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La giustizia perfetta senza pregiudizi o condizionamenti? Quando i robot sostituiranno i magistrati!

Ascolto le notizie riportate in Tv sulla giustizia e mi chiedevo cosa accadrebbe se applicassimo la tecnologia AI al sistema giudiziario?
Già… immaginiamo un mondo in cui i magistrati siano sostituiti da robot in grado di interpretare la legge in modo impeccabile, senza influenze esterne, condizionamenti o pregiudizi!
Già, in questo, un “magistrato robot” avrebbe capacità straordinarie e non indifferenti.
Ad esempio… una memoria infinita: potrebbe incamerare tutta la legislazione passata e vigente, accedendo a ogni norma, articolo o regolamento in pochi secondi.
Ed ancora, sarebbe in grado di realizzare un aggiornamento istantaneo: le nuove normative non richiederebbero anni di studio, ma solo pochi minuti di upgrade.
Cosa dire inoltre sulla “coerenza” assoluta; questa… grazie all’analisi in tempo reale di tutte le sentenze emesse, potrebbe adottare interpretazioni giuridiche coerenti, sì… basate su precedenti consolidati.
Ma non solo, nessuna imparzialità: sì…niente pressioni politiche, correnti, interessi personali o condizionamenti emotivi. Solo la legge, applicata in modo rigoroso e oggettivo.
Ma allora, è davvero possibile percorrere questa strada per una giustizia perfetta?
Certo, in molti ora diranno che, se da un lato l’IA (intelligenza artificiale) potrebbe eliminare gli errori umani, i ritardi burocratici e le disparità d’interpretazione, dall’altro farebbe sorgere domande importanti…
La legge è solo una questione di logica, o c’è un elemento umano – come l’equità, la comprensione del contesto sociale e la capacità di adattarsi a casi eccezionali – che un robot non potrebbe mai replicare?

Chi sarebbe responsabile in caso di errori o decisioni controverse e, soprattutto, siamo pronti a delegare decisioni che riguardano la libertà e la vita delle persone a una macchina?
Tuttavia, l’idea di un magistrato robot affascina, ma allo stesso tempo spaventa. Se da un lato rappresenta un’opportunità per rendere la giustizia più efficiente e imparziale, dall’altro ci costringerebbe a riflettere su cosa significhi davvero “giustizia” e su quanto l’elemento umano sia insostituibile.
E allora, ditemi: cosa ne pensate? Quanto siete disposti a fidarvi di un sistema giudiziario gestito dall’intelligenza artificiale?

AMMINISTRATORE GIUDIZIARIO ARRESTATO

Il tema degli amministratori giudiziari è stato affrontato più volte su questo blog (e non solo), con particolare attenzione alle modalità attraverso cui alcune imprese sottoposte a sequestro o confisca sono state, di fatto, gestite senza soluzione di continuità dalle stesse organizzazioni cui erano state sottratte.

E infatti, il nuovo procuratore capo di Messina, Antonio D’Amato, si è distinto, a differenza di altri colleghi che negli anni sembravano aver “dormito” o addirittura “celato” esposti ufficialmente protocollati. 

Ricordo a chi di dovere che tali esposti dovrebbero ancora trovarsi negli archivi del Tribunale e quindi nella disponibilità dei sostituti procuratori che potrebbero ora, finalmente, riprenderli in mano…

Per cui, grazie alle investigazioni condotte attraverso intercettazioni, monitoraggi e, pare, con il contributo di un collaboratore di giustizia, si è scoperto che questa situazione era resa possibile, secondo l’accusa, dalla complicità di un amministratore giudiziario.

Come spesso ripeto, l’antimafia, in questi lunghi anni, è servita a molti, specialmente a coloro incaricati di gestire beni e imprese confiscate. 

Ricordo che parliamo di un patrimonio immenso, spesso a scapito delle imprese stesse e dei loro titolari, sottoposti a provvedimenti interdittivi.

Basti pensare al caso di un magistrato, allora presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, finito sotto processo insieme ad altri imputati. Secondo l’accusa, quel magistrato avrebbe gestito i beni confiscati alla mafia in modo clientelare, creando un vero e proprio “sistema“. Al suo fianco agivano fedelissimi, tra cui commercialisti, professori universitari, amministratori giudiziari, uomini in divisa e persino familiari. Secondo i PM nisseni, questo gruppo rappresentava il “cerchio magico” del presidente.

Ma d’altronde è sufficiente recarsi in alcuni uffici per notare come tra i collaboratori vi siano professionisti, dipendenti e altre figure legate, in qualità di familiari, parenti o amici, a referenti istituzionali. Ed è per questi motivi infatti che questi ultimi, abitualmente, affidano loro quegli incarichi di gestione e amministrazione.

Nel caso specifico, l’impresa in questione era già stata destinataria di diversi provvedimenti giudiziari di sequestro e confisca, divenuti definitivi dopo procedimenti penali e misure di prevenzione. Tuttavia, nonostante l’amministrazione giudiziaria, secondo l’inchiesta in corso, l’impresa continuava a essere gestita dagli stessi soggetti interdetti. Questo sarebbe stato reso possibile grazie alla complicità dell’amministratore giudiziario, completamente asservito.

L’attività investigativa ha permesso di ricostruire il modus operandi degli indagati, finalizzato alla creazione di illeciti guadagni grazie alla complicità dell’amministratore giudiziario. Per tali motivi, il Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina – Direzione Distrettuale Antimafia, ha applicato una misura restrittiva nei confronti dell’indagato.

Mi chiedevo – discutendo con un amico – come questa vicenda mettesse ora in evidenza un ulteriore paradosso: lo Stato, a seguito dell’arresto dell’amministratore giudiziario, si ritrova ora nella necessità di nominare un nuovo referente per la gestione dei beni sequestrati. Una situazione che non solo rappresenta un evidente fallimento del sistema, ma che getta un’ombra pesante sulle istituzioni, dimostrando come i loro stessi rappresentanti possano risultare altrettanto corrotti. La fiducia dei cittadini ne risulta gravemente compromessa, poiché ciò che dovrebbe essere garanzia di legalità si trasforma spesso in ulteriore occasione di abusi e malaffare!!!

Mi piace osservare come la maggior parte dei miei conterranei sia disponibile a perdonare taluni imputati a seguito di una sentenze di assoluzione…

Già… osservo spesso con quanta celerità taluni miei conterranei si precipitano a congratularsi verso le sedi di quegli amici e/o conoscenti ahimè “imputati”, nel momento in cui hanno avuto notizia che il giudice ha pronunciato sentenza di assoluzione…

Eccoli quindi, tutti in fila, già… genuflessi a quel esponente politico, dirigente, imprenditore, funzionario, etc., finalmente “assolto”…

Ciascuno di loro prova in modo benevolo a confortare quell’individuo, esprimendo in maniera premurosa la propria convinzione, già… che si è trattato di un errore giudiziario!!! 

Il giudizio espresso dalla maggioranza dei presenti è che la giustizia non sempre è perfetta, anzi il più delle volte sbaglia, ed è il motivo per cui quanto accaduto a causa di quell’inchiesta giudiziaria, debba esser ora sollecitamente eliminato, sì… come si fa’ con un cancellino da lavagna – a conferma che quelle attività d’indagine – compiute dal pubblico ministero – fossero errate!!!

Ci si dimentica o forse si preferisce far finta di non sapere che un giudice può pronunciare sentenza di assoluzione anche quando manca o è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo abbia commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile!!!

Difatti, l’impossibilità di giungere ad un accertamento della colpevolezza conduce alla pronuncia di una formula che corrisponde a un accertamento positivo dell’innocenza e ciò discende dall’esigenza di annunciare la causa dell’assoluzione nel dispositivo.

