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Catania e la sua ennesima frode…

Chissà perché… ma quando c’è da far “girare” tanti soldi, la nostra città è sempre al primo posto!!!

In particolare, ciò che m’incuriosisce è scoprire da quelle inchieste come, la maggior parte di quel denaro, siano per lo più proveniente da… fondi pubblici.
Nel gergo giuridico il reato è “malversazione e distrazione in danno dello Stato” (ex art. 316 c.p.), ma la verità è che di quel denaro, si conosce sin dal principio l’esatta destinazione… ancor prima di averlo iniziato a movimentare. 
Infatti quei fondi, passano di società in società, da banca in banca, per finire quasi sempre in quei conti esteri cifrati, riconducibili solitamente a familiari…
Il fine è sempre quello… la truffa: si cerca di realizzare con il minimo sforzo, il massimo tornaconto finanziario… riuscendo a destinare tutte quelle somme di denaro derivanti dai contributi pubblici, per fini diversi da quelli, per i quali erano stati concessi…
Ma dopotutto perché meravigliarci… se contiamo le cronache dell’ultimo decennio, vedremo che il numero di truffe e imbrogli, compiute nella sola provincia di Catania (non solo a scapito della comunità europea, ma di molti Enti Pubblici), sono centinaia, anzi sarebbe più corretto dire migliaia; storie dove imprenditori e liberi professionisti senza scrupoli, sono disposti a tutto… pur di realizzare dei guadagni illeciti. 
Per cui leggere oggi l’inchiesta della Procura di Catania, sulla vicenda legata al ex Hotel di Capomulini “La Perla Ionica” e sull’utilizzo di quei concessi finanziamenti pubblici, utilizzati successivamente per altri scopi e soprattutto in altri territori, non mi meraviglia minimamente!!!
Rappresenta d’altronde, l’ennesimo provvedimento di sequestro a società, in questo caso, alla Waste Italia (già Kinexia S.p.a.) e alla Volteo Energie S.p.a, rispettivamente aventi sede a Milano; d’altronde le due società, sono legate di fatto tra esse:  La Volteo (impresa nel settore delle fonti di energia rinnovabili) è inserita nel gruppo societario Waste Italia S.p.a.. 
Per cui, 5,7 milioni di euro (grazie ai propri amministratori) sono stati rivolti a finalità diverse, invece di essere destinati alla crescita del nostro territorio, ma tanto di far crescere questo territorio, non importa niente a nessuno… o meglio l’unica cosa che interessa, a molte di quelle società che operano nella nostra terra è esclusivamente: “fregare”!!!
Quindi con la scusa della crescita economica del settore turistico, la società acquirente (la Item Srl) ha potuto beneficiare di uno dei contratti di sviluppo promossi dal Ministero dello Sviluppo Economico, finalizzati alla concessione di finanziamenti europei a fondo perduto…
Nel frattempo il complesso alberghiero, aveva attratto l’interesse della famiglia reale di Abu Dabhi, che proprio attraverso un diretto familiare ne aveva acquistato (al prezzo di 33 milioni di euro) la società partecipata italiana, la “Item Capomulini S.r.l.”, con l’obiettivo di costruire l’hotel “Hilton Capomulini”, un investimento totale di circa 80 milioni di euro: opera che prevedeva la conclusione alla fine del 2015… 
Quindi  nel 2014, la Item Srl affida alla Volteo Energie Spa i lavori di ristrutturazione ed una volta ottenuto da Invitalia s.p.a. un anticipo sul finanziamento, di circa 7 milioni di euro, incredibilmente, lo gira per intero nelle casse della società appaltatrice (Volteo Energie s.p.a.) per l’esecuzione dell’opera, che aveva evidenziato costi per il cantiere fino a quel periodo,  tra forniture, servizi e manodopera, per non più, di circa un milione di euro…

Gli altri 6 milioni sono stati destinati per altre finalità, in particolare per pagare altre imprese appartenenti al Gruppo Waste Italia, non certo impegnate nella realizzazione dell’opera ed infine circa 1,8 milioni, è servita per l’acquisto di una foresteria a Londra…

Adesso il Gip del Tribunale di Catania ha disposto il sequestro di denaro e beni pari all’ammontare del finanziamento pubblico “distratto”, chissà se alla fine di questa penosa vicenda, riuscirà a tornare come si dice “a casa”!!!
Comunque, in questi giorni, il proprietario della struttura alberghiera, figlio maggiore dello sceicco di Abu Dhabi (Ahmed bin al Hamed), ha visitato l’area ed i lavori in corso d’opera…
Certo, l’aver letto di questa vicenda, fa sì che non ci si possa sentire minimamente fieri per quanto accaduto, sapendo per l’ennesima volta, di come si riusciti a collegare il nome di questa nostra meravigliosa città con l’ennesima truffa.
Ma come riportavo all’inizio del post, non c’è da meravigliarsi…
Sono certo infatti che a breve, potrò scrivere su una nuova inchiesta, la quale avrà come sfondo paesaggistico la maestosità dell’Etna, per protagonisti i soliti noti (e meno noti) “affiliati e collusi” personaggi della politica, dell’imprenditoria e della mafia (di cui, per ognuno di essi, nessuno di noi catanesi, va certamente fiero…), quale cronaca l’abituale vicenda corruttiva e clientelare, ed infine come location, questa nostra sempre più vessata, città di Catania…   
Come sempre, si ringraziano anticipatamente, tutti coloro che a breve vi parteciperanno…

Ci prendono a pesci in faccia…

Sono stati ripresi dalle telecamere!!!
Erano poliziotti ed anche carabinieri che “acquistavano” cassette di pesce nell’azienda di un boss palermitano!!!
Sono otto i poliziotti per ora posti sotto accusa a Palermo e vi anche un procedimento disciplinare… per un carabiniere.
Durante le indagini, gli inquirenti, si erano accorti del gran movimento all’interno di quella azienda di prodotti ittici ed allora, i carabinieri del nucleo investigativo, erano riusciti a piazzare delle telecamere dinnanzi l’azienda… 
Tra i loro clienti però… intorno alle quattro di mattina, si presentavano anche… alcune volanti della polizia!!!
Direte… “per fare dei controlli???”, no…  per comprare del pesce fresco a prezzi stracciati!!!
Nel video, almeno una volta, è giunta anche una pattuglia dei carabinieri… ormai la voce si era sparsa tra quei colleghi dell’arma… chissà forse perché il prezzo di vendita “nei loro confronti”, era molto vantaggioso???
Ora, tutti quegli agenti sono stati sottoposti a procedimenti disciplinari… 
Ma di cosa li si vuole incolpare, di ricercare come tutti quanti… quei trattamenti di favore, oppure di raccomandare qualche collega per fargli acquistare a un prezzo più conveniente un po di pesce??? 
Ho sentito che per questi agenti, è stata chiesta la massima severità… 
E’ strano che vengano usati due pesi e due misure, tra chi usa il suo “status” per comprare del pesce e chi di contro… con uno “status” ancor più elevato, grazie alle cariche istituzionali che rappresentano, certamente più alte e prestigiose, danno corso… a corruzioni milionarie!!! 
Certo, ora gli agenti si difendono, sostenendo d’essere all’oscuro su chi fosse il reale proprietario di quella azienda ittica… 
Ma dopotutto, vorrei sapere… ma chi tra esse è veramente libera da coercizioni… in un qualche modo, potremmo dire che nessuna di loro è di fatto “indipendente”… in quanto indirettamente legata ad un sistema che impone loro… da chi prendere il pesce e quali prezzi applicare e soprattutto, quale percentuale lasciare sugli utili realizzati…
Ma di queste cose… si sa…  non bisogna parlarne… 
Sì, in questa nostra subcultura (che nella sostanza predilige quei modelli di comportamento negativi), si preferisce considerare quel fenomeno mafioso imposto, come un sistema di minoranza o certamente isolato, che nel suo complesso, non da alcun fastidio alla vita sociale e che quella sua occultata presenza, può considerarsi del tutto irrisoria…  
Ora dopo tutto questo polverone… i nostri poliziotti, rischiano la sospensione dal servizio per alcuni giorni… poi che quello stesso pesce, è stato acquistato da altri cittadini (che a loro modo si considerano “modelli di correttezza morale”) e che sia giunto ad omaggiare alcuni uffici di PA, assessorati, segreterie politiche e via discorrendo… ecco, questo non importa a nessuno!!!
Il questore di Palermo ha parlato di “etica professionale” ed è giusto… 
Ma chiedo ad Egli, in quale circostanza si denota questa “etica professionale”, quando proprio nella sua città, all’interno di quel palazzo… per di più denominato di “giustizia”, alcuni suoi (uomini e/o donne) per di più magistrati, sono stati coinvolti in procedimenti di corruzione!!!
Prima di parlare di etica… bisogna allontanare da ogni siciliano, quella mentalità corruttiva di cui si è impregnati… e per favore lasciamo perdere gli esempi di chi ha pagato con la vita l’impegno contro la mafia… quelle persone non erano soltanto diverse da ciascuno di noi, ma credevano in dei valori, che la maggior parte dei miei conterranei ormai… non hanno mai posseduto!!!
Non prendiamoci in giro o meglio “a pesci in faccia“… i mafiosi non sono soltanto quei delinquenti affiliati alla criminalità organizzata, ma bensì tutti coloro che, nel corso della propria esistenza, si sono comportati (ed ahimè ancora oggi si comportano), attraverso quelle azioni propriamente definite “mafiose”, nelle quali trovano azione, condotte corruttive e collusive, che mirano ad ottenere per se (o anche per i propri familiari) privilegi personali o benefici economici!!!
Sono questi i veri mafiosi di questa terra…  ed allora mi chiedo e chiedo a tutti Voi: quanti sono certi di essere oggi nelle condizioni di gettare la pietra su quei poveri poliziotti???
Io credo nessuno!!!

Nuova requisitoria per l'ex Presidente della Regione Siciliana

Eravamo giunti all’ultima udienza (dinnanzi alla terza sezione penale della Corte d’appello di Catania) con la requisitoria del processo all’ex leader del Mpa Raffaele Lombardo (ed ex presidente della Regione Siciliana), condannato, il 19 febbraio 2014, in primo grado a sei anni e otto mesi per concorso esterno in associazione mafiosa. 
In aula, per l’accusa erano intervenuti il sostituto Procuratore generale Sabrina Gambino e il sostituto procuratore Agata Santonocito…
Come sempre, l’ex presidente Lombardo, assistito dai propri legali, si era proclamato innocente!!!
La requisitoria del processo fu aggiornata a questo mese d’Ottobre… ma per l’appunto, alcuni giorni fa, abbiamo scoperto che ci vorrà un’altra udienza, la quarta, per conoscere la richiesta dell’accusa…
I tempi del processo… già finora abbastanza estesi (va ricordato infatti che il processo si sta svolgendo con il rito abbreviato) hanno ricevuto quindi, una richiesta da parte dei sostituti procuratori, per un’ulteriore requisitoria… ribadendo di essere in possesso di quelle prove necessarie, che inchioderebbero Lombardo a precise responsabilità!
Il tutto – secondo i magistrati – è basato su dichiarazioni, incontri, testimonianze ed episodi, che confermerebbero le loro accuse e proverebbero il sostegno “politico” dato, direttamente (o indirettamente) all’ex presidente, da una parte di quegli ambienti mafiosi…
Per cui, l’udienza per adesso è stata rinviata e verrà ripresa intorno ai primi giorni di Novembre… con la formulazione delle richieste dell’accusa, alle quali ovviamente, seguiranno le arringhe degli avvocati difensori…
E’ un momento di grande “fibrillazione” giurisprudenziale questo… in quanto ciò che vi è in gioco, è il “reato di concorso esterno” e cioè dove il soggetto incriminato, non è parte integrante o direttamente affiliato a quel mondo criminale, ma si mette “a seconda delle circostanze” a disposizione –grazie alla posizione privilegiata acquisita– della medesima…
A mio modesto parere, ciò che sta avvenendo – in particolare all’interno delle nostre aule di Giustizia di Catania – è di determinare o ancor meglio “limitare”, quelle regole di partecipazione criminosa…
In particolare ciò che si vuole far evidenziare è la demarcazione “morale”, che punisce per l’appunto colui che, pur non partecipando materialmente al reato… (attraverso proprie azioni specifiche) le avalla di fatto, incentivandole (o suggerendole) a chi di dovere, attraverso messaggi subliminali, mezze parole, cenni d’intesa, strette di mano e omissioni; tutte azioni capaci di rafforzare la volontà di colui (o di coloro) che compiono successivamente quegli atti materiali…
Non bisogna però trascurare, quanto espresso dalla Corte Europea (ma anche da un giudice di Catania per un’altro noto procedimento in corso…), che ha posto in luce un argomento fondamentale e cioè l’assenza di una disposizione normativa sul concorso esterno!!!
Quanto sopra rappresenta un tema fondamentale per la nostra legislazione, che vive esattamente sul dogma del principio di legalità in virtù del quale, nessuno, può essere punito per un fatto che, al momento della sua commissione, non è previsto dalla legge come reato e sono in molti difatti – tra gli studiosi di diritto – a dichiarare che la legge, non contempla il concorso esterno!!!
Non si tratta quindi di doversi schierarsi per l’una o per l’altra interpretazione legislativa, ma far in modo che venga sempre rispettata la legge in maniera corretta!!!
A breve, vedremo cosa accadrà…

Chi di "Beni confiscati" ferisce… di "beni confiscati" perisce!!!

Saranno in molti a tremare tra quegli Amministratori giudiziari, Custodi e ahimè anche Magistrati…
Sono soltanto alcuni soggetti, che si sono macchiati a Palermo di quei “reati” ora loro contestati dalla Procura di Caltanissetta, attraverso le procedure gestionali dei beni sequestrati e confiscati alla mafia!!!
Il sistema evidenziato dalla Procura di Caltanissetta (il Procuratore aggiunto, Lia Savia… “Santa” subito), ha dimostrato come esisteva un connubio diretto tra chi, nominava quegli amministratori giudiziari e chi, con quegli incarichi ricevuti, amministrava per concretizzare i propri interessi e quelli del “circolo”…
Il motto era: io faccio un favore a te… tu ne fai uno a me!!!
Ecco perché venivano (e ancora purtroppo… vengono) affidate più nomine ad uno stesso amministratore…

Ecco perché, all’interno di quegli studi di nominati amministratori giudiziari, troviamo alcuni collaboratori (e/o dipendenti, familiari) di quei giudici.

Ecco perché attraverso quella gestione amministrata, venivano concessi lucrosi incarichi a consulenti esterni, ma appartenenti tutti alla cerchia, come Studi legali, tecnici, del lavoro, amministrativi, peritali, ecc… i quali, ovviamente al momento opportuno ricambiavano il favore…
Dopotutto, grazie ad accordi “celati” con la parte interdetta, si poteva procedere con eventuali assunzioni di personale (non strettamente necessario…), ma che permetteva di favorire la richiesta ricevuta…
Entrambi così… realizzavano un comune vantaggio: l’Amministratore ha la possibilità d’inserire all’interno di quella società propri dipendenti (suggeriti o certamente “raccomandati”) ed al socio/i interdetto/i, concedere quella disponibilità, permetteva di non farsi escludere dalla gestione societaria… e difatti, in quasi tutte queste società amministrate dallo Stato, troviamo questi (sig.ri), che camminano insieme a braccetto… 
Finalmente… la Procura di Caltanissetta ha disposto in via d’urgenza per l’ex Presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di ingenti somme di denaro, beni immobili e quote societarie costituenti prezzo, profitto e prodotto di delitti di corruzione, concussione, peculato, truffa aggravata e riciclaggio, indagata nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei beni sequestrati e attualmente sospesa dalle funzioni e dallo stipendio.
Il sequestro preventivo, in corso di esecuzione da parte del personale del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, ha riguardato anche l’Avvocato Gaetano Cappellano Seminara, al quale la Saguto aveva affidato la gestione di numerosi beni sequestrati, e Maria Ingrao, Roberto Nicola Santangelo, Walter Virga e Luca Nivarra. 
Il sequestro è stato disposto in via d’urgenza per il pericolo concreto ed attuale di dispersione dei patrimoni illecitamente accumulati.
Una vera e propria sfilza di amministratori giudiziari… ma sono certo che la lista si allungherà a breve… di un bel po di nomi!!! 
Non so più chi sia peggiore, tra quei mafiosi o imprenditori (in affari con i boss) colpiti dai provvedimenti a sua firma quando era Presidente della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo o quegli stessi amministratori… da Ella nominati!!!
Un vero e proprio scandalo quello della “gestione dei beni confiscati alla mafia” che coinvolge soltanto in Sicilia, migliaia di società… da spremere… lasciando a casa con quella mala-gestione… centinaia di dipendenti i quali, proprio sotto quella gestione, devono ancora ricevere le proprie retribuzioni… 
Come per esempio il sottoscritto che, dalla Società IN.CO.TER S.P.A., deve percepire ancora oggi…  quasi un anno di stipendi… è dire che un commentatore meschino di nome “Giovanni” (su Live Sicilia Catania) mi ha apostrofato “mercenario”!!! 
Che schifo di terra è la nostra… sì diceva bene il mio ex collega Sollima: “una terra infetta”!!! 
Riporto quanto ho letto: un sistema denominato a “MARGHERITA”… dove al centro del fiore c’era il magistrato e intorno i vari petali che svolgevano incarichi diversi; a prima vista scollegati ( ma facenti parte tutti dello stesso fiore ) tra loro vi erano: amministratori giudiziari, professionisti, colleghi, cancellieri, ufficiali di polizia giudiziaria, rappresentanti del mondo universitario ed anche giornalisti, dai quali la stessa traeva vantaggi e utilità di varia natura….
Altro che vincoli associativi, questa è una vera e propria “affiliazione” ad un sistema corruttivo, ben peggiore di quello stesso a stampo mafioso!!!
Dopotutto non basa anch’essa come la mafia la propria esistenza su quegli stessi interessi corruttivi, familiari, clientelari, finanziari e associativi…
E cos’è la mafia se non quanto sopra… cos’è che manca a quell’elenco… forse le armi???
Ma perché le armi coercitive usate da questi “affiliati”, non sono peggiori o certamente più aggressive di quelle… più rumorose???
Il fine non è lo stesso…??? Non si tratta di arricchimento illecito… grazie a vincoli familiari e clientelari???
Per favore… finiamola con questi sequestri e queste confische… sono soltanto “bufale”, che non fanno più ridere nessuno… anzi, ho l’impressione che qualcuno si potrebbe fare male!!!
Fintanto che in questo paese… chi sbaglia non paga, non ci sarà mai alcuna legalità e soprattutto futuro, in particolare per questa nostra regione, dove “tutti” tendono a fare azioni illecite e dove, quei provvedimenti giudiziari, hanno a seconda degli imputati… tempi e modalità, completamente diversi!!!
Sì… è giusto continuare a sperare nella giustizia, ma quando accadono situazioni come quelle di sopra o altre peggiori, che a distanza di anni… devono ancora emergere, chiedo a Voi… ma come si fa a credere ancora nella giustizia???

Chi di "Beni confiscati" ferisce… di "beni confiscati" perisce!!!

Saranno in molti a tremare tra quegli Amministratori giudiziari, Custodi e ahimè anche Magistrati…
Sono soltanto alcuni soggetti, che si sono macchiati a Palermo di quei “reati” ora loro contestati dalla Procura di Caltanissetta, attraverso le procedure gestionali dei beni sequestrati e confiscati alla mafia!!!
Il sistema evidenziato dalla Procura di Caltanissetta (il Procuratore aggiunto, Lia Savia… “Santa” subito), ha dimostrato come esisteva un connubio diretto tra chi, nominava quegli amministratori giudiziari e chi, con quegli incarichi ricevuti, amministrava per concretizzare i propri interessi e quelli del “circolo”…
Il motto era: io faccio un favore a te… tu ne fai uno a me!!!
Ecco perché venivano (e ancora purtroppo… vengono) affidate più nomine ad uno stesso amministratore…

Ecco perché, all’interno di quegli studi di nominati amministratori giudiziari, troviamo alcuni collaboratori (e/o dipendenti, familiari) di quei giudici.

