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Israele e gli Houthi: Il braccio di ferro nel Mar Rosso.

Israele ha dimostrato più volte di saper colpire con precisione, come nel caso dei raid in Iran, e adesso si prepara a individuare nuovi bersagli nello Yemen ed in Libano per infliggere colpi ancora più significativi agli Houthi e agli Hezbollah.
Una fonte militare israeliana, però, non ha nascosto la complessità crescente di queste operazioni, ammettendo che gli strumenti attualmente a disposizione non sono sufficienti a fermare del tutto i lanci missilistici. Eppure, una cosa è chiara: Tel Aviv non ha intenzione di restare con le mani in mano.

Gli attacchi aerei israeliani hanno già centrato il porto di Hodeidah, un punto nevralgico per gli Houthi, colpendo direttamente bulldozer, camion e perfino un serbatoio di carburante.

Nel frattempo l’organizzazione sciita libanese avrebbe allestito una serie di hub logistici nei distretti di Batroun, Jbeil, Minieh e Akkar, tutti situati nella parte settentrionale del Paese, strutturando quell’area in maniera autonoma, non solo nei mezzi e nelle decisioni, ma soprattutto, con le armi.

L’uso crescente dei droni, lanciati direttamente dalle basi israeliane, ha permesso di ridurre i rischi per i piloti, dimostrando una strategia sempre più raffinata e mirata e nonostante la fermezza israeliana, replicare agli stessi modelli usati contro di essa, sembra al momento improbabile.

Già… la distanza geografica nel caso dello Yemen e la mancanza di una rete di intelligence altrettanto solida in quei territori, rendono difficile applicare lo stesso approccio utilizzato a Gaza o in Iran. Gli Houthi, dal canto loro, non si fermano nel cercare di sviluppare nuove capacità militari, spinti dal supporto di quest’ultimi, anche se i risultati non sempre seguono.

Difatti… ogni tentativo di ricostruire le infrastrutture portuali viene puntualmente vanificato da nuovi bombardamenti, come a ribadire un messaggio inequivocabile: ogni sforzo di riparazione verrà punito con nuovi attacchi!

Nel frattempo, gli Stati Uniti lanciano un nuovo monito: Teheran starebbe riorganizzando le milizie alleate nella regione, e gli Houthi potrebbero presto ricevere armamenti ancora più sofisticati.

In questo equilibrio instabile, però, nessuno può dire con certezza come andranno le cose. Le rotte del Mar Rosso, strategiche per il traffico marittimo mondiale, potrebbero presto trasformarsi in un teatro di conflitti imprevedibili, dove ogni mossa genera reazioni a catena.

E in questo gioco di specchi, dove le intenzioni si confondono con le azioni, l’unica certezza è che il prossimo colpo, in qualsiasi momento, potrebbe cambiare tutto.

Rimuovete immediatamente Biden da quella poltrona, prima che ci trascini in una terza guerra mondiale!

Ho l’impressione che il Presidente uscente Biden, voglia rimanere ancora in auge continuando ad alzare il livello dello scontro… con la scusa di voler rafforzare le difese dell’Ucraina!!! 

Ha difatti autorizzato l’uso di missili americani contro obiettivi all’interno della Russia, ma non solo, dal suo govero è stata annunciata la fornitura di mine antiuomo all’Ucraina, dichiarando semplicemente che quest’ultimi hanno bisogno di strumenti che servano a rallentare gli invasori: “ce le hanno chieste e penso che sia una buona idea” ed ecco quindi l’invio di nuove armi all’Ucraina per un totale di 275 milioni di dollari. 

Da quanto sopra non posso che pensare che tutta questa situazione rifletta un contesto già deciso, dove ogni decisione sembra contribuire ad intensificare le tensioni, con potenziali rischi a lungo termine… 

Ad esempio, l’aumento del supporto militare occidentale all’Ucraina, in particolare con l’invio di armi e munizioni avanzate, rappresenta di fatto un’escalation che mette sotto pressione tutte le parti coinvolte, specialmente l’impiego di armamenti come le mine antiuomo, il cui uso – come sappiamo – è fortemente condannato a livello internazionale proprio per l’impatto devastante che determina sui civili, anche a distanza di anni dal conflitto. 

