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Di Matteo contro il sistema che piega la giustizia.


Con un gesto carico di quella amarezza che solo le delusioni profonde sanno lasciare, Nino Di Matteo ha consegnato le sue dimissioni dall’Associazione Nazionale Magistrati.
Questa decisione, maturata nel silenzio e nella riflessione, non è che l’epilogo di un disagio crescente, la presa d’atto che all’interno di quel consesso continuano a prevalere logiche correntizie e calcoli di opportunità politica, dinamiche che ha sempre rifiutato e contrastato persino da membro del Consiglio Superiore della Magistratura.
È un addio amaro, che parla di ideali traditi e di un’istituzione che, invece di essere baluardo di indipendenza, sembra aver smarrito la sua strada, piegandosi a quelle stesse influenze che dovrebbe combattere.

E così, mentre si accinge a proseguire la sua battaglia a titolo personale, come del resto ha sempre fatto anche quando l’Anm preferiva il silenzio, la sua voce si leva a denunciare il pericolo incarnato dalle riforme degli ultimi anni.

A partire dalla riforma Cartabia fino al più recente progetto sulla separazione delle carriere, questi interventi minano alle fondamenta l’indipendenza della magistratura, il principio di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge e l’efficacia della lotta alla criminalità.

La sua scelta non è una ritirata, ma un cambio di trincea, l’affermazione che certe battaglie per l’integrità dello Stato sono troppo importanti per essere confinate dentro un’associazione che sembra aver dimenticato la sua missione.

C’è un’amara ironia nel fatto che sia un magistrato simbolo della lotta alla mafia a dover constatare, quasi come una rivelazione tardiva, che la giustizia in questo Paese è da tempo fragile e profondamente compromessa.

È un sistema dove le logiche di potere e gli interessi forti, siano essi politici o imprenditoriali, hanno finito per infiltrarsi persino laddove dovrebbe vigere solo il rigore della legge.

La sua uscita non è un episodio isolato, ma un sintomo di un male antico, la testimonianza vivente di come la giustizia sia spesso costretta a subire il peso di giochi che nulla hanno a che fare con il suo compito di garantire verità e giustizia.

Questa presa di posizione arriva in un momento cruciale, mentre si avvicina la battaglia referendaria sulla giustizia, e rappresenta un colpo durissimo per la credibilità dell’associazione.

Dimostra, senza bisogno di ulteriori prove, come la giustizia in Italia mostri da troppo tempo i segni di una fragilità strutturale, dove l’indipendenza è continuamente erosa e le decisioni rischiano di essere condizionate da calcoli estranei al diritto.

La sua scelta è un monito severo, un atto d’accusa contro un sistema che sembra aver normalizzato la sua sottomissione alle logiche del potere, e che forse, proprio per questo, non merita più il nome di “giustizia”.

“Non è che non si può fare il ponte perché ci sono mafia e ndrangheta”! No… infatti… è proprio perché ci sono che si sta provando a farlo!

Qualche giorno fa, il 6 agosto per la precisione, il Ministro Salvini ha rilasciato una dichiarazione a Palazzo Chigi che merita di essere esaminata senza pregiudizi ma con la massima lucidità: https://www.youtube.com/watch?v=j-j3wXwUV0c&ab_channel=IlFattoQuotidiano.

Affermare che la presenza della criminalità organizzata non sia un impedimento per un’opera colossale come il Ponte sullo Stretto è, nella migliore delle ipotesi, una visione ingenua della realtà siciliana e calabrese.

La verità è che il nesso tra grandi opere e appetiti malavitosi è storicamente innegabile e questo progetto faraonico rischia di trasformarsi nell’appalto del secolo proprio per quelle stesse cosche che si giurano di combattere.

Si proclama a gran voce trasparenza e controlli stretti, eppure la storia recente e meno recente ci insegna che è proprio qui che il sistema spesso fallisce, permettendo alle infiltrazioni di prosperare nell’ombra dei subappalti e delle tangenti.

Sono fermamente convinto che se il Ministro Salvini avesse la reale volontà di affidare a me, o a chiunque altro sia completamente svincolato dal sistema di voti di scambio che alimenta il consenso di certi partiti, il compito di dettare le regole per controlli efficaci, si scontrerebbe con una resistenza feroce.

Il motivo è semplice: la mia conoscenza del settore non proviene “dall’esterno“, ovvero dalla prospettiva di chi appartiene alle istituzioni o alle forze dell’ordine, al contrario, proviene “dall’interno“, già… so perfettamente come si eseguono i lavori e conosco soprattutto tutte le procedure che dovrebbero essere applicate sotto il profilo della sicurezza dei luoghi di lavoro, qualità e ambiente, regole e procedure che peraltro, dovrebbero essere di fatto rispettate e quindi applicate da chi opera e sottoposte a verifica da chi controlla costantemente.

Proprio perché possiedo un’esperienza diretta trentennale di quel mondo – ho avuto modo di conoscerne ahimè tutta una serie di strategie e misure fraudolente solitamente applicate – le stesse che negli anni, esponendomi in prima persona, ho provveduto a denunciare – le quali, quando applicate, sono riuscite ad eludere quei cosiddetti “controlli“.

In questi lunghi anni – osservando quanto svolto da talune società – posso affermare (senza alcuna presunzione…) di comprendere cosa sta già accadendo o anticipare le mosse che di lì a poco verranno compiute da talune imprese, certamente, grazie anche alla complicità di chi dovrebbe controllare, ma che – per motivi che non sto qui a ripetere – preferisce girarsi dall’altro lato.

Ecco perché giustifico in parte quanti sono del tutto estranei a quel mondo che potremmo definire in parte “illegale“, a loro difatti manca quel cosiddetto “sesto senso”, per riuscire a percepire anticipatamente quali metodi truffaldini sono stati posti in atto, certamente difficili da individuare per quei referenti istituzionali, in quanto non possiedono alcuna esperienza sul campo, ma si affidano esclusivamente al promuovere documenti, come ad esempio il ben noto “Protocollo di legalità“, già… come se quest’ultimo possa contrastare quanto poi ahimè accade.

Tuttavia, proprio per questa mia conoscenza diretta e non teorica, sono – ahimè – consapevole che qualsivoglia tentativo di riforma seria e trasparente fallirebbe inevitabilmente nel suo scopo, poiché minaccerebbe gli equilibri di un sistema consolidato, i cui meccanismi sono noti e ben oliati, già… più a chi li usa, che da chi dovrebbe smantellarli.

Ecco perché ritengo che – appena quel sistema criminale venisse a conoscenza di un (eventuale) incarico dato alla mia persona – sono certo che troverebbero un modo più comodo per risolvere la questione, già… eliminando alla radice il problema.

Sì… colpendo – per come ha sempre fatto – chiunque rappresenti un ostacolo reale ai suoi interessi economici e finanziari, vedasi d’altronde quanto tristemente accaduto nei confronti di tutte coloro che si sono ribellati e che oggi appartengono alle cosiddette “vittime di mafia“, cui idealmente io andrei a rendere visita, subito dopo aver accettato un simile incarico.

Ma questa comunque è solo una faccia della medaglia, l’altra, forse ancor più potente, è costituita dagli ingombranti interessi di una parte di quelle istituzioni, di quei colletti bianchi legati a doppia maglia con una grossa fetta della nostra imprenditoria, la stessa che proprio in questi ultimi anni – dopo la pandemia del Covid – si è aggiudicata gran parte degli appalti milionari di questo Paese.

Parliamo dello stesso gruppo che sta spingendo con irrefrenabile fermezza, affinché i cantieri non si blocchino, ma anzi vadano avanti a tutta forza.

Il governo e i suoi referenti “cicale“, ci regalano quotidianamente da quei Tg perle di saggezza, dipingendo il loro lavoro come una missione, sì come qualcosa di unico ed eccezionale, un momento storico paragonabile a un faro di progresso, capace di cambiare per sempre le sorti della nostra nazione in particolare del Mezzogiorno.

E così tra annunci propagandistici che mirano a indurre specifici atteggiamenti attraverso l’uso sistematico di tecniche di persuasione (a modello Goebbels), ecco che il mio pensiero si rivolge agli allarmi in vigore nelle Procure nazionali, alla Dia e soprattutto all’Antimafia, che in questi anni stanno segnalando come le grandi opere siano il banchetto preferito delle criminalità organizzate, attratte dai fiumi di denaro e dalla “giungla” dei subappalti.

Ecco perché nutro inquietudine, perché di fronte a questi pericoli concreti, leggo ogni giorno le risposte delle nostre istituzioni che usano dozzinali battute sprezzanti, già… come se la criminalità organizzata fosse una scusa per non fare, e non un avversario da cui proteggersi con ogni mezzo.

Alla fine, vedrete, non sarà il cemento a unire due regioni, ma il silenzio a dividere la verità dalla menzogna, e quel ponte, se mai sorgerà, non collegherà Sicilia e Calabria, ma diventerà il simbolo di un Paese che ancora una volta ha scelto di voltarsi dall’altra parte, mentre chi conta ci guadagna, e chi vive qui, come sempre, ci perde!

La Mafia? Non spara più, ma rilascia fattura…

Già, la mafia non spara più come una volta, ma uccide ancora, silenziosamente, con metodi meno appariscenti eppure infinitamente più devastanti.
Uccide le imprese oneste, strangola l’economia reale, soffoca lo sviluppo di intere comunità, impedendo che il merito possa aprire la strada a chi lavora con dignità e trasparenza .

E mentre molti si compiacciono del fatto che non si vedano più sparatorie per strada, non si accorgono che il cancro si è semplicemente spostato dentro i bilanci delle aziende, nei bandi d’appalto, nelle assunzioni pilotate, negli appalti truccati…

La mafia di oggi non ha bisogno di mostrare la pistola, perché ha imparato a indossare la giacca, a parlare con tono pacato, a firmare contratti, a sedersi ai tavoli delle trattative dove si decidono investimenti milionari.

Il suo restyling non è purificazione, ma travestimento!

Si è ripulita in superficie, ha cancellato l’immagine cruenta del passato, ma dentro continua a marcire dello stesso veleno che da decenni corrompe le coscienze, piega le volontà, comprime la libertà.

Parliamo di un’infezione che non ha mai smesso di diffondersi, anzi, si è adattata, ha mutato forma, infiltrandosi nel tessuto produttivo del paese con una capacità di mimetismo impressionante.

Non urla più minacce al telefono, ma impone condizioni attraverso intermediari rispettabili, uomini di fiducia che operano all’ombra di società regolari, cooperative modello, consorzi virtuosi.

E così, mentre le forze dell’ordine celebrano arresti importanti, la rete continua a espandersi, silenziosa, capillare, radicata in ogni settore che genera reddito e influenza.

Basti pensare alla provincia di Trapani, dove anche dopo la cattura di Matteo Messina Denaro, non si è affatto spenta la presenza mafiosa, al contrario, negli ultimi nove mesi la procura nazionale ha emesso settanta misure interdittive antimafia, un numero che non lascia spazio a illusioni: la mafia non è sconfitta, si è riorganizzata.

La mafia è ovunque, in particolare nei cantieri, nei centri logistici, nelle strutture ricettive, nelle filiere agricole, nei progetti energetici, portando con sé quel sistema di potere parallelo che decide chi lavora, chi vince gli appalti, chi viene escluso.

Ma d’altronde il legame con certi segmenti del potere politico e istituzionale non si è mai spezzato, anzi, si è fatto più sottile, più difficile da individuare, ma certamente solido e sono proprio quei referenti istituzionali a farsi promotori delle collusioni e di quel diffuso malaffare.

La Commissione d’inchiesta sulla mafia e la corruzione lo ha ribadito con chiarezza: la mafia, da nord a sud, ha sempre avuto una particolare abilità nel penetrare l’economia locale e difatti non si limita a estorcere, ormai produce, gestisce, investe, ricicla, già… si presenta come imprenditore serio, attento alle normative, sensibile all’ambiente e al territorio.

Ma dietro quei bilanci in ordine, dietro quelle certificazioni ambientali, dietro anche quelle donazioni benefiche sociali, si nasconde un vero e proprio sistema di controllo basato sul clientelismo, favoritismo, costrizione e compravendita del voto.

E ciò che rende tutto ancora più grave è che questa presenza non è più percepita come anomalia, ma è spesso vista come normalità, quasi una condizione inevitabile per sopravvivere in certi contesti.

Perché sono tanti, troppi, coloro che accettano quel sottobosco di vantaggi immorali: la bustarella mensile, il posto di lavoro garantito a un parente senza titoli, l’appalto assegnato senza gare vere, la protezione contro le ispezioni.

E ogni volta che qualcuno accetta un privilegio illegittimo, anche se lo fa per disperazione o per paura, diventa complice inconsapevole di un sistema che soffoca il futuro.

Ho letto in questi giorni quanto riportato dell’ex presidente della Commissione Cracolici che ha colto nel segno quando ha dichiarato: i mafiosi temono due cose, la galera e la perdita del patrimonio, certo, ma soprattutto temono di perdere la reputazione.

Perché la loro forza non sta soltanto nel denaro o nell’intimidazione, ma nella credibilità sociale che riescono a costruirsi. Sono considerati uomini di parola, imprenditori capaci, benefattori del paese, mentre in realtà sono accumulatori di potere illegittimo, che usano la legalità come maschera per perpetuare il dominio.

Ed è proprio qui che risiede il pericolo maggiore: quando la mafia non viene più vista come nemica, ma come parte integrante del sistema, quando il cittadino comune smette di indignarsi e comincia a dipendere dai suoi meccanismi perversi!

Ed è per questo che combatterla richiede molto più delle retate o dei processi, sì… richiede di una rivoluzione culturale che finora non c’è stata, di un rifiuto netto e quotidiano ad ogni compromesso, di una necessaria educazione alla legalità che parta dalle scuole, ma soprattutto si sviluppa dalle famiglie e nei luoghi di lavoro.

Perché finché ci sarà qualcuno disposto a scambiare la propria dignità con un vantaggio effimero, la mafia continuerà a respirare, a crescere, a prosperare.

Ma soprattutto, finché la società civile non farà sentire forte e chiaro il proprio “NO”, essa resterà viva, non nelle strade, ma nei palazzi, nei conti bancari, nei progetti che dovrebbero servire il bene comune e invece alimentano quel loro impero di falso progresso

L'ombra della mafia sulle imprese e sui fondi pubblici

Mentre continua a gestire e ampliare i propri traffici illeciti, come droga, prostituzione, racket ed usura – tutti settori che generano enormi profitti – la mafia rivolge il suo interesse verso un obiettivo più subdolo e strategico: il controllo delle attività imprenditoriali attraverso il riciclaggio di denaro. Questo meccanismo non solo le consente di nascondere i guadagni illeciti, ma anche di consolidare il proprio potere economico e sociale.

