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Quel filo che tiene insieme tutta la tela…


La sera scende mentre percorro la tangenziale di Catania, e l’asfalto sotto le ruote sembra cedere non per l’acqua, ma per qualcosa di più sottile, più tenace: la fatica delle promesse mai mantenute.

Ogni chilometro racconta la stessa storia, solo con nomi diversi e date aggiornate. Quella scuola con il tetto che minaccia di crollare, quell’ambulanza ferma da mesi in officina, quella strada che ogni inverno torna a essere sterrata, sono frammenti di un racconto che non smette di ripetersi, come se il tempo fosse un nastro che gira su se stesso, senza mai registrare niente di nuovo.

Eppure, non si tratta di un episodio isolato, né di un’anomalia. È il respiro regolare di un sistema che funziona grazie ai silenzi compiacenti, agli sguardi che si abbassano appena in tempo, alle strette di mano che durano un secondo di troppo.

In cima, c’è sempre qualcuno che firma, non perché ha scelto, ma perché è stato scelto. Più in basso, ci sono quelli che preparano la penna, regolano la sedia, tengono la porta aperta. Ognuno con un ruolo preciso, ognuno con un prezzo concordato in anticipo, anche se nessuno lo ha mai messo per iscritto. Non serve: basta saperlo.

Negli ultimi giorni, nuove inchieste hanno fatto tremare le stanze della politica regionale. Una mozione di sfiducia, presentata con urgenza, ha raccolto ventitré firme tra deputati di diversi gruppi. Non è tanto il numero a impressionare, quanto il motivo: un’onda lunga di indagini che hanno coinvolto esponenti della maggioranza, membri del governo regionale, dirigenti nominati in sanità, enti, uffici tecnici. 

Alcuni hanno ammesso, davanti ai magistrati, condotte che definire corruttive è un eufemismo, altri viceversa sono stati travolti da inchieste che risalgono a anni fa, ma che risuonano ora con straordinaria attualità. Eppure, nessuna verifica seria è stata avviata su chi, pur non indagato, occupa posizioni decisive, né su chi è stato messo lì da partiti ormai fuori dal governo, come se la rimozione di un assessore bastasse a ripulire un intero sistema.

Mi capita spesso, negli ultimi giorni, di parlare con amici, conoscenti, sconosciuti incontrati per strada o al bar. Nessuno si stupisce. Anzi: “Nicola, è sempre stato così. E sarà sempre così. Perché ti meravigli?”. Lo dicono con un tono quasi rassegnato, come se la sorpresa fosse un lusso che non possiamo più permetterci. Ma la rassegnazione, col tempo, smette di essere una reazione e diventa una scelta. Una complicità silenziosa. E la complicità – non la corruzione, non l’errore – è ciò che tiene in piedi l’intera architettura del malaffare.

Perché oggi non si tratta più di bustarelle al bar o di nomi scritti su foglietti. Quel tempo è passato. Oggi l’illegalità ha cambiato pelle: è fluida, si adatta, si mimetizza. Si veste di efficienza, si presenta come pragmatismo, si giustifica con “come si fa qui da noi”. 

Intanto, i reparti ospedalieri si svuotano, i cantieri si fermano senza che nessuno ne chieda conto, i pagamenti slittano all’infinito, i controlli si riducono a timbri su scartoffie mai lette, ed ancora, i fondi europei evaporano in consulenze che non producono un solo documento utile, un solo dato verificabile, un solo intervento tangibile. Tutto scorre, tutto è plausibile, e proprio per questo, niente viene mai davvero messo in discussione.

Tra chi decide e chi esegue, c’è un’intera schiera di figure invisibili. L’autista che sa dove andare senza chiedere. Il consulente che non scrive relazioni, ma costruisce ponti dove non ci sono fiumi. Il “facilitatore” che sa quando chiamare, come dire, e soprattutto quando tacere. Sono loro, più di altri, a rendere il meccanismo così resistente: non perché comandano, ma perché rendono il comando possibile, senza mai comparire. Operano nel grigio, dove la legge non viene rotta, ma piegata con cura, come una lettera che contiene una minaccia scritta in un italiano impeccabile, così forbito che nessuno osa chiamarla tale.

E così, mentre si annunciano nuove task force, nuovi protocolli, nuovi osservatori – tutti destinati a durare fino alla prossima emergenza – le stesse mani continuano a passarsi la stessa palla. Solo che ora lo fanno con guanti bianchi, davanti a telecamere accese e microfoni spalancati. E questa terra – la stessa che trema quando piove troppo, che scivola quando nessuno la sorregge – resta lì, in attesa.

In attesa non di un eroe, né di una denuncia clamorosa, ma di qualcuno che abbia il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. Non corruzione. Non inefficienza. Non malgoverno. Ma collusione strutturale: una condizione in cui l’illegalità non è un incidente, ma la regola non scritta che tiene insieme ciò che, altrimenti, andrebbe in frantumi.

Forse, solo quando smetteremo di parlare di “questione meridionale”, già… come se fosse un male locale, curabile con un po’ di attenzione in più, e cominceremo a riconoscerla per ciò che è, una “questione italiana“, allora potremo finalmente guardare il filo, sì… quello che tiene insieme tutta la tela: Senza distogliere lo sguardo. Senza fingere di non vederlo.

L'ombra della mafia sulle imprese e sui fondi pubblici

Mentre continua a gestire e ampliare i propri traffici illeciti, come droga, prostituzione, racket ed usura – tutti settori che generano enormi profitti – la mafia rivolge il suo interesse verso un obiettivo più subdolo e strategico: il controllo delle attività imprenditoriali attraverso il riciclaggio di denaro. Questo meccanismo non solo le consente di nascondere i guadagni illeciti, ma anche di consolidare il proprio potere economico e sociale.

Recentemente, durante la relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario, il presidente della Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca, ha lanciato un allarme chiaro: nonostante i colpi inferti negli ultimi anni, la mafia continua a essere una forza criminale attiva, con l’obiettivo di penetrare nell’economia legale e intercettare i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Frasca ha sottolineato come la capacità della mafia di infiltrarsi sia strettamente legata alla persistenza di collusioni con settori politico-amministrativi, che fungono da ponte per il controllo del territorio e per l’accesso alle risorse pubbliche.

Un aspetto cruciale è rappresentato dalla capacità della mafia di rinnovarsi. Anche dopo arresti e processi che hanno decapitato i vertici delle organizzazioni, queste riescono rapidamente a ricostituire le proprie strutture di comando, mantenendo vive le regole mafiose tradizionali e trovando nuovi alleati per rafforzare la propria influenza.

Tra gli obiettivi principali dell’organizzazione spiccano le opere pubbliche realizzate sul territorio. Attraverso atti estorsivi, la mafia esercita pressioni su imprese affidatarie, fornitori e subappaltatori, sfruttando ogni opportunità per trarre vantaggi economici. Questo modus operandi non sarebbe possibile senza la complicità di imprenditori senza scrupoli, che accettano di collaborare con l’organizzazione criminale per ottenere favori o protezione, diventando parte integrante del sistema mafioso senza subirne direttamente le conseguenze.

Questa situazione richiede una risposta ferma e coordinata da parte della società civile, delle istituzioni e delle forze dell’ordine. Combattere la mafia significa non solo colpire i suoi esponenti principali, ma anche spezzare la rete di complicità e connivenze che ne garantisce la sopravvivenza.

Solo attraverso un impegno congiunto si potrà impedire che la mafia continui a infiltrarsi nell’economia legale, compromettendo il futuro di intere comunità. Il messaggio deve essere chiaro: non c’è spazio per chi antepone i propri interessi personali al bene comune.

Il triangolo oscuro: intrecci tra criminalità, politica e istituzioni

La situazione attuale, analizzata attraverso il prisma delle relazioni tra criminalità organizzata, politica e istituzioni, presenta due scenari distinti ma profondamente intrecciati.

Il primo scenario mette in evidenza una frattura interna alla criminalità organizzata stessa. 

Già… da un lato, vi sono i capi detenuti, figure storiche che dal carcere cercano di mantenere la loro influenza attraverso strategie orientate a ottenere benefici legali, come sconti di pena e allentamenti delle rigide misure detentive. Il loro obiettivo non è soltanto personale: garantire il controllo delle proprie cosche e preservare il potere anche dall’interno del carcere rappresenta una forma di continuità del dominio. 

Dall’altro lato, vi è una nuova generazione, attiva sul territorio, che considera i detenuti come un ostacolo al consolidamento degli affari, specie in seguito ai danni reputazionali e operativi causati da azioni eclatanti del passato. Questa nuova leadership sembra preferire un approccio più silenzioso e meno esposto, concentrato sulla gestione economica e sulle alleanze strategiche. Non è escluso che questa frattura sia stata acuita da calcoli interni che hanno portato a tradimenti mirati per eliminare le figure ritenute scomode.

Il secondo scenario riguarda il rapporto tra la criminalità organizzata e alcuni settori delle istituzioni. 

Qui emergono tensioni legate a promesse politiche non mantenute, che avrebbero alimentato malumori tra i boss incarcerati. Tra queste promesse figurano questioni come l’abolizione di regimi detentivi particolarmente duri, la revisione di processi penali e modifiche legislative favorevoli. Le dichiarazioni di alcuni esponenti del crimine organizzato sembrano denunciare apertamente la percezione di essere stati strumentalizzati da settori della politica, utilizzati come merce di scambio durante momenti di campagna elettorale e poi abbandonati.

Tali dinamiche come ben sappiamo non sono nuove… 

Già in passato si è rilevato come la criminalità organizzata puntasse a instaurare nuovi equilibri politici ed economici, cercando interlocutori istituzionali che potessero garantire il ripristino di vecchie complicità o la creazione di nuovi legami strategici. La capacità di sfruttare trattative sotterranee con lo Stato, o almeno con alcune sue componenti, emerge come un tratto ricorrente nelle strategie di lungo periodo del crimine organizzato.

Un elemento significativo di questa complessa rete di relazioni è rappresentato dalle testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia, il cui contenuto, spesso custodito con estrema segretezza, ha rivelato dettagli inquietanti sulle modalità di interazione tra politica, istituzioni e criminalità. Le implicazioni di tali rivelazioni sono di tale gravità che hanno richiesto, in alcuni casi, interventi ai massimi livelli istituzionali per discuterne la portata e le conseguenze.

Questa complessa trama di rapporti, fatta di alleanze temporanee, tradimenti e calcoli strategici, evidenzia quanto sia profonda e ramificata l’interconnessione tra politica, istituzioni e criminalità organizzata. 

Questa realtà, in cui alcuni esponenti politici e istituzionali scelgono di piegarsi ai voleri della criminalità organizzata per interessi personali, non può che suscitare in me una profonda amarezza. 

Sì… è desolante constatare come chi dovrebbe incarnare l’etica e il senso di giustizia si trasformi in complice di un sistema corrotto, svendendo il bene comune per tornaconto individuale. 

Ogni compromesso, ogni promessa tradita e ogni silenzio complice non fa altro che rafforzare un circolo vizioso che priva la società di fiducia nelle sue istituzioni. 

Già… un completo tradimento non solo della legge ma anche del popolo che quelle istituzioni dovrebbe poter considerare un baluardo contro ogni forma di sopraffazione!!!

Le truffe e i raggiri nei lavori pubblici e privati, sono manifestazioni all'ordine del giorno!!!

Ma d’altronde ditemi: chi dovrebbe fare emergere quanto viene compiuto in quei loghi di lavoro??? Le forze dell’ordine, la magistratura, le funzionari istituzionali, ma ciascuno di loro si sa, interviene soltanto quanto ormai è troppo tardi… 

Certamente va fatto un distinguo tra chi si occupa in prima linea di colpire queste circostanze abiette e chi viceversa con i propri silenzi e specialmente con le collusioni, permette di fatto che queste possano compiersi!!!