Una questione, questa delle mine molto dibattuta e, come riportato in questi giorni, ha già causato un numero considerevole di vittime civili e militari…

Peraltro sia l’Onu che le organizzazioni per i diritti umani hanno espresso molta preoccupazione per l’impiego di queste armi, sottolineando come il loro uso renda difficile la ricostruzione post-bellica e minacci la sicurezza delle comunità civili anche dopo la fine delle ostilità. 

Va detto inoltre che la posizione di Biden mostra un cambio di strategia rispetto al passato, pur sapendo che sia gli Stati Uniti che la Russia non aderiscono al Trattato di Ottawa, che come riportavo sopra proibisce l’uso delle mine antiuomo.

Quindi, il recente invio di missili Atacms e Storm Shadow, qualora confermato, evidenzierebbe una partecipazione diretta nel conflitto da parte dell’Occidente, complicando così ulteriormente la possibilità di una risoluzione pacifica. 

E dire che gli alleati europei, come il Regno Unito e la Francia, si stanno muovendo con cautela, se pur la pressione sembra aumentare su tutti i fronti, con un continuo aggiornamento delle risorse militari e una posizione che non sembra puntare alla de-escalation.

Certo, per quanto difficile sia ora il dialogo tra Ucraina e Russia ritengo sia essenziale sedersi ad un tavolo per trovare una qualche forma di negoziazione, come quella avvenuta in passato (ad esempio i negoziati di Minsk), gli stessi che potrebbero servire da modello di base, anche se con nuovi e importanti adattamenti.

L’importante comunque è limitare le azioni di un Presidente anziano 82′ enne che come abbiamo visto in questi mesi non ci sta più con la testa, ma soprattutto con il rischio che ogni sua azione ora intrapresa potrebbe ahimè ritorcersi contro noi tutti!!! 

Per favore quindi, rimuovete immediatamente Biden da quella poltrona, prima che ci trascini in una terza guerra mondiale!

L'Iran attacca Israele: era già tutto previsto!!!

Lunedì 21 gennaio 2019, avevo scritto un post anticipando quanto sta in queste ore accadendo…

Il post s’intitolava “Prove tecniche per l’inizio di un nuovo conflitto” – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/01/prove-tecniche-per-linizio-di-un-nuovo.html ed ora, quanto avevo scritto si sta ahimè realizzando!!!

Ma non solo, alcuni mesi prima (precisamente il 28 novembre 2018) avevo scritto di una profezia che annunciava che la Russia e l’Iran sarebbero entrate in guerra – vedasi link: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2018/11/una-coincidenza-le-profezia-della.html

Ecco perché osservando quanto sta accadendo non mi sorprendo minimamente, in quanto tutta la storia dell’umanità è un continuo ripetersi di vicende che sembrano concludersi per poi ripartire nuovamente con grande vigore e a pagarne le conseguenze, ahimè, sono sempre le fascie più deboli…

Scriveva George Santayana: “Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”.

Già… gli uomini vanno avanti unicamente perché non hanno imparato nulla. Se l’esperienza delle generazioni precedenti facesse parte del patrimonio obbligatorio di ognuno, la Storia sarebbe cessata da un pezzo. 

La fortuna – e la sfortuna – dell’uomo è di non nascere disilluso!!!

Alì Kamenei, fossi al suo posto ci penserei due volte ad attaccare Israele!!!

Per fortuna che c’è il nuovo Presidente iraniano Masoud Pezeshkian a convincere l’ayatollah Ali Khamenei (85 anni) a rinviare l’attacco contro Israele.

Comprendo perfettamente quali motivi spingano l’attuale leader supremo a voler rispondere all’uccisione dello scorso luglio del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ma il rischio che si potrebbe correre con un nuovo attacco, è simile a quello che condotto al conflitto in corso nella “Striscia di Gaza”.

