Archivi tag: luce

Nicola Costanzo: La mia unica griffe!


Sì… come dice quel testo della canzone che ho scritto nei giorni scorsi: c’è chi vive per la fortuna, chi per la fama, chi per il potere o per il gioco, come se la vita fosse un tavolo da poker in cui ogni gesto sia calcolato per vincere qualcosa di visibile, di misurabile, di esponibile.

Già… c’è chi pensa, ad esempio, che la ricchezza del cuore si possa sostituire con oggetti: l’ultimo modello di cellulare, un orologio firmato, un accessorio che urla status prima ancora di essere indossato, simboli esteriori di un successo che non ha mai chiesto permesso a nessuno prima di imporsi.

Stamani, ero seduto con un amico in un bar prendendo un aperitivo, quando all’improvviso, si sono uniti a noi dei suoi conoscenti e così – mio malgrado – mi sono ritrovato a dover ascoltare quei loro dialoghi banali. 

Per me, erano semplici estranei, con cui scambiare al massimo un cenno del capo, presenze dalle quali comprendevo, almeno in quel frangente, una limitata preparazione, quantomeno le loro argomentazioni, basate su esposizioni riduttive e circoscritte.

Uno di essi, faceva pesare l’ultimo modello di telefono appena acquistato, posandolo sul tavolo con la delicatezza di chi espone una reliquia, l’altro, viceversa, quasi per ribattere a quel silenzioso vanto, si aggiustava il proprio piumino bianco firmato, sfiorandone il logo con una punta di dita orgogliosa.

E la cosa più assurda è che ridevano a crepapelle di quel rituale sociale dove “vale di più chi mostra di più” e così, mentre l’aria si faceva pesante di una scialba competizione, fatta di sigle e di marchi, io rimanevo in silenzio ad osservarli, e dentro me non potevo fare a meno di sorridere.

Sì… in quel particolare momento, mi sono ricordato di un gesto che avevo compiuto alcuni giorni fa e cioè: firmare la suola della mia scarpa.

Ovviamente quanto avevo realizzato per scherzo, non rappresenta un’opera d’arte e non deve evidenziare alcuna ricerca di autenticità. Già… si potrebbe definire una “presa per il culo”, elegante, silenziosa, eppure ferocemente chiara, dedicata a tutti coloro che nel marchio cercano uno specchio in cui riflettersi. 

Quella firma ha uno scopo: preparare la risposta perfetta per quando qualcuno, con quel tono sospeso tra la curiosità e la valutazione, mi chiederà: “Belle quelle scarpe… di chi sono?”, intendendo naturalmente a quale griffe, a quale stilista, casa di moda, già… a quale divinità commerciale appartengano.

E io, con tutta la calma del mondo, potrò rispondere: “di Nicola Costanzo”! E se lo sguardo (come solitamente accade) dovesse restare vuoto, perplesso, allora… ecco che alzerò semplicemente la suola e mostrerò la mia firma blu, nitida sulla gomma consumata. 

E in quel gesto, che è un ribaltamento, vi è tutto: l’assurdità sublime di aver firmato la parte che calpesta la polvere, la beffa verso chi crede che il valore vada indossato all’esterno, la dichiarazione che io non ho bisogno di elevarmi indossando la firma di un altro.

Perché è questo il punto, no? La maggior parte brilla di luce riflessa, riverberi pallidi di un prestigio preso in prestito. Io, con questa sciocca, meravigliosa firma sulla suola, brillo di luce propria! È una certezza, non una possibilità. 

Una luce che non chiede permesso a nessun marchio, che non si accende per il riflesso di un logo, ma che emana beffardo, il deliberato atto di rivendicare se stessi come unica firma necessaria. È dire, senza bisogno di alzare la voce, che la mia unica griffe accettabile è il mio nome, e che lo metto dove voglio, soprattutto dove nessuno, nella sua ossessione per le apparenze, penserebbe mai di cercarlo. 

E se qualcuno rimane perplesso, se non capisce il contenuto o le motivazioni di questa mia piccola follia, forse è proprio quello il segno che ho centrato il bersaglio!

Non c’è amore più grande che darsi interamente a chi si ama.


Era la prima volta che sentivo il silenzio parlare così forte

Non il silenzio del borgo, quello lo conoscevo bene, era un vecchio amico fatto di pietre consumate dal tempo e di strade che si allungano senza fretta nella campagna, no, questa volta era un silenzio diverso, più intimo, che riempiva la chiesetta di Brancion come un velo sospeso, denso e chiaro al tempo stesso, come se perfino il tempo, qui così abituato a fermarsi, avesse trattenuto il fiato per ascoltare qualcosa di essenziale.

Ero seduta in fondo, come mi capita spesso, a osservare i figli, i nipoti, gli amici che si stringevano intorno alla bara del dottor Martin, e mi è venuto spontaneo pensare a quanto le nostre professioni, all’apparenza così distanti – la mia custode del riposo, la sua custode della vita – siano in realtà sorelle nella sostanza, accomunate da un’unica vocazione: accogliere chi vacilla, tenere aperta una porta quando tutto sembra chiudersi, essere presenza prima ancora che parola.

Suo figlio, dal pulpito, ha raccontato di un uomo che non si limitava a curare, ma si prendeva cura, un medico che faceva pagare una sola visita, anche se tornava tre volte nello stesso pomeriggio, o se, con un gesto solo, auscultava il cuore di un’intera famiglia radunata in cucina.

Un uomo che sapeva porre tre domande appena, e da quelle riusciva a cogliere non solo la malattia, ma la storia intera di chi aveva davanti, in un’epoca in cui i farmaci non erano ancora una scelta infinita, eppure la guarigione arrivava lo stesso, perché la cura più potente era già lì, nel modo in cui ti guardava, nel modo in cui restava.

Le sue parole mi hanno riportata a tanti volti che ho incontrato quando varcavano il cancello del cimitero: smarriti, stremati, sospesi tra un prima e un dopo che non riconoscono più.

Ho ripensato a quanto sia fragile il confine tra conforto e formalità, e a come, spesso, sia proprio nella rinuncia alla fretta che si nasconde l’unico gesto davvero riparatore: fare posto, senza condizioni, al dolore dell’altro.

Essere una persona perbene, nella vita come nel lavoro, non è una maschera da indossare, né un ruolo da interpretare in scena, è una scelta silenziosa, quotidiana, che non reclama applausi, che non chiede restituzione.

È voltarsi verso chi ha bisogno, anche quando la stanchezza preme sulle spalle, anche quando nessuno lo vedrà, nessuno lo ricorderà.

