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Cosa nostra, 'ndrangheta e camorra: uno per tutti, tutti per uno!

Già… sembra che ormai, anche le organizzazioni criminali si siano date all’antica lingua latina: Unus pro omnibus, omnes pro uno: Tutti per uno, uno per tutti!

Un motto da romanzo cavalleresco, da eroi senza macchia. E invece no. Oggi è il mantra di chi eroico non ha nulla, ma di strategico ha tutto!

Perché quando cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra decidono di fare squadra, il business non è più una guerra tra clan: è un consorzio: Un sistema “lombardo“, perfettamente oliato, che tra Milano e Varese riscrive le regole del potere criminale.

E così nell’aula bunker di Opera, i nomi che leggeremo non saranno solo siciliani, calabresi o campani, ma saranno ibridi. Mandamenti del Sud che vanno a braccetto con cosche del Nord, tutti imputati per lo stesso reato: associazione mafiosa come “consorzio delle tre mafie“. 

Un anno fa, il Tribunale del Riesame e la Cassazione avevano condotto in carcere 41 indagati, ma la verità è che il processo più grande è già scritto: l’unione fa la forza e soprattutto il profitto.

Sì… una volta, al Nord, si ammazzavano per un porto, un appalto, una chilo di coca, oggi no! Hanno capito che il sangue costa, mentre i soldi stanno nelle mani giunte. E allora via alle “joint-venture“: la droga viaggia sulle stesse rotte, il riciclaggio usa gli stessi professionisti, i territori si spartiscono come azioni di una “S.p.A.”, sì… criminale!

Unus pro omnibus“, ovvero… ogni membro, ogni clan, è un tassello di un mosaico che vale più della somma delle parti. Se la ‘ndrangheta domina i rapporti con la Svizzera, i siciliani gestiscono i contatti con gli emiri, i campani il controllo delle periferie. E tutti si coprono le spalle, perché il nemico non è più l’altro clan, ma lo Stato!

E così, ironia della sorte, mentre la politica fatica a trovare alleanze, le mafie hanno fatto l’accordo di governo perfetto. 

Niente più faide, solo dividendi. E quel motto dei Tre Moschettieri? È la loro arma più moderna: fiducia. 

Perché quando un picciotto sa che può contare su un avvocato calabrese, un prestanome milanese e un corriere napoletano, il mercato è infinito.

E lo Stato viceversa cosa fa? Nulla… resta a guardare, a processare, a sperare che le condanne facciano il loro effetto, ma nel frattempo, loro, quelle mafie ora unite, hanno già cambiato gioco…

ANAS: nuova inchiesta per corruzione…

L’ennesima inchiesta giudiziaria…

Questa volta la Guardia di Finanza di Milano ha diretto le proprie indagini nei confronti dell’Anas, .nell’ambito di un’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta diretta dai pubblici ministeri di Milano Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri.

Sono state infatti perquisite le sedi Anas di Roma, Torino e Milano e sono 9 le persone attualmente indagate e 3 società.

Gli uomini del Nucleo di polizia economico finanziario della Guardia di Finanza di Milano, coordinati dalla Procura, stanno indagando su una serie di appalti della società del Gruppo FS che gestisce la rete infrastrutturale stradale d’Italia. 

Dall’inchiesta sembra emergere  una presunta tangente da quasi 846.000 euro oltre ad altre “utilità”, come un’auto ed un appartamento.

Sono questi i primi dettagli della una nuova indagine della Procura milanese che sta evidenziando un presunto giro di mazzette sui lavori di manutenzione della rete stradale italiana, in particolare di Lombardia e Veneto, e che coinvolge funzionari ed ex funzionari Anas.

Qualcuno di voi è rimasto sorpreso??? Non certo il sottoscritto…

Aeroporto Falcone e Borsellino? No, aeroporto Silvio Berlusconi…

Matteo Salvini ha deciso di annunciare di voler intitolare lo scalo di Malpensa al fondatore di Forza Italia e così dopo aver dovuto tollerare quell’indegno “Funerale di Stato”, ecco che ora un nostro ministro – esclusivamente per distogliere l’attenzione dai reali problemi di questo Paese – pensa di voler cambiar nome ad un aeroporto…

Quante cazz… dobbiamo sentire e la circostanza più assurda è che proprio questo ministro dimentica come lo scomparso Presidente del consiglio non abbia mai manifestato una particolare attenzione nei suoi rigurdi, avendolo il più delle volte relegandato – in particolare lo si è visto durante le dichiarazioni ufficiali – a figura subordinata, già… di semplice “vassallo”…

Ed ora però stranamente si ricorda di uno dei due fondatori di quel partito “Forza Italia“, ed allora viene spontaneo affermare che sarebbe quantomeno corretto (mio caro ministro), dedicare quell’areoporto di Malpensa ad entrambi, non le sembra???

Ho letto tra l’altro in questi giorni delle numerose proteste che questa decisione ha provocato nel Paese, in particolare tra i giovani democratici della Lombardia che hanno promosso su Charge.org una petizione chiedendo alle istituzioni di non intitolare lo scalo a Berlusconi e da quanto ho potuto leggere sul quel sito web, la mobilitazione è stata numerosa, sì… con oltre 10.000 firme in poche ore!!! 

Ed ancora, Pierfrancesco Majorino, capogruppo Dem nel Consiglio regionale lombardo ha proposto d’intitolare a Luca Attanasio l’aeroporto, sì… a quell’ambasciatore ucciso nel Congo in circostanze poco chiare; il sottoscritto tra l’altro fu tra i primi a sollevare forti dubbbi su quell’omicidio e soprattutto sulle cause che avevano condotto a quella sua eliminazione: ricordo come l’ambasciatore si distinse per il suo forte impegno in progetti umanitari e soprattutto a sostegno delle persone in difficoltà…

Sono certo che un giorno la storia di questo Paese verrà riscritta e tanti di quei contesti ambigui come quelli che in questi 40 anni ci sono stati opportunamente indottrinati, finalmente verranno alla luce, in particolare sono certo che emergererà come dietro a quello “Stato legale”, vi ci sia stato di fatto un sistema parallelo e deviato che ha condotto alle gravi contingenze cui abbiamo ahimè assistito!!!

Quel giorno vedrete non ci saranno commemorazioni da ricordare e ancor meno dediche da formulare, perché saranno in molti coloro che rinnegheranno tutto, iniziando da queste attuali bizzarre idee, ma non solo, sconfesseranno di essere stati l’ideatori di quegli sconclusionati progetti che in questi mesi ci stanno proponendo – già… quasi fossero qualcosa da bere – gli stessi che vedrete, si riveleranno del tutto fallimentari!!!

Nicola Gratteri: “I supermercati dell’hinterland di Milano e i locali vip del centro sono in mano alla ‘ndrangheta”!!!

A dirlo è il Procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, nel corso di un suo intervento durante il convegno svoltosi qualche giorno fa nel Palazzo di Giustizia di Palermo intitolato:“Le rotte e le logiche del traffico internazionale di stupefacenti e le evoluzioni della criminalità organizzata transnazionale”. 

Comunque, quella dei supermercati e dei locali pubblici di divertimento all’interno della cintura milanese in mano alla ‘ndrangheta della Jonica, non rappresenta certamente una novità, d’altronde quella stessa regola vale non soltanto a Milano, ma in molte altre città… 

Durante l’esposizione il procuratore racconta gli anni in cui fu messo sotto scorta, seppur molti colleghi e addirittura le stesse istituzioni minimizzavano il suo rinomato lavoro sulle cosche calabresi: “Ho iniziato nell’89 a fare questo tipo di indagini sulla droga, all’epoca ero già in Venezuela e in Colombia. In Italia i puristi, i grandi magistrati, storcevano il naso e dicevano: ‘Gratteri si occupa solo di droga’. Ci fu un presidente di Commissione Antimafia che a Reggio Calabria, nelle serate d’estate, ridacchiando e non avendo il coraggio di fare il mio nome, disse che la droga non gli interessava – continua – ma anche Procure importanti del Nord Italia hanno fatto una strategia dicendo che non erano importanti le indagini di droga, e in 7 anni a Milano, statistiche alla mano, sono diminuiti del 70% i sequestri e gli arresti per droga, ma anche le indagini per il 74 Dpr 309/90 (articolo del codice penale che racchiude le disposizioni per contrastare il narcotraffico e che punisce il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, ndr…)”.

Trovate l’art. completo al link: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/29/gratteri-tutti-i-supermercati-dellhinterland-di-milano-e-tutti-i-locali-vip-del-centro-sono-in-mano-alla-ndrangheta/7567382/

La verità è che in questo Paese non interessa a nessuno fare il proprio dovere, anzi tutt’altro, già… perché sono proprio coloro che non fanno un cazz… ad andare avanti e chi viceversa lavora, come ad esempio il procurattore Grateri, viene (quando – permettetemi di aggiungere – si riesce a non restare vittima della criminalità e degli apparati dello Stato deviato, come ahimè accaduto ad alcuni suoi illustri colleghi) deriso da individui collusi e ahimè incompetenti!!! 

Ma questo è il Paese che la maggior parte dei miei connazionali vuole, d’altronde l’importante è che il marcio possa continuare a diffondersi, se pur abitualmente “camuffato” in qualcosa di legale!!!

Milioni di euro che si spostano senza muoversi…

La Guardia di Finanza su delega della Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia – sta eseguendo una maxi operazione a contrasto del traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, esercizio abusivo del credito e frode fiscale.

Un’attività illegale gestita nel nostro Paese da alcuni cinesi che garantivano finanziariamente un gruppo di trafficanti di droga e li aiutava a creare fondi neri. 

Un giro milionario di hashish e marijuana, carichi di droga pagati attraverso una banca occulta gestita da cinesi che si occupava altresì di effettuare di fatture false per alcuni imprenditori lombardi, nell’ambito del commercio della plastica e del metallo, con un giro d’affari di oltre 40 milioni di euro. 

Sono state sequestrate società, immobili, beni mobili e disponibilità finanziarie per oltre 9 milioni di euro, ritenuti questi di provenienza illecita ovvero sproporzionati rispetto al reddito e all’attività economica svolta dai sodali dell’organizzazione criminale…

Montagne di soldi provenienti dallo spaccio entravano a far parte delle attività di alcuni cinesi…

L’indagine si è focalizzata sulla ricostruzione delle modalità di pagamento utilizzate dai narcotrafficanti che, per saldare gli acquisti delle partite di droga, si avvalevano di “servizi bancari” abusivi gestiti da soggetti di etnia cinese che fungevano da veri e propri “centri di raccolta” del denaro da trasferire all’estero, un sistema analogo a quelli su cui si basa il meccanismo di rimessa informale di denaro denominato “fei’chi en“, simile alla “hawala” islamica.

I soggetti cinesi – nella quasi totalità questi erano titolari di esercizi commerciali –  ricevevano contante da trasferire in modo anonimo, veloce e non tracciabile, dietro il pagamento di una commissione variabile dall’1,5% al 2%. 

Già… milioni e milioni di euro che si spostano senza muoversi!!!

A dimostrazione di quanto avevo anticipato…

“C’è un concreto legame tra la ‘ndrangheta e la massoneria, in particolare nel realizzare investimenti in località turistiche” – con queste parole avevo iniziato a maggio un post http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/05/ndrangheta-e-massonerie-consolidate-in.html parlando di strutture turistiche nel calabrese e di quei collegamenti in altre realtà territoriali…

Di poche ore l’esecuzione del decreto di fermo da parte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro che vedono coinvolti per associazione mafiosa, estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento alla latitanza, tra gli arrestati e indagati, vi sono anche soggetti residenti nella provincia di Catania… 

I provvedimenti emessi dall’A.G., epilogo di una complessa indagine svolta dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Catanzaro, sono stati eseguiti nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro, Reggio Calabria, Milano e Catania con l’impiego di oltre 100 finanzieri e l’ausilio di unità Antiterrorismo e Pronto Impiego e della componente aerea del Corpo.

Gli esiti degli articolati e complessi approfondimenti investigativi hanno consentito di delineare, nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa, la gravità indiziaria circa la sussistenza di un gruppo criminale, riconducibile ad una consorteria operante nella provincia vibonese che, avvalendosi della forza di intimidazione che scaturiva dal vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà sussistenti nel citato territorio, aveva acquisito il controllo di fatto di alcune note strutture turistico-alberghiere, tanto da condizionarne la gestione, soprattutto nella individuazione dei fornitori di beni e servizi, nonché del personale da assumere.

Come avevo anticipato: La stagione estiva è iniziata…

Solidarietà al giudice Nicola Gratteri!!

Per fortuna ciò che non accade in certi territori “omertosi e succubi”, non avviene in altre realtà del nostro paese…

E’ quanto hanno manifestato centinaia di cittadini che si sono riuniti dinnanzi alla Stazione centrale di Milano per manifestare la propria solidarietà nei confronti di un grande professionista e magistrato: Nicola Gratteri. 

Sono oltre 150 le associazioni di tutta Italia che hanno dato vita alla manifestazione e che ha condotto sul palco alcuni noti magistrati e parecchi esponenti della società civile e delle istituzioni. 

Al grido “basta con le stragi” sono seguite le parole del presidente della commissione antimafia della regione Lombardia, Monica Forte: “Oggi dobbiamo evitare di commettere gli errori che furono commessi trent’anni fa quando ci furono le stragi; allora lo Stato ebbe una reazione forte e reagì con interventi legislativi soltanto dopo le stragi. Oggi non dobbiamo isolare chi fa il proprio dovere”

In piazza va detto c’erano anche parecchi calabresi,  tra cui alcuni componenti della comunità di “Progetto Sud” che per voce di Maria Pia Tucci ha dichiarato: “Non possiamo permetterci più di urlare dopo ‘mai più stragi’ ma proviamo a dirlo prima tutti insieme” 

D’altronde proprio il capoluogo lombardo è stata scelto quale sede della manifestazione, una regione che come ben sappiamo è stata egemonizzata in questi anni da quella nota associazione criminale calabrese chiamata “‘ndrangheta”, che attraverso i propri capitali di provenienza illecita, prova in ogni occasione a riciclare quel denaro acquisendo e investendo su imprese aggiudicatarie di appalti pubblici o su attività commerciali di qualsivoglia genere e per riuscirci non si limita ad usare imposizioni coercitive e violente….

L’auspicio come ricorda la coordinatrice della Dda di Milano Alessandra Dolci è quello di veder crescere sempre più la cultura della legalità, in particolare tra i giovani, grazie all’ausilio di  gruppi e movimenti antimafia sempre più crescenti, ma soprattutto attraverso il gran lavoro e l’impegno messo in campo (libero da compromessi o ancor peggio da fazioni e/o correnti politiche che provano a condizionarne  l’operato) da taluni magistrati perbene e incorruttibili, com’è ad esempio il nostro Nicola Gratteri!!!