Recentemente, durante la relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario, il presidente della Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca, ha lanciato un allarme chiaro: nonostante i colpi inferti negli ultimi anni, la mafia continua a essere una forza criminale attiva, con l’obiettivo di penetrare nell’economia legale e intercettare i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Frasca ha sottolineato come la capacità della mafia di infiltrarsi sia strettamente legata alla persistenza di collusioni con settori politico-amministrativi, che fungono da ponte per il controllo del territorio e per l’accesso alle risorse pubbliche.

Un aspetto cruciale è rappresentato dalla capacità della mafia di rinnovarsi. Anche dopo arresti e processi che hanno decapitato i vertici delle organizzazioni, queste riescono rapidamente a ricostituire le proprie strutture di comando, mantenendo vive le regole mafiose tradizionali e trovando nuovi alleati per rafforzare la propria influenza.

Tra gli obiettivi principali dell’organizzazione spiccano le opere pubbliche realizzate sul territorio. Attraverso atti estorsivi, la mafia esercita pressioni su imprese affidatarie, fornitori e subappaltatori, sfruttando ogni opportunità per trarre vantaggi economici. Questo modus operandi non sarebbe possibile senza la complicità di imprenditori senza scrupoli, che accettano di collaborare con l’organizzazione criminale per ottenere favori o protezione, diventando parte integrante del sistema mafioso senza subirne direttamente le conseguenze.

Questa situazione richiede una risposta ferma e coordinata da parte della società civile, delle istituzioni e delle forze dell’ordine. Combattere la mafia significa non solo colpire i suoi esponenti principali, ma anche spezzare la rete di complicità e connivenze che ne garantisce la sopravvivenza.

Solo attraverso un impegno congiunto si potrà impedire che la mafia continui a infiltrarsi nell’economia legale, compromettendo il futuro di intere comunità. Il messaggio deve essere chiaro: non c’è spazio per chi antepone i propri interessi personali al bene comune.

La criminalità organizzata: una piaga che distrugge il territorio e tradisce i suoi concittadini!

La criminalità organizzata è una piaga che impoverisce tutti, in quanto non porta alcun beneficio nemmeno al proprio territorio d’origine e ancor meno ai propri conterranei!!!
Ed allora viene spontaneo porsi una domanda: che fine fanno i patrimoni illeciti provenienti dalle attività criminali e perché tutto quel denaro accumulato non produce benessere e occupazione nelle proprie regioni?

La risposta è desolante e soprattutto chiara!!! 

I proventi delle attività criminose, spesso frutto di traffici illeciti e racket, vengono di norma trasferiti verso Paesi e mercati offshore, al riparo da controlli e vincoli normativi. Si pensi, ad esempio, alle Antille olandesi, o alle grandi operazioni di riciclaggio che coinvolgono le piazze finanziarie internazionali. Non è un caso che Caracas, un tempo dominio di potenti boss siciliani, sia stata recentemente teatro di un’inchiesta che ha portato alla luce un cartello di cosche calabresi impegnate nel traffico di stupefacenti verso l’Europa. 

Questo spostamento dei capitali determina un impoverimento strutturale delle regioni d’origine, come Sicilia, Calabria, Campania e Puglia, aggravando una già critica condizione economica e sociale.

Il meccanismo è doppiamente distruttivo. Da un lato, le risorse accumulate illegalmente non vengono reinvestite nel territorio, ma esportate verso mercati più sicuri, innescando un ciclo di depauperamento economico, dall’altro, l’azione delle mafie sul territorio – attraverso il pizzo e altre forme di estorsione – soffoca l’imprenditoria locale, alimentando evasione fiscale e scoraggiando nuovi investimenti. 

Questo doppio colpo porta a una progressiva desertificazione economica, con alti tassi di disoccupazione e una stagnazione dei redditi.

Da quanto sopra si comprende come la criminalità non apporta nulla al territorio e ai suoi conterranei; al contrario, lascia dietro di sé una condizione infetta e corrotta, certamente peggiore di quanto non fosse prima. 

L’illusione che l’accumulo di grandi ricchezze da parte delle organizzazioni mafiose possa generare un ritorno positivo è smentita dai fatti: la loro attività distrugge la fiducia, soffoca il potenziale produttivo e annienta le prospettive di crescita.

A tutto ciò si aggiunge un elemento globale: la libertà dei movimenti di capitali, uno dei dogmi della globalizzazione liberale, facilita il riciclaggio del denaro sporco. 

I paradisi fiscali, veri e propri architravi di un sistema finanziario senza leggi, offrono rifugio a immense ricchezze illegali. 

Ecco perché la lotta contro questi meccanismi è oggi più che mai una priorità, come dimostrano le azioni promosse da organizzazioni come ATTAC (Associazione per la Tassazione delle Transazioni Finanziarie per l’Aiuto ai Cittadini), impegnate a contrastare la dittatura di un mercato globale che favorisce diseguaglianze e ingiustizie.

Per combattere efficacemente questo fenomeno è necessario un approccio integrato che includa il rafforzamento delle leggi contro il riciclaggio, un controllo più stringente sui flussi di capitali e, soprattutto, un’azione culturale che punti a scardinare il consenso sociale di cui spesso le mafie godono nei territori in cui operano. 

Solo così sarà possibile invertire la rotta e restituire speranza e dignità alle comunità colpite dalla criminalità organizzata. Il resto sono soltanto chiacchiere che non faranno certamente cambiare questo stato di cose!

Cambio di guardia al Comando provinciale dei carabinieri di Messina.

Sembra da alcuni mesi che qualcosa di positivo stia sopravenendo in quella città di Messina.

Abbiamo letto ad esempio delle nomine nel Tribunale e/o di quelle nella Procura ed ora da alcuni giorni, ecco alla guida del Comando provinciale dei carabinieri di Messina assegnato il Colonnello Lucio Arcidiacono, lo stesso che ha permesso (lo scorso anno) la cattura del boss Matteo Messina Denaro.

Certamente una persona professionale e preparata, d’altronde proviene dal ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) che lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo.

Ha inoltre rivestito i suoi incarichi in città note per l’alta pericolosità, come Roma, Napoli, ma anche siciliane come Catania e Palermo, per cui ritengo conosca bene la nostra isola ed il suo territorio a cui dovrà ora dedicarsi, già… in particolare questo di Messina che sappiamo bene esser irto di ostacoli.

Se posso permettermi un consiglio, chiederei al Colonnello di stare particolaremente attento, perché l’ambiente peloritano è totalmente diverso da tutti gli altri con cui ha finora convissuto, perché quì il maggiore rischio è rappresentato da certi ambienti privilegiati, gli stessi che vedrà proveranno ad accerchiarlo, mi riferisco a quello politico, imprenditoriale, ma anche istituzionale, dove sono molti i soggetti fortemente connessi alla “Massoneria“!!!

E fondamentale quindi riuscire a non snaturare la propria figura e porre sin da subito un netto rifiuto a possibili richieste di allontanarsi dai propri valori; sarà quindi fondamentale continuare – per come ha sempre fatto – agendo in maniera serena per il bene primario dello Stato e dei suoi cittadini.

Ho potuto difatti scoprire in quest’ultimi anni come quella città – a diiferenza di altre nell’isola – sostenga gli accordi (celati) tra i suoi uomini d’affari, politici, amministratori locali e soprattutto massoni e mafiosi, e difatti in questo luogo ciascuno di essi trova quel luogo perfetto per determinare i migliori accordi d’accomodamento…

Perché vede Colonnello in quell’area peloritana sono molti i “colletti bianchi” che si sono dimostrati legati a taluni ambienti (ex nobiliari/borghesi), fortemente allacciati a organizzazioni criminali…

D’altronde a dirlo sono le numerose inchieste giudiziarie condotte per reati contro la pubblica amministrazione, corruzione, concussione e quant’altro, una situazione chiaramente drammatica e forse in contrapposizione con quanto Le è stato riferito prima di proporle quest’incarico.

Sono certo comunque che Lei saprà individuare in tempi celeri tutti  gli attori appartenenti a quel mondo di mezzo, punto d’incontro illegale tra interessi della politica, imprenditoria e della criminalità organizzata!!! 

Colonnello Arcidiacono, Le auguro buon lavoro…

Provo a spiegare in maniera semplice, in quali modi si sviluppa l'imprenditoria mafiosa…

Ed allora, partendo dall’attuale condizione e cioè che non esistono nella mia regione (ma credo che la regola valga anche per tutte le altre…) soggetti talmente abili dal saper sviluppare dal nulla “strabilianti e innovative” attività imprenditoriali a cui nessuno aveva pensato prima o altresì tralasciando di evidenziare in questa sede eventuali miei conterranei (di cui non ho mai sentito parlare) che in questi anni sono stati capaci di generare sviluppi economici/finanziari tali da poter alterare anche lo stato sociale di noi isolani, beh… ciò che resta è una mera manipolazione (poco chiara) del territorio, in ogni suo aspetto, già… attraverso quel sottomesso meccanismo clientelare/mafioso a cui si lega solitamente il degrado morale della nostra classe politico/dirigenziale!!!

Vediamo quindi in quali modi questi diciamo “eccezionali” soggetti (senza alcuna adeguata preparazione…) siano riusciti a creare dal nulla, processi finanziari che hanno permesso a quelle loro attività imprenditoriali di cresciere (in pochi anni) in maniera considerevole, sapendo (ciascuno di noi e ancor più le forze dell’ordine preposte, sì…. basta fare una semplice verifica bancaria e/o patrimoniale) di come questi pseudo “imprenditori”, non abbiano mai posseduto alcunché, neppure a livello familiare, quantomeno da consentirgli di investire – anche solo una parte di quel loro denaro – per inedite iniziative!!!

Ed allora, mancando quel presuposto fondamentale per poter iniziare una qualsivoglia attività idealizzata – mi riferisco alla disponibilità di denaro – ecco che provano a ricercare (sapendo a priori – viste le condizioni personali – di non aver alcun risultato…) quelle risorse finanziarie presso diversi Istituti di credito, ben sapendo che senza alcuna garanzia personale, quest’ultimi, non rilasciano neppure un fido di poche centinaia di euro!!!

Ecco quindi che questi naturali ostacoli conducono solitamente la maggior parte ad abbandonare quelle velleità imprenditoriali, ma c’è chi viceversa non si da per vinto e pervaso dalla propria fiducia, rivolge ora quella ricerca di capitale verso (ahimè) taluni soggetti di cui si è avuto conoscenza, ben sapendo che quest’ultimi siano fortemente legati a certi ambienti criminali…

Permettetemi di precisare che questa ultima opportunità non può esser compiutà da chiunque, non tutti infatti possono usufruire di quelle risorse finanziarie di provenienza illecita, perché bisogna innanzitutto appartenere a quell’associazione o quantomeno dimostrare di volerne fare parte condividendone le azioni…

Parliamo d’altronde di soggetti che hanno già accettato di voler perseguire taluni obiettivi specifici, in particolare quelli criminosi e quindi chi prova a entrare in quel “giro d’affari” sa bene che quanto gli verrà consegnato per esser investito in quel nuovo businbess proviene da attività illegali, quali ad esempio, riciclaggio, estorsione, contraffazione, spaccio di stupefacenti, prostituzione, lavoro a nero, etc…

Per cui, chi inizia ad operare sostenuto da quel sistema illegale sa bene d’esser diventato complice di quel sistema criminale, infatti egli permette di riciclare risorse di provenienza illecità, immettendole nei circuiti dell’economia legale e della finanza reale.

Quel denaro infatti inizia a realizzare i primi profitti e allora una parte di esso, viene ora investito in nuove acquisizioni, in particolare di beni immobili come capannoni, negozi, uffici, terreni, etc… ma non solo, anche particolari investimenti sono tenuti in considerazione, mi rifersco alla gestione e alla vendita di beni preziosi, come metalli, monete e diamanti… 

Ed allora, quell’impresa (di cui ripeto nessuno sapeva nulla…) inizia improvvisamente a compiere passi di crescita importanti nell’economia locale, ma non solo, essa si espande anche in altre regioni e in settori diversi, il tutto a scapito della concorrenza leale, i cui antagonisti difatti, vengono – anche in modi coercitivi – eliminati dal mercato!!!

Tra l’altro, nessuno deve provare a bloccare la crescita di quel nuovo asset imprenditoriale, perché tutti ormai sanno che dietro quell’improvvisata “testa di legno” vi è di fatto il reale proprietario, cioè il “boss” che ha sborsato il denaro per dare inizio all’attività, la stesso che poi, al momento opportuno si riprenderà , relegando a semplice subalterno quel inesperto “imprenditore” che però nel frattempo è passato da una condizione d’indigenza ad uno stato sociale più confortevole…

Ne frattempo quel boss avrà dato vita ad altre nuove imprese, tutte collegate tra esse, già… come “scatole cinesi”, affinchè si possa permettere al nuovo gruppo di celare l’enorme espansione, rendendo sempre più occulti gli investimenti del capitale circolante… 

E sì… perché uno dei principali sforzi che deve compiere quel gruppo di imprese (per sfuggire ai controlli) è rappresentato dalla mimetizzazione degli investimenti, affinchè le forze dell’ordine – preposte a quelle verifiche – abbiano difficoltà a risalire alle origini illecite.. sin dalla loro iniziale movimentazione e difatti quanto opportunamente compiuto in maniera celata, grazie al contributo di professionisti esperti del settore, rende (successivamente) difficoltoso il controllo agli organi giudiziari, gli stessi che solo successivamente procederanno con i noti provvedimenti giudiziari di sequestro e/o confisca!!!

