Archivi tag: contrasto

Il nemico invisibile: quando la corruzione resiste più della mafia!

Mentre il vento soffiava forte sulla Sicilia, le parole del procuratore Maurizio De Lucia risuonavano come un campanello d’allarme in un’aula gremita di persone.

I reati di pubblica amministrazione? “Non siamo in grado oggi di contrastarli adeguatamente!

Con queste parle e con voce ferma, carica di preoccupazione, si è espresso il Procuratore durante un convegno e la sua, non è una semplice constatazione, ma ahimè, una vera e propria denuncia di un sistema in affanno. 

Il magistrato nella sua disanima ha altresì elencato tutta una serie di problematiche e di ostacoli attualmente presenti nel sistema giudiziario: il carico di lavoro insostenibile dei GIP, la precedenza dovuta al codice rosso, le nuove procedure che impongono interrogatori preventivi prima di applicare misure cautelari, per non parlare del limite di 45 giorni per le intercettazioni!

Un mosaico di impedimenti che rendono la lotta alla corruzione quasi impossibile e chissà, viene il sospetto che quanto compiuto con queste nuove normative, serva principalmente a promuovere l’illegalità o quantomeno a proteggerla!!!  

Non posso che sorridere pensando al contrasto che il nostro paese ha dedicato alla mafia, con strumenti sempre più sofisticati, pool di magistrati e forze dell’ordine, ma anche cittadini comuni che hanno dedicato la loro vita a quella lotta, cui si sono sommate legislazioni speciali, per poi scoprire che il vero nemico, più resiliente e adattabile, forse non è più “Cosa Nostra“, bensì quel cancro silenzioso che divora le istituzioni dall’interno. 

La corruzione in Italia ha assunto ormai i contorni di una consuetudine, un malcostume che si infiltra in ogni anfratto della società, dal piccolo comune di provincia ai grandi palazzi del potere. Essa non fa rumore come le bombe mafiose, non lascia cadaveri per strada, ma lentamente erode la fiducia dei cittadini nello Stato e nelle sue istituzioni. 

D’altronde è diventata quasi una prassi accettata, un modo di fare, dove il confine tra lecito e illecito si è fatto sempre più labile. Nei corridoi degli uffici pubblici, nelle anticamere dei potenti, nei consigli di amministrazione, si è sviluppato un linguaggio fatto di cenni, di mezze parole, di silenzi eloquenti, dove ogni favore presuppone un contraccambio, dove ogni pratica ha il suo prezzo, ufficiale o nascosto che sia. 

La corruzione moderna ha saputo creare un sistema che si autoalimenta dove pubblico e privato si fondono in una danza pericolosa di interessi incrociati. Il funzionario che velocizza una pratica, il politico che orienta un appalto, l’imprenditore che offre una tangente mascherata da consulenza, il professionista che falsifica una perizia, tutti ingranaggi di una macchina ben oliata che gira indisturbata. 

Questo sistema ha di fatto creato una società parallela dove il merito viene soppiantato dalla raccomandazione, dove l’onestà diventa un ostacolo alla carriera, dove chi rispetta le regole viene visto come un ostacolo da eliminare o quantomeno da costringere al silenzio!!!

Nel frattempo la mafia mostra il suo volto feroce, la corruzione indossa abiti eleganti, frequenta salotti buoni, parla lingue straniere, usa tecnologie avanzate per nascondere i suoi traffici. E così…. mentre la mafia intimidisce e minaccia, la corruzione seduce e corrompe, offrendo vantaggi immediati in cambio di piccole o grandi deviazioni dal sentiero della legalità e il cittadino comune si trova così di fronte a un bivio: resistere in un mondo che sembra premiare chi aggira le regole o adeguarsi al malcostume imperante.

Comprenderete come le conseguenze di questa pervasiva accettazione della corruzione sono devastanti anche se meno visibili di un attentato mafioso: Servizi pubblici inefficienti, sprechi di risorse, aumento delle disuguaglianze, perdita di competitività dell’intero sistema Paese. 

La corruzione diventa così non solo un problema morale ma un vero e proprio freno allo sviluppo economico e sociale, ecco perché le parole di De Lucia ci ricordano che nonostante le leggi, nonostante i proclami, nonostante gli sforzi di magistrati e forze dell’ordine oneste, il sistema attuale non è attrezzato per combattere efficacemente questo nemico invisibile. 

Sì… servirebbero più risorse, procedure più snelle, maggiore coordinamento, ma soprattutto una rivoluzione culturale che rimetta al centro il valore dell’onestà e del bene comune. Bisognerebbe partire dalle nuove generazioni, mostrare loro che esiste un’alternativa al sistema corrotto, che si può vivere con dignità senza scendere a compromessi con la propria coscienza. 

Certo, mentre formiamo i giovani di questa nazione, il malaffare purtroppo continua a diffondersi, silenzioso e inarrestabile, negli uffici pubblici come nelle aziende private, nelle grandi città come nei piccoli paesi, alimentato dall’indifferenza di molti e dalla complicità di troppi, ed è una battaglia che rischiamo di perdere se non prendiamo coscienza che la vera mafia oggi non è più solo quella delle lupare e dei pizzini, ma quella ben più insidiosa che si annida tra le pieghe della burocrazia, nella normalizzazione dell’illegalità, nella assuefazione collettiva al malaffare. 

So bene come questa sfida sia ardua, ma non impossibile, bisogna che ciascuno faccia la propria parte, rifiutando la logica del favore, denunciando le irregolarità, pretendendo trasparenza, soltanto così potremo sentirci persone dignitose e auspicare di poter lasciare un giorno ai nostri figli un Paese migliore, libero non solo da questo cancro chiamato “mafia”, ma soprattutto da quella diffusa corruzione che oggi sembra quasi inattaccabile!

Come smantellare il modello operativo della criminalità organizzata?

Sì… per smantellare il modello operativo della criminalità organizzata, è necessario un approccio più articolato e soprattutto su più livelli. 
Innanzitutto, le forze dell’ordine debbono essere dallo Stato sostenute affinchè possano rafforzare le indagini per smantellare le strutture delle organizzazioni criminali e contrastare così tutte quelle attività ad alta priorità, mettendo in atto altresì la cooperazione transnazionale tra gli Stati membri dell’UE.

Un altro aspetto cruciale infatti riguarda l’eliminazione delle risorse finanziarie della criminalità organizzata! 

Bisogna colpire i profitti generati dai gruppi criminali attraverso il rafforzamento delle leggi sul sequestro e la confisca dei beni illeciti. Inoltre, un attento monitoraggio delle operazioni finanziarie consentirà di individuare e bloccare i flussi di denaro sospetti, prevenendo così il riciclaggio. E’ fondamentale la collaborazione con il settore privato, incluse banche e imprese, diventa quindi essenziale per intercettare transazioni anomale e spezzare i circuiti di finanziamento illecito.

Parallelamente, occorre prevenire l’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale. L’acquisizione di aziende in difficoltà da parte di gruppi criminali rappresenta una minaccia concreta e, per contrastare questo fenomeno, è necessario potenziare la vigilanza sugli investimenti sospetti e introdurre misure di supporto per le imprese in crisi, così da sottrarle all’influenza delle organizzazioni malavitose.

Un altro pilastro essenziale riguarda la protezione delle istituzioni e della società civile. 

La corruzione, strumento principale della criminalità organizzata, deve essere combattuta con politiche di trasparenza più rigorose, maggiore protezione per i whistleblower e controlli stringenti sui funzionari pubblici. Inoltre, diventa prioritario sensibilizzare la cittadinanza sui rischi della criminalità organizzata e promuovere una cultura della legalità, a partire dall’educazione nelle scuole, per giungere fin dentro le case degli italiani, attraverso messaggi in Tv per diffondere e incentivare l’assunzione di responsabilità del singolo verso la collettività .

Infine, l’uso della tecnologia rappresenta una leva strategica per il contrasto alla criminalità. L’intelligenza artificiale e le tecnologie avanzate offrono strumenti efficaci per individuare schemi di riciclaggio, monitorare il dark web e prevenire attacchi informatici. Le istituzioni devono investire in soluzioni digitali per migliorare l’efficienza delle indagini e garantire una risposta rapida ed efficace alle minacce emergenti.

Certo, la lotta alla criminalità organizzata richiede un grande impegno, coordinato e costante, già… non basta semplicemente perseguire i singoli reati:, ma occorre agire a livello strutturale per interrompere i flussi finanziari illeciti, rafforzare la trasparenza nelle istituzioni e impedire l’infiltrazione nell’economia legale.

Solo con un approccio sistemico e una forte cooperazione internazionale sarà possibile smantellare il modello operativo della criminalità organizzata e restituire ai cittadini quella fiducia e sicurezza, che oggi vedono ahimè molto distante.

La complicità dello Stato: un'illusoria lotta alla criminalità organizzata.

Stasera voglio riprendere un mio vecchio post del 2013. Sono passati 12 anni, ma nulla è cambiato. Anzi, molte cose sono peggiorate, forse troppe…
 
Lotta alla criminalità“. Quante volte abbiamo sentito questa espressione? Eppure, più che una lotta, sembra un’operazione cosmetica, utile a decorare discorsi preconfezionati durante campagne elettorali o celebrazioni ufficiali. Dietro queste parole non c’è la sicurezza dei cittadini, ma un teatrino politico in cui l’interesse reale è tutt’altro.

Ogni giorno, i notiziari riportano rapine, violenze, spaccio, estorsioni e altri crimini che, anziché diminuire, si moltiplicano. E lo Stato? Dove si trova quando la criminalità si evolve e cresce sotto i nostri occhi?

Si dice di non generalizzare, che lo Stato è presente e combatte. Ma i fatti dimostrano il contrario: le azioni si limitano a interventi sporadici, a operazioni dal forte impatto mediatico ma prive di un vero seguito. Nel frattempo, la criminalità si riorganizza, si insinua nei settori economici e istituzionali, trasformando il malaffare in sistema.

Dopo le stragi e le grandi operazioni di facciata, la lotta alla criminalità si è trasformata in compromesso. Non c’è prevenzione, non c’è visione strategica. L’impegno dello Stato sembra più mirato a gestire che a estirpare il problema, lasciando spazio a un sistema che ormai si nutre di collusioni, connivenze e silenzi.

Cosa serve davvero? Un sistema che prevenga il crimine prima che si manifesti? Un impegno reale nel sostenere le famiglie disagiate, educare i giovani, creare opportunità di lavoro? Pene certe, giuste e celeri, senza vie di fuga per i criminali?

Ma tutto questo rimane un miraggio, perché è qui che emerge la vera sconfitta dello Stato. La criminalità organizzata non è solo tollerata: in molti casi, è protetta. Esistono figure istituzionali che, dietro una maschera di rispettabilità, lavorano attivamente per mantenere intatto il sistema. Non per incapacità, ma per volontà.

Il punto più infame è proprio questo: lo Stato che dovrebbe combattere il crimine ne è spesso complice. Non solo con le sue omissioni, ma con le sue azioni. Chi è chiamato a rappresentare la legalità si piega a interessi privati, trasformando le istituzioni in strumenti di potere al servizio di pochi.