La magistratura come per altro le forze dell’ordine, hanno certamente poca responsabilità se nessuno interviene a denunciare quei fatti gravi, mentre viceversa chi si trova nella qualità di Responsabile, Dirigente, Funzionario, Direttore dei lavori, Cse, etc… sa bene che dovrebbe adoperarsi celermente per limitare tutte quelle possibili truffe o inadempienze contrattuali di cui si è venuti a conoscenza…  

Ma si sa… nessuno dice nulla e tutti restano in quel loro omertoso silenzio, affinché non si pregiudichi il loro incarico, i privilegi goduti e soprattutto la possibilità di avanzamenti di carriera!!!

Anche i dipendenti nel celare quanto avviene in quei luoghi diventano parte fondamentale di quel meccanismo illegale e fraudolente!!! Se pur giustifico in parte quel loro atteggiamento, per non mettere a rischio il proprio posto di lavoro, non giustifico però – quando emergono quei comportamenti illeciti – quel loro far finta di non aver compreso quanto stesse accadendo, tra l’altro, alcuni di loro, giustificano quei loro silenzi ad un presunto “vincolo di riservatezza“, provando così a giustificare (forse) la propria coscienza (se poi di onestà intellettuale e soprattutto di rettitudine si possa parlare…) per non aver divulgato a chi di dovere, quelle informazioni acquisite nel corso del proprio incarico e garantendo così ugualmente all’impresa o al proprio Ente di riferimento quel vincolo di lealtà…

Sicuramente una cosa va detta… dietro le truffe vi sono variazioni legislative e normative che hanno permesso quei raggiri, parlo ad esempio di quel noto “Bonus 110” che ha consentito  molte imprese non qualificate di ottenere importanti lavori, sia in maniera diretta che in subappalto!!!

E difatti, quando ormai la truffa è viene accertata tutti scoprono le falle, anche l’Agenzia delle Entrate difatti ha compreso se pur in ritardo come taluni “parametri spia” erano stati superati, ma ormai gli importi di quelle cartelle di liquidazione, erano state opportunamente ritirati…

Ma non solo, ci si è accorti in ritardo della mancata presentazione di garanzie bancarie certificate, sostituite in molti casi con titoli esteri che non possedevano alcun requisito certificato dal nostro sistema bancario; il sospetto ora è che dietro quei fondi possano esserci state operazioni di riciclaggio…

E dire che sono anni che il sottoscritto tratta questi argomenti, svelando tra l’altro molte di quelle modalità poste in atto e quindi quanto leggo nuovamente di come taluni soggetti siano stati capaci di mettere in atto talune situazioni, come ad esempio quelle sopra descritte, mi convinco sempre più che quanto accade quotidianamente, si determina perché – una grossa fetta d’individui collusi – fa sì che ciò avvenga!!!

E fintanto che dietro a quei lestofanti vi sono a sostegno i cosiddetti “colletti bianchi”, ma anche e soprattutto una schiera di dipendenti infedeli (nel rispettare le normative previste e  anche le regole civili), beh… si può discutere quanto si vuole, ma alla fine – per molti di quei cittadini fortemente collusi con quel sistema – non cambierà nulla!!!

Ecco perché rivolgendomi a quegli altri individui coraggiosi, se pur ahimè sempre più esigui, ricordo loro che vige la regola che: non si può sconfiggere chi non si arrende mai!!! Viceversa per tutti gli altri avvezzi ormai all’omertà e al sostegno della criminalità, beh… ecco che essi a differenza nostra possono arrendersi: sì… peraltro per come fanno abitualmente, utilizzando la complicità, la collusione, la concussione e soprattutto la corruzione!!!

Certuni… "si meritassuru a testa scippata"!!!

Ritengo che non vi sono più giustificazioni sul piano istituzionale, sociale e civile, di fronte alle continue attività giudiziarie e alle abituali inchieste da parte della magistratura e organi di polizia, su collusioni e corruzioni di pubblici funzionari, politici e imprenditori svenduti a quelle organizzazioni criminali…
Ciascuno di loro – con approcci e livelli di coinvolgimento diverso – si è prestato e ahimè continua ancora oggi a prestarsi a compiere tutta una serie di azioni illegali, pur di beneficiare di quei vantaggi personali e/o societari, a scapito di quella parte ancora onesta della collettività.
In quel calderone vi si ritrovano in molti, sono individui che hanno venduto la propria dignità per qualche euro da mettere in tasca, ricevuto solitamente all’interno di una bustarella.
Viceversa, la presenza di quelle associazioni criminali celate all’interno di molte imprese (la maggior parte di questa tra l’altro ben conosciute dalle Procure nazionali, ma incredibilmente ancora operanti nel mercato…) ha quale fine strategico quello di penetrare in maniera legale in tutte quelle attività imprenditoriali, che vanno dai pubblici esercizi alla gestione degli appalti.

Si tratta certamente di un metodologia migliorata ( in questi ultimi vent’anni) che si è dimostrata flessibile e che combina soggetti professionisti con individui dalle consistenti potenzialità finanziarie, determinando di fatto, un accrescimento sia della qualità teorica che della quantità economica.

Difatti, possiamo affermare di come si sia sviluppato negli anni, un patrimonio di conoscenze che ha portato a indirizzare al meglio il proprio “lavoro”, sia dal punto di vista territoriale, che a livello nazionale… di una continua spinta e capacità espansiva, nonostante – va detto – le dure sconfitte subite e il deciso contrasto compiuto da parte dello Stato!!!

Ma nonostante le batoste ricevute – che come si è visto, hanno provocato negli anni, periodi di ripiegamento, anche dal punto di vista sociale, tenendo conto dei cicli a volte intensi di ostilità e rifiuto compiuti dalle fasce più giovani del Paese – purtroppo, i meccanismi d’infezione, frutto di quelle collaudate debolezze morali di molti miei connazionali, ha determinato l’evolversi di un processo di colonizzazione o per meglio dire di conquista da parte di quelle organizzazioni illegali e mafiose, dissimulate ora all’interno di cosiddette società “regolari“, che attraverso i mezzi finanziari a loro disposizione, provano a impossessarsi di quel territorio su cui operano, promuovendo tra l’altro azioni d’accrescimento per quanto concerne il consenso sociale, incentivo adoperato al fine di mascherare il reale controllo monopolistico, ma soprattutto, la gestione di quella propria attività economica attraverso anche l’inserimento in società concorrenti, il tutto (ahimè) favorito da quegli apparati della politica corrotta e all’assoggettamento di collusi dirigenti e funzionari delle amministrazioni e/o dei servizi pubblici… 

Osservando quindi il potere attualmente in mano a quei soggetti, alle loro organizzazioni societarie, ai referenti celati (appartenenti alla criminalità organizzata), si comprende senza alcun dubbio quanto noi tutti siamo oggi come quel Davide dinnanzi all’imponente Golia e quindi per resistergli e sopravvivere, dobbiamo iniziare a pensare di combatterlo, salvando ciò che ancora resta della nostra libertà e dignità, ma soprattutto per quel po’ che resta dei valori di democrazia.

Ecco perché penso che vi è soltanto un modo per fare pulizia: sì…. bisognerebbe fare come nella foto in allegato: scippargli la testa a tutti!!!

Solidarietà al Procuratore capo di Caltanissetta, Amedeo Bertone.

Dopo il proiettile inviato al Presidente della Commissione Antimafia Regionale, Claudio Fava… eccone un altro indirizzato al Procuratore capo di Caltanissetta, Amedeo Bertone!!!

Il proiettile ho letto, è stata “intercettato” al Palazzo di giustizia e come sempre – in questo tipo di situazioni – sono partite le indagini, anche se ho l’impressioni che quest’ultime lascino il tempo che trovano, forse perché solo su CSI (Crime Scene Investigation – la serie televisiva statunitense trasmessa su “Italia1”) ho visto scoprire il colpevole, attraverso un proiettile… ma si sa, quella è una fiction!!!
Viceversa, nei tanti anni in cui ho sentito di proietti inviati “di qua e di là”, non ho mai ascoltato o letto da qualche parte, che si sia venuti a conoscenza sui cosiddetti “mandanti”… 
Mi scuso, già… non vorrei dare l’impressione d’essere polemico, ma vorrei che si evitasse di elevare a livelli critici o preoccupanti situazioni che sono di per se esclusivamente gratuite e soprattutto inefficaci, aggiungerei superflue e sterili, sì… circostanze peraltro che non fanno inquietare alcuno, ma servono a creare allarmismi, chissà forse per distogliere l’attenzione da inchieste ben più importanti…
Anche perché se qualcuno di quei soggetti avesse realmente volontà di compiere quelle azioni violente, non avrebbe motivo d’allertare l’eventuale vittima, inviando messaggi in buste anonime contenenti proiettili vari, ma agirebbe compiendo quell’atto coercitivo per come è accaduto negli anni passati in questa terra, a centinaia e centinaia di uomini dello Stato (e non solo)…
Comunque, sull’episodio è stata aperto un’inchiesta da parte della Procura di Catania, competente per territorio, anche perché il magistrato attualmente minacciato, è titolare di diverse inchieste tra cui quelle sul sistema “Montante” e sulle stragi di Palermo…
Certo, qualcosa non mi è chiaro… 
Sì… da un parte ho letto che la busta fosse stata intercettata al Tribunale e in altre pagine web ho letto che la busta era stata aperta tre giorni prima, ma la stessa era giunta almeno soltanto un giorno prima nella sua segreteria, ma il magistrato non l’aveva ricevuta in quanto era stato impegnato in alcuni interrogatori… 
Ma…??? C’è qualcosa che non mi torna… ma lascio volentieri queste considerazioni agli addetti delle forze dell’ordine… 
Dice bene il Presidente dell’Antimafia siciliana, Claudio Fava: E’ chiaro che in Sicilia c’è un clima ostile contro chi tocca i nervi scoperti del sistema di potere e delle sue collusioni mafiose. 
Ecco, forse in queste parole si nasconde la verità, quella che lo Stato in Sicilia non è più lo stesso!!!
Già… sono fortemente diminuite quelle collusioni politico/mafiose e sono in molti a saperlo!!!
Il Governo Giallo/Verde a differenze a  quelli che li hanno preceduti, a cominciare dalla Dc per giungere a quelli con FI e PD, non hanno alcun interesse a trovare accordi sottobanco con quell’associazione criminale, perché i voti dei cittadini li hanno ricevuti, senza bisogno di dover promettere favori di scambio…
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini e quel suo partito “Lega”, ancor di più di altri si sente slegato da quei meccanismi clientelari siciliani, proprio perché i numeri delle ultime elezioni, hanno evidenziato durante quelle votazioni, una debole presa sulla coscienza nel nostro territorio… 
Circostanza quest’ultima che – a mio modesto parere – potrebbe ribaltarsi sin dalle prossime elezioni nazionali o regionali, a causa delle politiche finora adottate, che vedrete… consegneranno a quel suo leader e al suo partito… parecchi voti inaspettati!!!
L’unico fenomeno che da questa circostanza emerge (mi dispiace dover costatare ciò…) e che ancora oggi qualcuno possa pensare che attraverso le minacce, si possano modificare le decisioni di taluni soggetti, siano essi magistrati, che semplici cittadini!!!
Ecco è questo il punto fondamentale che si deve contrastare: Lo Stato, la politica e il governo regionale, devono dimostrare tutta la propria forza, colpendo in maniera decisa coloro che ancora oggi credono di poter fare ciò che vogliono, come ad esempio inviare anonimamente dei “proiettili… a salve“!!!