E’ questo il motivo che lega entrambi quei poteri; già… imprenditori e mafiosi uniti in quell’unico scopo determinato dal calcolo utilitaristico, preferendo altresì di non generare conflitti che potrebbe compromettere quel tornaconto economico per entrambi…

Sono certo che ora avete intuito come alla base della formazione di molte nostre imprese (che definirei a partecipazione mafiosa…) vi siano motivazioni di potere; mi riferisco ai meccanismi di controllo non solo dei mercati locali ma anche del territorio; già… perché attraverso quella posizione economica conquistata, si è permesso ad uno pseudo imprenditore (ma soprattutto al suo socio occulto…) di indirizzare (quando – gentilmente – richiesto) quella propria influenza, verso i referenti di quel potere politico/istituzionale i quali – ahimè – evidenziano in ogni loro circostanza, di esser disposti a offrire qualcosa in cambio pur di ricevere quel pacchetto (preparato appositamente) di preferenze elettorali… 

Cosa aggiungere, per il resto in quesa terra non cambia nulla…

Solite briciole ai cittadini per i voti concessi, qualche posto di lavoro in cambio di una loro sottomissione, sottosviluppo e criminalità ovunque si guardi, ed ancora, disoccupazione e sfruttamento della manodopera, ma soprattutto ciò che da maggiormente fastidio è quell’obbligata subalternizzazione del governo nazionale (già perchè di quello regionale non si sente neppur parlare, se non epr cazz…) a progetti di sviluppo capitalistico, sì… finalizzati – come da oltre 60′ anni accade – agli interessi delle imprese del Nord e a tutte quelle imprese (illegali) che sono state volontariamente in questi anni create,  permettendo di generare quegli inevitabili baratti tra tutti i potere posti in campo: politico/imprenditoriale e mafioso!!!

Infiltrazioni mafiose e imprenditoria, camminano a doppio binario!!!

Sì… L’obiettivo è quello di prevenire e contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata in materia di appalti pubblici, in particolare nel settore ferroviario che risulta essere in questo periodo – in forza dei miliardi di euro destinati per i lavori di ammodernamento delle sue  “vetuste” infrastrutture – tra quelli maggiormente presi di mira… 
Indubbiamente si sta provando a contrastare quella penetrazione malavitosa attrraverso una serie di controlli, a iniziarsi dal protocollo di legalità, ma di fatto, questa prassi lascia come si dice “il tempo che trova…“, infatti, basti osservare con quanta superficialità vengono concesse dalle Prefetture a talune imprese – certamente “affiliate” – quell’iscrizione alla “Withe List” per operare in alcuni appalti pubblici!!!
E difatti, tutte quelle attività maggiormente a rischio di infiltrazione mafiose, risultano essere proprio quelle che – in questo preciso momento in cui scrivo – sono fortemente controllate dalla mafia:

Mi riferisco in particolare alle seguenti tipologie operative: 
 – estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti;
– confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume;
– noli a freddo di macchinari;
– fornitura di ferro lavorato;
– noli a caldo;
– autotrasporti per conto di terzi;
– guardiania dei cantieri;
– servizi funerari e cimiteriali;
– ristorazione, gestione delle mense e catering;
– servizi ambientali, comprese le attività di raccolta, di trasporto nazionale e transfrontaliero, anche per conto di terzi, di trattamento e di smaltimento dei rifiuti, nonché le attività di risanamento e di bonifica e gli altri servizi connessi alla gestione dei rifiuti.

Difatti, servirebbe semplicemente che i responsabili di quegli uffici istituzionali a cui sono demandati i controlli – invece di restare seduti in quei comodi uffici e quindi limitarsi all’abituale verifica cartacea dei documenti richiesti – si  recassero (senza alcun preavviso…), presso  una di queste sede operative, per accertare realmente quanto puntualmente accade in quei luoghi.

D’altronde… vorrei far presente a chi poco conosce la procedura, che affinchè un’impresa venga iscritta nell’elenco della “white list”, deve semplicemente presentare un’apposita istanza alla Prefettura di appartenenza, ossia ove per l’appunto l’impresa ha la propria sede legale ed allegare quindi una dichiarazione sostitutiva del certificato di iscrizione alla Camera di Commercio ed alcune autocertificazioni rese da ciascun soggetto di cui all’art. 85 del D.lgs. 159/2011, nonché ai familiari conviventi e quindi fatto quanto sopra, si attende la comunicazione con l’esito positivo/negativo delle Prefettura.
Peraltro, consentitemi di aggiungere, quel “Protocollo di Legalità” avrebbe valore se realmente si vigilasse in maniera seria su quegli appalti, già nel pieno rispetto del diritto, ma posso assicurarvi che non è così, perché il livello di efficacia di quell’attività di prevenzione ai fini antimafia, resta per questa terra – secondo il sottoscritto – inconcludente, perché chi doveva infiltrasi (e le modalità per farlo sono talmente banali che anche un bambino resterebbe sorpreso...) è riuscito finora a farlo, grazie alla presentazione di scartoffie amministrative, perché in fondo a nessuno interessa andar oltre, forse perché debbo credere che con quel sistema illegale sono in molti a trarre benefici!!!
D’altronde ditemi, quante sono le denunce presentate dai legali rappresentanti di quelle imprese ( o dovrei dire da quelle loro teste di legno…) che operano per l’appunto in quegli appalti, quanti di loro hanno segnalato alle Prefetture eventuali tentativi di condizionamento criminale??? 
Sono certo d’indovinare la risposta e credo che anche voi ci siete riusciti, a dimostrazione che quanto previsto dalla normativa vigente in verifica, monitoraggio, controlli, prevenzione d’interferenze illecite a scopo corruttivo (non solo per l’affidatario ma anche che per tutte le imprese che compongono la filiera) sono di fatto inutili!!!
Ma d’altronde: chi dovrebbe contrastare quel sistema criminale???
Forse gli stessi che vengono foraggiati da quello stesso sistema??? Mi riferisco a quanti sfruttano la circostanza per la propria campagna elettorale, sì facendo uso di scambio di voto oppure chi per ottenere a fine mese una mazzetta non controlla e si gira dall’altro lato e poi c’è ancora  chi per favorire quel sistema, richiede (cortesemente) a quegli imprenditori “affiliati” un posto di lavoro, si… per un familiare oppure per l’amante, d’altronde ditemi: senza quella personale “raccomandazione”, dove dovrebbero andare quel parente e/o quella amorosa??? Già… se non proprio inservibili, certamente incompetenti sotto il profilo professionale!!!
Ed ecco perché se provate a collegarvi in taluni siti web di quelle note società che stanno operando in questi anni nella nostra provincia di Catania (non sto qui a farvi l’elenco, ma potrei tranquillamente farlo, d’altronde le conosco tutte, una per una…), parlo di “Consorzi” dalla bella grafica e con al loro interno un particolare pagina denominata: “LAVORA CON NOI“!!! 
Provate a cliccarla, l’ultimo aggiornamento del sito riporta l’anno 2019, sì… vi prendono per il culo e se inviate la vostra candidatura nessuno risponde, perché quei posti sono già assegnati, proprio ai familiari di quanti sono legati a “doppio binario” con quel sistema illegale: politici, dirigenti, funzionari, addetti agli uffici pubblici e ahimè anche soggetti delle forze dell’ordine!!!

Basti d’altronde fare una semplice verifica per accertare in pochi minuti quanto sopra riportato, l’importante è proteggere quel sistema “illegale” che fa in modo che tutti indistintamente (nel corso di quei lavori) svolgano il proprio compitino (o meglio… non lo compiano affatto) affinchè non insorgano mai problemi, ma specialmente quando quest’ultimi dovessero emergere, ecco che ciascuno di loro deve immediatamente “intervenire” e fare in modo che tutto venga risolto, non solo in maniera celere, ma soprattutto in modo celato!!!  

Sicilia se pur bellissima, corrotta nell'animo!!!

La Sicilia è uno dei posti più belli del mondo!!!
A dirlo è il sottoscritto che senza offesa un po’ di mondo se lo è girato…
Un’isola naturale meravigliosa, un clima fantastico, un mare cristallino e pescoso, un vulcano attivo tra i più interessanti dell’intero pianeta e poi ovunque girate la testa, storia, cultura, arte, grazie ai primi gruppi di popolazione indoeuropee che penetrarono in Sicilia per fondersi con gli indigeni siculi per dare inizio all’Età del Bronzo, passando poi a civiltà come quella egeo-cretese che sbarcando in questa terra, fondarono città come Erice e Segesta…
Siamo poi passati tra l’XI ed il X secolo ai Fenici che fondarono Solunto, Mozia e Palermo e a seguire i greci, con la fondazione della prima colonia “Naxos” che l’hanno fatta entrare nella storia del Mediterraneo, cui seguirono altre colonie che si svilupparono per diventare vere e proprie città, ricche e ornate di monumenti, vedasi ad esempio Siracusa, Catania, Selinunte e Agrigento, i cui templi e teatri, attirano ancora oggi milioni di turisti da tutto il mondo…
Abbiamo subito quindi la dominazione dei romani, dei barbari, bizantini, arabi, normanni, svevi,  angioini, aragonesi, spagnoli, austriaci, borboni e infine a seguito dell’impresa garibaldina l’isola è stata annessa al regno d’Italia, per poi divenire nel 1946, Regione Autonoma nell’ambito della nuova Repubblica Italiana. Un Parlamento che si riunisce nuovamente nel 1947 nel Palazzo dei Normanni, come già faceva otto secoli prima!!! 
Comprenderete quindi come noi siciliani raccogliamo nel nostro Dna un miscuglio di contaminazioni, dialetti e forme verbali che garantiscono a chiunque venga in questa terra, quel concetto di apertura, incontro e voglia di condivisione…
D’altronde come non ricordare cosa scriveva Goethe: “Non è possibile formarsi un’idea giusta… senza aver visto la Sicilia: qui sta la chiave di tutto”.

Già, ma quando usciamo fuori da quest’isola, quando sostanzialmente constatiamo per cosa e chi veniamo riconosciuti nel mondo, ecco che improvvisamente nulla di cio che ho riportato sopra viene esaltato, sì… improvvisamente diventiamo famosi per tutt’altro!!!
Già… per aver dato vita alla mafia, ma anche per aver propagandato film e serie Tv su cosa-nostra, come il “Padrino” o la “Piovra” e ancora, per aver fatto emergere quello stragismo corleonese e via discorrendo… 
Ora, non credo proprio che i problemi della nostra terra siano legati alla mafia, anzi tutt’altro, la maggior parte dei siciliani non sa neppure cosa sia la mafia; intendo dire che per molti di essi, per quella connanturale divergenza di pensiero, la mafia preferisce tenerla a doverosa distanza e quindi lontano dal loro quotidiano, tra l’altro , molti di essi neppure ne parlano, chissà forse per non subire eventuali intimidazioni o per far prevalere in ogni circostanza quel proprio senso di omerà che da sempre li accompagna!!!
Il sottoscritto però ritiene che un problema nell’animo dei siciliani sia ahimè presente; non so quanta colpa sia da attribuire a quelle contaminazioni di cui parlavo sopra, le stesse che hanno permesso a questa infezione di venirci trasmessa, ma la verità è che il nostro popolo risulta esser ben disposto a farsi corrompere, già… in ogni circostanza e tutti, ripeto tutti, dimostrano di avere un prezzo!!!
D’altronde abbiamo appena visto quanto sta accadendo in quest giorni, mi riferisco agli arresti nei confronti di professionisti (al di sopra di ogni sospetto) che di fatto, premettevano al boss, Matteo Messina Denaro, di restare latitante!!!
Ma lo stesso fanno tutti quei soggetti che – pur non concedendo le proprie credenzialita a boss latitanti – permettono egualmente alla mafia di espandersi, offrendosi come “prestanome” per le loro attività illegali oppure – come fanno molti dirigenti e funzionari nelle PA –  vendendosi, pur di ricevere in cambio compensi o favori, da quei suoi referenti, favorendoli in quelle loro attività imprenditoriali.
Quindi, definire mafiosi i siciliani, quantomeno tutti i siciliani è scorretto e forse anche ingiusto!
La Sicilia non ha nulla a che fare con la mafia, ma certamente se ancora essa vive in questo territorio, se prospera, si sviluppa e cresce a macchia d’olio, beh… la colpa principale è ahimé proprio dei siciliani!!!
Osservate ad esempio i comuni sciolti per mafia, i sindaci coinvolti in inchieste giudiziarie e tutti quei deputati, assessori, consiglieri, appartenenti a giunte di partito, posti oggi sotto processo per aver violato le regole di diritto!!!
Ora, non voglio ergermi a paladino della giustizia, d’altronde chi mi conosce sa che è proprio ciò che faccio quotidianamente, ma comunque la verita, senza alcun tono polemico, è che dietro a questa nostra società vi è un parte consistente di miei conterranei che non fa il proprio lavoro in maniera onesta o che opera costantemente nella illegalità, sì attraverso quella propria funzione, affinchè possa mensilmente ricevere un tornaconto…
Ecco quindi qual è la più pericolosa associazione illegale di questa terra, non la mafia, i mafiosi o i suoi familiari, no… nulla di ciò, sono le persone insospettabili, quelle che conosciamo tutti, le stesse che detengono il potere sociale, economico e finanziario e che rappresentano un vero e proprio cancro per questa terra!!!
Parliamo di una classe dirigente che si fa incantare dalle lusinghe, dalle carriere, dalle promesse di favori e del denaro messo loro a disposizione, lo stesso con cui possono alimentare quel mondo corruttivo!!!
Ai siciliani interessa poco confrontarsi con la mafia, anzi non gli importa minimamente di farne parte, a loro interessa soltanto cosa si può ricevere da essa, approfittare quindi del bisogno di quell’organizzazione per entrare negli appalti pubblici, nei finanzinmenti, nella gestione degli interessi imprenditoriali per ottenere autorizzazioni, concessioni, sfruttando i posti di lavoro offerti, ricevere mazzette, ma anche raccogliere quel voto di scambio ottenuto grazie ai consensi sociali di cui essa gode nel territorio!!!
La Sicilia è bellissima, ma ahimè corrotta nell’animo!!! Non tutti risultano contagiati, ma certamente la maggior parte dei siciliani evidenzia esser da quella bramosia, saldamente soggiogata!!!

In Sicilia vi è una diretta collusioni tra politica e imprenditoria, ma non è questa la parte peggiore!!!