Ecco perché attraverso quella gestione amministrata, venivano concessi lucrosi incarichi a consulenti esterni, ma appartenenti tutti alla cerchia, come Studi legali, tecnici, del lavoro, amministrativi, peritali, ecc… i quali, ovviamente al momento opportuno ricambiavano il favore…
Dopotutto, grazie ad accordi “celati” con la parte interdetta, si poteva procedere con eventuali assunzioni di personale (non strettamente necessario…), ma che permetteva di favorire la richiesta ricevuta…
Entrambi così… realizzavano un comune vantaggio: l’Amministratore ha la possibilità d’inserire all’interno di quella società propri dipendenti (suggeriti o certamente “raccomandati”) ed al socio/i interdetto/i, concedere quella disponibilità, permetteva di non farsi escludere dalla gestione societaria… e difatti, in quasi tutte queste società amministrate dallo Stato, troviamo questi (sig.ri), che camminano insieme a braccetto… 
Finalmente… la Procura di Caltanissetta ha disposto in via d’urgenza per l’ex Presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di ingenti somme di denaro, beni immobili e quote societarie costituenti prezzo, profitto e prodotto di delitti di corruzione, concussione, peculato, truffa aggravata e riciclaggio, indagata nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei beni sequestrati e attualmente sospesa dalle funzioni e dallo stipendio.
Il sequestro preventivo, in corso di esecuzione da parte del personale del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, ha riguardato anche l’Avvocato Gaetano Cappellano Seminara, al quale la Saguto aveva affidato la gestione di numerosi beni sequestrati, e Maria Ingrao, Roberto Nicola Santangelo, Walter Virga e Luca Nivarra. 
Il sequestro è stato disposto in via d’urgenza per il pericolo concreto ed attuale di dispersione dei patrimoni illecitamente accumulati.
Una vera e propria sfilza di amministratori giudiziari… ma sono certo che la lista si allungherà a breve… di un bel po di nomi!!! 
Non so più chi sia peggiore, tra quei mafiosi o imprenditori (in affari con i boss) colpiti dai provvedimenti a sua firma quando era Presidente della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo o quegli stessi amministratori… da Ella nominati!!!
Un vero e proprio scandalo quello della “gestione dei beni confiscati alla mafia” che coinvolge soltanto in Sicilia, migliaia di società… da spremere… lasciando a casa con quella mala-gestione… centinaia di dipendenti i quali, proprio sotto quella gestione, devono ancora ricevere le proprie retribuzioni… 
Come per esempio il sottoscritto che, dalla Società IN.CO.TER S.P.A., deve percepire ancora oggi…  quasi un anno di stipendi… è dire che un commentatore meschino di nome “Giovanni” (su Live Sicilia Catania) mi ha apostrofato “mercenario”!!! 
Che schifo di terra è la nostra… sì diceva bene il mio ex collega Sollima: “una terra infetta”!!! 
Riporto quanto ho letto: un sistema denominato a “MARGHERITA”… dove al centro del fiore c’era il magistrato e intorno i vari petali che svolgevano incarichi diversi; a prima vista scollegati ( ma facenti parte tutti dello stesso fiore ) tra loro vi erano: amministratori giudiziari, professionisti, colleghi, cancellieri, ufficiali di polizia giudiziaria, rappresentanti del mondo universitario ed anche giornalisti, dai quali la stessa traeva vantaggi e utilità di varia natura….
Altro che vincoli associativi, questa è una vera e propria “affiliazione” ad un sistema corruttivo, ben peggiore di quello stesso a stampo mafioso!!!
Dopotutto non basa anch’essa come la mafia la propria esistenza su quegli stessi interessi corruttivi, familiari, clientelari, finanziari e associativi…
E cos’è la mafia se non quanto sopra… cos’è che manca a quell’elenco… forse le armi???
Ma perché le armi coercitive usate da questi “affiliati”, non sono peggiori o certamente più aggressive di quelle… più rumorose???
Il fine non è lo stesso…??? Non si tratta di arricchimento illecito… grazie a vincoli familiari e clientelari???
Per favore… finiamola con questi sequestri e queste confische… sono soltanto “bufale”, che non fanno più ridere nessuno… anzi, ho l’impressione che qualcuno si potrebbe fare male!!!
Fintanto che in questo paese… chi sbaglia non paga, non ci sarà mai alcuna legalità e soprattutto futuro, in particolare per questa nostra regione, dove “tutti” tendono a fare azioni illecite e dove, quei provvedimenti giudiziari, hanno a seconda degli imputati… tempi e modalità, completamente diversi!!!
Sì… è giusto continuare a sperare nella giustizia, ma quando accadono situazioni come quelle di sopra o altre peggiori, che a distanza di anni… devono ancora emergere, chiedo a Voi… ma come si fa a credere ancora nella giustizia???

Altro che macchina di guerra… qui a Catania ci sarebbe bisogno di ben altro!!!

Sono felice d’ascoltare le parole del Procuratore aggiunto, Dott. Francesco Puleio, da pochi giorni, insediatosi nella Procura di Catania.
In particolare, ho apprezzato la frase a suo tempo riportata dal padre e cioè: “il direttore d’orchestra non è quello che ha la bacchetta in mano, ma quello che ha in testa la musica” e continuando… il Procuratore Capo, Carmelo Zuccaro, “ha in testa la musica dalla prima all’ultima nota”!!! 

Questo riflessione sulla musica e le note è bellissima, perché lascia intravedere nuove composizioni musicali, del tipo…

Ma mi, ma mi, ma mi,

quaranta dì, quaranta nott,
A San Vittur a ciapaa i bott,
dormì de can, pien de malann!…
Ma mi, ma mi, ma mi,
quaranta dì, quaranta nott,
sbattuu de su, sbattuu de giò:
mi sont de quei che parlen no!
Io comunque resto dell’idea… che “per cambiare la musica a Catania, occorre innanzitutto cambiare i suonatori!!!”.
Certamente la prima affermazione è quantomeno grave, ma lo è ancor di più… l’omissione della seconda!!!
D’altronde, se non si sostituiscono i musicisti, la musica non cambia ed allora tutto resta com’è…
Sono quei “musicisti” infatti ad aver portato al degrado questa nostra città… gli stessi a cui ci si era affidati, demandando ad essi, quel rinnovamento mai compiuto…
La verità e che essi sono ormai da troppo tempo “contaminati”… già, potremmo inquadrarli in quei personaggi della serie televisiva “The Walking Dead”!!!

Perché in fin dei conti, sono dei veri e propri morti viventi, che girano in questa nostra città (da troppo tempo “vittima”), all’interno di quei salotti “buoni”, dove personaggi della politica e dell’imprenditoria, insieme ad altri cosiddetti uomini di cultura… fanno sì che, con quella loro congregazione, condizionano di fatto, questo nostro sistema…

Quanto sopra rappresenta la conferma che se non si cambiano i musicisti, la musica non migliora, anzi la si può definire “la sinfonia della presa per il…”!!!
Rappresenta nei fatti… la condizione che stiamo vivendo, dove a causa di pochi e soprattutto per colpa di questo sistema mafioso/clientelare, veniamo quotidianamente soffocati e accerchiati da una continua mancanza di etica… 
Noi “catanesi” sappiamo bene come in questi ultimi anni, la Procura di Catania sia stata una “macchina da guerra”…, ma purtroppo, in alcune occasioni, a causa di un sistema legislativo “inadeguato” e poco efficace, si è determinato di fatto un rallentamento, determinando in alcune circostanze, un vero e proprio ribaltamento!!! 
E’ apprezzabile quindi la storia raccontata del “Pellegrino e dei tre spaccapietre”… e del perché non bisogna mai fermarsi alle apparenze, ma provare sempre a guardare in maniera libera (e da angolazioni diverse), ciò che ci può sembrare a prima vista banale!!!
Ed è per questo motivo che vorrei ricordare il Prof. Keating nel film “Attimo fuggente“… quando in quella sua lezione salì sulla cattedra dicendo “Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse e il mondo appare diverso da quassù… non vi ho convinto? Venite a vedere voi stessi, coraggio, è proprio quando credete di sapere qualcosa, che dovete guardarla da un’altra prospettiva, anche se ci può sembrare sciocco o assurdo, ci dovete provare…. Osate cambiare, cercate nuove strade!”… 

Ed ancora, come dimenticarne il finale… quando cioè, dopo essere stato licenziato… entrò nella sua ex classe per raccogliere i propri effetti personali… ed uno dei suoi brillanti alunni, Todd, mostrando d’aver compreso l’incoraggiamento di quel professore (“guardare sempre le cose da angolazioni diverse“), salì sul suo banco e richiamandone l’attenzione, pronuncio la famosa frase “O capitano! Mio capitano!”

Certo, la reazione del preside fu rabbiosa, ma quelle minacce non ebbero alcun effetto… perché subito dopo, anche gli altri ragazzi compieranno lo stesso gesto… mentre il professore s’allontanava dopo aver detto “Grazie!” con lo sguardo rivolto in basso…
Quindi ben venga la macchina da combattimento e speriamo che, dopo aver assistito ad alcune battaglie perse, si possa finalmente mirare a vincere definitivamente questa guerra fatta di malaffare, criminalità e corruzione…
Una città che partecipa in tutti i modi (o meglio grazie ad una parte di quei suoi collusi concittadini…), ad alimentare direttamente quel cancro, con cui convive e sa di prosperare finanziariamente… agli altri (quelli esterni o non affiliati) non resta che raccogliere le briciole o morir di fame…
Come diceva Sciascia… “Ad un certo punto della vita non è la speranza l’ultima a morire, ma il morire è l’ultima speranza”…

Concorso esterno in associazione mafiosa??? No… semplicemente "Leit motiv"!!!

Il tema è sempre quello!!! 
Rappresenta l’argomento dominante e ricorrente, di quest’ultimo periodo ed in particolare di quanto sta avvenendo nei procedimenti delle aule dei tribunali penali…
Da alcuni mesi infatti, si ha la sensazione, di come si voglia – da parte di taluni soggetti – riportare il complesso dibattito, dottrinale e giurisprudenziale, del concorso esterno nei reati associativi, ad un livello di clamore mediatico.
Esistono infatti – tra chi difende e chi accusa – posizioni diametralmente opposte, nelle quali alcuni operatori del diritto, sono arrivati anche a negare la possibilità di ammettere il concorso eventuale nei reati associativi…
Altri, contrari, assimilano la condotte dei concorrenti esterni, a quelle dei veri e propri “affiliati” interni all’associazione mafiosa, ovvero ad ammetterli entro confini piuttosto ampi, pur mantenendo delle distinzioni, tra gli uni e gli altri.
Si cerca quindi ( in particolare da quanti hanno in cuore la difesa dei propri assistiti e che a causa di ciò, purtroppo… non dormono più nemmeno la notte…), di stabilire quel corretto inquadramento della problematica, sottesa all’individuazione delle ipotesi di concorso esterno nei reati associativi…
Bisogna fornire cioè quei giusti “parametri” per identificare colui che ha partecipazione diretta (se pur esterna), determinare in maniera chiara, quella differenziazione netta, tra il cosiddetto affiliato e l’eventuale concorrente esterno…
Sappiamo che la norma di riferimento in tema di reati associativi è rappresentata dagli art.li 110 e 416 bis c.p., che delineano una tipologia delittuosa pluri-soggettiva, richiedendosi (ai fini dell’integrazione della fattispecie), la presenza di un vincolo associativo tra tre o più soggetti finalizzato alla commissione di più delitti. 
E’ chiamato pactum sceleris è coinvolge tutti quei soggetti che, riunitisi in un sodalizio criminoso, agiscono nella piena coscienza e volontà di farvi parte in maniera permanente (dolo generico) con l’intenzione di contribuire, attraverso la realizzazione di una serie anche indeterminata di delitti, all’attuazione del programma criminoso (dolo specifico)!!!
Il tratto distintivo di quella condotta è rappresentato da due elementi qualificanti: il primo, oggettivo, individuabile nel requisito della permanenza nella “illicita societas“, ossia nello stabile inquadramento del soggetto operante nell’organizzazione criminale (circostanza questa facilmente accertabile dalle indagini e con le intercettazioni…), il secondo meno agevole a verificarsi, è ravvisabile nell’elemento psichico che sorregge la condotta del soggetto partecipe dell’associazione, dato dalla commistione di due elementi soggettivi essenziali, e cioè, il “dolo generico” ad aderire al programma tracciato dall’associazione e il “dolo specifico” di contribuire, fattivamente, a realizzarlo…
Basta quindi la sussistenza di questi due requisiti, oggettivi e soggettivi, per verificare e circoscrivere la figura del partecipe, ed isolarla da quella del semplice concorrente esterno…
Difatti, nella pronuncia a Sezioni Unite n. 16 del 28.12.1994 (sentenza Demitri) la Corte di Cassazione ha sottolineato la diversità di ruoli tra “partecipazione all’associazione” e “concorso eventuale materiale“, attribuendo ai soggetti “intranei” alla societas sceleris, una posizione determinante nella “fisiologia” dell’associazione – fornendo gli stessi un apporto quotidiano o comunque assiduo, insostituibile o quantomeno agevolante, alla realizzazione dei fini associativi – e ai soggetti “extranei” un ruolo sostitutivo, non sorretto dalla volontà di far parte dell’associazione, ma asservito a quest’ultima nei momenti di “fibrillazione” o vuoti temporanei che fanno entrare la “societas” in una fase patologica.
Un chiarimento è giunto dalla pronuncia a sezioni unite n. 22327 del 21.5.2003 (sentenza Carnevale), che, prendendo le distanze dai precedenti indirizzi che ritenevano sufficiente (ai fini della sussistenza dell’integrazione dell’elemento psichico) la mera consapevolezza dell’altrui finalità criminosa, richiede come indice necessario anche la coscienza e la volontà dell’efficienza causale del proprio contributo rispetto al conseguimento degli scopi dell’associazione.
Si esige che il concorrente esterno, pur sprovvisto dell’affectio societatis (e cioè della volontà di far parte dell’associazione), si renda compiutamente conto dell’efficacia causale del suo contributo, diretto alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso del sodalizio.
E’ chiara la differenza sotto il profilo oggettivo, tra partecipe necessario e concorrente eventuale: “si definisce partecipe colui che, risultando inserito stabilmente e organicamente nella struttura organizzativa dell’associazione mafiosa, non solo “è” ma “fa parte” della (meglio ancora: “prende parte” alla) stessa”…
Sul piano probatorio, poi, rilevano, ai fini della partecipazione, “tutti gli indicatori fattuali dai quali, sulla base di attendibili regole di esperienza attinenti propriamente al fenomeno della criminalità di stampo mafioso, possa logicamente inferirsi il nucleo essenziale della condotta partecipativa e cioè la stabile compenetrazione del soggetto nel tessuto organizzativo del sodalizio. 
E’ logico dedurre che, affinché ci sia un comportamento concorsuale, deve esserci un requisito essenziale dove, il dolo del concorrente esterno, investa nei momenti della rappresentazione e della volizione, sia gli elementi essenziali della figura criminosa tipica, sia il contributo causale recato dal proprio comportamento alla realizzazione del fatto concreto, con la consapevolezza e la volontà di interagire “sinergicamente” con le condotte altrui nella produzione dell’evento lesivo del “medesimo reato”.
Questo è un dibattito che dura da oltre vent’anni… e negli atti del maxi processo contro la mafia, (istruito dai giudici Falcone e Borsellino), emergeva chiaramente la posizione dei due magistrati secondo i quali, la figura del concorso esterno è la figura più idonea per colpire l’area “grigia” della cosiddetta contiguità mafiosa…
I casi per i quali, in quest’ultimo periodo – una particolare categoria si sta affannando a trovare una possibile soluzione – sono (casualmente) quelli relativi al politico, al libero professionista (medico, avvocato, bancario, ecc. ), ai funzionari delle PA ed agli imprenditori che, pur non essendo formalmente affiliati a quella organizzazione criminosa o comunque non sono direttamente organici, intrattengono dei rapporti con l’associazione mafiosa, per fini che sono vantaggiosi, sia per l’associazione stessa, che soprattutto… per il soggetto esterno a questa!!!
Basti vedere in quali modi opera l’associazione mafiosa, per comprendere come questa presenti una particolare attitudine ad intrecciare rapporti di cooperazione (attivi e passivi), con tutti quei soggetti “esterni”, dalla cui collaborazione, riesce a condizionare a loro favore, tutti i settori della vita civile: dalla politica all’economia, dalla finanza alle istituzioni, dalla gestione occupazionale agli incarichi ai professionisti, fino al controllo del voto dei cittadini!!!
Ma chissà forse mi sto sbagliando ed hanno ragione loro: già, come può esistere il concorso esterno in associazione mafiosa, quando manca di fatto, l’elemento essenziale…. chiamato mafia???
  

Voilà… il fascicolo ora c'è… il fascicolo ora non c'è!!!

Ne avevo parlato in precedenza su molti miei “post”, discutendo sulla leggerezza delle procedure adottate e  su quella mancanza di segretezza degli atti, lasciati in balia di dipendenti, il più delle volte sbadati…

Ecco quindi che all’improvviso, fascicoli presenti spariscono e poi misteriosamente riappaiono, ed altri di contro, non compaiono più perché inspiegabilmente dispersi…
Dopotutto basti entrare in quel palazzo e vedere da se come, molti di quelle stanze, sono lasciate molte volte abbandonate, con le porte aperte… completamente deserte e con quei documenti, posti lì, in modo incustodito…
I controlli alle cancellerie chiaramente lasciano il tempo che trovano… 
Non è raro difatti assistere a certi programmi tv ( vedasi… le Iene, Striscia la notizia, ecc…), dove nei reportage viene dimostrata la capacità d’intrusione da parte dei propri giornalisti, i quali, con estrema facilità, si permettono d’aprire faldoni, s’informano sugli atti contenuti e dimostrano sempre “furtivamente”, come sia semplice fare sparire dei documento o eventualmente spostarli in altri scaffali adiacenti…
Analoga circostanza è accaduta proprio alcuni giorni fa, precisamente lo scorso 29 settembre, durante un dibattimento nell’aula I del Palazzo di Giustizia di Catania: durante l’udienza, il giudice ha dovuto rendere noto, di essere costretto a rinviare il processo penale (che avrebbe dovuto celebrarsi, per l’ipotesi di reato di truffa e infedele patrocinio a danno di un appuntato dei Carabinieri) a causa della sparizione del fascicolo di pertinenza, rimandando quindi nuovamente l’udienza… a data da destinarsi!!!
Cosa dire, un soggetto aspetta anni per vedere celebrato il proprio processo, per ottenere finalmente, non solo quella giustizia richiesta, ma bensì vedere riconosciuti quei propri diritti violati… ed ecco che in maniera incomprensibile, ciò non può essere ottenuto… perché qualcuno, all’interno di un Tribunale… ha fatto sparire quei documenti necessari… e fatto gravissimo, ad oggi, non si sa chi è!!!

Un impiegato infedele, ben celato che, a seconda delle circostanze, interviene quale “prestigiatore” per far svanire, modificare o prolungare l’assenza di documenti prioritari ai processi… ed il fatto gravissimo è che questo soggetto, è ancora lì… tra quegli uffici!!!

Non entro nei meriti della specifica vicenda, nei tempi già trascorsi (sono circa quattro anni) a causa delle continue richieste (d’archiviazione e di opposizione all’archiviazione), ciò che da più fastidio è vedere come il corso della giustizia non possa compiere il proprio dovere, perché basta l’assenza di un atto, fatto sparire per “comodità”, affinché si creino quelle condizioni necessarie per allungare i tempi processuali o arrivare anche a rovesciare l’esito di una causa …
E’ sotto gli occhi di tutti e non c’è da stupirsi, perché questi ritardi si sa… sono necessari per far traslare una sentenza definitiva (sia di condanna che d’assoluzione) e soprattutto quei metodi disonesti applicati, risultano necessari se non indispensabili, affinché si possa giungere ad una probabile prescrizione!!!
Ed allora ditemi: chi tra tutti quei soggetti coinvolti, può avere sicuramente vantaggi???

Ecco come si aggiustano i processi per mafia…

Le dichiarazioni riportate dal pentito Carmelo D’Amico nell’aula della Corte d’Assise di Messina, dove si stava celebrando un processo per omicidio di mafia, sono state alquanto forti… ed hanno dato il via ad una serie di verifiche da parte dei giudici del distretto di Reggio Calabria, che hanno di fatto competenza territoriale, sulle vicende in cui sono coinvolti i giudici messinesi.

