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Gratteri: Un esempio di integrità e responsabilità!!!
Egli infatti, con grande senso di responsabilità, ha preferito acquistare di tasca propria tutto ciò di cui aveva bisogno, evitando così di gravare sulle casse dello Stato, un comportamento che denota non solo integrità morale, ma anche un profondo rispetto per il ruolo pubblico e per i soldi di noi contribuenti.
Immaginate per un istante se tutti i nostri uomini istituzionali e di conseguenza i funzionari pubblici e ancora più quei nostri “……..” politici, adottassero per un solo mandato quel simile approccio.
Non staremmo forse parlando di un Paese improvvisamente più ricco, più efficiente e soprattutto meno incline alla disonestà?
Comprendo perfettamente che si tratta di un gesto semplice, ma potenzialmente simbolico, che dovrebbe far riflettere tutti quei soggetti di cui sopra e fungere da esempio per coloro che oggi ricoprono incarichi pubblici o di grande responsabilità.
Viene quindi spontaneo chiedersi: come potrebbe lo Stato modificare un sistema che spesso concede benefit inutili, sprecando denaro pubblico?
Già… perché molti di questi “gadget” ( tra l’altro costosissimi…) non vengono forniti per migliorare la qualità del lavoro o per rispondere a necessità operative, ma appaiono piuttosto come regalie mascherate, sì… premi destinati a funzionari che nella maggior parte dei casi non evidenziano, né competenza e ancor meno impegno.
Parliamo di privilegi che anziché valorizzare il merito sembrano favorire molti di quei “raccomandati” e di conseguenza quelle loro inette condotte e, talvolta, persino premiare quei loro comportamenti disonesti.
È ora di invertire la rotta, perché uno Stato che si ritiene (vedasi tutte le dichiarazioni che ogni sera ci vengono “propagandate” dai Tg nazionali) essere virtuoso dovrebbe iniziare a eliminare tutti i benefit non strettamente necessari, mantenendo solo quelli funzionali allo svolgimento del lavoro.
Inoltre, è tempo di premiare il merito in modo trasparente, con incentivi basati sui risultati e non su scelte di “casta” o attraverso concessioni materiali.
E inoltre fondamentale implementare controlli rigorosi sull’utilizzo delle risorse pubbliche, per garantire che ogni spesa abbia una sua reale giustificazione.
Ed infine, vista la diffusa immoralità che ci relega tra i primi paesi al mondo per livello di corruzione, bisogna ripartire promuovendo una cultura di responsabilità personale, dove chi ricopre incarichi pubblici dia l’esempio, evitando sprechi e privilegi immotivati.
Immaginate solo per un istante il nostro Paese in cui, i fondi risparmiati da queste riforme, vengano investiti in istruzione, sanità, infrastrutture e/o a sostegno alle fasce più deboli della popolazione, un paese dove la trasparenza e l’efficienza sostituiscano gli sprechi e i favoritismi.
Lo Stato e quindi i suoi referenti dovrebbero amministrare la cosa pubblica con lo stesso senso di responsabilità con cui si gestisce una famiglia, non quindi come una risorsa da spremere, ma come un patrimonio da preservare e far crescere per il bene comune…
Perchè come ripeto spesso: il cambiamento comincia innanzitutto dalle scelte personali!!!
Se non sapete quindi come fare, semplice… potete iniziare prendendo esempio dal Dott. Gratteri!!!
Tribunali: "Lasciate ogni speranza, voi che entrate".
La cultura passa dalla legalità e non bisogna possedere una toga e/o una divisa per darne prova!!!
Avrei dovuto scrivere stasera sul “Comune di Ropolano Terme“, ma ho promesso ad uno degli addetti con cui ho parlato telefonicamente che avrei atteso un loro risposta prima di raccontare nel mio blog quanto di spiacevole è accaduto…
Quindi ora, nel non affrontare appositamente quella fastidiosa vicenda, prendo in esame un argomento fondamentale, quello che fa comprendere come questo nostro Paese – ricordo uno Stato che evidenza quotidianamente un livello altissimo di corruzione e una totale mancanza di cultura della legalità – manchi di quella necessaria formazione per sviluppare cittadini consapevoli; difatti, la maggior parte dei miei connazionali è talmente abituata a vedere lo Stato quasi fosse una parte a se, distante da loro, già… come un qualcosa di estraneo a cui essi non appartengono e ciò diventa più evidente quando essi si trovano a dover rispettare gli obblighi previsti…
Ho sempre creduto che il tema della legalità appartenga a noi cittadini sin dalla nascita ed è fondamentale ai genitori far comprendere ai loro bimbi questa cultura, la stessa che poi crescendo si dovrà promuivere e non mi riferisco a quella personale scolastica, certamente fondamentale, come imparare la nostra lingua, la storia, la geografia, etc, no… ciò che voglio dire e che la legalità è importante perché insegna a rispettare gli altri, attraverso le regole ed il rispetto delle leggi.
Difatti, se tutti imparassimo il valore della legalità, il mondo diventerebbe non solo più civile, ma la società stessa sarebbe più giusta ed equa e difatti, senza corruzione e malaffare, anche la criminalità organizzata scomparirebbe!!!
Ecco perché non mi meraviglio più quando accadono situazioni come quella di cui parlerò forse domani, già… perché ormai lo Stato attraverso i suoi dipendenti – mi riferisco a quelli solitamente preposti ad inviare sanzioni o quant’altro a livello fiscale – sono talmente convinti di rivolgersi ad uno dei tanti loro connazionali che di “cultura della legalità” non sanno neppure dell’esistenza, che pensano immediatamente, già senza alcun indugio, che si possa fare di tutta un’erba un fascio!!!
Ed allora, permettetemi di dire: cari amici, prima di poter soltanto pensare a cambiarsi i vestiti con altri, sì come il sottoscritto, come dice quel proverbio: “acqua sotto il ponte ne deve passare”!!!
Vorrei tra l’altro aggiungere – riprendendo un tema toccato dal magistrato Giuseppe Ayala nell’inserto di fine anno del quotidiano “La Sicilia” intitolato “Uno nessuno centomila” e riproposto nello specifico dal generale dell’Arma (già a capo di Ros e Dia) Giuseppe Governale e cioè che la cultura è legalità e conta come una divisa o una toga – che ci sono cittadini che non hanno alcuna toga e ancor meno possiedono una divisa, ma operano da sempre in maniera coerente e soprattutto palese, tra l’altro senza alcun tornaconto personale, già… neppure quello di poter percepire uno stipendio da parte dei contribuenti, eppure sono sempre lì a fare il proprio dovere e non solo, fanno anche ciò che altri – solitamente collusi o ricattabili per non aggiungere “omertosi” – non fanno!!!