Ad esempio, se vi è la prova che il fatto è stato commesso in presenza di una causa di giustificazione o di una causa personale di non punibilità ovvero vi è dubbio sull’esistenza delle stesse, il giudice pronuncia sentenza di assoluzione!!!

Infatti con questa formula il giudice dichiara che il fatto addebitato all’imputato è stato compiuto proprio da lui, tuttavia il fatto non può essere considerato un illecito penale e da qui il “non costituisce reato“, perché manca l’elemento soggettivo (dolo, colpa o preterintenzione).

Cosa voglio dire, che vi è differenza sostanziale tra un imputato che non ha commesso il reato o non è previsto dalla legge come reato e viceversa chi il reato lo ha commesso e poi per le ragioni più svariate (e grazie a certi stratagemmi…) non può essere condannato e quindi viene assolto!!! 

Ecco perché soltanto la formula “il fatto non sussiste” e/o ”l’imputato non ha commesso il fatto” stabilisce l’assoluzione più ampia che nega in maniera chiara il presupposto storico dell’accusa, tutto il resto viceversa può essere equiparato a una insufficienza di prove a carico dell’imputato e quindi non si è esenti da colpe!!!

Ed allora, rivolgendomi ai tanti lacchè di cui ho saputo esser stati presenti in talune feste, riunioni, cene e poi fanno di tutto per evitare che qualche immagini pubblicate sui social evidenzino quella  loro presenza, beh… vorrei dir loro che quando ossequiano quei soggetti ahimè ancora “imputati”, quando in maniera celere ci si è recati in quei ricevimenti – senza esser stati personalmente invitati – per incontrare, abbracciare, ecco fatelo senza eludere quei selfie e quindi non esitate per paura di venir scoperti, rischiando quindi che qualcuno possa rinfacciarvi quel “rapporto” d’interesse…

Ma d’altronde comprendo bene quanto sia, per molti di voi, difficile allontanarsi da quegli individui, sì… gli stessi che da sempre hanno foraggiato quella struttura clientelare, corrotta e collusa, la stessa che apertamente criticate, ma con cui finora avete convissuto e beneficiato… 

E quindi perché rinnegare ciò che si è stati o ciò che si è!!! Quindi, nel proteggere e difendere quel vostro intimo referente, sarebbe opportuno quantomeno che non andaste in giro a dire che si è trattato di un errore giudiziario o ancor peggio che quel vostro amico/conoscente “imputato” è una persona perbene, perché lo sappiamo tutti che non è così, già… anche se c’è stato un verdetto di assoluzione!!! 

Minch… che notizia: un amministratore di condominio fa sparire 130.000 euro!!!

Ho letto stasera di un amministratore di condominio che dal 2018 operava in nero e avrebbe sottratto ai propri condomini una somma pari a 130.000 euro. 

Una cosa da pazzi, già… perché questa notizia è stata persino pubblicata sui media nazionali!!! 

Perdonatemi, ma resto sconvolto quando osservo le diverse metodologia d’indagini compiute da eguali forze dell’ordine; da un parte c’è chi opera in maniera puntuale e precisa, mi riferisco al lavoro compiuto dalla Guardia di Finanza di Forlì (nell’ambito di quei controlli coordinati dalla Procura nel settore del contrasto all’evasione fiscale e ai reati contro il patrimonio) e da altre parti, già… le nostre, c’è chi pur avendo ricevuto sulle proprie scrivanie un esposto con allegato un faldone contenente centinaia di pagine, a cui pochi mesi dopo si è sommata un ulteriore integrazione su quanto in precedenza consegnato (peraltro, quella persona denunciata, anch’egli amministratore di condominio, è stato alla fine indagato e rinviato a giudizio e  tra qualche giorno, un Tribunale siciliano, dovrebbe emettere (forse) quel provvedimento di sentenza, a conferma comunque che i documenti a suo tempo consegnati, fossero di fatto congruenti), non accade nulla, tra l’altro visti gli eventi sopra riportati, bastava semplicemente che in quel lontano 2018 qualcuno di quei “funzinari e/o responsabili” si fosse attivato quantomeno a leggerli… 

Ma si sa, qui… non siamo mica a Forlì, questa è la terra dei Gattopardi, la terra della decadenza e allo stesso tempo la terra degli eccessi, degli “infiniti spazi e sovrumani silenzi”, già… è la terra dove un qualsivoglia cittadino, senza mimetizzarsi e/o camuffarsi, può rendersi latitante per quasi trent’anni: ah… dimenticavo, sì… alla fine quell’individuo è stato arrestato, anche se solo per pochi giorni!!!    

Riprendendo con l’inchiesta di cui sopra, questa è scaturita da una verifica fiscale che i finanzieri di Cesenatico hanno eseguito a seguito di una denuncia per condotta illecita compiuta da diversi proprietari, scoprendo così quegli stratagemmi posti in essere ai danni dei condomini, ripeto, con un danno finanziario di circa 130.000!!!

Viceversa qui, sì… in “quest’isola maledetta” (già… come nel libro di Stefano Di Marino), per reati peggiori e per danni finanziari superiori al milione di euro, non ci si è mossi minimamente o quantomeno quel “reparto” (se così lo si può definire) non ha proceduto in quelle necessarie verifiche!!!

La fortuna comunque ha voluto che viceversa, altri colleghi, certamente più meritevoli, mi riferisco a quelli presenti all’interno della PG di Messina che – se pur tra mille difficoltà e gravosi impegni – sono riusciti a far emergere i reati gravi compiuti da quell’amministratore, non solo a danno di quegli affranti proprietari condomini, ma anche ahimè nei confronti dell’e casse dello Stato!!!

Vorrei aggiungere tra l’altro che dopo lunghe battaglie, quegli stessi condòmini coraggiosi, sono riusciti tra mille vicissitudini – neppure “Report” o le “Iene” riuscirebbero a descrivere quanto accaduto in questi anni in una sola puntata – a far nominare al Tribunale competente un amministratore giudiziario: ora… sapete bene quanto “alta” considerazione il sottoscritto abbia su questa particolare categoria di professionisti – d’altronde nel web vi sono decine di interviste al sottoscritto che tratta questo spiacevole argomento – e quindi auguro a quest’amministratore giudiziario nominato un buon lavoro, affinchè sappia riportare finalmente quella inderogabile legalità, ma non solo, riporti la serenità in un villaggio che da ormai troppo tempo si è andata esaurendo!!!

Perché alla fine – consentitemi di dire – è per questo che serve la giustizia!!! Sì… per dare forza alle azioni di quei cittadini coraggiosi che ancora credono nello Stato e specialmente in quei nei suoi militari (tra l’altro proprio in quest giorni posti sotto esame…) che, mi eprmetto di ricordare, sono dall’interno di quegli uffici essenzialmente per compiere il proprio dovere e non certo per altro… 

Ah… dimenticavo, riprendendo quindi con quell’amministratore di Forlì: al termine degli accertamenti, il soggetto è stato denunciato alla Procura Nazionale con l’ipotesi di reato di appropriazione indebita ed è stato altresì segnalato all’Agenzia delle Entrate per condotta evasiva posta in essere.

Una talpa in Procura??? Vedasi quale novità…

E’ stato scoperto un commesso giudiziario che sarebbe negli anni divenuto una talpa all’interno della Procura di Palermo!!! 

Già… interi fascicoli sarebbero stati non solo fotografati, ma addirittura portati all’esterno del Tribunale, affinché si provvedesse ad informare gli eventuali indagati… 

Difatti, ora la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, ha arrestato il dipendente infedele con l’accusa di favoreggiamento, continuato e aggravato!!!

