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Un Paese diviso tra chi ruba e chi vorrebbe farlo…

“Già… la metà dei cittadini di questo Paese prende mazzette e l’altra parte girano le palle quando non riesce a farlo, con continuo passaggio di gente da un cinquanta percento all’altro, le regole si fanno e si disfano secondo necessità…”.

Infatti… è proprio un continuo passaggio di persone, da un 50% all’altro, in un circolo vizioso che sembra senza fine.

Ed ancora, le regole si fanno e si disfano secondo necessità, piegate al servizio di interessi personali e mai di un bene comune.

La corruzione è diventata la lingua madre di troppi, una prassi che permea ogni livello della società, dai più alti uffici pubblici fino alla vita quotidiana di molti miei connazionali…. 

Il tutto può esser riassunto in tre parole: si accetta, si tollera, si partecipa!!!

Una moltitudine di persone che sceglie di chiudere un occhio o entrambi, di fare compromessi piuttosto che resistere a un sistema che sembra ormai invincibile.

Ma questo è il punto: è invincibile solo finché lo si accetta!!!

La corruzione prospera nell’indifferenza e nella complicità. Ogni volta che un cittadino sceglie di partecipare o di non opporsi, aggiunge un altro mattone al muro che ci divide da una società più giusta, più equa.

Non è solo una questione di politica o di grandi scandali, è anche nei piccoli gesti quotidiani: una bustarella per accorciare i tempi, una scorciatoia illegale presa per convenienza, un favore fatto non per altruismo ma per costruire una rete di debiti reciproci… 

Così il senso civico si sgretola, e con esso ogni possibilità di costruire un futuro migliore.

E allora viene spontaneo chiedersi: quando smetteremo di accettare che “così vanno le cose”? 

Quando ci renderemo conto che non si può continuare a lamentarsi della corruzione mentre ci si crogiola nella sua ombra? 

Sì… perchè questo Paese ha bisogno di cittadini coraggiosi, non di complici. Ha bisogno di chi non si accontenta di galleggiare in un mare di compromessi, ma è disposto a lottare per emergere in un mondo più pulito. Perché, alla fine, il cambiamento inizia da noi.

Mi accorgo ogni giorno che passa che la strada per il cambiamento è lunga, faticosa, forse non ne vedrò mai la fine, ma qualcosa in me resta tenace, già… la volontà di esser diverso da tutti gli altri, di provare ogni giorno a cambiare questo stato di fatto, di dire no a situazioni ambigue e soprattutto a non dover mediare, anche quando tutto intorno a me sembra farsi pesante: sì… tutto pur di non cedere mai!!!

Maxi evasione Iva.

Un sistema fraudolento su larga scala, finalizzato alle frodi fiscali e al riciclaggio e aggravato dall’utilizzo di metodi di intimidazione, è stato smantellato grazie a un’indagine coordinata tra diverse autorità investigative.

L’operazione ha portato all’esecuzione di numerose misure cautelari personali, sequestri di beni e denaro per centinaia di milioni di euro, e alla ricostruzione di false fatturazioni per oltre un miliardo di euro.
I provvedimenti restrittivi riguardano individui accusati di associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale, al riciclaggio dei profitti illeciti e, in alcuni casi, di reati fallimentari legati alla gestione di società coinvolte. Alcuni degli indagati si trovano attualmente all’estero, con conseguente emissione di mandati di arresto internazionali.
Sono stati sequestrati beni, valori e denaro per un valore complessivo superiore a 500 milioni di euro, corrispondenti ai profitti della frode, e immobili riconducibili al sistema fraudolento, sparsi su diverse località sia in Italia che all’estero. Le autorità hanno rilevato che una parte dei proventi illeciti è stata investita in attività criminali organizzate, utilizzando modalità che favoriscono il riciclaggio e il reinvestimento dei guadagni illeciti.
L’indagine, frutto di una convergenza tra due filoni investigativi, ha svelato un complesso meccanismo di frodi fiscali, noto come “frode carosello”, che coinvolge il commercio di prodotti tecnologici attraverso una rete strutturata di imprese intermediarie e società estere.
Nel corso delle operazioni, sono state effettuate numerose perquisizioni in diverse province e Paesi, con l’impiego di unità specializzate nella ricerca di denaro nascosto. Complessivamente, l’indagine riguarda centinaia di persone e società coinvolte, evidenziando l’enorme portata del sistema fraudolento.
Questa rete, operante in diversi Paesi europei ed extraeuropei, ha utilizzato società di comodo e schemi complessi per evadere l’Iva e riciclare ingenti somme, dimostrando un’integrazione tra attività illecite e criminalità organizzata.
Ritengo quindi che per arginare fenomeni così articolati, è necessario un approccio a tutti i livelli. 
Prima di tutto, occorre rafforzare la cooperazione internazionale tra le autorità giudiziarie e investigative, facilitando lo scambio rapido di informazioni e l’armonizzazione delle normative fiscali.
Difatti, l’introduzione di tecnologie avanzate, come sistemi di tracciabilità digitale per le transazioni commerciali e strumenti di intelligenza artificiale per l’analisi dei dati, potrebbe rendere più difficile l’uso di fatture false e il riciclaggio dei proventi.
Inoltre, bisogna incentivare la prevenzione perché attraverso essa si possono compiere controlli più stringenti sui flussi finanziari e sulla costituzione di nuove società, soprattutto quelle che operano in settori ad alto rischio di frodi.
Infine, è fondamentale rafforzare la cultura della legalità, promuovendo programmi di sensibilizzazione per le imprese e i cittadini e implementando misure severe contro la corruzione, che spesso – per come abitualmente constatiano – agevola la proliferazione di questi sistemi.
Perché soltanto combinando prevenzione, innovazione tecnologica e cooperazione internazionale – forse – sarà possibile indebolire tutte queste diffuse reti criminali e proteggere così finalmente, l’economia legale di questo Paese!!!

Ma basta!!! Ogni giorno leggiamo di truffe alla Stato, fatture false, evasione Iva!!! Già… ma cosa si può fare per cambiare questo indegno trend?

Sappiamo bene che per cambiare il trend dell’evasione fiscale e delle truffe in questo Paese è necessaria una combinazione di misure che agiscano sia sull’aspetto preventivo che su quello punitivo…

Difatti, la questione delle truffe fiscali in Italia è un problema complesso e ben radicato che richiede ahimè approcci sistemici e innovativi. 

Le misure punitive come arresti, sequestri e confische sono sì necessari, ma, come osserviamo abitualmente, non sembrano essere sufficienti a risolvere il problema.

Già… per ottenere un sistema fiscale più inviolabile e stringente, si dovrebbero adottare tutta una serie di accorgimenti utili tra cui alcune riforme. 

Ad esempio… si potrebbe iniziare con una semplificazione Fiscale!!!

Mi riferisco innanzitutto ad una riduzione della burocrazia; le procedure fiscali complicate incoraggiano il più delle volte all’evasione e/o alla manipolazione dei conti, viceversa, un sistema fiscale più semplice e trasparente potrebbe di gran lunga ridurre le possibilità di frodi.

Tuttavia, è necessaria una riforma delle Aliquote: rendere il sistema più chiaro potrebbe ridurre l’incentivo all’evasione. 

Molte imprese e soprattutto tantissimi cittadini sono tentati di evadere a causa di percepite ingiustizie o inefficienze del sistema attuale (circostanze quest’ultime che in taluni casi potrebbero anche risultare esser corrette…).

Si potrebbe altresì procedere con degli incentivi per l’adeguamento volontario; il governo ad esempio potrebbe fornire incentivi (come agevolazioni fiscali, accesso a bandi o altre forme di assistenza) per le aziende e/o per i cittadini che dimostrano essere corretti nei pagamenti.

Buove forme di sgravi fiscali e/o di riduzione delle sanzioni potrebbero aiutare molti contribuenti a dichiararsi spontaneamente irregolari, ritornando così a pagare anche grazie a modalità rateali…

Bisogna migliorare le tecnologie di monitoraggio, perché quelle finora utilizzate si sono dimostrate obsolete!!!

La tecnologia “blockchain” potrebbe essere usata per monitorare le transazioni in modo più efficiente e trasparente; registrare infatti le transazioni su una “blockchain” potrebbe rendere estremamente difficile manipolare e quindi falsificare i dati.

Anche l’uso della intelligenza artificiale può aiutare a identificare schemi anomali e frodi in tempo reale, grazie alla possibilità di poter analizzare grandi quantità di dati in breve tempo…

Ed ancora, sanzioni più severe e proporzionate alla gravità dell’evasione potrebbero (forse… si sà… quando uno è ladro… è ladro…) fungere da deterrente, e quindi pene più alte per grandi evasioni e pene minori per evasioni di bassa entità!!!

Licenziamenti in tronco per chi partecipa in qualità di funzionario pubblico a quei raggiri e divieto di operare con la Pubblica Amministrazione per tutte quelle imprese che risultano essere coinvolte in frodi fiscali, per un  periodo non inferiore ai 5 anni.

Ed infine, c’è bisogno di trasmettere una diversa cultura della legalità: rafforzare la formazione fiscale tra i cittadini coinvolgendo le associaioni di categoria, ma anche le scuole, può servire a sensibilizzare tutti, offrendo un investimento a lungo termine e facendo comprendere così ai giovani, l’importanza del rispetto delle norme tributarie.