Poi è arrivato il momento della lapide, e il mio sguardo si è fermato su quel medaglione di ceramica.

Non c’era una foto in posa, né una cerimonia, né un ritratto ufficiale. C’era lui, forse sui cinquant’anni, con il viso segnato dal sole e gli occhi che ridevano prima ancora delle labbra, davanti a un orizzonte di mare aperto, lontano dalle strade polverose della campagna, lontano dai richiami notturni, dalle tosse stizzose, dai letti da visitare all’alba.

Quell’immagine ha detto più di ogni elogio: non si era identificato solo con la sua missione, per quanto intera fosse stata la sua dedizione. Aveva saputo ritagliarsi spazi di leggerezza, non per sfuggire, ma per tornare più intero, più vero, più capace di donare.

Ho capito allora che per dare senza esaurirsi, bisogna prima aver accolto qualcosa di bello dentro di sé.

Non è egoismo cercare la propria luce: è responsabilità. È il riconoscimento che ogni dono autentico nasce da una sorgente che va alimentata, non prosciugata.

Prima della benedizione, il sacerdote ha citato il Vangelo, e quelle parole sono cadute nella navata con la forza di una verità antica che non invecchia mai: Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi.

E ho pensato che dare la vita non significa sempre un gesto eclatante, un sacrificio estremo. Può significare restare, quando sarebbe più facile andarsene. Può significare ascoltare, quando il silenzio sarebbe più comodo. Può significare sorridere, anche se dentro c’è un peso.

Questo è il lascito del dottor Martin: una vita vissuta come un atto d’amore continuo, discreto, non negoziabile.

Vivere così – con coerenza, con delicatezza, con fedeltà – vuol dire scegliere ogni giorno di essere un rifugio. Per chi è ancora in cammino, e per chi ha già concluso il suo viaggio e affida a noi, con fiducia, la custodia della sua memoria.

La cortesia che cerco di praticare nell’accogliere i parenti in lacrime, e quella che lui esercitava chinandosi su un lettino di ferro per prendere un polso con le dita ferme e calde, nascono dalla stessa radice: la convinzione che ogni incontro meriti rispetto, e che nel dono di sé non si perde nulla, anzi, si guadagna una forma più alta di esistenza.

Uscendo dalla chiesa, il sole di Brancion accarezzava le facciate di pietra, e il silenzio era tornato, ma non più denso, non più trattenuto: era diventato leggero, vivo.

Il tempo non era fermo, no: si era mosso, dolcemente, portando via con sé una cerimonia, e lasciando in cambio una lezione incisa non sulla pietra, ma nelle pieghe dell’anima.

Essere una persona perbene non è un epitaffio da incidere alla fine, è un verbo, da coniugare ogni mattina.

È scegliere di cambiare l’acqua ai fiori non solo nel proprio giardino, ma in ogni angolo di vita che attraversiamo. È sapere che un giorno, forse, di noi resterà solo un sorriso impresso in una foto sbiadita, una voce che ha saputo ascoltare, una mano che non ha mai chiesto indietro niente.

E che quel sorriso, quella voce, quella mano, saranno abbastanza, sì… abbastanza per dire: era una persona perbene!

E non c’è eredità più preziosa..

Carichi pendenti e casellari: l’altra faccia del successo in Sicilia!

Dott. Costanzo, buonasera.

Ho letto ieri sera il suo interessante articolo e ho deciso di scriverle per condividere una riflessione che, credo, possa ampliare il dibattito. Lei tocca un tema cruciale: il problema di questa terra non è più soltanto quello di denunciare, ma quello di far giungere le denunce nelle mani giuste, ammesso che ne esistano ancora di realmente affidabili.

Chi, come me, vive questa terra, percepisce ogni giorno il peso di un sistema che, lungi dal favorire la trasparenza e la legalità, sembra voler avvolgere tutto in una cortina di inefficienza e indifferenza. 

La White list, che dovrebbe rappresentare un argine contro le infiltrazioni mafiose nelle imprese, rischia paradossalmente di includere chi di quell’odore non si è mai liberato. E non è solo la Prefettura a destare preoccupazione: anche la Procura, spesso, sembra restare in silenzio, lasciando che i nodi si stringano sempre di più attorno a una cittadinanza già sfiduciata.

Ma c’è un punto ancor più dolente: la percezione diffusa che, ormai, in pochi siano rimasti disposti a combattere. Quanti cittadini, davvero, sono pronti a fare la propria parte? Quanti, al contrario, scelgono la via più comoda: quella dell’indifferenza, o peggio, della complicità con un sistema corrotto e corruttivo?

Le attuali normative, anziché incentivare la denuncia, spesso agiscono come un muro scoraggiante.

Burocrazia interminabile, tempi infiniti per ottenere una giustizia che, troppo spesso, arriva tardi – ammesso che arrivi – e una società che sembra non saper distinguere più tra vittima e colpevole: tutto questo porta molti a ritrarsi, a desistere, a lasciar perdere.

Mi verrebbe da dire che in Sicilia, i carichi pendenti e i casellari giudiziari “positivi”, fanno curriculum!!!

A questo si aggiunge una desolante constatazione: troppi preferiscono non vedere, girarsi dall’altra parte, accettare quel compromesso che, seppur piccolo, contribuisce ad alimentare un sistema marcio. Il senso civico si svuota e il cittadino, che dovrebbe essere il pilastro della società, si trasforma in un ingranaggio di un meccanismo corrotto.

La domanda, allora, è una sola: possiamo ancora parlare di una speranza di riscatto per questa terra? Esistono ancora quelle “mani giuste” a cui affidare le nostre denunce? La risposta, forse, è sepolta nel coraggio di pochi che, nonostante tutto, continuano a combattere.

Questo è un richiamo, non solo a chi ha il potere di agire nelle istituzioni, ma a tutti noi: cittadini, professionisti, genitori. 

Recuperare il senso del dovere, ricostruire la fiducia, e soprattutto scegliere, ogni giorno, di fare la cosa giusta – anche quando sembra non servire a nulla. Perché solo così possiamo sperare di riaccendere una scintilla in un contesto che sembra aver spento ogni luce.

Lettera firmata

RISPOSTA:
Gentile lettore, la ringrazio di cuore per il suo intervento. Le sue parole, lucide e incisive, non solo arricchiscono il dibattito, ma evidenziano con forza quei nodi critici che troppo spesso rimangono in ombra.

