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Il nemico invisibile: quando la corruzione resiste più della mafia!

Mentre il vento soffiava forte sulla Sicilia, le parole del procuratore Maurizio De Lucia risuonavano come un campanello d’allarme in un’aula gremita di persone.

I reati di pubblica amministrazione? “Non siamo in grado oggi di contrastarli adeguatamente!

Con queste parle e con voce ferma, carica di preoccupazione, si è espresso il Procuratore durante un convegno e la sua, non è una semplice constatazione, ma ahimè, una vera e propria denuncia di un sistema in affanno. 

Il magistrato nella sua disanima ha altresì elencato tutta una serie di problematiche e di ostacoli attualmente presenti nel sistema giudiziario: il carico di lavoro insostenibile dei GIP, la precedenza dovuta al codice rosso, le nuove procedure che impongono interrogatori preventivi prima di applicare misure cautelari, per non parlare del limite di 45 giorni per le intercettazioni!

Un mosaico di impedimenti che rendono la lotta alla corruzione quasi impossibile e chissà, viene il sospetto che quanto compiuto con queste nuove normative, serva principalmente a promuovere l’illegalità o quantomeno a proteggerla!!!  

Non posso che sorridere pensando al contrasto che il nostro paese ha dedicato alla mafia, con strumenti sempre più sofisticati, pool di magistrati e forze dell’ordine, ma anche cittadini comuni che hanno dedicato la loro vita a quella lotta, cui si sono sommate legislazioni speciali, per poi scoprire che il vero nemico, più resiliente e adattabile, forse non è più “Cosa Nostra“, bensì quel cancro silenzioso che divora le istituzioni dall’interno. 

La corruzione in Italia ha assunto ormai i contorni di una consuetudine, un malcostume che si infiltra in ogni anfratto della società, dal piccolo comune di provincia ai grandi palazzi del potere. Essa non fa rumore come le bombe mafiose, non lascia cadaveri per strada, ma lentamente erode la fiducia dei cittadini nello Stato e nelle sue istituzioni. 

D’altronde è diventata quasi una prassi accettata, un modo di fare, dove il confine tra lecito e illecito si è fatto sempre più labile. Nei corridoi degli uffici pubblici, nelle anticamere dei potenti, nei consigli di amministrazione, si è sviluppato un linguaggio fatto di cenni, di mezze parole, di silenzi eloquenti, dove ogni favore presuppone un contraccambio, dove ogni pratica ha il suo prezzo, ufficiale o nascosto che sia. 

La corruzione moderna ha saputo creare un sistema che si autoalimenta dove pubblico e privato si fondono in una danza pericolosa di interessi incrociati. Il funzionario che velocizza una pratica, il politico che orienta un appalto, l’imprenditore che offre una tangente mascherata da consulenza, il professionista che falsifica una perizia, tutti ingranaggi di una macchina ben oliata che gira indisturbata. 

Questo sistema ha di fatto creato una società parallela dove il merito viene soppiantato dalla raccomandazione, dove l’onestà diventa un ostacolo alla carriera, dove chi rispetta le regole viene visto come un ostacolo da eliminare o quantomeno da costringere al silenzio!!!

Nel frattempo la mafia mostra il suo volto feroce, la corruzione indossa abiti eleganti, frequenta salotti buoni, parla lingue straniere, usa tecnologie avanzate per nascondere i suoi traffici. E così…. mentre la mafia intimidisce e minaccia, la corruzione seduce e corrompe, offrendo vantaggi immediati in cambio di piccole o grandi deviazioni dal sentiero della legalità e il cittadino comune si trova così di fronte a un bivio: resistere in un mondo che sembra premiare chi aggira le regole o adeguarsi al malcostume imperante.

Comprenderete come le conseguenze di questa pervasiva accettazione della corruzione sono devastanti anche se meno visibili di un attentato mafioso: Servizi pubblici inefficienti, sprechi di risorse, aumento delle disuguaglianze, perdita di competitività dell’intero sistema Paese. 

La corruzione diventa così non solo un problema morale ma un vero e proprio freno allo sviluppo economico e sociale, ecco perché le parole di De Lucia ci ricordano che nonostante le leggi, nonostante i proclami, nonostante gli sforzi di magistrati e forze dell’ordine oneste, il sistema attuale non è attrezzato per combattere efficacemente questo nemico invisibile. 

Sì… servirebbero più risorse, procedure più snelle, maggiore coordinamento, ma soprattutto una rivoluzione culturale che rimetta al centro il valore dell’onestà e del bene comune. Bisognerebbe partire dalle nuove generazioni, mostrare loro che esiste un’alternativa al sistema corrotto, che si può vivere con dignità senza scendere a compromessi con la propria coscienza. 

Certo, mentre formiamo i giovani di questa nazione, il malaffare purtroppo continua a diffondersi, silenzioso e inarrestabile, negli uffici pubblici come nelle aziende private, nelle grandi città come nei piccoli paesi, alimentato dall’indifferenza di molti e dalla complicità di troppi, ed è una battaglia che rischiamo di perdere se non prendiamo coscienza che la vera mafia oggi non è più solo quella delle lupare e dei pizzini, ma quella ben più insidiosa che si annida tra le pieghe della burocrazia, nella normalizzazione dell’illegalità, nella assuefazione collettiva al malaffare. 

So bene come questa sfida sia ardua, ma non impossibile, bisogna che ciascuno faccia la propria parte, rifiutando la logica del favore, denunciando le irregolarità, pretendendo trasparenza, soltanto così potremo sentirci persone dignitose e auspicare di poter lasciare un giorno ai nostri figli un Paese migliore, libero non solo da questo cancro chiamato “mafia”, ma soprattutto da quella diffusa corruzione che oggi sembra quasi inattaccabile!

L'assassinio di Piersanti Mattarella: Un mistero lungo 45 anni.

Sono passati ben 45 anni da quel 6 gennaio del 1980, e ancora oggi non si sa con certezza chi sia stato ad assassinare Piersanti Mattarella.

È vero, secondo le ultime indagini, ad agire furono Antonino Madonia, figlio di Francesco e membro di una delle famiglie mafiose più potenti, insieme a Giuseppe Lucchese. Tuttavia, in questi lunghi anni, entrambi, pur condannati e in carcere per decine di omicidi, non hanno mai rivelato nulla.

E allora, si ricorre nuovamente alle testimonianze di decine di pentiti. Ma quanti di loro sono realmente a conoscenza di ciò che accadde quel giorno? E soprattutto, quale movente spinse eventualmente la cupola corleonese ad assassinare il Presidente della Regione? Questo resta un mistero.

D’altronde, occorre ricordare che il giudice Falcone stava esplorando una pista diversa: quella neofascista, con Giuseppe Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini, due esponenti dei Nar poi assolti.

Io stesso ho sempre nutrito qualche dubbio su questo assassinio. Perché colpire un uomo della Democrazia Cristiana, il cui padre era stato un importante esponente politico, tanto da essere stato cinque volte ministro tra gli anni Cinquanta e Sessanta? Perché la mafia, che in seguito è emerso essere legata a doppio filo proprio con il Partito Democristiano, avrebbe deciso di uccidere Piersanti Mattarella? Parliamo di un partito i cui uomini, come i fratelli Salvo o Vito Ciancimino — già assessore e poi sindaco di Palermo — avevano stretti rapporti con Cosa Nostra. E non dimentichiamo Giulio Andreotti, che secondo Tommaso Buscetta, il pentito le cui rivelazioni avevano mandato in carcere numerosi mafiosi, rappresentava il punto di connessione tra mafia e politica.

Ora, dopo quasi mezzo secolo, si cerca di realizzare un identikit per dare un volto a uno dei due assassini. Si parla dell’“uomo dagli occhi di ghiaccio”, riconosciuto come il sicario che sparò al Presidente Mattarella.

Non so… vedo più ombre che luci in questa vicenda. Ma in fondo, siamo in un Paese dove la verità spesso viene ostacolata. E questo accade anche perché, nel cercarla, si rischia di svelare realtà scomode. Troppe volte, invece di fare luce, si è tentato di insabbiare azioni e comportamenti ignobili compiuti da uomini dello Stato, corrotti e asserviti ai poteri della mafia e della massoneria.

Non ci resta che esprimere il nostro cordoglio e commemorare quel giorno terribile, con la speranza di non dover più vivere anni bui come quelli che hanno costretto il nostro Paese a soccombere a una schiera di delinquenti.
Questo è accaduto solo perché non si è avuto il coraggio di combattere quando si doveva!!!

Incantevole osservare come in Sicilia i principi di legalità vengano ovunque rispettati.

Ogni giorno nei Tg nazionali ascoltiamo su inchieste giudiziarie che evidenziano come la criminalità organizzata sia su gran parte del territorio nazionale riuscita a penetrare nel tessuto economico, sociale e produttivo del Paese, viceversa da noi in Sicilia –la regione che ha ricevuto i maggiori fondi del PNRR – non si evidenzia alcun rischio di pervasività in tutti quei grandi progetti attualmente in corso… 

E’ dire che sia gli investigatori che i procuratori hanno avvisato di tenere la guardia alta perchè da quando sono iniziati ad arrivare quei fondi dall’Europa per realizzare i cantieri miliardari previsti nel Pnrr,  la mafia siciliana ha preferito dirottare quelle proprie metodologie puntando sul business invece che continuare ad utilizzare la lupara…

Difatti, malgrado l’assenza di capi mafia “stabili”, già… secondo il sottoscritto (da sempre attento alle evoluzioni di quell’associazione criminale) la cattura di Messina Denaro, ha rappresentato per quell’organizzazione una fase di transizione che sta ora determinando, nelle varie “famiglie” mafiose, una forma di consorteria, dove ciascuna di esse ha preso il comando della provincia cui fa riferimento, senza mettersi di traverso o intralciare il business delle altre (famiglie) presenti… 

In questo contesto non vi è più un soggetto al di sopra delle parti, ma tutti comandano in egual modo all’interno della propria provincia ed hanno – sempre secondo l’opinione del sottoscritto – concordato una forma di pax, tale da non infastidirsi, ma viceversa provando a collaborare… spartendosi il territorio e soprattutto gli appalti che stanno attraversando l’intera isola…

Certo, le attività criminali più remunerative, quelle cioè che portano maggiori utili come il traffico di stupefacenti, usura, estorsione, gioco d’azzardo, etc… continueranno a sopravvivere, in quanto vengono utilizzate per mantenere i costi della manovalanza e tutte quelle famiglie che necessitano mensilmente di un’entrata; viceversa i capi di quelle province, cui fanno riferimento le famiglie al suo interno, hanno preferito modificare quelle “tenaci” strategie adottate nel passato per giungere ora a nuove coercizioni, certamente più “soft”, già… attraverso  l’imposizione delle forniture richieste dal mercato e/o nelle prestazioni da eseguirsi nei vari appalti…

Non si tratta quindi per come accadeva un tempo d’imporre il “pizzo”, no… quella forma di estorsione ora non viene più compiuta o quantomeno non si realizza nelle opere affidate a “General Contractor” monitorate da “Protocolli di legalità”, “whitelist” e quant’altro, intese che come ben sappiamo vengono compiute a prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti pubblici e dei relativi subcontratti; ed allora visti gli ostacoli, ecco che si è pensato di bypassati quei controlli con strategie velate, quali ad esempio l’aumento improvviso dei prezzi delle forniture, l’uso indiscriminato dei noleggi, ma anche l’imposizione di talune imprese che si sono trovate ad essere le uniche disponibili ad effettuare quei contratti d’appalto e/o subappalto, visto che la maggior parte delle altre imprese concorrenti, contattate dai Committenti, hanno preferito rinuciare…

D’altronde quest’ultime sanno bene di poter contare su altri e ben più numerosi appalti pubblici negli Enti Locali e difatti, attraverso quell’ormai collaudato meccanismo d’infiltrazione, operano cercando d’intervenire sulle gare pubbliche al momento della stesura del bando e avvalendosi di “infedeli” funzionari e di tecnici: ove  nel caso ciò non riuscisse, si ricorrerà ad altre forme di pressione sugli affidatari dell’appalto, al fine di ottenere così la cessione dei servizi connessi…

Il sistema è così perfetto da ritenersi concluso ancor prima di iniziare e le attività più significative e redditizie restano così di fatto in mano alla criminalità anche se poi quest’ultime, formalmente intestate o per meglio dire gestite dalle solite “teste di legno” risultano, agli occhi delle Prefetture, incredibilmente “limpide”; ma la realtà è che parliamo di società che operano come vere e proprie diramazioni di “cosa nostra“, utilizzate non solo epr infettare il mercato legale, ma tutto il sistema sociale, già… attraverso l’apertura di nuove e differenti attività grazie a investimenti propri, derivati dal riciclaggio di denaro e dall’evasione fiscale.

Ovviamente sospetti – da parte delle forze dell’ordine e della magistratura – ce ne sono tanti, ma quelle imprese affililiate (ben informate da qualcuno che opera all’interno delle istituzioni) quando sentono odor di provvedimenti giudiziari di sequestre, cambiano celermente riferimenti ed a volte anche proprietà, affinchè quei programmati interventi delle forze istituzioni, si dimostrano alla fine del tutto fallaci!!!..

Sì… è veramente incantevole osservare come in Sicilia i principi di legalità vengano ovunque rispettati… 

E' bello sapere che tra i miei lettori c'è l'ex Procuratore Procuratore generale di Palermo e della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.