Ecco cosa ci ha lasciato il 2017: 10.000 indagati, 3.000 condannati in primo grado, ed altri 7.000, in attesa di giudizio…


La lista è naturalmente “provvisoria”, poiché ogni giorno in continuo aumento…

Ovviamente tra quei nominativi, una grossa fetta è rappresentata dai nostri politici, ma anche da quanti fanno parte di quel apparato istituzionale…
Già, i nomi ci sono tutti…  e la cosa assurda, è che tra questi, troviamo anche alcuni Magistrati, arrestati, inquisiti o semplicemente sospettati… sì… una categoria quelle delle toghe, a volte amata ma il più delle volte odiata dagli stessi cittadini, a seconda dei periodi storici… 
I reati in genere a cui assistiamo sono diversi e vanno dalla corruzione, collusione con la criminalità organizzata, interesse privato in atti d’ufficio, associazione per delinquere, tangenti negli appalti, abuso d’ufficio, bustarelle varie, fino a giungere ai processi addomesticati per assolvere e/o scarcerare quegli uomini legati ad associazioni criminali… 

Ovviamente servono a poco i trasferimenti d’ufficio oppure i procedimento disciplinari, perché quando uno è marcio dentro… continuerà ad esserlo successivamente anche in altri uffici!!! 

Comunque, la parte più consistente, in particolare nella nostra regione, è rappresentata da coloro che fanno parte di quell’associazione mafiosa… cioè, da quanti promuovono, dirigono e organizzano quell’associazione stessa, da tutti coloro che facendone parte direttamente, si avvalgono di quel vincolo associativo, per poter usare quella forza coercitiva dell’intimidazione…
Poi c’è il resto dei soggetti, quelli che non fanno parte direttamente dell’organizzazione, ma che si sono assoggettata ad essa al solo scopo, di acquisire in modo diretto o indiretto la gestione degli appalti o comunque il controllo di quelle attività economiche, da cui si ottengono concessioni, autorizzazioni, e servizi pubblici, al fine di realizzare profitti o vantaggi, certamente ingiusti per sé o per altri…
D’altronde queste attività economiche, gestite dai soliti “prestanome” (e sì… peraltro come come far finta che ancora oggi, nel 2018, la maggior parte di queste, non sia di fatto, sotto il controllo di quel gruppo “tentacolare”…), intendono assumere il controllo del territorio, garantendo a differenza dello Stato, quei posti di lavoro ricercati dai cittadini, gli stessi che poi successivamente, garantiranno quel flusso di voti necessari, per gli amici politici proposti… certamente “corrotti”!!!

Inoltre, grazie a queste società “affiliate”, si potranno ripulire tutte le somme ricevute dalle attività illecite, per finanziare, in tutto o in parte, sia le stesse, oppure per procedere a realizzarne di nuove, dall’apparenza  “limpide”, ma ovviamente controllate dal gruppo “Cosa Nostra Spa“…
Si… qualcuno vorrà provare a illuderci elencando i provvedimenti messi in atto, dai sequestri alle confische, della decadenza dei diritti delle licenze di commercio all’ingrosso o al dettaglio, di quelle revocate concessioni e diritti d’utilizzo per opere o forniture…
Sì… ma come tutti sanno, per ovviare a quanto sopra, basterà aprire una nuova società, cambiarne i rappresentanti legali (con nuovi disponibili prestanome), bypassare tutte le vecchie commesse acquisite, obbligando quei loro clienti a scegliere ora questa nuova società, ed il gioco è fatto!!!
Già, sembra di trovarsi a quel “gioco dell’oca”, l’avete presente, dove a volte, quando sì è giunti quasi alla fine,  si è costretti a ritornare nuovamente all’inizio: ecco qui è la stessa cosa, tutto dopo un po’ ritorna come prima, con lo Stato che – ripartendo nuovamente da quella casella iniziale– si ritrova ahimè… sempre ad inseguire!!!

Saper dire… NO!!!

Quante volte avete saputo dire NO!!!
Parlo di tutte le volte in cui vi è stato offerto qualcosa, in cambio di un qualcos’altro da compiersi o forse già realizzato!!!
Sono in molti ad aver dimenticato… che è proprio con quel rifiuto, che esprimiamo al nostro interlocutore chi siamo e ciò di cui non abbiamo bisogno…
Se ad esempio si rifiuta del denaro, si fa comprendere a chi ci propone quell’offerta, che siamo dei soggetti totalmente diversi, da quelli con cui il nostro negoziatore ha avuto a che fare e quel nostro diniego, farà comprendere ad egli che quando vorrà incontrarci, dovrà farlo sempre con il massimo rispetto!!!
Il sottoscritto, se pur non condivide quell’atteggiamento evidenziato, ne comprende certamente il metodo, poiché si rifà a quanti oggi pretendono, ed è quindi logico per quei soggetti pensare di fare il giusto, d’altronde pensano che tutti, appartengano nei modi, allo stesso fascio… 
Peraltro, sono in molti a pensare che, se non li prendono loro quelle mazzette, li prenderà sicuramente qualcun altro… e di contro, quel voler mostrare il proprio disaccordo, farà sì che a breve in molti (in particolare se colleghi…), chiederanno il vostro allontanamento. 
Eppure, sembra strano a dirlo, ma il voler dire NO… non dovrebbe riservare  tutti quei problemi, poiché con l’aver espresso quella parola, si affermano concetti di onesta e legalità a cui certamente ciascuno di noi dovrebbe aspirare… ed invece nella pratica, accade l’esatto contrario, di ciò che si voleva con quel gesto… affermare!!! 
Infatti, a seguito di quella decisione, per i più… insolita, si entra in un tunnel dal quale non si esce più… 
Già, si viene visti come “infermi” o ancor peggio come dei “contagiati”, da quali virus non si sa, ma si diventa agli altrui occhi, come qualcosa da evitare e così tutti hanno paura di frequentarvi, peraltro non piacevate prima, ancor meno oggi a seguito di quel diniego e così venite isolati, non perché vi siete dimostrati ladri o lestofanti o corrotti, bensì… proprio per il contrario, perché siete stati moralmente troppo onesti e ciò non può essere accettato, tant’è che il giudizio che viene espresso su di voi, diventa giorno per giorno da parte di tutti… sempre più negativo!!!
Vi vengono attribuite false azioni irresponsabili o comportamenti inadeguati, che minano quella vostra stessa professionalità, per colpe certamente non proprie…
Ma quanto effettuato serve esclusivamente a farvi comprendere che, se volete rimanere in quel luogo, dovete allinearvi a quel sistema… oppure è molto meglio che ve ne andiate da tutt’altra parte!!!
Per loro di fatto, quella vostra presenza è sgradevole, anzi direi preoccupante, visto che coloro che vi circondano, sono proprio quanti  hanno già acconsentito ad effettuare quelle richieste, certo a volte “immorali”, ma a cui essi, si sono adeguati perfettamente…
D’altronde, in questo nostro Paese è ormai consuetudine dire immediatamente “Sì”, il più delle volte per non deludere l’amico di turno o ancor peggio, per assecondare il proprio datore di lavoro, oppure perché non si riesce a dire “NO” a quella proposta indecente, presentata attraverso una bustarella… 
Bisogna inoltre comprendere di come a volte, ci sono taluni soggetti, che non vogliono apparire “timorosi” o incapaci di compiere quanto viene loro richiesto, e quindi, pur di non esternare quel concetto negativo… “no…grazie, non posso, dovete comprendere che mi è difficile fare quanto mi chiedete, non posso rischiare o quant’altro…”  preferiscono, all’imbarazzo… dire di Sì!!!
Ecco che così… si è entrati in quel circolo vizioso i cui effetti saranno visibili a momento debito… e quel giorno saranno devastanti…
Difatti, con quella propria partecipazione, ci si è trasformati in  veri e propri “burattini”, costretti a muoversi su quei fili, a seconda delle scelte altrui, con il rischio però che prima o poi, tutto crolli all’improvviso su se stessi…
Certo… bisognava pensarci prima, si sa dopotutto che un comportamento etico, passa innanzitutto dal saper dire il più delle volte…NO!!!

La gestione della sanità in Sicilia: Ricordando la storia…

La terra è sempre quella e la storia pure…

Ha radici profonde e comincia con un signore dall’aspetto perbene, già un medico… il Dott. Michele Navarra!!!
Era lui in quegli anni 40′ a capo della mafia e fu sempre lui ad “affiliare” quei due picciotti contadini: Toto Riina e Bernardo Provenzano!!!
A guadarlo nessuno avrebbe pensato che un soggetto così, con quel viso rassicurante, era a capo della più importante organizzazione criminale del mondo…   
Potremmo considerarlo un precursore di molti nostri attuali politici, difatti, prima gridava al separatismo, poi alla secessione e dopo lo sbarco degli alleati, entrò a far parte della Dc per promuovere l’Autonomia…

Comprese per primo quanto fosse importante la sanità e sfrutto difatti a pieno quel suo ruolo di medico, prima quale Presidente della cassa Mutua (amministrava pensioni e invalidità) ed anche quale Direttore d’ospedale, per favorire e raccomandare così quei familiari e conoscenti, degli “amici degli amici”…    

Egli incarnava da solo il potere, sì quel potere costituito da Sanità, politica e mafia…
Certo, nessuno si sarebbe mai aspettato, quantomeno egli, che proprio un suo uomo, Luciano Liggio, tentò di prenderne il posto… ecco quindi che venne decretato da egli l’omicidio di quell’infame…
Le cose però andarono diversamente e l’agguato non riuscì; anzi contrariamente avverrà l’opposto alcuni anni dopo, nel 1958, quando egli fu trivellato dai colpi di mitragliatrice proprio da quei “picciotti”… gli stessi che successivamente, daranno una svolta epocale a quella mafia, con una escalation che condizionerà per quarant’anni la nostra isola…

Si c’era una volta la Sicilia, quella terra dei gattopardi, sostituita… con quei burocrati della Dc. 

Loro con quel 60% comandavano tutto, in particolare quel servizio sanitario e quella loro gestione degli appalti: dalle infrastrutture alla logistica, dalle forniture alle manutenzioni, dalla gestione del personale medico e ausiliare, per giungere ai rapporti dei consulenti esterni…
Le lezioni del maestro Navarra erano servite… in particolare colui che intuì per primo quanto stava per accadere fu il geometra dell’Anas, Pino Lipari, un uomo dai modi signorili, eleganti, frequentava i circoli della Palermo che contava, guidava auto d’epoca di lusso e trascorreva le ore di spensieratezze con gli amici, nella sua esclusiva barca a vela… 
Era lui a spostare i capitali di quelle nuove “famiglie” , dagli appalti stradali e dai cantieri edili, a quelle cinque appena costituite “Unità Sanitarie Locali”… suddivise tra i capi di quella corrente democristiana che di fatto, appartenevano a cosa nostra: Vito Ciancimino, Salvo Lima, Rosario Nicoletti, Giovanni Gioia e Franz Gorgone.
Se da un lato c’è lo Stato con queste strutture, dall’altro c’era la mafia, con i suoi familiari prestanome, gli stessi che aprivano nuove società per fornire quanto necessitava in quelle strutture: dai macchinari alle semplici forniture mediche d’uso quotidiano, quali bisturi, siringhe, lastre, ecc… per giungere a costituire quei laboratori convenzionati, necessari a compiere qualsivoglia genere d’analisi…      
Ci si accorge però che le “USL” non realizzano quei profitti desiderati ed allora, quei “collusi” dirigenti, con la giustificazione che il servizio sanitario pubblico, non copre l’esigenze di tutti i siciliani, danno vita alle strutture private, in particolare a tutte quelle che hanno necessità di cure costose…
Ecco venire alla luce reparti di oncologia, per quelle terapie innovative contro i tumori o nuove residenze assistenziali per anziani ed anche per malati terminali, per finire quindi con quelle strutture camuffate da strutture termali, ma vere e proprie lussuose beauty farm, per amici politici, dirigenti, e mafiosi vari… 
Attraverso questo illecito sistema, ci si è arricchiti in maniera sproporzionata, grazie al numero di prestazioni compiute, che venivano di volta in volta gonfiate, il tutto a scapito ovviamente, della collettività!!!
D’altronde con quel giro di denaro e tutti che ci mangiavano… nessuno contestava, come nessuno oggi si lamenta; dopotutto la sanità nella nostra isola fa girare circa 8 miliardi di euro l’anno, di cui tre servono a pagare i 60.000 dipendenti e a questi vanno aggiunti tutti i disagi ed i servizi scadenti offerti, che costringono molti di noi siciliani, a recarsi al centro/nord per farsi curare… con ovviamente ulteriori costi persi!!!
Se riprendiamo a parlare nuovamente di laboratori diagnostici, nella sola isola si contano più di quelli che si hanno a livello nazionale…. ben 1.800!!! 
Non parliamo di case di cura accreditate, ogni anno ne nascono di nuove… e molte di queste usano quella loro influenza per portare avanti in politica, i propri familiari… ma questa è un’altra storia!!!
Si comprende quindi da se, quale notevole interesse e influenza, hanno avuto sui cittadini queste strutture sanitarie; in particolare mi riferisco proprio a coloro che dal loro interno, hanno potuto beneficiare di quella propria posizione, dispensando assunzioni, incarichi ed anche posti letto…
Favori che successivamente, sono stati ricambiati da molti di quei cittadini… visti esclusivamente quali elettori, da cui poter attingere quel voto!!! 
Ah… dimenticavo, anche i nostri precedenti Presidenti della regione siciliana erano medici: il primo, Salvatore Cuffaro detto Totò, laureato con 110 e lode in medicina e chirurgia, il secondo ( ma solo in quanto successore…) Raffaele Lombardo, laureato anch’egli in medicina e chirurgia e specializzato in psichiatria forense…
Sarà certamente un caso… ma come si dice… “se un indizio non fa una prova, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi sono una prova!!!”.