Le indagini – delegate alla squadra mobile e alla sezione di polizia giudiziaria della polizia di Stato – si sono concentrate su un addetto al trasporto dei fascicoli dalle segreterie dei pubblici ministeri agli altri uffici del Tribunale. 

Ed è durante uno di quei trasporti che il commesso avrebbe consultato i procedimenti, fotografato e diffuso notizie coperte dal segreto istruttorio, sottratto i fascicoli ed informato all’esterno le persone sottoposte ad indagini in corso… 

La soffiata riguardava soprattutto le intercettazioni e l’impiegato così avvisava chi veniva ascoltato dagli investigatori, ed è per questo motivo che si parla di grave danno alle indagini.

Il commesso giudiziario sarebbe così diventato nel tempo il “punto di riferimento” per i diversi soggetti del circuito criminale palermitano che intendevano verificare l’esistenza e/o lo stato di indagini a loro carico. 

Ora, come sempre accade in queste circostanze, sono in corso tutta una serie di perquisizioni.

Va premesso che il dipendente proveniva dal bacino degli “ex pip”, sì… quegli ex precari del bacino di emergenza di Palermo: durante le indagini, le forze dell’ordine sono riuscite ad istallare un trojan nel suo cellulare, scoprendo così che il commesso avvertiva gli indagati del fatto che fossero intercettati!!! 

Certo sembra assurdo, ma quanto ora emerso è qualcosa che non fa più notizia, d’altronde sono convinto che egli rappresenti solo uno dei tanti dipendenti infedeli che operano all’interno dei nostri Tribunali, anche perché, oltre a loro, vi sono tutta una serie di soggetti che partecipano attivamente affinché quei palazzi di giustizia non funzionino per come dovrebbero.

Potrei farvi un elenco delle tante situazioni che non vanno; ad esempio vi sono documenti che spariscono dai fascicoli, note che vengono riportate in ritardo o peggio ancora,  registrate oltre i termini previsti di legge, poi ovviamente c’è chi dichiara che non è stato possibile procedere a causa di problemi tecnici nel sistema informatico, senza però che vi sia alcuna effettiva prova su quanto riportato…  

Vorrei altresì riportare come taluni soggetti, posti all’interno di quegli uffici – ripeto di grande responsabilità e riservatezza – risultano essere di fatti familiari di soggetti che per gli incarichi espressi, risultano essere in conflitto con la loro professione, ma la circostanza più assurda è che chi dovrebbe controllare, stranamente chiude tutte e due gli occhi e così si continua a procedere legati a una catena che non si vuol spezzare, tra insabbiamenti, ostacoli, occultamenti, falsità e quant’altro…

Quindi mi chiedo: perché dovremmo ora meravigliarci??? 

Una riunione condominiale finisce col fuoco!!! La prossima prevedo, se continua così nell'indifferenza generale, finirà nel sangue!!!

A Torino Pietra Alta la riunione di condominio finisce male: l’amministratore tenta di dare fuoco a un condomino!!!

Alcuni presenti ormai esasperati, durante una riunione di condominio hanno rischiato di diventare vittime “infuocate”… già, nel senso letterale della parola!!!

Mercoledì 9 agosto c.a., durante una convocazione assembleare, l’Amministratore ormai stanco di sentirsi accusare di avere eluso le casse del condominio (sull’accaduto tra l’altro sono in corso accertamenti d parte degli organi giudiziari, ma alcuni condomini sono certi che egli abbia fatto sparire parecchie somme, tanto da aver chiesto la sua revoca), beh… secondo quanto riportato, quell’amministratore di condominio ha rovesciato addosso ad un avvocato – invitato da alcuni condomini ad assisterli – una sostanza infiammabile, tentando di appiccare le fiamme con l’uso di un accendino che per fortuna non ha funzionato salvandolo così da un incendio certo…

A quel punto i presenti dopo aver separato i due soggetti hanno chiamato immediatamente i carabinieri, i quali hanno arrestato l’amministratore con l’accusa di tentato omicidio. 

I militari dell’Arma hanno quindi eseguito un sopralluogo nella sede legale dell’amministratore, trovando un liquido compatibile con quello versato addosso alla vittima che come riportato sopra, non ha evidenziato alcun danno, se non lo spavento…

Ripeto quanto già evidenziato in un mio precedente post, intitolato “Omicidi compiuti nelle riunioni condominiali??? Ho come la sensazione che alcune negligenze vadano ricercate nell’operato superficiale di una parte delle nostre Istituzioni!!!”. link: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/07/omicidi-compiuti-nelle-riunioni.html

E sì… perché fintanto che l’illegalità viene consentita da questa nostra fallace giustizia o dovrei dire da taluni suoi togati, gli stessi che per motivi irrazionali non garantiscono neppure l’operato di quegli stessi amministratori giudiziari da loro stessi nominati, come pensate che le cose possano cambiare…

Già… perché quest’ultimi sono chiamati a difendere le ragioni di quei poveri condomini sottomessi ad accertate imposizioni e soprattutto raggiri e truffe compiute da taluni amministratori (protetti da quel sistema…) e da quei suoi lacchè, ma non solo, questi amministratori la cui mala-gestio è stata accertata dalle forze dell’ordine, beh… dopo essere stati indagati e soprattutto rinviati a giudizio per una sfilza incredibile di reati gravi, continuano come nulla fosse, già… prendendo per il culo sia la giustizia (che evidenzia con le sue azioni tutte quelle proprie lacune, auspico che trattasi soltanto di questo e che non vi sia qualcosa altro, come solitamente scopriamo ogni giorno in questo nostro corrotto Paese…), ma soprattutto quel suo apparato, grazie all’utilizzo di meccanismi elusivi e ad una serie di espedienti che permettono a quell’ex amministratore di rimanere di fatto in “carica” attraverso suoi complici, tra referenti (e/o familiari), ma principalmente non permettendo a chi è stato nominato propriamente da quel Tribunale, di poter compiere quanto dovuto, non avendo consegnati i documenti contabili!!!

Già… tutti sanno, ma nessuno fa nulla: che schifo di giustizia, abbiamo, una completa vergogna sia per lo Stato ma ancor più per quei cittadini coraggiosi che cercano in maniera legale di far emergere quei principi di legalità!!! 

Ma la circostanza più assurda è dover stare ad ascoltare tutte quelle parole sterili pronunciate solitamente durante abituali commemorazioni, incontri con i giovani o convegno sulla legalità, già… frasi espresse dal nostro Presidente della Repubblica e da tutti quei referenti istituzioni: Denunciate, denunciate e ancora denunciate, che lo Stato è con voi!!! Sì perdonatemi ma mi viene da aggiungerei: “e con lo Spirito Santo”!!!    

Auspico solo che a breve qualcuno vorrà spiegare cosa sta accadendo all’interno di quel Tribunale peloritano, perché il sottoscritto da ben cinque anni, non riesce a capirlo: sì… ho come la sensazione che quando a breve si giungerà a quella tanto auspicata sentenza definitiva, forse… sarà troppo tardi, perché vedrete… nel frattempo, qualcuno ci avrà rimesso la pelle!!!

     

Bilanci gonfiati e occultamento dello stato di progressivo dissesto…

Ravenna: la guardia di finanza su delega della Procura ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo per oltre 7 milioni di euro nei confronti degli ex amministratori (presidente e vice-presidente del Consiglio di amministrazione) nonché soci di una società di rilievo nazionale…

L’azienda SPA, società concessionaria della gestione di numerosi punti di ristoro anche lungo arterie autostradali e all’interno di strutture sanitarie pubbliche e finita in concordato nel 2022.

