Recentemente, su un noto social, mi sono imbattuto in una discussione molto accesa su una società, la “BlackRock”, descritta come un’entità oscura che controllerebbe l’economia mondiale.
La cosa mi ha colpito e, per evitare di farmi un’idea basata su teorie e sensazionalismi, ho voluto approfondire la questione in modo obiettivo, per me e per i miei lettori.
Quello che ho scoperto è una realtà complessa, forse meno cospirativa ma certamente più significativa per le nostre vite quotidiane.
BlackRock è infatti il più grande gestore di patrimoni al mondo, con oltre 12 mila miliardi di dollari in attività amministrate.
Questa cifra astronomica, superiore al PIL di quasi tutte le nazioni, non significa che l’azienda possieda tutto questo, ma che lo gestisce per conto di milioni di risparmiatori, fondi pensione e istituzioni.
La sua influenza deriva proprio da questo ruolo di gigantesco intermediario finanziario, i cui investimenti toccano praticamente ogni settore dell’economia globale, dalle grandi banche alle tech company fino all’energia.
La sua ascesa è stata guidata dalla creazione di un sistema, “Aladdin”, nato per analizzare e gestire il rischio in modo ossessivo, che è poi diventato uno strumento così cruciale da essere utilizzato anche da concorrenti e istituzioni per analizzare i propri portafogli.
Il punto che più mi ha fatto riflettere, e che forse è il cuore della questione, è come ognuno di noi, spesso senza saperlo, contribuisca a questo sistema.
I nostri risparmi per la pensione o le nostre polizze assicurative vengono infatti spesso investiti in fondi gestiti da BlackRock. Questo non avviene per un disegno maligno, ma perché la sua offerta di prodotti è semplicemente diventata l’infrastruttura di base della finanza moderna.
Ecco che forse, comprendere meglio questo meccanismo, rappresenta il primo passo per essere cittadini e investitori più consapevoli, sì… in grado di distinguere tra le ombre dei sospetti e la sostanza di un sistema finanziario interconnesso.
Caro Presidente Pelligra, da pochi minuti è il 18 agosto 2025, ed ho deciso – dopo aver visto la partita in Tv – di modificare il post già pronto per essere pubblicato, e scrivere queste parole, che descrivono il sapore amaro di una sconfitta, già contro il Crotone in Coppa Italia Serie C, una partita che ahimè, ci ha estromesso da una competizione importante, proprio come accaduto troppo spesso negli ultimi anni. Lei ha investito, ha rinnovato la squadra, ha promesso impegno e risultati, eppure, guardando il campo, sembra di assistere a un “déjà vu”: ahimè, rivediamo la stessa fragilità, le stesse incertezze, lo stesso gioco senza anima che già conoscevamo.
Errare è umano, lo sappiamo tutti. Ma perseverare nell’errore, Presidente, è diabolico!
Lo scorso anno, nonostante un mercato “importante” e una squadra sulla carta competitiva, il Catania ha fallito l’obiettivo promozione, chiudendo al quinto posto e uscendo ai playoff contro il Pescara.
Ora, con il campionato ancora da iniziare, abbiamo già perso un’occasione per costruire fiducia e morale; e non servono scuse: né quelle del tecnico su “schemi non ancora assimilati”, né quelle di chi parla di “tempo necessario”.
Il tempo, per una piazza come Catania, è un lusso che non possiamo permetterci!
Lei ha chiesto fiducia ai tifosi, e noi gliel’abbiamo data. Non solo con gli abbonamenti, ma anche con la presenza costante in trasferta, come dimostrato nell’ultima partita. Sì, abbiamo applaudito i suoi investimenti e creduto nel progetto, ma le delusioni stanno esaurendo la nostra pazienza.
La fiducia non è un assegno in bianco: va rinnovata con i fatti! E i fatti, oggi, ci dicono che questa squadra rischia di ripetere gli stessi errori. Giocare senza identità, vincere per caso, perdere per fragilità, non è questo il calcio che Catania merita, non è questo che lei ci ha promesso e soprattutto, non ci accontentiamo più di partecipare ai playoff quasi fosse quello il nostro traguardo.
Mi permetta di ricordarle un mio post dello scorso aprile, in cui parlavo della “mancanza di un gioco” del Catania, paragonandolo a una squadra di juniores del Barcellona che, con semplicità e organizzazione, sapeva cosa fare in campo. Noi, invece – anche oggi – brancoliamo nel buio, sperando nel gesto del singolo o nell’errore avversario.
Ripeto una frase che a Catania conoscono bene: “Il calcio è amalgama”, diceva Massimino. Oggi, però, è solo confusione. E se non si agisce subito, questa stagione sarà l’ennesimo capitolo di un fallimento annunciato…
Presidente, il mercato è ancora aperto. E mi duole dirlo, che forse è la panchina il tema che lei dovrebbe affrontare. So bene che le scelte tecniche, in particolare le sostituzioni, hanno dei costi, ma quando non mantengono le aspettative, ecco… in questi casi, vanno riviste.
Serve una squadra che giochi con la testa, non solo con i piedi!
Lei ha il potere di cambiare le cose. Noi tifosi abbiamo il diritto di chiederlo. Perché Catania non è una semplice società: è una comunità che soffre e spera. E oggi, più che mai, spera che lei non perseveri nell’errore. Agisca ora, prima che sia troppo tardi.
Perché il pensiero di dover scrivere a fine campionato “L’avevo detto!” mi riempie di amarezza. E questa volta, Presidente, non vorrei insieme a Lei, dover pronunciare (nuovamente) quelle parole.
Sono anni che si sussurra di una “nuova strada” americana in Medio Oriente, ma la realtà è che ogni amministrazione ripete lo stesso copione fallimentare, rivestito solo di nuovi slogan.
Quando Trump, a maggio di quest’anno, ha sventolato accordi per 1.400 miliardi di dollari con Arabia Saudita, Emirati e Qatar, promettendo una rivoluzione negli equilibri regionali, ha solo riciclato la retorica di Obama nel 2009: grandi proclami, pochi fatti.
Qual è oggi la differenza? Nessuna. Sì, mentre Obama annunciava il disimpegno con un linguaggio conciliante, Trump ha imballato quelle vecchie promesse in un nuovo pacchetto regalo, con un involucro più aggressivo, ma alla fine la sostanza è rimasta immutata.
Eppure tutti i media – sottomessi e pilotati dalla politica Usa (basti osservare quanto accade oggi attraverso le decisioni messe in atto dal nostro governo…) – hanno celebrato il discorso tenuto a Riad come una svolta epocale, dimenticando (o volendo ignorare) che la storia in Medio Oriente si ripete ormai con imbarazzante regolarità.
E infatti, riprendendo il nervo pulsante di questa “nuova strategia” americana, si scopre quanto essa rappresenti di fatto un paradosso: attirare capitali dal Golfo mentre quei stessi Paesi cercano disperatamente di diversificare le proprie economie.
I numeri proposti sono astronomici, ma in fondo privi di sostanza!
Il Qatar, ad esempio, promette investimenti quintuplicati rispetto al suo PIL, mentre l’Arabia Saudita raddoppia magicamente il budget militare per acquistare armi USA, e infine gli Emirati annunciano il più grande campus di intelligenza artificiale al mondo fuori dagli Stati Uniti.
Peccato però che nel 2017 questi stessi protagonisti abbiano portato a termine soltanto il 20% degli accordi prefissati. Difatti, con il petrolio a prezzi più bassi e il Fondo Sovrano Saudita (PIF) che riduce le esposizioni negli asset americani, anche gli investitori arabi, pieni di petrodollari, sembrano meno entusiasti di questa pseudo-partnership.
E così, mentre Washington e i Paesi ricchi del Golfo giocano a poker, rilanciandosi con cifre da capogiro, una parte di quel Medio Oriente continua, ahimè, a bruciare e a perdere vite umane.
Lo stesso presunto accordo nucleare con l’Iran, che avrebbe dovuto portare stabilità in quell’area, ha di fatto riacceso la guerra per procura tra Teheran e Riyadh, cui si sono aggiunte Siria, Yemen, Libano e la striscia di Gaza.
E così l’Iran, dopo essersi liberato delle sanzioni, ha cercato di rafforzare la propria leadership con i gruppi militari di Hezbollah, Houthi e Hamas, mentre l’Arabia Saudita ha risposto stringendo ancor più il legame con gli Usa e finanziando i tanti gruppi sunniti.
Nessun Paese arabo sembra volersi muovere. Restano tutti a guardare, senza prendere posizione o intervenire, per non restare coinvolti in conflitti che non vogliono. E così, quelle note “primavere arabe”, nate per portare democrazia, alla fine si sono trasformate in un incubo.
Difatti, la Tunisia, un tempo modello di transizione pacifica, oggi vede fuggire migliaia di giovani verso le nostre coste. L’Egitto è tornato a essere una dittatura militare. La Libia e lo Yemen sono inghiottiti da guerre civili. E per finire, la Siria e il territorio palestinese sono ormai un mosaico di macerie e distruzione.
Nessuna rivolta è stata capace di stravolgere gli equilibri, e soprattutto, la mancata presenza di una classe dirigente capace ha impedito di ribaltare i governi in atto, i quali hanno immediatamente represso nel sangue quei tentativi di cambiamento.
E l’Occidente, nel frattempo, sta a guardare. Sì, promuove di voler sostenere il cambiamento, ma alla fine ha preferito allearsi con chi garantiva una stabilità almeno illusoria, ben sapendo che, il più delle volte, alimentava gruppi terroristici.
Ecco, forse è qui il fallimento più grande: nell’incapacità di imparare dal passato. Gli Stati Uniti e il loro attuale Presidente sono convinti che basti sostituire un alleato scomodo con un altro, come se il problema fossero i singoli attori e non il sistema stesso.
Già, Trump punta tutto sui dazi, sugli investimenti miliardari obbligatori per il suo Paese, ma anche sull’acquisto di armi prodotte dai suoi amici industriali. Parliamo di società tra le più ricche del mondo, come Lockheed Martin, RTX (Raytheon Technologies), Northrop Grumman, Boeing e General Dynamics, tutte aziende che prosperano grazie alla vendita di tecnologia militare.
E infine, per foraggiare quei suoi amici miliardari, utilizza le loro imprese per vendere ai Paesi arabi software, intelligenza artificiale e microchip, presentati come necessari per aggiornare la “sicurezza” contro le nuove minacce, il tutto in cambio di petrolio.
E così, mentre l’Arabia Saudita potenzia le sue difese missilistiche con sistemi come il THAAD e il Patriot, altri Paesi del Golfo ampliano la cooperazione militare con gli Stati Uniti. Nel frattempo, Abu Dhabi costruisce data center, Israele e Iran si scambiano missili, e la Palestina cerca di non scomparire del tutto dai radar.
Ecco perché ritengo che, senza una visione che vada oltre gli interessi immediati, ogni “nuova strada” proposta sarà soltanto l’ennesimo vicolo cieco imboccato in quel labirinto mediorientale.
a volte ho l’impressione che i nostri politici siano degli inetti o, quantomeno, impreparati, soprattutto quando si tratta di affrontare problemi di carattere globale.
Poi leggo alcuni post o dichiarazioni di illustri leader mondiali, e comincio a pensare che, alla fine, l’ignoranza sia la madre di tutti i mali che affliggono la nostra società.
Prendiamo, ad esempio, le recenti dichiarazioni di Donald Trump sulla Striscia di Gaza.
L’idea di trasformare Gaza in una sorta di località di villeggiatura, mentre il popolo palestinese vive una delle tragedie più profonde della sua storia, è non solo irrealistica, ma anche profondamente insensibile…
Migliaia di persone sono senza casa, senza accesso a servizi di base, vivono in condizioni disumane. Pensare di risolvere tutto con un progetto edilizio o turistico è una visione miope che ignora le radici del conflitto e le sofferenze di un intero popolo.
È vero, il popolo palestinese ha bisogno di trovare una propria identità e di costruire un futuro di pace e stabilità. Ma questo non può avvenire sotto la minaccia di gruppi armati come Hamas, che, pur presentandosi come difensori della causa palestinese, hanno spesso contribuito a perpetuare il ciclo di violenza e sofferenza. La libertà e la democrazia non si costruiscono con le armi, ma attraverso il dialogo, la cooperazione e il rispetto dei diritti umani.
C’è bisogno di una vera e propria indipendenza da tutte quelle forze rivoluzionarie che, invece di favorire lo sviluppo di una società libera e giusta, alimentano odio e divisioni. Un Paese che vuole raggiungere un proprio status nella comunità internazionale non può farlo attraverso la violenza, ma deve puntare sulla diplomazia, sull’istruzione e sulla costruzione di istituzioni solide e trasparenti.
Non si può pensare di combattere per sempre. Arriva un momento in cui le parole devono avere il sopravvento sulle armi, altrimenti si resta prigionieri di un ciclo infinito di oppressione e vendetta. Chi detiene il potere, sia esso politico, militare o economico, ha la responsabilità di agire con saggezza e lungimiranza, non con coercizione e forza bruta.
È tempo che i palestinesi riprendano in mano le proprie vite, lottando non solo contro l’occupazione esterna, ma anche contro chi, all’interno, li strumentalizza per interessi personali o ideologici. Donne, bambini e intere famiglie sono spesso lasciati in balia di un destino crudele, utilizzati come pedine in un gioco politico che non tiene conto della loro dignità e dei loro diritti.
Certo, immaginare Gaza come un luogo prospero e pacifico, dove i palestinesi possano vivere in condizioni dignitose, sarebbe meraviglioso. Ma questa visione non può restare un’utopia. Negli anni, miliardi di dollari sono stati inviati nella regione, sia dalla comunità internazionale che dai Paesi arabi. Eppure, questi fondi non sono stati utilizzati per costruire scuole, ospedali o infrastrutture, ma per finanziare tunnel, armi e missili. Una scelta scellerata che ha alimentato ulteriore odio e distruzione, lasciando Gaza in macerie.
Oggi ci troviamo di fronte a una terra devastata, dove persino ripulire le macerie richiederà anni. E mentre il mondo guarda, ci si chiede: quando finirà questa spirale di violenza? Quando si capirà che la vera forza non sta nella distruzione, ma nella costruzione di ponti, nel dialogo e nella riconciliazione?
Il popolo palestinese merita di più. Merita un futuro in cui i bambini possano crescere senza paura, in cui le donne possano vivere con dignità e in cui gli uomini possano costruire un Paese libero e prospero. Ma questo futuro non arriverà finché prevarrà la logica della guerra e dell’odio.
Forse è arrivato il momento di smettere di guardare alla Palestina (e a Israele) solo attraverso le lenti del conflitto e di iniziare a pensare a soluzioni concrete, che mettano al centro le persone e i loro diritti. Perché, in fondo, la pace non è un sogno irrealizzabile, ma una scelta che richiede coraggio, umanità e volontà di cambiare.
In questi giorni ho notato alcune squadre di operai impegnate a riparare le numerose buche che hanno devastato l’asfalto di molte strade cittadine.
Come spesso accade, queste riparazioni vengono giustificate attribuendo la colpa al maltempo e soprattutto alle forti piogge, già… come quelle che recentemente hanno colpito la nostra isola e in particolare la città di Catania.