La lotta si sa è ancora lunga e soprattutto di difficile soluzione, ma con l’impegno di tutti, sì…provando ad unire le forze di quelle persone oneste, ecco che si potrà alla fine vincere contro questo sistema malato e infetto, perché a volte basta poco, già… si tratta semplicemente di volere che le cose buone accadano!!!

Da Milano a Catania: ci si è dimenticati di quei Giudici, Avvocati, Commercialisti, Professori universitari ed Imprenditori, finiti in manette???

L’hanno già chiamata la Tangentopoli fiscale…

In manette sono finiti giudici, avvocati, commercialisti, professori universitari e imprenditori. 
Nel mirino il commercio sotterraneo di sentenze che in materia di imposte possono spostare, con una sola firma, milioni di euro dal privato allo Stato o come spesso accade, viceversa.
La nuova Tangentopoli riguarda uno dei settori della giustizia – i contenziosi tributari – finora quasi inscalfibile a ogni inchiesta della magistratura e a ogni riforma della politica.
Strutturato su due livelli di commissioni, provinciali per il primo grado e regionali per il secondo, la giustizia tributaria è un sistema di potere fortissimo. 
Una cerchia chiusa di magistrati, in maggioranza privati, onorari, chiamati a decidere su oltre 581mila contenziosi, per un valore globale di 50 miliardi di euro. 
Un tesoro affidato alle decisioni di avvocati, commercialisti, consulenti, ragionieri, persino ad agronomi e professori di liceo. 
Un sistema sul quale indagò anche Antonio Di Pietro, che dopo le inchieste sulla corruzione nei partiti, delle mazzette in valigia o fatte sparire nel water, si convinse di essere stato fermato proprio quando iniziò a scavare nel mondo delle sentenze tributarie. 
E oggi un nuovo grappolo di inchieste sta ripartendo da lì: solo a Milano si indaga su ben venti cause fiscali.
I militari della Guardia di Finanza, travestiti da avvocati, arrestano il giudice della commissione tributaria provinciale di Milano con una busta da 5.000 euro infilata nella giacca. 
Questi, avvocato della Cassazione e docente universitario oltre che consulente “in materia di conflitto di interessi”, aveva appena incassato la prima rata di una tangente da 30mila euro per intervenire su una estero vestizione da svariati milioni…
Ma non è un episodio isolato, perché i pm di Milano Eugenio Fusco e Laura Pedio, un mese dopo, ottengono l’arresto di un altro giudice onorario…
I due giudici accusati di corruzione in atti giudiziari hanno anche pilotato un contenzioso da 14,5 milioni a favore di una società, in cambio di 65mila euro. 
Il gip Manuela Cannavale cita esplicitamente la “spregiudicatezza con cui si muovevano i due giudici, che sapevano di poter fare affidamento verosimilmente anche su altri giudici tributari e funzionari dell’Agenzia delle Entrare, per pilotare ricorsi, influenzare i giudizi dei collegi, sostituirsi nella redazione delle sentenze, a fronte della corresponsione di dazioni illecite da ripartire con i complici”. 
E infatti nell’inchiesta è indagato anche un ulteriore giudice togato, ex presidente del tribunale di Imperia, ex giudice a Monza e presidente della Commissione tributaria provinciale di Milano.
Lo schema non è diverso da quello scoperto anche a Catania dal procuratore Michelangelo Patané e dal pm Tiziana Laudani.
Finisce in carcere, insieme a due imprenditori, un commercialista e un cancelliere e il presidente e giudice della sezione della Commissione tributaria provinciale di Catania. 
Secondo l’accusa il magistrato avrebbe usato per anni le auto della concessionaria di un grosso gruppo industriale etneo, in cambio di decisioni favorevoli, per un risparmio su tasse di 800mila euro. 
Per i pm, il giudice da presidente, da relatore o da estensore era casualmente sempre presente nelle decisioni di quel gruppo…
Gli investigatori non pensano che si tratti di casi isolati, ma che almeno in Lombardia si possa ipotizzare un sistema. 
Qualcosa che riporta alla mente vecchie inchieste, come la celebre P3 che nasceva proprio da oscuri personaggi che si vantavano di pilotare grandi processi tributari. 
“Emerge – dice oggi un investigatore – una rete di relazioni che sopravvive a ogni forma di incompatibilità”. 
Se per legge non può svolgere l’attività di giudice chi esercita attività di consulenza tributaria per “contribuenti, società di riscossione o altri enti impositori”, è vero che il conflitto d’interessi è all’ordine del giorno. 
“Era noto come questi giudici fossero in grado di risolvere i problemi: i commercialisti e gli avvocati che venivano in studio, sapevano di essere in grado di sistemare i processi”, mette a verbale la sua segretaria, svelando come oltre le incompatibilità formali bisogna fare i conti con un contesto di fortissima contiguità tra professionisti. 
Con commissari che sono amici, colleghi, a volte soci dei legali delle aziende coinvolte nelle liti. 
Storture che hanno portato fino al 60% le decisioni che danno ragione al privato e torto allo Stato e “che azzerano – riflette un magistrato – anni di lavoro di Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate”!!!
A Milano come a Catania, le inchieste sono destinate ad allargarsi, mentre in altre procure, oltre a quella di Roma, sono ancora agli inizi. 
Quella del capoluogo lombardo fa da apripista, non solo perché i giudici arrestati avevano grande disponibilità di denaro (sono state scoperte cassette di sicurezza e contanti per oltre 250mila euro), ma soprattutto altre buste piene di banconote, con i nomi dei “soggetti erogatori” del denaro: manager, aziende, membri di commissione, funzionari dell’Agenzia delle Entrate!!! 
Che vergogna…

Imane Fadil: una morte alquanto sospetta…

Sembra di rivivere una storia di spie… 

Non so quanti di voi ricordano il caso del colonello Sergei Skripal, dove l’ex spia russa 66enne venne trovato privo di conoscenza su una panchina, insieme alla figlia Yulia di 33 anni…
Furono entrambi ricoverati in terapia intensiva in ospedale, ma le loro condizioni furono immediatamente giudicate gravissime, ma non solo, anche quelle del soccorritore inglese, un poliziotto di nome Nick Bailey, che era intervenuto immediatamente in loro soccorso. 
Da premettere che già in circostanze poco chiare, erano deceduti la moglie ed il figlio maggiore del colonnello… 
Sembra realmente di rivivere quel film di Spielberg interpretato dal bravissimo Tom Hanks dove su un ponte veniva effettuato lo scambio tra i vari governi, delle rispettive spie… 
Nella realtà comunque saltò fuori una sospetta esposizione ad una sostanza sconosciuta radioattiva… tanto che per precauzione, furono prese immediatamente precauzioni nei luoghi in cui viveva l’ex colonnello…
Ad esempio, un ristorante nel quale si recava saltuariamente fu chiuso immediatamente ed anche molte aree della città vennero bonificate, attraverso delle unità speciali, protetti come in alcuni film, con tute e auto-respiratori…
Ed ora, la morte della modella Imane Fadil,  deceduta lo scorso 1 marzo, casualmente testimone chiave nell’inchiesta “Ruby”… 
Morta dopo un mese di agonia, tanto che la Procura di Milano a causa dei sospetti del decesso, ha aperto un fascicolo per comprendere cosa sia accaduto, disposto l’autopsia sul corpo della modella 34 anni… 
Lei stessa durante quel calvario aveva comunicato ai parenti e soprattutto al suo avvocato di essere stata avvelenata ( accusava i sintomi tipici come mal di pancia, gonfiore e dolori al ventre) ed oggi la presenza di quell’avvelenamento, ne confermano l’ipotesi!!!
La modella era tra quelle ragazze invitate a suo tempo ad Arcore a Villa San Martino, ed era diventata una delle poche ad essersi “pentita” di quei festini (meglio conosciuti con il nome di “Bunga-Bunga”, che hanno condotto ai processi non solo l’ex premier berlusconi, ma anche Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti…) tanto che al termine di una sua deposizione aveva detto ai cronisti di sentirsi fortemente in pericolo…
La stessa aveva dichiarato che nel 2012 un misterioso emissario siriano – per conto di Silvio Berlusconi – avrebbe cercato di comprare il suo silenzio, ma senza alcun risultato a differenza di quanto emerso con le sue colleghe “olgettine”…
La verità va forse ricercata nelle pagine del libro che stava scrivendo, forse all’interno di quei fogli è stata raccontata tutta la realtà di cui in pochi hanno voluto accennare qualcosa… ma che è stato in un qualche modo raccontata, in quei due film di Paolo Sorrentino “Loro1 e Loro 2“,  due pellicole che hanno saputo descrivere le vicende professionali, politiche ma soprattutto private dell’ex premier Silvio Berlusconi (interpretato dallo straordinario Toni Servillo) e delle tante figure che lo circondavano, in quegli anni di decadimento… 
L’unica nota positiva è che le pagine di quelle bozze sono state acquisite nel fascicolo dell’inchiesta e sono certo che appena verranno pubblicate, ci sarà da rimanere sbigottiti!!! 
Nel frattempo chissà – come sempre avviene in questo nostro Paese corrotto, nel quale anche i servizi segreti sono messi a disposizione dei gruppi di poteri forti  – Imane Fadil, solo per aver provato semplicemente a portare a galla la sua verità, è morta!!!
Ma i colpevoli – nel caso in cui l’inchiesta dimostrasse che è stata avvelenata – non vanno ricercati in quanti l’hanno assassinata, bensì in tutti coloro che sapevano e hanno taciuto e che certamente – in un modo o in un’altro – pagheranno per questa morte, se non attraverso questa nostra giustizia terrena (ahimè a volte corrotta a causa di quelle legami e complicità…), certamente… in quella soprannaturale!!!
E’ solo questione di tempo…

Ciccio… Ciccio!!! Ma comu ti putisti scurdari da to terra???

Caro Ciccio, ti scrivo a nome di tanti siciliani e ti chiamo Ciccio perché anche tu sei siciliano essendo nato a Catania. 
Lo so che ti da fastidio, perché – avendo lavorato per 19 anni al Corriere della Sera e scrivendo da 10 anni per La Repubblica – probabilmente non ti piace essere chiamato “Ciccio”…
Magari, dopo tanti anni al Corriere, parli pure milanese e “Ciccio” in milanese non suona bene, ma io continuerò lo stesso a chiamarti Ciccio… ok?
Dunque, Ciccio, voglio dirti che qui noi siamo indignati. 
Lo so che, proprio in questi ultimi tempi, è un termine inflazionato ma non ne trovo uno migliore per manifestarti il nostro sdegno per quello che hai detto nel tuo servizio sull’alluvione nel messinese. Qui l’acqua avrebbe portato via il “mattone selvaggio e l’accozzaglia di laterizi”, mentre… dalle tue parti la natura malvagia avrebbe distrutto “i centri storici, lo spazio pubblico celebrato, la bellezza di città che sono storicamente costruite per piacere, per aiutare l’uomo a vivere e non a sopravvivere”.

Ciccio, ma che dici? 