Il contrasto alla criminalità organizzata non è una priorità, ma una farsa. Perché cambiare lo status quo significherebbe colpire quegli stessi interessi che alimentano carriere politiche e arricchiscono chi, in teoria, dovrebbe difenderci. Fino a quando questo sistema resterà intoccabile, ogni discorso sulla lotta al crimine sarà solo una recita ben orchestrata.

Ed è questo il vero tradimento dello Stato verso i suoi cittadini: aver abdicato al suo ruolo di garante della giustizia, scegliendo di convivere con il male invece di combatterlo.

La mafia Imprenditoriale: Radici profonde, rami ovunque…

È evidente a tutti noi siciliani che gli insediamenti imprenditorial-mafiosi siano decisamente più radicati nella nostra regione rispetto al Nord Italia, non a caso, in Sicilia si contano circa 240 cosche con oltre 7.000 affiliati!!!

Per comprendere meglio l’impatto di questa presenza, basta confrontare questi numeri con quelli della ‘ndrangheta calabrese, oggi considerata la mafia più pericolosa: quest’ultima conta “solo” 160 cosche e circa 5.500 affiliati. 

È chiaro, dunque, quanto Cosa Nostra incida negativamente sul nostro territorio!!!

Va detto, però, che queste associazioni non si limitano a operare nei loro territori d’origine, al contrario, estendono le proprie attività criminali al Centro e al Nord Italia, stabilendo veri e propri “uffici di rappresentanza“. 

Queste, pur mascherati da realtà imprenditoriali legali sotto il profilo giuridico e amministrativo, spesso si trasformano in filiali operative, funzionali a riciclare il denaro proveniente dalla casa madre. In tal modo, riescono a far prosperare il loro business, incrementando a dismisura i profitti.

Non c’è settore dell’economia o della vita civile che sia immune da questa aggressività criminale, inoltre, la prassi consolidata delle imprese a partecipazione mafiosa ha portato molti imprenditori, un tempo onesti, ad adattarsi a queste dinamiche.

Pensare, però, che queste nuove formazioni mafiose siano semplicemente soggetti imprenditoriali è fuorviante. 

Un simile approccio rischia di ridurre la mafia a un insieme di comportamenti isolati, quando in realtà essa opera come una struttura ben definita e radicata, con modalità specifiche e una strategia chiara.

La responsabilità di questa situazione, così come del debole contrasto a essa, risiede principalmente nella mancata comprensione della fenomenologia mafiosa nella sua complessità. 

La politica, spesso, preferisce soprassedere per meri interessi personali, perpetuando un sistema basato sul “do ut des” e questo atteggiamento fa sì che molti scelgano di chiudere un occhio, partecipando indirettamente al sistema, piuttosto che impegnarsi nel contrasto alla mafia.

Vien da ridere nel leggere quali misure sono state adottate contro i patrimoni mafiosi!!!

Permettetemi stamani di dare una onoreficenza allo Stato, sì… una medaglia per evidenziare il totale fallimento di una normativa la cui ispirazione doveva condurre ad una azione concreta nei confronti di tutti quei soggetti indiziati di reati di tipo mafioso!!!

Già… diamo questo premio a quei suoi referenti che con le loro azioni hanno creduto di ergersi a “paladini”, mentre nei fatti hanno evidenziato non solo collusioni, ma un incline dedizione nel voler gestire in maniera illegale quel patrimonio confiscato a loro affidato!!! 

Sì… perché una cosa dovevano attuare, assolvere alla loro funzione di mera prevenzione affinchè si potesse ripristinare – attraverso semplici procedimenti legali – quel patrimonio oggetto della misura patrimoniali di sequestro e/o confisca.

Si trattava quindi d’indirizzare verso nuove finalità e quindi diverse destinazioni quelle proprie funzioni, a compensazione del danno risarcitorio che proprio quelle società avevano arrecato di fatto all’economia nazionale, attraverso continue violazioni di mercato e/o di libera concorrenza.

Ed inveve nulla è stato fatto, anzi viceversa quel compito di “ripulitura” (e di totale ripristino della legalità) è stato disatteso, anche se la maggior parte di quei suoi referenti istituzionali sono andati propagandando tutt’altro (sì… attraverso commissioni e soprattutto in parecchi convegni “appositamente” organizzati), perché la verità è che nulla è stato realizzato per limitare quella presenza criminale e ancor meno è stato fatto per bloccare quelle sue influenze nel contesto dell’economia nazionale!!!

Ovviamente a pagarne le conseguenze siamo stati noi cittadini “perbene” – sono esclusi dal sottoscritto coloro che fanno parte di quel sistema “sanguisuga a cui non interessa nulla, in particolare di come vadano le cose nel loro Paese, sì…  a loro interessa soltanto una cosa, giungere a fine mese per fottersi quello stipendio pagato da noi contribuenti (senza mai – a differenza di come diceva Paolo (Borsellino) – chiedersi correttamente quanto nel frattempo l’abbiano meritato…) pur sapendo che è grazie a quella loro negligenza che ahimè noi tutti, subiamo quotidianamente il risultato di quella loro indolenza.

Vedasi difatti l’aumento delle forniture, la qualità dei prodotti e dei servizi, i danni creati all’occupazione in particolare quella giovanile, ed ancora, la mancata sicurezza del territorio con l’aumento sempre più costante della criminalità organizzata, con particolare riguardo alle misure sterili di contrasto poste in campo sia di natura penale, civile ed amministrativa, cui si somma in maniera diffusa quella generale corruzione!!!

Già… i provvedimenti adottati si sono dimostrati sterili o quantomeno poco concreti, tanto che poco o nulla è stato realizzato contro i patrimoni di quei soggetti appartenenti o referenti a quelle organizzazioni mafiose e difatti ad oggi ben il 99% di quelle imprese, a suo tempo confiscate, operano attraverso nuovi espedienti nel mercato legale, già… come nulla fosse, anzi ciascuna di esse negli anni ha di fatto accresciuto esponenzialmente, accrescendo la propria influenza territoriale.

Viene quindi spontaneo chiedersi: sarà stata colpa dell’inadegua capacità dello Stato oppure di quei suoi referenti, non soltanto “infedeli”, ma incompetenti? Oppure le responsabilità vanno ricercate negli strumenti messi a disposizione dell’autorità giudiziaria e quindi delle forze dell’ordine? Si è trattato di inesperienza nel gestire in maniera professionale quell’immenso patrimonio e quindi nel dover affrontare tutti i problemi ad esso connesi, non solo nella fase preventiva della misura patrimoniale di sequestro, ma anche in quella successiva di confisca? Sì… mi riferisco a tutte quelle implicazioni di carattere economico, finanziario ed occupazionale derivanti dalla gestione diretta dello Stato di quei beni produttivi che come abbiamo potuto osservare in questi lunghi anni, hanno esclusivamente accompagnato con la “manina” la maggior parte di quelle società “interdette”alla loro cessazione!!!

Ecco perché non posso far altro che ridere su quanto ahimè accaduto, perché questa vicenda rappresenta solo in parte il completo fallimento dello Stato, ma soprattutto di quei suoi rappresentanti politici, gli stessi che hanno nel tempo preferito astenersi a quella lotta contro la criminalità organizzata, pur di ricevere in cambio da essa non solo i voti per i propri referenti di partito, ma affinchè tutto continui a restare inalterato, già… così comè!!!

Sì… debbo proprio dirlo: meritate proprio una gran bella medaglia!!!

Il Procuratore di Napoli, Nicola Gratteri spiega l'indegno problema della presenza dei cellulari nelle carceri!!!

Trovate il commento sulla pagina social di Tik Tok “antimafiaduemila” al link: https://www.tiktok.com/@antimafiaduemila/video/7389322510254279969?_r=1&_t=8oCceZVBJ6e

“Una situazione veramente drammatica” – dice il Procuratore – ” e non pensate che col palliativo di ieri risolviamo il problema delle carceri”.

È il commento tranciante fatto a Reggo Calabria dal procuratore capo di Napoli Nicola #Gratteri durante la presentazione del suo libro “Il grifone. Come la tecnologia sta cambiano il volto della ‘Ndrangheta”, scritto a quattro mani con il professore #AntonioNicaso. 

Il volume è stato presentato nei giorni scorsi assieme al procuratore di Reggio Calabria #GiovanniBombardieri e al procuratore aggiunto di Catania #SebastianoArdita, ai piedi del suggestivo Castello Aragonese.

“Voi dovete tenere presente che mediamente in ogni carcere sono 200 telefonini che funzionano – ha detto Gratteri -. Quando è scoppiato il problema dei cellulari in #carcere, è stata fatta una riunione alla Procura Nazionale dell’Antimafia in cui erano presenti tutte le procure distrettuali d’Italia. C’era anche il direttore Basentini con tutto il suo staff. E io dissi che era necessario compare un ‘jammer’ (disturbatore di frequenze, ndr) quantomeno per le carceri più grandi e in alta sicurezza. Dunque, Rebibbia, Milano Opera, ecc. MI dissero che non era possibile perché ‘se funziona il jammer come fa la polizia penitenziaria a comunicare?”

Eppure, ha spiegato il procuratore di Napoli, “in questo momento dal carcere si danno ordini di morte, si vende droga, si chiede l’estorsione. E non c’è indagine che noi facciamo per associazione di stampo mafioso, traffico di droga o altro dove poi non emerge che sentiamo 3, 4, 5, 10 telefonini che sono in carcere e comunicano con l’esterno. Questo è lo stato dell’arte”.

Ma d’altronde cosa vogliamo, con una politica che dimostra essere collusa con la criminalità organizzata, attraverso il ben noto la scambio di voti, cosa si può pretendere, se non quanto descritto dal nostro procuratore!!!

E un vero schifo e la circostanza peggiore è che a fare in modo che quanto sopra accada, sono proprio coloro che ci stanno governando, gli stessi che realizzano leggi per evitare di contrastare in maniera seria la criminalità e facendo in modo che quelle stesse leggi inconcludenti e sterili, possano poi esser da loro stessi utilizzate, per evitare di rimanere coinvolti in quelle inchieste giudiziarie, di cui ogni giorno andiamo ahimè udendo!!!

Concordo con Borsellino (fratello): quelle manifestazioni per la legalità sono soltanto una passarella!!!

Il 19 luglio tra pochi giorni si cercherà con l’ennesima commemorazione, di ricordare quella strage commessa nel 1992 in via D’Amelio!!! 

Parliamo del vile attentato di stampo terroristico-mafioso avvenuto all’altezza del numero civico 19 di via Mariano D’Amelio a Palermo in cui morirono non solo il magistrato Paolo Borsellino, ma anche cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina; si salvo soltanto l’agente Antonino Vullo che al momento dell’esplosione stava parcheggiando una delle auto della scorta…

Permettetemi di ricordare come ancora oggi, dopo ben 32 anni, non si conoscono mandanti e seppur gli esecutori di quella strage furono considerati affiliati a cosa nostra, stranamente l’ex boss Totò Riina, non diede mai alcuna giustificazione ai responsabili della cupola, difatti lo stesso Roberto Scarpinato (Procuratore Generale di Palermo) riprendendo quella vicenda dichiarò: “C’è una grandissima anomalia nell’esecuzione di questa strage, che è l’improvvisa accelerazione. E’ irrazionale se si pensa agli interessi di Cosa nostra. Quando Riina lo comunica ad alcuni capi di Cosa nostra questi rimangono sorpresi e non riescono a capirlo. Totò Riina non dà spiegazioni e taglia corto: mi assumo la responsabilità. Raffaele Gangi, quando esce da quella riunione, dice: questo è pazzo. Cangemi dice ‘a quel punto ho capito che doveva rispondere a qualche altro e quella strage doveva essere eseguita per motivi che andavano al di là di Cosa nostra’”.