La mafia è ancora forte… purtroppo!!!

A dirlo non sono io… ma il Presidente della corte d’appello di Palermo facente funzioni, Matteo Frasca, nella relazione di inaugurazione dell’Anno Giudiziario…
Già… pur volendo considerare le notevoli azioni contrasto effettuate dal punto di vista logistico/finanziario e le numerose inchieste che hanno condotto ad arresti e condanne, secondo quella relazione “Cosa nostra sul territorio rimane diffusa e pervasiva ed è stata tuttora in grado, quando ne ha ritenuto la necessità, di portare a compimento azioni violente ed efferate per affermare la propria supremazia ed alimentare il flusso di proventi illeciti“.
Bisogna d’altronde aggiungere, come il lavoro svolto dalla magistratura, abbia subito in questi ultimi tempi forti rallentamenti a causa dei vigorosi attacchi subiti, sia per le pressioni politiche ricevute che per quelle legislative, che ne hanno di fatto condizionato l’efficienza e l’efficacia, 
Ora da qualche mese sembra esserci stato un cambio di rotta, con nuove iniziative in materia di giustizia, ma soprattutto, con la sostituzione di alcuni uomini e donne di quell’apparato…
Nel contempo, l’organizzazione mafiosa ha beneficiato di quel contrasto a livello istituzionale e di quella debolezza dimostrata dallo Stato, influenzando negativamente i cittadini (in particolare le vittime di quei soprusi), affinché si convincessero di quanto erroneo fosse quella azione di denuncia o comunque di collaborazione con le forze dell’ordine… 
Ecco quindi il motivo per cui ancora oggi, la maggior parte delle attività commerciali o delle imprese, restano sottomesse all’imposizione del pizzo o al pagamento di una quota sugli utili d’impresa…
Ancor peggio, molte di esse, garantiscono con le loro società a “cosa nostra”, d’infiltrarsi in ogni settore dell’attività economica e finanziaria, espandendo le proprie attività criminali non solo in Italia ma anche all’estero, reinvestimento così… una parte di quei proventi illeciti.
Certamente le azioni fin qui condotte, affiancate alle misure di prevenzione attraverso i provvedimenti di sequestro e confische,  hanno da un lato condotto al ripristino della legalità e di quel libero mercato concorrenziale… ma di contro, ha evidenziato delle grosse lacune nella sua gestione, attraverso amministratori giudiziari collusi e magistrati purtroppo compiacenti…
Certamente se i procedimenti penali finiti nelle aule di giustizia, sono ancora in aumento, si comprende come ancora tanto va compiuto, soprattutto per quanto riguarda alcuni reati, tra cui quelli ambientali, in materia di violazioni edilizie e urbanistiche e soprattutto quelli legati all’abusivismo…
A quanto sopra, vanno ovviamente sommate tutte quelle corruzioni e collusioni quotidiane, connesse in particolare alla gestione della cosa pubblica, dove si evidenzia un desolante quadro d’illegalità diffusa “tanto nelle modalità di esercizio di pubbliche funzioni che nell’impiego delle risorse ad essa assegnate, quanto nei rapporti dei singoli cittadini con la pubblica amministrazione e nella fruizione, spesso indebita e fraudolenta, di prestazioni economiche e servizi da parte di pubbliche strutture”…
Per cui, pur sapendo che la lotta alla mafia è ancora lunga, non bisogna mai abbassare la guardia e ciascuno di noi tutti, deve cercare di fare il proprio dovere, affinché non si torni a ripetere, quanto soltanto pochi anni fa, uno studente su due a Palermo esprimeva e cioè, che “la mafia è più forte dello Stato”!!!

La corruzione è sistemica!!!


Ditemi ciò che volete… ma a me sembra che ovunque rivolga la mia attenzione, scopro un sistema marcio con una presenza sistemica alla corruzione…

Ciò che maggiormente preoccupa è sapere di come ormai quest’ultima, sia interconnessa con la nostra società civile e faccia parte integrante dei nostri costumi…
Certamente a contribuire a questa diffusione, vi sono alcuni fattori fondamentali, quali ad esempio, la convinzione che le nostre normative, in particolari quelli legate ai procedimenti penali, sono di per se inadeguate ed i reati contestati, prescrivono condanne che fanno soltanto ridere ( sempre che, si giunga a definirle…)!!!
Inoltre, vi è da parte di molti soggetti, una vera e propria disponibilità a mettersi all’interno di quei procedimenti illegali, affinché possano compiersi…
Sono come quei “personaggi in cerca d’autore”, si legano a quella cosiddetta “associazione” organizzata, in quanto li mette in stretta correlazione con quelle alte professionalità, necessarie in questa fase per far giungere alla definizione quei procedimenti corruttivi, ma un giorno per poter agevolare i propri scopi…

E’ una cerchia composta da vari soggetti, che operano ognuno di essi, nel proprio campo professionale: imprenditori, politici, assessori, dirigenti delle PA, ingegneri, architetti, geologi, avvocati, notai, geometri, agronomi, commercialisti, periti, amministratori, mediatori, assicuratori, consulenti, ma anche editori e giornalisti, ed ovviamente… non potevano mancare da questa lunga lista i cosiddetti “mafiosi”!!!

Ognuno di essi è nei fatti, complice e connivente di questo sistema ben articolato, nel quale vengono suddivisi, in maniera equa, quei vari incarichi…
Sono legati tra loro in affari ed al rispetto di quei principi d’obbedienza e omertà…

Potremmo paragonarli -nel loro piccolo- ad una loggia massonica, come quella realizzata a suo tempo da Licio Gelli…
Lì ovviamente lo spessore dei numeri e dei personaggi erano ben altro, qui sono – per la maggior parte – soggetti mediocri, sotto ogni punto di vista, sono come in quel cartellone… s’accontentano d’elemosinare a nero, qualche qualche migliaio di euro, per potersi così “pavoneggiare” su un auto lussuosa o per farsi apprezzare maggiormente dal proprio partner, omaggiandola con qualche costoso gioiello (o chissà… forse per pagarsi qualche escort ogni tanto…). 

Ovviamente, a pagarne le conseguenze di quanto realizzato da questo comitato “d’affari”, saranno come sempre i cittadini, che si ritroveranno a subire per quei danni perpetrati, maggiori oneri e soprattutto sprechi sulle risorse destinate per le opere e i servizi pubblici…

E’ evidente che il danno prodotto da quei corrotti e schifosi individui, non è rappresentato soltanto da quei danni volti a depredare i beni comuni e neppure aggiungerei dal tradimento di quel mandato loro assegnato…
Ciò che mi preoccupa maggiormente è l’idea collettiva che si è insinuata in molti e cioè, che tutto e tutti, possono essere oggetto di quella compravendita!!!

Il danno prodotto dalla corruzione quindi, non investe solo il campo economico e finanziario, ma determina una differenza sostanziale fra ricchi e poveri e trasforma le persone perbene, in qualcosa di cui si potrà sempre disporre… basta avere soldi, e poi per ognuno di essi… ci sarà un prezzo!!!
Ecco quindi che si è diventati senza volerlo… ricattabili!!!
Chi per un posto di lavoro, chi per espletare più consulenze, chi per ottenere un prestigioso incarico, chi per incrementare le proprie votazioni politiche, chi per ricevere bustarelle e chi soltanto per essere inserito all’interno di quel sistema e godere di conseguenza, di quelle relazioni personali…
Quanto sopra ovviamente, permetterà a quel mondo “criminale e mafioso” di trovare terreno fertile per coltivare le proprie iniziative illegali, facendo in modo da indebolire e delegittimare questo nostro sistema democratico, alimentando e inquinando quella continua sfiducia nelle istituzioni ed in particolare nei suoi uomini e donne!!!
E’ tempo di recuperare la dignità… 
Mi rivolgo a quanti possono ancora definirsi onesti (o quantomeno dimostrino ora di volersi pentire da quanto finora compiuto…), a quanti desiderano riconquistare quella legittima speranza di intravvedere alla fine… un mondo equo e giusto, ma sopra ogni cosa, che mostrino di non aver paura a contrastare e distruggere quel mondo corruttivo vile e infame, che tenta ogni giorno, di soggiogarci con i suoi preziosi doni…
Più duro ad accettare del riconoscimento della propria mediocrità è solo quello della propria bassezza d’animo: il primo ci suggerisce una certa pietà, l’altro ci forza al disprezzo di noi stessi!!!

Morire… per l'altrui negligenza!!!

C’è un programma televisivo intitolato “mille modi per morire”… 
Qui da noi in Italia… è certo…  ne abbiamo qualcuno in più!!!
Già,  uno pensa di trascorrere un momento di spensieratezza  con la propria famiglia, percorre le nostre autostrade (sia a nord che a sud non ha importanza…), ed ecco che un viadotto ti crolla addosso!!!
Non è un incidente automobilistico (quello ahimè può capitare…), bensì una vera e propria infrastruttura che ti cade addosso, sì… in un secondo e senza che si possa fare nulla per evitarla…
Dopotutto cosa vorresti fare, a chi dare la colpa… alla fatalità… ???
No… nulla di questo, la colpa è dell’incuria umana, di quella manifestata negligenza e impreparazione… o come stiamo ormai assistendo continuamente… a quella voce chiamata collusione!!!
Un viadotto che prima di crollare, ha dato segni di criticità… ma come sempre da noi, invece di provvedere a mettere in sicurezza quanto scoperto, provvedendo a chiudere immediatamente quel passaggio e bloccandone di fatto l’attraversamento… ecco, come sempre… si discute, già si discute sulle competenze!!!
Sulle “incompetenze” direi… di tutti quei soggetti, che pur di non prendersi la benché responsabilità… preferiscono non far nulla !!!
Difatti… a chi appartiene quel tratto stradale…??? 
Alla Provincia o all’ANAS e mentre si discute sul da farsi… il viadotto crolla e persone innocenti muoiono!!!
Come si può pensare ancora di andare avanti così… in un paese dove, le scuole crollano alla prima scossa di terremoto, i viadotti cedono appena inaugurati, crinali di colline che scivolano su paesi interi…
Continue frane, allagamenti, alluvioni, che rappresentano solo una parte di quei disastri idrogeologici che anno per anno, distruggono la nostra penisola, isole comprese, causando migliaia di vittime e tutta una serie di danni a cose e animali…
Non parliamo poi di prevenzione o di quelle tecnologie di monitoraggio che casualmente… non trovano mai utilizzo, o meglio, i problemi vengono quasi sempre individuati… immediatamente dopo gli incidenti…
E dire che vi è un numeroso gruppo di soggetti che dovrebbe fare in modo che queste cose non abbiano ad accadere… 
A cominciare da quanti si occupano di progettazione, per proseguire con chi dovrà eseguire quelle opere e con quanti vengono demandati ai controlli…
C’è poi il monitoraggio, le verifiche, le varie manutenzioni e assistenze direttamente sui luoghi e cosa dire di tutte quelle procedure telematiche, necessarie per la raccolta, lo studio e l’interpretazione dei dati raccolti, affinché si possa rilevare eventuali anomalie sul territorio o su quelle opere realizzate, attivando per tempo quelle necessarie prevenzioni, che permettano d’attuare quelle procedure di salvaguardia e/o evacuazione sul territorio.
Di quante altre vittime ha bisogno questo paese, per far comprendere a tutti, che è giunto ormai il momento d’allontanare da se… quella collusa e spregevole mentalità???

