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"Confische spa" e quei suggerimenti espressi dall'Agenzia Beni Confiscati…

Confische s.p.a. – La ragnatela di imprese di mafia“, con questo titolo, l’amministratore giudiziario e consulente della procura di Palermo, Elio Collovà, ha descritto i suoi quasi trent’anni d’attività, durante i quali, ha amministrato decine di beni e di aziende confiscate alla mafia…

Se avete visto il video pubblicato dal sottoscritto nella giornata di ieri, sarete rimasti certamente annichiliti, in particolare quando si è evidenziata l’assoluta meraviglia, sui fatti accaduti a Caltanissetta, da parte della A.N.B.S.C. ( Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) da parte del suo Direttore, Avv. Dott. Umberto Postiglione, che sembrava cadere (come diceva nel film Checco Zalone) dalle nubi…
La cosa d’altronde – come riportavo ieri- non mi meraviglia affatto, perché costituisce ormai l’andazzo di questo nostro paese… dove ciascuno s’interessa di fare il minimo indispensabile, l’importante però che a fine mese giunga lo stipendio e soprattutto che, quel proprio incarico, scorra senza impedimenti e senza creare ad altri, eventuali problemi…
Di quanto sopra il sottoscritto, ne ha prova certa!!!
Difatti, in data 07.05.2015, aveva segnalato a mezzo Pec, nota personale alla ASBCN sulla gestione “particolare” di alcuni amministratori giudiziari, alla quale era successivamente seguita una ulteriore trasmissione in data 18.09.2015 con la quale il sottoscritto ( allora “Direttore Tecnico” di una delle più importanti Imprese di costruzione Spa in provincia di Catania) offriva –a titolo gratuito- la propria candidatura, per collaborare nella gestione di società analoghe e cioè sottoposte a misure di prevenzione…
Bene in entrambi i casi, posso assicurarvi di non aver ricevuto alcuna risposta!!!
Ecco questo è quanto lo Stato chiede a ciascuno di noi… e cioè di collaborare, di non essere omertosi, di denunciare e via discorrendo… ma quando si compie quanto è corretto fare, ecco che l’impressione che si riceve… è quella che di voi se ne fottono, che quanto fatto da soltanto fastidio, ma soprattutto… ciò che resta, è che i problemi reali, restano proprio a chi ha avuto il coraggio di esporsi, unico su centomila… mentre loro, protetti in quella loro veste… già ognuno di loro, di quel particolare “club dei temerari”, non faranno mai parte!!! 

D’altronde lo Stato ha dimostrato di non essere pronto a gestire i miliardi confiscati ogni anno alle mafie…. ed il motivo è legato principalmente a quella mancata volontà di scrivere leggi in maniera chiare, sia sulla confisca che nella gestione amministrativa di quei beni confiscati…
Quanto si è evidenziato ha dimostrato come la gestione dei beni sia divenuta negli anni… un vero e proprio business, per quanti operano all’interno dei tribunali, degli uomini da esso nominati, di tutti quei consulenti legati a filo diretto con quel sistema che permette loro, d’ottenere tanti mandati e poi infine, una serie lunghissima di professionisti (amici, coniugi, figli e parenti vari…) che hanno ottenuto negli anni, incarichi milionari… alla faccia di quella lotta alla illegalità!!!
Quelle società sono diventate per quel “sistema antimafia” una vero affare… che ha puntato principalmente a svuotarle quelle aziende confiscate, rinunciando a priori a fare impresa e portando le stesse al fallimento…
Nei casi opposti, quando le società avevano capacità di realizzare profitti, ecco che allora quegli amministratori ( ovviamente aiutati da quanto avrebbero dovuto controllare… ) si sono trasformati improvvisamente in “business man”… uomini cioè capaci di darsi all’imprenditoria ( senza averla mai svolta…), i quali, attraverso efficaci stratagemmi, sono riusciti a “spogliare a Cristo per vestire a Maria”, il tutto con il consenso dello “stato” ( quello però… con la “s” minuscola…)!!!   

Ho letto negli anni, da parte di alcuni soggetti (che operano all’interno di quelle strutture), che nel concreto, manca la volontà politica di cambiarle questo stato di cose…
Ma viene spontaneo chiedervi: con un sistema come questo, che produce benessere per tutti… che motivo c’è di cambiarlo…??? Anzi, il motto che passa è: “facciamo in modo che le cose restino per sempre… per come sono”!!!

"Confische spa" e quei suggerimenti espressi dall'Agenzia Beni Confiscati…

Confische s.p.a. – La ragnatela di imprese di mafia“, con questo titolo, l’amministratore giudiziario e consulente della procura di Palermo, Elio Collovà, ha descritto i suoi quasi trent’anni d’attività, durante i quali, ha amministrato decine di beni e di aziende confiscate alla mafia…

Se avete visto il video pubblicato dal sottoscritto nella giornata di ieri, sarete rimasti certamente annichiliti, in particolare quando si è evidenziata l’assoluta meraviglia, sui fatti accaduti a Caltanissetta, da parte della A.N.B.S.C. ( Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) da parte del suo Direttore, Avv. Dott. Umberto Postiglione, che sembrava cadere (come diceva nel film Checco Zalone) dalle nubi…
La cosa d’altronde – come riportavo ieri- non mi meraviglia affatto, perché costituisce ormai l’andazzo di questo nostro paese… dove ciascuno s’interessa di fare il minimo indispensabile, l’importante però che a fine mese giunga lo stipendio e soprattutto che, quel proprio incarico, scorra senza impedimenti e senza creare ad altri, eventuali problemi…
Di quanto sopra il sottoscritto, ne ha prova certa!!!
Difatti, in data 07.05.2015, aveva segnalato a mezzo Pec, nota personale alla ASBCN sulla gestione “particolare” di alcuni amministratori giudiziari, alla quale era successivamente seguita una ulteriore trasmissione in data 18.09.2015 con la quale il sottoscritto ( allora “Direttore Tecnico” di una delle più importanti Imprese di costruzione Spa in provincia di Catania) offriva –a titolo gratuito- la propria candidatura, per collaborare nella gestione di società analoghe e cioè sottoposte a misure di prevenzione…
Bene in entrambi i casi, posso assicurarvi di non aver ricevuto alcuna risposta!!!
Ecco questo è quanto lo Stato chiede a ciascuno di noi… e cioè di collaborare, di non essere omertosi, di denunciare e via discorrendo… ma quando si compie quanto è corretto fare, ecco che l’impressione che si riceve… è quella che di voi se ne fottono, che quanto fatto da soltanto fastidio, ma soprattutto… ciò che resta, è che i problemi reali, restano proprio a chi ha avuto il coraggio di esporsi, unico su centomila… mentre loro, protetti in quella loro veste… già ognuno di loro, di quel particolare “club dei temerari”, non faranno mai parte!!! 

D’altronde lo Stato ha dimostrato di non essere pronto a gestire i miliardi confiscati ogni anno alle mafie…. ed il motivo è legato principalmente a quella mancata volontà di scrivere leggi in maniera chiare, sia sulla confisca che nella gestione amministrativa di quei beni confiscati…
Quanto si è evidenziato ha dimostrato come la gestione dei beni sia divenuta negli anni… un vero e proprio business, per quanti operano all’interno dei tribunali, degli uomini da esso nominati, di tutti quei consulenti legati a filo diretto con quel sistema che permette loro, d’ottenere tanti mandati e poi infine, una serie lunghissima di professionisti (amici, coniugi, figli e parenti vari…) che hanno ottenuto negli anni, incarichi milionari… alla faccia di quella lotta alla illegalità!!!
Quelle società sono diventate per quel “sistema antimafia” una vero affare… che ha puntato principalmente a svuotarle quelle aziende confiscate, rinunciando a priori a fare impresa e portando le stesse al fallimento…
Nei casi opposti, quando le società avevano capacità di realizzare profitti, ecco che allora quegli amministratori ( ovviamente aiutati da quanto avrebbero dovuto controllare… ) si sono trasformati improvvisamente in “business man”… uomini cioè capaci di darsi all’imprenditoria ( senza averla mai svolta…), i quali, attraverso efficaci stratagemmi, sono riusciti a “spogliare a Cristo per vestire a Maria”, il tutto con il consenso dello “stato” ( quello però… con la “s” minuscola…)!!!   

Ho letto negli anni, da parte di alcuni soggetti (che operano all’interno di quelle strutture), che nel concreto, manca la volontà politica di cambiarle questo stato di cose…
Ma viene spontaneo chiedervi: con un sistema come questo, che produce benessere per tutti… che motivo c’è di cambiarlo…??? Anzi, il motto che passa è: “facciamo in modo che le cose restino per sempre… per come sono”!!!

La Giustizia non ha bisogno di spiegazioni: iustum est iustum!!!

Non può gridare contro l’ingiustizia… chi non sa che cosa sia la giustizia!!!
Difatti… in base a che cosa condanna l’ingiustizia???
Come fa a comprendere che una cosa è ingiusta, se non si conosce che cosa sia giusto…
E’ se per caso fosse giusto proprio ciò che definiamo ingiusto???
D’altronde non è così??? Si grida ad alta voce… è ingiusto!!!
Lo si grida come se la cosa fosse evidente, ritenendola ingiusta in rapporto ad una certa norma di giustizia sulla quale si è misurato ciò che si riteneva errato e, vedendo che qualcosa non corrisponda alla norma che si era ritenuta retta, ora la condanniamo, come degli esperti che sanno distinguere il giusto… dall’ingiusto!!!
Ed allora vi chiedo: ” come si fa a sapere che una cosa è giusta? Da dove deriva questo concetto di giustizia??? Ha forse una sua fonte oppure deriva da noi stessi quel concetto di giusto… operando su noi stessi quel concetto di giustizia???  
Nessuno può dare a se stesso ciò che non ha… dunque essendo noi uomini ingiusti, non potremmo mai essere giusti se non convertendoci a quella “giustizia” che per sua natura è permanente: se ti allontani da essa, sei ingiusto; se ti avvicini ad essa, sei giusto”…
Se ci si allontana… non viene meno; se sei vicino… non cresce!!!  Dov’è quindi questa giustizia???
C’è un esempio bellissimo che descrive quel senso d’ingiustizia… quel profondo sbigottimento che si prova quando si prova a chiedere aiuto alla giustizia e non si riceve alcun sostegno… anzi tutt’altro e a raccontarcelo è proprio un famoso libro che da bambini abbiamo letto, ma del quale abbiamo dimostrato crescendo… d’esserci dimenticati o certamente ne abbiamo scordato alcuni passi…

Non voglio dirvi subito il titolo, lo comprendere immediatamente: “andò proprio su quella piccola buca, dove aveva sotterrato i suoi zecchini, e nulla…
Allora diventò pensieroso e, dimenticando le regole del Galateo e della buona creanza, tirò fuori una mano di tasca e si dette una lunghissima grattatina di capo…
In quel mentre sentì fischiarsi negli orecchi una gran risata: voltatosi in su, vide sopra un albero un
grosso Pappagallo che si spollinava le poche penne che aveva addosso.
Perché ridi? gli domandò con voce di bizza…
Rido, perché nello spollinarmi mi sono fatto il solletico sotto le ali…
Il burattino non rispose. Andò alla gora e riempita d’acqua la solita ciabatta, si pose novamente ad
annaffiare la terra, che ricopriva le monete d’oro.
Quand’ecco che un’altra risata, anche più impertinente della prima, si fece sentire nella solitudine
silenziosa di quel campo.
Insomma… gridò Pinocchio, arrabbiandosi, si può sapere, Pappagallo mal educato, di che cosa ridi?
Rido di quei barbagianni, che credono a tutte le scioccherie e che si lasciano trappolare da chi è più furbo di loro.
Parli forse di me?
Sì, parlo di te, povero Pinocchio; di te che sei così dolce di sale da credere che i denari si possano seminare e raccogliere nei campi, come si seminano i fagiuoli e le zucche. Anch’io l’ho creduto una volta, e oggi ne porto le pene… 
Oggi (ma troppo tardi…) mi son dovuto persuadere che per mettere insieme onestamente pochi soldi bisogna saperseli guadagnare o col lavoro delle proprie mani o coll’ingegno della propria testa.
Non ti capisco, disse il burattino, che già cominciava a tremare dalla paura.
Pazienza! Mi spiegherò meglio, soggiunse il Pappagallo… 
Sappi dunque che, mentre tu eri in città, la Volpe e il Gatto sono tornati in questo campo: hanno preso le monete d’oro sotterrate, e poi sono fuggiti come il vento. E ora chi li raggiunge, è bravo! 
Pinocchio restò a bocca aperta, e non volendo credere alle parole del Pappagallo, cominciò colle mani e colle unghie a scavare il terreno che aveva annaffiato. E scava, scava, scava, fece una buca così profonda, che ci sarebbe entrato per ritto un pagliaio: ma le monete non c’erano più…
Preso allora dalla disperazione, tornò di corsa in città e andò difilato in tribunale, per denunziare al
giudice i due malandrini, che lo avevano derubato.
Il giudice era uno scimmione della razza dei Gorilla: un vecchio scimmione rispettabile per la sua grave età, per la sua barba bianca e specialmente per i suoi occhiali d’oro, senza vetri, che era costretto a portare continuamente, a motivo d’una flussione d’occhi, che lo tormentava da parecchi anni. 
Pinocchio, alla presenza del giudice, raccontò per filo e per segno l’iniqua frode, di cui era stato vittima; dette il nome, il cognome e i connotati dei malandrini, e finì chiedendo giustizia!!!
Il giudice lo ascoltò con molta benignità; prese vivissima parte al racconto: s’intenerì, si commosse: e quando il burattino non ebbe più nulla da dire, allungò la mano e suonò il campanello.
A quella scampanellata comparvero subito due can mastini vestiti da giandarmi…
Allora il giudice, accennando Pinocchio ai giandarmi, disse loro:
Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d’oro: pigliatelo dunque, e mettetelo subito in prigione.
Il burattino, sentendosi dare questa sentenza fra capo e collo, rimase di princisbecco e voleva  protestare: ma i giandarmi, a scanso di perditempi inutili, gli tapparono la bocca e lo condussero in
gattabuia…
E lì v’ebbe a rimanere quattro mesi: quattro lunghissimi mesi: e vi sarebbe rimasto anche di più se non si fosse dato un caso fortunatissimo. 
Perché bisogna sapere che il giovane Imperatore che regnava nella città di Acchiappa-citrulli, avendo riportato una bella vittoria contro i suoi nemici, ordinò grandi feste pubbliche, luminarie, fuochi artificiali, corse di barberi e di velocipedi, e in segno di maggiore esultanza, volle che fossero aperte anche le carceri e mandati fuori tutti i malandrini.
Se escono di prigione gli altri, voglio uscire anch’io… disse Pinocchio al carceriere.
Voi no, rispose il carceriere, perché voi non siete del bel numero…
Domando scusa; replicò Pinocchio… sono un malandrino anch’io…
In questo caso avete mille ragioni, disse il carceriere… e levandosi il berretto rispettosamente e
salutandolo, gli aprì le porte della prigione e lo lasciò scappare…
Ecco, sarebbe bastato ricordarsi questa parte del capitolo, per comprendere come crescendo sarebbe potuta essere la nostra vita, a seconda delle scelte che avremmo compiuto…
Se essere dei furbi “barbagianni” pronti a rubare al prossimo o viceversa, delle persone oneste, talvolta ingenui, ma capaci di ricercare la verità… superando ogni sorta d’ingiustizia…
Concludo con una frese di Gesù: Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini; ma Dio conosce i vostri cuori; perché quello che è eccelso tra gli uomini, è abominevole davanti a Dio.
 Vangelo di Luca c. 16, v. 15

Assolti perché il fatto non sussiste…

Tutti assolti perché il fatto non sussiste!!!
È bellissima questa frase finale espressa durante molte nostre sentenze, da parte dei giudici delle sezioni penali nei Tribunali Italiani…
Anni e anni d’indagini, intercettazioni, appostamenti, imputati… nomi eccellenti, ed ancora processi che durano un’eternità, per poi sentirci dire: Tutti assolti perché il fatto non sussiste!!!
Mi chiedo allora… sono pazzi quei Pm che hanno trascorso il loro tempo a ricostruire indizi e a formulare accuse, tali da determinare l’inizio delle inchieste, sono folli gli uomini delle forze dell’ordine che si sono dedicati a ricercare quelle necessarie prove, oppure c’è qualcosa che non va in quelle sentenze, in quei giudici all’interno di quei Tribunali???
Io sono dell’idea che bisogna credere nella giustizia… che le sentenze vanno accettate sempre ed in ogni occasione, ma ciò che non può essere da noi tutti gradito, è lo spreco di tempo e di denaro… di noi tutti contribuenti!!!
Certo sono in molti a restare amareggiati, soprattutto quando certe sentenze non producono gli effetti desiderati, quando cioè non si riesce ad ottenere quella necessaria giustizia… anzi, a volte, sembra che a vincere sia proprio l’ingiustizia e si ha il dubbio che quei giudizi formulati, siano determinati da abituali ambienti istituzionali… fortemente “corrotti”!!! 
Ma comunque, bisogna dare meriti –a distanza di tanti anni– anche a quegli studi legali capaci di ricostruire i fatti emersi e di ribaltare, con i loro dibattimenti, le accuse del pubblico ministero, che avevano per l’appunto sostenuto l’accusa in giudizio e chiesto le condanne per i propri assistiti,  motivando l’esistenza di prove su quella loro colpevolezza…
Ed allora, se esistevano, che fine hanno fatto… in quali modi questi “eccelsi” avvocati sono riusciti a farle svanire???
D’altronde, la maggior parte di noi non comprende… non siamo uomini di diritto e quindi riassumiamo quanto avvenuto, nelle motivazioni che hanno condotto a quel giudizio finale…
Certamente, rielaborando quanto quotidianamente avviene nel nostro paese, mi riferisco a tutti i processi conclusi e quelli in fase di completamento… si ha la convinzione che la strada della giustizia sia fortemente in salita e che la certezza di quel giudizio appare sempre meno convincente, anzi, determina nell’opinione pubblica, il giudizio d’essere totalmente errato!!!
Io, come nel calcio, non credo che vi siano influenze personali da parte di quegli “arbitri” togati, che possano condizionare l’equo giudizio,  ritengo di contro, che quanto compiuto, rispecchi la volontà salomonica di determinare la verità… senza farsi condizionare da forzature, ricatti o ambizioni personali…
Certamente oggi la credibilità del sistema è fortemente messa in dubbio,  ma come riportavo sopra, bisogna accogliere senza giudicare le decisioni dei Tribunali, d’altronde non va mai dimenticato, quanto quelle sentenze, esprimano non solo la ricerca della verità, ma soprattutto l’obbligo di garantire sempre e in ogni circostanza, quella necessaria serenità, tale da garantire tutti, non solo i soggetti interessati ma anche e soprattutto le loro famiglie… che da quelle vicende giudiziarie, sono rimasti in questi anni… indirettamente coinvolti!!!
Diceva comunque Socrate: Nessun male può accadere ad un uomo giusto, sia durante la vita che dopo la morte…

In nome del popolo italiano!!!