Sindaco Trantino, mi consenta di sottolineare come il problema non risiede negli eventi climatici imprevedibili, anche se questi hanno di per sé una loro responsabilità, bensì ad una manutenzione stradale inadeguata e, purtroppo, in interventi di riparazione che durano appena il tempo di qualche passaggio di veicoli.
Sappiamo tutti come il materiale utilizzato per queste riparazioni, chiamato “asfalto a freddo“, viene solitamente impiegato per riempire buche in zone già asfaltate o per ripristinare piccole superfici, evitando così di rifare l’intero processo di asfaltatura, ma se pur negli ultimi anni questo prodotto sia stato di gran lunga migliorato grazie all’inserimento nel composto di elementi innovativi, lo stesso risulta ahimè essere non particolarmente resistente e ancor meno durevole, rendendo il più delle volte, quelle operazioni di manutenzione, uno spreco di tempo, manodopera e soprattutto denaro.
E il denaro, anche se è pubblico e quindi non direttamente percepito come un problema da chi lo gestisce, viene comunque da noi cittadini, che meriterebbero quantomeno una gestione più oculata e professionale.
Ed è quindi con questo spirito che vorrei offrire un consiglio pratico per migliorare la qualità e soprattutto la durata degli interventi di manutenzione stradale.
Suggerisco di considerare l’acquisto di un’attrezzatura chiamata “Thermobox”: un container termico per asfalto dotato di coclea di scarico, che mantiene caldo e quindi facilmente lavorabile l’asfalto prodotto a caldo (non quello a freddo) dai moderni impianti di conglomerato bituminoso.
Questa tecnologia consente di garantire una distribuzione ottimale del calore all’interno del container, grazie a un bruciatore che si attiva automaticamente quando la temperatura scende sotto un valore predefinito (solitamente tra 140° e 160°). Al suo interno, una tramoggia a “V” permette all’asfalto di convergere verso il fondo per essere distribuito con precisione sulla superficie da riparare.
L’acquisto di un Thermobox rappresenta non solo un investimento contenuto per le casse comunali, ma garantirebbe interventi di manutenzione di gran lunga più durevoli rispetto a quelli attuali, riducendo il numero di riparazioni necessarie e migliorando la sicurezza stradale.
Difatti, realizzare riparazioni a caldo significa assicurare una qualità che può durare anni, a differenza delle soluzioni temporanee che dopo poche ore vengono compromesse, come purtroppo si è già verificato.
Sig. Sindaco, concludo augurandomi che questo suggerimento possa essere preso in considerazione, nella speranza di vedere presto una squadra ben organizzata, composta da pochi elementi (solitamente cinque), dotata di questa attrezzatura efficiente, impegnati a risolvere in modo definitivo uno dei problemi più evidenti della nostra città.
Grazie quindi per l’attenzione e per l’impegno che vorrà dedicare a questo post, perché vede, non si tratta solo di risparmiare denaro, ma di restituire ai cittadini strade più sicure e di dimostrare una gestione più responsabile delle risorse pubbliche.
Durante l’emergenza COVID-19, mentre il mondo era impegnato a combattere una crisi sanitaria e sociale senza precedenti, le organizzazioni mafiose hanno trovato terreno fertile per rafforzare la loro presenza e ampliare i propri affari illeciti.
Difatti, abbiamo potuto verificare come le mafie in quel periodo abbiano approfittato del caos economico e normativo per riciclare capitali illeciti attraverso reti internazionali di società di copertura.
Paesi con legislazioni finanziarie permissive o scarsa trasparenza fiscale sono stati cruciali per ripulire i proventi di traffici di droga, armi, rifiuti e sfruttamento umano.
Questi capitali sono poi rientrati nei mercati europei ed in particolare nel nostro Paese attraverso investimenti in settori strategici: ristorazione, turismo, logistica e sanità.
La pandemia quindi ha di fatto accelerato la penetrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico legale, spesso approfittando di imprese in difficoltà o di bandi pubblici emergenziali poco controllati.
Inoltre, la crisi di liquidità ha condotto molti imprenditori, commercianti ed anche famiglie a finire nelle mani degli usurai ed il debito contratto durante il “lockdown” non si è fermato con la riapertura: chi non è riuscito a ripagare è stato risucchiato in un circolo vizioso di sfruttamento, con la perdita di attività, proprietà e persino libertà personale.
Ogni soggetto “usurato” è diventato un nodo in una rete di controllo più ampia, utilizzato dalla mafia per acquisire ulteriori risorse o per consolidare il proprio potere sul territorio.
Difatti, basti ricordare come la pandemia non è stata solo una crisi sanitaria, ma si rivelata un acceleratore di disuguaglianze, sfruttata dalle mafie per insinuarsi dove lo Stato era più debole!!!
In alcuni contesti, la criminalità organizzata si è perfino proposta come alternativa allo Stato, offrendo aiuti economici, pacchi alimentari e soluzioni rapide a chi si trovava in difficoltà.
Un vero e proprio “welfare mafioso”, un’arma invisibile per conquistare nell’immediato consenso sociale, ma devastante nel lungo termine.
E difatti, oltre all’usura e al riciclaggio, le mafie hanno potuto così intensificare il controllo su tutta una serie di attivita che vanno dagli:
– Appalti pubblici: con gare d’emergenza spesso prive di adeguata supervisione, le infiltrazioni criminali hanno avuto vita facile.
– Sanità: la gestione di forniture mediche, mascherine e dispositivi di protezione ha attirato gli interessi delle organizzazioni criminali.
– Immobili e attività commerciali: sfruttando la crisi, i clan hanno acquisito proprietà e aziende, consolidando il loro patrimonio.
Ed allora viene spontaneo chiedersi, cosa ha fatto nel frattempo lo Stato per combattere questa pandemia parallela?
Nulla… già, perché la lotta a quella “pandemia mafiosa” richiedeva interventi mirati che non sono stati di fatto realizzati, anzi potrei dire tutt’altro…
Mi riferisco ad esempio al provare a rafforzare i controlli sui flussi finanziari, adottando tecnologie avanzate per tracciare transazioni sospette.
Oppure sostenere ad esempio chi era in difficoltà, con misure economiche rapide ed efficaci che togliessero spazio all’usura.
Inasprire pene per tutti quei crimini economici legati alla pandemia, creando così un forte deterrente.
Investire nella cultura della legalità, per sensibilizzare i cittadini e le imprese sul pericolo di accettare aiuti da quei soggetti “mafiosi”.
La pandemia ci ha insegnato che la criminalità organizzata non aspetta, anzi viceversa si adatta ed evolve sfruttando ogni fragilità per rafforzarsi e sopraffare il sistema sociale e di mercato.
Ecco perché lo Stato avrebbe dovuto prevenire situazioni di emergenza come quelle ahimè vissute, affinchè non si trasformassero in opportunità di crescita per la criminalità organizzata e, di conseguenza, per tutte le mafie.
Sì… perché alla fine, come sempre avviene, siamo solo noi cittadini a pagarne le conseguenze!
I am writing to you in follow-up to my last post on August 13, but this time I am reaching out directly (and this is why I am excluding all my readers by writing in English…).
Despite the satisfaction from recent achievements, such as winning the Coppa Italia—a feat not achieved even when the team was competing in Serie A—I believe that, in the attempt to embark on a new path, some questionable decisions have been made.
I am particularly referring to the release of promising young players who, despite limited use by former coaches, had shown important qualities, such as the ability to beat their man, advance down the wings, and cross accurately into the box—all elements the team unfortunately lacks today.
Regrettably, in the intent to turn things around after last season, management may have severed ties with the past somewhat too hastily. I understand the rationale, but I feel it has led to avoidable mistakes: some of the players who were let go were not responsible for past difficulties and had demonstrated a strong commitment to the cause.
I imagine, and I could be wrong, that, as often happens, the current coach also influenced these market choices, preferring players familiar to him or perhaps to avoid potential tensions in the locker room. However, current results seem to confirm that something is not yet working as it should. Some of the new signings show limitations for this category, and I am concerned as I see other teams investing in young talents, including non-European players from Africa or South America—athletes of high value and cost-effective as well.
Additionally, for several matches now, our coach does not seem to be deploying the team in the most effective way, a troubling sign that brings to mind last year’s difficulties. It is time, President, to take control of the situation before it’s too late. A clear shift is needed, one that reaches management, the coaching staff, and the players, so that in the absence of the expected results, each takes responsibility.
I do not intend to substitute your managers, although, having worked for over thirty years in leadership roles in other professional fields, I believe I have acquired management and planning skills that could have been useful—albeit, not being part of the sports world, would bring little benefit. Even so, in cases where I faced similar circumstances, without prior experience and knowing my limitations in this sector, I still managed to compensate for these gaps by surrounding myself with skilled professionals.
Since I am not a sports expert, I believe that, before aiming for ambitious goals, it is fundamental to build a solid structure supported by a team of competent professionals capable of staying within budget—something an investor like you understands well.
President, I am confident that, despite the difficulties, our Catania can reach the playoffs. But, as we saw last year, reaching them is only part of the challenge; winning and achieving promotion requires something more!!! It is time, therefore, to move beyond optimistic chatter and focus on what can genuinely help Mr. Toscano change the current trend, which not only penalizes the team but weighs heavily on a unique and passionate fanbase eagerly awaiting to see their team win again.
Thank you for your attention, and I hope that your organization will swiftly implement the necessary adjustments to give the fans—who are always there, everywhere—new joys and achievements, so that we can celebrate new and exciting successes together with you.
With affection and gratitude for all you are doing for our beloved city of Catania.
“Basta nuovi impianti di risalita e piste da bob. Investiamo invece nei servizi necessari per far rimanere i giovani in montagna e in nuove forme di turismo”; Don Ciotti, fondatore di “Libera” interviene al Congresso Nazionale del Cai che si è svolto a Roma alcuni giorni fa.
«Non possiamo permetterci di separare l’etica dalla bellezza. Le montagne, come per tanti, anche per me sono l’immagine di un cammino spirituale che ho cercato di percorrere, con tutti i miei limiti. Hanno un’anima, e noi dobbiamo diventare capaci di ascoltarle e d’accoglierle. Mi hanno aiutato a guardare al cielo e a Dio, senza mai dimenticare le responsabilità a cui ci chiama la terra. Ed allora non si può non rileggere la Laudato sì, l’encliclica verde di papa Francesco e la recente esortazione apostolicia Laudate deum, perché – osserva il sacerdote – ci invitano a vivere la cura della casa comune e a non dimenticarci il passaggio fondamentale dalla transizione ecologica”.
D’altronde, come non essere d’accondo, basti osservare come le cose in questi anni non siano per nulla migliorate, e difatti lo stesso Don Ciotti proseguendo cita i passi dell’intervento dil Papa Francesco quando invita tutti a “fare attenzione a quei soggetti potenti che vogliono influenzare l’opinione pubblica quando hanno intenzione di avviare un progetto a forte impatto ambientale ed elevati effetti inquinanti: gli abitanti della zona dove si vogliono fare certe operazioni, vengono illusi, parlando di progresso locale che si potrà generare, e di opportunità economiche e occupazionali da cogliere. Ma, intanto, fanno i loro affari sporchi. E’ un inganno”!!!
Lo stesso Papa difatti in un intervento aveva affermato: “voglio chiedere in nome di Dio alle grandi compagnie estrattive, minerarie petrolifere, forestali, agroalimentari di smettere di distruggere i boschi, le aree umide e le montagne di smettere di inquinare i fiumi e intossicare i popoli e gli alimenti”.
Ed ora Don Ciotti invita tutti ad una riflessione: “Siamo ormai a un punto di rottura e siamo chiamati tutti ad affrontare questa doppia crisi climatica e la riduzione della bio-diversità”!!!
Tutti parlano di montagna, di “green”, di comunità, di valori come cooperazione, solidarietà, redistribuzione dei beni, ed oggi dobbiamo chiederci quanto rimane di quei valori e perché la montagna si sia lasciata omologare ai bisogni delle città e dei cittadini…
“Alcuni la amano, ma molti la usano, la consumano – denuncia con queste parole il fondatore di Libera quanto sta accadendo, che poi pone interrogativi a cui non si può sottrarre chiunque abbia a cuore l’ecosistema montagna…
Uno strappo tra quella cultura del passato e il vivere di oggi: “Già… dove stanno i servizi essenziali per le persone che vivono in montagna? La salute, la scuola, la cultura, la banda larga? I nostri monti sono sempre più impoveriti di servizi. E ciò toglie libertà e dignità alla nostra gente. Perché i suoli fertili sono stai erosi dalla cementificazione selvaggia e da un’urbanistica cieca? Perché la grande speculazione riguarda anche le “alte quote”? Chi sono questi imprenditori che fanno investimenti con pochi controlli?».
Ed ancora: “Abbiamo scoperto forme di riciclaggio anche di organizzazioni criminali mafiose che vanno a investire in zone montane stupende. E c’è chi concede loro deleghe in bianco non tenendo conto di tutto questo!!!
“E’ tempo di incentivare una nuova filiera che metta insieme agricoltura, turismo, cultura e storia. Abbiamo ragazzi che vorrebbero portare il loro contributo nelle loro terre, diamo quindi una mano a rimanere, invece che spendere soldi per piste da bob inutili. Ritorni l’acqua ad essere un bene pubblico. i parchi sono risorse naturali straordinarie che vanno tutelate e valorizzate e cosa ci impedisce di farne altri? Dobbiamo, insomma, favorire una nuova frequentazione della montagna.
Infine, conclude Don Ciotti: gli impianti da sci sono sufficienti. Facciamo in modo che funzionino bene. Non c’è bisogno di turbare ulteriormente l’ambiente!!!
Siamo giunti alla fine dei cinque post pubblicati sull’argomento e comprendo come a molti lettori ciò abbia dato fastidio…
Purtroppo questi soggetti, sono ahimè consapevoli che questo è il prezzo che debbono pagare per aver perduto da tempo la propria dignità e dall’esser lontani dal rappresentare – con i propri mancati fraudolenti comportamenti – principî morali fondamentali, non solo per tutelare sé stessi, ma soprattutto per chi come loro abitualmente non li rispetta!!!
Mi riferisco a molti, ma nello specifico a tutta quella schiera di impiegati pubblici che si permette – grazie al denaro illecitamente ricevuto – di condurre una bella vita; d’altronde va detto, chi dovrebbe indagare su di loro il più delle volte è ahimè altrettanto colluso, chissà forse perché anche ad essi fa comodo quell’entrata “extra” oppure perché ormai da tempo si è inseriti in quel sistema occulto, quali iscritti a quell’associazione “illegale” oppure come adepti e quindi membri d’una loggia massonica…
Una cosa è certa, sono tutti uniti dal degrado umano, d’altronde fateci caso, questi soggetti sono ben riconoscibili, sì… puzzano tutti in egual maniera, hanno quell’odore sgradevole che ha la corruzione!!!
Sono difatti permeati di quel fetore ripugnante che ha il denaro, già… provate ad annusare qualche banconote e sentirete su di esse quel rivoltante lezzo lasciato dalla sudorazione e dal continuo uso nel passaggio di mano, già… è lo stesso che lascia su quella superficie cartacea una forma di patina, che poi è lo stesso velo che ritrovate su questi individui: “truffaldini e riciclatori“!!!