Già… aver creduto in una azione folle, in quell’attacco violento programmato dai miliziani di Hamas che -come abbiamo assistito- ha portato ai numerosi sequestri di civili; sì… hanno pensato senza aver previsto anticipatamente quali esiti avrebbe condotto quell’errata operazione militare, la stessa (ne sono fortemente convinto) che era già prevista e segnalata dall’intelligence istaeliana al governo, che infatti ha atteso che si compiesse quell’attacco, affinchè si potesse giungere al progetto previsto e cioè di liberare tutti i territori israeliani dalla presenza araba!!!

Ed ora sto ascoltando in Tv di come l’ayatollah Khamenei ,vorrebbe rispondere contro Israele con una rappresaglia , dimenticando o chissà… non tenendo conto di quanto Israele e soprattutto gli Usa, stanno progettando un conflitto contro quel Paese…

Ed ora egli vorrebbe promuovere questo “auspicato” desiderio dei suoi avversari, convinto che attraverso i suoi missili e droni, potrà dare inizio ad un conflitto anti-sionista che dovrebbe espandersi a macchia d’olio…

Beh, penso che non appena quella rappresaglia inizierà, in sei giorni – già come quanto accaduto nel 1967 – l’Iran si ritroverà con tutte le proprie strutture militari distrutte, con gli impianti nucleari colpiti in maniera decisa (se pur quest’ultimi siano stati posti in questi ultimi anni ancor più sottoterra, proprio per evitare di restare colpiti dai raid missilistici…) e tutto ciò porterà non solo ad una disfatta politico e internazionale, ma anche al rischio di una caduta del regime…

D’altronde questa personale analisi rappresenta quanto di fatto vuole tutto il Medio Oriente e cioè contenere l’egemonia iraniana; non va dimenticato come lo stesso Netanyahu, dopo l’incontro con i rappresentanti di Egitto e Giordania, aveva annunciato che la minaccia strategica iraniana costituisce il principale problema nella regione, portando, per la prima volta dalla fondazione di Israele, ad un’intesa arabo-israeliana.

Quanto sopra inoltre riflette un’altra intesa, quella tra israeliani e americani, dal momento che anche dagli Usa viene espresso come la sconfitta dell’Iran sia la sua priorità assoluta nella regione e difatti, la maggior parte dei paesi arabi ad oggi, non hanno ancora chiarito la propria posizione nel conflitto tra Iran e Israele!!!

Difatti, le possibilità degli arabi variano tra neutralità, alleanza con Israele, e coesistenza con Iran e Israele…

Ora, sebbene ciascuna di queste posizioni danneggino gli interessi dei paesi arabi, sembrerebbe però che i loro governanti non abbiano molta scelta, d’altronde il rischio sarebbe quello di rimanere coinvolti dal conflitto, senza aver la certezza di prevedere quali conseguenze negative si potrebbero ahimè determinare.

Sono quindi questi i motivi che mi spingono a suggerire all’Ayatollah Kamenei ed anche al Presidente Pezeshkian di pensarci bene, già… più e più volte, prima di attaccare Israele, sì… per non doversene pentire!!!

 

Il 21 Gennaio 2019 anticipavo una guerra tra Iran e Israele: il 13 Aprile 2024 il conflitto è ahimè iniziato!!!

E’ accaduto quanto avevo predetto…

Il post anticipato ad inizio 2019 conferma ora quanto sta accadendo in quei territori, già… siamo passati da: Prove tecniche per l’inizio di un nuovo conflitto… – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/01/prove-tecniche-per-linizio-di-un-nuovo.html all’inizio vero e proprio di un conflitto!!!