Sin da ragazzo non ho mai avuto l’abitudine di comprare in edicola il quotidiano, a limite lo leggevo al bar,  ma preferivo di gran lunga, quello sportivo. 
Crescendo ho iniziato ad avere la consuetudine di leggere libri e di conseguenza di acquistarli, ma per quanto riguardava le notizie, quelle ho preferito leggerle sul web…

Ultimamente, ho come la sensazione che, quanto viene in quelle pagine evidenziato, non tenga conto delle informazioni reali, bensì, punti ad avere un impatto sul pubblico, che fa in modo, di tenerlo sul quel video attanagliato, in particolare ciò avviene maggiormente sulle notizie di cronaca…
E’ come se quelle notizie vengano “imbastite” per avere un importante audience e mi sorge il sospetto che si tenti in tutti modi di far emergere l’operato di qualcuno…
La circostanza fastidiosa è scoprire con quanta semplicità si viene sbattuti in prima pagina, per eventuali reati commessi, privati di quella propria libertà personale, solo perché, qualcuno – al di sopra di tutti – abbia deciso che è così che doveva andare…
Non è la prima volta che scopriamo, come una mancata ponderazione degli elementi d’accusa, abbia portato dei soggetti, a distanza di anni, a veder riconosciute le loro assolute estraneità ai fatti per i quali erano rimasti coinvolti…
Quindi, pur apprezzando gli alti meriti di quegli uomini e donne della magistratura, che rappresentano allo stato attuale, l’ultimo baluardo della legalità nel nostro paese, non posso fare a meno che censurare alcuni eccessi, visto che poi, con il passare di pochi anni, ci ritroviamo a leggere quelle stesse notizie, totalmente ribaltate nei giudizi…
Non dico che il più delle volte quei don Rodrigo, siano soggetti perfettamente irreprensibili, anzi tutt’altro ed è grazie ai propri “azzeccagarbugli” che riescono a risultare “impuniti”…  
Ma dispiace dover osservare comunque, come ultimamente si ribaltino con estrema facilità quei giudizi precedentemente formulati, dando ad ognuno di noi la convinzione, che qualcosa all’interno di quel palazzo non funzioni…
Quantomeno si da l’impressione di eccessivo protagonismo,  come se si voglia superare quel limite consentito, da cui devono sempre farsi guidare nello svolgimento della loro alta funzione…
D’altronde, come si dice… la missione da assolvere è quella di “applicare e fare applicare le leggi attraverso un esercizio della giurisdizione che coniughi il rigore con la scrupolosa osservanza dei principi del giusto processo, delle garanzie cui hanno diritto tutti i cittadini”, nulla di più!!! 
Ed è per questi moti che quella loro funzione istituzionale, non deve mai trascendere nell’arbitrio… soprattutto se a quelle decisioni ne seguono altre, totalmente opposte… 
D’altronde, sappiamo perfettamente come lo Stato non sia disposto a riconoscere i propri errori e di come per quelle errate valutazioni, che avevano ipotizzato reati poi rivelatisi insussistenti, nessuno mai pagherà… 
Quantomeno, se mai un giorno dovesse esserci un risarcimento, questo verrà ascritto a misura riparatoria… e non certo per voler riconoscere eventuali errori dei giudici, i quali, non dovranno mai temere nulla dal loro a volte disinvolto comportamento…
In ogni caso di una cosa sono certo… a pagare saremo sempre e soltanto noi cittadini, in ossequio a quel  principio secondo il quale, le sentenze vengono emesse “In nome del popolo italiano“!!!

Il clan "Saguto & Co"….

L’hanno ribattezzato il “Clan Saguto” e fa riferimento all’inchiesta sulla gestione dei beni confiscati alla mafia, in cui è stata indagata per l’appunto, il giudice Silvana Saguto, insieme ad alcuni suoi familiari e collaboratori…

Tra i reati contestati vi sono, corruzione, induzione e abuso d’ufficio, ed è per difendersi dai sopracitati reati, che ha deciso di lasciare provvisoriamente la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. 
Il suo posto verrà coperto dal giudice Mario Fontana.
A confermare la notizia è stato direttamente il Presidente del Tribunale di Palermo, Salvatore Di Vitale, che “ha preso atto della disponibilità della dottoressa Saguto ad essere destinata ad altra sezione del Tribunale”…
Quanta delicatezza… ma soprattutto bisogna ringraziare la gentilezza della Dott.ssa, nell’aver dato la sua piena disponibilità a recarsi presso un’altra sezione…
Ma scusate, viene spontaneo chiedersi: ma nel caso in cui questa disponibilità non fosse stata da Lei concessa, cosa sarebbe accaduto???
Sarebbe rimasta all’interno di quel Tribunale continuando a ricoprire quel proprio incarico???
La determinazione con la quale lo stesso Presidente cita le motivazioni, non sono per nulla rassicuranti, mi riferisco a quella corretta procedura giudiziaria e quanto riferisce che si “intende tempestivamente garantire in continuità e piena funzionalità di un organo giudicante, da anni centrale nella strategia di contrasto dello Stato alla criminalità mafiosa”, credo che in ogni caso, quella procedura a garanzia di tutti ed in particolare dell’opinione pubblica, sarebbe dovuto essere applicata, l’indomani stesso del ricevimento di quell’avviso di garanzia, che la vedeva per l’appunto indagata dalla procura di Caltanissetta… e non aspettare quasi un anno, per avere conferma, della sua piena “disponibilità“…
Dopotutto si parla di un giro d’affidamenti di beni sequestrati, ad alcuni professionisti (sono indagati oltre che il padre ed il figlio del giudice, anche il marito, l’ingegnere Lorenzo Caramma e l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, titolare di uno studio a cui erano affidate la gestione di diverse aziende confiscate)… per quasi 1 milione di euro….
È questa infatti la somma che il Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo (su disposizione della procura di Caltanissetta), ha sequestrato all’ex presidente della sezione misura di prevenzione del capoluogo siciliano e agli amministratori giudiziari a lei vicini…
La Guardia di Finanza che guida il Nucleo di Polizia Tributaria, ha scoperto come queste somme fossero state celate all’interno di un labirinto di conti correnti, quote societarie e beni immobili. 
Certamente la vicenda andrebbe spostata presso un altro Tribunale, perché quello di Palermo, oggi, non garantisce quell’equo giudizio di imparzialità, lo si vede anche, dai continui ribaltamenti e revoche che in questi mesi si sono avvicendati…
D’altronde come vado da sempre ripetendo, quanti sono coloro che possono ritenersi estranei e non ricattabili all’interno di quel palazzo???
Pensate realmente che quel giudice, con l’influenza che aveva all’interno del Tribunale, non sia stato in grado di agevolare alcune richieste dei suoi colleghi, e che ora, forse per quelle concessioni ricevute, stanno “tremando” e sperando di non dover subire anch’essi la stessa sorta, da quelle eventuali sue spontanee dichiarazioni???
Non va dimenticato che ad oggi l’inchiesta, ha portato già all’allontanamento di due magistrati ed ora, al trasferimento della stessa Saguto, attualmente sotto procedimento disciplinare per volere del ministro della Giustizia, che alcuni giorni fa, ne aveva elencato gli illeciti al procuratore generale di Cassazione e al Csm…
Io resto comunque dell’idea, che quanto accaduto a Palermo è già avvenuto anche in altre realtà… e se si avrà la possibilità di indagare in maniera più approfondita, si scoprirà come la vicenda “Saguto” sia soltanto la punta di un iceberg di quel sistema collusivo e corruttivo, mi riferisco alle restanti sezione di “Misure di Prevenzione” dei vari Tribunali della nostra isola… (proprio perché la nostra regione… possiede la maggior parte dei beni sottoposti a sequestro e confisca del nostro Paese…), dalle quali si potrà scoprire, come sono pochi, coloro che, possono permettersi in questo preciso momento, di scagliare una pietra verso l’attuale giudice “indagato” del Tribunale di Palermo…

Catania: perché si sta tentando di screditare i pentiti???

“Infame”… con questo termine viene definito il mafioso che tradisce la propria associazione a delinquere…
Quanto però avviene a seguito di quelle dichiarazioni, risulta per molti di difficile comprensione…
Difatti, sembrerà strano, ma quando questi soggetti decidono di riferire su fatti e circostanze accaduti in un preciso momento di quella loro affiliazione, quando questi riportano, nomi e cognomi di coloro con cui hanno collaborato nel adempiere quelle azioni violente, quando cioè descrivono in maniera dettagliata gli omicidi compiuti che, fino ad allora, erano rimasti irrisolti o ancora, quando ripercorrono i pestaggi compiuti a seguito delle richieste di racket fatte ad alcuni imprenditori, comunicando i nomi di coloro che si erano sottomessi e di quanti, a quel sistema malavitoso, non avevano ceduto, subendo di conseguenza le ben note intimidazioni personali (e familiari…) in aggiunta alle azioni dolose, ecco, stranamente a quelle dichiarazioni, si da la giusta importanza, in quanto concretizzano le lacune di cui non si aveva certezza…
Al contrario, quando questi stessi pentiti, iniziano a fare nomi e cognomi di personaggi noti ed influenti legati al mondo della  politica, delle istituzioni, di enti pubblici, dell’imprenditoria o anche di semplici professionisti, ecco, appena si concretizzano quelle dichiarazioni, si scatena una vera e propria, caccia alle streghe…,   
Mi chiedo quindi, come sia possibile che un pentito possa dire delle cose vere in talune circostanze ed in altre, quando cioè si tratta di colpire i cosiddetti pesci “grossi”, ecco che all’improvviso, di quelle spontanee dichiarazioni, sono in molti a dubitare…
Dopotutto quale vantaggio avrebbe un pentito di prendersi delle colpe gravi, come per esempio gli omicidi e poi, quando si tratta di riportare riunioni o accordi presi, a cui direttamente si è assistiti, ecco che stranamente, emergono dubbi sulla propria veridicità…
Quest’ultima considerazione evidentemente, rappresenta una strategia preparata a tavolino, anche da alcuni mass-media… che cavalcano l’onda di quelle notizie, in particolare se richieste da una parte politica-imprenditoriale collusa con cosa nostra, la quale cerca di gettare fango su tutti quei “pentiti”, in particolare se testimoni diretti di quegli stessi procedimenti, nei quali sono direttamente coinvolti quei soggetti… ora indagati.
Si tenta in tutti i modi di trovare un caso… per utilizzarlo come “capro espiatorio” affinché lo si possa elevare da caso particolare… a principio generale!!!
Un sistema raffinato elaborato da alcuni difensori, per distruggere le testimonianze di quei pentiti e soprattutto per argomentare tesi improbabili!!! 
Ecco come attraverso quei giudizi artefatti, un pentito poco credibile… finisce per rendere poco credibili tutti i pentiti, tanto da mettere in discussione le stesse sentenza già pronunciate e discreditando di diritto… tutta la magistratura!!!
Certo nessuno mette in discussione che ci sia una parte di quei cosiddetti “pentiti” che utilizzino la procedura di “collaboratore di giustizia”, per godere dei benefici di legge…
Ma non bisogna dimenticare, l’importante impulso alla lotta alla criminalità, che propri questi pentiti hanno dato alle indagini, essendo essi stessi, in possesso di quelle informazioni, in quanto, il più delle volte, direttamente responsabili di quei crimini…
Difatti i giudici Falcone e Scopelliti, intuirono sin da subito l’importanza del fenomeno dei collaboratori di giustizia, ed è a loro che si devono i numerosi provvedimenti volti ad incoraggiare l’utilizzo dei cosiddetti “pentiti” per la risoluzione delle indagini, nonché per la formazione della cosiddetta “prova orale” nel dibattimento processuale. 
Se oggi quindi una riflessione si può e si deve fare e quella sul pericolo che un uso distorto dei pentiti può comportare per la corretta amministrazione della giustizia e per la vita democratica del nostro Paese… 
Chissà perché, ho l’impressione che a Catania, dopo quel generale “magna-magna” che vi è stato, sono in molti a sperare che alcuni di questi pentiti che oggi li accusano, possano ritrattare le proprie dichiarazioni, già come fece per esempio “Dante” (vi ricordate il film Jonny Stecchino…) con quelle sue parole: lo sanno già tutti che mi sono pentito??? Ed allora… io non mi pento più e domani lo voglio scritto sulla prima pagina di tutti i giornali!!! Deve essere scritto grosso: “Dante non si pente più“!!!
Ma il tempo di quei film è finito da un bel pezzo e nessuno di noi, sente il bisogno di un revival…

Quanta gente onesta…

Tu che sei innocente,
tu che non hai fatto niente,
tu che ti lamenti
perché ti hanno imbrogliato…
Allora adesso senti:
Tu andrai in prigione!!!

In prigione, in prigione,
proprio tu, in prigione
e che ti serva da lezione!

Tu che hai rispettato 
le leggi dello Stato,
ti senti sfortunato…

Ti senti perseguitato, offeso,
amareggiato, 
allora:
in prigione, in prigione!…

Tu che hai calcolato,
tu che hai provveduto,
tu che non hai mai sgarrato,
tu che alla giustizia
ci hai sempre creduto!!!

anche tu allora… 
andrai in prigione!

Tu che indaghi sempre
sul conto della gente
e non ti fermi alle apparenze…
ma analizzi, scavi e poi
sputi le sentenze, allora:
In prigione, in prigione!
proprio tu, in prigione
e che ti serva da lezione!


Tu che sei avvocato…
“serio e preparato”,
ridi e scherzi poco,
ma conosci tutte le regole
del gioco…
allora tu… si proprio tu… 
prima o poi… stanne certo…
andrai in prigione, sì… in prigione! 


E a tutti i professori…
a quei medici e dottori,
notabili e avvocati
e tutti i capi
dei sindacati, tutti!
Tutti quanti in prigione!
in prigione, in prigione
e che ti serva da lezione!





Ma quanta “gente onesta”
tutta preparata a festa…
che si avvia verso il mare,
li dovete  bloccare, 
fermare, catturare, 
si…
per mandarli in prigione!
In prigione, in prigione,
tutti quanti in prigione…
e che vi serva da lezione!




In prigione, in prigione
in prigione, in prigione!
E non dò 
spiegazione!

(Coro..) anche tu in prigione
tu vuoi fare il santone,
anche tu in prigione
anche tu in prigione!

No lasciatemi
c’è un errore…
io sono il giudice
lasciatemi, c’è un errore…
no, no, c’è un errore!!!


Voilà… il fascicolo ora c'è… il fascicolo ora non c'è!!!