Certo so bene che per implementare queste misure ci vuole innanzitutto la convinzione di mutare in maniera concreta questo stato di fatto, perché cambiare richiederebbe non solo uno sforzo politico da parte di chi ci governa,  ma evidenzierebbe in maniera certa, che si vuole compiere – non con chiacchiere ma con i fatti – un importante passo avanti per questo immorale Paese!!!

Pertanto, per invertire il trend dell’evasione fiscale e delle truffe, è necessaria – come ho riportato sopra – una combinazione di misure che agiscano sia sul piano preventivo che su quello punitivo, oltre a promuovere una maggiore consapevolezza e collaborazione tra cittadini e Stato. 

Quest’ultima, come evidenziato nelle recenti elezioni regionali, si è progressivamente indebolita perché la maggior parte dei miei connazionali hanno perso la speranza che qualcosa possa ormai cambiare in modo positivo…

E dire che proprio la speranza dei cittadini è la scintilla che accende il cambiamento: solo uniti, possiamo trasformare lo Stato in ciò che sogniamo!!!

Ecco come aggirare le interdittive antimafia…

Lo scorso anno nel mese di luglio avevo scritto un post intitolato “Il Ponte sullo stretto??? Sì… serve ad unire gli interessi di cosa nostra con quelli della ‘ndrangheta!!!” vedasi link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/07/il-ponte-sullo-stretto-si-serve-ad.html

Ed ora che si dovrebbe dare il via ai lavori per la realizzazione dell’attraversamento stabile tra Sicilia e Calabria, ecco che improvvisamente leggo di una nuova inchiesta giudiziaria che conferma quanto da sempre indicato dal sottoscritto, mi riferisco ai controlli compiuti per le interdittive antimafia e a quelle procedure richieste dalle Prefetture indicate come “White-list”.

Sono anni che ne parlo, d’altronde basti leggersi alcuni miei post:

– 3 ottobre 2014: White & Black List…

– 4 dicembre 2015: Prevenire, proteggere e punire!!!

– 22 novembre 2019: White list??? Sì… “white”, ma solo sulla carta!!!

– 7 agosto 2020: White list: Ricordo male o tra i settori a rischio d’infiltrazioni mafiose vi è anche il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti???

– 30 settembre 2020: Qualcosa in quella White list non funziona: già… se sei certificato, devi dimostrare ogni anno la tua idoneità, mentre se si è in attesa, no!!!

– 1 ottobre 2020: Nuove direttive per quei settori a rischio infiltrazioni mafiosa…

– 2 dicembre 2021: Già… la chiamano “informazione antimafia interdittiva”!!!

– 22 maggio 2022: L’ombra della guardiania: un mondo sommerso che sopravvive grazie ad un inefficace controllo istituzionale!

– 14 marzo 2024: La Sicilia, seconda per provvedimenti interdittivi!!!

– 16 giugno 2024: Infiltrazioni mafiose e imprenditoria, camminano a doppio binario!!!

– 16 ottobre 2020: Già… sembra incredibile, eppure il malaffare si rivela proprio in quei settori che si pensano essere regolari!!!

Mafia, fondi del PNRR, professionisti vari tra cui, ingegneri, architetti, geologi, tecnici, ed ancora, avvocati, commercialisti, ma anche dipendenti pubblici “infedeli”, tra cui dirigenti, funzionari ed anche politici, fanno parte di quel pacchietto necessario affinchè l’illegalità possa trionfare …

Come ripeto spesso: insegui il denaro e trovi il malaffare!!!

Ho letto stamani un articolo pubblicato su una pagina web siciliana che descriveva in maniera perfetta le modalità su come aggirare quelle interdittive antimafia e soprattutto la facilità con cui certi noti “General Contractor” hanno permesso –attraverso quei loro incaricati alla verifica dei protocolli di legalità– l’ingresso nei propri appalti ad imprese e fornitori certamente discutibili…

Qualcuno potrebbe chiedersi quali siano le motivazioni che determinano – nella maggior parte dei casi – il voler inserire all’interno di quegli appalti un così “ambiguo” assortimento d’imprese: beh… il sottoscritto se interpellato potrebbe mettere per iscritto un  elenco con tutta una serie di ragioni… ma d’altronde posso aggiungere in questa sede che c’è stato un tempo in cui, chi di dovere, è stato informato!!! Mi riferisco ai cosiddetti CEO (Chief Executive Officer) di talune Holding e difatti, molto dopo quella presa d’atto è stato attenzionato: sì… per riportare all’interno di quelle loro affiliate e non solo, tutte quelle previste procedure di “legalità”, ma anche di sicurezza, qualità e ambiente!!!

In attesa di veder premiata la legalità…

Sì… verrà il giorno in cui potrò non dover leggere notizie su corruzione, peculato, concussione, malversazione, abuso d’ufficio, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, istigazione alla corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, e via discorrendo…

Ormai non si contano più i dirigenti, funzionari e i dipendenti pubblici che operando all’interno di quegli Enti condizionano oppure favoriscono  individui ritenuti vicino ad ambienti di “cosa nostra”, sì… quella nota associazione criminale finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, usura, truffa, prostituzione, riciclaggio e ricettazione.

Ecco perché ormai non mi sorprendo di leggere quanto compiuto dalla Direzione Investigativa Antimafia e dei provvedimenti di esecuzione di confisca di beni emessi dai Tribunali dell’isola nei confronti di quei soggetti infedeli…

Tra l’altro leggevo in queste ore come si sia giunti a quei provvedimenti grazie alla verifica dei tenori di vita sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati, che si sono – come più volte riportato dal sottoscritto parlando di “sperequazione finanziaria” – incentivati durante il periodo pandemico “Covid19” e che hanno visto ahimè molti imprendori svendere le proprie attività per non finire – a causa dei debiti – sotto il mirino della criminalità ed in particolare dell’usura…

Scriveva Falcone: “La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”.

Sì concordo con l’idea di quel giudice, ma nell’attesa che tutto questo marciume finisca, il sottoscritto – stanco delle continue battaglie per riportare legalità dove essa non esiste – ha deciso per un momento di riposarsi, sì… solo un istante in questa comoda poltrona proverò ad attendere con ansia che qualcosa realmente muti e che la giustizia abbia finalmente il sopravvento contro questo diffuso malaffare!!!

Ah… nel leggere questo post, prego cortesemente ciascuno di voi di destarmi, sì… nel caso in cui (durante quella fiduciosa attesa…) mi fossi qualora addormentato…

Non c'è indagine di mafia in cui non vi è dentro un pezzo di politica o di pubblica amministrazione!!!

E’ un vero schifo…

Già… la politica e la pubblica amministrazione rappresentano per questo Paese il più grave problema da risolvere, ma ahimè questa risoluzione non troverà con quei soggetto lì seduti, mai soluzione!!!

O meglio, qualcosa ci sarebbe realmente che potrebbe far mutare questo stato di cose, ma ahimè si dovrebbe adottare un cambiamento radicale!!!

Mi riferisco a quello adottato da alcuni Stati “autoritari” che attraverso provvedimenti disciplinari e soprattutto politiche di controllo, hanno riportato legalità dove ormai da tempo quest’ultima non esisteva, certo il tutto a danno della perdita di libertà e democrazia!!!

Ma d’altronde di quale democrazia parliamo, dove da quel Parlamento si fanno le leggi ad personam, difatti vorrei ricordare come proprio questo nostro Paese presenti ha evidenziato possedere un sistema illegale ben collaudato, posto in campo da quell’ex Presidente del Consiglio che ha fatto sì che una frode elettorale abbia con il tempo goduto di una certa legittimità, cui è seguita una vera e propria stagnazione che ha provocato di fatto l’immobilismo dei cittadini, ed infine l’aumento della corruzione onnipresente fino ai massimi livelli, ha messo in crisi la base morale!!!

Permettetemi di riprendere una frase che ho letto alcuni anni fa e diceva: Cos’è la corruzione? La corruzione è l’abuso di potere pubblico per ottenere un beneficio personale! 

Comprenderete come questa spiegazione, seppur semplice e chiara, sembra escludere però la possibilità che esista una corruzione anche in un ambito privato, cosa certamente falsa se si considerano soprattutto i rapporti personali che molti politici hanno per l’appunto con taluni imprenditori (vedasi per ultime le inchieste liguri proprio di questi giorni…) e soprattutto ci si dimentica delle grandi imprese attualmente presenti nel nostro Paese, le quali certamente – in cambio di appalti – provvedono direttamente a foraggiare quel sistema politico, non solo finanziariamente, ma anche attraverso l’indottrimento delle preferenze, grazie al numero consistente di dipendenti addetti ai lavori…

Difatti, non per forza l’abuso di potere è collegato ad un beneficio personale, bensì potrebbe esserlo a quello di un determinato partito politico o a quello di conoscenti, amici e parenti, ed è proprio ciò che avviene costantemente in questo Paese, dove non esiste alcuna meritocrazia!!!

Parlare quindi di legalità, diritto, promozione della trasparenza nelle pubbliche amministrazioni, contrasto alla corruzione, etc., serve soltanto a prendere per il c… tutti noi!!!  