D’altronde come ripeto spesso, è facile parlare di legalità quando si è protetti da una divisa o da una toga, certamente più difficile esporsi personalmente, sapendo di non aver nessuno dietro a proteggerti, il più delle volte neppure lo Stato!!!
E difatti… vorrei contarli tutte quegli esposti presentati personalmente da quei soggetti di cui sopra, sarei curioso di sapere in quanti processi ciascuno di essi è coinvolto a titolo personale, sì… vorrei conoscerlo quel dato, ma forse è meglio lasciar perdere!!!
Comunque, ciò che volevo dire è che quando un cittadino è corretto e rispetta la cultura della legalità, sa bene di doverla mettere in pratica sempre e non occasionalmente o quando fa comodo!!!
Faccio alcuni esempi; si osservi a quando si tratti di onorare le imposte fiscali, quando vi sono presso alcuni enti di riscossione cartelle a debito a nostro nome, oppure quando giungono a casa avvisi di accertamento come multe stradali (parlo ovviamente di quelle corrette e non certo di quelle erroneamente inviate da taluni Comuni per far cassa… senza verificare se poi quelle stesse siano state già ottemperate nei pagamenti e quindi non vi è alcuna ragione plausibile nel provare ad accreditare ulteriori sanzioni per ritardi, se non l’incompetenza di quegli addetti, incapaci di accertare che quella sanzione sia stata pagata entro i termini di legge e cioè nei cinque giorni previsti…) e quant’altro…
D’altronde, come dicevo sopra, in questo Paese si è così convinti che sismo tutti eguali che si pensa agli altri con la propria testa, quasi fossimo simili!!!
Sì… è quella loro natura a parlare per loro, la stessa che ogni giorno si chiedei: può esser mai che qualcuno sia così corretto e quindi migliore di noi??? E poi perché a differenza nostra, egli possieda quella cultura di legalità così intrinseca???
Difatti è proprio questa la ragione che tanto fastidio dà alla maggior parte dei miei connazionali e rappresenta la stessa motivazione che in questi anni ha fatto comprendere al sottoscritto che, per la sola ragione d’aver fatto la cosa giusta, si è stati ahimé odiati!!!
Auspico che l'incarico per la procura di Napoli, venga dato al procuratore della DDA di Catanzaro: Nicola Gratteri.
Entro la terza settimana di settembre, il Csm dovrà sciogliere la riserva. “Avrei voluto finire la mia carriera a Catanzaro, ma ho fatto domanda perché non potevo restare di più“, racconta il magistrato antimafia…
Mi dispiace dirlo, ma appena ascoltata la notizia ho avvertito un magone, già come se qualcosa potrebbe non andare per il verso giusto e difatti dopo pochi minuti ho ripensato a quando un suo illustre predecessore e collega, il giudice Falcone, non venne scelto per guidare l’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, incarico che come ben sappiamo venne dato ad Antonino Meli, lo stesso che poi procederà a smantellare il “pool antimafia”, ma non solo, Giovanni Falcone come sappiamo venne quindi attaccato non solo da alcuni politici, ma anche da suoi colleghi e persino da molti intellettuali…
Nicola Gratteri è insieme a qualche suo valido collega, uno dei più profondi conoscitori dei fenomeni mafiosi, in particolare di quello ‘ndranghetista, ed è grazie all’esperienza acquisita sul campo, in quella sua lunga attività giudiziaria, che può considerarsi tra le figure più autorevoli per quell’incarico!!!
A cosa serve ricorrere in maniera urgente all'ex art. 700 cpc, quando poi all'interno dei Tribunali i magistrati competenti non emettono i procedimenti nei tempi previsti???
Ricordo che si procede per “urgenza” quando (la legge) richiede che vi sia la necessità di una tutela immediata del diritto, tutela che altrimenti verrebbe irrimediabilmente frustrata qualora si procedesse per le vie ordinarie e si attendessero i tempi di una sentenza ordinaria, in altre parole vi deve essere un pericolo imminente di un pregiudizio che minacci irreparabilmente il diritto!!!
Ecco, questa seconda condizione, in gergo tecnico chiamata “fumus boni iuris”, ossia l’apparenza (simile al fumo) di un valido diritto, si potrebbe definire più facilmente “verosimiglianza del diritto”, ed è ciò che infatti i cittadini non riescono a capire, già… sui motivi di quei ritardi, sapendo il più delle volte che non si tratta di carte senza alcun fondamento, ma che esse completano le indagini effettuate dagli organi di polizia, dalle cui verifiche è stato permesso di anticipare e predispone l’instaurazione di un processo penale, nel quale la persona indagata è risultata rinviata a giudizio!!!
Certa che se questa è la nostra giustizia a cui i cittadini si affidano…
Lo Stato Parallelo…
Intitolata “l’Impegno di tutti“, questa prima edizione si è svolta da venerdì 5 a domenica 7 maggio 2023 presso Anteo Palazzo del Cinema, col patrocinio di Fondazione Falcone e il contributo di Fondazione Cariplo.
In questo panel l’ex-magistrato Gherardo Colombo ha parlato della P2, presentando il podcast “Lo Stato Parallelo“, pubblicato in esclusiva su RaiPlay Sound. Lo ha intervistato Lea Orifici di Torcha.
Sia RaiPlay Sound sia Torcha sono stati media partner di questa prima edizione del Festival.
PER SAPERNE DI PIU’ SUL FESTIVAL: https://www.festivalantimafia.org
“C’è chi ha costruito carriere sul processo trattativa”!!!
E quindi se quei documenti ipotizzando esistono – e non possono che essere stati in questi anni conservati gelosamente in qualche cassetta di sicurezza della famiglia – forse, e ripeto forse, chi ha avuto modo di leggerli, troverà quanto ora accaduto nel merito del processo sulla trattativa tra lo Stato e cosa nostra, qualcosa da ridire, ma forse non è il momento giusto per portare alla luce quelle verità nascoste o forse qualcuno avrà implorato loro di tenerle celate…
Ho letto in questi giorni quanto dichiarato dalla figlia minore del giudice, Fiammetta Borsellino, che nei giorni scorsi ha incontrato a Bologna migliaia di studenti per parlare del padre, del depistaggio e dei tanti misteri che ancora avvolgono le indagini sulla strage di via D’Amelio..