Ora tutto è nelle mani d’Israele e cioè se rispondere all’attacco dell’Iran oppure se in questa fase soprassedere…

Lo ha detto un funzionario israeliano alla Cnn spiegando che Tel Aviv debba decidere se “rompere tutti i piatti o adottare un approccio più misurato”

Certamente questa escalstion rappresenta qualcosa di grave e preannuncia venti di guerra che tutti noi preferiremo non dover assistere, ma fintanto che non si decida di costituire uno Stato Palestinese, diventa difficile qualsivoglia soluzione.
Difatti anche Papa Francesco nelal giornata di ieri durante il Regina Coeli in Piazza San Pietro e  tornato ancora una volta a chiedere la pace, già… attraverso un appello accorato ha ammesso di seguire con preoccupazione quanto sta avvenendo in queste ore nei confini più caldi del pianeta.

La paura è di arrivare sulla soglia di quella che più volte il Papa ha evocato come una “terza guerra mondiale a pezzi“, secondo un’ormai celebre sua definizione…

Tra l’altro mi fa piacere leggere come in questi giorni Papa Francesco abbia reiterato quanto il sottoscritto avesse già a suo tempo riportato e cioè che sia giunto il momento di chiedere a tutte le Nazioni del mondo che si schierano a favore della pace, di aiutare israeliani e palestinesi a vivere in due Stati, sì… fianco a fianco, certamente in sicurezza, in quanto questa rappresenta: “un loro profondo e lecito desiderio, ed è un loro diritto“. 

Già, due Stati vicini…

L'Iran abbatte un "drone" Usa e raccoglie il relitto dalle sue acque territoriali…

Il notiziario iraniano di Press TV ha comunicato che le “guardie rivoluzionarie islamiche” del corpo iraniano, hanno abbattuto un velivolo senza pilota della serie “Global Hawk” che aveva senza autorizzazione, volato al di sopra del paese persiano!!!
Sebbene l’Iran non abbia alcuna intenzione di combattere contro nessuno, lo stesso, ha dichiarato di essersi preparato ad una eventuale “guerra”. 
Naturalmente la risposta del portavoce del comando Usa, non si è fatta attendere, replicando che nessun aereo americano ha sorvolato in quel giorno lo spazio aereo iraniano…
Tuttavia, sembra che un anonimo funzionario americano abbia confermato che un drone sia stato realmente abbattuto da missili anti-aerei iraniani nello spazio aereo internazionale dello stretto di Hormuz.
Certo ora questa repubblica islamica affacciata sul Golfo Persico, si trova in possesso di uno dei droni più avanzati al mondo, un modello questo “RQ-4 Global Hawk” che – a secondo di quanto ancora integro possa essere – potrà essere studiato e clonato, utilizzando la ben nota “ingegneria inversa“, per riprodurne ove possibile, un analogo prodotto… con tutto ciò che ne potrà conseguire!!!
Per meglio comprendere di cosa si stia parlando, il drone “RQ-4 Global Hawk” rappresenta un velivolo senza pilota ed è l’aereo da ricognizione più avanzato al mondo…
Si presenta con una forma da balenottero… con un’apertura alare di 35,4 metri, maggiori di quelle di un Boeing 747, ed è considerato come una delle più alte conquiste della tecnologia umana!!!
Non parliamo del prezzo… è scandaloso in quanto con le attrezzature a bordo costa quasi 200 milioni di dollari e può volare costantemente a 650 km/h per oltre 36 ore!!!
L’incidente se così si può chiamare, rappresenta un segnale pericoloso perché aggrava un conflitto tra le parti già profondamente segnato e dove i suoi due principali interpreti, Trump e Rohani, evidenziano come non vi sia alcuna possibilità di riconciliazione tra le parti.
Gli Usa, dopo le sanzioni internazionali decretate contro l’Iran (incluso l’embargo petrolifero europeo scattato il 1° luglio 2012 che hanno fatto crollare le esportazioni petrolifere del Paese, facendo sprofondare l’economia in una recessione), a annunciato ulteriori sanzioni nei confronti di quegli Stati che intrattengono relazioni economiche e commerciali con l’Iran, tra cui vi è anche il nostro paese…
Per cui… o queste nazioni cesseranno i loro rapporti commerciali con l’Iran oppure incorreranno nella scure di Trump, perdendo di fatto ogni sostegno economico e commerciale, proveniente attraverso il mercato statunitense…
La guerra quindi –se pur non militare– è iniziata ed avrà a breve gravi conseguenze, sia economiche che finanziarie, in particolare a causa del riacutizzarsi di una crisi mondiale che sta coinvolgendo ogni giorno che passa, sempre più paesi, vedasi Cina, Russia, Corea del Nord, Venezuela, Messico ed anche l’Europa…
Ho la sensazione che dobbiamo iniziare a prepararci ad un quinquennio di nuovi sacrifici, come se quelli passati in questi anni, non ci fossero bastati!!!
Già…