La storia della tua terra (quella d’origine, intendo… la Sicilia) te la ricordi? 
Ciccio, anche i nostri paesi hanno un centro storico: centri di antica tradizione, come Saponara: ti ricordi di Saponara, vero? A Saponara l’acqua ha mandato giù un costone roccioso che ha sotterrato una casa, e -con la casa- ha sotterrato anche tre persone, e fra queste tre persone c’era un angioletto biondo di appena dieci anni. 
Ah…dimenticavo: quella casa non era abusiva: era una casa come la tua, forse meno ricca della tua, ma era comunque una casa, insomma una casa normale non un’accozzaglia di laterizi.
A proposito del nostro bimbo annegato nel fango…ecco, qui voglio ringraziarti per aver detto che “i bambini affogati sono uguali”; almeno questo ce lo hai riconosciuto, Ciccio…i nostri non sono figli di un dio minore almeno quando affogano nel fango. Grazie, grazie davvero…
“La forza dell’acqua distrugge sviluppo e sottosviluppo”. 
Naturalmente, lo sviluppo sta al Nord e il sottosviluppo è il nostro…
Ciccio, vuoi che partiamo da lontano?
E allora, mi permetto di ricordarti che nell’anno 1100, mentre dalle tue parti si brancolava nel buio del Medioevo, i Siciliani avevano il primo Parlamento della storia, il primo parlamento d’Europa.
Facciamo un bel salto e arriviamo al 1861.
In quegli anni – esattamente nel 1856 – in occasione dell’Esposizione Internazionale di Parigi, il Regno delle Due Sicilie ricevette il Premio come terzo Paese più industrializzato del mondo, dopo Inghilterra e Francia. 
Il Meridione possedeva una flotta mercantile pari ai 4/5 del naviglio italiano, una flotta che era la quarta del mondo. 
Il Sud era il primo produttore in Italia di materia prima e semi-lavorati per l’industria. 
Avevamo circa 100 industrie metal meccaniche che lavoravano a pieno regime (era attiva la più grande industria metalmeccanica d’Italia). Avevamo industrie tessili, manifatturiere, estrattive. Avevamo distillerie, cartiere. Avevamo la prima industria siderurgica d’Italia. Il primo mezzo navale a vapore del Mediterraneo (una goletta) fu costruito nelle Due Sicilie e fu anche il primo al mondo a navigare per mare. La prima nave italiana che arrivò nel 1854, dopo 26 giorni di navigazione, a New York, era meridionale, e si chiamava -guarda un po’… “Sicilia”. 
La bilancia commerciale con gli Stati Uniti era fortemente in attivo e il volume degli scambi era quasi il quintuplo del Piemonte. Il cantiere di Castellammare di Stabia, con 1.800 operai, era il primo d’Italia per grandezza e importanza.
Ancora: il tasso di sconto praticato dalle banche era pari al 3%, il più basso della Penisola; una “fede di credito” rilasciata dal Banco di Napoli era valutata sui mercati internazionali fino a quattro volte il valore nominale. 
Il Regno Napoletano, fra tutti gli Stati italiani, vantava il sistema fiscale con il minor numero di tasse: ve ne erano soltanto cinque.
Tu, Ciccio, potresti dirmi: “acqua passata”. 
Però potresti chiedermi come ci siamo ridotti così, perché oggi siamo… sottosviluppati. 
Bene…ti spiego: fin dal primo anno di unificazione, il neonato Stato italiano introdusse ben 36 nuove imposte ed elevò quelle già esistenti. In appena quattro anni, la pressione fiscale aumentò dell’87%, ed il costo della vita ebbe un incremento del 40% rispetto al 1860, i salari persero il 15% del potere d’acquisto.
Dopo l’unificazione d’Italia, l’industria meridionale e persino l’agricoltura furono letteralmente abbandonate e penalizzate con una politica economica che favorì il Nord a danno del Sud, come risulta da un’inchiesta sulla ripartizione territoriale delle entrate e delle spese dello Stato voluta da Francesco Saverio Nitti ( non l’abbiamo pagato noi…giuro). 
Per diversi decenni si verificò un continuo drenaggio di capitali dal meridione al Nord dovuto proprio ad una scelta di politica economica dello Stato, mentre sul piano delle imposte il Mezzogiorno e la Sicilia contribuivano in maniera di gran lunga superiore alle regioni del Nord. 
Non andò meglio per i lavori pubblici, in quanto gran parte delle spese furono fatte nell’Italia Settentrionale e Centrale. 
In sostanza il bottino dei Savoia fu veramente enorme, se si considera che il danaro trafugato dalle casse del “Regno delle Due Sicilie” ammontava a 443 milioni di lire oro, vale a dire due volte superiore a quello di tutti (dico tutti) gli Stati preunitari della penisola messi insieme; lo Stato savoiardo ne possedeva solo 20 milioni.
Questa è storia Ciccio, dunque non volercene se una politica assassina ci ha ridotto come siamo adesso
Non dirci che siamo “sottosviluppati”, non ce lo meritiamo…
Perché -vedi- la cultura siciliana non è da meno rispetto a quella dell’ormai “tuo” Nord…. anzi a giudicare dal numero e dall’importanza dei cervelli che mandiamo a lavorare dalle tue parti, potrei osare di più, ma non mi va.
L’acqua, qui, porta via centri storici e persone esattamente come a Genova e come nelle Cinque Terre.
E a Barcellona i torrenti sono “tombinati” esattamente come a Genova. 
Sai, Ciccio, i giornali arrivano anche qui, e noi li leggiamo. 
E, se proprio la vogliamo dire tutta, anche a Genova c’erano case costruite nei greti dei torrenti: le abbiamo viste tutti in televisione: anche lì, dunque, “mattone selvaggio” e “accozzaglia di laterizi”?
Ascoltami, Ciccio: nella prossima estate, torna in Sicilia. 
Non ti chiedo di starci molto: quindici giorni a pensione completa. Fatti un giro, magari anche nella città che ti ha visto bimbo meridionale: Catania!!!.
Scoprirai cose nuove. Scoprirai che i siciliani non sono affatto rassegnati, sono incazzati neri. E’ diverso. Scoprirai che “le persone per bene” che pensano che il Sud sia solo violento-imprevedibile-inaffidabile-sprecone-confusionario-corrotto-mafioso-camorristico (come dici tu in una sorta di crescendo rossiniano), in realtà non sono persone per bene: sono degli idioti. Oppure dei delinquenti.
E mi dispiace se fra loro dovessero esserci amici tuoi: sempre idioti restano o delinquenti che hanno interesse ad affossarci ancora di più. Perché -vedi- se qui i mafiosi portano ancora la coppola, mentre al Nord portano la cravatta e magari hanno l’auto blu e la scorta, per noi non fa molta differenza.
Ripeto, i giornali li leggiamo anche qua…E quella “pietà diversa” di cui parli, Ciccio: ma ti sei ascoltato? “La disgrazia di Genova fece esplodere gli animi e mettere mano al portafoglio”, mentre qui le disgrazie sarebbero solo “il prolungamento della normalità”. 
Qui è meglio “non dare perché elemosiniere ed elemosinato rischiano di fare la stessa fine”. 
E, quindi, “aiutare il Sud potrebbe risultare pericoloso, fortemente pericoloso”. No, Ciccio, ti sbagli. La nostra normalità non è questa che dici tu. La nostra “normalità” ci è stata tolta proprio da quelle “persone per bene” di cui parli, quelle stesse che oggi vorrebbero farci “il ponte sullo Stretto” per finire di fregarci il poco che ci è rimasto.
Noi non siamo affatto rassegnati, Ciccio, e vogliamo riprendercela la nostra normalità. 
La nostra normalità ha nome e cognome, anzi …nomi e cognomi, come Antonello da Messina, Vincenzo Bellini, Francesco Maurolico, Finocchiaro Aprile, Alessandro Scarlatti, Filippo Juvara, Luigi Pirandello, Giovanni Verga, Lucio Piccolo, Tommaso Cannizzaro, Bartolo Cattafi, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Renato Guttuso, Ettore Majorana, Vittorio Emanuele Orlando, Salvatore Quasimodo, Leonardo Sciascia, Vann’Antò’.
La nostra normalità ha luoghi che si chiamano Mozia, Segesta, Selinunte, Piazza Armerina, Naxos, Siracusa, Monreale, Taormina, Erice, Agrigento, Noto: tutti con i loro “centri storici” come Messina, e -perché no- come Barcellona e come Saponara. Noi conserviamo la cultura dei nostri padri. Noi conserviamo le tradizioni di questi luoghi. Non siamo rassegnati, siamo orgogliosi (oltre che incazzati).
E se i nostri Gattopardi sono stati sbranati dalle iene e dagli sciacalli, come aveva previsto il Principe di Lampedusa in tempi non sospetti beh…verrà il momento del riscatto. Noi ci crediamo, dobbiamo crederci. E, per tornare alla tua “pietà diversa”, sappi che questo tipo di pietà non ci interessa.
Noi vogliamo solo difendere i nostri diritti vogliamo solo il nostro, quello che ci spetta. 
Siamo noi che abbiamo pietà, pietà per gli oppressi, per i vinti, pietà per chiunque soffra. E siamo ancora noi che abbiamo, legittimamente, dei pregiudizi. 
Da oggi nutriamo pregiudizi anche nei tuoi confronti e nei confronti del tuo giornale. E se non riesci a fartene una ragione, se non riesci a pensare di dovere chiedere scusa , allora davvero hai voluto rinnegare le tue origini, le tue radici, la tua storia.
Ciao “Ciccio”
P.s.: Lettera aperta del Movimento Sicilia Libera riferita ad un articolo a firma di Francesco Merlo apparso recentemente sul quotidiano d’informazione milanese “Libertà”.

Nelle mani dei potenti, la "giustizia" non è che uno strumento di governo come gli altri…

Per cui, se da un lato il Pg di Milano dichiara: “Leggeremo motivazioni e valuteremo ricorso…ci sono 15 giorni di tempo per l’opposizione”… dall’altro, Silvio Berlusconi festeggia dopo tre anni, l’espiazione della pena per frode fiscale…
L’ex premier – che comunque resta ancora imputato per il caso Ruby, è anche indagato per le stragi di mafia del 1993 -con la decisione di stamani, diventa nuovamente candidabile…
Certo che è molto strano che la decisione, sia giunta non appena il “Cavaliere” si è reso disponibile ad una formazione di governo tra Lega e M5Stelle, con il suo partito “Forza Italia”, che si dovrebbe gentilmente astenere… 
Certo c’è ancora qualche punto da limare… ad esempio le “Tv” e anche la “patrimoniale” 
Naturalmente ora s’aspetta la “Corte di Strasburgo“, ma anche lì… Berlusconi, avendo giocato bene le sue carte, garantendo – a nome dei due suoi alleati, Lega e FdI – la conferma delle politiche europee e i contratti fin qui stipulati…
Ovviamente all’interno di quel partito sono tutti felici, in particolare il gruppo dirigente che è lì a scodinzolare per festeggiare quel loro padrone… 
Si è parlato di “parziale giustizia a solenne ingiustizia”, ed allora da Schifani alla Gelmini, passando per Toti e Brunetta, con Rotondi, Zangrillo e Mulè, che non stanno più nella pelle, per esprimere quei loro commenti sulla ingiustizia (a loro dire…) subita…
Scriveva Tommaso Moro sugli uomini: “Se qualcuno gli fa un brutto tiro, lo scrivono nel marmo; ma se qualcuno gli usa un favore, lo scrivono sulla sabbia”…
Da tempo ormai mi sono convinto di come a tutti interessa manifestare esclusivamente la propria “l’ammirazione”… ciascuno di loro difatti guarda all’apparenza e mai alla realtà: Sì… quest’ultima, non significa più niente per nessuno!!!
Certo, oggi qualcuno vorrebbe influenzar quel mio giudizio, prova a raccontarmi una favola, ma per fortuna il sottoscritto è moralmente libero e non come la maggior parte dei miei conterranei, riuscendo a vedere la realtà per com’è… e non per come – di volta in volta – mi viene proposta o rivisitata… 
La maggior parte di loro purtroppo, sono come quell’uomo che attraversa il presente con gli occhi bendati. Può al massimo immaginare e tentare di indovinare ciò che sta vivendo, ma è solo più tardi, quando gli viene tolto il fazzoletto dagli occhi che… gettando uno sguardo al passato, s’accorge di cosa ha realmente vissuto e ne capisce finalmente il senso…
Ai posteri quindi… ardua sentenza!!!

Come dicevo alcuni giorni fa… ci sono proprio tutti!!!

Come ormai consuetudine in questo nostro paese, sopra ogni cosa ci sono le solite mazzette e a dividersele vi sono quei nostri “cittadini al di sopra di ogni sospetto“…
Ed allora… ripartiamo dalla procura milanese che proprio alcuni mesi fa, aveva evidenziato una tangente data per oltre un miliardo di euro… quella grazie a cui l’ENI aveva ottenuto il giacimento nigeriano Opl 245…
E per questo motivo che su mandato del procuratore aggiunto Laura Pedio, la Guardia di Finanza aveva perquisito la sua abitazione ed ovviamente il suo studio, mentre per quanto concerne la società Eni, si tratta di un vero accerchiamento giudiziario!!!
Da quella inchiesta è partita nella stessa giornata l’inchiesta di Siracusa, che ha portato all’arresto del pm Giancarlo Longo, accusato insieme un altro avvocato legato a Eni, Piero Amara, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione…

Il pm avrebbe incassato 88mila euro per istruire un fascicolo nel quale l’Ad di Eni, Claudio De Scalzi, (imputato a Milano per la maxi-tangente di cui sopra…), figurava come vittima di un complotto ordito da due consiglieri del colosso petrolifero, Luigi Zingales e Katrina Litvak, che Longo provvedeva a iscrivere ingiustamente nel registro degli indagati. 
Una storia di cui bisogna dare merito al ” Fatto Quotidiano” che per primo iniziò a parlare di quella inchiesta, spiegando di come a Siracusa si stava compiendo un ulteriore complotto nei confronti del’ex premier Matteo Renzi. 
Ed è grazie a quegli articoli che il comitato parlamentare che vigila sulla nostra “intelligence”, prese ad  intervenire e diede modo di verificare come durante un’intercettazione lo stesso Longo, intercettato mentre parlava con due suoi colleghi, dichiarava: “…quegli articoli (del Fatto Quotidiano…) sparano un po’ di cazzate… così chiama il Copasir… il Copasir richiama … e lui è cominciato ad andare un po’ in panico su questa cosa…”.
Ed allora riporto quanto ho letto dallo stesso quotidiano:
“LUI ”È FRANCESCO Paolo Giordano, il procuratore capo di Siracusa che, dopo aver letto gli articoli, vuole vederci chiaro e, come spiega Longo, “assegna il fascicolo a Scavone”… 
Fabio Scavone è il procuratore aggiunto di Siracusa… 
Il suo arrivo, per Longo, è l’inizio della fine. 
E la reazione a catena arriva (per come riportato sopra…)  fino alla perquisizione di Mantovani. 
Fabio Scavone nel contempo (continua Longo), va là (dal procuratore capo) e gli fa casini, dicendo:guarda io ho visto questo fascicolo… se l’è passato… no… se l’è assegnato!!!”. 
Il risultato per Longo e l’intero depistaggio è devastante… 

Il procuratore capo Giordano trasferisce gli atti alla procura di Milano, segnala Longo alla Procura generale della Cassazione e trasmette a Messina, competente a indagare sui magistrati di Siracusa, notizie che riguardano il fascicolo sul falso complotto contro De Scalzi… 

La procura di Messina, ieri, ha arrestato Longo accusandolo di una “precisa regia e consapevolezza di utilizzare l’azione giudiziaria per fini illeciti”!!!
Quello sul falso complotto comunque, non è l’unico finito nel mirino della procura di Messina.
Il metodo “LONGO” (secondo l’accusa), era di tre tipi. 
Creava fascicoli “specchio”, che si auto-assegnava per monitorare i fascicoli, assegnati ad altri colleghi che potevano interessare agli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore per avere copia di atti altrui o riunire i procedimenti…
– Si creavano fascicoli “minaccia ” nei quali venivano iscritti una serie di soggetti ostili agli interessi di alcuni clienti di Calafiore.
Ed infine, c’erano i fascicoli “sponda”per poter conferire consulenze utili agli interessi dei clienti di Calafiore e Amara”… 
Ma ritorniamo al finto complotto…
“Il pm Longo, scrive il gip di Messina Maria Ventriglio, si auto-assegnava un procedimento a carico di ignoti per il surreale sequestro denunciato da Alessandro Ferraro. Quindi faceva confluire nel fascicolo un verbale di informazioni sommarie rese dal tecnico petrolifero (Massimo Gaboardi) che secondo l’accusa, erano di fatto un falso, visto che era stato redatto in forma di domande e risposte, direttamente dal solito avvocato Calafiore.
Quindi iscriveva tra gli indagati Gaboardi, il dirigente Eni Umberto Vergine, i consiglieri Karina Litvak e Luigi Zingales… il tutto (riporta il gip) – al fine di precostituire e introdurre elementi indiziari idonei a sviare le indagini svolte dalla Procura di Milano, sulla famosa tangente nigeriana… 
Nel fascicolo il Ferraro, sosteneva d’essere stato sequestrato da uomini armati, due di colore e un italiano, e “riconduceva l’attentato” a “quanto appreso a Milano in occasione di una cena” nel corso della quale un nigeriano gli aveva “riferito dell’esistenza di un’organizzazione criminale, la cui mente era tale Volpi, finalizzata a destabilizzare il management di alcuni gruppi imprenditoriali
tra i quali l’Eni”… 
L’obiettivo di Volpi, sosteneva sempre Ferraro, “era di acquistare le quote dell’Eni, avvalendosi di Vergine e Zingales, e ordire un complotto ai danni di De Scalzi”… 
Dichiarazioni ovviamente rilasciate al Pm senza però che fosse presente, la polizia giudiziaria.
Una modalità secondo l’accusa inusuale, in cui veniva sentita come persona informata sui fatti un certo Vincenzo Armanna (non indagato, n-Milano per maxi tangente nigeriana che, in quei giorni, riscontrava le rivelazioni formulate da Gaboardi”.
Naturalmente in cambio dell’istruzione di questo fascicolo, mirato secondo l’accusa a sviare l’inchiesta milanese, il Longo riceveva gli 88mila euro un viaggio a Dubai con la famiglia.
Certo, chiudere un fascicolo che vedeva De Scalzi vittima di un complotto, peraltro ordito da un alto dirigente Eni e due consiglieri del Cda, avrebbe potuto sortire qualche effetto anche sul futuro processo contro De Scalzi… ed un ipotetico collegamento investigativo con Milano, avrebbe consentito di conoscere l’intero fascicolo contro De Scalzi, dal pm milanese Fabio De Pasquale. 
L’intervento comunque tempestivo del procuratore Giordano – certamente a seguito della pressione mediatica del quotidiano “Il Fatto” – riesce a far bloccare comunque quanto si stava compiendo… 
Dal fascicolo trasmesso a Milano partono le archiviazioni per Litvak e Zingales – iscritti in modo “irregolare” – e le indagini che hanno portato alla perquisizione di Mantovani…
Avrei voluto concludere con un mio commento personale su questa vicenda, quasi incredibile, ma mi permetto di riprendere le parole riportate dal gip che scrive: “È inquietante il dato che gli accertamenti effettuati da Longo, si muovano su iniziativa di soggetti non deputati istituzionalmente alle indagini”!!!.
Ed è ancor più allarmante… la disinibita gestione dei fascicoli” del pm che ha proceduto all’audizione di informatori, senza l’ausilio di segretari o polizia giudiziaria, ma ha addirittura, formato falsi verbali.
Ritengo che non ci sia più nulla d’aggiungere…

Quei dipendenti… sono come le "formiche"!!!