Alcuni giorni fa ho scritto un post nel quel riportavo che “illegalità è sotto gli occhi tutti, ma l’impressione è quella di stare con l’elefante nella stanza!!!” – vedasi link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/07/a-catania-ed-anche-nei-comuni.html

Ed ora, anche il procuratore Scarpinato durante un’intervista ha ripreso quel mio pensiero e debbo dire che la circostanza mi ha fatto molto piacere, d’altronde proprio il giorno prima, anticipando la commemorazione che di li a breve ci sarebbe stata sul suo collega Paolo Borsellino (vittima della strage di Via D’Amelio con la sua scorta), avevo riportato proprio un suo commento… 

Ed allora se volete ascoltare quanto ha detto, trovate il video su https://www.tiktok.com/@ugo_fuoco/video/7393428250439044384?_r=1&_t=8oCdHva9zdZ nel quale l’ex procuratore riporta quanto il sottoscritto ripete da sempre e cioè che ad uccidere i giudici Falcone e Borsellino siano stati alcuni referenti politici, legati alla massoneria e ai servizi deviati!!!

E’ importante far passare questo messaggi, affinché non si dimentichi mai quanto realmente accaduto e soprattutto ciò che ha determinato di fatto, un “colpo di stato”!!!

Già, senza aver sparato neppure un colpo d’arma da fuoco, il tutto grazie all’appoggio di ciascuno di noi, me compreso, totalmente illusi da quanto ci veniva riportato a causa di quelle stragi, quasi vi fosse un reale attacco da parte di “cosanostra” contro lo Stato e quindi necessitava urgentemente contrastare quel sistema criminale legato alla vecchia politica, realizzando in tempi brevi quel richiesto cambiamento!!!

Ecco come tutti noi siamo stati manipolati, abbiamo subito e potrei aggiungere “senza accorgercene“, una propaganda mediatica che sin dagli inizi del 1992, aveva portato (dalla creazione prima di quel movimento politico) un nuovo partito ad avere il controllo per oltre trent’anni di questo nostro paese!!!

E’ difatti grazie all’uso della televisione – un mezzo inusuale a quel tempo per la politica – che si è suscitato nell’opinione pubblica quell’entusiasmo e soprattutto l’ammirazione (grazie all’abilità comunicativa…)  per quel suo leader, anche se vi era una forte preoccupazione nei partiti tradizionali per l’effetto distorsivo che quell’ingresso determinava, non solo per il corretto funzionamento della democrazia, ma soprattutto per la concentrazione del potere mediatico in una sola persona, una misura certamente anomala rispetto agli altri Paesi occidentali!!!

Sappiamo tutti com’è finita e quali conseguenza quella decisione scellerata ha portato!!!

Sono certo che un giorno tutta la storia di questo paese verrà riscritta e come accaduto in quei paesi sottomessi ai tanti dittatori, vedrete, saranno molte le statue e le targe intitolate a quei soggetti che verranno totalmente distrutte!!! 

La mafia in Sicilia si dedica all'agroalimentare e alla pastorizia…

Da sempre in quest’isola vi è stata una particolare predisposizione dei siciliani verso il proprio territorio soprattutto verso quelle attività agroalimentare e pastorali che producono non solo sostentamento ma anche benessere e lauti profitti…

E difatti, avendo scoperto quest’escamotage e cioè di ottenenere guadagni illeciti attraverso i contributi di sostegno concessi per lo sviluppo rurale da parte dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura che taluni soggetti, legati alla criminalità organizzata, si sono infiltrati per ottenere l’accaparramento di terreni agricoli, sì… per farle diventare vere e proprie aziende “mafiose”.

Secondo la Dia infatti, nel nostro territorio siciliano il comparto agropastorale rappresenta il settore di traino per l’economia che di conseguenza attira l’interesse delle consorterie mafiose affiancate da prestanomi e professionisti compiacenti. 

Difatti, in questo ambito le indagini hanno evidenziato il coinvolgimento di parecchi soggetti incensurati e quindi non legati direttamente a quelle organizzazioni criminali che hanno di fatto negli anni cercato di accaparrarsi una serie d’ingiusti profitti attraverso false attestazioni o certamente a seguito di condotte fraudolenti.

Ovviamente nessuno di loro porta l’abito del pastore, quel tempo è ormai finito da un bel pezzo, ora viceversa ciascuno di essi si è adeguato ai cambiamenti e alle nuove modalità operative, intuendo ogni variazione per trarne il massimo beneficio. 

D’altronde la mafia siciliana, approfittando dell’ingente disponibilità fnanziaria realizzata dalle tradizionali attività illecite, può ora cogliere le opportunità offerte dai fondi dell’Unione Europea, ma non solo, ciò le permette di avere il controllo del territorio perpetrato non più – per come avveniva in passato – attraverso il ricorso di attività recrudescenti, bensì orientando le proprie attività negli appalti pubblici, grazie alle colluzioni presenti politicamente e amministrativamente nei processi decisionali degli enti locali, gli stessi soggetti che poi beneficeranno di queste società per favori personali, in particolare per accrescere il proprio consenso (con lo scambio di voto) tra la popolazione…

Quanti di quei fondi del PNRR stanno andando nelle mani di “cosa nostra” è difficile oggi a dirsi, sono certo comunque che tra qsicuramente tra qualche anno si scoprirà il buco economico e finanziario che è stato ahimè determinato…

In Sicilia, il senso della "famiglia", resta ovunque radicalizzato!!!

“La famigghia è nu nzemi di pirsuni uniti d’un rapportu di parintela o macari di affinitati, speci lu nùcliu furmatu di lu patri, dâ matri e di li figghi, ca custituisci la stituzzioni suciali di basi dî sucitati umani”!!!

Già…  ecco che ad una società globalizzata che tende a uniformare e ahimè a umiliare i valori tradizionali della “famiglia”, viceversa questa nostra terra, la nostra bella Sicilia, oppone ad essa una strenua resistenza, ma soprattutto una pertinace speranza…

E si perchè da noi quel concetto di “famiglia” è fondamentale, anzi di più… radicato, ne sa qualcosa anche “cosa nostra“, vedasi ad esempio una frase del boss Tommaso Buscetta che riportava: “Nessuno troverà mai elenchi di appartenenti a Cosa Nostra né attestati di alcun tipo, né ricevute di pagamento di quote sociali”, la cellula fondamentale di cosa nostra è costituita dalla “famiglia”!!!

Sì…perché la “famiglia” rappresenta una struttura che controlla una zona della città o anche un intero centro abitato da cui poi prende per l’appunto il nome: così abbiamo ad esempio, la famiglia di Porta Nuova, la famiglia di Villabate, la famiglia di Palermo Centro e via discorrendo…

La “famiglia” è composta dai suoi familiari, ma anche da soggetti terzi che in un qualche modo si sono uniti a quella famiglia, attraverso ad esempio un matrimonio, un sacramento religioso come può esser l’esser padrino in un un battesimo o in una cresima, ma si piò diventare affiliati a quella famiglia, dimostrando d’esser disponibili a eseguire gli ordini ricevuti, ed ecco quindi i cosiddetti “uomini d’onore” o “soldati”, coordinati dal loro capodecina, tutti ovviamente governati da un capo eletto ed assistito da un vice capo e/o da uno o più consiglieri…

Il capo è quindi il rappresentante della “famiglia” locale che poi s’incontrerà con gli altri capi delle altre famiglie, i quali sottostaranno al “Capo dei Capi” di cosa nostra, l’unico che potrà decidere per tutti, in particolare su come procedere non solo nel proprio territorio di appartenenza, ma soprattutto in quello regionale e nazionale…  

Ed allora, per non esser da meno a quell’associazione criminale, anche i nostri burocrati, imparentati anch’essi con “famiglie” di politici, hanno pensato bene di sfruttare questa situazione e quindi di favorire innanzitutto la propria famiglia e quindi i propri familiari… 

La circostanza più assurda l’ho letta proprio alcuni giorni fa, un episodio che raccontava di un deputato regionale capace di riuscire a sistemare all’interno della pubblica amministrazione, non soltanto la prima, ma anche la seconda moglie: già…questo sì chè è vero amore, premurandosi ovviamente di evitare che finissero nello stesso ufficio!!!

La situazione più assurda è che la maggior parte di queste assunzioni è avvenuta senza che si configurasse alcun reato, sì… è bastato semplicemente usufruire di leggi regionali piene di cavilli impercettibili e apparentemente irrilevanti, per poter sistemare quei raccomandati familiari e parenti…

Ed il merito??? La selezione mediante concorsi pubblici??? Ma quando mai… siete pazzi, se si dovesse realmente passare attraverso quelle corrette procedure quei soggetti, ignoranti e soprattutto incapaci, non potrebbero mai essere asunte, già… neppure per adempiere alle pulizie di quegli uffici, che per fortuna vengono svolte da persone preparate e professionali!!! 

Ma difatti, a cosa interessa loro e soprattutto ai loro figli dimostrare di sapersi distinguersi con le proprie forze e capacità, sapendo a priori quanto la famiglia sia per loro così importante e potendo contare di quel loro parente in politica o inserito in un qualche ufficio istituzionale…

Già… meglio farsi raccomandare, d’altronde questo è il Paese degli incompetenti, ignoranti, arruffoni, ladri e inetti e quindi, chi mai potrà accorgersi della differenza o di averne uno in più nella loro lista??? 

Salirò, salirò… fino a quando sarò solamente un ricordo lontano!!! Il Presidente della regione Liguria Giovanni Toti è stato arrestato – Prima parte

Più giù di così, non si poteva andare, più in basso di così, c’è solo da scavare…

Già… come diceva quel brano di Daniele Silvestri, ci vuole un po’… per riprendermi, per riprenderti… ci vuole un argano a motore”!!!

Avevo scritto al presidente Tajani proprio alcuni giorni fa un post http://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/04/berlusconi-anche-da-defunto-la-sua.html che si concludeva con questa frase: Se quel partito vuole risalire la china per riprendere le percentuali di un tempo, basta semplicemente che il suo segretario Tajani inizi a far pulizia, ricominciando dall’inizio, buttando fuori tutti coloro che si sono macchiati di colpe gravi e portando all’interno del partito non i soliti raccomandati o i figli dei “tal dei tali”, ma individui preparati e soprattutto con il pedigree limpido e trasparente, affinchè la legalità diventi il cardine principale di quel partito!!! Ecco… quando ciò verrà realizzato, forse tra qualche anno, mi rivedrà nuovamente all’interno di quell’urna e chissà se non anche per dare il mio consenso, ma non certo ora… 

Già… non certo ora, d’altronde ditemi, con quale spirito i cittadini liguri possono ora andare al voto, osservando quanto accaduto alla carica più alta della loro regione, un governatore che secondo l’inchiesta giudiziaria in corso e quanto riportato nell’ordinanza di custodia cautelare avrebbe: svenduto la propria funzione e quindi la propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri doveri istituzionali!!!

Ma non solo, sembra che sulla vicenda aleggi l’ombra di Cosa Nostra, sì… tanto per non farci mancare nulla!!!

Ed allora, vista la prossimità alle votazioni tra cui anche quelle europee, pur di ottenere l’elezione o la rielezione dell’incarico avrebbe “svenduto la propria funzione e la propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri importanti doveri istituzionali“. 

Già… ho letto che proprio con queste parole la gip di Genova Paola Faggioni ha motivato l’esecuzione della misura cautelare degli arresti domiciliari per il governatore della Liguria Giovanni Toti, arrivata al termine di indagini durate più di quattro anni e che hanno colpito in tutto una decina di persone tra Genova e La Spezia. 

Naturalmente tutto il centro destra resta in silenzio e se da un lato le opposizioni chiedono le dimissioni del governatore, dall’altro le voci della maggioranza si dicono convinte della sua innocenza e restano garantiste!!!

Il sottoscritto ritiene che sarebbe più corretto per tutta la politica astenersi e demandare quindi alla magistratura l’iter giudiziario, senza fare osservazioni sull’operato dei Pm o su eventuali tempi richiesti per poter giungere alla definizione dell’inchiesta.

Ritengo altresì scorretto promuovere – per come ho visto stamani in alcuni Tg nazionali del servizio pubblico e di quello privato – l’operato del governatore, sì… notizie nelle quali veniva apprezzato il lavoro compiuto negli anni, quasi a voler presentare a giustifica in una bilancia le buone azioni, affinchè venissero da noi ascoltatori soppesate: sì… è come se un individuo è stato bravo in ben 10 occasioni e quindi  possa ora commettere torti per altrettanto numero di volte!!!

Fine prima parte.

Falcone e Borsellino non possono essere celebrati da chi convive con i collusi!!!

Nel mese di marzo avevo scritto: “Togliete immediatamente le foto dei giudici Falcone e Borsellino dai vostri uffici: non siete degni di rappresentarli!!!” – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/03/togliete-immediatamente-le-foto-dei.html 

Ed ora, l’ex magistrato oggi in pensione Alfredo Morvillo, fratello di Francesca Morvillo, moglie di Giovanni Falcone, ricordando il collega Borsellino ha dichiarato: “Paolo invitava a rifiutare il puzzo del compromesso morale. Ma oggi a Palermo aver fatto accordi con la mafia viene ritenuto da tutti disdicevole?”.