Condivido pienamente la sua analisi: il problema non è più solo denunciare, ma far sì che le denunce arrivino nelle mani giuste, in un contesto dove la sfiducia nelle istituzioni sembra aver scavato un solco sempre più profondo. La sua osservazione sulla White list e sulla latitanza della giustizia è un promemoria doloroso ma necessario: le norme, anziché proteggere, talvolta scoraggiano chi avrebbe il coraggio di esporsi.

Le sue riflessioni sull’indifferenza e sul senso civico sono un richiamo che dovremmo fare nostro ogni giorno. 

Non possiamo più permettere che l’abitudine al compromesso e la rassegnazione prendano il sopravvento.

Mi auguro che voci come la sua possano continuare a farsi sentire e, in qualche modo, ispirare altri a non arrendersi, perché solo con il contributo di cittadini come lei, come me, determinati e disposti a fare la propria parte, che possiamo sperare in un futuro diverso per questa terra.

Quindi, grazie ancora per aver condiviso nel mio blog questo suo pensiero.

Mi permetta di riprendere una sua frase che mi ha particolarmente colpito, quella sul “riaccendere una scintilla“. Da sempre, una riflessione accompagna il mio percorso di vita: chi, nel corso della sua vita, è riuscito ad accendere anche solo una luce, nell’ora più buia di qualcun altro, non è vissuto invano.

Concludo salutandola, con l’auspicio di ricevere presto altri suoi preziosi contributi.

Nicola Costanzo

Sebastiano Ardita: riflessioni sul coraggio del male.

Il coraggio del male“: un titolo che di per sé evoca un’ombra, una sfida, una lotta interiore e universale…

Di fronte a un tema così potente, avrei desiderato che il procuratore – considerata la sua professione e la sua esperienza nel tessere la tela della giustizia – avesse scelto di affrontare argomenti più legati al suo ruolo e alla realtà che vive quotidianamente. 

Tuttavia, ogni scelta narrativa è una finestra sulla mente e sul cuore dell’autore, e questo libro potrebbe rivelarsi una chiave per comprenderne i pensieri e le emozioni più profonde.

Quindi, prima di esprimere un giudizio definitivo, lascio spazio alla lettura e all’immersione nella sua narrazione; solo così potrò capire se la sua voce entrerà tra quelle che considero davvero indimenticabili.

Il titolo stesso mi spinge a riflettere sul significato del “coraggio del male“, un concetto provocatorio, quasi paradossale, ma affascinante. 

Già…il male, che per definizione rappresenta il lato oscuro dell’umanità, quello che spesso si cela, si teme o si condanna.

Parlare di coraggio in relazione al male è come riconoscere che anche esso richiede una sorta di forza o di audacia, sebbene indirizzata verso scopi distruttivi o moralmente discutibili.

Ma forse il “coraggio del male” non riguarda solo chi lo perpetra; potrebbe essere anche il coraggio di affrontarlo, di guardarlo negli occhi senza distogliere lo sguardo. È una chiamata a confrontarsi con il lato oscuro dell’esistenza, sia fuori che dentro di noi, e a riflettere su come esso plasmi la nostra umanità, le nostre scelte e la nostra visione del mondo.

Questo libro potrebbe rappresentare un viaggio nei territori inesplorati dell’animo umano, un invito a sondare le profondità dove luce e ombra si intrecciano.

Ed è quindi con questa curiosità che mi accingo a leggerlo, pronto a lasciarmi sorprendere e forse anche a mettere in discussione le mie certezze…

Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi!!!

Credo che non vi sia alcuna differenza tra Ebrei, Musulmani e Cristiani, già… siamo tutti fratelli e chi prova a incitare attraverso la violenza una parte di essi contro un’altra, sa bene che quel percorso condurrà alle tenebre!!!

Difatti, non esiste un’unica direzione giusta, virtuosa, da intraprendere in modo appropriato e chi afferma ciò, possa essere anche un capo spirituale, sa che non dice il vero, perché in nessun libro sacro vi è scritto di odiare e ancor meno di…uccidere!!!

Per questi motivi sono fermamente convinto che le religioni, così come vengono proposte siano dannose, per lo più quando il messaggio riportato non attiene a quel vero insegnamento trasmesso che parla soprattutto di pace eserenità per tutta l’umanità.
In tal senso mi permetto di condividere una preghiera musulmana intitolata “Pace per la terra della pace”: “Lode a Dio, misericordioso, compassionevole, re, santo, pacifico, fedele, sovrano, prezioso, potente, grandioso, creatore, ideatore, formatore. O Dio, Tu sei pace, e la pace proviene da Te, e a Te la pace ritorna. Tu sei benedetto e Tu sei glorificato, O Padrone di splendore e di onore, ispiraci, O Signore, con la pace e rivelaci la pace e rendici abitatori del regno della pace, fra coloro che non vivono nella paura e nel dolore. O Dio, cerchiamo rifugio in Te dall’ingiustizia e dall’oppressione, dall’illegittima aggressione, e noi Ti chiediamo, Signore nostro, di farci percorrere il retto cammino, di non perderci e di non farci cadere, credendo in Te e confidando in Te. Guidaci, O Signore, alle parole più preferibili, guidaci, O Signore, agli atti più perfetti, guidaci, O Signore, alla morale migliore, perché nessuno al di fuori di Te può guidarci, e Tu sei capace di fare tutte le cose. O Dio, rendici, O Dio, inclini verso tutto ciò che è buono, avversi a tutto ciò che è cattivo. Ti chiediamo di indicarci tutto ciò che è buono e giusto. Donaci, O Dio, sicurezza, pace, tranquillità e fede, per noi e per la nostra gente, le nostre famiglie, i nostri padri e le nostre madri, i nostri figli e le nostre figlie, e per tutta l’umanità e per tutte le nazioni, tutte le creature della Tua grande creazione”. 
Da quanto sopra comprenderete come non abbia alcun senso vivere nella discordia o in eterno conflitto, in quel secolare contrasto che ahimè prova a soffocare il pensiero, soprattutto quello di molti giovani che viene indirizzato in una fanatica ostilità contro coloro che oppongono altri fanatismi!!!
Scriveva Bertrand Russel (premio Nobel ed uno dei maggiori filosofi contemporanei): l’educazione nel rispetto del prossimo dovrebbe mirare alla libertà della mente e non al suo imprigionamento in una rigida armatura di dogmi destinati a proteggerla, nella vita, contro i pericoli dell’evidenza imparziale; il mondo necessita di menti e di cuori aperti, non di rigidi sistemi, vecchi o nuovi che siano”. 