Morire… per l'altrui negligenza!!!

C’è un programma televisivo intitolato “mille modi per morire”… 
Qui da noi in Italia… è certo…  ne abbiamo qualcuno in più!!!
Già,  uno pensa di trascorrere un momento di spensieratezza  con la propria famiglia, percorre le nostre autostrade (sia a nord che a sud non ha importanza…), ed ecco che un viadotto ti crolla addosso!!!
Non è un incidente automobilistico (quello ahimè può capitare…), bensì una vera e propria infrastruttura che ti cade addosso, sì… in un secondo e senza che si possa fare nulla per evitarla…
Dopotutto cosa vorresti fare, a chi dare la colpa… alla fatalità… ???
No… nulla di questo, la colpa è dell’incuria umana, di quella manifestata negligenza e impreparazione… o come stiamo ormai assistendo continuamente… a quella voce chiamata collusione!!!
Un viadotto che prima di crollare, ha dato segni di criticità… ma come sempre da noi, invece di provvedere a mettere in sicurezza quanto scoperto, provvedendo a chiudere immediatamente quel passaggio e bloccandone di fatto l’attraversamento… ecco, come sempre… si discute, già si discute sulle competenze!!!
Sulle “incompetenze” direi… di tutti quei soggetti, che pur di non prendersi la benché responsabilità… preferiscono non far nulla !!!
Difatti… a chi appartiene quel tratto stradale…??? 
Alla Provincia o all’ANAS e mentre si discute sul da farsi… il viadotto crolla e persone innocenti muoiono!!!
Come si può pensare ancora di andare avanti così… in un paese dove, le scuole crollano alla prima scossa di terremoto, i viadotti cedono appena inaugurati, crinali di colline che scivolano su paesi interi…
Continue frane, allagamenti, alluvioni, che rappresentano solo una parte di quei disastri idrogeologici che anno per anno, distruggono la nostra penisola, isole comprese, causando migliaia di vittime e tutta una serie di danni a cose e animali…
Non parliamo poi di prevenzione o di quelle tecnologie di monitoraggio che casualmente… non trovano mai utilizzo, o meglio, i problemi vengono quasi sempre individuati… immediatamente dopo gli incidenti…
E dire che vi è un numeroso gruppo di soggetti che dovrebbe fare in modo che queste cose non abbiano ad accadere… 
A cominciare da quanti si occupano di progettazione, per proseguire con chi dovrà eseguire quelle opere e con quanti vengono demandati ai controlli…
C’è poi il monitoraggio, le verifiche, le varie manutenzioni e assistenze direttamente sui luoghi e cosa dire di tutte quelle procedure telematiche, necessarie per la raccolta, lo studio e l’interpretazione dei dati raccolti, affinché si possa rilevare eventuali anomalie sul territorio o su quelle opere realizzate, attivando per tempo quelle necessarie prevenzioni, che permettano d’attuare quelle procedure di salvaguardia e/o evacuazione sul territorio.
Di quante altre vittime ha bisogno questo paese, per far comprendere a tutti, che è giunto ormai il momento d’allontanare da se… quella collusa e spregevole mentalità???

Ma perché correre rischi… quando si può stare piegati a 90°!!!

Ma che sarà, che cosa t’offrirà 
quest’altra storia, quest’altra novità 
l’unico rischio è che sia tutto finto 
e che sia tutta pubblicità!… 

Ma che ne sai, se non ci provi mai 
che rischi corri, se non vuoi volare… 
coi piedi a terra, legato alla ragione 
ti passa presto, la voglia di sognare! 

Ma è quello che,  vogliono da te 
già appena nati, ci hanno abituati 
a non pensare, ma a darcene l’illusione 
e sempre con la scusa della ragione!… 

E anche se fosse,  solo finzione 
solo il pretesto per fare una canzone…
vale la pena almeno di tentare 
se è un’occasione per poter volare 
allora non la sprecare, prova a volare!!!

Attenzione-attenzione! 
Comunicato ufficiale! 
Parla l’organo del partito, non lasciatevi suggestionare! 
Quella voce che vi invita a volare 
è di un maniaco sabotatore!… 
Spegnete la radio adesso 
giradischi e registratori, presto!… presto!… 

Ma la radio va e non si fermerà 
ti prenderà per mano ti insegnerà a volare 
visti dall’alto i draghi del potere 
ti accorgi che son draghi di cartone!… 

E anche se fosse solo finzione… 

Attenzione-attenzione! A tutte le persone serie! 
consapevoli, equilibrate, non lasciatevi suggestionare! 
abbiamo ben altri progetti per voi 
uomini del 2000, saggi e civili 
perciò prestate attenzione 
solo alla voce della ragione!… 

Ma la radio va e non si fermerà ti prenderà per mano, 
ti insegnerà a volare, 
visti dall’alto i draghi del potere ti accorgi che son draghi di cartone!… 

Ma non lo vedi, sono di cartone 
se resti a terra che vuoi capire 
con la scusa di schiarirtele 
ti confonderanno sempre più le idee 
ti manderanno allo sbaraglio in questa 
farsa, nel ruolo di comparsa!… 

Ma basta che voli in alto 
ma basta che ti alzi un poco 
e forse scopri che quello che ti faceva 
paura era soltanto un gioco! 
e adesso, hai l’occasione per poter 
volare, allora, non la sprecare, prova a volare!…

Prova ma che ne sai 
se non ci provi mai non puoi 
sapere se vale o no la pena 
di tentare, è un’occasione 
per volare, per volare!… 

Adesso basta! Fatelo stare zitto! 
Abbiamo troppo sopportato! 
Abbiamo troppo tollerato! 
E’ un provocatore! Fatelo tacere! 
….Fatelo tacere!….

Ho l'impressione che, qualsivoglia scelta venga fatta alle prossime elezioni, a vincere… sarà sempre la mafia!!!

C’era una volta la mafia… quella della lupara, degli omicidi, quella della lotta alle istituzioni e ai suoi uomini…

Sì… c’era una volta, ma da alcuni anni non c’è più!!!
Quei metodi coercitivi, ormai, si sono trasformati in un salto di qualità…
Si punta a governare grazie al potere finanziario, si soffoca quel po di economia che ancora c’è, con quei tentacoli, ci si appoggia ai propri amici -funzionari di quegli apparati pubblici- per moltiplicare i propri affari…
Ormai è certo… si comprano i voti per girarli ai propri amici politici, i quali garantiscono successivamente, l’aggiudicazione degli appalti ed un giro di tangenti…
Hanno comprato tutti e con quelle bustarelle, si sono infiltrare ovunque e gestiscono di fatto questa società civile…
Ormai è certo… non c’è più bisogno di sparare, i soldi fanno meno rumore ed aprono tutte le porte!!! 
Abbiamo visto in questi giorni dalle intercettazioni della DIA come proprio qui da noi, nella nostra Provincia di Catania, taluni soggetti sorpresi a contare mazzette; alcuni miei amici, mi hanno confermato che alcuni giorni prima, avevano visto quel Sindaco, ad un convegno politica proprio qui a Catania, sarà stato certamente un caso, ma comunque era lì…   
Allo stesso tempo, credo che la penetrazione di quell’associazione criminale, sia giunta ad un buon livello di ramificazione… grazie ai suoi uomini affiliati (ufficialmente e ufficiosamente) e a quanti, in questi anni si sono fatti corrompere ed ora, non possono più tornare indietro, perché ormai ricattabili!!! 
Il potere genere economia e con quella si comprano i voti, si promettono posti di lavoro, si realizzano favori personali, s’investono capitali in quelle società legate a quel “sistema”, perché in fondo, la corruzione è divenuto un fattore strategico, fondamentale per l’espansione mafiosa…
Dopotutto con le tangenti… non si rischia giuridicamente nulla, le condanne – quando avvengono – sono leggerissime, direi inconsistenti…
Da qualche parte ho letto su un mensile che: su quasi 60 mila detenuti in Italia, solo circa 500 erano state arrestate per corruzione e di queste, soltanto la metà sta scontando sentenze definitive, tutti gli altri hanno speranze concrete di evitare il verdetto grazie alle ben note prescrizioni…
Non è un caso infatti che nelle ultime indagini, i boss siano sempre più spesso in compagnia di dirigenti, impiegati delle PA, politici, imprenditori, tutti accusati d’essersi fatti corrompere con interessanti mazzette, confidando eventuali indagini nei loro riguardi e favorendo con quelle loro azioni, coloro che sono coinvolti…
La catena della collusione è stata realizzata e nessuno (una volta che si è fatto parte di quel libro paga…) può pensare di uscirne!!!
Trent’anni fa la divisione era netta e distinta: da un lato c’era la politica (e quei suoi uomini corrotti di partito), da un’altra gli imprenditori (affiliati e/o sottomessi) e da un’altra ancora più distante i boss, che decidevano chi far salire e quali appalti spartire…
Oggi il sistema è cambiato… siedono tutti intorno allo stesso tavolo e sono diventati una indivisa realtà “viscida” che, proprio come sanguisuga, succhiano il sangue di tutti noi poveri cittadini…
La colpa è anche nostra, ho meglio, di tutti coloro che hanno permesso che quel fenomeno corruttivo potesse dilagare… il quale, non essendo stato contrastato in maniera seria, in ordine giuridico, giudiziario o quantomeno a livello di prevenzione, ecco che lo stesso, è stato dai tanti tollerato ed accettato…
C’è una soluzione quindi per sconfiggere questo radicale sistema politico-imprenditoriale-mafioso corruttivo e clientelare???
Sì c’è… e non ci crederete, ma passa proprio da quel voto e dalle scelte che giornalmente andate facendo!!!
Si tratta di guardare le cose per come sono… senza condizionamenti o atteggiamenti “servili” ai quali da troppo tempo (inutilmente aggiungerei…) si ci è inchinati…
Bisogna in modo semplice contrastare quegli atteggiamenti mafiosi richiesti e allontanare da se, quelle offerte corruttive che favoriscono la criminalità e che non lasciano nulla, alla speranza dei nostri figli…
Sarà un piccolo passo per recuperare per lo meno, quella dignità finora perduta… sapendo che d’ora in poi, mettendo in pratica nuovi gesti comportamentali, si potrà iniziare a far parte di poche persone perbene, ma certamente, non ci si riterrà… CORROTTI!!!
Una volta che rinunci all’integrità’ morale, il resto e’ facile… 

In ricordo del giudice Cesare Terranova…

Oggi, 25 settembre, voglio ricordare il giudice Cesare Terranova ed il maresciallo (suo collaboratore), Lenin Mancuso, uccisi dalla mafia 37 anni fa, precisamente il 25 settembre del 1979.

