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La legge è uguale per tutti??? Sì basta possedere qualche diamante… e tutto s'aggiusta!!!

Nel nostro paese ci sono molti bravi magistrati, ma in egual maniera, nutro per alcuni di essi dei forti dubbi e credetemi parlo a ragion veduta, sì… perché anche se non posso pubblicare quei loro nomi, a differenza di ciò che loro con il passar del tempo hanno iniziato a pensare… io non li ho dimenticati e chissà forse un giorno quei nomi – a causa di quei loro “presunti” modi corruttivi in atti giudiziari – diverranno finalmente pubblici e così anch’io potrò raccontare alcune mie vicissitudini… 

Ecco perché, se pur resto deluso nel dover leggere notizie come quella di seguito riportata, nutro sempre la speranza che la parte ancora sana della nostra magistratura, giunga – se pur il più delle volte in ritardo – a compiere quel proprio dovere!!! 
Ecco quindi che alla fine… la scure della giustizia arriva per tutti, anche per coloro che si sono sentiti da sempre al di sopra delle parti, poiché finora, erano sempre stati loro a giudicare gli altri…
Ma ora… la pacchia è finita e come semplici delinquenti, sono stati arrestati!!!
Difatti da poche ore, sono finiti agli arresti due magistrati di Roma, rispettivamente un giudice ed un sostituto procuratore, anche se l’inchiesta fa riferimento a quanto entrambi operavano presso la Procura di Trani…
Sono indagati per i reati di associazione a delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso!!!
Incredibilmente l’inchiesta della Procura salentina, coordinata con il Nucleo dei Carabinieri, ha altresì condotto all’arresto di un ispettore di Polizia che era in servizio a Corato: secondo le intercettazioni si sarebbe messo a servizio di un imprenditore locale, che sarebbe stato il punto di collegamento con uno dei magistrati, finiti al centro dell’inchiesta…
Inoltre, oltre essi, anche due avvocati, rispettivamente dei Fori di Bari e Trani, sono stati disposte nei loro confronti dalle autorità,  l’interdizione dai pubblici uffici per un anno. 
Come avrete compreso, sentenze a favore, in cambio di soldi, pietre preziose e gioielli, che sarebbero stati usati quali compensi per le prestazioni in cambio ottenute…
La stessa Procura infine ha dovuto disporre per gli indagati la misura cautelare in quanto ci sarebbe il concreto pericolo che questi potessero continuare la loro attività, come si è visto, contraria ai dover d’ufficio…
Nell’ascoltare stamani in auto di questa inchiesta, il mio primo pensiero è andato a Montesquieu, quando scriveva: “Non c’è tirannia peggiore di quella esercitata all’ombra della legge e sotto il calore della giustizia”!!!
Già…  penso che nel corso della vita non ci sia cosa peggiore di sentirsi traditi, in particolare da quei soggetti nei quali avevamo posto a priori la nostra fiducia…
Uomini cosiddetti dello Stato, che dovrebbero essere d’esempio e che invece si dimostrano esseri spregevoli ed immorali!!!    
Si perché ogni volta che accadono situazioni gravi come questa, è come se la magistratura si ritrovi a vivere l’esperienza di quel famoso gioco… sì quello dell’oca, dove capita purtroppo che, quando si è giunti al traguardo, ahimè… bisogna ripartire d’accapo!!!

A leggere il mensile "S" si resta senza parole!!! Ed allora mi chiedo: "Di quanto altro tempo hanno bisogno i miei conterranei per comprendere che i tempi sono definitivamente cambiati"?

Ci sono delle notizie, che più di altre lasciano senza parole…
Non è facile svelarle, in quanto solitamente non fanno parte delle vita vissuta di ciascuno di noi, ed allora diventa difficile scoprirle e soprattutto comprenderle, perché d’altronde non si ha alcun interesse a ricercarle…
Ed è in questo preciso istante che si commette il più grave errore, quello di lasciare che le cose procedano inalterate…
D’altronde perché volerle cambiare, non è forse demandato ad altri soggetti il controllo del territorio, non è compito della giustizia ripulire questa terra da tutti quegli individui che giorno per giorno, l’avvelenano…