Ma la nostra isola… è forse indirettamente sotto la minaccia nucleare???

Nessuno ne parla ovviamente… eppure la nostra isola rappresenta per le forze armate “USA”, uno dei capisaldi più importanti dal punto di vista militare…

Infatti, non dimentichiamoci che le basi presenti nel nostro territorio nazionale, ma soprattutto nella nostra regione, sono tra le più strategiche, sia sotto il profilo nucleare (vedasi Sigonella…) che per quanto concerne le telecomunicazioni, attraverso il ben noto “Mobile User Objective System” conosciuto nel gergo comune come “MUOS”, che rappresenta una delle quattro moderne stazioni a terra di telecomunicazioni satellitare della marina militare statunitense, composto da cinque satelliti geostazionari e da altre tre stazioni di terra, oltre quella presente bella cittadina di  Niscemi, dotata di tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e da due antenne alte 149 metri…
Per cui, in caso di una eventuale conflitto nucleare, che speriamo ovviamente non accada mai, come si porrà il nostro territorio nello scacchiere internazionale…
Il nostro paese è in grado d’affrontare questa minaccia e cosa accadrebbe per la popolazione civile…???
E’ ovvio che una eventuale guerra nucleare, condurrebbe ad un escalation di guerra totale, dove ciascuno dei contendenti e certamente dei proprio alleati, proverà a colpire con attacchi nucleari globali, tutti i territori e nel caso specifico, quelli gli stati che favoriranno le basi Usa…
E quindi l’Italia!!!
Infatti nel nostro territorio nazionale vi sono alcune basi importanti…
Ad esempio, nel Friuli Venezia Giulia troviamo vicino la cittadina di Aviano, la più grande base aerea avanzata, con un deposito d’armi ed un centro di telecomunicazioni dell’Usaf, con almeno tremila presenza tra militari e civili americani…
Nella base sono dislocate inoltre le forze operative pronte al combattimento (un gruppo di cacciabombardieri), a cui si sommano la Sedicesima Forza Aerea ed il Trentunesimo Gruppo da caccia dell’aviazione Usa, nonché uno squadrone di F-18 dei Marines. 
Si presume inoltre che la base ospiti in bunker sotterranei delle bombe nucleari…
Se rivolgiamo lo sguardo verso l’Adriatico troviamo Trieste, con la sua base navale Usa, mentre in provincia di Vicenza, vi è il Quartier generale della Nato ed il comando della Setaf della Us Army, che controlla le forze americane in Italia, Turchia e Grecia. 
Sembra che proprio in questa base, vi siano le forze da combattimento terrestri,  tra cui un battaglione aviotrasportato e tre compagnie del genio, a cui va sommato un battaglione di artiglieri con capacità nucleare. 
Quest’ultima, oltre ad essere un’importante stazione di telecomunicazioni, presenta all’incirca 2000 militari e civili americani…
Tralascio l’elenco delle strutture presenti nel nostro paese, se dovessi elencarle tutte vi impressionereste… comunque in ciascuna di quelle realtà sono presenti centri di telecomunicazioni e radar, depositi vari di bombe nucleari, missili, armamenti e munizioni, basi navali, aeree, centri per sommergibili, ecc… 
Ma ritornando nuovamente nella nostra isola, come siamo posti…
Innanzitutto c’è Sigonella!!! Rappresenta la principale base terrestre dell’Us Navy nel Mediterraneo centrale, supporto logistico della Sesta flotta con circa 3.500 tra militari e civili americani. 
Oltre ad essere unità della Us Navy, ospita diversi squadroni tattici dell’Usaf: elicotteri del tipo HC-4, caccia Tomcat F14 e A6 Intruder, gruppi di F-16 e F-111 equipaggiati con bombe nucleari del tipo B-43, da più di 100 kilotoni l’una.
Quindi, seguono le stazioni di telecomunicazione di Motta S. Anastasia, Caltagirone, Marina di Marza, Monte Lauro, Centuripe, Pantelleria e Lampedusa ed ovviamente la più importante, quella di Niscemi… 
Certo, molte di queste basi, sono coperte da segreto di Stato, per cui non ci è dato a sapere cose sia presente in quelle istallazioni…
Una cosa è certa: se qualcuno ancora pensa che una eventuale guerra nucleare, lascerà la nostra isola fuori da quel conflitto… non ha capito nulla!!!
Non ci resta che sperare comunque che, la ragione di tutti gli uomini di buon senso, prevalga sempre sulla pazzia di pochi!!!