Ne avevo parlato in precedenza su molti miei “post”, discutendo sulla leggerezza delle procedure adottate e  su quella mancanza di segretezza degli atti, lasciati in balia di dipendenti, il più delle volte sbadati…

Ecco quindi che all’improvviso, fascicoli presenti spariscono e poi misteriosamente riappaiono, ed altri di contro, non compaiono più perché inspiegabilmente dispersi…
Dopotutto basti entrare in quel palazzo e vedere da se come, molti di quelle stanze, sono lasciate molte volte abbandonate, con le porte aperte… completamente deserte e con quei documenti, posti lì, in modo incustodito…
I controlli alle cancellerie chiaramente lasciano il tempo che trovano… 
Non è raro difatti assistere a certi programmi tv ( vedasi… le Iene, Striscia la notizia, ecc…), dove nei reportage viene dimostrata la capacità d’intrusione da parte dei propri giornalisti, i quali, con estrema facilità, si permettono d’aprire faldoni, s’informano sugli atti contenuti e dimostrano sempre “furtivamente”, come sia semplice fare sparire dei documento o eventualmente spostarli in altri scaffali adiacenti…
Analoga circostanza è accaduta proprio alcuni giorni fa, precisamente lo scorso 29 settembre, durante un dibattimento nell’aula I del Palazzo di Giustizia di Catania: durante l’udienza, il giudice ha dovuto rendere noto, di essere costretto a rinviare il processo penale (che avrebbe dovuto celebrarsi, per l’ipotesi di reato di truffa e infedele patrocinio a danno di un appuntato dei Carabinieri) a causa della sparizione del fascicolo di pertinenza, rimandando quindi nuovamente l’udienza… a data da destinarsi!!!
Cosa dire, un soggetto aspetta anni per vedere celebrato il proprio processo, per ottenere finalmente, non solo quella giustizia richiesta, ma bensì vedere riconosciuti quei propri diritti violati… ed ecco che in maniera incomprensibile, ciò non può essere ottenuto… perché qualcuno, all’interno di un Tribunale… ha fatto sparire quei documenti necessari… e fatto gravissimo, ad oggi, non si sa chi è!!!

Un impiegato infedele, ben celato che, a seconda delle circostanze, interviene quale “prestigiatore” per far svanire, modificare o prolungare l’assenza di documenti prioritari ai processi… ed il fatto gravissimo è che questo soggetto, è ancora lì… tra quegli uffici!!!

Non entro nei meriti della specifica vicenda, nei tempi già trascorsi (sono circa quattro anni) a causa delle continue richieste (d’archiviazione e di opposizione all’archiviazione), ciò che da più fastidio è vedere come il corso della giustizia non possa compiere il proprio dovere, perché basta l’assenza di un atto, fatto sparire per “comodità”, affinché si creino quelle condizioni necessarie per allungare i tempi processuali o arrivare anche a rovesciare l’esito di una causa …
E’ sotto gli occhi di tutti e non c’è da stupirsi, perché questi ritardi si sa… sono necessari per far traslare una sentenza definitiva (sia di condanna che d’assoluzione) e soprattutto quei metodi disonesti applicati, risultano necessari se non indispensabili, affinché si possa giungere ad una probabile prescrizione!!!
Ed allora ditemi: chi tra tutti quei soggetti coinvolti, può avere sicuramente vantaggi???

Amministrazioni giudiziarie & Associazioni antimafia…

La festa è quella dell’Unità a Catania e la Presidente della Commissione Nazionale Antimafia, Rosy Bindi, ha dichiarato: “Combatteremo l’antimafia deviata” e quindi ha attaccato gli ordini professionali… ribadendo “Abbiamo sentito gli ordini professionali, tutti tutelano i propri affiliati anche quando sbagliano”!!! 
Durante il convegno si è parlato di mafia, di collusioni, di corruzione, ma soprattutto di quella “antimafia” di facciata che dimostra avere non soltanto paura di quel sistema… ma bensì proprio per evitare possibili ripercussioni… ci va a braccetto!!! 
Ed inoltre, si discute di provvedimenti di sequestro e di confisca, casi di deviazione degli amministratori giudiziari con provvedimenti dai tempi lunghissimi, probabilmente realizzati forse, per aumentare il proprio compenso economico…
Finalmente le mie parole, scritte su questo blog… cominciano ad avere quei giusti effetti… 
Già, dopo anni e anni in cui scrivo su quei meccanismi perversi, qualcuno forse (o finalmente…) ha iniziato a prendere coscienza che quei fatti raccontati, non erano inventati, ma costituivano vere e proprie fedeli ricostruzioni… ed è interessante scoprire che, quando si parla di “antimafia di facciata”, la nostra Sicilia rappresenta perfettamente quel modello…
Come ci si può dimenticare di personaggi pubblici, Presidenti di Associazioni nazionali (veri e propri finti paladini della legalità) che hanno permesso di realizzare ovunque tangenti ed alla mafia di poter accrescere e sviluppare il proprio potere…
Si chiama “antimafia deviata” quella che non combatte la mafia o le collusioni di quei colletti grigi, ma cerca bensì di beneficiare di quel paravento, per ottenere sempre più potere e finanziamenti dati dallo Stato… centinaia di migliaia di euro, che finiscono per essere utilizzati per fini propri e quasi sempre personali…
Analoga situazione va rivista per gli ordini professionali, che non sono fatti per tutelare gli interessi di chi è iscritto a quell’ordine, bensì sono stati creati, per tutelare i cittadini dal corretto esercizio della professione”…
Ma dove il Presidente Bindy ha dato il meglio di se, è quando ricorda di come a Palermo la mafia è stata combattuta e dove i suoi boss sono stati pian piano consegnati alla giustizia, a differenza di Catania, dove sono ancora tutti fuori…  perché la maggior parte di essi sono “prenditori”… pardon imprenditori!!!.
Importante anche quanto pronunciato dal procuratore Franco Roberti che durante il suo intervento, ha parlato della necessità di fare le riforme in tema di giustizia: “Chiedo per i corrotti e i corruttori gli stessi strumenti di indagine che sono previsti per le mafie, con agenti sotto copertura, sconti di pena per chi collabora con la giustizia, durata delle  indagini e delle intercettazioni di pari misura rispetto quelli previsti per i reati di mafia e possibilità di fare intercettazioni preventive. Inoltre, sarebbe necessario inserire  nel 416bis un aggravante specifica, se l’associazione mafiosa si avvale della corruzione per  conseguire appalti pubblici e commesse pubbliche; una semplice modifica che segnerebbe un passo avanti perché sappiamo tutti che la corruzione è lo strumento privilegiato delle organizzazioni mafiose”.
Ma quando il procuratore Franco Roberti parla delle amministrazioni giudiziarie, ecco che finalmente, sento svelare qualcosa di significativo… 
Sono anni che il sottoscritto attendeva una rivelazione come quella appena esposta: ”Vi siete chiesti perché nelle amministrazioni giudiziarie i procedimenti di prevenzione durano cosi a lungo? e sempre nella complessità dei beni da gestire o forse più va a  lungo l’amministrazione giudiziaria e  più l’amministratore giudiziario ne profitta economicamente magari in combutta con qualche giudice come abbiamo dovuto in qualche caso penosamente constatare?
Sono certo che quando dichiarato, non sarà di facile comprensione per molti… ma state certi che chi doveva intuire, ha compreso bene quel messaggio “subliminale”… 
Tra questi c’è il sottoscritto ed anche qualche ex collega!!! 

Saranno forse degli appassionati piloti di Monster Truck… coloro che ribaltano i processi???

I Monster Truck… sono dei grossi veicoli equipaggiati con gigantesche ruote dal diametro di circa un metro e sessanta centimetri e vengono utilizzati per le esibizioni, in particolare negli Stati Uniti… 
Sono uno spettacolo motoristico che ha per protagonisti dei piloti “temerari”, perché con quei mezzi si esibiscono in salti, piroette e spettacolari evoluzioni, tra cui… ribaltamenti.
Osservando loro… mi è venuto in mente quanto avviene da noi… già nel nostro paese, dove sentenze controverse, vengono anch’esse “ribaltate” in modo assurdo… per non dire spettacolare, ecco quindi che rileggendo quei procedimenti, non ho potuto far altro che paragonare alcuni di quei giudizi… a quelle corse!!!
Tutti noi sappiamo come il nostro ordinamento fa di tutto affinché si possa raggiungere una sentenza che possa definirsi “giusta”, ma quanto poi avvenga di ciò è tutt’altra cosa…
Certo, il nostro sistema giudiziario è tra i più garantisti, in quanto prevede nel processo, tre gradi di giudizio, proprio per poter tutelare sia l’imputato che per garantire le parti offese…
Ciò che però non si riesce a comprendere è in quali modi si giunga a certe sentenze, che per come accade, vengono per ogni grado d giudizio, totalmente ribaltate…
E quindi… per i primi giudici si è colpevoli, per i secondi innocenti… per i giudici della cassazione… nuovamente colpevoli (o viceversa…).
Troppo spesso inoltre le sentenze, vengono ribaltate con una superficialità che definirla “sospettosa” rappresenta di per se un’espressione quasi favorevole, ma che sin da subito, si sa… non è così, in quanto dà all’opinione pubblica, la sensazione che qualcosa all’interno di quei palazzi non funzioni, che la legge non venga pienamente applicata o ancor peggio che quest’ultima, non sia eguale per tutti, bensì permette ad alcuni soggetti la possibile d’individuare degli escamotage che faranno sì che non vengano mai condannati… 
Qualcuno parla di “mala giustizia” e come dargli torto… quando accadono situazioni che vedono imputati prima assolti, poi condannati, poi nuovamente assolti, amplificando quei giudizi critici sul operato di alcuni giudici…
Intanto ritengo che molti di essi… prossimi alla pensione, non dovrebbero nemmeno partecipare a processi di carattere penale (quali per esempio quelli di natura processuale per mafia), per evitare che si possano creare sospetti su giudizi corrotti o condizionati da fattori esterni…
In questi cinquant’anni… si è passati da un 40% di sentenze di primo grado “ribaltate” in appello… ad un attuale 60%. 
E nei casi di giudizi di cassazione, si raggiungono valori ancora più alti… tanto che ormai, è diventata una consuetudine degli studi legali, rivolgersi ai successivi gradi di giudizio… ormai portati ad impugnare le sentenze sfavorevoli, anche quando non esistono di fatto, elementi sufficienti per prendere in considerazione eventuali ricorsi… 
Ed allora, non si comprende il perché con elementi di prova analoghe o con l’inserimento di nuovi elementi sopraggiunti, si possa comunque addivenire a valutazioni opposte se non  differenti… 
Sappiamo quanto a volte i media possano condizionare quei processi… e soprattutto quanto certi particolari “imputati” (legati al mondo criminale) possano influenzare la corte… provocando cambiamenti nei giudizi e quindi nelle sentenze, mettendo così in dubbio la stessa certezza del diritto…
Tentare di convincerci che in questi anni, si sia raggiunto attraverso il nostro ordinamento, quella giusta verità processuale… credo sia una valutazione di parte perché la sensazione che si riceve è più che altro… di una definizione “eufemistica”… in particolare se poi, a quella effettiva applicazione della sanzione, non seguirà mai la certezza di una pena!!!
Credo, che i tre gradi di giudizio siano ancora necessari, in quanto garantiscono l’individuo su un corretto giudizio… ma è altrettanto vero che bisogna eliminare definitivamente la possibilità di poter impugnare tutte le sentenze, anche quelle che si sa a priori, non essere supportate da prove e/o motivazioni realmente giustificate sia nella forma che soprattutto nella sostanza!!!
Diceva Anatole France: La giustizia è sancire l’ingiustizia esistente!!!

Efficienza e inefficienza della giustizia civile…

Quando si guarda alla giustizia civile la prima cosa che viene in mente è il numero dei processi in corso e il tempo necessario perché ciascuno di essi venga definito…

Non so quanti sono, chissà… centinaia, migliaia… forse milioni di procedimenti accalcati in quegli armadi strapieni, in attesa di un “benedetto” giudizio…
Molti di questi processi sono per lo più futili e si sarebbero potuti risolvere in modo del tutto diverso, ad esempio, attraverso una semplice conciliazione tra le parti piuttosto che fare perdere del tempo fondamentale ai nostri giudici, che avrebbero così potuto dedicarsi a procedimenti ben più importanti… 
Ma è così va il nostro paese… e comunque nelle migliori condizioni più favorevoli, la durata di quei processi non dura meno di 3 anni e molto spesso alla fine questi procedimenti si chiudono con conciliazioni o abbandono della causa…
Totalmente diversa la situazione negli altri paesi europei… e meno male che in questi anni è intervenuta la figura del giudice di pace, che almeno, ha permesso di smaltire buona parte di quei procedimenti…
La disgrazia è però che la differenza tra cause smaltite e nuove, è a vantaggio di quest’ultime, e quindi determinando di fatto un aumento delle cause arretrate!!!
Fortunatamente, anche i cittadini hanno compreso che il più delle volte passare dalla giustizia… determina non solo costi esosi per le varie spese legali che si devono affrontare, perché il più delle volte, il giudizio arriva quando ormai non ve ne più necessità…
Certamente restano ancora in piedi tutti quei procedimenti per le controversie di lavoro, collettive e individuali: gli imprenditori dovrebbero comprendere come a volte sia più ragionevole fare un passo indietro, rinunciando a qualcosa, onde evitare scontri giudiziari che si sa come iniziano… ma non si sanno mai come finiscono!!!
Certo il rischio che oggi si corre è quello di voler  dissuadere da un lato i cittadini dal ricorrere sempre più alla giustizia, in particolare quando il costo della causa supera abbondantemente l’eventuale valore finanziario della lite, ma di contro, bisogna evitare di far passare un grave messaggio e cioè la consapevolezza di non potere in pratica far valere un proprio diritto… sia pure di scarso valore economico!!!
Al di là di quanto comunque si sta tentando di realizzare nel progetto di  riforma dell’ordinamento giudiziario, mi pare che comunque qualcosa in maniera celere c’è da modificare… in particolare prendendo spunto da quei modelli, francese e britannico, esemplari per rapidità e sobrietà…
Un altro problema è la frammentazione degli uffici giudiziari, bisognerebbe trovare quel giusto compromesso nella riduzione dei Tribunali, fonderli insieme… ma in questi anni abbiamo visto come -con tutti quei ministri della giustizia che si sono succeduti- tanto si è parlato, ma poco si è fatto per ottenere concreti risultati… 
Si tratta ora di ridare ai cittadini un ritorno alla certezza del diritto, essenziale sia per la collettività che per l’individuo, sapendo che ad ogni azione corrisponderanno conseguenze (positive o negative), con la certezza della “pena”!!!

E’ chiaro che c’è bisogno di regole processuali chiare e che vanno in egual modo da tutti rispettate… non ci possono essere –come il più delle volte assistiamo– a due pesi e a due misure… 

Deve finire inoltre quella consuetudine “patologica” della tecnica al “rinvio” o il ricorrere sempre… in appello, in cassazione, anche quando vi sono ben poco valide ragioni a sostegno dell’impugnazione!!!
Cercare di trovare una soluzione a tutti i problemi della giustizia civile comprendo sia difficile, ma se anche il “World Justice Project” (un’organizzazione indipendente non profit, che ogni anno valuta l’aderenza del sistema giudiziario degli Stati alle regole del diritto) ha valutato – in base ai criteri di affidabilità (la capacità delle Leggi di garantire i diritti fondamentali), credibilità (il grado di accessibilità, efficienza ed equità del processo), integrità morale dei giudici (la competenza e l’indipendenza dei magistrati e l’adeguatezza delle risorse messe a loro disposizione)- i parametri di tutti gli Stati europei con punteggi che vanno da zero a uno e per NESSUNO di questi 4 indicatori, il nostro paese è riuscito a superare lo 0,5 (ad eccezion fatta per l’adeguatezza delle risorse…) dimostra chiaramente come qualcosa in questa non giustizia non vada…

Ma cosa ha detto Salvo Riina???

In questi giorni ho letto brevemente quanto dichiarato nella trasmissione “Porta a Porta”, i commenti all’intervista, le critiche per quel libro pubblicato ed il rifiuto alla vendita da parte di molte librerie, per giungere a quelle varie congetture, fatte da giornalisti e scrittori noti tra cui in particolare quelle riportate da Roberto Saviano… 
Ed allora, come mio solito, prima di esprimere un qualsivoglia pensiero… ho voluto osservare il video, per farmi un’idea di quanto di fatto accaduto… 
Il video può essere rivisto su questo link:
Ecco quindi cosa ne ho tratto…
Innanzitutto, ho ascoltato le parole, dando un particolare interesse ai gesti espressi… mi riferisco a quegli inconsci movimenti del viso… 
Ho notato difatti, una certa incompatibilità tra le parole dette e l’espressioni rivelate…
In quelle frasi emerge una chiara discordanza nei tempi… tra quanto viene detto e quanto successivamente solo pochi minuti dopo viene completamente ribaltato…
Infatti, se da un lato dice: “ho vissuto una vita serenaeguale a quella di tanti bambini della stessa età…, dopo un po continuando rispondendo alla domanda sulla mancata frequenza scolastica dice: “il non andare a scuola? non ci pensavamo e non ci chiedevamo il perché… sapevamo d’essere una famiglia diversa” (ma come diversa non si era “eguale” agli altri…) e dopo aggiungerà: “eravamo bambini particolari“… “differenti” a causa dell’excursus vitae che è stato completamente diverso ( una contraddizione rispetto a quanto aveva detto prima…)!!!

Ho notato inoltre che quando comincia l’intervista, ricordando quei momenti vissuti dichiara “Mai chiesto niente!!! Era un tacito accordo familiare!!!

Ed anche quando si parla del lavoro del padre… “non ci siamo mai chiesti cosa faceva nostro padre, ho meglio ci era stato detto che era un geometra (a questo punto ho trovato un’analogia… sì… mi è venuta in mente quella regola matematica che da piccoli ci insegnarono alle scuole elementari… si chiamava “proprietà transitiva“ e diceva che se se A è uguale a B e B è uguale a C, allora si può legittimamente affermare che A è uguale a C e quindi se il Boss (A) era un impiegato (B) e svolgeva la mansione di geometra (C) anche il geometra (C) è anch’esso un Boss… ed ora comprendo il perché gli amici/colleghi mi hanno da sempre affibbiato quest’appellativo…) e comunque “partiva la mattina e si ritirava la sera“… ciò dimostra che a differenza di quanto ci è stato raccontato sulla sua latitanza (nascosto, isolato… quasi segretato in chissà quale dimora protetta e abbandonata…) egli passeggiava per la città come nulla fosse, mentre le nostre forze dell’ordine, propagandavano che lo stavano cercando… ma dove… resta un mistero…
Crescendo comunque – attraverso i media o i giornali – si era compreso che forse “qualcosa di diverso” per quel cognome tanto ricercato c’era… che dietro quella professione di geometra si celava un “lavoro di copertura” e che per quel cognome fittizio “Bellomo” con il quale si facevano chiamare quando uscivano a passeggio, fosse di per se… un pretesto…
Sì… risponde… ma comunque era un “tacito accordo familiare“!!!
Ma dove Riina Jr. dimostra di essere abile… è nel saper pilotare l’intervista… fare cioè in modo che il giornalista Bruno Vespa… domandi… quanto egli  vuole poter dire… infatti:
rispondendo alla domanda del giornalista, ci si pone di traverso con un argomento futile… “una vita completamente differente dagli altri” (un’altra discordanza) vissuta “in maniera piacevole” per poi esprimere in modo “subliminale” il vero messaggio che si era pianificato: “ERA UN SEGRETO DA MANTENERE IL NOSTRO per TENERE LA FAMIGLIA UNITA“!!!
Ecco la prima vera motivazione a quella intervista!!!
Ed ancora incalza con il secondo punto: era una forma di “PROTEZIONE” verso i propri familiari – più trasparente di così… qui messaggi celati non ve ne sono… il messaggio è chiaro e diretto a tutti coloro che devono comprendere!!!
Ritornando all’intervista… a cinque anni (Riina Jr) aveva ben compreso chi fosse il padre… e la madre ( qui Bruno Vespa ne amplia le virtù… “donna forte… che ha studiato“) educava i figli  e considerava il proprio marito “un uomo giusto“…
Ecco quindi il terzo punto focale dell’intervista… si parla di “valori morali“: mio padre era visto come un uomo tutto d’un pezzo, il rispetto per la famiglia, per le tradizioni, forte… alla fine aggiunge la nostra… una famiglia come tutte le altre… ribadisce molto modesta…
E’ orgoglioso… (lo si vede dagli occhi lucidi) quando attacca “siamo stati tutti registrati con il nostro cognome… originale“, andavano a mare insieme e la gente lo salutava con molto rispetto (penso quindi che erano in molti a dover sapere chi fosse… ed allora mi domando… dov’erano in quel periodo gli inquirenti? Ma…). 
Come mai nessuno sapeva chi fosse quell’uomo tanto ossequiato… un personaggio che veniva salutato con “rispetto e deferenza” e che da quanto oggi raccontato… non si nascondeva dietro paraventi, ma palesava ovunque quel proprio carisma???
Il quarto punto… “RISPETTO E PAURA“!!!
Cos’è che bisogna comprendere… che chi non ha rispetto deve avere paura e viceversa???
Il quinto punto… “l’EREDITA‘”: questo figlio… visto come il bastone della vecchiaia… a chi è diretto questo messaggio???
Improvvisamente il colpo di scena… il video… già quel video drammatico sulla strage di Capaci… si vede dallo sguardo la difficoltà emotiva e ci si prepara mentalmente a rispondere alla domanda del giornalista… 
Difatti… scatta l’errore del 93′ con il 92’… (tutti ormai sanno l’anno preciso della strage e lui… proprio lui… commette quell’errore… è evidente che dipende dallo stato di tensione…), analoga situazione sul “sospetto” dell’eventuale mandante (lì dovremmo possedere la “macchina della verità” per capire se a quella data ne fosse cosciente oppure no…) e comunque da quella momentanea difficoltà, ne esce grazie all’assistenza di Vespa che magistralmente cambiando argomento parla di latitanza… 
Quel periodo di quasi 15 anni vissuto dai figli (mentre sono circa 23-25 per il padre) in cui ci si sentiva “intoccabili”, ma soprattutto incalzato sulla domanda che “forse quel cognome tanto frequentemente nominato avesse commesso qualcosa…” ecco che, riprende le difese del padre asserendo: si poteva anche averlo fatto… ma a noi non interessava!!!
La situazione si ripete per l’assassino di Borsellino… e difatti ecco riportato l’episodio istintivo della sorella più piccola (Lucia) che. rivolgendosi al padre, chiede se debbono prepararsi per trasferirsi… 
Mentre, sul giudizio richiesto per i giudici morti assassinati per mano della mafia risponde “io non li giudico… anche perché qualsiasi cosa io dica sarebbe strumentalizzata… come sempre succede… se io esterno un parere su queste persone questo viene strumentalizzato, io ho sempre rispetto per i morti, per tutti…”. 
Ed alla domanda “cos’è per Lei la mafia” risponde: non me lo sono mai chiesto… penso che sia una cosa… non so… non ho una risposta precisa… però poi casualmente, quasi gli fosse sopraggiunta la risposta sul momento asserisce: “oggi la mafia può essere tutto e nulla…“.
Vespa – si comprende come non abbia intuito la risposta… parla di tutt’altro… di droga, d’omicidi… e difatti – Riina Jr. – riprendendo nuovamente quanto aveva appena dichiarato aggiunge “gli omicidi non li fanno soltanto i mafiosi” (che difatti rappresenta da sempre la versione avallata da molti sull’omicidio del giudice Borsellino, compiuto non dalla mafia, ma dai servizi segreti deviati…).  
Si giunge all’arresto del padre… Riina Jr guarda le immagini e per un momento nel rivedere il padre scatta istintivamente un qualcosa… lo si vede per un istante… controlla nervosamente la bocca… quasi non riesce a controllarsi ed è soltanto la voce di Vespa a distoglierlo, a richiamarlo all’attenzione… ed allora, ritrova (se pur con gli occhi lucidi) nuovamente la calma, lo sguardo però si lascia andare… e così prima di rispondere… torna nuovamente (per un attimo fuggente…) verso il padre (quasi a volerne ricevere il conforto), un sostegno a quella domanda posta (e difatti, guardando nuovamente il padre prima di rispondere) sullo “Stato” e su quella frase espressa da Paolo Frajese “ha vinto lo Stato“… dice (pensandoci su…) “rispetto lo Stato, a volte non condivido determinate leggi o determinate sentenze… ma lo rispetto sempre… anche se non condivido l’arresto di mio padre…
Il Capo dei Capi… non si è mai pentito come anche da parte sua non vi è nessuna frase di dissenso da suo padre… come si spiega??? 
Ecco che allora in modo strategico vengono scisse le due figure… quella del padre “umano”… da quella mafiosa… due figure totalmente diverse, con principi e regole opposte… dove per una, se ne esaltano le qualità, i valori in particolare… quelli familiari, mentre per l’altra, ci si giustifica, analizzando che per quanto commesso, si stanno espiando le pene… quel sapere di compensare quelle azioni violente con la carcerazione… conseguenze logica dei torti commessi!!!
Nessuna frase quindi sul padre che ha sbagliato… non è questo dopotutto il messaggio che deve circolare… manifestando… “non tocca a me giudicare mio padre… per questo c’è lo Stato” e nel contempo volge gli occhi al monitor (quasi come se il padre fosse lì ad ascoltarlo… a poter sentire quel proprio figlio che pronuncia quelle parole… già, potersi sentire fiero di essere suo figlio…). 
Ecco giungere infine la cattura di Brusca: ed è su questo tema che esprime il meglio di se… 
Non parla di lui (anzi lo esclude… quasi fosse un appestato…) ma parla di tutti i pentiti… di quel fenomeno del pentitismo che esprime un modo d’agire del tutto italiano… “sì… solo in Italia succede ciò… in altri Paesi non succede che un pentito -che dice (lui) di aver commesso degli omicidi- non fa neanche un giorno di carcere… mentre poi con le proprie accuse… si mandano in carcere innocenti, mentre loro, tornano a fare quello che facevano prima…. ecco penso che si poteva scegliere di far scontare almeno un minimo delle cose che avevano fatto, perché alla fine i pentiti sono serviti per essere usati dallo Stato… 
L’intervista finisce… e le polemiche si sovrappongono…
Cosa aggiungere su questa intervista o sul quel libro che certamente non acquisterò ( solo perché non mi sembra il caso di dover spendere del denaro per questo libro sapendo che c’è ne sono altri in circolazione ben più considerevoli… ma -se dovesse capitarmi tra le mani- lo leggerò certamente… come faccio di solito con tutti i libri… e chissà forse ne parlerò pure in un mio prossimo post!!!
Vorrei concludere non con un mio “libero pensiero” ma con una sua frase: non si accusano le persone solo per un tornaconto, perché ci sarà sempre un giorno in cui dovrai pentirti davanti a Dio!!!

Tra Brunetta e la povera gente… noi ( dichiara Renzi ) staremo sempre dalla parte della povera gente!!!

Ho guardato il video della Camera dei Deputati… che ridere… vedere come è stato trattato l’On. Brunetta dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, link: https://youtu.be/-miYcV_Gf_Y
Premesso che non sono un simpatizzante del presidente, non posso però che dare lodi su quanto finora fatto insieme alle forze del suo governo ( PD-NCD e altri… ), anche se alcuni temi importanti, non sono stati finora affrontati, vedasi gli stipendi dei manager o le pensioni d’oro, i compensi e i relativi benefit dei deputati, quelle auto blu, ridurre la pressione fiscale, aumentare le pene per combattere la corruzione dilagante, ridurre al minimo la burocrazia… e via discorrendo, cose da fare ancora ne ha…   
Certo però… che se il “Cavaliere”spera ancora di vincere le elezioni con tutti questi suoi “valletti”, allora io di sicuro divento presidente degli U.S.A…. 
Cosa dire inoltre… dopo la lunga impasse che ha portato alla scelta dei tre giudici della Corte Costituzionale… anche lì, Forza Italia è uscita con le ossa rotte… ed ha vinto di contro quel tanto odiato… Movimento 5 Stelle!!!
Comunque lo stallo è passato e la figuraccia anche… 
Finalmente il Pd ha capito che è venuto il momento di abbandonare Forza Italia e cercare nuovamente quella mediazione a suo tempo proposta e non accettata dal M5Stelle per nome del suo portavoce Beppe Grillo… anch’esso finalmente rientrato dal quello spirito esclusivamente critico, promuovendo finalmente quei propositivi a cui il movimento si è finora ispirato, dando un sostegno a quelle politiche necessarie, per una ripresa celere del nostro paese…
Sono in molti ora a polemizzare con il M5Stelle… apprestandosi a criticarla per aver preso il posto di Forza Italia… 
La chiamano “lottizzazione” o mancanza di coerenza, un movimento lacchè del Presidente del Consiglio… ma la verità è che adesso il rischio è che saranno in molti a perdere quel potere decisionale o quell’influenza con cui finora avevano potuto condizionare le scelte dello stesso Governo…
Il M5Stelle ha saputo dimostrare di essere unito in tutte le proprie scelte, così come dal programma proposto sin dalla sua costituzione, ha dimostrato coesione nei fatti e non si è piegato ai giochi di potere, cui in tanti avevano cercato di far partecipare…
Ed oggi, sono gli stessi soggetti che promossi a giudici del popolo… espletano quelle loro critiche…
Si vede che ancora oggi… qualcuno non ha capito come sia finita la politica degli urli in Aula… perché non c’è più nessuno che resta incantato da quelle cazzate ululate… anzi il rischio è che a breve siano i cittadini ad iniziare ad urlare, per essere incazzati con tutti quei “signori” che seduti lì inutilmente… stanno distruggendo questo nostro meraviglioso paese…
Sono finiti i tempi degli inciuci… e chissà se forse, con le prossime elezioni non si leveranno dai cogl… dai piedi, gente inutile e raccomandata… che a furia di campare con il mestiere di politicanti… personaggi dalle chiacchiere inutili… che a loro modo… si sentono anche di essere capaci!!!
A breve, avremmo l’occasione di misurare la coerenza di certe coalizioni… vedremo difatti cosa accadrà con la proposta di sfiducia nei riguardi del ministro Boschi…
Sì…  potremmo osservare, quanto di quella coalizione di centrodestra (sotto la guida del suo nuovo leader Salvini) resterà compatta… perché (mi chiedevo… ) cosa dirà il numero uno della Lega ai suoi sostenitori, se uno dei suo partner (Forza Italia) non voterà la sfiducia???
Resteranno ancora uniti per le prossime amministrative… o forse ( e lo dico senza alcuna retorica per il bene di Salvini) capirà che se vuole avere una benché minima speranza di entrare nel prossimo governo (o quantomeno di far valere la propria forza) molto dipenderà soprattutto… da quanto si sarà allontanato dal Cavaliere… (o come diceva Sciascia, dai suoi ominicchi e quaquaraqua…) prima di vedere affondare quella nave a modello coalizione… con lui ahimè dentro!!!
Ultime notizie… la sfiducia è stata respinta!!!
Cosa farà adesso Salvini, visto che i suoi partner hanno votato contro… esclusivamente per salvare quella loro poltrona e dopo essersi seduti insieme al premier Renzi… hanno deciso di far pilotare quel loro voto, grazie ai soliti noti… inciuci.

Ma alla fine i giudici… pagano???

In altri periodi… mai avremmo dubitato dei giudici o che questa figura, potesse essere messa in discussione…

Al solo pensarlo… già… si faceva peccato, era un qualcosa che a priori veniva respinto… non poteva sussistere difatti una tale situazione…
Il “Giudice”, quella figura solenne, quell’arbitro tra le parti, un personaggio biblico!!! 
Il magistrato, quel soggetto a cui viene concesso il valore essenziale dell’indipendenza, quell’individuo cui viene riconosciuta l’imparzialità e la terzietà… proprio perché nelle decisioni non debba mai venire condizionato dalle parti, anzi, dovrà sempre trovarsi in quella situazione d’indifferenza ed equidistanza, rispetto agli interessi di cui esse, siano portatrici…
Quindi… non entrando nei principi che ne costituiscono il nucleo del giusto processo e soprattutto non toccando il “tema” rovente del reclutamento da parte dei componenti del Consiglio di Stato, ciò che m’interessa maggiormente evidenziare e l’aspetto emerso in questi giorni e cioè, le inchieste che hanno coinvolto alcuni nostri magistrati… 
Dover leggere sui vari quotidiani come, alcuni di essi, abbiano potuto commettere –in virtù di quella toga– possibili abusi, dimostra come, anche tra loro, ci possa essere chi abbia attuato, dei perversi meccanismi collusivi e degenerativi, ed è il principale motivo, che ci ha fatto ricredere….
La possibilità di denaro facile, i favori personali, dimostrano come quelle occasioni, fanno gola a tutti… ahimè anche ad una parte dei nostri giudici, che viceversa, dovrebbero rappresentare con le loro azioni, principi di correttezza morale ed esaltazione dei valori della giustizia…
Oggi, tutti noi, ci sentiamo indubbiamente pugnalati… e ci accorgiamo come anche la nostra giustizia, tra tante cose… non funziona!!!
Ed ancora, ciò che dimostra essere vulnerabile… è il dover assistere a come, per quei reati commessi, vengano usati, due pesi e due misure… a differenza di quanto quel simbolo della “bilancia” raffiguri…
Bensì… per quei magistrati ove si è accertato esserci state violazioni durante lo svolgimento del proprio incarichi, ecco che a quei quei soggetti, stranamente, invece di porre in essere quanto previsto dalla legislazione, si attuano procedure “ambigue” (e soltanto in quei casi eclatanti) come trasferimenti, sospensione di carriera, ma mai alcuna effettiva punizione… in particolare quando si è accertato la presenza di gravi violazioni… 
E’ dire che il denaro dovrebbe rappresentare l’ultimo dei loro problemi… perché la normativa prevede già importanti “benefici”…a cominciare dai 27 anni di servizio, che rappresenta il massimo periodo di carriera…
Inoltre, non meno importante… è che per salire di carriera non serve la meritocrazia, in quanto gli scatti sono di per se… automatici e fanno riferimento esclusivamente all’anzianità di servizio!!!  
Dunque una carriera slegata essenzialmente dall’efficienza, ma interconnessa con il tempo… cioè… se paragoniamo con un grafico la carriera, questa tende sempre in alto verso l’asse dell’ordinate (compenso economico) e giunto al 27′ anno (riportato nelle ascisse), la carriera diventa costante… regolare… il che dimostra, come, qualsivoglia incremento del proprio incarico non verrà ulteriormente premiato… e quindi anche lo stipendio resterà per sempre lo stesso… e chissà se forse non è proprio questo limite, a creare in alcuni di essi quei presupposti, quella predisposizione naturale alla “corruzione” che è quanto ormai… va ovunque emergendo???
Dopotutto a chi debbono dare conto… quali particolari esami (nel corso delle loro carriere) debbono sostenere???
Ed ancora… com’è possibile che in tutti questi anni… non ci siano mai state delle bocciature???
E’ dire che la loro retribuzione è rispetto alla media europea la più alta e certamente quanto percepito per l’incarico svolto, può essere paragonato ad un discreto dirigente… diciamo che non ci sarebbe motivo per lamentarsi, anche perché in aggiunta, ci sono ulteriori benefit, auto di servizio, autista, ecc…
E’ vero… possiamo dire che quanto ricevono, compensi l’enormi responsabilità a cui sono sottoposti… e che tale compenso possa in un periodo di grave crisi economica come questo, ritenersi più o meno giusto o meglio… non li fa di certo soffrire…
Ma poi… volete mettere il prestigio personale loro assegnato, in ogni circostanza ed in qualsiasi loro azione quotidiana…     
Quindi, dando il giusto merito… a chi merita, desidero comprendere… a cosa vanno incontro…coloro che hanno dimostrato con le loro deplorevoli azioni di non meritarli quegli elogi…
Verranno prese delle sanzioni disciplinari… o come in molti ormai pensano… verranno di fatto protetti da quella loro stessa “casta” d’appartenenza???
A quale cifra ammontano le azioni disciplinari, seguite alla confermato dell’illecito???
Siamo sicuri che il più delle volte, le denunce presentate alle procure, non sono state archiviate???
Quanti sono stati di fatto destituiti dai loro incarichi senza aver atteso le loro “inopportune” dimissioni???
Quanti di loro, hanno risarcito economicamente per aver commesso errori giudiziari…e quante volte sono state accolte le domande di risarcimento???
Quanti giorni lavorano in un mese… e quanto guadagnano in proporzione…. cioè suddividendo l’importo percepito per i giorni in cui operano???
Sono tutte domande alle quali avrei potuto tranquillamente rispondere… mi sono documentato ed edotto prima di scrivere e quanto ho scoperto mi ha finora lasciato… un po’ sconcertato!!!
Dopotutto si dice che… niente eguaglia la timidezza dell’ignoranza se non la sua temerità. Quando l’ignoranza si mette a osare, essa ha in sé una bussola… quella bussola è l’intuizione del vero, più chiara talvolta in uno spirito semplice che in uno spirito complicato!!!

La gestione dei "beni confiscati" a Palermo… ecco i nomi dei successori!!!

Il Presidente ha scelto!!!
Sì… il Presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale, Mario Fontana, per sostituire l’amministratore giudiziario, finito nei giorni scorsi sotto inchiesta da parte della procura di Caltanissetta,  ha scelto di far subentrare il prefetto Isabella Giannola e l’avvocato Antonio Coppola…
Un prefetto con una esperienza nei servizi segreti e l’avvocato del nostro capo dello Stato… ecco chi sono i soggetti, per sperare di cancellare quanto gravemente finora emerso, ma soprattutto allontanare anche i sospetti, che in quel tribunale, la gestione dei beni sequestrarti/confiscati alla mafia, sia stata condotta (anche da chi non è attualmente indagato…) in modo del tutto arbitraria!!!
Adesso i neo amministratori, nell’adempimento degli incarichi ricevuti, dovranno dare prova di comportamenti conformi alla diligenza del buon padre di famiglia, dare cioè dimostrazione, di saper gestire quei patrimoni milionari, in maniera corretta!!!
Il tempo però di sistemare “provvisoriamente”… che già iniziano ad affiorare notizie non certo rassicuranti!!!
Infatti, sarebbe al vaglio degli inquirenti di Caltanissetta, la posizione del prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, sull’inchiesta emersa per la gestione dei beni confiscati di cui sopra…
Secondo infatti quanto riporta il quotidiano “Il Messaggero” ci sono delle verifiche in corso, sul contenuto di alcune presunte conversazioni intercettate, tra lei e l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Dott.ssa Saguto, indagata dalla procura nissena…
Tutto nascerebbe dalla richiesta formulata dal prefetto, secondo la quale, era necessario rafforzare la scorta al magistrato, a causa di notizie trapelate secondo cui, la mafia voleva morta la Saguto e un altro magistrato…
Secondo la procura di Caltanissetta, sembrerebbe che questa notizia, sia stata riportata, con l’unico l’obbiettivo, di contrastare alcuni servizi realizzati dalle Iene e da Telejato…
Adesso, dopo uno scandalo, gestito per anni con la complicità di molti, ecco che, si decide di rendere trasparenti il sistema delle nomine, non più clientelari (o come si è visto attraverso scelte autonome dei giudici), ma imponendo quale priorità –mi auguroil merito, forse così un buon 95% di questi attuali amministratori… cambierà definitivamente mestiere… 
Nel contempo, si è deciso di cambiare anche le disposizioni in materia di calcolo e liquidazione dei compensi, per chi verrà chiamato a gestire quei patrimoni…
Il sottoscritto avrebbe inserito inoltre, una sanzione amministrativa (intaccando l’eventuale compenso…) per quei comportamenti, nei quali è dimostrata (nello svolgimento dell’incarico ricevuto) la propria responsabilità diretta, su circostanze o azioni, che hanno di fatto condotto, a danni finanziari rilevanti o gravi ripercussioni sull’andamento della stessa società…
Di poco fa una notizia su Sudpress, dalla quale sembrerebbe che l’inchiesta sulla gestione dei beni confiscati, potrebbe ampliarsi… 
Sono infatti interessanti, le domande poste dall’editoriale web nell’articolo e cioè: 
– Quanto accaduto a Palermo è un caso isolato?
– A Catania, a Siracusa, a Messina come stanno le cose?
Stiamo a vedere cosa accadrà… 

Presidente Mario Fontana…, dia un taglio a questo increscioso stato…

Egr. Dott. Mario Fontana (Pres. dei Beni confiscati del tribunale di Palermo, in sostituzione della Dott.ssa Saguto), prendo spunto da un suo omonimo… (il grande Lucio…) per rappresentare graficamente quanto si sta vivendo nel ns. capoluogo…
La gestione da poco affidata alla sua persona, non rappresenta certamente una delle migliori condizioni cui lei forse aspirava, ma forse, questa gravosa responsabilità affidatale, potrebbe rappresentare un incentivo al compito cui è stato assegnato…
Quanto mi auguro con il suo intervento è racchiuso in un piccolo ma profondo gesto, in quel “taglio” con il passato, con quel sistema che ha dimostrato essere totalmente fallimentare…
Certamente, dovrà attendere le indagini della procura di Caltanissetta e in seguito, potrà analizzare in maniera chiara, il quadro della situazione, le falle presenti all’interno di questo sistema ed infine, valutare quali provvedimenti adottare…
Che il sistema non ha funzionato è ormai cosa accertata e sperare che si passi in tempi celeri a risolvere tutti problemi è un’utopia…
Ho letto inoltre che anche il Csm ha aperto un fascicolo in prima commissione, per verificare se ci siano stati gli estremi per un’eventuale azione disciplinare (a prescindere da possibili responsabilità penali), tali da esonerare definitivamente la permanenza dei magistrati coinvolti…
Adesso Lei, ha il compito arduo di ricostruire l’immagine di legalità di questo sistema giudiziario, in particolare quello della gestione dei beni confiscati…
Non serve a noi sapere che alcuni dei protagonisti dell’inchiesta in corso, stanno lasciando i loro incarichi… ciò che importa, è sapere che verrà limitato l’ingresso a quegli incarichi (amministratori giudiziari) a familiari/parenti, di altrettanti magistrati. 
Analoga situazione deve essere fatta per i consulenti: si dovrà provvedere a realizzare un registro professionale trasparente, cui si attingerà attraverso evidenze pubbliche, soggetti in possesso dei requisiti richiesti che si propongono mediante propria candidatura,  per poter ottenere così, un eventuale incarico…
Non può essere più un’affidamento demandato ai giudici, che poi si è scoperto, assegnare questi, ai soliti… “amici degli amici”.
Gli affidamenti, devono essere dati a soggetti, che hanno dimostrato (attraverso incarichi conferitigli nelle loro precedenti amministrazioni), di aver fornito prova di lealtà, capacità professionale, libertà morale, ecc… e soprattutto, che abbiano provato, di aver migliorato la situazione ricevuta e che quanto da loro svolto… non sia servito esclusivamente a prosciugare il consistente patrimonio societario, con l’unica finalità, di essere riusciti a mandare in fallimento/liquidazione le società loro consegnate… 
Dopotutto in questo, sono già bravissimi di loro, quei cosiddetti “amministratori rapaci”, a cui proprio il ns. ex Procuratore di Catania, Dott. Giovanni Salvi (ora trasferito alla Procura generale di Roma), si era rivolto, manifestando per essi, il proprio rammarico…
Adesso, bisogna trovare i nomi dei sostituti, per quanti hanno richiesto ora il trasferimento…
Trattasi di soggetti poco disposti oggi all’incarico, visto l’alto polverone che con l’inchiesta è stato alzato… ma soprattutto, la difficoltà maggiore sta nel verificare le posizioni di quanti, a tutt’oggi, sono rimasti ancorati alle loro poltrone, le stesse che avevano permesso “indirettamente o direttamente” di partecipare a quegli imbrogli, senza mai denunciare gli abusi…
Centinaia di migliaia di euro che hanno fatto “gola” a tutti e che ne hanno condizionato i silenzi… 
Già, zitti tutti…, in particolare quanti con quelle particolari funzioni di collaboratori, gravitavano intorno a quei magistrati e/o amministratori… ora inquisiti!
Regali per tutti, anche importanti… come per esempio, auto di grosse cilindrate rivendute loro a prezzi fuori mercato, oppure telefonini di ultima generazione e ancora, l’uso privato di alcune auto prestigiose, prese in consegna direttamente da quelle stesse concessionarie sottoposte a sequestro…
Tutte situazioni, monitorate e intercettate, che hanno dimostrato come questo sistema fosse ben “lubrificato”, proprio per evitare che qualcuno tra essi, potesse rimanere insoddisfatto e con il tempo iniziare a lamentarsi!
Ed allora, Presidente Fontana, a completamento di quanto riportato sopra, le suggerisco una frase che dice… “certe volte per avere un futuro migliore… bisogna dare un “taglio” netto con il passato…“.
Quindi… buon lavoro!

Ancora fulmini sul Tribunale di Palermo…

Un favore a me ed un incarico a te… ecco con quale semplice modalità, s’alternava la reciproca assistenza, tra alcuni soggetti, all’interno del tribunale di Palermo…
Già, quel perverso meccanismo di proteggere i suoi uomini/donne, era successivamente compensato, nell’assecondare le richieste di quanti, avevano fornito in precedenza proprio ad essi un sostegno (o erano stati partecipi nel caldeggiare quelle cause personali, per le quali, allora, erano necessarie delle assistenze), ed allora, era giunto richiederne (al momento opportuno) una ricompensa, questa data da un incarico, una consulenza, una promozione, un’assunzione, ecc…
Ora che i fulmini hanno colpito il palazzo… si cerca di trovare una soluzione!!!
Il presidente del Tribunale di Palermo, Salvatore Di Vitale, ed il sostituto alla guida della Sezione misure di prevenzione, Mario Fontana, hanno dichiarato di pensare ad un’azzeramento degli incarichi!
Certo è soltanto un’ipotesi, e sono sicuro che tale rimarrà…, perché, se realmente si dovesse valutare l’operato di quanti, hanno amministrato in questi anni…, beh…, penso proprio che questa sezione, possa definitivamente chiudere!!!
Ora ci verranno a dire che, l’inchiesta continuerà, che si farà pulizia, che quanti hanno effettivamente compiuto azioni di corruzione, induzione alla corruzione o abuso d’ufficio, pagheranno… 
Le solite dichiarazioni, che hanno quale finalità quella di far calmare le acque…, di far passare del tempo, ma poi niente accadrà…, tutto rimarrà come sempre… fino al prossimo scandalo… tra qualche anno!!!
Dopotutto, la lista delle persone inquisite… sembra essere abbastanza lunga, ma soprattutto, costituita da personalità eccellenti… (almeno nell’incarico) e quindi diventa impossibile credere di azzerare un sistema, nel quale non si conoscono a tutt’oggi, i limiti di responsabilità, di ognuno di essi…

Certo, il sistema giudiziario non ne fa una bella figura… anzi torna in auge quel detto che dice: la legge non è uguale per tutti… 

Dopotutto si parla di Presidenti di sezione del Tribunale, componenti del Csm e del collegio delle Misure di prevenzione, e via discorrendo…
Sempre i soliti nomi… figli, coniugi, parenti, amici, cambia il sistema clientelare, appartenenti tutti alla medesima “famiglia”, più o meno, lo stesso analogo metodo di quanti sono definiti mafiosi…, 
Dopotutto lì, in quell’associazione, non ci sono altrettanti…, amici degli amici??? 
Ed allora qual’e la differenza…, questa è peggiore, perché qui, sono gli uomini dello stato a tradire… non i delinquenti… quest’ultimi dopotutto hanno scelto di esserlo…, mentre questi di contro, hanno giurato fedeltà alle istituzioni, a quei principi di rettitudine, d’onestà… e non l’hanno mantenuta!!!
Non basta fare chiarezza… qui ci vogliono condanne e pene severe!!!

Non si tratta più di uomini… qui si mette in discussione tutto il sistema giudiziario, quello che permette a certi uomini di salvarsi e ad altri invece… di perdere la propria libertà…

Non se ne può più di intercettazioni distrutte, di processi andati in prescrizione, di pedofili che grazie ad illustri avvocati, continuano come se nulla fosse, di omicida benestanti che non fanno un anno di galera…, qui ormai, ce n’è abbastanza per farlo crollare questo sistema di giustizia e bisogna fare presto…, perché le parole iniziano a non bastare più! 
Riprendo quanto diceva un commentatore alcuni giorni fa…, perché la Gdf e la Polizia tributaria, oltre alle classiche perquisizioni, non indagano sui patrimoni immobiliari e finanziari, che questi giudici, amministratori, consulenti ( e quanti tra loro in veste di familiari, parenti e amici  si sono prestati a fare loro da prestanome…) possiedono…
Verificare quella cosiddetta “sperequazione finanziaria”, che poi “casualmente”, rappresenta di fatto, una delle principali motivazione, sulla quale vengono fondati, i provvedimenti di sequestro e di confisca…
Per cui, se la regola vale per gli altri…, deve valere anche per questi!!!
S’inizi quindi a sequestrare o confiscare,  tutti quei beni, di cui non si può dimostrare, la corretta acquisizione, in particolare quando questi sono stati realizzati attraverso comportamenti illeciti…
Qual’è la preoccupazione, che forse, allargando l’inchiesta a tutti i tribunali dove ci sono le più importanti misure di prevenzione e confisca (come Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Lombardia…), che “gestiscono” “a parole” un patrimonio stimato in circa 30 Miliardi di euro… (altro che finanziaria) si potrebbe scoprire ben altro…
Cioè, che i beni da sequestrare…, ad alcuni soggetti appartenenti a questa famosa “casta”…, potrebbero essere molti di più… di quelli già attualmente posseduti dall’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati….  
Dopotutto, qual’è la condizione per la quale, le aziende con i loro patrimoni, non solo finanziari (immobiliare/mobiliare), ma soprattutto costituiti da quelle risorse umane, vadano distrutte… e di contro, quelle realizzate in modo truffaldino, vengano salvaguardate… 
Non vorrei continuare a dover assistere alla solita condotta “fuorviante” di questo nostro paese… e cioè dove vi sono…, per la stessa tipologia, due pesi e due misure!!!
I giudici… almeno quelli onesti, abbiano il coraggio di dare il via a quella necessaria e profonda pulizia… costi quel che costi, anche il dover andare contro, i propri colleghi e a quello stesso sistema, a cui da sempre appartengono!!!
Mi sembra doveroso concludere con due frasi di Hunter S. Thompson e di Piero Calamandrei

– Non possiamo aspettarci che le persone abbiano rispetto per la legge e l’ordine fino a quando non insegneremo il rispetto a chi abbiamo affidato il compito di fare rispettare tali leggi.

– “La legge è uguale per tutti” è una bella frase che rincuora il povero, quando la vede scritta sopra le teste dei giudici, sulla parete di fondo delle aule giudiziarie; ma quando si accorge che, per invocar la uguaglianza della legge a sua difesa, è indispensabile l’aiuto di quella ricchezza che egli non ha, allora quella frase gli sembra una beffa alla sua miseria.

