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Il patto dei Leviatani…


Quando due sovrani del potere illiberale si riconoscono, si stringono la mano e si abbracciano, non lo fanno per affetto, né per amore di un mondo che crede nel multilateralismo. No… loro riscrivono le regole (nell’ombra) per mutua sopravvivenza di quell’ordine che loro stessi hanno saputo scompaginare.

Credo che, al di là delle dichiarazioni plateali di Trump e del riserbo strategico di Putin – che lascia volentieri la parola al suo ministro degli Esteri – i due abbiano già concordato, fuori scena e in silenzio, le proprie sfere di influenza.

Già… sono convinto che i conflitti in corso, con le loro pseudo-minacce di droni e altre armi da propaganda, siano, ai loro occhi, nient’altro che danni collaterali funzionali alle rispettive mire espansionistiche.

Ad esempio, l’aver evocato la possibilità di schierare i missili Tomahawk – con la loro gittata minacciosa – è diventato l’ultimo strumento di una pressione calcolata. Da Washington giungono voci contraddittorie: si dice che a Zelenskyy siano stati negati, ma anche che la Casa Bianca stia valutando di fornirglieli in futuro.

L’obiettivo di questa retorica è palese: instillare un senso di minaccia non solo a Mosca – per costringerla a negoziati favorevoli agli Stati Uniti – ma anche all’Europa intera, presentando un pericolo imminente in una partita parallela. In questo modo, si orchestra una provocazione che potrebbe trascinare il “Vecchio Continente” in uno scontro diretto, ben oltre i suoi interessi o la sua volontà.

La portata di questa strategia emerge da un dettaglio inquietante: secondo quanto riferito dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, Kiev starebbe valutando l’uso di droni Geran-2 ricondizionati – assemblati con parti di velivoli russi abbattuti – per colpire obiettivi in Polonia e Romania. L’idea sarebbe diabolica nella sua semplicità: lanciare questi droni contro hub logistici in territorio NATO e attribuirne la responsabilità a Mosca, innescando una campagna informativa volta a spingere l’Alleanza verso una risposta militare diretta.

Questa non è una semplice speculazione. Secondo alcune fonti, le scocche di questi droni “riparati” sarebbero già state consegnate al poligono di Yavoriv. Se così fosse, gli incidenti passati con droni in territorio polacco assumerebbero un significato sinistro: non più coincidenze, ma prove tecniche per una provocazione più ampia. L’intento sarebbe di colpire in modo così credibile che, Polonia e Romania – troppo vicine al fronte per poter negare un attacco – si sentano costrette a interpretarlo come un’aggressione diretta da parte della Russia.

In questo scenario, il Pentagono convoca una riunione senza precedenti con oltre 800 generali – un movimento che alimenta i sospetti di una preparazione concreta a un’escalation. La Russia si trova così intrappolata: cedere al ricatto e negoziare alle condizioni imposte da Washington, oppure prepararsi a un conflitto che potrebbe includere attacchi con missili Tomahawk su infrastrutture critiche e, in ultima istanza, uno scontro diretto con la NATO.

In questo contesto, l’immagine di Trump come “pacificatore” appare del tutto insostenibile. Il suo approccio sembra voler essere in queste ore, ben più aggressivo di quanto non fosse quello di Biden, che inizialmente aveva escluso il trasferimento di questi missili, rivelando una strategia non di distensione, ma di ricatto strutturale.

Ciò che mi assilla maggiormente, sì… più di ogni altra cosa, è il sospetto che dietro la minaccia di missili, testate nucleari e droni, i veri protagonisti abbiano già scritto il copione. E che, mentre i governi europei continuano a parlare, le loro parole siano ormai solo rumore di fondo: incapaci di modificare ciò che, nell’ombra, è già stato deciso.

Il patto dei Leviatani.

Droni russi in Polonia, Romania ed Estonia? O è solo l’ennesimo atto di una guerra mediatica per prepararci al conflitto che vogliono loro?


Si parla di droni russi in Polonia, e subito l’allarme sale, le sirene suonano, i telegiornali mostrano mappe con frecce rosse e volti preoccupati…

Ma siamo sicuri che si tratti davvero di un attacco, o piuttosto di un copione già scritto, recitato a beneficio di chi deve credere a una minaccia sempre pronta a materializzarsi?

Mi chiedo, e non per la prima volta, se non sia questa l’ennesima manovra orchestrata dai media e da certe “élite geopolitiche” per tenere alta la tensione, per spingerci verso un baratro che forse nessuno vuole, ma che qualcuno ha interesse a farci temere.

Perché ogni volta che sento parlare di droni russi al confine con la NATO, avverto un’inquietudine più profonda: quella di essere parte di un gioco più grande, dove le pedine siamo noi, e le regole le scrivono altri.

Non posso ignorare il sospetto che dietro queste narrazioni ci sia una regia invisibile, composta da poteri forti che muovono fili ben al di là dei nostri schermi. Non è paranoia, è semplice osservazione: quando un evento del genere accade, le reazioni sono sempre pronte, i commentatori all’unisono, le analisi già formulate ancor prima che i fatti siano chiariti. 

Sembra quasi che esista una tavola rotonda di decisionisti, seduti in stanze senza finestre, che decidono quando innalzare il livello di allerta, quando indicare il nemico, quando farci sentire in pericolo e così, mentre loro discutono, noi veniamo informati – o meglio, condizionati – a pensare in un certo modo, a reagire in un certo modo, a chiedere soluzioni che, guarda caso, rafforzano proprio chi quegli stessi poteri rappresenta.

Cosa c’è davvero dietro questi droni? Erano armati? No! Hanno colpito obiettivi strategici? No! Hanno causato vittime? Neanche una… eppure viene definita una “provocazione”, un test ai confini della guerra ibrida. Ma chi prova chi? La Russia sta mettendo alla prova la NATO, dicono. E allora perché non chiedersi anche se non sia vero il contrario? 

Forse è proprio questo il punto: creare una situazione ambigua, difficile da interpretare, dove ogni movimento possa essere letto come aggressione, dove ogni silenzio possa essere visto come debolezza, già… in questo clima, basta poco per accendere la miccia: un drone qui, un jamming del GPS là, un’esercitazione militare annunciata. Tutto diventa segnale, tutto diventa minaccia. E mentre Mosca viene indicata come artefice di ogni turbolenza, si dimentica che anche dall’altra parte ci sono manovre, pressioni, interessi strategici ben precisi.

Pensiamo al passato recente: quante volte abbiamo creduto a scenari poi smentiti dalla storia? L’Iraq, ancora una volta, con le armi di distruzione di massa mai trovate. La Siria, con gli attacchi chimici attribuiti ad Assad e mai provati oltre ogni ragionevole dubbio. Il Nord Stream, sabotato nel cuore del Mar Baltico, con tutti che puntavano il dito verso la Russia, finché giornalisti come Seymour Hersh hanno raccontato una verità molto diversa, scomoda, e immediatamente emarginata

Quante altre volte ci hanno usato il timore per giustificare l’aumento delle spese militari, il rafforzamento delle alleanze, la limitazione delle libertà interne? È un meccanismo noto: crea un nemico, diffondi la paura, offri la sicurezza in cambio dell’obbedienza!

E oggi, con l’esercitazione Zapad 2025 alle porte, con le truppe russe in movimento, con la Polonia che invoca l’articolo 4 della NATO, sento risuonare lo stesso copione, si alza la temperatura, si mobilitano gli aerei, si annuncia un “muro di droni” europeo, come se la difesa dovesse necessariamente significare escalation. E von der Leyen, nel suo discorso sull’Unione, ne approfitta per rilanciare un progetto di integrazione militare che, detto sinceramente, sembra più un salto verso l’inevitabile che una vera proposta politica. 

Ma chi guadagna da tutto ciò? Chi trae vantaggio dal mantenere l’Europa in uno stato di perenne emergenza? Forse chi vive del conflitto, chi specula sulle armi, chi teme un continente unito non sotto il segno della pace, ma sotto il simbolo della guerra.

E poi c’è Trump, ovviamente… Perché anche lui fa parte dello spettacolo. Un post criptico, una telefonata, e subito si dice che dipende da lui se la crisi degenera. Come se il destino del mondo debba sempre passare attraverso un uomo solo, un personaggio mediatico, un attore consumato del teatro del potere. Ma non è forse questo il vero obiettivo? Ridurre le grandi questioni internazionali a duelli personali, a tweet, a gesti simbolici, mentre le strutture profonde del controllo proseguono indisturbate, fuori dalla vista?

Ho paura… sì, ma non dei droni. Ho paura del silenzio che accompagna certe verità. Ho paura della facilità con cui accettiamo versioni comode, della fretta con cui demonizziamo chi non controlliamo. E ho paura che, tra provocazioni reali e montate ad arte, tra informazioni e disinformazione, finiremo per perdere la capacità di distinguere, fino a quando non sarà troppo tardi. 

Perché se davvero stiamo andando verso un nuovo conflitto mondiale, non sarà annunciato da cannoni, ma da titoli urlati, da allarmi calibrati, da dubbi soffocati prima ancora di essere formulati…

Intervista al Dott. Alfio Grassi: Il caso delle temperature record e una verità sconcertante!


Come promesso ai miei lettori più attenti, oggi ho avuto il privilegio di incontrare il Dott. Alfio Grassi nel suo ufficio, un professionista che desidero ringraziare pubblicamente non solo per la disponibilità dimostrata, ma per il coraggio e l’integrità intellettuale con cui ha deciso di affrontare una tematica spinosa, proprio come aveva preannunciato nella sua breve risposta – vedasi link: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2025/09/richiesta-intervista-al-dott-alfio.html.
Dietro la mia insistente richiesta di un confronto, c’era una semplice ma fondamentale ricerca: trovare delle risposte.

Sì… risposte che, fino ad oggi, sembravano sfuggire a qualsiasi logica, sepolte sotto una coltre di silenzi, dichiarazioni ufficiali spesso contraddittorie e una narrazione che non riusciva a soddisfare la curiosità e le legittime preoccupazioni di noi “semplici” cittadini.

Grazie all’intervento del Dott. Grassi, quel muro di omertà e di dubbi forse sta per essere finalmente scalfito, difatti, quel che è emerso nel corso della nostra lunga conversazione, va ben oltre le mie più rosee aspettative e, devo ammetterlo, le mie più fosche previsioni.

L’argomento è talmente vasto, complesso e ricco di dettagli cruciali che, per onestà intellettuale verso i miei lettori e per il rispetto della chiarezza che un tema del genere merita, ho deciso di suddividere il resoconto dell’intervista in più post (peraltro ho avuto poco tempo a disposizione stasera per organizzare tutto il materiale).

Ma non posso, e non voglio, trattenere oltre la notizia più sconvolgente. Voglio preannunciarvi sin da questo primo articolo che quanto scoperto oggi è di una portata tale da lasciare basiti.

Le informazioni che il Dott. Grassi mi ha comunicato, supportate da documenti e una logica stringente, sono qualcosa che mai avrei creduto possibile. Sono certo che, come è successo a me, anche voi lettori resterete senza parole, sorpresi e profondamente turbati da ciò che sta dietro la facciata delle “temperature record” che hanno investito la nostra Sicilia.

Procediamo quindi…

Buonasera, iniziamo con la prima domanda: Occupazione del caso del presunto record e tempistiche – Dott. Grassi, desidero sapere come mai Lei si sta occupando di questo presunto record e soprattutto da quando?

Risposta: Da anni mi occupo di aspetti ambientali-climatici nella qualità di professionista geologico; in particolare, dall’anno 2016 ho avviato uno studio di monitoraggio sulle reti di rilevazioni di dati meteo installate nella Sicilia orientale, sia pubbliche che private, attraverso lo studio dei dati e dei sopralluoghi periodici, al fine di constatare lo stato di conformità di queste stazioni meteorologiche.

Nel 2017, dopo un’analisi accurata condotta sui dati registrati da una stazione ubicata nel comune di Floridia, appartenente alla rete SIAS (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano), ente regionale gestito dall’Assessorato all’Agricoltura, mi rendo conto di alcune notevoli anomalie sull’andamento termico delle temperature diurne registrate e decido di effettuare un sopralluogo nel sito di ubicazione della stazione.