Già… i problemi sociali di questa regione vanno principalmente ricercati in quei dissesti economici e occupazionali che di fatto hanno determinato nell’isola un alto grado di povertà, sottosviluppo, ma soprattutto di subalternità nei confronti della parte settentrionale del Paese, che ha preferito favorire gli interessi politici e capitalistici del Nord a scapito di quelli del Sud…

Inoltre, si è provato negli anni attraverso i media ad attribuire una parte di responsabilità alla “mafia” provando a convincere noi siciliani che quanto finora accaduto sia dipeso anche da quel sistema illegale, criminale e corruttivo fortemente presente nell’isola!!!
Ma la mafia in se non è la causa principale dei mali della nostra terra, bensì ritengo siano i rapporti che essa interseca, mi riferisco non tanto alla parte politica/imprenditoriale, ma ai legami con talune figure istituzionali che garantendo quel fievole contrasto alla lotta, chiedono parimenti a quei suoi affiliati d’evitare d’innalzare l’escalation criminale, determinando di conseguenza un vero e proprio accordo (se pur non scritto), nel quale si renda accettabile il livello di sicurezza percepito dalla società civile.
Peraltro c’è chi spinge affinché quanto sopra venga mantenuto, mi riferisco in particolare a quei soggetti che seduti da quelle poltrone istituzionali debbono tener fede alla parola data e quindi alle promesse assicurate durante la loro campagna elettorale…
D’altronde, ciascuno di quei soggetti sa bene che nel caso in cui quanto promesso non venisse mantenuto, si creerebbe una frattura irreversibile che porterebbe alla conclusione di quel rapporto biunivoco di collaborazione; già perché si sa… quella divergenza condurrebbe a non beneficiare più dei voti ricevuti (da Cosa Nostra…) ma provocando di fatto quel ricambio che garantisca nuovamente – come nel passato – quelle necessarie complicità su cui quell’associazione criminale ha finora beneficiato!!!

L'Italia??? Un Paese sorretto dal denaro sporco!!! Terza parte.

Quindi, continuando, una cosa è stata accertata: ci troviamo circondati da connazionali ben disposti a consumare e lavare tutto quel denaro ricevuto illegalmente!!! 

Per far ciò utilizzano non solo se stessi, ma anche i loro familiari e debbo ahimè inserire anche una parte di quei loro amici…

Sono solitamente commercianti, rivenditori, immobiliaristi, negozianti, tutti soggetti ben disposti ad accettare denaro contante in cambio di quelle vendite, compiute il più delle volte in maniera rateale, affinché non venga mai superata la soglia di contante imposta quale limite dallo Stato…

Ecco perché  quelle spese vengono opportunamente “indirizzate” verso i loro amici, in quanto quest’ultimi sono fondamentali per questo ruolo, sono essenziali nel procedere con il riciclaggio di quel denaro (già… senza mai dire al loro caro amico, di come sanno bene che quel denaro sia di fatto “sporco”), sapendo tra l’altro che a quegli acquisti, non seguiranno mai domande…

Ed allora ecco trasformarsi quel denaro contante in qualcosa di diverso, ad esempio procedere con l’acquisto di gioielli, la compravendita di lingotti d’oro o di pietre preziose come diamanti, l’investimento in titoli e/o in altre attività simili, c’è poi l’acquisto di auto o di barche lussuose, a cui seguono l’acquisto di beni artistici come opere d’arte…

Inoltre si può procedere con il cambio in valuta straniera, preferibilmente dollari ed il suo successivo collocamento in depositi o cassette di sicurezza, vi è anche l’acquisizione di beni immobiliare con riserva di proprietà per acquistare a rate e senza mutuo, eguale procedimento la costituzione di società di consulenza, già… quest’ultime sembrano esser molto popolari tra quei riciclatori di denaro sporco, come d’altronde il trasferimento di quel denaro, illecitamente ottenuto, su conti esteri, con particolare riguardo verso istituti bancari internazionali, posti come ben sappiamo in noti paradisi fiscali. 

D’altronde va detto, la normativa nulla dice sul modus operandi (non vengono infatti disciplinate le varie fasi che costituiscono il riciclaggio, la collocazione, la dissimulazione e integrazione) come è altrettanto indubbia la natura stessa di reato pluri-offensivo.

Ecco perché in questo Paese non cambia mai nulla, perché la maggior parte dei soggetti è legata, anzi incastrata con quel sistema corruttivo e illegale…

Sono tutti sono coinvolti, da Nord a Sud, d’altronde uno Stato che che non governa pienamente sul proprio territorio, ma ottiene quei voti necessari per comandare proprio da quanti illegalmente corrompono, come può quindi questa e soprattutto le sue leggi effimere, dimostrarsi concrete quando finora si sono rivelate sterili!!!

Ecco perché la politica è coinvolta in quel riciclaggio di denaro sporco, peraltro vorrei ricordare la famosa vicenda giudiziaria di tangentopoli che svelò per l’appunto l’esistenza di un sistema corruttivo che legava politica ed imprenditoria, ed allora permettetemi di chiedervi: c’è qualcuno tra voi ancora convinto che quello scempio non sia più presente??? Per favore… 

Fine terza parte…

Il conflitto in Ucraina? E' una tavola imbandita dove non manca nulla: armi, edilizia, traffico di esseri umani, mercato nero e fondi europei!!!

Quella guerra è diventata ormai un vero e proprio business!!!

Già… come avevo riportato a suo tempo per quanto concerneva la pandemia, oggi la guerra in corso in Ucraina, è divenuta una nuova opportunità di business. 

In particolare le organizzazioni criminali mondiali sempre più connesse tra loro, guardano in maniera attiva su quanto accade al di fuori dei loro confini prima locali e poi nazionali…

L’interesse è dove vi sono guerre, siano esse nel vecchio continente che in Africa o sud America…

Non vi sono confini che tengano… l’importante è essere presenti,  investendo in quei conflitti per restare collegati a quei traffici di droga e di armi, ma non solo, vi è anche lo sfruttamento di quei poveri migranti che tentano di scappare da quelle terre violenti, cui si sommano ahimè il sequestro di moltissime ragazzine destinate alla prostituzione…

Ma le mafie non si limitano solo a quello, investono in quei paesi corrotti nello smaltimento di rifiuti tossici, nell’utilizzo di manodopera anche di bambini per la realizzazione di prodotti contraffatti, ed ancora, al ricorso e l traffico di risorse finanziarie come le cripto valute…

Ed infine la circostanza per cui le nostre mafie sono specializzate: il riciclaggio di denaro sporco, che viene reinvestito nel nostro paese, attraverso attività commerciali, imprese di costruzioni, ristorazione, supermercati, alberghi e villaggi turistici, perché dietro quelle mafie vi sono veri e propri professionisti dediti al malaffare, soggetti capaci di infiltrarsi all’interno di quel mondo politico e istituzionale, sfruttando le debolezze umane di quegli individui compiacenti e utilizzando per i loro scopi, amministratori “prestanome” dal pedigree limpido, legati al mondo della finanza e dell’imprenditoria. 

Le mafie sono come un virus, diffondono quella loro pandemia in tutti quegli organismi statali e non adattandosi ai cambiamenti sociali, senza l’uso di dover incidere con atti violenti palesi, ma integrandosi nella società e sfruttando tutte le possibilità che gli vengono offerte, già… in tutti i paese del mondo in cui essa si trovi ad operare!!!

Non è l'Arena: già… quelle domande scomode rivolte all'ex Pm Antonio Ingroia.

Ascoltavo l’altra sera il programma su La7 “Non è l’Arena”, quando all’ex Procuratore Antonio Ingroia sono state rivolte alcune domande da un ospite della trasmissione, Salvatore Baiardo (l’uomo di fiducia dei F.lli Graviano) alle quali (questa è una mia personale sensazione…) l’ex Pm abbia voluto indugiare.

Già, come quando il Baiardo ha chiesto perché la Procura di Firenze, alle dichiarazioni di Giuseppe Graviano, non abbia dato seguito alle opportune verificare… 

Perché quei cassetti non si sono voluti aprire??? Non è che forse quelle dichiarazioni conducevano a qualcuno di troppo importante e allora si è preferito soprassedere o chissà qualcuno dai palazzi alti, abbia imposto a quei magistrati che venisse di fatto tutto archiviato???

Peraltro il Baiardo su questo punto ci va pesante, ripetendo a gran voce – basti riascoltare la puntata: perché il Pool non ha indagato su quei cassetti???

L’ex Procuratore gli risponde dichiarando che durante quell’interrogatorio, si era parlato soltanto dell’omicidio del padre dei due fratelli, della sparizione dell’agenda rossa, dell’omicidio a Villagrazia di Carini dell’agente Nino Agostino, ma la domanda del Baiardo faceva comprendere ben altro, egli faceva riferimento precisamente ad un altro nome, che nulla centrava con quanto sopra e di cui – a quanto si è appreso – non si è avuta alcuna risposta…

Ed allora, di chi si trattava??? Mi chiedo, perché l’interrogatorio (per quanto ho compreso) risulta secretato, già… perché gli investigatori hanno ommissato una parte delle dichiarazioni del boss di Cosa nostra.??? 

Ed ancora, quel messaggio a Milano di cui ho già parlato in un mio precedente post o quel messaggio subliminale (a chi è diretto…) pubblicato sul social TikTok, dove appena giunto a Roma, precisamente in Via Veneto, dinnanzi (casualmente) il Bar Doney, il Baiardo è andato a far colazione…

Ma guarda un po’, si parla dello stesso posto dove il pentito Spatuzza (ricordo come quest’ultimo nell’estate 2008 si è dichiarato pentito ed è divenuto collaboratore di giustizia, lasciando diverse dichiarazioni in ordine alla strage di via d’Amelio, alle bombe del 1993 a Milano, Firenze e Roma e ai legami fra la mafia e il mondo politico-imprenditoriale), raccontò dell’incontro con il Graviano che gli preannunciava: abbiamo il paese nelle mani!!! 

D’altro canto gli stessi inquirenti della Procura di Firenze nel 2010 avevano riconosciuto attendibile il pentito, ritenendo altresì che taluni atteggiamenti dei fratelli Graviano avrebbero potuto rappresentare nel futuro una sorta di avvertimento, attraverso l’annuncio di nuove rivelazioni, in caso di mancati accordi!!!

Non sembra anche a voi che è quanto stia accadendo in questi giorni attraverso le dichiarazioni del Baiardo???

Sono troppe le cose non dette e molti vorrebbero zittirle  sonoe notizie troppo scomode, d’altronde proprio il giornalista Massimo Giletti ha da poche ore rivelato: “Qualcuno mi ha detto devi smetterla di occuparti di queste cose, mi ha mandato un messaggio. Io dico a questa persona: a me non interessa, io vado avanti”!!!

Ciò fa comprendere che si è sulla strada giusta, che bisogna fare in modo che le notizie non vadano disperse, perché chi sa deve parlare e fare soprattutto i nomi, anche se ciò potrebbe costare caro!!!

Diceva bene Marthin Luther King: Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti!!!

E' solo questione di tempo: la mannaia della giustizia arriva per tutti, chi prima e chi dopo, ma tutti la stessa fine fanno!!!

Che vi sia di fatto una forma di infiltrazione massonica nelle organizzazioni criminali è certo, ma soprattutto è quanto si ottenuto da una pluralità di risultanze che vanno dalle audizioni alle acquisizioni documentali… 

Sì è visto più volte come il tema del rapporto tra mafia e massoneria, soprattutto in Sicilia e Calabria, affiori in modo ricorrente in molte inchieste giudiziarie, con una intensificazione nei tempi più recenti, sia in connessione con vicende criminali tipicamente mafiose, sia con vicende legate a fenomeni di condizionamento dell’azione dei pubblici poteri a sfondo di corruzione.
In tale prospettiva, si è accertato come vi sia stato un vero e proprio cambiamento nelle attività mafiose, in particolare sul loro nuovo modo di agire totalmente diverso dal periodo corleonese, difatti l’ordine demandato da parte della “Commissione mafiosa” è quello di utilizzare modalità più collusive/corruttive e quindi meno violente, ma che si dimostrano certamente più inclusive di una pluralità di soggetti all’interno della gestione degli affari, attraverso accordi di cui si fa garante il consenso e le relazioni di cui gode e a cui conferisce forza per il tramite della propria “riserva di capitale”.
Di tali accordi corruttivi in cui sono presenti esponenti mafiosi si rinviene traccia ormai in tutte le indagini dei nuovi affiliati, in cui si è visto sono confluiti soggetti dell’impresa, della politica, dell’amministrazione e ovviamente di quelle famiglie legate alle organizzazioni mafiose.

E’ evidente come le infiltrazioni mafiose all’interno di quelle logge massoniche servano a essa per interloquire con molti soggetti istituzionali coinvolti nella politiche e nella gestione degli interessi territoriali in Sicilia e Calabria. 

In tal senso si può affermare che l’associazione mafiosa controlla gestisce e soprattutto verifica quanto accade nel territorio, in particolare regola i rapporti solidaristici volti all’acquisizione del consenso degli associati e della società civile. 
L’imprenditoria, ad esempio, non è più vessata dall’imposizione del pizzo ma viceversa riceve ora un sostegno economico in cambio della titolarità di un parte delle quote di quelle imprese ed è grazie a questo solidale accordo che oggi vediamo molte imprese crescere il proprio volume d’affari a dismisura, merito di quei vantaggi ottenuti nella contrattazione con la pubblica amministrazione, mi riferisco ai numerosi appalti aggiudicati, meccanismi che di fatto finiscono per avvantaggiare e rafforzare non solo l’impresa “affiliata” ma soprattutto quell’associazione mafiosa. 

D’altronde basti osservare a riguardo i numerosi procedimenti penali sui condizionamenti degli appalti dove si evince, ancora una volta, l’assoggettamento dei pubblici interessi a quelli di cosa nostra ed ovviamente del suo capo (da anni latitante e soprattutto vivo, a differenza di quanti tentano di smentire costantemente con notizie fuorvianti…) Matteo Messina Denaro, che dimostra essere ancora al centro di tutte le dinamiche mafiose non solo della  Provincia di Trapani, ma di tutta la Sicilia!!!

Bisogna ripartire quindi dai numeri… dalla crescita esponenziale che certe società hanno avuto in questi anni, riesaminare i loro referenti, la maggior parte di essi vere e proprie “teste di legno” di quel sistema criminale e corrotto, osservare il potere economico raggiunto in pochi anni attraverso attività di sperequazione che hanno portato di fatto a raggiungere livelli non possibili – in così breve tempo – attraverso il semplice lavoro onesto… 
Si sa come hanno fatto, non ci vuole mica un genio per capirlo e debbo dire che mi consola sapere che da cittadino anche altri sanno di quella notevole crescita e sono gli stessi che provano ogni giorno a contrastarne le attività di quel sistema criminale ed illegale…
Ma d’altronde è solo questione di tempo: la mannaia della giustizia arriva per tutti, chi prima e chi dopo, ma tutti alla fine, fanno la stessa fine!!!

Ambarabà, Ciccì, Coccò, ai tre uomini confermò, lo spartirsi dei lavori, con denari e favori… il gran Boss così parlò, Ambarabà, Ciccì, Coccò!!!