Responsabilità civile dei Magistrati…

Sono tutti euforici nell’aver sentito che la Camera ha approvato la riforma sulla Responsabilità Civile dei Magistrati…
Ora che è diventata legge, mi chiedo quanti saranno coloro che avendo a loro modo, ricevuto un danno dalla giustizia, richiederanno allo Stato i danni e di contro, si rifaranno sul magistrato che l’aveva condannati, richiedendone direttamente ad egli, l’indennizzi a mo’ di risarcimento…
Vorrei sapere, chi dovrebbe giudicare l’operato della Giustizia o la condanna ricevuta (diciamo pure ingiustamente…), sicuramente un’altro magistrato  che dovrà in primiss condannare lo Stato per chissà quali procedure adottate in maniera errata e soltanto successivamente – e cioè soltanto nel caso in cui questo non dovesse provvedere al pagamento – si potrà effettuare la richiesta risarcitoria direttamente al magistrato, che a suo tempo, aveva emessa la condanna…
La chiamano “Responsabilità Indiretta” e rappresenta l’unica possibile richiesta di risarcimento che dovrà essere presentata entro due anni dalla sentenza di condanna o quando la violazione è stata determinata da dolo o negligenza…
Viene quindi eliminata l’attività di filtro, affidata finora al tribunale distrettuale, che controllava l’ammissibilità della domanda di risarcimento contro lo Stato!!!   
Mentre sull’entità della rivalsa, la soglia fissata oggi ad un terzo, potrà in caso di colpa grave del magistrato, estendersi fino allo stipendio dello stesso, precisamente, fino alla metà di quanto percepito annualmente al netto…
Nel caso in cui vi fosse dolo, l’azione risarcitoria è totale, ma proprio questa particolare motivazione, non rientra tra le competenze del magistrato in quanto, egli, non è chiamato a rispondere sulla interpretazione della legge o sulla valutazione del fatto o delle prove… per cui sin d’ora si può escludere tassativamente tale condizione da quelle possibili !!!
Ovviamente la notizia è stata riportata a seconda dell’interpretazione di parte, in maniera positiva o negativa…
Per esempio il centrodestra, comprensiva di tutti i media a sua disposizione, hanno riportato la notizia a caratteri cubitali, dichiarando come nel ns. paese manchi uno stato di diritto, in particolare, l’indice è stato puntato verso quei magistrati che in questi anni, hanno condannato il loro principale leader…, mentre dall’altro parte avversa, quasi tutti gli esponenti hanno commentavano con soddisfazione la notizia!!!
La verità è che tutti vorrebbero intervenire nell’organo della magistratura, si vorrebbe cioè controllare anche quell’unica funzione giurisdizionale che ancora oggi costituisce – aggiungerei per fortuna – organo autonomo e indipendente da ogni altro potere… in particolare da quello politico, che tenta appunto in tutti i modi, d’ostacolarne e condizionarne l’operato…
Una parte dei ns. politici al governo è così portata a “manovrare” gran parte del nostro sistema, che sperimenta con ogni possibile coercizione di “violentare” anche quel poco di autonomia che ancora oggi la magistratura conserva… 
Già, impiega ed utilizza tutti i meccanismi perversi a loro ben conosciuti per infiltrarsi, con assunzioni, assegnazioni, trasferimenti e soprattutto promozioni!!!
Inoltre, proprio alcuni politici, si adoperano assiduamente, a sminuire l’operato di alcuni a scapito dei loro “preferiti”, facendo investigare proprio su alcuni magistrati a loro contrari, sperando di poter trovare qualche “scheletro nascosto” e quando ciò non riesce, tentano d’intervenire con provvedimenti disciplinari nei riguardi di quei magistrati, che hanno quale unica colpa, quella di non voler appartenere a quello “schifoso e corrotto” sistema clientelare partitocratico…

Non piegarsi mai…

E’ sempre importante ricordare l’impegno dimostrato da tutte quelle vittime innocenti delle mafie, di quanti hanno preferito mettere a rischio la loro vita per non voler abbassare la testa…

Ciò che è invece ritengo totalmente inutile è quel volerli ricordali con le solite “targhe” o con quelle manifestazioni – ora si chiamano “Festival” – a carattere propagandistico, dove i nostri politici ed i suoi uomini dello Stato, giungono in schieramento, per commemorare i giorni in cui quei martiri… furono barbaramente assassinati!!!
Cerimonie di consegna, ghirlande di fiori in memoria di quegli eroi, che hanno preferito non piegarsi, affrontare la lotta e non girarsi dall’altra parte…
Sono in molti a manifestare l’utilità di queste manifestazioni, perché hanno come principale obbiettivo quello di voler sensibilizzare l’opinione pubblica, di ricordare alle nuove generazioni quanto accaduto, cercando di non far dimenticare la storia di quel recente passato, violenze inaudite e morti lasciati a terra…

Ok…, ma fatta questa sensibilizzazione pedagogica, fatta questa opportuna cerimonia, viene da chiedersi, ma cosa è realmente cambiato in questi anni???
Quanto queste iniziative hanno migliorato la vita sociale della nostra terra???
Ma veramente dobbiamo ancora credere che qualcuno vuole farci passare il messaggio che, i cosiddetti mafiosi, sono quelli descritti nei romanzi, e cioè gente che passeggiava per le campagne a cavallo, con la propria coppola e lupara???
La cosa assurda è vedere come, nelle nuove fiction televisive, vedasi per ultima “squadra antimafia”, i personaggi criminali diventano quasi un modello da imitare, forti, decisi, romantici, leali con gli amici, ossequiosi con la famiglia, innamorati della propria moglie, rispettosi dell’amicizia e per la parola data, generosi con i propri uomini che obbediscono senza discutere gli ordini ricevuti ( considerati questi sacri e inviolabili), che venerano i bambini, le donne, e la cui vendetta, viene manifestata soltanto per gli infami???
Ecco, in questa immagine popolare, il mafioso assume le vesti dell’eroe, seppur posto dalla parte cattiva, quella negativa che contrasta con i principi dello Stato, il disprezzo per ogni legalità, giustizia, legge e morale…

Ma se poi lo Stato, viene rappresentato come qualcosa di deviato, peggiore di quella stessa associazione criminale, appartenente a quello stesso sistema nel quale, si tenta in ogni occasione di condizionarne i suoi uomini, giudici, procuratori, amministratori, una classe politica che, nella nostra regione, approfittando della posizione e della funzione che occupa, calpesta quotidianamente quella morale che dovrebbe essere alla base del vivere civile, cosa succede…?
Ed allora, se il mafioso è quel individuo che pur di raggiungere i propri fini, mette in atto una serie di azioni illegali,  non posso che far notare come tali atteggiamenti, analogamente, sono insiti se non eguali a quelli svolti dal nostro mondo politico.
Ovviamente quella linea di demarcazione netta, tra i comportamenti dei mafiosi – da non intendersi come atto di violenza fisica, bensì, da quei modi manifestati, senza sporcarsi le mani, svolti da personaggi insospettabili, cosiddetti colletti bianchi – e quanti esercitano la propria posizione, per influenzare in maniera negativa questo sistema, tende sempre più ad assottigliarsi…
Chiedere voti in cambio di false promesse o di un posto di lavoro, distribuire incarichi di prestigio sempre ai soliti soggetti (figli/parenti/amici) rispetto ad altri ben più meritevoli, stravolgere le graduatoria, falsare i concorsi, indirizzare gli appalti verso le imprese amiche loro collegate, non sono anch’essi parte stessa ed immorale di quegli atteggiamenti mafiosi…
Purtroppo, con questi esempi negativi potrei continuare all’infinito, perché ormai questo sistema “malato”, vive proprio grazie a questi atteggiamento meschini, manifestati da tutti e a tutti i livelli…
Si è vero, parlano, s’indignano, ma quando si tratta del proprio “orticello” cercano di salvaguardarselo elemosinando favori a chi di dovere e mettendo se stessi a completa disposizione di quel colluso sistema.

Non serve quindi educare l’opinione pubblica, partecipare a convegni, festival, fiaccolate, se poi la strada scelta è quella di essere complici e volersi fare corrompere…
Compete per prima, proprio al nostro Stato, a quella classe politica, il compito di restituire dignità ai cittadini, tutelare i loro diritti, dare per esempio una svolta, iniziando ad eliminare quegli interessi personali, sacrificando quei propri benefici per metterli a servizio degli interessi della comunità, svolgendo in modo concreto e onesto, la mansione istituzionale per la quale sono stati incaricati.
Mi rendo conto che oggi, questa situazione generale di stallo protrattasi negli anni, ha creato – nella morale dei miei concittadini – una palese fisiologica stanchezza, determinando un atteggiamento, se non proprio arrendevole, certamente di disimpegno.
Ma ritengo, quale preciso dovere morale, sottolineare che, continuando a non contrastare oggi, questa pericolosa strada intrapresa, se non poniamo adesso le basi di quel radicale cambiamento, state certi che in un futuro non troppo lontano, tutti noi, saremo costretti a confrontarci con una realtà che sarà ben diversa e soprattutto definitivamente perduta…

Se non ci si può fidare dei Giudici… su chi credere???

Un’altra Cupola dopo quella dell’Expo… viene scoperta a Genova…
Un’inchiesta che parte dalla Banca Carige, dal suo ex Presidente Giovanni Berneschi e dei suoi due uomini, secondo l’accusa soci occulti dell’o stesso imprenditore, uno nel comparto assicurativo Carige Vita (Ferdinando Menconi) e l’altro immobiliarista (Ernesto Cavallini), che facevano acquistare, immobili e società a prezzi fuori mercato e successivamente si suddividevano il plusvalore realizzato che veniva depositato presso conti esteri…
Direte e allora??? Niente di nuovo… di truffe analoghe c’è ne sono circa una al giorno… questa cosa ha di così diverso???
Gli appoggi!!! Si, coloro che hanno permesso che quanto sopra accadesse grazie alle protezioni ed alle informazioni che venivano loro trasmesse… da chi???
Sembra che la Procura di Genova sia in possesso di intercettazioni nelle quali i vari soggetti ( banchieri, immobiliaristi e prestanomi vari ) tutti arrestati, utilizzino quali loro scudo quattro fra GIUDICI  E PM!!!
Se quanto emerso fosse vero… credo che non ci sia più niente da dire e da fare in questo paese… ma soltanto da scappare e senza mai voltarsi indietro!!!
Il primo magistrato su cui si sono concentrati gli accertamenti è l’attuale procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico ed è un certo Menconi a descriverne la figura parlandone con l’ex condirettore generale di Carige Assicurazioni (Malavasi) dove pur non nominandolo direttamente, lo definisce un carissimo amico con cui prendere il caffè ogni sabato…
Ovviamente il magistrato smentisce tutto…
Un’altro indagato è l’attuale procuratore capo della Spezia Maurizio Caporuscio, dove sembra che da una intercettazione telefonico tra l’avvocato Andrea Baldini (ex componente cda Carige) e l’ex presidente Carige, si confidasse come proprio Caporuscio fece in modo che fosse fornita al Bernaschi la copia d’una denuncia «riservata», che era stata presentata da un imprenditore per truffa…e che proprio grazie al intervento della propria moglie, Pasqualina Fortunato – Magistrato del Lavoro a La Spezia – la Procura chiederà l’archiviazione del fascicolo!!!
L’ultimo togato chiamato in causa è il capo dei pm di Savona, Francantonio Granero, in un’interrogatorio avrebbe suggerito ad un amico del Bernaschi di non rispondere…
Il palazzo è crollato ed a breve vedremo quanti di questi cosiddetti ” amici “, alla vista delle sbarre, riusciranno a tenere  la bocca chiusa… sono gli stessi cattivi presagi che in Carige avevano già percepito per non voler dire che qualcuno l’avesse già avvisato: «…devo uscire… sento odore di Procure: ho delle sensazioni… il vice procuratore di Genova, mio carissimo amico, mi ha detto… non sei …stattene fuori…
Milioni e milioni di euro riciclati in Svizzera…, ed oggi per chi indaga, diventa difficile riuscire a lavare i panni sporchi, fuori da quelle acque… da quel contesto che da sempre ha rappresentato, come una chiesa, una protezione, permettendo ai propri uomini di essere sempre protetti e di occultare le loro mancanze….
E’ poi… si è certi che il numero sia soltanto quello o che all’interno della magistratura non ci siano state ulteriori collaborazioni di talpe che oggi, se indagati, potrebbero divenire pericolosamente confidenti???
Un fiume di parole potrebbe a breve uscire fuori e chissà se tra quei nomi, non saltino fuori dal cilindro, personaggi altisonanti, professionisti intoccabili, che rischiano di coinvolgere non soltanto uomini dello Stato, ma anche del Vaticano o addirittura dei servizi segreti…
Ora, dopo l’ennesima inchiesta, mi chiedevo, ma se quanto accaduto fosse vero, allora di chi possiamo più fidarci…, se tanto poi la legge viene interpretata a seconda delle circostanze e la giustizia mostra i molti pesi e le relative possibili misure, a seconda dei soggetti che dovrebbero essere incriminati…
Forse chissà la stessa frase presente in tutti i tribunali andrebbe rivista e modificata…
Vedremo, cosa e quanto, salterà fuori da questa ennesima e incresciosa vicenda…

La nave della legalità…

E’ entrata a Palermo questa mattina la “Nave della legalità “.

Cosa dire, è in un qualche modo la rappresentazionente perfetta della lotta antimafia finora espressa è cioè sempre in ritardo!!!
Ma si… cosa sarà mai un’ora e mezza di ritardo…, si, peccato che è lo stesso ritardo con cui si è deciso di revocare la scorta al Prof. Marco Biagi…
E’ bello vedere 1.500 ragazzi  delle scuole d’Italia che commemorano insieme ai loro coetanei siciliani i Giudici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ed è importante ricordare al futuro di questo paese, che la speranza non debba mai morire…
Poi, che su questa vicenda, da un ventennio qualcuno ci marci sopra è altrettanto palese…, in particolare tutte quelle figure istituzionali che in questi anni sono saliti sopra la nave e/o che si sono fatto trovare pronti nei rispettivi moli, ma che di fatto hanno poi dimostrato, l’opposto esatto di quei valori propri della legalità, grazie proprio a quegli incarichi ricevuti… che è dimostrato, dall’elenco sempre in aumento delle persone denunciate…!!!
Che dire… Sciascia li chiamava i “professionisti della legalità…” e mi piace sottolineare quanto riportava Giorgio Bocca e cioè che forse il vero torto è rappresentato nell’esporre tesi, di muovere critiche, di fare ipotesi che stanno fuori dagli opposti schieramenti, che non collimano esattamente né con i dogmi dell’Antimafia né con le ipocrisie e le seduzioni della mafia. Seguendo Sciascia questo suo suo acuto intuito ha spesso indicato ciò che noi non sapevamo o che forse non volevamo sapere… 
A cosa serve quindi ancora parlarne… quando ovunque assistiamo a questa totale illegalità!!!
L’illegalità non è solo e soltanto quella espressa da chi delinque… e cioè da quelli che fanno da sempre parte di quel sistema, ma da tutto un sistema ancor più pericoloso, che si muove in modo velato, con la compiacenza ovviamente di quanti operano in quei settori chiave…
Un sistema dannoso che approfitta di compiacenti e collusi, per poter realizzare i loro sporchi affari. come quello della circolazione a più livelli di tangenti…
Una seconda ” entrata ” economica, elargita quest’ultima a forma d’incentivo per premiare quelle omesse responsabilità o per aver fatto sparire qualche documento compromettente…
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, nel corso proprio dell’incontro notturno sulla Nave della legalità ha dichiarato che “per combattere la corruzione bisogna individuarla e farla emergere“…. ma quando ciò avviene che succede… il nulla, il silenzio più assoluto, in particolare se le eventuali denunce riguardano personaggi pubblici e/o vengono intaccati proprio quegli uomini che lo Stato aveva scelto per rappresentarli e/o posti alla salvaguardia ed al controllo…
Si parla di combattere il grande alleato della mafia è cioè l’ignoranza… ancora oggi, si vuole fare credere che la mafia sia rappresentata dai cosiddetti pastori… , da personaggi che scendano da chissà quale montagna per governare il ns. paese…
Ma per favore, coloro che oggi regolano le fila di questa associazione, sono proprio coloro che hanno avuto posizioni primarie all’interno del governo e/o delle regioni ed è proprio grazie a queste complicità che si e permesso a certi soggetti di rimanere impuniti per più di un trentennio…
Sta proprio in questo il problema e cioè in quanto non si è fatto per combatterlo, esasperando in tal maniera la cultura della complicità che così ha potuto infiltrarsi e, grazie al potere economico ed anche con l’aiuto di qualche escort, giungere a contagiare anche quegli stessi “uomini deviati” dello Stato.
Bisogna finirla di “approfittare” della lotta alla illegalità, attraverso manifestazioni, strutture, associazioni che hanno come unico scopo quello di dare visibilità a qualche personaggio più o meno pubblico, questo volerlo mettere in mostra, che prende applausi e consensi, iscritti e firme, ma che poi rappresenta soltanto una lotta antimafia di facciata e che passati gli anniversari tragici da ricordare, viene dimenticata nell’oblio…
Una finta lotta fatta esclusivamente di belle parole, totalmente diversa da quanti oggi in prima linea continuano a lottare, senza volersi arrendere a quel ripugnante fetore meglio definito come “compromesso” e dove con quel modo d’essere e/o d’operare, vengono bistrattati e pian piano abbandonati, ridotti da questo marcio sistema all’assoluto silenzio, proprio da quanti nel contempo si ergono a baluardi della legalità!!!
diceva il Giudice G. Falcone: perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere…

Il pagamento delle imposte…

Qualcuno è ancora convinto che il pagamento delle imposte, sia qualcosa che riguardi principalmente l’efficacia delle riscossioni…
Comunque in attesa di una sentenza che possa chiarirne  l’orientamento, i giudici, sembrano essere sempre più coesi nel riconoscere, che tra le ipotesi di forza maggiore nel mancato pagamento dovuto, ci possa essere la crisi di liquidità dell’impresa.
Ecco che su questo punto è intervenuta la giurisprudenza la quale, in ambito tributario, ha per la prima volta valutato l’elemento della involontarietà del contribuente il quale si trova nella impossibilità oggettiva di adempiere le proprie obbligazioni tributarie.
Certamente e soprattutto differente è la situazione in materia tributaria, in caso di ” sottrazione “ del pagamento delle imposte, attraverso l’emissione e/o l’utilizzazione di fatture false…
L’art. 11 1° comma del D.Lgs. n. 74/2000 infatti, punisce chiunque, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte sui redditi o dell’IVA, ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a tali imposte di ammontare complessivo superiore ad euro 50.000, aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui beni propri o altrui idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva. 