In sede di sopralluogo mi accorgo, con grande stupore, che lo schermo protettivo del termometro presenta un’ampia apertura attraverso la quale, in alcune ore del giorno, entravano perfino i raggi solari, inficiando la reale misura termometrica in violazione di qualsiasi protocollo di conformità nazionale e internazionale attinente alla metodologia standard di regolare rilevazione della temperatura dell’aria sulla superficie terrestre.

Seconda domanda: Scoperta delle non conformità della stazione SIAS di Floridia – Quando ha scoperto per la prima volta che la stazione SIAS di Floridia non era a norma?

Risposta: Come le ho detto, anni prima che avvenisse il record europeo di 48,8°, il sottoscritto si era accorto che la stazione non rispettiva minimamente i requisiti standard richiesti dai protocolli tecnico-scientifici ufficiali, ma non solo per la presenza del buco nello schermo solare di protezione del termometro, ma anche per l’infelice ubicazione della stazione.

La stazione si trova circondata da alberi e nelle immediate vicinanze, a meno di 10 m, è presente una strada pubblica asfaltata che durante le ore diurne si riscalda notevolmente creando una bolla di calore che spesso, in condizioni di scarsa ventilazione, invade la stazione facendo impennare la temperatura rilevata.

Già alcuni giorni dopo la registrazione del record, avvenuto l’11/08/21, il sottoscritto si è premurato di effettuare un monitoraggio temporaneo e comparativo attraverso l’uso di una stazione datalloger professionale piazzata a circa 50 m dalla quella SIAS, i cui risultati hanno confermato che in alcuni momenti del giorno, quando il vento proveniva dalla stessa direzione di quella del giorno in cui si registrò il record, la sovrastima della temperatura della stazione SIAS registrava picchi di quasi 3°.

Nel 2024, a spese mie, decisi di installare in un luogo non influenzato da ostacoli o strade una stazione professionale a 500 m di distanza da quella del SIAS, dotata di certificazione di calibratura del sensore termometrico e, quindi, rispettosa di tutti i requisiti di conformità richiesti dai protocolli tecnici – scientifici ufficiali.

La stazione è stata messa in rete e, quindi, i dati di temperatura che vengono registrati in automatico ogni 10 minuti sono consultabili online da chiunque, Dopo 14 mesi di monitoraggio si è potuto constatare che la mia stazione restituisce temperature massime quasi sempre inferiori a quelli del SIAS e in certi giorni si sono registrate differenze di ben 3°!

Ma ecco che improvvisamente arriva il momento della rivelazione più sconvolgente, quella che ha giustificato ogni mia perplessità e che trasforma questa intervista in un’indagine su una delle pagine più opache della recente storia meteorologica italiana.

Sì, vi assicuro: questo è solo un assaggio, il primo di una serie di post che cercheranno di scavare a fondo, per arrivare alla verità.

E del resto, non si dice che la verità è come il sole? È vero: fa fatica a rimanere nascosta per sempre!

Restate quindi sintonizzati: i prossimi capitoli saranno ancora più incredibili.

Si… siamo al fianco di Kiev, ma solo a parole.

La complessità della vicenda ucraina e del conflitto in corso con la Russia richiede, a mio avviso, un esame obiettivo che vada al di là delle semplici prese di posizione dettate dai convincimenti personali. 

È fondamentale ripensare a quanto è accaduto a partire dal 2014 in quelle regioni che dal Donbass si estendono fino alla penisola di Crimea per comprendere le radici di questa tragedia. 

Certo, il mio auspicio più sincero è che questa guerra possa concludersi nel più breve tempo possibile e che si arrivi a una pace duratura, ma pensare che questo obiettivo possa essere raggiunto solo con le chiacchiere, con l’invio di altro materiale bellico o con l’inasprimento delle sanzioni verso Mosca, mi sembra una strada destinata al fallimento.

Ci troviamo in una situazione paradossale, dove dichiariamo il nostro sostegno a Kiev ma esso sembra fermarsi troppo spesso alle sole parole. Il dibattito infuria, soprattutto quando si parla della possibilità di inviare truppe, un’ipotesi che divide profondamente. 

Le recenti tensioni diplomatiche tra Italia e Francia, nate da commenti giudicati inaccettabili – il ministro e leader leghista intervistato sull’invio di nostre truppe aveva risposto al presidente Macron in dialetto milanese: “a taches al tram, ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai in Ucraina” – a evidenziare quanto sia fragile e litigiosa l’unità europea su questo tema. 

Da una parte c’è chi, come Macron, viene etichettato come guerrafondaio per le sue posizioni, e dall’altra chi rifiuta categoricamente l’idea di vedere soldati italiani coinvolti direttamente, sostenendo che certe dichiarazioni siano solo pericolose bravate. Nel frattempo, le voci e le narrative si moltiplicano creando un groviglio inestricabile. 

Da un lato, la Russia ribadisce la sua versione dei fatti, sostenendo di essere intervenuta per porre fine a una guerra iniziata anni fa contro la popolazione del Donbass e presentandosi come l’unica forza che cerca di fermare il conflitto. Dall’altro, alleati come il Regno Unito riaffermano il loro incrollabile sostegno all’Ucraina, impegnandosi a metterla nella posizione più forte possibile per negoziare una pace giusta. 

E in mezzo a tutto questo, figure come Donald Trump aggiungono ulteriore incertezza, promettendo decisioni drastiche basate su chi verrà ritenuto colpevole, lasciando persino intravedere la possibilità di un disimpegno totale con la cinica considerazione che sia una battaglia che non li riguarda.

Tutto ciò dipinge un quadro confuso e pericoloso, dove le vere motivazioni dietro certe spinte appaiono spesso opache e dove le uniche certezze sono la retorica, gli interessi geopolitici e il rumore assordante delle polemiche. 

Il dubbio principale che rimane è se tutta questa escalation di parole, armi e sanzioni stia veramente avvicinando la pace o se, al contrario, non stia solo alimentando un fuoco che divampa sempre di più, allontanando ogni possibilità di una soluzione reale e duratura.

E non va sottovalutato, in questo già intricato mosaico geopolitico, il ruolo di un attore fondamentale che osserva e manovra con calcolato distacco: la Cina. Il suo silenzio, in questa fase, è assordante e più eloquente di molte dichiarazioni ufficiali. 

Pechino, con la sua imponente forza economica e la sua influenza diplomatica globale, sta attendendo il momento più propizio per intervenire, posizionandosi non semplicemente come mediatore, ma come architetto di un nuovo ordine. È un silenzio strategico, carico di attesa, che prelude a un intervento che avrà un peso decisivo e certamente considerevole nel dettare i termini e le condizioni per quella che speriamo possa essere una soluzione definitiva e duratura a questo conflitto. 

La partita finale, molto probabilmente, non si giocherà solo tra Mosca e Washington o Bruxelles, ma vedrà la Cina seduta al tavolo come potenza egemone, pronta a capitalizzare il tutto per ridisegnare gli equilibri di potere a livello mondiale a proprio vantaggio.

Trump decide per tutti, sia per l’Ue che per l’Italia!

Ho scritto più volte che la politica internazionale, specie quella europea e ancor più quella italiana, conta quanto il due di coppa quando la briscola è a oro.

Vedrete infatti che né la Von der Leyen, né Zelensky, e men che mai i nostri referenti istituzionali (ahimè impreparati…), riusciranno a far sedere russi e ucraini a un tavolo per risolvere questo conflitto.

La ragione, al di là delle cazzate propinate dai Tg, sta in una decisione precisa del Presidente Trump.

Dopo l’incontro con Putin e le critiche ricevute dai leader europei per la loro esclusione dai colloqui in Alaska, egli ha scelto deliberatamente di mettersi da parte.

Sta soprassedendo, osservando con quale goffa inefficacia l’Ue stia gestendo una partita che è troppo grande per lei, sapendo bene che le sue politiche non porteranno a nulla. È solo questione di tempo!

Quando la situazione entrerà in stallo e tutti si piegheranno a supplicarlo, lui, come una prima donna, farà il suo ingresso trionfale per dettare una pace alle sue condizioni, e a quelle di Putin, già ampiamente concordate.

Chi non accetterà questa realtà ne subirà le conseguenze, perché il gioco è già fatto e l’Europa non è stata nemmeno consultata. È chiaro ormai che le decisioni finali non si prenderanno a Bruxelles o a Roma, ma altrove.

Trump e Putin, solo minacce vuote: dietro il vertice c’è esclusivamente la spartizione del potere!

Secondo il sottoscritto, quanto riportato dalla maggior parte dei media sulle cosiddette “minacce” di Trump verso la Russia non hanno alcun riscontro effettivo.
Le dichiarazioni roboanti sul fatto che Mosca subirà “gravi conseguenze” se non fermerà la guerra, sembrano più chiacchiere buttate lì, destinate a svanire nel vento.

La verità è che nessuno, nemmeno gli Stati Uniti, può permettersi di fare davvero paura alla Russia, che oggi detiene il più vasto arsenale nucleare al mondo, con oltre 4.300 testate operative tra strategiche e tattiche, superando persino gli USA.

Trump ha lanciato il suo avvertimento a due giorni dal vertice in Alaska con Putin, dopo aver consultato i leader europei e Zelensky, che ha definito l’incontro con un voto: “10”.

Ma cosa si nasconde dietro queste dichiarazioni? Il vertice in Alaska è presentato come un incontro “preparatorio” per possibili negoziati di pace, ma è difficile credere che sia solo questo. La realtà è che qui si sta giocando una partita ben più grande: la spartizione silenziosa di territori e zone d’influenza, dove gli interessi di Washington e Mosca si intrecciano, lasciando Kiev e l’Europa ai margini.

Gli europei, almeno a parole, si sono detti soddisfatti delle rassicurazioni di Trump, soprattutto sulla questione che nessuno scambio di territori possa avvenire senza il consenso di Kiev. Ma Mosca ha già ribadito che la sua posizione è “invariata”: ritiro delle truppe ucraine dalle quattro regioni annesse e rinuncia di Kiev alla NATO. Un portavoce del ministero degli Esteri russo, Alexei Fadeyev, ha liquidato le consultazioni tra Trump e gli europei come “un’azione insignificante”, accusando l’UE di sabotare gli sforzi diplomatici.

Intanto, mentre si discute di pace, la guerra continua! La Russia ha intensificato l’offensiva nel Donetsk, conquistando villaggi e costringendo all’evacuazione migliaia di civili, mentre Zelensky ha annunciato che l’esercito ucraino ha riconquistato sei villaggi nella regione di Sumy, ma il bilancio complessivo resta drammatico. E così mentre Trump parla di “cessate il fuoco”, Mosca potrebbe addirittura testare il suo nuovo missile nucleare Burevestnik, un messaggio chiaro a pochi giorni dal vertice.

Dietro le quinte, però, si muovono interessi più concreti. Il Dipartimento del Tesoro USA ha sospeso temporaneamente alcune sanzioni per permettere ai funzionari russi di effettuare transazioni durante il vertice. Un segnale che, nonostante i toni duri, i rapporti economici e diplomatici continuano. Zelensky, escluso dall’incontro, lo ha definito una “vittoria personale” per Putin, mentre Rubio ha cercato di smorzare le polemiche, sostenendo che si tratta solo di un momento per “chiarire le posizioni”.

Ma la domanda che resta è: cosa si nasconde davvero dietro questo vertice? L’Europa spera in un negoziato che rispetti l’integrità ucraina, ma già trapelano voci su possibili “cessioni territoriali” non ufficiali. Merz ha ammesso che Kiev potrebbe trattare sui territori, ma senza riconoscere l’occupazione russa. Macron ha ribadito che solo l’Ucraina può decidere, ma la realtà è che, quando si siedono al tavolo USA e Russia, gli altri diventano solo degli spettatori.

Alla fine, tutto questo sembra un grande teatro. Le minacce di Trump sono vuote, perché la Russia sa bene che nessuno oserebbe sfidarla militarmente, visto il suo arsenale nucleare.