Difatti, da parte mia penso che sia meglio fare un poco di bene piuttosto che molto male, ecco perché il mondo che auspico dovrebbe essere libero da faziose incomprensioni e consapevole che la felicità per tutti nasce dalla collaborazione e non dalla discordia!!!

Per cui, pur sapendo che in questi anni, quando si parla di religione capita spesso che al tema si associ il concetto di guerra, non perché i conflitti in corso siano propriamente delle guerre di religione (per come ve ne sono state in passato), ma perché pur combattendosi per tutt’altri motivi, politici, territoriali, economici e finanziari, la religione sembra però avere un ruolo importante!!!
Già… tutti parlano di pace ma nessuno educa alla pace, fateci caso, ogni singola religione si dichiara portatrice di pace, ma alla fine si educa il mondo alla competizione, e la competizione è l’inizio di ogni guerra. 
Quando viceversa si educherà per la cooperazione e per offrirci l’un l’altro solidarietà, ecco finalmente… si starà educando per la pace. 

A Catania ho fondato lo Stato Palestinese!!! “Se lo dicessi ad alta voce, mi risponderebbero con una risata universale. Forse tra cinque anni, certamente tra cinquanta, tutti se ne renderanno conto”!!!

Non posso certo paragonarmi al giornalista Theodor Herzl, che nel Primo Congresso Sionista, tenutosi a Basilea nell’agosto del 1897, appuntò sul proprio diario. “A Basilea ho fondato lo Stato ebraico”, per poi aggiungere con toni profetici: “Se lo dicessi oggi ad alta voce, mi risponderebbero con una risata universale. Forse tra cinque anni, certamente tra cinquanta, tutti se ne renderanno conto”

Già… mezzo secolo dopo lo Stato d’Israele nacque ufficialmente e quel sogno diventò realtà!!!

Ogni giorno sono stupito e pieno di orgoglio nel vedere la visione di Herzl prendere vita davanti ai nostri occhi e sento il dovere e la responsabilità di portare avanti il futuro dello Stato di Israele e del Popolo ebraico”, con queste parole ha commentato quanto sopra l’attuale Capo di Stato israeliano, Presidente Isaac Herzog.

Ed allora ecco che anche il sottoscritto vuole raccontare di una visione in cui ero presente, una conferenza promossa da tutti i paesi Arabi ed accolta dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, un incontro decisivo per formalizzare la creazione del nuovo Stato Palestinese!!!

Il sottoscritto in quella visione ha potuto così assistere ad un sogno precedentemente compiuto, nel quale erano presenti due case, una palestinese ed una ebraica, entrambe vicine e mentre i loro figli giocavano insieme, gli adulti progettavano di divenire “luce per le nazioni del mondo”. 

D’altronde, in questi tempi così tenebrosi, nessuno può permettersi di ignorare quella luce, altrimenti il rischio – mi rivolgo a chi oggi crede di essere più forte – è quello di offendere Dio col pericolo di culminare in quel “giorno dell’ira”. 

Vorrei difatti ricordare gli ultimi versetti del profeta Isaia, che descrive gli eventi che precederanno quel giorno: “poiché, ecco il Signore viene con il fuoco, i suoi carri sono come un turbine, per riversare con ardore l’ira, la sua minaccia con fiamme di fuoco. Con il fuoco, infatti il Signore farà giustizia, e con la spada su ogni uomo; molti saranno i colpiti del Signore. (Isaia 66:15, 16).

E’ tempo quindi di dare una nuova luce spirituale alle azioni compiute, perché solo così si potrà sperare di raggiungere la vita eterna e coloro che dimostreranno di accoglierla col cuore – indipendentemente dalla loro nazionalità, estrazione etnica, professione di fede – troveranno sotto quella luce, la parola di Dio: leggiamola ogni giorno, meditiamoci su e apprezziamone il messaggio, affinché attraverso di essa, si possa realizzare quella tanto desiderata pace.

Non è strano che gli uomini combattano tanto volentieri per una religione e vivano così malvolentieri secondo i suoi precetti?

(Georg Lichtenberg)

Presidente Mattarella: “diventare più responsabile nei confronti… dei figli e nipoti con gesti contro lo spreco”!!! Già…

Le parole espresse dal Presidente della Repubblica sono di una persona virtuosa: “Ciascuno di noi è chiamato a diventare più responsabile nei confronti del pianeta, dei nostri figli e dei nostri nipoti con gesti contro lo spreco”. 

Parole che incitano alla consapevolezza, che esprimono comportamenti di solidarietà, pronunciate tra l’altro in occasione della Giornata nazionale del risparmio (energetico).
L’iniziativa s’intitola “M’illumino di meno“’ e tenta di promuovere il senso di responsabilità di ciascuno di noi, perché sentirsi responsabili, anche attraverso gesti semplici, come spegnere una luce quando non ve n’è bisogno, consente di evitare sprechi che come sappiamo, costano tantissimo… 
Ma… nell’ascoltare quelle parole ho pensato, perché il nostro Presidente è così fortemente determinato nel ricordare lo spreco dell’energia, viceversa non ricordo (e mi scuso sin d’ora perché non ne ho memoria…) mai una parola pronunciata nei confronti degli sprechi della politica, di tutti quegli esosi stipendi, quelli sì incidono in maniera ragguardevole sul Bilancio dello Stato, parliamo tra l’altro di casse fortemente in crisi, che vanno a intaccare altri indicatori ben più importanti come il reddito medio, la sanità, l’istruzione, i trasporti e per finire i servizi alla persona. 

Perché, se da un lato ci viene chiesto di spegnere una lampadina – ricordo tra l’altro che quell’energia, eventualmente superflua, la paghiamo noi – ci si dimentica di costi ben più esosi, già… come quelli della politica, da quelli nazionali, per continuare a quelli regionali e per finire con i costi comunali suddivisi tra sindaci e consiglieri, a cui vanno sommati tutte quelle voci legate a “energia”!!!

Beh… mi creda Sig. Presidente, sono quelli i costi che il nostro Paese non può, ma soprattutto non dovrebbe sostenere, in virtù soprattutto di quanto riceviamo in cambio da quelle loro professionalità… (e mi consenta… lascio appositamente fuori dal contesto quanto viene illegalmente compiuto da molti di quei soggetti, a danno dello Stato, ma questo come ben sa, rappresenta un altro paragrafo vergognoso che non sto qui a ripetere!!!).
Sig. Presidente, Lei parla di riduzione dei consumi, ma provare ad evitare quelli superflui, non significa migliorare o contribuire al benessere di noi cittadini, mi creda non sono quelli i cambiamenti che portano al risparmio o quantomeno, non sono soltanto essi, ma ben altri, ma ahimè… di quelli nessuno vuole parlare, già… forse perché fa comodo così, in particolare a coloro che appartengono a quella “casta” a cui – mi dispiace sottolineare- appartiene anche Lei…
Spegnere le luci dei nostri meravigliosi monumenti (ho visto l’altra sera il Colosseo spento…) è se non dire osceno, certamente disonorevole, come tra l’altro, osservare di presenza quelle luci pian piano spegnersi dal Palazzo del Quirinale, mi ha dato come l’impressione di una democrazia morente, già… che si stesse spegnendo, per cosa poi, per mandare un messaggio simbolico e quale??? Quello che non siamo capaci di risparmiare come dovremmo???
 