Ribadendo le accuse che aveva già lanciato alcuni mesi fa, l’ex magistrato evidenzia come non si possa più accettare di condividere quei momenti tristi di partecipazione in ricordo delle vittime della mafia, con personaggi politici e/o istituzionali, che se pur inevitabilmente invitati, hanno dimostrato con le loro azioni che nulla hanno a che fare con i nostri eroi indimenticabili, giudici, militari e quanti si sono ribellati a quel sistema criminale, a differenza di chi viceversa – dall’alto delle loro responsabilità istituzionali – non tralasciano di mandare alla cittadinanza messaggi di pacifica convivenza con quegli ambienti e con i loro affiliati e/o ammiratori, notoriamente in odore di mafia…

Basti osservare quanto accade quotidianamente, da una parte vi é una Sicilia che lotta con quegli esigui siciliani perbene e d’altra parte un’altra Sicilia, ahimè ben più numerosa che appoggia di fatto cosa nostra, le va dietro, chiede ad essa favori, posti di lavoro, raccomandazioni e la sostiene attraverso i suoi politici, molti dei quali in carica, grazie proprio all’appoggio di ex esponenti già condannati per mafia!!! 

Come ho scritto più volte, provocando chi di fatto strizza l’occhio a certi personaggi collusi o mafiosi: quelle morti sono state inutili!!!
D’altronde ditemi, quanti sono coloro che ogni giorno, attraverso fatti concreti, dimostrano di voler contrastare quei noti meccanismi illegali, corruttivi e clientelari, con cui vengono costantemente messi alla prova… 

Non chiedo ovviamente ai miei conterranei di esporsi personalmente o di diventare rappresentanti  “antimafia”, ma quantomeno chiedo loro di non mettere in pratica quelle irregolari richieste, imposte solitamente da loro dirigenti e funzionari di quelle PA compiacenti oppure di dar seguito alle richieste formali di certi imprenditori “celati” dietro quelle “teste di c…” pardon “di legno” (vedasi quanto già scritto su quest’ultimi – http://nicola-costanzo.blogspot.com/search?q=teste+di+legno e http://nicola-costanzo.blogspot.com/2016/12/amministratoriliquidatori-posti-nelle.html ) che fanno sì che quel “mondo di sotto” possa continuare ad ampliare le proprie radici di forza e pericolosità, le cui ragioni affondano nel terreno fertile della società civile…

Già… con la premessa purtroppo che sembra che tutti siano d’accordo è che la mafia sia la principale responsabile dello stato di degrado in cui versa la Sicilia, dimenticando che sono i siciliani collusi a renderla tale!!! 

Basti osservare d’altronde i bassi livelli di istruzione scolastica, la grave disoccupazione, lo sfruttamento dei lavoratori in nero, la profonda arretratezza culturale, lo scarso o quasi nullo interesse da parte della grande imprenditoria, l’emigrazione di tanti validissimi giovani in altre parti d’Italia o all’estero, a cui vanno sommati i frequenti condizionamenti illeciti di ogni aspetto della vita dell’Isola, con particolare riferimento all’attività della pubblica amministrazione, alla gestione del denaro pubblico e alla circostanza di queste ore, già… le consultazioni elettorali che stanno per compiersi!!!

Ecco, per una volta non sprecate il vostro voto, cercate di darlo alla persona giusta, a chi sapete esser  stato nel corso degli anni corretto, leale, disponibile a sostenere i più deboli, ma soprattutto slegato da quei meccanismi corruttivi e mafiosi: sicuramente se dovesse essere eletto non potrà aiutarvi personalmente, ma farà in modo che attraverso il suo operato “retto e onesto”, porterà giovamento a tutta la collettività!!!

Il boss prepara la fuga…

L’evasione dal carcere è riuscita prima dell’alba!!!

Erano le tre e quaranta quando una dozzina di uomini travestiti da poliziotti e carabinieri, armati di fucili e pistole, si sono presentati in carcere motivando che vi fosse il grave rischio di una fuga e che quel detenuto così importante, andasse immediatamente trasferito verso una località più sicura…  

Il commando si è così infiltrato nel penitenziario e dopo essersi fatti indicare la cella dov’era rinchiuso il boss, l’hanno prelevato senza dover immobilizzare le guardie carcerarie, le quali hanno creduto che si stesse trattando di un’operazione autorizzata… 

E così, senza colpo ferire, sono usciti dal carcere e giunti in adiacenza dell’autostrada hanno abbandonato e dato a fuoco quel furgone cellulare – ad uso solitamente della Polizia Penitenziaria per il trasporto dei detenuti – e incendiando unitamente un altro autocarro posto dai rapitori nella corsia autostradale opposta. 


A bordo quindi di alcuni Suv di grossa cilindrata si sono dileguati ed hanno così fatto perdere le loro tracce.

Immediatamente appena compreso quanto accaduto, sono stati istituiti posti di blocco e controlli in tutte le uscite autostradali e nel contempo è stata rafforzata la vigilanza ai confini, nell’ipotesi che il boss provasse a scappare all’estero in auto o attraverso un fuoribordo.

Certo, nessuno si sarebbe mai immaginato un blitz come quelli che si vedono abitualmente nei film, anche se parliamo di un personaggio importante, al centro come sappiamo di numerosi fatti criminali e quindi se pur erano state prese misure stringenti di sicurezza, mai e poi mai, si sarebbe potuta prevedere un’azione così intrepida… 

Ora a fatti compiuti si stanno cercando le falle del sistema posto a protezione, ma non solo, si cercano eventuali complici che hanno partecipato o chi ha permesso che ciò potesse accadere, ed ancora, chi ha dato a quei falsi militari i necessari documenti e le autorizzazione per quel improvvisato trasferimento…

Anche la procura ha disposto un’immediata inchiesta per accertare eventuali responsabilità, certo non sarà semplice giungere ad una celere soluzione e ancor meno trovare quella banda criminale che ha compiuto l’evasione…

Il sottoscritto appresa la notizia è rimasto basito, tanto da aver pensato che era il momento di recarmi immediatamente in quei luoghi e dare il mio personale contributo, anche se nello stesso momento in cui stessi pensando ciò, mi sono detto: scusa Nicola, ma cosa cazz… centri tu con tutta questa storia?

E difatti, ecco aprire gli occhi e comprendere che stavo sognando, ma appena destato e passati pochi minuti, un pensiero bizzarro e una forte angoscia mi ha assalito: non è che forse quell’organizzazione criminale o anche parte di quello stato deviato che finora l’ha protetto, stia realmente preparando la fuga di quel boss prima che possa iniziare a parlare coi magistrati???   

Spero comunque che questo pensiero – osservando ahimè quanto accade ogni giorno in questo paese – resti soltanto un sogno!!!

Cosa nostra??? Non c'è più!!! Il 41 Bis??? Va eliminato!!!

Ecco su quale percorso giudiziario si è indirizzato il nostro Paese!!!

 “È in corso una smobilitazione della legislazione antimafia, si dice che Cosa Nostra non c’è più e che va abolito il 41 bis”, ovviamente non sono io a dirlo o meglio, il sottoscritto lo va ripetendo da un bel po’ di anni, ma comprenderete come il mio giudizio non rappresenti nulla di eclatante, dal momento che non ricopro alcuna posizione istituzionale, ma certamente l’operato compiuto costantemente come semplice cittadino – prima ancora che come delegato di un’associazione antimafia – mi ha portato a comprendere come in questi anni la giustizia, abbia deciso di percorrere una strada volta ad ostacolare o quantomeno a ritardare le attività di contrasto nella lotta alla criminalità organizzata e corruzione!!!

Quanto sta di fatto accadendo grazie a magistrati compiacenti presso taluni Tribunali, ha permesso di creare meccanismi deviati di complicità, compromessi, boicottaggi, ostruzionismi, rallentamenti, occultamenti, coperture, tutte procedure irregolari per creare disordine e caos, affinché la verità non giunga mai ad esser riconosciuta!!!  

Il sottoscritto in questi lunghi anni ha potuto vivere sulla propria pelle il fastidio dato per aver fatto il proprio dovere!!!

Vi è quasi una repulsione a questo modo di essere e non mi riferisco al giudizio dato da quei cosiddetti affiliati o a quanti dimostrano d’appartenere con le loro azioni, se non totalmente a quella criminalità organizzata, quantomeno a quel sistema deviato politico/massonico/imprenditoriale, no… questi soggetti, in un qualche modo, proprio per quel loro essere senza dignità, in un certo senso li comprendo pure… 

Ciò che viceversa mi da fastidio è vedere gli occhi delle persone “comuni”, di coloro che vorrebbero farti credere d’essere anch’essi  onesti, già di aver qualcosa in comune con alcuni di noi, ben sapendo nel loro intimo, quanto lontani siano dal solo potersi paragonare lontanamente, ad esempio al sottoscritto!!!

Certo mi si dice a volte di essere “pesante“, di non comprendere i limiti, quando secondo loro sia giusto fermarsi, già… come se alla legalità si possa dare un termine, una linea di demarcazione, oltre la quale tutto è possibile, sì… tutto è permesso!!!

Io comprendo questo loro ambiguo comportamento, perché quando un individuo nel corso della propria vita si è svenduto, quando si è compromesso, ecco che dentro di sé, inizia a pensare che anche gli altri sicuramente sono come lui, quasi a voler giustificare quel loro scorretto operato e difatti col passar del tempo, iniziano a credere che non può esserci nessuno capace di non piegarsi o ancor più… a non farsi corrompere, perché ritengono che nel corso della vita, c’è sempre un momento in cui si ha bisogno e quindi non si può fare a meno degli altri, sì… delle loro raccomandazioni, di quei favori strettamente personali, delle mazzette, di tutti quei meccanismi deviati e lerci con cui essi finora hanno convissuto!!! 

Dice correttamente il mio omonimo Nicola: “Il potere non vuole “gente pensante”, ma vuole conigli e gente accomodante che pur di avere uno sgabello è disposta anche a prostituirsi”

Già… il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Dott. Gratteri, risponde così alla domanda sul perché negli anni siano sfumate, dopo tante indiscrezioni, le sue possibili nomine a prima a ministro della Giustizia e, recentemente, come capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. 

Nicola… Nicola, tu sei come me… noi siamo uguali e noi siamo precisamente come ho scritto in un mio post “Ribelli” e questa tipologia di soggetti a modello “cani sciolti”, liberi e indipendenti, non potranno mai far carriera, perché non siamo ricattabili e sfuggiamo a qualsivoglia inquadramento!!!  

“La mancata nomina a ministro è ormai archeologia, ma non è importante sapere che Giorgio Napolitano non ha voluto (Procuratore, mi permetta di aggiungere che forse un giorno scopriremo quanto realmente accaduto in quegli anni nel nostro Paese) è importante sapere chi è andato da Napolitano per dirgli di non farmi ministro, che è un’altra cosa”, ha dichiarato Gratteri parlando dal carcere di Opera, in uno degli incontri del suo tour milanese organizzato dall’associazione “Su la testa” presieduta dall’ex consigliere regionale lombardo, Luigi Piccirillo. 

“Io per la mia natura e per il mio lavoro sono allenato a essere un decisionista. Per me – ha sottolineato il magistrato calabrese – la mediazione è un accordo al ribasso, significa arrivare a una decisione che accontenta tutti e quindi la non soluzione del problema. Noi invece dobbiamo fare quello che serve, rispetto alla funzione e al ruolo che abbiamo. E questo tipo di ragionamento al potere fa paura”.

Procuratore, se la cultura della legalità passasse da uomini come Lei, me e molti altri, questo nostro Paese sarebbe sicuramente meraviglioso e non esisterebbe più associazioni criminali e la politica ed i suoi interpreti anche istituzionali, sarebbero liberi da qualsivoglia compromesso!!!

Ma purtroppo tra un po’ Lei non ci sarà più a svolgere quel suo incarico, di me forse… resteranno le condanne, le denunce in corso, quelle presentate e quelle rimaste celate dentro i cassetti di un qualche “magistrato” e chissà se forse queste mie parole, espresse da un semplice Blog (ma seguite dai tanti incontri dove ho provato a trasmettere nel mio piccolo quel messaggio sulla “legalità” a molti ragazzi), ecco… chissà se forse un giorno, quanto si è insieme seminato, Lei col suo incarico ed io con la mia passione, porterà finalmente a quel rinnovato cambiamento cui da sempre credo, perché rappresenta uno dei principi fondamentali della mia vita, lo stesso che mi da ogni giorno quella necessaria forza interiore per continuare e soprattutto per non fermarmi!!!

Nicola, cosa aggiungere: andiamo avanti…

Lo Stato chiude gli occhi: già… con il tetto del contante più alto, sarà ancor più facile riciclare!!!

A denunciarlo è il procuratore capo del Tribunale di Bari, Roberto Rossi, durante la presentazione in Senato della relazione conclusiva della commissione Antimafia…

Nel presentare il rapporto tra gioco d’azzardo e mafie il Procuratore ha dichiarato: “Non si può più parlare di infiltrazioni. Quello del gioco è un settore ormai nelle mani della criminalità organizzata“. 

Il sottoscritto tra l’altro nel 2019 aveva scritto un post intitolato: Non è che lo Stato sul gioco, sta favorendo la criminalità organizzata??? link: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/01/non-e-che-lo-stato-sul-gioco-sta.html ed ora leggo: “La raccolta di tutte le indagini che abbiamo acquisito ci mostra come la presenza della criminalità organizzata sia diventata pervasiva” (Giovanni Endrizzi, ex senatore M5s, nella scorsa legislatura a capo del IV Comitato della commissione Antimafia. che si è occupato proprio dell’influenza e del controllo della criminalità sulle attività connesse al gioco). 

Continuando: “Con diversi provvedimenti abbiamo verificato come …. il mercato dei videopoker sia in mano alle mafie locali, che li gestiscono e li impongono attraverso imprenditori collusi. Quando siamo andati a vedere gli elenchi dei maggiori vincitori c’erano diversi personaggi della criminalità organizzata, che facevano milioni di puntate. Come è possibile? Semplice, perché si ricicla“!!!