Se dovessimo descrivere con modelli i soggetti “Ambarabà, ciccì, coccò“, questi potrebbero essere rappresentati in tre strutture distinte ma legati tra esse, già… in una serie di rapporti di scambi che potremmo semplificare in: politico, imprenditoriale, mafioso.

Lo schema, se pur può sembrare ridotto all’essenziale –va detto che esiste una molteplicità di rapporti che investono più componenti sociali ed i ruoli possono essere tra loro sovrapposti e/o diversificati – rende l’idea della complessità di questo sistema “illegale” che da quasi un secolo soffoca il nostro territorio.

Infatti, ciò che si vuol far credere all’opinione pubblica – da parte di quei oggetti posti nei settori chiave politico/istituzionale – è che vi sia da parte loro un interesse nel compiere i necessari atti a salvaguardia dei cittadini e di compiere tutte quelle azioni di contrasto nei confronti della mafia, in particolare nelle zone periferiche in cui si ha più necessità d’intervenire per salvare i troppi giovani a rischio. 

Questa categoria d’élite dimostra infatti di saper apprezzare gli arresti condotti dalle forze dell’ordine nei confronti di quegli affiliati criminali, ma evita (stranamente) di porre l’attenzione o di prendere le distanze – esprimendo di conseguenza il proprio risentimento, imbarazzo e soprattutto la propria contrarietà – quando si indaga sulla politica collusa o in quegli uffici istituzionali, tra i suoi referenti, nelle banche e soprattutto in quegli ambiti legati alla massoneria.

D’altronde come dicevo sopra vi è un legame che unisce ciascuno di essi ed è un meccanismo che fa si che essi si proteggano sempre, per salvaguardare ciascun loro interesse che va dalla raccomandazione, al favoritismo, dall’avanzamento di carriere, al giro di mazzette, corruzione, etc…

D’altro canto si sa… il politico favorisce l’imprenditore che si aggiudica gli appalti (oppure la concessione di favori di varia natura, come licenze, permessi, etc); egli infatti, utilizzando quel proprio ruolo all’interno della gestione pubblica, trasforma ciò che teoricamente dovrebbe essere una scelta imparziale, in una vera e propria contrattazione privatistica.

L’imprenditore da parte sua favorisce l’amico politico tramite il pagamento di tangenti, oppure interviene con favori di varia natura, come ad esempio finanziamenti per le campagne elettorali e sostegno in occasione delle elezioni.
Ecco quindi che viene totalmente a scomparire quella corretta libera concorrenza e si determina di fatto un meccanismo di spartizione del denaro pubblico!!!
Ed è in quest’ultima fase che la mafia gioca un ruolo determinante, perché grazie ad essa che si provvede all’organizzazione del consenso, alla raccolta dei voti, alla gestione delle preferenze elettorali, in particolare proprio in quelle aree periferie tenute sotto loro controllo.

Si può dire – senza ombra di dubbio – che quell’associazione criminale, rappresenta in maniera decisa lo strumento di consenso indispensabile per chi vuole forzare a suo favore i meccanismi della democrazia rappresentativa, ricevendo a fine elezione, proprio da quel politico ora eletto, favori di varia natura, tra cui licenze edilizie, concessioni, crediti agevolati, protezioni in senso generale, finanziamenti e rimborsi comunitari, leggi favorevoli e soprattutto interventi nei processi giudiziari.

Quanto sopra riportato, descrive solo in parte i vantaggi di ciascuna coalizione, ma mi riprometto nei prossimi post, di entrare meglio nello specifico affinché si possano comprendere in maniera palese, tutti i motivi che spingono la maggior parte dei miei conterranei a non voler cambiar nulla…
Sì… è vero: non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare!!!

Cosa sta accadendo nella Sicilia orientale…

Contrariamente a quanto sta accadendo nella Sicilia occidentale, l’organizzazione della criminalità organizzata – se così si può chiamare – in questa parte dell’isola orientale sta presentando una sua diversa operatività.

Le investigazioni hanno infatti permesso non solo di ricostruire gli organigrammi delle attività illegali svolte dai gruppi mafiosi, ma soprattutto che è il riciclaggio del denaro sporco, proveniente da quelle fiorenti attività a preoccupare, in quanto queste incidono e condizionano il tessuto economico sociale, attraverso la gestione di società costituite ad hoc, grazie alla consapevole partecipazione di pseudo “imprenditori” (dal pedigree limpido), vere e proprie teste di legno che permettono e favoriscono il conseguimento di quelle molteplici attività illecite.

Ecco quindi che i ricavi provenienti della vendita di stupefacenti, estorsioni, prostituzione, ricettazione, etc… diventano denaro da investirsi in nuove imprese e/o attività commerciali le quali vanno ad inserirsi in quei particolari settori in cui vi è una consistente richiesta.

Ecco quindi il venir fuori come funghi imprese di costruzioni, società di servizi, attività commerciali, imprese di trasporto, vendita di prodotti ortofrutticoli, concessionarie d’auto e mezzi d’opera, compro oro, noleggi, ristoranti, alberghi, sale giochi e scommesse, lidi balneari, ciascuna di queste attività ( ed altre presenti ma non riportate in questa sede) dimostrano di utilizzare quella protezione (mafiosa) per imporsi su una (eventuale… sì perché ormai non esiste più da tempo) concorrenza, ma soprattutto necessaria per ampliarsi e concludere nuovi affari. 

Nell’osservare infatti quanto sta accadendo si evidenzia una chiara collusione tra quegli esponenti o affiliati mafiosi e quei cosiddetti “imprenditori” i quali, quest’ultimi, dimostrano esser perfettamente a conoscenza delle dinamiche mafiose e degli equilibri che bisogna garantire agli altri Clan, dando luogo così a vere e proprie collaborazioni indispensabili per non alimentare rappresaglie, ma soprattutto necessarie per non incrinare gli affari.

Difatti in questo loro agire si potrà osservare come quelle società s’impegnino a ricercare nuovi canali di finanziamento per potersene appropriare; si veda ad esempio tutte le truffe perpetrate ai danni di Inps o dell’Ue, fondi ricevuti per milioni e milioni di euro, grazie a una rete di società compiacenti, consulenti del lavoro disponibili e soprattutto di soggetti che si prestano a predisporre quella necessaria documentazione.

Purtroppo come sempre accade, da quelle attività illegali emergeranno abituali reati di evasione fiscale, truffa aggravata, trasferimento di cospicue somme di denaro in paradisi fiscali ed ancora, acquisizione di beni immobili e mobili, attività commerciali e quant’altro possa loro permettere loro di riciclare quel denaro di provenienza illecita.

Quindi, se da una parte c’è chi sembra restare legato al proprio territorio e quindi a quella sua terra e di conseguenza punta tutto su di essa anche sui prodotti derivati, dall’altra parte della stessa isola c’è chi guarda a nuovi orizzonti; già… a nuove realtà diverse e soprattutto lontane, le quali risultano essere non solo proficue ma soprattutto poco controllate, il che permetterà a quei nuovi imprenditori, investimenti interessanti senza ricevere mai da quelle presenti forze dell’ordine, troppe domande.   

La nuova mafia abita in mezzo a noi, ma è diventata invisibile!!!

Caro Don Ciotti, ho letto stamani l’articolo pubblicato su “La Repubblica” e se da un lato ne condivido il pensiero, ritengo quanto dichiarato superato da un bel pezzo; già è come se Lei si fosse fermato ad alcuni anni fa e non fosse andato avanti. 

Lo dico tra l’altro come associato a “Libera” perché vede, parlare di mafia, di boss, di criminalità organizzata, d’imprenditoria collusa è molto semplice, esiste e sappiamo tutti come essa faccia di tutto per appropriarsi di quei settori econiìomici dove girano parecchi milioni di euro… 

Ma il problema fondamentale oggi è costituito dalle coperture a livello politico o dalle complicità finanziarie ed economiche cui lei fa correttamente riferimento, no… sono i cittadini, il livello medio/basso e soprattutto tutti quegli ambienti istituionali che sembrano rappresentare di fatto la legalità e la giustizia, ma che celano al proprio interno, soggetti che mostrano essere fortemente collusi e corrotti…

Quì non si tratta più di contare le vittime, come anche lei ha potuto costatare sono anni che non accade nulla, in particolare si può anche dire che non esiste più neppure il concetto di “antimafia” di cui ormai nessuno crede più… 

D’altronde mi dica che cosa significa essere antimafia? Quanti sono i soggetti che si dichiarano apertamente, che denunciano con il proprio nome e cognome o anche con la propria faccia??? Beh… pochissimi, il sottoscritto le ha contate sulla proprie dita… 

Ma si sa… i cittadini preferiscono restare omertosi, nessuno che denuncia pur di salvaguardare la propria posizione o per garantirsi quel proprio orticello familiare necessario per una eventuale successiva raccomandazione, la stessa d’altronde che ha permesso loro d’essere lì, in quei ruoli strategici, sì… se pur inadeguati.

Lacchè di mer… che approfittano di questo attuale sistema per compiere qualsivoglia malaffare e mettersi in tasca le ogni giorno mazzette che girano non in maniera celata per come si potrebbe credere, ma in bella vista!!!

Sì è vero… resta il sentimento puro di migliaia di giovani, gli stessi che scendono in piazza, ma sappiamo entrambi come quella intensità dovrà confrontarsi prima o poi con la realtà, già… tutta quella passione verrà infettata dalla società civile, dall’ambiente esterno, ma anche dai propri familiari, gli stessi che negli anni hanno beneficiato di quegli appoggi e che sanno bene a cui doversi rivolgere nel caso in cui si volesse agevolare il percorso dei propri figli, perché sappiamo bene come senza quelle vergognose agevolazoni, essi dimostrerebbero di essere come i loro genitori, già… altrettanto inadeguati!!!

Altro che seme di legalità, l’unica cosa che è germogliata in questi anni si chiama “raccomandazioni e favori”, è rappresenta la regola di quei nostri giovani, la stessa che evidenza una totale mancanza di responsabilità!!!

Ma lei è come Martin Luther King ed a quel suo “I have a dream”; sì… sogna che ci possa essere un paese diverso ed un futuro equo per tutti i giovani, ma sa bene che non è così!!!

Difatti, è proprio quello che alla fine della sua intervista dichiara rivolgendosi a quei giovani: “per costruire una realtà diversa bisogna prima sognarla”!!!

Mi dispiace concluedere non questa frase, ma il sottoscritto preferisce le parole riportate da Cicerone in una delle sue “Epistulae”: “Sunt facta verbis difficiliora”; letteralmente: “I fatti sono più difficili delle parole”!!!

Trent'anni fa quelle mani era "pulite"… Peccato che oggi, le mani di chi li ha sostituiti, sono ancor più luride!!!

Sono passati trent’anni da quel 17 febbraio 1992 quando venne arrestato a Milano Mario Chiesa, esponente del Partito socialista indagato per aver ricevuto una tangente da sette milioni di lire…

Da lì iniziò l’inchiesta nota come “Mani Pulite o Tangentopoli”, che dimostrò l’esistenza di un sistema corruttivo e clientelare che coinvolgeva tutti, in particolare i principali partiti di allora, ma soprattutto un grossa fetta dell’imprenditoria…

Beh… non so dire quanto bene abbia fatto quell’inchiesta, ovviamente non mi riferisco al fatto che essa abbia debellato una parte infetta del nostro paese, no… ciò a cui mi riferisco è che attraverso quella desiderata “pulizia”, generata certamente da una energica contestazione popolare, si sia permesso ad altri di realizzare un golpe “democratico”, che ha portato il nostro paese nei trent’anni successivi ad un livello di corruzione che ha condotto la nostra nazione ad essere definita tra le peggiori del mondo, con il più alto livello di concussione e corruzione…

Altro che mafia, già… come si può pensare di paragonare quelle associazioni criminali con ciò che ha fatto la politica e quei loro esponenti negli anni, questi ultimi hanno infatti rappresentato con le loro azioni riprovevoli quanto di più abietto la natura umana avesse potuto manifestare…   

Ci hanno detto che era finita la Prima Repubblica, ed oggi dopo la seconda, la terza e la quarta siamo ancora nella mer… già altro che mani pulite, ciò che ha seguito quell’inchiesta giudiziaria, ha dimostrato in maniera palese come nulla sia cambiato, anzi tutt’altro, le mani che avrebbero dovuto cambiare positivamente il paese, si sono dimostrate ancor più luride, avendo realizzato in ogni circostanza, quanto di più grave si poteva immaginare, con il solo fine di intascare tangenti o ricevere in cambio favori personali e familiari!!!

Mi piace vedere oggi quei nostri (integerrimi) rappresentanti istituzionali, in particolare quando nel ricordare i loro predecessori o quelle loro azioni ne prendono immediatamente le distanze, già si sentono diversi da essi, ma dimenticano quanto proprio loro, con le loro azioni, vanno ogni giorno compiendo!!!

Già, ci vuole coraggio (per non dire molta ipocrisia…) a buttar la pietra…   

Catania: Una città senza scampo!!!