In tema di malaffare, esistono di solito due categorie di approfittatori, distinte dall’approccio psicologico: c’è il dipendente che per anni prepara il cosiddetto “colpo” della vita (la grossa truffa) e poi scompare; esiste di contro l’impiegato “formichina”, quello che scopre all’improvviso un punto debole nel sistema e inizia così a sfruttarlo… senza mai strafare, una sorta di parassita che prova a incamerare piccole somme con puntuale regolarità, sperando così di passare inosservato….
Ecco, quanto sopra è precisamente ciò che alcuni dipendenti dell’Azienda dei trasporti di Milano, hanno compiuto… 
Secondo l’azienda trasporti, attraverso proprie procedure interne d’analisi, hanno determinato che le prime truffa sono iniziate nell’estate scorsa. 
Funzionava all’incirca così: l’1% per cento dei biglietti Atm, ( come s’intuisce una quota piuttosto bassa), viene venduta in sei punti delle fermate Atm (Duomo, Cadorna, Centrale, Loreto, Garibaldi e Romolo). 
La procedura, prevede che gli addetti di quegli sportelli stampino i biglietti immediatamente, cioè nel momento in cui il cliente li chiede. 
In questo modo, ogni singolo biglietto viene emesso e (automaticamente) contabilizzato, già nel momento in cui esce dalla stampante. 
A fine turno, l’addetto compila il rendiconto di ciò che ha venduto e l’intero sistema si chiude. 
Ma cosa succede se la stampante si inceppa o ha un piccolo guasto???
Qui stava la truffa… già, in caso di malfunzionamento, la stampante emette uno o più biglietti, che vengono considerati “scarti”, perché magari in quel momento, la stampante ha perso il collegamento con la rete centrale e non li ha contabilizzati correttamente…
I dipendenti “furbetti” avrebbero fondato quindi quella loro truffa, proprio su questo passaggio!!!
L’Azienda difatti, sospetta di quegli abituali inceppamenti, e verifica che sono sempre gli stessi dieci dipendenti ad aver causato con regolarità quei piccoli inceppamenti alle stampanti, creando così una vera e propria provvista di biglietti autentici, ovviamente non registrati dal sistema centrale. 
Sono per l’appunto i biglietti che poi verranno rivenduti in proprio ed ovviamente in nero ai clienti che ne facevano richiesta… presso i Point dell’Amt ed il pagamento, cosi facendo, finiva direttamente nelle tasche degli impiegati!!!
Quei biglietti solitamente scartati, rappresentavano all’inizio della truffa un importo irrisorio, all’incirca 200-300 al mese, ma verso Ottobre l’importo è salito sopra le 1.700 euro… accendendo così la spia dell’Azienda dei trasporti…  
Considerato che ciascun impiegato, lascia una traccia quando ha usato la stampante, è stato semplice individuare i guasti dell’ultimo semestre e il personale addetto quel giorno… scoprendo così che un solo impiegato aveva emesso titoli di viaggio non registrati per ben 1.868, per una valore totale di oltre 23 mila euro, che ovviamente erano stati acquistati e utilizzati da passeggeri ignari…
Altri, colleghi, hanno incassato chi €. 13.000 euro, chi €. 11.000 e via discorrendo…
Certo, un danno economico per l’azienda irrisorio considerato che si tratta di circa 6.500 titoli non incassati, all’incirca l’1% se messi in relazione col milione e passa di biglietti venduti dagli Atm in un anno, ma sempre di circa 60-70 mila euro trattasi e soprattutto, evidenzia un fattore dilagante di malcostume e malaffare!!!
Ora i dipendenti sono stati sospesi ed è iniziata la procedura che potrebbe portare al licenziamento… 
Certo che se si pensa che ormai rubare è diventata la regola di questo nostra paese, ad iniziare da quelle sue “Cicali” governanti, per proseguire con tutte quelle “formiche” operaie, che rappresentano perfettamente molti di quei cittadini corrotti di questo paese… vi chiedo… perché dovremmo oggi meravigliarci di questa notizia???.

Per cambiare questo sistema marcio, basterebbe semplicemente raggiungere il 40%+1…!!!

Se solo quattro siciliani su dieci decidessero di dare il proprio voto di protesta ad uno di quei partiti ancora “liberi” e non influenzati dai poteri nazionali, controllati da Roma e Milano, ecco che potremmo finalmente prendere possesso di questa nostra terra…
Difatti, se osservate politicamente quanto sta accadendo, potremmo definire già una linea di demarcazione, tra quei partiti legati al Cavaliere o all’ex Presidente del Consiglio, Matteo Renzi e quanti ancora sono slegati da essi…
Tra questi c’è innanzitutto “Siciliani Liberi“, il movimento indipendentista in corsa con il candidato Roberto La Rosa per la presidenza della Regione siciliana che ha presentato a Palermo la lista dei 16 candidati all’Assemblea, dove al suo interno trovate, casalinghe, avvocati, forestali, agenti di commercio, insegnanti, dipendenti pubblici, liberi professionisti, pensionati, studenti, docenti universitari ed anche due dei tre fondatori, Enzo Cassata e Antonella Pititto…
Quindi possiamo prendere in esame quel più famoso movimento dei 5 Stelle, con Cancelleri candidato alla presidenza, e se pur tra mille ricorsi giudiziari, compiuti da alcuni propri esponenti, si trova ancora ad essere l’esponente preferito dalle votazioni online… 
Comunque egli è dato al 38%… una bella percentuale, già… gli basterebbe infatti pochissimo per giungere alla vittoria finale: andrebbe convinto quello 0,2% degli indecisi ed il gioco è fatto!!!
A questi sopra… avremmo potuto sommare il “Fronte dei Siciliani”; questo, nato dall’unione di due partiti storici, Fiamma Tricolore e Forza Nuova, non ha ancora deciso su chi indirizzare quel proprio consenso… anche se è facile prevedere che volgeranno quel loro sguardo… verso la coalizione “shaker” di Nello Musumeci…   
Infine… va aggiunto il Prof. Vittorio Sgarbi, con quel suo movimento “Rinascimento”; ora quanto sia libero da condizionamenti esterni è tutto da scoprire… anzi in tal senso, mi auguro che questa discesa in campo, non serva principalmente a spostare voti da quei partiti “liberi” di cui sopra, affinché gli stessi, non possano raggiungere al primo turno quel necessario 40%+1… obbligando tutti e favorendo quel sistema clientelare, a proseguire con il ballottaggio!!!
D’altronde come ha riportato Costa (Siciliani Liberi): “Con noi finisce il pragmatismo di chi si allea con chiunque pur di avere una poltrona. Le poltrone non danno risultato. Le alleanze si fanno con le parti sociali e noi l’abbiamo fatta con i siciliani, specie quelli più colpiti dal disagio economico e dallo strangolamento del colonialismo italiano“!!!
Per cui, contro quel sistema di caste, non restano che pochissime alternative… ed astenersi non serve a nulla, anzi fa esclusivamente il gioco di quanti vogliono per l’appunto condizionare questa nostra terra per altri cinque anni, limitando così ancor di più la nostra libertà e distruggendo definitivamente quelle residue speranze di questo popolo…
Ma d’altronde,  essendo in questi anni passati nuovamente a quel tripolarismo, copiato a modello anni 80′, ricordate… con quei partiti “DC-PC-PSI”, vedrete che alla fine, si finisce per votare al secondo turno contro qualcuno, piuttosto che votare a favore di qualcuno… 
Ed oggi sappiamo già come andranno a posizionarsi quelle preferenze… ed il rischio è che noi tutti siciliani, resteremo ahimè “incastrati” per non dire una “fot…. ” in un gioco predeterminato e sleale, dove si sa già oggi… chi vincerà!!!
Il sottoscritto comunque vive queste prossime elezioni in maniera positiva… 
Già… mi sento come quel protagonista del film “Le ali della libertà“, quando pronunciava quella frase: C’è qualcosa dentro di te che nessuno ti può toccare… né togliere, se tu non vuoi. Si chiama speranza!!! 
Ed oggi spero, sì… nel buon senso di quei pochi e ancora “liberi”… siciliani!!!

Se anche i Giudici sono corrotti… dove andremo a finire???

Con molta “nonchalance” si raccontavano per email i processi aggiustati a colpi di migliaia di euro…
Ovviamente dovevano lottare per tenere a bada l’aggressività dei rappresentanti o del giudice relatore, ma alla fine questo cerchio magico della giustizia tributaria, riusciva a condurre al successo quei procedimenti…
Ora grazie alle indagini si è giunti ad arrestare una serie di magistrati accusati di avere incassato tangenti, certamente modeste nel loro importo, ma sicuramente numerose e ad essere penalizzata era l’Agenzia delle entrate…
L’indagine era partita lo scorso anno con l’arresto del primo giudice, ma ad oggi non si accenna a placare. 
Rispettivamente sono finiti agli arresti tutta una serie di colleghi in servizio rispettivamente presso la commissione tributaria regionale e provinciale di milano. 
Ma dai documenti si evidenzia come a finire sotto accusa sia l’intero sistema della giustizia tributaria, che grazie a questo sistema corruttivo,  incassavano un compenso a nero, distribuito tra giudici di professione, avvocati, commercialisti… che approfittavano di questo sistema per sistemare le carte dei loro clienti…
Come sempre c’è voluta la denuncia del solito coraggioso… per far saltare la tresca di quei ladri… che a iniziare da dicembre permise i primi arresti…
Ci si accorti che con soli 5000 euro di tangente a processo… si era riusciti a mettere da parte nella sua cassetta di sicurezza, quasi 270.000 euro in contanti, separati e catalogati ciascuno, mazzetta per mazzetta. 
Poi per fortuna – è sempre così quando partono le manette – c’è chi parla… e difatti una segretaria ha iniziato a raccontare tutto…
e mettendo nero su bianco gli episodi a cui aveva assistito…
Dalle banconote di 500 euro… fino a tangenti di 60.000 euro, oppure i 5.000 euro suddivisi a testa in buste intestate dentro i cesti natalizi….
Il sistema prevedeva tutto… sin dalla preparazione della sentenza favorevole, la quale veniva poi materialmente consegnata ai colleghi, i quali si preoccupavano di inoltrargli il provvedimento finale prima ancora che venisse depositato.
Da tramite si è scoperto ci fosse anche un ex finanziere, ora indagato a piede libero….
Cosa dire, con un sistema giuridico così marcio, con giudici che si vendono per poche migliaia di euro… dove pensate che potrà mai andare questo nostro paese…
Altro che “Ora Legale”… qui neppure l’ora solare ci potrà aiutare…
La legge è uguale per tutti… tranne per quelli che pagano le mazzette, per loro – statene certi – ci sara sempre una corsia privilegiata!!!
Molti giudici sono incorruttibili, nulla può indurli a fare giustizia… 

L'ombra della mafia "catanese", nei supermercati e società di vigilanza a Milano!!!

Sono quindici le misure cautelari e due fermi sono già scattati tra Lombardia e Sicilia (a Catania)… 
Il blitz è della di polizia e della Gdf – coordinato dalla Dda di Milano – nell’ambito dell’indagine contro le attività criminali di una delle famiglia mafiosa “catanese”, tra le più note degli organi inquirenti… 
Secondo quanto si è appreso, sono state poste in amministrazione giudiziaria quattro direzioni generali della società di grande distribuzione tedesca LIDL, cui afferiscono circa 200 punti vendita in Italia. 
Dall’inchiesta è emerso che la cosca siciliana garantiva inoltre il monopolio degli appalti…
Secondo l’accusa, la presunta associazione per delinquere smantellata oggi dalla Dda di Milano avrebbe ottenuto “commesse e appalti di servizi in Sicilia” da Lidl Italia e Eurospin Italia attraverso pagamenti in denaro a esponenti del clan mafioso, in grado di garantire il monopolio di tali commesse e la gestione dei lavori in Sicilia… 
Gli arrestati, inoltre, avrebbero ottenuto lavori da Lidl Italia “in Piemonte” sempre attraverso l’abituale metodo delle tangenti corruttive”. 
Secondo il gip di Milano Boccassini, esisteva uno “stabile asservimento di dirigenti Lidl Italia srl, preposti all’assegnazione degli appalti, onde ottenere l’assegnazione delle commesse, a favore delle imprese controllate dagli associati, in spregio alle regole della concorrenza”, spiegando come, questa soggetti affiliati, “sapevano chi corrompere e quali fossero le persone giuste da corrompere”.
Ora sono in corso 60 perquisizioni tra Lombardia, Piemonte, Puglia e Sicilia, sequestri preventivi di beni immobili, quote sociali, disponibilità finanziarie e ordinanze di amministrazione giudiziaria nei confronti di società operanti nel settore della grande distribuzione e della vigilanza e sicurezza privata, su una società di vigilantes che lavora nel tribunale a Milano, oltre che sulla catena dei supermercati Lidl e sugli appalti di alcune scuole. 
Potremmo dire… un vero è proprio ritorno in vecchio stile di quel ben noto… “Clan dei Siciliani”!!! 