E quindi, gli incontri, i proclami, le evacuazioni forzate e le avanzate sul campo non sono che mosse in una partita più grande, dove ciò che conta non è la pace, ma il potere. E mentre si discute, il mondo viene ridisegnato senza che nessuno lo ammetta apertamente

Urlavano sovranità, ora obbediscono agli USA. La Spagna no!

Già… prima delle elezioni, la coalizione urlava alla Sovranità! Ora, gli stessi che sono saliti al Governo, evidenziano comportamenti lacchè agli Usa! Sì… a differenza della Spagna, che – con i fatti – dimostra essere autonoma!

Difatti, la Spagna ha scelto di dire “no” agli F-35 statunitensi, e lo ha fatto con una motivazione che suona come un manifesto di sovranità. “Questione di principi”, ha dichiarato il ministero della Difesa, preferendo puntare su opzioni europee come l’Eurofighter e il Future Combat Air System.
Non è solo una scelta tecnica, ma politica, un segnale chiaro di indipendenza da Washington, soprattutto in un momento in cui gli Stati Uniti, sotto la guida di Trump, impongono alla NATO di alzare la spesa militare al 5% del Pil e minacciano dazi commerciali. Madrid non ci sta, e mentre altri Paesi – come ad esempio il nostro – si piegano, la Spagna dimostra di avere una schiena più dritta.

Il governo Sánchez ha approvato con riluttanza un aumento della spesa militare, ma solo fino al 2% del Pil, ben lontano dalle richieste americane. Una decisione che non è piaciuta a Trump, il quale ha risposto con minacce di ritorsioni economiche. Eppure, la Spagna non ha abbassato la testa, anzi, ha ribadito la sua volontà di ridurre la dipendenza dagli USA, anche in campo tecnologico, come dimostra la scelta di affidare a Huawei l’archivio delle intercettazioni giudiziarie. Un altro tassello di una strategia chiara: difendere la propria autonomia decisionale.

Certo, lo Stato maggiore spagnolo non nasconde le preoccupazioni. Senza gli F-35, la sostituzione degli Harrier AV8B entro il 2030 diventa un rompicapo. Le alternative europee sono ancora lontane dall’essere operative, e l’unica soluzione immediata sarebbe proprio il caccia americano. Ma Madrid sembra disposta ad accettare questo rischio pur di non sottostare alle pressioni di Washington. Il messaggio è chiaro: meglio una flotta aerea meno avanzata oggi che rinunciare alla propria sovranità domani.

Lockheed Martin ha provato a giocare la carta europea, sottolineando che gli F-35 sono assemblati in Italia, ma non è bastato. Per la Spagna, il problema non è la provenienza geografica del velivolo, ma la dipendenza strategica dagli USA.

E dopo le ultime uscite di Trump, che ha minacciato di far pagare il doppio a chi non si allinea, la posizione di Madrid appare ancora più significativa. E così… mentre altri governi cedono, la Spagna dimostra che esiste ancora un modo per resistere alle logiche del ricatto.

Ed allora – vorrei chiedere a tutti quei burattini che si presentano ogni giorno in Tv a raccontarci (quanto imparato a memoria), quasi fossero “pappagalli” o come li definiva la Fallaci “Cicale”: siamo stanchi di vedere quei vostri visi, ma soprattutto ci siamo rotti le palle di ascoltare – in una televisione nazionale – le solite caz…

Urlavano sovranità, ora obbediscono agli USA!

Macron? Non conta nulla!!! Il sogno di uno Stato Palestinese resta un’utopia!

“Macron? È un bravo ragazzo, ma non conta nulla”!

Così Trump liquida con una battuta il tentativo del presidente francese di riaccendere il dibattito sul riconoscimento della Palestina. E mentre l’ironia dell’ex inquilino della Casa Bianca risuona come un colpo di frusta, il silenzio imbarazzato degli alleati europei tradisce una verità scomoda: nessuno, in fondo, ha davvero intenzione di sostenere questa causa.
Le parole di Macron si sono infrante contro un muro di indifferenza, lasciando intravedere quello che ormai è un destino segnato per il popolo palestinese.

La presa di posizione francese avrebbe potuto rappresentare una svolta, un segnale di speranza in un contesto internazionale sempre più arido. Invece, è diventata l’ennesima dimostrazione di quanto il tema palestinese sia ormai ridotto a mera retorica.

Trump ha bollato l’iniziativa come “irrilevante”, gli Stati Uniti hanno risposto con sarcasmo, e l’Europa – Germania e Italia in testa – si è affrettata a prendere le distanze. Tutti concordi nel sostenere che la pace richiede “negoziati realistici”, ma nessuno disposto a mettere in discussione lo status quo. Perché, in realtà, quel negoziato non interessa a nessuno.

E allora viene da chiedersi: di quale Stato palestinese stiamo parlando? Di quello proclamato da Arafat nel 1988, rimasto confinato nelle carte ingiallite delle risoluzioni ONU? O forse di quello che, giorno dopo giorno, viene eroso da insediamenti israeliani, operazioni militari e una lenta ma inesorabile pulizia demografica?

La verità è che, da quasi sessant’anni, i territori palestinesi sono occupati de facto, e la comunità internazionale ha scelto di voltarsi dall’altra parte. Quella che oggi viene spacciata per una “questione di sicurezza” – la lotta a Hamas, la liberazione degli ostaggi – non è altro che l’ultimo capitolo di una strategia ben più ampia: svuotare la Palestina della sua gente, cancellarla dalla mappa.

Macron ha provato a alzare la voce, e il risultato è stato un coro di sberleffi. Isolato, ridicolizzato, trattato come un illuso che non capisce le regole del gioco. Eppure, il gioco è chiaro: si sta scrivendo la fine della causa palestinese, e nessuno ha intenzione di intervenire.

Gli Stati Uniti e Israele lavorano già da tempo a un piano per smantellare Hamas, ma sappiamo bene che, una volta finita la guerra, non ci sarà spazio per una riconciliazione. Ci sarà solo l’esodo. Un popolo costretto ad abbandonare la propria terra, mentre il mondo applaude alla “stabilità” ritrovata.

Tra pochi anni, guarderemo indietro e tutto apparirà ovvio. Le operazioni militari, le dichiarazioni di facciata, i negoziati eternamente rimandati: ogni tappa è stata progettata per condurre a un unico esito. La Palestina non tornerà più com’era, perché qualcuno ha deciso che non deve esistere.

E chi prova a opporsi, come Macron, viene zittito con una risata. Domani scriverò più nel dettaglio su cosa ci aspetta: non solo bombe e retorica, ma una fredda pianificazione politica che sta trasformando l’espulsione di un popolo in un fatto compiuto!

Incantevole osservare come in Sicilia i principi di legalità vengano ovunque rispettati.

Ogni giorno nei Tg nazionali ascoltiamo su inchieste giudiziarie che evidenziano come la criminalità organizzata sia su gran parte del territorio nazionale riuscita a penetrare nel tessuto economico, sociale e produttivo del Paese, viceversa da noi in Sicilia –la regione che ha ricevuto i maggiori fondi del PNRR – non si evidenzia alcun rischio di pervasività in tutti quei grandi progetti attualmente in corso… 

E’ dire che sia gli investigatori che i procuratori hanno avvisato di tenere la guardia alta perchè da quando sono iniziati ad arrivare quei fondi dall’Europa per realizzare i cantieri miliardari previsti nel Pnrr,  la mafia siciliana ha preferito dirottare quelle proprie metodologie puntando sul business invece che continuare ad utilizzare la lupara…

Difatti, malgrado l’assenza di capi mafia “stabili”, già… secondo il sottoscritto (da sempre attento alle evoluzioni di quell’associazione criminale) la cattura di Messina Denaro, ha rappresentato per quell’organizzazione una fase di transizione che sta ora determinando, nelle varie “famiglie” mafiose, una forma di consorteria, dove ciascuna di esse ha preso il comando della provincia cui fa riferimento, senza mettersi di traverso o intralciare il business delle altre (famiglie) presenti… 

In questo contesto non vi è più un soggetto al di sopra delle parti, ma tutti comandano in egual modo all’interno della propria provincia ed hanno – sempre secondo l’opinione del sottoscritto – concordato una forma di pax, tale da non infastidirsi, ma viceversa provando a collaborare… spartendosi il territorio e soprattutto gli appalti che stanno attraversando l’intera isola…

Certo, le attività criminali più remunerative, quelle cioè che portano maggiori utili come il traffico di stupefacenti, usura, estorsione, gioco d’azzardo, etc… continueranno a sopravvivere, in quanto vengono utilizzate per mantenere i costi della manovalanza e tutte quelle famiglie che necessitano mensilmente di un’entrata; viceversa i capi di quelle province, cui fanno riferimento le famiglie al suo interno, hanno preferito modificare quelle “tenaci” strategie adottate nel passato per giungere ora a nuove coercizioni, certamente più “soft”, già… attraverso  l’imposizione delle forniture richieste dal mercato e/o nelle prestazioni da eseguirsi nei vari appalti…

Non si tratta quindi per come accadeva un tempo d’imporre il “pizzo”, no… quella forma di estorsione ora non viene più compiuta o quantomeno non si realizza nelle opere affidate a “General Contractor” monitorate da “Protocolli di legalità”, “whitelist” e quant’altro, intese che come ben sappiamo vengono compiute a prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti pubblici e dei relativi subcontratti; ed allora visti gli ostacoli, ecco che si è pensato di bypassati quei controlli con strategie velate, quali ad esempio l’aumento improvviso dei prezzi delle forniture, l’uso indiscriminato dei noleggi, ma anche l’imposizione di talune imprese che si sono trovate ad essere le uniche disponibili ad effettuare quei contratti d’appalto e/o subappalto, visto che la maggior parte delle altre imprese concorrenti, contattate dai Committenti, hanno preferito rinuciare…

D’altronde quest’ultime sanno bene di poter contare su altri e ben più numerosi appalti pubblici negli Enti Locali e difatti, attraverso quell’ormai collaudato meccanismo d’infiltrazione, operano cercando d’intervenire sulle gare pubbliche al momento della stesura del bando e avvalendosi di “infedeli” funzionari e di tecnici: ove  nel caso ciò non riuscisse, si ricorrerà ad altre forme di pressione sugli affidatari dell’appalto, al fine di ottenere così la cessione dei servizi connessi…

Il sistema è così perfetto da ritenersi concluso ancor prima di iniziare e le attività più significative e redditizie restano così di fatto in mano alla criminalità anche se poi quest’ultime, formalmente intestate o per meglio dire gestite dalle solite “teste di legno” risultano, agli occhi delle Prefetture, incredibilmente “limpide”; ma la realtà è che parliamo di società che operano come vere e proprie diramazioni di “cosa nostra“, utilizzate non solo epr infettare il mercato legale, ma tutto il sistema sociale, già… attraverso l’apertura di nuove e differenti attività grazie a investimenti propri, derivati dal riciclaggio di denaro e dall’evasione fiscale.

Ovviamente sospetti – da parte delle forze dell’ordine e della magistratura – ce ne sono tanti, ma quelle imprese affililiate (ben informate da qualcuno che opera all’interno delle istituzioni) quando sentono odor di provvedimenti giudiziari di sequestre, cambiano celermente riferimenti ed a volte anche proprietà, affinchè quei programmati interventi delle forze istituzioni, si dimostrano alla fine del tutto fallaci!!!..

Sì… è veramente incantevole osservare come in Sicilia i principi di legalità vengano ovunque rispettati… 

Afyon Oppio…

 

Stasera non ho intenzione di scrivere perché sto guardando un film bellissimo, intitolato “Afyon Oppio” e tratta di un mafioso americano che si trasferisce in Europa e si immerge nel pericoloso e misterioso mondo della produzione di eroina….

E’ riproposto in maniera integrale su youtube al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=iKsiWY2nr5Y e vi è una scena iniziale che riguarda un funerale che rispecchia un periodo non poi così distante…

Vi consiglio di vederlo…      

 

Stasera non ho intenzione di scrivere perché sto guardando un film bellissimo, intitolato “Afyon Oppio” e tratta di un mafioso americano che si trasferisce in Europa e si immerge nel pericoloso e misterioso mondo della produzione di eroina….

