Archivi tag: gratteri

Mafia e antimafia, tra riforme e passi indietro! – Parte Finale

Sono giunto alla fine di questa “mini-serie” sulla giustizia, e vorrei concludere riepilogando con precisione ciò che accade a chi, armato di coraggio, prova a denunciare.

Come già accennavo ieri, la “Legge Cartabia” ha finito per scoraggiare chiunque avesse presentato un esposto, anche se spesso, più per motivi profondamente personali che per fare il proprio dovere di cittadini. Ora che la riforma impone di procedere solo tramite formale querela, molti hanno preferito ritirarsi, lasciando che il sistema li inghiottisse nel silenzio.

Alcuni mesi fa, mi trovavo in Tribunale a Messina come teste per la procura, e prima del mio intervento erano in calendario ben sette processi. Pensavo sarebbe stata una lunga attesa, che avrei impiegato almeno tutta la mattinata. Invece no. Il giudice apriva il dibattimento, chiamava i testimoni, e puntualmente gli avvocati comunicavano la rinuncia dei loro assistiti. Non è successo una volta, ma tutte e sette. In mezz’ora, ero già seduto per testimoniare.

Una dimostrazione lampante di come questa legge non serva a ridurre i processi, ma a farli evaporare prima ancora che inizino.

E poi c’è l’altro aspetto, quello più logorante. Quando denunci qualcosa che non ti riguarda direttamente, quando provi a fare la tua parte, il sistema ti accoglie con una serie infinita di intoppi.

L’udienza slitta di sei mesi per l’agenda del giudice, l’avvocato della difesa non si presenta bloccato in un altro tribunale. La volta successiva: il PM è assente per un “impegno istituzionale”. Poi tocca agli scioperi – prima i magistrati, poi i legali e infine gli uscieri – e quando finalmente sembra tutto a posto, l’imputato gioca la carta del “malore improvviso” e il processo si blocca di nuovo.

Nel frattempo, nessuno ti avvisa che l’udienza è saltata. E così, chi ha cercato solo di fare il proprio dovere, si ritrova a perdere tempo e denaro. Perché magari ha preso un aereo, essendo per lavoro in un’altra regione o addirittura all’estero. E lo Stato? Non ti rimborsa nulla. O meglio, mi dicono che puoi chiedere qualcosa per il biglietto del treno, rigorosamente di seconda classe.

Negli Stati Uniti, se grazie a una denuncia lo Stato smaschera una frode, chi ha contribuito viene premiato con una percentuale del recupero. Da noi, invece, sei tu a pagare. Sempre!

È comprensibile, allora, che chi ha già vissuto questa tortura preferisca rinunciare in partenza, evitando di riviverla. E così, l’illecito che avrebbe potuto essere fermato, prosegue indisturbato, mentre il sistema fa di tutto per scoraggiare chiunque provi a cambiare le cose.

Denuncia! È questo il mantra che ci ripetono in coro, dal Presidente della Repubblica all’ultimo funzionario di periferia. Peccato che nessuno di loro, quando si tratta di circostanze che non li riguardano personalmente, abbia mai avuto il coraggio di farlo davvero. Nessuno ha mai sacrificato un briciolo della propria comoda posizione, figuriamoci la carriera.

Basterebbe guardarsi intorno per capire come funziona questo sistema malato. Basterebbe ascoltare le inchieste giudiziarie che ci vengono vomitate addosso ogni giorno, con nomi e cognomi di politici inquisiti, coinvolti, condannati. Eppure, stranamente, eccoli lì, sempre gli stessi, che risorgono come zombi, pronti a riprendersi il loro posto come se nulla fosse.

È questo il Paese che abbiamo. Un Paese che non merita cittadini onesti, perché li schianta, li logora, li umilia. Un Paese che, per andare avanti, ha bisogno dei soliti meschini personaggi, quelli che da decenni si aggrappano alle poltrone e non hanno intenzione di mollare. Perché qui, chi denuncia perde. Chi tace, invece, sopravvive. E chi dovrebbe cambiare le cose, è troppo occupato a garantirsi l’immunità.

E allora, mi rivolgo ora a voi, cari Procuratori, con cui ho aperto questa serie di interventi – e permettetemi, in questa sede, di aggiungere due nomi che stimo profondamente: Nicola Gratteri, oggi Capo della Procura di Napoli, e Raffaele Cantone, alla guida della Procura di Perugia. A voi, che siete la parte sana del Paese, voi che ogni giorno sfidate questo sistema marcio, pongo una domanda semplice, ma straziante nella sua ovvietà: perché mai qualcuno dovrebbe ancora provarci?