Ma d’altronde abbiamo compreso tutti come ad uccidere il giudice Borsellino siano stati alcuni apparati dello Stato, gli stessi che erano in combutta con cosa nostra e che – avendo paura di esser stati scoperti a causa dell’interesse del magistrato per quei collegamenti politico/mafiosi sullo scambio di voto e nello spartimento degli appalti – non hanno permesso al giudice di salvarsi…

Già… perché va ricordato come il giudice Borsellino era a conoscenza dell’arrivo nel capoluogo di un grosso carico di esplosivo per essere utilizzato appositamente contro di lui e difatti, venti giorni prima dell’attentato, aveva chiesto alla Questura di disporre la rimozione dei veicoli nella zona antistante l’abitazione della madre. Ma la domanda – stranamente – rimase inevasa: immagino la carriera brillante  che avrà comiuto quel funzionario – responsabile della sicurezza del giudice Borsellino – per non aver messo in pratica quanto richiesto…

Come sappiamo la bomba venne radiocomandata a distanza, si sospetta che il detonatore che ha provocato l’esplosione sia stato azionato dal Castello Utveggio e comunque dopo l’attentato, l’agenda rossa che il giudice portava sempre con sè e dove annotava i dati delle indagini, non venne più ritrovata, in quanto venne fatta sparire dal luogo dell’attentato.

Come ho sempre ripetuto, non penso proprio che il giudice Borsellino fosse uno sprovveduto e sono certo che una copia dell’agenda sia stata conservata presso una cassetta di sicurezza, per esser a disposizione dei familiari, ma comprendo perfettamente come questa – per protezione familiare – non possa venir pubblicata, quantomeno non ora, ma sono certo che appena vi saranno le condizioni di salvaguardia, quelle copie fotostatiche verranno fuori ed allora inizieremo a riscrivere 30 anni della storia di questo Paese e di tutte quelle sue vergognose collusioni politico/mafiose ed imprenditoriali, con elencati i nomi di quei collusi e corrotti infedeli referenti!!!

Ecco perché non concordo con la maggior parte di quelle commemorazioni, perchè nulla è stato fatto realmente dallo Stato per eliminare in tutti questi anni la mafia dal nostro territorio, attraverso leggi mirate e soprattutto una politica seria di contrasto, che potrei viceversa paragonare per delicatezza all’acqua di rosa!!!

Viceversa – come solitamente accade – si è soltanto chiacchierato inutilmente!!!

D’altronde con non osservare quei gesti banali compiuti dai nostri referenti istituzionali, sempre lì a inchinare la testa dinnanzi a quelle ghirlande, a toccarle in maniera commovente quesi sis entisse su di essi il peso di quel lutto, ed infine quel baciare il nastro a striscie con i colori i della nostra nazione quasi a voler diventare un tutt’uno con essi… 

Ma poi… il nulla, tutto procede nello stesso modo da sempre e tutti loro, sì questi nostri politici restano lì in combutta con quel sistema criminale, lo stesso che foraggia con i loro voti quelle belle poltrone di cui non vogliono far a meno!!!!

Già… chiedetevi perché nessuno di essi, abbia mai proprosto una legge, per far concludere il proprio mandato dopo una legislazione!!!

Sì… perché tutta una buffionata, difatti basterebbero soltanto sei mesi per far scomparire per sempre la mafia e i mafiosi dalla Sicilia… se solo volessero farlo, ma chi d’altronde dovrebbe compiere ciò, forse coloro che finora hanno stretto un patto di collaborazione – basti osservare le campagne elettorali compiute negli anni – con quei referenti criminali???

Dice bene il fratello del giudice, Salvatore Borsellino: “Evidentemente una scelta di campo… quell’evento non ha nulla a che vedere né con le manifestazioni organizzate per il 19 luglio dalla Casa di Paolo e neppure con quanto è successo il 23 maggio: già… una parata per personaggi istituzionali, anche reduci da condanne penali per contiguità alla mafia, per amministratori eletti grazie all’appoggio della mafia, mai rifiutato, e per chi vuole addossare soltanto alla mafia le responsabilità delle stragi”.

Già… come non esser d’accordo!!!

La nuova "Mafia 4.0".

Avevo parlato alcuni anni fa nel 2019 della “Mafia 3.0” – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/03/la-mafia-catania-e-gia-30.html ed ora siamo passati ad un nuovo livello, già il 4.0!!!

Riprendo quindi un intervista al Procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, realizzata dal giornalista Alessio Ribaudo: Hanno l’aspetto raffinato dei top manager, si incontrano in lussuosi alberghi di mezzo mondo e pasteggiano a champagne facendo «affari». Il problema è che questi «affari» muovono fiumi di denaro sporco ricavato da tonnellate di stupefacenti che transitano nei porti: dove arrivano, insieme alle armi, con metodi ingegnosi come i sommergibili radiocomandati ai droni. Poi reinvestono i miliardi ottenuti creando impalpabili criptovalute, banche on line e utilizzando reti di cellulari invisibili. Questi boss “4.0” hanno capito anche che possono riciclare anche con l’acquisto di beni archeologici od opere d’arte come i dipinti di Van Gogh. 

Un esempio? A Castellammare di Stabia uno dei re del narcotraffico, a lungo latitante nella dorata Dubai (era stato estradato a fine marzo dagli Emirati Arabi),  nascondeva in un condominio due quadri del pittore olandese trafugati ad Amsterdam nel 2002. 

Oggi a impensierire principalmente le forze di polizia di tutti i continenti sono le macromafie internazionali che vanno dall’Europa al Sudamerica passando per l’Europa e gli Emirati. A passo svelto stanno soppiantando le organizzazioni criminali storiche italiane nei «tavoli» che contano dove si decide davvero. 

Sono boss violenti, senza scrupoli, che un tempo hanno imbracciato i fucili per guerre fratricide a Sarajevo; «padrini» che si accaparrano i miliardari fondi europei destinati all’Agricoltura in Slovacchia e non si fanno scrupolo a uccidere giornalisti che conducono inchieste su di loro come è avvenuto con Ján Kuciak (assassinato in casa nel 2018 con la sua fidanzata Martina Kušnírová).  

Trovate l’articolo completo : https://www.corriere.it/cronache/24_giugno_14/le-mafie-alla-conquista-del-cyberspazio-gratteri-in-alcune-banche-scoperte-tecnologie-che-ci-sogniamo-servono-giovani-ingegneri-nelle-forze-dell-ordine-776a4b15-e779-4bb6-90f9-b8c0de1d5xlk.shtml?refresh_ce

Nicola Gratteri: “I supermercati dell’hinterland di Milano e i locali vip del centro sono in mano alla ‘ndrangheta”!!!

A dirlo è il Procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, nel corso di un suo intervento durante il convegno svoltosi qualche giorno fa nel Palazzo di Giustizia di Palermo intitolato:“Le rotte e le logiche del traffico internazionale di stupefacenti e le evoluzioni della criminalità organizzata transnazionale”. 

Comunque, quella dei supermercati e dei locali pubblici di divertimento all’interno della cintura milanese in mano alla ‘ndrangheta della Jonica, non rappresenta certamente una novità, d’altronde quella stessa regola vale non soltanto a Milano, ma in molte altre città… 

Durante l’esposizione il procuratore racconta gli anni in cui fu messo sotto scorta, seppur molti colleghi e addirittura le stesse istituzioni minimizzavano il suo rinomato lavoro sulle cosche calabresi: “Ho iniziato nell’89 a fare questo tipo di indagini sulla droga, all’epoca ero già in Venezuela e in Colombia. In Italia i puristi, i grandi magistrati, storcevano il naso e dicevano: ‘Gratteri si occupa solo di droga’. Ci fu un presidente di Commissione Antimafia che a Reggio Calabria, nelle serate d’estate, ridacchiando e non avendo il coraggio di fare il mio nome, disse che la droga non gli interessava – continua – ma anche Procure importanti del Nord Italia hanno fatto una strategia dicendo che non erano importanti le indagini di droga, e in 7 anni a Milano, statistiche alla mano, sono diminuiti del 70% i sequestri e gli arresti per droga, ma anche le indagini per il 74 Dpr 309/90 (articolo del codice penale che racchiude le disposizioni per contrastare il narcotraffico e che punisce il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, ndr…)”.

Trovate l’art. completo al link: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/29/gratteri-tutti-i-supermercati-dellhinterland-di-milano-e-tutti-i-locali-vip-del-centro-sono-in-mano-alla-ndrangheta/7567382/

La verità è che in questo Paese non interessa a nessuno fare il proprio dovere, anzi tutt’altro, già… perché sono proprio coloro che non fanno un cazz… ad andare avanti e chi viceversa lavora, come ad esempio il procurattore Grateri, viene (quando – permettetemi di aggiungere – si riesce a non restare vittima della criminalità e degli apparati dello Stato deviato, come ahimè accaduto ad alcuni suoi illustri colleghi) deriso da individui collusi e ahimè incompetenti!!! 

Ma questo è il Paese che la maggior parte dei miei connazionali vuole, d’altronde l’importante è che il marcio possa continuare a diffondersi, se pur abitualmente “camuffato” in qualcosa di legale!!!

Sig. Costanzo: vede… noi non dobbiare lottare contro la Mafia, perchè noi siamo la mafia!!!

Mi chiedo spesso dov’è sia in questa mia terra la società civile…

D’altronde osservo quotidianamente come la maggior parte di essa non s’indigna minimamente su quanto abitualmente accada…
Sì… ho l’impressione che essi per farsi “sentire”, attendano esclusivamente quelle commemorazioni, già… le giornate della memoria e dell’impegno in ricordo delle innocenti vittime delle mafie, chissa… forse per pulirsi la coscienza, già… visto che poi, per il resto dell’anno, fanno in modo che non vi sia nulla per cui lamentarsi.
Tra l’altro vorrei ricordare ai miei conterranei che questa loro terra, già…la Sicilia, rappresenta il luogo in assoluto più adeguato per commemorare tutte quelle vittime di mafia, dal momento che proprio quell’associazione criminale ha commesso, per ogni giorno dei 365 giorni dell’anno, un omicidio a dimostrazione – per chi non lo sapesse – che quell’associazione criminale non si è risparmiata di commettere quei crimini mai… neppure un giorno!!!
  