E’ riproposto in maniera integrale su youtube al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=iKsiWY2nr5Y e vi è una scena iniziale che riguarda un funerale che rispecchia un periodo non poi così distante…

Vi consiglio di vederlo…      

La Germania si prepara al "IV Reich!".

Alcuni sostenitori delle teorie del complotto vedono ora in questa nuova ascesa dell’ultradestra Afd un possibile ritorno a quella ideologia di estrema destra che ha avuto la propria massima diffusione in Europa nella prima metà del XX secolo e si caratterizzo per una visione nazionalista del socialismo radicale, populista, statalista, collettivista, razzista e totalitaria. 

D’altronde non bisogna dimenticare come esistono vari scritti al riguardo che hanno anticipato quali azioni e strategie politiche potrebbero un giorno far nuovamente avverare questa distopia…

Anche da noi – a causa delle continue notizie di cronaca riportate dai Tg a modello “propaganda” – si sta iniziando a generare quel sentimento di antisemitismo verso ciò che è diverso, in particolare nei confronti degli extracomunitari, ma anche nei confronti del popolo israeliano, con l’attenuante della guerra in corso contro Hamas e di conseguenza verso quelle azioni violente commesse nei confronti dei Palestinesi, costretti ora ad allontanarsi dalla “Striscia di Gaza”.

Peraltro, analoga circostanza è accaduta la settimana scorsa in Gran Bretagna, ma potrei continuare con quanto espresso negli Usa da uno dei contendenti durante un comizio per le elezioni presidenziali oppure potrei ricordare come in Francia, tutti i partiti, si sono uniti per non rischiare una eventuale vittoria della destra e quindi di Marine Le Pen!!!   

Ma ditemi, la circostanza per cui sia nuovamente la Germania ha dare lo spunto per quel ritorno al potere dell’ultradestra, già… a questa nuova forma di nazismo, perché dovrebbe meravigliarci??? Essa infatti ha perduto due guerre mondiali ma è ancora quì in Europa a rappresentare lo Stato predominante nell’Unione Europea, tanto che la loro stessa politica nazionalista di questi ultimi anni è stata definita dagli euroscettici come la “Politica del Quarto Reich“!!!

E quindi,  mentre i partiti di governo subiscono una pesante sconfitta, ecco che incredibilmente l’ultradestra tedesca Afd ottiene una vittoria schiacciante nelle elezioni regionali in Turingia, ed è testa a testa in Sassonia!!!

Siamo pronti ad assumere la responsabilità di Governo“, è quanto ha dichiarato il leader dell’ultradestra Björn Höcke; quest’ultimo infatti avrebbe intenzione di invitare gli altri partiti a dei colloqui per la formazione di un esecutivo regionale, d’altronde ha spiegato: È buona tradizione che il partito più forte inviti gli altri ai colloqui dopo una elezione!!! 

Peraltro, chi accusa l’UE di complotti mondiali (o quantomeno di debolezza e/o fragilità interna) trova ora, nei movimenti euroscettici, non soltanto un odio contro quell’entità, ma un vero e proprio scetticismo nei suoi confronti, già… una diffidenza in quelle politiche economiche attuate e nelle azioni intrapprese per l’immigrazione e le relazioni interculturali…

E’ difatti partendo dall’osservazione di quelle sterili e poco chiare politiche, che si sta consentendo a tutti quei movimenti di ultradestra di crescere, generare, gli stessi che presentano questa attuale democrazia come una forza destabilizzante poiché pone il potere nelle mani delle minoranze etniche, le stesse che tendono ad indebolire sempre più l’Europa e quindi, di conseguenza, gli Stati nazionali!!!

Il linguaggio di oggi è similare a quello a suo tempo riportato nel “Mein Kampf” da Adolf Hitler: «Se la nostra classe intellettuale non avesse ricevuto un’educazione così raffinata, e avesse imparato la boxe, si sarebbe impedito ai lenoni, ai disertori e a una tale gentaglia di fare una rivoluzione in Germania. Poiché la rivoluzione fu vittoriosa non per gli atti arditi, forti, coraggiosi di quelli che la facevano, ma per la vile, commiserevole indecisione di quelli che dirigevano lo Stato, e ne avevano la responsabilità.»

Del resto, il problema principale èda prendere in considerazione è quello che la storia non riesce a insegnarci nulla!!! 

L’attuale crisi mondiale dimostra per l’appunto come essa si ripeta in maniera costante, già… ma d’altra parte nessuno sembra interessarsi a comprenderla, in particolare i giovani che preferiscono farsi – diversamente dallo studiare e/o approfondire quanto ahimè finora accaduto – condizionare da tutti quegli incompetenti individui, sì… impreparati politici presi a modello di quei loro idoli, anch’essi profondamente ignoranti, comunemente chiamati “influencer“!!!

Diceva Noam Chomsky: L’istruzione non è memorizzare che Hitler ha ucciso sei milioni di Ebrei! L’istruzione è capire come è stato possibile che milioni di persone comuni fossero convinte che fosse necessario farlo. L’istruzione è anche imparare a riconoscere i segni della storia, se si ripete!

Ci si prepara alla guerra. Ma ditemi: dove sono i soldati???

Parlano tutti di riarmo, già… di aumentare i costi degli armamenti sia per la difesa dei Paesi europei che per aiutare nel conflitto contro la Russia, l’Ucraina…

Anche la Nato è in forte allarme e si dichiara essere pronta nel caso di una guerra che ormai in molti ritengono potrebbe scoppiare…

Il problema reale è che anche il nostro Governo Meloni e ahimè debbo aggiungere anche il nostro Presidente Mattarella, sembra – dalle dichiarazioni pronunciate in questi giorni – voler difendere quei paesi adiacenti i confini russi, chissà forse più per compiacere le decisioni intraprese da quegli Stati predominanti della cosiddetta “Alleanza”, dall’altro canto, non mi sembra che tra le popolazioni europee vi sia un grande entusiasmo, anzi tutt’altro!!!

Già… è finito il tempo in cui gli Italiani (fessi) stavano – sotto quel balcone di Palazzo Venezia ad ascoltare il Duce – con il braccio alzato a mo’ di saluto romano, ad incitare a gran voce: “Guerra, guerra, guerra”!!!

Peraltro, se rileggiamo quelle dichiarazioni fasciste assomigliano molto a quelle pronunciate oggi dai nostri governanti: Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente che, in ogni tempo hanno ostacolato la marcia e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano!!! Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione; è la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l’oro della terra; è la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto, è la lotta tra due secoli e due idee. E vinceremo!, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all’Italia, all’Europa, al mondo. Popolo italiano, corri alle armi e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!”

Per fortuna che oggi i giovani europei risultano esser certamente più preparati dei loro nonni e la maggior parte di essi non vuole  prendere parte ad alcun conflitto, soprattutto perché non li vede coinvolti direttamente, difatti, sono certo che a breve, assisteremo ad una serie di difficoltà, sì…  nel provare ad arruolare un numero adeguato di militari, ritenuti ora necessari a quel conflitto Russo/Ucraino. 

Difatti a nessuno di loro interessa quella guerra e ancor meno indossare una divisa per rischiare la propria vita ed allora ecco si prova, ad iniziare dal nostro governo, a parlare di “ritorno alla leva obbligatoria” oppure si prova a incentivare – già come facevano nella seconda guerra mondiale gli Usa – a incitare i ragazzi (in particolare quelli di colore) a servire il proprio paese, già… con la promessa della parità dei diritti e dell’uguaglianza…

Ed ora in Europa fanno lo stesso, offrono posti di lavoro ben retribuiti grazie a questa missione all’estero, ma soprattutto si offre la prospettiva di un futuro sereno, attraverso la divisa indossata…

Mi chiedo: ma i figli dei nostri parlamentari italiani, senatori, deputati, presidenti, ministri, viceministri, sottosegretari, governatori, etc… partiranno per la guerra o come accade solitamente in questi casi, resteranno “protetti” e direi “ovattati”, sotto le coscie della mamma???

Fatemi quindi una cortesia, mandate per primi loro in guerra e voi come genitori potreste anche seguirli, già: “Armiamoci e partite”!!! 

Noi… ??? Ah… tranquilli… promettiamo sin d’ora di seguirvi. Voi comunque nel frattempo, aspettateci…

Il Prof. Alessandro Orsini spiega in maniera perfetta i motivi che hanno condotto al conflitto Russia/Ucraina!!!

Avevo riportato alcuni anni fa un post realizzato da “ControTv“: https://odysee.com/@luogocomune:5/ucraina-2023-un-anno-di-bugie che riportava perfettamente quanto è accaduto in questi anni e soprattutto come si fosse giunti a questa guerra “preannunciata”!!!

Negli anni infatti ho anticipato le mie personali su una guerra di cui tutti sapevano e aggiungerei in molti volevano che si compiesse…

Il sottoscritto difatti ha scritto tanti post su questo conflitto, basti leggersi alcuni articoli di seguito…  

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2018/11/a-volte-la-storia-si-ripete-speriamo.html

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/10/un-mondo-in-guerra.html

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/02/e-dire-che-gia-nel-2018-riportavo-le.html

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/02/e-tempo-di-negoziare-la-tregua-ma-vi.html

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/04/e-se-quanto-sta-accadendo-in-ucraina.html

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/08/il-conflitto-in-ucraina-e-una-tavola.html

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/03/lettera-putin-se-avessi-la-possibilita.html

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/03/la-storia-di-ripete-il-corridoio-del.html

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/03/fermiamo-la-guerra-in-ucraina-kiev-deve.html

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/03/zelensky-forse-e-tempo-di-sedersi-al.html

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/02/finche-luomo-resta-un-animale-vive-per.html

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/05/conflitto-russo-ucraino-quanti-altri.html

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/03/la-cina-non-e-disposta-condannare-la.html

Ma in questo post mìinteressa condividere co tutti voi un post del Prof. Orsini, che sin dal suo primo intervento aveva riportato quali fossero i reali motivi che stavano per condurci dove siamo ora e difatti anch’egli, soloper aver detto la verità, è stato attaccato, già…  a mezzo Tv, social, quotidiani, ma anche nell’ambito professionale e da alcuni suoi colleghi…

Diceva Mark Twain: “giornalista è colui che distingue il vero dal falso… e pubblica il falso”!!!

https://www.tiktok.com/@user74789915/video/7379229892728163617?_r=1&_t=8nHQeLSJxB3

Già… perché in questo paese nessuno mai vi dirà la verità; la maggior parte di essi infatti (lacchè di quei noti editori…) proverà a raccontarvi quanto è più comodo, soprattutto sarà loro interesse fare sempre in modo che qualsivoglia pensiero espresso, possa risultare piacevole alla maggiorparte dei suoi connazionali…

Continuando così, ci stanno conducendo alla guerra!!!

“Tutto ciò che la NATO sta facendo oggi è preparare un possibile scontro con la Russia. La NATO sta aumentando il ruolo delle armi nucleari nella pianificazione militare, e quindi la Russia dovrà cercare misure per eliminare le minacce se i discorsi sullo spiegamento di tali armi in Polonia e in altri paesi diventeranno piani concreti”, ha affermato, spiegando che le esercitazioni in corso indicano precisamente che ora tutti i concetti di sicurezza basati sulla cooperazione sono stati abbandonati e “la NATO è tornata agli schemi di sicurezza della Guerra Fredda”.

A dirlo è il vice ministro degli Esteri di Mosca, Alexander Grushko, che nella sua dichiarazione ha denunciato in maniera diretta l’affronto offensivo che i paesi della Nato stanno preparando nei confronti della Russia, con il rischio non solo di creare un innalzamento delle tensioni, ma di giungere a un vero e proprio conflitto nucleare.

D’altronde un altro annuncio è stato fatto proprio alcuni giorni fa da un alto funzionario dell’Alleanza, che ha previsto di schierare 300.000 soldati in stato di massima allerta!!! 