Perché dovrebbe presentarsi in procura, denunciare alla Dia, segnalare alla Finanza, quando poi si ritrova solo contro un sistema che lo punisce per il suo coraggio? Quando scopre che i potenti indagati hanno più diritti dei cittadini onesti? Quando si accorge che i reati spariscano come neve al sole tra rinvii, prescrizioni e cavilli procedurali, ma anche quando alla fine si riesce a giungere ad una condanna?

Già… perché dovrebbe credere in uno Stato che, quando va bene, lo ignora, e quando va male, lo punisce per aver osato disturbare?

Voi lo sapete meglio di chiunque altro quanto costa, in termini di coraggio e solitudine, alzare la mano e dire “basta”. Eppure, nonostante tutto, continuate a farlo. Ma ditemi: quanti ancora resisteranno, prima di capire che qui la giustizia è un lusso, non un diritto? Quanti cittadini perbene dovranno sbattere la faccia contro questo muro di gomma, prima che qualcosa – finalmente – si rompa?

Con affetto (e molta amarezza),
Nicola Costanzo

P.S. Questo non è un addio, ma un invito a non arrendersi. Sappiate che non sarete soli in questa battaglia: finché ci sarà anche solo uno di voi disposto a lottare, troverete sempre persone come il sottoscritto al vostro fianco. Perché la speranza, quando diventa collettiva, smette di essere un’illusione e diventa un’arma!

Mi viene da piangere per il Procuratore Gratteri…

Non so voi, ma ogni volta che vedo in TV o leggo un articolo sul mio omonimo, il Procuratore Nazionale Nicola Gratteri, mi vien da piangere…

L’altra sera l’ho rivisto su La7 da Lilli Gruber, e ancora una volta ho provato un senso di amarezza profonda.

Penso a chi dedica la propria vita a questo Paese, rischiando tutto, e a chi invece non ha mai mosso un dito, anzi, fa carriera restando nell’ombra, seduto dietro una scrivania.

È così che funziona qui, ed è così che continuerà finché il sistema clientelare e giudiziario resterà colluso, legato a quelle correnti politiche che decidono chi deve avanzare senza merito e chi, invece – come Gratteri – deve essere ostacolato, quasi esiliato, solo perché fa bene il proprio lavoro.

Mi torna in mente la vicenda di Giovanni Falcone, ostacolato nella sua nomina a Consigliere Istruttore del Tribunale di Palermo. Oggi la storia si ripete con Gratteri, escluso dalla Procura Nazionale Antimafia perché non allineato a certe logiche di potere. Lo aveva già previsto, tanto da dichiarare in un’intervista: “Io lo sapevo, ma ho scelto di non iscrivermi a nessuna corrente. Non conosco nemmeno il 50% dei membri del CSM, non li riconoscerei per strada, perché non li frequento“.

Qualcuno ha deciso di sbarrargli la strada. Forse perché ha indagato troppo, su mafia, ‘ndrangheta, camorra… certamente più di tutti loro messi insieme. E questo ha dato fastidio.

Ora, da Procuratore di Napoli, si ritrova sotto attacco: un’inchiesta si sgretola, i reati vanno in prescrizione, le accuse si rivelano inconsistenti, il processo si chiude nel nulla. Con un costo umano, politico e istituzionale, altissimo.

E allora sì, mi viene da piangere. Perché vedo il silenzio della stampa – e chissà, magari qualcuno sotto sotto ride pure. Perché nessuno lo difende???

Certo, Gratteri è un uomo, può sbagliare. Uno, due, tre, quattro, cinque volte.

Ma finché continuerà a indagare con onestà, senza piegarsi a pressioni o interessi di parte, resterà una delle poche figure di cui questo Paese può ancora fidarsi. Ed io, pur comprendendo talune critiche giuste e forse anche costruttive, beh… come dicevo, preferisco sempre un magistrato che, ogni tanto, possa commettere un errore piuttosto che uno che non sbaglia mai… perché in malafede.

Con questo sistema giudiziario e detentivo, si può solo arginare le mafie o pareggiare contro di esse le partite!!!

Sarà forse che il procuratore Gratteri, chiamandosi come il sottoscritto, ha intuito quanto da sempre scrivo e cioè che per sconfiggere le mafie, si necessita di un sistema giudiziario, processuale e detentivo, proporzionato a queste realtà criminali, un sistema non conveniente a delinquere ed ancora, tanto da fare sul piano normativo, oltre che su quello sul piano dell’istruzione e quindi della cultura!!!

Trovate l’intervista del procuratore di Catanzaro su Rai News Sicilia al link: https://www.rainews.it/tgr/sicilia/video/2023/04/la-nuova-cosa-nostra-dopo-larresto-di-messina-denaro-c7372b6b-320f-4df7-9fc1-48801b3bba65.html

Cosa dire, non faccio altro che scrivere da 13 anni su questi argomenti, peraltro, quando più volte ho scritto che allo Stato piace giocare con le mafie o con i suoi affiliati, qualcuno sicuramente si sarà sentito offeso, infastidito, ma i fatti dimostrano senza alcuna dubbio che in questi lunghi anni, nel silenzio generale e in quel processo di trasformazione messo in atto dal boss Provenzano ( che cambiò di fatto la mafia dopo l’arresto di Riina, archiviando la stagione stragista e portando in ‘sommersione’ tutta l’associazione criminale), nulla sia cambiato e le mafie sono sempre lì ad imporre il proprio potere!!!

Sappiamo bene da quanto dichiarato dai pentiti che a quegli affiliati fu dato l’ordine di non sparare più, quantomeno non in maniera plateale e difatti dopo quella decisione dall’alto, il business di quell’associazione malavitosa è iniziato a crescere in maniera esponenziale, alimentato notevolmente da quelle attività d’impresa e/o di commercio che a causa della grave crisi economica e dal giungere della pandemia “covid-19”, si sono potute inserire in quei mercati leciti potendo acquistare società in vendita, grazie alla grande disponibilità di denaro proveniente dal riciclaggio di denaro sporco!!!

E come ben sappiamo, con il denaro si compra tutto, in particolare si sovvenzionano associazioni, fondazioni, logge massoniche, segreterie politiche, imprese, attività commerciali, ma anche singoli uomini e donne, inseriti nella politica e nelle istituzioni, ma non solo, anche quei loro figli e/o nipoti vengono corrotti  e condotti all’interno di quel sistema corruttivo, una rete clientelare che si amplia attraverso familiari, amici, ma anche conoscenti, il tutto per far si che sistema di malaffare possa estendersi e accrescere!!!

D’altronde la maggior parte dei miei connazionali dimostra con i fatti di essere corrotta, molti di loro sono ahimè fortemente compromessi e quindi di fatto ricattabili, chi più chi meno, qualcuno l’ha fatto per avere più soldi, chi per avere gratis un po’ di coca, chi si è venduto per un rolex o un auto di lusso e chi per pagarsi l’escort, non essendo capace di conquistarsi una donna con le proprie capacità!!! 

Altro che “Sodoma e Gomorra”, qui soltanto un intervento di Dio potrebbe risolvere questo problema, già… basterebbe ad Egli trasformare questi soggetti infetti in statue di sale e forse chissà, quei restanti sopravvissuti in quanto “indecisi”, osservando quei soggetti trasformati a statue, lì fissi e sotto il sole, comprenderanno che è giunto il tempo per quel definitivo cambiamento…

Ma ho l’impressione che anche Dio si sia arreso dinnanzi a questo stato di cose e non solo a queste, sì… penso che si sia stancato di combattere con questa inaffidabile natura umana, corrotta e volubile, ed ora  chissà se osservando quanto sta accadendo, non stia proprio meditando di compiere una nuova pulizia, già come quanto compiuto attraverso quel “diluvio universale”!!!

Finalmente giunge la conferma ufficiale: la relazione della Dia riporta che non si sta contrastando le mafie per come si dovrebbe!!!

Almeno in questo paese c’è chi ha il coraggio di dire la verità e non continua a nascondersi dietro il dito!!! 

“La relazione della Dia è una conferma e vuol dire che noi non stiamo contrastando come potremmo e come dovremmo. Soprattutto dovremmo fare di più e avere nuove regole, strumenti normativi più incisivi, adeguati e proporzionati alla realtà criminale”. 

A dirlo è il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, durante un incontro in un liceo classico di Cosenza, rispondendo alle domande dei giornalisti presenti: “Se si allargano le maglie dei controlli e moltiplicano i subappalti le mafie hanno più possibilità di inserirsi. Questa direttiva europea che non limita i subappalti sarà una grande ingenuità che sarà pagata a caro prezzo”.

“Invito quindi gli insegnanti, i dirigenti scolastici, a portare i ragazzi nelle comunità di recupero e far sentire loro, dalla diretta voce dei tossicodipendenti, se sono favorevoli o meno alla legalizzazione delle droghe. Chi soffre vi dirà che la droga è una schiavitù, il resto sono chiacchiere”!!!

Vorrei aggiungere come sia incredibile che ancora oggi, nel 2023, la droga rappresenti per quelle associazioni criminali, il maggior business…

Le entrate milionarie mensili, fanno comprendere come in questo paese la droga sia fortemente richiesta, in particolare proprio la cocaina; debbo quindi prendere atto che che una grossa fetta dei miei connazionali fa uso quotidiano di stupefacenti, per le ragioni certamente più disperate, le quali permettono non solo di far ingrossare i portafogli a quei criminali affiliati, ma alimentano e ampliano il giro di tutti coloro che finiscono per diventare dipendenti… 

Bisogna fare in modo che tutti indistintamente passino – come avviene già per la sicurezza sui luoghi di lavoro, durante la visita preventiva, per tutti quegli operai autisti o addetti a mansioni pericolose, attraverso controlli medici delle urine e del sangue!!!

Tutti coloro che vengono scoperti d’aver abusato di droghe devono essere sospesi alle loro attività e i loro nomi e cognomi, posti in un registro pubblico, affinché chiunque decidesse di assumerli, possa sapere in anticipo con chi debba avere a che fare…

Certo, comprendo bene come questa metodologia rappresenti per lo stato una ver e propria forzata, d’altronde chissà quanti di loro sono disposti a farsi controllare, sapendo che potrebbero emergere situazioni che finora sono state celate…

D’altronde, come il pesce marcio inizia a puzzare dalla testa, così le cause di un comportamento sbagliato di un subordinato vanno ricercate su chi ricopre posizioni di maggior rilievo, ed ecco quindi i motivi per cui quando il cattivo esempio viene dall’alto è proprio perché gli errori maggiori vengono commessi dai cosiddetti “capi”!!!

Combattere la droga???  Prevenire e contrastare il diffuso fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti??? Ma quando mai, fintanto che chi ne fa uso, appartiene a quello sistema che dovrebbe contrastarne la vendita, non cambierà mai nulla!!!

Gratteri: le mafie e la Pa corrotta…

Lo ha detto il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, durante un evento organizzato intitolato: “Legalità e Solidarietà: diritti ed etica per un welfare moderno”.

Una cosa è certa, che le mafie utilizzino i canali delle PA per raggiungere i loro scopi è cosa ormai risaputa e quindi nel sentir parlare di “etica” in un paese che non conosce la distinzione tra bene e male, non può che farmi sorridere…
Certo, parlare di etica è veramente difficile, in quanto quel concetto è strettamente legato a comportamenti morali a cui la maggior parte dei miei connazionali dimostra indifferenza, anzi molti di loro hanno scelto il peccato rispetto all’obbligo morale di tendere verso il bene del paese, facendo valere così non virtù, ma vizi, gli stessi che determinano quelle circostanze illegali, collusive e corruttive, di cui  abitualmente sentiamo parlare nei nostri notiziari.

Ciò che non si vuol comprendere è che taluni responsabili delle pubbliche amministrazioni, proprio per il ruolo che ricoprono, sono chiamati quotidianamente a dover agire in modo etico e morale, cercando quindi di fare sempre ciò che è giusto per il bene comune.

“Il problema del contrasto alla corruzione e ai collegamenti con le mafie – precisa ancora il Procuratore – è difficile da risolvere perché quest’ultime non fanno più uso di metodologie coercitive bensì mirano a trovare accordi con quella parte della pubblica amministrazione che preferisce farsi corrompere”.