Già l’art. 97 c. 6 del D.P.R. n. 602/1973, stabiliva che: Il contribuente in corso in morosità che, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte dovute, abbia compiuto sui propri o sugli altrui beni atti fraudolenti che rendono in tutto o in parte inefficace l’esecuzione esattoriale è punito con la reclusione fino a tre anni.

Quanto sopra è stata sostituita dall’art. 15, quarto comma, lett. b), della legge n. 413/1991 dove, il contribuente che, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte, interessi, soprattasse e pene pecuniarie dovuti, ha compiuto, dopo che sono iniziati accessi, ispezioni e verifiche o sono stati notificati gli inviti e le richieste previsti dalle singole leggi di imposta ovvero sono stati notificati atti di accertamento o iscrizioni a ruolo, atti fraudolenti sui propri o su altrui beni che hanno reso in tutto o in parte inefficace la relativa esecuzione esattoriale, è punito con la reclusione fino a tre anni. 

La disposizione non si applica se l’ammontare delle somme non corrisposte non è superiore a Euro 5 mila.
Le disposizioni in oggetto sono state successivamente abrogate dall’art. 25, primo comma, lett. a), del D.Lgs. 10 marzo 2000, n. 74.
Il delitto di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte è stato introdotto, nell’ambito del nuovo ordinamento delle sanzioni penali tributarie, dall’art. 11 del D.Lgs. n. 74/2000.
Rispetto alla normativa precedente, le nuove disposizioni – che puniscono con la reclusione (da 6 mesi a 4 anni) chi, al fine di sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o IVA in misura superiore a una determinata soglia, «aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva» – non richiedono che sia in atto una procedura di riscossione coattiva dei tributi evasi.
La trasformazione della fattispecie da reato di danno a reato di pericolo rivela l’intento del legislatore di anticipare la tutela del bene protetto, che consiste nel interesse dello Stato alla effettiva riscossione dei tributi e alla conservazione delle garanzie patrimoniali che assistono il suo credito tributario.

Le fattispecie fondamentali di condotte criminose sono:

1.dichiarazione fraudolenta;
2.dichiarazione infedele;
3.omessa dichiarazione.
Ad esse si aggiungono altre fattispecie, come quelle relative alla emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti al fine di consentire a terzi l’evasione, l’occultamento o la distruzione di documenti contabili in modo da non consentire la ricostruzione dei redditi o del volume d’affari, e alla sottrazione alla riscossione coattiva delle imposte mediante il compimento di atti fraudolenti su beni propri o altrui.

Legittimo impedimento…

Nel codice penale è previsto che ogni cittadino ha diritto a far spostare un’udienza di un processo che lo riguarda se ha un impedimento, che però precisa la legge, deve essere effettivo ed assoluto…
Una malattia, può rientrare in un caso tipico…
Quanto sopra vale per tutti, ma nel caso che l’imputato sia anche Presidente del Consiglio le cose cambiano, infatti è intervenuta una legge, che ha esteso di molto le circostanze in cui egli può chiedere di non dover presenziare al dibattimento e quindi di rinviare…
Quali sono questi casi…???
Per esempio in caso di concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni previste per leggi, oppure dai regolamenti e delle relative attività preparatorie e consequenziali; ed ancora per ogni attività, derivante da funzioni di Governo…

Il bello è che ai tempi ( 2011 ) era stato fatto pure un referendum, promosso da Italia dei Valori e come sapete era necessario affinché il referendum fosse considerato valido, una richiesta la partecipazione al voto, per il 50% più uno degli aventi diritto, quorum che poi fu  raggiunto con il 54,78%, e comunque anche se la maggioranza dei SÌ aveva scelto di abrogare la norme sottoposte a referendum…, alla fine sappiamo come è andata a finire!!!
Ed allora quindi chi decide???
Di solito dovrebbe essere il tribunale a ricevere la richiesta dell’imputato ed a prenderne le decisioni conseguenti,  ma come abbiamo ben capito, nel caso del Presidente del Consiglio, le procedure sono differenti e cioè ove la presidenza del Consiglio dei ministri attesti che l’impedimento è continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni di cui alla presente legge, il giudice è tenuto a rinviare il processo a udienza successiva al periodo indicato, che non può, comunque, essere superiore a 6 mesi…

Ed ancora questa legge che il Parlamento ha promulgato nel 2010 e che doveva avere una validità temporanea di diciotto mesi è rimasta ferma presso la Commissione Affari Costituzionali e quindi continua ad essere purtroppo ancora applicata…
Ed ecco che alla fine alcuni giudici, dichiarano la incostituzionalità della legge, mentre altri continuano ad osservarla…, in Italia tutto è retto su questo principio dell’alternativa, perché non si giunga mai ad una soluzione…
Non ci resta che sperare che qualcosa finalmente possa cambiare… 
Dover ascoltare stasera, certe trasmissioni televisive di parte, pilotate in tutto, con interviste a giornalisti, politici e medici che manifestano tutta la loro disapprovazione, mi convince sempre di più, di vivere in questo Paese che di democratico ormai nulla possiede… e che viene rappresentata da soggetti, senza la ben ché minima personalità!!!

La differenza tra Te e Me… Stato – Mafia

Cosè la Mafia?

Un complesso ben organizzato, retto dalla legge dell’omertà e del silenzio, che esercita il controllo del territorio e delle sue attività economiche…
Cos’è lo Stato?

Un Complesso ben organizzato, retto da lobby e  gruppi di pressione che operano in un’area oscura, per favorire interessi, ad aziende, gruppi finanziari e banche…

Come opera la Mafia?

La mafia non solo è attiva in molteplici campi, ma tende ad esercitare funzioni di sovranità, si tratta quindi di mettere in atto alcune condizioni, tra cui la rivendicazione per se del monopolio economico, per poter operare imponendo proprie figure, nelle classi politiche e dirigenti…

Come opera lo Stato?

Le pressioni svolte da quei gruppi appartenenti alla casta, operano dietro le quinte, decidono e contribuiscono al processo decisionale politico, attraverso informazioni ed analisi, che possono in tal modo, rendere le scelte finali più mirate ed adeguate…

Quali accordi stabilisce la Mafia?

L’accordo fra politici e mafiosi in sede locale, in virtù dei quali, i primi si assicurano il consenso elettorale delle popolazioni, mentre i secondi ottengono, in cambio della gestione del territorio, la possibilità di incidere sugli investimenti, appalti e finanze dei comuni e su quelle forze di controllo,  tali da condizionarne l’attività investigativa e consentendo la penetrazione nelle istituzioni legali, contribuendo a legittimare ulteriormente quel potere mafioso…

Cosa viene preferito?

L’implosione del sistema partitico, porta a cercare nuovi referenti politici, apparendo quelli fino ad allora utilizzati non più in grado di assicurare un futuro al proprio paese, la scelta quindi viene fatta su coloro che permetteranno in seguito, la suddivisione delle poltrone, del clientelismo, nell’aggiustamento dei processi e attraverso l’erogazione dei finanziamenti pubblici…

Quali sviluppi per la Mafia?

Gli stessi da sempre…, attraverso il sostegno della politica la mafia viene attirata da nuove fonti di profitto: l’edilizia, i mercati generali, gli appalti…

In questi settori, inizia dapprima nelle vesti di protettrice, finendo poi per gestire in proprio l’iniziativa imprenditoriale, la concorrenza ed i finanziamenti pubblici…

In questo intenso rapporto, non vi è alcun interesse ideologico, ma viene indirizzato il proprio consenso, verso quello schieramento in grado di fornire le maggiori garanzie di conservazione del proprio potere, ampliando la rete dei contatti, soprattutto negli ambienti economici, finanziari e giudiziari. 

Quale futuro?

La mafia ha modificato con il tempo la propria organizzazione, dopo quei momenti di tensione, rappresentati da azioni violenti fatte di stragi, vi è stato un ritorno alla mediazione silenziosa, cercando di rendersi invisibile, stando nel sommerso e attraverso quelle restanti protezioni politiche, giungere a creare e saldare un legame unico, imprescindibile, con l’unico fine di portare vantaggi ad entrambi…
Non si tratta, quindi di una lotta tra Stato e Mafia…, le due cose da sempre operano insieme, l’una ha bisogno dell’altra per sopravvivere… e quindi avendo preso coscienza che con le stragi ed i delitti, s’innescava in automatico una risposta decisa delle istituzioni e veniva quindi meno il consenso della popolazione, ecco che allora modifica il proprio status e riparte…, ricostruendo nuove collaborazioni, riallaccia rapporti con politici ed imprenditori e torna a bloccare quelle collaborazioni di giustizia dei suoi ex affiliati, che tanto hanno negli anni indebolito un collaudato sistema…
Alla fine comunque il problema non è principalmente cosa combattere, ma tentare di indebolire ed avvelenare quella linfa, che da sempre ha portato e porta nutrimento a questa pianta chiamata Mafia, a quel sistema posto a protezione, che le ha permesso di sopravvivere, di germogliare e di proliferare…

La differenza tra Te e Me… Stato – Mafia

Cosè la Mafia?

Un complesso ben organizzato, retto dalla legge dell’omertà e del silenzio, che esercita il controllo del territorio e delle sue attività economiche…
Cos’è lo Stato?

Un Complesso ben organizzato, retto da lobby e  gruppi di pressione che operano in un’area oscura, per favorire interessi, ad aziende, gruppi finanziari e banche…

Come opera la Mafia?

La mafia non solo è attiva in molteplici campi, ma tende ad esercitare funzioni di sovranità, si tratta quindi di mettere in atto alcune condizioni, tra cui la rivendicazione per se del monopolio economico, per poter operare imponendo proprie figure, nelle classi politiche e dirigenti…

Come opera lo Stato?

Le pressioni svolte da quei gruppi appartenenti alla casta, operano dietro le quinte, decidono e contribuiscono al processo decisionale politico, attraverso informazioni ed analisi, che possono in tal modo, rendere le scelte finali più mirate ed adeguate…

Quali accordi stabilisce la Mafia?

L’accordo fra politici e mafiosi in sede locale, in virtù dei quali, i primi si assicurano il consenso elettorale delle popolazioni, mentre i secondi ottengono, in cambio della gestione del territorio, la possibilità di incidere sugli investimenti, appalti e finanze dei comuni e su quelle forze di controllo,  tali da condizionarne l’attività investigativa e consentendo la penetrazione nelle istituzioni legali, contribuendo a legittimare ulteriormente quel potere mafioso…

Cosa viene preferito?

L’implosione del sistema partitico, porta a cercare nuovi referenti politici, apparendo quelli fino ad allora utilizzati non più in grado di assicurare un futuro al proprio paese, la scelta quindi viene fatta su coloro che permetteranno in seguito, la suddivisione delle poltrone, del clientelismo, nell’aggiustamento dei processi e attraverso l’erogazione dei finanziamenti pubblici…

Quali sviluppi per la Mafia?

Gli stessi da sempre…, attraverso il sostegno della politica la mafia viene attirata da nuove fonti di profitto: l’edilizia, i mercati generali, gli appalti…

In questi settori, inizia dapprima nelle vesti di protettrice, finendo poi per gestire in proprio l’iniziativa imprenditoriale, la concorrenza ed i finanziamenti pubblici…

In questo intenso rapporto, non vi è alcun interesse ideologico, ma viene indirizzato il proprio consenso, verso quello schieramento in grado di fornire le maggiori garanzie di conservazione del proprio potere, ampliando la rete dei contatti, soprattutto negli ambienti economici, finanziari e giudiziari. 

Quale futuro?

La mafia ha modificato con il tempo la propria organizzazione, dopo quei momenti di tensione, rappresentati da azioni violenti fatte di stragi, vi è stato un ritorno alla mediazione silenziosa, cercando di rendersi invisibile, stando nel sommerso e attraverso quelle restanti protezioni politiche, giungere a creare e saldare un legame unico, imprescindibile, con l’unico fine di portare vantaggi ad entrambi…
Non si tratta, quindi di una lotta tra Stato e Mafia…, le due cose da sempre operano insieme, l’una ha bisogno dell’altra per sopravvivere… e quindi avendo preso coscienza che con le stragi ed i delitti, s’innescava in automatico una risposta decisa delle istituzioni e veniva quindi meno il consenso della popolazione, ecco che allora modifica il proprio status e riparte…, ricostruendo nuove collaborazioni, riallaccia rapporti con politici ed imprenditori e torna a bloccare quelle collaborazioni di giustizia dei suoi ex affiliati, che tanto hanno negli anni indebolito un collaudato sistema…
Alla fine comunque il problema non è principalmente cosa combattere, ma tentare di indebolire ed avvelenare quella linfa, che da sempre ha portato e porta nutrimento a questa pianta chiamata Mafia, a quel sistema posto a protezione, che le ha permesso di sopravvivere, di germogliare e di proliferare…

Chi ha paura… muore ogni giorno!!!

E’ bello morire in ciò in cui si crede… 
Chi ha paura muore ogni giorno, mentre chi non ha paura muore una sola volta!!!
Inizio con quanto disse una volta il Giudice Borsellino, forse cominciando a credere che quanto stava svolgendo per il bene del proprio paese, andava a scontrarsi con quel sistema che già li aveva abbandonati…,  Falcone prima e Lui dopo…
C’è una frase molto bella del figlio Manfredi che dice:

” ai miei figli, ancora troppo piccoli perché possa iniziare a parlargli del nonno, vorrei farglielo conoscere proprio tramite i suoi insegnamenti, raccontandogli piccoli ma significativi episodi tramite i quali trasmettergli i valori portanti della sua vita. 
Caro papà, ogni sera prima di addormentarci ti ringraziamo per il dono più grande, il modo in cui ci hai insegnato a vivere… “.

Recentemente, ho l’impressione comunque, che quegli attacchi fatti in altri periodi alla Magistratura sono andati fortunatamente a scemare…
Allora mi sono chiesto, sarà che è terminata la violenza a causa di un maggiore controllo del territorio…??? Sarà che le forze dell’ordine hanno ormai fatto tabula rasa…??? Oppure potremmo pensare ad un periodo tranquillo, quale armistizio preordinato, messo in atto perché si giunga di comune accordo ad una Pax duratura…, dopotutto sembra sia già successo con quel ” famoso accordo ” proposto da Ciancimino…; bisogna anche aggiungere che sembra terminato, quell’interesse di gettare discredito sulla categoria, per fini che poco avevano a che fare, con la volontà di dover risolvere i problemi della giustizia e/o per velocizzare i processi.
Cioè quello che mi sembra strano è che viviamo in un periodo in cui tutto sembra tranquillo, la lotta delle istituzioni si dedica agli scandali di Calciopoli, il Governo pensa di utilizzare i detenuti, come manodopera per ricostruire i paesi terremotati, i partiti hanno ritrovato un momento di tregua, necessaria per combattere la escalation del Movimento 5 Stelle ( ieri sera i sondaggi di Ballarò lo davano al 20% e mi aspetto pure che qualche giorno di questi Beppe Grillo e/o il suo movimento venga attaccato da qualche procura… ), anche la lotta contro la corruzione mi sembra si sia arenata… ed intanto i processi raggiungono tempi assurdi e quasi sempre si preferiscono quelli sui quali si può acquisire notorietà…
Non è che forse i nostri magistrati hanno poca voglia di rischiare??? E’ possibile che indirizzino le loro scelte su quelli che hanno meno possibilità di danneggiarli, su quelli meno pericolosi, quel cercare di giungere alla pensione in maniera tranquilla ( anche perché si è visto come finita a coloro che si sono immolati a paladini…), e chissà forse anche per mantenere quello status e quei privilegi ( per se e per i propri familiari), che così lontani poi non sono da quelli della cosiddetta ” Casta…”.