Ora quindi, far finta o non evidenziare consapevolmente che la mafia sia presente ovunque e qualcosa d’ipocrito e aggiungerei meschino, sapendo come essa viceversa influenzi costanemente attraverso quel potere economico e finanziaro, ogni aspetto della nostra vita sociale!!!
Ha detto bene Papa Giovanni Paolo II, quando denunciando il crimine mafioso, definì in parte giustamente i siciliani: “Popolo che ama la vita, oppresso da una civiltà della morte”, ma forse ha dimenticato di completare la frase dicendo: “e che continua con il proprio sostegno a sostenere quei suoi carnefici“!!!
Abbiamo visto tra l’altro come durante l’arresto del defunto boss, Matteo Messina Denaro, vi sia stata una limitata esultanza per un arresto così eccellente, già… da parte di quei suoi acquisiti “compaesani” e difatti solo dopo alcuni giorni, quando tutti i media/social si erano scatenati contro quel paese adottivo del boss stragista, improvvisamente si è deciso di scendere in piazza!!!
La verità è che il cammino è ancora lungo, in quanto per sopraffare sconfiggere questa diffusa illegalità c’è bisogno di mettere in campo impegno e costanza e soprattutto una decisa collaborazione dei cittadini; ma fintanto che quest’ultimi continuano a girarsi dall’altra lato, fino a quando ciascuno evidenzia di salvaguardare il proprio orticello a scapito del futuro della collettività, beh… quel sistema collaudato “mafia”, continuerà a prosperare e soprattutto ad estendere ogni tentacolo nella società civile!!!
D’altronde ditemi, con una politica che non prevede alcun ricambio generazionale o quantomeno l’interscambiabilità di quei ruoli, già… con quelle “famiglie” che da sempre si trasmettono – quasi fosse un codice genetico – quelle poltrone, ditemi come si pensa di voler cambiare questa terra??? 
Peraltro abbiamo visto proprio in questi giorni nei Tg nazionali, che per sole 50 euro i cittadini vendano la propria dignità per un voto elettorale; basta una semplice busta di supermercato basta per farsi comprare, ma d’altronde i siciliani da sempre vivono questa loro isola, barattando quella loro pusillanime presenza col profitto, sì… tutto è ridotto ad esser merce di scambio!!!
Perchè combattere la mafia vuol dire lottare, creare una vera democrazia, la stessa che non permetta più disuguaglianze, ma che al contrario contrasti, corruzione e illegalità; è tempo di credere nuovamente nello Stato e nella giustizia, senza delegittimare la magistratura insinuando il sospetto di una giurisdizione deviata e provando così con l’aiuto di tutti a realizzare una società libera e slegata dalla mafia, che garantisca quei diritti fondamentali come lavoro, studio, casa, ma soprattutto che ridia nuovamente dignità e libertà alle persone. 
Quanto sopra rappresenta un sogno, sì… il mio!!! Certo forse un giorno si realizzerà, in quel momento sicuramente non sarò più tra voi, perché credo che i giovani sapranno fare la differenza, d’altronde è di loro il futuro (noi siamo il passato…), un avvenire che si dimostra per ciascuno di loro, ahimè incerto!!!
D’altro canto, auspicare un improvviso cambiamento da parte di decrepiti genitori e/o di miei coetanei, è una chimera!!! 
Essi infatti hanno alimentato nel corso di questi lunghi anni quel contagio e sono certo che se potessero finalmente liberarsi da quelle catene, già… se solo per un istante avessero il coraggio di dire ciò che realmente pensano di questo colluso e corrotto sistema, sono certo che al mio desiderio di cambiamento, essi controbbatterebbero senza alcuna indecisione, con il titolo d’apertura: Sig. Costanzo: vede… noi non dobbiare lottare contro la Mafia, perchè noi siamo la mafia!!! D’atronde a noi…è andata bene così, quindi, perché cambiare…

La Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia.

Dal 1961 ad oggi sono morte 1061 persone tra cui 115 ragazzi!!!

Bambini e adolescenti ammazzati dalla mafia, già da coloro che si definiscono “uomini d’onore“…

Quindi a morire non sono soltanto gli uomini delle forze dell’ordine e neppure magistrati, ancora meno preti, sindacalisti, uomini delle istituzioni, professionisti, imprenditori, giornalisti o ahimè anche quelle donne, madri, mogli e figlie che si ribellano ai propri familiari mafiosi… 

No… questa volta sono i bambini a pagare per le colpe dei padri oppure perché si trovavano causalmente lì a giocare o accanto ad un adulto che la criminalità aveva deciso di ammazzare!!!

La situazione più assurda è che quegli assassini, non ci hanno pensato un secondo a rimandare l’esecuzione sapendo bene che con quella loro azione, forse (ma di fatto quel dubbio… se solo l’avessero avuto…) un bimbo poteva restarne vittima!!!

Ma quelli se ne fottono dei bambini…

Potremmo chiamare quanto accaduto con il titolo di un film: “Il silenzio degli innocenti“; ancora oggi per molti di essi si attendono i nomi degli esecutori e soprattutto i mandanti!!!

In ricordo di ciascuno di essi è stato scelto un giorno importante, il primo giorno di primavera, il 21 marzo, deciso in quanto “simboleggia sia la rinascita, sia la vita“; l’inizio di un percorso di impegno e di speranza di lungo periodo, un momento nel quale, a causa dei conflitti in corso, non è garantito a questi fanciulli nulla, neppure quella semplice sopravvivenza…

Ho scritto in questi lunghi anni tantissimi post su queste giornate della memoria e vedrete come in alcuni casi non mi sia trovato d’accordo; il sottoscritto in questi trent’anni avrebbe voluto avere la sensazione che lo Stato fosse presente o quantomeno si dimostrasse più forte, certamente coeso contro quell’associazione criminale chiamata “cosanostra”, viceversa ho solo sentito belle parole, tante iniziative come proprio quelle di oggi, tantissime promesse, propaganda a non finire, ma nella sostanza – e potrei fare un elenco infinito di circostanze non compiute – tutto è rimasto sterile, facendo sì che negli anni la mafia abbia aumentato il proprio potere, non solo economico e finanziario, ma purtroppo sociale!!!

Sì… qualcuno vorrebbe illuderci con qualche arresto eccellente, ma la verità è che tutto è rimasto inalterato, chi comanda ora quell’associazione criminale è ancora seduto lì, ah… ricordo a chi di doverem che anche questo boss, come il suo predecessore, è di fatto “latitante” (speriamo quantomeno che questa volta non dobbiamo attendere altri trent’anni prima di giungere al suo arresto…) e la struttura che attualmente gestisce, è a tutt’oggi, rimasta inalterata!!!

Ma ormai da tempo ho capito che allo Stato fa comodo così, d’altronde il rischio è quello che realizzando una lotta seria verrebbero a saltare molte di quelle poltrone ed è questo il reale motivo per cui tutto alla fine così com’è!!! 

Comunque per oggi lasciamo andare, d’altronde non credo proprio che proprio stamani qualcuno si sia alzato in maniera volenterosa per fare una crociata contro la mafia ed arrestare un qualche noto criminale; già… con questa bella giornata…  lasciamo perdere e continuaiamo a goderci il profumo del mare e questo bel sole!!!    

Nel parlare sui Tg d'Influencer, Testimonial, Followers e beneficenza, si distoglie l'attenzione dal vero problema: la corruzione!!!

Ho appena ascoltato che il Consiglio dei ministri ha approvato un ddl contenente norme finalizzate a rendere più trasparente la beneficenza, con misure più stringenti anche per testimonial e soprattutto influencer…

Il  nuovo ddl stabilisce difatti che sia i produttori che i professionisti, comunichino all’Antitrust l’attivazione di una nuova attività promozionale ed il termine entro il quale è stato effettuato il versamento dell’importo. In caso di violazione sono previste sanzioni da 5mila a 50 mila euro a cui segue il 50% ricavato delle eventuali sanzioni che verrà utilizzato per iniziative solidaristiche!!!

Certamente un passo avanti per fare chiarezza e/o per contrastare quelle movimentazioni di denaro, se pur a volte compiute per fini filantropici, ma visto che parliamo di denaro mi chiedevo, perché eguale provvedimento non viene posto in atto per tutte quelle figure istituzionali e/o semplici pubblici ufficiali che hanno evidenziato d’aver esercitato pratiche corruttive???

Mi riferisco a quelle persone che nell’esercizio delle proprie funzioni fanno uso di richieste personali per procurare a sé o ad altri, un indebito vantaggio o il pagamento di una somma o di un’altra utilità non dovuta, anche in natura…

Ecco perché condivido quanto ha detto Papa Francesco: Dio ci ha comandato di portare il pane a casa con il nostro lavoro onesto!!!

Invece scopriamo che il genitore dava da mangiare ai suoi figli pane sporco. E i suoi figli, forse educati in collegi costosi, forse cresciuti in ambienti colti, avevano ricevuto dal loro papà come pasto sporcizia. Perché il loro papà portando pane sporco a casa aveva perso la dignità!!! 

E questo è un peccato grave: perché magari s’incomincia forse con una piccola bustarella, ma è come la droga.

E anche se la prima bustarella è piccola, poi viene quell’altra e quell’altra: e si finisce con la malattia dell’assuefazione alle tangenti!!!

Siamo davanti a un peccato tanto grave perché va contro la dignità. Quella dignità con la quale noi siamo unti col lavoro. Non con la tangente, non con questa assuefazione alla furbizia mondana. Quando noi leggiamo nei giornali o guardiamo sulla tv uno che scrive o parla di corruzione, forse pensiamo che la corruzione è una parola. Corruzione è questo: è non guadagnare il pane con dignità!!!

Per cui, invece di perder tempo parlando della Sig.ra Ferragni e di quei cosiddetti “influencer” (che tra l’altro “influenzano” come ho scritto più volte quei poveri rincoglioniti che per mancanza di personalità sono lì ad acquistare quei prodotti suggeriti pur di ottenere un eventuale beneplacito, ma d’altronde questi “followers” sono simili a molti miei connazionali che per compiacere i loro politici, calciatori o sportivi, attori e cantanti… si mettono in fila per applaudirli, auspicando che anch’essi attraverso quella riflessa visibilità possano elevarsi attraverso un autografo o una foto in loro compagnia, postata il più delle volte nei social, al fine di appropriarsi di un’autostima che sanno ahimè esser assente…), perché non si fa in modo che tutta questa diffusa corruzione abbia un fine!!!

Caro governo Meloni, è tempo quindi d’andare oltre panettoni, uova e colomba, perché tra un po’, con quanto sta per accadere nel mondo, di quei testimonial e soprattutto di quei dolciumi sponsorizzati, forse… ne ricorderemo soltanto il sapore!!!

Stamani??? Le solite notizie di cronaca che riguardano ahimè la nostra Sicilia!!!