Scriveva Jean-Jacques Rousseau verso la fine del 1700: “Una società trasparente, in cui nessuna condotta privata può essere tenuta al coperto dallo sguardo dei cittadini, è un meccanismo cruciale per evitare intrighi destabilizzanti“!!!

Peccato che nessuno in questo Paese abbia mai letto un rigo di quel filosofo, scrittore e pedagogista, già… non saremmo giunti alle attuali condizioni!!!

Le mafie oggi: Dal crimine violento all'Infiltrazione economica.

I reati delle mafie sono strettamente legati all’economia: frodi, bancarotte, riciclaggio di denaro e reati fiscali sono diventati i principali strumenti attraverso cui le organizzazioni criminali operano. In passato, la criminalità organizzata era principalmente associata a reati violenti, come omicidi, estorsioni e traffico di droga, ma oggi la sua natura si è evoluta, adottando modalità più sottili e sofisticate. 

Le mafie, infatti, si sono infiltrate nelle strutture economiche legali, cercando di ottenere il controllo di attività imprenditoriali e risorse finanziarie attraverso metodi che non lasciano tracce evidenti di violenza, ma che possono avere un impatto devastante sull’economia e sulla società nel suo complesso.

Il cambiamento dell’oggetto della criminalità organizzata è evidente: mentre un tempo le mafie esercitavano il loro potere principalmente tramite l’intimidazione e la violenza, ora il loro raggio d’azione si è ampliato nell’ambito delle transazioni economiche. 

Le infiltrazioni mafiose nelle imprese, nei contratti pubblici e nella gestione dei fondi sono spesso difficili da individuare, ma altrettanto dannose per la competitività del mercato e per la crescita sana delle attività imprenditoriali. La criminalità economica legata alle mafie si manifesta anche attraverso l’accesso illecito al credito, la manipolazione dei bilanci aziendali e la gestione fraudolenta delle risorse.

Alcuni reati, definiti “spia”, possono essere indicatori della presenza di infiltrazioni mafiose. Tra questi, i reati fiscali sono tra i più rilevanti. Le frodi fiscali e le bancarotte fraudolente, ad esempio, possono nascondere dietro di sé operazioni di riciclaggio di denaro o il tentativo di mascherare il flusso illecito di fondi provenienti da attività criminali. Anche se non sempre è automatico, la presenza di determinati crimini può fungere da segnale per avviare indagini più approfondite e scoprire le radici di operazioni illegali più complesse. Un caso emblematico è rappresentato da operazioni giudiziarie recenti, come quelle legate a indagini sul riciclaggio e sulle frodi aziendali, che hanno portato all’apertura di processi rilevanti.

Il caso del processo Aemilia ha segnato una tappa importante nella lotta contro la criminalità economica. Non si è trattato però di un punto di arrivo, ma piuttosto di un inizio: questo processo ha aperto la strada a ulteriori indagini, alcune delle quali hanno condotto a nuovi procedimenti, come quello denominato 

Perseverance, che ha evidenziato ulteriori dinamiche di infiltrazione mafiosa in ambiti economici precedentemente considerati immuni. La costante evoluzione delle tecniche mafiose richiede un’attenzione rinnovata e un impegno continuo nell’adattare le indagini ai nuovi scenari, per prevenire il consolidamento di strutture criminali che, sotto le sembianze di attività legittime, operano in modo sotterraneo, ma altrettanto pericoloso.

La lotta contro la mafia oggi non si limita solo a combattere la violenza, ma richiede una visione globale e multidimensionale, che comprenda l’intercettazione dei flussi finanziari illeciti, la protezione delle imprese sane e il rafforzamento delle capacità investigative nell’area economica. 

Solo con un approccio integrato e in costante evoluzione sarà possibile contrastare efficacemente l’infiltrazione mafiosa nei settori produttivi e mantenere l’integrità del sistema economico e sociale.

Tribunale di Messina: finalmente (dopo quasi sei anni…) si sta per giungere al traguardo!!!

Scriveva il poeta drammaturgo Metastasio: “Se si applicasse la giustizia in tutta la sua severità, il mondo sarebbe ben presto diverso”.

Oggi posso affermare che è stato un giorno importante per “verità e giustizia“, perché finalmente, dopo sei riinvi e tutta una serie di grattacapi – che hanno determinato al sottoscritto (e non solo…) gravi problemi personali, familiari, professionali e finanziari – ecco che si sta per completare quel fondamentale percorso per riportare legalità dove da tempo ormai mancava…

Sì… stamani nell’entrare in quel Palazzo di Giustizia ho avuto come la sensazione che qualcosa fosse finalmente mutato!!! 

Sono passato quindi da quello stato di totale insicurezza nel sistema giudiziario (la stessa sensazione che avevo avvertito e poi descritto in alcuni dei miei precedenti post), paragonando me stesso (causa i continui rinvii…) a quello spirito soprannaturale dello scrittore Miguel Cervantes (chissà forse perché ancora aleggia in quell’edificio avendolo accolto quando fu gravemente ferito…) o per meglio dire, al personaggio del suo libro, già… quel “Don Chisciotte” che – come il sottoscritto – combatteva contro i “mulini a vento”!!! 

Ma questa volta no… sentivo già nell’aria qualcosa di diverso, non so dirvi se ciò potesse dipendere dalle nuove nomine che in questi mesi sono state compiute all’interno di quel palazzo, ma certamente quest’ultime ritengo siano state fondamentali per ripristinare alcuni di quegli uffici che incredibilmente, erano rimasti per troppo tempo senza interlocutori…  

Come riportato nel mio titolo d’apertura, finalmente oggi si è pervenuti a una risultato, già… dopo un lungo percorso di liceità, cui sono certo la maggior parte dei miei conterranei non avrebbe mai aderito e soprattutto portato a conclusione – sì… perchè ritengo che avrebbero anticipatamente rinunciato, sapendo che una vicenda giudiziaria come quella dal sottoscritto vissuta, avrebbe certamente potuto condurre a ripercussioni personali, non tanto per evitare quel sistema “colluso” (che tanto da fare si è dato a protezione del proprio “adepto” e/o per ritardare il procedimento in corso…), ma soprattutto per non restare coivolti, ben sapendo quanto in cuor loro potessero esser ricattabili!!!

Ma come riportavo sopra, le condizioni all’interno di quella struttura erano finalmente cambiate ed allora osservando ciò non posso ora che esprimere un breve riflessione…

In particolare questo mio pensiero è rivolto alle nuove generzaioni: cercate sempre di fare il vostro dovere, non piegatevi mai ai compromessi e ancor meno ai ricatti, affidate le vostre istanze alla giustizia, in particolare agli uomini e alle donne che ogni giorno da quei propri uffici istituzionali compiono – tra mille difficoltà e sacrificio – il proprio dovere ed è questo il motivo che spinge ora il sottoscritto a ringraziarli uno per uno, sì… per l’impegno profuso e la professionalità evidenziata in una vicenda che mi ha visto coinvolto non per una vicenda personale, ma a difesa di un contesto sociale…

Permettetemi quindi di ringraziare da questo blog alcune persone (non riporto qui i nomi perché so quanto preferiscano restare nell’anonimato, ma posso assicurare che la mia segnalazione presso le più alte cariche nazionali, è stata ufficialmente inviata…) che hanno fatto in questi anni la differenza.

Parlo di uomini dello Stato che attraverso i loro incarichi provano quotidianamente a migliorare questo nostro Paese, individui perbene, moralmente corretti, professionisti coraggiosi che posso pregiarmi d’aver in questa sede conosciuto e ai quali debbo molto, in particolare per avermi incoraggiato – nei momenti bui di sfiducia nei confronti delle istituzioni – ad esser audace e soprattutto a non fermarmi mai, continuando a svolgere con impegno e dedizione quella lotta inderogabile per portare dove serve “legalità”!!!

Dedico quindi a loro questo traguardo, già… a coloro che in maniera invisibile hanno lavorato sodo e sono rimasti sempre accanto al sottoscritto: grazie di cuore.

Chi la giustizia impedisce, di giustizia perisce!!!

Sono parecchi i cittadini di questo Paese che auspicano di veder ridotti i tempi della giustizia!!!
Quanto sopra infatti costituisce ormai una priorità a cui non si può rinunciare, altrimenti il rischio che potrebbe determinarsi è quello di veder molti miei connazionali, non affidarsi più ai Tribunali, già… per risolvere i loro problemi.
D’altronde un sistema di giustizia – che dichiara di esser rispettoso dei principi costituzionali – deve saper tener conto di essere prima di tutto efficace e quindi celere, nel dare le giuste risposte a chi si rivolge ad esso…
Ecco perché diventa fondamentale per quegli uffici dimostrare la loro piena efficienza, già… soprattutto nel compiere quei propri servizi, perché il rapporto che lega i cittadini a quei palazzi di giustizia è dato principalmente dai risultati che si vanno ottenendo…
Non credo comunque che il reale problema della giustizia dipenda soltanto dalla sua funzionalità, forse perché ritengo che esista un problema diverso, già… politico che rallenta questo sistema e mi riferisco ai rapporti fra i poteri dello Stato e su chi vorrrebbe di fatto controllare quella magistratura…
Una situazione che può esser risolta solo se si realizza la precondizione politica della distensione dei rapporti e del rispetto delle istituzioni di garanzia che vanno tenute fuori in questo sistema bipolare da ogni lotta politica…
Un paese litigioso come il nostro certamente non aiuta a far funzionare correttamente la pubblica amministrazione e soprattutto non permette alle regole di diritto di poter primeggiare e quindi alla giustizia di compiere in tempi ragionevoli i propri compiti… 
E’ tempo quindi di assicurare nuova credibilità a quel sistema perché i cittadini hanno bisogno di affidarsi a qualcosa di concreto, sì… come la giustizia che se pur lenta, raggiunge sempre il proprio scopo e cioè quello di riportare legalità dove non c’è e dando fiducia a quelle aule di Tribunali perché al loro interno vi è contenuto tutto ciò che deve essere!!!
Ed è per i sopraddetti motivi che ancora oggi che ciascuno di noi rivolge con grande fiducia le proprie istanze, perché sa in cuor proprio di poter trovare nei suoi interpreti, l’unico modo legittimo per far valere le proprie ragioni!!!
E quindi, riprendendo quanto manifestato in gesti da quegli amici nella foto: “Vai Giustizia… non fermarti mai”!!!
 