“Non ho letto la sentenza, quindi preferisco non entrare nel merito del processo trattativa, però una cosa la voglio dire: c’è chi ha costruito le loro carriere su questo processo, immeritatamente”.
Si comprende da quelle frasi come ella non nasconda la propria amarezza, aggiungendo: “Sa quale è il danno più grande? Questo processo, come altri prima, sono stati celebrati fuori dalle aule di giustizia, prima ancora che si esaurissero nei tre gradi di giudizio. A prescindere dalla innocenza degli imputati”.
“E’ un messaggio brutto da dare alla società – aggiunge Fiammetta Borsellino – che alla fine si costruiscono carriere su processi che vengono pubblicizzati prima della fine del processo”.
Aggiungendo inoltre: “Ci sono stati anche giornalisti che sono stati complici di operazioni del genere… c’è tutto un sistema che va dietro al potere. Queste persone hanno raggiunto questa fama, che non è fondata su nulla se non sull’autorefenzialità. E il messaggio che si da ai giovani non è positivo. Passa il messaggio che basta scrivere libri o andare in tv per diventare famosi”.
Ma ormai tutti noi da tempo abbiamo compreso quanto è realmente accaduto, sentenze o non sentenze la verità storica è ormai accertata e quanto è accaduto grazie all’appoggio di uno Stato deviato e da complicità politico/militari, non sarebbe stato possibile, se ciascuno non avesse fatto la propria parte!!!
Dispiace solo che i nostri giudici e tutti gli uomini delle scorte, insieme alle centinaia di vittime della mafia, abbiano dovuto pagare un prezzo così alto, per uno Stato che si è dimostrato e ancora oggi evidenzia – almeno una parte di esso – di essere legato e colluso con quelle associazioni criminali, attraverso i suoi politici, mafiosi e soprattutto a quanti affiliati alle varie logge massoniche!!!
Scusate, ma ho difficoltà a comprendere quanto sta accadendo da anni in quel Tribunale di Messina!!!
Andiamo a noi…
Premetto che alcuni anni fa, ho presentato un esposto per un impianto di depurazione presso il Comune di Giardini Naxos, precisamente in località Recanati, Via Rocce Nere, che proprio in quel periodo inquinava in maniera preoccupante, in quanto il depuratore, a suo tempo lì collocato – che raccoglie tutte le acque reflue dei comuni adiacenti (sia domestiche che industriali e urbane) – dopo i previsti trattamenti chimici utilizzati per il corretto funzionamento, evidenziava di non funzionare a dovere, gettando le proprie acque sporche, certamente mal trattate, nelle foci del torrente Alcantara e in quelle del mar Jonico prospiciente!!!
Incredibilmente però, dal Tribunale di Messina, dopo quasi 5 anni dal mio primo esposto, perché nel contempo ne sono seguiti molti altri, di cui alcuni altrettanto gravi (se non di più), quantomeno sotto il profilo di raggiro, truffa, evasione, etc…, denunce che hanno tra l’altro trovato conferma nal lavoro compiuto dal NOE, PG di Messina e Gdf di Taormina!!!
E difatti, di pochi giorni, la conferma di quanto appena detto e cioè che l’esposto presentato dal sottoscritto è stato incredibilmente stralciato dal magistrato!!!
Sì… “Denunciate, denunciate, ed ancora DENUNCIATEEEEEEEE…” ed ecco cosa avviene dopo che denunciate!!!
Ma allora mi permetto di fare una domanda: ma se le motivazioni portate avanti dal sottoscritto erano fallaci, errate, ma che dico… folli, già, se a causa di quell’area fluviale/marina “avessi preso un granchio” o ancor di più, se il lavoro svolto in maniera certosina da quei pubblici ufficiali (i quali ricordo hanno evidenziato quanto il sottoscritto avesse dichiarato), non è stato neppure tenuto in considerazione, perché allora il magistrato non procede ora ad attuare quanto previsto nell’Art. 2700 che riporta testualmente: “L’atto pubblico fa piena prova, fino a querela di falso [221 c.p.c.], della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato, nonché delle dichiarazioni delle parti e degli altri fatti che il pubblico ufficiale attesta avvenuti in sua presenza o da lui compiuti” e quindi, nel momento in cui si è deciso che quel procedimento andasse stralciato, perché ora non provvede a denunciare anche quei pubblici ufficiali che hanno condotto le verifiche di falso???
Nell’attendere quindi le motivazioni che hanno condotto allo stralcio (auspico soltanto che quanto compiuto, non sia stato realizzato per celare altre e ben più gravi motivazioni, come ad esempio quelle di aver “deliberatamente” inserito all’interno dello stesso fascicolo altre vicende gravissime che nulla centravano con l’inchiesta denunciata sull’inquinamento ambientale di quell’area, forse chissà debbo pensare, affinché anche quelle possanno essere nelle prossime udienze stralciate???), spero di sbagliarmi, ma appena avrò quegli incartamenti nelle mani – procederò se le motivazioni non mi convincono a chiedere ai miei legali di procedere con l’Opposizione – poiché ritengo già sin d’ora il decreto emesso di stralcio, infondato o quantomeno non corrispondente al vero, d’altronde basti osservare quanto accaduto proprio in questi ore!!!
DENUNCIATE, DENUNCIATE: già, mi dispiace dover leggere anche quanto compiuto da altri cittadini che dal 2020 si sono interessati a far emergere questo problema chiamando anch’essi in causa, sia il Comune che gli Enti preposti a salvaguardia della salute dei bagnanti e di quel territorio, ma ahimè, anche per loro, non è accaduto nulla…
Infine, mi permetto di pubblicare sull’argomento tutta una serie di articoli pubblicati in questi ultimi anni, i quali dimostrano in maniera chiara ed evidente quanto il sottoscritto già ne ha l 2017 (precisamente il 21.06) presso la Casa Comunale di Giardini Naxos aveva anticipato all’allora Sindaco, poi successivamente (nel 2018) denunciato per come raccontato sopra…
Ah dimenticavo, per poter leggere le motivazioni, ho dovuto pagare all’ufficio Atti quasi 60,00 euro e sì, perché la giustizia costa e siamo sempre noi a pagare!!!
– https://www.informasicilia.it/blog/2021/03/05/acqua-contaminata-a-taormina-giardini-e-letojanni/
– https://www.teleacras.it/2021/09/13/sicilia-disastro-fogne-e-depuratori/
– https://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/11/foce-dellalcantara-un-tempo-oasi.html
Il presunto sistema di corruzione… conduce ad un Pm!!!