Il sequestro eseguito ora, si inserisce in un’ampia indagine di polizia giudiziaria avviata dalla Gdf a seguito dell’ammissione della società al concordato preventivo in continuità e dei conseguenti esposti presentati dall’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Bologna…

Difatti, nel corso delle indagini, i finanzieri hanno esaminato le varie poste dei bilanci della società svolgendo quindi dei riscontri documentali ed assumendo informazioni da alcuni testimoni, tra cui diversi ex dipendenti e  fornitori della società. 

Sulla base di quegli approfondimenti è emerso che gli ex-amministratori avevano reiteratamente gonfiato, tra il 2015 e il 2020, i bilanci di esercizio, “indicando rimanenze di magazzino fino a 10 volte superiori a quelle realmente esistenti e modificando, con vere e proprie alterazioni materiali, i contratti con importanti fornitori al fine di contabilizzare crediti commerciali in realtà fittizi!!!

Le indagini ancora in corso, hanno permesso di individuare una sopravvalutazione dell’attivo patrimoniale e crediti inesistenti per milioni di euro e sulla base delle condotte illecite contestate, le Fiamme Gialle ravennati hanno proceduto anche a quantificare in oltre sette milioni di euro il profitto personale ottenuto dagli indagati sia, in qualità di soci di riferimento, in termini di risparmio per non aver dovuto ripianare le importanti perdite d’esercizio che senza i falsi si sarebbero concretizzate e sia, in qualità di amministratori, al fine di prolungare artificiosamente la vita dell’impresa e continuando nel contempo di usufruire d’importanti stipendi e benefit aziendali… 

L’autorità giudiziaria di Ravenna ha quindi emesso un provvedimento di sequestro preventivo in via d’urgenza, la cui esecuzione ha permesso il sequestro di quattro unità abitative, di cui due villini e due appartamenti, un deposito ed una quota parte di oltre 100 terreni agricoli. 

Con questo sistema giudiziario e detentivo, si può solo arginare le mafie o pareggiare contro di esse le partite!!!

Sarà forse che il procuratore Gratteri, chiamandosi come il sottoscritto, ha intuito quanto da sempre scrivo e cioè che per sconfiggere le mafie, si necessita di un sistema giudiziario, processuale e detentivo, proporzionato a queste realtà criminali, un sistema non conveniente a delinquere ed ancora, tanto da fare sul piano normativo, oltre che su quello sul piano dell’istruzione e quindi della cultura!!!

Trovate l’intervista del procuratore di Catanzaro su Rai News Sicilia al link: https://www.rainews.it/tgr/sicilia/video/2023/04/la-nuova-cosa-nostra-dopo-larresto-di-messina-denaro-c7372b6b-320f-4df7-9fc1-48801b3bba65.html

Cosa dire, non faccio altro che scrivere da 13 anni su questi argomenti, peraltro, quando più volte ho scritto che allo Stato piace giocare con le mafie o con i suoi affiliati, qualcuno sicuramente si sarà sentito offeso, infastidito, ma i fatti dimostrano senza alcuna dubbio che in questi lunghi anni, nel silenzio generale e in quel processo di trasformazione messo in atto dal boss Provenzano ( che cambiò di fatto la mafia dopo l’arresto di Riina, archiviando la stagione stragista e portando in ‘sommersione’ tutta l’associazione criminale), nulla sia cambiato e le mafie sono sempre lì ad imporre il proprio potere!!!

Sappiamo bene da quanto dichiarato dai pentiti che a quegli affiliati fu dato l’ordine di non sparare più, quantomeno non in maniera plateale e difatti dopo quella decisione dall’alto, il business di quell’associazione malavitosa è iniziato a crescere in maniera esponenziale, alimentato notevolmente da quelle attività d’impresa e/o di commercio che a causa della grave crisi economica e dal giungere della pandemia “covid-19”, si sono potute inserire in quei mercati leciti potendo acquistare società in vendita, grazie alla grande disponibilità di denaro proveniente dal riciclaggio di denaro sporco!!!

E come ben sappiamo, con il denaro si compra tutto, in particolare si sovvenzionano associazioni, fondazioni, logge massoniche, segreterie politiche, imprese, attività commerciali, ma anche singoli uomini e donne, inseriti nella politica e nelle istituzioni, ma non solo, anche quei loro figli e/o nipoti vengono corrotti  e condotti all’interno di quel sistema corruttivo, una rete clientelare che si amplia attraverso familiari, amici, ma anche conoscenti, il tutto per far si che sistema di malaffare possa estendersi e accrescere!!!

D’altronde la maggior parte dei miei connazionali dimostra con i fatti di essere corrotta, molti di loro sono ahimè fortemente compromessi e quindi di fatto ricattabili, chi più chi meno, qualcuno l’ha fatto per avere più soldi, chi per avere gratis un po’ di coca, chi si è venduto per un rolex o un auto di lusso e chi per pagarsi l’escort, non essendo capace di conquistarsi una donna con le proprie capacità!!! 

Altro che “Sodoma e Gomorra”, qui soltanto un intervento di Dio potrebbe risolvere questo problema, già… basterebbe ad Egli trasformare questi soggetti infetti in statue di sale e forse chissà, quei restanti sopravvissuti in quanto “indecisi”, osservando quei soggetti trasformati a statue, lì fissi e sotto il sole, comprenderanno che è giunto il tempo per quel definitivo cambiamento…

Ma ho l’impressione che anche Dio si sia arreso dinnanzi a questo stato di cose e non solo a queste, sì… penso che si sia stancato di combattere con questa inaffidabile natura umana, corrotta e volubile, ed ora  chissà se osservando quanto sta accadendo, non stia proprio meditando di compiere una nuova pulizia, già come quanto compiuto attraverso quel “diluvio universale”!!!

Niente più bonus, detrazioni e agevolazioni fiscali alle imprese che evadono o che pagano il pizzo!!!

Se lo Stato volesse realmente contrastare l’illegalità ed il malaffare presente nel paese, sì…  come fosse un pugile che fa valere il proprio peso “massimo”, dovrebbe iniziare a cambiare metodologie, applicare regole ferree, senza più non continuare per come sta facendo e cioè mettendo in campo quella forza irrisoria, paragonabile ad un peso piuma… 

Serve una legge che renda sconveniente la connivenza, una norma che inibisca l’accesso ai bonus fiscali agli imprenditori che pagano le estorsioni e soprattutto non denunciano perché conniventi direttamente o indirettamente con quelle associazioni mafiose.

E’ corretto quanto espresso dall’associazione “Addiopizzo” che proprio nel giorno dell’anniversario della pubblicazione della lettera dell’imprenditore Libero Grassi (vittima della mafia per avere detto no alle estorsioni), fa un appello al Parlamento. 

Sono passati ben 32 anni dalla “Lettera al Caro estorsore” di Libero Grassi (pubblicata il 10 gennaio del 1991 sulle pagine del Giornale di Sicilia), un periodo vergognosamente troppo lungo per non prendere ancora una posizione chiara, che conduca in maniera definitiva alla fine di quel mondo sommerso ed estorsivo. 

Riporta correttamente “Addiopizzo”: “Il tempo impone un’analisi sulla lotta al racket delle estorsioni, sui passi in avanti compiuti e su quanto invece ancora deve essere fatto. Sebbene ci sia ancora chi continua a pagare, va evidenziato che oggi la scelta di opporsi alle estorsioni è possibile e non ha nemmeno bisogno del clamore mediatico a cui fu costretto, suo malgrado, Libero Grassi”.

Certo, non tutti la vedono allo stesso modo, anzi c’è chi mette le mani avanti sul pagare il racket (o su chi si pone nella posizione di pagare e tacere), non trovandosi per nulla d´accordo con chi per l’appunto propone di colpire penalmente chi è vittima delle estorsioni e/o sceglie quindi la linea del silenzio, spesso per paura, andando incontro così all’accusa di favoreggiamento.