Questi soggetti potranno sembrare ai più limitati, sì… quasi fossero un’esigua frazione, ma posso assicurarvi che se i delinquenti “significativi”, quelli cioè che movimentano grandi somme di denaro sporco sono numericamente poco rilevanti, viceversa, coloro che operano quotidianamente nella corruzione e nel riciclaggio sono ampiamente diffusi, anche perché questa condotta rappresenta di per se un costume ampiamente accettato da una parte cospicua della popolazione!!!
Sì… i ladri in questo Paese abbondano e la crisi economica facilità quei comportamenti immorali, ma certamente trova in quei soggetti – già di loro ben disposti a rubare – individui volenterosi di far il grande salto, senza accontentarsi più delle briciole, ma passando a obiettivi maggiormente remunerativi.
Il motto peraltro di essi è: se si deve rubare e violare la legge, meglio rubare molto che poco!!!
Sono giunto alla fine dell’argomento e ritengo di aver sufficientemente fatto comprendere come dietro il riciclaggio di quel denaro sporco vi sia lo specchio dell’animo umano, già… di quella particolare predisposizione non solo a mercanteggiare i propri valori, ma soprattutto a tradire se stessi e quindi gli altri!!!
D’altronde, come non paragonare questi soggetti ad un altro nome, Giuda: sì… pare che baciasse molto, ma non era di certo un sentimentale!!!
Quindi, come riportavo nei precedenti post, pur di ricevere una mazzetta ci si svende senza alcuna vergogna!!!
A giorni evidenzierò qualcosa che mi è stato portato a conoscenza e credetemi, dopo aver letto quei documenti, mi sono cadute le braccia a terra, d’altronde parliamo di comportamenti altamente vergognosi…
E difatti, sono in molti, soprattutto in questa mia terra, a rendersi disponibile ad associarsi a quell’associazione criminale, quantomeno se non direttamente, certamente a mezzo di un suo qualche affiliato…
D’altronde quella cosiddetta “mafia” ha necessità per operare di quella sua manovalanza che non è costituita come solitamente pensiamo dai suoi abituali gregari, no… vì è una manovalanza “occulta” ipocrita, miserabili che per il denaro farebbero qualsiasi cosa, perché oltre a svendere se stessi, sarebbero disposti a svendere anche i loro familiari…
Personaggi corrotti, ipocriti, lestofanti, gente moralmente fallita che si adopera costantemente per servire quell’associazione criminale!!!
L’importante per loro è riuscire ad incassare mensilmente quella bustarella, denaro da spendere per far crescere la propria autostima, d’altronde mi verrebbe da dire: come dar loro torto, se il messaggio fatto passare in questi anni, grazie ad una politica epidermica e ignorante, è stato proprio questo!!!
Mi riferisco a quei politici delinquenti che hanno pagato qualsiasi somma affinché non emergessero mai quelle scomode verità; sono gli stessi d’altronde che per quei loro subdoli comportamenti sono stati celebrati dallo Stato, già… attraverso riconoscimenti che incredibilmente non sono stati riservati a magistrati che a differenza loro, hanno donato la loro vita per questo ingrato Paese!!!
Di “riciclaggio” nessuno vuole parlare, d’altronde parliamo di persone e organizzazioni che guadagnano e/o incassano denaro in modo illegale, quindi perché mai dovrebbero evidenziarne la questione, quando loro per primi ne fanno parte???
Non dimentichiamo inoltre che questi ripugnanti individui, oltre a non poterne parlare, sanno che non possono usarlo in maniera libera, comprenderete i motivi: devono evitare i controlli delle forze dell’ordine!!!
Quindi, ecco una serie di soggetti che si sono posti a disposizione della criminalità organizzata, la quale quest’ultima deve – dalle attività illegali compiute, in particolare dalla vendita della droga – incassare tutto quel denaro in contante per poi rimetterlo sul mercato in maniera lecita, senza passare ovviamente da banche o da attività che potrebbero destare sospetti o controlli…
C’è bisogno quindi che quel denaro vada ripulito o per meglio dire “lavato”!!!
Ed allora ecco ricercare quei soggetti disposti a farsi corrompere, in particolare nel settore pubblico, assessori, dirigenti, funzionari, ma anche semplici dipendenti dai quali però passano le necessarie scartoffie da vidimare, indispensabili per dar il via a quelle nuove attività sulla carta “legali”…
D’altronde, non si può mica affidare quel denaro liquido ai loro interposti “affiliati”, parliamo di delinquenti, spacciatori, nullatenenti, gente che non possiede alcuna professione e ancor meno un lavoro saltuario e quindi, come potrebbero mai giustificare quelle spese spropositate, se non le (minime) incassate per quel ruolo all’interno di quel sistema malavitoso???
Ecco quindi il perché ci si affida alle “teste di legno”, a individui che a prima vista sembrano esser “limpidi”, slegati da alcuna associazione criminale; il reale problema difatti è come usare quel denaro ottenuto in maniera illecita e per far ciò, bisogna evitare che si compiano passaggi illegali…
Il riciclaggio deve avvenire in maniera parsimoniosa, attraverso l’avvio di attività che sembrano lecite, il tutto per simulare operazioni economiche trasparenti, che provengono ad esempio dall’aggiudicazione di appalti pubblici, da commesse private, da acquisizioni commerciali e/o immobiliari, dalla vendita di prodotti e via discorrendo, operazioni finanziarie necessarie per simulare possibili investimenti, ma soprattutto per giustificare quei nuovi profitti generati, da quel denaro sporco!!!
Non pensate che dietro a quei criminali vi siano altri ignoranti, no… vi state sbagliando, la criminalità in questi trent’anni si è evoluta, dietro loro ora ci sono menti ingegnose, specialisti del riciclaggio, parliamo di commercialisti, notai, avvocati, amministratori, a cui seguono corrotti funzionari pubblici che certificano ed attestano quelle operazioni illegali presentate…
Non dimentichiamo che quando parliamo di riciclaggio, s’intende una montagna di denaro, pari se non superiore, al bilancio stesso dello Stato ed è il motivo per cui sono tante, direi troppe, già… le famiglie che ad oggi vi “mangiano” o quantomeno sono le stesse che si permettono di condurre per se stessi o per i propri cari una vita agiata, forse anche “lussuosa”, la stessa che viceversa – attraverso la propria professione – non potrebbero mai permettersi!!!
C’è un concreto legame tra la ‘ndrangheta e la massoneria, in particolare nel realizzare investimenti in località turistiche quali ad esempio quelle delle Costa Azzurra.
Dalle indagine compiute in questi lunghi anni è emerso come il traffico di cocaina tra la Calabria e la Costa Azzurra, abbia determinato un giro d’affari milionario, il cui ricavato è stato nuovamente reinvestito in quella riviera francese che va da Mentone a Cassis…
La Costa Azzurra rappresenta infatti uno dei posti più belli al mondo, ed è grazie alle presenti attività turistiche, di ristorazione, di moda e alla vita notturna presente in quelle leggendarie promenades di Nizza e di Cannes – su cui passeggiano solitamente le stelle del cinema e numerosi vip – che è stato reso famoso quel tratto di costa…
Come dicevo sopra, parliamo di posti meravigliosi e passare da Nizza Cannes Saint-Tropez Antibes Monaco Mentone Saint-Paul-de-Vence, Èze Grasse, per giungere alle famose isole di fronte Hyères su cui sembra essere alle Bahamas (Le Levant, Port-Cros e Porquerolles) è qualcosa di unico…
Comprendete come su quel litorale il denaro circola come fiumi (non dimentichiamo tra l’altro come in quel territorio sia presente il famoso Principato di Monaco, con la sua Montecarlo ed il suo attraente complesso del Casinò, dedicato non solo al gioco d’azzardo ma anche all’intrattenimento, con di fronte una terrazza e una sala interna accogliente ed elegante: siamo al Café de Paris, uno dei simboli della vita del Principato, che perpetua il suo spirito brasserie associato a prodotti di gran qualità ) e la criminalità organizzata non poteva certo mancare!!!
Ed allora, ecco come riciclare i profitti illeciti derivanti quelle attività criminali (in particolare quelli provenienti dal narcotraffico) in beni immobiliari, nella costruzione di strutture residenziali, nell’acquisizione di attività commerciali ed è grazie all’opera di banchieri – legati alle massonerie francesi – che si è potuto rendere nuovamente trasparenti e regolari le somme di denaro depositate da quell’associazione a delinquere, in quelle loro banche.
Tra l’altro è proprio grazie a queste banche che si sono potute aprire una serie di nuove attività, imprese di franchising, per la produzione e la distribuzione di servizi o beni, brand creati appositamente per costituire nuove succursali nel mondo, tra cui il nostro Paese.
Un modo evidente per far transitare le somme all’estero, in particolare in quei noti paradisi fiscali, per poi farli rientrare attraverso investimenti legali in famose mete turistiche in tutto il mondo, tra cui molte nel nostro territorio nazionale, nello specifico luoghi di villeggiatura che offrono grandi varietà e opportunità nel settore turistico e di ristorazione che, a causa delle pandemia “Covid-19”, stanno rappresentando per quel sistema illegale, le nuove “lavatrici” di denaro sporco, perché si sa: dove c’è denaro, vi è sempre qualcuno disposto a fare business!!!
Sì… Biden ha vinto le elezioni statunitensi, ma il mercato se pur entusiasta di questo cambiamento dimostra ancora oggi, attraverso gli investimenti nelle borse internazionali di essere cauto…
D’altronde, possiamo confermare per certo che non esiste alcun soggetto capace di prevedere una qualsivoglia futura strategia, tale da intuire su quali mercati finanziari investire e su quali no…
Nessuno, si nessuno infatti è stato capace di anticipare lo scorso anno quanto di lì a poco sarebbe accaduto a causa del “Covid”, in particolare su quel mercato asiatico che prima di altri ne ha pagato le conseguenze…
Il crollo delle negoziazioni ha evidenziato tutta la debolezza di un sistema finanziario che si è dimostrato nei fatti mutevole, ma soprattutto instabile…
D’altronde va ricordato come esso basi la propria esistenza sulle abilità personali di taluni soggetti milionari e di quelle particolari società finanziarie e di brokeraggio che riescono con grande abilità ad influenzare i mercati, facendo leva proprio sulle debolezze umane…
Ecco perché la maggior parte di essi non si è dimostrata pronta durante la pandemia e ne ha pagato lo scotto; d’altro canto i dati del primo semestre 2020 hanno mostrano i segni della crisi pandemica e di come la ripresa economica sia stata ancora lenta, fino a giungere a questo ultimo trimestre che sta evidenziando grande incertezza…
Ecco quindi perché sono in molti ad investire nei metalli preziosi, gli unici investimenti scambiati nel breve termine al rialzo e con aumenti settimanale interessanti nell’odine del 8-10%.
Il mercato ora si aspetta che Biden lancerà un piano di stimolo su larga scala per rilanciare l’economia mondiale ma come dicevo sopra, il suo insediamento legato all’incertezza dovuta anche alle votazioni appena concluse contro Trump, ha condotto il dollaro USA a scendere, mentre i futures sull’indice azionario standard 500 sono aumentati di oltre il 2%, ottenendo sei guadagni consecutivi, sfidando il massimo storico d’inizio settembre…
Ma… vedremo cosa accadrà, per ora nessun riesce a capirci qualcosa…
Siamo tra i primi nelle classifica dei paesi più corrotti della terra…
Siamo stati per di più superati (secondo Transparency International) anche da nazioni come Rwanda, Botswana, Costa Rica e Namibia!!!
Ora con molta fatica e soprattutto in maniera troppo lenta, stiamo cercando di migliorare la nostra reputazione, ma ancora – basti vedere tutte le inchieste in corso – siamo ancora lontani da quella perfezione…
Certo le leggi stanno andando verso quella direzione ed anche il governo giallo/verde sta provando a contrastare questa totale corruzione, ma affinché ciò possa realizzarsi vi è la necessità di colpire tutti quei settori pubblici, che dimostrano essere non a prova di legalità…
A conferma che c’è ancora molto da fare basti osservare quanto avviene quotidianamente il che dimostra d’incidere negativamente non solo nell’opinione pubblica, ma soprattutto sugli investimenti esteri, che vedono il nostro paese in fondo e soprattutto tra i meno attrattivi…
Non se ne può più di avere nella politica e in quei settori della pubblica amministrazione soggetti ripugnanti che si svendono al miglior offerente e cosa ancor peggiore che restano impuniti da questo sistema giudiziario…
Si parla di anti-corruzione, di contrasto all’illegalità, di politiche di trasparenza, ma alla fine chi gestisce la cosa pubblica, si comporta come se quella struttura fosse una cosa propria…
Inoltre vanno aggiunti tutti quei soggetti quali professionisti legati alla politica, agli affari, alle istituzioni, alle consulenze, all’imprenditoria, potremmo anche dire – se non fosse per come si comportano – individui destinati al buon funzionamento di questo Paese.
Ma d’altronde il nostro Stato è lo specchio di una realtà che resiste ad ogni epoca, a ogni regime politico, e purtroppo ancora oggi si ripete con le stesse modalità, sono uomini e donne che tradiscono se stessi e soprattutto la fiducia dei cittadini per quel vile denaro, mostrandosi corrotti, indegni, ricattabili e senza alcuna dignità…
Mai come adesso viviamo in un contesto nel quale s’è persa la necessaria integrità morale e disgraziatamente a tutt’oggi non si riesce a trovar nulla di scoraggiante per limitare quei comportamenti disonesti, affinché non si operi con le modalità illecite fin qui adottate…
Non c’è più tempo, bisogna iniziare immediatamente a trasformare le coscienze dei cittadini, in particolare dei più giovani, affinché questi comportamenti disonesti non abbiano in futuro più a doversi ripetere!!!