Presidente Mattarella, ciascuno di noi verrà un giorno ricordato non tanto per quello che è stato, ma bensì per ciò che ha fatto durante il proprio incarico, ma ancor più, per ciò che poteva fare e ahimè non ha fatto!!! 

In tal senso mi permetto di riportare una bellissima frase di John Steinbeck che diceva: “Se tu o io dobbiamo scegliere tra il pensiero e l’azione, dovremmo ricordare la nostra morte per provare così a vivere in modo che la nostra morte non porti soddisfazione al mondo”!!!

Presidente… sin da ragazzo ho fatto sì che la mia vita fosse in ogni momento accompagnata da una frase: chi nel corso della vita ha acceso anche soltanto una luce, nell’ora buia di qualcuno, non è vissuto invano…

Presidente, io ho soltanto acceso quella luce… ora tocca a lei farla splendere!!!

Assistiamo a delle festività snaturate dal falso rispetto!!!

A dire quanto sopra, è stato alcuni giorni Papa Francesco, durante l’udienza generale…
Riprendendo le festività in corso, ha voluto parlare dello “snaturamento” del Natale, esprimendo un monito importante: in nome di un falso rispetto di chi non è cristiano, spesso si nasconde la volontà di emarginare la fede, si elimina dalla festa ogni riferimento alla nascita di Gesù. Ma in realtà questo avvenimento è l’unico vero Natale! Senza Gesù non c’è Natale”…
Proseguendo: “Se al centro c’è Lui, allora anche tutto il contorno, cioè luci, suoni, con le varie tradizioni locali, compresi i cibi caratteristici, ecco, tutto concorre a creare l’atmosfera della festa. Ma se togliamo Lui, la luce si spegne e tutto diventa finto e apparente“.
Passando quindi allo scambio dei doni, il Santo Padre ha ricordato come “il dono di Dio è Gesù e anche noi possiamo diventare quotidianamente un dono gratuito per coloro che si incontrano sulla propria strada. Ecco perché a Natale ci scambiamo i doni. E’ un segnale… ma il vero dono per noi è Gesù, e come Lui vogliamo essere dono per gli altri”.
C’è una citazione che da ragazzo scelsi come inizio di un mio libro, diceva: “Chi nel corso della vita ha acceso anche soltanto una luce, nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano“… 
Ecco, in un qualche modo Papa Francesco ha riproposto quel messaggio: “Gesù porta la vera luce, è il dono di Dio per l’umanità che è immersa nella notte e nel torpore del sonno”…
Ma purtroppo debbo dire che ancora oggi,  in particolare nel nostro paese – e ancor di più tra i miei conterranei – assistiamo al fatto che spesso ciascuno di essi preferisce vivere nel buio, perché sa che la luce svelerebbe tutte quelle azioni e quei pensieri, che farebbe loro arrossire la coscienza… 
Ecco il motivo per cui si preferisce rimanere nel buio e non sconvolgere quelle proprie abitudini sbagliate”!!!
Ma essi non pensano che alla fine dei loro giorni… non verranno salvati, già, a differenza di tutti coloro che attualmente vengono da molti disprezzati… 
Saranno difatti quest’ultimi, i primi destinatari dell’annuncio della salvezza: “Dio coinvolge coloro che, confinati ai margini della società, sono i primi destinatari del suo dono, cioè la salvezza portata da Gesù. Con i piccoli e i disprezzati, Gesù stabilisce un’amicizia che continua nel tempo e che nutre la speranza per un futuro migliore. A queste persone, rappresentate dai pastori di Betlemme, apparve una grande luce, che li condusse dritti a Gesù. Con loro, in ogni tempo, Dio vuole costruire un mondo nuovo, un mondo in cui non ci sono più persone rifiutate, maltrattate e indigenti”.
Diceva bene Emil Cioran: Quaggiù, per rimettere le cose a posto ci vorrebbe un salvatore per ogni generazione, o meglio, per ogni individuo!!!

Basta… con l'essere sempre: Ignavi!