Apologo sull'onestà nel paese dei truffaldini: indagati in 17 tra poliziotti e militari: accusati di truffa e sostituzione di persona!!!

Un paese disonesto, già… da chi ci gioverna a chi dovrebbe di fatto assicurare il rispetto della legge!!!

Non è la prima volta che scrivo argomenti del genere, mi riferisco a uomini e donne “infedeli” che dovrebbero – attraverso quel loro incarico – far adempiere il rispetto dei principi di legalità!!!

Ed invece ecco che degli aspiranti poliziotti, agenti della penitenziaria, carabinieri, vigili del fuoco,  per superare alcuni concorsi pubblici, hanno preferito trovare alcuni espedienti “illegali” pur di intrappresendere queste professioni di controllo e sicurezza. 

Ora, immaginate quindi con quali presupposti questi soggetti avrebbero potuto operare, già… perchè se queste erano le premesse, c’era da stare tranquilli, sì… l’illegalità in quei loro reparti sarebbe stata certamente garantita o forse no… 

Ora la Procura di Roma ha chiuso le indagini preliminari e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per 17 soggetti, tutti accusati a vario titolo di truffa o sostituzione di persona. 

La coircostanza assurda è che l’inchiesta coinvolgeva oltre cinquanta candidati ma caso fortuito ha voluto che per alcuni di essi, mancassero le prove di colpevolezza e quindi quei casi sono stati archiviati… 

Parliamo di concorsi che si sono svolti dal 2017 al 2021 e ciascuno serviva per entrare a far parte delle forze dell’ordine; è emerso come alcuni di essi non si siano neppure presentati, ma abbiano fatto sedere al loro posto – durante le prove scritte – altri soggetti chissà forse più preparati (sì perchè – vien da ridere – in quanto è emerso che alcuni di essi non abbiano neppure superato l’esame…) ma certamente come i primi, dobbiamo considerarli non meno “impostori”!!!

E così, i nuovi interpreti “Adriano Meis” fingevano d’essere uno di quei candidati, ma il travestimento non è sfuggito alle forze dell’ordine che hanno smascherato alcuni di quei vincitori di concorso, tra cui un allievo carabiniere, un vigile del fuoco, tre agenti della penitenziaria e sei poliziotti…

Per gli altri candidati “truffaldini” la situazione non è stata favorevole anche perché, nonostante l’espediente utilizzato, non hanno superato la selezione, quindi come si dice: oltre al danno… la beffa!!! 

Alla fine il sostituto procuratore romano, Dott. Carlo Villani ha contestato a ciascuno di essi il reato di truffa, in quanto è stata “indotta in errore l’amministrazione pubblica, procurandosi l’ingiusto profitto dato dal superamento della prova concorsuale con successivo arruolamento nel Corpo, al quale – si legge nel capo di imputazione – cagionavano un danno anche patrimoniale: spese concorsuali, di assunzione, indebito stipendio pagato“. 

Viceversa a chinon ha superato le prove scritte è stato contestato il reato di sostituzione di persona. 

Naturalmente tutti coloro che si sono prestati a quello scambio d’identità, sono rimasti per gli inquirente (ad oggi) “ignoti” e cavandosela, anche se ritengo che i loro volti dovrebbero esser stati sicuramente ripresi da qualche telecamera interna, almeno se il concorso fosse stato fatto in maniera seria e soprattutto trasparente…

Ma si sa – ed il motivo per cui non ho mai partecipato viste le metodologie di controllo applicate a quei concorsi pubblici – che queste potessero esser eseguite anche in posti diversi, ad esempio in una località turistica e ancor meglio se adiacenti al mare: già… come nella mia foto!!!

D’altronde se come accade abitualmente – oltre al caso sopra descritto – ci si dedicasse a ricercare anche i soggetti che non hanno alcuna necessità di metter in pratica metodologie ingannevoli per vincere i concorsi, sarebbe già un passo avanti, perché lo sanno tutti che esiste una casta dei “raccomandati” che gode di costanti privilegi, come ad esempio il sapere anticipatamente le risposte corrette!!!

Perche questo si sa… è un Paese marcio e sono molti a fara a gara pur di diventarne interpreti!!!

Anticorruzione e trasparenza nei contratti pubblici…

Il lavoro si concentra sull’analisi della corruzione all’interno della Pubblica Amministrazione (P.A.) e dei tentativi legislativi per contrastarla, con l’obiettivo di promuovere trasparenza e migliorare l’efficienza delle attività pubbliche. 

La corruzione viene intesa come qualsiasi comportamento che danneggia l’interesse pubblico, mettendo al primo posto un vantaggio personale a discapito del bene comune. 

Questo fenomeno è di grande rilevanza poiché mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, favorisce pratiche ingiuste e aumenta le disuguaglianze sociali, in particolare tra le classi più svantaggiate.

In tale contesto, la disciplina anticorruzione svolge un ruolo cruciale nel garantire la trasparenza delle azioni della P.A. e nel consentire ai cittadini di monitorare l’operato degli enti pubblici. 

È fondamentale che l’amministrazione sia percepita come “un’istituzione aperta”, in grado di fornire chiarezza e accesso alle informazioni, per evitare che l’opacità possa favorire il verificarsi di atti corruttivi. 

La mancanza di trasparenza aumenta la probabilità che i funzionari pubblici possano essere coinvolti in comportamenti illeciti che non solo danneggiano l’economia, ma compromettano anche la qualità dei servizi pubblici, ostacolando lo sviluppo di politiche sociali orientate al benessere collettivo.

Inoltre, la corruzione ha un impatto negativo sull’efficienza economica, poiché porta alla selezione di progetti e investimenti in base a logiche corruttive anziché al merito o alla reale utilità sociale. 

Ciò diminuisce la qualità delle risorse allocate, ostacolando lo sviluppo e la crescita, soprattutto nei settori che dovrebbero invece aiutare le classi più vulnerabili.

In questo scenario, l’adozione di politiche anticorruzione non si limita a una mera repressione dei comportamenti illegali, ma deve essere accompagnata da azioni che promuovano l’accesso alle informazioni, l’accountability e il controllo sociale.

Il concetto di “anticorruzione” si riferisce a tutte quelle attività, misure e strategie volte a contrastare i fenomeni di illegalità, agendo sulla prevenzione e sulla scoperta dei comportamenti illeciti che minano gli interessi collettivi. 

Al contrario, la “trasparenza” riguarda la chiarezza e l’accessibilità dell’operato della P.A., consentendo ai cittadini di conoscere e valutare le decisioni e le azioni delle istituzioni pubbliche. Sebbene i due termini vengano spesso usati insieme, è importante comprendere che, pur essendo complementari, ciascuno ha un significato autonomo: la trasparenza è la condizione che consente l’anticorruzione, ma non tutte le misure di anticorruzione sono necessariamente trasparenti.

Il legislatore ha cercato di rafforzare la trasparenza attraverso normative che obbligano le amministrazioni a rendere pubblici i dati relativi alle loro attività, trasformando la P.A. in una “casa di vetro”. 

L’obiettivo è ridurre al minimo il rischio di corruzione creando un sistema amministrativo dove l’opacità viene ridotta e ogni operazione è sottoposta a controllo. 

La lotta alla corruzione, quindi, non si limita a sanzionare i reati, ma implica un cambiamento culturale che deve scardinare pratiche ormai radicate nel modus operandi quotidiano della P.A., promuovendo un nuovo modello basato sull’etica, la trasparenza e la responsabilità.

Nicola Gratteri: “I supermercati dell’hinterland di Milano e i locali vip del centro sono in mano alla ‘ndrangheta”!!!

A dirlo è il Procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, nel corso di un suo intervento durante il convegno svoltosi qualche giorno fa nel Palazzo di Giustizia di Palermo intitolato:“Le rotte e le logiche del traffico internazionale di stupefacenti e le evoluzioni della criminalità organizzata transnazionale”. 