Sembra che su quel togato calabrese, magistrato in servizio da oltre 16 anni si sia scritto tanto…
Ho letto un post che riportava… “E non perché non avevamo altro da fare, o per chissà quale altro motivo o peggio per il sol gusto della calunnia, ma perché ogni qualvolta ci siamo trovati di fronte a vicende giudiziarie viziate o mancate, relative agli intrallazzi dei colletti bianchi e degli amici degli amici, quel nome che aggiusta le cose, spunta sempre.
Infatti, tutti sanno che quando c’è da “intestarsi” qualche fascicolo su inchieste che riguardano i reati contro la pubblica amministrazione o su truffe allo stato, quel “bella chioma” ———— è sempre il primo ad alzare la mano.
E non è un caso che quelle poche inchieste, istruite non certo per senso di giustizia ma con lo scopo di “pilotarle” o per usarle come arma di ricatto, sono tutte finite con un nulla di fatto o con assoluzioni.
Tutti flop investigativi e “mancate condanne” che nessuno gli rimprovera, nemmeno le vittime dei suoi “errori giudiziari” che è quanto dire!
Fallimenti che compensa, per necessità statistiche d’ufficio, arrestando qualche fumatore di spinelli o disperati vari che non possono permettersi qualche avvocato del suo giro, d’altronde qualche inchiesta che va a buon fine deve pur produrla….
Il post continua in maniera feroce… prendendo anche spunto da quanto compiuto dal Csm e continuando: Per… quel pm …. i problemi dei reati contro la pubblica amministrazione erano talmente gravi e all’ordine del giorno (noi lo scriviamo da sempre e continuiamo a farlo) da richiedere il lavoro e l’impegno di in terzo della forza lavoro presente in procura. E con quali risultati? Zero! Non serve scomodare quella buonanima della Signora in Giallo per capire il perché quel sempre sul pezzo che alza la mano ogni qualvolta c’è da intestarsi qualche inchiesta su politici intrallazzati, colletti bianchi corrotti e imprenditori dalla bustarella facile…
Basta leggere i risultati delle sue inchieste: “zero tituli”.
Il post ovviamente continua in maniera dettagliata, ma m’interessa riportare una frase interessata: “Non ci aspettiamo niente perché sappiamo che cane non mangia cane”…
Certo, non so dirvi quanto di vero vi sia un quella formale accusa e sarebbe importante che chi di dovere si dia una mossa a valutare se quanto palesemente riportato sul web rappresenti qualcosa di concreto, perché se così fosse, sarebbe grave non intervenire, come viceversa, è opportuno – nel caso in cui le invettive non trovassero riscontri – fare in modo che quel magistrato venga protetto…
Ritengo che questa attuale incertezza, va in ogni caso definitivamente interrotta!!!
Il Giudice iniquo…
Sembrerà strano, ma più di duemila anni fa, anche Gesù, trattava della giustizia iniqua, tanto da descriverla in una sua parabola che compare nel vangelo secondo Luca (Lc 18,1-8).
In essa, un giudice veniva ripetutamente interpellato da una povera vedova per avere giustizia.
Rigettando inizialmente le sue richieste, alla fine cede solo per la persistenza della donna e non perché il suo giudizio sia corretto nei suoi confronti: «C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Dalla parabola si possono ricavare diversi elementi: innanzitutto che la persistenza della preghiera ha portato infine la vedova a raggiungere il suo scopo, cioè di farsi almeno ascoltare dal giudice, ribadendo comunque che Dio è ben più lesto nel rispondere alle preghiere dei suoi fedeli, e lo fa con maggiori motivazioni…
Ed allora, rivolgendomi a tutti quei magistrati che ancora oggi non operano in maniera retta ed equa, dico loro: attenti, perché Dio sollecita ognuno di Voi a dare il meglio di se sempre e quando ciò non avviene, la Giustizia Divina saprà come agire nei vostri confronti e su quelli dei vostri cari; non ci sarà luogo che potrà proteggervi, egli interferirà con ogni vostra situazione, costringendovi a prendere le vostre responsabilità. Solo così facendo si potrà compiere il Suo volere e si manterrà quell’equilibrio perfetto e perciò, Divino.
Tutto è come deve essere: come sarà il domani è già risaputo, ed è per questo motivo che esortiamo ciascuno di voi (magistrati) a non lasciarsi andare a improprie volontà o ad ambigue decisioni, ma ad aderire sempre con umiltà e fermezza, ad un giudizio equo e al rispetto di quell’incarico che avete a suo tempo deciso con passione di voler scegliere.
Sulla base del principio di presunzione di innocenza, l’eventuale colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine, sarà definitivamente accertata solo ove interverrà sentenza irrevocabile di condanna.
Con il D.lgs. n. 188/2021, presunzione d’innocenza, ecco cosa cambia…
Dal 14 dicembre 2021 è in vigore il d.lgs. n. 188/2021 che, recependo una Direttiva UE, introduce alcune disposizioni tese al rafforzamento della «presunzione d’innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali».
In ordine al primo aspetto, il fulcro del decreto consiste nella disciplina relativa alla diffusione delle informazioni riguardanti i procedimenti penali e gli atti di indagine.
In tal senso, l’art. 2 dispone che «è fatto divieto alle autorità pubbliche di indicare pubblicamente come colpevole la persona sottoposta a indagini o l’imputato fino a quando la colpevolezza non è stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili».
In caso di violazione del divieto l’interessato, oltre ad avere diritto al risarcimento del danno, può chiedere la rettifica della dichiarazione e, in caso di inottemperanza dell’autorità, può agire ex art. 700 c.p.c., chiedendo al tribunale di disporre la pubblicazione della rettifica.
Va precisato che il divieto è rivolto alle autorità pubbliche in generale e quindi, oltre ai magistrati, a qualsiasi autorità investita di potestà pubblicistiche.
Dunque, ai funzionari pubblici e agli esponenti della politica non saranno più consentite esternazioni sulle indagini in corso nelle quali un indagato venga additato come colpevole.
Per converso, posto che l’art. 2 non riguarda i privati ed in particolare gli organi di informazione, il decreto non incide direttamente sul fenomeno dei processi mediatici. Inoltre, il provvedimento inserisce alcune rilevanti novità nel testo dell’art. 5 del vigente d.lgs. n. 106/2006.