Sono gli anni dell’avvento dei “corleonesi” di Luciano Liggio, un periodo che inizia alla fine degli anni 50′ per concludersi con l’arresto nel 93′ del capo dei capi, Totò Riina…  
Il giudice Cesare Terranova si dedico in quegli anni a tutta una serie d’indagini di omicidi per mafia tra cui il sindaco Salvo Lima…
Le sue indagini portarono al processo dell’allora capo dei corleonesi, ma il processo si concluse con un nulla di fatto, in quanto nel 1968, gli imputati vennero assolti da parte del Tribunale di Catanzaro, per insufficienza di prove… 
A quella decisione seguì il ricorso e portò alla condanna all’ergastolo di Liggio ed alla latitanza di Riina, Provenzano e Bagarella…
Egli fu il primo ad intuire che in Sicilia vi fosse una “commissione mafiosa”, ma purtroppo molto di quel suo contrasto fu reso inutile da alcuni giudici dei tribunali, come quelli di Bari che assolsero nel 1969, quasi tutti gli imputati di mafia tra cui….Totò Riina!!!
Il giudice Terranova non aveva paura, ma soprattutto non possedeva  mezze misure ed è per questo motivi che venne ammazzato… 
Fu lasciato solo,  sia dalle forze politiche e istituzionali che nei fatti, limitarono, mezzi e forze in campo, in quella lotta…
Comprese presto quindi che non era più possibile continuare in quella maniera e decise di tornare a fare il magistrato, provando a collegare la sua attività giudiziaria con quella del Parlamento, proponendo nuove idee e metodi… 
Per quanto sopra… la mafia, decise di ucciderlo…. 

Dopo più di vent’anni (nel 2000), per quell’omicidio sono stati condannati come mandanti :Salvatore Riina, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Francesco Madonia, Pippo Calò, Nenè Geraci, Michele Greco come esecutori materiali, Leoluca Bagarella, Vincenzo Puccio, Pippo Gambino, Ciccio Madonia. 
Nel 2004, la Corte di Cassazione ha confermato gli ergastoli per Totò Riina, Michele Greco, Nenè Geraci e Francesco Madonia!!!
Oggi c’è stata in Via De Amicis, la cerimonia di commemorazione dell’omicidio dove ha partecipato anche il sindaco Leoluca Orlando e il questore Guido Longo…
Certo, rileggendo a distanza quelle carte processuali viene da chiedersi: ma se i Tribunali di Catanzaro e Bari non avessero ribaltato il lavoro del giudice Terranova… che si è potuto dimostrare negli anni seguenti essere, non solo corretto  ma soprattutto esatto, forse la storia di questa terra sarebbe andata diversamente e quel giudice avrebbe potuto trascorrere un po più del suo tempo con i propri cari!!!
Per cui, i veri assassini da condannare… non erano soltanto quelli di cui sopra, ma anche quei cosiddetti “giudici” che con quelle vergognose assoluzioni, hanno permesso che dei criminali potessero continuare ad operare in modo indisturbata e diventando essi stessi partecipi a quelle collusioni… e a quegli ASSASSINI!!!

Caccia al patrimonio dei boss mafiosi…

Per colpire la mafia e in particolare i suoi associati, bisogna aggredire i patrimoni accumulati…

Quanto sopra, è ben a conoscenza delle Direzioni Investigative Antimafia e rappresenta perfettamente, quanto il giudice Falcone aveva a suo tempo individuato, proprio in una delle principali cause della eccezionale pericolosità di “cosa nostra”; quella cioè dell’enormi ricchezze di cui l’associazione mafiosa disponeva, ma su cui viceversa, vedeva “il vero tallone di Achille a causa delle tracce che lasciano dietro di se i grandi movimenti di denaro connessi alle attività criminali più lucrose…“.
Se si vuole colpire sul serio la mafia con l’obiettivo di debellarla, bisogna aggredire la fonte del suo potere, e cioè quegli immensi patrimoni accumulati illegalmente…
Del resto, diceva l’ex magistrato Antonio Ingroia: questa è la maniera più efficace per combattere anche gli altri due morbi che avvelenano la nostra economia: la corruzione e l’evasione fiscale!!! 
“Spesso (diceva Ingroia…), va a finire che, attraverso qualche prestanome, sono gli stessi mafiosi a riprendersi, per quattro soldi, i beni che gli erano stati confiscati”…
Certamente… una cosa sono le indagini sui patrimoni mafiosi e sul loro riciclaggio… un’altra cosa è la gestione di quel provvedimento di prevenzione, che dovrebbe sottrarre definitivamente il bene al circuito economico di origine, per inserirlo in un altro, esente di condizionamenti criminali che caratterizzano il primo…
In un intervista concessa al quotidiano Giornale di Sicilia, il ministro Alfano  ha dichiarato: ” Per quello che ci riguarda, non ci distraiamo un attimo, seguendo la strada maestra: prendere i latitanti, sottrarre i patrimoni accumulati illecitamente, sostenere e dare coraggio a chi denuncia “…
Sono belle parole, quanto poi ci si riesca in quelle iniziative è tutt’altra cosa, in particolare credo che si è molto lontani nel “saper sostenere e dare coraggio a chi denuncia”.
Vorrei anzi aggiungere che quanto avviene (come direbbe un caro amico comune ingegnere d’Agrigento…) “di fatto e di diritto” è tutt’altra situazione, perché alla fine chi denuncia, da soltanto fastidio!!! 
Ritornando quindi su quanto sopra… aggredire i patrimoni mafiosi, significa per quegli “uomini d’onore”, perdere di prestigio nel loro stesso ambiente, perché li si priva di uno strumento di condizionamento fondamentale della realtà che li circonda, ancor più nella nostra regione… caratterizzata spesso da condizioni di arretratezza economica e culturale.
Ma per fare questo servono magistrati coraggiosi… e quelli che ci hanno provato sono purtroppo morti!!!
Come dimenticare Rocco Chinnici che fu tra i primi ad avvertire la necessità di aggredire i patrimoni dei boss; tra i primi a capire quanto fosse importante che i magistrati condividessero le esperienze accumulate sul campo e lavorassero in pool contro Cosa Nostra; ma soprattutto fu tra i primi a rivolgersi alle nuove generazioni con i suoi consueti incontri nelle scuole per parlare di mafia. 
Per tutte queste ragioni Rocco Chinnici fu un innovatore ma ciò gli costò la vita… 
La verità è che la legalità passa attraverso lo sviluppo di leggi efficaci!!!
A dirlo è stato – durante il convegno su “Obiettivo legalità” – il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti, che ha dichiarato: “aspettiamo con ansia le modifiche al codice antimafia, strumento indispensabile per individuare e aggredire i patrimoni mafiosi, e quelle della giustizia penale, al vaglio del parlamento. L’epoca delle riforme si è aperta, ma sarebbe auspicabile in tempi ragionevoli”… 
La corruzione percepita nel nostro paese è vasta… 
Sì, sono stati fatti progressi enormi nelle azioni di contrasto, eppure la previsione del giudice Falcone, secondo cui le mafie hanno un inizio e una fine, sembra allontanarsi all’infinito, di fronte all’evoluzione delle organizzazioni criminali che sfruttano la vulnerabilità delle istituzioni pubbliche esposte alle infiltrazioni attraverso meccanismi corruttivi-collusivi, lo sviluppo delle tecnologie informatiche, la globalizzazione dei mercati e l’asimmetria dei regolamenti dei governi dei diversi paesi
Perché lo Stato, può vincere solo, se l’azione di contrasto diventa una priorità dell’azione politica… 
È una sfida titanica, ma indispensabile: perché può esistere soltanto un’antimafia che è quella dell’impegno quotidiano… che ognuno di noi deve mettere per ricordare e trasmettere i valori della legalità!!!

21 marzo: giornata della Memoria e dell'Impegno, in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

https://it.wikipedia.org/wiki/Vittime_di_Cosa_nostra_in_Italia

Vi basta collegarvi a questo link per vedere tutti i nomi delle vittime della mafia e se li contate vedrete che sono… troppi!!!

Lo Stato avrebbe dovuto proteggerli non tutti… ma ognuno di essi, nessuno meritava di essere barbaramente ucciso per come è accaduto…

Contarli, vedere quanti sono… strazia il cuore, perché fa comprendere quanto debole o complice sia stato questo nostro paese, con quelle associazioni criminali!!!
Oggi, come ogni giorno in cui vi è un anniversario da ricordare si scende in piazza… voler essere lì  a manifestare il proprio sdegno, a sollecitare un maggiore impegno da parte delle istituzioni…
Certo è bello vedere tutta questa gente, quei giovani che scendono per le strade per fare sentire la loro presenza, contare tutte quelle associazioni di legalità che si mobilitano, da Messina a Milano… è vederli con quanto impegno hanno organizzato tutto questo…

Come in queste circostanza, le frasi espresse sono forti e incisive, soprattutto quando sono i familiari delle vittime a parlare…

Mi piace quella frase che dice “ognuno può e deve fare qualcosa”, il problema però è che quando si tratta di fare le cose o meglio di metterle in pratica… ecco quando si tratta di esporre la propria persona, qualcosa s’inceppa…
Perché la verità e che quando si tratta di mettere il proprio nome e cognome, ecco, in quel preciso momento, sono in molti a tirarsi indietro e alla fine restano sempre i soliti pochi “eroi” a combattere per tutti!!!
Basti vedere come alla fine – già da domani – questa giornata simbolica ritorna nel dimenticatoio… ed ognuno riprende a fare la propria vita come sempre… in egual maniera, aspettando sempre che siano gli altri a mettersi davanti, mentre loro dietro, senza mai intervenire o mostrare alcun impegno!!!
Leggere i nomi delle vittime serve a poco se poi l’andazzo è sempre lo stesso… quella ricercata uguaglianza e legalità che si contrappone principalmente ai propri interessi… quella giustizia che si perde quando si chiede il favore al politico di turno, quando si brama a proprio vantaggio a discapito di quanti si sa essere più meritevoli o quando, infine, dinnanzi ad una denuncia… si preferisce l’omertà…
Serve a poco sfilare o sperare che questi giovani cambieranno la storia della lotta alle mafie…
La maggior parte di essi dopotutto è figlia di quel sistema… e ha proprio come genitori quegli stessi che da sempre hanno partecipato a quei metodi collusivi/corruttivi e mafiosi che li hanno, negli anni, assistiti, sostenuti e cresciuti e che ora o a breve, faranno sì di trasmettere quel testimone tentacolare ai loro figli, insegnando loro quella sistematica metodologia che li visti chiedere e dare qualche favore ai soliti “amici degli amici”…
Dice bene l’ex Magistrato Gian Carlo Caselli: contro le mafie c’è ancora tanto da fare e i giovani che sfilano così numerosi, potranno “forse” riuscirci meglio di noi…
Sì… quel “forse” è perfetto, sottinteso… anzi aggiungerei collocato al posto giusto!!!
Perché non è passeggiando o gridando a squarciagola, che si vince contro la mafia…
Quello serve esclusivamente per fare propaganda o fare in modo di “sottrarsi” a un giorno di scuola… se non fosse per quel giusto tributo da dare a quanti hanno dato la loro vita… lo riterrei di per se un gesto inutile!!!
Perché la verità è che bisogna fare riforme serie e rigorose…
Basta con politiche inconcludenti o con leggi deboli che fanno sì che questa criminalità continui ad operare nei modi che ancora oggi vediamo…
Io non ci sto a questo modo di fare… mi sembra quasi di “elemosinare” la mafia, sperare cioè che essa si rammarichi per quanto finora compiuto e decida così… all’improvviso, di pentirsi del male commesso e corregga quelle azioni e quei modi violenti attuati, che finora le hanno permesso di resistere da oltre due secoli…
Un giorno “forse” la mafia sarà sconfitta… ma prima che si giunga a quel momento, strada da fare c’è ne… e non intendo certamente… quella che in tutti questi anni – proprio come oggi – si è deciso di percorrere!!!

Ma alla fine i giudici… pagano???