Ho acceso stamani il cellulare e spostando il dito per aprire la finestra laterale di sinistra, ho iniziato a leggere le notizie in elenco riportate, molte delle quali facevano riferimento ad alcune note testate giornalistiche: “LASICILIA”, “LIVE SICILIA”, etc…

Beh, come solitamente avviene la cronaca occupa la parte predominante di quegli articoli, in particolare sono quelli che fanno riferimento alla criminalità organizzata ad occupare quelle pagine che trattano le confidenze intercettate dalle forze dell’ordine dei suoi affiliati, le dichiarazioni dei pentiti, i libri mastri ritrovati, le procedure d’ingresso nell’isola di droga, armi, denaro, ma anche quei metodi estorsivi posti in atto per raccogliere denaro da destinare ai detenuti, agli ex detenuti e a tutti gli affiliati in difficoltà, una cassa utilizzata come fosse un’ammortizzatore sociale…

Ci sono poi i colletti bianchi, i dipendenti pubblici infedeli, i professionisti legati a doppia maglia con quel sistema corruttivo e clientelare, ma non solo, anche tutte quelle società utilizzate per il riciclo dei proventi illeciti dei vari clan, parliamo di società meglio conosciute come “cartiere” che sappiamo da tempo, come foraggino quel sistema illegale…

Ora, leggendo questi articoli di cronaca mi chiedo se soltanto il sottoscritto comprenda quanto accade quotidianamente nella nostra regione, perché sono anni che se ne parla, ma alla fine non cambia nulla, a dimostrazione quindi che quel contrasto tanto celebrato costantemente dagli uomini delle nostre istituzioni, sia soltanto una presa per il cul…

Non dico che non si faccia parecchio per osteggiare quei meccanismi illegali, ma certamente se i risultati che si ottengono o che si sono ottenuti nel corso di questi anni sono questi, se si osservano quanto essi siano di fatto sterili per non dire inutili, valutando infatti le modalità con cui quell’associazione delinquenziale proceda, si comprende il perché essa continui in maniera agevole e senza alcun ostacolo…

Difatti, ad un affiliato arrestato ne subentra un altro, a una società sequestrata eccone subito un’altra e via discorrendo… quindi di cosa parliamo, se continua a restare questa la modalità di contrasto e quindi di contrapposizione, beh… lo Stato perderà sempre!!!

Ma d’altronde va detto, se chi dovrebbe porre in atto quelle necessarie misure è poi il primo che non le concretizza, ditemi: ma come si può sperare di cambiare questo stato di fatto???

Sì… leggendo ogni giorno quelle notizie, ripenso ad una frase detta dallo scrittore Antonio Amurri: “La lotta alla criminalità organizzata è molto difficile, perché la criminalità è organizzata, ma noi no”!!!

Tangenti, già… ovunque tangenti e sempre tangenti per aggiudicarsi quegli appalti!!!

E’ talmente ridicolo quel sistema corruttivo attuato per far circolare denaro a nero che ritengo la sua diffusione, ma soprattutto la mancanza di un serio contrasto da parte delle istituzioni, giustificato da un’unica spiegazione e cioè che esso interessa tutti, già… anche coloro che di fatto dovrebbero controllare!!!

Ed allora, ecco dopo quanto scritto ieri, l’ennesima circolazione di mazzette, in cambio di informazioni su alcune gare d’appalto!!!

Le bustarelle venivano incassate come sempre e cioè in contanti, solo che questa volta a filmare tutto c’erano i finanzieri di Brescia, video che ora fanno parte dell’inchiesta della pm Marzia Aliatis che ha già portato all’arresto di quattro persone tra cui un dipendente di Enel distribuzione. 

Sembra secondo gli inquirenti che quest’ultimo abbia ricevuto somme da una società di Bergamo, affinché quest’ultima potesse aggiudicarsi una gara d’appalto indetta dalla partecipata di Stato. 

L’indagato dalle investigazioni del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia, avrebbe intascato 70mila euro e difatti, grazie alla dritta, la società in questione si sarebbe aggiudicata un appalto di oltre 12 milioni di euro!!!

Sono seguiti inoltre dei sequestri e sette perquisizioni nelle province di Brescia, Milano, Bergamo, Novara e Chieti. 

Come ormai consuetudine, i reati contestati sono sempre gli stessi: associazione per delinquere finalizzata alla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, alla turbata libertà degli incanti, fino ad arrivare all’accesso abusivo ad un sistema informatico e all’omessa presentazione delle dichiarazioni.

Non per fare polemica, ma questo sistema dell’aggiudicazione degli appalti è così banale nel suo iter, che chiunque, anche il meno esperto, può riuscire ad individuare la percentuale da inserire in fase d’offerta, grazie soprattutto agli addetti ai lavori “infedeli” e ai documenti ricevuti facilmente ispezionabili con strumenti elettronici e informatici…

D’altronde verificare abusivamente i documenti ricevuti dal sistema informatico è una cosa talmente banale che non bisogna essere un hacker per riuscire a visualizzare le offerte trasmesse dalle imprese partecipanti a ciascuna gara d’appalto, come d’altronde eguale è il sistema adottato da molte società, appartenenti solitamente allo stesso consorzio (un vero e proprio gruppo celato che condiziona le percentuali d’offerte e si aggiudica i lavori), affinché dai controlli non si possa comprendere e ancor meno determinare quale società di quel gruppo sia realmente coinvolta in quel sistema illegale, nel caso risultasse l’aggiudicataria. 

Il sistema è fallace, già… lo scrivevo ai tempi di Cantone, ma sicuramente a molti non interessava far saltare il coperchio, perché pariamo di un sistema corruttivo talmente diffuso che da anni foraggia centinaia di migliaia di soggetti e quindi perché rinunciarvi???

E qualcuno ancora oggi, da parte delle Istituzioni, ha il coraggio di parlare in Tv di legalità e contrasto alla corruzione: ma per favore se sono proprio loro i primi a godere di quel malaffare!!!

DIA: non si ferma neppure sotto i giorni festivi!!!

Sono state migliaia le misure interdittive antimafia nel 2023 per le società in odore di mafia o legate a note associazioni criminali… 

Sono i numeri dell’attività della Direzione investigativa antimafia nazionale che hanno portato a sequestri/confische per centinaia di milioni di euro

Un bilancio certamente positivo anche se molto c’è ancora da fare, in particolare nei confronti di quelle società “affiliate” che presentano oggi una forma velata di pedigree “legale”, se pur di fatto risultano essere vere e proprie “cartiere” per il riciclaggio di denaro sporco proveniente da quel sistema di malaffare.

C’è bisogno quindi che lo Stato evidenzi una volta e per tutte la propria forza, mostri quindi in maniera concreta la lotta che vuole intraprendere senza più tentennamenti o compromessi politici, in particolare nei confronti di quelle amministrazioni comunali che evidenziano a tutt’oggi, una vera e propria assenza di democrazia in quei loro comuni. 

Ed ancora, bisogna rafforzare il ruolo della Dia nell’attività di contrasto, in particolare negli appalti pubblici, una condizione negativa che pesa enormemente sulle difficoltà economiche e produttive del nostro territorio. 

Inizia quindi un nuovo anno, ma la lotta alla criminalità non si ferma anche per ciò che concerne la lotta sul fronte “internazionale” che mostra essere uno dei maggiori interessi per le organizzazioni criminali, a seguito dei business e della gestione dei finanziamenti concessi dall’Unione Europea al nostro Paese e su cui molti vorrebbero metterci le mani…

Il 2024 è iniziato, ma la lotta alle “mafie” vedrete anche quest’anno non sarà facile, anche perché quest’ultime hanno (nel corso di questi anni) subito importanti trasformazioni, sia strutturali che concettuali, passando da quel semplice apparato familiare, a vero e proprio sistema integrato e connesso che non coinvolge soltanto l’appartenenza dei suoi affiliati, costituito da parenti, familiari e amici,  no… la realtà ci dice che quel complesso “corruttivo e illegale” si è esteso a professionisti e soprattutto a molti colletti bianchi, molti dei quali ahimè, si trovano attualmente a gestire proprio i nostri apparati istituzionali!!!

Procuratore, è tempo di farci un giro in moto!!!

 

“Quando mi comprerò la moto? Penso mai, chi ha ricevuto le mie attenzioni non penso dimenticherà”.

Risponde così alla giornalista Lilli Grubber durante il programma “Otto e mezzo”, il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri: https://www.la7.it/otto-e-mezzo/video/gratteri-chi-ha-ricevuto-le-mie-attenzioni-non-dimentichera-08-11-2023-512651

Il sottoscritto alcuni giorni fa, si era permesso, parlando di legalità, di realizzare – ad una domanda analoga – un omaggio al Procuratore di Napoli, http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/10/vivere-nella-legalita-semplice-basta.html ed ora, ascoltando quanto espresso nel programma di La7, ho pensato di riprendere quella foto, già… forse potremmo anche organizzare un giro della legalità in quella meravigliosa città partenopea, tutti in moto, con Lei al centro e noi a proteggerla, sì… da quanti – a seguito di quelle sue particolari attenzioni – vorrebbero ancora ricordarla!!!

Già… penso che potrebbe essere una valida idea, da un lato Lei finalmente realizzerà quel suo sogno, dall’altro noi, viceversa, con la nostra presenza, ma soprattutto con il nostro impegno, dimostreremo a quanti non lo avessero ancora capito, come anche noi… non li abbiamo minimamente dimenticati!!!

Procuratore, proverò quale associato a “Libera” di coinvolgere Don Ciotti, sì… per realizzare una manifestazione di legalità su due ruote; già… sarebbe un segnale importante non solo per la presenza dei cittadini, che sin d’ora prevedo numerosi, bensì per poter inviare un messaggio concreto di contrasto a quell’occulta organizzazione criminale!!! 

Procuratore, ci vediamo presto a Napoli…

È sorprendente leggere ogni giorno notizie su soggetti che non provano alcuna vergogna, per se o per i propri cari, pur sapendo di aver rubato!!!

Come dice il detto??? “Dio li fa e poi li accoppia”!!!

Sono convinto che dietro certi comportamenti “illegali” vi sia l’insegnamento ricevuto negli anni dai propri familiari…
Tutto inizia da quel concetto preciso che basa il proprio ragionamento sulle decisioni prese dal capofamiglia, ma ahimè anche dai consigli della propria consorte; parliamo di scelte e comportamenti proibiti che quotidianamente vengono messi in campo e che diventano conseguenze di come i propri figli crescendo (ed i loro figli dopo di loro…) mostreranno di quale “pasta” sono fatti!!!
Se un genitore dimostra d’esser avido, se va fiero delle mazzette che prende costantemente, se anche la coniuge pensa che quanto egli stia compiendo sia alla fine “opportuno”, tanto da elogiare ai figli quelle capacità dissolute del loro padre, intrinseca dimostrazione di quanto bravo sia quel loro genitore nel mettere in atto quei  meccanismi “corruttivi”, capaci di far introitare alla famiglia ogni genere di regalie e beni materiali…

Mi chiedo quindi, ma quale messaggio potrà mai passare nella testa di quei ragazzi, se non prendere a modello quel genitore e di conseguenza la propria famiglia? 

Perché va detto, crescendo quel giovane imposterà se stesso a quel modello con cui è cresciuto, infatti con il passar del tempo, quest’ultimo, imiterà perfettamente quel genitore “disonesto” e compirà anch’egli quelle medesime azioni sleali, non solo per se, ma anche per la nuova famiglia che nel frattempo avrà formato!!!
Sì… potremmo paragonare quanto accade ad un vero e proprio contagio, un’infezione che si trasmette da generazione in generazione e che, ahimè, non si arresta!!! 
D’altro canto, fateci caso… 
A vederla quella compagine sembra felice o quantomeno mostra in apparenza di esserlo; ciascun componente fa a gara per evidenziare ai propri amici la propria vita agiata, una vivacità improntata su quei beni fraudolentemente ricevuti, gli stessi che poi, alla prima inchiesta giudiziaria, verranno sequestrati!!!