"Noi con Salvini": ed ora, sovrapponendo quei "buoni risultati" a questi ultimi, dove si è giunti???

Volevo riproporre quanto lo scorso anno era stato dichiarato  dall’On. Angelo Attaguile (Segretario Nazionale e Coordinatore in Sicilia di “Noi con Salvini”) a conclusione del voto delle Amministrative Siciliane 2015:
http://catania.livesicilia.it/2015/06/02/noi-con-salvini-attaguile-buoni-i-risultati-raggiunti_342460/
In quel periodo… restai sorpreso nel leggere di quella grande soddisfazione per quei risultati raggiunti (in soli tre mesi dalla nascita del movimento), ed allora, ho voluto attendere un anno, prima di valutare in quali modi si sarebbe evoluto questo movimento politico…
Oggi, ad un anno esatto, mi ritrovo ad esaminare le votazioni appena concluse e noto per l’ennesima volta… un fallimento totale!!!
Una vera e propria débacle organizzativa, inequivocabile, in tutta la regione ed in particolare nelle province in cui si pensava di vincere…
Si può notare come, inoltre, si è distrutta l’immagine positiva che in questi mesi, il Segretario Nazionale Matteo Salvini si era costruito… ricucendo quei conflittuali rapporti tra Nord e Sud, esasperati ai tempi del suo ex leader Umberto Bossi… 
Ora purtroppo… anche l’esperimento avviato con la lista “Noi con Salvini” (poteva rappresentare l’anticipazione di una nuova realtà politica a modello “Lega Sud”) si è affievolito sempre più per sprofondare in un completo fallimento, a causa dell’inadeguata capacità organizzativa proprio del suo coordinatore regionale: sarebbe bastato mettere in campo dei soggetti esordienti ed un programma innovativo che mostrasse non solo concretezza, ma che risultasse lontano da tutti quegli stereotipi di cui ormai la gente è stanca… 
Dopotutto, erano le stesse proposte che sono state presentate dagli esponenti del M5Stelle, che hanno espresso, grazie ad una politica accorta e realizzata con il modello “porta a porta”, di essere senz’altro più convincenti ed è il motivo per cui hanno vinto quasi ovunque…
Comunque, preferisco parlare attraverso i numeri…
Le amministrative, sin dalla prima consultazione, hanno dimostrato (per la lista “Noi con Salvini”) percentuali molto risicate, senza che vi fosse un eletto al primo turno tra i sindaci…
Avevo letto nella loro pagina ufficiale di Facebook: sostieni i sindaci sostenuti da “Noi con Salvini”, 15 minuti del tuo voto valgono 15 anni di buongoverno in Sicilia,  seguito da un poster con la foto degli aspiranti Sindaci…
Vi era a Noto, Corrado Figura, fermatosi a 5.427 preferenze pari al 46,20% (di contro è stato eletto a Sindaco Corrado Bonfanti che ha ottenuto 6.320 voti il 53,80%), quindi, Angelo D’Anna vincitore a Giarre (sì… è il nuovo Sindaco… ma grazie all’accordo stretto con Salvo Vitale che al primo turno elettorale era giunto al terzo posto con 3275 voti); analoga situazione per Gino Ioppolo, nuovo Sindaco di Caltagirone (ma da quanto ho potuto vedere è sceso in campo con altri loghi: Forza Italia, Caltagirone ci unisce, Caltagirone domani, Noi calatini e Pdr-Sicilia Futura… di “Noi con Salvini” neppure l’ombra…) ed infine, Stefano Battiato a Lentini, uscito sconfitto dal ballottaggio, in quanto il concorrente Bosco ha riscosso più del 55% delle preferenze, mentre egli ha di poco superato il 44%…(ed anche qui stranamente della lista “Salvini” neppure l’ombra… ma esclusivamente: Lentini Protagonista, L’Altra Lentini, Tutti Noi Evoluzione Civica, Popolari per Lentini, M.I.D. Iniziativa Democratica, Lentini Sarà Bellissima, Attivamente).
Anche lo scorso anno, nei dieci comuni in cui si era presentata, non era riuscita a piazzare alcun sindaco e neppure a mandare i suoi candidati al ballottaggio…
Ricordo per esempio… Agrigento, dove il deputato Marcolin si era piazzato terzo con il 9,22% (mentre la lista ‘Noi con Salvini’ si era fermata soltanto al 3,56%); oppure a Milazzo, dove Giuseppe Ragusi si era fermato al’l,53% delle preferenze (con 1,26% la lista); analoga situazione si era ripetuta a Gela, dove Antonio Giudice, non era riuscito ad andare oltre l’1,05%; mentre un po’ meglio era andata a Lorenzo Seminerio a San Giovanni La Punta, che, con il suo 11,77% si era classificato terzo (la lista comunque s’era fermata al 5,20% ); tra le delusioni vi era Marsala, dove Vito Armato era risultato ultimo con l’1,37%, ed eguale risultato, aveva ottenuto Paolo Corrao a Villabate, con il suo 9,38%, (la lista… soltanto il 5,90% ). 
Proseguendo (ma… soltanto per ricordare), tra tutti i Comuni in cui si votava sotto i 15.000 abitanti, nessun esponente del partito di Salvini, nei tredici ballottaggi, fu eletto… e soltanto a Pedara, Gaetano Patralia si posizionò terzo con il 9,37% (mentre la lista si è fermata al 6,12%); di contro, nei sette Comuni in cui era presente la lista (Gela, Marsala, Milazzo, Agrigento, Pedara, San Giovanni La Punta e Villabate) soltanto la metà di questi superò la soglia di sbarramento del 5% ; infatti, ciò, riuscì soltanto a Villabate, Pedara e San Giovanni La Punta!!!

Oggi in tutti i comuni siciliani in cui si è votato, Alcamo, Antillo, Barrafranca, Calascibetta, Caltagirone, Canicattì, Capo d’Orlando, Caronia, Falcone, Favara, Ferla, Ficarra, Galati Mamertino, Giarre, Grammichele, Lentini, Montevago, Noto, Patti, Porto Empedocle, Ramacca, Rodì Milici, San Marco d’Alunzio, Sant’Angelo di Brolo, Sortino, Terrasini, Torregrotta, Vallelunga Pratameno, Vittoria, la costola della Lega Nord “Noi con Salvini”… ha raccolto soltanto briciole…

Come dicevano i latini… “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”!!! 
Mi chiedo… ma con queste cifre, dove si vorrebbe andare? 
Stiamo parlando di numeri che, in percentuale e cioè “spalmati” su tutta la regione rappresentano l’1-2%… 
Comunque una cosa è certa, in questi due anni d’amministrative la Lega o meglio “Noi con Salvini” ha subito una battuta di arresto… anzi direi… che non è proprio partita!!!
Quel progetto d’espansione al Sud ha dato esiti fallimentari, in quanto costruito su personaggi “consumati” della politica… e dove, non si è voluto (o non si è saputo) investire su altri, certamente sconosciuti, ma forse più entusiasti di entrare a far parte in quel mondo della politica!!!
Salvini, dopo aver perso la Capitale, Milano e il Sud… dovrà ora cominciare a difendersi anche dagli attacchi interni del proprio partito… a cominciare da quell’Umberto Bossi che, defenestrato a causa delle inchieste che l’avevano coinvolto con il “cerchio magico“, ora a distanza di alcuni anni, vorrebbe rientrare a battere i pugni sul tavolo…
Se Matteo Salvini vuole ancora tentare di riorganizzarsi in Sicilia, è tempo che modifichi questa propria dirigenza, allontanando definitivamente dal proprio partito quei nominativi… che ormai da troppo tempo, vivono quale “mantenuti” di una compassata (e aggiungerei deteriorata) politica…

Dopotutto… dando ragione a quanto espresso in questi giorni dall’ex leader, Umberto Bossi: “Chi comanda ha la responsabilità, ed oggi Salvini comanda e quindi è lui ad avere tutta la responsabilità della sconfitta ai ballottaggi“!!! 

Anche perché… sono sempre parole del Senatour… a me non piace la direzione che ha preso la Lega Nord ma, per la verità, non ho nemmeno capito bene che direzione abbia preso Salvini… vuole sfondare al Sud ma non vedo un programma, un piano; per cui andare al Sud solo per raccattare un po’ di voti e poi scappare per avere qualche voto o qualche poltrona in più, secondo me è un’idea peregrina che non porterà da nessuna parte“.
Sembra incredibile… ma per questa volta voglio ricredermi, trovandomi perfettamente concorde con quanto da lui espresso!!!

21 marzo: giornata della Memoria e dell'Impegno, in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

https://it.wikipedia.org/wiki/Vittime_di_Cosa_nostra_in_Italia

Vi basta collegarvi a questo link per vedere tutti i nomi delle vittime della mafia e se li contate vedrete che sono… troppi!!!

Lo Stato avrebbe dovuto proteggerli non tutti… ma ognuno di essi, nessuno meritava di essere barbaramente ucciso per come è accaduto…

Contarli, vedere quanti sono… strazia il cuore, perché fa comprendere quanto debole o complice sia stato questo nostro paese, con quelle associazioni criminali!!!
Oggi, come ogni giorno in cui vi è un anniversario da ricordare si scende in piazza… voler essere lì  a manifestare il proprio sdegno, a sollecitare un maggiore impegno da parte delle istituzioni…
Certo è bello vedere tutta questa gente, quei giovani che scendono per le strade per fare sentire la loro presenza, contare tutte quelle associazioni di legalità che si mobilitano, da Messina a Milano… è vederli con quanto impegno hanno organizzato tutto questo…

Come in queste circostanza, le frasi espresse sono forti e incisive, soprattutto quando sono i familiari delle vittime a parlare…

Mi piace quella frase che dice “ognuno può e deve fare qualcosa”, il problema però è che quando si tratta di fare le cose o meglio di metterle in pratica… ecco quando si tratta di esporre la propria persona, qualcosa s’inceppa…
Perché la verità e che quando si tratta di mettere il proprio nome e cognome, ecco, in quel preciso momento, sono in molti a tirarsi indietro e alla fine restano sempre i soliti pochi “eroi” a combattere per tutti!!!
Basti vedere come alla fine – già da domani – questa giornata simbolica ritorna nel dimenticatoio… ed ognuno riprende a fare la propria vita come sempre… in egual maniera, aspettando sempre che siano gli altri a mettersi davanti, mentre loro dietro, senza mai intervenire o mostrare alcun impegno!!!
Leggere i nomi delle vittime serve a poco se poi l’andazzo è sempre lo stesso… quella ricercata uguaglianza e legalità che si contrappone principalmente ai propri interessi… quella giustizia che si perde quando si chiede il favore al politico di turno, quando si brama a proprio vantaggio a discapito di quanti si sa essere più meritevoli o quando, infine, dinnanzi ad una denuncia… si preferisce l’omertà…
Serve a poco sfilare o sperare che questi giovani cambieranno la storia della lotta alle mafie…
La maggior parte di essi dopotutto è figlia di quel sistema… e ha proprio come genitori quegli stessi che da sempre hanno partecipato a quei metodi collusivi/corruttivi e mafiosi che li hanno, negli anni, assistiti, sostenuti e cresciuti e che ora o a breve, faranno sì di trasmettere quel testimone tentacolare ai loro figli, insegnando loro quella sistematica metodologia che li visti chiedere e dare qualche favore ai soliti “amici degli amici”…
Dice bene l’ex Magistrato Gian Carlo Caselli: contro le mafie c’è ancora tanto da fare e i giovani che sfilano così numerosi, potranno “forse” riuscirci meglio di noi…
Sì… quel “forse” è perfetto, sottinteso… anzi aggiungerei collocato al posto giusto!!!
Perché non è passeggiando o gridando a squarciagola, che si vince contro la mafia…
Quello serve esclusivamente per fare propaganda o fare in modo di “sottrarsi” a un giorno di scuola… se non fosse per quel giusto tributo da dare a quanti hanno dato la loro vita… lo riterrei di per se un gesto inutile!!!
Perché la verità è che bisogna fare riforme serie e rigorose…
Basta con politiche inconcludenti o con leggi deboli che fanno sì che questa criminalità continui ad operare nei modi che ancora oggi vediamo…
Io non ci sto a questo modo di fare… mi sembra quasi di “elemosinare” la mafia, sperare cioè che essa si rammarichi per quanto finora compiuto e decida così… all’improvviso, di pentirsi del male commesso e corregga quelle azioni e quei modi violenti attuati, che finora le hanno permesso di resistere da oltre due secoli…
Un giorno “forse” la mafia sarà sconfitta… ma prima che si giunga a quel momento, strada da fare c’è ne… e non intendo certamente… quella che in tutti questi anni – proprio come oggi – si è deciso di percorrere!!!

Roma… Tronca con il passato!!!

Dopo la “disastrosa ” caduta del sindaco Marino, adesso, alla guida della capitale, giunge l’ex prefetto di Milano…
Abbiamo ascoltato della congiura, delle 26 coltellate e dell’unico mandante… che già il prefetto Gabrielli ha provveduto alla nomina, del nuovo commissario per la capitale: Francesco Paolo Tronca!!!
Siciliano, nato a Palermo 63 anni fa, ha guidato ultimamente l’Expo… ed ha dichiarato di essere orgoglioso per essere stato scelto e soprattutto ha dimostrato di non aver avuto tentennamenti e di non aver bisogno di tempo… per riflettere!!! 
Anzi, ha riportato: Quando giungono queste richieste così importanti bisogna fare il proprio dovere!!!
Gli si chiede come affrontare il nuovo incarico ed egli dichiara, che c’è la necessità di trovare nuove metodologie, che sappiano creare efficienza ed efficacia…
Non si tratta quindi di prendere ad esempio il modello Milano, ma di cogliere il meglio di quella esperienza, per adattarla a questa situazione, totalmente differente…
Bisogna prepararci al Giubileo….
La sfida quindi è quella di applicare le esperienze migliori dell’Expo e nel contempo, provare a debellare quella piovra chiamata “mafia” che in questa capitale ( aggiungo io… grazie anche agli appoggi dei propri funzionari “collusi” della pubblica amministrazione) ha saputo esprimere il “peggio” di se!!!
La mafia si può combattere e si possono colpire gli interessi economici in modo duro e secco…” ecco con quali parole interviene il nuovo commissario di Roma.
Si tratta di “troncare” con il passato, e chi meglio (con questo cognome…) poteva essere incaricato a risolvere i problemi di questa città, dopo soprattutto aver assistito in questi anni, a comportamenti violenti e corruttivi, da parte dei suoi politici, amministratori, dipendenti e criminali… tutti uniti e organizzati per quell’unico obbiettivo chiamato:denaro pubblico…
Bisogna ripulire completamente questo sistema… e la scelta di Tronca, secondo quanto di apprende, rappresenta per questa città una speranza, augurando che questa metodologia, possa con il tempo… ampliarsi fino ai confini del nostro paese.
Perché non si tratta di trovare nella capitale, il punto d’incontro di tutti i nostri mali… perché ogni nostra regione, ogni sua città, a finora dimostrato di non essere esclusa da colpe  gravi, dove, soltanto in modo minore… si è compiuto in maniera eguale, quanto di più infamante era possibile…   
Tralasciando quindi immeritati paragoni (che in questi giorni ho dovuto ascoltare…) dove, a quelle solite frasi fatte, esclusivamente dichiarate per farne propaganda… ci si accorge purtroppo, che il sistema “malaffare” continua imperturbabile per la propria strada, dimostrando come la corruzione, continua imperterrita ad essere ovunque dilagante…
Ecco forse è il momento di finirla con le parole, da adesso in poi, a questi nostri governanti, non resta che passare finalmente ai fatti…
Vorremmo evitare, di ritrovarci tra qualche anno ancora qui… per dover scoprire come di fatto nulla si sia fatto e poco si sia modificato…. per accorgerci ancora una volta, che si è stati solo capaci… di sprecare l’ennesima buona occasione!!!