Secondo alcuni giuristi, il pagamento del pizzo in condizioni di intimidazione non può configurarsi come reato, negare può costituire favoreggiamento, non perché si paga, ma perché non si informano i magistrati sull’estorsione subita. 

In ogni caso è corretto non prendere decisioni approssimative in particolare quando promosse da pregiudiziali sociologiche o ideologiche astratte del tipo: quelli che pagano sono tutti vittime o quelli che pagano sono tutti collusi!!!

È necessario quantomeno sotto un profilo giudiziario distinguere attentamente ogni caso in base a concrete circostanze e al contesto in cui esse si manifestano, anche se comprendo quanto sia difficile distinguere quelle situazioni di ambiguità, tra chi in un primo tempo è vittima e in un momento successivo connivente.

Certamente va ricordato come a seguito del periodo di lock-down a causa della pandemia, le mafie abbiano sostituito quel metodo coercitivo con un nuovo trend; sì… hanno acquistato direttamente tutte quelle imprese in difficoltà e così da alcuni anni la richiesta del pizzo ha ceduto il passo all’acquisizione dei bilanci di esercizio per aggiudicarsi parte dei guadagni; il fine ultimo delle organizzazioni non è più quindi commettere reati, ma ottenere vantaggi economici!!!

Serve quindi a poco invitare imprenditori e commercianti a non pagare, bisogna viceversa definire nuove strategie d’interventi, passando da “futili e  idealizzati” propositivi, ad azioni concrete di prevenzione, ma soprattutto di “rimozione”, con riferimento particolare a tutte queste ultime società improvvisamente rinnovate.

E’ soltanto attraverso l’uso di specifiche funzione di monitoraggio di quelle attività che si potrà colmare il divario in corso tra lo Stato e quelle società “mafiose”; e così, mentre la magistratura proverà a debellare il malaffare in corso ed eliminare dal circuito di mercato quelle imprese, lo Stato potrà viceversa provare a sostenere quelle imprese (ancora operative se pur tra mille difficoltà) “regolari”, sia in termini di sicurezza, che di bonus, detrazioni ed agevolazioni fiscali!!!

Giustizia: Quando il CSM preferì lasciare sul posto i magistrati corrotti!!

Per lo schifo che ho visto mi sono dimesso dall’ordine giudiziario”!!!

Con queste parole inizia l’intervista a La7 l’attuale Sindaco di Napoli durante la trasmissione “Piazza Pulita”
De Magistris, allora magistrato, racconta quando si è sono imbattuto nel sistema del CSM, manifestando oggi una profonda accusa contro quell’organo di governo: “Quando ero magistrato non sono stato fermato dalla ‘ndrangheta ma dal CSM che mi doveva tutelare” ed ancora proseguendo… “mi bloccarono per lasciare sul posto i magistrati corrotti“!!! 
Descrivere a parole quanto ha dichiarato il Dott. De Magistris è impossibile… 
Già… il sottoscritto non aveva ancora somatizzato lo schifo che in questi giorni stava emergendo dall’inchiesta della Procura di Perugia, ed ecco ritrovarmi ad ascoltare le parole di questo magistrato, che per dignità personale e nei confronti di quell’ordine, ha preferito dimettersi che continuare con quell’incarico deplorevole…
Desidero quindi riproporvi il video di quell’intervista, affinché ciascuno di voi, possa comprendere meglio come vanno generalmente le circostanze in questo Paese, che si dimostrano purtroppo ad ogni livello, corrotte e clientelari!!! 
Potremmo definire quegli atteggiamenti come “mafiosi”, d’altronde quanto compiuto da quei suoi colleghi rappresentano, in tutto e per tutto, comportamenti analoghi con quel sistema, fatto di malaffare fortemente radicati…
Certo, un’offesa nei confronti di quella istituzione, di quanti operano in maniera  onesti all’interno di quel sistema, a tutti coloro che credono nel proprio lavoro, a quelli che si battono ogni giorno contro la corruzione e l’illegalità affinché il buon nome di quella categoria dei magistrati, non venga mai affiancato alla parola “mafia“!!!
Ma come abbiamo sentito, non solo il CSM viene posto sotto attacco… 
Anche il Quirinale di qualche anno fa viene trascinato in fondo: “Napolitano si schierò con i collusi!!! Ora è diverso… credo che il Presidente Mattarella abbia un profilo ben diverso da quello di Napolitano, che invece dieci anni fa, quando si trattò di scegliere tra i magistrati perbene e quelli che colludevano, si schierò con i secondi“!!!
Spero che vi rendiate conto dell’accusa pronunciata da Luigi De Magistris, dove complicità, connivenze e indifferenze l’hanno fatta da padrone all’interno di quell’organo di controllo…
Rimarchevole quanto dichiara in un’altra intervista: “Ci vuole una grande mobilitazione civica e popolare per poter scardinare silenzi, distrazioni e atteggiamenti inaccettabili. L’Italia ha bisogno di grandi investimenti pubblici per risanare, rigenerare e mettere in sicurezza il territorio“. 
E difatti, rispondendo ad una domanda sul caos delle procure, ha aggiunto: “Di un politico ti liberi in cabina elettorale o con una ribellione civile, ma quando ci sono casi di complicità e commistione tra apparati di controllo e politica è molto più grave. Non è un caso singolo, ma un sistema e oggi ci sono tecnologie molto più avanzate. Sono bastati 10 giorni d’intercettazioni ed è uscita fuori questa cloaca, figuriamoci se l’avessero fatto per due anni consecutivi”!!! 
Ed infine De Magistris ha voluto aggiungere un pensiero personale:  son inquietato soprattutto del fatto che a distanza di anni non si ha la capacità dall’interno, e mi riferisco alla magistratura, di mettere in sicurezza i magistrati autonomi e di scardinare questo sistema fatto di convergenze criminali molto forti, tra pezzi di magistratura e pezzi di politica”.
Cosa aggiungere: “De Magistris… sei stato eroico“!!!

Regionali in Sicilia: Tanta fudda e mala vinnita!!!

