno riferimento ad atti di bullismo, furti, rapine, spaccio, etc., reati per i quali non si viene mai condannati o quantomeno con pene effimere!!!

Nel frattempo si chiede all’Unione Europea e alle varie organizzazioni internazionali d’intervenire nei confronti dell’Ungheria, affinché venga migliorato quel sistema giudiziario e le condizioni all’interno di quei loro penitenziari, ma chi viceversa si chiede cosa bisogna fare nel nostro paese affinché chi sbagli paghi???

D’altronde stiamo assistendo proprio in questi giorni a procedimenti penali e all’uso di patteggiamenti, accordi tra pubblici ministeri e imputati affinché si giunga ad una riduzione della pena di quest’ultimi, i quali, il più delle volte non scontano alcun giorno all’interno dei nostri penitenziari!!!

Non entro poi nel merito di chi uccide con crudeltà, basti contare tutti i femminicidi compiuti nel corso dello scorso anno a cui si sommano quelli di quest’anno ed allora ditemi, a chi dare la colpa di ciò se non ad una giustizia totalmente iniqua e malata, con al suo interno tante di quelle leggi che i nostri bravi avvocati utilizzano per fare in modo che i loro assistiti la facciano franca… 

Peraltro, ciò produce altresì un ambiguo aspetto e cioè che chi può permettersi di pagarsi un avvocato di fama può sicuramente sperare di venir assolto, viceversa, chi dovrà accontentarsi di uno meno noto, il più delle volte verrà incriminato, d’altro canto diceva l’ex emerito Presidente del Consiglio G. Giolitti: “per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano”!!!

Non parliamo poi di prescrizione, burocrazia, tempi lunghi, già… sono solo alcune falle della nostra giustizia, le stesse tra l’altro in cui quei nostri azzeccagarbugli riescono ad insinuarsi facendo in modo che il sistema continui così in modo maldestro!!! 

Ma d’altronde si sa… la giustizia non consiste nel dare a tutti lo stesso, ma a ciascuno il suo!!!

A rischio un nuovo conflitto, mentre la pressione della Comunità internazionale non si sta minimamente concretizzando!!!

Qualcuno sperava in un intervento armato da parte dell’alleanza araba, altri dopo l’attacco compiuto dalle forze militari di Hamas auspicano in un ritiro israeliano; ma quanto andrà ad accadere su quei territori non lascia dubbi…

Credo infatti – a differenza di quanto in molti riportano – che Israele non lascerà più quella striscia di Gaza, anzi vedrete, proverà a raderla al suolo completamente per poi annetterla ai suoi territori… 

Viceversa, le energie strategiche di Hamas, andranno con il passar del tempo scemando (si come per l’Ucraina…), poiché inizieranno a venir meno quei fondi che finora l’hanno sostenuta, sia internazionali che arabi…

Difatti, l’unico Stato che evidenzia avere ancora interessi affinché il conflitto prosegui è quello iraniano, ben sapendo quest’ultimo quale rischio potrebbe innescare è cioè quello di dare il via ad un conflitto mondiale, una condizione che già da anni proprio gli Usa, dopo le guerre in Afghanistan e Iraq, dimostrano di voler iniziare, in particolare per abbattere quell’attuale governo in carica…     

Ed infine, non dimentichiamo la comunità internazionale, che evidenzia quanto poco impatto abbia avuto finora nel mettere in difficoltà le parti in causa, in particolare il governo israeliano che al contrario ha dimostrato di voler andare per la propria strada senza alcun tentennamento!!!

Ho letto un passaggio riportato sul web di un professore (Goodman) israeliano durante una sua lezione: “Stiamo derubando un’altra nazione della sua libertà, e questo non è etico, non è ebraico e non è eppure sionista, perché il sionismo nasce dal principio dell’autodeterminazione dei popoli. L’Occupazione non è solo sbagliata e antidemocratica, prosegue, ma alla lunga finirà per diventare una minaccia strategica. Cosa succede se andiamo avanti con lo status quo nella Cisgiordania? Che con ogni probabilità l’Anp collasserà, e tre milioni di palestinesi saranno assorbiti in Israele e diventeremo uno Stato binazionale, già… uno Stato con due popolazioni ostili è di per sé pericoloso e ci ricorda Libano e Bosnia come esempi di un esperimento finito male”.