In questi ultimi anni – potrei dire con esattezza da quando fu nominato Procuratore il Dott. Giovanni Salvi – in taluni ambienti, in particolare quelli d’ispirazione massonica, iniziarono tra quei suoi adepti, a diffondersi forti preoccupazioni,soprattutto tra coloro che avevano forti interessi politici, imprenditoriali ed ovviamente mafiosi…

A seguito della promozione (e ovviamente del successivo trasferimento…) del Dott. Salvi a Procuratore Generale di Roma, qualcuno pensava che finalmente le cose sarebbero tornate ad essere per come erano state nei lunghi anni precedenti, ma la nomina del Dott. Zuccaro a Procuratore di questa città, ha  rovinato ahimè i loro piani…  
Ecco quindi che quella vecchia casta “massone”, ha dovuto iniziare a fare nuovamente i conti con questa nuova Procura Nazionale, che ha innalzato l’asticella della legalità, dimostrando di non lasciare scampo a nessuno, neppure a quei cosiddetti “intoccabili”!!!
Certo, in questi anni, non si è rimasti con le mani in mano, tutt’altro… si è provato a spodestare quel suo capo ed anche i suoi collaboratori.
Sì… ci hanno provato in tutti i modi, con lo sbarco dei migranti, sono giunte critiche sul suo operato direttamente da importanti esponenti politici di Roma, hanno preso spunto dalle “ONG” per mettere in discussione quel suo ufficio, per poi seguire con quelle inchieste che hanno visto noti imprenditori posti ora sotto il mirino di quella lente giudiziaria, inchieste che hanno fatto certamente fatto emergere gravi complicità e che hanno dato luogo a forti diatribe tra la comunità…
Ma alla fine, egli ed il suo gruppo di collaboratori, sono ancora lì e tutto ciò, sta creando a quegli individui enormi problemi, non solo per i loro business, ma soprattutto per non riuscire a portare avanti quelle metodologie clientelare e mafiose, ritrovandosi di contro, con un potere fortemente limitato, tale da non poter assoggettare a se i cittadini di questa provincia, da sempre “succubi” di quelle metodiche… 
Ed allora eccoli a stravolgere quell’attacco e a ritornare ai vecchi tempi… 
Ma quale massoneria, quale mafia, quale corruzione e se ci dovessero essere degli omicidi… problemi di “corna” sono…!!!
Non c’è alcun motivo di creare allarmismi, quanto qualcuno va dichiarando fa parte di quelle cosiddette dicerie, cazzate che passano di bocca a bocca, senza alcun effettivo fondamento di verità…
Sì potremmo definirle, vere e proprie leggende metropolitane… 
Ma ditemi poi, v’immaginate quei conterranei messi li in fila all’interno di una qualche segreta, occultati con quegli abiti cerimoniali, con i visi coperti da quei cappucci per celare la propria identità…
Ah… soltanto a pensare a quali adepti potrebbero esserci lì sotto o per svago tentare d’associare i nomi dei proseliti a quei visi coperti dai copricapi… scoppio a ridere!!!  
Ora, quanto sopra non vuole certamente sminuire ciò che purtroppo realmente accade – questo sì realizzato… in maniera  “occulta” – e di come quelle loro azioni abbiano ad influenzare nel complesso la vita sociale, politica ed economica, di questa città etnea, della sua provincia, fino ad estendere quella propria influenza negativa, in tutta l’isola….
D’altronde se provate ad indagare, se cercate di addentrarvi all’interno di quel sistema politico economico e finanziario, state certi che nessuno di loro parla e soprattutto nel caso in cui qualcunod ecidesse di farlo, verrebbe attaccato e possibilmente distrutto!!!
Il sistema è fatto per essere blindato e chi non sta all’interno di quelle regole viene bandito… e pian piano, quel potere acquisito, verrà trasferito ad un altro soggetto, ben più disponibile ad assoggettarsi ai comandi ricevuti dall’alto di quella gerarchia piramidale…
Ma d’altronde, sono pochi, anzi potrei dire non vi è alcuno disponibile a rinunciare a quei posti chiave della politica, delle istituzioni, in quelle sedi rappresentatività o in quei consigli di enti e/o di società… nessuno tra loro è disposto a perdere quel posto e soprattutto gli arricchimenti sproporzionati ricevuti immeritatamente!!!
Questi soggetti, hanno come un “cancro” infettato questa nostra città ed i loro tentacoli si sono infiltrati ovunque, in tutti i comparti dell’economia e della politica, ed anche quelle istituzioni, che avrebbero dovuto essere garanti di principi inviolabili, si sono dimostrati viceversa, palesemente manipolabili, non garantendo più neppure quei minimi requisiti di “riservatezza”, a chi a differenza loro, si era esposto!!!
Quindi, con un potere così immenso, con una serie di complicità in quasi tutti gli apparati, con la garanzia d’avere a disposizione una serie di soggetti fortemente collusi, ricattati e ricattabili, come si può credere che qualcosa potrà prima o poi cambiare, quando la maggior parte di essi, direttamente o indirettamente, sono di fatto a servizio della mafia???
Catania… per quanto se ne voglia dire, resta purtroppo una città senza scampo!!!

La massoneria a Catania??? Ma guarda un po'…


Non ricordo più quante volte ho parlato nei miei post di “massoneria”, in particolare proprio di quella nostra “Catanese”!!! 

Già, proprio alcuni giorni fa, rivolgendomi al nostro Governatore Musumeci, ho ricordato questo sistema criminale che lega tra loro personaggi a prima vista certamente irreprensibili, ma che nei fatti opera – direttamente o indirettamente – affinchè si possano compiere affari prettamente illegali… 
E’ un sistema “celato” che unisce le potenzialità di ciascun iscritto alla loggia, in cambio di benefici personali o collettivi…
Sono uomini e donne ben inseriti all’interno di quegli uffici istituzionali oppure sono professionisti che operano all’interno di noti studi legali, a cui si aggiungono molti provenienti dal mondo accademico e per finire gli esperti… specializzati nel settore dei servizi, quali ad esempio quello delle consulenze di amministrazioni societarie, contabilità, dichiarazioni fiscali e quant’altro, metodologie utilizzate solitamente per eludere il sistema tributario…
A quel connubio partecipano inoltre abituali personaggi legati a quel mondo imprenditoriale, di cui molti di loro si è visto nel tempo essere semplici “prestanome”, che operano sottostando agli ordini ricevuti… 
Si uniscono, ma quelli si sa non mancano mai, i politici e quanti rappresentano all’interno di quei consigli comunali, la parte componente dell’organo esecutivo…
Ciascuno di loro inter-scambia favori, riporta notizia, favorisce gli amici, insabbia documenti scottanti e avvisa su eventuali indagini in corso da parte delle procure…
Il sistema si potrebbe definire marchiato… e chi appartiene a quella massoneria è come fosse marchiato con il fuoco…
Uno schifo… sì perché la cosa assurda è che tutti sanno di questo mondo clientelare e cosa incredibile è che molti di quei seguaci, sono convinti d’appartenere a chissà quale gruppo eletto… a modello “Bilderberg”, senza comprendere di essere stati semplicemente inseriti in una società massone, che non da loro alcuna capacità, ne personale e ancor meno… divina!!!
Come d’altronde servono a ben poco, anzi direi a nulla, quei titoli del caz… di “gran commendatore, sublime principe, cavaliere dell’ascia reale, gran pontefice, capo del tabernacolo, prevosto e giudice, ecc…”, attraverso i quali ci si vorrebbe atteggiare a chissà quali personaggi illustri… 
Peraltro è lo stesso atteggiamento utilizzato dal loro gran maestro, un emerito ignorante che si ritiene essere stato “illuminato” (sì forse da qualche lampada… ), ma la cui aurea purtroppo non è ben visibile e difatti, quei suoi stessi referenti (d’altrettanta bassezza culturale),  non comprendono minimamente nulla di quanto egli espone in quelle convocazioni…
La cosa comunque che più di tutte mi fa sorridere, è vederli così, già legati tutti “appassionatamente”, sapere di vivere quelle loro vite in maniera “simbolica”, con la convinzione di essere, veri e propri “eletti“… 
In quel loro mondo auto-celebrativo, dimenticano però che ci sono regole da rispettare, ed ogni tanto capita anche a loro di scontrarsi con la giustizia (quella terrena…), sì… proprio quella che tanto professano, ma che poco rispettano…
Ma d’altronde si sa… una persona incompetente alla guida di una Loggia è come un falco in volo dal quale tutti gli uccelli inferiori s’affrettano a sfuggire e lo lasciano come il solo inquilino del cielo. Allo stesso modo un tale Maestro Venerabile farà sì che la Loggia sia disertata dai suoi membri ed egli resterà solo nella sua gloria…

La massoneria a Catania??? Ma guarda un po'…


Non ricordo più quante volte ho parlato nei miei post di “massoneria”, in particolare proprio di quella nostra “Catanese”!!! 

Già, proprio alcuni giorni fa, rivolgendomi al nostro Governatore Musumeci, ho ricordato questo sistema criminale che lega tra loro personaggi a prima vista certamente irreprensibili, ma che nei fatti opera – direttamente o indirettamente – affinchè si possano compiere affari prettamente illegali… 
E’ un sistema “celato” che unisce le potenzialità di ciascun iscritto alla loggia, in cambio di benefici personali o collettivi…
Sono uomini e donne ben inseriti all’interno di quegli uffici istituzionali oppure sono professionisti che operano all’interno di noti studi legali, a cui si aggiungono molti provenienti dal mondo accademico e per finire gli esperti… specializzati nel settore dei servizi, quali ad esempio quello delle consulenze di amministrazioni societarie, contabilità, dichiarazioni fiscali e quant’altro, metodologie utilizzate solitamente per eludere il sistema tributario…
A quel connubio partecipano inoltre abituali personaggi legati a quel mondo imprenditoriale, di cui molti di loro si è visto nel tempo essere semplici “prestanome”, che operano sottostando agli ordini ricevuti… 
Si uniscono, ma quelli si sa non mancano mai, i politici e quanti rappresentano all’interno di quei consigli comunali, la parte componente dell’organo esecutivo…
Ciascuno di loro inter-scambia favori, riporta notizia, favorisce gli amici, insabbia documenti scottanti e avvisa su eventuali indagini in corso da parte delle procure…
Il sistema si potrebbe definire marchiato… e chi appartiene a quella massoneria è come fosse marchiato con il fuoco…
Uno schifo… sì perché la cosa assurda è che tutti sanno di questo mondo clientelare e cosa incredibile è che molti di quei seguaci, sono convinti d’appartenere a chissà quale gruppo eletto… a modello “Bilderberg”, senza comprendere di essere stati semplicemente inseriti in una società massone, che non da loro alcuna capacità, ne personale e ancor meno… divina!!!
Come d’altronde servono a ben poco, anzi direi a nulla, quei titoli del caz… di “gran commendatore, sublime principe, cavaliere dell’ascia reale, gran pontefice, capo del tabernacolo, prevosto e giudice, ecc…”, attraverso i quali ci si vorrebbe atteggiare a chissà quali personaggi illustri… 
Peraltro è lo stesso atteggiamento utilizzato dal loro gran maestro, un emerito ignorante che si ritiene essere stato “illuminato” (sì forse da qualche lampada… ), ma la cui aurea purtroppo non è ben visibile e difatti, quei suoi stessi referenti (d’altrettanta bassezza culturale),  non comprendono minimamente nulla di quanto egli espone in quelle convocazioni…
La cosa comunque che più di tutte mi fa sorridere, è vederli così, già legati tutti “appassionatamente”, sapere di vivere quelle loro vite in maniera “simbolica”, con la convinzione di essere, veri e propri “eletti“… 
In quel loro mondo auto-celebrativo, dimenticano però che ci sono regole da rispettare, ed ogni tanto capita anche a loro di scontrarsi con la giustizia (quella terrena…), sì… proprio quella che tanto professano, ma che poco rispettano…
Ma d’altronde si sa… una persona incompetente alla guida di una Loggia è come un falco in volo dal quale tutti gli uccelli inferiori s’affrettano a sfuggire e lo lasciano come il solo inquilino del cielo. Allo stesso modo un tale Maestro Venerabile farà sì che la Loggia sia disertata dai suoi membri ed egli resterà solo nella sua gloria…

Cara Sicilia…

Alcuni giorni fa in aeroporto, mentre attendevo un amico, mi sono ritrovato a leggere una rivista internazionale in inglese, lasciata lì su una panchina da qualche passeggero in partenza…
Mi ha incuriosito perché la copertina evidenziava un articolo sulla nostra cara isola, ed allora ho iniziato a leggere, ed ecco tradotto quanto in maniera abbastanza semplicistica quel mensile riportava: 
L’aeroporto principale in Sicilia si chiama Falcone-Borsellino, in memoria dei due magistrati antimafia saltati in aria per aver lottato contro Cosa Nostra…
Un periodo che ha insanguinato l’isola italiana e che ha coinvolto la mafia siciliana, in una serie di conflitti e di attacchi contro alcuni funzionari pubblici…
Eppure, ancora oggi, la maggior parte delle sue imprese, lotta quotidianamente per stare in piedi, in un clima imprenditoriale inospitale è ancora più duro perché deve tentare di respingere le influenze o le attenzioni di quell’associazione criminale…
Inoltre molte di quelle aziende devono affrontare tutta una serie di problemi, che pur sembrando banali, creano di fatto gravi danni, vedasi ad esempio le forniture irregolari di acqua e/o di elettricità, un’amministrazione pubblica ostile che presenta una consapevolezza diffusa secondo cui, i posti di lavoro hanno il diritto di ricevere una retribuzione mensile, ma a ciò non corrisponde alcun corrispondente dovere di lavoro!!!
Inoltre, le scarse infrastrutture dei trasporti e la evidente distanza che la Sicilia ha dal cuore dell’Europa, contribuiscono a spiegare i motivi che allontanano le imprese da questa regione e producono ben il 35% di disoccupazione, più del doppio della media nazionale, ed è il motivo per cui molti investitori stranieri ed anche nazionali, si astengono di recarsi in questa regione, convinti che la posizione, sia paragonabile a quella da terzo mondo.
Già alcune imprese siciliane, tra quelle industrializzate, sono probabilmente uniche nel mondo, considerato che ricevono dalla società di servizi di pubblica utilità,  la semplice fornitura di acqua soltanto un giorno su tre… 
Pensate che a Caltanissetta, nella Sicilia centrale, una fabbrica internazionale “Averna”, che produce un amaro digestivo a base di erbe è a volte senza acqua bollente per una settimana… 
La società ha dovuto ampliare a proprie spese gli impianti, per realizzare dei serbatoi di stoccaggio, per perforare i terreni alla ricerca di pozzi ed infine per l’installazione di depuratori….

Riporta correttamente il titolare dell’azienda: “Quali altre imprese di bibite nel mondo, devono sostenere tutti questi costi così elevati?”…

Lo stesso problema l’aveva avuto anche la “ST Microelectronics”, un gruppo franco-italiano che realizza a Catania, chip di memoria: Il problema è stato risolto, dopo che finalmente le autorità cittadine sono state persuase a posare le necessarie tubazioni per fornire il servizio idrico adeguato a questa compagnia, che rappresenta il più grande datore di lavoro industriale della Sicilia, con migliaia di lavoratori…
Analoga situazione avveniva per l’energia elettrica, dove non passava un giorno senza che ci fosse un blackout… interruzione che durava anche alcune ore, a causa di problemi con gli alimentatori, fino a quando poi la stessa società, non ha fatto installare una seconda linea ad alta tensione dalla rete e nuovi sistemi di energia alternativa…
Nonostante ciò, la stessa compagnia francese ha affermato che i rapporti con le autorità sono buoni….
Ma molte altre aziende hanno perso la pazienza a combattere con tutti le istituzioni locali, enti che alimentano quotidianamente barriere burocratiche, con l’aggravante soprattutto, che essi stessi, si dimostrano tra i peggiori clienti, in quanto solitamente non rispettano le scadenze dei propro pagamenti… lasciando così indebitate molte società – in particolare quelle private- che si ritrovano a non poter pagare gli stipendi ai loro dipendenti e a dover chiudere, seppur l’interessante credito avanzato e da incassare da parte di quegli Enti Regionali e/o Comunali… 
L’articolo ovviamente proseguiva, ma mi è bastato leggere quanto sopra, che mi è venuto il voltastomaco, sì… a pensare in quali modi veniamo visti dall’estero…
Hanno distrutto la terra più bella e meravigliosa nel mondo… e per colpa di quattro deficienti, ci ritroviamo ad essere descritti in questa maniera vergognosa…
Ed allora, rivolgendomi alla mia terra scrivo: “Cara Sicilia, il 2018 è entrato, ma credimi, non so più… cosa augurarti”!!!  