Non solo mafia, ma anche camorra e ‘ndrangheta hanno trasferito su quell’isola parte dei loro profitti…
Malta d’altra parte, rappresenta la sede perfetta per far transitare una parte di quei loro profitti internazionali, che grazie alla globalizzazione hanno potuto accrescere visti i loro interessi nei confronti di paesi come il nord e sud america o dell’est asiatico per giungere fino alle coste dell’Australia…
Quel loro potere sta difatti nell’aver preso il controllo di quei territori e averli iniziato a sfruttare poco alla volta, grazie alla crescita all’interno di quelle comunità, inserendo così i propri uomini in quelle posizioni amministrative/istituzionali che contano…
Osservando dall’esterno si ha come l’impressione che non stia accadendo nulla, d’altro canto i loro affari avvengono in maniera celata e quindi quella loro presenza viene considerata da molti un bene, un sano investimento a quelle loro realtà di cui hanno fortemente bisogno… ma non comprendono che nella realtà quanto sta loro accadendo, può paragonarsi ad un cancro, è come un cancro… si alimenta, progredisce e distrugge tutto, anche la vita stessa di quella comunità…
Certo a rischio non è la sicurezza dei cittadini, peraltro essi non puntano al crimine, bensì mirano all’economia del paese e a soggiogare quel suo potere economico…
Ecco i motivi che spingono a creare in quegli stati come Malta, tutta una serie di società “mascherate”, che beneficiando d’insignificanti controlli, possono permettersi d’aprire conti bancari e far transitare da lì ogni genere d’investimento, lecito ed illecito…
Su quei conti fanno passare di tutto… soprattutto i proventi derivanti dai commerci di droga, contraffazione di valute e merci, traffico dei rifiuti tossici, denaro contante proveniente d’attività illegali, ed è grazie proprio a quelle banche messe loro a disposizione che si possono riciclare i denari sporchi e dare il via ad una serie di attività legali, commerciali e immobiliari…
Sì… qualcosa in quello Stato sembra ora che stia cambiando e le più recenti operazione delle forze dell’ordine lo dimostrano, vedasi ad esempio le ultime inchieste che hanno condotto all’arresto, circa un centinaio d’individui legati a quelle organizzazioni criminali…
Un mio caro amico della Valletta, inserito all’interno di una struttura istituzionale investigativa (a modello nostra “DIA”), osteggiando quanto in questi mesi avevo scritto nel mio blog sulla sua terra – malgrado che poi in via confidenziale confermava quanto dal sottoscritto riportato – mi ha preannunciato che nei prossimi mesi vi sarà un aumento esponenziale di quei controlli… Li hanno inseriti in uno specifico programma chiamato con una sigla inglese che -mi scuso- ma in questo momento non ricordo bene il nome, ma che tradotta stava per “operazione anti-mafia internazionale“, e che prevede controlli a tappeto in tutte quelle attività sull’isola in cui sono a conoscenza essersi infiltrati soggetti mafiosi e/o loro prestanome…
Mi ha aggiunto inoltre che è finito il tempo in cui: “chiunque portava soldi qui da noi poteva essere considerato come una risorsa ed era di conseguenza protetto e quindi impunibile!!!
Continuando… “Noi – caro Nicola – sappiamo da sempre la provenienza di quei mezzi finanziari sconfinati (e di cui purtroppo debbo ammettere noi maltesi avevamo fortemente bisogno…) come d’altronde conosciamo bene quegli imprenditori legati a quel vostro mondo ‘mafioso’… e se pur essi pensano che noi siamo dei “fessi” (in quanto diamo l’impressione di considerare ciascuno di loro, veri e propri “business man” – in quanto operano con investimenti finanziari su questa nostra terra o effettuano attraverso le nostre banche importanti operazioni di brokeraggio internazionali…), beh… dimenticano la cosa più importante e cioè… che siamo noi a comandare e a decidere per loro”!!!
Ha aggiunto: “sappi che quei soggetti, restano qui fintanto che siamo noi a volerlo, altrimenti li cacciamo – per come d’altro canto abbiamo già fattoin questi ultimi anni – sequestrando loro a titolo d’indennizzo – il denaro posto nelle nostre banche: pensa un po’… di alcuni di loro stiamo ancora aspettando che ci fanno causa “!!!
“Noi, sappiamo bene chi sono, li conosciamo ad uno ad uno, e siamo a conoscenza che in questi anni hanno provocando gravi danni alla nostra economia, sia locale che nazionale… Sappiamo bene in quali modi stanno inquinando il nostro mercato attraverso quei loro canali finanziari e creditizi… ma ciò che maggiormente ci preoccupa con la loro presenza, è l’aver incentivato all’interno della nostra comunità, tutti quei processi di concorrenza sleale da noi – fino a qualche tempo fa – sconosciuti, promuovendo mercati alternativi che di fatto promuovono attività illegali, come ad esempio la vendita di merce contraffatta o l’aumento di evasione fiscale”.
Cosa dire… una bella chiacchierata quella fatta su “Facebook”, dalla quale ho potuto comprendere di come a breve ci saranno in quell’isola grosse novità… ed è bello saperle in anticipo!!!
Le borse mondiali ed anche quelle europee sembrano migliorare, eppure, se osserviamo quotidianamente quei valori percentuali, ci accorgiamo che questi non danno segni di crescita, bensì evidenziano andature altalenanti, in particolare a seconda delle notizie che vanno di volta in volta emergendo…
Come in molti sanno, non sono un agente di borsa e neppure un consulente di mercati finanziari, ma possiedo la capacità d’intuire – a volte prima di altri – quanto sta per accadere…
Sarà forse perché tra le mie passioni vi è quella di scorrere sul web informazioni di quel settore che riguarda gli “investimenti”, oppure in semplice soffermarmi a leggere quotidiani specializzati, come ad esempio il nostro “Sole 24 Ore”, che fa si che s’acquisisca con il passar del tempo, una discreta conoscenza (per non dire preparazione…) di quel mondo monetario, che può a seconda delle circostanze, garantire compenso interessanti oppure una percentuale alta sui guadagni…
Quanto però nessuno vi dirà mai è che a livello internazionale si sta sviluppando una condizione destabilizzante la quale a breve, metterà in profonda crisi tutto il sistema bancario, già fortemente indebitato e che potrebbe implodere mostrando la propria fragilità…
Non c’è da meravigliarsi d’altronde se in quest’ultimi anni, le nostre banche (nomi importanti nel panorama internazionale) siano andate sempre più in crisi, avendo dovuto richiedere l’intervento diretto del nostro Stato, che si è dovuto fare carico di quei debiti, a scapito come abbiamo visto dei suoi cittadini, che per l’appunto avevano investito in quei titoli “trash”!!!
In maniera più ampia, potremmo estendere questo scenario ad altre realtà, un disastro economico e finanziario che a breve colpirà la maggior parte delle nazioni mondiali…
Perché se da un lato l’economia sembra essere in ripresa, dall’altro restano tutti quei problemi che ben conosciamo e presenti non soltanto da noi, ma in tutte le realtà planetarie…
Tassi di disoccupazione sempre più crescenti, una continua mancanza di sicurezza e di prospettiva a causa di una diffusa “precarietà”, un flusso migratorio che in molte nazioni sta creando forti contrasti sociali…
Ed ancora, guerre di mercato per l’acquisizione e il trasferimento di marchi celebri, a cui seguono conflitti tecnologici per proteggere le proprietà intellettuali…
Va inoltre aggiunto uno squilibrio commerciale tra quelle grandi potenze come USA, Russia e Cina a cui vanno sommati Paesi tecnologicamente avanzati come l’Inghilterra, la Germania e il Giappone… mentre alle altre nazioni (noi compresi), non restano che le briciole… D’altronde cosa possiamo fare noi con la nostra influenza limitata in quel settore dell’esportazione e restando viceversa, fortemente dipendenti di tutte quelle politiche monetarie e di settori indispensabili come quelli energetici???
Per cui, senza alcun reale cambiamento delle politiche internazionali, tutti i Paesi nel mondo, alzeranno a breve un muro di difesa, che porterà sicuramente ad un aumento prolungato dell’inflazione e ad una diminuzione dei rendimenti obbligazionari…
Quanto sopra vedrete creerà inevitabilmente un indebolimento della domanda nei mercati del lavoro ed anche di quei loro prodotti, con una crescita esponenziale dei rischi di recessione!!!
Forse la migliore soluzione per proteggere i vostri investimenti sarà ritirare immediatamente il denaro attualmente depositato presso la vostra banca e convertirlo in oro…
Certo se pensate di chiedere consiglio ad uno dei vostri amici funzionari, quest’ultimo vi dirà certamente che quanto scritto dal sottoscritto, rappresenta un’assoluta follia, perché che non vi alcun motivo di prestare attenzione a suggerimenti come i miei o di altri soggetti, ben più esperti
Ma si sa, molti di loro rappresentano quegli stessi impiegati che consigliavano alcuni anni fa di acquistare titoli fallaci (vedasi bond “Upper Tier”) che come ben sappiamo, hanno messo in ginocchio, migliaia e migliaia di nostri risparmiatori…
Caro Presidente Musumeci a differenza di quanti oggi la criticano perché non hanno nulla da fare, il sottoscritto vorrebbe provare ad esaminare con lei, tutte quelle criticità che le sono state in questi giorni addebitate al suo Governo regionale… Proverò da quello schema riprodotto dal quotidiano “La Sicilia”, ad analizzarle una per volta quelle valutazioni… La prima: “Interventi per l’economia e l’occupazione“. Mi permetta di dirle che questo punto rappresenta certamente per la nostra regione e soprattutto per i suoi conterranei, il più importante. Trovare oggi una soluzione al problema è alquanto difficile, in particolare se si spera che a risolverla siano quegli stessi siciliani, che possiedono una grande capacità finanziaria…
Ciascuno di essi si sa… non sta investendo nella nostra economia, anzi viceversa, hanno preferito dirottare parte di quei loro capitali in altre regioni d’Italia o ancor peggio in altre nazioni… Chi ha acquistato immobili, chi ha aperto attività commerciali, chi ha deciso di vivere agiatamente i propri anni, senza dover combattere per un paese che si è dimostrato fiscalmente esoso, ma soprattutto non garante dei minimi livelli di salvaguardia personale… Rivendicare colpe sarebbe scorretto… per cui ritengo che bisogna ricercare le risorse altrove e per fare questo, Lei dovrebbe adottare tutta una serie di strategie, che conducano gli investitori stranieri, ed anche i nostri giovani, ad investire nella nostra terra…
In particolare dovrà monitorare tutte quelle realtà già presenti nel nostro territorio, a cominciare da quelle società del nord o straniere, che operano attraverso le loro strutture come “general contractor” o attraverso il campo del import/export, ma che solitamente non incentivano il territorio, ma bensì, trasferiscono quei loro utili, nelle regioni d’origine, lasciando successivamente a noi, tutti i problemi derivanti da quel loro esercizio… Caro Presidente potrei farle un elenco, ma Le basterà semplicemente aprire il quotidiano “La Sicilia” di ieri, che troverà da se le società a cui faccio sopra riferimento!!! Vede, per far risalire la nostra economia basta poco, già… bisogna semplicemente puntare su ciò che la natura ci ha donato abbondantemente e vedrà che la nostra regione in pochi anni, diventerà la più produttiva a livello europeo… Ad esempio, si potrà iniziare favorendo con politiche mirate il settore dell’agricoltura!!! Si dovrà incentivare quei proprietari terrieri con l’acquisizione di nuove attrezzature tecnologicamente avanzate, creare nuove migliorie a quelle strutture attualmente adibite a serre e/o piantagioni particolari fortemente richieste dai mercati nazionali ed internazionali, si dovrà mirare sulla produzione biologica, c’è la necessità di sostenere finanziariamente quelle società che vorranno aderire seriamente ai programmi d’intervento e che soprattutto, nello sviluppare quel proprio business, contribuiscano a creare una regolare occupazione… il tutto ovviamente verificato sul “campo”, attraverso dei controlli trasparenti precisi e puntuali, con report settimanali che obbligano tutti al rispetto delle regole, per non dover procedere con il ritiro delle licenze d’esercizio ed il blocco dei fondi!!!
Basta produzioni vendute sottobanco o a “nero”, basta con la manodopera irregolare, basta con quei vergognosi “capolarati”, togliamo quei contributi milionari europei, dati a società fantasma, per investimenti fittizi su personale e sull’acquisto di macchinari… La nostra agricoltura a cui vanno aggiunti i nostri allevamenti, dovranno diventare totalmente “DOP” (denominazione di origine protetta) e “DOC-DOCG” ( per quanto concerne la produzione di vini), entrando a far parte di un sistema protetto “siciliano”, che garantisca non solo le peculiari caratteristiche qualitative del luogo d’origine, ma soprattutto le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione…
Nel contempo, si potrà dare il via a tutte una serie di collaborazioni non solo istituzionali, con la realizzazione di fiere mondiali per promuovere i nostri prodotti, ma nell’immediato, aprire quelle strutture al pubblico, con la degustazione e la vendita al dettaglio dei loro prodotti, la realizzazione tra essi di un scambio locale, la creazione di veri e propri “slowfood” o anche la ristorazione a km 0… Si potrà puntare a creare veri e proprie strutture a modello “agriturismo” con all’interno lo svilupparsi di parchi a tema, per i più piccoli… Le stesse scuole professionali (alberghiere o agrarie), ma anche quelle legate ad esempio all’informatica, come d’altronde le stesse Università, potranno finalmente collaborare con quelle strutture agrarie, svolgendo ad esempio lezioni dirette, realizzando corsi, facendo svolgere a quei propri alunni quella corretta alternanza scuola-lavoro, diversamente da quanto compiuta attualmente che non ha alcuna valenza, tanto da non garantire a quei giovani, la possibilità d’inserimento alla fine del percorso scolastico…
Sig. Presidente, la ricchezza derivante dal lavoro della terra come ben sa, è dato da Dio ed è l’unica cosa di cui l’uomo necessita per il proprio sostentamento… Già, perché di tutto il resto si può fare a meno… ad esempio del web, dei mezzi di trasporto, delle comunicazioni, anche dell’energia stessa… ma quel valore gli è necessario, in quanto gli permette di vivere!!! Il prodotto agricolo è frutto della natura, peraltro cresce anche senza il lavoro dell’uomo, ma è su questo rapporto “uomo-natura” che si svilupperà nei prossimi anni, tutto il bisogno dell’umanità…
Perché sarà il cibo, la sua genuinità, quel non essere contaminato o inquinato, a creare la differenza di crescita di una nazione rispetto ad un’altra, sarà l’economia agraria a generare il benessere di un popolo, non solo dal punto di vista di benessere fisico, ma anche e soprattutto di quello economico, e chi in questi prossimi cinquant’anni non si adeguerà, ne pagherà le conseguenze… Basti osservare cosa avviene nel mondo è vedrà che è in corso una “rivoluzione verde”, con la gestione alimentare ed idrica che sta diventando sempre più essenziale, nelle politiche mondiali… Si ricorda cosa è accaduto alcuni anni fa nelle nazioni africane prospicienti la nostra regione??? Le famose primavere arabe, non furono in parte causate dall’aumento del prezzo dei cereali???
Come non costatare che una delle più important holding cinesi (la Cina d’altronde rappresenta il 20% della popolazione mondiale) sia diventata nel solo Brasile, la principale ditta esportatrice di mais, mentre negli USA, quella stessa società detiene il 40% degli allevamenti di suini… Ed ancora, mentre noi rivendiamo quel po’ che produciamo per mantenere la nostra economia, altri paesi nel mondo hanno iniziato a realizzare enormi silos per contenere scorte alimentari…
Pensi che – riprendendo nuovamente la Cina come metro di paragone – da sola, ha messo da parte il 30% delle riserve attualmente di grano mondiale ed il 42% di granturco e riso… Presidente, stia certo che se dovesse esserci una guerra mondiale… questa non sarà vinta con carri armati e missili, ma con acqua e cibo!!! Ai prossimi interventi…
“Arrivunu i picciuli” per le manutenzione stradali e la mafia ha già messo in moto la propria organizzazione, per aggiudicarsi quegli appalti…
Immaginatevi a breve gli investimenti che verranno diretti verso la nostra regione, somme destinate per il ripristino di quelle strade, autostrade, ponti, viadotti, gallerie e quant’altro necessario per mettere in totale sicurezza quelle infrastrutture…
Inoltre, se per un momento provate a valutare le condizioni fatiscenti nelle quali si trovano quelle nostre strutture, comprenderete come all’incirca il 70% di esse, necessiti celermente di un adeguato intervento.