In altri periodi… mai avremmo dubitato dei giudici o che questa figura, potesse essere messa in discussione…

Al solo pensarlo… già… si faceva peccato, era un qualcosa che a priori veniva respinto… non poteva sussistere difatti una tale situazione…
Il “Giudice”, quella figura solenne, quell’arbitro tra le parti, un personaggio biblico!!! 
Il magistrato, quel soggetto a cui viene concesso il valore essenziale dell’indipendenza, quell’individuo cui viene riconosciuta l’imparzialità e la terzietà… proprio perché nelle decisioni non debba mai venire condizionato dalle parti, anzi, dovrà sempre trovarsi in quella situazione d’indifferenza ed equidistanza, rispetto agli interessi di cui esse, siano portatrici…
Quindi… non entrando nei principi che ne costituiscono il nucleo del giusto processo e soprattutto non toccando il “tema” rovente del reclutamento da parte dei componenti del Consiglio di Stato, ciò che m’interessa maggiormente evidenziare e l’aspetto emerso in questi giorni e cioè, le inchieste che hanno coinvolto alcuni nostri magistrati… 
Dover leggere sui vari quotidiani come, alcuni di essi, abbiano potuto commettere –in virtù di quella toga– possibili abusi, dimostra come, anche tra loro, ci possa essere chi abbia attuato, dei perversi meccanismi collusivi e degenerativi, ed è il principale motivo, che ci ha fatto ricredere….
La possibilità di denaro facile, i favori personali, dimostrano come quelle occasioni, fanno gola a tutti… ahimè anche ad una parte dei nostri giudici, che viceversa, dovrebbero rappresentare con le loro azioni, principi di correttezza morale ed esaltazione dei valori della giustizia…
Oggi, tutti noi, ci sentiamo indubbiamente pugnalati… e ci accorgiamo come anche la nostra giustizia, tra tante cose… non funziona!!!
Ed ancora, ciò che dimostra essere vulnerabile… è il dover assistere a come, per quei reati commessi, vengano usati, due pesi e due misure… a differenza di quanto quel simbolo della “bilancia” raffiguri…
Bensì… per quei magistrati ove si è accertato esserci state violazioni durante lo svolgimento del proprio incarichi, ecco che a quei quei soggetti, stranamente, invece di porre in essere quanto previsto dalla legislazione, si attuano procedure “ambigue” (e soltanto in quei casi eclatanti) come trasferimenti, sospensione di carriera, ma mai alcuna effettiva punizione… in particolare quando si è accertato la presenza di gravi violazioni… 
E’ dire che il denaro dovrebbe rappresentare l’ultimo dei loro problemi… perché la normativa prevede già importanti “benefici”…a cominciare dai 27 anni di servizio, che rappresenta il massimo periodo di carriera…
Inoltre, non meno importante… è che per salire di carriera non serve la meritocrazia, in quanto gli scatti sono di per se… automatici e fanno riferimento esclusivamente all’anzianità di servizio!!!  
Dunque una carriera slegata essenzialmente dall’efficienza, ma interconnessa con il tempo… cioè… se paragoniamo con un grafico la carriera, questa tende sempre in alto verso l’asse dell’ordinate (compenso economico) e giunto al 27′ anno (riportato nelle ascisse), la carriera diventa costante… regolare… il che dimostra, come, qualsivoglia incremento del proprio incarico non verrà ulteriormente premiato… e quindi anche lo stipendio resterà per sempre lo stesso… e chissà se forse non è proprio questo limite, a creare in alcuni di essi quei presupposti, quella predisposizione naturale alla “corruzione” che è quanto ormai… va ovunque emergendo???
Dopotutto a chi debbono dare conto… quali particolari esami (nel corso delle loro carriere) debbono sostenere???
Ed ancora… com’è possibile che in tutti questi anni… non ci siano mai state delle bocciature???
E’ dire che la loro retribuzione è rispetto alla media europea la più alta e certamente quanto percepito per l’incarico svolto, può essere paragonato ad un discreto dirigente… diciamo che non ci sarebbe motivo per lamentarsi, anche perché in aggiunta, ci sono ulteriori benefit, auto di servizio, autista, ecc…
E’ vero… possiamo dire che quanto ricevono, compensi l’enormi responsabilità a cui sono sottoposti… e che tale compenso possa in un periodo di grave crisi economica come questo, ritenersi più o meno giusto o meglio… non li fa di certo soffrire…
Ma poi… volete mettere il prestigio personale loro assegnato, in ogni circostanza ed in qualsiasi loro azione quotidiana…     
Quindi, dando il giusto merito… a chi merita, desidero comprendere… a cosa vanno incontro…coloro che hanno dimostrato con le loro deplorevoli azioni di non meritarli quegli elogi…
Verranno prese delle sanzioni disciplinari… o come in molti ormai pensano… verranno di fatto protetti da quella loro stessa “casta” d’appartenenza???
A quale cifra ammontano le azioni disciplinari, seguite alla confermato dell’illecito???
Siamo sicuri che il più delle volte, le denunce presentate alle procure, non sono state archiviate???
Quanti sono stati di fatto destituiti dai loro incarichi senza aver atteso le loro “inopportune” dimissioni???
Quanti di loro, hanno risarcito economicamente per aver commesso errori giudiziari…e quante volte sono state accolte le domande di risarcimento???
Quanti giorni lavorano in un mese… e quanto guadagnano in proporzione…. cioè suddividendo l’importo percepito per i giorni in cui operano???
Sono tutte domande alle quali avrei potuto tranquillamente rispondere… mi sono documentato ed edotto prima di scrivere e quanto ho scoperto mi ha finora lasciato… un po’ sconcertato!!!
Dopotutto si dice che… niente eguaglia la timidezza dell’ignoranza se non la sua temerità. Quando l’ignoranza si mette a osare, essa ha in sé una bussola… quella bussola è l’intuizione del vero, più chiara talvolta in uno spirito semplice che in uno spirito complicato!!!

Inefficienza efficiente…


In un paese qual è quello nostro, nel quale l’efficienza purtroppo non è mai sinonimo di redditività, perfezione, ma soprattutto di rendimento, tra scandali di assenteisti remunerati e presenti svogliati, ecco, in questo marasma generalizzato, tra uffici nei quali si fa poco e quel poco si cerca di farlo fare agli altri, ritroviamo all’improvviso dei soggetti che, si contrappongono a quanti vengono definiti scansafatiche…

Già…, nella pubblica amministrazione, nel bel mezzo di un deserto… come un’oasi…, ci sono dipendenti modello, che esulano dai soliti contesti generalizzati, divenendo essi stessi, sistema trasversale di una macchina operativa, nella quale “volutamente” inseriti, si dimostrano del tutto “efficienti”… 
Ovviamente non è una macchina che risponde ai bisogni collettivi e neanche tenta di risolvere i problemi della società… ma riesce a spaziare, in quell’ambito “particolare” nel quale viene richiesto il proprio contributo ed in particolare di quella improvvisa celere operatività…    
Non si tratta di individuare una inefficienza presente, ma bensì d’individuare procedure non conformi che attraverso modalità proprie e del tutto arbitrarie, danno luogo ad improvvise efficienze, stabilendo nuovi modus operanti, non lineari che in breve tempo, trasformano procedure irregolari in qualcosa di preciso e per di più chiaro e coerente…
Ed allora ecco che si può divenire, grazie proprio a questi “particolari” soggetti, limpidi o torbidi a seconda delle circostanze…
E’ come quando eravamo a scuola, precisamente alle elementari…
Vi ricordate…, quando la maestra alla lavagna tracciava quella linea di demarcazione e scriveva da un lato i buoni e dall’altro i cattivi… ecco almeno in quell’oscuro sfondo, risaltava bene… in bianco… la posizione di ognuno di noi, veniva sin d’allora definita la collocazione che poi da grandi avremmo avuto…
Ecco, almeno lì… sapevo dove stavo, quasi sempre nel lato dei cosiddetti “cattivi”… già non perché io fossi realmente così… ma chissà, sarà stato per quel mio modo d’essere, nel non voler rispettare quelle regole prestabilite, molte volte errate, per non voler sottostare a strane direttive che cozzavano con le mie idee, il che ovviamente conduceva ad antipatie, oppure a evidenti scontri con le maestre… 
Allora come oggi…, già da piccoli s’intravvede dove ognuno vuole stare, cosa voleva divenire, quanto era disposto a sopportare e soprattutto quanto è deciso nel non farsi soccombere dalle ingiustizie o dalle prevaricazioni…
Purtroppo oggi in molti, hanno deciso di non schierarsi… restano lì appesi a quella linea di demarcazione, ne buoni ne cattivi, già lì… come burattini, appesi a qual filo bianco… rappresentando così perfettamente quel proprio essere, vere e proprie banderuole che sventolano a seconda delle circostanze, da una parte all’altra…, girando a seconda del vento o delle situazioni, una volta di qua ed una volta di là…
Non vi sono parametri di giudizio o di strategia, non ne hanno, per loro, l’unico obbiettivo è rappresentato nel voler ricercare il risultato più rapido,  se pur questo, possa poi risultare…,alla luce dei fatti, inferiore o negativo alle stesse aspettative, in quanto non si è voluti seguire la logica della migliore efficienza e dell’alta redditività, ma si è puntato principalmente a raggiungere quel minimo beneficio indispensabile…
Vero… il risultato a volte è stato raggiunto…, sì, con poche e semplici alchimie… adesso però la difficoltà è quello di poterlo mantenere…
Mi chiedo spesso se… il danno provocato dall’inefficienza degli efficienti… non risulti successivamente più dannoso dello stesso beneficio…

Assegnazione dei beni confiscati??? Soltanto un problema!!!

C’è lentezza nell’assegnazione dei beni confiscati è quanto dichiarato dall’ex Capo della Direzione Nazionale Antimafia, oggi Presidente del Senato, Pietro Grasso, in questi giorni in visita a Palermo…

Si è voluto ricordare l’imprenditore Libero Grassi, che il 29 agosto di 23 anni fa venne ucciso in via Vittorio Alfieri dalla mafia per per essersi pubblicamente rifiutato di pagare il pizzo…
Durante l’iniziativa il Presidente ha dichiarato aspramente che “ la lentezza nell’assegnazione dei beni confiscati è un problema ed allo stesso tempo, affidare questi beni ai Comuni senza alcun progetti di rivalutazione è un modo parziale – aggiungerei per non dire del tutto inutile – di utilizzarli”
Bisogna far fruttare al massimo i beni confiscati, sfruttando le loro potenzialità, abbiamo migliaia di giovani volontari e dobbiamo cercare di potenziare tutta questa volontà dei ragazzi di partecipare alla lotta a cosa nostra. – ha aggiunto Grasso – agevolando i progetti come fa proprio l’associazione Libera…
Il coraggio di Libero Grassi  non può essere dimenticato e resta ancora il simbolo di una lotta che non si è mai esaurita, se si considera che ancora oggi, dopo più di vent’anni, si continua ovunque a pagare il pizzo alla mafia…

Aveva detto in una diretta Tv dell’11 Aprile 1991… lo stesso Libero Grassi: io  non divido le mie scelte con i mafiosi, non sono pazzo e non mi piace pagare!!! 