Comunque, quella dei supermercati e dei locali pubblici di divertimento all’interno della cintura milanese in mano alla ‘ndrangheta della Jonica, non rappresenta certamente una novità, d’altronde quella stessa regola vale non soltanto a Milano, ma in molte altre città… 

Durante l’esposizione il procuratore racconta gli anni in cui fu messo sotto scorta, seppur molti colleghi e addirittura le stesse istituzioni minimizzavano il suo rinomato lavoro sulle cosche calabresi: “Ho iniziato nell’89 a fare questo tipo di indagini sulla droga, all’epoca ero già in Venezuela e in Colombia. In Italia i puristi, i grandi magistrati, storcevano il naso e dicevano: ‘Gratteri si occupa solo di droga’. Ci fu un presidente di Commissione Antimafia che a Reggio Calabria, nelle serate d’estate, ridacchiando e non avendo il coraggio di fare il mio nome, disse che la droga non gli interessava – continua – ma anche Procure importanti del Nord Italia hanno fatto una strategia dicendo che non erano importanti le indagini di droga, e in 7 anni a Milano, statistiche alla mano, sono diminuiti del 70% i sequestri e gli arresti per droga, ma anche le indagini per il 74 Dpr 309/90 (articolo del codice penale che racchiude le disposizioni per contrastare il narcotraffico e che punisce il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, ndr…)”.

Trovate l’art. completo al link: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/29/gratteri-tutti-i-supermercati-dellhinterland-di-milano-e-tutti-i-locali-vip-del-centro-sono-in-mano-alla-ndrangheta/7567382/

La verità è che in questo Paese non interessa a nessuno fare il proprio dovere, anzi tutt’altro, già… perché sono proprio coloro che non fanno un cazz… ad andare avanti e chi viceversa lavora, come ad esempio il procurattore Grateri, viene (quando – permettetemi di aggiungere – si riesce a non restare vittima della criminalità e degli apparati dello Stato deviato, come ahimè accaduto ad alcuni suoi illustri colleghi) deriso da individui collusi e ahimè incompetenti!!! 

Ma questo è il Paese che la maggior parte dei miei connazionali vuole, d’altronde l’importante è che il marcio possa continuare a diffondersi, se pur abitualmente “camuffato” in qualcosa di legale!!!

Catania: Francesco Puleio nuovo procuratore aggiunto.

Non ho scritto nulla in questi giorni e come si dice solitamente in questi casi… “sono rimasto alla finestra”, sì per osservare gli eventi. 

Riprendo quindi quanto riportato la scorsa settimana da “ilfattoquotidiano.it“: C’è una nomina diventata un caso al Consiglio superiore della magistratura. È quella del nuovo procuratore di Catania, poltrona tra le più importanti d’Italia, vacante da luglio dopo l’addio di Carmelo Zuccaro, diventato procuratore generale sempre nella città etnea. La scelta del successore è considerato un passaggio di estrema delicatezza, tanto da attirare l’attenzione dei massimi vertici del potere giudiziario e politico.

Ora da semplice osservatore di questa mia città, ho potuto in questi mesi avvertire la sgradevole senzazione che fosse in atto – da parte di alcuni nostri interlocutori della politica nazionale, ma anche regionale – una forma d’intromissione, sì… una non meglio definita “ingerenza” affinchè talune situazioni – poste al  limite intrinseco di quel definito concetto di “legalità” – potessero in un qualche modo esser rivisitate, sì… tanto da divenire attraverso quell’intervento, un qualcosa di naturale o quantomeno conforme a quelle complesse ed eclettiche azioni compiute ormai abitualmente dai miei conterranei…

Infatti, la presenza in questo terrotorio di una diffusa area di illegalità e soprattutto la consistente economia sommersa e parallela che si contrappone a quella legale, peraltro è la stessa che opera attraverso le mani della criminalità organizzata e di fatto comporta la coesistenza di due ambiti, già… due sfere come fossero bolle di sapone, le quali – a seconda delle corcostanze – si toccano, s’inglobano o generano una grande quantità di bolle di dimensioni più piccole, un eterno dualismo che pone in contrapposizione legalità ed illegalità!!!

Parliamo indiscutibilmente di un sistema “infetto” ereditato  dal passato, ma che da sempre, come fosse una zavorra, impedisce a questa terra di proseguire verso quel necessario cambiamento, viceversa, quel sistema colluso, allontana qualsivoglia azione di positivo mutamento, considerando quel “cangiamento” un’anomalia, tanto da produrre effetti gravi ad un sistema perfettamente collaudato, sì… da oltre un secolo e cioè quello: clientelare/politico e mafioso!!!

Ecco perchè nel vedere il plenum del Csm nominare all’unanimità il Dott. Francesco Puleio quale procuratore aggiunto a Catania, ho avvertito in quella decisione una crescita, anzi di più… una maturità al corretto proseguio di una strada intrapresa da alcuni anni…

Ho letto inoltre che per il magistrato incaricato si tratta di un ritorno essendo stato componente della Dda e quindi da cittadino non posso che ritenermi soddisfatto da questa designazione, perché il rischio che si correva era quello di ritornare indietro ad oltre un decennio, sì… con tutte le ripercussioni che noi catanesi (mi riferisco a quelli ancora liberi e quindi oggi non compromessi…) ben ricordiamo!!!   

E dire che dal Tribunale di Messina hanno avuto il coraggio di archiviare la mia denuncia per gli sversamenti sul fiume Alcantara. Complimenti… ecco l'esito ottenuto!!

Già… una denuncia presentata dal sottoscritto che è stata archiviata!!!

Mi piacerebbe conoscere ora da quel Tribunale cosa hanno da dire a riguardo… 

Ma d’altronde si sa… quanto sta finalmente accadendo era stato riportato dal sottoscritto nel 2019!!! 

Il post s’intitolava: Foce dell’Alcantara: un tempo oasi naturale, oggi… fogna a cielo aperto!!! Vi basterà leggerlo e vedrete che quanto sta accadendo nell’attuale inchiesta giudiziaria era stata ben evidenziata: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/11/foce-dellalcantara-un-tempo-oasi.html

Ed allora riporto quanto ho letto ieri nella pagina web di Messina Today: https://www.messinatoday.it/cronaca/fogna-taormina-operazione-guardia-di-finanza-sversamenti-alcantara-sospensione-dirigente.html

Dai liquami sversati nel fiume Alcantara a un sistema di cattiva gestione dell’impianto fognario della fascia jonica messinese. Guardia di finanza e polizia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare personale che dispone la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di un ex dirigente del Consorzio Rete Fognante di Taormina ed il divieto temporaneo per due imprenditori della provincia di Messina ed un professionista, già dirigente dell’Ente, di contrarre con la pubblica amministrazione.

Il provvedimento cautelare, emesso dal gip del tribunale peloritano, su richiesta della Procura della Repubblica di Messina, interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva stabilito dall’art. 27 della Costituzione. Agli indagati sono contestati, in concorso tra loro, i reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, falso materiale e ideologico, truffa e inquinamento ambientale.

Le indagini, condotte dal commissariato di Taormina e dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Taormina, coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, che sono consistite in complesse ricostruzioni documentali, intercettazioni ambientali e accertamenti bancari, hanno messo in luce l’esistenza di un collaudato sistema di cattiva gestione delle funzioni pubbliche, in totale spregio dei principi di correttezza, trasparenza ed imparzialità che dovrebbero presiedere all’azione amministrativa.

In dettaglio, il sistema illecito ruotava attorno alle figure di due dirigenti, rispettivamente responsabili dell’area tecnica e dell’area finanziaria, che gestivano, in maniera clientelare, i lavori di manutenzione dell’Ente pubblico, inosservanti della vigente normativa sui contratti pubblici, affidandoli arbitrariamente a taluni imprenditori per la realizzazione di scopi personalistici, quali incarichi privati retribuiti ed altre varie utilità economiche. Inoltre, gli investigatori hanno dimostrato che il Responsabile tecnico aveva consentito l’utilizzo dell’impianto di depurazione anche in assenza dell’autorizzazione allo scarico, risultata ormai scaduta, e della manutenzione della struttura, obbligatorie per il trattamento a norma di legge delle acque reflue, arrivando persino ad autorizzare uno degli imprenditori colpiti dalla misura restrittiva, allo scarico reiterato di reflui fognari non depurati nelle acque del fiume Alcantara, in totale inosservanza delle prescrizioni e cagionando un significativo danno all’ecosistema fluviale.

In merito, il Giudice per le Indagini Preliminari, considerati i gravi indizi di colpevolezza ed il concreto pericolo di reiterazione del reato, ha disposto il sequestro dell’automezzo utilizzato per il trasporto illecito di rifiuti e scarico abusivo dei reflui fognari, riconducibile ad una società gestita da uno degli imprenditori indagati. L’impianto gestito dal Consorzio, già sottoposto a sequestro nel corso delle investigazioni, è attualmente affidato ad un amministratore giudiziario e risulta regolarmente operativo, in regola con gli interventi di manutenzione previsti per legge.

L’odierna attività testimonia il perdurante impegno delle forze dell’Ordine e della Procura della Repubblica di Messina nel contrasto ai reati contro la Pubblica Amministrazione, a tutela dell’ambiente ed a presidio della legalità circa la corretta spesa delle risorse pubbliche in favore della collettività. Il provvedimento cautelare è stato adottato nella fase delle indagini preliminari e che, dunque, gli indagati sono da presumersi innocenti sino alla sentenza di condanna definitiva che ne accerti la responsabilità all’esito del giudizio che si svolgerà nel contraddittorio con la difesa davanti al giudice terzo imparziale, giudizio che si potrà concludere anche con la prova dell’assenza di ogni forma di responsabilità.