Vedrete come alla fine, pur mettendo in pratica le indicazioni previste dal Piano Nazionale anticorruzione, quelle gare, verranno aggiudicate esclusivamente a quelle imprese “affiliate”!!!
Vi starete chiedendo, “ma come faranno…???“
E qui sta la bravura, non solo degli imprenditori, ma soprattutto di quegli amici posti nei ruoli chiave, capaci per l’appunto di pilotare quelle gare d’appalto…
A quanto sopra, vanno aggiunti i subappalti, in particolare i movimenti terra… ed anche noli e forniture, ad esempio quelli degli inerti, del cemento e soprattutto del calcestruzzo…
Credetemi, non ci sarà cantiere nel quale non sarà presente la mano di quell’associazione criminale… lo sanno tutti, è così che deve andare, anche perché tutti vogliono che vada così, d’altronde si tratta d’affari e quello è un piatto nel quale mangiano in molti… fiumi di tangenti che dovranno spartirsi e a cui nessuno vuole rinunciare!!!
Non che nelle altre regioni di questo paese gli appalti vengono gestiti in maniera diversa o forse qualcuno vorrebbe farmi credere che nella penisola non esiste la corruzione…???
Per favore… abbiamo visto in questi anni, il numero d’inchieste che hanno investito la maggior parte di quelle società blasonate…
Su tal proposito ricordo una bellissima frase del giudice Falcone: “La mafia é entrata in Borsa”!!!
Peraltro, mi piace osservare le facce “inebetite” di quei responsabili dei lavori, addetti ai controlli, prima, durante e dopo l’esecuzione, e poi rivederli in Tv quasi sconcertati, che evidenziano quella loro espressione stupita, sapendo i motivi per cui quelle opere eseguite sono crollate… Hanno dimenticato quando i lavori in quei cantieri venivano realizzati in maniera difforme o non certo a regola d’arte oppure quando restavano lì inoperosi per anni e anni o ancora… quando all’interno degli stessi venivano introdotte società senza i necessari requisiti professionali, ma a cui stranamente erano affidati lavori in subappalto o forniture non corrispondenti con quanto previsto nel capitolato d’appalto…
Già… fanno finta di rabbrividire, danno l’impressione di essere stati colti alla sprovvista, sì… quando quelle strutture iniziano a sgretolarsi, fino a creparsi o a cedere completamente…
Eppure loro sanno che in ogni centimetro di quel cedimento, vi è non solo l’impronta di quelle società “mafiose” o “inabili”, ma anche quel loro Nome e Cognome…
D’altronde, con un sistema politico/imprenditoriale che ha permesso in questi lunghi anni che ciò accadesse e soprattutto, con un ambiente sociale che si è reso disponibile a compiacere quei propri “amici degli amici”, ditemi: “Perché ora ci si meraviglia delle dichiarazioni appena riportate dal sottoscritto???
C’è tra voi ancora convinto convinto che i prossimi appalti saranno gestiti in maniera diversa???
Ahi…ahi…ahi… NO APPALTOUR”??? Va be… e allora ne riparliamo con la prossima inchiesta giudiziaria!!
Germania, Spread, Merkel, Usa, Francia, Macron, Putin, Investimenti, Borse, Economia, Bruxelles, Finanza, Banche, Patria, Eu, Populismo, Euro… Quante parole sono state espresse in questi giorni, per descrivere la crisi politica che sta colpendo il nostro paese…
Mi chiedevo: Ma perché è così importante, quanto sta accadendo da noi?
Non hanno altro che pensare???
Perché non pensano ai loro di problemi invece di guadare incasa nostra???
L’Italia, dopo anni di governi fantocci, ma soprattutto dopo mesi di trattative tra i due partiti che hanno ottenuto il successo elettorale (definiti da molti intellettuali esteri “anti-establishment”), ecco dopo tutte le critiche, sono riusciti incredibilmente a legarsi, per formare un governo di coalizione…
Ed allora sarebbe opportuno dire al mondo intero: State tranquilli, abbiate fede, peraltro l’economia italiana è la terza più grande della zona euro, anche se per lungo tempo, è stata sofferente…
Ed allora ho capito… sì ho compreso che è questa la preoccupazione più rilevante per l’UE, e soprattutto per i mercati globali in generale…
Perché per la prima volta, da quando è stata fondata la Repubblica, il popolo… anzi i “populisti” italiani, sono sul punto di assicurarsi un mandato pieno superiore al 50%, con un consenso popolare così ampio che non ha precedenti, neppure quando la Dc governava il paese…
La battaglia in corso non è per come in molti pensano, tra i partiti e/o coalizioni, tra quelli storici e questa nuova unione “Lega-M5Stelle”, il problema fondamentale è tutt’altro, ed in gioco vi è il potere, il restare nell’Eu, la battaglia è tra questi partiti populisti euroscettici e tutti quei legislatori dell’establishment legati all’UE .
L’intensificarsi dei disordini politici di questi giorni, ha spinto alcuni analisti mondiali a dare l’allarme sui segnali di “contagio” che si potrebbero avere su paesi come Spagna e Portogallo, che si ritengono essere più potenzialmente esposti, rispetto ad altri europei…
D’altro canto, l’incertezza politica del nostro paese ha ricondotto dopo tanti anni, ad una crisi economica, solo perché le trattative per formare un governo, non si incanalavano verso quelle decisioni prese da quei gruppi esteri che di fatto ci governano… che ci prestano i soldi e che quindi, decidono chi deve rappresentare il nostro paese e chi no!!!
Ecco perché l’Italia in questi giorni è tornata al punto di partenza, ecco il motivo per cui lo spread ha ripreso a salire…
Sono questi i reali motivi per cui il nostro Presidente – non dimentichiamoci, sostenuto dal precedente governo pro-UE (mai votato dai cittadini) – ha deciso di non accettare la nomina presentatagli dal Prof. Conte, e cioè, quella del candidato “euroscettico” Paolo Savona, quale ministro dell’Economia…
Ed è il motivo per cui è stato immediatamente nominato il prof. Carlo Cottarelli, il quale come si sa, è stato ex primo ministro ad interim, ex funzionario del Fondo Monetario Internazionale (FMI), noto come “Mr. Scissors” per la sua reputazione riguardo ai tagli alla spesa pubblica in Italia, ed ora incaricato di pianificare le nuove elezioni del paese e superare il prossimo budget…
D’altronde, se di noi all’estero si scrive: “È uno dei più grandi paesi indebitati al mondo … ha un tasso di disoccupazione dell’11% e la sua economia è ancora inferiore a quella del 2007, mentre la maggior parte delle principali economie si è ripresa. C’è chiaramente un requisito strutturale, riformare qui, per riconquistare la fiducia “, come si è potuto pensare per un istante, che ci avrebbero lasciati liberi!!!
Se volessi paragonare l’attuale situazione, ad un gioco potrei dire che il nostro paese, rappresenta l’interno di un videogame… mentre tutti noi rappresentiamo i suoi giocatori; loro di contro, quelli che ci governano… sono fuori: Manovrano i tasti di quei “controller“!!!
Sembrano tutti impazziti… nervosi, appena sentono la parola “spread” che sale, se la fanno addosso, senza considerare chi sta provando a specularci, non solo finanziariamente, ma soprattutto politicamente…
Ciò che nessuno però vuole chiarire, è di quale spread stiamo parlando…???
Di quello europeo, come la media degli spread delle singole nazioni… ed allora sì che possiamo dire, che lo “spread europeo” sta salendo… oppure di quello italiano… che è più o meno ai livelli degli ultimi anni…
La verità è che gli investitori non si fidano dell’Europa, ed il motivo è dovuto al fatto che gli stati membri, non riescono a convincere il mondo di essere realmente uniti!!!
D’altronde, che ciascuno tiri l’acqua al proprio mulino lo si vede dal fatto che non riescono ad aiutare gli stati in difficoltà, ed allora è logico che gli spread nazionali crollano, quando l’europa al suo interno non trova una visione uniforme nel procedere… ecco quindi dove bisogna intervenire: Fare comprendere a questa Europa, che così non si va avanti…
Ciò che i paesi europei, economicamente più forti non vogliono capire, è che bisogna stare alle esigenze di chi oggi soffre e di come la centralità del lavoro è fondamentale!!!
Ci siamo dimenticati quanto accaduto negli anni scorsi in Grecia… con il blocco dei risparmi, dei bancomat che non permettevano di prelevare, di quei pensionati ridotti alla fame, ed anche dell’allarme procurato per la nascita di un partito neofascista… quel “Alba Dorata” cresciuto incredibilmente in uno dei paesi più antifascisti della storia!!!
Come non considerare quanto accaduto in queste ultimi anni, dove la Merkel alle ultime elezioni ha perso, dove Macron ha dovuto per vincere contrastare la Le Pen, dove in Austria a stravinto la destra, a cui dovremmo aggiungere quanto successo in Spagna con quel partito “Podemos” che chiede la secessione della Catalogna…
Sono tutti paesi storici che vanno però in una sola direzione, quella “sovranista”, perché l’indirizzo preso ormai è quello del popolo… “populista”!!!
Ecco perché lo spread fotografa perfettamente la situazione in cui ci siamo venuti a trovare dopo le elezioni del 4 marzo, un paese nel quale ha sovrastato l’incertezza, con un programma di governo che in questi mesi non riusciva a formarsi, e che soltanto da pochi giorni, da quando il Presidente Mattarella ha affidato l’incarico di governo al Prof. Conte e soprattutto grazie alle dichiarazioni rassicuranti pronunciate da quest’ultimo, si avverte nel nostro paese una situazione più rassicurante…
Ma su una cosa non si può che essere d’accordo e cioè ,che questa europa vada totalmente riformata, ed anche rapidamente…
Peraltro, la politica economica messa in campo finora non ha funzionato, ed il problema non è riuscire a trovare la cura giusta oppure pensare sostanzialmente di distruggerla…
Bisogna ricreate quelle condizione politiche necessarie per modificare l’europa, cambiare alcuni meccanismi politici della governance economica e poi forse si potrà iniziare a parlare dei trattati, certamente attraverso ricette che non propongano, improbabili scenari d’uscita dall’Europa,
Si comprende da quanto sopra che se si vuole riformare l’Europa, bisogna farlo da dentro e da non fuori…
Ed infine, basta voler confondere appositamente la ricchezza italiana, con la ricchezza europea…
La verità purtroppo e che mentre gli altri stati europei in questi anni (precedenti al periodo precrisi) sono cresciuti economicamente, il nostro, dal 2013 ad oggi, (dati del Governatore Visco) è cresciuto – grazie ai Governi Renzi & Gentiloni, e soprattutto al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan – da una situazione acquisita a 91 fino al 95, con un incremento reale del 4% … mentre l’area dell’euro non italiana è riuscita a tornare a 100 e cioè al periodo pre-crisi, realizzando inoltre un ulteriore + 10%!!!
Si certo… pensare di uscire dall’euro sarebbe come suicidarsi, ma purtroppo erano altre le politiche da farsi, mi riferisco ad esempio a quelle fiscali tramite investimenti pubblici, ecco, queste politiche non sono state fatte!!! Un altro esempio è quello del Fiscal-Compact (patto di bilancio)… sì, ce n’era bisogno in Italia più che in qualsiasi altro paese, soprattutto nel mezzogiorno, poiché il tasso di cambio della banca centrale europea, è vero, ha aiutato al nord le nostre imprese specializzate, ma il nostro sud, aveva bisogno di domanda interna e siccome non c’era domanda interna da investimenti, la dovevamo fare con gli investimenti pubblici!!! D’altronde quest’ultimi possiedono una caratteristica importante, quella di produrre non solo maggiore domanda, ma sono anche maggiore offerta, perché aiutano le imprese nel meridione ad essere più competitive, perché, se s’investe in infrastrutture, viabilità, ecc…, queste aiutano il meridione a diventare più competitivo, ma purtroppo, tutto ciò non è stato fatto dagli ultimi governi dal 2011 ad oggi…
Ecco il motivo perché si è venuta a creare nel sud questa nuova sacca importantissima di “resistenza politica”, che oggi certamente complica quegli “inciuci” finora compiuti da quei classici partiti, ma soprattutto questi partiti populisti hanno creato finalmente una richiesta di cambiamento all’Europa, che prima non c’era mai stata… “MAMMA MIA”!!! Già, è tempo che questa Europa “pilotata”, inizi a fare i conti con questa nuova Italia: Sì… finalmente libera!!!
Ho letto alcuni giorni fa un post statunitense, che faceva riferimento alle elezioni nazionali del prossimo 4 Marzo…
Tra i commenti riportati, uno in particolare ha colpito la mia attenzione perché tradotto diceva: “è veramente incredibile assistere con quanta leggerezza gli italiani affrontino i loro problemi, un paese che rischia da un momento all’altro il default a causa di una plausibile ipotesi di crisi finanziaria, dovuta alla sostanziale stagnazione della sua economia e della produzione industriale, ferma da anni a livelli allarmanti… Vedere oggi con quanta credulità, i suoi connazionali, si affidino ancora una volta a quegli esponenti politici, che l’hanno di fatto portata a questo tracollo, è qualcosa d’inspiegabile, perché non trova riscontro in nessun altro paese!!!
Soggetti incandidabili all’opposizione ed altri al governo, che hanno in questi anni prodotto riforme inique, vedasi quelle a favore delle banche e/o holding italiane e straniere, si ritrovano ora a propagandare e promettere riforme agli italiani, che come “allocchi” stanno ad ascoltare…
Certamente il rischio di recessione è stato bloccato, ma l’economia non ha prodotto alcuna cresciuta economica ed i costi della politica e della burocrazia, non migliorano di certo quella congiuntura negativa…
Le esportazioni, un tempo fattore determinante per il paese, oggi non registrano più alcun incremento a livello internazionale, le quali da tempo dirigono le proprie richieste verso altri paese ben più competitivi… Va aggiunto inoltre di come la fiducia degli investitori stranieri, è negli ultimi dieci anni, fortemente in calo… per non dire del tutto inesistente!!!
D’altronde con una rigidità strutturale amministrativa, con infrastrutture in particolare nel meridione ancora ai tempi dell’unità d’Italia, con investimenti sulla ricerca esigui e con uno sviluppo d’innovazione tecnologico fermo agli anni 90′, è evidente che la competitività è al di sotto della media europea….
In assenza di quelle giuste riforme, il potenziale del Paese si è fortemente ridotto, con una crescita (stimata dai governi di centrosinistra) sempre in eccesso e mai in modo reale… Vedasi l’ultimo governo Gentiloni, che prevede un poco realistico 1,1% di crescita nel prossimo quinquennio 2017-21, mentre la stima generale è prevista intorno allo 0,9%…
Quanto sopra ha portato ad una crisi occupazionale estesa in tutte le regioni, i salari sono fermi al cambio della lira all’euro, ed i giovani in difficoltà, si trasferiscono in altri paesi nel mondo…
Il debito pubblico è cresciuto di circa 2.500 Miliardi di euro e il rapporto tra debito e Pil ha raggiunto il record storico di quasi il 135%, rappresentando dopo la Grecia, il secondo più alto della zona euro…
Non parliamo inoltre del sostegno dato dal governo alle Banche in crisi, che graveranno a breve sulle finanze pubbliche… con rischi imprevedibili per tutta l’economia e la finanza pubblica!!!