Un guanto di sfida lanciato alla mafia, da un uomo che diventa così sinonimo di “cattivo esempio” per tutti i commercianti e quindi un’uomo che doveva pagare con la propria vita quel gesto coraggioso… ed è per quella frase, per quella sua lotta vera, per quei sani principi di legalità e libertà, che ha dovuto pagare con la propria vita…
Oggi sono in tanti a commemorare la sua morte… in particolare coloro che avrebbero dovuto fare in modo che quanto avvenuto, non avrebbe dovuto compiersi…
Ma questa è la nostra Italia, si discute molto… ma si fa sempre poco, anzi, in verità non si fa proprio nulla!!!
Perché in fondo è così che va… dopotutto tutto il sistema è colluso ed è per questo che non si riesce mai a modificare nulla… e non serve arrestare e condannare… le nostre carceri sono strapiene di detenuti – senza voler aggiungere delle condizioni intollerabili e di mancanza di dignità in particolare per quanti oggi che debbono scontare pene lievi per reati che nulla centrino con gravi situazioni criminali, legate ad avvenimenti per appartenenza ad associazioni mafiose… –  che alla fine, vengono tranquillamente sostituiti con altri… ed il sistema continua in maniera equivalente!!!
Non è più quel seme che doveva germogliare… questo col tempo è diventato un’arbusto i cui rami hanno diversificato verso nuove diramazioni, inglobando al loro interno soggetti “al di sopra di ogni sospetto“, che pur facendo parte di quelle categorie cosiddette “garanti di legalità”, non denunciano, anzi, partecipano con i loro uomini “attivamente” affinché quella collaudata macchina del malaffare, possa proseguire senza alcun ostacolo… 
Del resto, come diceva Libero Grassi, l’insegnamento è quello di fare ognuno di noi, la propria parte, da cittadini liberi, affermando sempre la legalità e difendendo con forza i propri diritti e certamente anche il proprio dovere!!!.   

A.N.C.E.: Sicilia, i debiti delle PA con le imprese

Sono anni che vado riportando in questo mio Blog, delle problematiche cui l’indotto delle Infrastrutture e delle Costruzioni  nella nostra regione, a seguito di procedure errate è ahimè giunto…
Livelli ormai inquietanti sono stati toccati, evidenziati in particolare da tutta una serie di fattori che, sicuramente non sono soltanto da ricercare nei mancati pagamenti delle PA, ma bisogna tentare d’investigare su quant’altro si possa celare dietro la gestione delle imprese di costruzioni, tale da aver influito a determinare questa situazione drammatica.
Abbiamo in questi anni assistito a cosa può succedere a quelle imprese che non vengono pagate ed a causa di ciò… falliscono, ma la cosa assurda è che falliscono proprio per colpa dello Stato.
Ma non solo loro, perché in questo dissesto, crolla tutto un sistema, infatti: 
Molti dei dipendenti vengono licenziati e quelli restanti vengono posti in C.I.G.
I loro fornitori subiscono eguale sorta, mentre i clienti di altre commesse pubbliche/private, si ritrovano a dover subire indirettamente questa nuova problematica aziendale, pur avendo essi, ottemperato a tutti i pagamenti dovuti ed ora, malgrado ciò, debbono gestire un problema che non li riguarda ma che sta creando ritardi che sui lavori in corso e sul loro possibile proseguo;
Le imprese sub-appaltatrici, che nella stra-maggioranza delle volte sono quelle che realmente hanno portano a compimento i lavori, alla fine pagano totalmente – essendo i più deboli – il prezzo di questo dissesto finanziario; 
Le banche, impegnate a comprare titoli di Stato sul mercato internazionale, non concedono più crediti alle aziende ed i debiti e gli interessi finanziari verso Istituti e/o Banche aumentano, con il risultato di una crisi di liquidità, che non deriva soltanto dal fatto che non danno più soldi, ma principalmente perché questi stessi Istituti, hanno già emesso anticipazioni durante i lavori ed ora sono in attesa di ricevere indietro i  soldi “lavorati”, che però lo Stato non paga;
Le imprese sono sempre più strangolate da tasse più alte dell’area UE e da interessi che le società di riscossioni applicano, quando non si riesce più a far fronte ai pagamenti; 
Iniziano così tutte una serie di cause giuridiche, con costi legali esosi da dover sostenere e con procedimenti lunghissimi che legati ai tempi della giustizia, non trovano mai celere soluzione ;
A ciò bisogna aggiungere che proprio a causa di quanto sopra, s’instaura un effetto economico recessivo, di cui l’imprenditore non ha colpa, ma che a causa dei comportamenti della pubblica amministrazione è alla fine costretto a soccombere!
Molti ns. imprenditori stanchi di questo anomalo paese del “Gattopardo” con un sistema feudale basato sulla illegalità e da tutte quelle procedure collusive interposte ai vari livelli, ecco che decidono di lasciare il ns. Paese per altri certamente più civili, come la Slovenia, la Romania, la Svizzera, paesi nei quali il sistema “imposte” risulta più equo ed i servizi – a differenza dei nostri – funzionano alla perfezione.
La verità infatti è che il nostro Paese, in tutti questi anni ha dimostrato di essere specialista nel farsi male da solo… perché  è ormai evidente a tutti, che i suoi interlocutori, sono dei semplici burattini, attori di un teatrino politico, incapaci di far funzionare perfettamente quelle semplici regole di correttezza morale e professionale, in uso negli altri paesi europei, inettitudine perennemente evidenziata attraverso l’apertura da parte della Commissione Europea, di procedure d’infrazione contro il ns. Paese, per le violazione sulla direttiva europea nei ritardi di pagamento della PA – dimostrando così per l’ennesima volta –  in quale modo “ridicolo” l’Europa consideri noi. 
Bisogna aggiungere inoltre che diverse Regioni, non si mostrano all’altezza di pagare neanche quando lo Stato dà loro i fondi per farlo, in particolare proprio la nostra Sicilia che è risultata essere la peggiore!!! Infatti da sola, non è stata capace di usare il miliardo ad essa assegnatole per il pagamento dei debiti; la seguono in ordine Campania, Calabria, Sardegna e Molise.
Dicevo prima che, il problema dei mancati pagamenti rappresenta certamente uno dei motivi che ha condotto al fallimento del sistema impresa, ma ne esiste un altro – i cui media in questo periodo non fanno altro che darne il giusto risalto – e mi riferisco principalmente a quelle politiche di corruzione/clientelari, dove la principale regola e la distrazione illecita di denaro, per finanziare ed accomodare quanti tra, politici, imprenditori, assessori, amministratori, professionisti, tecnici e dipendenti pubblici, possano prestare il loro contributo, per far si che opere ( per lo più inutili ) possano ricevere successivamente, quelle necessarie autorizzazioni per far sì che certi progetti possano ricevere i “giusti” finanziamenti…
Progetti che alla fine, verranno realizzati dalle solite imprese “amiche”, importanti nomi di costruttori a livello nazionale ed internazionale, che utilizzando anche compartecipazioni in project finance, mutano la loro principale essenza d’impresa di costruzione, divenendo nello stesso tempo progettazione e direzione lavori. 
Controllori e controllati nello stesso progetto, con lavori che mancando di una corretta progettazione di partenza, vedono lievitare i budget dell’amministrazione ed i prezzi dell’appalto, in quanto basati su dati non reali e quindi soggetti ad incrementarsi man mano che i lavori vanno definendosi e poi purtroppo lo Stato ( che in molti dimenticano siamo noi ), per ovvie ragioni, sarà costretto a pagare più e più volte, lo stesso appalto, attraverso i soliti stratagemmi – perizie di varianti e suppletive / riserve / ecc… – che generano solitamente un aumento dei costi e mai comunque un reale beneficio qualitativo dei lavori realizzati. 
Ovviamente non dico nulla di nuovo, in fondo se il problema della corruzione in particolare nella ns. regione non fosse così reale, non ci sarebbe stato negli ultimi anni, quella naturale escalation d’interesse a cui giornalmente andiamo assistendo, da parte della Procura Nazionale Antimafia…
Per cui, fintanto che molte delle nostre imprese, non saranno in grado di modificare questo loro fuorviante percorso, condizionato principalmente dal solo interesse finanziario, ecco che allora, difficilmente potremmo vedere queste imprese sopravvivere alla concorrenza ed alle politiche di rigore, che certamente sopraggiungeranno nei prossimi anni a venire…

La nave della legalità…

E’ entrata a Palermo questa mattina la “Nave della legalità “.

Cosa dire, è in un qualche modo la rappresentazionente perfetta della lotta antimafia finora espressa è cioè sempre in ritardo!!!
Ma si… cosa sarà mai un’ora e mezza di ritardo…, si, peccato che è lo stesso ritardo con cui si è deciso di revocare la scorta al Prof. Marco Biagi…
E’ bello vedere 1.500 ragazzi  delle scuole d’Italia che commemorano insieme ai loro coetanei siciliani i Giudici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ed è importante ricordare al futuro di questo paese, che la speranza non debba mai morire…
Poi, che su questa vicenda, da un ventennio qualcuno ci marci sopra è altrettanto palese…, in particolare tutte quelle figure istituzionali che in questi anni sono saliti sopra la nave e/o che si sono fatto trovare pronti nei rispettivi moli, ma che di fatto hanno poi dimostrato, l’opposto esatto di quei valori propri della legalità, grazie proprio a quegli incarichi ricevuti… che è dimostrato, dall’elenco sempre in aumento delle persone denunciate…!!!
Che dire… Sciascia li chiamava i “professionisti della legalità…” e mi piace sottolineare quanto riportava Giorgio Bocca e cioè che forse il vero torto è rappresentato nell’esporre tesi, di muovere critiche, di fare ipotesi che stanno fuori dagli opposti schieramenti, che non collimano esattamente né con i dogmi dell’Antimafia né con le ipocrisie e le seduzioni della mafia. Seguendo Sciascia questo suo suo acuto intuito ha spesso indicato ciò che noi non sapevamo o che forse non volevamo sapere… 
A cosa serve quindi ancora parlarne… quando ovunque assistiamo a questa totale illegalità!!!
L’illegalità non è solo e soltanto quella espressa da chi delinque… e cioè da quelli che fanno da sempre parte di quel sistema, ma da tutto un sistema ancor più pericoloso, che si muove in modo velato, con la compiacenza ovviamente di quanti operano in quei settori chiave…
Un sistema dannoso che approfitta di compiacenti e collusi, per poter realizzare i loro sporchi affari. come quello della circolazione a più livelli di tangenti…
Una seconda ” entrata ” economica, elargita quest’ultima a forma d’incentivo per premiare quelle omesse responsabilità o per aver fatto sparire qualche documento compromettente…
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, nel corso proprio dell’incontro notturno sulla Nave della legalità ha dichiarato che “per combattere la corruzione bisogna individuarla e farla emergere“…. ma quando ciò avviene che succede… il nulla, il silenzio più assoluto, in particolare se le eventuali denunce riguardano personaggi pubblici e/o vengono intaccati proprio quegli uomini che lo Stato aveva scelto per rappresentarli e/o posti alla salvaguardia ed al controllo…
Si parla di combattere il grande alleato della mafia è cioè l’ignoranza… ancora oggi, si vuole fare credere che la mafia sia rappresentata dai cosiddetti pastori… , da personaggi che scendano da chissà quale montagna per governare il ns. paese…
Ma per favore, coloro che oggi regolano le fila di questa associazione, sono proprio coloro che hanno avuto posizioni primarie all’interno del governo e/o delle regioni ed è proprio grazie a queste complicità che si e permesso a certi soggetti di rimanere impuniti per più di un trentennio…
Sta proprio in questo il problema e cioè in quanto non si è fatto per combatterlo, esasperando in tal maniera la cultura della complicità che così ha potuto infiltrarsi e, grazie al potere economico ed anche con l’aiuto di qualche escort, giungere a contagiare anche quegli stessi “uomini deviati” dello Stato.
Bisogna finirla di “approfittare” della lotta alla illegalità, attraverso manifestazioni, strutture, associazioni che hanno come unico scopo quello di dare visibilità a qualche personaggio più o meno pubblico, questo volerlo mettere in mostra, che prende applausi e consensi, iscritti e firme, ma che poi rappresenta soltanto una lotta antimafia di facciata e che passati gli anniversari tragici da ricordare, viene dimenticata nell’oblio…
Una finta lotta fatta esclusivamente di belle parole, totalmente diversa da quanti oggi in prima linea continuano a lottare, senza volersi arrendere a quel ripugnante fetore meglio definito come “compromesso” e dove con quel modo d’essere e/o d’operare, vengono bistrattati e pian piano abbandonati, ridotti da questo marcio sistema all’assoluto silenzio, proprio da quanti nel contempo si ergono a baluardi della legalità!!!
diceva il Giudice G. Falcone: perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere…