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Mafia e antimafia, tra riforme e (aggiunge il sottoscritto: ‘troppi’) passi indietro! – Quarta parte.

Eccoci qui, al penultimo atto di questo viaggio attraverso i meandri di mafia, antimafia e riforma giudiziaria. Ora, come promesso, parliamo di chi, come me, non abbassa lo sguardo davanti alle verità più scomode, quelle che bruciano, quelle che fanno girare la testa a tanti, ma che alla fine tutti noi, volenti o nolenti, ci ritroviamo a ingoiare…
E permettetemi di essere chiaro: urlare per un torto subìto in prima persona è una cosa, ben altra è alzare la voce per chi non ti ha mai fatto nulla di personale, ma opera in quell’ambiente che dovrebbe essere la casa della giustizia. Parlo di chi siede nelle istituzioni. Di chi fa politica. Di chi riceve incarichi dai Tribunali a nome dello Stato. Di chi dirige enti, associazioni e dovrebbe vigilare ed invece copre raggiri, truffe, soldi pubblici sperperati.

Ed allora: A chi giova questo silenzio? A chi conviene che i Tribunali continuino a nominare gli stessi nomi che, come dimostrano gli scandali di questi anni, persino di questi giorni, sono intrecciati a collusioni e corruzione? A chi serve un’antimafia che abbaia ma non morde? Chi ci guadagna da un sistema clientelare, tentacolare, radicato, che tiene in piedi la politica col voto di scambio e si nutre della criminalità attraverso appalti, concessioni, finanziamenti?

E qui arriva il punto. Il problema non sono solo i corrotti. Il vero cancro è chi, in questi anni, non ha voluto o saputo fare leggi serie, permettendo alla corruzione di diventare sistema. Un sistema in cui il silenzio è omertà. Dove nessuno denuncia, perché denunciare significa sfidare un meccanismo che ti schiaccia.

Difatti… cosa succede quando qualcuno prova a fare il proprio dovere? Prendiamo il caso di chi ricopre incarichi dirigenziali, con responsabilità civili e penali che potrebbero costargli la libertà. Fintanto che un dipendente o professionista non deve rispondere personalmente, su aspetti tecnici, amministrativi, di sicurezza sul lavoro, ambientali o gestionali, potrei ancora comprendere (senza però giustificare…) quel voltarsi dall’altra parte. Quel fare finta di non vedere. Ma quando uno risponde in prima persona, quando mette a rischio non solo il posto ma la propria libertà, senza essere nemmeno l’amministratore della società, allora la domanda sorge spontanea: perché? Perché accettare di diventare complici, quando tra l’altro non si riceve nulla in cambio? Quando l’unica ricompensa è soltanto la possibilità di continuare a lavorare?

È pura follia? O forse no. Forse è l’effetto di quel meccanismo perverso di sottomissione al datore di lavoro, soprattutto nelle aziende private gestite con metodi patriarcali. Ancora peggio quando l’impresa è legata a doppio filo alla criminalità organizzata, quando quei soldi che circolano sono capitali riciclati, quando quel sistema può contare su dirigenti e funzionari pubblici compiacenti, pronti ad aprire le porte ad appalti milionari. E così il cerchio si chiude. La stessa persona che dovrebbe vigilare, che ha responsabilità penali, che potrebbe perdere tutto, tace. Per paura? Per convenienza? Per quel senso distorto di lealtà che trasforma dipendenti in complici? Intanto, il meccanismo continua a macinare vittime e profitti. E la mafia ringrazia.

E quel dipendente o professionista che ha denunciato? Che fine fa? Diventa un sopravvissuto. Un fantasma professionale. Inizialmente, molte di queste imprese, se il soggetto non si è già esposto pubblicamente, non hanno un sistema di selezione abbastanza sofisticato da individuare certi difetti caratteriali. Non cercano coscienze, cercano esecutori. Così, all’inizio, quel professionista viene assunto. Poi, gradualmente, emerge la verità: quel soggetto non è disposto a mediare. Non chiuderà gli occhi davanti a fatture truccate, a materiali scadenti, a norme di sicurezza ignorate, a gestione rifiuti taroccate. Non diventerà complice di quel gioco sporco che l’impresa, o meglio, quel fantoccio amministrativo messo lì dalla criminalità organizzata, considera normalità.

E allora scatta la trappola. Se il dipendente o professionista ha la fortuna, o la sfortuna, di non avere disperato bisogno di quel lavoro, può fare ciò che ho fatto io più volte: guardarli negli occhi e mandarli a fanculo. Ma non prima di aver denunciato tutto. Documenti alla mano. Prove inconfutabili. Peccato che, per quanti non hanno la forza di resistere a quel sistema colluso, si ritrovino, dopo aver provato a compiere il proprio dovere, ad essere neutralizzati. Già… le denunce finiscono in un cassetto, i procedimenti si arenano e intanto, quel professionista scomodo viene marchiato come problematico, poco flessibile, non un team player. La sua carriera si inceppa. Le porte si chiudono…

Già, è così che funziona a chi svolge l’incarico di professionista, un po’ meno problemi hanno coloro che svolgono la loro funzione da dipendenti, perché quest’ultimi possono sempre trovare un’impresa, se non nella propria terra, certamente in qualsivoglia altra regione del paese o ancor meglio all’estero. E così tutto prosegue indisturbato. Da una parte, l’impresa criminale che continua a operare, protetta da una rete di connivenze, dall’altra, chi ha provato a rompere il muro dell’omertà e si ritrova solo, con un futuro professionale in frantumi o lontano dove non può dare fastidio…

Eppure, qualcuno continua a denunciare. Non per dignità o per rabbia, ma per quel senso del dovere che neanche questo sistema marcio può riuscire a cancellare. La domanda che in questi anni mi sono chiesto – sia come associato di alcune note associazioni di legalità, ma anche come delegato per la provincia di Catania di una di esse – è: quanto ancora resisteremo prima che l’antimafia smetta di essere uno slogan e torni a essere una battaglia?

E allora veniamo al punto cruciale: cosa succede davvero quando si denuncia? Soprattutto oggi, con la tanto celebrata riforma Cartabia che doveva cambiare le regole del gioco? Perché qui, vedete, il paradosso è atroce. Tu denunci. Metti a repentaglio la tua carriera, la tua tranquillità, a volte la tua sicurezza personale. Lo fai credendo nello Stato, nelle istituzioni, in quella giustizia che dovrebbe premiare chi ha il coraggio di dire basta. E invece ti ritrovi solo. Sempre!

La riforma prometteva tempi più celeri, maggiori tutele per chi denuncia. Ma nella realtà? I processi continuano a durare anni. Le indagini si impantanano. Le prescrizioni fioccano. Intanto, chi ha denunciato viene emarginato professionalmente. Già, non è un team player. Subisce ritorsioni sottili ma devastanti. Mobbing, demansionamento. Attende i tempi di una giustizia in un limbo che logora l’anima.

Mentre tutti gli altri? Quelli che partecipano, che si fanno corrompere, che svendono la loro dignità, o nei migliori casi, si fanno i cazzi loro e girano la testa dall’altra parte. Quei corrotti che continuano a prendere mazzette. Quelle loro amiche imprese opache che continuano ad aggiudicarsi gli appalti, e poi cercano, attraverso subappalti o pseudo noli a caldo o freddo, quelle imprese che eseguono per conto loro i lavori appaltati. E i funzionari collusi che dovrebbero controllare? Lasciamo perdere… non solo restano al loro posto, ma con il tempo vengono pure promossi.

Riassumendo, il sistema ha una perfezione diabolica. E difatti: chi denuncia paga subito. Chi è denunciato paga forse anni dopo, se mai pagherà. E la riforma Cartabia? A parole, un passo avanti. Ma nei fatti i tempi processuali restano biblici. Le tutele per i whistleblower sono più teoriche che pratiche. L’impunità di sistema non viene minimamente scalfita.

Io continuerò a denunciare, lo sapete. Ma ditemi: quando realizzeremo che uno Stato che non protegge davvero chi denuncia è uno Stato che, di fatto, tutela i corrotti? Perché alla fine, il messaggio in ogni territorio è sempre lo stesso: fatti i fatti tuoi, abbassa la testa, tanto non cambia nulla.

E chi non ci sta? Quello paga. Sempre. E il peggio? Che tutti lo sanno, ma fanno finta di non sapere.

In attesa di veder premiata la legalità…

Sì… verrà il giorno in cui potrò non dover leggere notizie su corruzione, peculato, concussione, malversazione, abuso d’ufficio, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, istigazione alla corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, e via discorrendo…

Ormai non si contano più i dirigenti, funzionari e i dipendenti pubblici che operando all’interno di quegli Enti condizionano oppure favoriscono  individui ritenuti vicino ad ambienti di “cosa nostra”, sì… quella nota associazione criminale finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, usura, truffa, prostituzione, riciclaggio e ricettazione.

Ecco perché ormai non mi sorprendo di leggere quanto compiuto dalla Direzione Investigativa Antimafia e dei provvedimenti di esecuzione di confisca di beni emessi dai Tribunali dell’isola nei confronti di quei soggetti infedeli…

Tra l’altro leggevo in queste ore come si sia giunti a quei provvedimenti grazie alla verifica dei tenori di vita sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati, che si sono – come più volte riportato dal sottoscritto parlando di “sperequazione finanziaria” – incentivati durante il periodo pandemico “Covid19” e che hanno visto ahimè molti imprendori svendere le proprie attività per non finire – a causa dei debiti – sotto il mirino della criminalità ed in particolare dell’usura…

Scriveva Falcone: “La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”.

Sì concordo con l’idea di quel giudice, ma nell’attesa che tutto questo marciume finisca, il sottoscritto – stanco delle continue battaglie per riportare legalità dove essa non esiste – ha deciso per un momento di riposarsi, sì… solo un istante in questa comoda poltrona proverò ad attendere con ansia che qualcosa realmente muti e che la giustizia abbia finalmente il sopravvento contro questo diffuso malaffare!!!

Ah… nel leggere questo post, prego cortesemente ciascuno di voi di destarmi, sì… nel caso in cui (durante quella fiduciosa attesa…) mi fossi qualora addormentato…

Basta vittime sul lavoro!!!

Continuano (per fortuna) i controlli nei cantieri in tutta Italia da parte dei militari, supportati dai colleghi locali del Nucleo Ispettorato del Lavoro.

D’altronde, se si considera che da inizio anno, il numero dei lavoratori morti (a cui andrebbero sommati quelli di oggi…) ha già raggiunto quota 145, si può comprendere come ancora molto ci sia da fare sotto il profilo della sicurezza.

Ho letto proprio ieri di un cantiere nell’isola dove i carabinieri hanno accertato delle irregolarità, in particolare nella mancata predisposizione dei rischi di cadute, nel cantiere infatti mancavano i parapetti in adiacenza agli scavi, ma non solo, erano presenti rischi elettrici e il mancato rispetto della segnaletica e della viabilità di cantiere… 

Ecco i motivi che hanno condotto i carabinieri a sospendere temporaneamente l’attività, denunciando all’autorità giudiziaria il titolare a carico del quale sono state contestate sanzioni per oltre 20.000 euro. 

D’altronde il tempo delle negligenze e delle collusioni è messo ormai alle strette, ma non si può certo affermare che siamo giunti alla fine di quel sistema corruttivo/illegale, perché quest’ultimo, seppur certamente in questi giorni più limitato, continuerà nuovamente a fare danni, sono troppi purtroppo i funzionari infedeli coinvolti, gli stessi che non possono far a meno di quelle scadenzate bustarelle, ed è a causa di quanto tragicamente accaduto in questi mesi e soprattutto per merito della cassa di risonanza compiuta dai media in genere, che si è riusciti a sospendere (quantomeno temporaneamente…) quelle diffuse collusioni!!!

Perchè la verità è che i controlli devono essere realizzati quotidianamente, in particolare proprio in quel settore edile che per l’appunto evidenzia non soltanto quella mancata prevenzione, formazione, informazione e addestramento, ma soprattutto la presenza di gravi violazioni in fatto di diritti dei lavoratori e soprattutto della loro incolumità.

Peraltro, vorrei ricordare come nel solo 2023 i lavoratori morti per infortuni sono stati quasi 1500 e di questi la maggior parte sui luoghi di lavoro, mentre gli altri sono stati dichiarati come decessi sulle strade per giungere in cantiere e/o in itinere…

Si tenga ulteriormente conto che in quasi 15 anni il nostro Paese ha perso oltre 21.000 lavoratori, morti sul lavoro e naturalmente a questo conteggio mancano (o diciamo che sono sfuggiti…) tutte quelle altre vittime fatte passare per incidenti domestici e/o stradali… 

Perchè a differenza di quanto solitamente è stato dichiarato da parte di tutti i governi nazionali e soprattutto da quei suoi referenti istituzionali, in questo Paese si è pensato soltanto a promuovere la sicurezza in maniera sterile, il tutto a scapito di riforme importanti per realizzare in maniera concreta e soprattutto efficace quella necessaria messa in sicurezza che, proprio i numeri delle vittime, evidenziano esser mancata!!!

Vorrei altresì ricordare come quasi il 30% di quelle vittime, non aveva alcuna assicurazione o quantomeno non era in possesso di un’assicurazione dell’Inail e quindi, se sommate questa percentuale ai numeri di cui sopra, comprenderete quanto grave sia stata questa problematica; ma d’altronde l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL), diffonde esclusivamente soltanto i dati di propria pertinenza e quindi i numeri riferiti ai propri morti e d’altro canto, come dargli torto…

Il problema va ricercato alla fonte e fintanto che le imprese vedranno la sicurezza come un costo e taluni fuzionari come una opportunità di guiadagno, ecco che diventa quasi impossibile riuscire a fare sicurezza, anche perché la maggior parte di coloro incaricati (quantomeno sulla carta…) di farla rispettare, sono poi gli stessi miei colleghi che si genufleggono dinnanzi a quei loro “infidi” datori di lavoro!!!

Le truffe e i raggiri nei lavori pubblici e privati, sono manifestazioni all'ordine del giorno!!!

Ma d’altronde ditemi: chi dovrebbe fare emergere quanto viene compiuto in quei loghi di lavoro??? Le forze dell’ordine, la magistratura, le funzionari istituzionali, ma ciascuno di loro si sa, interviene soltanto quanto ormai è troppo tardi… 

Certamente va fatto un distinguo tra chi si occupa in prima linea di colpire queste circostanze abiette e chi viceversa con i propri silenzi e specialmente con le collusioni, permette di fatto che queste possano compiersi!!!

La magistratura come per altro le forze dell’ordine, hanno certamente poca responsabilità se nessuno interviene a denunciare quei fatti gravi, mentre viceversa chi si trova nella qualità di Responsabile, Dirigente, Funzionario, Direttore dei lavori, Cse, etc… sa bene che dovrebbe adoperarsi celermente per limitare tutte quelle possibili truffe o inadempienze contrattuali di cui si è venuti a conoscenza…  

Ma si sa… nessuno dice nulla e tutti restano in quel loro omertoso silenzio, affinché non si pregiudichi il loro incarico, i privilegi goduti e soprattutto la possibilità di avanzamenti di carriera!!!

Anche i dipendenti nel celare quanto avviene in quei luoghi diventano parte fondamentale di quel meccanismo illegale e fraudolente!!! Se pur giustifico in parte quel loro atteggiamento, per non mettere a rischio il proprio posto di lavoro, non giustifico però – quando emergono quei comportamenti illeciti – quel loro far finta di non aver compreso quanto stesse accadendo, tra l’altro, alcuni di loro, giustificano quei loro silenzi ad un presunto “vincolo di riservatezza“, provando così a giustificare (forse) la propria coscienza (se poi di onestà intellettuale e soprattutto di rettitudine si possa parlare…) per non aver divulgato a chi di dovere, quelle informazioni acquisite nel corso del proprio incarico e garantendo così ugualmente all’impresa o al proprio Ente di riferimento quel vincolo di lealtà…

Sicuramente una cosa va detta… dietro le truffe vi sono variazioni legislative e normative che hanno permesso quei raggiri, parlo ad esempio di quel noto “Bonus 110” che ha consentito  molte imprese non qualificate di ottenere importanti lavori, sia in maniera diretta che in subappalto!!!

E difatti, quando ormai la truffa è viene accertata tutti scoprono le falle, anche l’Agenzia delle Entrate difatti ha compreso se pur in ritardo come taluni “parametri spia” erano stati superati, ma ormai gli importi di quelle cartelle di liquidazione, erano state opportunamente ritirati…

Ma non solo, ci si è accorti in ritardo della mancata presentazione di garanzie bancarie certificate, sostituite in molti casi con titoli esteri che non possedevano alcun requisito certificato dal nostro sistema bancario; il sospetto ora è che dietro quei fondi possano esserci state operazioni di riciclaggio…

E dire che sono anni che il sottoscritto tratta questi argomenti, svelando tra l’altro molte di quelle modalità poste in atto e quindi quanto leggo nuovamente di come taluni soggetti siano stati capaci di mettere in atto talune situazioni, come ad esempio quelle sopra descritte, mi convinco sempre più che quanto accade quotidianamente, si determina perché – una grossa fetta d’individui collusi – fa sì che ciò avvenga!!!

E fintanto che dietro a quei lestofanti vi sono a sostegno i cosiddetti “colletti bianchi”, ma anche e soprattutto una schiera di dipendenti infedeli (nel rispettare le normative previste e  anche le regole civili), beh… si può discutere quanto si vuole, ma alla fine – per molti di quei cittadini fortemente collusi con quel sistema – non cambierà nulla!!!

Ecco perché rivolgendomi a quegli altri individui coraggiosi, se pur ahimè sempre più esigui, ricordo loro che vige la regola che: non si può sconfiggere chi non si arrende mai!!! Viceversa per tutti gli altri avvezzi ormai all’omertà e al sostegno della criminalità, beh… ecco che essi a differenza nostra possono arrendersi: sì… peraltro per come fanno abitualmente, utilizzando la complicità, la collusione, la concussione e soprattutto la corruzione!!!

Stasera i Tg nazionali hanno appositamente censurato la notizia!!!

E’ dire che stasera per ben due volte si è parlato di Turchia…

La prima volta per il vertice che ha visto incontrarsi i due Presidenti Meloni ed Erdogan per affrontare il problema dei flussi migratori e del conflitto attualmente in corso in medio oriente, per poi proseguire le notizie con quanto accaduto in queste ore alla nostra connazionale Ilaria Salis detenuta in quel Paese e costretta a presentarsi dinnanzi il Tribunale di Istambul in maniera vergognosa e disumana…

Ecco, a questo punto mi sarei aspettato la notizia che avevo ascoltato sul web e invece ecco parlare di Hamilton alla Ferrari e proseguire con tutta una serie di fatti di cronaca…

Vi starete chiedendo ma cosa non è stato detto di così importante… 

Vi starete chiedendo ma a quale notizia il sottoscritto stia facendo riferimento, beh ritengo di un fatto grave e cioè la presa in ostaggio all’interno di una fabbrica di sette persone da parte di due terroristi armato, di cui uno certamente con indosso dell’esplosivo legato attorno al busto…

I sequestrati sono sei uomini e una donna, tutti americani, che operavano all’interno di una multinazionale americana, la “Procter & Gamble“, con succursale a Istanbul…

L’uomo che ha pubblicato la propria foto è posto dinnanzi la scritta “pro Gaza” con dipinta sulla parete la bandiera Turca e quella Palestinese… 

Ciò che viene altresì celato dai nostri media nazionali e che sin dall’inizio del conflitto a Gaza, si sono elevate tra i cittadini musulmani turchi le proteste con numerose richieste di boicottaggio dei prodotti americani; difatti parecchi locali come ad esempio McDonald’s e caffè Starbucks sono stati in questi mesi presi non solo di mira ma anche vandalizzati…

Vorrei ricordare come proprio la Turchia abbia preso sin da subito le distanze dall’operato di Israele e il suo presidente Erdogan ha più volte criticato le modalità adottate dopo gli attacchi del 7 ottobre scorso da parte di Hamas, richiedendo a gran voce la fine del conflitto…

Ora non dico che la notizia di pochi minuto fa avrebbe dovuto aprire i Tg nazionali, ma certamente quanto accaduto andava riportato, circostanza che invece, per motivi che attualmente sconosciamo (anche se il sottoscritto un’idea se le fatta…)  si è preferito soprassedere, facendo in modo che non se ne parlasse…

In questo totale silenzio non ci resta che auspicare che quei terroristi si ravvedano e che tutto possa concludersi in maniera serena e senza vittime…

Nel 1990 eravamo 16.000 tra dipendenti e associate: quello che è avvenuto successivamente è inimmaginabile!!! Molti sono usciti indenni, altri sono fuggiti, pochi gli inquisiti!!!

E’ con questo titolo che un mio lettore ha descritto quanto accaduto in una delle più grandi società di sviluppo infrastrutture di rete e servizi digitali del nostro paese…

Non si è trattato di mancanza di lavoro, le commesse c’erano…  d’altronde l’installazione, la manutenzione e gli interventi sulle reti, sono stati proprio in questi trent’anni incrementati in maniera considerevole, ma purtroppo, come il mercato richiede, si è preferito sub-appaltare la maggior parte di quei lavori a ditte esterne, invece di affidarli ai propri lavoratori, rimasti tra l’altro sempre più esigui, come si sa, usare la mano d’opera esterna fa risparmiare, sì… in quanto a basso costo, ma soprattutto perché presenta meno controlli ed evita di esporre la società madre a ogni forma di ricatto sindacale.

Ma non solo, ciò che accade ultimamente in molte società nel nostro Paese, è che la proprietà non risulta più essere nelle mani di nostri connazionali, bensì il controllo è finito sotto mani straniere.

Quest’ultimi difatti, offrono già eguali servizi in Europa, con prezzi concorrenziali, determinando il taglio dei prezzi a tutti i nostri competitor nazionali che si ritrovano così a perdere la maggior parte delle commesse, proprio a causa dei prezzi più bassi offerti da queste aziende estere concorrenti, che incredibilmente hanno i medesimi proprietari…

Come sempre avviene, a subire questa lotta al ribasso sono purtroppo gli operai che pur di garantirsi il proprio posto di lavoro, sono costretti ad accettare salari bassi, turni massacranti e nessuna sicurezza, a cui si somma la mancata formazione… 

Non parliamo dei sindacati, la maggior parte di quei suoi rappresentanti tenta esclusivamente di raccattare tessere tra gli operai per poter avanzare all’interno della propria associazione sindacale, per poi barattare quel po’ di potere ricevuto con i datori di lavoro, già… svendendo le richieste dei propri associati con qualche posto di lavoro per i propri familiari o parenti e impedendo di contro, eventuali ricorsi a manifestazioni o scioperi che possano determinare problemi a quei padroni.

D’altronde sono in molti a credere che siano proprio loro a suggerire chi per mansioni e/o per progetto aziendale, debba venir licenziato e chi viceversa debba restare e quindi invece di contrastare o provare a garantire quei minimi criteri sindacali a tutela dei lavoratori, si preferisce soprassedere o fare il gioco dell’impresa…

Infatti, essi sembrano evidenziare con le loro azioni debolezza, dimostrando di accettare quasi sempre quelle logiche di ristrutturazione aziendale o le decisioni intraprese sugli operai, comode alla proprietà per indebolire la lotta, tra chi verrà licenziato e chi salvato.

Lo sanno tutti che il motivo vero dei licenziamenti – annunciati o non – è che i gruppi dirigenziali vogliono guadagnare di più, utilizzando in maniera selvaggia gli appalti e i subappalti; infatti, la vera ragione dei licenziamenti sta proprio nella corsa di voler speculare e nel fare ciò, non ci si risparmia a spremere gli operai sul lavoro o a buttarli in mezzo ad una strada…

D’altronde parliamo di una pratica collaudata che non solo cela gli sprechi compiuti dalla maggior parte delle società, ma soprattutto camuffa tutte quelle procedure al limite della legalità, di cui come sempre avviene, si scoprirà solo quando ormai tutto è andato a rotoli…

Ma non solo, queste stesse società dopo aver beneficiato negli anni del sostegno dello Stato, attraverso l’utilizzo di ammortizzatori sociali come la cassa integrazione, gli auto licenziamenti, il ricambio occupazionale, la riconversione professionale o ancora l’accompagnamento alla pensione, cosa fanno, pensano esclusivamente a licenziare!!!

Già… dopo essersi arricchiti alle spalle dei più deboli, ma anche di noi cittadini, smontano tutto e tolgono il disturbo, mentre il nostro Stato o per meglio dire quei suoi inutili referenti, stanno lì esitanti a guardarsi quello spettacolo indegno!!!

Costretti a restituire parte dello stipendio!!!

Erano costretti a restituire parte del loro stipendio!!!

Sì… sembra assurdo che ancora nel 2022 vi siano forme di schiavismo eppure proprio nel nostro Paese, in particolare a Messina, a quattro soggetti di Messina è stata emessa la custodia cautelare, per aver promosso e costituito una strutturata organizzazione criminale, dedita alla commissione di condotte estorsive in danno dei propri dipendenti.

Per fortuna che attraverso le attività investigative condotte dai Finanzieri del Comando Provinciale di Messina nei confronti di alcuni soggetti appartenenti ad una nota famiglia imprenditoriale messinese si è potuto verificare quanto sopra, dando il via all’esecuzione del provvedimento cautelare personale e reale disposto dal Tribunale di Messina su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Ovviamente il provvedimento cautelare è attuato nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto della presunzione di innocenza che l’art. 27 della Costituzione che come sappiamo garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.

Le indagini svolte, sviluppate dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Taormina, si sono servite delle dichiarazioni dei lavoratori vessati dal gruppo criminale che è stato arrestato, documentando l’abituale ricorso a schemi di fittizi pagamenti dei corretti emolumenti previsti dai CCNL, ma che venivano ahimè decurtati dall’imprenditore che obbligava i dipendenti alla restituzione in contanti di una parte di quota parte dello stipendio formalmente versato.

Approfittando del loro stato di bisogno, questi illegittimi comportamenti venivano documentati con riferimento particolare alla sistematica violazione della normativa relativa all’orario di lavoro e ai riposi che ad essi spettavano.

L’attività d’indagine svolta, trova la sua genesi nella quotidiana attività di controllo economico del territorio esperito dalle Fiamme Gialle con particolare riferimento alla piaga del lavoro sommerso e all’utilizzo di manodopera in nero e irregolare. 

E’ stata trovata inoltre una documentazione extracontabile in cui erano presenti prospetti di calcolo che hanno permesso di ipotizzare l’esistenza di una vera e propria struttura organizzata.

Perciò, lo sviluppo dell’attività d’indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Messina e consistita in approfondimenti documentali e intercettazioni telefoniche, hanno chiarito come gli imprenditori abbiano fatto ricorso a minacce e soprusi nei confronti dei lavoratori dipendenti.

La coerenza del quadro indiziario ha portato lo stesso Giudice del Tribunale di Messina a sottolineare come si trattasse di: “Un modus operandi consolidato, volto ad estorcere sistematicamente denaro ai lavoratori assunti e a imporre loro condizioni inique di lavoro al fine di conseguire ingiusti profitti economici, avvalendosi del potere di prevaricazione derivante dalle condizioni di difficoltà economica in cui versavano le persone offese; potere esercitato mediante minaccia, di volta in volta esplicita o velata, di licenziamento“.

Le indagini effettuate hanno permesso di accertare che gli indagati reinvestissero il denaro illecito, pari a circa 200mila euro oggi sottoposti a sequestro, nell’acquisto di terreni. Operazioni finanziarie illecite concordate da parte di tutti e quattro uomini, al solo fine di auto riciclare il denaro.

Un plauso quindi alle nostre forse dell’ordine, in particola alla Guardia di Finanza e alla Procura della Repubblica di Messina, che dimostra ancora una volta, l’impegno quotidiano nella lotta alle condotte criminali altamente lesive della persona e dell’attività di impresa.

Purtroppo tanto ancora c’è da fare, ma sono certo che grazie agli uomini altamente professionali e soprattutto incorruttibili che si trovano all’interno di quegli uffici, lo Stato almeno lì dimostra d’esserci ed è il motivo che rende tutti noi cittadini più sereni, perché è importante sapere che alle nostre spalle vi sia qualcuno che ci sta proteggendo!!!

We build or not we build: this is the question…

Webuild, gigante delle costruzioni nato dalla fusione tra Impregilo e Salini, gioiello dell’economia italiana…

Metropolitane, green buildings, reti ferroviarie, arterie autostradali, ma anche dighe e impianti idroelettrici, grandi infrastrutture complesse in nome della mobilità sostenibile della riduzione dell’impatto ambientale delle aree più urbanizzate del pianeta. 

Nata solo due anni Webuild rappresenta un classico esempio di “partenariato pubblico-privato” in forma aziendale. 

Già… un caso raro caso tra società a partecipazione pubblica di gruppo con maggioranza delle quote di proprietà privata per progetti in oltre 50 Paesi, con 70mila dipendenti al suo attivo ed un fatturato pari a 6,4 miliardi di euro nel 2020…

Ovviamente Webuild per le sue attività si avvale spesso delle garanzie all’export di Sace: le due società sono legate anche per un’importante questione legata al valzer delle nomine: rappresentano l’ultima ridotta di resistenza a livelli apicali di figure legate a Massimo D’Alema ai vertici delle società vicine o controllate dallo Stato, dunque un target importante per future procedure di nomine, anche se il partito dalemiano ai tempi ai vertici dello Stato è oggi stato ridotto a causa degli esponenti usciti dal canale di contatto costruito dall’ex premier con quel mondo oltre Atlantico, assumendo di fatto la guida del board di consulenti di Ernst&Young Italia (Ey).

Già… “Ey”, una società di consulenza britannica, ben inserita nel contesto finanziario ed imprenditoriale statunitense di cui proprio Donato Iacovone, capo di Ernst & Young Italia, è diventato nel 2020 diventato il presidente del gruppo infrastrutturale Webuild, mentre a novembre 2019 Rodolfo Errore, già partner di Ey, è finito in Sace con il ruolo di presidente. 

Un giro di nomine che nei prossim mesi apriranno il ritorno di Sace al Mef e coinvolgeranno sicuramente anche Webuild…

Certo, avranno la meglio la continuità operativa e l’adesione dimostrata dai contratti alla nuova normalità europeista e ancor più atlantista del Presidente del Consiglio Draghi, su cui i dalemiani puntano molto in quanto prevendono nella volontà del governo in carica, la distribuire a cascata, di posizioni e nomine a loro favorevoli…

Ovviamente tutto può accadere, anche il fatto che ciò che oggi possa sembrare eterno o immodificabile, non possa improvvisamente dimostrarsi friabile o mutevole; mi riferisco in particolare a quanto vado leggendo sul web in inchieste giudiziarie, dalle quali emergano fatti gravi che evidenziano come solitamente dietro a condizioni idilliache, si celino fragenti ambigui i quali vengono solitamente bloccati attraverso veri e propri scudi di protezione, quest’ultimi infatti sono stati abilmente costruiti – attraverso assunzioni pilotate o la gestione di una parte di quei subappalti – in modo che taluni referenti, posti all’interno di quegli enti istituzionali, chiudano un occhio sui controlli a cui dovrebbero di fatto, obbligatoriamente dedicarsi… 
Non so dirvi i motivi che mi condicono a certe sensazioni, ma quando osservo imprese così importanti entro in agitazione e in me si manifestano forti preoccupazioni!!!

Chissà… sarà forse perchè ripenso a quanto accaduto a suo tempo a quei nostri quattro “Cavalieri del lavoro“: già… come dimenticare i “F.lli Costanzo, Rendo, Graci e Finocchiaro” e le loro rispettve società, finite da un giorno all’altro a gambe levate, comportando  la fine improvvisa di centinaia di migliaia di posti di lavoro, non solo di propri dipendenti, ma anche di tutto l’indotto che operava attraverso di esse …

D’altronde a conferma di quanto riportato alcuni giorni fa in un mio post, ecco di poche ore la chiusura settimanale della Borsa che ha visto per l’appunto il titolo di Webuild in calo di ben il 4% (1,614 euro)!!!

Cosa aggiungere, speriamo in bene…  

Pubblica amministrazione in Sicilia: condanne per 36 milioni e 875.768 euro!!!

Incredibile, ma se i numeri finali sono quelli riportati nel titolo di apertura, bisogna iniziare a credere che sono in molti a non volersi sottrarre a quei comportamenti gravi, siano essi semplici dipendenti che ancor più funzionari, amministratori o dirigenti… 

A vedere l’ammontare delle somme furtivamente sottratte, viene da pensare che a nessuno di loro, di quanti cioè hanno partecipato a quei raggiri, sia venuto in mente di doversi preoccupare delle possibili conseguenze, già… è come essi ritengano l’intervento della magistratura una baggianata, qualcosa a cui si potrà nelle opportune sedi giudiziarie e aggiuegerei grazie a legali “azzeccagarbugli”, rispondere a tutte le accuse attribuite, senza pagar mai per quei furti realmente commessi!!!

Perché di questo si tratta… di furti e loro, quanti hanno rubato, sono dei ladri!!!

Pensano di restare impuniti e chissà forse alla fine riusciranno pure a farla franca e difatti questo è il messaggio che da anni passa nel nostro paese…

Vuoi delinquere??? Sia che tu sia un delinquente mafioso o anche una psedua persona perbene che da sempre ruba, alla fine l’importante è riuscire nell’intento e cioè ottenere quanto si sa, nel corso della propria vita, non si potrebbe mai riuscire ad raggiungere!!

Poi che in quel passaggio, si è persa quel po’ di dignità che ancora si possedeva non fa nulla… sono diventati come mercenari, già si prostituiscono come puttane pur di compere ogni giorno attraverso quelle corruzioni e quei comportamenti illeciti, dannosi tra l’altro per l’intera comunità, in quanto compiuti a scapito della pubblica amministrazione…

Ecco quindi che nella nostra regione siciliana la Corte dei conti ha emesso ben 126 sentenze in materia di responsabilità amministrativa nei confronti di 222 dipendenti pubblici ed ha altresì pronunciato condanne per 36 milioni e 875.768 euro!!!

Ora se quei soldi torneranno nuovamente nelle casse regionali sappiamo bene che è un’utopia e quanti di loro finiranno a pagare per le proprie colpe all’interno di un penitenziario, anche questa è una circostanza che definirei remota!!!

Le sentenze è vero colpiscono quanti si sono indebitamente appropriati delle somme per fini personali oppure ne hanno fatto richiesta per un uso diverso da quello per il quale erano stati concessi, ma alla fine come sempre accade, nessuno pagherà mai, già… tra l’altro non perderanno neppure quel proprio posto di lavoro, anzi chissà non è detto che  possano cederlo ai propri figli, che vedrete, dimostreranno con il tempo di possedere quegli stessi geni “infetti” dei loro genitori!!!

Una regione contagiata la nostra e ahimè nessuno fa nulla per cambiare questa condizione, ne la politica, ne l’imprenditoria e ancor meno le nostre istituzioni che in talune corcostanze si sono dimostrate essere altrettanto colluse, ma purtroppo vanno sommati molti cttadini, sempre pronti a dimostrarsi disponibili ad accettare le regole imposte, ma soprattutto ben omertosi dal portare alla luce tutte quelle nefandezze!!!

Shhhh… stiamo in silenzio, sì, lasciatelo parlare, tanto come si dice “lui parla e lui si sente” e mentre quell’appassionato blogger urla a gran voce “legalità” e scrive su quanto accade d’illecito in questa terra, noi grazie a questo nostro sistema collaudato, diventiamo (alla faccia di tutti loro…) ogni giorno più forti!!!


Preg.ma Autorità Nazionale Anticorruzione…

Preg.ma ANAC, 

è da tempo che pensavo di scrivere questo post… perché vi è qualcosa che non mi è chiaro o forse sfugge a quei principi di legalità, con cui ormai da parecchi anni mi vado confrontando…

Ed allora mi permetto di esprimere queste personali perplessità che forse sembreranno per voi banali, ma se poi andrete ad analizzare con mente serena e soprattutto senza alcun pregiudizio di parte, potrete comprendere come l’impressione che si riceve di quell’apparato, sia di un qualcosa che non risponda perfettamente ai valori cui proprio la sua denominazione tende ad ispirarsi…

Ed allora inizio mettendo in risalto taluni problemi gestionali, gli stessi con cui quotidianamente mi ritrovo a imbattermi che evidenziano come in quella struttura non vi siano le condizioni di efficienza richieste che viceversa dovrebbero esserci…

E difatti, il primo punto che vorrei segnalare è la mancanza totale di un confronto, mi riferisco alla richiesta formale (a mezzo Pec) di un eventuale parere legale o amministrativo, riferito ovviamente ad una gara d’appalto da espletarsi; già… non si riceve mai alcuna risposta!!! 

Posso viceversa confermare che il “call center” – posto a disposizione degli utenti – solitamente risponde, ma difficilmente riesce a dare le necessarie risposte alle domande formulate, in quanto quei suoi collaboratori (certamente esterni alla Vs. struttura), si occupano principalmente di problematiche tecniche e operative del sistema e non certo delle procedure di gare d’appalto!!!

Sempre a favore dell’ANAC posso dire che – ne ho certezza in quanto ho parlato con taluni miei amici, attualmente dipendenti pubblici che si occupano di gare d’appalto all’interno di quegli Enti – che le richieste formulate da loro ufficialmente, ricevono celermente risposta, d’altronde se ciò non accadesse si limiterebbe in maniera grave il proseguo della procedura della gara d’appalto…

Non parliamo del sito “ANAC”: chi ha avuto modo di visionarlo avrà amaramente scoperto come questo non funzioni mai o quantomeno le volte che sembra procedere, cliccando nelle pagine richieste, da come risposta “in manutenzione”!!!   

Andiamo comunque ad affrontare il motivo principale per cui sto scrivendo questo post e cioè il cosiddetto “contributo in sede di gara”!!!

Prendo ad esempio in esame la mia regione, la Sicilia; come sapete il contributo varia a seconda dell’importo dei lavori e questo incide solitamente da 20 euro a 200 euro.

Se prendiamo il valore medio più basso e cioè €. 70,00 e facendo riferimento a circa 200 società, avremmo all’incirca per 26 gg di gare d’appalto ( è vero che in alcuni giorni non vi sono manifestazioni di gare d’appalto, ma in altri giorni se ne contano più di una… e quindi i valori alla fine si compensano ),  un importo di contributo medio versato di circa €. 364.000,00.  

Ma per essere più preciso ho provato a realizzare una verifica dettagliata e quindi ho preso in esame il totale gare d’appalto espletate nel mese di Aprile di quest’anno, il numero di società partecipanti ed il relativo importo versato da ciascuna, nel caso specifico risultava essere mediamente di €. 140,00.

Per cui alla fine dell’indagine, ho potuto verificare come l’importo versato all’ANAC dalle Società partecipanti ammontasse all’incirca a € 728.000 – ricordo che il dato si riferisce alla sola regione Sicilia – e se moltiplichiamo questo importo per 20 (il numero delle regioni) si arriva ad un importo mensile nazionale di circa €. 14.560.000!!!

Una gran bella cifra, ma nulla se la moltiplicate per un anno, che porta ad incredibile cifra di quasi 175 milioni di euro!!!

Vorrei far presente a quanti potrebbero obiettare sul valore medio del contributo utilizzato e cioè di €. 140,00 che nel momento in cui questa imposta risulti essere inferiore, essa viene di fatto compensata da una maggiore partecipazione delle imprese, le quali abitualmente in questi casi aumentano in maniera inversamente proporzionale e quindi meno risulta essere l’importo versato, doppio o triplo è il numero dei partecipanti!!! 

Ovviamente questo importo servirà a sostenere i costi di quella struttura ed allora rivolgendomi al suo Presidente, mi chiedevo, da quanti dipendenti è formato questo apparato???  Ed ancora, di cosa si occupano principalmente (non certo di controllare i documenti presentati dalle società, d’altronde sappiamo bene come le verifiche siano demandati direttamente agli Enti) se non di rispondere ai quesiti che vengono di volta in volta richiesti durante quei processi di gara…

E quindi, ad esclusioni delle richieste di parere formulate dagli Enti, che non saranno certamente quotidiane e sicuramente saranno di numero esiguo rispetto alle gare d’appalto compiute, di cosa si occupa principalmente quell’apparato e quante sono le pratiche analizzate in un anno???

Volendo ipotizzare una struttura che tiene conto all’incirca di 200 dipendenti (che già di per se rappresentano un numero consistente, considerato per come riportavo sopra delle poche incombenze a cui quest’ultimi dovrebbero di fatto dedicarsi), se così fosse, ponendo quale media di retribuzione all’incirca €. 5.000,00 per ciascun dipendente, avremmo costi intorno al milione di euro mensili, ma volendo essere generosi e considerato che tra essi vi siano dirigenti, funzionari e quant’altri, incremento questo ammontare salariale di un altro milione di euro a cui aggiungo altri €. 2.560.000 per costi vari e soprattutto per semplificarmi i conti!!!

Una bella cifra quindi di 4 milioni e mezzo di euro al mese ( già… chissà quante migliaia di persone indigenti si potrebbero sfamare in un solo mese, se soltanto queste somme andassero ad esempio alla Comunità di Sant’Egidio…), ma non sono queste le somme di cui vorrei discutere ( o quantomeno anche di queste mi piacerebbe conoscerne i dati…), ma no… al sottoscritto interessa principalmente parlare dei restanti 10.000.000 di euro al mese che restano, ecco di questi vorrei sapere possibilmente che fine fanno o forse debbo pensare finiscono nella nostra Agenzia delle Entrate???

D’altronde se nel vostro logo è evidenziata la frase “per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche” ed essendo la vostra una di queste autorità amministrativa, ritengo che non vi siano motivi sostanziali per i quali non si possa rispondere alle sopra citate domande “innocenti” del sottoscritto…

In attesa di un vostro cortese riscontro porgo cordiali saluti. 

Non so dirvi cosa siano peggio: i padroni criminali o quei loro dipendenti servili che compiono quotidianamente azioni riprovevoli!!!

Scusate il termine così ferreo… ma “odio” la maggior parte dei dipendenti, miei connazionali, che ogni giorno stanno zitti e accettano di tutto e di più!!!

Già… sono come servi, anzi no… gli schiavi almeno quelli erano legati da catene, loro no… sono liberi eppure si comportano come cani che subiscono qualsivoglia ordine pur d’accontentare quel loro “padrone“… 

Se stessero lì… in silenzio, senza dar fastidio, ecco forse potrebbero ancor migliorare quella loro esistenza, già… quella misera vita, ma essi sono della peggior razza, perché non solo evidenziano quella propria condizione umana, da veri e propri lacchè, no… fanno anche di peggio… difatti, non appena gli viene concessa un po’ d’iniziativa da quel loro padrone, ecco che si prestano a compiere tutte quelle azione ignobili che ormai come consuetudine ci vengono portate alla luce da parte delle Procure nazionali!!!

E’ il caso di quella funivia di Stresa…

Sapevano bene che vi fossero dei malfunzionamenti nell’impianto, che era stata chiamata la manutenzione tecnica ma che non aveva risolto ed allora, invece di segnalare o ancor meglio denunciare quanto si era a conoscenza, si è preferito sottacere – per mettersi in luce e/o farsi belli con il proprio datore di lavoro e chissà anche per evitare eventuali interruzioni che avrebbero arrecato danni economici finanziari alla società a cui si era da sempre legati, ed ecco quindi la scelta di apporre una cosiddetta “forchetta” nell’impianto di risalita, con la funzione di disattivare il freno di sicurezza della cabina, motivo principale che ha condotto alla tragedia di domenica scorsa in cui sono morte 14 persone!!!

Una scelta precisa quella di disinnescare l’impianto frenante ma non solo, condivisa proprio da quei dipendenti, non una volta… ma più e più volte, quindi ben consapevoli di ciò che stavano realizzando al fine di non evidenziare i malfunzionamenti di quella funivia!!!

Si ora si parla d’ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo, di disastro colposo e rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni aggravato dal disastro ed anche di lesioni gravissime, ma la verità è che di queste circostanze il nostro paese è pieno, grazie proprio a una serie d’individui (e credetemi sono migliaia…), che ogni giorno partecipano attivamente, non solo con i loro silenzi ma soprattutto con quelle loro azioni determinate, affinché nulla di quei rischi, venga portato alla luce…

Se i ponti crollano, i viadotti collassano, i treni deragliano, le strade rimarcano materiali di scarsa qualità, i fiumi tracimano, le falde sono inquinate da prodotti chimici, farmaceutici, da raffinerie, ed ancora discariche e cave abusive, impianti di depurazione di acque reflue civili che determinano danni biologici, già potrei continuare all’infinito… perché tanto chi dovrebbe controllare è fortemente colluso con quel sistema criminale e corruttivo ed allora, se una funivia cade, è solo perché questa volta il destino ha scelto di far emergere questo come problema, ma state certi che tutti gli altri sono lì in attesa solo di venire scelti dal destino!!!

Già… potremmo considerarci come i protagonisti di quel film intitolato “Final destination“, dove vi è sempre la morte che l’insegue e decide il loro destino e a seconda di quale “strada” sceglieranno potranno vivere o morire!!!

Ma d’altronde sembra di essere qui, nel nostro bel Paese: perché… non si può dire lo stesso???

#boigottiamogerryscotty

Dice il detto: ERRARE E’ UMANO… PERSEVERARE E’ DIABOLICO“!!!
Gerry… Gerry… mio caro amico Gerry… vedo che non è servito a nulla averti avvisato che dall’altra parte della tv non ci sono fessi!!!
E dire che il mio post l’hai pure letto… http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/02/chi-vuol-essere-raccomandato-al.html – tanto d’aver giustificato nella puntata successiva che non vi fosse nulla di sbagliato ad aiutare i concorrenti…
Ed ecco quindi che successivamente, avevo dedicato un nuovo post http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/03/jerry-jerry-mio-caro-amico-jerry.html sperando che quanto avevo fatto emergere in precedenza, servisse a farti cambiare rotta e finalmente i tuoi programmi, iniziassero a premiare chi realmente dimostrasse d’essere preparato… 
Ma così non è stato, anzi tutto il contrario ad andare avanti sono sempre i soliti “raccomandati”… ma d’altronde cosa potevamo auspicare, visto che il “Padrone” di quella emittente, ha condotto attraverso quella metodologia tutta la propria vita… e naturalmente anche i suoi “dipendenti” si accodano a quel principio non -meritocratico- ma clientelare!!!
E sì perché la sensazione che si ha, è quella di vedere suddivisi una parte di quei montepremi a tutta una serie di soggetti, parenti, familiari, amici e conoscenti… (solitamente sono sempre gli stessi individui che costantemente si ripresentano, dopo aver partecipato in altri programmi dello stesso gruppo televisivo oppure al loro posto mandano qualche familiare, fateci caso, ma vi assicuro che è così…), come fossero una buonuscita per qualche loro servizio… 
Non si spiega altrimenti… questo modo di condurre, già e difatti per l’ennesima volta, anche molti altri telespettatori hanno capito che quelle sue trasmissioni sono una farsa… 
Per ultimo il programma “Caduta Libera”, seguito solitamente da mia moglie e a cui ho ripetuto – decine di volte – guarda che quel concorrente è raccomandato…lo tengono lì per fare audience!!!
Stamani mia moglie mi ha detto… “avevi ragione” guarda cosa ho letto sul web: “E’ tutta una farsa… il programma ‘Caduta Libera’ presentato da Gerry Scotti è nella bufera per via del campioncino Nicolò Scalfi”.
Ho risposto: Ah… ora mi dai ragione… è una vita che te lo dico!!!
Ed allora scopriamo cosa è accaduto:
Da qualche giorno il  programma a premi di Canale 5 “caduta libera” condotto da Gerry Scotti è finito al centro delle polemiche. Perché??? Sembra -secondo i telespettatori – che la colpa sia da attribuire al campione Nicolò Scalfi, che da oltre 50 puntate è presente nel programma di “Mediaset” portando a casa la bellezza di quasi 400 mila euro.
Osservando però con attenzione il metro utilizzato delle domande, tra egli e gli altri concorrenti, ci si è accorti che le domande poste dal conduttore al campione erano estremamente semplici…
I telespettatori sono inferociti, e sul web in particolare su Twitter, hanno scritto che questo programma è solo una grande farsa e come dargli torto… io lo vado dicendo da una vita!!!
Ho letto alcune dichiarazioni del web che riportano che le domande poste durante la gara allo pseudo  “campione” sono per lo più sono scontate, mentre quelle rivolte agli avversari, iniziano solitamente in modo elementare ma poi, diventano sempre più difficili… fino al farli cadere nella botola. 
Qualche giorno fa, ad esempio, il web non gli ha perdonato la risposta sul “blu di Persia”, un tipo di sale, ritenuta dagli spettatori troppo facile… come un’altra frase che riportava “Mille e non più mille” attribuita a Gesù Cristo!!!
Cosa dire… come per Fabio Fazio forse è venuto il tempo di boigottare certi programmi “fake” e per iniziare purtroppo dobbiamo cominciare con i loro presentatori… 
Caro Gerry…mi dispiace, ma da oggi boicotterò qualsiasi programma televisivo da te presentato e mi auguro che saranno in molti a seguire questa mia proposta!!!
Quindi: #boigottiamogerryscotty

Sicurezza sul lavoro nelle cave: "otto anni per la prima sentenza…"!!!

Ho letto ieri un articolo di un incidente sul lavoro, che ha portato alla morte un dipendente all’interno di una cava…
La tragedia è del 2011 e soltanto ora, dopo oltre otto anni, è stata emessa la sentenza!!!
L’imputato (il sorvegliante di cava), per come ho letto è stato assolto dal giudice perché il fatto non costituisce reato!!! 
Per tutti gli altri capi di imputazione il giudice ha assolto con la formula perché “il fatto non sussiste“.
Vi starete chiedendo perché riprendo questo articolo… semplice, perché ciò che mi ha incuriosito è quella frase riportata ne post che dice: “Nel corso del dibattimento la difesa ha offerto una serie di documentazioni che accertavano i rispetto delle norme in vigore in tema di sicurezza da parte dell’azienda che operava nella cava di frantumazione, teatro dell’incidente”.
Vorrei precisare che non è mia intenzione mettere in discussione eventuali documentazioni presentate, dalle quali è emerso le corrette procedure messe in atto in termini di prevenzione e protezione…
Ma quando quell’iter fin lì utilizzato, non è riuscito a salvaguardare la vita del suo lavoratore, ritengo che qualcosa in quel criterio di valutazione è sicuramente venuto a mancare…
Anche perché in quella vicenda, non si sta ipotizzando un suicidio… perché soltanto così si spiegherebbe il fallimento di quei processi di formazione e informazione, a cui il lavoratore sarà stato certamente preparato, sia grazie al R.S.P.P. aziendale presente o attraverso un ente preposto, ufficialmente accreditato…
E quindi quel decesso non può che essere ricondotto a qualcosa che non ha purtroppo funzionato… pur avendo quella struttura imprenditoriale posto tutte quelle necessarie garanzie a salvaguardia dei propri dipendenti…            
Ma certamente – visto quanto accaduto – si poteva fare di più!!!
Ed è il motivo per cui non comprendo quell’articolo… 
Già… debbo dire che – conoscendo perfettamente le modalità messe in opera in quel ambiente delle cave – cercando a tutti i costi un possibile colpevole, nel caso specifico il sorvegliante di cava, mi sembra alquanto riduttivo o dimostra esclusivamente come si sia a tutti i costi, provato a trovare un responsabile, che pagasse per tutti…
Qui c’è poco da contestare… non esistono omissioni o condotte negligenti, parlare di imperizia o d’imprudenza è come non voler considerare esperto o professionalmente valido quel dipendente specializzato, manovratore di quegli immensi… mezzi d’opera.
La verità è tutt’altra e va ricercata nella difficoltà di quelle aziende che operano in quelle cave di frantumazione, ambienti che sappiamo essere altamente pericolosi e nei quali, anche la più banale disattenzione, può condurre ahimè a tragici incidenti…
Ecco perché non basta semplicemente predisporre quei documenti obbligatori, già… non è sufficiente dare ai propri dipendenti quella necessaria formazione, come serve a poco mettere in campo quelle procedure di segnalazione, viabilità o protezione dei percorsi all’interno di quell’area di coltivazione, in particolare se in prossimità delle scarpate o di quei fronti di cava… se poi alla fine basta poco per uccidere un uomo…
E’ tempo quindi che tutte le forze istituzionali predisposte a quei controlli, mettano in campo le necessarie sinergie, escludendo in questa mia attuale analisi, quelle azioni giudiziarie poste in essere in quest’ultimo periodo dalle forze dell’ordine, ma bensì… riferendomi a quella serie di interventi mirati per assistere – attraverso l’utilizzo di professionisti della sicurezza con esperienza ventennale – quelle società appartenenti al mondo lavico, che rappresentano da sole, un indotto fondamentale per l’economia di questa regione…

Arrestati dalla Gdf il presidente e l’amministratore delegato della Blutec: la società che controlla l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese!!!

L’ennesimo scandalo… un’ulteriore truffa da sommarsi a tutte quelle che ogni giorno andiamo subendo!!!
Ed allora come dicevo, tanto per non modificare quella consuetudine, vengono arrestati dalla Guardia di finanza, il presidente e l’amministratore delegato della società Blutec, la stessa che controlla l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, nella quale lavorano all’incirca 700 operai e che ora rischiano di andare a casa…
Secondo la Procura di Termini Imerese (PA), l’accusa è di “malversazione ai danni dello Stato”, in quanto i due soggetti sono sono accusati di aver usato circa 16 milioni di euro di fondi pubblici destinati allo stabilimento di Termini Imerese, per altri investimenti della Blutec…
Ed allora mentre da noi spariscono i fondi, i dipendenti fanno la fame… infatti, 570 erano stati posti in cassa integrazione, mentre i restanti 130 sono stati impegnati in progetti di formazione…
Un’area quella di Termini Imerese che rappresenta uno scempio per la bellezza di quest’isola, un tratto di costa del nostro territorio che dire “meraviglioso” è poco… eppure la politica di allora, preferito destinate quell’area alla costruzione di questo stabilimento…
Siamo negli anni 60’… un periodo in cui la politica della nostra terra era gestita dalla mafia o meglio da quei suoi referenti della Dc…
Ed allora ecco che si decise di far partire nel 1967 la “Sicilfiat“, una società a partecipazione pubblica, di cui la FIAT deteneva il pacchetto di maggioranza con il 60% delle azioni, mentre alla Regione Siciliana il restante 40%… tramite la Sofis prima e poi tramite l’ESPI (Ente siciliano per la promozione industriale). 
Lo stabilimento fu completato nel 1970 grazie ad un consistente contributo della Regione erogato al gruppo Fiat per ottenerne la localizzazione nel territorio – oltre lo scempio anche la beffa economica – (già… viene da pensare che siamo proprio un popolo di somari…), il tutto per barattare quello stabilimento con un po’ di occupazione…
D’altronde parliamo di una struttura che occupava inizialmente 350 addetti… se la politica avesse sfruttato diversamente quel territorio, destinandolo al settore turistico, quelle stesse unità avrebbero trovato egualmente lavoro, a cui vanno aggiunti quei fattori d’inquinamento ambientale, che oltre ad aver lasciato forti ripercussioni a quei suoi dipendenti, lascia oggi una situazione disastrosa, impossibile da recuperare!!!   
Nel frattempo – siamo 1977 – la Fiat acquisì la totalità delle azioni, chissà a quale prezzo irrisorio o forse con la promessa che la forza lavoro sarebbe stata gestita da quel “gruppo di potere”, a cui interessava principalmente controllare quei suoi lavoratori – divenuti nel frattempo (siamo negli anni 80′) all’incirca 3.200 con altri 1.200 nell’indotto – circa 5.000 soggetti a cui sommare familiari, parenti e conoscenti vari… tantissimi voti con cui poter foraggiare, quei loro amici della “politica”!!!
Uno schifo allora… altrettanto oggi, dove s’evidenzia ancora una volta che a soffrire sono sempre le nostre società, quelle “siciliane“, mentre le altre, sì… quelle a livello nazionale, appartenenti a quegli stessi gruppi imprenditoriali, stranamente… vanno a gonfie vele e nessuno di quei loro dipendenti rischia oggi il posto di lavoro…
Alcuni giorni fa avevo parlato di “SIRTI” e ancora prima di “CMC” ed ora tocca a “Blutec” (del gruppo FIAT), ma tranquilli, vedrete… non saranno le uniche, perché continuando con queste politiche inefficaci e certamente sterili, molte altre (dire “molte” è oggi un eufemismo…) le seguiranno… 
D’altronde di cosa stiamo parlando, basti osservare quelle nostre “residuate” realtà industriali, lontane “anni luce” dagli standard tecnologici richiesti, ma soprattutto dai processi produttivi richiesti, che a sentir dire da quei loro addetti, sono fatiscenti o non più d’interessanti per i mercati  internazionali… 
Se poi si aggiunge che le nostre industrie mancano di qualsivoglia rilancio industriale e che a fronte dei finanziamenti ricevuti, statali e/o europei, si è preferito investirli in altri settori che nulla centravano con la nostra regione (d’altro canto chi doveva controllare – come ripeto costantemente – partecipava al banchetto…), ma come si è visto, sono finiti altrove… ecco, sarei curioso di sapere oggi da quei nostri “rappresentanti” istituzionali e non…, in quali modi pensano di modificare questo trend negativo, visto che ormai ciò che resta di quelle zone industriali, sono soltanto le macerie di quello che un tempo furono le grandi aree destinate all’industrializzazione del mezzogiorno… 
  

Incredibile!!! La Regione siciliana proprietaria di 500 mila ettari e nessuno ne sa nulla…

In questa regione avvengono le situazioni più incredibili, come quella appena emersa, di cui va detto bisogna dare merito all’attuale Governatore Musumeci… 
Sì… da una verifica si è scoperto che la Regione siciliana è proprietaria di 500 mila ettari di terreni, ma appena si è chiesto ai vari uffici di fornire i numeri, nessuno sapeva nulla, si perché in tutti questi anni, non è mai stata redatta una banca dati!!!
Ma d’altronde perché meravigliarsi… ciò che è avvenuto in quegli uffici in tutti questi anni è anch’esso un mistero, migliaia di dipendenti che non rispondono a nessuno, non si comprende quale lavoro compiono, ma soprattutto, di qual’e “produzione” stiamo parlando???
Chi verifica quanto viene svolto quotidianamente da quei dipendenti??? 
Pensate realmente che ciascuno di essi utilizzi quell’eguale considerazione che aveva sul lavoro il giudice Borsellino, quando dichiarava: “A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato”, perdonatemi, ma non credo proprio…
Ciò che avviene in quegli uffici lo sanno sono loro, sì perché sono convinto che neppure quei loro superiori (meglio conosciuti all’interno di quei palazzoni col nome di “dirigenti”) sanno quanto avviene alle loro spalle…
D’altronde come si dice da noi “mutu tu ie mutu anch’io” oppure quell’altro motto certamente più attinente “nenti sacciu ie nenti visti“… e così tutto prosegue nell’indifferenza generale, per poi emergere nella sua totale gravità, quando vi sono circostanze come queste o ancor peggio, quando ad indagare sono gli organi giudiziari, sì perché in quest’ultimo caso, si viene a scoprire che chi doveva controllare non lo ha fatto,  mentre tutti gli altri, nei casi meno gravi – quelli cioè che non hanno evidenziato reati di corruzione o altro – si sono semplicemente adagiati in quelle loro sedie, senza pensare di dare il meglio di se, per far emergere quelle ora note… criticità!!!
E quindi un patrimonio della Regione (sono sicuro che non è l’unico, sì… se si cerca bene, chissà quali altri beni immobiliari di proprietà della Regione usciranno fuori…) sprecato, no chissà… forse è stato nel tempo utilizzato da terzi, come sono sicuro che in quel marasma generale, nessuno ha mai verificato come parte di quel denaro pubblico, sia stato utilizzato per avvalersi d’immobili alla fine mai sfruttati…
P.s. Non ho ancora finito questo mio post che… proprio di pochi minuti la notizia che per anni la Regione siciliana ha pagato un affitto per un immobile vuoto nella città di Catania… 
Il Presidente Musumeci ha fatto intendere che trattasi di casi veramente “terrificanti”… il sottoscritto crede che non ci sia niente di spaventoso o di eccezionale… si perché quanto sta ora emergendo, fa semplicemente parte di ciò che chiamiamo “consuetudine” in questa nostra terra!!!
Perché meravigliarsi quindi, quanto sopra… appartiene a tutto il resto!!!

Centri commerciali: "Quanti sono i dipendenti regolari e quanti viceversa gli irregolari"???

Questo pomeriggio mi sono recato in un centro commerciale etneo, uno dei pochi che a vedersi, sembra non soffrire la crisi economica in corso…
Sì… posso dire che tutte le volte che mi reco in quel luogo, lo trovo colmo di gente… certo oggi era un giorno prefestivo e quindi, rispetto ad altri giorni ordinari, si ha una maggiore affluenza, ma comunque, a confronto di altri altrettanto rinomati, qui l’affluenza è sempre alta… 
Ciò che più mi ha colpito questa sera, è vedere tanti adolescenti – poco più che maggiorenni – posti li a servire i loro clienti, prodigandosi in ogni modo, affinché si giunga possibilmente a quell’acquisto… 
Certo, nel guardare i prezzi (in questo periodo ci sono ancora i saldi) e pensando ai costi di gestione, che ogni attività commerciale deve corrispondere, viene da chiedersi, quanti di quei loro prodotti debbono essere venduti, per poter restare in attivo e di conseguenza produrre utili…
Ogni tanto penso che sia un mistero quello della gestione amministrativa di queste società… poiché non comprendo, quali meccanismi attuino, affinché a fine mese: costi – ricavi (produca ) = utili!!!
Considerato che alla voce “costi”,  l’affitto è la voce certamente più gravosa, a cui vanno sommati i relativi costi di esercizio (forniture e quant’altro…) ed inoltre, bisogna integrare quella voce, certamente non irrisoria chiamata “dipendenti”…
Ecco, da quanto sopra per differenza, ciò che rimane, dovrebbe costituire la fetta “utile”, destinata all’imprenditore…
Ma se 5-5 fa zero, ecco che affinché quella differenza risulti uno, bisogna arrischiarsi in qualcosa di diverso…
Bisogna quindi intervenire in uno di quei due termini di quella sottrazione… 
Per cui, ho s’interviene nel minuendo (e cioè nella quantità dei prodotti da vendere, un numero che può essere tranquillamente falsato…), oppure si deve intervenire nella voce costi fissi e cioè in quella voce sottraendo (dove però l’unico valore nel quale si può apportare una qualche modifica di rilievo e costituita proprio dalla voce “manodopera)!!!
Ecco il perché (osservando quelle commesse così giovani), ho avuto come la sensazione che qualcosa, il quella tipologia di lavoro, non fosse propriamente regolare… 
Non posso certamente affermare che la mia intuizione sia corretta, ma osservando quanto ultimamente accade e conoscendo discretamente bene, la poca professionalità di molti imprenditori di quel settore merceologico, qualche dubbio mi resta e chissà se a breve, il sottoscritto semplicemente anticipando le prossime azioni delle nostre forze dell’ordine…
Sì… non mi meraviglierei che a breve, nuovi controlli, portassero a scoprire come all’interno dei negozi di centri commerciali (e non solo in quelli, ma anche in tutti quei box posti “abusivamente” al centro delle gallerie…), vi fosse la presenza di lavoratori irregolari…
D’altronde potrei aggiungere che, non ci sarebbe neppure bisogno di recarsi fisicamente in quelle strutture…
Già basterebbe analizzare presso gli uffici preposti le banche dati del ministero del lavoro e delle politiche sociali e confrontare quei numeri, con il numero di dipendenti presenti in quei centri commerciali (certamente superiori… ). 
Difatti, molti di quei giovani, sono di fatto impiegati lì… da diversi mesi, quali addetti alle vendite o altro, senza che però sia stata loro formalizzata la comunicazione obbligatoria d’inizio lavoro, che come si sa, deve essere realizzata anche a mezzo Pec, anticipatamente l’inizio del lavoro… e non integro a quanto sopra, tutte quelle formalità da espletarsi anticipatamente, quali ad esempio visite mediche obbligatorie o quanto previsto dalla normativa vigente in tema di sicurezza del lavoro…
Se poi si tiene conto che la maggior parte di quei compensi, sono di fatto sottostimati rispetto alle ore di lavoro realmente compiute, ecco che si comprende i motivi per cui quella indennità viene il più delle volte pagata in contanti, a fronte di un riscontro documentale certamente controfirmato dal dipendente (d’altro canto non potrebbe fare diversamente, ma soprattutto il conteggio risulta stranamente più consistente di quanto realmente ricevuto…), senza dimenticare la mancata garanzia prevista, sotto il profilo assistenziale e contributiva. 
Ho letto da qualche parte nel web che in taluni casi l’imprenditore – per evitare di restare coinvolto in situazioni giudiziarie spiacevoli – fa formalizzare dai propri consulenti la busta paga in maniera corretta, ma poi pretende da ciascun (suo) dipendente, la restituzione di una parte delle somme ricevute a mezzo bonifico bancario, solitamente 2-300 euro; con questa adottata modalità, l’imprenditore protegge se stesso da eventuali vertenze sindacali o da procedimenti legali, denunciati altresì presso l’ispettorato territoriale del lavoro… che potrebbe dar il via, a provvedimento di sospensione dell’attività!!!
Come dice la frase: “La necessità, aguzza l’ingegno“!!!
Certo a seguito di quelle denunce, il lavoratore potrà essere finalmente regolarizzato, ricevendo così oltre che il proprio salario, anche il versamento dei relativi contributi, ma tutti noi sappiamo che non sarà così, perché alla prima occasione quel dipendente – se pur professionalmente valido e chissà forse anche il migliore tra quei suoi addetti alle vendite – verrà licenziato!!!
Perché non è possibile far passare il messaggio, all’interno di quell’azienda, che la legalità possa vincere sulle decisioni imprenditoriali e chi pensa – anche solo per un istante – di voler imitare quel loro collega, farà la stessa fine!!!
Ecco perché nessuno parla… e tutti (in attesa speranzosi che qualcuno un dì possa scoprire quegli abusi perpetrati), forse anche a causa di necessità reali, continuano a subire in silenzio!!!

CATANIA: A.A.A. CERCASI FONDI URGENTEMENTE!!!

Il nostro Comune ormai, non è più in grado di assolvere a quelle funzioni alle quali è chiamato, ma non solo, a causa di questa condizione economica finanziaria disastrosa, non può fornire quei servizi indispensabili ai propri cittadini…

Inoltre, vanno sommate quelle società terze che hanno confronti dell’ente crediti da esigere, ma che per l’appunto, a causa del dissesto finanziario, non si riesce a far fronte…
Potremmo paragonare questo crollo finanziario al fallimento di una società privata, con la differenza però che l’Ente non può cessare di esistere, in quanto deve assicurare la continuità di esercizio…
Quindi da un lato vanno tutelati i creditori, dall’altro i privilegiati (dipendenti e/o lavoratori) che dovranno essere garantiti…
Ecco quindi che da un lato si pensa a realizzare un piano di estinzione, con il quale s’azzera la situazione che ha provocato il deficit, mentre dall’altro, s’inizia una nuova vita finanziaria attraverso l’uso di proprie risorse finanziarie…
Ora per far ciò, si dovrà intervenire prevalentemente in tutti quei cosiddetti sprechi e il risanamento inizierà non solo adeguando tutte le imposte nella misura massima prevista dalla legge, ma ridimensionando ahimè anche l’organico del personale dipendente…
Si dovrà altresì dialogare con tutti i creditori per indurli ad accettare una eventuale transazione… una situazione quest’ultima che non garantisce immediatamente il pagamento concordato, ma ahimè costringerà essi ad attendere il deposito del piano di estinzione dei debiti presso il Ministero degli Interni e solo successivamente all’approvazione dello stesso, si potrà incassare…
Mentre i creditori che non firmeranno la transazione non riceveranno nulla e s’inizierà ad affrontare quei loro crediti, solo ad approvazione del piano di estinzione..
Ovviamente questo tipo di azioni, scoraggiano quasi tutti i creditori, in quanto ciascuno penserà che l’amministrazione dell’Ente difficilmente provvederà a pagare la parte debitoria e gli eventuali interessi, ma si dedicherà principalmente a pagare le priorità per dar continuità …
Ed infine come pensare di allontanare (per dieci anni…) tutti quei soggetti che hanno di fatto partecipato a quel dissesto???
Certo credere oggi che quanto previsto dalla legge potrà essere applicato è sicuramente un’utopia, ma d’altro canto non è possibile continuare per come si è fatto finora, trascurando le più semplici regole di trasparenza dei nostri conti pubblici…

Nuddu si pigghia si nun s'assumigghia!!!

Sì… questo proverbio è l’espressione più adatta per rappresentare molti miei conterranei!!!
Significa, “nessuna persona sceglie un’altra, se non ha qualcosa in comune”…
Certo, a prima vista sembra una cosa ovvia, ma in quella frase vi è celato il vero significato intrinseco… 
Le persone che si accoppiano, non mostrano solamente d’avere le medesime inclinazioni, hanno come quale specifica attitudine, quella di voler compiere qualcosa d’illegale…
Eccoli quindi finalmente insieme… si sono incontrati, riconosciuti, perché come ripeto sempre, per compiere una truffa, un raggiro o qualunque altra circostanza ambigua, vi è bisogno di qualcuno che svolga la funzione di complice, qualcuno ben disponibile a partecipare a quelle metodologie corruttive…
Ed allora, ricerchiamoli questi soggetti: Chi sono, dove operano, quanto sono legati a quel sistema??? 
Alcuni di essi svolgono i loro incarichi all’interno di quegli apparati burocratici… già, lì troviamo come dirigenti, funzionari ed anche semplici commessi…
Sono certamente dipendenti “infedeli”, che dimostrano essere collusi non solo con quel sistema corruttivo, ma a volte anche con quello mafioso, in quanto alcuni di loro, sono strettamente affiliati a quella associazione, attraverso legami di parentela con personaggi di quelle cosche… 
Continuando troviamo la categoria degli imprenditori, di quei soggetti che per compiere le loro frodi si circondano di familiari e parenti vari, ai quali poter affidare metodologie illegali necessarie per mettere in campo un sistema “occulto” societario, che permetta grazie ad alcuni sotterfugi di “evadere” quegli extra-utili, dai bilanci amministrativi della società…
Nel compiere questo, ovviamente si affiancano a veri e propri professionisti, consulenti esterni qualificati che naturalmente si prestano a mettere in pratica quanto richiesto da quel loro cliente, senza mai esortare quest’ultimo, ad adoperarsi affinché si metta in riga o quantomeno rientri in quelle modalità previste dalle normative vigenti…
Eguale considerazione viene compiuta peraltro da quei propri legali, chiamati in causa dai loro clienti, quando si ritrovano a soccombere sotto la scure delle forze dell’ordine o degli organi giudiziari…   
Pensare d’altronde che queste categorie professionali, possano consigliare quei loro clienti ad intraprendere una strada diversa, quella della legalità, è follia pura!!! 
Già, nessuno di loro suggerisce di adempiere a quanto previsto, perché ciò condurrebbe sicuramente alla perdita non solo del cliente, ma di ciò che più interessa: Il pagamento a fine mese della parcella!!! 
E sì, perché a differenza di ciò che uno potrebbe pensare, non vi è alcuna differenza tra questi professionisti e i loro clienti: Ciascuno di essi punta esclusivamente ad una cosa… al proprio tornaconto!!!
D’altro canto vorrei fare una considerazione: Se l’imprenditore evade le tasse previste… lo fa perché capace da solo di alterare i valori di quella falsa contabilità oppure perché quest’individuo, certamente “sprovveduto”, si è fatto assistere da qualcuno all’interno del proprio ufficio o da qualche competente professionista esterno???
Ed allora come potete comprendere, c’è sempre qualcuno che si presta a partecipare a quelle astuzie, che si adopera affinché quelle richieste vengano esaudito in cambio del vile denaro e soprattutto per continuare a sfruttare quella “gallina dalle uova d’oro“!!!
Pensateci… se non ci fosse la disponibilità di molti di loro a questa volontaria partecipazione, non vi sarebbe alcun meccanismo illegale nel nostro Paese… 
Ma per far ciò – come vado da sempre ripetendo –  bisognerebbe iniziare educando al rispetto di ciò che è di tutti, dallo Stato ai rapporti con politici, amministratori, dirigenti, funzionari, professionisti, imprenditori, fino al più ordinario dipendente di una struttura, sia essa pubblica che privata, passando attraverso la costruzione di legami autentici e trasparenti, senza alcun interesse personale e non per come sono oggi avviene, improntati esclusivamente sull’astuzia e la scaltrezza. 
La furbizia si sa… non paga: Crea l’illusione di “avercela fatta”, ma i mezzi con cui si è agito prima o poi, si ritorceranno contro!!!
Nuddu si pigghia si nun s’assumigghia”… e se oggi vi sentite “circondati o assediati” da tutti questi numerosi furbi, ricordatevi che potete fare la differenza: scegliere di essere onesti, leali e retti… e non più falsi per come saranno per sepre loro!!!

Conflitto d'interessi per i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni e soprattutto obbligo di astensione in taluni casi!!!


Innanzitutto cos’è il conflitto di interessi…

E’ la situazione in cui un interesse secondario – privato o personale, patrimoniale o
meno – interferisce o potrebbe tendenzialmente interferire con il dovere del pubblico dipendente di agire in conformità all’interesse primario a tutela della collettività!!!
Ecco perché “Il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare
pareri, valutazioni tecniche, atti endoprocedimentali e /o provvedimento finale, devono astenersi in
caso di conflitto di interessi, segnalando soprattutto ogni situazione di conflitto, anche se solo potenziale!!!
Difatti, la normativa persegue la sua finalità di prevenzione imponendo due precise prescrizioni; la prima è quella dell’obbligo di astensione e la seconda è rappresentata dal dovere di segnalazione!!!
Il dipendente, funzionario o anche dirigente, che si astiene dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni di conflitto (anche potenziale) d’interessi personali e/o del coniuge, di conviventi, parenti, affini entro il secondo grado… dovrà risponderne presso gli organi giudiziari!!!
E’ previsto d’altronde, che il conflitto può riguardare interessi di qualsiasi natura, quindi anche non patrimoniali… ad esempio quelli derivanti dall’intento di voler assecondare pressioni politiche, sindacali o superiori gerarchici… 
Ecco perché il conflitto di interessi può assumere varie forme, da quello reale, che si manifesta durante un processo decisionale (laddove l’interesse personale di quel responsabile, tende a interferire con l’interesse primario della collettività), oppure quando il conflitto di interessi è potenziale e cioè quando il dipendente, può trovarsi, in un momento successivo, ma comunque, in una situazione di conflitto d’interessi reale.
Entrando nel merito della nostra regione Sicilia, il conflitto di interessi ed il correlato obbligo di astensione, sono disciplinati dal Codice di comportamento”.
Infatti, per dare ulteriore attuazione a questo importante misura “ANTICORRUZIONE”, perché poi alla fine di questo si tratta… il  Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, ha definito l’iter procedurale che ogni dipendente pubblico deve seguire, in particolare ove ricorrano ipotesi di conflitto di interessi, ancorché prima che potenziali…
Peraltro, proprio a tale scopo, la direttiva ha previsto un modello on line, da utilizzare per l’eventuale  segnalazione.
Ulteriore iniziativa è stata data all’ipotesi in cui il conflitto di interessi, coinvolga i “DIRIGENTI” di quelle strutture di notevole interesse, i quali a volte, si dimostrano “indirettamente”, a causa di quei silenzi omertosi o per non subire ripercussioni personali, peggiori di quegli stessi suoi subordinati,  
In tali casi, la trattazione andrà affidata ad altro dirigente di vertice a seconda che il conflitto di interesse riguardi:
a) un dirigente di struttura di massima dimensione, la sostituzione avverrà con decreto del Presidente della Regione su proposta dell’Assessore competente al ramo dell’Amministrazione;
b) un dirigente di un Ufficio speciale, la sostituzione avverrà con decreto dell’Assessore competente al ramo dell’Amministrazione;
c) un dirigente preposto ad un Ufficio alle dirette dipendenze del Presidente della Regione, la sostituzione avverrà con decreto del Presidente della Regione.
Ai fini delle modalità, consiglio quanti ritengono di aver riscontrato una mancanza a quel “Codice di comportamento”, di rivolgersi direttamente alle autorità giudiziarie… d’altronde il più delle volte in quegli uffici, si cerca di lavare all’interno degli stessi quei panni sporchi… anche perché non è detto, che vi siano stati negli anni, abusi e comportamenti che hanno riguardato più elementi, e che quindi si ritrovano ad essere (da quei soggetti ora inquisiti…) ricattati…
Difficilmente in questi anni ho sentito dire di dipendenti che hanno denunciato i loro colleghi, oppure che hanno segnalato (pur sapendolo) la presenza di situazioni di conflitto di interesse, anche potenziale…
Sono poche per non dire nulle, le segnalazioni pervenute su situazioni di conflitto di interessi, ed ancor meno saranno state le violazioni accertate, a cui difficilmente sono state irrogate sanzioni.
D’altronde questo “Bel Paese” lo conosciamo bene… in particolare questa nostra isola, dove solitamente ciascuno si occupa dei fatti propri… ed è il motivo per cui da noi: non pervengono mai segnalazioni, non vi sono  accertate violazioni e guai al solo parlare di sanzioni!!!
Perché qualcosa possa cambiare, perché il groviglio di conflitti d’interesse che minaccia di soffocare questo nostra terra allenti la sua presa, deve accadere qualcosa su un piano diverso, che forse in questo senso, sì, è quello dell’etica individuale e collettiva!!!

Pronto… Pronto…??? Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana??? Boh…


Molto spesso ricevo nell’email di questo Blog, missive da parte di alcuni lettori che mi chiedono di portare alla luce, circostanze ambigue che nel corso della loro esperienza sono costretti a subire…

Il più delle volte – non essendo le note particolarmente dettagliate e soprattutto non ricevendo riscontri oggettivi tali da permettere una migliore individuazione dei soggetti coinvolti – cerco di comprendere quanto accaduto e provo a far emergere quella realtà descritta, in modo generico senza entrare mai nel dettaglio specifico di luoghi e personaggi coinvolti…
Altre volte, le segnalazioni non si celano dietro pseudo nomi (il più delle volte fantasiosi), ma sono accompagnate dalle proprie generalità, dichiarandosi inoltre a rendersi disponibili, non solo ad essere contattati per eventuali chiarimenti, ma bensì anche a denunciare quanto loro accaduto….
Ecco allora, quando ciò accade, mi accingo subito a portarle in evidenza, affinché chi di dovere… sperando che possa leggere il post che lo riguarda, comprenda in maniera definitiva che il tempo delle prepotenze è giunto alla fine…  e che riprenda a fare quanto di sua competenza, per evitare che la circostanza negativa degeneri, con evidenti conseguenze anche a quel proprio incarico…
Eccovi quindi riportata la nota ricevuta: 
Egregio Sig. Nicola Costanzo,
innanzitutto desidero confidarLe di essere un Suo assiduo lettore ed inoltre, mi permetta di esprimerLe il mio personale ringraziamento, per la cordialità e la gentilezza con cui si è reso disponibile nel voler portare in evidenza questa vicenda che, non le nascondo, sta creando al sottoscritto, notevoli problemi professionali.
Ci tengo quindi a segnalarLe che sovente si riscontrano nella pubblica amministrazione regionale, dei funzionari inclini ad un atteggiamento del tutto estraneo al codice deontologico a cui si deve rigorosamente attenere un servitore della “res pubblica”.
Aggiungo, inoltre, che alla violazione dei principi deontologici si accompagna molto spesso una singenetica attitudine a violare anche il codice penale della nostra Repubblica, in altre parole a delinquere nell’ambito della competenze assunte nella pubblica amministrazione.
E’ il caso di un “dipendente” dell’Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Sicilia, sito in Palermo, Via Ugo La Malfa, n. 169.
Recandomi spesso in codesto ufficio ho potuto constatare come un “funzionario” di uno dei Servizi assessoriali, è protagonista del cosiddetto fenomeno dell’assenteismo; in pratica ho constatato personalmente che, nel 50% dei casi –durante i giorni previsti di ricevimento– è sempre assente: “Una percentuale sbalorditiva, visto che il signore funzionario percepisce regolarmente il 100% di stipendio, pagato da tutti noi cittadini lavoratori“.
Ovviamente sulla sua cagionevole salute nutro molti dubbi, visto che nelle rare occasioni in cui è presente, manifesta una forma fisica smagliante, che lo porta a frequentare assiduamente il bar di quell’assessorato, salendo e scendendo per le scale da quel suo piano                         in maniera certamente agevole.
Inoltre, ho notato che questo “funzionario” molto spesso non risponde al telefono, pur essendo egli all’interno della propria stanza, vedasi ad esempio un caso nel quale il sottoscritto, posto dinnanzi alla sua porta, ha provato a chiamare con il proprio cellulare quella sua stanza e seppur ne ascoltavo dall’esterno lo squillo, la chiamata non riceveva da quel numero interno alcuna risposta, confermando così in maniera definitiva, quanto già sospettassi.
Motivo per cui, ho pensato che forse egli avesse qualche problema di udito. 
Tuttavia, tale ipotesi fu pochi giorni dopo smentita, in quanto, essendomi recato nuovamente a quel piano, ho potuto constatare visivamente di come quel “funzionario”, nel salutare personalmente alcuni conoscenti dinnanzi al proprio uscio, riusciva perfettamente a sentire squillare il proprio cellulare (posto sulla sua scrivania distante alcuni metri) e difatti, scusandosi con loro per quella improvvisa chiamata, salutava e scattava come un felino subito a rispondere.
Inoltre, le pratiche trattate da questo Sig. “funzionario” tendono casualmente a smarrirsi o peggio ancora, ad essere abbandonate tra gli anfratti della sua stanza. 
Ho pensato che avesse qualche problema di memoria, ma anche in questo caso ho dovuto ricredermi, in quanto, in più di un’occasione, nell’interloquire con egli, ho potuto notare con grande meraviglia, che questo Sig. “funzionario” è dotato di una memoria impeccabile, al punto tale da ricordare a memoria, il numero di giorni di ferie residui da usufruire, le date future con largo anticipo della sua assenza dal posto di lavoro (per godimento delle ferie) e finanche, le date future in cui si sarebbe manifestata una generica malattia che lo avrebbe costretto all’assenza dal posto di lavoro.
A questo punto quindi mi chiedo:
1) Bisogna lanciare un appello disperato al Presidente Musumeci?
2) Bisogna fare una visitina in Procura?
Mi dia una valida indicazione.
Grazie.
                                                
Preg. mo Sig. *************
mi auguro che la pubblicazione di questa sua missiva giunga a chi di dovere…
Non vorrei inoltre che quel “Sig.” ambisca a procedere con quella locuzione (per come d’altronde fanno molti suoi conterranei) che dice “mi spezzò ma non mi piego“!!!
Posso sin d’ora assicurargli, che questa sua eventuale decisione, certamente infelice –elevata al clamore mediatico che sin d’ora le compete o presentata presso quegli organi giudiziari di competenza– risulterebbe per egli… non solo rovinosa, ma fortemente deleteria!!!
Un consiglio quindi che posso dare a quel “funzionario” è di provare a riabilitarsi ed iniziare semplicemente riprendere a fare, il proprio dovere…
Mi dispiacerebbe d’altronde dover leggere quel suo nominativo in qualche testata giornalistica online e dover quindi riportare nel mio Blog… quanto emerso (non solo su Egli… ma anche su altri eventuali colleghi delle PA), a causa di quelle ormai consuete… inchieste giudiziarie.
Per cui Sig. *********** , con l’auspicio di ricevere presto un suo riscontro, mi auguro che quanto compiuto oggi dal sottoscritto, possa dare un contributo positivo a questa sua vicenda personale..
Cordiali saluti
Nicola Costanzo

Quei dipendenti… sono come le "formiche"!!!

In tema di malaffare, esistono di solito due categorie di approfittatori, distinte dall’approccio psicologico: c’è il dipendente che per anni prepara il cosiddetto “colpo” della vita (la grossa truffa) e poi scompare; esiste di contro l’impiegato “formichina”, quello che scopre all’improvviso un punto debole nel sistema e inizia così a sfruttarlo… senza mai strafare, una sorta di parassita che prova a incamerare piccole somme con puntuale regolarità, sperando così di passare inosservato….
Ecco, quanto sopra è precisamente ciò che alcuni dipendenti dell’Azienda dei trasporti di Milano, hanno compiuto… 
Secondo l’azienda trasporti, attraverso proprie procedure interne d’analisi, hanno determinato che le prime truffa sono iniziate nell’estate scorsa. 
Funzionava all’incirca così: l’1% per cento dei biglietti Atm, ( come s’intuisce una quota piuttosto bassa), viene venduta in sei punti delle fermate Atm (Duomo, Cadorna, Centrale, Loreto, Garibaldi e Romolo). 
La procedura, prevede che gli addetti di quegli sportelli stampino i biglietti immediatamente, cioè nel momento in cui il cliente li chiede. 
In questo modo, ogni singolo biglietto viene emesso e (automaticamente) contabilizzato, già nel momento in cui esce dalla stampante. 
A fine turno, l’addetto compila il rendiconto di ciò che ha venduto e l’intero sistema si chiude. 
Ma cosa succede se la stampante si inceppa o ha un piccolo guasto???
Qui stava la truffa… già, in caso di malfunzionamento, la stampante emette uno o più biglietti, che vengono considerati “scarti”, perché magari in quel momento, la stampante ha perso il collegamento con la rete centrale e non li ha contabilizzati correttamente…
I dipendenti “furbetti” avrebbero fondato quindi quella loro truffa, proprio su questo passaggio!!!
L’Azienda difatti, sospetta di quegli abituali inceppamenti, e verifica che sono sempre gli stessi dieci dipendenti ad aver causato con regolarità quei piccoli inceppamenti alle stampanti, creando così una vera e propria provvista di biglietti autentici, ovviamente non registrati dal sistema centrale. 
Sono per l’appunto i biglietti che poi verranno rivenduti in proprio ed ovviamente in nero ai clienti che ne facevano richiesta… presso i Point dell’Amt ed il pagamento, cosi facendo, finiva direttamente nelle tasche degli impiegati!!!
Quei biglietti solitamente scartati, rappresentavano all’inizio della truffa un importo irrisorio, all’incirca 200-300 al mese, ma verso Ottobre l’importo è salito sopra le 1.700 euro… accendendo così la spia dell’Azienda dei trasporti…  
Considerato che ciascun impiegato, lascia una traccia quando ha usato la stampante, è stato semplice individuare i guasti dell’ultimo semestre e il personale addetto quel giorno… scoprendo così che un solo impiegato aveva emesso titoli di viaggio non registrati per ben 1.868, per una valore totale di oltre 23 mila euro, che ovviamente erano stati acquistati e utilizzati da passeggeri ignari…
Altri, colleghi, hanno incassato chi €. 13.000 euro, chi €. 11.000 e via discorrendo…
Certo, un danno economico per l’azienda irrisorio considerato che si tratta di circa 6.500 titoli non incassati, all’incirca l’1% se messi in relazione col milione e passa di biglietti venduti dagli Atm in un anno, ma sempre di circa 60-70 mila euro trattasi e soprattutto, evidenzia un fattore dilagante di malcostume e malaffare!!!
Ora i dipendenti sono stati sospesi ed è iniziata la procedura che potrebbe portare al licenziamento… 
Certo che se si pensa che ormai rubare è diventata la regola di questo nostra paese, ad iniziare da quelle sue “Cicali” governanti, per proseguire con tutte quelle “formiche” operaie, che rappresentano perfettamente molti di quei cittadini corrotti di questo paese… vi chiedo… perché dovremmo oggi meravigliarci di questa notizia???.

Con 16.000 dipendenti alla Regione Sicilia, soltanto in 11 si occupano di sbloccare i fondi disponibili!!!

Nella Regione Siciliana ci sono 16mila dipendenti e vi sono inoltre ben 260 milioni per le imprese che innovano, ma purtroppo… non c’è il necessario personale, per sbloccare quei progetti!!!
L’Assessorato alle attività produttive infatti, ha soltanto 11 dipendenti che si occupano dei sei programmi europei per i quali sono state presentate complessivamente ben 3.500 domande…
Per analizzarle tutte, con un ritmo di sei pratiche al giorno…. significa che si rischia –quantomeno per i bandi già pubblicati – che la graduatoria giunga non prima di un anno e mezzo!!!
Al momento non c’è soluzione, visto che i dipendenti del dipartimento sono in tutto 134, più una ventina distaccati a Catania, ed hanno attualmente altri compiti di cui occuparsi…
D’altronde come dice  il dirigente generale, Alessandro Ferrara: “Le risorse umane sono quelle che sono, se le spostassi da altri servizi rischierei di provocare un danno erariale”!!!
Così, al momento, si naviga nel buio… 
Da una parte, i fondi europei, indicati come uno dei settori chiave su cui agire per produrre un rapido sviluppo… restano bloccati, dall’altro un dipartimento, quello delle Attività produttive, che subisce ripetuti tagli sugli straordinari, non consentendo a quegli stessi dipendenti volenterosi di completare le pratiche, fuori dall’orario di lavoro… 
Tra i bandi aperti, uno riguarda le imprese appena nate ed ha una dotazione di 30 milioni di euro, ma questa somma ahimè, non basterebbero neppure a coprire le briciole… visto che attualmente sono state presentate 1.169 domande e se accolte tutte, necessiterebbero di poco meno di 750 milioni!!!
Come dicevo sopra… per analizzarle ci sono soltanto due funzionari, che però devono dividersi fra questo e un altro bando, che invece riguarda le piccole e medie imprese: in quest’ultimo caso i fondi messi a disposizione da Bruxelles sono 70 milioni, le domande inviate 500 e gli investimenti progettati dalle aziende superano attualmente i 660 milioni!!! 
Poco più avanti, nello stesso dipartimento, c’è l’ufficio che s’interessa del bando da 20 milioni, questa volta per le imprese artigiane: ovviamente anche in questo caso i funzionari addetti quantomeno sulla carta sono due, di cui uno purtroppo ha avuto dei problemi di salute… (ovviamente colgo l’occasione per porgere i migliori auguri di pronta guarigione), per cui, l’unico dipendente rimasto, deve affrontare una montagna di domande, all’incirca 985, per un investimento complessivo di oltre 150 milioni.
Come diceva quel detto… ??? “Campa cavallo che l’erba cresce“!!!
C’è comunque chi è più fortunato, trattasi dei bandi sull’innovazione…
Gli addetti questa volta sono 8… ma devono fronteggiare tre programmi europei: quello da 28 milioni per i servizi innovativi alle imprese (con 470 domande), quello da 56 milioni per la ricerca tecnologica (con 43 progetti depositati), ed infine quello per la collaborazione fra aziende, università e Cnr, che ha una dotazione finanziaria di 56 milioni. 
Ovviamente tutti questi progetti se finanziati potrebbero creare una grande opportunità di lavoro, in una regione che ha fortemente bisogno di ciò… 
Ma come riporta perfettamente il titolo del post, quanto può interessare a quei 16.000 dipendenti regionali fare di più – in particolare senza che nessuno li abbia incaricati a quelle mansioni – affinché , grazie al loro operato, si possano creare quelle nuove condizioni di benessere sociale…
D’altronde loro sono “blindati”, un posto c’è l’hanno e non devono dimostrare a nessuno quella loro adeguata professionalità o quantomeno se il loro quotidiano rendimento compensi quanto mensilmente percepito…
Inoltre va aggiunto per correttezza, che se essi fanno molto di più di quanto gli compete, non riceveranno alcuna gratificazione personale e/o economica ecco quindi i motivi che portano abitualmente a vedere firmati i badge dai propri colleghi, richiesta di permessi per malattia insussistenti, interruzioni dai posti di lavoro per passeggiate al bar, a cui si aggiunge solitamente quella indispensabile sigaretta ed infine la necessaria lettura del quotidiano sportivo e quel doveroso passaggio sul web per controllare la propria pagina social…
Ecco, l’estenuante giornata è finita… si timbra il cartellino e si va avanti in attesa… della prossima giornata!!!
Certo… sono lontani i tempi del giudice Borsellino, quando diceva: “A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato”…  

Ancora morti bianche: d'altronde mancando i controlli e la formazione, cosa si vuol sperare???

Tragedia sulla linea Varna-Bressanone: l’incidente ha causato uno scontro di due treni cantiere, dove uno dei mezzi ha percorso circa 2 km fuori controllo, per poi finire per schiantarsi in modo violento su due operai, che sono deceduti all’istante.
Un Tir piomba su un cantiere stradale e causa due morti: nove feriti sull’autostrada A10.
Sono solo due disgrazie, occorse in questi giorni, che mostrano come sul piano della prevenzione, ci sia ancora tanto lavoro da fare…
Va premesso innanzitutto che uno dei fattori più gravi, è costituito principalmente dalla mancanza dei controlli, a causa, sia del personale fortemente ridotto, che per la riduzione logistica di quelle struttura, limitata negli anni da sempre meno risorse finanziarie…
Da un’analisi difatti è emerso come, solo il  5% delle aziende viene controllato… mentre i restanti, proseguono il più delle volte negli illeciti, con personale non registrato e la cosiddetta “sicurezza” lasciata al caso o alla fortuna…
Difatti, durante quei controlli è emerso come molte aziende, non  avessero mai consegnato ai propri dipendenti i DPI individuali o quelli collettivi e soprattutto, che gli attestati di formazione rilasciati per gli stessi, fossero di fatto falsi…
A parte quindi la truffa, il rischio… è quello di avere personale con patentini specializzati o con attestati di formazione di terza classe, senza che gli stessi, avessero ricevuto adeguate abilità, non avendo mai svolto direttamente sul campo, quelle necessarie prove teoriche e pratiche…
Ecco quindi che alla richiesta di verifica da parte dei committenti (o dei loro responsabili RSPP e/o Coordinatori della sicurezza), sulla consegna dei corsi di formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, sia per il personale presente o per quello in fase d’inserimento, ecco che la maggior parte di queste aziende, provvede a falsificare gli attestati o li ottiene pagando da enti non autorizzati anche tramite web…
Ecco quindi i veri motivi per cui molti di quei lavoratori, non essendo abilitati… non sanno prevenire i rischi, ma soprattutto, reagiscono in modo scorretto a quelle situazioni di pericolo…
Le indagini hanno dimostrato come i presunti corsi di formazione, non venivano nella realtà mai svolti, anche perché la maggior parte di quei datori di lavoro, preferivano comprare l’attestato, che non perdere una giornata di lavoro ai propri dipendenti, (giornata… ovviamente retribuita, proprio a causa della presenza obbligatoria di quei corsi…).
Abbiamo visto come d’altronde, proprio nella nostra regione Sicilia, molti di quei corsi di formazione, siano stati realizzati da uomini legati alla politica, per dare modo a loro di creare società fittizie intestandole a prestanome, far girare milioni di euro dalle casse regionali, dare posti di lavoro a familiari e parenti, favorendo amici consulenti che avrebbero successivamente ricambiato il favore, dando quel necessario appoggio alle prossime elezioni…
Un vero e proprio business, favorito dal rapido diffondersi di queste cosiddette strutture parallele, veri e propri concorrenti di quegli Enti Paritetici autorizzati…  
Inoltre, alla limitata verifica di quei controlli, va aggiunta la lentezza della giustizia e le pene irrisorie inflitte a quei datori di lavoro… una volta scoperti, gli stessi che, pagando una semplice ammenda, si sono ritrovati nuovamente liberi dal proseguire per come finora fatto…
Ovviamente con questo sistema “illegale”, sono in molti ad averci guadagnato: gli imprenditori che non restavano privi dei propri lavoratori, le società alle quali venivano affidate le formazioni, i loro consulenti… il più delle volte privi di qualsivoglia abilitazione o esperienza personale per compiere quei corsi di formazione e in tutto questo, chi ci ha rimesso come sempre, sono i dipendenti, che non hanno ottenuto alcuna reale abilitazione professionale, se non soltanto un certificato, da utilizzare quale carta straccia…
Nel frattempo come vediamo… i ponteggi crollano, le pratiche di primo soccorso errate causano gravi danni, non solo agli infortunati, ma anche a quegli stessi soccorritori; identica situazione si ripete nei casi d’incendio, con l’errato utilizzo delle vie di esodo o delle uscite d’emergenza ed infine, per quei casi di morte legati a lavori in ambienti confinati o per quelli di alta quota…
I lavoratori… per guadagnarsi un pezzo di pane, lasciano per sempre le proprie famiglie; mariti, padri, figli… restano vittime in questo paese, di quella continua negligenza, sia di chi avrebbe dovuto semplicemente far rispettare le normative previste, che di tutti coloro che avrebbe dovuto quelle regole (in tema di sicurezza) applicarle, ma soprattutto, della mancanza onestà da parte di noi tutti, nel voler mettere in pratica, quegli elementari principi da sempre posseduti (senza l’esigenza di eventuali attestati…), chiamati per l’appunto… moralità!!! 

Controlli della Gdf all'interno degli Studi legali!!!

Dichiarava al fisco zero… se non addirittura perdite, di contro era milionario!!!  
Per il Fisco, l’avvocato era completamente privo di reddito… eppure la Guardia di Finanza ha scoperto come questo legale di grande fama, possedesse un meraviglioso studio da trecento metri quadrati in pieno centro, con all’interno affreschi e importanti opere d’arte, una villa in collina ed un appartamento che utilizzava per le vacanze…
Inoltre, successivamente si è scoperto come lo stesso, fosse amministratore delegato di tre società britanniche, che ovviamente anch’esse… non conseguivano utili!!!
L’avvocato ha anche finto di separarsi, potendo spostare così la sua residenza nello studio (affinché la GdF, per poter accedere nel luogo in cui esercitava la sua attività professionale, doveva obbligatoriamente chiedere l’autorizzazione al magistrato… come si dice fatta le legge… trovato l’inganno…) e sostenendo di vivere a Londra: per rendere ancora più credibile quel suo dissesto finanziario, ha richiesto il patrocinio a spese dello Stato!!! 
L’indagine è iniziata quando al Valico di Ponte Chiasso, il professionista è stato sorpreso in possesso con della documentazione riguardante la gestione di società, con sedi in noti paradisi fiscali: quattro a Panama, una nell’isola di Jersey in Gran Bretagna…
E dire che che lo stesso professionista era stato negli anni scorsi, accusato dalla Procura di Milano, d’associazione per delinquere finalizzata all’illecita esportazione verso l’Iran di armi e sistemi militari di armamento, in violazione dell’embargo internazionale.
Dai riscontri dei militari è emerso che il professionista non solo, non fosse in perdita, ma anzi avrebbe dovuto pagare al Fisco imposte sul reddito per circa 200.000 euro, a cui ovviamente ora, si aggiungeranno sanzioni e interessi.
Qualcuno tra i lettori, si starà chiedendo come sia possibile che questo nullatenente sia riuscito negli anni a farla franca… 
Il problema, è per come riportavo sopra… delle leggi, che sono di per se… inadeguate o quantomeno create ad artificio, per permettere a molti professionisti… di evadere!!!
Quest’ultimi difatti, preferiscono riscuotere le loro parcelle in contanti, evitando o quantomeno predisponendosi in più di un’occasione, a non emettere fatture per quelle loro prestazioni, permettendosi così di poter dichiarare redditi irrisori, a volte inferiori, a quelli dichiarati dai loro stessi dipendenti!!!
D’altronde i dati analizzati sull’evasione fiscale, hanno dimostrato come su un campione casuale tra vari professionisti, la maglia nera sia toccata proprio agli avvocati!!!
Il problema nasce principalmente dall’assenza di misure di contrasto efficaci, che hanno fatto sì che questa patologia, potesse sempre più radicare… 
Basterebbe un sistema semplice per combattere l’evasione così rilevante del nostro paese: ad esempio si potrebbe togliere la moneta in carta, lasciare soltanto le monete fino ad un euro ed obbligare chiunque di noi, ad usare una carta di credito del tipo di quelle bancarie “ricaricabili”, fino ad un massimo di mille euro, per tutte le spese giornaliere, saldando con assegni “non trasferibili” quei pagamenti di quietanza, per importi di fatture superiori…
In questo modo, verrebbero controllati tutti, esercenti, professionisti, commercianti, eliminando non solo la vendita dei prodotti contraffatti, ma soprattutto contrastando in maniera certa, quanto compiuto illegalmente da molti imprenditori stranieri, che presenti sul nostro territorio, fanno rientrare le grosse somme di denaro derivanti dai loro profitti, verso i propri paesi di provenienza, per essere quindi questi ultimi, nuovamente reinvestiti, il più delle volte, in attività illecite!!!
Infatti, così facendo, si contrasterebbe anche la criminalità, la corruzione, la prostituzione o lo spaccio di droga… 
Già, sarebbe interessante scoprire in quali modi, verrebbero fatte pagare le tangenti, il pizzo, i pusher o le stesse prestazioni offerte da quelle prostitute: chissà se non si adegueranno tutti… abilitando il servizio POS??? 

#SIAMOTUTTIQE'

Alcuni giorni fa… avevo scritto questo post… ma per motivi del tutto tecnici, era stato eliminato dal mio blog… 
Sono riuscito comunque in parte a recuperarlo ed allora lo ripropongo, perché ritengo sia fondamentale fare conoscere i problemi dei dipendenti di una società, che fino a poco tempo fa… rappresentava il fiore all’occhiello dei call center… nella telefonia.
Alcuni giorni fa, mi trovavo in Via Etnea, quando da lontano, scorgevo un gran numero di ragazze che manifestavano ad alta voce, dinnanzi alla Prefettura di Catania,  attraverso slogan,  striscioni e bandiere in mano…
Debbo confidarvi che ho pensato tra me e me… ”servisse a qualcosa protestare”!!!
D’altronde, c’è forse qualcuno all’interno di quel palazzo capace di dare risposte nell’immediato…???
Diciamoci la verità… nessuno tra loro e nelle condizioni di poter fare qualcosa, anzi il più delle volte ho l’impressione che quanto viene compiuto sotto quei loro uffici, dia esclusivamente solo fastidio!!!
Ed ancora, basti osservare la quantità delle forze dell’ordine… neppure se fossimo d’innanzi a dei gruppi eversivi…
Le persone presenti, sono donne tranquille, ragazze e madri di famiglia, che con grande dignità, manifestano quel loro disagio…
Non mi sembra che ci fossero le condizioni per riunire un gruppo anti-sommossa, oggi, tra quelle gente… non vi erano tifosi scalmanati, bensì dipendenti che chiedevano i propri diritti…
Sono certo che sarebbe bastato (per bloccarli… se fosse stato necessario…) mettere un usciere dinnanzi al portone d’ingresso… mentre lì,  nella principale Via Etnea, c’era predisposto un  “esercito”… quasi a consigliare tutti (con quella loro presenza), che forse era meglio andarsene!!!
D’altronde, a chi importa se ci sono a rischio 600 licenziamenti???
Se ci sono stipendi arretrati da pagare da mesi e mesi… a chi può interessare???
Se dopotutto qualcuno… con questo call center ci ha decisamente guadagnato ed oggi ha deciso di chiudere… non ha alcuna importanza, come si dice… è così che doveva andare!!!

Una sicilia sempre più impoverita… con un Presidente Renzi ( oggi ex… ) che ad un Tg rimarcava la necessità di assunzioni al sud… garantendo un risparmio contributivo per chi assume nel primo anno…
Ma purtroppo, anche quelle belle parole, sono finite peccato al vento…

In fin dei conti… con queste politiche del cazzo che non fanno altro che creare confusione e malcontento e dove i furbi come sempre, troveranno nuove possibilità per usufruire di questi incentivi previsti e appena si concludono quegli incentivi… riprenderanno a licenziare!!!

E non diamo al solito la colpa a questa inutile politica, prendiamocela invece con questo nostro sistema imprenditoriale completamente marcio, dove insignificanti “imprenditori” non conoscono neppure il significato di quella definizione, già, sono lì esclusivamente per gestire in modo truffaldino quelle loro società, creando sperequazioni finanziarie, incassando finanziamenti e incentivi statali, ma in concreto nulla fanno per migliorare questa loro terra, in quanto restano di fatto il più delle volte, semplici prestanome di quella associazione… e per cui risultano inadatti a quel ruolo loro affidato!!!

Sono messi lì senza neppure comprendere di cosa si sta parlando…, posti principalmente per riciclare tutto quel denaro proveniente dalle attività illecite e con un po’ di fortuna e qualche impiegato corrotto… sperano d’aggiudicarsi un qualsivoglia ‘appalto…

Ma ora, cosa centrano tutte queste migliaia di persone disoccupate, cosa centrano quegli operai, quei dipendenti… quella semplice gente che cerca di sopravvivere con 800 euro al mese… e dopo tutto ciò… quei propri soldi non gli vengono neppure dati…
Nel contempo i loro titolari… ”debitori” di centinaia di migliaia di euro, girano con abiti griffati (a modo loro vestiti bene… perché a guardarli bene ci si rende conto di come non sia “l’abito a fare il monaco…”), ed ancora, su quei loro ”autoplani”, sì chiamarle auto sarebbe riduttivo… ognuna di esse ovviamente di proprietà di una società leasing, ma poco importa…. l’importante e fare credere agli altri d’aver i soldi… poi se non si e in grado di pagare i propri dipendenti o essere di fatto… loro debitori, poco importa, chi se ne frega…
Ma come diceva sempre mio padre… i soldi rubati si piangono tutti… e sono purtroppo… lacrime amare!! 
E tempo che lo Stato si dia una mossa… che questi suoi referenti almeno di questo nostro territorio, intervengano insieme a tutte le forze dell’ordine e a quegli uomini e donne dei palazzi di giustizia, affinché si riequilibri quel concetto di correttezza ed equità…
Il rischio si sa… è a conoscenza di tutti e non basteranno certamente quattro barriere o dei poveri incolpevoli militari a fermare le folli  inferocite…
Bisogna evitare quindi quanto già accaduto in altri Stati a noi vicino… come Grecia, Spagna o Turchia…
Voler credere in maniera presuntuosa  che quanto accaduto li… non possa ripetersi da noi e un rischio che nessuno può decidere di permettersi…
Non dimentichiamo quanto la storia ci ha insegnato e cioè che i principi di democrazia e giustizia, camminano di pari passo con la quantità di pane per i cittadini: quando questo inizierà a mancare, quando si sarà costretti a far digiunare i propri figli, ecco, allora si che saranno guai per tutti… nessuno escluso!!!
Diceva Abraham Lincoln: “se per una volta tradisci la fiducia dei tuoi concittadini, non riguadagnerai mai la loro stima e rispetto!!!”. 

#SIAMOTUTTIQE'

Alcuni giorni fa… avevo scritto questo post… ma per motivi del tutto tecnici, era stato eliminato dal mio blog… 
Sono riuscito comunque in parte a recuperarlo ed allora lo ripropongo, perché ritengo sia fondamentale fare conoscere i problemi dei dipendenti di una società, che fino a poco tempo fa… rappresentava il fiore all’occhiello dei call center… nella telefonia.
Alcuni giorni fa, mi trovavo in Via Etnea, quando da lontano, scorgevo un gran numero di ragazze che manifestavano ad alta voce, dinnanzi alla Prefettura di Catania,  attraverso slogan,  striscioni e bandiere in mano…
Debbo confidarvi che ho pensato tra me e me… ”servisse a qualcosa protestare”!!!
D’altronde, c’è forse qualcuno all’interno di quel palazzo capace di dare risposte nell’immediato…???
Diciamoci la verità… nessuno tra loro e nelle condizioni di poter fare qualcosa, anzi il più delle volte ho l’impressione che quanto viene compiuto sotto quei loro uffici, dia esclusivamente solo fastidio!!!
Ed ancora, basti osservare la quantità delle forze dell’ordine… neppure se fossimo d’innanzi a dei gruppi eversivi…
Le persone presenti, sono donne tranquille, ragazze e madri di famiglia, che con grande dignità, manifestano quel loro disagio…
Non mi sembra che ci fossero le condizioni per riunire un gruppo anti-sommossa, oggi, tra quelle gente… non vi erano tifosi scalmanati, bensì dipendenti che chiedevano i propri diritti…
Sono certo che sarebbe bastato (per bloccarli… se fosse stato necessario…) mettere un usciere dinnanzi al portone d’ingresso… mentre lì,  nella principale Via Etnea, c’era predisposto un  “esercito”… quasi a consigliare tutti (con quella loro presenza), che forse era meglio andarsene!!!
D’altronde, a chi importa se ci sono a rischio 600 licenziamenti???
Se ci sono stipendi arretrati da pagare da mesi e mesi… a chi può interessare???
Se dopotutto qualcuno… con questo call center ci ha decisamente guadagnato ed oggi ha deciso di chiudere… non ha alcuna importanza, come si dice… è così che doveva andare!!!

Una sicilia sempre più impoverita… con un Presidente Renzi ( oggi ex… ) che ad un Tg rimarcava la necessità di assunzioni al sud… garantendo un risparmio contributivo per chi assume nel primo anno…
Ma purtroppo, anche quelle belle parole, sono finite peccato al vento…

In fin dei conti… con queste politiche del cazzo che non fanno altro che creare confusione e malcontento e dove i furbi come sempre, troveranno nuove possibilità per usufruire di questi incentivi previsti e appena si concludono quegli incentivi… riprenderanno a licenziare!!!

E non diamo al solito la colpa a questa inutile politica, prendiamocela invece con questo nostro sistema imprenditoriale completamente marcio, dove insignificanti “imprenditori” non conoscono neppure il significato di quella definizione, già, sono lì esclusivamente per gestire in modo truffaldino quelle loro società, creando sperequazioni finanziarie, incassando finanziamenti e incentivi statali, ma in concreto nulla fanno per migliorare questa loro terra, in quanto restano di fatto il più delle volte, semplici prestanome di quella associazione… e per cui risultano inadatti a quel ruolo loro affidato!!!

Sono messi lì senza neppure comprendere di cosa si sta parlando…, posti principalmente per riciclare tutto quel denaro proveniente dalle attività illecite e con un po’ di fortuna e qualche impiegato corrotto… sperano d’aggiudicarsi un qualsivoglia ‘appalto…

Ma ora, cosa centrano tutte queste migliaia di persone disoccupate, cosa centrano quegli operai, quei dipendenti… quella semplice gente che cerca di sopravvivere con 800 euro al mese… e dopo tutto ciò… quei propri soldi non gli vengono neppure dati…
Nel contempo i loro titolari… ”debitori” di centinaia di migliaia di euro, girano con abiti griffati (a modo loro vestiti bene… perché a guardarli bene ci si rende conto di come non sia “l’abito a fare il monaco…”), ed ancora, su quei loro ”autoplani”, sì chiamarle auto sarebbe riduttivo… ognuna di esse ovviamente di proprietà di una società leasing, ma poco importa…. l’importante e fare credere agli altri d’aver i soldi… poi se non si e in grado di pagare i propri dipendenti o essere di fatto… loro debitori, poco importa, chi se ne frega…
Ma come diceva sempre mio padre… i soldi rubati si piangono tutti… e sono purtroppo… lacrime amare!! 
E tempo che lo Stato si dia una mossa… che questi suoi referenti almeno di questo nostro territorio, intervengano insieme a tutte le forze dell’ordine e a quegli uomini e donne dei palazzi di giustizia, affinché si riequilibri quel concetto di correttezza ed equità…
Il rischio si sa… è a conoscenza di tutti e non basteranno certamente quattro barriere o dei poveri incolpevoli militari a fermare le folli  inferocite…
Bisogna evitare quindi quanto già accaduto in altri Stati a noi vicino… come Grecia, Spagna o Turchia…
Voler credere in maniera presuntuosa  che quanto accaduto li… non possa ripetersi da noi e un rischio che nessuno può decidere di permettersi…
Non dimentichiamo quanto la storia ci ha insegnato e cioè che i principi di democrazia e giustizia, camminano di pari passo con la quantità di pane per i cittadini: quando questo inizierà a mancare, quando si sarà costretti a far digiunare i propri figli, ecco, allora si che saranno guai per tutti… nessuno escluso!!!
Diceva Abraham Lincoln: “se per una volta tradisci la fiducia dei tuoi concittadini, non riguadagnerai mai la loro stima e rispetto!!!”. 

Professionisti… che guadagnano meno dei loro dipendenti!!!

Che non esiste un sistema fiscale perfetto è noto a tutti, ma che nel nostro paese, questo si dimostra non solo iniquo ma del tutto inefficace è un dato di fatto a cui sfortunatamente non si riesce a trovare soluzione… (o forse  chissà è più corretto dire che… non la si vuole ricercare)!!!

Già, se analizziamo i dati, vedremmo come questo sistema fiscale, sia risultato negli anni sempre più inefficace, considerato che di contro quel valore chiamato “evasione” è andato crescendo, creando nel contempo una vera e propria discriminazione tra, i lavoratori dipendenti e pensionati, ed i lavoratori autonomi: i primi tartassati da pesanti prelievi alla fonte, mentre i secondi liberi di denunciare autonomamente il proprio reddito…
E’ così abbiamo potuto costatare che, mentre sui lavoratori dipendenti e pensionati grava la maggior parte del “carico fiscale” (da soli infatti, queste due categorie garantiscono l’82%” dell’intero gettito Irpef…) dall’altro i lavoratori autonomi, riescono, se pur l’elevata pressione fiscale a creare dell’altro reddito… grazie a procedure alternative…  meglio conosciute come “nero”!!!
In quale modo??? Semplice, evadendo le tasse, eludendo le imposte e dividendo le fonti di reddito, tra i componenti familiari…
Infatti, per questi soggetti, è difficile accertare il reddito effettivo; inoltre molti di essi scaricano quelle proprie imposte tra cui per esempio l’Iva, anche su beni di uso personale, ed infine c’è chi suddivide il reddito complessivo, sui propri familiari, affinché il livello di reddito di ciascun componente sia più basso di quello effettivo e rientrando così di fatto, in scaglioni Irpef…  inferiori!!!
Come vedete non ci vuole una laurea in Economia e Commercio, per comprendere in quali modi questo 12% riesce ad aumentare quel buco infinito chiamato “evasione”…
La lista di imprese o autonomi è lunghissima e molti di loro nelle ultime dichiarazioni, risultano aver guadagnato dei redditi irrisori… a volte inferiori, ai loro stessi dipendenti!!!
Ci sono casi, in cui le dichiarazioni presentate sono al di sotto dei 20.000 euro… meno di quanto dichiarato mediamente dai loro impiegati!!! 
Sono dati che lo stesso Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia, non fa altro che confermare da un bel po di anni… ma a nulla serve per invertire quella rotta…
Il bello è che nel nostro paese, c’è chi, pur avendo importanti attività economiche, riesce a non produrre guadagni… ma bensì perdite: tra queste infatti vi sono, discoteche, sale da ballo, night club, Centri SPA, attivita ricreative o turistiche, dove a fine anno… dichiarano redditi d’impresa, addirittura negativi.
Ma fra tutti, è la categoria degli “Avvocati” che mi preoccupa maggiormente…
Già, pensate, che è stato lanciato un allarme (ripreso dal sito Retenews24) per la revisione della Riforma Forense (Legge 247 del 2012), già chiesta in passato anche dall’ADU (Associazione Difensori d’Ufficio). 
Ho letto sul web che: l’articolo 21, comma 8 che dispone “l’iscrizione agli Albi comporta la contestuale iscrizione alla Cassa Nazionale di previdenza e assistenza Forense e quindi l’iscrizione alla Cassa Forense, già prevista obbligatoriamente per tutti gli iscritti agli Albi che esercitino la professione con carattere di continuità – cioè raggiungano prefissati limiti minimi di reddito o di volume d’affari professionali -, viene ora fatta coincidere con il momento dell’iscrizione agli Albi, a prescindere da tali parametri reddituali. Ne consegue che la cancellazione dalla Cassa Forense sarà possibile soltanto nel caso di cancellazione dell’iscritto da tutti gli Albi Forensi”.
Per molti professionisti, quindi, l’Ordine potrebbe valutare l’ipotesi di cancellazione dall’Albo perché non raggiungono il reddito minimo di 10mila euro (15mila di fatturato) annui oggi necessario per iscriversi alla Cassa nazionale di previdenza forense.
Ora sempre dai dati prodotti dall’AIGA: un giovane avvocato con un reddito annuo di 23.000 euro, pari a 1.916 euro mensili tra studio, aggiornamento, banche dati, telefoni, computer, autovettura, contributi versati, dichiara, alla fine, circa 15.000 euro. Tolta l’Irpef si arriva a circa 11.100 € annui a cui si detrarranno i contributi pensionistici e quello di maternità (pari a 132€) per un totale di 2.832€ di versamento facendo rimanere al netto nelle tasche del giovane avvocato 8268 euro netti per ben 689 € mensili.
Di contro ci sono avvocati senior “di grido”… che quelle somme le guadagnano in poche ore, migliaia di euro richiesti a nero e se ne vantano pure con gli amici… che analogamente a loro, approvano quelle metodologie truffaldine!!!
Ora che il fisco italiano sia alquanto vorace, nessuno di noi lo mette in dubbio, dopotutto se pensate che, con una dichiarazione dei redditi superiore la soglia dei 28.000 euro, scatta automaticamente l’aliquota del 38%, per cui, con un reddito superiore ai 2.000 euro mensili (appena sufficiente per vivere in particolare se si hanno più figli a carico) bisogna restituire quasi il 40% del proprio reddito allo Stato… e per avere in cambio cosa… nessun servizio pubblico, ma bensì , l’avere coscienza che quel denaro, serve a mantenere… tutta quella feccia!!!
Leggevo che in Francia, un contribuente che dichiara 55 mila euro di reddito paga soltanto 3.000 euro di tasse sul reddito (da noi sarebbe tenuto a pagare ben 16.000…), mentre in Germania i redditi fino a 52 mila euro scontano un’aliquota del solo 15%, contro un’aliquota del 42% per i redditi superiori (in Italia, invece, entro lo stesso livello di reddito l’aliquota Irpef varia dal 23 fino al 38%)!!!
Una vita che si parla di Riforma fiscale, ma se la si guarda con attenzione… ci si accorge che è sempre lo stesso gruppo che la prende nel c…!!!
Anche perché questa eventuale riforma, nei fatti risulterebbe iniqua e classista, non garantendo il rispetto del principio di “progressività dell’imposta” e soprattutto, non andrebbe a contrastare in modo definitivo quella lotta alla evasione fiscale.
La verità e che è venuto il tempo, di denunciare presso le fiamme gialle, coloro di cui si ha conoscenza d’aver incassato a nero cospicue parcelle… in particolare si tratta di chiedere ufficialmente la verifica di quelle sperequazioni finanziarie: basterebbe ad esempio esaminare la quantità di consulenze svolte e nelle quali si è formalmente inseriti e controllarne la veridicità dei compensi, in particolare tenendo conto, delle medie a livello nazionale, per parimenti procedure…
Bisogna però che le segnalazione che il cittadino rivolge alle autorità giudiziarie, ricevano sempre quell’adeguata rilevanza, anche nei casi in cui, vadano a segnalare alcuni professionisti “intoccabili”…
Questi ultimi infatti, se ispezionati in maniera scrupolosa (a seguito di quegli esposti…), potrebbero risultare non certo estranei a quelle ipotesi di reato attualmente previste, anzi viceversa, grazie proprio a quei controlli, si potrebbe appurare come, questi soggetti, siano stati capaci in prima persona (o attraverso i propri studi) di favorire o alimentare, grazie a quelle proprie consulenze, quel mondo corrotto che oggi ben conosciamo e a cui debbono dire grazie, per aver permesso loro, di beneficiare finanziariamente: migliaia di euro… il più delle volte consegnati a nero, permettendo così di fatto, ciò che definiamo evasione!!!
Vi confido comunque di essere venuto a conoscenza (da fonti giornalistiche…) che a breve, qualche nome importante della nostra città salterà fuori…
P.s.: sì, uno “scoop” importante… che verrà rivelato – state certi – al momento opportuno!!! 

Si chiamano… "Vittime della mafia"!!!

Se cercate su Wikipedia la voce “Vittime della mafia” vi è riportato: “questa categoria raggruppa biografie di persone vittime della mafia e di organizzazioni simili – La categoria non include i mafiosi (o simili) uccisi da organizzazioni criminali”!!!
Questo secondo passaggio è interessante… perché esclude di fatto, coloro che facenti parte di quel sistema, hanno collaborato o svolto interessi, per nome di cosa nostra…
Per cui, a parte le considerazioni morali, ciò che bisogna comprendere è in quali modi, quei soggetti si pongono nelle condizioni di dare all’organizzazione criminale… quanto loro richiesto…
Decidere quindi di sottomettersi ad una estorsione, non può essere accettato, neanche nei casi in cui si viene costretti con la forza, attraverso quelle ben note azioni coercitive, realizzate  dai solito “affiliati” che richiedono,  per nome e conto di quella associazione criminale, il pagamento di somme mensili o ancor peggio, una percentuale sugli utili d’impresa realizzati, in cambio di quella  cosiddetta “protezione”…
Ovviamente sono di contro esclusi, coloro che, decidono spontaneamente (sicuramente per un proprio tornaconto), di schierarsi volontariamente a quel sistema mafioso, predisponendosi a concedere,  quella propria intera struttura logistica!
Sono certo che avrete compreso come, i due casi sopra riportati, sono emblematicamente diversi: da un lato c’è chi subisce incondizionatamente (per paura di ritorsioni) e dall’altro c’è chi, con quella associazione, criminale, si presta ad andare a braccetto…
Ed allora, diventa fondamentale comprendere… chi sia stato la vittima della mafia e chi NO!!!
In relazione a quanto sopra detto, c’è da considerare che, molti di quegli imprenditori, giustificano il sostegno dato a quel sistema mafioso, come fosse una discolpa a causa della crisi in corso e soprattutto, motivano quelle loro scelte, per aver provato a salvare la propria impresa, i dipendenti e tanti anni di sacrificio…  
D’altronde, se chiedete ai siciliani cosa pensano realmente della mafia, risponderanno che “non è cosa buona” ma che almeno negli anni passati con essa “si mangiava”, mentre ora con questo Stato, “si muore di fame”…
Sappiamo tutti come la crisi genera disoccupazione e la disoccupazione genera disperazione!!!
È su questo punto che la mafia trova terreno fertile…  al punto che oggi, sei cittadini disoccupati su dieci, sarebbero disposti ad accettare un posto di lavoro in un’attività che possa essere gestita da cosiddetti “mafiosi”…
Non dimentichiamoci che molti miei conterranei, sono di loro ben disponibili – se non predisposti – al compromesso o di sicuro, ad accettare incondizionatamente quanto loro dettato… e difatti… l’associazione mafiosa, può contare su un numero enorme di questi soggetti disposti a qualunque cosa, pur di garantirsi un posto di lavoro… 
Quest’ultimi unfatti,  dimostrano d’essere disposti a partecipare con quegli imprenditori, mettendo in pratica tutte quelle truffe necessarie, affinché si possano realizzare ingenti profitti e soprattutto si creino quelle condizioni necessarie, per realizzare fondi a nero, da destinare successivamente a quell’associazione criminale o a quei politici corrotti, con cui di fatto sono in affari, in quanto, facenti parte di quel sistema corruttivo…
Per cui, alla luce di quanto sopra, dove dovremmo inserire questo gruppo “sacrificale”, costituito da quei poveri dipendenti???
Erano obbligati a fare quanto gli si era chiesto oppure si sono resi complico e quindi collusi… con i propri datori di lavoro???
Come si fa quindi a inserire in quel gruppo “vittime della mafia” costoro…???
Dopotutto qualcuno potrebbe obbiettare che essi stessi abbiano di fatto voluto partecipare a quelle collusioni… e come si fa a dirlo…
Ma poi… cosa vi hanno guadagnato…???
Hanno salvaguardato rispetto ad altri il proprio posto di lavoro??? 
hanno ricevuto del denaro sottobanco??? 
Hanno goduto di assunzioni per i propri famigliari o forse speravano di godere su un migliote prestigio personale???
Vedete… è facile dire “vittime della mafia”, soprattutto quando poco si conosce di quel sistema…
 Si discute… tanto per parlare.
C’è chi parla per quanto vede in quegli sceneggiati in Tv o per la cronaca su un telegiornale ascoltato, per una notizia letta sul web… e via discorrendo, tutti ormai si fanno divulgatori di quel pensiero criminale, di quelle metodologie applicate senza averci mai convissuto, ma soprattutto, senza aver mai dato segni di essere contrari, per esempio denunciato… 
Eppure sono lì a mettersi in alto su quel soppalco, quasi fossero ambasciatori di quel sistema, che ora vorrebbero, con i loro ragionamenti dotti… scagionare!!!
Ed allora mi chiedevo… come chiamiamo coloro che hanno deciso di non essere partecipativi con quel sistema collusivo???
Che si sono differenziati, non partecipando in alcun modo a quelle azioni corruttive???
Che non hanno mai ricercato per se o per i propri cari, alcun vantaggio personale???
Che hanno cercato in tutti i modi, di non affidarsi a quel sistema clientelare politico e mafioso???
Che a differenza di molti, hanno avuto il coraggio di denunciare, di fare il proprio dovere, di sacrificare la propria vita, che non hanno mai accettato di piegarsi a quelle coercizioni o a quelle operative richieste, sì, come possiamo definire questi soggetti… ovverosia, non dovrebbero essere soltanto loro (non solo per lo Stato ma soprattutto per  l’opinione pubblica) gli unici… a potersi definire “VITTIME DELLA MAFIA“???
Ed allora per favore, per quanti – con le proprie azioni – non vi hanno mai fatto parte: chiamateli con un altro nome!!!

Si chiamano… "Vittime della mafia"!!!

Se cercate su Wikipedia la voce “Vittime della mafia” vi è riportato: “questa categoria raggruppa biografie di persone vittime della mafia e di organizzazioni simili – La categoria non include i mafiosi (o simili) uccisi da organizzazioni criminali”!!!
Questo secondo passaggio è interessante… perché esclude di fatto, coloro che facenti parte di quel sistema, hanno collaborato o svolto interessi, per nome di cosa nostra…
Per cui, a parte le considerazioni morali, ciò che bisogna comprendere è in quali modi, quei soggetti si pongono nelle condizioni di dare all’organizzazione criminale… quanto loro richiesto…
Decidere quindi di sottomettersi ad una estorsione, non può essere accettato, neanche nei casi in cui si viene costretti con la forza, attraverso quelle ben note azioni coercitive, realizzate  dai solito “affiliati” che richiedono,  per nome e conto di quella associazione criminale, il pagamento di somme mensili o ancor peggio, una percentuale sugli utili d’impresa realizzati, in cambio di quella  cosiddetta “protezione”…
Ovviamente sono di contro esclusi, coloro che, decidono spontaneamente (sicuramente per un proprio tornaconto), di schierarsi volontariamente a quel sistema mafioso, predisponendosi a concedere,  quella propria intera struttura logistica!
Sono certo che avrete compreso come, i due casi sopra riportati, sono emblematicamente diversi: da un lato c’è chi subisce incondizionatamente (per paura di ritorsioni) e dall’altro c’è chi, con quella associazione, criminale, si presta ad andare a braccetto…
Ed allora, diventa fondamentale comprendere… chi sia stato la vittima della mafia e chi NO!!!
In relazione a quanto sopra detto, c’è da considerare che, molti di quegli imprenditori, giustificano il sostegno dato a quel sistema mafioso, come fosse una discolpa a causa della crisi in corso e soprattutto, motivano quelle loro scelte, per aver provato a salvare la propria impresa, i dipendenti e tanti anni di sacrificio…  
D’altronde, se chiedete ai siciliani cosa pensano realmente della mafia, risponderanno che “non è cosa buona” ma che almeno negli anni passati con essa “si mangiava”, mentre ora con questo Stato, “si muore di fame”…
Sappiamo tutti come la crisi genera disoccupazione e la disoccupazione genera disperazione!!!
È su questo punto che la mafia trova terreno fertile…  al punto che oggi, sei cittadini disoccupati su dieci, sarebbero disposti ad accettare un posto di lavoro in un’attività che possa essere gestita da cosiddetti “mafiosi”…
Non dimentichiamoci che molti miei conterranei, sono di loro ben disponibili – se non predisposti – al compromesso o di sicuro, ad accettare incondizionatamente quanto loro dettato… e difatti… l’associazione mafiosa, può contare su un numero enorme di questi soggetti disposti a qualunque cosa, pur di garantirsi un posto di lavoro… 
Quest’ultimi unfatti,  dimostrano d’essere disposti a partecipare con quegli imprenditori, mettendo in pratica tutte quelle truffe necessarie, affinché si possano realizzare ingenti profitti e soprattutto si creino quelle condizioni necessarie, per realizzare fondi a nero, da destinare successivamente a quell’associazione criminale o a quei politici corrotti, con cui di fatto sono in affari, in quanto, facenti parte di quel sistema corruttivo…
Per cui, alla luce di quanto sopra, dove dovremmo inserire questo gruppo “sacrificale”, costituito da quei poveri dipendenti???
Erano obbligati a fare quanto gli si era chiesto oppure si sono resi complico e quindi collusi… con i propri datori di lavoro???
Come si fa quindi a inserire in quel gruppo “vittime della mafia” costoro…???
Dopotutto qualcuno potrebbe obbiettare che essi stessi abbiano di fatto voluto partecipare a quelle collusioni… e come si fa a dirlo…
Ma poi… cosa vi hanno guadagnato…???
Hanno salvaguardato rispetto ad altri il proprio posto di lavoro??? 
hanno ricevuto del denaro sottobanco??? 
Hanno goduto di assunzioni per i propri famigliari o forse speravano di godere su un migliote prestigio personale???
Vedete… è facile dire “vittime della mafia”, soprattutto quando poco si conosce di quel sistema…
 Si discute… tanto per parlare.
C’è chi parla per quanto vede in quegli sceneggiati in Tv o per la cronaca su un telegiornale ascoltato, per una notizia letta sul web… e via discorrendo, tutti ormai si fanno divulgatori di quel pensiero criminale, di quelle metodologie applicate senza averci mai convissuto, ma soprattutto, senza aver mai dato segni di essere contrari, per esempio denunciato… 
Eppure sono lì a mettersi in alto su quel soppalco, quasi fossero ambasciatori di quel sistema, che ora vorrebbero, con i loro ragionamenti dotti… scagionare!!!
Ed allora mi chiedevo… come chiamiamo coloro che hanno deciso di non essere partecipativi con quel sistema collusivo???
Che si sono differenziati, non partecipando in alcun modo a quelle azioni corruttive???
Che non hanno mai ricercato per se o per i propri cari, alcun vantaggio personale???
Che hanno cercato in tutti i modi, di non affidarsi a quel sistema clientelare politico e mafioso???
Che a differenza di molti, hanno avuto il coraggio di denunciare, di fare il proprio dovere, di sacrificare la propria vita, che non hanno mai accettato di piegarsi a quelle coercizioni o a quelle operative richieste, sì, come possiamo definire questi soggetti… ovverosia, non dovrebbero essere soltanto loro (non solo per lo Stato ma soprattutto per  l’opinione pubblica) gli unici… a potersi definire “VITTIME DELLA MAFIA“???
Ed allora per favore, per quanti – con le proprie azioni – non vi hanno mai fatto parte: chiamateli con un altro nome!!!

Voilà… il fascicolo ora c'è… il fascicolo ora non c'è!!!

Ne avevo parlato in precedenza su molti miei “post”, discutendo sulla leggerezza delle procedure adottate e  su quella mancanza di segretezza degli atti, lasciati in balia di dipendenti, il più delle volte sbadati…

Ecco quindi che all’improvviso, fascicoli presenti spariscono e poi misteriosamente riappaiono, ed altri di contro, non compaiono più perché inspiegabilmente dispersi…
Dopotutto basti entrare in quel palazzo e vedere da se come, molti di quelle stanze, sono lasciate molte volte abbandonate, con le porte aperte… completamente deserte e con quei documenti, posti lì, in modo incustodito…
I controlli alle cancellerie chiaramente lasciano il tempo che trovano… 
Non è raro difatti assistere a certi programmi tv ( vedasi… le Iene, Striscia la notizia, ecc…), dove nei reportage viene dimostrata la capacità d’intrusione da parte dei propri giornalisti, i quali, con estrema facilità, si permettono d’aprire faldoni, s’informano sugli atti contenuti e dimostrano sempre “furtivamente”, come sia semplice fare sparire dei documento o eventualmente spostarli in altri scaffali adiacenti…
Analoga circostanza è accaduta proprio alcuni giorni fa, precisamente lo scorso 29 settembre, durante un dibattimento nell’aula I del Palazzo di Giustizia di Catania: durante l’udienza, il giudice ha dovuto rendere noto, di essere costretto a rinviare il processo penale (che avrebbe dovuto celebrarsi, per l’ipotesi di reato di truffa e infedele patrocinio a danno di un appuntato dei Carabinieri) a causa della sparizione del fascicolo di pertinenza, rimandando quindi nuovamente l’udienza… a data da destinarsi!!!
Cosa dire, un soggetto aspetta anni per vedere celebrato il proprio processo, per ottenere finalmente, non solo quella giustizia richiesta, ma bensì vedere riconosciuti quei propri diritti violati… ed ecco che in maniera incomprensibile, ciò non può essere ottenuto… perché qualcuno, all’interno di un Tribunale… ha fatto sparire quei documenti necessari… e fatto gravissimo, ad oggi, non si sa chi è!!!

Un impiegato infedele, ben celato che, a seconda delle circostanze, interviene quale “prestigiatore” per far svanire, modificare o prolungare l’assenza di documenti prioritari ai processi… ed il fatto gravissimo è che questo soggetto, è ancora lì… tra quegli uffici!!!

Non entro nei meriti della specifica vicenda, nei tempi già trascorsi (sono circa quattro anni) a causa delle continue richieste (d’archiviazione e di opposizione all’archiviazione), ciò che da più fastidio è vedere come il corso della giustizia non possa compiere il proprio dovere, perché basta l’assenza di un atto, fatto sparire per “comodità”, affinché si creino quelle condizioni necessarie per allungare i tempi processuali o arrivare anche a rovesciare l’esito di una causa …
E’ sotto gli occhi di tutti e non c’è da stupirsi, perché questi ritardi si sa… sono necessari per far traslare una sentenza definitiva (sia di condanna che d’assoluzione) e soprattutto quei metodi disonesti applicati, risultano necessari se non indispensabili, affinché si possa giungere ad una probabile prescrizione!!!
Ed allora ditemi: chi tra tutti quei soggetti coinvolti, può avere sicuramente vantaggi???