E poi debbo ascoltare i soliti “pappagalli istituzionali” che ripetono quando intervistati: dovete denunciare!!! 

Vorrei chiedere loro: ma quando uno denuncia e nessuno prende provvedimenti, il cittadino virtuoso cosa può fare??? 

Ma d’altronde ditemi: chi compie quotidianamente quei sani principi di legalità??? Già… sono soltanto esigui cittadini che si contano sulle punta delle dite e vi assicuro come ciascuno di essi, poco o  nulla centrino con quanti abitualmente vediamo commemorare – con la consueta posa di ghirlande – le vittime di questo nostro Paese!!! 

Salirò, salirò… fino a quando sarò solamente un ricordo lontano!!! Presidente Mattarella può aiutarmi??? – Seconda Parte

Continuando il post pubblicato ieri sul Governatore ligure Giovanni Toti, ho letto una frase del Ministro della Giustizia Nordio che avanzava sull’inchiesta una riflessione: “Si tratta di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e l’inchiesta è nata tempo addietro. Ho esercitato 40 anni da pm e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini“.
Su quanto sopra ha dato seguito il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini che ha dichiarato: “Dimettersi sarebbe una resa, non basta un’inchiesta“.

Ed allora scusatemi, senza voler fare alcun riferimento su quanto sta accadendo al Governatore ligure – peraltro per quell’inchiesta vi saranno altre sedi opportune per far emergere la verità (non certo il mio Blog) – vi è però una frase riportata che mi ha fatto sorgere un dubbio e vorrei sapere cosa ne pensa il nostro Presidente della Repubblica, Sergio  Mattarella, su quanto sto per riportare…

Sì… perché vede Presidente, se come ho letto “non basta un’inchiesta“, se l’operato quindi della magistratura (che Lei di fatto in qualità di Capo dello Stato rappresenta, poiché presiede il Consiglio superiore della magistratura e il Consiglio supremo di difesa) non conta un caz…, significa allora che in questo Paese ciascuno di noi può far ciò che vuole!!! 

E quindi a cosa servono le forze dell’ordine… mandiamole a casa!!! Già… perché esistono i Tribunali, perché rispettare le leggi o affidarsi ai processi??? Perché arrestare quotidianamente affiliati mafiosi, spacciatori, ladri, delinquenti, rapinatori, truffatori??? Perché pensare ad essi quando poi la maggior parte dei cittadini – anche chi di fatto appartiene alle Istituzioni – ruba, delinque, fa uso proprio di stupefacenti e dimostra con i fatti d’esser associato alla criminalità organizzata, ma non solo, raggira, ricicla ed esporta valuta nei paradisi fiscali???

Presidente Mattarella gradirei una risposta, perché vede è difficile per il sottoscritto espletare ogni giorno quei principi di “legalità“, palesando alle mie figlie e ai tanti giovani che abitualmente incontro e a cui provo d’infondere quei valori di giustizia, liceità, diritto, costituzionalità, quando poi essi apprendono dai media/social quanto putrido sia questo nostro Paese, in particolare quell’apparato statale, lo stesso d’altronde che evidenzia costantemente poca limpidezza e mette in luce sempre più soggetti infedeli, gli stessi tra l’altro incaricati di amministrarci!!!  

La verità caro Presidente Mattarella è che forse parliamo di un sistema talmente infetto e contaminato che ormai non si può far più niente!!! E chissà se non è per questo motivo che i suoi colleghi pur di nascondere le malefatte prefiscono proteggerlo, alterando la verità e portando avanti con le loro dichiarazioni, una montagna di falsità!!! 

Già… perché sono tutte pedine dello stesso domino e quindi se cade una, cadono tutte le altre!!!

Legalità, equità, integrità e rigore professionale, rappresentano (quantomeno sulla carta…) i valori posti in campo dal "Consorzio A.I.F.A.M." per prevenire quei fenomeni di corruzione!!!

Continuando a parlare del “Consorzio Stabile A.I.F.A.M.”, mi permetto di  riportare come tra i suoi impegni, si preveda d’improntare ciascuna azione con valori di correttezza, equità, integrità e rigore professionale.

Per quanto sopra infatti, il “Consorzio Stabile A.I.F.A.M.” si impegna a far seguire linee guida nei comportamenti leali da esplicare nei rapporti interni che con soggetti esterni, ponendo sempre al centro dell’attenzione il rispetto della legge oltre che l’osservanza delle procedure aziendali. 

Difatti, tutto il personale nello svolgimento dei prpri incarichi, dovrà in ogni occasione attenersi ai principi di trasparenza, chiarezza, correttezza, integrità ed equità!!! 

Il “Consorzio Stabile A.I.F.A.M.” si impegna altresì a migliorare continuamente il proprio sistema di gestione per la prevenzione della corruzione, garantendoautorità e indipendenza ai responsabili della funzione di conformità.

Inoltre, chi opera per conto di società terze negli appalti aggiudicati dal “Consorzio Stabile A.I.F.A.M.” è consapevole di incorrere – nel  caso di comportamenti di tipo corruttivo e violazione della legge in materia di corruzione – in illeciti sanzionabili, non solo sul piano penale e amministrativo, ma anche sul piano disciplinare aziendale. 

Sono queste le regole che autorizzano il “Consorzio Stabile A.I.F.A.M.” a richiedere alle società coinvolte nei propri appalti, il rispetto delle leggi vigenti e del codice etico sulla base di clausole la cui inosservanza implica la risoluzione del contratto!!! 

E fondamentale quindi che tutte le Società che operano per c/ del “Consorzio Stabile A.I.F.A.M.” – ritenendo questo strumento di segnalazione efficace per contrastare eventuai fenomeni corruttivi – incoraggino eventuali segnalazioni su presunti fenomeni di corruzione, attraverso procedure definite “whistleblowing”.

D’altronde, un’impresa che si conforma alla normativa sopra richiesta, risulterà non solo credibile, ma evidenziarà legalità e trasparenza; inoltre, attraverso la gestione e la verifica delle segnalazioni, si provvederà a garantire riservatezza sul contenuto stesso delle segnalazioni ricevute, dell’identità del segnalante e del segnalato, a tutela soprattutto del “segnalante”, per non incorrere in possibili discriminazioni e/o ritorsioni. 

Infine, la Direzione del “Consorzio Stabile A.I.F.A.M.” comunica di dare alla presente politica la massima diffusione, assicurando che sia stata compresa per esser attuata da tutto il personale dipendente, a tale scopo comunica che verrà consegnata copia cartacea a ciascun dipendente e ad ogni responsabile delle imprese collegate ed inoltre, quest’ultima, verrà resa disponibile sul sito web aziendale.

Ora… comprenderete tutti come sulla carta quanto sopra riportato da parte del “Consorzio Stabile A.I.F.A.M” (ma posso assicurarvi che non rappresenta l’unico esempio…) risulti parecchio avvincente, peccato che poi nella pratica niente di quanto scritto in quel documento, verrà compiutamente messo in campo ed è il motivo per cui quel “Sistema di gestione per la prevenzione della corruzione” non resterà che un atto privo di un concreto fondamento, già… chiara dimostrazione di un qualcosa “campato in aria“!!! 

Politiche per la prevenzione della corruzione??? Forse è tempo che anche la Prefettura di Catania inizi ad interessarsi.

Certamente sono molte le imprese consapevoli degli effetti negativi che le pratiche corruttive determinano sugli sviluppi economici e sociali, tanto che sono molte tra esse, nell’ambito degli appalti in cui operano a provare ad adottare un approccio fermo e risolutivo nel proibire qualsivoglia forma di corruzione. 

D’altronde ricordo come la prevenzione a quelle odiose pratiche corruttive rappresentino di fatto, oltre che un obbligo di natura legale, uno dei principi morali su cui dovrebbe improntarsi l’agire di un corretto imprenditore!!!

Leggo spesso come in molte imprese, consorzi, holding e via disorrendo, sia presente un “Codice Etico“, lo stesso che dovrebbe definire a quali valori e principi s’ispira quel proprio gruppo di lavoro e di come ciascuno di quei suoi collaboratori, si impegni nel rispettare e perseguire la propria missione.

Vorrei ricordare tra l’altro come esista una norma – UNI ISO 37001 – che prevede un Sistema di gestione per la prevenzione della corruzione; esso definisce i requisiti e fornisce le linee guida per aiutare un’organizzazione a prevenire, individuare, rispondere a tutti quei fenomeni di corruzione, conformandosi alla legislazione anti-corruzione ed altri eventuali impegni volontari applicabili alle proprie attività.

Solitamente le fasi principali dell’iter di certificazione comprendono:

  • ■ definizione dello scopo di certificazione
  • ■ verifica preliminare (su richiesta): analisi delle lacune e valutazione dell’attuale conformità dell’organizzazione ai requisiti normativi
  • ■ verifica di certificazione in due fasi (initial & main): verifica della conformità del sistema rispetto alla norma di riferimento ed emissione del certificato
  • ■ visite di sorveglianza per valutare il miglioramento continuo
  • ■ rinnovo della certificazione dopo 3 anni a seguito di una verifica completa.