E sì perché va detto, a nessuno di loro viene richiesto in maniera violenta di compiere azioni irregolari o contrarie alla legge, non si tratta quindi di subire pressioni esterne che rendono difficili le decisioni da prendere, quelle eticamente giuste…

No… essi si prestano in maniera spontanea a compiere quelle azioni, offrono a quel sistema corruttivo se stessi pur di ricevere qualcosa in cambio, tra l’altro va detto, quella mancata moralità porta ciascuno di essi a non pensare minimamente alle eventuali conseguenze che si potrebbero ahimè patire, perché sanno che la giustizia, quella messa in campo dentro i Tribunali, non giungerà mai a loro o quantomeno sarà di fatto effimera… 
D’altro canto va detto, a poco o nulla servono quegli strumenti di controllo, ad esempio i codici etici, di condotta, i controlli interni o esterni etc., accertamenti che non modificano minimamente le azioni improprie compiute da molti dirigenti o funzionari pubblici che, per come vediamo ogni giorno, continuano ad essere costanti se non in aumento…

E difatti, “negli ultimi decenni – sottolinea Gratteri – c’è stato nel nostro Paese un forte abbassamento della morale e dell’etica che ha investito il mondo delle professioni, facilitando le mafie e portando ripercussioni nel lavoro. In particolare le mafie, non hanno più il problema di doversi arricchire perché già lo sono di loro, il reale problema difatti consiste nel giustificare la ricchezza posseduta, in particolare quando chiamati in causa dalle forze dell’ordine, ed allora ecco che improvvisamente si scopre come quel denaro sia servito per acquistare alberghi, ristoranti, pizzerie, terreni, attività commerciali, imprese, ma nonostante tutto ciò, non sono ancora capaci di fare il riciclaggio sofisticato”!!!

Ma d’altronde va detto, osservando come la corruzione si sia fortemente connessa con quasi tutte le attività di questo Paese, grazie anche a decisioni della politica scellerate che vanno nella direzione opposta ai concetti di legalità, ecco che si palesa ovunque una totale sfiducia dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione, ma non solo, anche di quel sistema giudiziario che si macchiato di connivenze massoniche e mafiose, le stesse che hanno fatto perdere d’efficienza ed efficacia le istituzioni pubbliche, causando un danno sociale ed economico significativo.

Il Procuratore Gratteri suggerisce quindi che per i sopraddetti motivi vi sia bisogno di “sbloccare le assunzioni nella pubblica amministrazione, perché in Italia a soffrire sono le forze dell’ordine e gli uffici giudiziari. Solo sbloccando le assunzioni, avremo persone specializzate e capaci”!!!

Ma vorrei chiedere al procuratore, quando ad essere assunti saranno giovani “raccomandati” dalla politica, quando quelle assunzioni verranno – per come abitualmente avviene – pilotate da quel sistema corrotto e clintelare, quando quei giovani sono i figli di quegli stessi genitori immorali, corrotti e soprattutto ricattati di questo Paese, gli stessi che hanno trasmesso a quei loro figli quel germe infetto della corruzione, mi dica, cosa mai  ci potremmo aspettare da questa cosiddetta nuova linfa che trasporta solo fetido marciume???   .

Procuratore, comprendo quel suo nobile sentimento d’aspettazione fiduciosa nei confronti delle nuove generazioni, ma ritengo che questa sua speranza, da sola, non basti a cambiare il Paese, perché soltanto cambiando le regole, rafforzando la trasparenza, adottando leggi e normative che impongono la pubblicazione di informazioni sulle attività svolte e soprattutto e grazie ll’accesso del pubblico di tali informazioni, che si potrà modificare questo obsoleto sistema… 
Proprio ieri ad esempio, nel ricercare un contatto telefonico, all’interno di una pagina di un sito web istituzionale, mi sono imbattuto su numero telefonici del tutto inesistenti (difatti sull’argomento sto già preparando il mio prossimo post…).

Ecco, da quest’ultimo esempio si comprende in quale paese viviamo, uno Stato dove ai suoi cittadini  non interessa nulla, se non le proprie “robe” già come quel “Mazzarò” nella novella del Verga;  pensano tutti ai propri interessi o come ripeto spesso, al proprio orticello, poi per il resto, ciascuno, si fai i caz… propri e degli altri pensa: possono pure morire!!! 

 
Auspicare quindi che attraverso lo sviluppo di una cultura d’integrità e responsabilità si possa modificare questo attuale stato di cose o che attraverso la formazione e la sensibilizzazione di giovani futuri funzionari pubblici si riesca finalmente a elevare quei valori etici e morali, gli stessi che dovranno guidare nel tempo ogni loro azione, beh… mi sembra tutto alquanto magnifico, peccato che ciò, resti ancora fortemente distante dalla realtà!!!
La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle.
Sant’Agostino

Meloni: stretta sulla giustizia!!!

Sì al carcere ostativo e nuove misure contro i rave party, ma non solo, niente rischio “liberi tutti” per i boss mafiosi che si sarebbe potuto concretizzare l’8 novembre quando, con ogni probabilità, la Consulta si sarebbe riunita per dichiarare definitivamente incostituzionale l’ergastolo ostativo, e cioè il principio giuridico secondo cui un condannato per mafia e terrorismo non può avere accesso ai benefici!!!

Dopo mesi in cui la giustizia non è stata minimamente toccata dall’ex premier Draghi, finalmente questo nuovo Consiglio dei ministri ha approvato quei decreti fondamentali contenenti le misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti di quei detenuti o di quei soggetti attualmente  internati, che non hanno mostrato interesse o volontà di collaborare con la giustizia. 

Ed allora meglio passare al carcere ostativo, senza più benefici nei nostri penitenziari per i condannati che si sono macchiati di colpe gravi, quali sono i reati di mafia o di terrorismo, anche in assenza di collaborazione con la giustizia o se è avvenuta una “riparazione pecuniaria” del danno alle vittime e se è stata dimostrata la cessazione dei collegamento con la criminalità organizzata attraverso “elementi specifici”…

Pensavo alcuni giorni fa:

se realmente il governo del nuovo Presidente Meloni decidesse di mettesse mano al contrasto dell’illegalità di questo nostro Paese, partendo da tutti quei fenomeni corruttivi dilaganti, proseguendo con quei procedimenti nel pubblico in cui vi è la mano “perversa” della burocrazia, già… se si provasse a tenere sotto controllo quanto avviene in molti tribunali, in particolare in quelli dove vi è una forte presenza massonica e se ancora, si volesse realmente contrastare quei fenomeni mafiosi, sì… se a quanto sopra si provasse definitivamente a colpire l’evasione costantemente perpetrata ponendo sotto la lente d’ingrandimento coloro che ogni giorno evadono a cui si sommano quanti commettono reati sul territorio, ah… se solo si potessero eliminare del tutto quelle imprese affiliate alla criminalità organizzata e – ma solo per concludere – si provasse ad annullare del tutto, quei meccanismi clientelari di cui hanno finora beneficiato molti nostri politici, mi riferisco anche a livello comunale, beh… penso che più del 30% del nostro paese, potrebbe essere deportato in un isola, certamente più ampia di quella di Alcastraz!!!

Sì qualcosa si sta facendo, certo… con molta calma e forse un po’ troppo tempo per rispettare quei tempi della giustizia: si sa… qualcuno pagherà, qualcun altro ahimè la farà franca e qualcun altro ancora appartenente a quell’elité se ne sarà andato precocemente e non sconterà in questa terra mai alcuna pena, non ci resta che sperare in quella divina… 

Vedremo… sono piccoli passi, ma meglio del nulla fatto finora, purtroppo è come riportato a suo tempo dal procuratore Gratteri: Questo sistema???  Fa comodo a molti, mi creda”!!!

Gratteri come Falcone: entrambi boicottati dai loro rispettivi colleghi "gattopardi"!!!

C’è chi fa molto per questo Paese, ad esempio mettendo a rischio la propria vita ed anche quella dei propri familiari e c’è chi viceversa non fa un caz… e resta celato, aggiungerei “protetto” (proprio grazie a quel sistema che si dovrebbe di fatto contrastare), semplicemente restando seduti ogni giorno dietro quella loro scrivania!!!

D’altro canto è’ così che va in questa terra ed è così che continuerà ad andare fintanto che il sistema giudiziario resterà colluso, clientelare e legato a quelle correnti politiche che determinano chi deve andare avanti (senza alcun merito) e chi viceversa debba essere limitato, allontanato, ed in talune circostanze “esiliato”, sì… solo perché fa il proprio dovere!!!

D’altronde, come non ricordare la vicenda della mancata nomina del giudice Falcone alla funzione di Consigliere Istruttore del Tribunale di Palermo, ed oggi a pagarne le medesime conseguenze è il procuratore Gratteri poiché non iscritto ad una di quelle correnti che lo hanno ora fortemente penalizzato, tanto da fargli riportare in un intervista: “io questo già lo sapevo ma ho fatto la scelta di non iscrivermi. Io non conosco nemmeno il 50% dei membri del Csm, non li riconoscerei nemmeno per strada, perché non li frequento”!!!

Sicuramente qualcuno ha deciso di non riconoscergli la nomina alla procura nazionale antimafia, chissà forse debbo pensare perché a differenza di coloro che non lo hanno votato, forse per aver indagato troppo (più di tutti loro messi insieme) sulla mafia e questo ha dato loro ovviamente fastidio???