Ma non solo: “Abbiamo trovato poi come molti punti gioco fossero in mano a parenti di malavitosi. Cosa bisogna fare dal punto di vista normativo? Gare per le concessioni, controlli antimafia per chi apre i punti di gioco, tracciabilità per giocatori sia quando versano somme per poter giocare, sia quando vincono”!!!

Secondo i numeri stimati dagli inquirenti e dalla Direzioni investigativa antimafia il volume di affari illegale è cresciuto, un trend confermato e che evidenzia come il confine tra legale e illegale è andato negli anni dissolvendosi; sono circa 130-140 miliardi di euro per quanto riguarda il gioco legale, oltre venti quelli del mercato illegale!!! 

Dinnanzi a  questo Stato cieco, ecco che le mafie riescono sviluppare i propri business, ampliandoli anche verso nuovi  mercati d’investimento tra cui ad esempio criptovalute e bitcoin, nuove conquiste di cui ancora poco si conosce e dei quali sviluppi nessuno è in grado di comprenderne le potenzialità e soprattutto la difficoltà di rintracciarne i reali possessori in quanto coperti da un muro di anonimato!!!

Eppure l’attuale Governo ha deciso d’innalzare il limite del contante e così vedrete, sarà certamente più facile per quelle associazioni criminali poter riciclare!!!

Ma d’altronde questo è un paese in cui la lotta alla illegalità è fatta spesso all’acqua di rose, già… per sconfiggere la corruzione è necessario sconfiggere la cultura che la sostiene, non a parole, ma con il silenzio dei fatti… 

Peraltro va detto, ai nostri governanti interessa poco contrastare, ad essi interessa trasgredire o ancor peggio modificare o violare le leggi o le prescrizioni vigenti, ma nel compiere quelle azioni sanno bene che per essere responsabili o quantomeno corresponsabili, gli sarà sufficiente far finta di non accorgersi di quanto sta accadendo o ancor peggio, accorgersi e non fare nulla, che è per l’appunto ciò che attuano!!!

E così mentre lo Stato chiude gli occhi, gli altri li tengono viceversa… bene aperti!!!

Da quanto stiamo scoprendo, non era Matteo Messina Denaro il latitante, bensì lo Stato!!!

Non se ne può più di scoprire – attraverso le inchieste di questi giorni – con quanta spensieratezza abbia vissuto in questi trent’anni, il più importante latitante d’Italia!!!

Ci hanno raccontato di un “Diabolik” criminale, genio del travestimento e delle tecniche di spionaggio, chi lo ha conosciuto lo aveva descritto freddo, calcolatore, tattico, stratega, dotato in analisi e deduzioni, un fantasma che compariva e spariva a suo piacimento… 

Sono state fatte leggende su quest’uomo,  nessuno sapeva dov’era, come fosse cambiato, quale volto avesse assunto, in quanti erano a proteggerlo, ci hanno raccontato che possedesse intorno a se una schiera di fedelissimi che si prendevano costantemente cura di egli e di ogni sua esigenza… 

Un uomo che stava nascosto, che rimaneva isolato in quel suo bunker e dal quale dava ordini ai sottoposti attraverso i suoi pizzini… 

Già… mi viene da sorridere pensare a quante cazzate ci hanno raccontato dalle nostre istituzioni in questi (lunghissimi) anni, pur di proteggere la sua latitanza!!!

E si perché va detto… lo Stato, quando si è trattato di arrestarlo, si è reso latitante!!!

D’altronde correggetemi se sto sbagliando: abitava e passeggiava liberamente in un paesino a pochi metri adiacente un’enorme caserma militare eppure stranamente nessuno mai lo ha riconosciuto e chi l’ha fatto stranamente è rimasto inascoltato!!!

Guidava l’auto senza alcuna scorta a proteggerlo, ma soprattutto senza che mai alcun controllo stradale –a quanto sembra –  l’abbia mai fermato.

Continuando, abbiamo letto che (talmente si sentiva sicuro…) si recava assiduamente per pranzare un locale frequentato dalle forze dell’ordine, precisamente dagli uomini della Dia!!!

Si scopre soltanto ora, che si è provveduto a controllare “saltuariamente” l’abitazione di sua sorella…

Ecco questa notizia ha dell’incredibile; ciascuno di noi ha sempre pensato che quantomeno i suoi familiari fossero costantemente sotto controllo, ma da quanto abbiamo ascoltato in questi giorni, così non è stato, ed allora viene spontaneo chiedersi: perché???

E quindi continuando con quanto riportavo sopra, nessuno lo ha riconosciuto, eppure non era minimamente cambiato, sì… certamente invecchiato come d’altronde chiunque di noi, eppure quel viso non ha insospettito nessuno, né in quel quartiere, neppure per le strade, al supermercato, al bar, in trattoria, al ristorante, tutti luoghi che frequentava quotidianamente…

Mi viene da chiedere quindi, non è che forse era lo “Stato” latitante??? 

Già… forse qualcuno aveva paura che certi documenti segreti (in possesso allora nella cassaforte dell’ex capo dei capi di cosa nostra Totò Riina) potessero emergere nel caso di un suo arresto??? 

Ed allora viene da chiedersi, perché l’arresto è stato ora compiuto??? Già… perché proprio ora??? Ed ancora, che fine hanno fatto quei documenti??? Sono passati ad altre mani, chissà forse le stesse che hanno deciso di vendersi quel latitante stragista che dava fastidio ai nuovi affari in arrivo o al ripristino di certi collegamenti politici/imprenditoriali, a causa della sua clandestinità???

Peraltro, abbiamo visto quanto egli fosse di fatto isolato, d’altro canto va detto, la maggior parte dei suoi accoliti erano stati in questi mesi arrestati dalle forze dell’ordine, già… molti di essi, tra l’altro, permettetemi di ricordare, si trovavano a poche centinaia di metri dalla sua residenza…

Ma ormai l’ordine dall’alto era stato dato, egli andava consegnato, con il suo beneplacito o senza… d’altronde abbiamo visto come il messaggio riportato dal Sig. Baiardo (nella trasmissione di Giletti  “Non è l’Arena”) parlasse chiaro e concedesse ad egli alcuni mesi di riflessione, per consegnarsi volontariamente, ma forse così non è stato ed allora si è deciso – visto la promessa fatta sul cosiddetto “regalino” – di consegnarlo!!!

Resta però ancora da scoprire che fine hanno fatto quei documenti trafugati (come si è visto da mani esperte, già…  capaci di aprite una cassaforte in maniera professionale e senza danneggiare il contenuto posto al suo interno), di cui nessuno sembra saperne nulla…

Infatti… chi ha preso quei documenti nei giorni d’assenza dello Stato da quell’abitazione??? Sono stati gli uomini di Provenzano, che ha poi affidato gli stessi al suo pupillo Matteo Messina Denaro oppure ci hanno pensato i servizi segreti “deviati“, gli stessi che hanno fatto sparire poco prima l’agenda rossa del giudice Borsellino??? 

Ma se così fosse, se quei documenti sono stati prelevati e consegnati in mano sicure e chissà forse da tempo andati distrutti, perché lasciare per trent’anni latitante questo soggetto??? E allora vi è soltanto una risposta a quell’interrogativo: quei documenti sono ancora in mano a cosa nostra!!!

Certo, da quanto sopra detto si comprende come qualcosa non torni e forse la risposta va ricercata da un’altra parte, sì… in un altro luogo, certamente celato, conosciuto da un solo individuo, egli posto a garante è sicuramente al di sopra di ogni sospetto!!!

Un vero professionista scelto accuratamente per la sua discrezione, conserva e tutela gelosamente quanto ricevuto (forse chissà… in una qualche cassetta di sicurezza all’estero intestata a suo nome); sono documenti scottanti (e aggiungerei imbarazzanti per i nomi riportati…) i cui segreti diventano – a seconda delle circostanze – “baratto“, per i capi di quell’associazione criminale, che di volta in volta, si vanno alternando. 

Vengono da anni centellinati da questo “puparo”, sì… sotto forma a volta di ricatti e altre volte di trattative… 

Ecco è soltanto lui (e chi fa parte di quella élite…) ha dirigere le fila, mentre questi cosiddetti “capo mafia” sono dei semplici esecutori, sì… soggetti che prendono ordini e si assoggettano alle volontà di chi da sempre comanda questo nostro Paese!!!

Pnrr: "Rischio infiltrazioni mafiose e ritardi".

Ho scritto parecchi post sull’argomento in questi anni, ed ora anche la Corte dei Conti. ha lanciato l’allarme sulla spesa del Pnrr in Sicilia!!!

Basti rileggere d’altronde quanto avevo riportato sui rischi da infiltrazioni mafiose e i ritardi che potrebbero far perdere all’Isola gran parte di quei miliardi (fondamentali per colmare il gap della regione con il resto del Paese), per comprendere come quanto avevo riportato sia già in corso e soltanto chi fa finta di non comprenderne i pericoli e perché cela di possedere sull’argomento forti interessi personali, d’altronde parliamo di un business economico e finanziario certamente interessante… 

1) La mafia vuole accaparrarsi il controllo di quegli 82 miliardi di euro!!! – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/07/la-mafia-vuole-accaparrarsi-il.html

2) PNRR: l’infiltrazione economico-finanziaria di “cosa-nostra” è già iniziata!!! – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/11/pnrr-linfiltrazione-economico.html

3) PNRR: ritardi e infiltrazioni (parte seconda) – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/12/pnrr-parte-seconda.html

4) Draghi rivolge le sue attenzioni al SUD, la politica s’interessa con convegni al SUD: quante cazzate, la verità è che si stanno preparando per le prossime elezioni e per dar alle imprese del Nord i soldi del PNRR!!! – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/05/draghi-rivolge-le-sue-attenzioni-al-sud.html

5) Associazione Libera: Il PNRR ai raggi x – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/12/associazione-libera-il-pnrr-ai-raggi-x.html

Ora, dopo più di un anno, anche lo Stato mostra di comprenderne i rischi e difatti nel corso dell’apertura dell’anno giudiziario, il procuratore della sezione giurisdizionale Pino Zingale ha presentato i dati sviluppati dalla Ragioneria dello Stato sul piano nazionale di ripresa e resilienza…

Ad oggi infatti, ben sette miliardi sono stati assegnati all’Isola, questi rappresentano all’incirca il dieci per cento dei 72,84 miliardi di euro destinati a livello nazionale e comprenderete come con un ricco piatto PNRR così rilevante, è facile pensare che proprio quell’associazione criminale sia fortemente attratta, ma non  solo, a causa dei ritardi provocati dalle PA si potrebbe anche fallire l’obiettivo se non verranno celermente impiegati o se non dovessero essere rispettati i termini rigorosi imposti dall’Unione europea per il loro concreto utilizzo.
Avverte difatti il Procuratore Zingale: è necessario che le varie amministrazioni si sappiano attrezzare adeguatamente dal punto di vista operativo e delle risorse umane e professionali dedicate, evitando di accampare la ricorrente giustificazione della paura della firma che, in presenza dell’attuale disciplina, dichiaratamente (e realmente, si spera) transitoria, che prevede la perseguibilità dei danni erariali solo in caso di dolo, per le ipotesi di comportamenti commissivi, e di colpa grave per quelli omissivi, dovrebbe stimolare al fare piuttosto che all’inerzia.

I prossimi tre anni, diranno come ci si è mossi e soprattutto quanto si è stati capaci di realizzare!!!

L’auspicio è che gli interessi della Regione e dei miei conterranei, siano prioritari a quelli politici, personali e soprattutto clientelari/mafiosi per come ahimè (sono sin d’ora certo accadrà) verranno evidenziati e perseguiti – ormai consuetudine – dalle nostre procure siciliane…
Si facciamo sempre le “pecore” o come dice Sgarbi le “capre”, continuiamo a far finta che quanto sopra non accadrà: sono certo oggi di poter affermare che disgraziatamente ne riparleremo a fatti ormai compiuti tra qualche anno!!!

Che paese il nostro: Vili, pusillanimi e codardi, ma ora che il boss è stato (finalmente) arrestato, si mostrano tutti coraggiosi!!!

Nel vedere stasera un video pubblicato su https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/02/18/riproducono-larresto-di-messina-denaro-per-i-festeggiamenti-di-carnevale-la-scena-e-curata-in-ogni-dettaglio-video/7069715/ che ricostruiva l’arresto del boss di cosa nostra,  Matteo Messina Denaro, ho ripensato a quando il 28 aprile 1945, dopo la fucilazione, i corpi di Mussolini e quello della sua amante, Clara Petacci, furono esposti a ogni tipo di vessazioni in piazzale Loreto a Milano!!!

Quell’immagine, rappresenta perfettamente gli Italiani, prima con il braccio destro teso e alzato, con le dita della mano unite a mo’ di saluto (“romano”),  orgogliosi nell’eseguire quel gesto meglio di chiunque altro e per rendere onore e fedeltà a quell’uomo che tra l’altro neppure si conosceva personalmente, eppure degno di ricevere una lealtà cieca, ed ora, eccoli tutti lì in quella piazza, per sputare su quei corpi, schernendo e deridendo di essi, cadaveri appesi a testa in giù al traliccio di un distributore di benzina, in mezzo a risate, burle e sfottimento generale!!!

Ma quanto sono bravi gli abitanti di quella località, ma soprattutto quanto sono coraggiosi nell’esaltarsi a quella messinscena organizzata in occasione del carnevale… 

Un’occasione in cui questi cittadini danno sfoggio della propria creatività, ma soprattutto ciò che mi ha colpito sono le risate che si sentono in sottofondo, quell’essere esilaranti, ma siamo sicuri che dietro quanto realizzato vi siano realmente dei soggetti coraggiosi, disposti anche a  metterci la faccia oppure appartengono a quello stesso Dna, già… sono i figli ed i nipoti di quanti quel giorno erano lì a spassarsela dinnanzi a quei corpi in piazzale Loreto???