Ma anche il nostro governo, per nome del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni durante il G7 ha dichiarato: «Abbiamo raggiunto un accordo politico per fornire un sostegno finanziario aggiuntivo all’Ucraina di circa 50 miliardi di dollari entro fine anno con un sistema di prestiti: non si tratta di una confisca ma di profitti che maturano. Era un risultato non scontato di cui vado particolarmente fiera. Ora dovrà essere definito dal punto di vista tecnico».

E difatti a seguito di quanto sopra, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha scritto un post sui social ringraziando l’Italia per il sostegno militare, finanziario e umanitario all’Ucraina!!!

E chiaro quindi che l’Italia, se pur dichiara a gran voce di voler preservare la pace, nel contempo sta ponendo le basi per un conflitto armato, a cui – tra l’altro – non è affatto preparata!!!

Ed inoltre, quando qualcuno di quei militari dell’Alleanza, parla di deterrente nucleare, sa bene di dire una grande cazzata, perché la Russia ci sovrasta in bombe termo nucleari e comunque, ne basterebbero semplicemente una decina per dire addio a tutto ciò che rappresenta la nostra attuale civiltà…

Si sa… la guerra è sempre un fallimento per l’umanità, ed ecco perché è tempo di sedersi e ricercare una soluzione pacifica, poiché quanto finora causato – da entrambi le parti – è pura follia e non può più esser accettato, sì… perchè tempo di ridare nuovamente dignità e rispetto all’esser umano se non si vogliono contare milioni e milioni di morti!!!  

Riciclaggio, fatture false, reati tributari, bancarotta fraudolenta, auto-riciclaggio: vabbè… siamo alle solite.

Già… siamo alle solite, se da un lato c’è chi quotidianamente cerca di contrastare quel mondo criminale e illegale, dall’altra parte vi è un una parte consistente del paese che s’inventa ogni forma di irregolarità pur di far denaro… 
Sembriamo nel film con Totò e Aldo Fabrizi, “Guardie e ladri”, e difatti da un ladro ci sono loro, quei ladri che costantemente derubano questo loro Paese e dall’altra parte la legalità, con Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia, tutti coordinati dalle varie procure nazionali che provano a contrastarle…
Ed ecco quindi nuovamente una lunga serie di nomi ora arrestati nell’ambito di una maxi operazione in tutta Italia contro reati tributari, false fatturazioni, riciclaggio internazionale e autoriciclaggio, estorsione, bancarotta fraudolenta e via discorrendo…
Come sempre accade in quest casi scattano le perquisizioni, i sequestri, le custodie cautelare in carcere o ai domiciliari, si analizzano le contabilità delle società coinvolte, si scoprono consulenti e funzionari infedeli, collaboratori esterni di quel meccanismo truffaldino e corruttivo che determina solitamente un giro d’affari illecito milionario, denaro che il più delle volte non viene recuperato, perché finito ormai in una di quelle banche offshore o dentro un caveau di qualche stato europeo, solitamente blindato alle verifiche da parte del nostro Stato, mi riferisco a banche della Bulgaria, Serbia e Montenegro, Albania, etc…
Certo, gli investigatori fanno quanto loro possibile, ma il sistema è cosi ramificato ed esteso – solitamente  legato anche ad ambienti della criminalità organizzata – che diventa impossibile comprendere tutte le varie connessioni e infiltrazioni o quantomeno difficili da bloccarle in anticipo e così quelle frodi fiscali, solitamente realizzate per ottenere finanziamenti pubblici o per creare nuovi reati da attività fallimentari, riescono nell’intento!!!
Tra l’altro, il danno più grave non è soltanto quello compiuto nei confronti dello Stato, no… quanto illegalmente realizzato determina ahimè una concorrenza sleale e soprattutto l’alterazione di quel libero mercato, andando così a danneggiare il tessuto economico di una regione…
Forse è tempo che lo Stato inasprisca le pene e soprattutto deve fare in modo che si sequestrino tutti i beni patrimoniali/finanziari a familiari e parenti di quei soggetti, fino alla terza generazione!!!
Sì… forse facendo così, qualcuno inizierà a comprendere che prima di pensare d’iniziare una qualche attività illegale, sarà meglio rifletterci bene!!!  

Siamo nel Paese dei balocchi…

Gia… siamo nel paese dei balocchi, non in quel luogo immaginario dove si pensava esclusivamente a divertirsi, senza sottostare a obblighi o ad impegni, per come raccontato da Carlo Collodi nel trentesimo capitolo del romanzo Pinocchio… 

No… qui viceversa siamo nella realtà, siamo in Italia e quanto accade ogni giorno equivale a quel modo vivere, quasi fossimo in quel Paese dei Balocchi, sì… In quel luogo meraviglioso dove tutto è possibile, anche quanto si crede che talune situazioni siano estremamente impossibili…

Eppure ciò è quanto accade, ad esempio i criminali sono tutti fuori, a piede libero, mentre le persone innocenti vengono colpevolizzate… 

Individui lestofanti compiono quotidianamente ogni nefandezza eppure restano liberi, mai un arresto, una condanna, nessuno che pensa di lasciarli in qualche penitenziario a marcire… 

Viceversa un povero diavolo, solo per aver rubato per sfamare la propria famiglia viene prelevato, condannato, trasferito presso il primo penitenziario e le chiavi vengono buttate da quei suoi agenti…

Ora comprendo perché tutti vogliono venire qui, pensano di vivere nel nostro Paese perché alla fine non è male, già… si può fare ciò che si vuole, l’importante è non far storie, adeguarsi al sistema, anzi diventarne parte integrante, partecipare al malaffare, collaborare con quel meccanismo clientelare e colluso, mafioso e soprattutto omertoso!!! 

Agli altri, basterà credere a tutte le cazzate che vengono raccontate, ad esempio l’ultima appena ascoltata, già… che la povertà verrà a breve abolita attraverso nuove leggi di bilancio.

Ricordo in tal senso una famosa canzone di Dalla che diceva: “Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce, anche gli uccelli faranno ritorno; ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno, anche i muti potranno parlare, mentre i sordi già lo fanno“!!!!

Difatti, nell’ascoltare quei politici ripenso al “gatto e la volpe” che pur di rubare a Pinicchii quelle monete d’oro, raccontavano frottole, eguali a quelle propinato dei nostri governanti, come quella che a breve rilanceranno l’economia e la crescita nazionale oppure di come giungeranno a breve nel nostro Paese, nuovi investimenti esteri…

Nel frattempo però lo spread sale, il debito pubblico anche… come quei tassi di interesse bancari che stanno impoverendo drasticamente ogni giorno che passa le famiglie, le stesse che ormai non riescono più a sopravvivere, avendo perso anche quei pochi risparmi a suo tempo accantonati…

Ma d’altronde ai miei connazionali piace farsi coccolare, sono anni che credono alle promesse dei politici e continuano ancora oggi a farsi abbindolare da promesse fantasiose e certamente irrealizzabili…

Poveri noi… già: “vedi, caro amico, cosa ti scrivo e ti dico, e come sono contento, di essere qui in questo momento, vedi, vedi, vedi, vedi”…

Nel 1990 eravamo 16.000 tra dipendenti e associate: quello che è avvenuto successivamente è inimmaginabile!!! Molti sono usciti indenni, altri sono fuggiti, pochi gli inquisiti!!!

E’ con questo titolo che un mio lettore ha descritto quanto accaduto in una delle più grandi società di sviluppo infrastrutture di rete e servizi digitali del nostro paese…

Non si è trattato di mancanza di lavoro, le commesse c’erano…  d’altronde l’installazione, la manutenzione e gli interventi sulle reti, sono stati proprio in questi trent’anni incrementati in maniera considerevole, ma purtroppo, come il mercato richiede, si è preferito sub-appaltare la maggior parte di quei lavori a ditte esterne, invece di affidarli ai propri lavoratori, rimasti tra l’altro sempre più esigui, come si sa, usare la mano d’opera esterna fa risparmiare, sì… in quanto a basso costo, ma soprattutto perché presenta meno controlli ed evita di esporre la società madre a ogni forma di ricatto sindacale.

Ma non solo, ciò che accade ultimamente in molte società nel nostro Paese, è che la proprietà non risulta più essere nelle mani di nostri connazionali, bensì il controllo è finito sotto mani straniere.

Quest’ultimi difatti, offrono già eguali servizi in Europa, con prezzi concorrenziali, determinando il taglio dei prezzi a tutti i nostri competitor nazionali che si ritrovano così a perdere la maggior parte delle commesse, proprio a causa dei prezzi più bassi offerti da queste aziende estere concorrenti, che incredibilmente hanno i medesimi proprietari…

Come sempre avviene, a subire questa lotta al ribasso sono purtroppo gli operai che pur di garantirsi il proprio posto di lavoro, sono costretti ad accettare salari bassi, turni massacranti e nessuna sicurezza, a cui si somma la mancata formazione… 

Non parliamo dei sindacati, la maggior parte di quei suoi rappresentanti tenta esclusivamente di raccattare tessere tra gli operai per poter avanzare all’interno della propria associazione sindacale, per poi barattare quel po’ di potere ricevuto con i datori di lavoro, già… svendendo le richieste dei propri associati con qualche posto di lavoro per i propri familiari o parenti e impedendo di contro, eventuali ricorsi a manifestazioni o scioperi che possano determinare problemi a quei padroni.

D’altronde sono in molti a credere che siano proprio loro a suggerire chi per mansioni e/o per progetto aziendale, debba venir licenziato e chi viceversa debba restare e quindi invece di contrastare o provare a garantire quei minimi criteri sindacali a tutela dei lavoratori, si preferisce soprassedere o fare il gioco dell’impresa…

Infatti, essi sembrano evidenziare con le loro azioni debolezza, dimostrando di accettare quasi sempre quelle logiche di ristrutturazione aziendale o le decisioni intraprese sugli operai, comode alla proprietà per indebolire la lotta, tra chi verrà licenziato e chi salvato.

Lo sanno tutti che il motivo vero dei licenziamenti – annunciati o non – è che i gruppi dirigenziali vogliono guadagnare di più, utilizzando in maniera selvaggia gli appalti e i subappalti; infatti, la vera ragione dei licenziamenti sta proprio nella corsa di voler speculare e nel fare ciò, non ci si risparmia a spremere gli operai sul lavoro o a buttarli in mezzo ad una strada…

D’altronde parliamo di una pratica collaudata che non solo cela gli sprechi compiuti dalla maggior parte delle società, ma soprattutto camuffa tutte quelle procedure al limite della legalità, di cui come sempre avviene, si scoprirà solo quando ormai tutto è andato a rotoli…

Ma non solo, queste stesse società dopo aver beneficiato negli anni del sostegno dello Stato, attraverso l’utilizzo di ammortizzatori sociali come la cassa integrazione, gli auto licenziamenti, il ricambio occupazionale, la riconversione professionale o ancora l’accompagnamento alla pensione, cosa fanno, pensano esclusivamente a licenziare!!!

Già… dopo essersi arricchiti alle spalle dei più deboli, ma anche di noi cittadini, smontano tutto e tolgono il disturbo, mentre il nostro Stato o per meglio dire quei suoi inutili referenti, stanno lì esitanti a guardarsi quello spettacolo indegno!!!

Uno Stato che isola e non sostiene i magistrati coraggiosi, è un potere istituzionale "complice" che di fatto legittima le mafie ed i loro interessi!!!

Sembra incredibile ma è così… lo Stato invece di difendere quei magistrati che si espongono in prima linea, li isola e soprattutto di delegittima!!!

E’ sempre stato così, non c’è bisogno che vi faccia l’elenco di chi è morto per nome della legge… l’elenco è lunghissimo e le complicità sono altrettanto numerose!!!  