Detto articolo, dispone che i rapporti con gli organi di informazione competono esclusivamente al procuratore della Repubblica o a un magistrato dell’ufficio appositamente delegato.
L’art. 3 del nuovo decreto aggiunge che la diffusione di notizie può avvenire esclusivamente attraverso comunicati ufficiali o tramite conferenze stampa e a condizione che «risulti strettamente necessaria per la prosecuzione delle indagini» o ricorrano «altre specifiche ragioni di interesse pubblico».
La decisione di procedere a conferenza stampa, comunque, è assunta con atto motivato «in ordine alle specifiche ragioni di pubblico interesse che la giustificano».
Gli ufficiali di polizia giudiziaria possono fornire informazioni, con le medesime modalità, sugli atti di indagine compiuti soltanto se autorizzati dal procuratore con atto motivato.
Al di fuori di questi canali ufficiali, non è consentito dare ulteriori notizie ai cronisti. In ogni caso, le informazioni devono essere diramate in modo da assicurare alla persona sottoposta ad indagini o all’imputato il diritto «a non essere indicati come colpevoli» fino a quando la colpevolezza non sia stata definitivamente accertata. Infine, il comma 3-ter precisa che nei comunicati stampa e nelle conferenze è fatto divieto «di assegnare ai procedimenti pendenti denominazioni lesive della presunzione di innocenza».
In pratica, nei comunicati ufficiali i procedimenti non potranno più essere denominati con appellativi dal tenore colpevolista. Anche in questo caso, la norma non si rivolge agli organi di stampa, ma l’attribuzione alle inchieste di nomignoli denigratori espone, d’ora in poi, i giornalisti ad un maggiore rischio di incorrere in azioni legali. Si osserva che rispetto a quanto era già stabilito dall’art. 5 del d.lgs. n. 106/2006, il nuovo decreto non ha apportato novità radicali, fatto salvo il divieto di intitolare le inchieste giudiziarie con denominazioni scandalistiche.
Criticabile, inoltre, è stata la scelta di legittimare le conferenze stampa e quella di lasciare un eccessivo margine di discrezionalità ai procuratori i quali possono consentire la diffusione delle informazioni sul generico presupposto delle “ragioni di interesse pubblico”.
Tuttavia, il decreto è espressione di un’importante presa di posizione culturale. Infatti, gli artt. 114 e 329 c.p.p., in tema di divieto di pubblicazione di atti e di obbligo del segreto, sono finalizzati a impedire che la divulgazione di notizie rechi nocumento alle indagini in corso e al contempo a evitare che il giudice del dibattimento possa essere influenzato nella propria decisione.
Quanto al d. lgs. n. 106/2006, il cui citato art. 5 è rimasto sinora lettera morta, la sua originaria ratio era quella di precisare le regole di condotta all’interno degli uffici del pubblico ministero nel rispetto dei rapporti gerarchici. Il nuovo decreto, invece, è il segno di un cambiamento storico posto che il suo scopo è dichiaratamente quello di tutelare la persona indagata o imputata.
Per la prima volta, è stato sancito il diritto dell’indagato a non subire la spettacolarizzazione dell’indagine che, di per sé, lede la reputazione e compromette la serenità della difesa. Il provvedimento rappresenta quindi un deciso passo in avanti verso la concreta attuazione del principio, non solo europeo ma anche costituzionale, della presunzione d’innocenza.
Come volevasi dimostrare, eccovi confermato l'inganno!!!
Cosa avevo scritto alcuni giorni fa???
Ecco l’ennesima dimostrazione: il Gruppo d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata, meglio conosciuto con l’acronimo G.I.C.O., reparto d’élite della Guardia di Finanza di Catania, ha fatto emergere una serie di sentenze “di favore” compiute da parte di un magistrato compiacente…
Ecco difatti emergere presunte sentenze a favore di alcuni imprenditori, a cui sono state contestati reati di corruzione, quella classica modalità “dare/avere”, che porta da una parte qualcuno a ricevere e dall’altro qualcuno a dare, come…???
Semplice si ritardano o si accelerano i giudizi di quelle sentenze, dimostrando in particolare che quando si trattava di decidere su quegli amici imprenditori, ecco improvvisamente vedere quelle media usuale, posta in atto per analoghe sentenze, prevista all’incirca prevista in uno o due anni, concludersi incredibilmente in pochi mesi…
Già… sentenze che venivano manipolate non solo da quel magistrato, ma sicuramente anche da chi si trova ad operare all’interno di quegli uffici, permettendo che quelle sentenze, passassero sempre nelle mani di quel magistrato e non finissero indirizzate verso altri colleghi.
Mi sembra di rivedere quanto mi ha fatto leggere in questi anni una mia cara amica di Messina, con tutta una serie di procedimenti che hanno subito in questi ultimi anni una serie di altalenanti giudizi, a seconda dei magistrati che hanno avuto in mano quei fascicoli e dai quali si è evidenziato in maniera tangibile, un sistema ingegnoso posto a protezione di quei “fratelli“, ora ahimè imputati, ma che sono riusciti – grazie a quei loro amici influenti dentro il palazzo di giustizia – a cavarsela, grazie soprattutto a quel sistema giudiziario che dimostra essere fallace e soprattutto iniquo.
Ho detto alla mia amica che appena una testata d’inchiesta a livello nazionale deciderà di verificare quanto finora accaduto, sono certo che molte teste cadranno e faranno la sessa fine di quella più famosa del profeta Giovanni Battista…
Ma chissà potrebbe accadere che prima che le Tv presentino un reportage su quanto finora accaduto, qualcuno – non ancora compromesso con questo corrotto sistema – presente all’interno delle forze dell’ordine – sia disposto a fare il proprio dovere, senza doversi piegarsi alle volontà di qualche suo superiore (corrotto) o di quanti vorrebbero eclissare quelle verità scomode che si sa… non dovranno mai emergere!!!
Un giudice senza paura…
Danneggiando una targa, non si cancella la memoria di uomo, che non ha avuto alcuna paura e ancor meno titubanza a presiedere il maxiprocesso a Cosa nostra! Alfono Giordano è questo il nome del magistrato a cui era stata dedicata recentemente una targa dal Comune di Palermo in piazza Edison, nel quartiere Matteotti, è che ora è stata danneggiata tentando anche di rimuoverla.