Come ho scritto nel titolo di apertura, quanto compiuto in fin dei conti si riduce ad una mancanza di dignità!!!

D’altronde ditemi, come ci si può sentire nello scoprire come il proprio nome non sia legato – anche se solo all’interno di una pagine web – ad alcun merito o per aver evidenziato con i fatti, contrasto alla illegalità, bensì per tutt’altro, già… per circostanze che nulla hanno che fare con regole di convivenza civile e sociale, ma per aver commesso comportamenti fraudolenti!!!
Ecco perché le famiglie e soprattutto le relazioni che in esse si instaurano diventano elemento determinante di crescita, non solo sotto il profilo culturale, ma soprattutto morale!!!
Tocca quindi a questi figli cambiare questo stato di fatto, prima che sia troppo tardi; debbono saper imporsi e dire la loro, peraltro non può esistere alcun vincolo di sangue quando questo si sa esser infetto!!!
Bisogna quindi fare in modo che quei comportamenti decadenti del genitore non ricadano su di essi e per far ciò devono – in ogni modo possibile – contrapporsi a quell’assoggettamento incondizionato, contrastando ogni condotta “illegale”, la stessa che non esita – per il vile denaro – a sacrificare il buon nome della famiglia, circostanza quest’ultima che prima o poi, andrà a scapito delle loro aspirazioni, limitate da un destino già scritto…
Sì… per la sola colpa di appartenere a quella inclassificabile “famiglia”!!!
 

Carmelo Zuccaro proposto a procuratore generale a Catania.

Il Dott. Carmelo Zuccaro è stato proposto a procuratore generale di Catania Carmelo Zuccaro…

Erano due le proposte votate all’unanimità dalla commissione per gli incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura per le nomine dei procuratori generali di Firenze e Catania. 

Per l’incarico di Pg di Firenze è stato scelto Ettore Squillace Greco, procuratore di Livorno, che era stato sconfitto per un solo voto per la corsa alla guida della Procura di Firenze, per la quale è stato nominato Filippo Spiezia.

Mentre la commissione ha votato Carmelo Zuccaro, attuale procuratore capo, per la procura generale di Catania. 

La sua nomina a responsabile della procura generale è stata proposta all’unanimità dalla Commissione per gli incarichi direttivi del Csm. 

D’altronde ritengo che dopo l”ottimo lavoro compiuto in questi anni dalla Sua Procura Nazionale, questa sua nomina possa rappresentare la giusta soluzione per continuare a contrastare il malaffare presente in questa terra e provando in ogni modo possibile, attraverso il suo operato e quello del suo suberbo staff, di riuscire quantomeno a migliorarla!!!

Cosa nostra??? Non c'è più!!! Il 41 Bis??? Va eliminato!!!

Ecco su quale percorso giudiziario si è indirizzato il nostro Paese!!!

 “È in corso una smobilitazione della legislazione antimafia, si dice che Cosa Nostra non c’è più e che va abolito il 41 bis”, ovviamente non sono io a dirlo o meglio, il sottoscritto lo va ripetendo da un bel po’ di anni, ma comprenderete come il mio giudizio non rappresenti nulla di eclatante, dal momento che non ricopro alcuna posizione istituzionale, ma certamente l’operato compiuto costantemente come semplice cittadino – prima ancora che come delegato di un’associazione antimafia – mi ha portato a comprendere come in questi anni la giustizia, abbia deciso di percorrere una strada volta ad ostacolare o quantomeno a ritardare le attività di contrasto nella lotta alla criminalità organizzata e corruzione!!!

Quanto sta di fatto accadendo grazie a magistrati compiacenti presso taluni Tribunali, ha permesso di creare meccanismi deviati di complicità, compromessi, boicottaggi, ostruzionismi, rallentamenti, occultamenti, coperture, tutte procedure irregolari per creare disordine e caos, affinché la verità non giunga mai ad esser riconosciuta!!!  

Il sottoscritto in questi lunghi anni ha potuto vivere sulla propria pelle il fastidio dato per aver fatto il proprio dovere!!!

Vi è quasi una repulsione a questo modo di essere e non mi riferisco al giudizio dato da quei cosiddetti affiliati o a quanti dimostrano d’appartenere con le loro azioni, se non totalmente a quella criminalità organizzata, quantomeno a quel sistema deviato politico/massonico/imprenditoriale, no… questi soggetti, in un qualche modo, proprio per quel loro essere senza dignità, in un certo senso li comprendo pure… 

Ciò che viceversa mi da fastidio è vedere gli occhi delle persone “comuni”, di coloro che vorrebbero farti credere d’essere anch’essi  onesti, già di aver qualcosa in comune con alcuni di noi, ben sapendo nel loro intimo, quanto lontani siano dal solo potersi paragonare lontanamente, ad esempio al sottoscritto!!!

Certo mi si dice a volte di essere “pesante“, di non comprendere i limiti, quando secondo loro sia giusto fermarsi, già… come se alla legalità si possa dare un termine, una linea di demarcazione, oltre la quale tutto è possibile, sì… tutto è permesso!!!

Io comprendo questo loro ambiguo comportamento, perché quando un individuo nel corso della propria vita si è svenduto, quando si è compromesso, ecco che dentro di sé, inizia a pensare che anche gli altri sicuramente sono come lui, quasi a voler giustificare quel loro scorretto operato e difatti col passar del tempo, iniziano a credere che non può esserci nessuno capace di non piegarsi o ancor più… a non farsi corrompere, perché ritengono che nel corso della vita, c’è sempre un momento in cui si ha bisogno e quindi non si può fare a meno degli altri, sì… delle loro raccomandazioni, di quei favori strettamente personali, delle mazzette, di tutti quei meccanismi deviati e lerci con cui essi finora hanno convissuto!!! 

Dice correttamente il mio omonimo Nicola: “Il potere non vuole “gente pensante”, ma vuole conigli e gente accomodante che pur di avere uno sgabello è disposta anche a prostituirsi”

Già… il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Dott. Gratteri, risponde così alla domanda sul perché negli anni siano sfumate, dopo tante indiscrezioni, le sue possibili nomine a prima a ministro della Giustizia e, recentemente, come capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. 

Nicola… Nicola, tu sei come me… noi siamo uguali e noi siamo precisamente come ho scritto in un mio post “Ribelli” e questa tipologia di soggetti a modello “cani sciolti”, liberi e indipendenti, non potranno mai far carriera, perché non siamo ricattabili e sfuggiamo a qualsivoglia inquadramento!!!  

“La mancata nomina a ministro è ormai archeologia, ma non è importante sapere che Giorgio Napolitano non ha voluto (Procuratore, mi permetta di aggiungere che forse un giorno scopriremo quanto realmente accaduto in quegli anni nel nostro Paese) è importante sapere chi è andato da Napolitano per dirgli di non farmi ministro, che è un’altra cosa”, ha dichiarato Gratteri parlando dal carcere di Opera, in uno degli incontri del suo tour milanese organizzato dall’associazione “Su la testa” presieduta dall’ex consigliere regionale lombardo, Luigi Piccirillo. 

“Io per la mia natura e per il mio lavoro sono allenato a essere un decisionista. Per me – ha sottolineato il magistrato calabrese – la mediazione è un accordo al ribasso, significa arrivare a una decisione che accontenta tutti e quindi la non soluzione del problema. Noi invece dobbiamo fare quello che serve, rispetto alla funzione e al ruolo che abbiamo. E questo tipo di ragionamento al potere fa paura”.

Procuratore, se la cultura della legalità passasse da uomini come Lei, me e molti altri, questo nostro Paese sarebbe sicuramente meraviglioso e non esisterebbe più associazioni criminali e la politica ed i suoi interpreti anche istituzionali, sarebbero liberi da qualsivoglia compromesso!!!

Ma purtroppo tra un po’ Lei non ci sarà più a svolgere quel suo incarico, di me forse… resteranno le condanne, le denunce in corso, quelle presentate e quelle rimaste celate dentro i cassetti di un qualche “magistrato” e chissà se forse queste mie parole, espresse da un semplice Blog (ma seguite dai tanti incontri dove ho provato a trasmettere nel mio piccolo quel messaggio sulla “legalità” a molti ragazzi), ecco… chissà se forse un giorno, quanto si è insieme seminato, Lei col suo incarico ed io con la mia passione, porterà finalmente a quel rinnovato cambiamento cui da sempre credo, perché rappresenta uno dei principi fondamentali della mia vita, lo stesso che mi da ogni giorno quella necessaria forza interiore per continuare e soprattutto per non fermarmi!!!

Nicola, cosa aggiungere: andiamo avanti…

Quando si parla di componente massonica in ambito d'associazioni criminali, (come da tempo ripeto…) non si parla quasi mai di massonerie regolari!!!

A dirlo è il magistrato della Dda di Catanzaro, Giuseppe Lombardo, che ritiene questo un dato di particolare rilievo, che necessita di una ulteriore specificazione. 

Questo dato non significa che non ci possano essere componenti regolari che si trasformano in componenti deviate, irregolari, per entrare a far parte dei sistemi criminali di tipo mafioso particolarmente evoluti…

La teoria si accompagna tra l’altro ad esempi tratti da inchieste dove nelle intercettazioni citate a più ripetizioni, si tratteggiano sfumature massoniche all’interno di quelle organizzazioni criminali. 

Vedasi ad esempio quanto emerso nelle inchieste “Purgatorio” e “Bellu lavuru“, dove l’ascolto di taluni affiliato ha portato a quanto segue: «La ‘ndrangheta gliel’abbiamo lasciata a quattro “storti”. Adesso quelli che contano sono coloro i quali fanno parte della massoneria – ed ancora – «Attenzione, non conta la componente visibile, che è la ‘ndrangheta di base, che deve vedersi, per manifestarsi sul territorio. Quello che conta, io ne faccio parte da qualche anno, è la componente invisibile o massonica»!!!

Il procuratore Lombardo tra l’altro nel sottoporre alla Commissione una serie di elementi, ricorda come questi conducano all’affermazione della esistenza di una sola organizzazione, che in sé racchiude le mafie di Sicilia, Calabria, Puglia e Campania!!! 

Difatti continuando, quando iniziamo a sentire collaboratori di giustizia siciliani ai quali poniamo domande non su Cosa nostra, ma sulla ‘ndrangheta, questi cominciano a raccontare tutta una serie di particolari, che il collaboratore calabrese ovviamente bypassava nel suo racconto…

Un pentito ad esempio rispondendo ai magistrati della Dda di Reggio Calabria nel 2014 la prima cosa che dice è:

 “lo sapete che io collaboro dal 1994? Sì. E lo sapete che già in quegli anni io ho parlato di Calabria? Sì. E ci avete messo 20 anni, però, per venire a sentirmi. In questo sistema accanto alla componente tipicamente mafiosa, devono operare altre componenti: istituzioni deviate o infedeli, professionisti al servizio delle grandi mafie, purtroppo anche componenti politiche, mi viene da dire, appartenenti infedeli anche ai servizi di sicurezza. È una costruzione complessa «in grado di interagire con tutti i centri di potere che contano», e “deve” contenere anche «la componente massonica nell’accezione che vi spiegavo prima”!!! 