Il pentito ha detto: abbiamo corrotto qualche pubblico ministero, qualche procuratore generale e abbiamo “aggiustato” qualche processo molto importante…
“Minchia… cosa dovevano fare di più, hanno fatto tutto…”, certo che se quanto dichiarato fosse realmente vero, non so più a quale santo bisogna votarci… 
Il pentito, alle domande del Pm ha risposto in questo modo: guardi, io ho deciso di collaborare con la giustizia, perché sono stato sempre chiuso al 41 bis, da quando mi hanno arrestato dal 2009; ovviamente stando da solo ho avuto modo di riflettere…ed anche perché il 41 bis è sicuramente un carcere duro… ed è per quei motivi che ho deciso di cambiare vita, anche se avrei avuto la possibilità di uscire prima o poi… dal carcere, perché io, ho esperienza nei processi… perché abbiamo aggiustato o meglio… la nostra organizzazione ha aggiustato diversi processi, abbiamo corrotto qualche giudizio di cui ne ho parlato, abbiamo corrotto qualche pubblico ministero, qualche procuratore generale e abbiamo aggiustato qualche processo molto importante e quindi c’era una alta  possibilità che io potessi uscire dal carcere.”
Il processo a detta del pentito “più importante”, sarebbe stato quello scaturito dal triplice omicidio Geraci-Raimondo-Martino, avvenuto la notte del 4 settembre 1993 alla stazione di Barcellona: le vittime erano tre ragazzi di Milazzo e furono giustiziate perché avevano superato i confini territoriali del loro comune e si erano spinti oltre… sino a Barcellona P.G. per poter commettere i reati…
Il pentito, tra le sue ammissioni  ha toccato anche toccato anche l’Arma dei carabinieri con le sue dichiarazioni: ho avvisato pure Carmelo Bisognano dell’operazione Icaro, l’ho avvisato io che c’era l’operazione in corso, perché avevamo saputo praticamente, tramite carabinieri “corrotti” che noi, avevamo sul libro paga dal ’90, carabinieri corrotti di cui uno apparteneva alla… alla squadra catturando latitanti, un altro era nella Dda… nella Dda che faceva la scorta… e tanti altri, tra carabinieri e poliziotti, che sono sui nostri libri paga e che ne ho parlato purtroppo”.
Infine, il passaggio alla Cassazione:  la nostra associazione – ha detto D’Amico – era molto ramificata a livello politico, a livello istituzionale, era una delle più potenti che c’era in Sicilia, aggiungendo che la cosca barcellonese e anche molto sanguinaria… 
Noi siamo arrivati anche sino alla Cassazione a sistemare un processo molto noto!!!
Abbiamo corrotto un giudice di Cassazione, io stesso sono andato personalmente insieme a Pietro Mazzagatti Nicola, per corrompere questo giudice nativo di Santa Lucia del Mela e che risiede attualmente a Roma; abbiamo come le dicevo queste persone ed era per questi motivi, che le dicevo prima… che ero sicuro di uscire, perché sapevo che avrei goduto dell’appoggio in Cassazione di questo giudice corrotto…”
Certo a sentire queste dichiarazioni si resta sconvolti e dobbiamo trattenere qualsivoglia esternazione personale sperando che si sia trattato dell’ennesimo tentativo di impressionare i media, per dar modo al processo di aumentare quella propria audience…
Se così non fosse… sarebbe meglio applicare quella citazione che diceva: se i processi fossero risolti a pari e dispari almeno la meta’ delle sentenze sarebbero giuste!!!

Pino Maniaci… ricostruisce le vicende che lo hanno visto legato nelle inchieste sulle misure di prevenzione nel Tribunale di Palermo!!!

Per correttezza morale… dopo essere rimasto attonito vedendo il video pubblicato il mese scorso su notizie.tiscali.it ora, con la stessa equità, resto basito dall’intervista appena pubblicata su liveSicilia…

Questi sono i due link dei video dai quali potrete ascoltare quanto dichiarato nello Studio di Telejato, da Pino Maniace: 
Non so proprio cosa potrei aggiungere…
Mi sembra di assistere a quel noto programma televisivo di ITALIA 1: Mistero.
Ma qui forse di mistero c’è ben poco… anzi tutt’altro…
Qui ho l’impressione che tutti sapessero… tutto di tutti e chissà se forse non sia proprio questo il reale problema che fa si che… non venga fatta emergere l’unica verità…
Spero nell’operato della Procura; che possa ampliare quelle proprie indagini, in virtù dei video appena trasmessi… ed in particolare, dalle rivelazioni fin qui comunicate…
Staremo a vedere… come finirà questa “Adventure“…

Beni confiscati: perché è impossibile intraprendere azioni di responsabilità nei confronti degli Amministratori giudiziari.

Non passano giorni in cui non emergono gravi e imbarazzanti rapporti sul complesso sistema che ha permesso a molti amministratori giudiziari di ricevere decine d’incarichi in pochi anni, parcelle ricevute per centinaia di migliaia di euro, ma soprattutto, con la distribuzione di favori ad amici e parenti, in cambio di assunzioni, consulenze e quant’altro…
Abbiamo letto tra l’altro come ai nominativi di amministratori giudiziari, siano stati iscritti nel registro degli indagati anche illustri magistrati… tutti accusati a vario titolo di  corruzione, induzione, abuso d’ufficio, violazione di segreto, ecc…
Un sistema clientelare che ha coinvolto molti appartenenti a quella “casta” protetta dove attorno, gravitano tutta una serie di collaboratori esterni che operano di comune accordo: parenti di magistrati, avvocati, militari, dirigenti, cancellieri, che grazie alla gestione di quei beni confiscati, hanno realizzato un modo perverso per incassare denaro in maniera legale, attraverso gli incassi delle vendite dei beni loro affidati…
Non è mia intenzione farvi l’elenco di quei nominativi… basta digitare sul motore di ricerca “google” e vedrete da voi quanti sono i nomi presenti…
Per fortuna che alcune procure (vedasi quella di Caltanissetta) operano meglio di altre o almeno hanno dimostrato di non essere “sottomesse”… facendo emergere quei nomi così imbarazzanti… 
Si parla di un valore complessivo dei patrimoni di oltre 30 miliardi di euro… e di cui quasi la metà sono nella nostra isola!!!
Una ricchezza che in questi anni (in un periodo di forte crisi economica e con una forte riduzione di richieste d’assistenze), ha portato il complesso di quei “consulenti” in dissesto (gli studi chiusi anche a seguito di questi provvedimenti sono migliaia…) a dirigersi verso questo intricato sistema clientelare dei beni confiscati, il quale è riuscito da solo… “a dar da mangiare” ad una grossa fetta di quei soggetti…
Un sistema complesso dove si è tutti interconnessi… dove la gestione di quella ricchezza è ristretta a pochi fedelissimi, anzi potrei aggiungere… sempre agli stessi!!!
Mi chiedevo… se i soci era permesso (avendo scoperto di essere stati posti, all’interno di un meccanismo collusivo) procedere contro quegli amministratori giudiziari “infedeli”, attraverso azioni di responsabilità per danni (previste dagli artt. 2392-2395, c.c.), che dovrebbero di fatto rappresentare il sistema più efficace contro quegli abusi di poteri!!! 
In particolare la legge indica, quali soggetti indicati nel promuovere un’azione di responsabilità (contro quegli amministratori) i soci… gli unici a poter richiedere innanzi al tribunale (nei casi in cui venga dimostrata una gestione “truffaldina”) che quegli amministratori vengano condannati a risarcire i danni causati alla società data loro in gestione… 
Il punto però è comprendere in quali modi l’amministratore abbia compiuto atti di mala gestione o abbia danneggiato il patrimonio della società…???
Inoltre, può essere condannato a risarcire… e con quali beni risponderà per quei danni compiuti, con i propri e se non ne possiede…???
Ed infine, avendo operato per nome/conto dello Stato, non dovrebbe essere quest’ultimo a pagare per quei danni… e successivamente esso stesso valersi sul proprio “collaboratore”???
Certo a questo punto scatta un problema e cioè, quando un’azione di responsabilità può essere promossa…
Possiamo riassumere il tutto in due casi:
– la violazione dei doveri; 
– il danno al patrimonio della società;
Bisogna trovarsi di fronte ad un amministratore che abbia violato gravemente i propri doveri (una situazione alquanto difficile che possa avvenire…) o che abbia danneggiato il patrimonio della società (anche questa difficile da dimostrarsi… le vendite per esempio realizzate nel corso di quella gestione… risultano per esempio, essere necessarie per la continuità gestionale…) e non bisogna dimenticare come in quasi tutte le loro azioni, gli amministratori giudiziari si siano protetti, avendo richiesto all’assemblea dei soci l’autorizzazione a procedere… e quindi alla fine quegli amministratori si ritrovano blindati… da qualsivoglia eventuale azioni di responsabilità…
Tutto considerato, l’amministratore giudiziario è un soggetto nominato dal tribunale, con compiti precisi, che rende conto del suo operato al tribunale (o meglio è ciò che dovrebbe fare…), con l’obiettivo di ripristinare la legalità all’interno della società ad egli affidata….
Inoltre, nel caso specifico in cui questa società è una S.p.A., ecco, in questa particolare tipologia, vi è una ulteriore tutela alle sue azioni…
Mi riferisco alla presenza di un organo -il cosiddetto collegio sindacale- che ha precisi compiti di vigilanza e che possiede la necessaria risolutezza (nei casi di gravi irregolarità degli amministratori o laddove i richiami verso gli amministratori non dovessero avere effetto) per denunciare al tribunale o chiedere allo stesso di revocare l’amministratore nominato o di sostituirlo con un’altro, situazione quest’ultima che il collegio sindacale può operare anche qualora i soci non si attivino o anche quando non esistano soci di minoranza che facciano sentire la loro voce…
Da quanto sopra, si capisce perfettamente, quanto sia difficile trovare notizie dalle quali emergano denunce presentate nei confronti degli amministratori giudiziari… ed anche il perché, in fin dei conti queste… non abbiano mai a realizzarsi!!!

Rubare… non è reato!!!

Appena si era sparsa la notizia in tanti nel nostro paese avevano iniziato a saltare dalla gioia!!!
Dopotutto in questa terra in cui i ladri sono più degli onesti, ecco che è bastato dare loro… un semplice titolo (posto volontariamente in modo ambiguo) affinché venissero indotti in errore…
E’ dire che d’astuzie e inganni quei nostri ladri ,sono specialisti… non per nulla conducono quelle loro vite miserevoli attraverso ripetuti comportamenti illeciti, che rappresentano di fatto, il loro principale motivo d’esistenza!!!   
Già, ma questa volta, miei cari “truffatori”… vi è andata male, la legge (per fortuna) non si riferisce a voi… 
Sì… “rubare”… ma per fame “non costituisce reato”.
Con questa motivazione la Cassazione ha annullato la condanna per furto inflitta a un giovane clochard straniero…  che spinto dalla fame, aveva rubato al supermercato dei wurstel e del formaggio.
La differenza è fatta dalla forma e cioè che il furto lieve (com’era il caso in questione con un valore approssimativo intorno alle quattro euro) non è considerato un reato…
Bisogna aggiungere inoltre che, lo stesso indigente, aveva per di più pagato una confezione di grissini presa, mentre i wurstel e le porzioni di formaggio erano state sottratte e messe in tasca…
Ora con tante cose importanti a cui dedicarsi… la nostra magistratura, ecco che perde il proprio tempo e soprattutto il nostro denaro, ad intentare processi nei riguardi di un emarginato che non ha ahimè neppure i soldi per mangiare…
Sono certo che se avessero risparmiato quel denaro utilizzato per i tre gradi di giudizio, oggi quel vagabondo avrebbe potuto pranzare in una trattoria per almeno dieci anni…
Ma questa è l’Italia… uno Stato rappresentante perfetto di “spreco generale“!!!
Per fortuna che ora questa sentenza dovrebbe diventare la regola… così  finiranno definitivamente questi inutili processi!!!
Sarebbe inoltre opportuno che, proprio quei supermercati, si adeguassero… affinché si prodigassero a distribuire quanto in giacenza ma in prossimità della data dii scadenza, per consegnarlo almeno questo, gratuitamente a questi senza fissa dimora….
Lo stesso dicasi per quegli impiegati… che mostrassero una maggiore sensibilità nei riguardi di queste persone, che certamente stanno soffrendo una condizione di disagio non indifferente…
Mostrarsi così ligi al dovere… quando poi forse in situazioni diverse (nella forma ma analoghe nella sostanza) dimostrano di non essere così moralmente corretti, per come vorrebbero di fatto elevarsi…   
Ci si deve ricordare la prossima volta … che rubare per necessità non è reato e questa regola vale anche quando il reo è recidivo ha già commesso il fatto più volte!!!

E’ dire che già nel 2008 erano intervenute le Sezioni Unite della stessa Cassazione per ribadire lo stesso principio… ma chissà per quale motivo dopo quasi otto anni ci si era dimenticati!!! 

Inoltre, mi rivolgo a tutti quei clienti che quasi fossero stati nominati ispettori, sono lì pronti ad avvisare e a denunciare immediatamente lo scorgere di un furto di cui ci si è accorti…
Coccarde e premi non c’è ne sono… in particolare per questi casi dove denunciando non si compie il proprio dovere di cittadino “onesto”… quello per favore lasciatolo stare… è un lusso della povertà!!!
Qui si tratta di mettere in atto motivazioni ben più profonde!!!
Come per esempio quando si deve presentare in modo corretta la propria dichiarazione dei redditi, oppure quando bisogna provvedere a pagare entro i termini previsti le tasse, quando a causa di eventuali “coercizioni” vanno denunciate eventuali richieste estorsive o quando ci si accorge nel proprio ambiente di eventuali condizionamenti corruttivi; poi bisogna prendere la decisione di saper dire no alla richiesta di passaggio del badge da parte di qualche collega o quando per velocizzare le proprie pratiche, si offre un compenso sotto forma di bustarella…
Potrei continuare all’infinito con quelle abituali prassi di malaffare di cui ormai siamo ben informati e dove in tanti (molti di loro fanno pure i moralisti…) risultano se non associati, almeno partecipi… 
Quindi alla fine, bisogna prendere esempio da questi poveri perché almeno essi in questo loro modo di vivere, hanno saputo conservare l’unico vero senso di questa nostra vita…

I beni restituiti ai Sig.ri Basilotta…

Se ci fosse ancora mio padre mi direbbe… “te l’avevo detto“!!!

Ora dopo quasi sei anni trascorsi tra sequestro e confisca, i beni ritornano nuovamente nelle mani dell’imprenditore (defunto) Vincenzo Basilotta…
Fino a pochi giorni fa avevo espresso una valutazione sulla disuguaglianza di trattamento tra la società In.Co.Ter Spa e la Tecnis Spa (due pesi e due misure) ed in questi anni ho più volte denunciato la mancata capacità operativa di quelle società sequestrate e confiscate, che di fatto sono state accompagnate alla chiusura definitiva…
Quindi a sei anni di distanza quanto aveva espresso il Presidente della quarta sezione del Tar di Catania, Biagio Campanella, sulla sospensione del provvedimento della prefettura etnea (che aveva negato il rilascio del certificato antimafia alla In.Co.Ter Spa), trova ora la sua giusta collocazione…

Per cui, la seconda Corte d’appello di Catania, accogliendo la richiesta dei legali, ha “revocato il decreto del Tribunale” emesso nel 2012 e ha “ordinato la restituzione di tutti i beni agli aventi diritto”…

Nel provvedimento i giudici rilevano che l’imprenditore: “era oggetto di una vera e propria richiesta estorsiva” da parte di Cosa nostra e che “non si può ritenersi raggiunta la prova dell’appartenenza o del concorso esterno” alla mafia, e quindi “non sussiste il presupposto necessario per la confisca di prevenzione”.
Mi chiedo, come mai ci si è messo tutto questo tempo???
Ormai gli appalti sono andati… i dipendenti pure… tutto il resto è passato… ed è strano che proprio quando forse la società si accingeva alla chiusura definitiva… vengono restituite nuovamente ai soci le quote…
Non è che forse lo Stato, avendo compreso il completo fallimento del proprio operato, abbia deciso –proprio come Ponzio Pilato– di lavarsene le mani, restituendo così nuovamente i problemi agli ex soci..???
Ambigua circostanza si ripete forse anche per quanto dal sottoscritto denunciato sul quotidiano on-line “LiveSicilia” sulla questione dei blocchi dei c/c da parte di Riscossione, situazione questa di fatto illegittima in quanto non teneva conto di tutta una serie di fattori fondamentali quali per esempio:
1) che il blocco ha di fatto sospeso in questi mesi l’operatività della società;
2) che la società non ha mai avuto notificato l’atto di pignoramento da parte della società di riscossione;
3) che sulle cartelle oggetto di pignoramento sono stati proposti ricorsi ai competenti organi tributari;
4) che in alcuni casi era stato ottenuto lo sgravio da parte dell’Agenzia dell’Entrate;
5) che a causa di ciò i dipendenti non percepiscono lo stipendio da quasi sette mesi;
6) che la società è sottoposta a confisca;
Ecco forse avendo compreso che quel blocco non poteva essere attuato ( per come è stato fatto…) e soprattutto che per tutta una serie di motivazioni -di cui ormai sono stanco di ripetere- (e che se interessati… potrete rileggere nei post scritti in tutti questi anni… quasi fino alla nausea) ed ancora, avendo rivalutato la posizione a suo tempo intrapresa quale errata, ecco che adesso si decide di tornare sui propri passi…
Ma ciò che è fatto è fatto… indietro per com’era non si può più tornare!!!
Come diceva Max Stirner: lo Stato chiama legge la propria violenza, ma chiama crimine quella dell’individuo!!!

Edilizia siciliana in croce!!!

Il tempo dell’edilizia in Sicilia è finito!
Non ci sono più imprese o meglio quelle restanti che operano ancora nel mercato… saranno con il “cuore in gola”!
Già, non sanno se dover continuare…(per come stanno facendo) o uscirsene in tempo… avendo intuito di poter far parte di quel gruppo d’imprese che a breve potrebbe essere inserito in nuove inchiesta da parte della Procura… 
Certo tra gli imprenditori vi è un po’ di timore… non si capisce dove vogliano puntare gli organi inquirenti con queste iniziative e soprattutto chi si vuole realmente colpire…  
Al sottoscritto in questi giorni, qualche dubbio è venuto…
Mi chiedevo… se le imprese apprezzabili che operavano nella nostra terra sono state quasi tutte sequestrate, confiscate o poste in fallimento, quelle restanti che attualmente stanno operando (e che in questi mesi si stanno aggiudicando i vari appalti) sono altrettanto “trasparenti” o fanno anch’esse parti (forse) di quel meccanismo perverso nelle quali –imprese in apparenza distinte tra loro– (avendo dopotutto denominazioni diverse) sono di fatto legate tra esse, in quanto riunite in raggruppamenti che si sa essere governati da soggetti legati al malaffare…

Quindi, quante di queste imprese oggi possono ritenersi fiduciose da qualsivoglia controlli in quanto estranee e non legate a quel sistema corruttivo…

Quante cioè tra esse non sono delle imprese mascherate??? 
Certo è strano scoprire come all’improvviso, parecchie di queste imprese di piccole dimensioni stiano all’improvviso crescendo in maniera esponenziale, sia finanziariamente che attraverso aggiudicazioni d’appalti milionari…
Inoltre, voler sperare che i recenti provvedimenti giuridici intrapresi dai Tribunali, possano far riprendere in maniera celere il settore delle costruzioni è sperare in qualcosa d’impossibile, anche perché ormai la crisi del settore edile, ha coinvolto tutto un comparto che finora aveva retto alla crisi, avendo potuto indirizzare le proprie capacità verso quel mercato parallelo privato, dove le ristrutturazioni ed i lavori condominiali l’hanno fatta da padrone… ma ora che anche quest’ultimi hanno ridotto le proprie richieste per quelle imprese, l’ovvia conseguenza è la definitiva chiusura!!!
In questi giorni i segretari nazionali di Feneal Uil, Fillea Cgil e Filca Cisl, hanno presentato un documento congiunto con le associazioni degli imprenditori per affrontare questa crisi, ma quanto si riuscirà in concreto a fare è tutto che dire…  
Penso che ormai è stata superata quella linea di demarcazione oltre la quale il ritorno di ripresa è diventato difficile anche perché il settore edile è ormai in profonda crisi da troppi anni…
Nel contempo, mentre le imprese si riducono in maniera considerevole ed il personale registrato ufficialmente si è ridotto del 50%, il lavoro nero dilaga, dando modo alla criminalità organizzata di poterne beneficiare…
Non parliamo della sicurezza e dei maggiori costi che stanno incidendo sulla comunità… tutte situazioni che nei casi d’infortuni vengono celate da false denunce, dichiarate dagli stessi addetti, come se occorse all’interno delle proprie mura domestiche…
Un problema quello del lavoro nero che dovrebbe colpire tutte quelle imprese che ne fanno uso, provvedendo ad epurarle definitivamente dal sistema imprenditoriale… perché solo così e cioè espellendo queste scorrette società si potrà finalmente avere imprese sane e serie, che rispettano quanto previsto nei contratti collettivi, previdenziali e assicurativi…
Perché fintanto che coloro che sono addetti ai controlli, continueranno a chiudere non uno ma tutti e due gli occhi, ecco che questo mondo imprenditoriale non vedrà alcuna ripresa o certamente non nei tempi celeri che giornalmente i nostri governanti ci vanno prospettando…

Per scherzo d'Aprile… un'enorme "minchiata"!!!

LA MAFIA E’ STATA SCONFITTA!!!
Era stato il Cavaliere Silvio “ha spararla nu 2004 sta minchiata (già, come definirla diversamente):“abbiamo sconfitto la mafia, non esiste più, o almeno è un piccolo fenomeno circoscritto ad un determinato territorio… ed ancora: tutti i mafiosi sono in carcere”!
Ed oggi, quasi a volerlo copiare… il nostro attuale premier Renzi – parlando di terrorismo – ha dichiarato: “l’Italia è un grande Paese, in condizione di risolvere tutte le sfide, anche quelle più drammatiche”… ha già ha vinto il terrorismo interno, la mafia e perciò è in condizione di affrontare una sfida difficilissima… ma la sfida più grande è vincere la paura”.
Chi diri…”n’àutra minchiata”…
Come si dice… cambiano i suonatori ma la musica… anzi le “minchiate” sono sempre le stesse!!!
Non sanno minimamente di cosa parlano…
Soggetti come loro, li porterei a passeggiare per alcune nostre strade (e li lascerei lì…), in quei quartieri “ghetto” o in quei paesini dell’entroterra (ovviamente senza scorta…) e poi vedrei come a “gambe levate” questi coraggiosi… scappando, attraverserebbero lo stretto, non a nuoto, ma di corsa!!!
Ma fino a quanto dobbiamo stare qui a sentirle… non se ne può più… veramente – mi rivolgo a tutti i siciliani – ma non siete anche Voi stanchi di essere presi per i fondelli da questa gente inutile???
Non sanno niente… è parlano!!!
La Sicilia è al completo sfacelo e loro vorrebbero illuderci che va tutto bene… le persone stanno perdendo ogni giorno il proprio posto di lavoro e loro se ne escono con i soliti proclami, la disoccupazione è a livelli terribili e loro ci propinano la storia che siamo un “GRANDE PAESE”…
Sì… il paese delle “minchiate” a chi le racconta meglio… ed allora questa mattina, dopotutto è il I° di Aprile, anch’io voglio raccontarvene una…
Iniziamo:
il boss latitante Matteo Messina Denaro si è presentato spontaneamente per costituirsi insieme a tutti a gli altri “associati”… nelle varie procure siciliane; inoltre durante questo confronto, sono state restituite migliaia di armi ancora in loro possesso, tra cui molte pesanti… comprensive di mitragliatrici, lanciarazzi e via discorrendo… d’ultima generazione.
Gli imprenditori legati a quel sistema criminale hanno deciso anch’essi di collaborare, portando a conoscenza delle autorità giudiziarie, quegli appalti fin qui aggiudicati in maniera illegale “corruttiva e concussiva” ed anche i loro complici (quei cosiddetti… pubblici ufficiali) hanno deciso di collaborare e di restituire gran parte di quelle bustarelle ricevute!!!
Poi ci sono i commercianti che adesso – visto quanto sta accadendo pubblicamente – hanno preso coraggio e liberi da quelle imposizioni… si sono iscritti di corsa (anche se ormai non più necessario…) a quelle Associazione di legalità, in particolare quelle contro il pizzo…
Analoga situazione è avvenuta per tutti quei professionisti, che avendo operato in contrapposizione a quel sistema criminale, avevano indirettamente potuto beneficiare di tutte quelle inchieste delle procure, che nel corso degli anni sono andate emergendo… 
Certo, un grande servizio per l’intera comunità, ma principalmente per se stessi… 
Ora difatti, senza queste associazioni criminali e mafiose, diventerà sempre più difficile trovare nuovi clienti e soprattutto alternativi sbocchi professionali… ci si dovrà inventare qualcosa di diverso e non sarà per nulla facile!!!
Anche i Tribunali non avranno più motivo di esistere!!!
In una terra dove tutti sono onesti e corretti chi si dovrà giudicare???
Non servirà più alcun cuore “saggio e intelligente” a modello Salomonico, come non si dovranno più esporre simboli di legalità, con spade e bilance in segno di eguaglianza e giustizia… 
Anch’esse ormai… potranno finire trasportate in fondo al mare. 
Ed infine… cosa aggiungere sul grande rinnovamento intrapreso dalle amministrazioni, da quei poteri di governo e controllo che ora all’improvviso dovranno rinnovarsi… non avendo più al loro interno quei politici “collusi”, ex colletti “grigi” che sono stati portati allo scoperto per via di quanto sopra; finalmente per questi partiti ci sarà una aria nuova… vedranno rinnovate le proprie forze e si dovrà cambiare strategia politica…
Basta influenze da parte di quegli uomini disonesti e collusi che, dalla loro posizione (e grazie ai voti ricevuti dalla criminalità organizzata) si permettevano di condizionare le scelte del partito… bensì finalmente nuovi cittadini, che dimostreranno avere un pedigree limpido e incorruttibile!!!   
Incredibile… è bastato un giorno di cambiamento per vedere la nostra Sicilia rinata completamente!!!
Già sono bastati pochi ritocchi per cambiarla questa terra, sì… basterebbe innanzitutto… “non sparare più minchiate“!!!
   

Infelice Sicilia… povera occupazione… una regione sempre più verso la catastrofe!!!

Ci sarà (almeno lo spero…) un momento in cui finiranno tutte queste inchieste o debbo credere che nella mia Sicilia la maggior parte delle imprese sono colluse o in odor di mafia???
Perché se è realmente così… chiudiamole tutte!!!
Facciamo realizzare gli appalti di queste nostre opere milionarie ad imprese estere… si perché anche di quelle cosiddette “nordiche” non ci possiamo fidare!!!
Abbiamo visto come anch’esse abbiano dimostrato in questi anni di essere fortemente legate a quel sistema politico/criminale fatto di amicizie, raccomandazioni e dalle abituali tangenti/bustarelle …
Oggi per l’ennesima volta è intervenuta la sezione Misure Prevenzione del Tribunale di Catania (accogliendo la proposta avanzata dalla DDA di Catania sulla scorta degli esiti delle indagini eseguite dal Ros – Sezione Anticrimine di Catania) disponendo l’amministrazione giudiziaria a 24 società consortili controllate dalle società Tennis Spa, Artemis Spa e Cogip Holding Srl: queste ultime già sottoposte ad amministrazione giudiziaria dal 12 febbraio…
I nominativi delle 24 società li trovate sul web… ciò che mi preoccupa è ora il problema occupazionale e le opere da realizzare… già, se verranno completate e con quale tempi!!!
Sono ormai decenni che sentiamo parlare in questa regione di realizzare un sistema efficace e coerente, con strumenti capaci di garantire trasparenza ed efficienza al mercato del lavoro e migliore capacità di inserimento professionale per i disoccupati e di quanti sono in cerca di una prima occupazione, con particolare riguardo a donne e giovani…
Già… i nostri giovani, che a causa delle estreme difficoltà nel trovare un’occasione di lavoro e un reddito che li renda autosufficienti, sono costretti, il più delle volte, a lasciare questa propria terra e di conseguenza i propri affetti…
Il nostro premier Renzi nella sua ultima visita ha dichiarato: abbiamo la certezza di poter fare di questa terra un luogo di innovazione non un museo, mantenendo qualità e quantità occupazionale!!!
Sono sempre quelle le parole… le stesse promesse che da sempre ci vengono gettate addosso… come farebbe un padrone con il proprio cane… quello stesso “osso” che ora viene lanciato a noi siciliani, ben sapendo che saranno in molti a tentare di accaparrarselo…  
La solita elemosina… l’ennesimo silenzio, nessuno indignato ( in particolare tra i nostri politici…) che si alzi in piedi e dimostri di essere risentito, già nessun di loro che esasperato gridi : IO NON CI STO!!!
Non funziona niente ma va bene così… e proprio come il muro che ho fotografato alcuni giorni fa e che proprio domani pubblicherò sul mio post…

IN.CO.TER SPA – TECNIS SPA: DUE PESI E DUE MISURE

Tutti gli uomini sono uguali dinanzi alla legge, ma alcuni uomini sono più uguali di altri…
Qualche giorno fa ho letto dell’ammissione al decreto legislativo 159/2011 per la società TECNIS S.P.A. che consente alla stessa, di mettersi al riparo da possibili richieste di crediti vantati da terzi; una sorta di tutela a protezione che resterà in vigore per tutto il mandato del commissario Dott. Saverio Ruperto, nominato dopo il sequestro emesso dal Tribunale Misure di Prevenzione.
Una “meravigliosa” notizia, che permette alla società di poter continuare a operare in quegli appalti già aggiudicati e in corso di definizione!
Inoltre, la stessa Tecnis Spa, potrà ora rivolgersi a tutte quelle Stazioni appaltanti da cui ancora oggi, vanta crediti riguardanti Stati d’Avanzamento lavori (SAL) già realizzati e finora mai corrisposti.
Questa procedura permetterà così alla società Tecnis Spa, di avere quella necessaria liquidità per affrontare tutti i pagamenti correnti e quelli scaduti, tra cui in particolare gli stipendi dei dipendenti…
E ancora, grazie alla revoca dell’interdittiva antimafia appena giunta, si potranno firmare i contratti già aggiudicati e che a causa proprio del provvedimento si stavano per perdere…
E’ stato riportato inoltre che: “vista la nota del 25 febbraio 2016, con la quale l’amministratore giudiziario della  Tecnis, della Artemis e della Cogip Holding ha chiesto la revoca dei provvedimenti interdittiva antimafia adottati nei confronti delle citate imprese, considerato l’avvenuto sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Catania che alla luce di quanto previsto dal comma 5, dell’art. 95 del decreto legislativo n. 159/2011, il prefetto, anche sulla documentata richiesta dell’interessato, aggiorna l’esito dell’informazione al venir meno delle circostanze rilevanti ai fini dell’accertamento dei tentativi di infiltrazione mafiosa“.
Ancora un altro “meraviglioso” annuncio!!!
Ed infine, la Prefettura dopo aver interpellato l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha espresso parere favorevole sulla revoca dichiarando: “dato atto che con nota del 2 marzo 2016 1’Autorità Nazionale Anticorruzione, opportunamente interessata da questa Prefettura, ha comunicato di condividere la valutazione circa l’opportunità di procedere all’aggiornamento dell’informazione antimafia ai sensi dell’art. 91, comma 5 del D. Lgs. 159/2011, tenuto conto dell’’assenza di preclusioni ai fini della normativa antimafia a carico dell’Amministratore giudiziario e del fatto che la sua attività è sottoposta al controllo del Tribunale… ” venir meno degli elementi di controindicazione ai fini antimafia“.

In conclusione cioè il prefetto ha revocato l’interdittiva antimafia “informando che nei confronti di Tecnis non sussistono, allo stato, le cause di decadenza, sospensione o di divieto di cui all’art. 67 del D. Lgs n.159/2011 né elementi utili a dimostrare la sussistenza d’infiltrazioni mafiose tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi dell’impresa”; revoca che riguarda anche le società Artemis e Cogip Holding”.

Tale revoca permetterà così alla società Tecnis di rientrare nella White-List e di poter definire gli appalti che si erano già aggiudicati e soprattutto potrà partecipare ad altri bandi.
Terza e ultima “meravigliosa” comunicazione!!!
Quindi rileggendo queste notizie “MERAVIGLIOSE” mi sono chiesto se quanto fin qui dalle istituzioni determinato, sia il giusto indirizzo a quelle eque procedure di giudizio e d’uniformità sotto il profilo legislativo, sia per quanto concerne l’uguaglianza di trattamento e soprattutto per garantire quella condizione legittima e fondamentale, che deve far sì di garantire la libera concorrenza…
Ora, comprendo il disagio emotivo per una vicenda che crea grosse ripercussioni nell’economia di una provincia già in forte crisi, come d’altronde intuisco la difficoltà a prendere provvedimenti che causerebbero non solo la perdita di appalti aggiudicati, ma soprattutto, il licenziamento di migliaia di dipendenti, che nulla hanno a che fare, con le vicende giudiziarie…
Per cui, ben vengano soluzioni di “argine” come quella finora concretizzata, ciò che però mi lascia perplesso è valutare come siano stati usati, due pesi e due misure, per vicende che potrei definirle eguali, anzi identiche, ma a cui purtroppo sono stati usati parametri d’intervento direi opposti…
Infatti, mentre per la Tecnis Spa si è pensato di salvaguardare gli appalti e i dipendenti e dove si evince come lo Stato si stia impegnando con tutte le forze istituzionali (attraverso l’operato del commissario) di portare avanti quelle commesse in corso e quelle ancora da definire (contribuendo così a far rientrare celermente questa impresa nell’ambito della legalità), di contro, alla società IN.CO.TER S.P.A. (ex Fratelli Basilotta S.P.A.) questa eguale considerazione non è stata applicata… anzi tutt’altro…
Infatti, in quei periodi sono intervenuti tutta una serie di provvedimenti che l’hanno, di fatto, “spogliata” di tutti gli appalti “milionari”… che di conseguenza, sono state affidate ad altre imprese, le stesse che poi negli anni abbiamo scoperto essere – grazie alle inchieste delle varie procure – legate a quel noto mondo criminale, che si credeva (erroneamente) – proprio attraverso i provvedimenti giudiziari decisi contro la In.Co.Ter Spa – di contrastare…
Difatti, se pur oggi ritengo ragionevole e doveroso limitare i danni che causerebbero la perdita di quegli appalti e l’eventuale speculazione da parte di terzi (in particolare per limitare pressioni di pseudo fornitori), purtroppo, con i provvedimenti adottati da parte dello Stato nei confronti della società IN.CO.TER, a “scottarsi” – in quel calderone d’olio bollente – sono stati principalmente quelle centinaia di dipendenti che operavano all’interno del “Gruppo Basilotta“ e tutti coloro (centinaia) – che in veste di collaboratori orbitavano intorno a quell’indotto, quali subappaltatori, fornitori, impiantisti, consulenti e professionisti (amministrativi, legali, tecnici, ecc…), officine, concessionarie, ecc…
Soggetti, che hanno avuto quale unica colpa quella di aver operato per una società su cui è intervenuto un provvedimento giudiziario e di cui ancora oggi, alcuni di loro, devono ricevere le loro spettanze; mi duole aggiungere che tra essi, ci sono alcuni che stanno combattendo per la propria vita a causa di gravi problemi di salute e quel denaro servirebbe loro, principalmente per pagarsi le cure mediche attualmente in atto…
Ora sembrerà assurdo, ma dover pensare che la differenza delle procedure adottate, siano totalmente opposte a quelle a suo tempo realizzate, mi fa pensare che forse qualcosa a suo tempo non abbia funzionato… o che forse, avendo compreso gli errori commessi nel passato, si stia oggi cambiando metodologia, utilizzando una procedura diversa…
Non bisogna infatti, dimenticare, che come la “IN.CO.TER SPA” c’è ne sono altrettante nelle medesime condizioni, ed è un vero peccato che a differenza di quanto finalmente adesso si sta applicando in “salvaguardia” per la Tecnis, non sia stato eseguito in precedenza anche per tutte quelle società, anch’esse allora titolari di contratti con commesse per milioni di euro e con crediti certi ed esigibili verso terzi, per altrettante centinaia d migliaia di euro…
Non so comprendere se si sia trattato di scelte inadeguate, procedure burocratiche o se forse… condizionate (tutto sommato, a dover pensare che quegli appalti facevano gola un po’ a tutti, non credo di fare peccato…), ma certamente qualcosa non ha funzionato e come se non bastasse, vanno inoltre sommate le inadeguatezze di coloro che in quegli anni, sono stati nominati per la gestione, tutela e conservazione: società “interdette”, che pian piano… sono andate definitivamente scomparendo!
Tanto per riassumere giorno 04 giugno 2010  è stato sequestrato il 50% delle quote della IN.CO.TER S.P.A. in applicazione di una misura preventiva antimafia.
Di lì a pochi mesi, il Presidente della quarta sezione del Tar Catania, Biagio Campanella, aveva sospeso il provvedimento della prefettura etnea… che aveva negato il rilascio del certificato antimafia alla società In.Co.Ter. S.p.a., chiesto per la gara d’appalto aggiudicata per l’ammodernamento della strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta.
Secondo il giudice (che aveva emesso un decreto d’urgenza): il sequestro preventivo del 50% delle azioni In.Co.Ter e l’amministrazione unica affidata all’Arch. Guglielmo Messina “garantivano sufficientemente circa il pericolo di infiltrazioni mafiose, ostative al rilascio del certificato”.
Nel decreto si spiegava come fosse “doveroso garantire la continuità dell’impresa e la tutela dei numerosi lavoratori, nel bilanciamento dell’interesse pubblico e di quello privato» e si poneva l’accento che «il mancato rilascio dell’informativa antimafia avrebbe comportato per l’impresa ricorrente la risoluzione del contratto d’appalto e la mancata partecipazione a qualsiasi tipo di gara”.
La cosa che da sempre mi è sembrata alquanto strana –per non dire assurda– è che, durante questo periodo, sia giunto inizialmente il provvedimento interdittiva (bloccando, di fatto, l’azienda che si era nel frattempo premurata a organizzarsi con l’acquisto di macchinari, attrezzature, campi base, trasferimento dei propri dipendenti, assunzione di nuovo personale e quant’altro per iniziare gli appalti…) e solo successivamente è giunto il provvedimento di sequestro da parte del Tribunale di Catania, circostanza quest’ultima totalmente opposta a quella adesso realizzata per la Tecnis Spa.
Si tenga inoltre conto che in quel periodo l’IN.CO.TER S.P.A. stava completando:
– Centro Commerciale Porte di Catania 
– Centro Commerciale Sicilia Village Outlett – Agira
– Lavori stradali per la fornitura e posa di conglomerati bituminosi
– Lavori di manutenzione straordinaria nelle SS.PP.  31 e 15 e nella SR 25 – Provincia di Ragusa  
Mentre erano in fase di contrattualizzazione e di definizione i seguenti appalti:
– C.M.C. –  SS 640 Agrigento – Caltanissetta
– INTERPORTO di Catania in ATI
– Parco Eolico in Provincia di Messina
– SIS S.C.P.A. – Raddoppio Ferroviario in Palermo
– IRAQ – Lavoro autostradale Umm Qasr-Al Zubair
– CO.ME.R. S.P.A. – Fornitura di conglomerati bituminosi e nolo di attrezzature;
– Comune di San Giovanni La Punta – Opere di Urbanizzazione Primaria nell’Area P.I.P.
– Provincia di Caltanissetta – Lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza della S.P.10.
– Comune di Solarino – Lavori per la esecuzione delle opere di urbanizzazione relative al Piano per gli insediamenti produttivi – I° Stralcio Funzionale
Purtroppo però, molti di quei contratti (e direi “stranamente” i più rilevanti…) sono andati perduti…
Altresì, quanto fosse doveroso garantire in, continuità aziendale e la tutela dei lavoratori (ndr: nel bilanciamento dell’interesse pubblico e di quello privato…), ha dimostrato come l’intervento richiesto sia risultato vano, in quanto ha estromesso di fatto la società da quegli appalti (gli stessi che successivamente sono stati affidati ad altre Società… che il tempo ha dimostrato essere state “inquisite”) e soprattutto, non ha garantito al personale precedentemente licenziato di poter rientrare, ha escluso di fatto la possibilità a procedere a nuove assunzioni e quale epilogo finale, ha dato il via ai licenziamenti di quanti erano ancora in forza…

Malgrado ciò, voglio sperare che quanto a suo tempo compiuto –a danno dei dipendenti dell’IN.COTER e di tutto il “Gruppo”– sia da attribuirsi a procedimenti sommari o compiuti in modo precipitoso, escludendo da parte mia sin d’ora l’ipotesi, che quanto “malauguratamente” svolto, non sia stata una conseguenza implicita di quella prassi, consuetudine tanto diffusa di questa nostra regione…

Ed è per questa ragione che mi trovo (dopo quanto finora sopportato) ancora qui… perché ritengo (come diceva il Giudice Falcone) che occorre sempre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità!

Ora parlo io…

Incoter, parla il direttore tecnico: ‘In ginocchio, ecco il perchè…’: LETTERA IN REDAZIONE: il direttore tecnico della Incoter (azienda confiscata e in passato conosciuta come Fratelli Basilotta Spa) Nicola Costanzo denuncia quella che definisce una beffa dello Stato. 

Quello stesso Stato che oggi di fatto amministra la società di costruzioni…

Concorso esterno… l'Avv. Lipera: E' una mostruosità!

Desidero condividere una lettera di redazione dell’Avv. Giuseppe Lipera, nel dibattito che si è acceso dopo la sentenza di proscioglimento nei confronti dell’editore Mario Ciancio.
Sono dell’opinione che in uno stato di diritto, ognuno possa esprimere liberamente la propria opinione e quindi mi dissocio da quanti hanno voluto screditare l’intervento del legale, ritenendo “paradossale” lo spazio concesso da Live Sicilia, al Suo pensiero… 
La critica espressa, rappresenta difatti una situazione vergognosa, in quanto contrasta con quella libertà di espressione presente sempre nei paesi civili e che di contro, ispira con la propria limitazione, quei paesi in cui vige la dittatura!!!
Perché in ballo non vi è soltanto la difesa di quelle testate (per fortuna ancora libere…) che cercano con il loro operato d’informare il pubblico in modo corretto e completo, ma il diritto dei tanti lettori, di poter leggere ampi interventi, che a volte possono risultare discordanti rispetto al pensiero di ciascuno di noi…
Non bisogna dimenticare, che la libertà di manifestazione del pensiero rientra secondo la Corte Costituzionale, tra i «diritti inviolabili dell’uomo» con la conseguenza logica di garantirla sempre e ovunque, contrastando l’eventuale sopprimibilità della stessa…
Venendo quindi al merito della questione, la nota riportata dall’Avv. Lipera, tiene principalmente conto dei soli aspetti giuridici processuali (o da quei riconoscimenti), senza tentare mai di voler entrare nei meriti, in quei condizionamenti basati il più delle volte a diritti di cronaca (o di critica giornalistica), che il più delle volte basa in maniera limitata i propri giudizi su principi legislativi e affida di contro le proprie affermazioni su esternazioni umane…

Riscossione Sicilia: equità, efficienza, lotta agli sprechi e al malaffare, senza lacrime e sangue per i dipendenti!!!