Un paese in totale sofferenza… che secondo le agenzie di rating, ha una prospettiva macroeconomica e di finanza certamente preoccupante!!!
L’incertezza inoltre causata dalle prossime elezioni nazionali, viene percepita in maniera scettica dagli investitori stranieri… L’eventuale prossimo governo viene visto come un qualcosa d’indefinito e di nebuloso, certamente non da valutare nell’immediato, ma con il passar degli anni, in particolare verificando quali riforme concrete verranno compiute…
Per cui, le previsioni per il prossimo decennio, indicano una situazione d’immobilità, con la presenza di un governo debole, una mancanza di riforme produttive ed un alto debito che sembra essere senza fine… Peraltro, con una crisi sociale (e mi permetto di aggiungere “morale”) che non facilità sicuramente quel compito di ripresa, ecco… quanto sopra riportato, lascia pochi dubbi alle speranze propagandate in questi giorni, dai leader di quegli ultimi vent’anni di Governo, sia del centrodestra che del Centrosinistra!!!
Ed io difatti mi sento perfettamente rappresentato dalle parole del cantautore Lorenzo Cilembrini, in arte “Il Cile”, che in una sua canzone motivava:
Ho letto alcuni giorni fa un post statunitense, che faceva riferimento alle elezioni nazionali del prossimo 4 Marzo…
Tra i commenti riportati, uno in particolare ha colpito la mia attenzione perché tradotto diceva: “è veramente incredibile assistere con quanta leggerezza gli italiani affrontino i loro problemi, un paese che rischia da un momento all’altro il default a causa di una plausibile ipotesi di crisi finanziaria, dovuta alla sostanziale stagnazione della sua economia e della produzione industriale, ferma da anni a livelli allarmanti… Vedere oggi con quanta credulità, i suoi connazionali, si affidino ancora una volta a quegli esponenti politici, che l’hanno di fatto portata a questo tracollo, è qualcosa d’inspiegabile, perché non trova riscontro in nessun altro paese!!!
Soggetti incandidabili all’opposizione ed altri al governo, che hanno in questi anni prodotto riforme inique, vedasi quelle a favore delle banche e/o holding italiane e straniere, si ritrovano ora a propagandare e promettere riforme agli italiani, che come “allocchi” stanno ad ascoltare…
Certamente il rischio di recessione è stato bloccato, ma l’economia non ha prodotto alcuna cresciuta economica ed i costi della politica e della burocrazia, non migliorano di certo quella congiuntura negativa…
Le esportazioni, un tempo fattore determinante per il paese, oggi non registrano più alcun incremento a livello internazionale, le quali da tempo dirigono le proprie richieste verso altri paese ben più competitivi… Va aggiunto inoltre di come la fiducia degli investitori stranieri, è negli ultimi dieci anni, fortemente in calo… per non dire del tutto inesistente!!!
D’altronde con una rigidità strutturale amministrativa, con infrastrutture in particolare nel meridione ancora ai tempi dell’unità d’Italia, con investimenti sulla ricerca esigui e con uno sviluppo d’innovazione tecnologico fermo agli anni 90′, è evidente che la competitività è al di sotto della media europea….
In assenza di quelle giuste riforme, il potenziale del Paese si è fortemente ridotto, con una crescita (stimata dai governi di centrosinistra) sempre in eccesso e mai in modo reale… Vedasi l’ultimo governo Gentiloni, che prevede un poco realistico 1,1% di crescita nel prossimo quinquennio 2017-21, mentre la stima generale è prevista intorno allo 0,9%…
Quanto sopra ha portato ad una crisi occupazionale estesa in tutte le regioni, i salari sono fermi al cambio della lira all’euro, ed i giovani in difficoltà, si trasferiscono in altri paesi nel mondo…
Il debito pubblico è cresciuto di circa 2.500 Miliardi di euro e il rapporto tra debito e Pil ha raggiunto il record storico di quasi il 135%, rappresentando dopo la Grecia, il secondo più alto della zona euro…
Non parliamo inoltre del sostegno dato dal governo alle Banche in crisi, che graveranno a breve sulle finanze pubbliche… con rischi imprevedibili per tutta l’economia e la finanza pubblica!!!
Un paese in totale sofferenza… che secondo le agenzie di rating, ha una prospettiva macroeconomica e di finanza certamente preoccupante!!!
L’incertezza inoltre causata dalle prossime elezioni nazionali, viene percepita in maniera scettica dagli investitori stranieri… L’eventuale prossimo governo viene visto come un qualcosa d’indefinito e di nebuloso, certamente non da valutare nell’immediato, ma con il passar degli anni, in particolare verificando quali riforme concrete verranno compiute…
Per cui, le previsioni per il prossimo decennio, indicano una situazione d’immobilità, con la presenza di un governo debole, una mancanza di riforme produttive ed un alto debito che sembra essere senza fine… Peraltro, con una crisi sociale (e mi permetto di aggiungere “morale”) che non facilità sicuramente quel compito di ripresa, ecco… quanto sopra riportato, lascia pochi dubbi alle speranze propagandate in questi giorni, dai leader di quegli ultimi vent’anni di Governo, sia del centrodestra che del Centrosinistra!!!
Ed io difatti mi sento perfettamente rappresentato dalle parole del cantautore Lorenzo Cilembrini, in arte “Il Cile”, che in una sua canzone motivava:
Alcuni giorni fa in aeroporto, mentre attendevo un amico, mi sono ritrovato a leggere una rivista internazionale in inglese, lasciata lì su una panchina da qualche passeggero in partenza…
Mi ha incuriosito perché la copertina evidenziava un articolo sulla nostra cara isola, ed allora ho iniziato a leggere, ed ecco tradotto quanto in maniera abbastanza semplicistica quel mensile riportava:
L’aeroporto principale in Sicilia si chiama Falcone-Borsellino, in memoria dei due magistrati antimafia saltati in aria per aver lottato contro Cosa Nostra…
Un periodo che ha insanguinato l’isola italiana e che ha coinvolto la mafia siciliana, in una serie di conflitti e di attacchi contro alcuni funzionari pubblici…
Eppure, ancora oggi, la maggior parte delle sue imprese, lotta quotidianamente per stare in piedi, in un clima imprenditoriale inospitale è ancora più duro perché deve tentare di respingere le influenze o le attenzioni di quell’associazione criminale…
Inoltre molte di quelle aziende devono affrontare tutta una serie di problemi, che pur sembrando banali, creano di fatto gravi danni, vedasi ad esempio le forniture irregolari di acqua e/o di elettricità, un’amministrazione pubblica ostile che presenta una consapevolezza diffusa secondo cui, i posti di lavoro hanno il diritto di ricevere una retribuzione mensile, ma a ciò non corrisponde alcun corrispondente dovere di lavoro!!!
Inoltre, le scarse infrastrutture dei trasporti e la evidente distanza che la Sicilia ha dal cuore dell’Europa, contribuiscono a spiegare i motivi che allontanano le imprese da questa regione e producono ben il 35% di disoccupazione, più del doppio della media nazionale, ed è il motivo per cui molti investitori stranieri ed anche nazionali, si astengono di recarsi in questa regione, convinti che la posizione, sia paragonabile a quella da terzo mondo.
Già alcune imprese siciliane, tra quelle industrializzate, sono probabilmente uniche nel mondo, considerato che ricevono dalla società di servizi di pubblica utilità, la semplice fornitura di acqua soltanto un giorno su tre…
Pensate che a Caltanissetta, nella Sicilia centrale, una fabbrica internazionale “Averna”, che produce un amaro digestivo a base di erbe è a volte senza acqua bollente per una settimana…
La società ha dovuto ampliare a proprie spese gli impianti, per realizzare dei serbatoi di stoccaggio, per perforare i terreni alla ricerca di pozzi ed infine per l’installazione di depuratori….
Riporta correttamente il titolare dell’azienda: “Quali altre imprese di bibite nel mondo, devono sostenere tutti questi costi così elevati?”…
Lo stesso problema l’aveva avuto anche la “ST Microelectronics”, un gruppo franco-italiano che realizza a Catania, chip di memoria: Il problema è stato risolto, dopo che finalmente le autorità cittadine sono state persuase a posare le necessarie tubazioni per fornire il servizio idrico adeguato a questa compagnia, che rappresenta il più grande datore di lavoro industriale della Sicilia, con migliaia di lavoratori…
Analoga situazione avveniva per l’energia elettrica, dove non passava un giorno senza che ci fosse un blackout… interruzione che durava anche alcune ore, a causa di problemi con gli alimentatori, fino a quando poi la stessa società, non ha fatto installare una seconda linea ad alta tensione dalla rete e nuovi sistemi di energia alternativa…
Nonostante ciò, la stessa compagnia francese ha affermato che i rapporti con le autorità sono buoni….
Ma molte altre aziende hanno perso la pazienza a combattere con tutti le istituzioni locali, enti che alimentano quotidianamente barriere burocratiche, con l’aggravante soprattutto, che essi stessi, si dimostrano tra i peggiori clienti, in quanto solitamente non rispettano le scadenze dei propro pagamenti… lasciando così indebitate molte società – in particolare quelle private- che si ritrovano a non poter pagare gli stipendi ai loro dipendenti e a dover chiudere, seppur l’interessante credito avanzato e da incassare da parte di quegli Enti Regionali e/o Comunali…
L’articolo ovviamente proseguiva, ma mi è bastato leggere quanto sopra, che mi è venuto il voltastomaco, sì… a pensare in quali modi veniamo visti dall’estero…
Hanno distrutto la terra più bella e meravigliosa nel mondo… e per colpa di quattro deficienti, ci ritroviamo ad essere descritti in questa maniera vergognosa…
Ed allora, rivolgendomi alla mia terra scrivo: “Cara Sicilia, il 2018 è entrato, ma credimi, non so più… cosa augurarti”!!!
Nessuno tra i nostri governanti in questi anni, ne ha voluto parlare…
Da un documento considerato “top segret”, inviato dall’ex ambasciatore americano a Roma al ex segretario di Stato, è emerso lo stato critico di salute del nostro paese e fa soprattutto una previsione “drammatica”!!!
Secondo il dossier infatti, il nostro paese non tornerà ai livelli di pre-crisi se non dopo il 2025!!!
Si avete compreso bene, non ci sarà alcuna ripresa se non prima di un decennio, senza tenere conto che nel frattempo, gli altri paesi europei, ovviamente più eccellenti di noi, sia sotto il profilo economico, che produttivo e finanziario, andranno a distaccarsi sempre di più…
Un condizione impietosa che viene descritta su quel documento in maniera perfetta e che fa comprendere, in quali modi, veniamo visti dagli altri…
Ed è per i sopraddetti motivi che, nessuna compagnia prestigiosa, viene ad investire da noi… perché le analisi compiute da essi, evidenziano tutti i gravi problemi presenti nel nostro paese…
Si parla innanzitutto del “cuneo fiscale” per passare al “costo del lavoro” a cui vanno sommati i costi dei trasporti e dell’energia…
Ma ci sono anche altre motivazioni che fanno allontanare il nostro paese da tutti gli altri…
Si tratta di quei cosiddetti costi intangibili (non misurabili) che contano tantissimo quando si vuole decidere la scelta di un Paese rispetto ad un altro, su dove andare a investire….
Sono i fattori di efficienza, come ad esempio il sistema della giustizia civile, i contratti che regolano il sistema del lavoro e le relazioni con i fornitori e clienti, la qualità delle infrastrutture di trasporto, i servizi forniti dalla Pubblica Amministrazione, gli adempimenti amministrativi imposti dallo Stato e la sicurezza e la tutela fornita dallo Stato….
Tutti elementi che se presi ad uno ad uno, dimostrano le gravi lacune di cui soffre il nostro paese, che, sommati ad un potere di veto delle autorità locali, con costi elevati e decisioni imprevedibili, portano costantemente a ritardi frequenti nella realizzazione di grandi progetti…
Una sovrapposizione burocratica Stato-regioni, che allontana in maniera definitiva gli investimenti stranieri… e rende difficile, aggiornare, tutta la rete delle infrastrutture…
L’Italia – prosegue il dossier – è uscita da tre anni di recessione con il governo Monti, ma il suo Pil resta oltre nove punti sotto il suo picco pre-crisi, ben al di sotto della media europea, nel contempo il debito pubblico è aumentato a 2,1 trilioni di euro, cioè il 132% del Pil, un livello questo, secondo soltanto alla Grecia…
Ed è per questi motivi che l’Italia… resterà limitata per decenni e non ci sarà alcuna previsione di opportunità di business per le aziende estere!!!
Un quadro drammatico di cui nessuno ha il coraggio di parlare… nessuno vuole perdere i voti, anzi continuano a raccontarci in questi giorni, una montagna di frottole, in particolare su quei telegiornali nazionali o privati (noti), con prospettive magnifiche, che prevedono una immediata ripresa economica e nuove opportunità d’investimento!!!
Ma sappiamo bene che, con una politica così ingombrante, una burocrazia indolente ed un sistema giudiziario “tartaruga”, l’attuazione di eventuali nuove riforme, strutturali e stimolanti per la crescita, risulteranno di difficili attuazione…
Ed infine… le banche, sì, quel sistema bancario che ha dimostrato la propria condizione “malata” con bilanci appesantiti da prestiti, che finora hanno limitato, la corsa dei correntisti, per riprendersi quella propria liquidità…
Ma quanto sopra… non durerà in eterno e nei prossimi mesi, la definizione di un nuovo governo, potrebbe incidere in maniera negativa sulla nostra economia… con il rischio di vederci “stramazzare” tutti a terra… a causa di una nuova recessione!!!