Se Milano è la "capitale morale"… allora….

Scusi Presidente, ma forse distrattamente… mi sono perso qualche passaggio…
Stava forse parlando di Zurigo/Ginevra o certamente si stava riferendo a Vienna e/o Vancouver… 
Perché se dovesse essere a suo giudizio Milano la città che meglio di tutte… si è riappropriata del ruolo di “capitale morale” del nostro Paese, mi permetta, ma ho paura che Lei, conosca in modo molto superficiale questa città…
Cerchiamo intanto di trovare un punto in comune… cosa intende per morale…
Sicuramente, quella serie di modelli comportamentali e sociali, compiuti mediante il perseguimento di determinate condotte… e quindi s’intendono quell’insieme di azioni, che rappresentano i veri valori sociali di una società o anche semplicemente di un individuo!!!
Bene, fatte le dovute considerazioni, debbo portare a sua conoscenza, quanto proprio in questi giorni ho potuto leggere su questa città e cioè:
– il quotidiano la Repubblica scrive oggi che la procura di Milano ha aperto un’inchiesta sulla spartizione dei diritti televisivi della Serie A fra il 2015-2018 e che tra i documenti si fa riferimento alla vendita del Milan…

Inoltre,
– da un’indagine sempre della Procura di Milano, è emerso che sarebbe –in relazione a una concessione petrolifera in africa- stata pagata una “tangente milionaria” di cui oggi la Corte di Londra avrebbe effettuato un sequestro preventivo per 190 milioni di dollari, già… sembra essere una maxi-tangente da 1 miliardo e 92 milioni di dollari, che sarebbe stata pagata da Eni per l’acquisto della concessione del giacimento petrolifero “Opl-245” in Nigeria e di cui, circa 800 milioni, sarebbero stati ripartiti tra politici e intermediari africani, mentre la restante parte, circa 200 milioni, sarebbe stata destinata a mediatori e manager italiani e europei… 

Ed ancora,
– arrestati due giorni fa… un giudice, un cancelliere, un finanziere e alcuni professionisti (in affari col magistrato), dal quale è emerso, un sistema corruttivo all’interno del Tribunale ed ora che stanno uscendo i nomi, sono in tanti a tremare!!!
Una confessione che descriveva un sistema svolto anche da altri colleghi, ove s’interveniva direttamente per risolvere cause giudiziarie e dove con l’ausilio di avvocati e dottori commercialisti, si sarebbe stretto un patto corruttivo, ottenendo vantaggi ed omaggiando (vostro onore) con bustarelle, oggetti costosi, abiti griffati, fino a pagargli persino le bollette…
Ancora,
– cosa dire dell’arresto del vice presidente della Regione Lombardia, Mario Mantovani, accusato di concussione, corruzione aggravata e turbata libertà degli incanti e che portato in carcere altre persone, tra cui anche alcuni dipendenti della Regione…
Oppure,
– manette per due dipendenti del Comune d Milano, oltre a un titolare di un‘impresa edile, dove fra i reati contestati vi è anche la frequentazione di escort durante il proprio orario di lavoro…
Ed infine,
– quanto fatto emergere dal sostituto procuratore della repubblica di Milano, Gaetano Ruta, sul rinvio a giudizio del presidente dell’Inpgi (Andrea Camporese) nell’inchiesta sul crac della holding Sopaf, una truffa ai danni dell’Istituto di previdenza dei giornalisti che secondo l’accusa, avrebbe portato nelle tasche del presidente circa 200.000 euro a titolo di remunerazione per il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio…
Ora, nel volermi limitare… desideravo confermarle che le inchieste riportate sopra,  fanno riferimento solo ad alcune emerse in questa settimana!!!
Quindi, visto che Lei (più di chiunque altro) è nelle condizioni di farsi consegnare un riepilogo, con tutte le inchieste svolte quest’anno dalla Procura di Milano… vedrà da se, come, quel giudizio espresso precipitosamente per questa città… andrebbe “forse” rivisto!!!
Caro Presidente, io resto dell’idea che dove ci sono soldi… c’è sempre la possibilità di trovare persone disposte a corrompere ed altre disposte a farsi corrompere… ed essendo Milano la regina tra le nostre città, che da sola, muove una grossa fetta di quella economia nazionale… è logico pensare, che il livello corruttivo sia certamente, molto più alto, di altre… nelle quali si sta esclusivamente sopravvivendo…     
Adesso, se il metro di paragone di riferimento da Lei adottato e quello di un’altra città… altrettanto corrotta (se non di più) e mi riferisco alla nostra Capitale, è ovvio che se è Roma per Lei il modello di riferimento a cui si e ispirato… allora capisco perfettamente i motivi, che inducono a credere che Milano sia quel nuovo modello esportabile di sinergia…
Ma, così come non vale la regola di “fare di tutta l’erba un fascio“, non può altrettanto valere la regola che “mafia Capitale” possa configurarsi nell’immagine di una della città più bella del mondo!!!   
Ho sentito dire che con l’Expo abbiamo lavorato benissimo… ma, non è che forse ci si è dimenticati troppo velocemente, delle accuse di riciclaggio o di concorso in corruzione, inchiesta che, se pur in conclusione con vari patteggiamenti… risulta però essere ancora aperta, in quanto si è in attesa del deposito di ulteriori documenti …
Le sue sono certamente belle parole… che spronano ad una politica di rinnovamento, ad un cambiamento profondo… ma se non si interviene nelle coscienze, educando alla responsabilità ed alla legalità democratica, promuovendo non solo azioni di sensibilizzazione ma soprattutto, applicando quei correttivi necessari, affinché la corruzione (o le sue modalità… ) non abbiano ad esistere… ecco alla fine ciò che resta… sono solo… belle parole.
Milano, come Roma e come la mia Catania… sono delle bellissime città… ma esprimere in questo periodo, giudizi sulla moralità… mi dispiace contraddirla… quella è tutta un’altra storia!!!  

Da un partito all'altro… meno male che Silvio c'è…

Da un partito ad un’altro… e quindi, ritornare nuovamente alla base…

Si tratta del capogruppo di Forza Italia, Alan Rizzi, che a fine 2013 decide di spostarsi con il Nuovo centro destra d’Alfano… provocando per questo “spostamento”, dei forti risentimenti da parte del vicepresidente della Regione Lombardia, Mario Mantovani (anch’egli della stessa filiera del Cavaliere…), il quale palesava, per quella inopportuna scelta, un irritata e critica esternazione…
All’improvviso però, a distanza di pochi giorni, il “disertore” decise di rientrare in riga…
Cos’era successo… semplice, ne parla proprio il Mantovani (ora agli arresti), ricordando di una telefonata (intercettata) nel quale il Cav. si vantava di averlo fatto rientrare con una promessa…

Quale…??? Quella di “un posto di lavoro per il fratello” rispondeva al telefono il Cavaliere…. insomma… va bene..

Va bene, a presto…“, rispondeva il Mantovani rassicurato.
Sentire quel “va beneè terribile… dimostra con quali soggetti abbiamo a che fare… con gente disposta a vendersi, volubili, persone banderuole, voltagabbana, senza dignità, che cambiano posizioni, opinioni e decisioni a seconda delle circostanze o delle convenienze!!!
Ed ecco quindi (che per quel rientro…) dopo pochi mesi, il consigliere forzista Armando Vagliati propone Richard Rizzi, (fratello del sopra Alan), per un posto nelle società partecipate A2A e Metropolitana Milanese… e non solo… il 13 maggio del 2014 (un salto di carriera incredibile… realizzato in così pochi giorni…) viene nominato sindaco di Metropolitana Milanese!!!
Certo se a quanto sopra si aggiungono inoltre le intercettazioni realizzate dalla GdF, su Giacomo Di Capua (allora collaboratore dell’Assessore alla Sanità Mantovani), di Giovanni Balboni (allora comandante interregionale Nord-Ovest) e del vicecomandante generale dei carabinieri Vincenzo Giuliani, dove, attraverso un servizio di appostamento e pedinamento, si è potuto osservare come, lo stesso generale s’incontro ad un appuntamento con il Mantovani e sopo essere sceso dall’auto in dotazione dell’arma, salì in quella dell’assessore (una Bmw…) con la quale ripartiva per entrare ad Arcore a casa del Cavaliere.
Successivamente… siamo intorno a Novembre, stranamente anche lo stesso Balboni, chiese un incontro al Di Capua, comunicandogli però che lo aspetterà con vestiti borghesi e raccomandandosi di non entrare in caserma, bensì di fargli uno squillo quando giungerà lì vicino, al fine di potersi incontrare al bar… (minchia… che situazioni… sembra di essere all’interno di una spy-story). 

Comunque per dovere di cronaca… interpellato, gli è stato chiesto a cosa era dovuto quell’incontro… e la risposta è stata: accettai… perché mi chiese se avessi piacere di salutare Berlusconi ed anche perché avrei voluto dire al presidente, che era appena cambiata tutta la catena gerarchica ed indicare gli interlocutori, per qualunque inconveniente relativo ai servizi dell’Arma attorno alla villa e per quanto riguarda quel passaggio sull’auto di Mantovani? la risposta è stata: si offrì lui di portarmi sulla sua auto, che presumo fosse più conosciuta dai responsabili della vigilanza di Arcore… io valutai di entrarvi non in divisa e non sulla mia auto per non allarmare nessuno: questione di riservatezza, non di carboneria. Non chiesi alcunché a Berlusconi, né l’ho più incontrato…
Comunque, non c’è nulla di nuovo… lo stesso Cavaliere molti anni prima intervistato, aveva dichiarato: La formula del successo si riassume in tre parole: lavoro, lavoro, lavoro!!! e quindi… perché oggi stiamo a sorprenderci per aver semplicemente “raccomandato” il fratello di un amico… per un posto di lavoro???
Tanto, un raccomandato in più… cosa cambia???

EXPO: nuovo business per Escort

L’Expo Milano 2015 sta per aprire… 

Il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione, verrà a giorni presentato presso l’Esposizione Universale che dal I° Maggio al 31 ottobre 2015 accoglierà circa 20 milioni di persone…
Ed ecco quindi, giungere da tutti i paesi europei e non, migliaia e migliaia di ragazze, che, in cerca di un monolocale/bilocale, vicinissimo alla struttura milanese, precisamente a Rho, iniziano a contrattare gli appartamenti ancora liberi, attraverso quegli annunci ancora presenti in riviste e quotidiani.
E’ proprio vero… dove circola denaro c’è il mercato della prostituzione, che a seconda dei gusti e soprattutto del portafoglio, metteranno a disposizione dei loro clienti, le loro capacità amatorie…
I clienti troveranno un’ampia scelta, da quelle di lusso ( da centinaia e/o migliaia di euro ) a quelle di strada… ( qui basteranno pochi euro ) ma certamente in molti resteranno ( a loro dire… ) soddisfatti…
Ormai le chiamano “sex-worker” cioè lavoratrici del sesso e se consideriamo che in Italia, il sesso è ancora visto come qualcosa da imitare e dove il nudo e certi personaggi ( attori porno ), si ritrovano ad essere ospitati in trasmissioni televisive, soltanto per aumentare lo share, ecco che allora, non dobbiamo meravigliarci se i problemi “profondi” sessuali con cui in tanti giornalmente si confrontano, esplodono poi con le violenze e l’aggressione che ormai andiamo assistendo dai media in particolare in ambito familiare…
L’altra sera, stavo passeggiando al centro di Catania, quando adiacente Via Umberto, c’erano tantissimi giovani ( in particolare ragazzine ), messi li in fila, ad attendere l’ingresso al cinema per il film: cinquanta sfumature di grigio…
Ora, per quanti hanno potuto leggere questo libro così “banale”, c’è da sorprendersi quanto, nel 2016, certe manifestazioni, attirino ancora, in particolare i nostri giovani, così inesperti e sempre in cerca di novità…
Ricordo ai miei tempi, il film scandalo di “Nove settimane e 1/2” che – ad esclusione dei due attori protagonisti e della canzone interpretata da Joe Cocker – presentava per il resto una scenografia noiosa e veramente scialba…
Io – senza alcuna presunzione – ( ma troverei certamente appoggio in quante… hanno avuto modo di “conoscermi”) viaggiavo già a quei tempi in maniera molto differente rispetto ai miei coetanei e sicuramente su livelli non “standard“, tanto… da non avere tempo, neanche, per condividere le classiche partite e/o uscite con gli amici…
Ovviamente questa ricerca di sesso tocca ormai tutti e non parlo solo per quelle persone “comuni” che ricercano un’avventura o le fantasie sessuali che non riescono ad avere dalla propria compagna… ma di tutti coloro che, per loro stessa natura, aggiungerei “deviata”, vanno ricercando situazioni al limite e certamente estreme…
Ecco quindi che tra i clienti delle escort e degli omosessuali, ci sono, una serie di soggetti, a cui non basta più l’emozione del rapporto etero o bisex… ma si spingono a trasgredire scoprendo la propria sessualità ( o diversità ) attraverso nuove situazioni particolari ( vedasi travestimenti, sadomaso, ecc… ) ma vanno sempre più…, alla ricerca dei cosiddetti “trans” per eccedere in quel sesso perverso che dovrebbe dare loro, ricercate e nuove, esperienze sessuali…
Ovviamente, dalla sopraddetta lista, escludo tutti quei “malati” che indirizzano i propri comportamenti nei confronti di minori: ecco questi, andrebbero buttati (come fa l’ISIS) dai tetti dei palazzi!!!
Infine, non bisogna dimenticare che nell’andare con le prostitute, si contribuisce non soltanto ad aumentare i rischi di malattie sessuali, ma soprattutto s’incrementa a schiavizzare quelle ragazze/i ed a far crescere finanziariamente quelle organizzazioni criminali… perché dove c’è prostituzione… c’è sempre criminalità e droga!!!
Un giro d’affari per milioni di euro, a cui nessuno malvivente vorrà sicuramente mancare.., con il rischio così di vedere questo nostro Expo ricordato, non per aver promosso, innovazioni alimentari e nutrizionali per un futuro sostenibile, ma soltanto per aver dato nuovo impulso di crescita alle violenze ed agli abusi, in questo nostro già abbastanza “insanguinato” territorio!!!  