Sono in molti a dire che il numero così alto dei processi sia civili che penali nel nostro paese è conseguenza della scarsa voglia di lavorare dei nostri magistrati ed è forse per questo che i nostri processi durano mediamente molto più a lungo di quanto accada altrove…

Bisogna anche aggiungere, che mancano i controlli  sulla produttività o meglio mancano coloro che sono demandati a farlo, come il C.S.M. costituito in prevalenza proprio da magistrati, ( controllori e controllati della stessa famiglia…) che non applicheranno mai sanzioni a colleghi della categoria che li rappresenta…
Certo qualcuno potrebbe venirci a dire che da noi ( rispetto alla media europea) i magistrati sono in numero minore… ma non è vero, siamo nella media…, bisogna correttamente aggiungere che però il numero dei procedimenti rispetto ai colleghi Europei è doppio se non triplo e va sempre rapportato alla disponibilità di persone e mezzi disponibili per l’esercizio a tali funzioni!
A questi interrogativi purtroppo non riesco a dare risposte, ma mi rendo conto, che oggi ancor più di ieri, lo Stato è assopito da quanto accade intorno ad esso e soprattutto sembra indifferente nel voler combattere in maniera decisa le perpetrate ingiustizie..; a tal proposito non so se ricordate quanto aveva pubblicato Wikileaks nel mese di Gennaio, dove in un dispaccio del 2008 firmato del console americano a Napoli, J. Patrick Truhn, dichiarava che in Italia lo Stato farebbe ben poco per combattere la mafia ed è soltanto grazie alle associazioni imprenditoriali ed a gruppi di cittadini che si stanno avendo discreti risultati nella lotta alla criminalità organizzata, lo stesso che non si può dire dei politici italiani, in particolare a livello nazionale…».
Chissà forse debbo prendere come risposta ai miei interrogativi, quanto una volta prese a dire il Giudice Falcone… e cioè ” Se lo Stato non combatte la Mafia ci fa affari !!! “.

Chi ha paura… muore ogni giorno!!!

E’ bello morire in ciò in cui si crede… 
Chi ha paura muore ogni giorno, mentre chi non ha paura muore una sola volta!!!
Inizio con quanto disse una volta il Giudice Borsellino, forse cominciando a credere che quanto stava svolgendo per il bene del proprio paese, andava a scontrarsi con quel sistema che già li aveva abbandonati…,  Falcone prima e Lui dopo…
C’è una frase molto bella del figlio Manfredi che dice:

“ ai miei figli, ancora troppo piccoli perché possa iniziare a parlargli del nonno, vorrei farglielo conoscere proprio tramite i suoi insegnamenti, raccontandogli piccoli ma significativi episodi tramite i quali trasmettergli i valori portanti della sua vita. 
Caro papà, ogni sera prima di addormentarci ti ringraziamo per il dono più grande, il modo in cui ci hai insegnato a vivere… ”.

Recentemente, ho l’impressione comunque, che quegli attacchi fatti in altri periodi alla Magistratura sono andati fortunatamente a scemare…
Allora mi sono chiesto, sarà che è terminata la violenza a causa di un maggiore controllo del territorio…??? Sarà che le forze dell’ordine hanno ormai fatto tabula rasa…??? Oppure potremmo pensare ad un periodo tranquillo, quale armistizio preordinato, messo in atto perché si giunga di comune accordo ad una Pax duratura…, dopotutto sembra sia già successo con quel “ famoso accordo ” proposto da Ciancimino…; bisogna anche aggiungere che sembra terminato, quell’interesse di gettare discredito sulla categoria, per fini che poco avevano a che fare, con la volontà di dover risolvere i problemi della giustizia e/o per velocizzare i processi.
Cioè quello che mi sembra strano è che viviamo in un periodo in cui tutto sembra tranquillo, la lotta delle istituzioni si dedica agli scandali di Calciopoli, il Governo pensa di utilizzare i detenuti, come manodopera per ricostruire i paesi terremotati, i partiti hanno ritrovato un momento di tregua, necessaria per combattere la escalation del Movimento 5 Stelle ( ieri sera i sondaggi di Ballarò lo davano al 20% e mi aspetto pure che qualche giorno di questi Beppe Grillo e/o il suo movimento venga attaccato da qualche procura… ), anche la lotta contro la corruzione mi sembra si sia arenata… ed intanto i processi raggiungono tempi assurdi e quasi sempre si preferiscono quelli sui quali si può acquisire notorietà…
Non è che forse i nostri magistrati hanno poca voglia di rischiare??? E’ possibile che indirizzino le loro scelte su quelli che hanno meno possibilità di danneggiarli, su quelli meno pericolosi, quel cercare di giungere alla pensione in maniera tranquilla ( anche perché si è visto come finita a coloro che si sono immolati a paladini…), e chissà forse anche per mantenere quello status e quei privilegi ( per se e per i propri familiari), che così lontani poi non sono da quelli della cosiddetta “ Casta…”.

Sono in molti a dire che il numero così alto dei processi sia civili che penali nel nostro paese è conseguenza della scarsa voglia di lavorare dei nostri magistrati ed è forse per questo che i nostri processi durano mediamente molto più a lungo di quanto accada altrove…

Bisogna anche aggiungere, che mancano i controlli  sulla produttività o meglio mancano coloro che sono demandati a farlo, come il C.S.M. costituito in prevalenza proprio da magistrati, ( controllori e controllati della stessa famiglia…) che non applicheranno mai sanzioni a colleghi della categoria che li rappresenta…
Certo qualcuno potrebbe venirci a dire che da noi ( rispetto alla media europea) i magistrati sono in numero minore… ma non è vero, siamo nella media…, bisogna correttamente aggiungere che però il numero dei procedimenti rispetto ai colleghi Europei è doppio se non triplo e va sempre rapportato alla disponibilità di persone e mezzi disponibili per l’esercizio a tali funzioni!
A questi interrogativi purtroppo non riesco a dare risposte, ma mi rendo conto, che oggi ancor più di ieri, lo Stato è assopito da quanto accade intorno ad esso e soprattutto sembra indifferente nel voler combattere in maniera decisa le perpetrate ingiustizie..; a tal proposito non so se ricordate quanto aveva pubblicato Wikileaks nel mese di Gennaio, dove in un dispaccio del 2008 firmato del console americano a Napoli, J. Patrick Truhn, dichiarava che in Italia lo Stato farebbe ben poco per combattere la mafia ed è soltanto grazie alle associazioni imprenditoriali ed a gruppi di cittadini che si stanno avendo discreti risultati nella lotta alla criminalità organizzata, lo stesso che non si può dire dei politici italiani, in particolare a livello nazionale…».
Chissà forse debbo prendere come risposta ai miei interrogativi, quanto una volta prese a dire il Giudice Falcone… e cioè “ Se lo Stato non combatte la Mafia ci fa affari !!! ”.

Lo stupro è meno grave se la ragazza non è vergine…

Se il caso della sentenza di cassazione sullo stupro della minorenne, meno grave, in quanto non più vergine vi ha colpito, leggete questo articolo da “altalex” che approfondisce da un punto di vista giuridico la questione.
La nota vicenda criminosa al centro della cronaca giudiziaria, sulla presunta minore gravità della violenza sessuale ai danni di una minore non più vergine, merita chiarezza.
Nell’ambito dei reati contro la libertà personale, come noto, la minore gravità del fatto costituisce una attenuante speciale prevista dall’art. 609-quater, comma 3, c.p. , segnatamente per il reato di atti sessuali con minorenne.
Il delitto ex art. 609 quater c.p. testualmente recita: “Soggiace alla pena stabilita dall`articolo 609 bis chiunque, al di fuori delle ipotesi previste in detto articolo, compie atti sessuali con persona che. al momento del fatto: 1) non ha compiuto gli anni quattordici; 2) non ha compiuto gli anni sedici, quando il colpevole sia l`ascendente, il genitore anche adottivo, il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore è affidato o che abbia, con quest`ultimo, una relazione di convivenza. Non è punibile il minorenne che, al di fuori delle ipotesi previste nell`articolo 609 bis compie atti sessuali con un minorenne che abbia compiuto gli anni tredici, se la differenza di età tra i soggetti non è superiore a tre anni. Nei casi di minore gravità la pena è diminuita fino a due terzi. Si applica la pena di cui all’articolo 609 ter, secondo comma, se la persona offesa non ha compiuto gli anni dieci”.
Il reato ascritto, innanzitutto, è quello di cui all’art. 609 quater, caratterizzato dall’assenza di pressioni coercitive, (Cass. pen. 29662/2004); in tal senso la Corte evidenzia che: “si era trattato di un rapporto pienamente assentito dalla stessa che ne aveva scelto le modalità”.
La Cassazione, dunque, entrando nel merito della quaestio, evidenzia una aporia logica nella motivazione del collegio di merito: lo stesso riconosce, con riguardo alla consumazione del rapporto, che si era trattato di un rapporto assentito dalla stessa, la quale, in particolare, ne aveva scelto le modalità.
Sempre la stessa Corte di merito, proseguendo, nega la diminuente della minore gravità del fatto di cui all’art. 609-quater, comma 3, c.p. proprio con riferimento alle “modalità innaturali del rapporto”.
Gli ermellini, a questo punto, rilevano un evidente punto nevralgico motivazionale: lo stesso fatto (modalità del rapporto) è addotto sia in veste negativa, (a svantaggio del condannato), sia in veste positiva, (a vantaggio dello stesso).
La Suprema Corte, quindi, evidenzia, “che è bensì vero che ciò non elimina la riprovevolezza della condotta dell’imputato che in realtà si è avvalso dello stato di soggezione in cui la giovane vittima si trovava nei suoi confronti per essere inserita nello stesso nucleo familiare da lui costituito con la di lei madre convivente” ma “in questo contesto non sembra possa convenirsi con l’impugnata sentenza laddove afferma la gravità dell’episodio deducendola dalle modalità innaturali del rapporto, che in realtà furono scelte con avvedutezza della minore in quanto a suo dire idonee ad evitare i rischi che un diverso rapporto poteva comportare per la sua salute a causa della pregressa condizione di tossicodipendente dell’imputato”.
Non appare razionale, ad avviso del Collegio, pertanto, che l’agente possa essere escluso dal benefico della diminuente per un aspetto connotativo del comportamento delittuoso scelto dal soggetto passivo.
Tanto dedotto in fatto, la Corte si sofferma a valutare l’incidenza della condotta delittuosa sul bene giuridico tutelato dalla norma, ovvero “il corretto sviluppo della personalità sessuale del minore”, incidenza che va valutata in concreto, (Cass. pen. 12007/2003): il Collegio non condivide, quindi, la sentenza di merito dove ritiene le modalità di consumazione del rapporto sessuale “tali da compromettere l’armonioso sviluppo della sfera sessuale della vittima".
Ad avviso del Collegio: “l’affermazione è infatti del tutto apodittica in quanto trascura di considerare quanto nella stessa sentenza poco prima si è rilevato, e cioè che la ragazza già a partire dall’età di 13 anni aveva avuto numerosi rapporti sessuali con uomini di ogni età di guisa che è lecito ritenere che già al momento dell’incontro con l’imputato la sua personalità dal punto di vista sessuale fosse molto più sviluppata di quanto ci si può normalmente aspettare da una ragazza della sua età”.
La disamina oggettivo-giuridico della sentenza non può che lasciare perplessi: se non altro per la disinformazione assolutamente censurabile.
La sentenza non ha mai affermato che “lo stupro è meno grave se perpetrato ai danni di una ragazza non più vergine”; ha semplicemente dedotto che, una donna la quale abbia già intrattenuto rapporti sessuali con molti adulti ha senza dubbio una maggiore maturità sessuale.
Quanto al fatto tipico, è opportuno ricordare che la stessa Corte ribadisce che esso merita la stessa riprovevolezza, (nulla di meno dunque), ma si tratta, sul piano concreto, di un rapporto sessuale consumato con la volontà della minorenne la quale aveva ella stessa scelto le modalità consumative della relazione.
Quando i Giudici “sbagliano” è sicuramente corretto dirlo ed anche ad alta voce: altrettanto occorrerebbe fare, tuttavia, quando a sbagliare sono i giornalisti.
La sentenza Cass. pen. 6329/06, concludendo, non merita certo di essere “dimenticata con ignominia”: resta opinabile, condivisibile, dal punto di vista giuridico ma, sicuramente, “non ha detto quello che è stato detto”.
(Altalex, 21 febbraio 2006. Nota di Giuseppe Buffone)
Corte di cassazione
Sezione III penale
Sentenza 17 febbraio 2006, n. 6329
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
Con sentenza del 25 novembre 2003 la Corte d’appello di Cagliari decidendo sulla impugnazione proposta da T.M. avverso la sentenza in data 30 novembre 2001 del tribunale della stessa città – che lo aveva condannato alla pena di anni tre e mesi quattro di reclusione per il delitto di violenza sessuale ed a quella di mesi due di reclusione per i reati di percosse e minacce – dichiarava di non doversi procedere per intervenuta remissione della querela in ordine al reato di percosse e rideterminava la pena per i reati sub b) e c) nella misura di gg. 15 di reclusione, confermando nel resto con condanna dell’appellante anche alle spese di costituzione e rappresentanza della costituita parte civile.
Con il primo motivo di appello l’imputato aveva negato il pregresso rapporto di convivenza con la ragazza, S.V., vittima della violenza.
La Corte di merito replicava che le risultanze testimoniali dimostravano il contrario ed altrettanto risultava in definitiva dalle stesse dichiarazioni dell’imputato che aveva parlato di una volontà calunniosa della parte lesa originata dai suoi rimproveri per lo scarso impegno scolastico.
Con altro motivo erano state evidenziate le inesattezze in cui era caduta la ragazza. La Corte osservava che erano inesattezze di carattere marginale e che doveva escludersi il dolo di calunnia nel suo racconto anche perché non aveva avuto difficoltà a riferire dei suoi incontri precedenti con uomini giovani e meno giovani.
Con un’ulteriore motivo aveva sottolineato che la parte lesa aveva falsamente negato di avere parlato dei suoi rapporti con l’imputato ed altresì che la denuncia era chiaramente finalizzata a liberarsi dello stesso.
La replica era che i testimoni avevano confermato il racconto della parte lesa e che per sbarazzarsi del T. sarebbe stato sufficiente denunciare i maltrattamenti ai quali sottoponeva la famiglia.
La gravità del fatto escludeva infine ad avviso della Corte che il fatto stesso potesse configurarsi come fatto di minore gravità.
L’imputato propone personalmente ricorso per cassazione denunziando con un unico motivo mancanza ed illogicità manifesta della motivazione laddove la sentenza impugnata ha negato la minore gravità di cui all’art. 609-quater, comma 3. Rappresenta infatti che si è trattato di un unico rapporto, pacificamente acconsentito dalla ragazza che si era rifiutata ad un rapporto completo ma aveva optato senza difficoltà per un coito orale e che infine fin dall’età di 13 anni la stessa aveva avuto rapporti con giovani ed adulti.
MOTIVI DELLA DECISIONE
L’unico motivo di ricorso merita di essere accolto.
La diminuente della minore gravità del fatto di cui all’art. 609-quater, comma 3, c.p. è stata negata dalla Corte territoriale con riferimento alle “modalità innaturali del rapporto”, ritenute tali da compromettere “l’armonioso sviluppo della sfera sessuale della vittima”.
L’affermazione si pone in contrasto con quanto poco prima rilevato dalla stessa Corte allorché ha proceduto alla ricostruzione dell’unico episodio – quello riprodotto nel capo di imputazione – di abuso sessuale posto in essere dall’imputato ai danni della minore: si era trattato di un rapporto pienamente assentito dalla stessa che ne aveva scelto le modalità. L’imputato infatti intendeva avere un rapporto completo ma la ragazza, consapevole che l’uomo aveva avuto problemi di tossicodipendenza, aveva optato per un, a suo avviso, meno rischioso rapporto orale.
Ora è bensì vero che ciò non elimina la riprovevolezza della condotta dell’imputato che in realtà si è avvalso dello stato di soggezione in cui la giovane vittima si trovava nei suoi confronti per essere inserita nello stesso nucleo familiare da lui costituito con la di lei madre convivente. Ma tale relazione interpersonale fa parte dell’elemento oggettivo della fattispecie delittuosa tipica di cui si tratta (punita con la reclusione da 5 a 10 anni di reclusione) senza la quale quest’ultima non si sarebbe integrata in quanto pacificamente all’epoca del fatto la ragazza aveva compiuto 14 anni e come si è visto la stessa aveva prestato il proprio consenso al rapporto sessuale.
In questo contesto non sembra possa convenirsi con l’impugnata sentenza laddove afferma la gravità dell’episodio deducendola dalle modalità innaturali del rapporto, che in realtà furono scelte con avvedutezza della minore in quanto a suo dire idonee ad evitare i rischi che un diverso rapporto poteva comportare per la sua salute a causa della pregressa condizione di tossicodipendente dell’imputato.
Ancora meno condivisibile è l’altra affermazione della stessa sentenza, relativa alle negative conseguenze indotte da questo rapporto sullo sviluppo sessuale della minore.
L’affermazione è infatti del tutto apodittica in quanto trascura di considerare quanto nella stessa sentenza poco prima si è rilevato, e cioè che la ragazza già a partire dall’età di 13 anni aveva avuto numerosi rapporti sessuali con uomini di ogni età di guisa che è lecito ritenere che già al momento dell’incontro con l’imputato la sua personalità dal punto di vista sessuale fosse molto più sviluppata di quanto ci si può normalmente aspettare da una ragazza della sua età.
Alla stregua delle considerazioni che precedono e tenendone il debito conto, la Corte territoriale ala quale gli atti devono essere restituiti dovrà valutare se il diniego della attenuante in parola possa essere deciso con il supporto di una motivazione diversa da quella testè censurata.
P.Q.M.
La Corte Suprema di Cassazione annulla la sentenza impugnata limitatamente al diniego della attenuante di cui all’art. 609-quater, comma 3, c.p. e rinvia ad altra sezione della Corte d’appello di Cagliari.