Al termine di ogni visita all’Impresa viene consegnato un rapporto chiaro e completo, che consente di migliorare continuamente le prestazioni in materia di gestione della qualità.

Altri tasselli fondamentali richiesti dalla norma sono: l’analisi del contesto interno e esterno, la nomina di un responsabile anticorruzione, il monitoraggio continuo, con lo svolgimento di audit interni periodici ed il riesame finale della Direzione.

Comprenderete quindi come questa norma costituisca un’importante supporto per gli Enti ma non solo, anche per le Società che devono adempiere agli obblighi legislativi previsti in materia di anticorruzione, più in generale, un’opportunità per tutti per divenire concretamente capaci di controllare, nel tempo, i maggiori rischi e i costi legati al fenomeno della corruzione!!!

Certamente quanto sopraddetto ha effetto esclusivamente nel momento in cui quanto certificato nella carta persegua poi nella “pratica”, attuando quindi quei necessari comportamenti anti-corruttivi, non soltanto per evidenziare di essere rispettosi della legge, ma facendo sì che vengano confermati e  adottati quegli strumenti di prevenzione alla corruzione, al fine di accrescere la consapevolezza di tutti sulle regole e sui comportamenti che devono essere osservati, in particolare nei confronti di Dirigenti, Responsabili, Capi Commessa, ma anche di semplici dipendenti, in quanto ciascuno è legato da quell’obiettivo comune, rappresentato ad esempio da un appalto, un progetto, ma anche da un modesto business…

E quindi, nell’applicare quelle regole di trasparenza, è fondamentale proibire qualsivoglia comportamento e/o pratica che possa anche solo apparire illegale o collusiva!!!

Taluni pagamenti ad esempio possano apparire illeciti, come favoritismi, raccomandazioni, sollecitazioni dirette o indirette, vantaggi personali per i propri familiari o di carriera per sé, sono certamente da proibire!!!

Su quest’ultimo punto tra l’altro vorrei aggiungere una nota disdicevolebe presente in questa mia terra, in particolare nella mia provincia di Catania e chissà se forse, proprio l’attuale prefetto, Dott.ssa Maria Carmela Librizzi (una persona che so bene esser particolarmente dedida alla legalità), potrebbe intervenire, ad esempio interessandosi delle metodologie applicate sulle “assunzioni pilotate“, le quali evidenziano per l’appunto, di non seguire alcun criterio di trasparenza o quantomeno nessuna di esse dimostra esser fondate su quella che una volta rappresentava una banale graduatoria che a seconda delle priorità o anche in base alle qualifiche eventualmente ricercate, permetteva a chiunque l’ingresso in quel mondo lavorativo…

Ed invece come tutti sanno, ciò rappresenta per l’appunto il motivo che spinge la maggior parte dei miei conterranei a rendersi “schiavi” per non dire “ridicoli” di quel sistema, lo stesso che premia gli atteggiamenti lacchè ed omertosi e che favorisce tra l’altro la maggior parte di essi, incapaci professionalmente, tanto da dover passare attraverso abituali raccomandazioni (da non confondersi con le cosiddette “presentazioni”) di politici, dirigenti, presidenti di ordini, professionisti, ma potrei ahimé aggiungere anche quegli “amici degli amici“!!!

Mi viene da ridere e già… perchè parliamo di quegli stessi soggetti che poi dovrebbero di fatto controllare e quindi verificare che quelle estese metodologie anticorruttive e collusive non vengano di fatti applicate!!! Ma d’altronde, chi dovrebbe mai denunciarle???

Naturalmente per quanto riportato sopra (se qualcuno riterrà di volermi contattare) mi rendo sin d’ora disponibile ad un incontro, affinchè il sottoscritto possa evidenziare in maniera concreta quanto purtroppo sta accadendo e di cui – basti osservare sul web – la maggior parte dei media (sovvenzionata d’altronde da quegli stessi soggetti sopra-riportati) non scriva minimamente!!! 

Solidarietà e sostegno a chi lotta contro le mafie e la corruzione!!!

Nuove manifestazioni di vicinanza e solidarietà verso il Procuratore generale della Corte d’Appello di Bologna, vittima di gravi intimidazioni in seguito alla sua denuncia sul radicamento mafioso in Emilia-Romagna, definita un vero e proprio “distretto di mafia”.

L’importanza del contrasto alle organizzazioni criminali è sottolineata anche dall’associazione impegnata nella lotta alla mafia, che evidenzia come i processi contro la ‘ndrangheta, e in particolare il maxiprocesso Aemilia, stiano rivelando la portata del fenomeno mafioso sul territorio. 

Tali procedimenti mettono in luce quanto le logiche mafiose siano pervasive, intaccando tessuti economici e sociali che richiedono una risposta ferma e decisa da parte delle istituzioni e della società civile.

Questi atti intimidatori rappresentano un grave attacco non solo contro chi opera per la giustizia, ma contro l’intera comunità che aspira a vivere in un contesto di legalità e trasparenza. 

È fondamentale quindi che i responsabili di tali gesti siano identificati e assicurati alla giustizia il prima possibile.

La lotta alle mafie e alla corruzione deve continuare a essere una priorità assoluta, nella consapevolezza che si tratta di un fenomeno criminale gravissimo e radicato a livello nazionale, perché solo attraverso l’impegno collettivo e il sostegno alle figure che lavorano in prima linea sarà possibile costruire una società libera dalle infiltrazioni mafiose e dai condizionamenti che queste impongono.

Quindi… grande solidarietà e gratitudine vanno a tutti coloro che con coraggio e dedizione, si oppongono alle organizzazioni criminali e difendono i valori fondanti di legalità, sicurezza e giustizia.

Tribunali: "Lasciate ogni speranza, voi che entrate".

Lasciate ogni speranza voi che entrate”!!!

Già… dovrebbe essere questa la frase corretta da porre dinnanzi a quei “Palazzi di Giustizia”, in sostituzione della nota frase: “La giustizia è uguale per tutti ed è amministratata in nome del popolo.

Ed allora vorrei sapere di quale popolo si parla, la giustizia non è per i cittadini “onesti” che provano a contrastare quei loro opposti “disonesti” o forse sono in errore, avendo ascoltato proprio in questi giorni, all’interno di un’aula un magistrato dichiarare: la mia figura è quì per tutelare l’indagato!!!
Ah… tra l’altro permettemi di aggiungere che proprio quell’imputato non si è mai difeso personalmente, visto che finora in tutte le udienze non si è presentato, ma d’altronde perché farlo, quando c’è un magistrato al suo posto che di fatto lo tutela…
  
Uscendo da quell’aula mi sono chiesto: ma l’ordinamento giudiziario è forse cambiato???
Ed allora ho riletto quanto prevede il diritto, precisamente sul ruolo che il Magistrato deve ricoprire e difatti: è un funzionario pubblico investito di poteri giudiziari, al quale sono affidate funzioni di Giudice e di Pubblico Ministero. Il compito del Magistrato è di far rispettare e applicare il diritto vigente dello Stato, attraverso la conduzione di un processo in tutte le sue fasi.

Ah… ecco infatti che non si parla minimamente di “tutela dell’imputato“, quello d’altronde è un compito che spetta al difensore e difatti la norma in esame disciplina il mandato conferito a quest’ultimo che gli attribuisce il c.d. ius postulandi, cioè il potere di compiere e ricevere in luogo e in nome della parte tutti gli atti del processo ad esso indirizzati.
Anche perché verrebbe spontaneo chiedersi chi dovrebbe difendere l’altra parte, già… quei poveri cittadini che sono stati di fatto truffati??? D’altronde mi permetto di aggiungere che proprio il soggetto che quel magistrato “giustamente” vorrebbe tutelare, in un altra sede processuale è stato già rinviato a giudizio!!!
E difatti, quando mi trovo ad entrare in quei palazzi, ripenso sempre a un caro amico (che ahimè non c’è più) che diceva: Nicola ricordati, “Se vuoi vivere sereno, dai Tribunali e dagli Ospedali, devi fare a meno”!!! 
Sante parole, in particolare da quando ho deciso d’impegnarmi nella legalità ed ho potuto comprendere come anche quel mondo, che tanto si crede esser limpido, è purtroppo fortemente inquinato, vedasi tra l’altro l’ultimo dossier appena emerso in questo giorni (sugli accessi “abusivi” alle banche dati dove sono custoditi informazioni sensibili), dove sono stati riportati nomi e cognomi che riguardano per l’appunto amici degli amici, massoni, politici, banche, imprenditori corrotti, ma anche parenti e affini di chi esercita il potere giudiziario, tutti “personaggi” senza scrupoli ma capaci di trovare all’interno di quei Palazzi di giustizia, gli uomini appropriati per la loro tutela!!!
Già… a volte i Tribunali sono come quell’Inferno dantesco dove tutti vengono considerati “dannati“, non solo gli imputati (siano essi colpevoli che innocenti), ma anche coloro che, in maniera del tutto onesta, hanno provato a far emergere la verità, sì… la legalità, la stessa che viceversa altri provano a celare, grazie ad un sistema giuridicamente fortemente condizionato da procedure che con la giustizia, non hanno nulla a che vedere!
D’altro canto, rivolgendosi alla magistratura, i cittadini perbene – mi riferisco a coloro che hanno subito un torto e purtroppo il più delle volte non solo quello – auspicano di trovare in quelle aule di giustizia il riconoscimento delle proprie ragioni; desiderano ricevere dinnanzi a quel giudice terzo una condizioni di parità, che dovrebbe evidenziare “imparzialità” e non, per come purtroppo a volte accade, un atteggiamento iniquo, fazioso, legato da interessi o da amicizie personali/familiari.
Cosa fare quindi di questi ignavi ed abulici pusillanimi funzioanri, gli stessi che anche Dio ignora e di cui non vale la pena neppure parlare:“Fama di loro il mondo esser non lassa, Misericordia e giustizia gli sdegna: Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”…
Ma noi purtroppo a differenza di Dante e Virgilio, noi cittadini “modello“, non possiamo andar oltre ed ignorare costoro, in quanto a quelle leggi non possiamo sottrarci poiché costretti non una, non due, ma non si sa quante volte, a dover tornare in quelle aule del popolo, per nome e per conto di una giustizia che di fatto non ascolta o ancor peggio produce sentenze inique!!!
Tra l’altro, una delle circostanze più assurda è dover assistere come analoghi procedimenti conduca professioni come i magistrati, a decisioni opposte, ambigue, del tutti personali, già… in totale disprezzo su ciò che è riportato nel codice civile e/o penale!!!
Ebbene, se credi di andare in Tribunale e trovare giustizia, allora puoi anche andare dal fotografo e farti levare un dente!!!

La cultura passa dalla legalità e non bisogna possedere una toga e/o una divisa per darne prova!!!

Avrei dovuto scrivere stasera sul “Comune di Ropolano Terme“, ma ho promesso ad uno degli addetti con cui ho parlato telefonicamente che avrei atteso un loro risposta prima di raccontare nel mio blog quanto di spiacevole è accaduto…

Quindi ora, nel non affrontare appositamente quella fastidiosa vicenda, prendo in esame un argomento fondamentale, quello che fa comprendere come questo nostro Paese – ricordo uno Stato che evidenza quotidianamente un livello altissimo di corruzione e una totale mancanza di cultura della legalità – manchi di quella necessaria formazione per sviluppare cittadini consapevoli; difatti, la maggior parte dei miei connazionali è talmente abituata a vedere lo Stato quasi fosse una parte a se, distante da loro, già… come un qualcosa di estraneo a cui essi non appartengono e ciò diventa più evidente quando essi si trovano a dover rispettare gli obblighi previsti…  

Ho sempre creduto che il tema della legalità appartenga a noi cittadini sin dalla nascita ed è fondamentale ai genitori far comprendere ai loro bimbi questa cultura, la stessa che poi crescendo si dovrà promuivere e non mi riferisco a quella personale scolastica, certamente fondamentale, come imparare la nostra lingua, la storia, la geografia, etc, no…  ciò che voglio dire e che la legalità è importante perché insegna a rispettare gli altri, attraverso le regole ed il rispetto delle leggi.

Difatti, se tutti imparassimo il valore della legalità, il mondo diventerebbe non solo più civile, ma la società stessa sarebbe più giusta ed equa e difatti, senza corruzione e malaffare, anche la criminalità organizzata scomparirebbe!!!

Ecco perché non mi meraviglio più quando accadono situazioni come quella di cui parlerò forse domani, già… perché ormai lo Stato attraverso i suoi dipendenti – mi riferisco a quelli solitamente preposti ad inviare sanzioni o quant’altro a livello fiscale – sono talmente convinti di rivolgersi ad uno dei tanti loro connazionali che di “cultura della legalità” non sanno neppure dell’esistenza, che pensano immediatamente, già senza alcun indugio, che si possa fare di tutta un’erba un fascio!!!

Ed allora, permettetemi di dire: cari amici, prima di poter soltanto pensare a cambiarsi i vestiti con altri, sì come il sottoscritto, come dice quel proverbio: “acqua sotto il ponte ne deve passare”!!!

Vorrei tra l’altro aggiungere – riprendendo un tema toccato dal magistrato Giuseppe Ayala nell’inserto di fine anno del quotidiano “La Sicilia” intitolato “Uno nessuno centomila” e riproposto nello specifico dal generale dell’Arma (già a capo di Ros e Dia) Giuseppe Governale e cioè che la cultura è legalità e conta come una divisa o una toga – che ci sono cittadini che non hanno alcuna toga e ancor meno possiedono una divisa, ma operano da sempre in maniera coerente e soprattutto palese, tra l’altro senza alcun tornaconto personale, già… neppure quello di poter percepire uno stipendio da parte dei contribuenti, eppure sono sempre lì a fare il proprio dovere e non solo, fanno anche ciò che altri – solitamente collusi o ricattabili per non aggiungere “omertosi” – non fanno!!!

D’altronde come ripeto spesso, è facile parlare di legalità quando si è protetti da una divisa o da una toga, certamente più difficile esporsi personalmente, sapendo di non aver nessuno dietro a proteggerti, il più delle volte neppure lo Stato!!!

E difatti… vorrei contarli tutte quegli esposti presentati personalmente da quei soggetti di cui sopra, sarei curioso di sapere in quanti processi ciascuno di essi è coinvolto a titolo personale, sì… vorrei conoscerlo quel dato, ma forse è meglio lasciar perdere!!!

Comunque, ciò che volevo dire è che quando un cittadino è corretto e rispetta la cultura della legalità, sa bene di doverla mettere in pratica sempre e non occasionalmente o quando fa comodo!!!

Faccio alcuni esempi; si osservi a quando si tratti di onorare le imposte fiscali, quando vi sono presso alcuni enti di riscossione cartelle a debito a nostro nome, oppure quando giungono a casa avvisi di accertamento come multe stradali (parlo ovviamente di quelle corrette e non certo di quelle erroneamente inviate da taluni Comuni per far cassa… senza verificare se poi quelle stesse siano state già ottemperate nei pagamenti  e quindi non vi è alcuna ragione plausibile nel provare ad accreditare ulteriori sanzioni per ritardi, se non l’incompetenza di quegli addetti, incapaci di accertare che quella sanzione sia stata pagata entro i termini di legge e cioè nei cinque giorni previsti…) e quant’altro…

D’altronde, come dicevo sopra, in questo Paese si è così convinti che sismo tutti eguali che si pensa agli altri con la propria testa, quasi fossimo simili!!! 

Sì… è quella loro natura a parlare per loro, la stessa che ogni giorno si chiedei: può esser mai che qualcuno sia così corretto e quindi migliore di noi??? E poi perché a differenza nostra, egli possieda quella cultura di legalità così intrinseca???

Difatti è proprio questa la ragione che tanto fastidio dà alla maggior parte dei miei connazionali e rappresenta la stessa motivazione che in questi anni ha fatto comprendere al sottoscritto che, per la sola ragione d’aver fatto la cosa giusta, si è stati ahimé odiati!!! 

DIA: non si ferma neppure sotto i giorni festivi!!!

Sono state migliaia le misure interdittive antimafia nel 2023 per le società in odore di mafia o legate a note associazioni criminali… 

Sono i numeri dell’attività della Direzione investigativa antimafia nazionale che hanno portato a sequestri/confische per centinaia di milioni di euro

Un bilancio certamente positivo anche se molto c’è ancora da fare, in particolare nei confronti di quelle società “affiliate” che presentano oggi una forma velata di pedigree “legale”, se pur di fatto risultano essere vere e proprie “cartiere” per il riciclaggio di denaro sporco proveniente da quel sistema di malaffare.

C’è bisogno quindi che lo Stato evidenzi una volta e per tutte la propria forza, mostri quindi in maniera concreta la lotta che vuole intraprendere senza più tentennamenti o compromessi politici, in particolare nei confronti di quelle amministrazioni comunali che evidenziano a tutt’oggi, una vera e propria assenza di democrazia in quei loro comuni. 

Ed ancora, bisogna rafforzare il ruolo della Dia nell’attività di contrasto, in particolare negli appalti pubblici, una condizione negativa che pesa enormemente sulle difficoltà economiche e produttive del nostro territorio. 

Inizia quindi un nuovo anno, ma la lotta alla criminalità non si ferma anche per ciò che concerne la lotta sul fronte “internazionale” che mostra essere uno dei maggiori interessi per le organizzazioni criminali, a seguito dei business e della gestione dei finanziamenti concessi dall’Unione Europea al nostro Paese e su cui molti vorrebbero metterci le mani…

Il 2024 è iniziato, ma la lotta alle “mafie” vedrete anche quest’anno non sarà facile, anche perché quest’ultime hanno (nel corso di questi anni) subito importanti trasformazioni, sia strutturali che concettuali, passando da quel semplice apparato familiare, a vero e proprio sistema integrato e connesso che non coinvolge soltanto l’appartenenza dei suoi affiliati, costituito da parenti, familiari e amici,  no… la realtà ci dice che quel complesso “corruttivo e illegale” si è esteso a professionisti e soprattutto a molti colletti bianchi, molti dei quali ahimè, si trovano attualmente a gestire proprio i nostri apparati istituzionali!!!