Ed allora ecco che grazie a quelle mancate azioni, la mafia e tutte le altre organizzazioni criminali si sono via via riorganizzate estendendo i loro rami tentacolari in tutta la penisola…

Non parliamo delle leggi blande messe in campo e di una mancata professionalità per non dire specializzazione nel comprendere quali evoluzioni stavano per compiere quei suoi affiliati, che a differenza del periodo corleonese non spara più, ma i suoi affari sono cresciuti a dismisura e si sono infiltrati nella parte sana della società civile…

IL giro di denaro è cresciuto e la pandemia da covid ha permesso di alimentare la compravendita di ciò che prima non si poteva comprare, in particolare quelle società commerciali e imprese che nessuno pensava mai di vendere…

A tutto ciò si somma una parte di cittadini, preferibilmente all’interno dei settori pubblici, inclini a farsi corrompere; dirigenti, funzionari, ma anche semplici impiegati di quel pubblico servizio, che per pochi euro si svende per pilotare gli appalti o viceversa non controlla per come si dovrebbe!!!

Della politica non ne parliamo… essi non si occupano di contrastare niente e nulla, d’altronde molti di essi godono dei voti procurati da quelle associazioni criminali e quindi perché occuparsene…

Ha detto bene alcuni giorni fa il giudice Gratteri puntando il dito contro il recente governo Draghi, colpevole a suo dire, di aver dato forma a riforme pericolose che certamente non aiutano la giustizia: “L’hanno definito il ‘governo dei migliori’ ma ha solo fatto disastri sul piano del contrasto alle mafie e alla criminalità organizzata e sul piano delle riforme che l’Europa ha chiesto”. Ad esempio aggiunge: “L’improcedibilità, votata da tutti i partiti, tranne da chi era all’opposizione (Fratelli d’Italia) è terribile,  perché cancella anni di processi. Poi va sommato il tentativo di riforma dell’ergastolo ostativo ed il bavaglio alla stampa inserito all’interno della “presunzione di innocenza”. “I cittadini hanno diritto ad essere informati, ma non potranno più conoscere, né sapere i fatti di un’operazione di polizia. E così tutto diventa difficile. Ma la grande stampa non ha protestato, ciò significa che questa situazione sta bene a molti”.

Aggiungerei: in particolare proprio a loro!!! D’altronde basti osservare a chi appartengono quelle testate…

Incredibile, se da un lato le imprese che lavorano stanno chiudendo, viceversa i loro general contractor sopravvivono grazie ad essi…

Sì… è una di quelle tante situazioni subdole che si vengono solitamente a creare nel nostro paese… 
Infatti, se da un lato l’aumento dei prezzi delle materie prime è andato sempre più aumentando, accompagnato tra l’altro dall’innalzamento dell’energia che sta di fatto contribuendo a far chiudere molte imprese, viceversa, proprio coloro che hanno  in questo momento la patata bollente in mano, in quanto titolare dei contratti d’appalto e di conseguenza del rispetto non solo qualitativo ma soprattutto contrattuale (con riferimento ai tempi di realizzo dell’opera), beh… stranamente assistiamoin quei lavori che chi stava operando è quasi giunto al fallimento e chi finora ha guardato gli altri lavorare, prosegue come nulla fosse… 
Purtroppo gli imprenditori coragiosi di quelle imprese lanciano da parecchi mesi le loro richieste d’aiuto, ma chi dovrebbe ascoltarli – non mi riferisco al governo nazionale che dimostra di non sapere che pesci pigliare, in particolare in questo periodo in cui sono presi principalmente dalla guerra – no… mi sono i dirigenti che preferiscono non ascoltare e/o bypassare il problema a quelle imprese che stanno sotto di loro…  
Che siamo giunti ad un nuovo lockdown è sicuro, difatti sono molte le imprese che stanno decidendo se chiudere o restare ancora aperte, ma soprattutto se continuare a rispettare quei contratti a suo tempo firmati che oggi però – a causa di quanto sopra – non possono essere più rispettati!!!

D’altronde come fa un impresa a pagare le bollette, i carburanti e tutte le materie prime, i cui prezzi di sono pressoché raddoppiati ed altri sono schizzati alle stelle…

Basti osservare in particolare quanti risultano praticamente irreperibili, se non a costi insostenibili, come acciao, bitume, alluminio, cemento, calce, inerti e tanti altri ancora e come riportavo sopra, a peggiorare ulteriormente la situazione è il rialzo del carburante e del gas che sta mettendo in difficoltà in crisi non solo chi effettua trasporti, ma anche la gestione stessa delle consegne. 
Ed allora, se un’impresa ogni giorno rimette nel suo operare migliaia e migliaia di euro, come può a fine mese sostenere i costi salariali di quei suoi dipendenti, quando tra l’altro quel suo “indifferente” contractor paga peraltro le fatture dei Sal a 90/120 gg??? 
Scusate, ma forrei fare una semplice considerazione: se in una famiglia ogni giorno il capo va a lavorare per guadagnare 100 euro e a fine giornata per costi sostenuti ne spende 150, mi dite comè fara a fine mese a far quadrare i conti???
La stessa cosa ovviamente vale per le imprese e di conseguenza per lo Stato che vedrete a fine 2022, si ritroverà con un buco finanziario di oltre 40 miliardi di euro!!!

Ed allora mi viene da pensare che anche quelle opere pubbliche sono a rischio, non solo per l’aumento delle risorse necessarie a coprire l’incremento dei prezzi, ma anche per il mancato incremento dei fondi posti a garanzie su di esse che ormai non sono più così certi…

Infatti, prima del Covid-19 eravamo giunti in totale recessione ed ora, dopo una piccola ripresa (grazie ai fondi giunti dall’Europa causa pandemia), siamo ritornati nuovamente in deficit e soltanto un nuovo sostegno dall’Ue potrà salvarci e certamente tutte quelle stime di crescita che si prospettavano intorno al 4%, ora possiamo certamente scordarle… 
Nel frattempo però questo nostro paese dimostra di avere molte analogie con la guerra in corso: difatti, mentre da una parte c’è chi sta morendo, dall’altra… c’è chi sopravvive proprio grazie ad essa, ma vedrete, è solo questione di tempo… 

E se quanto sta accadendo in Ucraina fosse stato accuratamente predisposto: un video del 2014 preannunciava già allora quanto sta ora accadendo!!!

Ho ricevuto stasera dal mio caro amico Livio un post su whats-app con in allegato un video certamente sconvolgente realizzato dalla propaganda russa ed è datato: 2014.

Si parla della richiesta (interna alla.russia) di una azione per fermare le morti nel Donbass…

Viene ora spontaneo chiedersi: dove sono stati i nostri giornalisti in questi otto anni? 

Hanno discusso di tutto tranne di quei civili che secondo i russi venivano uccisi…

Nel video vi sono anche Obama e Poroshemko e si riporta di come gli Usa avessero bisogno di una guerra mondiale in quanto la loro fosse in crisi in quanto la loro economia presenta un debito di circa 17 trilioni (ora sembrano essere aumentati all’incirca a 28…) e soprattutto di un cattivo da incolpare di quel fallimento finanziario…

Viceversa si esorta la Russia a non entrare in guerra perchè avrebbe tutto da perdere; invita inoltre a non accusare Putin d’aver scaricato le regioni del sudest, tra cui il Donbass, ma chiedersi se sia veramente il caso di cadere nella trappola perfettamente organizzata.

Lascio a Voi qualsivoglia giudizio sul video, ritengo d’altronde che oggi l’unica cosa che può interessare tutti noi è che si giunga presto alla fine del conflitto e che ciascuno dei paesi oggi in competizione – e non mi riferisco alla Russia o all’Ucraina – cerchi di non innalzare ulteriormente i toni già abbastanza caldi e soprattutto che quei loro Presidenti si dedichino viceversa a trovare celermente una soluzione per giungere finalmente ad una tregua…  

Afganistan: quanta ignoranza vi è da parte dei nostri politici, che dimostrano con quelle loro affermazioni di non capire un caz… di politica estera!!!

A sentire loro sembrerebbe che vi siano esclusivamente estremisti barbari e violenti che si oppongono a civilizzati Stati che attraverso i propri militari hanno provato a creare una democrazia in quel lontano paese…

Già… ci si è dimenticati di come soltanto pochi mesi fa i capi di quel gruppo considerato da tutti violento è stato ospitato in Cina oppure come non ricordare le parole dell’ex Presidente Trump e di come egli avesse ribadito la necessità di portare via i propri militari ancora presenti… 

E difatti il suo successore Biden appena insediatosi ha immediatamente programmato e concordato, proprio con quei talebani, l’uscita degli USA dal loro paese… 

Ed allora viene da chiedersi: com’è che non è ancora chiaro a questi nostri politici, divenuti in questi giorni tutti esperti internazionali, che proprio dietro questa manovra vi sia di fatto un accordo e che quanto sta accadendo è stato programmato da tempo???

Sì… c’è chi se ne va e c’è chi resta o per meglio dire s’insedia in maniera decisa!!!

Mi riferisco alla Cina capace d’aver consegnato agli Afgani il proprio territorio dopo un secolo nel quale in molti hanno cercato di sfruttarne le potenzialità, sia minerarie che petrolifere e da gas naturale e chissà se non si debba anche sommare l’enorme produzione di stupefacenti (che la Cina vorrebbe trasformare con una diversa e certamente più innocua tipologia di piantagione) da ovunque condannate, ma che trovano proprio in quei paesi del  mondo capitalista i migliori clienti!!!

E quindi, dopo gli inglesi, i russi e gli americani (quest’ultimi più con la forza che con gli investimenti, hanno provato a indottrinarne quel popolo afgano), ecco che senza sparare un colpo, i cinesi sono riusciti ad entrare e per come si sta assistendo, saranno gli unici a rimanere, difatti l’unica Ambasciata attualmente presente a Kabul è proprio la loro!!!

Certo, ci si scandalizza delle ripercussioni che stanno colpendo molti cittadini ex collaboratori del precedente governo, di quelle immagini cruenti che giorno per giorno stanno giungendo attraverso i social media, ma nessuno considera che forse la maggior parte di quei cittadini ha fatto nulla per restare libero o forse per questi il concetto di “libertà”, passava da una condizione che esigeva l’allontanamento di un forza straniera presente nel proprio territorio, anche se ciò significava doversi sottomettere ad un regime certamente meno democratico…  

In molti, in particolare tra i nostri “esperti” politici, credono che i talebani mostreranno adesso il loro vero volto, che con il passar del tempo si comportano diversamente da come promesso…

Credo viceversa che questa volta la storia andrà in maniera diversa, perché in gioco vi è la crescita e il benessere di un Stato certamente arretrato che forse ora, grazie ai miliardi e agli investimenti che giungeranno dalla Cina, può far crescere quel paese con un programma che va da dal commercio ad un radicale piano industriale… 

Certo, qualcuno di quei suoi anziani guerriglieri non si fermerà nel mostrare i propri muscoli, nell’evidenziare quell’atteggiamento autoritario e violento, continuerà a imporre quel proprio fondamentalismo nel quale ha finora creduto e si opporrà con tutte le sue forze a lasciare libertà alle donne e alla loro richiesta d’indipendenza; sì quanto sopra purtroppo avverrà certamente, ma pian piano vedrete come questi soggetti verranno relegati e chissà forse i più irruenti tra loro, verranno fatti sparire… 

D’altronde la democrazia deve venire prima di chiunque, è sarà questo il messaggio che più di tutti dai nuovi piani sarà  fatto passare e chi non si sottometterà, talebano o non talebano verrà vedrete eliminato!!!

Ecco perché non ci vuole molto a capire il prossimo futuro di quella nazione e di come pur di giungere ad una presentabile democrazia dovrà essere disponibile a fare qualche concessione, anche se ciò rappresenterà di fatto una libertà di facciata, ma vedrete saranno costretti a fare ciò!!!

Tutto dovrà cambiare da quella parte di mondo e non mi riferisco al solo paese afgano, ma anche a quei suoi confinanti quali Pakistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan e soprattutto Iran!!!

E mentre tutto da quell’area inizierà a mutare, da noi in Europa ed in particolare nel nostro paese si resterà come sempre a guardare e discutere, d’altronde quei nostri impreparati politici non sanno far altro e vedrete proveranno (come gli asini) a ipotizzare scenari fantasiosi che il tempo dimostrerà essere errati…

Scommetto infatti che nessuna di quella loro previsione avrà con il passar del tempo attinenza con la realtà che si sta per prospettare!!!