Qualcuno potrebbe ora smentirmi, ed allora perché non farlo ufficialmente, basterà semplicemente inviare i loro nomi e cognomi, scrivendo una frase: io non ho paura della mafia e Matteo Messina Denaro mi ripugna per quanto ha compiuto nel corso della sua vita!!!

Ecco quindi che mi rivolgo ad alcuni di quegli abitanti in provincia di Parma, mostratemi il Vs. coraggio, prometto di pubblicare ciascuno dei vostri nomi e cognomi, nel farlo vi do un incoraggiamento, pongo come primo nome e cognome il mio, già… quello del sottoscritto, affinché possa esservi di stimolo per rendervi audaci e soprattutto impavidi!!!

In attesa di un Vs. cortese riscontro…

1) NICOLA COSTANZO 

2) 

Baiardo: “Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire”!!! Terza parte.

Chi ha mandato Baiardo da Giletti per riportare quella “profezia”?

Su questo punto egli è stato chiaro, non sono stati i Graviano, d’altronde ditemi: se sono internati al 41bis come avrebbero potuto farlo??? Quindi è stato qualcun altro, forse chi ha preso (da tempo…) le redini  di cosa nostra, quello stesso soggetto che per agevolare la transizione a un carcere meno duro, ed avendo intuito che i tempi fossero finalmente quelli giusti, ha dato l’approvazione a riprendere i contatti politici lasciati da tempo sospesi, già… sin da quando venne a formarsi quel  cosiddetto “governo tecnico” del presidente Monti…

Ricordiamo tutti cosa è accaduto in questi lunghi anni: lo scioglimento anticipato delle Camere, il proseguo del governo di larghe intese, l’ascesa del M5stelle e dei suoi due governi e ancora, il Covid-19 ed infine… il governo Draghi.

Quindi, dopo oltre dieci anni di attesa e inazione forzata, ecco che finalmente sopraggiungono le nuove elezioni nazionali, ed allora, si può dare il via a quei contatti politici a suo tempo interrotti o quantomeno accantonati, causa le vicissitudini di cui sopra…

Ed allora “eccitati” dalla imprevista notizia della fine del governo Draghi, iniziano a riallacciarsi quei passati rapporti, in particolare viene riproposto quel sostegno elettorale con la promessa in cambio di ricevere da quei loro “alleati” politici (in un paio d’anni e nell’assoluto silenzio generale…) una norma che abolisse l’ergastolo ostativo.

Affinché questa richiesta venga accolta, “cosa nostra” promette a quei referenti politici (facenti parte della nuova coalizione di governo) due cose: la prima il sostegno attraverso i propri voti, la seconda, un particolare “regalino”, che di fatto è quanto poi hanno mantenuto!!!

Viene quindi spontaneo chiedersi: ma è stato realmente Matteo Messina Denaro a farsi arrestare, avendo dovuto subire la richiesta formale della “Commissione”, giunta ufficialmente attraverso quel loro “passepartout” chiamato Salvatore Baiardo??? Un messaggio, fatto pervenire ad egli, non con un pizzino, ma durante una nota trasmissione televisiva presentata da Massimo Giletti e quindi dobbiamo credere che quanto occorso successivamente in questi giorni, sia la diretta conseguenza di una promessa data ed ora mantenuta e cioè che quel boss “stragista”, è stato venduto??? 

Tra l’altro, vi sono alcune circostanze che mi fanno pensare che egli non fosse così pronto a volersi consegnare…

Per prima cosa non credo che egli (seppur parliamo di un soggetto non certo da prendere quale esempio sotto il profilo morale…) fosse così egoista, dal non avvisare quantomeno chi lo avevano in tutti questi anni “coperto”, concedendo a quest’ultimi, la possibilità di allontanarsi celermente (insieme ai propri familiari) dal nostro paese…  

Inoltre, quella enigmatica scatola di “Viagra” trovata nel covo, comunemente utilizzati in presenza di una disfunzione erettile e quindi quella sua presenza ed il suo presunto uso, manifesta di fatto all’opinione pubblica quello sgradevole concetto di “impotenza”!!! 

Ora dico… egli – se fosse stato a conoscenza dell’arresto – quella scatola l’avrebbe fatta sparire e forse anche tante altre cose presenti in quel covo oppure – come penso – qualcun altro ha posto appositamente lì quel prodotto per farci intendere che nulla era concordato e che quindi egli fosse discorde a consegnarsi agli organi di polizia…

Peraltro, vorrei aggiungere, un soggetto che non ha mai trascorso un giorno in carcere e che ha fatto di tutto per restare libero, ora improvvisamente – solo perché malato – ha deciso di farsi catturare, ma poi ditemi, per farsi curare in una cella di un carcere, ma quelle stesse cure, anzi sicuramente di migliori le avrebbe ricevute standosene tranquillamente libero… 

E quindi, man mano che giungono nuove informazioni, mi convinco sempre più che Matteo Messina Denaro, a  tutto pensava tranne che a farsi catturare!!!
Fine Terza parte 

4) A tutto c’è una spiegazione… 

Catania: nuovamente nell'immondizia!!!

Sono passati un po’ di mesi e siamo ritornati nuovamente nella spazzatura!!!

Ma d’altronde il problema dei rifiuti costituisce da sempre in questa regione qualcosa che non bisogna risolvere, poiché il giro di denaro che esso produce è talmente esorbitante che soltanto a pochi è permessa quella sua gestione. 

Ed allora, andiamo per gradi… 

Innanzitutto le discariche, quelle esistenti sono esigue: lo sappiamo da almeno cinquant’anni ma non si è fatto nulla per ampliarle o non si è presa la briga di trovare nuove soluzioni alternative come ad esempio l’uso di quelle cave dismesse… 

Ed ancora, si era parlato della costruzione dei termovalorizzatori, ma anche in questo caso, qualsivoglia progetto presentato (se presentato…) è stato respinto!!! 

Chissà forse qualcuno ha deciso per noi oppure non voleva perdere quel proprio business milionario preferendo (o dovrei dire “imponendo”) che questa tipologia d’impianto, prettamente dedicato (in ogni parte del mondo) allo smaltimento dei rifiuti solidi non venisse realizzato, pur sapendo che il processo (simile a quello dell’inceneritore) riesca a trasformare in energia elettrica il calore prodotto dalla combustione e quindi potete comprendere quali benefici economici si potrebbero ottenere in questo periodo di crisi energetica e con gli aumenti delle fatture salite alle stelle a causa della guerra in corso.

Ho saputo tra l’altro proprio in questi giorni da parte di un autista che – a differenza di quanto avviene nella nostra regione – in altre realtà del nord Italia (stranamente) si prendono carico di gran parte dei nostri rifiuti, già… per riutilizzarli, riciclarli e recuperarli e trasformarli in risorse materiali, creando altresì così non solo un risparmio energetico per la collettività, ma incassando milioni di euro per quel ricevuto smaltimento…

Per correttezza, debbo avvisare che su quest’ultima notizia riportata non ho alcuna fondatezza, ma sarebbe grave se quanto a me riportato verbalmente fosse vero: pensare difatti che dove noi non riusciamo, altri ne approfittano, sarebbe qualcosa di allucinante!!!

Ovviamente non comprendendo i motivi di quella folle operazione, ho chiesto a quell’autista di chiarirmi, se poteva, i reali motivi che spingevano ad effettuare quella ambigua procedura: Sig. Costanzo lo capisce cosa significa spostare tutta questa spazzatura??? I costi dei trasporto che vengono pagate alle nostre imprese siciliane? I soldi che vengono dati alla regione del Friuli perché si prende la nostra immondizia?? E’ tutto un giro di soldi, ecco perché da noi non si fa nulla e si resta bloccati!!! 

Difatti (ho scoperto come quell’autista ne sappia più di me in rifiuti…) continuando in quel ragionamento mi diceva quanto segue: ma si chiede mai perché non si provvede a effettuare una legislazione regionale seria in tema di gestione dei rifiuti???

Vorrei ricordarLe come prima dell’avvento dell’Albo Gestori Rifiuti, per poter eseguire i trasporti dei rifiuti su tutto il suolo nazionale, bisognava ottenere tutta una serie di autorizzazioni che venivano rilasciate dai rispettivi organi competenti delle regioni nelle quali si volevano prelevare o smaltire i rifiuti ed i controlli erano serrati.

Oggi invece qualunque impresa in possesso di una idonea autorizzazione può effettuare il trasporto di quei rifiuti, di cui mi permetto di ricordarle che esistono due tipologie a seconda di chi produce il rifiuto e chi lo trasporta, sia per conto proprio che per conto terzi.

Ora, mi dica: chi mai controlla quei trasporti, i documenti (Ddt e/o formulari)??? Ed ancora: vengono realmente smaltiti in quegli stabilimenti distanti migliaia di chilometri oppure durante quel percorso i rifiuti subiscono una deviazione che li conduce a  finire quel loro tragitto in un percorso alternativo, quasi sempre una discarica non autorizzata e quindi abusiva???

Ho come l’impressione che egli sappia più di quanto non vuole dirmi, ma non proverò ad approfondire, d’altronde si è già aperto abbastanza senza conoscermi, più di quanto certamente  avrebbe voluto.

Mi saluta dicendomi: lo sa che in questo momento vi è una discarica enorme (non vorrei sbagliarmi ma credo abbia fatto riferimento a una località in Provincia di Siracusa…) che è pronta da mesi per essere utilizzata, ma che “incredibilmente” non riesce ad ottenere – causa la nostra burocrazia – le dovute autorizzazioni per aprire e far accedere in quel sito tutti i rifiuti attualmente sparsi per le nostre strade e non solo???

Non so che dire, sì… sono rimasto senza parole e per l’ennesima volta ho come la sensazione che anche su questa vicenda vi siano dei poteri (occulti) che determinano come in questa nostra regione, anche i rifiuti, siano di fatto “cosa loro”!!! 

19 Luglio 1992 – Morire per che cosa, a già… per la patria!!!

Come non ricordare in ogni momento della nostra giornata questa fatidica giornata del 19 luglio del 1992!!!

Ho già scritto parecchi post su quella su quella strage e su quanti sono stati barbaramente uccisi da cosa-nostra (e non solo): dal giudice Paolo Borsellino agli agenti di scorta Claudio Traina, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli e Eddie Walter Cosina.

Certo, rivedendo quanto accaduto, prima con il collega Falcone e poi con tutte le vicende giudiziarie che ne sono seguite, fino alla scarcerazione dell’esecutore di quegli attentati, entrato nel programma di protezione, viene spontaneo chiedersi, se quella lotta valesse la pena compierla…

Certo, se parlate con il sottoscritto vi dirà che non vi è vita vissuta se essa non prevede anche la morte…. 

Ma si sa, chi vive la propria vita da idealista e crede fermamente che attraverso le azioni e le parole si possa giungere a modificare quel particolare stato soporifero vissuto dalla maggior parte dei propri concittadini, non ha alcuna paura della morte, perché sempre pronto a morire per i propri ideali…

D’altronde, non si dice che “un uomo non muore mai se c’è qualcuno che lo ricorda…”??? Ed allora mi viene da credere che forse è grazie a questo pensiero che molti familiari vittime della mafia, sono riuscite (forse) nel corso di questi lunghi anni a sopravvivere… 

Io ricordo bene i danni provocati da quell’esplosione, in quegli anni frequentavo Palermo per … , ed un giorno passando dinnanzi a quella strada di Via D’Amelio rimasi scioccato nel vedere quelle immagini, quei palazzi sventrati, sembrava di essere in un luogo di guerra…

Ciò che comunque con il passar del tempo mi ha poi fatto riflettere, è essere ritornato dopo tanti anni in quei luoghi e aver visto come tutto fosse ritornato com’era, quasi a voler far scomparire quanto fosse accaduto, era come se quella strage andasse di fatto dimenticata, già… come se si fosse deciso arbitrariamente di non lasciare alcun segno su quel tragico momento!!!

Dicono che si muoia due volte. Una volta quando si smette di respirare e una seconda volta, un po’ più tardi, quando qualcuno ricorda il tuo nome… ed io ormai rivedo in ciascuna di quelle commemorazioni quanto sopra e ciò mi fa rabbia, perché invece di soffermarsi a ricordare, lo Stato e i suoi referenti istituzionali, invece di portare ghirlande e corone di fiori, avrebbe dovuto dare le giuste risposte a ciascun familiare e a ognuno di noi, dimostrando di aver condannato i reali colpevoli e non soltanto i loro pseudo esecutori, scoprendo chi si è impossessato di quell’agenda rossa del giudice Paolo e per quali motivi, e facendo luce su lavoro di una vita che è stato stroncato da qualcuno che sapeva troppo e forse chissà il suo nome era proprio riportato in grassetto su quell’agenda!!!

Giovanni Falcone l’aveva capito, tanto da scriverlo: Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.

Già…

Catania: Il pericolo di fuga di notizie??? C'è sempre stato!!!