Si sono messi tutti insieme, appassionatamente… 

Pur di dividersi le poltrone fanno di tutto, potrei dire che dopo essersi gettato addosso in questi anni il fango… ora c’è il rischio che si amino davvero!!!
Almeno in questo Mr. Cuffaro dimostra una propria coerenza… e difatti, prende le distanze da questo mix shakerato del centro-destra, dal gusto misto e con al suo interno ogni tipo d’ingrediente politico…
Mi piace la frase espressa da Sgarbi: “La Sicilia  merita attenzione, amore, intelligenza, cultura. E non vecchi e nuovi barbari. L’Isola vuole gli Dei“… aggiungendo inoltre “basta con l’esaltazione della mafia per perpetuare l’antimafia dei privilegi e degli affari, umiliando l’isola e i suoi abitanti“!!!
E difatti l’ex governatore, avrebbe espresso il proprio veto su Nello Musumeci, considerato troppo di destra e poco di quel centro moderato, e questo porterà al momento opportuno ad una vera e propria spaccatura… che costringerà nella migliore delle condizioni, ad andare al ballottaggio… 
Certo, con una sinistra senza un vero leader e un centro-destra (il 5 Novembre) ancora diviso… vedrete, ci potrebbe essere la sorpresa di Giancarlo Cancelleri e di quel Movimento 5 Stelle… 
In questo contesto confusionario, ci mancava l’arrivo del critico d’arte, Vittorio Sgarbi, che ha lanciato un messaggio chiaro (ma altresì “subliminale”) all’ex Presidente della Regione Siciliana, Totò Cuffaro: “Egli ha subìto un processo ingiusto, in nome di un’antimafia che si è fatta controparte politica. Un processo che non ha colpito solo un uomo, ma ha criminalizzato la Sicilia intera. Ritengo che Cuffaro sia stato un buon presidente, non a caso votato dalla stragrande maggioranza dei siciliani. Oggi la mia candidatura riparte dalla sua vicenda umana e politica per ribadire che è possibile un progetto di riscatto culturale in nome della verità e contro ogni impostura, giudiziaria e politica”. E aggiunge: “Non chiedo contropartite a Cuffaro, cui do il mio sostegno morale in nome di Marco Pannella e di chi ha combattuto e combatte per la giustizia giusta“.
Si avverte una grande confusione e aggiungerei anche… parecchia tensione. 
E’ come se si avesse paura, nessuno che si vuole sbilanciare, il terrore di poter perdere e quindi condizionare l’elezioni nazionali è palpabile… lo stesso Salvini alcuni giorni fa aveva detto: “Se in Sicilia ci sono Alfano e Cuffaro non c’è la Lega… Chi ha votato le riforme di Renzi fino a ieri, non può essere nostro alleato, penso ad Alfano ma anche a Tosi“!!!
Quindi come si può vedere c’è parecchia confusione e lo stesso Musumeci nel cercare di far quadrare quei numeri… ci mette del suo, passando da uomo politico, coerente e incorruttibile, a mediatore/negoziatore con soggetti, che da sempre aveva preferito tenere lontano da se… 
Ma oggi ahimè servono i voti, perché è con quelli che si vince e si governa!!!
Riprendendo quindi quanto avevo scritto ieri… il nuovo leader del centro-destra, in questa nuova veste di “procacciatore”, porta in dote al suo schieramento Roberto Lagalla (già assessore di quel governo Cuffaro), con delega alla Sanità…
Se avete letto quel mio post, avrete compreso cosa è accaduto, da allora ad oggi, alla nostra sanità siciliana: anni e anni interi per ricostruirla (o per distruggerla… a seconda dei punti di vista…), corsa ai primariati… e nomi suggeriti che negli anni si sono sprecati, poltrone che se non c’erano sono state create, sempre per i cosiddetti “amici degli amici“. 
Ho letto alcuni giorni fa a proposito di Lagalla che egli non è nuovo alla politica, ed è anche cognato di Mimmo Fazio, l’ex candidato a sindaco di Trapani, arrestato per corruzione e successivamente raggiunto da un divieto di espatrio, proprio mentre stava organizzando la sua fuga/partenza per la Tunisia… 
Ora, per un candidato Presidente che ha fatto della legalità (e di quel “pizzo”…) la propria battaglia personale, mi sarei aspettato quantomeno un programma serio, a modello “protocollo di legalità“…
Ma soprattutto, avrei voluto vedere filtrati quei suoi intimi sostenitori, applicando quella semplice regola di dimostrare la propria limpidezza giudiziaria, ad esempio, presentando i propri certificati casellario e carichi pendenti… 
Ecco chissà… se avesse fatto questo, già ora, avrebbe certamente iniziato a contare le perdite di un gran numero di quei “convogliati” elettori, ma di contro, avrebbe guadagnato non solo il voto di questa parte di siciliani onesti e certamente non ricattabili, ma soprattutto, avrebbe salvato la propria dignità politica!!!

Se non si andasse a votare, lo scenario sarebbe eguale a quello di Trapani…

Sembra incredibile lo so… eppure la notizia è vera: Trapani sarà commissariata, perché al ballottaggio hanno votato solo il 26,75 per cento degli elettori!!!
Va aggiunto inoltre che lo stesso ballottaggio era di per se… assurdo, in quanto, sulla scheda elettorale vi era riportato soltanto il nome di un candidato, Pietro Savona, del Partito Democratico, dal momento che Girolamo Fazio (candidato del centrodestra) aveva deciso di boicottare la votazione.
Sembra per l’appunto che il candidato di centrodestra, non abbia presentato entro il termine previsto la lista degli assessori, per una sua eventuale giunta, requisito necessario in Sicilia, per poter essere ammessi al ballottaggio… 
Con questo gesto… certamente voluto, Girolamo Fazio si è escluso dal ballottaggio, sapendo che lasciando come unico candidato il Savona… il comune sarebbe stato commissariato!!! 
Infatti, affinché  avesse valore, occorreva che votassero almeno il 50 per cento degli aventi diritto al voto… cosa che di fatto, non è avvenuta!!!
Certo quanto accaduto dovrebbe farci riflettere… 
Infatti, se i cittadini, per fare sentire le proprie ragioni, utilizzassero quest’arma… e cioè quella dell’astensione in massa, forse qualcosa in questo paese “corrotto” inizierebbe a modificarsi…
Ma d’altronde si potrebbe fare anche diversamente, dare ad esempio il proprio voto, ad un movimento di protesta e d’alternanza, rispetto a quegli abituali partiti che abbiamo visto in questi anni, saper distruggere in tutti i sensi il nostro paese…
Ma chissà perché ai cittadini piace soffrire… anzi amano ripetere gli stessi errori, dimostrando di avere una memoria labile, puntando nuovamente sugli stessi uomini, gente che si è visto essere stata condannata, oppure collusa con certi sistemi clientelari, incriminata per presunti giri di tangenti, evasione, truffe e quant’altro, eppure quegli stessi cittadini, tornano a votare nuovamente per quei partiti ed i loro referenti, forse perché – debbo credere – rispecchiano se stessi in quei soggetti… altrimenti e cioè in caso contrario, avrebbero dovuto buttarli “definitivamente”, nei rifiuti indifferenziati…
Ritornando a Trapani, sembrerebbe (secondo il quotidiano “Repubblica”) che la strategia di Fazio sia legata ad un motivo personale e cioè, egli spera di potersi ricandidare, dopo aver risolto la propria situazione giudiziaria, che lo vede attualmente indagato, in relazione a un presunto giro di tangenti sul trasporto marittimo locale…
Secondo l’accusa il Fazio, avrebbe favorito l’armatore Ettore Morace (Amm. Delegato dell’azienda di trasporti Liberty Lines – la più grande compagnia di aliscafi d’Europa), in cambio di tangenti. 
D’altronde è stato dimostrato che i due si conoscessero, ed infatti, la moglie di Morace (Annemarie Collart), era stata indicata da Fazio, come futuro assessore in caso di vittoria delle elezioni. 
Ma alcuni mesi fa, Fazio e Morace sono stati arrestati: Fazio è rimasto agli arresti domiciliari per sedici giorni (fino al 3 giugno), mentre Morace si trova tuttora ai domiciliari…
Fazio era certo della vittoria, ma dopo il ricorso della Procura di Trapani al Tribunale del Riesame per il ripristino della custodia cautelare nei suoi confronti, il deputato regionale in data 13 giugno, si è dimesso da quella carica che aveva dal 2012, annunciando di non voler accettare l’incarico di sindaco in caso di elezione…
Certo una situazione alquanto “ambigua” quella accaduta a Trapani e non solo lì…
Già, affinché certe situazioni non debbano più concretizzarsi, basterebbe semplicemente richiedere – prima di una qualsivoglia candidatura – il casellario giudiziario aggiornato, accompagnato dai carichi pendenti… ed allora vedrete sì… quanti di quei soggetti, potranno realmente presentarsi ai propri elettori… credo ottimisticamente, non più del 5%!!!
D’altronde se il nostro paese risulta oggi tra i più corrotti nel mondo, pensate forse che sia esclusivamente colpa di quella decina di migliaia di soggetti raggruppati, tra politici nazionali e/o locali, accompagnati da tutta una serie di dirigenti delle Istituzioni e amministratori delle PA…???
No tranquilli, in quella lista ci siete pure Voi, infatti, è il motivo per cui ogni volta che l’incontrate… li abbracciate affettuosamente, manifestando loro tutto il vostro sostegno, ed essi, da quel gesto calorosamente ricevuto, sanno che al momento giusto, potranno contare sul vostro voto.
Un vero schifo…!!!