Ieri sera il procuratore di Catanzaro era ospite del programma “Otto e mezzo” presentato da Lilli Gruber: “Io ho fatto domanda alla procura antimafia – ha precisato Gratteri – perché pensavo di avere l’esperienza necessaria, facendo da sempre contrasto alla criminalità organizzata: non esiste nessun magistrato al mondo che abbia fatto più indagini di me sulle mafie. Quando non è arrivata la nomina, mi sono dispiaciuto e agli occhi della ‘ndrangheta e della mafia sono diventato un perdente, ma ricevo ogni giorno la stima e l’affetto delle persone che mi vogliono bene e che mi incoraggiano ad andare avanti”.

Mi viene da ridere pensando a questi giorni di commemorazione, quando nei fatti accadono circostanze come quella sopra riportata!!!

Penso che il presidente Mattarella avrebbe dovuto quantomeno caldeggiare per non dire “imporre” al Consiglio Superiore della Magistratura” il nome del Procuratore Gratteri, sarebbe stato da parte sua un bel gesto, ma soprattutto avrebbe evidenziato alla criminalità organizzata la presenza di uno Stato forte, ma soprattutto che i suoi uomini migliori erano lì a rappresentarla degnamente!!!

Ma non è che anche il Presidente Mattarella la pensi come il suo predecessore??? Vorrei ricordare come lo stesso procuratore anziché essere procuratore aggiunto della Dda del capoluogo calabro, avrebbe potuto essere ministro della Giustizia, ma pare che per l’appunto l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano abbia sconsigliato quella nomina: “C’è una regola non scritta per la quale un magistrato non può fare il ministro della Giustizia”; è lo stesso Gratteri a rivelarlo con un commento: «Pensavo che l’unica legge che dovesse salvaguardare è la Costituzione». Ma tant’è, Gratteri è uno di quegli uomini per niente avvezzi alle mediazioni di palazzo. Ha le sue idee, e non ci rinuncia. Combatte mafia, camorra e ‘ndrangheta con la stessa determinazione con cui queste delinquono. Non ha paura della morte. Anzi, pare l’abbia già messa in conto: «Ho catturato latitanti da 15 anni dopo aver ascoltato intercettazioni in cui discutevano di come ammazzarmi».

Leggendo quanto accaduto in questi anni al Procuratore non posso che pensare di dover “stendere un velo pietoso” sulle nostre istituzioni!!!

Procuratore Gratteri, Lei ed io abbiamo lo stesso nome, sarà forse una coincidenza ma anch’io credo – per quello che vale – che fare la cosa giusta è soprattutto il proprio dovere è quanto di meglio questa vita ci possa offrire; mi permetta di aggiungere una personale considerazione: Lei ha scelto di fare questa professione e quindi si è assunto, sin da subito, non solo  gli onori, ma anche gli oneri che proprio questo suo incarico determina; viceversa altri individui, come ad esempio il sottoscritto, hanno provato, ogni qualvolta se ne presentata l’occasione, a non mollare o lasciar cadere situazioni abiette, evidenziando in maniera celata e soprattutto senza mai riflettori, quanto la maggior parte dei miei conterranei, certamente “omertosi” non compie!!!

Mi permetta di aggiungere come quest’ultimi non sono soli, perché va detto, vi è una grossa fetta di uomini/donne dello Stato – gli stessi che abbiamo visto in questi giorni di commemorazione e che a breve, il prossimo 19 Luglio, vedremo nuovamente lì a ricordare il giudice Borsellino – che non hanno mai fatto nulla nel corso della propria vita in maniera concreta a livello di contrasto alla illegalità o al malaffare, ma incredibilmente essi sono gli stessi soggetti che in tutte queste commemorazioni troviamo in prima fila su quei pulpiti, incitando al coraggio, alla legalità, alla lotta alle mafie, strano osservare però come essi per primi, non si siano mai esposti a denunciare con il proprio nome e cognome… 

Se può essere di conforto vorrei esprimere un personale ringraziamento a nome di quell’esiguo numero di cittadini che possono definirsi ancora “onesti” e che vedono per l’appunto nel suo lavoro, un’importante opera di cambiamento verso quella desiderata impeccabile democrazia, perché a differenza di quanto in questi giorni ci stato rappresentato, sono troppo pochi, ahimè, coloro che hanno realmente compreso e fatto proprie le idee dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e cioè che la legalità rappresenta il più importante valore che abbiamo e non dobbiamo mai perdere…

Dott. Gratteri, grazie…

Il Procuratore aggiunto Gratteri critica il Ministro dell'interno Alfano!!!