La Sicilia e il ponte da realizzare sullo Stretto. Il Presidente Musumeci: «Cosa aspetta Roma a chiedere finanziamento a Ue?»

Già… verrebbe da dire: ma di cosa stanno ancora discutendo? 

Infatti, cosa aspetta ancora, il governo centrale a chiedere all’Ue il finanziamento per la costruzione del Ponte sullo Stretto?. 

Se lo chiede il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, commentando la risposta ufficiale della commissaria europea ai Trasporti, Adina-Ioana Vălean, a una interrogazione dell’eurodeputata siciliana Annalisa Tardino (Lega) sull’ipotesi di collegamento tra la Sicilia e Calabria.

Per l’esponente dell’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen, infatti, «la valutazione di un progetto sulla rete Ten-T può essere effettuata solo sulla base di una proposta concreta e matura dello Stato membro». 

Peccato che finora, come dichiara il commissario europeo, “le autorità italiane non hanno presentato alla Commissione piani concreti in merito a tale collegamento”. 

La scelta dello strumento di finanziamento per un determinato progetto dovrebbe essere decisa dall’Italia, in funzione della natura del progetto e della sua sostenibilità finanziaria». 

«Sicilia e Calabria – riprende Musumeci – sono stanche di essere considerate periferia d’Europa e per diventare centrali nell’area del Mediterraneo uno dei requisiti essenziali è il collegamento stabile tra le due sponde”. 

Continuando: “Diciamo basta a un dibattito ultrasecolare, fatto di relazioni e contro relazioni, con il solito obiettivo di rinviare la decisione alle calende greche. 

D’altronde, questa telenovela ha stancato tutti!!!

Ma guarda un po'… il vaccino di Astrazeneca è stato (in via precauzionale) sospeso!!!

Come spesso accade nel nostro Paese, dobbiamo sempre attendere che siano gli altri a fare la prima mossa per accodarci poi come pecore!!!

Infatti, dopo che la Germania ed altri paesi europei (per come tra l’altro avevo anticipato in questi giorni) ecco che da anche da noi lo stop blocca quel vaccino… 

Ma poi che sfortuna,  già osservate la coincidenza, proprio quando avevo chiesto http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/03/mi-chiedevo-se-fosse-possibile-testare.html di farlo testare ai nostri deputati ecco che (casualmente) “in via del tutto precauzionale” quel vaccino è stato vietato o quantomeno il suo utilizzo, che poi è la stessa cosa…

Ora valuteranno gli eventi gravi occorsi in questi mesi ad alcuni soggetti, segnalati proprio a seguito di quella vaccinazione, in particolare sulla coagulazione del sangue…

Certo, dispiace costatare che siano sempre gli altri ad accorgersi di quanto accade, mentre da noi  si corre solo dopo che qualcun muore, ed ora mentre si è in attesa del parere dell’Ema, si resta di fatto senza vaccino…

Incredibile dover assistere a vicende come questa, già…mi sembra di essere al circo e aggiungerei che molti di quei clown sono proprio lì nel nostro parlamento, basti vedere come ogni giorno parlano, parlano e parlano, ma poco o nulla di ciò che dicono nella pratica si realizza e proprio questa vicenda lo dimostra pienamente!!!

A certo dimenticavo, ora grazie al nuovo premier e a quel governo “multicolore” dagli effetti strabilianti, tutto si risolverà per il meglio…

Vedrete, sì… vedrete…

Prima, seconda… casa??? Non importa… perché bisogna pagare!!!

Il rischio che l’Imu potesse colpire nuovamente la prima casa era nell’aria… 

Ed ora sembra che il governo Draghi punti a questa riforma fiscale, esi prova a dare la colpa alle pressioni esercitate da un lato dall’Unione Europea e dall’altro addirittura dalla stessa Banca d’Italia.

Ritorna quindi la tassa patrimoniale che va ad aggredire non solo i patrimoni dei più ricchi, ma anche tutti quei cittadini che una casa, dopo tanti sacrifici erano riusciti a farsela…

Ma tanto da quei palazzi se ne fottono dei sacrifici fatti dagli altri, tanto loro cosa cazzo ci hanno messo… nulla, d’altronde ciascuno di quei signori non sa nulla di privazioni, a loro il denaro è scivolato così, se lo sono trovato nei propri c/c senza alcuna sofferenza… neppure quella di dover lavorare per ottenerlo!!!

Chissà… forse finalmente i miei connazionali decideranno di prendere finalmente una posizione, d’altro canto ciascun di essi si muove soltanto se vengono intaccati i propri interessi, già quel proprio orticello, altrimenti non si muovono… neppure se vengono quotidianamente calpestati!!!

Ed allora chissà… forse se venisse reintrodotta quell’Imu sulla prima casa, forse finalmente molti proprietari scenderanno in piazza, per le strade, forse anche con i bastoni… perché la casa è sacra e non può essere toccata!!!

Già… non ci basta la grave pressione fiscale che ci accompagna da una vita ora ci si mette pure l’Europa a dare le regole… in particolare proprio sulla prima casa!!!

Difatti… secondo l’Ue le agevolazioni che lo Stato italiano applica sulla prima casa sono discriminatorie e basate su criteri, come la cittadinanza, che non tengono conto del reddito, di conseguenza da Bruxelles auspicano che al più presto venga introdotta una tassazione sulla prima casa, strutturata su un sistema impositivo progressivo basato sul reddito…

Ho letto un post che ripotava quanto segue: 

La Chiesa cattolica non paga, ma dovranno pagare gli Italiani??? Già… vale la pena ricordare, a proposito di pareri importanti circa la tassazione sugli immobili in Italia, che la Chiesa Cattolica è tuttora in debito di diversi miliardi di euro di pagamenti arretrati dell’ICI!!!

Ma se pensate che vi sia un solo politico che possa toccare gli interessi o per meglio dire i beni della Chiesa, significa non aver compreso come si muove questo nostro paese e in particolare quei suoi referenti:..

Cosa aggiungere, siamo alle solite… iniziate ad aprire quel salvadanaio per far fronte alla nuova manovra fiscale, come sempre imposta  senza chiedere a noi cittadini cose ne pensiamo… già perché non sono loro a dare il buon esempio, iniziando a dimezzarsi quei loto stipendi???

Ma no… meglio far pagare quei ” ***************** ”  degli italiani!!!

Altro che "costruttori"!!! Presidente Mattarella… il paese viene prima delle beghe!!!

Caro Presidente,
osservando quanto sta accadendo in queste ore, mi convinco sempre di più che nel giorno del suo messaggio augurale di fine anno, qualcuno di quei nostri parlamentari, non la stava ascoltando!!! 
E sì… perché non si spiega altrimenti, come sia possibile che dopo quella frase da Lei pronunciata, “Non viviamo in una parentesi della storia. Questo è tempo di costruttori. I prossimi mesi rappresentano un passaggio decisivo per uscire dall’emergenza e per porre le basi di una stagione nuova”, qualcuno di quei soggetti istituzionali, avrebbe dovuto seguire le sue parole, invece di farsi travolgere da beghe che nulla portano al nostro paese!!!

Tutto questo richiama e sollecita ancor di più la responsabilità delle istituzioni anzitutto, delle forze economiche, dei corpi sociali, di ciascuno di noi. 

Serietà, collaborazione, e anche senso del dovere, sono necessari per proteggerci e per ripartire”; mentre, ancora oggi assistiamo a questo teatrino da parte della politica e di quei suoi referenti!!! 
Gli interessi egoistici prevalgono… e vecchi canoni politici ed economici mostrano tutta la loro inadeguatezza e quindi, mentre il virus, mette a rischio le nostre esistenze e ferisce il nostro modo di vivere – basti ricordare le tante solitudini e il pensiero straziante di chi moriva ( ed ancora oggi muore ) senza avere accanto i propri cari – qualcuno pensa a come spendere i miliardi che a breve giungeranno dall’Europa…

Rivolgendomi a Lei ritengo sia fondamentale ripartire dalla necessità di dare insieme memoria di quello che abbiamo vissuto in questo anno, senza chiudere gli occhi di fronte alla realtà.

Come ha detto “ci accingiamo – sul versante della salute e su quello economico – a un grande compito. Il piano europeo per la ripresa, e la sua declinazione nazionale dovrà essere concreta, efficace, rigorosa, senza disperdere risorse; soltanto così possiamo permetterci di superare le fragilità strutturali che hanno impedito all’Italia di crescere come avrebbe potuto”!!!

Cambiamo quindi ciò che va cambiato, rimettendoci coraggiosamente in gioco: lo dobbiamo a noi stessi, ma soprattutto lo dobbiamo alle giovani generazioni…

E’ tempo quindi che ricordi a quei suoi onorevoli colleghi che è tempo che ciascuno faccia la propria parte… altrimenti il rischio è quello di vedere naufragare la nostra democrazia!!!
Grazie Presidente.

I soldi… (in attesa dei fondi europei) stanno ahimè terminando!!!

Secondo i conti fatti dall’INPS l’emergenza Covid-19 ha prosciugato le casse dell’Istituto e difatti gli esborsi sostenuti finora incidono in maniera grave sulle casse e quanto ora si va sta per prospettare presenta enormi incertezze, con un peggioramento della situazione patrimoniale di oltre 20 miliardi di euro e le stime per la fine del prossimo esercizio saranno negative per ulteriori 6 miliardi… 

Non riuscirò mai a comprendere come si possa in questo nostro Paese continuare a portare avanti situazioni come questa, con Enti, Comuni, Regioni, Presidi Ospedalieri e quant’altro, in totale disavanzo a causa di scelte folli e decisioni prese da soggetti che si sono dimostrati negli anni totalmente incapaci non non  sapere prendere quelle giuste iniziative per ripianare una situazione disastrosa!!!

Ma tanto chi paga c’è… già tutti quei fessi che come il sottoscritto, di volta in volta si apprestano – senza aver mai ricevuto il benché minimo beneficio da questo Stato – a pagare quell’elenco numeroso di tributi fiscali che giungono puntualmente a ogni scadenza…

Sì… forse un giorno anche il sottoscritto beneficerà di quella pensione, ma se continua così ho l’impressione che debbo iniziare a preoccupare… perché non è detto che tra qualche anno, quell’equilibrio tra assicurati e pensionati, sia ancora regolato da un equilibrio…

Ma a leggere i conti mi sembra che il sistema sia in tilt… è dire – cattivamente – che proprio grazie a questa pandemia l’Istituto ha risparmiato questo anno un bel po’ di denaro, tra pensioni, accompagnamenti e quant’altro… 

Ma il sistema sta implodendo e se nessuno provvede a trovare interventi urgenti, sia normativi che finanziari, ecco che a breve, neppure le pensioni verranno assicurate…

Ed allora, invece di pensare di trovare soluzioni efficienti, i soliti dirigenti (d’altronde parliamo di soggetti che tra enormi difficolta del Paese, hanno pensato esclusivamente ad aumentarsi il compenso…), utilizzano quell’abituale metodo e cioè, chiedere un prestito al Governo, il quale già di suo dimostra essere in un altrettanto stato fallimentare…

Ecco perché sono in molti a sperare in quel denaro che dovrebbe entro il 2023 giungere dall’Europa ed il nostro paese, avrà a disposizione 65 miliardi dal Recovery Fund, 43 della programmazione 2014-2020 e altri 10-12 in arrivo da React Eu…

Gran belle somme che però si scontreranno con quella debole capacità di saperle utilizzare o di sprecarle per come è sempre avvenuto sia per quella pubblica amministrazione sia centrale che regionale…

Ho l’impressione comunque che sono in molti oggi a puntare a quei soldi e lo vediamo ogni giorno, basti osservare come alcuni nostri politici stiano facendo a gara per riprendere quel potere andato in questi anni perduto…

Vedremo come finirà, anche quest’altra vicenda, anche se la mia personale sensazione, non è per nulla positiva, ma come ripeto spesso a me stesso: speriamo che mi sbagli!!!  