E’ finito il tempo delle attese… è giunto il tempo in cui bisogna fare sentire le proprie ragioni!!!
Sarebbe bello continuare per come finora fatto… senza mai prendersi responsabilità, sapendo di accodarsi sempre ai giudizi degli altri e piegati a quei compromessi o a quelle particolari “amicizie”…
Rivedere quanto accaduto… quei modi di prostrarsi e soprattutto il sapere d’aver partecipato attivamente – anche se non direttamente – a collusioni e corruzioni… che ora vi hanno reso ricattabili!!!
E’ tempo di riprendere nuovamente la propria vita… 
Mi rivolgo a tutti coloro che finora non hanno mai preso seriamente una decisione… e non in quanto miseri “quaraquaquà”, ma bensì perché ignavi!!!
Non c’è bisogno infatti che vi ripeta, quanto poco meritevoli, siano state nel corso degli anni… queste vostre vite… Quando siete rimasti indecisi, nel non scegliere ciò che fosse giusto, da quanto sbagliato…
Quando invece di brillare di luce propria, si è scelto di vivere una vita riflessa… illuminati da quell’altrui luce, da chi difatti possedeva quell’autostima d’essere orgogliosi di se stessi…  da chi ha saputo rendere la propria vita non così complicata, in quanto slegata da fattori quali materialismo ed egoismo, ma restando coerenti con quel proprio spirito libero e autentico, senza la necessità di nascondersi o ancor peggio…  di mostrarsi falsi!!!
Soltanto in questo modo è possibile riprendere la propria esistenza e la totale pienezza, senza farsi mai intimorire o mediare da quelle scelte imposte…
Non bisogna restare immobili… come non bisogna evitare di rimanere coinvolti…
E’ come quando a scuola guardavate un litigio e stavate in disparte… evitavate di rimanere coinvolti o ancor peggio, di subire voi stessi quel pestaggio…
Guardare quanto accade senza partecipare… e come vedere la propria vita da dentro un tubo catodico… senza alcuna emozione, protetti all’interno di quello schermo, senza alcuna emozione o colore… restando così, in quella tonalità, il più delle volte… grigia!!!
Non potete più aspettare… non dovete dare la responsabilità agli altri o demandare a terzi quanto compete a voi… sperando: vabbé tanto sicuramente, prima o poi, ci penserà qualcun altro…” . 
E’ finito quel tempo… bisogna alzare le proprie chiappe dalla monotonia e cominciare a farsi sentire…
Per esempio, mi rivolgo a tutti coloro che non si vogliono interessare della nostra politica – comprendo perfettamente il loro disagio, perché è anche il mio – ma adesso non c’è più tempo per sperare in un miracolo, non si può scegliere da che parte stare o valutare chi ha ragione e chi no… 
Come, non si può pensare che fanno parte tutti dello stesso “fascio d’erba” e che quindi, con questi presupposti, andare a votare non ha alcun senso…
Non si tratta più d’essere indecisi o essere orientati all’astensione!!!
Questo è il momento di fare valere se stessi… e non il proprio voto, non si tratta d’inseguire nudi come nell’antinferno di Dante… una bandiera, qui si tratta di abbandonare tutti coloro che fino ad ora, vi hanno preso in giro…
Non c’è nessuno che potrà risolvere i vostri problemi… o meglio, non sono quelli che conoscete, che vedete in tv, che incontrate nelle varie segreterie politiche, che vi vengono suggeriti dai soliti “amici degli amici” o da quegli stessi vostri datori di lavoro…
Nessuno di loro vuole il vostro bene… anzi tutt’altro, fanno si che restiate sempre legati a quelle catene, come cani, come prigionieri di quel loro volere, mentre nel frattempo essi, beneficiano direttamente dei vostri voti… per ottenere quei propri vantaggi personali!!!
E’ riprovevole quanto andate ogni giorni facendo… siete identici a tutte quelle persone che si lamentano del proprio paese, del proprio governo, dei politici, dei ladri e truffaldini, ma che nei fatti mettono a rischio, con le proprie scelte, il futuro dei propri figli… 
Credetemi… mi sento a disagio a vivere insieme a voi, ad incontrarvi; osservo e vi riconosco ad uno ad uno… so quanto siete stati (ed ancora siete…) “IGNAVI”, ed è una fatica scoprire in quali modi vivete la vostra vita nell’oscurità, rinchiusi in quella dimensione in cui l’invidia ed i rancori la fanno da padrona, ma soprattutto, dove i risentimenti verso gli altri non vi permettono d’essere felici…
Siete in tanti… lo so… incapaci di decidere ciò che è bene, da ciò che è male!!!.
D’altronde, in quella mancata responsabilità, non si vuole comprendere come il non fare nulla, sia ancora più grave del far qualcosa…
Gli ignavi sono coloro che della loro vita non hanno fatto niente, né di buono né di malvagio, niente che li rendesse meritevoli d’essere ricordati “questo misero modo, tegnon l’anime triste di coloro che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo”…
Io comunque nutro la speranza di vedere in loro un cambiamento… e non voglio commettere l’errore consigliato da Virgilio al divino “non ragioniam di lor, ma guarda e passa”, ma tento con ogni mia parola, di motivare le loro coscienze, per riportarli nuovamente in quella via… piena di coraggio e dignità!!!

Basta… con l'essere sempre: Ignavi!

E’ finito il tempo delle attese… è giunto il tempo in cui bisogna fare sentire le proprie ragioni!!!
Sarebbe bello continuare per come finora fatto… senza mai prendersi responsabilità, sapendo di accodarsi sempre ai giudizi degli altri e piegati a quei compromessi o a quelle particolari “amicizie”…
Rivedere quanto accaduto… quei modi di prostrarsi e soprattutto il sapere d’aver partecipato attivamente – anche se non direttamente – a collusioni e corruzioni… che ora vi hanno reso ricattabili!!!
E’ tempo di riprendere nuovamente la propria vita… 
Mi rivolgo a tutti coloro che finora non hanno mai preso seriamente una decisione… e non in quanto miseri “quaraquaquà”, ma bensì perché ignavi!!!
Non c’è bisogno infatti che vi ripeta, quanto poco meritevoli, siano state nel corso degli anni… queste vostre vite… Quando siete rimasti indecisi, nel non scegliere ciò che fosse giusto, da quanto sbagliato…
Quando invece di brillare di luce propria, si è scelto di vivere una vita riflessa… illuminati da quell’altrui luce, da chi difatti possedeva quell’autostima d’essere orgogliosi di se stessi…  da chi ha saputo rendere la propria vita non così complicata, in quanto slegata da fattori quali materialismo ed egoismo, ma restando coerenti con quel proprio spirito libero e autentico, senza la necessità di nascondersi o ancor peggio…  di mostrarsi falsi!!!
Soltanto in questo modo è possibile riprendere la propria esistenza e la totale pienezza, senza farsi mai intimorire o mediare da quelle scelte imposte…
Non bisogna restare immobili… come non bisogna evitare di rimanere coinvolti…
E’ come quando a scuola guardavate un litigio e stavate in disparte… evitavate di rimanere coinvolti o ancor peggio, di subire voi stessi quel pestaggio…
Guardare quanto accade senza partecipare… e come vedere la propria vita da dentro un tubo catodico… senza alcuna emozione, protetti all’interno di quello schermo, senza alcuna emozione o colore… restando così, in quella tonalità, il più delle volte… grigia!!!
Non potete più aspettare… non dovete dare la responsabilità agli altri o demandare a terzi quanto compete a voi… sperando: vabbé tanto sicuramente, prima o poi, ci penserà qualcun altro…” . 
E’ finito quel tempo… bisogna alzare le proprie chiappe dalla monotonia e cominciare a farsi sentire…
Per esempio, mi rivolgo a tutti coloro che non si vogliono interessare della nostra politica – comprendo perfettamente il loro disagio, perché è anche il mio – ma adesso non c’è più tempo per sperare in un miracolo, non si può scegliere da che parte stare o valutare chi ha ragione e chi no… 
Come, non si può pensare che fanno parte tutti dello stesso “fascio d’erba” e che quindi, con questi presupposti, andare a votare non ha alcun senso…
Non si tratta più d’essere indecisi o essere orientati all’astensione!!!
Questo è il momento di fare valere se stessi… e non il proprio voto, non si tratta d’inseguire nudi come nell’antinferno di Dante… una bandiera, qui si tratta di abbandonare tutti coloro che fino ad ora, vi hanno preso in giro…
Non c’è nessuno che potrà risolvere i vostri problemi… o meglio, non sono quelli che conoscete, che vedete in tv, che incontrate nelle varie segreterie politiche, che vi vengono suggeriti dai soliti “amici degli amici” o da quegli stessi vostri datori di lavoro…
Nessuno di loro vuole il vostro bene… anzi tutt’altro, fanno si che restiate sempre legati a quelle catene, come cani, come prigionieri di quel loro volere, mentre nel frattempo essi, beneficiano direttamente dei vostri voti… per ottenere quei propri vantaggi personali!!!
E’ riprovevole quanto andate ogni giorni facendo… siete identici a tutte quelle persone che si lamentano del proprio paese, del proprio governo, dei politici, dei ladri e truffaldini, ma che nei fatti mettono a rischio, con le proprie scelte, il futuro dei propri figli… 
Credetemi… mi sento a disagio a vivere insieme a voi, ad incontrarvi; osservo e vi riconosco ad uno ad uno… so quanto siete stati (ed ancora siete…) “IGNAVI”, ed è una fatica scoprire in quali modi vivete la vostra vita nell’oscurità, rinchiusi in quella dimensione in cui l’invidia ed i rancori la fanno da padrona, ma soprattutto, dove i risentimenti verso gli altri non vi permettono d’essere felici…
Siete in tanti… lo so… incapaci di decidere ciò che è bene, da ciò che è male!!!.
D’altronde, in quella mancata responsabilità, non si vuole comprendere come il non fare nulla, sia ancora più grave del far qualcosa…
Gli ignavi sono coloro che della loro vita non hanno fatto niente, né di buono né di malvagio, niente che li rendesse meritevoli d’essere ricordati “questo misero modo, tegnon l’anime triste di coloro che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo”…
Io comunque nutro la speranza di vedere in loro un cambiamento… e non voglio commettere l’errore consigliato da Virgilio al divino “non ragioniam di lor, ma guarda e passa”, ma tento con ogni mia parola, di motivare le loro coscienze, per riportarli nuovamente in quella via… piena di coraggio e dignità!!!