Ecco perché oggi quello sfregio alla targa dedicata al giudice Alfonso Giordano, non rappresenta nulla, non ha alcun valore neppure come semplice atto vandalico, già perché non scalfigge minimamente la memoria di un grande magistrato che ha avuto il coraggio (pochi al suo posto l’hanno fatto…) di presiedere quel maxiprocesso alla mafia, un periodo in cui a Palermo venivano uccisi quotidianamente uomini delle nostre istituzioni e tutti avevano paura di contrastare la mafia e i suoi uomini.
Solidarietà al giudice Nicola Gratteri!!
Per fortuna ciò che non accade in certi territori “omertosi e succubi”, non avviene in altre realtà del nostro paese…
E’ quanto hanno manifestato centinaia di cittadini che si sono riuniti dinnanzi alla Stazione centrale di Milano per manifestare la propria solidarietà nei confronti di un grande professionista e magistrato: Nicola Gratteri.
Sono oltre 150 le associazioni di tutta Italia che hanno dato vita alla manifestazione e che ha condotto sul palco alcuni noti magistrati e parecchi esponenti della società civile e delle istituzioni.
Al grido “basta con le stragi” sono seguite le parole del presidente della commissione antimafia della regione Lombardia, Monica Forte: “Oggi dobbiamo evitare di commettere gli errori che furono commessi trent’anni fa quando ci furono le stragi; allora lo Stato ebbe una reazione forte e reagì con interventi legislativi soltanto dopo le stragi. Oggi non dobbiamo isolare chi fa il proprio dovere”.
In piazza va detto c’erano anche parecchi calabresi, tra cui alcuni componenti della comunità di “Progetto Sud” che per voce di Maria Pia Tucci ha dichiarato: “Non possiamo permetterci più di urlare dopo ‘mai più stragi’ ma proviamo a dirlo prima tutti insieme”
D’altronde proprio il capoluogo lombardo è stata scelto quale sede della manifestazione, una regione che come ben sappiamo è stata egemonizzata in questi anni da quella nota associazione criminale calabrese chiamata “‘ndrangheta”, che attraverso i propri capitali di provenienza illecita, prova in ogni occasione a riciclare quel denaro acquisendo e investendo su imprese aggiudicatarie di appalti pubblici o su attività commerciali di qualsivoglia genere e per riuscirci non si limita ad usare imposizioni coercitive e violente….
L’auspicio come ricorda la coordinatrice della Dda di Milano Alessandra Dolci è quello di veder crescere sempre più la cultura della legalità, in particolare tra i giovani, grazie all’ausilio di gruppi e movimenti antimafia sempre più crescenti, ma soprattutto attraverso il gran lavoro e l’impegno messo in campo (libero da compromessi o ancor peggio da fazioni e/o correnti politiche che provano a condizionarne l’operato) da taluni magistrati perbene e incorruttibili, com’è ad esempio il nostro Nicola Gratteri!!!
La lotta si sa è ancora lunga e soprattutto di difficile soluzione, ma con l’impegno di tutti, sì…provando ad unire le forze di quelle persone oneste, ecco che si potrà alla fine vincere contro questo sistema malato e infetto, perché a volte basta poco, già… si tratta semplicemente di volere che le cose buone accadano!!!
Almeno questa volta fate in modo di non lasciare solo Di Matteo per come è stato fatto con i giudici Borsellino e Falcone!!!
Auspico che almeno questa volta lo Stato dimostri di avere una determinazione diversa da quelle evidenziata durante le stragi dei due giudici…
D’altronde abbiamo visto cos’è accaduto, le negligenze, le collusioni, gli apparati corrotti, i trafugamenti, le complicità e chissà forse dovremmo aggiungere le partecipazioni attive (mai dimostrate…) di taluni soggetti che proprio grazie a quegli attentati, hanno iniziato a fare carriera istituzionale, militare e politica…
Ed ora ecco giungere le minacce di morte da parte della ‘ndrangheta nei confronti di quel giudice capace di far emergere – nel programma di Giletti – quanto stava per accadere e cioè la scarcerazione di numerosi boss al 41 bis con la scusante del pericolo “pandemia da Covid-19”!!!
Desidero però che a differenza delle solite frasi fatte, di vicinanza e solidarietà, ci s’impegni in maniera fattiva a contrastare – definitivamente – tutte le mafie e di conseguenza ogni forma di criminalità organizzata che, proprio in questo periodo di emergenza sanitaria, ha ampliato le proprie radici e diramazioni…
“Il giudice Di Matteo lo ammazzano, gli hanno già dato la sentenza”, questa è la frase intercettata che è stata ascoltata dagli inquirenti e che evidenzia come le minacce al giudice Di Matteo siano reali e non per come qualcuno credeva fittizie!!!
Ed allora, invece di scandalizzarci tutti per quanto accaduto all’interno di un nostro carcere – situazione che non sarà certamente il sottoscritto a giustificare – forse è il momento di comprendere cosa realmente avviene all’interno di quelle strutture penitenziarie, luoghi da cui ancora oggi partono molti di quei comandi!!!
Vorrei consigliare a molti di guardarsi una serie Tv ancora non pervenuta ufficialmente nel nostro Paese, ma che la si può trovare sul web in inglese (sottotitolata nella nostra lingua) dal nome “TIME” e rappresenta perfettamente quanto accade in quei luoghi e a ciò a cui sono costretti – pur non volendo – quelle guardie poste al controllo…
Perché come si dice, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e soltanto chi non vive quotidianamente quella realtà può comprendere pienamente le difficoltà oggettive presenti!!!
Mi ripeto… è tempo che lo Stato dimostri la propria determinazione e risolutezza, contro qualsivoglia – anche solo d’ipotesi – di un ritorno a quei momenti violenti compiuti negli anni passati dalla criminalità organizzata, in particolare proprio contro quei magistrati che per primi sono esposti in questa guerra…
Solo così si potrà far comprendere a chi di dovere… che non più tempo di scherzare se si vuole ancora mantenere all’interno di quell’ambiente, quel po’ di “status”, che ancora gli viene permesso!!!
Congo: sembra che quanto avevo anticipato, inizi a prendere forma!!!
L’agguato sembra che sia avvenuto sulla stessa strada percorsa Rutshuru-Goma e il magistrato, William Assani, stava rientrando da una riunione nell’ambito dell’inchiesta su quanto accaduto ai nostri connazionali, ed ecco che improvvisamente anch’egli subisce la stessa sorte!!!