A proposito del segreto d’ufficio o di quella protezione delle notizie riservate di cui proprio alcuni giorni fa avevo scritto, volevo ora ricordare una circostanza particolare per la nostra città…
Riguarda quella in cui (allora come oggi) tra le forze dell’ordine – della stessa struttura organizzativa – non vi sia stata la volontà d’informare i reparti operativi, mentre era in corso l’operazione di cattura…
Mi riferisco al 18 maggio del 1993, quando venne arrestato nelle campagne di Mazzarrone – nell’ambito dell’operazione Luna Piena dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato – il latitante Benedetto Santapaola…      
Ecco, in quella circostanza, l’allora vicecomandante della polizia Antonio Manganelli (diventato successivamente capo della Ps) non si fidò di comunicare ai colleghi di Catania l’operazione in atto, ma fece arrivare gli agenti direttamente in elicottero dalla base di Reggio Calabria, proprio perché temeva una eventuale talpa nel gruppo operativo etneo che avrebbe portato ad una fuga di notizie e soprattutto del latitante… 
D’altronde quella “ambigua” circostanza non si può spiegare altrimenti…
Una cattura che – come avviene solitamente con il passar degli anni – si è dimostrata alquanto criptica, sicuramente diversa da come ci è stata raccontata… 
D’altronde perché meravigliarsi… non stiamo forse assistendo in questi giorni al clamoroso depistaggio dell’indagine sull’attentato al giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta???
Peraltro, se ricordate la conferenza stampa (che si tenne in quei giorni nella nostra Questura), ci fu una circostanza elusiva e cioè quando il vicecomandante della polizia Antonio Manganelli, dichiarò che erano entrati nella cascina – ove era presenti il latitante e sua moglie – sfondando la porta in alluminio anodizzato, ma come sempre avviene, qualcuno tra i giornalisti presenti, chiese al vicecomandante, come mai ai loro occhi quelle porte fossero risultate integre…
Ecco…per come riportavo sopra, le notizie vere – prima o poi – vengono a galla… e infatti, proprio alcuni giorni fa, ho letto un articolo di un giornalista che, aveva potuto interloquire durante un processo (da dietro le sbarre) con il boss catanese…
Durante quell’incontro gli chiese se avesse compreso che stavano per arrestarlo e la risposta fu: “ho capito che la polizia aveva circondato la cascina, quando ho visto alcuni poliziotti travestiti da contadini che trasportavano ceste di asparagi. Troppo grossi per la stagione…”; ed allora il giornalista gli chiese: perché non è scappato??? E Santapaola gli rispose: “ero troppo stanco per continuare a fuggire”!!!
Ora, se mi avessero raccontato questa storia alcuni anni fa… non ci avrei creduto, ma oggi, con quanto sta accadendo, ma soprattutto con le molteplici inchieste che stanno gettato discredito nei  comandi operativi, ma anche in strutture che fino a poco tempo fa, venivano considerate simboli di giustizia come propriamente è stato il “CSM”, sì… oggi molte di quelle perplessità stanno avendo conferma!!!
E difatti… riprendendo la vicenda di cui sopra, è emersa ora una nuova verità e cioè quella che a far arrestare il boss fu il “capodecina” del quartiere “Ognina”, Marcello D’Agata, per evitare che Santapaola fosse ucciso dai “corleonesi”, che in quel preciso momento erano in urto con il capo mafia catanese a causa della sua avversione alle stragi volute e compiute dal capo di “cosanostra” Totò Riina… 
A scriverlo è il “Fatto Quotidiano” che  riporta come la rivelazione sarebbe stata fatta ai magistrati dal pentito catanese Maurizio Avola, aggiungendo inoltre come la cattura del boss fosse in qualche modo stata predisposta, tanto che il boss latitante non adotto alcuna contromisura a sua protezione, come ad esempio la mancata presenza di uomini fidati, solitamente posti a vedette di quella zona, area nella quale per l’appunto era presente la cascina o come del resto il fatto che egli si fosse rasato e vestito elegantemente, già… come se sapesse che di li a poco, avrebbero proceduto al suo arresto!!!
Come scriveva il grande Pirandello: La realtà che ho io per voi è nella forma che voi mi date; ma è realtà per voi e non per me; la realtà che voi avete per me è nella forma che io vi do; ma è realtà per me e non per voi; e per me stesso io non ho altra realtà se non nella forma che riesco a darmi. E come? Ma costruendomi, appunto…

Da quasi fastidio scoprire (forse) d'aver avuto ragione!!!

A seguito della puntata di ieri sera di Report sul caso Montante in cui è intervenuto il presidente della commissione nazionale antimafia Nicola Morra, proseguendo il giornalista di Repor ha realizzato due interviste a proposito dell’attentato fallito che Antoci subì la notte del 17 maggio 2016, episodio che hanno lasciato dubbi e di cui sono state archiviate le indagini da parte della Procura di Messina…
D’altronde, uno degli indagati chiamati a testimoniare, alle domande degli inquirenti rispose così: “Con chi parlavi… in paese, si parlava di politica, di un attentato falso“!!! 
Ed ancora, l’ex dirigente di polizia Ceraolo ha rivelato che subito dopo l’attentato, il procuratore capo di Messina, Guido Lo Forte, chiede allo stesso, allora alla guida del commissariato di Barcellona, di sollecitare tutte le fonti più vicine alla cosca di Barcellona in merito all’agguato…
La risposta – secondo il Ceraolo – fu unanime  e cioè che, le fonti legate a cosa nostra, riferirono che la mafia non c’entrava nulla e che si trattava di una “babbarìa”… 
Incredibile perché anche il sottoscritto il 28 Maggio del 2016 a quasi tre anni di distanza aveva riportato dei forti dubbi a riguardo – vedasi link:http://nicola-costanzo.blogspot.com/2016/05/truffe-ai-danni-dellunione-europea-ed.html 
Colgo l’occasione per riprendere la notizia sulla lettera intimidatoria, fatta pervenire alcuni giorni fa allo stesso Presidente (Antoci), ma di cui, sin dall’inizio, ho avvertito forti dubbi… 
Sono le stesse perplessità che ho quando guardo in Tv alcuni sceneggiati girati qui da noi in Sicilia…
Mi accorgo come il più delle volte, gli sceneggiatori si prestano letteralmente a trasformare in siciliano… delle frasi italiane, mentre gli attori, nel recitare quei copioni, non possiedono quelle espressioni sintomatiche della nostro uso quotidiano… si capisce, o meglio noi siciliani capiamo, come quell’attore, non è… uno della nostra terra!!!
Analoga situazione ci capita anche tra di noi, tra conterranei appartenenti a diverse province… ecco ci si accorge come, gli idiomi, i segni, i movimenti sul viso e aggiungerei anche quegli stessi silenzi… sono annunciatori diversi, su quanto si voleva trasmettere…     
Vi starete chiedendo, ma a cosa si sta riferendo… 
Ecco, io penso (ovviamente non voglio sostituirmi a psicologi criminali o investigatore delle forze dell’ordine ben più preparati del sottoscritto) – lo dico sempre… sarà per questa mia mania di leggere continuamente “Legal-Thriller” o libri sulla mafia – che ho la sensazione di accorgermi di quanto forse ad altri sfugge…  ed è quel sospetto che mi suggerisce che dice che qualcosa non va…
D’altronde debbo aggiungere che, nel corso della mia vita. non mi sono mai soffermato ad accettare quanto mi è stato visivamente proposto… anzi, ho sempre conservato quella propria indipendenza critica e morale, che ha fatto si di saper guardare oltre, rispetto a quanto formalmente  prospettatomi…
Ritornando a quella lettera… se fosse stata scritta esclusivamente per il Presidente Antoci… almeno la prima parte, quella cioè che trasmetteva con violenza il messaggio che si voleva fare pervenire (anche se aggiungerò di seguito un’ulteriore perplessità…) poteva anche passare… ma, nel momento in cui il messaggio, ha coinvolto anche il Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, ecco che lì… si è commette l’errore di scrivere in Siciliano una frase “mafiosa”… che nessun mafioso avrebbe mai riportato così in modo semplicistico…
Sì… fa parte dello stesso copione di sopra… manca di quella peculiarità “siciliana” che un appartenente a quella associazione criminale avrebbe certamente espresso… 
Non voglio minimamente riportate quell’epiteto dispregiativo (mancante…), che è dopotutto riportato in quelle frasi intercettate… e fa parte di quel naturale lessico inferiore, utilizzato da certi soggetti criminali, per indicare in modo denigratorio, colui che si vuole di fatto offendere!!!
Ed infine… quella S (di Scannato) scritta in modo maiuscolo… con quanta precisione si è voluto sottolineare il “verbo”… dimenticandosi nel contempo della prima consonante, la F, che doveva (questa certamente sì…) essere scritta in maiuscolo!!!
Per quanto sopra ritengo che questa lettera sia stata scritta da un mitomane… a cui non interessa minimamente colpire i Sig.ri indicati nella missiva… 
Quegli altri (i mafiosi…) non scrivono… ma sparano, perché hanno in gioco interessi milionari e l’attentato compiuto dimostra difatti, come non siano tanto disposti a perderli!!!
Cosa aggiungere… da quasi fastidio scoprire (forse) d’aver avuto ragione!!!  

Un Paese che si regge sull'illecito è perfetto e non privo d'una sua armonia – Seconda parte

Continuando il post pubblicato ieri: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/04/un-paese-che-si-regge-sullillecito-e.html :
Di tanto in tanto, quando meno ce lo si aspettava, un tribunale (già il nostro etneo…) decideva d’applicare le leggi, provocando piccoli terremoti in qualche centro di potere e anche arresti di persone che avevano avuto fino a allora le loro ragioni per considerarsi impunibili. 

Ma come sempre accade da noi… il sentimento dominante anziché essere la soddisfazione per la rivincita della giustizia, era il sospetto che si trattasse d’un regolamento di conti d’un centro di potere contro un altro centro di potere…
Cosicché era difficile stabilire se le leggi fossero usabili ormai soltanto come armi tattiche e strategiche nelle battaglie intestine tra interessi illeciti, oppure se i tribunali per legittimare i loro compiti istituzionali dovessero accreditare l’idea che anche loro erano dei centri di potere e d’interessi illeciti come tutti gli altri.
Naturalmente una tale situazione era propizia anche per le associazioni a delinquere di tipo tradizionale che con le proprie attività criminali (fino a giungere a quelle più modeste come lo scippo sullo scooter…) s’inserivano come un elemento d’imprevedibilità nella giostra dei miliardi, facendone deviare il flusso verso percorsi sotterranei interni, ma anche esterni, in particolare verso quelle località ben disponibili a affari con “cosanostra“, da cui prima o poi certo riemergevano – grazie a vari riciclaggi – in mille forme inaspettate di finanza lecita…
In opposizione al sistema guadagnavano terreno anche le altre organizzazioni, quali quelle terroristiche che, usando quegli stessi metodi di finanziamento della tradizione fuorilegge, e con un ben dosato stillicidio d’ammazzamenti distribuiti tra tutte le categorie di cittadini, illustri e oscuri, si proponevano come l’unica alternativa globale al sistema… 

Ma il loro vero effetto sul sistema era quello di rafforzarlo fino a diventarne il puntello indispensabile, confermandone la convinzione d’essere il migliore sistema possibile e di non dover cambiare in nulla!!!

Così tutte le forme d’illecito, da quelle più sornione a quelle più feroci si saldavano in un sistema che aveva una sua stabilità e compattezza e coerenza e nel quale moltissime persone potevano trovare il loro vantaggio pratico senza perdere il vantaggio morale di sentirsi con la coscienza a posto. Avrebbero potuto dunque dirsi unanimemente felici gli abitanti di quel paese, non fosse stato per una esigua categoria di cittadini cui non si sapeva quale ruolo attribuire: “gli onesti”!!!
Erano costoro onesti non per qualche speciale ragione (non potevano richiamarsi a grandi principi, né patriottici né sociali né religiosi, che non avevano più corso…), erano onesti per abitudine mentale, per non danneggiare gli altri, per condizionamento caratteriale, erano moralmente onesti… e basta!!!
Insomma non potevano farci niente se erano così, se le cose che stavano loro a cuore non erano direttamente valutabili in denaro, se la loro testa funzionava sempre in base a quei vieti meccanismi che collegano il guadagno col lavoro, la stima al merito, la soddisfazione propria alla soddisfazione d’altre persone. In quel paese di gente che si sentiva sempre con la coscienza a posto loro erano i soli a farsi sempre degli scrupoli, a chiedersi ogni momento cosa avrebbero dovuto fare. 
Sapevano che fare la morale agli altri, indignarsi, predicare la virtù sono cose che trovano troppo facilmente l’approvazione di tutti, in buona o in malafede.

Il potere non lo trovavano abbastanza interessante per sognarlo per sé (almeno quel potere che interessava agli altri); non si facevano illusioni che in altri paesi non ci fossero le stesse magagne, anche se tenute più nascoste; in una società migliore non speravano perché sapevano che il peggio è sempre più probabile.

Dovevano rassegnarsi all’estinzione? 
No, la loro consolazione era pensare che così come in margine a tutte le società durante millenni s’era perpetuata una contro società di ladri, truffaldini, ricattati, voltagabbana, delinquenti, mafiosi, ecc…, una contro società che non aveva mai avuto nessuna pretesa di diventare la società, ma solo di sopravvivere nelle pieghe della società dominante e affermare il proprio modo d’esistere a dispetto dei principi consacrati, e per questo aveva dato di sé (almeno se vista non troppo da vicino) un’immagine libera e vitale, così la contro società degli onesti forse sarebbe riuscita a persistere ancora per secoli, in margine al costume corrente, senza altra pretesa che di vivere la propria diversità , di sentirsi dissimile da tutto il resto, e a questo modo magari avrebbe finito per significare qualcosa d’essenziale per tutti, per essere immagine di qualcosa che le parole non sanno più dire, di qualcosa che non è stato ancora detto e ancora non sappiamo cos’è…

Malta… la nuova "casanostra"!!!