Mafiosi: forse c'è un modo per salvarsi…

Già… fra i tanti obiettivi da offrire ai mafiosi per salvarsi… forse c’è una possibilità!!!
Ovviamente, non vi è in me alcuna pretesa nel garantire un “passepartout” che possa aprire le porte ad una possibile via di uscita…
Come d’altronde, non si tratta di certo di una vera e propria remissione (da cui sono esclusi ovviamente… eventuali peccati), ma ciò che andrebbe esaminato è se c’è, da parte di essi, la volontà di ripudiare quel fenomeno mafioso con cui finora si è convissuto.
Si tratta cioè di ricercare un nuovo “spiraglio di luce”, nulla che centri con il volersi “pentire” facendo nomi e cognomi di coloro che sono affiliati a quel sistema criminale o che hanno indirettamente beneficiato di quei collegamenti, dati loro, da da quella associazione …
Ma bisogna dimostrare con i fatti… di aver deciso di dare un taglio netto con tutte quelle possibili attività corruttive, rimediando a quanto compiuto, non solo per ripulire la propria immagine, ma anche e soprattutto quella dei propri discendenti…
Certo, comprendo, quanto ciò non sia semplice… come intuisco quanto sia difficile interrompere quel filo che da sempre li ha tenuti legati e che li ha visti, sin da ragazzi, “formati” in tutto e per tutto, da quell’ambiente che ha trasmesso loro, quella convinzione personale, di poter essere “apprezzati”, grazie a quella considerazione mafiosa…
Ma qui… tra essi, non è uscito fuori alcun “padrino” e neppure un qualsivoglia “boss”!!!
Vi è stato esclusivamente il desiderio di realizzare un sogno: rappresenta l’ambizione umana di voler elevare se stessi agli occhi degli altri; credere che attraverso l’esternazione di quei propri beni di lusso, realizzati con capitali per lo più di provenienza illecita (di derivazione truffaldina o meglio accumulati con “celati” meccanismi di evasione fiscale…).
Certo… il rischio è sapere di dover perdere tutto, in particolare quel potere conquistato con le unghia… comprendere ora, come agli occhi degli altri, non si conti più nulla. 
Sapere di non appartenere più a questo sistema… non potendo più incidere nelle scelte, lontani da quanto il mercato adesso richiede,
Ma quanto sopra non deve importare… poiché non è più a repentaglio la propria incolumità o il restare privi di quei beni costruiti, l’azzardo infatti non è saper di perdere tutto… perché in gioco ora vi è qualcosa di più importante… la propria libertà, quella certezza di poter andare fieri a testa alta e non doversi nascondere… come gli struzzi!!!
La libertà non è una cosa che si può prendere o dare a piacimento…
Ciascuno è libero per quanto vuole esserlo… perché il vero segreto della libertà è dato dal proprio coraggio!!!

Quanto felice sia ciascun sel vede… chi nasce sciocco ad ogni cosa crede!!!