Ormai sono stanco di ripeterlo… ma sembra che uno dei nostri maggiori problemi – che dovrebbe essere risolto in Sicilia – non viene neppure affrontato o meglio, viene dirottato verso altri paesi, nuovi paradisi fiscali… specializzati nel proteggere denaro proveniente da meccanismi di evasione e riciclaggio… Di cosa sto parlando ??? Ma del mondo del lavoro… del problema dell’occupazione!!! Scusate, ma vorrei chiedere a tutti questi nostri governanti, che perdono quel loro tempo a discutere su elezioni appena concluse o su quelle prossime già in programma, sì… mi rivolgo a ciascuno di essi, sia a quelli “nazionali” che a quelli regionali, (per fortuna ancora per pochi mesi…), ma dove sono i programmi concreti per risolvere questa piaga??? Su quanto sopra debbo concordare con il programma espresso dalla Lega di Salvini, che prevede contro la disoccupazione uno “shock fiscale” in grado di liberare il nostro sistema produttivo da una tassazione “sanguisuga”, considerata tra le più alte al mondo e stabilendo un’aliquota unica intorno al 15% (io ritengo il 23% un dato più corretto…), che renderà conveniente a tutte le società estere investire e soprattutto farà in modo che quelle nazionali, continuino a restare in questo paese a produrre… Inoltre, bisognerebbe fare una distinta selezione delle imprese… dividere cioè quelle affidabili da quelle fraudolente o ancor peggio, colluse con la criminalità organizzata; imprese che nascono per essere recipienti di voti e utilizzate principalmente per riciclare denaro sporco e creare business illegale… Bisogna distruggere una volta e per tutte queste società fittizie, incapaci di fare impresa e specializzate esclusivamente nel compiere bancarotte fraudolente… Basta con personaggi venduti che si prestano a fare gli amministratori prestanome, come vanno cancellati dal mondo del lavoro, tutti quei nominativi che dimostrano essere stati affiliati al sistema “cosa nostra”, lo stesso che ha permesso ad essi, i aggiudicarsi i tanti appalti, sia pubblici che privati… Ed allora, in una terra in continua evoluzione, con un grande possibilità di sviluppo, ecco che la nostra classe dirigente si attiva affinché queste nuove idee possano concretizzarsi…
Ne è l’esempio, il congresso di Confindustria a Catania, proprio di qualche giorno fa, i cui ospiti sono stati accolti al Palazzo degli Elefanti, dal nostro sindaco Bianco… Il tema del convegno è rappresentato da un titolo interessante, perché fa comprendere a tutti, quanto bisogno ci sia del sostegno di ciascuno di quegli operatori, in particolare proprio degli imprenditori, poiché è grazie ad essi, che si potrà compiere quel radicale cambiamento… Ecco quindi che finalmente, i nostri imprenditori, danno dimostrazione di saper credere in questa loro terra, perché rappresenta l’essenza di ciascuno di essi, un seme venuto alla luce che prende vita grazie a questa terra, la stessa che è stata cara ai loro avi e nella quale oggi vivono familiari, parenti e amici… E quindi… come pensare di fare a meno di essa, qui è la vita e qui un giorno sarà la loro dimora per l’eternità… Ecco quindi che gli imprenditori di Confindustria, guidati da Antonello Biriaco, si propongono a noi tutti con un tema avvincente: Malta Opportunità per le imprese italiane nell’ambito dei processi di internazionalizzazione!!! Ehm… scusate… no… crediamo forse d’aver sbagliato convegno… (“minchia”… ma può essere che abbiamo sbagliato stanza…??? Ahooo… eppure il palazzo è questo??? Siamo ancora a Catania, ma controlla l’invito: L’incontro avrà ad oggetto l’esame del sistema imprenditoriale maltese, che costituisce un’opportunità nell’ambito dei processi di internazionalizzazione delle imprese italiane. Infatti, negli ultimi tempi Malta che, come noto, già da molti anni è entrata a far parte dell’UE, ha assunto sempre maggiore centralità nelle scelte strategiche degli imprenditori che sentono l’esigenza di assicurare alle proprie imprese una presenza internazionale crescente. Pertanto, l’obiettivo del presente incontro è quello di far conoscere le opportunità che, in questo contesto, Malta può offrire, nonché quello di individuare il corretto approccio rispetto ai processi aziendali da implementare che dovranno tenere conto degli aspetti produttivi, organizzativi, di localizzazione della “intellectual property”, societari e fiscali.”
Scusate, ma non dovevamo affrontare il problema del lavoro in Sicilia, di migliorare le opportunità del’isola per indurre gli imprenditori nazionali ed esteri a investire in questo nostro territorio; creare nuove realtà turistico/alberghiere per offrire quanto di meraviglioso offre la nostra isola… Mare e montagna, un vulcano spettacolare, una cucina unica con piatti realizzati dai nostri prodotti tipici e poi la gastronomia, i dolci, il vino, l’olio, una terra solare capace di dare i migliori frutti del mondo, ma soprattutto arte, siti archeologici, anche l’aria che si respira emana cultura… Potremmo essere i più ricchi al mondo, se solo il nostri governanti e quei “pseudo” imprenditori, riuscissero a mettere a frutto, una sola parte dei nostri inestimabili tesori, naturali e non… Ed invece cosa si fa… si organizzano convegni per spiegare al meglio a quei pochi imprenditori ancora intraprendenti, che è meglio che trasferiscano a Malta la loro attività…
Certo andiamo a migliorare quel paese, lo stesso che non si cura dei problemi dei migranti, che fa si che le loro banche non collaborino con le nostre forze dell’ordine per smascherare tutti quei correntisti anonimi, conosciuti esclusivamente con numeri cifrati, nomi e cognomi protetti da note fiduciarie, gente a cui è stata data l’opportunità di avere un passaporto maltese, imprenditori che operano in Italia, ma pagano le tasse lì al 15% … già, è bastato avere la residenza superiore a sei mesi e un giorno… ed infine viaggiano, rientrando nel nostro paese, con un portafoglio pieno di circa 10.000, potendo sempre dichiarare se controllati… d’aver vinto al casinò di S. Julian. Inoltre, si potranno acquistare con i soldi evasi o provenienti da attività di riciclaggio (o da quelle criminali), appartamenti, auto, gioielli, attraverso le proprie società appena costituite e a prezzi certamente inferiori, soprattutto perché esenti da controlli…
D’altronde delocalizzare non costa nulla: una società si costituisce con meno di 250 euro, il c/c viene aperto immediatamente, il volo da Catania A/R costa meno di 150 euro, e con il catamarano se ne spendono 75… e nel frattempo tra una escort ed una puntata al black jack, s’impara pure l’inglese… Ed allora, con tutti questi benefici, fanno bene a chiedersi questi imprenditori, perché restare in questa terrà e non andare ad investire a Malta???
Si chissà… forse sarebbe meglio, d’altronde osservando quanto hanno saputo fare per questa loro terra, forse è meglio che se ne vadano del tutto… Almeno lì potranno distruggere quell’altra di isola… tanto la nostra, continueremo a portarla avanti noi… da soli, per come abbiamo fatto finora!!!
Ci vuole coraggio a chiamarla ripresa, ed è veramente un quadro poco consolante quello dato da tutti gli osservatori sulla nostra economia e soprattutto sul lavoro…
Ci raccontano che l’economia siciliana è in crescita, certo, più lentamente di quanto previsto, ma non ci viene detto che coloro che raccontano queste frottole, fanno parte essenziale di quel sistema che vuole, a tutti i costi, che si resti in questo stato di fatto…
Soltanto chi guarda i dati reali si accorge come la nostra produttività e competitività sia ai minimi termini, che la disoccupazione non è diminuita anzi tutt’altro e quei nuovi occupati sono da legare esclusivamente a quei cosiddetti buoni di lavoro “voucher” per professionalità occasionali ( non per nulla, i dati sugli occupati rilevati dall’Istat nella nostra regione parlano di circa 33.000 unità, che stranamente risultano molto più alti rispetto ai dati reali INPS che ridimensionano quella nuova occupazione, ufficialmente registrata in 17.800 unità…
Non parliamo d’imprese sempre più in liquidazione o fallimento ed ancor peggio va alle imprese artigianali…
Mancano di fatto gli investimenti sia quelli privati che anche quelli pubblici!!!
Si salvano soltanto i generi di prima necessità… mentre la parte restante di quel proprio reddito va destinata all’abitazione ed alle utenze e a tutte quelle spese obbligatorie di cui non si può fare a meno, come trasporti, comunicazione, cultura, ed anche… sanità.
Il reddito familiare è sempre più in crisi e non basta certamente a sopravvivere… in particolare quando la famiglia è mono reddito…
Ho letto che con questa dinamica… “occorrerebbero circa 3 anni per ridurre di un solo punto il tasso di disoccupazione e sarebbero necessari circa 6 anni per tornare al reddito procapite del 2008″.
Però c’è sempre il deficiente di turno che ci ripete che “siamo in ripresa“!!!
Forse, debbo credere che quei soggetti, fanno riferimento ad un’altra economia… chissà probabilmente ne fanno parte o ne usufruiscono direttamente…
Può darsi che egli si riferisca al mercato nero… all’economia prodotta dalla nota associazione malavitosa, oppure da tutto quel mondo del lavoro sommerso ancora tanto presente ( tanto non c’è nessuno che controlla…), dalla vendita di prodotti e di gadget clonati, di quel mondo parallelo fatto d’evasione che costituisce certamente la faccia nascosta di quell’altra nostra economia…
Un fenomeno… almeno quest’ultimo, certamente in crescita nella regione e che non viene affrontato a dovere, proprio perché permette a tanti, d’usufruire di quei beni o di ricevere in contanti una parte di quel denaro “invisibile”, per far si, che tutto proceda in maniera illegale e disonesta…
Dopotutto se nella nostra regione lo scarto tra il reddito dichiarato e i beni posseduti (o i consumi privati realizzati) è il più elevato tra tutte le regioni in Sicilia (140%) un motivo ci sarà…
E’ certo che, fin quando si continuerà a restare in maniera immobile a guardare così gli eventi, senza che la maggioranza dei cittadini riprenda in mano la propria indipendenza “morale” e soprattutto fintanto che non si ristabilisca con le azioni, quei principi di uguaglianza, rispetto e democrazia… non ci potrà essere mai, alcun futuro…
Resteremo bloccati… qui su questa terra, arida e sterile, a riflettere su noi stessi… quasi fossimo quella nave “arenata” sulla spiaggia, in attesa di un’onda che finalmente ci permetta di riprendere… quel viaggio della speranza!!!
Diceva Coco Chanel: alcune persone pensano che il lusso sia l’opposto della povertà. Non lo è. È l’opposto della volgarità!
Nel nostro paese, una cosa è certa… sono tutti ad inseguire la ricchezza!!!
I nuovi idoli cui ispirarsi sono i beni di consumo, dalle auto all’abbigliamento, dai gioielli a quella ricercata tecnologia, che rende ormai l’uomo avido, alienato in quel suo voler apparire…
Ovviamente quanto più ricchi sono i suoi idoli, tanto più l’uomo si va impoverendo…
La ricchezza diventa gioia… unico vero piacere che da loro eccitamento…
Un possesso con cui si crede di poter giungere al potere ed invece di cercare d’essere, si persegue l’avere e lo sfruttamento, scegliendo non ciò che è vivo… ma ciò che è finto!!!
L’aumento di ricchezza, produce di contro, un divario sempre più grande, tra chi sta bene e chi è povero… ed è questo il punto su cui si focalizza il rapporto Istat sull’equo benessere…
La disuguaglianza reddituale tra Nord e Sud sta aumentando sempre più, con un potere d’acquisto messo sotto pressione dalle spese sostenute per i vari consumi…
Il disagio economico se pur leggermente sta aumentando… ma fintanto che la ripresa economica è rappresentata da pochi incrementi percentuali, valori che si aggirano intorno allo 0,1-0,3% diventa impossibile sperare in una ripresa celere…
I primi a soffrire di questa attuale condizione sono i giovani, che – se pur favoriti dagli interventi prodotti dalla Job Act – non trovano ancora collocazione nel mercato del lavoro.
A questi vanno aggiunti gli ultra cinquantacinquenni, che a causa della crisi hanno perso il lavoro… e non trovano possibilità d’essere nuovamente reinseriti.
La propaganda del nostro Presidente del Consiglio, attraverso i mass media, va riportando numeri strabilianti, segnali di crescita, ottimismo, una situazione che incoraggia a guardare in positivo il futuro di questo nostro paese…
Ma quando si entra concretamente in quei numeri… ecco saltare fuori la verità e come le differenze territoriali emergono in tutta la loro gravità…
Non si tratta di essere pessimisti ma di leggere in maniera coerente quanto accade intorno a noi… e di osservare come questi andamenti positivi, non si traducono ancora oggi in quella soddisfazione complessiva per il proprio benessere che si mantiene stabile e vicino ai valori di povertà…
L’incertezza generale dovuta alla crisi economica e finanziaria, mantiene purtroppo ancora presenti, quelle disuguaglianze sociali…
Sono in molti a giustificarsi che la mancata celere ripresa dipenda essenzialmente dalla situazione di grave crisi internazionale, dalle guerre in corso, dai movimenti migratori dei profughi, dal terrorismo, dalla mancata presenza di turismo per paura degli spostamenti, dagli investimenti tutt’ora bloccati a causa dell’incertezza politica tra i vari stati, tutte cause che determinano certamente una sfiducia nei rapporti e nello scambio di beni e consumi…
Purtroppo però la storia insegna che quando vi sono eventi storici come quello in corso, avviene sempre che, chi è nelle condizioni di far valere la propria forza economica si arricchisce, sempre a scapito di chi invece, per ovvie ragioni, non avendo quelle capacità, finirà nel soccombere, continuando così sempre più a impoverirsi!!!
Siamo isolati e non dobbiamo ricercare alibi basati su momenti congiunturali negativi o su speculazioni e complicità realizzate da lobby finanziarie che tentano con i loro giochi nuove speculazioni.
La verità è un’altra, coloro che oggi siedono al governo, non possiedono alcuna capacità di prospettiva e di cambiamento, procedono a tentoni, a casaccio e in modo disordinato…
Questi sono uomini che nel corso della loro vita, non hanno mai dovuto programmare, prendersi responsabilità, lottare quotidianamente per salvaguardarsi anche il proprio posto di lavoro…
Persone che hanno sfruttato quanto realizzato dai loro padri, che hanno ereditati le poltrone e le amicizie coltivate nel corso degli anni, che hanno ricevuto soltanto per continuità le aziende di famiglia, quegli studi notarili, legali e/o commercialistici che tanta notorietà hanno nel corso di una vita saputo acquisire…
Nessuno di loro a dimostrato capacità proprie e forse in questa analisi andrebbe escluso il Cav., che pur godendo di vantaggi e amicizie personali con personaggi potenti, legati a associazioni, banche, politica e grande economia internazionale è riuscito a diventare uno degli uomini più potenti del paese… gli altri sono soltanto dei lecchini e “Quaraquaquà“.
Certo, se potessimo rivalutare questa sua bravura e abilità, depennando le spinte ed i privilegi ricevuti, forse non staremmo qui a parlarne…
Comunque in definitiva siamo scesi a BBB+… cioè al penultimo scalino della graduatoria sulla fiducia che ha il mercato sul nostro paese, siamo paragonati al Marocco ( non me ne vogliano gli amici marocchini… ), ma è incredibile pensare che molti di loro giungono qui con la speranza di una prospettiva migliore, quando invece il futuro è proprio nel loro paese…
Ci siamo fatti un mazzo, sacrificandoci per combattere lo spread, per salvare il nostro bilancio, per combattere il debito pubblico e la recessione, per risanare così come richiesto dall’Europa i nostri conti, abbiamo creduto alle preoccupazioni del Prof. Monti ed oggi siamo ancora qui ad ascoltare il Presidente del Consiglio Letta, che ci racconta una ripresa economica opposta a quella meglio descritta da Moody’s, certamente più reale!!!
Il passaggio del rating da BBB a BBB+, viene motivato con “l’ulteriore peggioramento delle prospettive economiche al termine di un decennio in cui l’economia reale ha registrato una contrazione media dello 0,04%”, una crescita lenta e ridicola… che trova le proprie ragioni in quella rigidità del mercato del lavoro e soprattutto di quello produttivo, dove i salari non sono allineati con i trend produttivi!!!