Vieni da me… in Italia, per delinquere!!!

Vieni da me…
abbracciami e fammi sentire che… 
son solo stupide fobie…
Vieni da me…
per vivere ancora quei giorni di… incantevole follia… 
e ridere di questo paese…
dove tutto quanto è solamente… pura pazzia…
e ridere… di questo paese…
illegale… e senza giustizia…
e ridere… d’incantevole evasioni, spasso e poesia…
e ridere di questi giorni… 
dove stare in Italia è puro svago e poesia…
Vi ricordate il titolo della canzone delle Vibrazioni… è perfetta per rappresentare quanto dalle intercettazioni è stato fatto emergere e cioè che i delinquenti, dialogando tra loro, vanno esprimendo:  “vieni in Italia… è il paese perfetto per delinquere“…
Credo che non bisogna aggiungere altro alle parole pronunciate dall’Avvocato Giulia Bongiorno, che prendendo spunto dal caso di Ivan (il russo), ha usato parole forti per dire che “in Italia non vi è certezza della pena e che le espulsioni non vengono eseguite”!!!
Ha aggiunto inoltre, “abbiamo pene bassissime, processi rapidi e premi per evitare lungaggini, ma chi delinque torna in circolazione e (strano a dirsi) sono sempre gli stessi”!!!
D’altronde, alcuni mesi fa, lo stesso procuratore generale della Corte di Appello d Bologna, Ignazio De Francisci, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, aveva lanciato l’allarme riguardo le leggi, a suo riguardo, troppo poco severe, dichiarando come le nostre carceri, siano troppo “comode” e gli sconti di pena offerti, spingono i criminali stranieri (in particolare quelli dell’Est) a venire in Italia, dove è stato dimostrato che hanno… una vita facile.
Il solo dato che negli ultimi anni, i reati commessi dagli stranieri, siano aumentati a dismisura, dimostra come il sistema carcerario stia di fatto entrando in crisi, a causa dell’alto numero di presenze, rispetto alla reale capienza di quelle strutture…
In più c’è da dire che il 30% dei detenuti è straniero, sebbene la popolazione immigrata presente in Italia sia del 8,5%…
Ciò dimostra come, gli immigrati, delinquono in media, circa 4 volte in più… a cui vanno sommati i gravi rischi derivati dallo scambievole rapporto di conoscenze e amicizie che si vanno, ogni giorno, sviluppando all’interno di quei penitenziari e che determinano di fatto, forti collaborazioni esterne tra essi, sia per quanto concerne la gestione di attività criminale, che in azioni violente…
Ma come dicono al telefono… venite qui da noi!!!

Geotrans S.r.l.: una persona perbene e un Amministratore capace!!!

Desidero riportare la missiva che l’Amministratore giudiziario della Geotrans S.r.l., Dott. Luciano Modica, ha inviato alla Associazione di “Addiopizzo Catania” pochi giorni fa e che è stata pubblicata dalla redazione di LiveSicilia Catania:

La denuncia di Geotrans ‘Guardati con sospetto’

Questo Amministratore dimostra oltre che competenza, profonda sensibilità e lungimiranza…
S’intuisce infatti dalle sue parole, i modi in cui riesce a coinvolgere i propri collaboratori, trasmettendo ad essi, forza e serenità,  per una società in amministrazione giudiziaria, che sta subendo una trasformazione rilevante, ispirando sempre e comunque, tenacia e passione… per puntare a ottenere quei risultati prefissati. 
Inoltre, a differenza di molti suoi colleghi “_______” ( non saprei come definirli…) persevera in quella “tolleranza zero” verso quelle note metodologie collusive, applicando con atti reali e concreti, quanto necessario affinché si sappia da quale parte ha deciso di stare la società da Egli amministrata e cioè quella della legalità!!!
Mi permetto quindi con questo mio reblog, di esprimere al Dott. Modica, tutta la mia vicinanza e solidarietà, per una vicenda che in qualche modo risulta analoga a quella attualmente vissuta dal sottoscritto nella società per la quale opero come Direttore tecnico.
Diceva Andrea De Carlo: le persone più interessanti sono sempre il frutto di situazioni complicate…

Cosa non funziona nell'antimafia…???

Innanzitutto, bisogna cominciare dal modificare quel disegno di legge sui beni sequestrati/confiscati, che, per come stiamo in queste ore assistendo, fa acqua da tutti i fori…

Le stesse commissioni di supporto, come quella antimafia, anti-corruzione, ecc…, avendo in quest’anno d’attività compreso, a quale debolezza, il nostro sistema giudiziario, abbia dimostrato essere vulnerabile, ecco che, facendo proprie quelle proposte ricevute, deve ora, iniziare ad integrarle…
Per esempio tra queste c’è: l’applicazione delle misure di prevenzione per gli indagati per reati di corruzione, l’accelerazione dei processi di confisca, la realizzazione di un albo “meritocratico” degli amministratori giudiziari, il limite dei compensi previsti per essi, l’uso di collaboratori di giustizia, per quanti decidano d’invertire la rotta intrapresa…
Bisogna inoltre, proporre una modifica alle candidature elettorali, bloccando quanti hanno in corso, procedimenti giudiziari, e limitando la partecipazione degli stessi, vietando di poter rivestire incarichi pubblici all’interno delle amministrazioni…
C’è la necessita di realizzare un “Codice etico” nel quale sono previste tutta una serie di comportamenti rigorosi, ai quali bisogna adempiere, in particolare per coloro che intendono dedicarsi alla politica… distinguendo una volta e per tutte, chi dimostra di possedere quei principi di correttezza e moralità ( posti a servizio del bene comune), a differenza di chi invece approfitta, per esclusivi interessi personali…
Come si fa a competere con la mafia, quando il livello d’istruzione da noi diminuisce, quando le differenze economiche, tra questo Sud povero ed il Nord ricco, vanno sempre più distanziandosi… 
Con quali modi si tenta di combattere la mafia, quando lo Stato non è capace di dare un semplice lavoro???
In che modo si tenta di riappropriarsi di quel consenso popolare, quando la comunità vive in una condizione d’estrema precarietà…. non solo per chi non lo possiede il lavoro, ma anche per coloro, che, pur avendolo, si trovano ad avere le stesse difficoltà… (vedasi…  arretrati nei pagamenti degli stipendi, mancanza di una continuità aziendale, previsioni di licenziamenti in corso, mancanza di prospettive future, ecc…), una vita vissuta tra, incertezza ed insicurezza, continua paura non solo per se stessi, ma soprattutto per il futuro dei propri figli…
La mafia è forte proprio per questo, per questi motivi, mentre l’antimafia dimostra di possedere una flebile forza, poiché non riesce ad intervenire concretamente su queste problematiche, che dovrebbero essere alla base dei lavori del nostro governo ed i suoi esponenti…
Non si può più continuare ad assistere ai modi “imbarazzanti” per non dire schifosi…, con cui, i nostri uomini dello stato, utilizzano i soldi…, già, quei soldi nostri… 
Qualcuno fa finta di dimenticarlo, ma di ogni euro pubblico speso, noi vorremmo conoscerne, il reale e concreto utilizzo, e non continuare più ad assistere a questo vergognoso sperpero…
Il senso di civiltà nasce anche da questo… non si può chiedere partecipazione ai cittadini, quando la giustizia nel nostro paese dimostra non essere equa e soprattutto corrotta!!!
Se la mafia esiste è proprio perché non trova contrasto nello stato, anzi, trova degni concorrenti… già, analoghi cagnolini, che corrono ad iscriversi a qualche associazione politica, sperando così… di potere anch’essi rosicare qualche possibile ossicino… 
Se non si danno regole chiare al funzionamento generale della nostra economia, tali da poter contrastare, il proliferare dei livelli di corruzione, non se ne esce più…
Bisogna iniziare con norme più giuste e trasparenti, con controlli severi per esempio, negli appalti, nelle assunzioni, nella mala-politica, nel riciclaggio del denaro, nelle pubbliche amministrazioni, ecc…
La lotta non può essere delegata al semplice cittadino… e ora che lo stato, faccia lo Stato, che s’impegni una volta e per tutte, ad affermare quella cultura della legalità… senza tentennamenti e compromessi!!!  
Il rischio, in caso contrario è che lo Stato muore!!!
Con esso, non sparisce soltanto la credibilità di quanti, tra noi cittadini, ci avevano creduto, ma anche la memoria di coloro, che nel corso di questi anni, erano stati messi lì, a difesa… di questo nostro paese!!!    