19 Luglio, Via D'Amelio: Il momento più buio della Repubblica!!!
Sì è vero, sono passati ventisei anni… ma non è cambiato nulla o meglio qualcosa è cambiato, ma le domande su quanto accaduto, restano ancora lì…. senza risposte!!!Così facendo si garantirono sia gli interessi economici/finanziari del suo leader, che quelli mafiosi dei loro amici politici regionali/nazionali, che di lì a poco, si sarebbero trasformati in scambio di voti e intervento abrogativi, a favore dei boss, come ad esempio il 41bis!!!
Che senso ha essere accompagnato la mattina per poi essere libero di essere ucciso la sera?
Il Magistrato che preferiva esaminare le corsiste in minigonne e tacchi a spillo!!!
Gomorra: La fine della 4° serie: "Senza testa e ne piedi", ma con una bella sorpresa…
Ho finito quindi di vedere questa serie 4° di cui hanno fatto parte una serie di bravi attori tra cui l’attore che raffigura il boss di Secondigliano, Gennaro Savastano detto Genny, personaggio interpretato dall’attore Salvatore Esposito ed allora, pur tralasciando di raccontare le puntate – per non togliere patos a quei suoi moltissimi ammiratori – ciò che desidero evidenziare è la conclusione che s’è voluto dare all’ultima puntata che ritengo non stia, ne in piedi, ne in terra…
Come eguale considerazione fa fatta per gli omicidi commessi nei confronti di soggetti che finora avevano evidenziato grandi capacità di accortezza e perspicacia, ma che ora all’improvviso – e non se ne comprendono i motivi– dimostrano tutta la loro inadeguatezza, affidando la propria vita a soggetti terzi, totalmente estranei a quel loro abituale ambiente…
Continuando sempre con quel personaggio (“sangue blu“) vorrei capire: qual’è il senso di ricevere l’avvertimento su un possibile attentato alla sua vita – nel rifugio nel quale si era momentaneamente nascosto – e non avvisare immediatamente del pericolo le persone a lui più care, poste lì in sua attesa; già… bastava una semplice telefonata, eppure questa stessa non è stata fatta, sarebbe stata la cosa più logica e dire che trascorrono la maggior parte del loro tempo con i cellulari in mano…Cos’è un’altro errore commesso dallo sceneggiatore oppure anch’esso serviva a eliminare un’altra fetta di attori…
E cosa dire di quest’ultimo che pur sapendo di parlare con il boss di Secondigliano, inizia una dissertazione personale da condurlo a raccontare particolari intimi sulla propria vita adolescenziale, ma neppure se fossero stati… cari amico d’infanzia; una circostanza inconcepibile, ma che stranamente si ripete nella serie in maniera costante.Ed ora passiamo alla cosa più assurda, sì… un boss che da poco arrestato decide di pentirsi e si affida proprio al magistrato di cui sopra, richiedendo ad egli la protezione dello Stato, ma nel contempo (e qui non se ne comprendono i motivi, già non vi è alcuna logicità…) richiede a quel suo “superiore” boss di liberarla…
Una totale strage… si, ma di protagonisti!!!
Non è che forse la produzione preferisce inserirne altri o aspiranti tali che, con l’auspicio di diventar famosi, ne prenderanno il posto, incidendo così in maniera considerevole sui costi…
Ed allora, suggerisco un collegamento per iniziare la nuova serie e cioè che quella conferma al boss Jenny Savastano, gli viene data proprio da uno di quegli uomini istituzionali presenti durante le dichiarazioni spontanee del pentito ora divenuto collaboratore di giustizia (e per innestare nella serie nuovi meccanismi corruttivi di connivenza – non così lontani dalla realtà – si potrebbe dirottare proprio quel magistrato… che per motivi vari, ricattato o per far carriera, ha deciso di diventare un affiliato) che descrive quanto accaduto in quella stanza della procura…
Altrimenti la fine di questa 4° serie, per come riportavo nel mio titolo, evidenzia di essere: “senza testa e ne piedi“!!!
Ci vediamo quindi alla prossima serie… e mi raccomando, provate a stare all’interno di un contesto più reale… e ovviamente, per qualsivoglia consiglio, potete sempre contattarmi… scherzo naturalmente!!!
Ps.
Ah… dimenticavo, quel blocco lavico tagliato con all’interno la sorpresa…
Ma… per favore, pensavate realmente che si trattasse di un uovo di Pasqua???
E poi, vorrei chiedere a quel genio che ha pensato a questa stramba idea: come avrebbero incollato quel blocco per ovviare ai controlli delle forze dell’ordine… forse con l’Attack???
Certo, comprendo come lo sceneggiatore si sia voluto ispirare a talune inosservanze compiute (per come abbiamo visto quest’anno) in quel particolare settore minerario, ma ci si dimentica che quanto emerso fa parte della nostra realtà, sì quella “siciliana“, che nulla hanno a che vedere con l’ambiente sopra descritto da “Gomorra”…
Ma chissà, forse quel blocco potrà essere “rispolverato“, già… potrà essere riutilizzato in una nuova serie televisiva dal titolo “MAFIA&CO.”; dove per “MAFIA” si sa cosa s’intende, mentre il diminutivo “CO.“, sta per “COPERTI“…
Cosa… ??? A credevo fosse chiaro… gli occhi naturalmente!!
Ma che vita è… passar la propria esistenza da "indagato??? Silvio Berlusconi…
Quell’anno infatti il Consiglio aveva annullato l’obbligo – imposto a Berlusconi da Banca d’Italia ed anche dal TAR – di cedere azioni di banca Mediolanum per circa un miliardo di euro.
NO!!! Ci si può fermare anche prima e credo proprio che il suo momento sia giunto già da un bel pezzo… speriamo che anch’egli se ne renda conto… Ecco l'agenda casualmente ritrovata dall'ex Presidente della sezione misure di prevenzione, Silvana Saguto…

Ho ascoltato la deposizione dell’ex Presidente del Tribunale di Palermo, sezione misure di prevenzione e se pur posta ora nei banchi degli imputati, si comporta come fosse ancora Lei il giudice di quel processo…
Sì… è come sapere che un poliziotto durante la propria vita è riuscito a farsi strada compiendo durante quel suo incarico centinaia d’arresti eccellenti, ma poi, giunto alla fine della sua carriera, quasi in procinto della pensione, si è messo a spacciare per conto di un’associazione criminale: a cosa son serviti anni di gloria, quando alla fine la scelta è stata questa???