Per molti la notizia potrebbe rappresentare una novità, eppure posso garantirvi che non è così…
Il collegamento con talune “famiglie” siciliane risale già agli anni 70’…
Pensate che un siciliano, noto per essere diventato il capo di “cosa nostra”, si recò insieme alla sua sposa proprio su quell’isola… ad essere precisi in quella adiacente, sì… l’isola di Gozo, per festeggiare lì… la propria luna di miele.
Qualcuno ricorda ancora oggi il nome di quel siciliano, “Totò”!!!
Amava così tanto quell’isola che spesso vi tornava, passando gran parte del suo tempo sul mare, in quello che allora era un piccolo villaggio ma che vantava una favolosa vista sulle isole di Comino e di Malta…
Il nome di quel borgo era Qala e in molti, in particolare gli anziani proprietari dei locali nella pjazza San Frangisk, ricordano ancora quel giovane “Totò”…
Egli d’altronde a quel tempo non era ancora il temuto padrino di Corleone, già era un picciotto… il boss era un’altro, Luciano Liggio detto “Lucianeddu”, l’unico capo di quell’associazione criminale…
Salito al potere “Totò” non si dimenticò di quell’isola, tanto che raggiunto l’apice del controllo sulla Sicilia, estese quella sua influenza anche in quelle isole che ricordava con molto affetto…
Eguale considerazione d’altronde ebbero altri esponenti di cosa nostra ed ecco che così, pian piano, quell’isola diventò un’importante centro per le proprie attività illegali, in particolare quelle di riciclaggio, grazie alla presenza sia del casinò che attraverso le società create appositamente sulle scommesse dei giochi online, dove a seguito del reclutamento di sviluppatori software, si è riusciti a creare un casinò online internazionale, in grado di bypassare quei pagamenti gateway sicuri come Emoney o Skrill e lasciando così celati quei pagamenti non più rintracciabili…

Fonti interne all’industria del gioco d’azzardo hanno raccontato agli inquirenti che quei clan mafiosi avrebbero mandato mensilmente a raccogliere presso quei centri di scommessa la loro parte…
Denaro che è stato quindi riciclato in quello stato maltese grazie ad intermediari del luogo, sia per mantenere in funzione quella struttura finanziaria che per prendere possesso di una parte delle attività produttive di quel Paese ed anche, per corrompere molti suoi uomini istituzionali…
Vanno ricordati inoltre gli arresti compiuti delle forze dell’ordine internazionali che ha visto coinvolti personaggi siciliani, maltesi e libici nel contrabbando di carburante dalla Libia o da quello proveniente dallo stato islamico (ex Isis), partito su petroliere (non censite) dalle sponde del Libano, per giungere da noi ed essere inserito nel mercato nazionale ed europeo…
Si comprende quindi come Malta rappresenti oggi una Hub fondamentale per quelle attività criminali che da anni utilizzano, proprio quelle isole, ma soprattutto il tratto di mare internazionale (anche per quel lucroso traffico dei migranti…), per estendere la portata dei loro profitti.

D’altronde, avevo scritto alcuni giorni fa http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/03/la-mafia-siciliana-continua-i-suoi.html – di come Malta permetta a quelle società (illegali) di operare…
Peraltro si è visto come alle autorità maltesi interessi principalmente il denaro che entra nelle loro casse, senza stare lì a controllare in maniera meticolosa, se la provenienza di quello stesso sia legale o illegale…
Una vigilanza quella dalle autorità compiuta con molta superficialità o forse dovrei aggiungere, con una metodologia che da adito a gravi sospetti di complicità e favoreggiamento… e che dimostra nei fatti o ad ogni richiesta da parte delle nostre autorità, di essere sempre meno collaborativa!!!
Chissà forse un giorno – come noi – pagheranno il prezzo di quella correità…
Già c’è un detto perfetto per quegli amici maltesi che dice: “Chi male ha seminato, resta povero e gabbato”!!!

La mafia siciliana??? Continua i suoi affari a Malta…!!!

Per alcuni potrebbe sembrare una sorpresa, ma secondo le relazioni internazionali compiute, è stato evidenziato come “cosanostra”, in particolare la costola relative alle provincie di Catania, Ragusa e Caltanissetta, abbia deciso di trasferire in quell’isola “provvisoriamente” i propri affari, prima di fare il salto successivo – appena le condizioni lo permetteranno – verso il continente africano, con Libia e Tunisia in testa… D’altronde, lo stesso rapporto della Transnational Crime (che vede impegnati l’Europol ed il Ministero degli Interni italiano), ha fatto emergere una serie di complesse strutture imprenditoriali e commerciali, create ad hoc in tempi brevi, grazie ai benefici fiscali/finanziari che quello stato Maltese offre, in particolare per quelle politiche di segretezza che fanno in modo di proteggere quel sistema illegale…
Inoltre, va presa in considerazione quella sua posizione geografica, che pone quell’isola – proprio come la Sicilia – nel mezzo del Mediterraneo e che purtroppo come la nostra, dimostra di possedere un centro di potere corruttivo con un forte legame con i soggetti istituzionali, i quali fanno in modo che si possano mettere in atto, tutte quelle richieste formulate da quegli affiliati, legati attualmente alla criminalità organizzata della nostra terra…
Come riportato, un vero e proprio centro strategico, con uffici di rappresentanza esclusivi e raffinati, ma soprattutto con una serie d’interventi che hanno permesso l’acquisizione d’importanti aree, sulle quali sono sorte una serie di strutture immobiliari, alberghi e anche attività commerciali, tra cui alberghi e ristoranti…
E’ dimostrato come ormai Malta sia diventata una destinazione per tutti quei soggetti mafiosi in fuga e per quanti stanno rifondando le proprie attività commerciali… Difatti, sia a causa di lotte interne a quella associazione fratricide che a seguito degli arresti eccellenti di politici e/o uomini istituzionali che garantivano per l’appunto a quei gruppi imprenditoriali affiliati, appalti pubblici e finanziamenti regionali/europei, ed infine con tutta una serie di provvedimenti giudiziari compiuti dalle Procure nazionali, molti di essi hanno preferito trasferire le proprie attività in quell’isola, per poter così riciclare meglio il denaro proveniente dagli affari illegalmente compiuti, ma soprattutto in quanto necessitavano di un ambiente meno controllato e nello stesso tempo vicino al nostro, circostanza quest’ultima che si è potuta concretizzare, essendo distante in aereo da noi, a meno di un’ora… 
Non vanno inoltre dimenticati (oltre la vicinanza geografica) i legami culturali, religiosi e soprattutto linguistici che i due paesi possiedono: molti di loro ad esempio parlano perfettamente l’italiano, ma soprattutto la lingua inglese e perfettamente condivisa da entrambi…
Inoltre, i nostri imprenditori sono ben accetti e lo stato Maltese offre loro importanti opportunità di business, con alti margini di guadagni, ma soprattutto con controlli, fiscali, contributivi e di sicurezza certamente irrisori, rispetto a quelli compiuti nel nostro Paese… 
Malta ha inoltre un alta potenzialità… in quanto, non solo sono presenti la maggior parte delle banche internazionali, ma avendo da sempre aperto al gioco d’azzardo, grazie a quei suoi “casinò”, vi è un notevole flusso di denaro contante, che può essere riciclato con quello derivante dai traffici illeciti, quali droga, armi, contrabbando di petrolio ed esseri umani, lo stesso denaro che grazie a quelle sale da gioco, potrà far ritorno qui da noi, per essere così nuovamente rinvestito in attività legali… 
Il rapporto infatti ha anche rilevato una mancanza di limiti sugli acquisti di contanti, un maggiore segreto finanziario rispetto alla media UE ed un volume relativamente elevato di collegamenti con giurisdizioni “opache”…
Malta, infatti (insieme al Lussemburgo e a Cipro) ha mostrato una correlazione “evidente” positiva tra la percentuale di azionisti stranieri e il livello di segretezza finanziaria!!!
Secondo il rapporto, coloro che cercano di realizzare il crimine organizzato o il riciclaggio di denaro tendono a preferire giurisdizioni europee “on-shore“, poiché richiedono meno trasparenza aziendale e finanziaria: Malta per l’appunto rappresenta una di quegli Stati!!!

Le famiglie dei mafiosi (in attesa di ricevere il reddito di cittadinanza), richiedono il reddito d'inclusione!!! Lo Stato quindi risponde… presentando loro il conto!!!

Abbiamo ascoltato in questi giorni la notizia della moglie di un boss mafioso che ha presentato domanda per accedere al reddito di inclusione…
Tralasciando il fatto grave che la domanda al Comune per accedere a quel reddito stava proseguendo come nulla fosse, addirittura qualcuno dal Servizio sociale aveva per di più  telefonato alla signora per informarla che la domanda non fosse corretta…
E sì… perché nella domanda era stato ​inserito nel nucleo familiare anche il marito, attualmente detenuto… ed allora la signora correggendo quanto erroneamente presentato, aveva formulato una seconda istanza, che con molta naturalezza, stava procedendo rispettando quanto prevede la normativa e cioè, un sostegno a tutte quelle famiglie con ISEE inferiore a seimila euro!!!
Scoperta la notizia… (qualcuno avrà informato gli organi di stampa…) si è bloccata immediatamente la procedura e come sempre avviene in questo nostro paese, si è andati alla ricerca del “capro espiatorio”, dando inizio a un’indagine interna…
D’altronde perché meravigliarsi…
Anche in passato, la figlia del “Capo dei Capi” aveva chiesto il bonus bebè ai commissari che amministravano il Comune di Corleone, sciolto per mafia, i quali… leggendo quel cognome, Riina, manifestarono il loro dissenso!!!
Ed allora stranamente – vista la tempestività con cui è giunta la notizia – lo Stato si sbraccia e presenta il conto alla famiglia di Totò Riina per le spese sostenute per il mantenimento in carcere, ben 2 milioni di euro!!!
Certo la famiglia ha fatto sapere che non ha intenzione di pagare, anche perché non e’ tenuta a farlo, avendo rinunciato a suo tempo, all’eredità del padre….
Certo, l’azione compiuta potrebbe essere la prima di una serie di provvedimenti che a breve verranno adottati dallo Stato, per contrastare tutte quelle iniziative dei parenti di familiari mafiosi, che vanno alla ricerca di contributi e/o fondi destinati a sostegno delle famiglie indigenti… 
La normativa si sa, esclude oggi che gli eredi dei condannati, debbano procedere a rimborsare le spese occorse per il mantenimento in carcere dei familiari defunti, ma con questa iniziativa lo Stato, sospende qualsivoglia principio di richiesta eventualmente formulata… facendo diventare di fatto, quell’idea di richiesta un atto dovuto!!!
Ciò che nessuno però dice e che quei nostri capimafia – mi riferisco a quelli reali e non quei nomi mitizzati nell’immaginario collettivo – non hanno alcuna dimestichezza o per meglio dire capacità in operazioni finanziarie e quindi dietro quei loro investimenti, vi sono veri e propri professionisti, individui che operano affinché quel denaro ricevuto (quasi sempre di provenienza illecita) venga da loro valorizzato, non solo attraverso quelle classiche modalità di riciclaggio ben conosciute, ma con investimenti finanziari che promettono alti tassi di interesse e bassi rischi sul capitale ricevuto…
Comprenderete come i problemi sorgano quando quegli speculatori, per pagare quegli interessi nettamente superiori alla media bancaria, saranno costretti a reinvestire il denaro sporco in settori ultra speculativi della finanza internazionale, con risultati che però a volte risultano di fatto disastrosi, non solo per le rendite andate in fumo, ma soprattutto per la vita stessa di quegli speculatori, che dovranno così fare i conti con la vendetta di quei loro sovvenzionatori… 
Ed allora leggendo quelle richieste dello Stato – per le spese da esso sostenute – mi viene da sorridere, perché come ricercare un ago in un pagliaio…
Ma d’altronde ditemi: qualcuno realmente pensava che quei familiari conservassero in semplici c/c bancari tutti i loro patrimoni finanziari o forse non è lecito pensare che li abbiano depositati in conti cifrati, in uno dei tanti paradisi fiscali???
Ma si sa, forse qualcuno di quei funzionari si augura che il detto “la speranza è l’ultima a morire”, possa realmente realizzarsi!!!