Arrestato Amministratore Giudiziario!!!


Sono anni che vado dichiarando delle difficoltà a cui le imprese sottoposte a confisca debbono sottostare…

Ad iniziarsi proprio da quel “particolare ed esclusivo” sistema con in quale si giunge alla scelta dei nominativi cui affidare ii controllo societario…
Un vero e proprio rituale quello delle nomine degli amministratori giudiziari, che segue il provvedimento con il quale il tribunale nomina il giudice delegato alla procedura…
Un sistema quasi clientelare, nel quale girano personaggi che hanno ritenuto di poter disporre dei beni confiscati quasi fossero “personali” e su cui costruire i loro vitalizi…

Difatti la consuetudine ha permesso che la maggioranza dei patrimoni confiscati, siano attualmente nelle mani di queste soggetti che, in modo del tutto arbitrario, li gestiscono spesso con discutibile efficienza e soprattutto senza alcun rispetto delle disposizioni di legge.
In particolare queste mie considerazioni, poggiano su fattori determinanti e cioè:
– il primo, quello dei pagamenti: eseguiti questi, senza alcun rispetto di quelle regole elementari chiamate “priorità”, nelle quali pur valendo sempre la regola della cosiddetta “par condicio creditorum”… e cioè che in base a questo principio, i creditori hanno tutti il diritto di essere soddisfatti in egual misura rispetto al patrimonio del debitore, questo però, finché non sussistano diritti di prelazione che dividono i creditori in differenti categorie, alle quali corrispondono ovviamente differenti trattamenti e cioè se si appartiene alla categorie dei privilegiati ( lo Stato, le istituzioni per debiti tributari ed il personale dipendente) oppure dei cosiddetti chirografari, che non godono del diritto di prelazione ( e dunque… saranno soddisfatti successivamente i creditori privilegiati).

– il secondo, quella della rotazione nelle amministrazioni giudiziarie, prevista dalla legge (così come la destinazione dei beni) che dovrebbe avvenire entro 90 giorni o al massimo 180, mentre invece – esistono reali casi in cui società con patrimoni milionari, sono da 15 anni nelle mani dello stesso professionista che per altro, possedeva un doppio incarico, giungendo a prendere cosi negli anni parcelle d’oro ( circa 7 milioni di euro) sia come amministratore giudiziario e sia (150 mila euro) come presidente del consiglio di amministrazione… controllore e controllato nella stessa persona…
– il terzo, la gestione in contemporanea di società – appartenenti questo allo stesso gruppo – che ora vengono ad avere il medesimo amministratore, che ovviamente nell’operare, si ritroverà a seconda della situazione ad essere, una volta creditore ed un’altra volta debitore e viceversa, operando così a “sensazione“, scelte strategiche di solito errate o certamente non convenienti per l’una rispetto all’altra…  

– il quarto, la poca dimestichezza con il settore tecnico da affrontare – per non voler aggiungere,  la poca capacità professionale e personale che questi amministratori giudiziari hanno, garanzia loro data soltanto sulla carta, in quanto iscritti all’Albo nazionale degli amministratori giudiziari, ma per il resto, poco conoscono di quel campo con cui adesso debbono andare ad insediarsi, vedasi imprese alimentari, di costruzione, gestione ambientale, impianti industriali, ecc…, e dove – circostanza questa che secondo il sottoscritto dovrebbe essere sempre adottata – questi amministratori, pur avendo la possibilità di chiedere al giudice delegato il consenso a farsi coadiuvare da tecnici o da altri soggetti qualificati, questi amministratori… preferiscono operare in modo del tutto arbitrario, facendo di solito cazz…, ed in questo, non pensiate che ci sia soltanto l’inadeguatezza professionale… perché al suo interno si nasconde il vero motivo, rappresentato da una personalità debole che per propria convenienza, preferisce in ogni circostanza evitare… quei possibili scontri o eventuali denunce di responsabilità!!!

Quanto sopra è appena emerso, dall’ultima indagine condotta dalla Procura Calabrese, dove è stato scoperto ( ma parliamo sempre dell’acqua calda… ) che la condotta di un amministratore giudiziario infedele, consentiva alla ‘ndrangheta di continuare a controllare le stesse imprese sequestrate alcuni anni prima ad alcune cosche…
Il boss arrestato, grazie alla complicità dell’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale, continuava a gestire in maniera diretta le proprie aziende sequestrate, impartendo ordini e fornendo indicazioni che permettevano così alle società collegate di progredire nel malaffare…
Ora in galera sono finiti in tanti, non soltanto coloro che erano affiliati alla cosca, ma anche  insospettabili professionisti, commercialisti ed avvocati, accusati tutti di far parte dell’organizzazione o di averla favorita. Tra questi Rosario Spinella, professionista reggino che il Tribunale aveva designato quale amministratore giudiziario delle aziende sequestrate preventivamente quando era scattata l’operazione…
Spinella è accusato di aver amministrato le aziende, praticamente facendo partecipare il clan a tutte scelte strategiche delle società.

Il manager poi attraverso la sovra-fatturazione delle prestazioni avrebbe costituito un fondo nero al quale i boss potevano attingere, soldi che poi finivano direttamente nelle mani della “famiglia”…
Oltre al commercialista nella lista delle persone finite in manette anche gli avvocati Giulia Dieni e Giuseppe Putortì, legali storici del boss, ora accusati di aver fatto da staffette e portaordini del boss, approfittando della possibilità di avere con lui colloqui in carcere.
Gli inquirenti hanno rilevato che i familiari del boss, era sempre presenti nei cantieri ed aveva la disponibilità di uomini e mezzi che gestivano a loro piacimento, eludendo di fatto, le disposizioni impartite del Tribunale. 

Voler credere oggi che questi rappresenti siano soltanto un caso sporadico è falso…. e vi assicuro che non c’è bisogno d’attraversare lo stretto, basta guardare a casa nostra e di queste imprese e di questi amministratori collusi, ne troviamo a centinaia – basterebbe prendere in mano le carte di quella loro “professionale” gestione amministrativa e ci si accorge subito ( o meglio… ciò è possibile se chi legge le carte è capace di poter individuare anche tra quegli interspazi bui… occultati nel proprio interno, difficilissimi da intuire o da comprendere, anche purtroppo… per gli stessi inquirenti) di come questa loro condotta, sia stata volontariamente, disdicevole e manchevole, un operato svolto non con piena autonomia, ma fortemente condizionato e indubbiamente sottomesso!!!  
Ci sono uomini che credono tanto nella “famiglia” che ne hanno due…