Expo… in odor di mafia!!!

Ad oggi, le imprese escluse dai lavori dell’Expo, per infiltrazioni criminali, sono ben 68!!!
La prefettura di Milano ha disposto le cosiddette “interdittive” avendo verificato ben 368 aziende…
Quindi se si prova a fare due conti…, vedrete che quelle che non possedevano i requisiti di legalità sono più del 10% sul totale… e cioè che che le infiltrazioni mafiose hanno coinvolto circa una ditta sulle 9 tra quelle impegnate nei lavori dell’Esposizione Universale di Milano. 
Società che erano già state ammesse nelle cosiddette “white list”, ma che successivamente sono state escluse… in particolare, per aver utilizzato mezzi d’opera non in regola poiché utilizzavano targhe clonate. 
Il sistema prevedeva, l’utilizzo di subappaltare i lavori a società poco “limpide” che per ingannare i controlli, utilizzavano targhe clonate (preventivamente autorizzate ) in automezzi diversi da quelli verificati…
Un altro caso ha visto l’allontanamento di una società amministrata dalla moglie, il cui marito era stato sottoposto ad interdizione per traffico internazionale di droga; la società è stata espulsa dai lavori, in quanto si è dimostrato che i movimenti economici, servivano per il mantenimento del familiare e delle spese legali necessarie…
Da un’ulteriore controllo, si è scoperto che un’altra impresa di Crotone, utilizzava esclusivamente personale originario della cittadina calabrese, che di fatto non costituisce di per se un problema… se non fosse che dagli accertamenti è emerso che, molti di essi erano pregiudicati o ancora peggio, legati ad associazioni malavitose…
Stessa situazione si è poi ripetuta per molte aziende a conduzione familiare, amministrate da prestanomi o parenti incensurati…
E’ dire che il nostro paese, aveva convinto gli investitori stranieri, a puntare su quest’investimento… dichiarando che l’evento, sarebbe stato “mafia free“… 
Non vorrei comunque, che proprio questo modo “delicato” d’intendere la mafia è cioè in quel modo del tutto “libero”, ha permesso che quanto oggi scoperto, derivi proprio da quel modo “inconsistente” di fare i controlli… e che consente ad ogni occasione, certi cosiddetti “imprenditori”, di continuare ad operare in quelle grandi opere, permettendo – grazie ad uno Stato disimpegnato – di utilizzare quei soldi pubblici, che vanno non solo a ripulire, ma soprattutto a saziare, le casse di tutte quelle associazioni criminali, che di fatto, sin dall’inizio si volevano ( a parole ) contrastare!!!

Commissario alle infrastrutture… indagato!!!

Riprendo una notizia di qualche giorno fa…

Il Commissario delegato per le Infrastrutture di Expo, oltre che responsabile unico per il procedimento di Padiglione Italia, Antonio Acerbo, è stato indagato nell’ambito dell’indagine della Procura di Milano su appalti relativi alla manifestazione che si terrà a Milano nel 2015.
In un comunicato, ne ha dato notizia il procuratore Edmondo Bruti Liberati.
Inoltre, nella nota si precisa anche che sono state eseguite dalle perquisizioni dalla Guardia di Finanza nella residenza dell’indagato, al quale è stata notificata una informazione di garanzia per i reati di corruzione e turbativa d’asta.
E’ stata inoltre ordinata l’esibizione degli atti e dei documenti relativi alla procedura ‘Progetto Via delle acque’, presso Expo Spa e Metropolitana milanese Spa”. 

L’indagine, nella quale viene indagato il commissario delegato è quella sulla cosiddetta “cupola degli appalti”.
Un’inchiesta che aveva già portato nei mesi scorsi all’arresto di altri soggetti tra cui, l’ex parlamentare della Dc G. Frigerio, dell’ex Pci P. Greganti, dell’ex senatore del Pdl L. Grillo
Ora ovviamente, vista la delicata figura del commissario nella sua ex posizione di controllore, l’assenza potrebbe “forse” rappresentare un problema – debbo aggiungere che se per controllare s’intende quanto si è fatto finora, credo che questa mancanza potrà essere sicuramente superata agevolmente dal prossimo sostituto…

Ora ovviamente l’indagato ha subito chiesto di voler essere ascoltato dalla Procura di Milano, per meglio chiarire la propria posizione, in particolare il proprio legale ne contesta le accuse, dichiarando che non vi è alcuna inplicazione né “dei presunti corresponsabili”, né delle presunte “utilità economiche” che, secondo l’accusa invece avrebbe percepito.
L’avvocato stesso ha inoltre confermato che la Guardia di Finanza ha sì perquisito l’abitazione dell’ex commissario, ma che nulla gli è stato sequestrato…

Ora tra le carte si stanno anche cercando gli incroci che egli avrebbe avuto con l’imprenditore Enrico Maltauro, in particolare sull’utilità economiche di pilotare la gara “Progetto via delle acque”, lavori complessivi per oltre cento milioni, che riguardano l’apertura di un canale fra il sito Expo e il Naviglio Grande, ponti, collegamenti, riservati anche a pedoni e biciclette…
Ora sembra che Maltauro abbia raccontato ai Pm, di aver fatto ottenere al figlio di Acerbo ( il manager era dg a Palazzo Marino dal 2010 nell’era Moratti) un contratto di consulenza con la sua impresa costruttrice da circa 30 mila euro, contratto cui adesso gli inquirenti e investigatori stanno lavorando, ipotizzando possa essere una delle presunte utilità economiche ricevute dal manager…

Una lercia vicenda questa dell’Expo. già mentre è iniziata la vendita dei biglietti per l’Esposizione Universale, che si dovrebbe aprire ( uso il condizionale viste le circostanze… ) tra pochi mesi, precisamente il 1° Maggio dell’anno prossimo, noto come non si finisce mai di mostrare al mondo il vero volto di questo Paese, corrotto ormai a tutti i livelli possibili… ben evidenziato proprio in questi giorni dal film di Paolo Virzì ” Il Capitale Umano ” scelto perfettamente ( chissà quanto la scelta sia stata casuale… ) per rappresentare in maniera precisa questa nostra Italia…

E.N.I.: indagata ancora per tangenti in Nigeria…

E’ passato meno di un anno dall’inchiesta su una maxi tangente algerina di Saipem e di quei 123 milioni trovati in Asia – precisamente 100 milioni a Singapore ed altri 23 milioni ad Honk Kong – e dove secondo il gip, questa tangente fruttò a Saipem sette contratti d’appalto…
Su quanto sopra, si aggiungevano tutta una serie di rogatorie in Libano e su partecipate società costituite tramite fiduciarie svizzere a Panama., ed ora,  la procura di Milano ha aperto un nuovo versante, su una presunta corruzione internazionale da parte di Eni in Nigeria…
Bisogna inoltre ricordare che, sempre nello scorso anno, Saipem – società del gruppo – è stata condannata dal Tribunale di Milano a 600.000 euro di multa e alla confisca di 24,5 milioni di euro – sempre per corruzione internazionale in Nigeria – ma la cosa strana è che Saipem pur avendo ricorso in appello è condannata, ai suoi cinque manager imputati, non è successo nulla… in quanto hanno potuto usufruire dell’estinzione del reato per prescrizione…
Gli uomini della Gdf di Milano, la scorsa settimana si sono recati nella sede della società per notificare un avviso di garanzia per corruzione internazionale alla persona giuridica Eni in base alla legge 231 sulla responsabilità delle aziende per illeciti commessi dal management e una richiesta di esibizione di una serie di atti relativi al “resolution agreement” del 27 aprile 2011 fra Eni e il governo nigeriano per il giacimento petrolifero offshore Opl 245…
Secondo l’inchesta, ENI versò un miliardo e 92 milioni di euro su un conto intestato al governo nigeriano presso la Banca JP MORGAN CHASE di Londra e successivamente il governo nigeriano girò il denaro su un conto riferibile all’ex ministro dell’Energia nigeriano, ritenuto dalla procura il vero titolare della società che detiene appunto i diritti della concessione petrolifera.
Sembra che la vicenda sia emersa a causa di un mancato pagamento pattuito di intermediazione, che è sfociato a Londra in una causa civile, da lì la vicenda è divenuta di dominio pubblico ed è così che gli atti sono stati trasmessi alla procura di Milano.
Tangenti sempre e ovunque tangenti… tutto ciò che sappiamo – noi comuni mortali – è che vengono girati tantissimi soldi… certo capire dove finiscono e chi se li intascati, resta sempre un mistero, anche perché non dobbiamo dimenticare che si parla di denaro in nero, senza ricevute e/o bonifici bancari… ed è sempre più difficile capire quanti di questi soldi finiscono per vere esigenze societarie o incassati direttamente nelle casse dei partiti o in qualche conto estero di chissà – non mi meraviglierei – ns. politici…
Ovviamente quando nel mio precedente post, parlavo di distorsioni nei pagamenti della pubblica amministrazione, intendevo proprio quelle cause – derivanti appunto da tutte una serie di trame sotterranee – che hanno ovviamente provocato questo attuale indebitamento dello Stato, maggiorato certamente a causa, sia dall’aumento degli importi d’appalto, che dai maggiori interessi pagati…
Se si pensa che in un solo anno, l’indebitamento pubblico è aumentato di circa 90 Miliardi di Euro… fatte le dovute proporzioni, una grossa fetta di questi è certamente finita in tasca a qualcuno…, non potrò dirvi a chi, non ne conoscerò mai i nomi, non saprò individuarne le professioni e purtroppo, non avrò alcuna capacità di capirne i motivi – se non l’unico il denaro – che abbia potuto ispirare ad una elevazione nello “status sociale”, posizione cui intendevano far parte…, ma di una cosa comunque sono certo, stiamo semplicemente… parlando di LADRI!!!

Grillo non fare il buffone…

Non potevamo attendere a lungo la risposta del neo segretario del Pd Matteo Renzi alla provocazione, altrettanto corretta, del M5Stelle nella persona di Beppe Grillo…

Ok… la legge per l’abolizione del rimborso elettorale ai partiti è finalmente passata, adesso si tratta di restituire i soldi presi… è lì nasce il vero problema!!!
Renzi però lancia un guanto di sfida, che io trovo legittimo…
Caro Grillo con i tuoi 160 parlamentari aiutaci a per fare le riforme…., noi siamo disponibili a rinunciare ai 40 milioni del prossimo anno se tu però ti impegni nelle riforme per superare il Senato, abolire le Province e redigere una nuova legge elettorale”…

Tutto bello, anzi direi bellissimo, peccato soltanto che dobbiamo attendere il prossimo anno per vedere rinunciare ai soldi già incassati…, se si riuscisse a fare quel piccolo sacrificio in più, sarebbe il massimo!!! 

Comunque le parole espresse da Renzi, vanno verso quel cambiamento che in tanti attendono, speriamo che non restino soltanto parole, ma che i fatti possano prendere il sopravvento.
Che qualcosa sta cambiando è certo… anche perché se non lo fanno loro… lo faranno certamente i cittadini e credo che forse finiremo di vedere “larghe e grassone” intese che finora non hanno fatto la loro bella figura.
Forse… e speriamo che ciò possa avverarsi, alla prossima legislatura la proposta è quella di non eleggere più 315 senatori…, 315 personaggi che ha nulla servono se non aumentare i costi della nostra politica, perché come dice Renzi “il Senato non deve più avere una funzione elettiva” io aggiungerei anche selettiva…
Di idee c’è ne sono tante, quante di queste poi riusciranno a realizzarsi è altra cosa, comunque iniziare a parlare di cose concrete per il nostro paese è un buon passo iniziale, parlare di semplificare le regole del lavoro, impegnarsi per modificare la legge Bossi-Fini, cioè quella legge che modificava le norme esistenti in materia di immigrazione e asilo politico, con nuove disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, ed infine il tema delle unioni civili, che verrà posto nel patto di coalizione.
I cittadini chiedono di cambiare definitivamente l’Italia, e convincere quei delusi 42% della politica a ricrederci è ancora molto difficile e non basterà più il voto di protesta dato a Grillo alle ultime elezioni…

Gli Italiani sono stanchi di assistere inermi a questo stato di cose… e se gli interlocutori non cambieranno, credo che a poco servirà fare ulteriori promesse…

La nostra democrazia, per quanto ci vogliono far credere, è a rischio!!!
Se non si fanno ripartire le riforme istituzionali ed economiche al più presto, serve a poco offendere coloro che oggi manifestano, quanti sono a chiedere pari diritti, leggi eque ed uguali per tutti, maggiore legalità e giustizia, applicazione delle pene in maniera severa per chi le infrange, eliminare in maniera definitiva quei vantaggi finora concessi ingiustamente a quanti appartengono a quelle predeterminate caste, fare in modo che chi merita vada avanti e chi è figlio/parente/affine rincoglionito di qualche celebre e altisonante genitore, resti fuori dal nostro sistema, per non incidere negativamente, creando quegli ulteriori gravi danni di cui oggi infatti, ne stiamo paghiamo le conseguenze…!!!
  

Alfano candidato a Presidente della Regione Sicilia???