La Libia ci attacca…!!!

Si è proprio così…ma tutti tacciono…fanno finta che non sia successo niente…
Certo capisco perfettamente che il Sig. Gheddafi in questi anni ci stia sovvenzionando economicamente…
Pochi sanno infatti che il Fondo Sovrano Libico ( Lybian Investment Authority ) è nell’azionariato delle più grosse Società Italiane, vedi gli interessi in Fiat, Eni e Finmeccanica, ma soprattutto ha acquistato le azioni dell’UniCredit ed è lanciato un fondo congiunto con Mediobanca fino a 500 milioni di dollari per investimenti in società italiane in difficoltà a causa della crisi….; il rapporto gode di un canale privilegiato grazie agli accordi di collaborazione firmati con il premier Berlusconi.
 Gli interessi nell’ex colonia italiana sono molteplici: sono stati infatti siglati 6 contratti di Exploration & Production Sharing (EPSA IV) che permettono all’Italia un’estensione fino al 2042 dei permessi per lo sfruttamento petrolifero e fino al 2047 per quelli concernenti il gas ed inoltre la grossa fetta dei lavori di costruzione in Libia è stata affidata alle nostre imprese italiane ( devo aggiungere purtroppo solo e soltanto quelle del Nord Italia… mentre le restanti del Sud sono rimaste a secco…). 
I nostri rapporti sono ovviamente migliorati da quando il Governo Berlusconi ha deciso di risolvere il contenzioso post-bellico che durava ormai da più di 50 anni…; ovviamente il nostro paese si impegnerà a versare nelle casse libiche 250 milioni di dollari l’anno per i prossimi 20 anni, per investimenti di diversa natura.
Infine, non dimentichiamoci che per controllare l’ingresso nel nostro paese dell’immigrazione irregolare è stato definito un accordo per evitare gli sbarchi clandestini da parte del paese nordafricano.
Quindi per quanto sopra esposto, vi renderete conto che una qualsivoglia mitragliata da parte di una motovedetta libica ( per di più regalata dal nostro paese…) non può che passare in secondo piano…
Oggi anche la Libia fa la sua parte, il ministro degli esteri libico annuncia di aver sospeso il comandante della motovedetta fino a quando la commissione d’indagine avrà fatto sulla spiacevole vicenda… certamente con il tempo non se ne sentirà più parlare e tutto verrà insabbiato…
Era il minimo data l’incresciosa vicenda a causa dei racconti discordanti delle due parti.
Ma c’è un altro giallo legato alle armi che si fa spazio in questa vicenda complessa; secondo i Ris di Messina, che stanno sviluppando una perizia balistica sul peschereccio, i fori di 10 millimetri di diametro sono stati sparati non da armi fisse in dotazione alla motovedetta libica, in quanto l’imbarcazione consegnata dal nostro paese, era priva di armi a bordo e quindi l’equipaggio libico avrebbe sparato con armi portatili di proprietà della Guardia costiera libica, poste su cavalletti fissi…
Comunque possiamo stare tranquilli, gli interessi sono talmente tanti e tali che, che, tra il nostro Paese e quello Libico, non ci sarà, almeno non per i prossimi 50 anni ( se non attraverso i soliti proclami di conquista, conversione e libertà… ), nessuna condizione d’instabilità e tutto continuerà a proseguire in quel modello di diplomazia che da tempo si sono prefissati…!!! 