Sicilia: Bene… a proposito di classifica, siamo migliorati, quest'anno la nostra regione è seconda per povertà!!!

Sì a differenza del 2016 nel quale la nostra regione deteneva il primato del rischio povertà, quest’anno siamo migliorati: siamo secondi!!!
Già, l’anno scorso eravamo la regione con la più alta percentuale di povertà (il 55% contro il 47% della Puglia) ed oggi, se pur restiamo al primo posto per la più bassa occupazione lavorativa, abbiamo lasciato quell’infelice podio…
Possiamo dire che negli ultimi tre anni, l’incidenza delle povertà è rimasta pressoché stabile, con variazioni tra il 6-8%, una cifra di per se smisurata, se si pensa al numero ufficiale di abitanti nella nostra regione, circa 5.000.000 a cui andrebbero sommate le centinaia di migliaia di immigrati, che ogni giorno stanno giungendo in quest’isola.. 
Ovviamente l’incidenza della povertà assoluta, aumenta se la famiglia è sostenuta da un solo capo famiglia “operaio” (circa il 10%) e diminuisce considerevolmente se lo stesso è dirigente, quadro o impiegato (circa il 2%) oppure se ritirato o licenziato dal lavoro (circa il 3,5%).
I livelli purtroppo (nella nostra regione) di grave deprivazione materiale, sono più che doppi rispetto alla media italiana… infatti più di un quarto degli individui attualmente presenti, si trova in tale condizione…
Va aggiunto inoltre – per come dicevo prima- che la nostra isola, rappresenta la regione con la massima diffusione di bassa intensità lavorativa, questo grazie alle politiche di governo succedutesi nel tempo e a quel sistema collusivo/mafioso, a cui sono ancora oggi, sono fortemente legate la maggior  parte delle nostre imprese…
Secondo l’Istat, sono oltre 4 milioni i Siciliani in condizione di povertà assoluta… ma di questo, nessuno ne parla o quantomeno s’interessa…
Sentite mai dibattere un qualche politico su temi così seri… avete mai ascoltato un solo programma concreto, che preveda una definitiva svolta per questa regione… 
NO!!! Ed è ovvio… 
Nessuno di loro ha competenze specifiche e imprenditoriali a lungo termine, da saper comprendere di cosa ha bisogno questa nostra terra…
Si tratterebbe infatti di riesaminare totalmente il quadro completo di qualificazioni, potenzialità e competenze della nostra regione, per meglio individuare quali valutazioni vanno adottate, alla luce delle trasformazioni sociali, economiche e culturali che di qui a un decennio, si potrebbero manifestare.
Vanno inoltre rivisti, i cambiamenti politici ed economici di tutti quei paesi, prospicienti l’area del mediterraneo… 
C’è infatti la necessità di modificare l’offerta, proponendo a possibili investitori, tutta una serie di vantaggi logistici, strutturali, ma soprattutto burocratici e finanziari… contribuendo con una serie di agevolazioni, che inducano a scegliere il nostro paese, la nostra regione, rispetto ad altri Stati concorrenti, vedasi ad esempio Malta…
Bisogna puntare su una nuova tipologia d’imprenditori, capaci di fare business non attraverso speculazioni finanziarie o aggiudicazioni d’appalti pubblici, necessari il più delle volte a riciclare denaro proveniente da attività illecite… ma bensì, puntando verso nuove idee, sostenendo l’imprenditoria giovanile e promuovendo quei soggetti che dimostrano essere, non solo creativi, ma anche innovativi…
Bisogna sviluppare un sistema specifico, atto a promuovere politiche volte a favorire la realizzazione d’esperienze pratiche d’imprenditorialità, con un apparato di ausilio (workshop di esperti), che sostenga in quella prima fase, l’avvio dell’attività…
D’altronde “imprenditorialità” significa agire sulle opportunità e sulle idee per trasformarle in valore per gli altri…
Se da un lato quindi c’è bisogno di un salto culturale, dall’altro vanno comprese le vere necessità e le potenzialità che la nostra regione offre, tenendo sempre conto in quella sua crescita, del rispetto delle risorse naturali, energetiche e paesaggistiche…
E’ tempo di unire le forze e ciascuno di quei settori deve fare la propria parte…
Mi riferisco al settore privato, a quello pubblico e al terzo settore, perché ciascuno di essi, se pur in maniera distinta (o in qualsivoglia combinazione tra loro) permetta con il proprio operato, lo sviluppo di questa terra, ma soprattutto, permetta ai suoi conterranei, di non essere esclusivamente dei numeri “spenti”, ma finalmente esseri… attivi!!!
Tutti potranno contribuire in maniera positiva a questo sviluppo sociale, permettendo a chiunque di sviluppare imprese start-up e dando concretezza a quell’individuale capacità imprenditoriale…
Così facendo, si potrà garantire quella necessaria ripresa del mercato del lavoro, offrendo a quanti oggi disoccupati, nuove opportunità occupazionali, sia come dipendenti, che come lavoratori autonomi…
Vedete, basterebbe poco per migliorare una volta e per tutte questa nostra terra… l’importante è avere dinnanzi a noi… tutti uno scopo!!!
Lo stesso che non soddisfi esclusivamente i bisogni di ciascuno, ma che permetta una crescita culturale collettiva, garante negli anni avvenire, di creare finalmente uno sviluppo sociale ed economico…
le idee ci sono… per adesso purtroppo accontentiamoci di sapere… d’essere ancora poveri!!!

Sicilia: Bene… a proposito di classifica, siamo migliorati, quest'anno la nostra regione è seconda per povertà!!!

Sì a differenza del 2016 nel quale la nostra regione deteneva il primato del rischio povertà, quest’anno siamo migliorati: siamo secondi!!!
Già, l’anno scorso eravamo la regione con la più alta percentuale di povertà (il 55% contro il 47% della Puglia) ed oggi, se pur restiamo al primo posto per la più bassa occupazione lavorativa, abbiamo lasciato quell’infelice podio…
Possiamo dire che negli ultimi tre anni, l’incidenza delle povertà è rimasta pressoché stabile, con variazioni tra il 6-8%, una cifra di per se smisurata, se si pensa al numero ufficiale di abitanti nella nostra regione, circa 5.000.000 a cui andrebbero sommate le centinaia di migliaia di immigrati, che ogni giorno stanno giungendo in quest’isola.. 
Ovviamente l’incidenza della povertà assoluta, aumenta se la famiglia è sostenuta da un solo capo famiglia “operaio” (circa il 10%) e diminuisce considerevolmente se lo stesso è dirigente, quadro o impiegato (circa il 2%) oppure se ritirato o licenziato dal lavoro (circa il 3,5%).
I livelli purtroppo (nella nostra regione) di grave deprivazione materiale, sono più che doppi rispetto alla media italiana… infatti più di un quarto degli individui attualmente presenti, si trova in tale condizione…
Va aggiunto inoltre – per come dicevo prima- che la nostra isola, rappresenta la regione con la massima diffusione di bassa intensità lavorativa, questo grazie alle politiche di governo succedutesi nel tempo e a quel sistema collusivo/mafioso, a cui sono ancora oggi, sono fortemente legate la maggior  parte delle nostre imprese…
Secondo l’Istat, sono oltre 4 milioni i Siciliani in condizione di povertà assoluta… ma di questo, nessuno ne parla o quantomeno s’interessa…
Sentite mai dibattere un qualche politico su temi così seri… avete mai ascoltato un solo programma concreto, che preveda una definitiva svolta per questa regione… 
NO!!! Ed è ovvio… 
Nessuno di loro ha competenze specifiche e imprenditoriali a lungo termine, da saper comprendere di cosa ha bisogno questa nostra terra…
Si tratterebbe infatti di riesaminare totalmente il quadro completo di qualificazioni, potenzialità e competenze della nostra regione, per meglio individuare quali valutazioni vanno adottate, alla luce delle trasformazioni sociali, economiche e culturali che di qui a un decennio, si potrebbero manifestare.
Vanno inoltre rivisti, i cambiamenti politici ed economici di tutti quei paesi, prospicienti l’area del mediterraneo… 
C’è infatti la necessità di modificare l’offerta, proponendo a possibili investitori, tutta una serie di vantaggi logistici, strutturali, ma soprattutto burocratici e finanziari… contribuendo con una serie di agevolazioni, che inducano a scegliere il nostro paese, la nostra regione, rispetto ad altri Stati concorrenti, vedasi ad esempio Malta…
Bisogna puntare su una nuova tipologia d’imprenditori, capaci di fare business non attraverso speculazioni finanziarie o aggiudicazioni d’appalti pubblici, necessari il più delle volte a riciclare denaro proveniente da attività illecite… ma bensì, puntando verso nuove idee, sostenendo l’imprenditoria giovanile e promuovendo quei soggetti che dimostrano essere, non solo creativi, ma anche innovativi…
Bisogna sviluppare un sistema specifico, atto a promuovere politiche volte a favorire la realizzazione d’esperienze pratiche d’imprenditorialità, con un apparato di ausilio (workshop di esperti), che sostenga in quella prima fase, l’avvio dell’attività…
D’altronde “imprenditorialità” significa agire sulle opportunità e sulle idee per trasformarle in valore per gli altri…
Se da un lato quindi c’è bisogno di un salto culturale, dall’altro vanno comprese le vere necessità e le potenzialità che la nostra regione offre, tenendo sempre conto in quella sua crescita, del rispetto delle risorse naturali, energetiche e paesaggistiche…
E’ tempo di unire le forze e ciascuno di quei settori deve fare la propria parte…
Mi riferisco al settore privato, a quello pubblico e al terzo settore, perché ciascuno di essi, se pur in maniera distinta (o in qualsivoglia combinazione tra loro) permetta con il proprio operato, lo sviluppo di questa terra, ma soprattutto, permetta ai suoi conterranei, di non essere esclusivamente dei numeri “spenti”, ma finalmente esseri… attivi!!!
Tutti potranno contribuire in maniera positiva a questo sviluppo sociale, permettendo a chiunque di sviluppare imprese start-up e dando concretezza a quell’individuale capacità imprenditoriale…
Così facendo, si potrà garantire quella necessaria ripresa del mercato del lavoro, offrendo a quanti oggi disoccupati, nuove opportunità occupazionali, sia come dipendenti, che come lavoratori autonomi…
Vedete, basterebbe poco per migliorare una volta e per tutte questa nostra terra… l’importante è avere dinnanzi a noi… tutti uno scopo!!!
Lo stesso che non soddisfi esclusivamente i bisogni di ciascuno, ma che permetta una crescita culturale collettiva, garante negli anni avvenire, di creare finalmente uno sviluppo sociale ed economico…
le idee ci sono… per adesso purtroppo accontentiamoci di sapere… d’essere ancora poveri!!!

C'è un bel modo elegante di fare censura a Catania… quando si parla di associazione mafiosa!!!

Potrei dire che vi è uno sforzo comune che caratterizza l’autocensura nella nostra regione, in particolare nella mia provincia, quella di Catania…
E come se tutti fossero concordi, che certe notizie, non debbano emergere o quantomeno, si preferisce tenerle occultate… 
D’altronde perché sollevare polveroni quando l’informazione potrebbe essere falsa, perché lanciare fango a casaccio, quando la verità potrebbe risultare tutt’altra…
Certamente, tutto è utile per velare la realtà, ma quante volte abbiamo visto ribaltare nei nostri tribunali quei vari gradi quei giudizi, ove, presunti colpevoli, etichettati da tutti con giudizi “infamanti”, si sono ritrovati successivamente, dopo molti anni… “vittime”, ultimo ad esempio… il funzionario Bruno Contrada!!! 
In altre parole, sarebbe certamente bellissimo, poter analizzare il fenomeno di quel intreccio fra mafia e politica, senza doversi aspettarsi sempre, una qualche dichiarazione di un pentito o possibili intercettazioni, dalle quali è pensabile allestire un quadro d’insieme… 
Ma tutti noi, sappiamo bene che ciò, falserebbe quel libero giudizio, “marchiando” sin da subito quali responsabili, quegli interpreti principali della nostra imprenditoria e politica siciliana…
Quante volte infatti quei sospetti si sono dimostrati infondati… basti vedere tutti gli avvisi di garanzia di questi ultimi dieci anni… 
Arresti, sequestri, confische che non hanno condotto a nulla, abbiamo visto come l’operato degli uomini e donne delle nostre istituzioni, è stato totalmente ribaltato da alcune sentenze, da parte di alcuni giudici, che hanno evidenziato la mancanza di legame, tra quegli uomini “noti” ed alcuni affiliati di quelle cosche mafiose… 
Nessuna associazione per avere il controllo dei voti, in cambio dell’accesso alle milionarie risorse pubbliche…
Nulla… ci si è sbagliati… e quindi perché doverne parlare pubblicamente???
Non vi è nulla da dire ed è il motivo per cui, certe notizie è meglio tenerle segretate, d’altronde coloro che leggono, potrebbero farsi una errata idea di come realmente siano andate le cose… 
E’ chiaro ormai a tutti, che da noi, è vietato intraprendere quel difficile cammino della verità, necessario per ricevere quelle giuste risposte o per meglio comprendere quelle delicate questioni… descrizioni particolareggiate di un sistema politico, di un metodo affaristico, di un regime di potere in cui si intrecciano esponenti di partito, pubblica amministrazione, imprenditoria ed ovviamente mafiosi!!!
Il resto parla da se… o meglio, non parla!!! 