Quanto felice sia ciascun sel vede,
chi nasce sciocco ed ogni cosa crede!
Ambizione nol preme
non lo muove il timore
che sogliono esser seme
di noia e di dolore…
Questo vostro dottore
bramando aver figlioli,
credria ch’un asin voli,
e qualunque altro ben posto ha in oblio,
e solo in questo ha posto il suo disìo…  
” La Mandragola” di Niccolo Macchiavelli: Canzone dopo il secondo atto…
Diceva Bertold Brecht: chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi conoscendola, la chiama bugia… è un delinquente!!!
Proprio quanto sta accadendo nel nostro paese… 
Se prendiamo per buono quanto ci viene propinato dai media, se condividiamo le notizie che ci vengono proposte dai social, se crediamo che tutto ciò che sta accadendo, sia la realtà dei fatti… ecco sono riusciti a nostra insaputa a manipolarci…
Era sin dall’inizio il loro scopo… e cioè quello di farci credere, che siamo noi  a decidere…
Già, come quel film “Niente è come sembra” con Will Smith e Margot Robbie… oppure quell’altro intitolato “Now you see me“…
Quei personaggi, sono eguali ai nostri… dei veri e propri manipolatori!!!
Durante la visione il regista ci spinge a focalizzare la nostra mente su un punto, mentre a nostra insaputa, egli opera su un altro obbiettivo…
I nostri governanti sono proprio come loro… aggiungo di più, sono come il “Dott. o la Dott.ssa” nel gioco dei pacchi; conoscono perfettamente ognuno di noi, perché prima di farci sedere al loro tavolo da gioco… ci hanno fatto lo “screening”, conoscono ogni nostro punto di forza o di debolezza… sanno fino a che punto siamo disposti a rischiare e quanto ci “vuole” per fermarci… per limitare ogni nostra azione e fare in modo che questa nostra forza si assoggetti ad essa…
Un vero e proprio depistaggio, identico a quello realizzato dai nostri interlocutori politici… 
Usano analoghi metodi: offrono con una mano… grandi risparmi e promettono bonus e integrazioni, mentre con l’altra mano… (proprio come quei truffatori) ci ripuliscono le tasche!!!  
Gli italiani di contro, possono essere paragonati alle allodole: si soffermano incantati ad ammirare gli specchietti colorati… e si fanno ingannare dalle solite frasi fatte… che riescono di fatto a distrarli dal loro vero obbiettivo… 
Quello cioè di tentare di costruire un paese democratico ed egualitario, capace di realizzare istituzioni democratiche stabili e forti, che sappia aggredire la crisi in corso, non soltanto quella economica ma anche quella etica e sociale… 
Un paese che guarda con speranza al futuro, che sappia contrastare tutte quelle associazioni criminali ancora presenti e sappia combattere l’ormai diffusa corruzione morale… che poi è la stessa… che non permette di trasmettere ai nostri giovani i sani valori… veri principi di legalità!!!
Siamo un popolo d’illusi… rappresentanti perfetti di quel comportamento così ben descritto (nel suo libro nel 1895) da Gustave Le Bon “L’Illusione delle folle:  poiché le illusioni sono indispensabili ai popoli, questi vanno per istinto incontro ai retori che gliele offrono, così come un insetto va verso la luce!!!
Dopotutto come dicevo all’inizio: chi è nato sciocco…crede ad ogni cosa!

Io sono la luce del mondo, chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita…

Professore, sono cieco…, vado alla cieca ed ho paura…
Professore, perché mi trovo circondato da una mescolanza di partiti, una bolgia che mi disorienta, mi confonde, mi tenta, creando in me sconcerto e confusione…, questa babele di voci, facce, urla, grida, mi fa sentire smarrito, confuso e annichilito…
Vago come un pellegrino, conscio però delle reali difficoltà del mio Paese e cerco quindi di scorgere da questo buio profondo, quel minimo raggio di luce…
Sii Professore…, sii la mia guida…, ridammi la forza per rialzarmi…, toglimi da questa cecità assoluta e sii la mia luce chiara e splendente, quando, avendo compassione di me, di noi, di tutti, questi tuoi cittadini, saprai donarti, con tutto te stesso…
Cari cittadini…
Negli ultimi mesi si è molto parlato di “Agenda Monti”. 
Non sono stato io a introdurre questo riferimento, ma diverse forze politiche e della società civile che hanno così inteso ispirarsi all’azione del governo, come linea di confine fra le politiche da fare – o da non fare – nei prossimi anni.
Il dibattito che ne è nato è stato incoraggiante. 
Non solo per il consenso piuttosto ampio che è sembrato emergerne, ma soprattutto perché, per la prima volta dopo tanto tempo, i contenuti e il metodo di governo sono tornati al centro di un dibattito politico altrimenti concentrato quasi esclusivamente su schieramenti e scontri tra personalità.
Incoraggiato da questi segnali, ho lavorato in modo più sistematico. 
Questo documento allegato ( perdonatemi se non lo allego… ), intitolato “Cambiare l’Italia, riformare l’Europa, agenda per un impegno comune” è il frutto di questo lavoro ed è presentato come primo contributo per una riflessione aperta.
Questa agenda vuole dare un’indicazione di metodo di governo e di alcuni dei principali temi da affrontare. 
Non è un programma di lavoro dettagliato e non vuole avere carattere esaustivo.
Invito tutti coloro che siano interessati a leggere il documento, a condividerlo e a commentarlo con spirito critico, portando il loro contributo di idee e di proposte.
Mi auguro che le idee contenute nell’agenda possano contribuire ad orientare le forze politiche nel dibattito elettorale dei prossimi mesi e a suscitare energie nuove presenti nella società civile. 
Sia io che tutti noi riceviamo appelli numerosi e molto diversi di gruppi, organizzazioni, associazioni e singoli che semplicemente dicono che la gente è molto arrabbiata con il mondo della politica, che talora la disgusta, ma vorrebbe potersi avvicinare ad una politica diversa.
A quelle forze che manifestassero un’adesione convinta e credibile, sarei pronto a dare il mio apprezzamento e incoraggiamento e, se richiesto, una guida. 
Questo è il modo in cui intendo rapportarmi con la fase politica che si apre adesso. 
Ho voluto dirlo con trasparenza, e, spero, chiarezza. 
Questa mia presa di posizione ovviamente non coinvolge nessuno dei ministri che con me hanno collaborato e di cui sono orgoglioso. 
Essi possono avere idee coincidenti, oppure in parte o in tutto divergenti. 
Mi è sembrato comunque utile dare all’opinione pubblica il quadro delle riflessioni che nascono dall’esperienza del Governo che ho presieduto.
Mario Monti

Ripiego…

Un effetto serra

fa da coltre

ai tuoi occhi

per non dover

più soffrire…

Il viso

ormai prosciugato

rende visibili

i segni marcati

di quei passati canali

un tempo fiumi di lacrime…

Ognuno di essi

rappresentante

di gioie e dolori

vive adesso nel…ripiego

di quei raggi rifratti

la cui tenue luce

in nulla si trasforma…

Il tempo delle piogge

è finito

muoiono le stagioni

e l’interno di te stessa

si sconta…vivendo!

Al di là…

Un salto, il buio

dietro me la luce…

Cambio per vivere

sfido la vita

in sui confini

per guardare

al di là…

l’infinito…

Entusiasta

incito la mente

a continuare

tra i freddi giorni

della disperazione…

Se avessi saputo

che il mio volere

era diretto alla morte

l’avrei ugualmente

tentato…

Meglio una morte cercata

che una saputa… amministrata!

Ballerina…

Immagino il mare

quale palcoscenico

d’un incanto d’anzar

e la spiaggia

sublime poltrona

per me…unico spettatore!

Le tue punte

come ali di gabbiano

s’innalzano

e i riflessi di luce

ora piccoli proiettori

illuminano l’armonia

dei tuoi passi…

Ad un elegante inchino

una leggera pioggia

fa da sipario…

Non resta che attendere

il prossimo saggio…