Ecco… si sa tutto di quel sistema massonico, eppure quest’ultimo continua a operare come nulla fosse, d’altronde permettetemi di ricordare come i nostri stessi deputati regionali e i componenti del governo, avrebbero dovuto dichiarare la loro eventuale iscrizione a logge massoniche e non hanno risposto e quindi, cosa ci si può aspettare se non quella abituale inconsistenza prodotta dalla politica e dalle normative poste in campo per contrastare quel sistema corrotto e criminale, quanto poi di fatto si preferisce tenere tutto in piedi???   

Quale criminalità organizzata, oggi? Struttura e attività – nuove strategie di intervento a contrasto.

Avrei voluto esserci, ma il lavoro mi ha condotto quest’anno ad essere lontano dalla mia Catania, anche se quotidianamente seguo quanto accade non solo nel capoluogo etneo, bensì in tutta la regione… 

Tra l’altro, il convegno di cui sto per parlarvi, organizzato dalla associazione “Alfredo Agosta” di cui mi pregio di aderire, è stato realizzato presso lo stesso Istituto che frequentavo quand’ero adolescente, già… quell’Istituto Tecnico Superiore Statale: “G.B. Vaccarini”.

Sono passati parecchi anni da quando mi diplomai in quel lontano 1985 e credo che se oggi ho potuto fare affidamento su certi principi, come per l’appunto quelli della legalità (che mi vedono da anni impegnato in prima linea…), molto lo si deve principalmente agli insegnamenti ricevuti allora da quella scuola e dai suoi professori, che ricordo ancora con affetto…   

E’ difatti fondamentale provare in ogni circostanza a trasmettere ai nostri giovani quella cultura della legalità, che dovrà essere principio fondamentale della loro vita e a cui crescendo, non dovranno mai rinunciare.

Il tema del convegno è stato: Quale criminalità organizzata, oggi? Struttura e attività – nuove strategie di intervento a contrasto”.

Ad aprire i lavori è stato il Dirigente Scolastico Prof.ssa Salvina Gemmellaro, la quale si è soffermata sull’importanza di affrontare unitamente ai ragazzi temi sulla legalità e sulla criminalità organizzata.

Presenti tra i relatori, il Sostituto Procuratore della Repubblica Dott.ssa Antonella Barrera, che ha evidenziato come la mafia si autoalimenta con i propri comportamenti illeciti (estorsioni, sostanze stupefacenti, appalti ecc…) e proseguendo conversando con i ragazzi, si è soffermata sull’importanza non solo di credere, ma soprattutto di trasmettere quella cultura di liceità, parola che è stata più volte ripetuta durante il convegno.

L’Associazione Nazionale Antimafia Alfredo Agosta, rappresentata dal segretario Alessandro Patanè, ha portato i saluti istituzionali del Presidente Ing. Carmelo La Rosa, spiegando come l’Associazione  si muova sul territorio e quali compiti si prefigga di ottenere; ad egli, è seguito successivamente l’Avv. Antonio Cannavaro collaboratore esterno dell’Associazione, che ha illustrato ai ragazzi l’importanza della denuncia, ma anche del diritto di difesa.

Era presente altresì il dott. Giuseppe, figlio del Maresciallo Alfredo Agosta, che ha raccontato ai ragazzi della sua vita personale, d’altro canto comprendere come vivere senza un padre non sia per nulla facile, soprattutto quando lo si è perso in quel modo così crudele, vittima di quella brutalità umana o per meglio definirla: “inumanità” chiamata “mafia”!!!

Giuseppe Agosta esordisce comunque con parole pregevoli che trasmettono a quei giovani presenti la speranza, un messaggio importante quello cioè che nella vita si può sempre scegliere e decidere dove stare e soprattutto con chi: “nella mia disgrazia sono stato fortunato, perché ho avuto alle spalle una grande madre e una famiglia ovvero l’Arma dei Carabinieri”.

E importante sempre e in ogni circostanza far comprendere a quei discenti cosa li attenderà fuori dalla scuola, quanto il loro essere onesti, prima con se stessi, sarà di grandissima importanza, in quanto primo passo per migliorare non solo essi, ma anche il Paese in cui credono!!!

Questi giovani devono comprendere che è da loro che passerà il futuro, essi potranno rappresentare con le loro scelte la differenza, ma nel far ciò non dovranno mai piegarsi o aver paura o patire le pressioni dell’ambiente circostante, perché quest’ultime con il passar del tempo ci saranno e faranno in modo da condizionare qualsivoglia loro decisione, provando ad esercitare su di essi pressioni con metodi coercitivi, pur di raggiungere quelle volute azioni disoneste… 

Ed è per queste motivazioni che essi in questa loro crescita dovranno scegliere, cioè… rendersi conto che non potranno mai essere onesti verso gli altri, se prima non lo saranno in fondo con se stessi!!!

Ed allora, mi permetto di condividere il pensiero di un uomo che posandomi da fanciullo la mano sul mio capo mi disse: non importa quanto tu sarai buono o monello, l’importante è che tu nella vita sia sempre onesto!!! Era… il Presidente Aldo Moro.

Nel salutare quindi, lascio quest’ultimo messaggio a modello eredità, confidando che attraverso di esso, si possa orientare se stessi verso quei naturali principi di giustizia e legalità, gli stessi che faranno in modo da sostenervi e affrontare la vita in maniera dignitosa, per come avvenuto al sottoscritto. 

Diceva Sigmund Freud: “Essere completamente onesti con sé stessi è un buon esercizio, ma esserlo con gli altri, sarà musica per le loro orecchie”.

  

La libertà non può mai essere "Pizzo"!!!

Una presa per il cul…. 

Già, prima vittima della mafia e poi dell’antimafia!!!

Sembra incredibile eppure – a suo dire – da entrambe, questo imprenditore campano, ha subito di fatto un estorsione. 

Ed allora raccontiamo questa storia…

Siamo nel marzo 2020 e alcuni affiliati alla camorra chiedono ad un imprenditore di pagare il pizzo, seimila euro all’anno, sì… questo era il prezzo da pagare per poter continuare la propria attività.

L’imprenditore decide allora di denunciare e così pochi giorni dopo iniziano le ritorsioni, cui son seguite di lì  a poco, minacce, furti, precisamente due furgoni.

L’imprenditore comunque si dimostra fermo nelle sue posizioni e non paga e così con il passar del tempo, il suo caseificio viene un giorno avvolto dalle fiamme, un danno quantificato secondo i consulenti assicurativi intorno al milione di euro!!! 

Comprendere da voi come in quell’incendio, non sia bruciata la sola azienda, ma tutta la vita di un onesto imprenditore e soprattutto il futuro della propria famiglia; ma non solo, grazie a questo Stato fallace nel saper proteggere quei cittadini coraggiosi, è andata in fumo anche quel po’ di legalità che ancora sopravviveva!!!

E sì… perché le cose vanno dette con il loro nome e cognome, senza giri di parole, senza quei classici proclami o quelle abituali iniziative del caz…, peraltro sono le stesse che sappiamo bene non portano a nulla, perché lo Stato, si quello stesso Stato che tanto si vanta ora (dopo trent’anni…) di aver preso il boss di Castelvetrano, deve saper dimostrare di esserci sempre, in particolare proprio quando accadono fatti gravi come quelli sopra descritti!

Ma sappiate comunque che la circostanza più grave non è quella riportata sopra (se pur certamente gravissima…), già… perché dopo essere stato vittima di quell’associazione criminale, ecco giungere per quell’imprenditore una nuova batosta: l’associazione antiracket!!!

Difatti, chi avrebbe dovuto affiancarlo con un supporto legale in quella lotta alla criminalità, per come d’altronde riportato in quel loro Statuto “promuovere l’elaborazione di strategie di difesa e di contrasto al racket delle estorsioni, all’usura e a tutte le forme di criminalità che ostacolano la libertà d’impresa. Inoltre, si impegna a garantire assistenza legale e solidarietà agli imprenditori vittime del fenomeno mafioso ed in particolare a chi è colpito da attività estorsive ed usurarie – e veniamo agli obblighi – gli associati hanno l’obbligo di svolgere la propria attività verso gli altri in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro, anche indiretto”, si dimostra nei fatti altrettanto esecrabile, chiedendo a quel disperato imprenditore, un costo di tremila euro al mese, per intervenire a favore della sua causa…

Sorge quindi una domanda: ma in quello Statuto l’Associazione non dichiarava di garantire il gratuito patrocinio? Ed allora com’è possibile che accade il contrario (già le circostanze fanno pensare che esse non siano nei modi così dinnanzi anzi tutt’altro…), perché “per essere difesi, bisogna pagare” e così quell’imprenditore è costretto ad effettuare i bonifici richiesti, due da tremila euro ciascuno, con causale: spese legali!!!

La storia ovviamente continua con rassicurazioni, promesse di denaro che non giungeranno mai ed infine prese di distanza da parte del Presidente dell’Associazione antiracket (che ha dichiarato di essere sorpreso e di non sapere nulla di questa vicenda), per quel loro associato che ha evidenziato, comportamenti e atteggiamenti, inqualificabili. 

Quest’ultimo, va detto è stato denunciato dall’associazione antiracket e si è dovuto dimettere dall’incarico.

In questi anni ho scritto post feroci su talune associazioni antimafia di facciata (basti scrivere su “cerca” la parola “antiracket”), non per nulla le stesse cronache giudiziarie, hanno evidenziato come queste organizzazioni non siano nuove a questa tipologia di comportamenti e le denunce presentate in tutta Italia, da tantissimi imprenditori, confermano ma soprattutto rafforzano, quelle disonorevoli prassi!!!

Certo non proprio una pagina di legalità di cui andare fieri, per fortuna che queste rappresentano la minoranza nel Paese…

Più si decentra il potere in ambito locale, maggiore sarà la possibilità di risolvere i problemi, grazie ai favori di qualcuno che potrà intervenire!

Una cosa è certa, esiste un connubio che lega politica, imprenditoria, massoneria e criminalità organizzata!!!

Certo va detto, alla maggior parte delle persone questi argomenti interessano poco, preferiscono dedicarsi a pubblicare post su Tik Tok o leggere notizie in particolare quelle gossip su veline e calciatori…

La verità…??? Cosa interessa alla società civile se questo nostro Paese sta andando in rovina, se c’è chi non arriva a fine mese (e non perché non possieda un lavoro, ma perché con il solo stipendio a stento si sopravvive…) mentre c’è chi viceversa, gode di una vita da nababbo, grazie agli incassi in mazzette ricevuti ogni mese…  

A nessuno interessa quanto avviene al di fuori del proprio orticello, soprattutto quando nulla di extra in denaro entra nelle loro tasche ed allora, emergere quel pensiero generale: che si fottano, che rubino pure quei nostri politici, al limite il giorno in cui dovremmo avere bisogno, sapremmo dove andare a bussare!!!