Si concludeva così l’articolo di Mario Barresi, pubblicato alcuni giorni fa su lasicilia.it: Riscossione Sicilia, voragine miliardaria incassa 320 milioni su 4 miliardi di crediti…
In particolare il pezzo sull’inchiesta riportava le frasi dell’ex Presidente: “un dossier che s’ingrossa giorno dopo giorno sulle «incredibili anomalie» di Riscossione Sicilia. Ma anche un altro file sul computer: il nuovo piano industriale. «Con le priorità che mi ha chiesto il presidente Crocetta: equità, efficienza, lotta agli sprechi e al malaffare, senza lacrime e sangue per i dipendenti». Una missione impossibile? «Ci proviamo e vogliamo riuscirci presto», assicura Fiumefreddo. Altrimenti? «Portiamo i libri in tribunale»”.
Ecco, quanto sopra è ciò che pensava l’allora presidente di questo “carrozzone”… 
State certi che il problema non è da ricercare in quanti non pagano le cartelle esattoriali… ma di quella inefficacia del sistema, nel saper creare quei presupposti affinché nessuno paghi… o meglio solo i più fessi!!!
Sarei curioso di conoscere tutte quelle imprese in odor di mafia, che operano nel nostro territorio e a cui sono state fatte pervenire le richieste morose dei pagamenti… o forse queste sono dispensate dai pagamenti dei tributi???
Dopo poche settimana l’ex presidente definiva “Un quadro sconcertante” la situazione ad egli affidata, riconoscendo sin da subito di applicare ” una inversione di tendenza rispetto al passato nell’operato degli ultimi due miei predecessori”, ma perché cos’era successo negli anni passati… potrebbe chiarire meglio il concetto… perché così si palesa il dubbio che durante quegli anni, quanto doveva essere svolto correttamente non è stato fatto… ed allora perché non sono stati denunciati quegli ex presidenti che certamente, per la loro mansione, avranno ricevuto fior di quattrini???  
Alla fine mi chiedo… ma di chi ha responsabilità di questo fallimento???
La politica… i dirigenti… i dipendenti (erano 1500… ora sono 700… anche questa una circostanza assurda…; servivano questi dipendenti per averli assunti o erano in soprannumero???ed ancora che fine hanno fatto??? sono stati spostati presso un altro casermone della regione e a far che cosa???) alla fine cioè di chi è la colpa…  chi ha la responsabilità di un’azienda che fa acqua da tutte le parti e poi come può essere che in questo nostro paese, nessuno mai paga per gli errori commessi!!!
Sì… domande… domande… le solite e inutili domande… in una terra irrecuperabile!!!
Forse mi è venuta un’intuizione: perché non affidare questa azienda alla mafia… si proprio ad essa… ai suoi uomini… dopotutto quei soggetti, in questi anni, hanno dimostrando di aver conoscenza sulle metodologie da applicare per farsi pagare…  
Avranno sicuramente dei modi un po rudi… violenti… eccessivi… per non dire che il più delle volte sono coercitivi… ma alla fine i risultati li ottengono… e c’è da aggiungere inoltre, che quanto chiedono… (o quanto loro impongono di pretendere) il più delle volte, se pur gravato da interessi usurai… corrisponde a quanto univocamente pattuito… anche se in questo caso… non dovuto!!!
Sono certo che quanto sopra ha esclusivamente un carattere provocatorio e lungi da me il dover pensare di affidarci a soggetti criminali per la riscossione…, individui che debbono essere sempre denunciati (usufruendo anche del sostegno dato dalle associazioni di legalità) opponendosi a quella reiterata violenza e dimostrando forza e resistenza senza mai piegarsi, rifiutando sin da subito, eventuali compromessi a quelle loro forzate richieste!!!   
Quindi, ritornando a Riscossione Sicilia… sembra che le loro richieste, oltre a essere il più delle volte inesatte o a non sussistere in quanto sono del tutto (o in parte) infondate poiché vanno a gravare su società “corrette” amministrativamente o ancor peggio su aziende “confiscate”…  mentre nel contempo, la stessa azienda, ha pensato bene, di accomodare posizioni debitorie con alcune banche… infatti, lo stesso ex presidente la definiva: una “disonestà dei numeri”, che esprime “ingegneria finanziaria molto prossima al falso in bilancio”… minchia… complimenti… ma come sempre… nessuno che denuncia alla Procura???
Dice bene Baresi… altro che far impallidire Pirandello, gli esattori… indebitati!!!
Ma poi… indebitati per cosa???
Per gli alti costi di affitto, di forniture d’energia e telefonia, di personale in esubero, di parcelle per consulenze, di forniture varie, di manutenzione e pulizia… e di tutti quei costi che servono quotidianamente a far lievitare in maniera esponenziale i debiti… 
Ma tanto c’è chi paga o meglio chi dovrebbe pagare e non paga!!!
Sono i soliti furbetti… una sfilza di evasori (sarebbe interessante vedere pubblicati l’elenco dei nomi con accanto gli importi che debbono restituire…) sono certo che troveremo note banche e società, politici e industriali, imprenditori e professionisti, fino a scendere verso una serie di prestanome, truffatori e nullatenenti, a cui bisogna aggiungere quanti operano nel riciclaggio della criminalità organizzata ed infine, ci sono i poveri disgraziati…
Quindi avendo coscienza di quanto sopra, la diligenza del “buon padre di famiglia” dovrebbe sapere cosa fare…
Ma qui da noi è tutto diverso… non c’è mai un percorso chiaro, vedasi infatti quanto sta avvenendo proprio con Riscossione Sicilia… dove la nostra Ars continua a finanziare le perdite, per aumentare ancor di più quell’inutile fardello di sprechi!!!

Sapremo mai la verità su quegli incarichi???

Abbiamo letto degli intrallazzi commessi, nella gestione dei beni confiscati, abbiamo appreso quanti e quali magistrati, amministratori, consulenti, familiari, ecc… hanno partecipato direttamente o indirettamente a quella combine… ed infine, ecco, figure di spicco istituzionali, qual’è quella dei prefetti, all’improvviso, decidano di chiedere (è difatti una loro espressa richiesta…) il trasferimento…
Parlo del prefetto di Palermo, la stessa che, per come abbiamo letto in questi giorni dalle intercettazioni,  avesse un buon rapporto d’amicizia con l’ex presidente delle misure di prevenzione del tribunale di Palermo, S. Saguto (attualmente sospesa dal Csm), a cui sembra dalle indagini, aver chiesto un posto di lavoro per un parente di un’altro ex prefetto di Messina…
Quest’ultimo inoltre, riceve un incarico dal prefetto di Catania, scelto tra i nominativi della terna, quale collegio d’amministrazione per la discarica di contrada Valanghe d’Inverno a Misterbianco, sottoposta a sequestro, e dove, la propria professionalità… ( sarebbe interessante conoscere quali benefici ha apportato insieme al collegio, tale amministrazione giudiziaria…) è stata retribuita, con un compenso di 25 mila euro lordi al mese… quindi 75.000 lordi al mese per i tre amministratori… ( e nessuno tra essi, ha avuto a che ridire, su quel compenso ritenuto forse troppo elevato… ).
Per quel tipo di nomina, c’erano già state in precedenza delle perplessità… ma come sempre da noi… tutto fu chiarito… in quanto la legge prevede, per tale nomina, la decisione ponderata dei prefetti… o in base a criteri del tutto autonomi e personali… e che i compensi, erano al di sotto di quanto previsto dalla normativa vigente… 
Verrebbe da dire… meno male…
Infatti, è proprio a a causa di questa “pericolosissima” discrezionalità, che oggi nel nostro paese, avvengano giornalmente tutta una serie di procedimenti, che poi, con le inchieste realizzate delle varie procure, si scopre essere state… illegali e fraudolenti!!! 
Fintanto (e mi ripeto per l’ennesima volta…) le nomine, saranno realizzate con i soliti favoritismi (altro che chiamarla discrezionalità… chiamiamola con il suo vero nome…), finché il clientelismo per non dire nepotismo, avrà  potere sulla giustizia, sulla imparzialità di giudizio, sull’equanimità dei meriti… ecco fintanto sarà questo il sistema adottato… possiamo stare certi, che fra qualche mese o anno, a seguito di una nuova indagine, torneremo a dibattere su questo tipo di metodologia…
Non si può continuare a dare incarichi indeterminati a ex uomini/donne delle istituzioni, in consigli d’amministrazione di società dello Stato, in particolari in quelle sottoposte a provvedimenti di sequestro/confisca, che hanno (ma è ormai risaputo…) quale univoco interesse, quello di far beneficiare quanti appartenenti a quella casta, per assicurare loro (o chi per loro…) sostanziosi vitalizi!!!
Anche perché non è detto… (ma forse è proprio ciò che non si suol dire…) che avendo goduto – nello stesso periodo – di più e più incarichi, ognuno di essi, ben remunerato dalle somme previste ai sensi di legge, una parte di questi, chissà, forse, è servita ad alimentare un eventuale sistema parallelo… 
Basterebbe difatti agli organi di controllo (in particolare alla GdF), verificare le somme effettivamente ricevute, con quante oggi ancora nella loro disponibilità (a cui vanno sommate ovviamente i beni eventualmente acquistati nello stesso periodo, tra immobili e mobili); sono certo che dai movimenti effettuati, si scoprirà una netta differenza… quella che manca precisamente per essere stata trasferita… 
Perché si sa, quando non si divide… si finisce di mangiare, come dice appunto il detto, chi mangia solo… muore solo… ma soprattutto non è questo il caso che con un semplice ringraziamento uno se ne possa uscire facilmente o meglio si sa che col solo grazie non si mangia più!!!
E poi, lo sanno tutti che l’appetito vien mangiando e quando cadono i maccheroni in bocca… tutti li sanno mangiare!!!
Quindi… chissà se un giorno scopriremo con certezza quanto realmente accaduto… o se le ragion di Stato, avranno come sempre… il sopravvento sulla verità!!! 

Norma Saguto…

E’ tra le novità del codice antimafia presentato dal Governo e prende il nome dal nome dell’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto, sospesa dalle funzioni e indagata per corruzione insieme al marito, Lorenzo Caramma, nominato coadiutore di diverse società amministrate dallo Stato e l’amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara…  
Con questo emendamento presentato, riferito all’articolo 13, s’impedisce la nomina ad amministratore giudiziario di beni confiscati alla mafia, o coadiutore o collaboratore, non solo ai “parenti”, ma anche ai “conviventi e commensali abituali” del magistrato che conferisce l’incarico. 
Il divieto sarebbe esteso per i parenti fino al IV° grado e per gli affini entro il II° grado, ma soprattutto, gli amministratori giudiziari non potranno inoltre avere più di 3 incarichi… che, secondo il sottoscritto sono sempre troppi…. o meglio la valutazione di questo numero, dovrebbe essere commisurata con le dimensioni patrimoniali delle società d’amministrare… 
E’ illogico… paragonare un’impresa individuale da una S.r.l. e ancor meno da una S.p.a. quindi non esiste un numero esatto… ma si dovrà raffrontare questo, con la capacità produttiva e logistica, sul numero presente di contratti d’appalto da realizzare o in corso d’opera ed infine, sul patrimonio immobiliare e finanziario presente alla data della confisca…
Perché… nel dover seguire con impegno un’azienda, ci vuole innanzitutto piena disponibilità, coordinare l’organigramma aziendale, collaborare con i dipendenti, interfacciarsi con tutte le problematiche che nel corso dell’incarico potranno presentarsi, rilevare e contrastare le anomalie gestionali, apportando quei correttivi necessari… tutte circostanze che necessitano di massima dedizione!!! 
Anzi, da esperienze dirette, posso suggerire che una eventuale terna, composta da un amministratore e due coadiutori tecnico e amministrativo, è la migliore soluzione gestionale per società di questo tipo, dove ognuno di essi, assume in se, un ruolo di corresponsabilità personale, in quelle scelte decisionali…   
Ora che il testo passa per l’approvazione al Senato ( alla Camera l’approvazione ha avuto 281 sì, con 66 contrari -Fi e M5S- e due astenuti), si spera di modificare definitivamente (con queste nuove regole ferree), l’assegnazione e la gestione dei beni sequestrati,  alla criminalità…
Bisogna aggiungere che il provvedimento, deriva dalla proposta di legge di iniziativa popolare per la quale, grandi organizzazioni sociali (Cgil, Avviso Pubblico, Arci, Libera, Acli, Lega Coop, Sos Impresa, Centro studi Pio La Torre) hanno fatto si, che in questi due anni e mezzo, si raccogliessero centinaia di migliaia di firme, a sostegno e integrazione del lavoro svolto nel contempo, dalla commissione parlamentare antimafia.
Sono in definitiva 30 articoli, dai quali si ridisegna tutta la complessa materia delle misure di prevenzione, come, l’assegnazione in affitto degli immobili confiscati alla mafia al personale delle forze di polizia, delle forze armate e ai vigili del fuoco, che potranno provvedere a proprie spese a ristrutturarli, se le amministrazioni assegnatarie non dispongano delle risorse necessarie. 
Finalmente con questa legge, non si dovrebbero più avere, situazioni incresciose come quelle emerse in questi mesi nel tribunale di Palermo, ma soprattutto ciò che ci si augura, è poter recuperare quelle società ancora gestite in modo disonorevole da parte di certi amministratori giudiziari e soprattutto, di tutelare quei lavoratori che hanno cercato – se pur con i problemi legati al provvedimento di confisca – di dare il meglio di se… per far sì che nulla andasse definitivamente distrutto…
Perché nella vita ci sono sempre due scelte fare: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle!!!

La sensazione è che ci sia un'Antimafia che più che gli ideali, persegua interessi particolari…

In tutti questi anni, si è cercato di convincere i cittadini, che combattere la mafia non solo fosse giusto, ma soprattutto utile. 

Nessuno immaginava però, che da quei professionisti di quella lotta, si sarebbero creati dei nuovi soggetti, che avrebbero cercato sì… quel “utile”, ma principalmente per se stessi, per come difatti sta emergendo…
Sembra effettivamente, che la famosa invettiva di Leonardo Sciascia contro i professionisti dell’Antimafia, abbia dimostrato essere, quanto mai attuale… 
Già, riprendendo quanto dichiarato dall’ex Pm Antonio Ingroia proprio in questi giorni: ecco se pur Leonardo Sciascia in una occasione sbagliò… colpendo l’allora giudice Paolo Borsellino, dimostro comunque con la sua dichiarazione… un’intuizione profetica.
In tanti citano i nomi dei due magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma secondo lei, chi sono i veri eredi e chi, invece, si fa soltanto bello… con i loro nomi?
Per me non ci sono veri eredi, ma ci sono troppi aspiranti eredi…
Ci faccia qualche nome…
Un elenco troppo lungo e non basterebbe lo spazio… mi riferisco anche a qualche importante ex magistrato oggi entrato in politica…
Adesso che è tornato a fare l’avvocato, non ha paura di finire vittima di uno sbaglio dei suoi ex colleghi togati?
Sinceramente sì, soprattutto oggi mi rendo conto di tanti errori giudiziari… le inefficienze del sistema sono più gravi di quanto non sospettassi da magistrato; per esempio, nel procedimento che sto seguendo a Roma, anche se dimostreremo l’errore degli inquirenti, ci troveremo di fronte a danni irreversibili con società fallite, uomini ammalati e imprenditori rovinati!!!
Ci sono delle furbizie che i pm usano per incastrare gli indagati? Mi risulta che non di rado i nomi sul registro generale vengano iscritti il più tardi possibile per allungare i termini delle investigazioni… come si dice… ci sono le astuzie dei difensori, ma anche quelle dei sostituti procuratori, ed ora che sono dall’altra parte della barricata ho il vantaggio rispetto ai miei colleghi avvocati di poter smascherare certi espedienti furbetti…
Tipo… ne può svelare qualcuno?
Si, ci sono i cosiddetti stralci a catena che permettono con un gioco di scatole cinesi di tenere aperto un filone d’indagine facendolo emigrare da un fascicolo in scadenza a un altro….
Forse anche da una procura all’altra?
Già, qualche volta è accaduto pure questo…
Infine, è meglio la vita da magistrato o quella da avvocato?
L’esistenza blindata del pm antimafia è infernale… di quegli anni mi mancano solo (sorridendo…) le “intercettazioni“, mentre da avvocato accertare la verità è molto più difficile, perché si combatte con armi spuntate contro una magistratura che spesso è un muro di gomma rispetto alle istanze della difesa!!!
Cosa aggiungere, questa mattina altri due giudici della sezione beni confiscati del Tribunale di Palermo, sono stati accusati, uno di concorso in corruzione e l’altro per abuso d’ufficio…
Sono due toghe (che hanno operato in quella stessa sezione diretta dall’ex presidente Silvana Saguto, finita in questi giorni, sotto inchiesta della Procura di Caltanissetta) che si trovano sotto la lente d’osservazione della procura nissena… e che rischiano in questo preciso momento, oltre agli addebiti presentati, anche l’avvio della procedura di trasferimento…
Una brutta pagina per la nostra magistratura… diceva bene Indro Montanelli: Per un magistrato italiano, la “Legge” con la “Giustizia” non ha nulla a che fare!!!

Posti in cambio di favori…

Non smette mai la bufera sul Palazzo di Giustizia di Palermo…
Si è appena scoperto, dalle intercettazioni degli investigatori presso l’ufficio dell’ex presidente della Sezione misure di prevenzione beni confiscati (Dott.ssa Silvana Saguto) che, durante lo svolgimento del proprio incarico, si dedicasse con solerzia a segnalare, parenti e amici, ad alcuni amministratori giudiziari (e non solo), per poterli fare inserire in un qualche contesto lavorativo…
Si scopre oggi (al solito… come se fossero chissà quali situazioni anomale.. o perché queste circostanze accadano solo dalle nostre parti… almeno qui qualcuno ha avuto il coraggio di denunciare… mentre in altre eguali realtà, sono in tanti che preferisco stare in silenzio ed anzi si prestano a realizzare tali “combine”, pur di avere in cambio qualche favore personali) che non bisogna fare di tutta un’erba un fascio… ma certamente se tali inchieste fossero allargate anche presso altri Tribunali, scommetto (ma sono certo già di vincere…) che le condizioni emerse a Palermo… sarebbero, più o meno analoghe…
Una serie di nominativi messi in fila per essere collocati… grazie propriamente ad alcuni magistrati, che da un lato nominano dei loro amici, quali amministratori in società confiscate e dall’altro, ne promuovono i soggetti “raccomandati”…
Qualcuno sconcertato lo definisce uno “scandalo”… ma io credo che rappresenti quel semplice scambio di favori “dare-avere” che è da sempre presente in ogni momento della nostra vita quotidiana, ma che si tende a parole “ipocritamente” (da parte di quasi tutti… ) a volerle contraddire queste deplorevoli azioni, ma quando ci si trova in prima persona, ecco che il giudizio cambia…

Quindi in definitiva, abbiamo un ufficio, quello del magistrato… convertito in ufficio di collocamento, con assunzioni per gli amici, in particolare per quanti potevano successivamente fare nuovamente comodo… all’interno di quel palazzo di giustizia.
Impiegati… che avevano modo di poter leggere i documenti, prestare attenzione su quanto accadeva intorno a loro, origliare particolari confidenze, ma soprattutto (visto il legame che li accomunava), andare a riferire immediatamente quanto scoperto, su possibili denunce o inchieste o altro, su cui erano venuti a conoscenza e che potevano creare dei seri problemi all’amica/o magistrato…

Una concatenazione d’eventi che faceva si, che tutti si sentissero legati, dopotutto in ballo non c’erano soltanto le loro mansioni o carriere, ma il futuro soprattutto dei loro figli (o parenti vari…) e quindi tutti, pronti a collaborare in silenzio, per quelle prospettive future… rappresentate dalla certezza di un posto di lavoro!!!

Ecco quindi la scelta di piazzare i vari soggetti… questo lo prendi tu, quest’altro lo piazziamo li… e quest’altro ancora (sa… è il figlio di…) cerchiamo d’inserirlo là… e di questo (ma… “giudice”… non è capace di fare nulla…) va be… mettiamolo al centralino, lì… a rispondere al telefono… al posto di quel “Catarella”.
Bisogna organizzarsi… trovare nuove soluzioni, sistemare gli “amici degli amici”… sembra di assistere a quei film d’argomentazioni mafiose!!!

Poi ci sono le cimici… che registrano una conversazione fra lo stesso “magistrato” ed il titolare di un noto ristorante in provincia di Palermo… dove, dalla telefonata, si scoprirà essere stato raccomandato per l’incarico di chef, il grande (12 Stelle) “Gordon Ramsey”… no… scusate… mi ero distratto… era solo il figlio del magistrato (che appunto di professione fa lo chef…) e che ovviamente, per l’alta professionalità finora comprovata…  non era rimasto contento della proposta economica ricevuta ed ovviamente, si era lamentato con la mammina…

Comunque alla fine l’intesa fu trovata… come sempre dopotutto… come si dice da noi: le cose alla fine – in un modo o in un’altro – si sistemano sempre!!!