La Libia ci attacca…!!!

Si è proprio così…ma tutti tacciono…fanno finta che non sia successo niente…
Certo capisco perfettamente che il Sig. Gheddafi in questi anni ci stia sovvenzionando economicamente…
Pochi sanno infatti che il Fondo Sovrano Libico ( Lybian Investment Authority ) è nell’azionariato delle più grosse Società Italiane, vedi gli interessi in Fiat, Eni e Finmeccanica, ma soprattutto ha acquistato le azioni dell’UniCredit ed è lanciato un fondo congiunto con Mediobanca fino a 500 milioni di dollari per investimenti in società italiane in difficoltà a causa della crisi….; il rapporto gode di un canale privilegiato grazie agli accordi di collaborazione firmati con il premier Berlusconi.
 Gli interessi nell’ex colonia italiana sono molteplici: sono stati infatti siglati 6 contratti di Exploration & Production Sharing (EPSA IV) che permettono all’Italia un’estensione fino al 2042 dei permessi per lo sfruttamento petrolifero e fino al 2047 per quelli concernenti il gas ed inoltre la grossa fetta dei lavori di costruzione in Libia è stata affidata alle nostre imprese italiane ( devo aggiungere purtroppo solo e soltanto quelle del Nord Italia… mentre le restanti del Sud sono rimaste a secco…). 
I nostri rapporti sono ovviamente migliorati da quando il Governo Berlusconi ha deciso di risolvere il contenzioso post-bellico che durava ormai da più di 50 anni…; ovviamente il nostro paese si impegnerà a versare nelle casse libiche 250 milioni di dollari l’anno per i prossimi 20 anni, per investimenti di diversa natura.
Infine, non dimentichiamoci che per controllare l’ingresso nel nostro paese dell’immigrazione irregolare è stato definito un accordo per evitare gli sbarchi clandestini da parte del paese nordafricano.
Quindi per quanto sopra esposto, vi renderete conto che una qualsivoglia mitragliata da parte di una motovedetta libica ( per di più regalata dal nostro paese…) non può che passare in secondo piano…
Oggi anche la Libia fa la sua parte, il ministro degli esteri libico annuncia di aver sospeso il comandante della motovedetta fino a quando la commissione d’indagine avrà fatto sulla spiacevole vicenda… certamente con il tempo non se ne sentirà più parlare e tutto verrà insabbiato…
Era il minimo data l’incresciosa vicenda a causa dei racconti discordanti delle due parti.
Ma c’è un altro giallo legato alle armi che si fa spazio in questa vicenda complessa; secondo i Ris di Messina, che stanno sviluppando una perizia balistica sul peschereccio, i fori di 10 millimetri di diametro sono stati sparati non da armi fisse in dotazione alla motovedetta libica, in quanto l’imbarcazione consegnata dal nostro paese, era priva di armi a bordo e quindi l’equipaggio libico avrebbe sparato con armi portatili di proprietà della Guardia costiera libica, poste su cavalletti fissi…
Comunque possiamo stare tranquilli, gli interessi sono talmente tanti e tali che, che, tra il nostro Paese e quello Libico, non ci sarà, almeno non per i prossimi 50 anni ( se non attraverso i soliti proclami di conquista, conversione e libertà… ), nessuna condizione d’instabilità e tutto continuerà a proseguire in quel modello di diplomazia che da tempo si sono prefissati…!!!