Certo, quanto sopra è realmente difficile da compiersi eppure lo stesso Goodman aveva proposto un più equo “status quo“, da realizzarsi in otto punti:

  1. garantire ai palestinesi libertà di movimento all’interno dell’Anp, costruendo strade che permettano di bypassare le aree a maggioranza ebraica, e dunque i checkpoint. 
  2. ampliare l’area A, quella dove i palestinesi hanno maggiore autonomia. 
  3. facilitare il movimento dei palestinesi verso l’estero. 
  4. facilitare l’ingresso in Israele per ragioni di lavoro. 
  5. allocare terreni dell’area C, quella a maggiore controllo israeliano, ad attività commerciali palestinesi. 
  6. nessuna espansione degli insediamenti, al di fuori dei grandi blocchi già a maggioranza ebraica.
  7. Sette: favorire il commercio internazionale.
  8. fine della gestione israeliana delle imposte palestinesi.

D’altronde, ridurre l’occupazione è necessario non solo per renderla più tollerabile ma soprattutto, per mantenerla reversibile…

Ovviamente il pensiero di Goodman non teneva conto di quanto accaduto ora con l’attacco di Hamas e delle dirette conseguenze che quell’azione ha provocato; difatti, quanto poteva a suo tempo rappresentare un’apertura di dialogo, forma di pluralismo e tolleranza, oggi ahimè quell’opportunità, si è allontanata definitivamente!!!

Quindi in attesa del 2024 – pur auspicando in cuor mio la fine del conflitto – non mi aspetto in tempi celeri che quanto sopra potrà accadere; sì… l’unica speranza ora è che quanto si sta verificando in quelle aree non porti ad estendersi, altrimenti le ripercussioni sulle popolazioni e sui territori stessi, saranno gravissimi, non solo per i paesi attualmente ostili, ma ritengo, anche per la maggior parte dei paesi nel mondo… 

Permettetemi di concludere con un pensiero: cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza e di sopraffazione, la peggiore delle quali è proprio la guerra!!!

Politiche di Governo ottime??? Già… come diceva Goebbels: per diffondere falsità ci vuole astuzia!!!

La propaganda in qualsiasi campo la si faccia è sempre utile, in particolare quando fa credere di essere di sostegno alla causa degli oppressi!!!

Ecco perché nel sentire quotidianamente in tv quei portavoce lacchè dell’attuale governo Meloni, rivedo le stesse tattiche utilizzate a suo tempo da Joseph Goebbels, ministro della “propaganda” nazista del Terzo Reich, che riuscì a sfruttare l’attività di diffusione di notizie false con lo scopo di persuadere i propri connazionali sul magnifico “stato di salute” della loro nazione, antitetica esposizione della realtà che abbiamo visto dove li condusse!!!

D’altronde,  sappiamo bene come la manipolazione di massa sia un tema ciclicamente riproposto nel corso della storia, vedasi difatti quanto sta accadendo ora nel conflitto arabo/israeliano con il riacutizzarsi di temi nazionalistici, religiosi e razziali, che sembravano essere stati accantonati, ma che sono riemersi in tutta la loro gravità. 

Osservandi quindi quanto costantemente riportano dai media (sottomessi quelli “pubblici” alle strategie di partito, mentre i “privati” alle determinazioni dei loro imprenditori, d’altronde è molto semplice da dimostrarsi: basti leggersi i nomi a cui questi mezzi d’informazione appartengono!!!) si può intuire come quei loro messaggi corrispondono in maniera analoga alle strategie messe in atto dai politici di governo dei giorni nostri.

Eccoli lì… in prima linea, fieri di aver trovato finalmente la libertà di dire la verità, stanchi dalla fatica in cui per anni sono stati costretti, già… a quel silenzio che non permetteva loro di parlare, gridare a squarciagola il loro disappunto, impazienti di entrare in possesso dei veri interessi nazionali, difesi a – loro dire – ad oltranza da chi non meritava quel ruolo pubblico!!!

Ed ora tocca a loro, finti paladini della verità, che provano a riprendersi quel ruolo assegnato, quasi fosse un segno del destino che doveva prima o poi arrivare, tanto da non ritenere più necessario difenderlo o usare particolare astuzie per rivelare quel loro messaggio di salvezza.

D’altronde sono giunti al potere e chi mai dovrebbe riuscire a scalzarli???

La verità… non conta, peraltro in questo Paese non ha mai contato!!! Abbiamo visto negli anni come grazie a ottimi studi legali la verità sia stata travisata, anzi di più… soffocata, e il lavoro della giustizia finito nel wc. 

Già… uno scontro, quello con la magistratura – che ancora oggi si va ripentendo –  facendo ricorso alle solite astuzie per continuare a diffondere falsità!!! 

Sì… anche Tommaso Moro in un’utopia descriveva un paese le cui condizioni di vita erano giuste – era un paese ben diverso da quello in cui egli viveva, ma gli somigliava in molte cose – tranne che nelle condizioni di vita!

ADESSO BASTA!!! Il 20 Novembre tutti in piazza a Siracusa per protestare…

Il ministro Salvini, per la prima volta,  ha precettato i lavoratori dallo sciopero generale del 17 novembre indetto da Cgil e Uil, riducendo – ripeto, una circostanza mai accaduta prima – la durata dello sciopero da otto a quattro ore nel settore dei trasporti!!!

Per un momento, osservando quell’imposizione, ho ripensato a quanto accaduto nel 1922, un momento che – a seguito dell’ascesa del fascismo – vedrà nel giro di pochi anni cancellata ogni forma di legalità democratica, libertà politica e soprattutto sindacale!!!   

Ecco perché non è tempo di aver paura o comportarsi da codardi e ancor peggio da crumiri, peraltro è incredibile dover costatare come in questa “repubblica delle banane” si viene precettati da un ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che in vita sua non ha mia lavorato e non conosce minimamente il significato di faticare, già… per un salario dignitoso!!! 

Ecco perché è tempo di scendere in piazza a iniziare dal 20 Novembre a Siracusa, insieme a CGIL e UIL per giungere ancor più numerosi a Roma, per far comprendere come il tempo dei ricatti e delle imposizioni sia ormai finito!!!

Basta quindi con l’aumento degli stipendi e dei vitalizi solo per loro, mi riferisco ai nostri sterili parlamentari, mentre viceversa gli stipendi dei lavoratori e delle pensioni sono rimasti eguali da 25 anni a causa di una mancata riforma fiscale…

Inoltre, si osservino le misure di contrasto adottate, banali in particolare contro l’evasione e il lavoro a nero, una condizione che ha determinato di fatto, disuguaglianza, povertà e soprattutto precarietà!!!

Non parliamo poi delle pensioni, nessuna garanzia di flessibilità, siamo per loro come “carne da macello”, serviamo esclusivamente – lavorando fino a 67 anni – a garantire quegli stipendi d’oro e quelle pensioni immeritate, senza ricevere da questo stato ingrato, quantomeno un dignitoso futuro pensionistico, che tuteli quel minimo di potere d’acquisto!!!

Non parliamo poi delle penalizzazioni nei confronti del mezzogiorno, mi riferisco al taglio di 1,4 miliardi delle risorse del Pnrr e dei fondi strutturale europei, denaro che l’Europa ha destinato per lo sviluppo e la crescita della nostra Sicilia, affinché si limiti l’emigrazione e lo spopolamento in particolare dei nostri giovani!!!   

Servono ora nuove politiche di sviluppo per creare occupazione e per risolvere quelle crisi ancora fortemente presenti, tra cui la sanità pubblica, le infrastrutture, la scuola, l’università, la ricerca, l’impoverimento dei nostri pensionati e dei tanti giovani…

E’ tempo quindi di scendere in piazza, di contrastare in maniera seria e soprattutto “civile” l’inadeguatezza dell’azione politica di questo governo nazionale e ahimè debbo aggiungere anche regionale, osservando i gravi problemi della mia regione, la Sicilia, che purtroppo ancora non sono stati risolti… 

Ci vediamo quini il 20 Novembre a Siracusa, alle ore 9.30 in Piazza Marconi, per gridare tutti ad alta voce: ADESSO BASTA!!!

   

Il Governo Meloni boccia la misura del prelievo nei conti correnti!!! Era ovvio: quelli che devono più soldi al fisco sono proprio i parlamentari!!!

Rappresenta una di quelle riforme che al sottoscritto interessa poco, forse perché a differenza di molti al fisco non deve nulla, ma come sempre avviene in questi casi e/o in analoghi, ho l’impressione che alla fine a pagare siamo sempre i soliti, già… quei quattro fessi che versano per tutti, senza mai beneficiare di nulla da parte di uno Stato che si dimostra ingrato!!!

E sì perché l’Italia è divisa in tre parti, c’è chi non produce una caz… ma incredibilmente ci costa miliardi di euro, poi c’è chi per lo Stato (dice che…) lavora, anche se di questi una grossa fetta appartiene a quella stessa categoria di cui sopra ed approfitta ogni giorno dei loro colleghi che viceversa s’impegnano per compensare quelle loro mancanze o dovrei chiamarle: assenze!!!

Ed infine c’è la terza parte, quella legata alle attività private, quella che rende e produce, d’altronde non potrebbe fare diversamente ed è questa categoria di fatto a pagare ogni mese con i propri contributi per le due di sopra!!!       

Ora certo è sorto il panico appena si è parlato di riscossione da parte del fisco con l’accesso diretto ai conti correnti, prima di procedere telematicamente con il pignoramento…

Una manovra che ha fatto venire i brividi a un bel po’ di soggetti, in particolare immagino proprio a quanti appartengono a quella prima categoria…

Meloni, ha subito replicato: prelievo conti correnti??? Non se ne parla!!!

E certo… la farebbero cadere da Palazzo Chigi immediatamente.

Questo è il Paese dove nessuno paga o quantomeno non nei termini previsti dalla legge, ciascuno fa quanto più gli fa comodo e se ne fot… del sistema o delle normative previste!!!

Tranquilli quindi, nella legge di bilancio non vi sarà alcuna misura per consentire all’Agenzia delle Entrate di accedere direttamente ai conti correnti degli italiani, era di per se ovvio, direi superfluo, già…  solo averci pensato, ma infatti sono certo che loro, da quel governo per l’appunto, questa soluzione così ineccepibile, non l’avevano neppure ipotizzata!!!

Finalmente una decisione giusta: a Gratteri la Procura di Napoli. Auspico ora che nel brindare questo suo trasferimento, non vi sia ahimè anche la 'ndrangheta calabrese!!!

Avevo scritto un post a riguardo su questo suo trasferimento – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/08/auspico-che-lincarico-per-la-procura-di.html e per fortuna sembra che questa volta il Csm abbia voluto accogliere quel mio desiderio…  

Ovviamente l’avrei voluto come Ministro della giustizia o anche all’interno di quella Direzione Nazionale Antimafia, ma comunque alla fine… va bene così, perché sono certo che grazie a questo suo nuovo incarico, riuscirà (come sempre a fatto) a contrastare in maniera energica quella criminalità organizzata “disomogenea”, chiamata camorra…

Sono altresì convinto (spero di non essere smentito dai fatti…) che chi lo sostituirà in Calabria, saprà continuare il suo operato, infliggendo alla ‘ndrangheta un duro colpo a quella sua egemonia criminale nazionale ed anche internazionale… 

Certo, non sarà come combattere quelle ‘ndrine, qui l’organizzazione partenopea evidenzia una struttura camorristica diversa e certamente differenziata, senza un capo assoluto che li coordina e con molte teste libere desiderose di prendere il sopravvento, già a modello di quanto perfettamente raccontato nel libro del giornalista Roberto Saviano, “Gomorra”.

Peraltro sono certo che appena metterà mano sui dossier aperti, sulle inchieste in corso e sui traffici che ogni giorno si vanno realizzando, non passerà moto tempo che quei penitenziari sotto il Vesuvio, inizieranno a riempirsi…  

Come riportavo sopra, appena ho appreso la notizia ne sono stato felice, ma nel contempo pensavo che forse ora i camorristi non saranno particolarmente felici di quel suo trasferimento, mentre chissà dall’altra parte, in quella sua (ora lontana…) Calabria, questo “allontanamento forzato” verrà brindato, visto quanto danno in risorse umane e finanziarie aveva saputo il procuratore imprimere a quei loro ingenti affari sporchi… 

Non mi resta infine sperare comunque che quella lotta dello Stato continui in quella regione per come finora fatto, già… e mi accontenterei che venga scelto per quell’incarico calabrese un uomo coraggioso e con alti principi morali, niente di più di quanto aveva finora aveva dimostrato d’essere il suo predecessore e collega Nicola Gratteri…

Ah dimenticavo: Procuratore di Napoli, buon lavoro…

 

Il problema dei migranti: l'Europa ci ha lasciati da soli!!!

Ma quale ricollocamenti obbligatori o aiuti al nostro Paese, ed ancora, quali iniziative per contrastare gli sbarchi o messa in atto di iniziative a protezione delle frontiere esterne…

Il nostro governo sta facendo acqua da tutte le parti e nel contempo, gli altri Paesi europei prendono le distanze, bloccano gli ingressi e non intervengono nel rafforzamento di una  collaborazione con i Paesi africani da cui ogni giorno prendono il mare quei poveri migranti…

Ora si attende che Commissione europea presenti un nuovo pacchetto sull’immigrazione ma da quanto si sta vedendo sono distanti dal prendere una decisione che risolva il problema, anzi tutt’altro…

Una cosa è certa, Lampedusa sta esplodendo ed il rischio che sull’isola i rapporti sociali tra migranti e isolani implodano è una cosa che si avverte già nei notiziari… 

Dal governo non si sta comprendendo la gravità di quanto potrebbe accadere da qui a poche ore… in particolare con il bel tempo e quindi con l’arrivo di ulteriori nuovi sbarchi e pensare che rimanendo in stallo il problema verrà risolto è pura follia…

Speriamo solo che non accade nulla di grave, ma se non si interviene, se non si prendono anche misure drastiche, se la sicurezza è demandata alla buona sorte, ho come la sensazione che ahimè nulla di buono avverrà,    

Basta quindi con le cazz… propinate da quelle Tv di partito, basta con falsi moralismi, con principi di solidarietà che l’Ue non ha mai dimostrato in tutti questi anni, basta soprattutto con la abnegazione di quie cittadini di Lampedusa che ormai da tempo non ne possono più con quanto sta accadendo…

L’Italia non ha bisogno di fondi imposti per accogliere i migranti e quindi per tenere sul nostro territorio tutti i migranti che vanno sbarcando; è tempo di bloccare le partenze, porre le nostre navi militari dinnanzi alle coste africane ed obbligare quei trafficanti di uomini, donne e bambini a far rientro a casa… 

L’Europa si deve fare carico dei problemi in Africa, dando i fondi disponibili proprio a quei paesi africani affinché la loro democrazia possa crescere, svilupparsi ed offrire sicurezza a ciascuno di quei fuggitivi, provando così ciascuno di essi a crescere e prosperare con i propri familiari, in quella che d’altronde è loro terra, senza quindi dover rischiare la propria vita per giungere qui, una terra che come ben sappiamo bene non offre nulla e dove non garantisce a nessuno, neppure a noi italiani, alcuna prospettiva di futuro!!!