Indubbiamente è grave udire quanto sopra… ma dopotutto… cosa deve fare una mamma per i propri figli, se non questo…
Si vi capisco… ascoltare di raccomandazioni per un posto di chef per il figlio può sicuramente dare fastidio, ma ciò che è più preoccupante è la richiesta per l’altro figlio… quello che vuole fare il concorso per commissario… e poi vuole fare un corso in criminologia… 
Intravvedere alla fine come, non solo una parte delle nostre istituzioni sono corrotte, ma anche gli eventuali figli di quest’ultimi… e dover constare come questi a breve, possano divenire rappresentanti di quelle nostre forze dell’ordine, futuri agenti di un partecipato sistema collusivo-mafioso… allora, ahimè… mi chiedo: quale possibile speranza potrà mai avere questo nostro paese di risollevarsi???

Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati…

Desidero riprendere alcune domande, postate in questi giorni, nei siti web di Addio-Pizzo e Le Iene Sicule, sulla visita a Catania del Dott. U. Postiglione (Direttore dell’Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati) per chiedere ad Egli, se realmente crede che, attraverso le metodologie finora adottate (per queste società), si possa giungere ad invertire, il percorso finora realizzato…
Ora, voler giungere in Sicilia, solo per promuovere se stessi o l’Agenzia che si dirige (con la scusa di assegnare 210 beni confiscati), comunicando i nominativi per i recenti incarichi affidati (sarebbe comunque interessante conoscere con quali modalità sono stati scelti questi amministratori), mi sembra di ascoltare quelle solite propagandistiche manifestazioni, quando di contro, si poteva tranquillamente “operare in silenzio, senza bisogno di realizzare… tutto questo clamore… 
Inoltre, dalla cerimonia è emerso come alle domande dei giornalisti, egli abbia volutamente esimersi dal rispondere, in particolare mi riferisco a quelle sulle inchieste in corso presso il Tribunale di Palermo…, che sono state diplomaticamente “evitate”…
Delle imprese attualmente confiscate… e non sono soltanto quelle che solitamente vengono richiamate, ma mi riferisco alle migliaia (sono più di 5.000 di cui però, soltanto circa 2.000 sono state destinate ed assegnate) che proprio in Sicilia… non trovano risposte dalle Istituzioni… e dove, il più delle volte, vengono totalmente abbandonate a se stesse… per non voler dire, che di fatto… restano sotto il diretto controllo di coloro a cui erano state sottratte!!!

Inoltre, la cosa assurda avviene, non solo quando si è dimostrato di essere inadeguati alla gestione di questi beni… ma in particolare, quando, attraverso la propria professionalità e correttezza morale, si è saputo dimostrare di essere stati degli ottimi amministratori…

Infatti, prendendo proprio spunto del complesso (Lido dei Ciclopi) nel quale è stata svolta la sopraddetta cerimonia, mi chiedevo come sia possibile, aver revocato l’incarico al suo amministratore Dott. Giuffrida, che a detta di molti (in particolare proprio dei suoi ex dipendenti e dall’analisi sulla gestione finanziaria-amministrativa) essere persona corretta!!!

Allora… non è che forse proprio perché queste società, sono riuscite tra mille difficoltà non soltanto a sopravvivere ma a produrre utili (incassi), qualche “furbetto” ora, abbia pensato di volerci mettere le mani sopra???
Mi chiedo quindi… chi gestirà queste società… quali requisiti possiederanno questi nuovi amministratori rispetto allo stesso Dott. Giuffrida???

Siamo certi che i soggetti ai quali verranno dati in gestione queste società, non sono ora messi lì, perché “qualcuno” li abbia scelti appositamente per riprenderne il possesso???

Ed ancora, dal momento in cui Lei dichiara che, nell’incaricare questi amministratori, si applicano “le tariffe più basse che ci siano, e cioè quelle del Tribunale di Reggio Calabria“, ed è il motivo per cui (sono sempre Sue parole…) certe volte, molti amministratori giudiziari rinunciano a diventare collaboratori dell’agenzia, mi chiedo, visto che l’aspirazione che porta questi soggetti a tale incarichi è prettamente “venale”… non sarebbe forse meglio, modificare questa gestione, affidandola direttamente ad uno dei corpi dell’Arma e fare gestire questi stessi beni (a seconda delle tipologie societarie) con personale dipendente, assunto specificatamente per i settori merceologici d’appartenenza, con l’ausilio ed il controllo diretto della GdF, senza continuare con questi clientelari incarichi, che finora hanno dimostrato essere in questi anni… quasi sempre corruttivi???
Dopotutto, questi signori vengono pagati non solo da noi cittadini… ma soprattutto dalle stesse imprese sulle quali è intervenuto il provvedimento interdittivo; sarebbe quindi opportuno, che quei soldi, fossero in un qualche modo… opportunamente “distillati” e non scialacquati… per come finora si è fatto!!!
Credo inoltre, che sia giunto per le istituzioni, il momento d’iniziare a fare seriamente il suo dovere e non nascondersi ancora oggi, dietro il dito!!!

Bisogna intervenire definitivamente contro quegli amministratori che hanno dimostrato essere di fatto collusi… che attraverso la loro disdicevole gestione hanno permesso che si protraessero abusi e malaffare!!!
Queste persone debbono pagare in particolare se vengono dimostrate proprie partecipazioni attive nel 

compiere eventuali reati…

Non si può da un lato confiscare i patrimoni alla mafia e successivamente mettere uomini, che attraverso quelle loro azioni, dimostrano essere, essi stessi dei mafiosi!!!
Credo sia giunto il momento di fare pulizia… non pensare d’inventarsi meravigliose cerimonie festose, vivaci e nuove strategie, intuizioni colorate di facciata, che poi, proprio come delle “bolle di sapone”… non fanno altro, che esploderci in faccia!!!
Concludo attendendo le risposte, che il quotidiano d’inchiesta Sudpress ha posto proprio sull’argomento e sarebbe importante che, almeno per una volta, qualcuno ci mettesse non solo la propria faccia ma anche la propria firma… rispondendo a quelle domande, non in maniera generalizzata, ma dando dimostrazione di capacità operativa e soprattutto di volontà concreta…
Resto (ma credo di poter dire… che siamo in migliaia quelli…) in attesa di un Suo celere riscontro!!!

Dott.ssa Lia Sava: finalmente un Procuratore (aggiunto) senza timori reverenziali!!!

Si dice che se non provi paura… significa che non stai facendo nulla d’importante!!!
Ciò è difatti, quanto sta accadendo in questo periodo a molti professionisti, in particolare per tutti coloro che dimostrano con i loro comportamenti, di non voler d’intaccare certi “signorotti prepotenti” o collaudati “meccanismi”, subendo di fatto, quell’effetto paralizzante!
Già, sono in molti infatti… (in particolare tra gli uomini), quelli che pur di non avere conseguenze personali, preferiscono girarsi dall’altra parte o come si dice… farsi i fatti propri
Stanno relegati in quegli uffici, sperando di poter proseguire quelle loro carriere, in modo silenzioso e (disgraziatamente) senza nessun merito…
Auspicano… di non esser sopraffatti da possibili ritorsioni, in cui resterebbero coinvolti, per aver tentato di mettere il “naso”, in situazioni cui non dovevano intromettersi!!!  
Ed è cosi quindi, che quanti sono oggi demandati a compiti istituzionali d’osservazione e di controllo, preferiscono –certe inchieste scomode- schivarle, causa i soggetti coinvolti, ma soprattutto, per quel timore di ripercussioni o strascichi che potrebbero comprometterne la loro imperturbabilità…
Nondimeno, fra tanti “paurosi”, qualcuno esce allo scoperto… una donna, sì, un magistrato antimafia, un procuratore aggiunto, la Dott.ssa Lia Sava!!!
Un magistrato che da sempre è impegnato seriamente a contrastare questo generale costume della illegalità…
Ecco finalmente c’è chi non vuole accontentarsi di semplici risultati, ma che va in fondo nelle inchieste, che non teme, pressioni politiche o di palazzo, ma soprattutto dimostra di non avere paura!!!
Anzi, il solo pensiero di non poter dare il meglio di se, la spronata finora a dare di più, per ottenere quei risultati, che oggi la pongono tra i nostri migliori magistrati…
Infatti, in alcune precedenti esperienze (o come quelle appena fatte emergere) per riuscire a svolgere quanto ha concretamente evidenziato, ha dovuto intaccare particolare collusioni, come per esempio quelle legate a probabili “trattative” tra Stato-mafia o l’inchiesta di questi giorni, sulla gestione dei beni confiscati nel Tribunale di Palermo, che hanno dato il via ad una “rivoluzione”, portando alla luce un sistema, che pare essere, altrettanto colluso, se non peggiore, di quello adottato da quegli stessi soggetti ai quali si era dovuti intervenire, attraverso (l’ormai ben noti) provvedimenti di sequestro/confisca…
Ecco quindi che, a differenza di colleghi che ristagnano in quel loro appartato laghetto, c’è chi –come Lei– scende in campo, immergendosi in quell’ambito pericoloso nel quale in molti (in particolare tra i suoi colleghi), preferiscono rimanere fuori, sperando così di non “bagnarsi”, di non dover affrontare situazioni scomode nelle quali potrebbero finir male… 
La parola d’ordine quindi è… non rischiare… mai!!!
Certo, così facendo si resta illesi, tra l’assoluta indifferenza generale.  
Dopotutto è la stessa manifestazione, che da sempre, in tutta la loro vita, hanno palesato… quella propria viltà che ben li rappresenta e che è evidenziata da quelle continue assenti azioni!!!
Ah… se corressero contro i nemici con la rapidità con cui li fuggono, sicuramente li spaventerebbero…
Procuratore, la prego… non si fermi!!!
Sappia fin d’ora, che per quanto sta compiendo, avrà sempre e in ogni momento, tutto il mio sostegno morale!!!

La gestione dei "beni confiscati" a Palermo… ecco i nomi dei successori!!!

Il Presidente ha scelto!!!
Sì… il Presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale, Mario Fontana, per sostituire l’amministratore giudiziario, finito nei giorni scorsi sotto inchiesta da parte della procura di Caltanissetta,  ha scelto di far subentrare il prefetto Isabella Giannola e l’avvocato Antonio Coppola…
Un prefetto con una esperienza nei servizi segreti e l’avvocato del nostro capo dello Stato… ecco chi sono i soggetti, per sperare di cancellare quanto gravemente finora emerso, ma soprattutto allontanare anche i sospetti, che in quel tribunale, la gestione dei beni sequestrarti/confiscati alla mafia, sia stata condotta (anche da chi non è attualmente indagato…) in modo del tutto arbitraria!!!
Adesso i neo amministratori, nell’adempimento degli incarichi ricevuti, dovranno dare prova di comportamenti conformi alla diligenza del buon padre di famiglia, dare cioè dimostrazione, di saper gestire quei patrimoni milionari, in maniera corretta!!!
Il tempo però di sistemare “provvisoriamente”… che già iniziano ad affiorare notizie non certo rassicuranti!!!
Infatti, sarebbe al vaglio degli inquirenti di Caltanissetta, la posizione del prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, sull’inchiesta emersa per la gestione dei beni confiscati di cui sopra…
Secondo infatti quanto riporta il quotidiano “Il Messaggero” ci sono delle verifiche in corso, sul contenuto di alcune presunte conversazioni intercettate, tra lei e l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Dott.ssa Saguto, indagata dalla procura nissena…
Tutto nascerebbe dalla richiesta formulata dal prefetto, secondo la quale, era necessario rafforzare la scorta al magistrato, a causa di notizie trapelate secondo cui, la mafia voleva morta la Saguto e un altro magistrato…
Secondo la procura di Caltanissetta, sembrerebbe che questa notizia, sia stata riportata, con l’unico l’obbiettivo, di contrastare alcuni servizi realizzati dalle Iene e da Telejato…
Adesso, dopo uno scandalo, gestito per anni con la complicità di molti, ecco che, si decide di rendere trasparenti il sistema delle nomine, non più clientelari (o come si è visto attraverso scelte autonome dei giudici), ma imponendo quale priorità –mi auguroil merito, forse così un buon 95% di questi attuali amministratori… cambierà definitivamente mestiere… 
Nel contempo, si è deciso di cambiare anche le disposizioni in materia di calcolo e liquidazione dei compensi, per chi verrà chiamato a gestire quei patrimoni…
Il sottoscritto avrebbe inserito inoltre, una sanzione amministrativa (intaccando l’eventuale compenso…) per quei comportamenti, nei quali è dimostrata (nello svolgimento dell’incarico ricevuto) la propria responsabilità diretta, su circostanze o azioni, che hanno di fatto condotto, a danni finanziari rilevanti o gravi ripercussioni sull’andamento della stessa società…
Di poco fa una notizia su Sudpress, dalla quale sembrerebbe che l’inchiesta sulla gestione dei beni confiscati, potrebbe ampliarsi… 
Sono infatti interessanti, le domande poste dall’editoriale web nell’articolo e cioè: 
– Quanto accaduto a Palermo è un caso isolato?
– A Catania, a Siracusa, a Messina come stanno le cose?
Stiamo a vedere cosa accadrà… 

I diecimila passi… verso la legalità!!!

Continuando a parlare dello scandalo sulle toghe del tribunale di Palermo, ora, il Consiglio superiore della magistratura, per vederci chiaro, ha aperto un fascicolo, per  “incompatibilità ambientale e funzionale dei giudici”…
Una volta, al giovane Peppino Impastato, bastavano “cento passi” per riaccendere quella fiaccola di speranza, chiamata legalità… oggi a distanza di quasi quarant’anni…, quel sogno, grazie ad alcuni uomini di questo “stato” ( quelli con la s… minuscola…), si sta trasformando in un’illusione…
Sembra di uscire da un incubo…, quando si pensa finalmente di assistere ad un radicale cambiamento, quando quella luce sembra esserci più vicino…, ecco che ti accorgi, di guardare un miraggio!!!
Come si può continuare così…
Desidero riportare sulla vicenda di cui sopra, alcuni passaggi letti tra i commenti di alcuni quotidiani on line ( tra cui alcuni inviati a mio nome ) e dove in ognuno di essi, si manifesta quell’alto sdegno popolare, di chi, non ne può più, d’assistere a queste incessanti ruberie!
Riporto alcuni passaggi interessanti, dai quali è possibile, prendere spunto per quella necessaria riforma, sulle gestione dei beni confiscati:
enzo messina
Solo una parola: VERGOGNA! Chissà cosa ci sarà ancora…vedi sezione fallimenti e sequestri. Ecco perché poi molte aziende falliscono e molte persone sfortunate vengono stritolate come avvolte fra le spire dei serpenti con il coltello in mano. Guai a fallire, tutti i tuoi beni verranno, dal curatore, fatti sparire come per incanto. W i GIUDICI ONESTI…, miserabili i disonesti.
Comitato Cittadino Porto del Sole
A Catania un caso rimane ancora inspiegabile fra le tante “nebbie” anche portuali: il caso della ditta confiscata Riela le cui attività in crescita furono spente nonostante il settore del trasporto su gomma più che favorevole del tempo. Sarà stata colpa del destino o di qualche gestore distratto da troppe incombenze?
fulvio
Meno male che la procura di Catania, esente da qualsiasi scandalo, tenga alto l’onore della magistratura.
Vincenzo
Heilà, che succede? Qualcuno ha dimenticato il coperchio aperto della pentola? Richiudete, presto, non sentite che fetore esce?
Nolobby70
Quando cominceranno a farlo anche a Catania? Iniziate dai Sigg. Paternò, grazie.
logaritmo
Dire vergogna è poco, troppo poco!!!
Nulla togliendo a tanti magistrati che lavorano ogni giorno, in prima fila, contro il vigliacco mondo della mafia, rischiando in prima persona e, ai tanti giudici che hanno inflitto pene pesanti a tanti pezzi merdosi da 90, non può certamente passare inosservata l’inquietante vicenda della gestione dei beni confiscati che sta provocando danni incalcolabili alla società e che sta, perfino, rischiando di ridicolizzare la nobile lotta alla mafia. Senza dubbio una società/impresa tolta dalle mani della mafia esce da quel circolo vizioso, oserei dire dopato, in cui gli appalti, prima del sequestro/confisca, cadevano “miracolosamente” dal cielo, permettendo a queste società di stritolare la concorrenza di tante altre imprese che basano la loro attività solo sui principi di sana concorrenza. Detto questo, non può passare inosservato che a Catania la situazione sui beni sequestrati/confiscati è, a dir poco, drammatica, . Molte società sequestrate/confiscate prima di passare all’Agenzia dei Beni Confiscasti, sempre qualora non vengano restituite ai proprietari interdetti, diventano oggetto di saccheggio e di malcostume tipico del malaffare italo-siciliano. Molti tra gli amministratori giudiziari sono sempre gli stessi, scelti perché appartengono al cerchio-magico dei figli di papà (professionisti di grido), che si limitano a gestire in punta di piedi società/beni ove ci lavorano tanti padri di famiglia onesti, assoggettandosi spesso alla volontà degli stessi soggetti interdetti per mafia e dei loro difensori. Poco viene fatto negli interessi delle società. Si vedono cose assurde. Gli illeciti che avvengono sotto amministrazione giudiziaria, spesso, sono ancora più gravi del periodo del pre-sequestro/confisca. Emolumenti di tutto rispetto, perizie costosissime affidate a consulenti di fiducia, vendita di beni a soggetti vicini (in qualche caso parenti) dei soggetti interdetti, strani furti di mezzi e strumenti, inspiegabili (ovviamente tutto è spiegabile) triangolazioni di acquisto e vendita materie prime e tante..tante cose altre che in un altro paese civile comporterebbero quanto meno la radiazione dell’amministratore.
Risultato: i dipendenti perdono in breve tempo il posto di lavoro, cadendo nella più tremenda disperazione, la società viene messa in liquidazione o fallimento, l’amministratore nel frattempo avrà preso qualche altro incarico ed i mafiosi interdetti prenderanno lo spunto per dire quanto di più tremendo si può sentire: Con noi si lavorava, con lo Stato morite di fame!!!
E allora non limitiamoci a dire solo vergogna, c’è da agire ed in fretta!!
Un’ultima cosa: vorrei lanciare un appello a quei pochi amministratori onesti, che con rettitudine faticano a gestire una società o un bene confiscato, di non demordere, di non lasciarsi travolgere dallo scoramento e di ricordarsi che per cambiare questa terra bisogna pensare a Falcone e Borsellino che hanno gettato un seme di speranza per le generazioni future e non per loro stessi.
vincenzo
Commento azzeccatissimo e senza peli sulla lingua. Basta tavole rotonde, convegni e passerelle. Bisogna passare, senza indugio, dalle parole ai fatti……pesantissimi!
Bisogna calarsi la maschera e fare una disinfestazione generale.
salvatore
SE LA “NOTIZIA” E’ IN CHI DA’ LA NOTIZIA
Come è noto non fa “notizia” il cane che morde l’uomo ma viceversa.
E che ci siano indagini su giudici che avrebbero abusato del loro potere non è una “notizia” così come non lo è che altri giudici cerchino di fare la dovuta chiarezza.
Appare invece una “notizia” che a rivelare le indiscrezioni sia il quotidiano di proprietà della famiglia Caltagirone, ossia l’azionista di maggioranza dell’UDC, uno dei partiti sino ad oggi più coinvolti in indagini e condanne per reati di mafia.
Perché non c’è macchia peggiore per un giudice che quella di corrompersi per ottenere indebiti vantaggi o addirittura favorire i mafiosi, ma è anche vero che l’arma prediletta di mafiosi e addentellati potentati economici è quella della delegittimazione piuttosto che quella della minaccia e della violenza.
In attesa dei dovuti riscontri, per il momento la “notizia” è in chi ha dato la notizia.
Cosimo Cristina
Il Suo concetto è racchiuso in una sola parola: paura.
Si parla di mafia, di aziende confiscate, di società essere state legate ad ambienti malavitosi, d’associazioni per delinquere, di organizzazioni criminali, di soggetti prepotenti e vigliacchi che tentano, con quelle peculiari “attenzioni”, d’intimidire quanti (pochi) hanno il coraggio di osteggiarli.
Tra questi (anche se forse Lei ci sperava) non troverà mai, gli amministratori giudiziari, i quali cercano di fare il loro “compitino”, incassare i propri lauti compensi, non avversare i soggetti
interdetti (evitando anzi che questi ultimi, possano attuare azioni di responsabilità), limitare il proprio incarico, ad una sommessa conduzione sterile, che ha, quale unico intento, quello di salvaguardare l’incarico ricevuto, di omaggiare familiari di giudici delegati, propri parenti, amici o conoscenti, ma specialmente, eliminare concrete ripercussioni personali.
La società amministrata è ora assistita da questi uomini, nel proprio suicidio, un’eutanasia a suo tempo preparata a tavolino, che dimostra, non solo l’incapacità di questi uomini, ma dello stato, che non ha avuto la capacità di saperle gestire.
Il resto di quanto Lei scrive, è già stato scritto, qualche tempo prima, nel momento in cui si è pensato per l’appunto, d’intervenire con il provvedimento giudiziario!
Giuseppe Condorelli
Cari Vincenzo, Cosimo e Logaritmico: ma vi rendete conto di quanto siamo fortunati noi catanesi ? Solo piccola delinquenza, lo scippatore, lo spacciatore, il vecchietto del supermercato……insomma roba di poco conto. La delinquenza istituzionale, quella che impoverisce la città, che traffica con parenti, amici, amanti, che segue la politica del dò ut dès da noi non esiste. Infatti ha mai letto sulla stampa locale dell’arresto di qualche “pezzo grasso” delle istituzioni, di inchieste su reati nella pubblica amministrazione università inclusa ? No perché non esistono. Qui tutto è trasparente, tutto fila liscio come l’olio, possiamo stare più che tranquilli: viva Catania, e per cortesia, smettetela di scrivere sciocchezze che, se lette altrove, potrebbero danneggiare l’immagine di questa virtuosa città. 
Nolobby70
Ottimo Giuseppe, c’era da spettarselo, abbiamo come Sindaco un ex Ministro dell’Interno (notoriamente intoccabili) e come Rettore un luminare della giurisprudenza mondiale. Che fortuna… 
H. Poirot
L’apparente “nonchalance” di marciare sul marcio da parte di personalità, facenti parte di istituzioni per definizione aliene dal marcio, lascerebbe presagire che si sia raggiunto un livello tale di sicurezza e tracotanza, da poter fare arrossire nel confronto, gli indagati di tangentopoli..
Ma questo alle mie celluline grigie non torna affatto…
Ritengo allora che sia solo la punta emergente di un iceberg, prodotto ed alimentato da una ragnatela di ricatti e contro ricatti che si annida in tutti i poteri e i gangli vitali della società palermitana che conta: mondo finanziario, politico, imprenditoriale, mafioso forse sono talmente intrecciati da aver creato come collante e il meccanismo del ricatto intrecciato, alimentato da elargizioni illegali finalizzate a rinforzarlo.
Mi auguro di sbagliarmi..
Se fosse così, ci troveremmo in un salto di qualità insospettabilmente elevato e pericolosissimo..
l’ottimista
…a Catania quando?
quando a Messina ci sarà un giudice coraggioso che se ne frega delle parentele che bloccano le inchieste in corso da secoli a Catania.e se ne frega dei cognomi importanti dei colleghi e delle colleghe,e dei mariti delle colleghe….
Cri
Peppino
Che vergogna lo stato italiano
Anonymous
I ladri rubano, i mafiosi rubano, i giudici rubano, gli amministratori rubano, i consulenti rubano…
Accertato quindi che rubano tutti, cosa si fa?
Per i primi, sappiamo che c’è la galera, ma per i secondi cosa c’è?
Una condanna amministrativa, la trasformazione dell’incarico, l’insabbiamento?
Come fa questo Stato a infliggere pene ai suoi uomini, a crocifiggere quindi, quel suo stesso sistema!
Che vergogna, quale disonore, i suoi uomini non solo collusi, ma dimostrano di profittare di quello stesso sistema putrido, cioè, ladri che rubano ad altri ladri!!!
Tutti ora si sdegnano per l’accaduto, si meravigliano di questi incarichi milionari, di come loro colleghi giudici abbiano potuto vendersi,  di quelle inopportune raccomandazioni, richieste per i propri familiari, di quelle consulenze date ad amici.
Dimenticano però che anch’essi, nel corso dei loro incarichi ricevuti, hanno condotto in maniera analoga, l’impegno preso, richiedendo favori personali, concedendo consulenze e inserendo i propri uomini in questo ( ben lubrificato ) ingranaggio!
Si sono scordati i regali ricevuti?
Le procure, perché in collaborazione con la Guardia di finanza, non controllano le sperequazioni effettive di questi soggetti, in particolare quindi, perché non analizza le dichiarazioni dei redditi presentati, con i reali beni posseduti, integrando quest’ultimi con le disponibilità finanziarie a loro nome o intestate a prestanome di familiari e parenti?
Basterebbe questo per fare centro e capire in maniera determinata e sicura, chi con questo modo d’agire ci ha ricavato e chi invece, in maniera corretta e rispettosa, ha esercitato la propria professione…