L'ORO… rappresenta oggi l'unico bene di rifugio!!!

Leggendo le notizie che giungono dal mondo, in particolare le dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti Trump, la crisi economica in atto tra Cina e Usa, le nuove sanzioni annunciate contro l’Iran, il rischio di un possibile conflitto armato e via discorrendo,  viene da pensare come investire in titoli di stato, siano essi anche “Bund” tedeschi, è da folli!!!
L’unico bene di rifugio in questi casi è l’oro e difatti il suo prezzo, stimolato dalle notizie di cui sopra, lo ha fatto salire nuovamente a quasi 1.500 dollari USA per oncia…
Peraltro in questi anni, l’investimento nell’oro ha portato ad un guadagno del 37% e con il rischio molto concreto che il dollaro a breve potrà essere nuovamente colpito da un consistente ribasso, quella percentuale di utile, potrà salire ancor di più…
Morgan Stanley ha sottolineato che nel breve periodo, l’immobilità della Fed sopprimerà la già bassa volatilità e prenderà in considerazione l’aumento di oro e di beni materiali.
E quindi, mentre da noi si sta discutendo di minibot per finanziare il debito pubblico, in Europa, ma non solo, si è alimentato a causa BCE, un sentimento di crescente sfiducia che allontana gli investitori e non fa crescere economicamente i paesi come il nostro, riconducendo il valore del denaro conservato in banca, a carta straccia!!! 
Difatti… riprendendo un articolo di Massimo Amato pubblicato su “valori.it“, l’attuazione di politiche quantitative easing adottate dalla BCE ha creato un elevato aumento di creazione di moneta: “La crisi di liquidità del 2008 è stata curata con iniezioni di liquidità senza precedenti. La quantità di moneta è pressoché triplicata in Europa, eppure il target dell’inflazione del 2 per cento non è stato ancora raggiunto”!!!
E’ evidente a tutti quindi che l’aumento di denaro stampato non condurrà ad alcun rischio di inflazione, non sarà quindi l’espansione monetaria a causare – come accaduto agli inizi del novecento – una grave crisi economica e finanziaria…  
No… oggi il legame tra espansione monetaria e inflazione non esiste, mentre è fortemente concreto il rischio di ritrovarci una montagna di denaro tra le mani che non vale nulla!!! 
Di contro vedrete a breve come, i rischi al ribasso per la crescita economica globale nei prossimi mesi, porteranno ad aumentare le incertezze degli investitori che inizieranno a bypassare i mercati ad alto investimenti, per lanciarsi in quel unico mercato sicuro chiamato: ORO!!! 

Lo spread è tornato a salire!!! Sì… qualcuno in procinto di elezioni europee ha deciso di scommettere contro l'Italia…

Alcuni mesi fa avevo letto un post sulla politica fiscale italiana e sull’aumento dello spread…
Redatto da Francesco Papadia e Inês Gonçalves Raposo aveva come titolo: “Il maggior rendimento sui titoli di stato italiani potrebbe presto essere un peso per l’economia reale“.
In quel post si documentava una questione molto semplice: l’aumento dello spread tra titoli di stato italiani (BTP) e quelli tedeschi (Bund), causato dal programma fiscale del governo italiano, che avrebbe prima ancora, influenzato il settore privato, rendendo il credito più costoso e scarso, compensando così, in parte o in toto, l’impulso espansivo derivante dall’allentamento fiscale. 
Quella previsione si basava sull’esperienza vissuta durante gli anni più acuti della crisi, in cui l’aumento disordinato dello spread aveva aumentato il costo del credito bancario e ridotto la sua disponibilità…
Da quel post, due nuovi sviluppi hanno avuto luogo, uno buono ed uno cattivo!!!
Il buon sviluppo è che il governo italiano – a differenza delle paure generalizzate – sembrava capire la pericolosa direzione in cui aveva messo la sua politica fiscale e ha deciso di modificarla, riducendo il deficit programmato dal 2,4% all’incredibile cifra precisata del 2,04%. 
Tanto è bastato alla Commissione europea, di ritenere quella correzione alquanto sufficiente per non avviare una procedura per i disavanzi eccessivi, anche se si è impegnata a “continuare a monitorare la situazione, a partire dall’adozione e attuazione delle misure concordate“.
Mentre lo sviluppo negativo è che le condizioni del credito in Italia hanno iniziato a deteriorarsi, infatti gli standard di credito alle imprese si stanno ora stringendo, dopo essere stati dal 2014 allentati…
Ciò ovviamente è in contrasto con l’evoluzione dell’area dell’euro, come indicato nella relazione della BCE, “Standard di credito per i prestiti alle imprese sono rimasti sostanzialmente invariati dal quarto trimestre del 2018 ad oggi”. 
Dati i ritardi con cui il rendimento dei titoli di stato influiscono sul costo dei prestiti bancari – come si è visto durante la crisi – non vi è ancora un effetto su questi ultimi… e in ogni caso, l’impatto avrebbe dovuto essere inferiore, causa la riduzione dello spread!!!
Per cui, se da un lato la BCE mantiene la sua politica molto accomodante (come dimostrato dal tasso OIS ancora negativo), le imprese italiane vedono a tutt’oggi un inasprimento delle condizioni del credito…
E difatti… lo spread improvvisamente è tornato a salire… sembra che dai mercati asiatici di Hong Kong e Singapore, una banca o un fondo d’investimento, abbiano cominciato a scommettere contro il nostro Paese, vendendo i nostri titoli pubblici e facendo schizzare in alto di cinque punti, il differenziale fra Btp italiano e tedesco!!!
Il rischio non è tanto quello di continuare a comprare un titolo che potrebbe venir bocciato da un’agenzia di rating, ma quello di ritrovarsi un titolo “spazzatura” difficile poi da vendere… 
Certo qualcosa di strano comunque vi è… ed è la tempestività con cui è giunto inaspettatamente questo aumento, già mentre il nostro paese si sta preparando ad una campagna elettorale europea così importante, sia per le sorti dell’Europa che per l’economia mondiale…
Qualcuno confida che dietro queste manovre economico/finanziarie vi sia la volontà di taluni poteri “forti” a far si che alcuni paesi invertano quelle loro forme di governo, viste un po’ troppo radicali…
Tra quegli stati vi è anche il nostro, ed è attraverso l’innalzamento dello spread che si sta provando quindi a contrastare quell’unione populista affinché il nostro governo possa entrare nuovamente in crisi…
D’altronde a loro va bene tutto, sia che si ritorni ad un governo tecnico (ovviamente senza la Lega), oppure sperare in una nuova alleanza fra il Partito democratico e i Cinque Stelle…
Naturalmente il rischio di queste logiche di mercato non tengono conto di quanto i semplici cittadini realmente desiderano e che non ha nulla a che fare con un’eventuale aumento di spread, ma con la volontà di voler decidere per se stessi e per la propria libertà!!! 

Licenziamenti "SIRTI S.P.A.": Qualcosa non va… e mi riferisco a qualcosa di grave!!!

Ho ascoltato alle 14.00 il Tg di Telecolor (che mi permetto di riproporre parzialmente), in particolare la notizia riportata sui licenziamenti dei lavoratori della “SIRTI S.P.A.”, un’azienda specializzata nella progettazione, realizzazione e manutenzione di grandi reti di telecomunicazione, i cui campi d’impiego vanno dalle reti di telecomunicazione, al settore trasporti su rotaia, quindi il settore energia, le reti televisive, ed anche le telecomunicazioni militari…
Ed ancora, a livello cittadino la “SIRTI”  ha sviluppato soluzioni interessanti per le città, attraverso una distribuzione più efficace dell’energia, oltre che a servire sistemi di networking, integration, e gestione/manutenzione in ambito ICT e facility management. 
Per lo svolgimento delle proprie attività inoltre il marchio “SIRTI”, come in molti possono vedere proprio in questi giorni nella nostra città etnea e non solo,  ha preferito suddividere quelle proprie competenze con altre società sicuramente dello stesso gruppo (d’altronde il nome iniziale riportato è eguale…), ma che sono destinate a seguire alcune tipologie di servizi, ad esempio “ENERGIA”, occupandosi di Elettrodotti at, Stazioni elettriche at, Apparecchiature e quadri elettrici di media tensione o “FERROVIARIE” se hanno a che fare con Sistemi di alimentazione, Impianti di alimentazione, Sistemi di segnalamento e automazione del traffico ferroviario, Impianti telefonici e radiocomunicazioni ferroviari, Sistemi di informazione ed ausiliari…
Certamente parliamo di una grande realtà, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale… 
Basti pensare che negli anni ’70 Sirti operava all’estero, dall’Europa all’America Latina, dal Medio Oriente all’Africa ed oggi – ho letto – è presente in molti paesi come Romania, Argentina, Libia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar e Scandinavia…
D’altronde, con una esperienza ed una competenza fin qui acquisita, è naturale che questa società risulti tra le prime nel suo campo, con proposte di progettazione di rete e realizzazione delle opere civili e tecnologiche, in grado di rispondere con celerità alle necessità dei Clienti… 
Allora viene spontaneo chiedersi: “Come fa una Società così importante a entrare in crisi”??? 
Ed ancora: Avendo questo enorme parco clienti e soprattutto commesse in Italia e nel mondo così importanti – viene da chiedersi – perché a pagarne le conseguenze sono sempre i dipendenti di questa nostra isola… mentre viceversa in tutte le altre regioni d’Italia, questi problemi non esistono???
Per cui: pur ammettendo che la Società oggi possa avere dei problemi (che naturalmente il sottoscritto non conosce…), una società professionale quale certamente “SIRTI” (per come ho rappresentato sopra), non dovrebbe provare a cautelare quei suoi dipendenti “specializzati”, tra l’altro con un alto profilo “Know How”, chiedendo a loro eventualmente il sacrificio (anche provvisorio) di trasferirsi verso altre realtà nazionali e non, certamente più produttive e nelle quali sono attualmente sottodimensionati???
Ho ascoltato quanto riportato da alcuni responsabili sindacali, in particolare la dichiarazione del  Segr.Prov. UILM, Sig. Giuseppe Caramanna…
La sua frase (ma anche quanto dichiarato dai colleghi Sig.ra Rosi Scollo – Comp. Segretaria Fiom CGIL e Sig. Bruno Marano – Rsu UILM CT ) mi ha profondamente colpito!!!
In particolare la mia attenzione si è soffermata non tanto sui problemi relativi ai lavoratori che certamente sono prioritari rispetto a qualunque altra circostanza, ma bensì quando in quella Sua dichiarazione parla di “subappalto ad altre imprese”, una condizione quella riportata dal Segr. Provinciale che – se fosse vera – rappresenta una situazione “gravissima“!!!
Sono certo che se in questo momento qualche Dirigente di quella società  (o di quelle sue eventuali subordinate) così importanti, stia leggendo questo mio post, comprenderà cosa vi sia dietro questo mio messaggio (certamente poco “subliminale”… già, come dice il detto: Chi vuol capire capisca, chi invece finge di non capire per il proprio interesse…), qualcosa di concreto, che per il momento, mi riservo di pubblicare… 
Peraltro ho letto che sono stati annunciati circa 900 esuberi su un totale di 4200 addetti, un quarto della forza lavoro, con tagli massicci previsti in quasi tutti i reparti e su tutto il territorio nazionale. 
Ho l’impressione che SIRTI “…”, con qualunque nome (o sotto-nome) si presenti, stia giocando molto male le sue carte… e credo che a breve in quella società i primi ad essere licenziati… non saranno gli operai, bensì alcuni suoi dirigenti!!! 
Sono certo che nei prossimi giorni seguiranno nuovi sviluppi… e non mi riferisco al mio personale blog, ma a testate giornalistiche ben più importanti!!!
Concludo… sentendomi – in questa circostanza così grave – vicino ai dipendenti Sirti e soprattutto ai loro familiari, anche perché nessuno mai vorrebbe vivere situazioni come queste, ma purtroppo (e non so dirvi quanto casualmente…)  sembra proprio che in questa nostra terra, siano diventate una consuetudine!!!