Ormai, dopo aver fallito come segretario nazionale del PDL, ci viene riproposto secondo una un’indiscrezione che circola tra gli ambienti, quale nuovo Presidente della Regione Sicilia, cioè Berlusconi pensa che dopo averci abbandonato di ripresentarsi e sperare nel voto di noi siciliani…
Pensa forse di recuperare quelle percentuali superiori al 50% che neanche la sua Milano gli ha mai dato e che ormai avendo capito di averla persa,  ha deciso anche di tradire i propri tifosi vendendosi i giocatori migliori della sua squadra…
Certamente questa rappresenta l’ultima possibilità per Alfano, in quanto un suo fallimento ( cosa che avverrà sicuramente… ) lo costringerà a lasciare definitivamente la politica… anche perché a breve, difficilmente ci saranno posti da dividere…

Adesso parla di una politica di austerità e risparmio, che sarà alla base della Sua campagna elettorale, e tra gli impegni presi, inizia sostenendo i candidati a sindaco per le amministrative… con lui ovviamente gli altri esponenti del partito, come Ignazio La Russa, Giuseppe Castiglione, Basilio Catanoso, Raffaele Stancanelli ed altri di cui non ricordo il nome, tutti presenti ed a rapporto, dopo anni di assenza morale, che hanno portato questa terra allo sfacelo assoluto…
Ma tra le argomentazioni interessanti di questi giorni, quella svolta sul confronto-dibattito sulla Legge elettorale « La Sicilia e l’Italia che vogliono scegliere », un esponente del PDL dichiarava che la strada delle elezioni primarie ” può essere sbarrata solo da una scelta ai massimi livelli e quindi si chiedeva al segretario Alfano di scendere in campo per la propria Sicilia, candidandosi alla presidenza della Regione…
Scusi ma se il titolo è la Sicilia che vuole scegliere…, significa che nessuno può a suo insindacabile giudizio prestabilire e/o voler designare a priori, chi possa essere il degno rappresentante…
Quindi parli per lei e per i suoi tesserati e lasci la Sicilia libera da poter scegliere chi vuole, dopotutto se provaste a fare le primarie, tralasciando i suggerimenti e gli ordini del presidente del suo partito, vedrebbe che basterebbe proporre soltanto qualche faccia nuova… che Alfano non sarebbe tra quelli scelti!!! 
Pensare, dopo anni in cui ci avete letteralmente abbandonati, dove il vostro unico pensiero è stato quello di ottenere prima e di salvare, poi la poltrona tanto desiderata, ecco, sperare che quanto da noi subito, ci abbia lasciato senza colpo ferir è voler peccare di superbia…
Noi non abbiamo dimenticato, non pensate che la politica ci abbia sfiancati, statene certi… non mancheremo alle prossime elezioni, saremo tutti presenti a votare coloro che, ci permetteranno di cacciarvi…

Alfano candidato a Presidente della Regione Sicilia???

Ormai, dopo aver fallito come segretario nazionale del PDL, ci viene riproposto secondo una un’indiscrezione che circola tra gli ambienti, quale nuovo Presidente della Regione Sicilia, cioè Berlusconi pensa che dopo averci abbandonato di ripresentarsi e sperare nel voto di noi siciliani…
Pensa forse di recuperare quelle percentuali superiori al 50% che neanche la sua Milano gli ha mai dato e che ormai avendo capito di averla persa,  ha deciso anche di tradire i propri tifosi vendendosi i giocatori migliori della sua squadra…
Certamente questa rappresenta l’ultima possibilità per Alfano, in quanto un suo fallimento ( cosa che avverrà sicuramente… ) lo costringerà a lasciare definitivamente la politica… anche perché a breve, difficilmente ci saranno posti da dividere…

Adesso parla di una politica di austerità e risparmio, che sarà alla base della Sua campagna elettorale, e tra gli impegni presi, inizia sostenendo i candidati a sindaco per le amministrative… con lui ovviamente gli altri esponenti del partito, come Ignazio La Russa, Giuseppe Castiglione, Basilio Catanoso, Raffaele Stancanelli ed altri di cui non ricordo il nome, tutti presenti ed a rapporto, dopo anni di assenza morale, che hanno portato questa terra allo sfacelo assoluto…
Ma tra le argomentazioni interessanti di questi giorni, quella svolta sul confronto-dibattito sulla Legge elettorale « La Sicilia e l’Italia che vogliono scegliere », un esponente del PDL dichiarava che la strada delle elezioni primarie “ può essere sbarrata solo da una scelta ai massimi livelli e quindi si chiedeva al segretario Alfano di scendere in campo per la propria Sicilia, candidandosi alla presidenza della Regione…
Scusi ma se il titolo è la Sicilia che vuole scegliere…, significa che nessuno può a suo insindacabile giudizio prestabilire e/o voler designare a priori, chi possa essere il degno rappresentante…
Quindi parli per lei e per i suoi tesserati e lasci la Sicilia libera da poter scegliere chi vuole, dopotutto se provaste a fare le primarie, tralasciando i suggerimenti e gli ordini del presidente del suo partito, vedrebbe che basterebbe proporre soltanto qualche faccia nuova… che Alfano non sarebbe tra quelli scelti!!! 
Pensare, dopo anni in cui ci avete letteralmente abbandonati, dove il vostro unico pensiero è stato quello di ottenere prima e di salvare, poi la poltrona tanto desiderata, ecco, sperare che quanto da noi subito, ci abbia lasciato senza colpo ferir è voler peccare di superbia…
Noi non abbiamo dimenticato, non pensate che la politica ci abbia sfiancati, statene certi… non mancheremo alle prossime elezioni, saremo tutti presenti a votare coloro che, ci permetteranno di cacciarvi…

Dell'Utri… Assolto!!!

Un processo lungo…??? 
Noooooo… lunghissimo!!! Circa 15 anni… ed è arrivato fino ai giorni nostri!!!
Qualcuno voleva ancora rinviare, già, si attendeva le dichiarazioni di Massimo Ciancimino… ma purtroppo questa deposizione è stata ritenuta dalla Corte d’Appello, assolutamente non necessaria, perché il padre Vito, non ha mai avuto alcun rapporto diretto o indiretto con Dell’Utri…, quantomeno dimostrabile. 
Dopo la condanna a nove anni di reclusione in primo grado e la successiva richiesta a 11 anni (erano già trascorsi sei anni dalla sentenza di primo grado ) ecco che finalmente si giunge in Cassazione… 
In tutti questi anni si sono apportate nuove riscontri, nuovi elementi investigativi, nuove dichiarazioni ed ulteriori elementi che provano in maniera inconfutabile all’accusa di avere per 30 anni avuto rapporti con la mafia… 
Marcello Dell’Utri in questi anni, non si è perso una sola udienza, in tutti questi anni, egli ha aspettato la fine di un processo che riteneva ingiusto….
Ecco che finalmente la Prima Corte d’Appello di Milano, presieduto dal Giudice Marta Malacarne, si esprime: il senatore del Pdl, Marcello Dell’Utri è assolto perché il fatto non sussiste, dall’accusa di tentata estorsione aggravata dalle finalità mafiose. 
Quello appena conclusosi è il terzo processo d’appello sulla stessa vicenda e le motivazioni saranno depositate tra novanta giorni. 
La cassazione infatti nelle scorse settimane aveva annullato con rinvio una precedente sentenza della corte d’appello con la quale i giudici avevano riqualificato l’accusa in minacce gravi e avevano dichiarato la prescrizione. 
In precedenza, ancora, la cassazione aveva annullato la condanna a 2 anni per estorsione, rimandando il giudizio sempre alla corte d’appello. 
L’assoluzione di Dell’Utri è una sentenza vergognosa, sono deluso, ma come cittadino ed ex parlamentare (repubblicano) devo avere fiducia nella giustizia… questo è quanto dice Vincenzo Garraffa, l’imprenditore vittima secondo l’accusa della tentata estorsione. 
La difesa della parte civile farà ricorso in Cassazione contro la sentenza di assoluzione. 
E’ stato annunciato dall’avvocato Giuseppe Culicchia, difensore dell’imprenditore Vincenzo Garraffa, parte civile nel processo. 
È una sentenza sorprendente, ha dichiarato il legale, sostenendo che fino a ora, i fatti erano stati riconosciuti accertati e Garraffa considerato un testimone attendibile, mentre con questa sentenza, saremmo costretti a tornare a discuterne. 
Pensavate che finalmente la vicenda si era conclusa, no… ancora ne vedremo delle belle… chissà se per altri 15 anni… 
Ecco, forse l’idea e la necessità dei processi breve, non è poi così malvagia, soprattutto quando assistiamo a situazioni come quella di cui sopra…
Non è possibile assistere a processi che iniziano per le ragioni più assurde e si concludono con un nulla di fatto, scusate ma alla fine chi paga???
Chi paga per gli errori commessi??? Per le tutte quelle vite rovinate??? Per le loro famiglie??? non parlo del danno economico subito e neanche dal rimborso che lo stato concede per il maltorto, discuto del danno morale, quello che neanche dopo tanti anni verrà mai…purtroppo ripulito…
Il sistema processuale italiano attuale non prevede, infatti, specifici meccanismi di adeguamento alle indicate decisioni della Corte Europea mentre la Corte di Cassazione ha affermato che «… la prolungata inerzia dell’Italia corrisponde alla trasgressione dell’obbligo previsto dall’articolo 46 della Convenzione di conformarsi alla sentenza definitiva della Corte europea e, quindi, costituisce una condotta dello Stato italiano qualificabile come flagrante diniego di giustizia».
Oggi, per i magistrati, esiste una responsabilità civile “indiretta” ovvero il cittadino vittima a parer suo di un’ingiustizia, può fare causa allo Stato e solo dopo lo Stato può rivalersi sul magistrato… 
Accade però che, mentre le denunce solo lo scorso anno sono state più di 1300 e lo Stato nell’ultimo decennio ha sborsato più di 400 milioni di euro, nello stesso periodo di 10 anni, solo l’1,3% dei giudici è stato colpito da gravi illeciti disciplinari e solo 7 negli ultimi 3 anni. Ciò vuol dire: che i magistrati, non sbagliano mai o sbagliano raramente e quindi alla fine hanno poco da preoccuparsi, eventualmente basterà coprirsi di una polizza assicurativa; oppure che alla fine dei tanti soldi sborsati dallo Stato, i diretti responsabili non pagheranno mai; 
Come sempre in Italia!!!

Dell’Utri… Assolto!!!

Un processo lungo…??? Noooooo… lunghissimo!!! Circa 15 anni… ed è arrivato ai giorni nostri!!!
Qualcuno voleva ancora rinviare, si…, si attendeva la dichiarazioni di Massimo Ciancimino… purtroppo questa deposizione è stata ritenuta dalla Corte d’Appello, assolutamente non necessaria, perché il padre Vito, non ha mai avuto alcun rapporto diretto o indiretto con Dell’Utri…, almeno dimostrabile. 
Dopo la condanna a nove anni di reclusione in primo grado e la successiva richiesta a 11 anni ( erano già trascorsi sei anni dalla sentenza di primo grado ) ecco che finalmente si arriva in Cassazione… 
In tutti questi anni si sono aggiunte nuove prove, nuovi elementi investigativi, nuove dichiarazioni, ulteriori elementi che provano in maniera inconfutabile l’accusa di avere per 30 anni scambiato rapporti con la mafia… 
Marcello Dell’Utri in questi anni, non si è perso una sola udienza, in tutti questi anni, egli ha aspettato la fine di un processo che riteneva ingiusto….
Ecco che finalmente la Prima Corte d’Appello di Milano, presieduto dal Giudice Marta Malacarne, si esprime: il senatore del Pdl, Marcello Dell’Utri è assolto perché il fatto non sussiste, dall’accusa di tentata estorsione aggravata dalle finalità mafiose. 
Quello appena conclusosi è il terzo processo d’appello sulla stessa vicenda e le motivazioni saranno depositate tra novanta giorni. La cassazione infatti nelle scorse settimane aveva annullato con rinvio una precedente sentenza della corte d’appello con la quale i giudici avevano riqualificato l’accusa in minacce gravi e avevano dichiarato la prescrizione. 
In precedenza, ancora, la cassazione aveva annullato la condanna a 2 anni per estorsione, rimandando il giudizio sempre alla corte d’appello. 
L’assoluzione di Dell’Utri è una sentenza vergognosa, sono deluso, ma come cittadino ed ex parlamentare ( repubblicano ) devo avere fiducia nella giustizia… questo è quanto dice Vincenzo Garraffa, l’imprenditore vittima secondo l’accusa della tentata estorsione. La difesa della parte civile farà ricorso in Cassazione contro la sentenza di assoluzione. E’ stato annunciato dall’avvocato Giuseppe Culicchia, difensore dell’imprenditore Vincenzo Garraffa, parte civile nel processo. È una sentenza sorprendente, ha dichiarato il legale, sostenendo che fino a ora, i fatti erano stati riconosciuti accertati e Garraffa considerato un testimone attendibile, mentre con questa sentenza, saremmo costretti a tornare a discuterne. 
Pensavate che finalmente la vicenda si era conclusa, no… ancora ne vedremo delle belle… chissà se per altri 15 anni… 
Ecco, forse l’idea e la necessità dei processi breve, non è poi così malvagia, soprattutto quando assistiamo a situazioni come quella di cui sopra…
Non è possibile assistere a processi che iniziano per le ragioni più assurde e si concludono con un nulla di fatto… scusate ma alla fine chi paga???
Chi paga per gli errori commessi??? per le tutte quelle vite rovinate??? per le loro famiglie??? non parlo del danno economico subito e neanche dal rimborso che lo stato concede per il maltorto, discuto del danno morale, quello che neanche dopo tanti anni verrà mai…purtroppo ripulito…

Il sistema processuale italiano attuale non prevede, infatti, specifici meccanismi di adeguamento alle indicate decisioni della Corte Europea mentre la Corte di Cassazione ha affermato che «… la prolungata inerzia dell’Italia corrisponde alla trasgressione dell’obbligo previsto dall’articolo 46 della Convenzione di conformarsi alla sentenza definitiva della Corte europea e, quindi, costituisce una condotta dello Stato italiano qualificabile come flagrante diniego di giustizia».

Oggi, per i magistrati, esiste una responsabilità civile “indiretta” ovvero il cittadino vittima a parer suo di un’ingiustizia, può fare causa allo Stato e solo dopo lo Stato può rivalersi sul magistrato… 

Accade però che, mentre le denunce solo lo scorso anno sono state più di 1300 e lo Stato nell’ultimo decennio ha sborsato più di 400 milioni di euro, nello stesso periodo di 10 anni, solo l’1,3% dei giudici è stato colpito da gravi illeciti disciplinari e solo 7 negli ultimi 3 anni. Ciò vuol dire: che i magistrati, non sbagliano mai o sbagliano raramente e quindi alla fine hanno poco da preoccuparsi, eventualmente basterà coprirsi di una polizza assicurativa; oppure che alla fine dei tanti soldi sborsati dallo Stato, i diretti responsabili non pagheranno mai; 
Come sempre in Italia!!!