Noi un’idea (in %) c’è la siamo fatto già fatta è voi?

Pablo
Trasparenza, evidenza pubblica, rotazione dgli incarichi, sono i principi delle norme anticorruzione. Valgono per tutti?
Salvatore
Posso chiedere nella qualità di cittadino della Costituzione le dimissioni dei Ministri della Giustizia
ed Interni?
Fabrizio
Per coerenza devi domandare anche quelle dei vertici della magistratura e dei membri togati del CSM.
Kemonia
Fnalmente c’è” un giudice a Berlino” !!!Qualche magistrato serio sta cercando di scoperchiare un
pentolone pieno delle attività’ della cosiddetta antimafia !!! Speriamo che presto venga fuori la verità!
Giuseppe
qui non c’entra l’antimafia, ma la gestione dei beni confiscati da parte dello Stato
Francesco
Confiscare i beni ai legittimi proprietari costituisce per molti esponenti della cosiddetta antimafia una specie di lavaggio di coscienza. Poi che uso scellerato se ne faccia successivamente, così come sta a dimostrare l’inchiesta in corso, non preoccupa invece affatto. Tanto l’importante è “confiscare”.
ioparloxme 
“…ai legittimi proprietari…”. è scoppiata la guerra. non si salverà nessuno.
Giuseppe
se i beni sono confiscati, i proprietari non sono legittimi
andrea
chissà quanti stanno pensando e che non hanno capito che il ” fine ” dell articolo è quello che riguarda la gravità sulla gestione di questi beni confiscati e non è messa in assoluta questione che quei patrimoni andassero confiscati….
ioparloxme
ed ora tutti i portatori di interessi “particolari”, tutti a prendere colpo avanti… l’anti-antimafia dell’antimafia.
Salvatore
Consiglio la rilettura di Buttanissima Sicilia in particolare la parte in cui si parla di mafia dell’Antimafia.
Epperò
Ma fino ad oggi i vertici di tribunale e corte d’appello non sapevano nulla o non hanno vigilato per
nulla? E gli ispettori ministeriali che vengono mandati di qua e di lá a spese dei contribuenti, a che servono, a sanzionare qualche povero impiegato tartassato e anziano?
trasparenza
Ecco cosa accade quando i “professionisti” dell’antimafia vogliono screditare i Giudici.
Mi chiedo e vi chiedo:
– è reato avere un marito che svolge una libera professione?
– è reato se nell’ambito delle consulenze l’amministratore giudiziario decide di avvalersi di quelle del
professionista che conosce?
– il marito della Saguto ha divieto di esercitare la libera professione?
Quindi quali reati avrebbero commesso la Saguto e l’Amministratore Cappellano?
Se il divietò è riconducibile a motivi di opportunità, analoga disciplina dovrebbe essere adottata per
tutti i congiunti dei Magistrati che operano nello stesso ambito territoriale, in altri termini, al fine
di evitare possibili strumentalizzazioni tutti dovrebbero chiedere di lavorare in altri distretti
compresa la categoria degli avvocati in evidente violazione di dettami costituzionali quali il diritto
alla difesa, istruzione, salute ecc. ecc.
Ecco, se i termini della vicenda dovessero essere questi, come è presumibile, credo che presto tornerà il sereno.
Sicuramente la Saguto ed il suo collegio non sono stati teneri con il malaffare ed i potenti di turno e,
pertanto dobbiamo ringraziarla per il suo operato in un contesto difficile sicuramente non paragonabile a quello della Valle d’Aosta.
Forse per evitare possibili letture strumentali gli atti dell’amministrazione giudiziaria, sia penale,
sia civile, dovrebbero essere resi pubblici e sottoposti alla valutazione di un collegio presieduto da un giudice della prevenzione, nonché composto da un giudice civile, un giudice della corte dei conti, da professori universitari, ufficiali di p.g. , dal rappresentante dell’ordine dei commercialisti e di altre professioni di altre regioni ecc..
Rendiamo pubblico l’operato di chi amministra, l’interesse preminente è quello pubblico quindi rendiamo tutto pubblico, ma tutto dalle misure di prevenzione, alle mediazioni, alle consulenze di qualsiasi natura, alle procedure concorsuali.
Rendiamo pubblico ed aggiornato l’elenco dei consulenti chiamati ad operare per ogni necessità giudiziaria e di governo (centrale, regionale e comunale) e rendiamo pubblici i compensi e le procedure di affidamento degli incarichi. Perché non renderli noti?
Questo sarebbe trasparenza.
Francesco
Metterei al primo punto del tuo lungo elenco la cosa più giusta da fare e cioè restituire i beni
confiscati.
giufà
Un ingegnere, un avvocato, un commercialista può esercitare la propria professione anche senza incarichi giudiziari. Un professionista coniugato ad un magistrato farebbe bene a non incrociare la propria professione con quella del coniuge e quindi evitare incarichi da parte di qualsiasi tribunale, perchè altrimenti diventa un do ut des, io do un incarico al parente del mio collega di un altro tribunale e lui lo da ad un mio parente …..
Toni
Infatti stanno indagando perché cappellano gestisce 90 confische dove stranamente ci lavora il marito e per come scrive telejato anche il figlio come chef, invece gli altri ne hanno solo uno, forse. Per te tutto questo come si potrebbe chiamare? Rifletti.
Nicola Costanzo
Sono anni, che vado dichiarando come, l’azione repressiva finora condotta da parte dello Stato (diretta nell’intervenire principalmente sul patrimonio di quelle società sottoposte ad amministrazione giudiziaria e realizzato per controllarne i profitti illecitamente accumulati), ha sì di fatto contribuito a debellare una parte di quel malaffare (costantemente presente, a tutti i livelli nel nostro territorio), ma di contro, ha sviluppato un business parallelo, derivante proprio, dalla gestione di questi beni, ad iniziare dagli uomini scelti per tale incarico e da quanti gravitano intorno, a mo’ di consulenti…
L’intuizione iniziale della legge, finalizzata dallo strumento di prevenzione del sequestro/confisca, è
stata affiancata però, dallo sfacelo prodotto negli anni, da una gestione superficiale, realizzata da
questi soggetti: inesperti, impreparati ed il più delle volte collusi…
Il mancato mantenimento conservativo della società a loro affidata, non solo ha provocato la mancata prosecuzione dell’attività imprenditoriale, ma ne ha anticipato la chiusura della stessa, con il relativo licenziamento del personale…
Inoltre, non bisogna dimenticare che, il più delle volte, per alcune di queste società, è venuto anche a
mancare, l’eventuale riutilizzo del bene confiscato…
Ciò che comunque ha rappresentato il punto debole (nella gestione dei beni sequestrati/confiscati), è
l’aver permesso ad alcuni i quei soggetti nominati, di utilizzare in modo del tutto arbitrario queste
società, partecipando con le loro condotte, quel progressivo ed illecito buco finanziario, differentemente da quanto, avrebbero dovuto conseguire – operando con il principio del buon padre di famiglia – per la gestione della stessa, senza avere di fatto, quale unico obbiettivo, quello di realizzare per se, possibili profitti…
Basta quindi, con incarichi dati a “raccomandati”, occorre istituire un Albo meritocratico degli 
amministratori giudiziari, nei quali verranno inseriti esclusivamente quanti, hanno dato modo in questi anni, di possedere quei principio di rettitudine, competenza e libertà di azione…
Nuovi manager specificamente formati nella gestione delle aziende sequestrate e/o confiscate…
I restanti di questi… vanno completamente destituiti!!!
andrea
finalmente qualcuno che dice qualcosa di sensato….
ogni volta che leggevo ” restituire beni ai legittimi proprietari”
o beni confiscati ingiustamente o ancora che si mettesse in secodno piano come se fosse una cosa da
niente che queste aziende derivavano da attività illecite mi arrivava un pugno allo stomaco….del resto hanno dato, gli indagati con qeusta gestione scellerata, modo di parlare a chi i beni li avuti confiscati….
logaritmo
Società confiscate che vengono sguarnite e frodate dagli interdetti mafiosi sotto gli occhi degli amministratori giudiziari distratti, furbescamente impauriti, impegnati in decine di incarichi, selezionati tra le strette cerchie dei salotti buoni. Per carità esistono anche quei pochi onesti che vengono lasciati da soli nel campo di battaglia.
Quando si apriranno gli occhi della magistratura di fronte a questo scempio?
Cincinnato
Nuovi manager specificamente formati nella gestione delle aziende sequestrate e/o confiscate… Formati da chi? Dai corsi tenuti da …..
Nicola Costanzo
Hai perfettamente ragione, quando dici, manager formati da chi…? Considerate le modalità con cui sono stati finora realizzati i corsi nella regione Sicilia, con l’unico obbiettivo di foraggiare quel
clientelismo, tra società di servizi, consulenti vari, docenti incompetenti, discenti quasi sempre
assenti, il tutto, per poter rientrare ( beneficiando di una parte di quelle somme destinate alla
formazione attraverso il classico giro di mazzette ) attraverso il solito sistema “politichese” che da un
lato ne permette il beneficio, dall’altro, crea quei pressupposti per legare tutti questi soggetti, in
prospettiva di prossime elezioni…
Sono d’accordo con te… ( nel mio omonimo blog lo vado ripetendo continuamente e per fortuna che
esistono testate libera come questa), che prima di pensare a realizzare i corsi, dobbiamo selezionare gli eventuali partecipanti… (io farei piazza pulita di un buon 98%…) e darei ad altri soggetti, che
abbiano dato, con la loro esperienza personale, di segnalare, denunciare, mostrare quella libertà morale, senza essere limitati da eventuali compromessi o favori ricevuti nel corso della propria vita…
Ecco forse è questo il reale problema, il trovare cioè… persone perbene, che non possiedano alcuno
scheletro nel proprio armadio, e che quindi, a causa di ciò, non possano essere con il tempo… ricattabili!!!
Caio Giulio Cesare
Alcuni anni addietro ad un mio conoscente venne sequestrata l’azienda che fatturava diversi miliardi di lire l’anno.
Dopo quattro anni venne assolto perchè il fatto non sussisteva ma intanto il curatore giudiziario aveva raso al suolo l’azienda portandola da un cospicuo attivo l’anno a un pauroso passivo e i dipendenti licenziati………………….la giustizia è servita…
pino
Grave e imbarazzante. È così che lo stato perde il vero contrasto con le mafie. Liberiamoci della mafia e della mafia dell’antimafia. Quest’ultima esempio d’ipocrisia e corruzione.. è poi non c’è nessuno che vigila sulla gestione degli amministratori.. una pacchia per loro. Basta! !
vival’italia
e adesso controlliamo i consigli di amministrazione delle società sequestrate… e controlliamo le nomine ad amministratori figli di magistrati… 
Ma loro non ne sapevano niente…
Tutte persone di fiducia e competenti……..
e controlliamo gli incarichi affidati, non allo stesso avvocato, ma ad avvocati dello stesso studio e poi controlliamo gli scambi fra colleghi di studio….
Se Caltanissetta vuole, scoperchia la pentola e non si salva nessuno.
e poi, anzi, ora, avanti la Corte dei Conti !!!!!
sono pubblici amministratori e pubblici dipendenti che avrebbero fatto interessi propri a danno del pubblico..
toni
Basterebbe :
– un solo incarico ad amministratore
– nessun parente dei magistrati, avvocati e forze dell’ordine può lavorare in questi amministratori
nominati
– all’amministratore parcella fissa equa e non a percentuale sul valore del sequestro presunto (il valore dei patrimoni sono notevolmente gonfiati per aumentare la parcella)
Vi posso garantire che finirebbe il miele.
anonimo
Dobbiamo dare atto che non tutti hanno le mani in pasta e che tanti sono onesti lavoratori.
In Italia è diventata consuetudine che dove c’è movimento di denaro si lucra.
Inoltre dobbiamo anche sostenere che il problema sta nelle modalità del sequestro e del blocco delle attività, non nell’idea della legalità per il quale il pool antimafia si è fondato,non è giusto nel nome di Falcone e Borsellino che si sono battuti e morti per liberare la nostra terra dal cancro della mafia.
Questo è il punto, il Giudice in questione, gli Amministratori giudiziari e coadiutori hanno perso di vista l’ideale dei due Giudici ammazzati.
Il loro supremo e in giudicabile potere, che per anni ha sconvolto famiglie di onesti operai e dipendenti, legati alle aziende sotto sequestro preventivo, che sono stati licenziati, a loro di per giusta causa, dato che la loro unica pena era quella di aver fatto bene fino a quel momento il proprio lavoro ed essere entrato nelle “Grazie” degli Amministratori legittimi, garantendosi lo stipendio per sopravvivere loro e le loro famiglie.
Ex Amministratori esclusi e derubati delle loro aziende senza che una sentenza, una perizia abbia mai confermato la concussione mafiosa degli stessi.
Tutto questo ha dell’invero simile, siamo l’unico stato dove (in questi casi) l’indiziato deve difendersi
senza che ci sia delle prove, di solito alle prove devi replicare e discolparti.
L’autorità degli Amministratori Giudiziari e dei loro Coadiutori che escludono dalle attività tutti i
dipendenti e coloro che con capacità mandano avanti le aziende, non è un caso che la quasi totalità delle aziende sotto controllo falliscono. Compensi allucinanti ed ex lavoratori legati alle briciole del
compenso della “disoccupazione” con la prospettiva del Nulla (in questi anni chi ha un lavoro è fortunato).
Hanno avuto la capacità, con la loro autorità o abuso di ufficio, di escludere e/o sequestrare le aziende che con grande capacità commerciale restavano in “Piazza” e che per essere con loro in competizione dovevano essere eliminate.
Questa è mafia, il loro non sapere amministrare(arricchendosi) e coordinare il lavoro, con nuovi collaboratori con dubbie capacità e altre tante dubbie assunzioni( parenti, amici e amici degli amici) hanno rovinato l’economia Palermitana e il sacrificio dei martiri della Mafia.
Oggi forse si farà chiarezza nel nome della vera LEGALITA’.
Viva la giustizia.
Nicola Costanzo
Ringrazio per quanto avete riportato, ma chi vi parla, conosce perfettamente quanto avviene all’interno delle imprese sottoposte a sequestro/confisca in quanto dipendente di una di esse, in qualità di direttore tecnico ed RSPP…
Sono passati più di cinque anni dal provvedimento giudiziario, e come si dice… “acqua sotto i ponti ne è passata tanta” ma di concreto, per il proseguo dell’attività, poco si è fatto o nulla…
In particolare, sono proprio gli uomini come il sottoscritto che, non volendosi piegare al sistema, hanno permesso, ad una impresa come la nostra, di continuare finora ad esistere.
Permettetemi, di scagliare una freccia a favore dell’attuale amministratore, che proprio con le vicende di cui stiamo discutendo, ha certamente poco a che fare…; lealtà, correttezza morale e professionalità, sono stati i requisiti, posti a basamento, per la gestione di una società come la nostra ( leader fino a qualche tempo fa nelle infrastrutture), tentando di operare tra mille difficoltà, cercando sempre, il sostegno dei propri collaboratori, per adempiere in modo corretto, all’incarico ricevuto; ma non solo, esponendosi in prima persona e denunciando quando necessario, fatti e soggetti, che, in più di una circostanza, sono stati portate all’attenzione, di questo quotidiano…
Analoga situazione non posso certo esprimerla, per chi l’ha preceduto o per quanti sono stati nominati a gestire le altre società, legate a questa, nei provvedimenti preventivi!
Non si tratta quindi di una falla nella “mansione” correttamente prevista dalla normativa, anche se,
opportune limitazioni (come possiamo ben leggere anche dai commenti di cui sopra) vanno certamente applicate, ma, degli uomini scelti, di quanti cioè non possiedono quell’alto senso di responsabilità e di dovere civico, a cui di contro, dovrebbero propriamente ispirarsi, nel portare avanti, l’incarichi ricevuti…
Ma questi, alla fin fine, sono “uomini”, e subiscono come tutti – quelle influenze esterne da cui vengono “condizionati”, dopotutto, sono proprio le scelte che operano nello svolgere il proprio incarico (vedasi, rapporti con i soci interdetti, problematiche nella gestione, assunzioni o incarichi per consulenze esterne, che determinano i valori di giudizio sul proprio operato, anche quando questo, viene svolto in maniera diligente), che influenzano, in maniera positiva o negativa, l’eventuale possibilità di prosecuzione all’interno di questo “circoscritto” ambiente per pochi eletti, che da modo, inoltre – per l’indiscutibile prestigio che lo stesso incarico rappresenta – di beneficiarne implicitamente di riflesso, nell’ambito professionale d’appartenenza…
Come diceva un libro di Robert Hopcke, “ Nulla succede per caso “ e qui purtroppo è la stessa cosa…
achille
Falcone e – Borsellino si staranno rigirando dentro le tombe .
anonimo
Avevamo qualche perplessità su questa donna magistrato, anche per un episodio che ci lasciò amareggiati. Ora pare arrivata forse anche la conferma del suo “modus operandi”! Perchè non la sospendono intanto subito, per poi cacciarla via, come in tanti ormai cominciano a ritenere? Pare davvero intaccata la magistratura italiana da un grosso neo! E tu signor R. Cantone, dove sei stato? Forse non sapevi e non vedevi? Sorgono davvero dubbi seri!! Tutto un magna magna legale…
Siciliano75
Wuauuu il cerchio vedo si allarga. Forse la volta buona. Grande Caltanissetta tanti Siciliani onesti
vittime di questa Antimafia sporca hanno e stanno soffrendo. Sì perché i sequestri facili senza prove
erano ‘Sprero erano’ all ordine del giorno.
Andreuccio
Scusami potresti fare qualche esempio di qualche sequestro facile?
non mi sembra che i nomi altisonanti con altisonanti patrimoni fossero in qualche modo stati sequestrati senza prove certe sulla gestione degli incarichi siamo d’accordo ma non credo che venga messa in assoluta discussione i sequestri effettuati… anzi la saguto è stato uno dei giudici che più ha combattuto la mafia in merito ai sequestri, poi adesso vedremo come andrà l’indagine riguardante l’effettiva spartizione nel “circoletto” di questi incarichi…
Andreuccio
E tu potresti fare qualche esempio dove dimostrano che i sequestri sono stati fatti con prove certe? Mi auguro che entreranno anche nelle indagini le migliaia di sequestri effettuati a persone non risultate mafiose (assolte con sentenza definitiva dalla cassazione) che gli hanno sequestrato e poi confiscato un bene oppure gli è stato restituito dopo che gli amministratori giudiziari con i loro consulenti se la sono mangiata.
anonimo
caro andreuccio ti posso assicurare che tanti nomi che non sono altisonanti e tanti che sono altisonanti hanno subito sequestrati senza prove certe, poi se tu conosci tutte le carte dei processi bravissimo
andrea
basandomi sui dati riportati sui giornali, e purtroppo solo su quelli posso sbilanciarmi non conoscendo altre informazioni mi sembra che questi patrimoni fossero stati per molto tempo “sotto controllo” prima che venisse richiesto il sequestro, e se quello è riportato sui giornali è vero, l’ammontare del patrimonio sembra scollegato o meglio incompatibile con le attività esercitate… poi bhu… io mi baso sui quello che riportano i giornali quindi lascio il tempo che trovano, ma basta avere un po di tempo per cercare anche su livesicilia sequestri mafia e insomma… si capisce che non mi sembra siano stati colpiti innnocenti…, ma attenzione è un mio pensiero magari sbagliato
andrea
in effetti mi tocca correggermi ho trovato un bellissimo articolo riguardante la vicenda ponte, effettivamente loro sembrano essere stati assolutamente vittime del sistema, per il resto non vedo cosa ci sia di sbagliato nei sequestri.. tranne l assoluta gestione affidata agli stessi amministratori, cosa gravissima
mara
Più si gonfia l’inchiesta più si sgonfierá come un pallone troppo gonfio
mara
Vedrete, su virga si dirà che il csm é un organo collegiale e che i reati commessi dai suoi membri é competente la corte costituzionale
Per il resto vedrete che la sig.ra si dimetterà anticipatamente dalla magistratura e pagherà solo qualche amministratore giudiziario… PURTROPPO
Siciliano75
Pensare che questi personaggi sono stati auditi in Commissione dalla Rosy Bindi nel caso Italgas con il petto i fiori e sicuri di se!!!!!!
Fabrizio
La logica ci anticipa che, sempre che tutto non venga sepolto, potremmo arrivare a scoprire lo sconcertante e terribile scenario che molti imprenditori sono stati perseguiti per concorso esterno o roba simile con il fine ultimo di aggredire i loro patrimoni.
Siamo solo all’inizio e temo però che poi non si andrà molto oltre.
Giuseppe
Vabbè che viviamo in una società talmente criminale e ipocrita che tutto è possibile, ma questo non
voglio crederlo. Credo che invece si sia caduti nella solita patologia di essere puri e inattaccabili e
quindi di poter credere di fare di tutto. In buona fede, s’intende, perchè se uno è puro, antimafioso,
legale per definizione, allora può fare di tutto, anche quello che, se fatto da altri, è criminale e mafioso
 Andreuccio
non c’entra nulla… l articolo parla di AFFIDAMENTO degli incarichi state pur certi che i sequestri non erano senza motivazione… basta leggersi articoli ed atti, ci sono dei chiare motivazioni, parentele etc… smettiamola per favore
Fabrizio
Sentenze ultime di proscioglimento tra Cassazione e Corte Europea ne stanno arrivando parecchie mentre i patrimoni ormai sono irrecuperabili e/o distrutti da questi avvoltoi.
Sandokan
Hai centrato l’obiettivo, condivido pienamente
Giuseppe
certo che siamo in buone mani, non c’è che dire….dovrebbero perseguire i crimini e assicurare la
giustizia e invece ecco cosa si scopre…
Certo il dubbio è sovrano e le responsabilità devono essere accertate nel processo, ma a vedere la
trasmissione delle Iene di qualche tempo fa non capisco che dubbi possano esserci…
tiziano
Pure per gli studi universitari del figlio!! È MORTIFICANTE!!
ballacoilupi
Il quadro che appare è squallido e mortificante.
Molti giovani sono costretti ad andare all’estero dove è diffusa la meritocrazia al contrario dell’Italia
dove è diffusa l’auto-referenzialità, il nepotismo,la selezione delle persone in maniera clientelare
ecc..
giuseppe sammartino
La parentopoli si annida anche nella magistratura e coinvolge esponenti di elevato rango giudiziario da fare presagire un terremoto tra i più sconvolgenti di questa Repubblica del familismo sempre più becero e truffaldino da far rimpiangere la prima Repubblica.
Oltre a porre dei rigidi paletti nell’assunzione alle più alte cariche dello Stato, c’è urgente necessità
che nell’ambito della dirigenza pubblica ci sia la rotazione e la mobilità per un massimo di cinque anni nello stesso posto e nella stessa carica.
Il falso mito che si perde la memoria e la continuità nelle inchieste giudiziarie non può consentire,
finché non ci sono i controlli opportuni e un organo di garanzia neutrale e integerrimo che tuteli
l’efficienza e il rispetto delle leggi, che dei disonesti o dei famelici depredatori delle casse dello
Stato per fini parentali o strettamente personali si arricchiscano sempre di più a danno della povera
gente e soprattutto dei giovani più preparati costretti ad allontanarsi da questa “bruttissima” Sicilia
che è tale per colpa esclusiva di un potere tollerante con i forti e debole con i poveri.Giuseppe
bendico’
Che schifo!!! E questa è la legalita. …
ares02
Manca ancora qualche nome eccellente! Voglio sperare che si vada a fondo in questa vergognosa vicenda che ha danneggiato centinaia di cittadini che nulla hanno avuto o hanno a che fare con la mafia e che da 20 anni, inascoltati, denunciano il malaffare dei cosiddetti amm. giudiziari. Mi riferisco, nella fattispecie ai costruttori di complessi residenziali.
anonimo
Non finisce qui sembra come la corrida……(complimenti)
E siamo a niente. Amministratori tutti e coaudiatori la giusta giustizia sta arrivando finalmente anche per voi iniziate a preparare tutte le fatture dei beni materiali e personali che vi siete rubati in tutte le aziende da voi gestite,i conti di tutte le fatture della merce che vi siete venduta (milioni) e non avete mai pagato, niente senza mai dare spiegazioni tanto eravate tutti soci, la cara dottoressa tutte queste cose non li sapeva? Da buona madre di famiglia non aveva pietà di tutti i padri di famiglia licenziati dai suoi soci senza nessuna causa e non potevano più fare la spesa.
GIUSTIZIA STIAMO ARRIVANO 
Salvo
Ma ormai buona parte della magistratura è implicata, fra consulenze, nomine e quant’altro, in questo
governo che non cessa far parlare di se. Questa è la gente che dovrebbe poi sentenziare nel giudicare gli altri! Speriamo che un po’ di pulizia venga fatta e che la giustizia (quella terrena intendo) arrivi.
Paolo
Spiegatemi la differenza tra mafia ed antimafia….i soldi passano da una mano all’altra non certo alla
povera gente, in compenso lo stato italiano non ne ha mai per fare le riforme per migliorare le
condizioni di noi cittadini!! Anzi ci mette pure le mani in tasca per rastrellare il più’ possibile.
ballacoilupi
Per non cadere in tentazioni i sequestri vanno fatti con le prove e gli iter per la confisca sarebbero
brevi.
Per un controllo preventivo di un azienda non serve il sequestro con il conseguente invio di tuttologi ma basterebbero i controlli delle normali istituzioni preposte.
fabio
il grande FAVA e la dolce ROSI BINDI cosa dicono. chiederanno consigli a crocetta o a montante o a libera. VERGOGNA DOVETE SPARIRE DALLA SCENA POLITICA.
lella 
Grande Caruso onore ad un uomo di valore la Bindi e fava chiedano scusa al grande uomo Caruso
la libera procura di Caltanissetta indaghi sulle dichiarazioni della Bindi potrebbero riscontrare un favore
Peppe
Certo Mara si potrebbe sgonfiare ma come dice anche pino.maniaci, sono capaci di sotterrare anche
l’evidenza.
Domanda
Come riportano le cronache è legale che il.magistrato di chiude il procedimento, virga, e poi il.figlio
viene nominato amministratore?
Se per lei è normale bene per altri sarebbe corruzione come dice pino maniaci.
Loro sono magistrati viaggiano.sopra la.legge.?
Io penso che se non vuole delegittimarsi definitivamente la.magistratura la parte buona deve applicare la legge come fanno ai cittadini comuni.
mara
Tranne i casi eclatanti e palesi tutti i parenti dei giudici lavorano con i tribunali e continuerà così.
Come ho detto in altri articoli agli avvocati senza padri illustri gli affidano gli ovili da amministrare
ai figli dei giudici i colleghi di papà liquidano parcelle d’ oro
Caronte
Questa è una piaga purulenta, gravissima ancor più perchè si tratta di magistrati!!!!!
Mi chiedo, custodia cautelare non ne è prevista per questi casi?
In ogni caso, un plauso e profonda gratitudine alla Procura di Caltanissetta per il coraggio e per dare una grande segnale di speranza ai siciliani onesti, che lavorando fanno campare anche quei magistrati che disonorano la categoria, con stipendi d’oro ma che evidentemente non li soddisfano….
ulisse
I paladini della legalità’ niente dicono?
lella
Questo casino si può risolvere in un attimo costituire un gruppo di gestione formato da finanzieri esperti
Francesco
Pensate per un momento!
Siete uncomnercialista avete come parente o amica la d.ssa Saguto!!
Vi ritrovate ad essere a capo di un azienda di milioni di euro di fatturato!
Vi assegnate u a parcella dinila e mila euro aannue. ..avete rapporti con fornitori che potreste gestire in un certo modo. …potete gestire la contabilità in un certo modo…ma non vi sembra di avere vinto un gratta e vinci milionario?
sergiofrasca
Occorre e subito in via cautelare bloccare I patrimoni di tutti I coinvolti almeno da recuperre I’ll mal
tolto 
Pietro
Finalmente si scopre quello che di e sempre pensato.
Altro che giustizia antimafia 
Spero che qualcuno paghi
amleto
L’unico potere che in Italia avrebbe potuto ristabilire la legalità sarebbe stato la Magistratura, ossia
anche, il terzo potere dello Stato. Sugli altri due, non ci conto affatto, alla luce dei fatti….
Talvolta penso che l’anarchia non sarebbe male dopo aver provato una democrazia costituzionale che suo malgrado, non è stata di garanzia nei confronti del popolo presumibilmente sovrano….
cicciomusacara
lupo non mangia lupo,,,,tutto a mare finirà
melogramo
Da chi deve guardarsi il povero cittadino che per trovare lavoro deve andare fuori,dai politici,dai
mafiosi,dai magistrati? Dal passacarte che esercita un millesimo di potere e crede in quel momento di essere un dio.Purtroppo chi ha il potere si adegua al proprio tornaconto,non meravigliamoci quindi se un giorno un disoccupato farà una fesseria contro queste persone,se la stanno proprio cercando,non c’è limite all’indegnità di queste “piccole”persone che esercitano poteri superiori a quelli di un onnipotente.
Max
Io penso che prima di puntare il dito contro certe persone, la procura e gli inquirenti siano in possesso di prove certe. Parliamo di Magistrati che sicuramente conoscono bene il penale e la procedura penale e che sanno come difendersi. Adesso invece serve non lasciare soli i Magistrati nisseni ai quali va tutta la mia stima.
Fra
Inizio a sperare in una svolta epocale;a credere che esista un po’ di giustizia in questa terra
martoriata da chiunque possa esercitare un minimo di autorità . È’ ora di alzare la testa,non accade dai Vespri purtroppo .
Luisa
Hanno rovinato centinaia di imprenditori, titolari di aziende attività, mettendo persone amici e parenti nelle casse di ristoranti bar dandogli lauti stipendie usando il conto corrente di queste persone come Bancomat, dopo che azzerano il conto corrente gli mettono i sigilli
Toroseduto
Insomma un’associazione
STEVE
Diciamolo che tutto questo nasce da conoscenze che vanno nel tempo, tipo compagni di liceo, familiari che sono in amicizia. circoli, associazioni, etc…. e quando si ricoprono certe cariche ognuno chiama i suoi amici, questo è innegabile! Mentre i ragazzi che si laureano e che oggi sono dei validi avvocati in questo campo non trovano inserimento perchè i papà non sono conosciuti, magari qualcuno faceva il pasticciere, ma non è nè avvocato o notaio! Questa è la vita!