Ostaggi del sistema "mafioso"…

Oggi si ritorna a votare per i ballottaggi e una fetta di cittadini s’incolonna in quei seggi per andare a dare il proprio consenso elettorale…

E dire che proprio questo momento, potrebbe rappresentare – almeno per noi siciliani – una grande occasione per fare un po di pulizia!!!
Già… il rifiutarsi di votare, potrebbe permettere di tagliare definitivamente, con quel cordone ombelicale che ci lega ad un regime partitocratico, che negli ultimi 50 anni, si è dimostrato consociativo con mafia e poteri occulti dello stato… 
D’altronde se vediamo tutte le relazioni annuali prodotte nelle varie commissioni nominate, si può intuire come i rapporti fra mafia e politica in particolare nella nostra regione siciliana, siano perfettamente efficienti… basti osservare le costanti indagini compiute dalle nostre procure, nei confronti sia di noti uomini politici, che di dirigenti della pubblica amministrazione, a cui vanno sommati quelli di varie associazioni imprenditoriali o di categorie, per terminare con quei “corrotti” professioni, sospettati di compromissioni dirette con quei poteri mafiosi….
Abbiamo visto storicamente quanto la nostra regione sia stata dal dopoguerra ad oggi, seriamente intrecciata fra i meandri di quei comitati d’affari, legati ai partiti e a quella associazione mafiosa, che ne hanno contrassegnato la storia politica ed economica della nostra isola…
Come voler dimenticare lo scontro all’interno di quella corrente democristiana, con da un lato Lima e dall’altro Ciancimino, con Andreotti quale ago della bilancia…
Un trentennio di spartizioni di potere fra mafia e politica, con uno stato “deviato” provvisto di una sua struttura piramidale, militarmente organizzata, in grado di minacciare ogni settore della vita del Paese, capace di dare vita ad una loggia massonica golpista, intorno alla quale gravitavano personaggi importanti e uomini delle istituzioni…
Di contro vi era la società civile… contrapposta a quel sistema deviato, ma destinata alla sconfitta, insieme a tutti i suoi apparati giudiziari, politici, economici e produttivi, in quanto, fortemente intaccati al suo interno, da complicità e connivenze…
Ovviamente il degrado presente allora nella nostra regione e la disponibilità dei suoi conterranei, ha permesso di trovare in quel fenomeno consociativo, un punto d’incontro, che ha consentito alla criminalità organizzata di ampliarsi ed irrobustirsi, all’ombra dello sfruttamento partitocratico delle risorse pubbliche…
Due poteri, quello legale e quello criminale, uniti da un  stesso obbiettivo,  la spartizione del denaro pubblico e l’annullamento di tutti quei principi di legalità, che trovavano in quel clientelismo, la propria forza e che ha permesso a quel sistema di affiliazione di fare proseliti, non solo tra gli esponenti politici, ma anche fra le istituzioni, con uomini dello stato sempre a disposizione di quel potere, sia giudiziario, che repressivo, a cui vanno sommati uomini influenti, che controllavano banche, sindacati, ed anche lo stesso vaticano… 
Erano di fatto… ostaggi di quel sistema e chi si è voluto ribellare ed ha tentato di contrastare quella struttura collusiva, è stato barbaramente ucciso oppure rimosso dal proprio incarico…
La politica in Sicilia, ha dimostrato d’esser stata in rapporto di sudditanza rispetto a cosa nostra, permettendo a quest’ultima, di gestire le risorse dell’isola e foraggiando contemporaneamente i propri apparati mafiosi e quelli dei vari partiti, di governo e d’opposizione… che nei fatti, la sostenevano!!!
Il costo di quel saccheggio lo si è pagato allora in termine di vite umane, ma purtroppo lo si paga nuovamente oggi, osservando la frustrazione dei giovani, negati in questa loro terra dai più semplici diritti…
Un mondo di speranza precluso, poiché ostacolato in ogni suo settore, da quel sistema “clientelare e mafioso” che continua – grazie all’appoggio dei suoi conterranei – ad influenzare in maniera negativa… questa nostra meravigliosa terra!!!

Volete investire in Sicilia, bene… andate a Malta!!!

Ormai sono stanco di ripeterlo… ma sembra che uno dei nostri maggiori problemi – che dovrebbe essere risolto in Sicilia – non viene neppure affrontato o meglio, viene dirottato verso altri paesi, nuovi paradisi fiscali… specializzati nel proteggere denaro proveniente da meccanismi di evasione e riciclaggio…
Di cosa sto parlando ??? Ma del mondo del lavoro… del problema dell’occupazione!!!
Scusate, ma vorrei chiedere a tutti questi nostri governanti, che perdono quel loro tempo a discutere su elezioni appena concluse o su quelle prossime già in programma, sì… mi rivolgo a ciascuno di essi, sia a quelli “nazionali” che a quelli regionali, (per fortuna ancora per pochi mesi…), ma dove sono i programmi concreti per risolvere questa piaga???
Su quanto sopra debbo concordare con il programma espresso dalla Lega di Salvini, che prevede contro la disoccupazione uno “shock fiscale” in grado di liberare il nostro sistema produttivo da una tassazione “sanguisuga”, considerata tra le più alte al mondo e stabilendo un’aliquota unica intorno al 15% (io ritengo il 23% un dato più corretto…), che renderà conveniente a tutte le società estere investire e soprattutto farà in modo che quelle nazionali, continuino a restare in questo paese a produrre…
Inoltre, bisognerebbe fare una distinta selezione delle imprese… dividere cioè quelle affidabili da quelle fraudolente o ancor peggio, colluse con la criminalità organizzata; imprese che nascono per essere recipienti di voti e utilizzate principalmente per riciclare denaro sporco e creare business illegale…
Bisogna distruggere una volta e per tutte queste società fittizie, incapaci di fare impresa e specializzate esclusivamente nel compiere bancarotte fraudolente…
Basta con personaggi venduti che si prestano a fare gli amministratori prestanome, come vanno cancellati dal mondo del lavoro, tutti quei nominativi che dimostrano essere stati affiliati al sistema “cosa nostra”, lo stesso che ha permesso ad essi, i aggiudicarsi i tanti appalti, sia pubblici che privati…
Ed allora, in una terra in continua evoluzione, con un grande possibilità di sviluppo, ecco che la nostra classe dirigente si attiva affinché queste nuove idee possano concretizzarsi… 

Ne è l’esempio, il congresso di Confindustria a Catania, proprio di qualche giorno fa, i cui ospiti sono stati accolti al Palazzo degli Elefanti, dal nostro sindaco Bianco…
Il tema del convegno è rappresentato da un titolo interessante, perché fa comprendere a tutti, quanto bisogno ci sia del sostegno di ciascuno di quegli operatori, in particolare proprio degli imprenditori, poiché è grazie ad essi, che si potrà compiere quel radicale cambiamento…
Ecco quindi che finalmente, i nostri imprenditori, danno dimostrazione di saper credere in questa loro terra, perché rappresenta l’essenza di ciascuno di essi, un seme venuto alla luce che prende vita grazie a questa terra, la stessa che è stata cara ai loro avi e nella quale oggi vivono familiari, parenti e amici…
E quindi… come pensare di fare a meno di essa, qui è la vita e qui un giorno sarà la loro dimora per l’eternità…
Ecco quindi che gli imprenditori di Confindustria, guidati da Antonello Biriaco, si propongono a noi tutti con un tema avvincente: Malta Opportunità per le imprese italiane nell’ambito dei processi di internazionalizzazione!!!
Ehm… scusate… no… crediamo forse d’aver sbagliato convegno… (“minchia”… ma può essere che abbiamo sbagliato stanza…??? Ahooo… eppure il palazzo è questo??? Siamo ancora a Catania, ma controlla l’invito: L’incontro avrà ad oggetto l’esame del sistema imprenditoriale maltese, che costituisce un’opportunità nell’ambito dei processi di internazionalizzazione delle imprese italiane. Infatti, negli ultimi tempi Malta che, come noto, già da molti anni è entrata a far parte dell’UE, ha assunto sempre maggiore centralità nelle scelte strategiche degli imprenditori che sentono l’esigenza di assicurare alle proprie imprese una presenza internazionale crescente. Pertanto, l’obiettivo del presente incontro è quello di far conoscere le opportunità che, in questo contesto, Malta può offrire, nonché quello di individuare il corretto approccio rispetto ai processi aziendali da implementare che dovranno tenere conto degli aspetti produttivi, organizzativi, di localizzazione della “intellectual property”, societari e fiscali.
Scusate, ma non dovevamo affrontare il problema del lavoro in Sicilia, di migliorare le opportunità del’isola per indurre gli imprenditori nazionali ed esteri a investire in questo nostro territorio; creare nuove realtà turistico/alberghiere per offrire quanto di meraviglioso offre la nostra isola…
Mare e montagna, un vulcano spettacolare, una cucina unica con piatti realizzati dai nostri prodotti tipici e poi la gastronomia, i dolci, il vino, l’olio, una terra solare capace di dare i migliori frutti del mondo, ma soprattutto arte, siti archeologici, anche l’aria che si respira emana cultura…
Potremmo essere i più ricchi al mondo, se solo il nostri governanti e quei “pseudo” imprenditori, riuscissero a mettere a frutto, una sola parte dei nostri inestimabili tesori, naturali e non…
Ed invece cosa si fa… si organizzano convegni per spiegare al meglio a quei pochi imprenditori ancora intraprendenti, che è meglio che trasferiscano a Malta la loro attività…
Certo andiamo a migliorare quel paese, lo stesso che non si cura dei problemi dei migranti, che fa si che le loro banche non collaborino con le nostre forze dell’ordine per smascherare tutti quei correntisti anonimi, conosciuti esclusivamente con numeri cifrati, nomi e cognomi protetti da note fiduciarie, gente a cui è stata data l’opportunità di avere un passaporto maltese, imprenditori che operano in Italia, ma pagano le tasse lì al 15% … già, è bastato avere la residenza superiore a sei mesi e un giorno… ed infine viaggiano, rientrando nel nostro paese, con un portafoglio pieno di circa 10.000, potendo sempre dichiarare se controllati…  d’aver vinto al casinò di S. Julian.
Inoltre, si potranno acquistare con i soldi evasi o provenienti da attività di riciclaggio (o da quelle criminali), appartamenti, auto, gioielli, attraverso le proprie società appena costituite e a prezzi certamente inferiori, soprattutto perché  esenti da controlli…

D’altronde delocalizzare non costa nulla: una società si costituisce con meno di 250 euro, il c/c viene aperto immediatamente, il volo da Catania A/R costa meno di 150 euro, e con il catamarano se ne spendono 75… e nel frattempo tra una escort ed una puntata al black jack, s’impara pure l’inglese…
Ed allora, con tutti questi benefici, fanno bene a chiedersi questi imprenditori, perché restare in questa terrà e non andare ad investire a Malta???

Si chissà… forse sarebbe meglio, d’altronde osservando quanto hanno saputo fare per questa loro terra, forse è meglio che se ne vadano del tutto…
Almeno lì potranno distruggere quell’altra di isola… tanto la nostra, continueremo a portarla avanti noi… da soli, per come abbiamo fatto finora!!!

Sempre… menza parola!!!

“Non c’è bisogno di dire àutru… semu d’accordu supra tutto, ie allura menza parola…”!!!
Sì… non c’è bisogno di tanti giri di parole per mettersi d’accordo, basta avere soltanto qualcosa che li accomuna e loro dimostrano di possederlo questo fattore comune, già… il denaro!!!
Ecco chi sono quegli uomini a cui basta una “mezza parola” per mettersi d’accordo…
Politici, imprenditori, uomini delle istituzioni, dirigenti, funzionari ed anche semplici dipendenti delle PA, ognuno di essi, meravigliosamente assistiti in quei loro incarichi da volti noti, in materia di consulenza, legale e amministrativa (sì… meglio essere preparati, non si può sapere oggi, cosa potrà accadere domani…).
Naturalmente, ai Sig.ri di  sopra, vanno sommati sia i  cittadini consenzienti che gli “amici degli amici“… cioè i mafiosi!!!
Il quadro evidenziato, rappresenta perfettamente, quel complesso sistema intrigato di potere, che vede legati, ciascuno di essi, a quel unico obbiettivo rappresentato con la voce: affari!!!
Ma, parlare di un sistema gestito esclusivamente per la concretizzazione di un business… non sarebbe corretto.
Qui si tratta di voler condizionare il sistema, attraverso il voto dei cittadini (quest’ultimi visti unicamente come semplici elettori) in un quadro generale che gestisce e decide come spartire il potere nei vari uffici, situazione che è stata fatta risaltare, dalle recenti inchieste da parte delle procure nazionali… 
Quando ci riferiamo a quegli uomini, parliamo di un gioco d’interessi che è al di sopra della nostra comprensione… 
Questi soggetti, sono capaci d’influenzare tutto, dalle istituzioni, agli appalti, garantendo agli imprenditori “amici”, le aggiudicazioni a cui aspiravano.
Sono personaggi che, dal livello più basso a quello più alto, riescono a camuffarsi sempre, restando il più delle volte celati e fuori dalle inchieste, sono nomi troppo importanti che ovviamente non possono facilmente comparire…
Ognuno di loro cerca d’insinuarsi in quel sistema illegale, vogliono entrare a far parte di quegli affari che passano dalle loro mani, tentano di gestire quelle proprie carriere, concedendo favori in cambio di ricche prebende…
Possiamo definire quel sistema ormai consolidato, un vero e proprio sodalizio, che ha il compito principale di garantire agli “amici” di quel gruppo ristretto, tutti gli strumenti necessari, affinché si giunga positivamente, alla definizione di quelle richieste…
Fanno tutti parte di quello stesso fuorviante “meccanismo”… e ognuno di essi si prodiga a scambiare favori, posti di lavoro, voti elettorali, promesse di carriere (politiche e/o dirigenziali) e mazzette; una mano amica sempre pronta a dare un aiuto a chi appartenente a quel gruppo lo richiede… garantendo soprattutto affidabilità e omertà…
Davanti a questo quadro generale, non si può parlare di un fenomeno di corruzione limitato o che riguarda unicamente pochi soggetti, ma di una vera e propria struttura d’interessi complessi, che riuniscono in se, tutti gli uomini e donne necessari, affinché si giunga in maniera certa al risultato richiesto!!!
Comprendo bene, quanto non sia facile individuare questi “corrotti”, ma fateci caso, forse un sistema ci sarebbe…
Già, ogni qualvolta che siete costretti ad affrontare delle situazioni “ambigue” dove vi sono questi personaggi, vi ritroverete come immersi in un libro di spionaggio, dove i protagonisti sono di volta in volta, coinvolti nella trama e dove ognuno di essi recita la propria parte intrecciandosi con gli altri, in una sorta di tela di rete dove, nomi e cognomi sono “casualmente” ripetuti per non dire… sempre gli stessi…
Sì… sono loro difatti gli attori principali di quel sistema di potere: ssshhh… mi raccumannu… menza parola!!!