5 Gennaio 1984… 5 Gennaio 2019!!! Ci si ricorda di una data solo in quel giorno, poi come sempre, tutto continua a procedere come se nulla fosse…

Sì… lo sanno in molti, ma non tutti purtroppo e soprattutto… non tutti i giovanissimi di questa nostra terra!
Quel giorno… quel 5 gennaio del 1984 un uomo, no… un grande uomo che credeva nella libertà di questa terra, ancor prima di essere giornalista, ancor prima che la parola antimafia venisse pronunciata, si quell’uomo, Pippo Fava, veniva barbaramente assassinato!!!
I sicari lo colpirono con cinque proiettili, ma non lo uccisero… o meglio annientarono il suo corpo, ma non la sua opera!!!
Quelle idee di cambiamento, di contrasto al malaffare, di lotta alla mafia, di coraggio mostrato da solo in mezzo a un paese di codardi, di gente omertosa, di uomini e donne che preferivano girarsi dall’altra parte per non voler vedere e sentire, quanto accadeva  intorno a loro, quel suo messaggio… che fine ha fatto???
Già oggi, dopo 35 anni… cos’è cambiato d’allora??? 
Ah… si, ricordiamo in questo giorno del 5 gennaio quel cittadino illustre, commemoriamo e poniamo fiori in quella strada in cui è stato ucciso, realizziamo incontri e convegni per ricordarlo, cogliamo infine l’occasione per concedere premi e onorificenze in suo nome, a tutti quei giornalistici e uomini delle forze dell’ordine che con le loro azioni, si sono distinti per valore e fermezza, nel contrastare sul campo quell’associazione criminale…
Ci si dimentica che non che è importante ricordarlo in questo giorno, sì… non è tanto riportare alla memoria un aspetto importante del nostro passato – di cui è ovviamente fondamentale che resti un chiaro e rispettoso ricordo – ciò che importa è dare seguito con i fatti all’insegnamento che uomini come Pippo Fava, hanno saputo lasciare… 
Tutto il resto non conta nulla…
D’altronde, se non si coglie l’essenza di quell’insegnamento, se si continua a vivere nel malaffare o nella corruzione, se non si combatte quella politica corrotta e non si contrasta in maniera seria e definitiva la criminalità mafiosa presente in questa terra, a cosa serve ricordare???
E’ finito il tempo d girarsi dall’altro lato… non c’è più tempo di guardare con ammirazione gli eroi di quest’isola che hanno donato la propria vita per la nostra libertà!!!
E’ tempo d’esser coraggiosi, liberi, risoluti nel denunciare e nell’affrontare tutte quelle circostanze d’illegalità di cui veniamo a conoscenza, altrimenti… vi prego, basta col fare i buffoni o ricordare in quei giorni uomini di cui non avete la benché minima qualità per poterli richiamare alla memoria o anche semplicemente nominarli, perché di una cosa sono certo: “Non dovreste essere presenti neppure a quella commemorazione”!!!
Quindi fateci la cortesia, lasciate a noi soltanto questo sentito pensiero!!!
Sono certo che Egli da lassù, osservando tutte le azioni che compiamo quotidianamente, che mettiamo in campo nel combattere con il solo coraggio questa terra del malaffare, ecco, al solo guardare ciò, saprà in cuor suo di non essere morto invano...
D’altronde, come diceva Egli: “A che serve essere vivi, se non c’è il coraggio di lottare???
E noi, per questo lottiamo!!!
Grazie Pippo…

Grazie Procuratore Zuccaro per il suo operato e adesso… buon proseguimento.

Ho fatto un sogno…
Nella visione vi era una stanza quasi buia, illuminata da poche candele ed un tavolo enorme, a capo un individuo robusto seduto di spalle con intorno una dozzina di persone…
Non riuscivo a vederlo poiché ero posto alle sue spalle, ma sentivo ogni parola espressa, in quella totale assenza di suoni… 
Sì… vi era da parte di tutti un’attesa, quasi vi fosse una forma di rispetto per quell’interlocutore: Sinnagghiri!!! Chistu… sinnagghiri ri Catania... 
Basta… non sinnipo’ chiu!!!
Ogni ghiornu n’inchiesta!!! 
Non sapi chiu’ ca cumminari e cu attaccari…
Ma iu ricu, chi voli fari: ni voli metteri tutti intra???
SINNAGGHIRIIII!!!
Am’a ciccari (comu ficimu cu chiddi i prima) di mannallu dassupra, dda… n’do norditalia, ca su tenunu iddi, nuotri cassutta non navemu chi fariini!!!
– Padrino… ci vulissi na bella promozione, accussi semu tutti cuntenti: iddu ie nuatri!!!
Ma a propositu: ciatu parratu cu l’amici di Roma???
– Padrino… come sa ora n’da capitali cumannunu iddi: i stellati… cu chiddu du nord, u leghista!!!
I nostri nanu rittu ca pi uora non ponu fari nenti: am’a spettari!!!
Ma chi minch… riciunu, iama asppettari, ma chi minch… i’ama spettari ancora??? Chistu n’attacca a tutti??? 
Nama spicciari, iamma fari presto… non c’è tempu i peddiri: Sinnagghiri!!!
E’ cambiata la scena…
Mi ritrovo seduto in mezzo ad una sala colma di autorità, personalità pubbliche, giornalisti, fotografi, tutti lì per salutare il Procuratore Capo di Catania, Carmelo Zuccaro…
Non capisco cosa stia accadendo, sento la voce del Sindaco che parla di una importante perdita per questa nostra città e poi a seguire una serie d’individui, che porgono i loro ringraziamenti e consegnano ad egli dei riconoscimenti per l’attività svolta insieme al suo staff…
C’è una personalità che non conosco che rievoca la collaborazione svolta, la lotta alla corruzione, l’azione di contrasto e la crescita di legalità compiuta nel territorio catanese, il tutto compiuto con grande competenza, equilibrio, rigore, ma soprattutto… grande sensibilità. 
Sono lì per ringraziare il procuratore Zuccaro… tutti a manifestare i migliori auguri per la sua nuova destinazione in nord Italia…
Mi alzo e inizio a passeggiare tra quelle sedie, ma sembra che nessuno di loro s’accorga di me…
E’ come se fossi uno spettro, sì un fantasma a cui nessuno da conto, il bello è che riesco ad ascoltare non solo ogni loro parola, ma anche ciascun loro pensiero…    
A sentire quelle parole sembrano tutti rammaricati, almeno così appaiono al sottoscritto quelle frasi pronunciate, ma inaspettatamente quei loro pensieri, sembrano discordanti, manifestano in se espressioni di liberazione, c’è anche chi tra essi riflettendo dice: “finalmente si leva dalle p….”!!!
Ma come può essere che una figura così autorevole per questa nostra città, dopo aver fatto così tanto bene, possa venire deriso…
E’ proprio vero: “Un profeta non è disprezzato… se non nella sua patria e in casa sua”.
Dopo aver dato tanto per questa terra, dopo aver proseguito l’opera iniziata del suo predecessore Giovanni Salvi, dopo aver portato avanti insieme a tutto il suo Ufficio (nel quale sappiamo operano magistrati di grande professionalità ed esperienza) numerose inchieste, sì… dopo aver fatto emergere brillanti attività investigative coordinate in questi anni con tutte le forze dell’ordine, già, dopo aver assicurato alla giustizia centinaia e centinaia di soggetti… questo è il loro ringraziamento!!!
Sinnagghiri“, sento ancora quella voce, è lì… in quella sala, mi giro per ricercare chi l’abbia pronunciata o anche soltanto pensata, provo a determinare la provenienza di quel suono, ma non ci riesco, anche perché in sala c’è un grande frastuono, applausi, risate…  
Altri ringraziamenti seguono: “per l’opera svolta negli anni, con competenza, serietà ed equilibrio, assicurando e anche facendo percepire a noi cittadini il valore della legalità quale base per la convivenza civile e per un corretto sviluppo economico; anni nei quali ha saputo collezionare una serie di successi al termine di indagini che hanno spaziano dal contrasto alla criminalità mafiosa, dagli intrecci della politica corrotta con l’imprenditoria collusa, fino alla lotta contro le organizzazioni internazionali che si occupano di traffico dei migranti e del loro sfruttamento…
Grazie Procuratore Zuccaro per quanto ha fatto per questa nostra terra e buon proseguimento…
Improvvisamente mi ritrovo solo!!! 
La sala prima gremita è ora vuota, mi giro… non c’è più nessuno, anzi no, in un angolo all’esterno, affacciato sul ballatoio c’è lui, il Procuratore… è in piedi, sta guardando dall’alto l’intera nostra città… 
Riesco ad avvicinarmi… non s’accorge di me, ho come l’impressione che una lacrima gli stia rigando il viso, ma forse mi sto sbagliando, sento però i suoi pensieri: perché… già perché… perché debbo andare via??? Non voglio, ho ancora tanto da fare!!! Non è giusto, non può andare sempre così… 
Comprendo quella tristezza, già… è la stessa che hanno provato molti suoi illustri colleghi, nei tempi passati…
Qualcuno ha deciso il suo trasferimento, ed egli non riesce a capacitarsene…
Nuovamente solo… c’è buio, non vedo nulla, poi finalmente intravedo in lontananza una fievole luce, mi avvicino… c’è una crepa su un muro, guardo dall’altra parte è vedo la stanza di prima, questa volta fortemente illuminata; sono posto di fronte al tavolo, osservo il lato lungo e sono tutti lì seduti…
Sono sempre loro… quei 12 uomini, alcuni mi sembra di riconoscerli, sono girati verso sinistra, e stanno ascoltando…
Non vedo chi parla, riesco a malapena a intravvedere le mani, sono ben curate, un anello d’oro: Sinni iu… finalmente sinni iu!!! 
C’è l’abbiamo fatta… bravi, siete stati tutti bravi, ora sì che possiamo riprendere i nostri affari ‘sì…comu apprima’ e cerchiamo questa volta di non fare minchiate… 
Perché se non era per noi, per i nostri voti, quelli della nostra terra… a’stura a cumannare c’erano chiddi… e allora sì ca ninnavumu scappari da st’isola…
Padrino… tutto è tornato come prima, ha visto chi è arrivato come nuovo Procuratore??? 
E uora ritimi: mu merito o no u vostro applauso??? 
Scatta immediatamente l’applauso e i calici riempiti di champagne vengono innalzati al cielo: Si…si… va bene, ma ora per favore… riprendiamo a lavorare!!!
Lo schiamazzo mi sveglia!!!
Caz… stavo sognando, meno male era soltanto un’incubo!!! 
Mi alzo, mi vesto, ma prima d’uscire di casa penso: “Speriamo che non sia uno di quei sogni “premonitori”, altrimenti siamo nuovamente nei guai”!!! 

Solidarietà al Procuratore capo di Caltanissetta, Amedeo Bertone.

Dopo il proiettile inviato al Presidente della Commissione Antimafia Regionale, Claudio Fava… eccone un altro indirizzato al Procuratore capo di Caltanissetta, Amedeo Bertone!!!

Il proiettile ho letto, è stata “intercettato” al Palazzo di giustizia e come sempre – in questo tipo di situazioni – sono partite le indagini, anche se ho l’impressioni che quest’ultime lascino il tempo che trovano, forse perché solo su CSI (Crime Scene Investigation – la serie televisiva statunitense trasmessa su “Italia1”) ho visto scoprire il colpevole, attraverso un proiettile… ma si sa, quella è una fiction!!!
Viceversa, nei tanti anni in cui ho sentito di proietti inviati “di qua e di là”, non ho mai ascoltato o letto da qualche parte, che si sia venuti a conoscenza sui cosiddetti “mandanti”… 
Mi scuso, già… non vorrei dare l’impressione d’essere polemico, ma vorrei che si evitasse di elevare a livelli critici o preoccupanti situazioni che sono di per se esclusivamente gratuite e soprattutto inefficaci, aggiungerei superflue e sterili, sì… circostanze peraltro che non fanno inquietare alcuno, ma servono a creare allarmismi, chissà forse per distogliere l’attenzione da inchieste ben più importanti…
Anche perché se qualcuno di quei soggetti avesse realmente volontà di compiere quelle azioni violente, non avrebbe motivo d’allertare l’eventuale vittima, inviando messaggi in buste anonime contenenti proiettili vari, ma agirebbe compiendo quell’atto coercitivo per come è accaduto negli anni passati in questa terra, a centinaia e centinaia di uomini dello Stato (e non solo)…
Comunque, sull’episodio è stata aperto un’inchiesta da parte della Procura di Catania, competente per territorio, anche perché il magistrato attualmente minacciato, è titolare di diverse inchieste tra cui quelle sul sistema “Montante” e sulle stragi di Palermo…
Certo, qualcosa non mi è chiaro… 
Sì… da un parte ho letto che la busta fosse stata intercettata al Tribunale e in altre pagine web ho letto che la busta era stata aperta tre giorni prima, ma la stessa era giunta almeno soltanto un giorno prima nella sua segreteria, ma il magistrato non l’aveva ricevuta in quanto era stato impegnato in alcuni interrogatori… 
Ma…??? C’è qualcosa che non mi torna… ma lascio volentieri queste considerazioni agli addetti delle forze dell’ordine… 
Dice bene il Presidente dell’Antimafia siciliana, Claudio Fava: E’ chiaro che in Sicilia c’è un clima ostile contro chi tocca i nervi scoperti del sistema di potere e delle sue collusioni mafiose. 
Ecco, forse in queste parole si nasconde la verità, quella che lo Stato in Sicilia non è più lo stesso!!!
Già… sono fortemente diminuite quelle collusioni politico/mafiose e sono in molti a saperlo!!!
Il Governo Giallo/Verde a differenze a  quelli che li hanno preceduti, a cominciare dalla Dc per giungere a quelli con FI e PD, non hanno alcun interesse a trovare accordi sottobanco con quell’associazione criminale, perché i voti dei cittadini li hanno ricevuti, senza bisogno di dover promettere favori di scambio…
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini e quel suo partito “Lega”, ancor di più di altri si sente slegato da quei meccanismi clientelari siciliani, proprio perché i numeri delle ultime elezioni, hanno evidenziato durante quelle votazioni, una debole presa sulla coscienza nel nostro territorio… 
Circostanza quest’ultima che – a mio modesto parere – potrebbe ribaltarsi sin dalle prossime elezioni nazionali o regionali, a causa delle politiche finora adottate, che vedrete… consegneranno a quel suo leader e al suo partito… parecchi voti inaspettati!!!
L’unico fenomeno che da questa circostanza emerge (mi dispiace dover costatare ciò…) e che ancora oggi qualcuno possa pensare che attraverso le minacce, si possano modificare le decisioni di taluni soggetti, siano essi magistrati, che semplici cittadini!!!
Ecco è questo il punto fondamentale che si deve contrastare: Lo Stato, la politica e il governo regionale, devono dimostrare tutta la propria forza, colpendo in maniera decisa coloro che ancora oggi credono di poter fare ciò che vogliono, come ad esempio inviare anonimamente dei “proiettili… a salve“!!!