P.s.: quanti non concordi con la pubblicazione riportata sopra a loro nome, sono pregati d’inviare richiesta a nicolacostanzo67@gmail.com per la sua celere rimozione, grazie.    

Beni confiscati… il presidente si dimette!!!

Si allarga l’indagine sul presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo per i beni confiscati (giudice Saguto), che ora, dopo essere stata coinvolta nell’inchiesta della procura di Caltanissetta (per corruzione, induzione e abuso d’ufficio), ha deciso, di dimettersi dall’incarico…
Certo con una accusa così grave… non era proprio il caso. che rimanesse ancora lì a gestire quel suo incarico…, dimissioni comunque che adesso, l’hanno destinata ad altro ufficio… 
Io l’avrei sospesa a tempo indeterminato… perché nel dubbio, sarebbe stato preferibile allontanarla, non credo sia nelle condizioni ideali, per poter gestire qualsivoglia pratica giudiziaria!!!
Il presidente del Tribunale di Palermo ha dichiarato che questo provvedimento, mira ad agevolare gli accertamenti in corso, che così, potranno essere condotti in modo sereno e soprattutto per favorire maggiori e dettagliati approfondimenti”, peccato che i provvedimenti giungano sempre a fatto compiuto e soprattutto dopo troppi anni… mi chiedo, ma come mai ora…??? nessuno sospettava nulla…, dormivano tutti o anch’essi partecipavano indirettamente a quella combine…???
Anni ed anni, dove forse sono in tanti a “mangiare” ed ora, come sempre, si fa finta di non sapere…
Sarebbe interessante (ovviamente fino a prova contraria riterrò il giudice innocente…), nel caso in cui il giudice venisse dimostrato fosse colpevole con quanto la procura ha fatto emergere, se la stessa, iniziasse a collaborare con le indagini e facesse i nomi, di quanti con quel sistema, hanno banchettato…
Ho il presentimento che a breve (ultimamente mi capita di non sbagliare mai le mie previsioni… ), anche in un’altra nostra provincia siciliana, salterà fuori qualcosa d’analogo…
Forse in quest’ultima, la circostanza sarà legata ad una differente volontà degli attori…, di quanti hanno preferito proteggerlo quel sistema e ancor più, i suoi uomini “corrotti”, per i quali, non si è provveduto a denunciarne vizi e/o doli, ma ci si è limitati soltanto a non applicare le norme previste…, quelle stesse azioni disciplinari, che sono ora -dopo le denunce- state adottate dal presidente del tribunale di Palermo…
Chissà, debbo forse pensare che la procura di Caltanissetta, abbia al suo interno, uomini più coraggiosi o inattaccabili (sotto tutti i punti di vista… ) o con una migliore predisposizione a voler fare emergere, sempre ed ovunque, la verità, prima di ogni cosa!!! 
Come si dice, “costi quel che costi…”, anche quando, per fare ciò…, ci si scontra con quella familiare compagine, appartenente anch’essa a quella medesima parentela, che prende appunto il nome di “Istituzione”!!!
Diceva Indro Montanelli: il bordello è l’unica Istituzione italiana, dove la competenza è premiata e il merito riconosciuto!!!.

Presidente della sezione misure di prevenzione, indagato per corruzione!!!

Potrebbe sembrare una bufala… ma così non è… 

La procura di Caltanissetta, ha notificato al giudice Silvana Saguto (presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo) e all’Avv. G. Cappellano Seminara (uno dei più affermati amministratori giudiziari, che per conto del tribunale gestisce i beni sequestrati alla mafia), un avviso di garanzia…
Inoltre, è stato notificato, anche un terzo provvedimento al marito del presidente Saguto, l’ingegnere Lorenzo Caramma, anch’esso, consulente di una società amministrata dall’Avv. di cui sopra…
Le indagini, hanno portato ad acquisire elementi di riscontro, in ordine a fatti di corruzione, induzione, abuso d’ufficio, compiuti direttamente dalla Presidente della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, nell’applicazione delle norme relative alla gestione dei patrimoni sottoposti a sequestro di prevenzione, con il concorso di amministratori giudiziari e di propri familiari…
Alla faccia della giustizia… ormai non si sa più di chi fidarsi… e dire che questi, hanno anche il coraggio di parlare di mafia e di mafiosi…: non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati!!!
Perché quindi osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? 
O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? 
Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello…
Ora, per fortuna c’è chi denuncia pubblicamente… ed è per questo motivo che è scaturita l’inchiesta, anche perché, in mancanza di ciò, di una denuncia formale, le indagini forse… non sarebbero neppure partite e di questa vicenda “ignobile” non se ne sarebbe minimamente accennato….
Sembra ogni volta, di scoprire “l’acqua calda”… io l’avrò scritto migliaia di volte nel mio blog… e mi riferisco al giro d’affidamenti dei beni sequestrati/confiscati, accordati sempre, ai soliti “amici” professionisti, e permettendo a questi di beneficiare di parcelle d’oro (per centinaia di migliaia di euro…), garantendo nel contempo, consulenze ben retribuite… per i propri amici.
Proprio la Sicilia, in questo detiene un record e cioè quello del patrimonio confiscato (mai “degnamente” riadoperato dallo stato… ), ma gestito esclusivamente, per produrre compensi economici, per questa particolare “casta”…
A suo tempo, il prefetto Caruso, aveva sollevato dinnanzi alla Commissione antimafia, dubbi sull’affidamento degli incarichi… in particolare aveva citato proprio il caso della “Immobiliare Strasburgo” società confiscata dallo stato e che da anni, veniva gestita proprio dall’Avvocato Seminara, il quale (per tale incarico d’amministratore giudiziario), percepiva una parcella di circa 7 milioni di euro ed altri 150 mila euro, per essere anche presidente del consiglio di amministrazione…
Come si dice, controllore e controllato…, 
Certo dispiace sentire che, proprio la Presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, che ritengo persona moralmente corretta e con cui ho avuto modo di rapportarmi, abbia dichiarato che non vi fossero elementi tali da inficiare la condotta delle singole persone… forse sarà stata per cautela o perché non esistevano prove che dimostrassero eventuali complicità, ma in ogni caso, nel dubbio, sarebbe stato meglio prendere dei provvedimenti o certamente impartire degli avvicendamenti…
L’indagine aperta dalla Procura di Caltanissetta sul tribunale di Palermo, darà modo ora, di poter verificare se anche in altre sedi giudiziarie, i rispettivi presidenti ed i suoi collaboratori, hanno, su questo settore delicato della gestione dei beni confiscati, operato in modo corretto o anch’essi si sono macchiati dei fatti di cui sopra…, aprendo così a possibili indagini,  nuovi scenari, che potrebbero rivelarsi ancor più clamorosi!!!
Non mi meraviglio più di niente… potrei essere stato anche “profetico” in questa mia ultima dichiarazione, ma considerato che la gestione di questi beni, rappresenta nel ns. territorio una quota preponderante rispetto alla media nazionale, trattasi difatti del 43%… Per cui,  miliardi di euro in mano dello Stato, che diventano una manna, per quanti sono – attraverso i loro incarichi – portati a gestirli…
La gestione di tali beni, per come finora è stata condotta, rappresenta una vera “ignominia”, ancor più, poiché, realizzata da quegli stessi uomini, che lo stato aveva scelto e che avrebbero dovuto, almeno per principio, dimostrarsi retti ed incorruttibili…
Valori di lealtà ed onestà, che nei fatti, sono stati disattesi e che dimostrano – se ancora ci fosse motivo di dubitare – che non esistono persone oneste e persone ladre… ma entrambi, possono essere facce della stessa medaglia, egualmente corrotti e disonesti,  a seconda del tavolo a cui siedono…
Più questa mensa è bandita… e maggiore saranno le probabilità d’avere come ospiti quindi… dei delinquenti!!!