Lo stesso dicasi per quella parte d’imprenditoria collusa (e/o affiliata), la stessa che ha accolto per ingordigia il denaro riciclato proveniente da quelle associazioni criminali, d’altro canto è grazie ad esso che ci si garantisce l’utilizzo di manodopera a nero, la riduzione dei costi sulla gestione dell’impresa e nei lavori, l’utilizzo di forniture d’indubbia provenienza, l’uso di prodotti energetici utilizzati per fini diversi da quelli previsti e ancora, lo smaltimento dei rifiuti in maniera irregolare, il mancato pagamento dei tributi, etc… 

Peraltro, nessuno da quel mondo istituzionale dice nulla, d’altronde vorrei ricordare come è proprio grazie a quel denaro che si acquistano pacchetti di voti per i nuovi candidati sindaci, consiglieri regionali ed ahimè parlamentari…

Un abbraccio che lega tutti e che aggiunge alla lista di cui sopra illustri professioni, in particolare quanti possiedono competenze specifiche su economia e gestione aziendali, funzionamento e dinamiche di intermediazione bancaria, nonché capacità personali sui rapporto tra questi ed i mercati internazionali, fornendo quelle necessarie conoscenze (essenziali) anche in ambito giuridico…

Perché si sa, le mafie hanno bisogno di professionisti, soprattutto per riciclare i soldi provenienti da tutte quelle loro attività illecite, perché è grazie a quelle loro competenze tecniche che possono puntare a controllare il mercato, inserirsi negli appalti, impossessarsi dei fondi pubblici, gestire il potere locale che come riportato nel mio titolo, quanto più questo viene decentrato da Roma e trasferito in ambito locale, tanto più le personalità che contano e che controllano il territorio potranno intervenire – quando chiamati – per “risolvere” i problemi…

Ecco perché a differenza della maggior parte dei miei connazionali che preferiscono continuare nell’indifferenza generale, il sottoscritto non sta zitto; d’altro canto loro sono come i nostri governanti, sempre pronti a ricordare in quei particolari giorni della memoria le vittime di questo nostro paese,  ma poi, nulla fanno per contrastare questo sistema colluso e corrotto, anzi, partecipano in quelle collusioni realizzando norme a vantaggio della corruzione e della criminalità organizzata!!!

Tralasciando difatti quanto appena compiuto dall’appena insediato Governo Meloni proprio sotto il profilo giudiziale (di cui a giorni riprenderò l’argomento), vorrei chiedere a ciascuno di voi, cosa ha fatto l’ex presidente Draghi in azioni di contrasto: Nulla… non ha pronunciato neppure la parola ‘mafia’ in un anno e più di governo o meglio è andato un giorno alla  DDA di Milano per leggere due pagine di relazione sullo stato di fatto delle mafie in Italia… 

Ma che cazz… ci interessa sapere di ciò che conosciamo perfettamente!!! 

Era importante viceversa sapere da quel Presidente del Consiglio (che a differenza di tutti gli italiani che ne hanno elogiati virtù… il sottoscritto, sin dal suo insediamento, scriveva post per evidenziare quanto mai e poi mai l’avrei voluto seduto lì al governo…) una sola cosa che avesse messo in atto per contrastare quelle mafie!!!

Come dicevo sopra: Nulla!!!

Già… siamo ancora qui dopo tanti anni, avanzando in modo disordinato e senza alcun indirizzo rigoroso, nel frattempo la criminalità organizzata si è portata a un livello superiore, internazionale, certamente più complesso, sfruttando tutti i cavilli normativi attualmente presenti, non solo nazionali, ma anche europei… 

Ma come riportavo sopra, a nessuno interessa risolvere il problema e nel frattempo la mafia corre, sì corre e va sempre più forte, certamente di uno Stato che dimostra essere allo sbando, d’altronde basti osservare con quali norme appena varate si cerca di contrastarne quelle azioni di malaffare, che dire… non ci vuole un genio per comprenderne l’inutilità, poiché esse non daranno alcun beneficio a quella lotta!!!

Dai, finiamo di prenderci per il culo… diciamolo ad alta voce che questa situazione ci piace e che chi ancora pensa “da solo” di contrastare – quantomeno moralmente – questo schifo è un coglione!!! 

Ma… per fortuna il sottoscritto insieme a molti altri non si sente così: sì, ci provano ad isolarci, a farci sentire soli, ma uno non è mai solo se può contare su se stesso e sulla propria forza, anche se solo morale!!!

D’altronde a cosa servono gli altri, quando soprattutto essi si comportano come pecore; già… non puoi contare su di loro, non puoi fare alcuna battaglia sociale per riportare nuovamente in alto quei valori da troppo tempo persi di democrazia, principi di legalità e solidarietà non più radicati non solo nel nostro ordinamento ma ahimè anche nelle coscienze…

Sì… se nessuno quindi vuol far nulla per cambiare questo sistema e questo stato di cose, mi chiedo, quanto tempo ancora ci resta prima di veder sprofondare nel baratro questo nostro Paese??? 

La mafia esiste grazie alla politica, alla massoneria, ma soprattutto al sostegno di quegli imprenditori collusi!!!

La mafia più pericolosa non è quella di strada, quella che quotidianamente conosciamo grazie a quegli affiliati che di volta in volta vengono arrestati (e poi ahimè celermente scagionati…), quelli delle piazze di spaccio, quelli delle rapine e dei furti, del pizzo quando “autorizzato”, quelli delle scommesse clandestine o quelle che si occupano di contrabbando, oppure, quelli ancora che si adoperano ogni giorno nella vendita dei prodotti contraffatti…

No, quella se pur deleteria rappresenta la mafia dei poveri, quella di livello inferiore, potremmo definirla di bassa statura…

Quella viceversa più pericolosa è quella che non si vede, quella che ha consentito ai suoi capi di sopravvivere, di rendersi latitanti per molto tempo, di difendersi dal contrasto dello Stato in particolare quando quest’ultimo ha provato seriamente a far valere la propria forza…

Ecco perché vanno ricercate in quelle proprie capacità le armi per sconfiggerla, iniziando demolendo quei rapporti consolidati con professionisti esterni, funzionari pubblici, massoni, politici e come riportavo nel titolo del post con quegli imprenditori che si sono da tempo messi a disposizione di quell’associazione, perché da lì che si veicola il denaro proveniente dalle attività illegali, lo stesso che attraverso queste attività commerciali e/o imprese, viene costantemente riciclato.

Perché il denaro la chiave di tutto, con esso si aprono tutte le porte, anche quelle che sembrano a prima vista sigillate ed è attraverso il denaro che si giunge al potere ed al controllo del territorio, questo concretizzato da rapporti esterni, in particolare mi riferisco a quelli della politica, tanto da rappresentare quest’ultimo l’anello di congiunzione, indispensabile per effettuare ogni loro business!!!

Parliamo di una “mafia 3.0”, un’associazione criminale impegnata principalmente nell’accumulazione di denaro, per poi investirlo in nuove proprietà e/o attività legali…

Ecco perché negli anni cosa-nostra ha modificato le proprie metodologie coercitive, vedasi ad esempio l’imposizione del pizzo; nel territorio in cui opera essa non ricorre più – a esclusione di quelle significanti holding e/o società – a quella odiosa tangente, ma bensì  fa in modo che quella imprenditoria, diventi con il passar del tempo socia in affari, attraverso nuovi soggetti dal pedigree limpido, direttamente o indirettamente legato a quella associazione in qualità di affiliato o anche di mero prestanome!!!

E’ finito il tempo in cui cosa-nostra era rapace e parassita, imponendo i propri diktat, ora mira ad un nuovo rapporto di collaborazione, dove i problemi vengono risolti da entrambe le parti in gioco, anzi cosa-nostra interviene con finanziamenti propri, affinché quell’attività – a prima vista “legale” – possa crescere e svilupparsi… 

Un vero e proprio sodalizio, un legame che porta profitti e che attraverso quella crescita economica, porta benefici finanziari ad entrambi le parti… 

Peraltro va ricordato come fare “impresa” non significa esclusivamente crescita e ricchezza, no… essa è iniziativa, fatica, difficoltà, sforzi, ma soprattutto sostegno, sì… nel voler aiutare la comunità creando posti di lavoro, perché quest’ultimi si sa, forniranno quel bramato consenso, che alimenterà al momento opportuno, quel necessario sostegno al politico prescelto, perché proprio su quel diffuso consenso e sulle relazioni esterne, che si basa tutta l’essenza della mafia stessa!!!

Ecco perché necessario per lo Stato recidere quei legami, altrimenti qualsivoglia scontro con quell’associazione criminale, condurrà sempre – nonostante l’esito favorevole, concreto e positivo – a vittorie parziali, mai risolutive, tali da permettere nuovamente a quei tentacoli di potersi in breve… ricostituire!!!

Ed eccoci allora nuovamente… al punto di partenza!!!

Ho come la sensazione che la capacita dello Stato di prevenire i reati, non si sia mai evoluta!!!

Non so voi, ma il sottoscritto in questi trent’anni non ha visto alcun cambiamento positivo per quanto concerne la crescita di legalità…
Nel chiarire meglio questo concetto, ho come la percezione che le azioni adottate dalle nostre Istituzioni nei confronti della criminalità organizzata, non abbiano  portato a una concreta riduzione dei reati nel nostro Paese.

Già… quel cosiddetto “contrasto” alla illegalità, non ha determinato nei fatti quel cambiamento radicale tanto desiderato, in particolare nelle coscienze dei cittadini, come d’altro canto potrei dire che le dotazioni tecnologiche poste in campo dalle forze dell’ordine, non hanno minimamente spostato in modo ragguardevole o quantomeno decisivo (a favore proprio di quest’ultimi) gli equilibri posti in campo, dimostrando che quanto utilizzato dalla struttura delinquenziale nell’esercizio delle proprie funzioni, è rimasto inalterato!!!

Viceversa mi è sembrato che con il passar degli anni, i reati siano aumentati ed abbiano coinvolto sempre più settori, anche quelli che prima venivano da quell’associazione criminale scartati; viceversa, posso affermare che vi è stata una rilevante riduzione nel contrasto alla criminalità organizzata, dove – a esclusione del periodo buio vissuto nel periodo delle stragi – ho visto affrontare (dai vari governi nazionali) in maniera certamente labile, quella necessaria intransigenza!!!

Quei fatti gravi, hanno provocato nella società civile un’atteggiamento di sfida e di dissenso, già… quel momento storico ha alimentato un’intensa energia emotiva, la stessa che è stata capace d’influenzare le decisioni del governo, obbligando quest’ultimo a un cambio di rotta, considerato peraltro l’inerzia fino ad allora adottata da tutti i governi nazionali, gli stessi che proprio sulla “giustizia” hanno evidenziato ancora oggi d’aver miseramente fallito!!!

D’altronde fateci caso, i Tg nazionali non aprono più le loro edizioni parlando di reati, di corruzione nella pubblica amministrazione, di tangenti negli appalti, di politici corrotti, nessuno più si preoccupa dei fondi esigui destinati alla sicurezza o al controllo del territorio nel nostro paese… 

Il pensiero generale è quello che: “Va bene così… d’altronde ciò che si può fare si fa, il resto… va da se”!!!