Se a queste aggiungiamo la pressione fiscale, l’aumento dell’Iva e la necessaria copertura per compensare l’attuale sospensione dell’Imu, ecco che a breve la crisi, toccherà livelli di criticità, con rischi per lo stesso paese…
Dover assistere in questi giorni a dichiarazioni politiche sul processo del Cav., sul ricatto gridato a gran voce ( o per meglio dire… ordinato ) dagli esponenti del Pdl, che se dovesse giungere una definitiva condanna potrebbe avere conseguenze anche sulla tenuta stessa del Governo, creando così le giuste motivazioni per aumentare i rischi di competitività e per allontanare definitivamente le prospettive di ripresa…
Chissà se forse, proprio da questa situazione disastrosa, il nostro paese, ripartendo da zero e combattendo in modo drastico e definitivo questo sistema politico e clientelare, non sappia risorgere nuovamente dalle proprie ceneri…
Innanzitutto bisogna esaminare gli aspetti globali che hanno condotto a questa crisi…
Individuati questi, bisogna ovviamente capire come agire per superare il panico che si è creato, sia a livello di imprese che di famiglie, ricercare quelle rapidi soluzioni che possano contrastare e salvaguardare il nostro sistema finanziario, trovare quei giusti rimedi per modificare le logiche dei profitti facili, dando così priorità ad una nuova flessibilità nella politica economica monetaria, che porti nuovamente a stabilizzare l’economia e che salvi nel contempo la produttività ed i posti di lavoro.
Diventa quindi di primaria importanza, la collaborazione tra tutte le parti coinvolte, per evitare che soltanto una parte si salvi, salvaguardando i propri interessi, a discapito invece di quanti a causa di ciò, sono costretti a soccombere…
Bisogna creare quel nuovo circolo virtuoso che permetta la ripresa, che coinvolga quanti fanno parte di questo sistema perché si induca nuovamente a produrre sviluppo…
Creditori e debitori, debbono trovare quel giusto equilibrio, se desiderano migliorare il proprio e l’altrui business ed in questo, proprio le banche, dovrebbero modificare quel loro esclusivo atteggiamento di finanziatori, ma cominciare ad abbandonare quelle uniche logiche per loro possibili e cioè quelle del profitto e dell’interesse, ma iniziare a collaborare con gli imprenditori, affiancandosi nei rischi dell’impresa ( …valutandone ovviamente i vari casi ) e verificare le prospettive reali all’interno del mercato in cui l’impresa opera.
Da parte loro invece le imprese, debbono programmarsi in maniera chiara, valutando le reali necessità finanziarie, producendo piani di risanamento, riducendo quei costi e quelle voci di spesa che risultano superflue, migliorare infine la produttività e contrastarne le criticità…
Le variabili coinvolte purtroppo sono tante e diverse, ma soltanto attraverso la disponibilità di tutti, si può giungere a definire quelle possibili soluzioni, che riportino ad una ripresa di sviluppo in maniera celere, in linea con un mercato di grande competitività e dove le nostre imprese sono rimaste indietro in tecnologia ed investimenti…
Cambiare questo trend negativo è possibile, valorizzare il management, modificare le linee produttive, trasformare i nostri prodotti, individuare nuovi mercati, diversi da quelli con cui finora si è operato, potrebbe rappresentare l’inizio di quel necessario cambiamento, per poter nuovamente vedere competitive le nostre imprese…, un tempo famose in tutto il mondo!!!
Completo, questa mia 2° lettera, analizzando i restanti 10 punti del Suo programa…
11. Famiglia e casa
Esentare dall’IMU i proprietari di una sola casa con reddito imponibile inferiore a 30 mila euro; approvazione di una legge sul Mutuo Sociale al fine di consentire alle giovani coppie di poter diventare proprietarie della propria abitazione; approvazione di un pacchetto-famiglia con misure di sostegno per le nascite e per garantire la presenza degli anziani in famiglia; facilitare la tutela degli animali domestici con specifici sostegni per le spese veterinarie delle famiglie meno abbienti, migliorare la situazione dei canili e la lotta al randagismo, anche attraverso l’azione delle associazioni animaliste. Io debbo dirle, che l’IMU o l’ex ICI da proprio fastidio, perché dopo che uno ha fatto tanti sacrifici per farsi una casa, si ritrova lo Stato che gli impone pure una tassa.., già come se avesse partecipato ai rischi nella fase d’acquisto o di realizzazione, ma quello che è più assurdo, è costatare le differenze di aliquote pagate da un proprietario che di casa ne possiede una, da uno che ne possiede 50, 100 o 1000… ed ancora, quando si deciderà di far pagare tutti i beni cosiddetti ecclesiastici, che poco hanno a che fare con la spiritualità e molto invece con introiti non dichiarati perché in nero…, ma come la storia insegna, voler toccare la Chiesa, non è mai stata, una buona idea…
12. Ambiente e risorse idriche
Potenziamento della raccolta differenziata attraverso incentivi ai Comuni virtuosi (che accrescano la quota almeno del 5% l’anno); sistema di imprese locali per il riciclo a valle di una diffusa raccolta differenziata; realizzazione di un piano quinquennale per il completamento delle opere idriche incomplete, attingendo a fondi europei e privati; realizzazione di un piano regionale per la costruzione di depuratori nei Comuni costieri; piano acque potabili, reflue e per l’irrigazione dei terreni agricoli; risanamento delle aree a rischio ambientale (Augusta, Gela, Milazzo) e approvazione di un piano per la gestione dei rifiuti industriali.
La produzione e la gestione dei rifiuti negli ultimi anni, ha mostrato una tale crescita tale, da farne uno dei problemi più gravi non soltanto per la nostra regione ma per l’intero Paese…
Come ben sappiamo, la maggior parte dei rifiuti finisce in discarica o viene incenerita, mentre soltanto da poco si è dato inizio alla cosiddetta raccolta differenziata, al riciclo presso specializzati stabilimenti dei rifiuti, consentendo di risparmiare materie prime e di ridurre l’uso delle discarica ma soprattutto proteggendo le falde, da eventuali inquinamenti del suolo…
Parlare di rifiuti e di smaltimento degli stessi, rappresenta però, un argomento scomodo, che finora l’amministratore pubblico, non affronta volentieri, a causa delle forti resistenze tra le popolazioni locali, che a prescindere dallo schieramento politico che avanza la proposta, non ne vuole sentire di avere inceneritori e/o discariche, vicine ai loro paesi…
Bisogna quindi riprogettare un radicale cambiamento nelle scelte d’intervento, valutare altre nuove possibilità e non come si è fatto, facendo subire ai cittadini la logica dell’emergenza, attraverso la forza imposta dai poteri del commissari di turno…
13. Energia con le rinnovabili
Un Piano quinquennale di produzione di energia da rifiuti riciclati; concessione dei 220mila ettari di terreno regionale per la produzione di energia pulita; sostegno alla diffusione dell’energia solare, del fotovoltaico a basso impatto ambientale e della piccole centrali a biomasse; approvazione di un piano sui Parchi eolici che consenta tanto la produzione di energie pulite, quanto la tutela del paesaggio; sostegno a progetti aziendali di risparmio energetico anche attraverso l’impiego di fonti rinnovabili (fotovoltaico a basso impatto ambientale e biomasse). Un paese il nostro che già nel lontano 1981, ben 30 anni fa, costruiva ad Adrano, la prima centrale solare a concentrazione del mondo e adesso siamo ancora qui a parlare di energia rinnovabile…, avendo realizzato soltanto l’1% di quanto si poteva fare… e non si è voluto fare!!!
14. Beni culturali come patrimonio
Sostegno pubblico, con fondi europei e regionali, a progetti integrati turismo-beni culturali-beni ambientali per la valorizzazione di itinerari di riconosciuta qualità in grado di veicolare i flussi turistici verso zone di pregio; realizzazione di piani paesaggisti per dotare la Regione di programmi di tutela del paesaggio e della qualità degli insediamenti; realizzazione di un programma di manutenzione e gestione dei beni archeologici con personale pubblico anche di altre amministrazioni e con il concorso di imprese private; favorire la istituzione di fondazioni pubblico-private per la gestione della rete museale…
Certo, dopo che la politica ha permesso a società amiche, di realizzare industrie, impianti, raffinerie, dopo che hanno distrutto questo nostro paesaggio mirabile, dopo che si è permesso di costruire adiacenti le zone costiere, con progetti selvaggi, che non trovano paragoni in Europa e dopo che i controlli erano assenti, mentre altri costruivano abusivamente, ecco dopo tutto ciò… ci si accorge, di come questa nostra regione completamente martoriata…ha bisogno di un nuovo e completo restyling…
15. Turismo leva economica
Piano di valorizzazione, anche informatica, del patrimonio turistico e culturale, rete di porticcioli turistici, integrati in una piattaforma web per informazioni, prenotazioni ed acquisti on line dei servizi e per il merchandising del complessivo Valore Sicilia; favorire la presenza di strutture turistiche che consentano agli ospiti di poter trascorrere le vacanze con i propri animali da compagnia e realizzare un piano spiaggia per animali domestici; realizzazione di un piano per le Isole minori, territori ad alta vocazione turistica, che devono essere accompagnati da servizi efficienti per gli abitanti. Istituzione di una delega assessoriale a tale fine…; ecco, il turismo che avrebbe dovuto rappresentare uno dei settori di punta della nostra economia, ha registrato per mancate scelte e per continue incompetenze, un calo interno che non ha saputo compensare neanche l’aumento della presenza degli stranieri….; un turismo il nostro, dove basta voltarsi e ti trovi immerso nell’arte e nella cultura, una regione la nostra, che è stata invasa da tutti i grandi popoli e dove oggi avremmo potuto godere pienamente di quella storia e delle loro opere…; il turismo avrebbe dovuto esercitare un ruolo di primo piano nel sistema produttivo, rappresentando un fattore di sviluppo decisivo nelle politiche economiche, in particolare considerato il contesto di crisi odierno…
16. Agricoltura e agricoltori
Interventi per la liquidità delle aziende agroalimentari; potenziamento della sinergia tra Assessorato delle risorse agricole e alimentari e Istituti di credito ai fini dell’anticipazione delle fatture sui prodotti agricoli; emissione di provvedimenti per la ristrutturazione e dilazione dei debiti a carico degli imprenditori agricoli; promozione di efficaci interventi per la competitività delle aziende e delle filiere agroalimentari siciliane; sostegno per l’internazionalizzazione e la valorizzazione del paniere eno-gastronomico siciliano; ripristino funzionale delle Reti Consortili… Una regione la nostra, che possiede un territorio che produce prodotti unici al mondo, ma che, a causa della scarsa competitività, alla caduta dei prezzi, ad un mercato globale senza barriere, si è giunti ad ottenere redditività molto basse, con costi di produzione superiori, mettendo così tutto il comparto in profonda crisi…; le conseguenze sono ormai evidenti, e la dimostrazione è data dal continuo abbandono delle terre e dei suoi agricoltori, che ormai non credono più alle promesse fatte e mai mantenute…
17. Rilancio dell’artigianato e del commercio
La creazione di un fondo di garanzia regionale a sostegno di micro-crediti erogati da società autorizzate secondo la disciplina Banca d’Italia, che si impegnino a erogare piccoli crediti alle attività artigianali a condizioni di mercato, fornendo servizi aggiuntivi necessari per la buona riuscita dei progetti; puntare sull’apprendistato, tornando a fare dialogare il mondo della formazione con quello della bottega e attuando un piano per indirizzare i giovani verso la riscoperta dei lavori manuali; l’approvazione di un piano sulla grande distribuzione organizzata,al fine di limitare il dilagare dei centri commerciali (di tipo nord-europeo) e garantire le piccole botteghe e i commercianti che già operano nei centri abitati; ma di quale artigianato parla… a quali giovani stava pensando…, ormai questi si aspettano il posto statale…, quello che gli è stato promesso…, nessuno ha più voglia di lavorare manualmente…, e poi, tutti questi ragazzi, tentano d’imitare, quei personaggi televisivi, che diventano i nuovi modelli a cui ispirarsi, soggetti come loro, altrettanto ignoranti ed incompetenti che, senza arte e ne parte, sono riusciti in maniera facile, a crearsi una propria posizione…
18. Promuovere le imprese private
Realizzazione di un marchio di qualità siciliana che identifichi il prodotto sui mercati internazionali facilitandone la rintracciabilità; potenziamento dei due fondi per il micro credito istituiti con legge della Regione Siciliana; creazione di un fondo di rotazione presso l’IRFIS per la ricapitalizzazione delle imprese; agevolazioni fiscali per distretti d’imprese di settori interconnessi; accelerazione dei tempi di pagamento dei debiti pubblici verso le imprese e costituzione di un fondo per il rilascio di fidejussioni alle imprese per l’anticipazioni di fatture emesse; Portano i libri al Tribunale, circa tre al giorno… sono 800-900 l’anno… continuando così, saranno poche le imprese da promuovere…
19. Sostenere i giovani e l’innovazione
Istituzione di un Fondo regionale per la concessione di prestiti d’onore a studenti e lavoratori per finalità di studio ed apprendistato anche fuori Regione; sostegno all’imprenditoria giovanile (attraverso una negoziazione con lo Stato) per la creazione di nuove imprese, per le quali verrà introdotta una tassazione forfettaria onnicomprensiva di tutti gli oneri fiscali e previdenziali pari al 5% dell’imponibile, per un periodo di 10 anni; istituzione di Crediti agevolati riservati a giovani imprenditori (entro 35 anni) che si impegnino a realizzare un’attività produttiva; completa detassazione degli utili reinvestiti dalle imprese giovanili per i primi 5 anni; creazione di un fondo pubblico-privato per favorire partecipazioni di venture capital in imprese ad alto contenuto tecnologico; detassazione integrale delle spese per la ricerca applicata svolta nelle imprese o nelle Università. Su questo punto mi permetto di risponderle successivamente attraverso un altra pagina del blog, anche perché quest’argomento, merita una maggiore e profonda riflessione…
20. Maggiore attrazione degli investimenti esteri
Individuazione di aree, in zone di scarso rilievo turistico, dotate di un trattamento fiscale agevolato per almeno un decennio (flat tax), di un’ampia semplificazione delle procedure di insediamento e delle infrastrutture necessarie (zone franche urbane); realizzazione di un sito dedicato ai fattori positivi che possono influenzare l’attrattività degli investimenti; Non immagino quali possano essere queste aree di attrazione…, ma certamente oggi il nostro Paese, ed in particolare la nostra Regione, non prospetta agli investitori stranieri, quei grandi vantaggi economici realizzati in tempi celeri, che invece altri offrono…
E’ evidente, che ognuno dei punti che Lei ha elencato, presenta oggi, non una facile soluzione, in quanto le variabili che entrano in gioco, sono talmente tante e diverse, che non permettono di prevedere anticipatamente, gli effetti a medio-lungo termine, di queste scelte… Le possibili strategie e la concreta volontà di realizzare quanto sopra, pur apprezzabili sotto il profilo dell’individuazione delle tematiche, non basta però a far si, che quanto sopra possa concretizzarsi. Serve innanzitutto un profondo rinnovamento, che passi prima per le coscienze e successivamente per quanti saranno chiamati a verificare, che i cambiamenti messi in atto, comincino a dare quei risultati sperati… Certo sperare non costa nulla, ed io vorrei non accadesse mai, quanto citato da Henning e cioè che: La speranza vuol dire soltanto… disperazione rimandata!!!