Dopo la scandalosa vicenda sull’inchino effettuato durante la processione a Oppido Mamertina, il ministro Alfano, ha voluto prendere le distanze, dichiarando che la lotta alla mafia, inizia proprio nell’allontanarsi il più possibile da essa, opponendosi a quei comportamenti di soggezione e servilismo, che soprattutto in certe occasione anche rituali, riemergono quotidianamente in tutta la loro gravità…
Il ministro Alfano, si è così voluto complimentare con i carabinieri, che hanno saputo condannare quegli atti come “incommentabili”… – ora su ciò mi verrebbe di aprire una parentesi, con riferimento ad un ” particolare ” visita di cortesia, espletata proprio dal ministro qui a Catania, prima delle elezioni…

Mi piace comunque evidenziare, quanto dichiarato dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri e cioè che se è vero che lo Stato, attraverso gli esigui mezzi e gli strumenti che ha a disposizione, sta facendo di tutto, anzi di più…per combattere la criminalità è altrettanto vero che le richieste di maggiore sostegno, fatte proprio al ministro dell’Interno ( aveva promesso 800 uomini in più ), avrebbero dovuto almeno questi…vedersi.
Il ministro, aveva anche promesso una task force e 5 sedi necessarie all’estero, che ovviamente, non sono state realizzate… Il Procuratore aggiunto, spera che alla fine, almeno giungano i 100 uomini ed un po di soldi per le volanti…
Alla fine di questa dichiarazione, mi sarei anche aspettato la richiesta esplicita per un po’ di carburante, già per quelle stesse auto che ancora per poco sono in giro a controllare il ns. territorio e poi si vedrà…
E’ logico che ognuno di noi, deve fare il proprio dovere e ancor più lo deve fare, chi è stato demandato a far perseguire tale compito, attraverso un programma culturale, di rinnovamento e cambiamento…
Le parole dette in tali circostanze sono sempre piene di significati molto profondi, sia che queste vengano espresse da Papa Francesco o direttamente dai rappresentanti dello Stato, ma certamente trovano poca valenza se i rapporti, continuano ad essere basati su legami che uniscono uomini delle mafie a politici, religiosi e funzionari dello Stato…

Quindi belle parole, ma che non trovano alcuna pratica nella realtà, dove tutti – direttamente o indirettamente – continuano ad omaggiare i vari personaggi della criminalità organizzata o di quanti stanno loro accanto… ed è per questo – ha spiegato il Proc. Gratteri – che il piano redatto contro l’associazione ’ndrangheta, ideato proprio dal ministro dell’Interno, è del tutto inefficace…, in particolare perché il personale predisposto per tale lotta, potrebbe risulterebbe inadeguato, senza alcuna esperienza sul campo, un territorio infido e ingannevole, pericolo e difficile da controllare, dove la popolazione difficilmente partecipa e dove chi appartiene a quel sistema è legato da rapporti di parentela stretti e quindi non collabora mai con le istituzioni, ed ecco quindi che si vuole gettare nella mischia questi giovani militari, quasi fossero poveri marines da lanciare in guerra nel Vietnam…

Il Procuratore aggiunto Gratteri si è poi detto convinto, che si riusciranno a cambiare le regole del gioco intervenendo sul blocco della prescrizione per le condanne di primo grado, sull’approvazione del falso in bilancio, sulle misure contro il voto di scambio.
Ed ancora, ai parlamentari della commissione dice – in Europa s’indaga poco e questo perché, negli altri Paesi manca l’articolo 416 bis; bisogna quindi insistere affinché l’Europa applichi il ritardato arresto, una regola che in Italia funziona e permette di arrivare ai grandi carichi evitando, magari, di arrestare i piccoli corrieri…
Per finire, è certamente rappresenta il pensiero più importante, ha chiesto di investire nella cultura, ricominciare ad insegnare ai ragazzi quelle materie, storia, geografia, arti, che hanno rappresentato quanto di positivo c’è stato nella società pensante calabrese, una rinascita culturale, necessaria per iniziare quel processo di trasformazione, passaggio obbligato che permetta una radicale eliminazione di quanto ancora presente nelle coscienze e dando finalmente così ai giovani, quella la possibilità di veder prosperare questa loro terra, privata in questi anni, anche dalle più semplici regole di legalità…