Ed inizia così, con un elenco di persone…
Colleghi, ma anche avvocati (minch… guarda che novità: il sottoscritto ha denunciato in tempi non sospetti quelle collusioni… ancor prima che nascesse la stessa vicenda “Saguto.”.. ma chissà perché qualcuno ai piani alti, ha preferito non farla emergere; ma mi consolo con una frase: Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico”!!!
Apre e chiude l’agenda come una fisarmonica e suona quei tasti solo quando gli fa più comodo…
Sì… sono certo che difficilmente quell’agenda finirà nelle mani dei colleghi che stanno effettuando il processo…
Ecco perché sorge il dubbio che in quella sua dichiarazione “velata”, l’ex magistrato non stia avvisando chi oggi è posto lì a giudicarla…
Sì… potrei definirlo un dejavù: ero all’interno di quell’aula e dall’alto osservavo l’ex Presidente della sezione misure di prevenzione parlare, ma il suono che usciva era stranamente diverso, più cupo, come fosse di un uomo, sì… l’ho finalmente riconosciuta, era la voce di Michele Greco che rivolgendosi alla Corte che lo stava per giudicare dichiarava: “Io desidero fare un augurio. Vi auguro la pace signor presidente, a tutti voi auguro la pace perché la pace è la tranquillità e la serenità dello spirito e della coscienza e per il compito che vi aspetta la serenità è la base fondamentale per giudicare. Non sono parole mie, sono parole di Nostro Signore che lo raccomandò a Mosè: quando devi giudicare, che ci sia la massima serenità, che è la base fondamentale. Vi auguro ancora, signor presidente, che questa pace vi accompagni per il resto della vostra vita”!!!
Un altro magistrato indagato…
Ogni giorno siamo qui a scoprire come questa nostra città (e non solo…) sia corrotta fino al midollo, anche tra quegli uomini che in quella loro mansione, incarnano in se quei principi di legalità e di giustizia… Sesso in cambio di favori: il Pm condannato a 11 anni!!!
Ogni giorno c’è ne una…
La cosa assurda è che ormai si assiste ad una globale immoralità, anche da parte di chi dovrebbe essere garante di comportamenti esemplari o quantomeno decorosi…
Ed invece, contrariamente a ciò, sempre più frequente scopriamo di come certi individui, grazie a quel loro potere, facciano uso in maniera distorta e aberrante, di quel ruolo…
Per fortuna che la giustizia giunge anche per loro!!!
Difatti dopo più di 14 ore di camera di consiglio, una sentenza ha condannato un ex pm della Dda romana a 11 anni di reclusione…
Secondo le accuse il Pm, avrebbe consumato rapporti sessuali con donne (ed anche transessuali…) posti sotto indagine, anche presso il proprio ufficio, concedendo favori in cambio di prestazioni intime…
Il Pm fu accusato di avere avuto rapporti con alcuni transessuali e di avere concesso loro in cambio, permessi di soggiorno temporanei… Desideravo infine commentare questa spregevole vicenda, ma nel far ciò, preferisco utilizzare i commenti pubblicati nel web, da chi meglio del sottoscritto – ha avuto modo di conoscere direttamente quel cosiddetto “magistrato”:
– “Finalmente e’ stato ritenuto colpevole di vari reati che probabilmente aveva già perpetrato in varie altre procure tipo Trieste: vedasi suo allontanamento per lettera di garanzia ad un certo “———-” condannato per pedofilia. Il tutto dovuto al suo atteggiamento strafottente e a quel senso di onnipotenza che lo hanno sempre accompagnato. Gli si ritorce contro il suo comportamento. Speriamo che qualche anno in carcere gli facciano capire la vita”!!!
– “Sono stato vittima di questo….PM mi piacerebbe sapere se la giustizia alla fine abbia fatto il suo lavoro e che abbia condannato questo sporco bastardo”.
Grazie Procuratore Zuccaro per il suo operato e adesso… buon proseguimento.
Non sapi chiu’ ca cumminari e cu attaccari…
Ma a propositu: ciatu parratu cu l’amici di Roma???
Mi ritrovo seduto in mezzo ad una sala colma di autorità, personalità pubbliche, giornalisti, fotografi, tutti lì per salutare il Procuratore Capo di Catania, Carmelo Zuccaro…
E’ come se fossi uno spettro, sì un fantasma a cui nessuno da conto, il bello è che riesco ad ascoltare non solo ogni loro parola, ma anche ciascun loro pensiero…
A sentire quelle parole sembrano tutti rammaricati, almeno così appaiono al sottoscritto quelle frasi pronunciate, ma inaspettatamente quei loro pensieri, sembrano discordanti, manifestano in se espressioni di liberazione, c’è anche chi tra essi riflettendo dice: “finalmente si leva dalle p….”!!!E’ proprio vero: “Un profeta non è disprezzato… se non nella sua patria e in casa sua”.
Altri ringraziamenti seguono: “per l’opera svolta negli anni, con competenza, serietà ed equilibrio, assicurando e anche facendo percepire a noi cittadini il valore della legalità quale base per la convivenza civile e per un corretto sviluppo economico; anni nei quali ha saputo collezionare una serie di successi al termine di indagini che hanno spaziano dal contrasto alla criminalità mafiosa, dagli intrecci della politica corrotta con l’imprenditoria collusa, fino alla lotta contro le organizzazioni internazionali che si occupano di traffico dei migranti e del loro sfruttamento…Qualcuno ha deciso il suo trasferimento, ed egli non riesce a capacitarsene…
Non vedo chi parla, riesco a malapena a intravvedere le mani, sono ben curate, un anello d’oro: “Sinni iu… finalmente sinni iu!!!
C’è l’abbiamo fatta… bravi, siete stati tutti bravi, ora sì che possiamo riprendere i nostri affari ‘sì…comu apprima’ e cerchiamo questa volta di non fare minchiate… Perché se non era per noi, per i nostri voti, quelli della nostra terra… a’stura a cumannare c’erano chiddi… e allora sì ca ninnavumu scappari da st’isola…
E uora ritimi: mu merito o no u vostro applauso???
Scatta immediatamente l’applauso e i calici riempiti di champagne vengono innalzati al cielo: Si…si… va bene, ma ora per favore… riprendiamo a lavorare!!!
Caz… stavo sognando, meno male era soltanto un’incubo!!!
Ci vuole coraggio a definirsi… "magistrato"!!!
Ma come può aver fatto ciò… un vero schifo!!!
Ma cosa saranno mai quei miserabili euro, paragonati a quanto accaduto… ma si sa, alla fine da noi pagano sempre i soliti fessi!!!




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