Comodo, certo troppo comodo attendere che siano sempre gli altri a fare la loro parte, mentre noi si resta come al cinema, semplici spettatori che guardano in maniera distaccata uno schermo, sì una storia che ci sembra così lontana, ma che invece è proprio li… vicino a noi!!!
E’ dire che proprio taluni argomenti dovrebbero interessarci, d’altro canto questi episodi dimostrano essere messi in pratica costantemente, in maniera “endemica”, visto che ben il 95 per cento dei miei conterranei, considera la corruzione un fenomeno “dilagante” su tutta la Regione…
Ma come ripeto sempre, “Tutti sanno tutto, ma nessuno fa niente”, già sono in molti a dire: ma perché cosa dovremmo fare noi da soli?
Non comprendono ad esempio, che basterebbe semplicemente non essere collusi con quel sistema corruttivo, fare in modo che quando si viene ricercati per quei loro malaffare ci si rifiuta, non cadere in quelle tentazioni d’arricchimento personale, per impoverire quella già gracile condizione morale…
Alla fine come dico sempre basta poco, si tratta semplicemente… di essere onesti!!!
Certo, comprendo perfettamente le motivazioni che spingono molti a “prostituirsi“!!!
Sì… uso appositamente questo termine così duro, in quanto lo ritengo particolarmente efficace per far comprendere a chi si presta a quelle azioni spregevoli, che si comporta come una prostituta, ma differenza loro, non una che svende se stessa per sopravvivere, no… qui non si tratta di fame, qui a perdere è il concetto stesso di dignità…
A rimetterci qui è anche la famiglia, si perché indirettamente anche i familiari restano coinvolti da quelle indegne decisioni, compiute esclusivamente per ricevere sempre di più quel vile denaro o chissà, forse per una posizione sociale più elevata…
Ed allora ecco a cosa serve leggere mensili come “S”, perché ci fa comprendere come, proprio nel momento in cui si sta provando a compiere quelle azioni corruttive, qualcuno ci sta osservando, sta controllando i nostri telefoni, monitorizza gli spostamenti ed anche le persone che quotidianamente incontriamo, sì… senza saperlo siamo costantemente intercettati!!!

Ecco, se per un momento quei soggetti pensassero che forse dall’altra parte non ci sono soltanto “babbi“… ma individui certamente “sperti“, che utilizzano tutte le loro capacità professionali, sommate ad una moltitudine d’innovazioni tecnologiche per la registrazione ed il controllo di quelle loro azioni… sì, se solo riflettessero un istante, sono certo che molti di quei reati compiuti, non verrebbero neppure iniziati…
Ma si sa… se bastassero le inchieste o le condanne (a cui assistiamo quotidianamente) a far sospendere quegli individui dai loro propositi, se soltanto gli arresti fossero quantomeno di monito per far cessare quelle azioni illegali, già, se anche soltanto leggere un mensile come “S”, potrebbe riuscire in quell’intento, si… questa nostra terra, potrebbe diventare finalmente “bellissima“…
Ed allora consiglio tutti di sfogliare questo nostro mensile, per comprendere come alla fine, tutte le azioni corruttive compiute, portano disgraziatamente sempre verso uno stesso luogo… e come potrete immaginare, non è per nulla piacevole!!!
Ed allora cosa dire: Consiglio tutti… una buona lettura!!!

Un augurio per il 2019… molto, molto particolare…

Tra i tanti messaggi d’affetto ricevuti, uno in particolare mi ha fatto sorridere…  
Si perché senza saperlo quel mio amico, mi ha inviato un messaggio, che rappresenta perfettamente quanto forse qualcuno vorrebbe recapitarmi realmente… 
Sarà forse per quanto vado compiendo in quel mio ruolo di delegato dell’Associazione di legalità “Emanuele Piazza”…
Sarà per quella mia insita natura che fa sì di portare in evidenza circostanze nelle quale sono palesemente evidenti criticità, dalle quali scaturiscono fattori corruttivi ed illegali…
Cosa aggiungere… sarà forse perché a differenza della maggior parte delle persone credo in quei valori alti di rettitudine e di onestà, sani principi di giustizia e giustezza!!!
Sarà anche per quella morale intransigente che prova a contrastare quell’influenza esterna e che certamente non può essere ricattabile o messa in discussioni da compromessi compiuti nel corso della propria esistenza…
Il sottoscritto d’altronde ritiene che ciascuno di noi prima o poi deve fare delle scelte, ed è in base a quelle decisioni che si stabilisce  dove voler stare e quali conseguenze avranno quelle decisioni nel proseguo della propria vita…

Come dico sempre, il bene e il male sono ogni giorno lì… e c’è un solo modo giusto di procedere, perché l’altro si sa… è sbagliato!!!

Se scegliamo quindi la verità, agiremo in maniera retta, altrimenti faremo parte di quella massa, che quotidianamente vive nelle disonestà… e non mi riferisco esclusivamente ai delinquenti, ma soprattutto a quanti, celati sotto l’immagine di persone distinte e perbene, compiono ogni giorni azioni sleali…
Non è mia intenzione ora mettermi ad insegnare come riconoscere il bene dal male, soprattutto perché non vi è nessuno disposto oggi ad imparare o a seguire quei concetti…
La maggior parte, preferisce inseguire la strada meno tortuosa, quella che da immediate soddisfazioni e gratificazioni personali e poco importa quante volte ci si dovrà guardare alo specchio e dirsi “guarda… che sei peggio di loro“!!!    
Quei “loro” che mirano essenzialmente ad una cosa, a non avere problemi di nessun genere, anzi potrei aggiungere, che i problemi li evitano e/o certamente non li affrontano…
Quell’ingrato compito lo lasciano solitamente agli altri… certamente più coraggiosi o forse dovrei dire più retti!!!
Peraltro, non vi sarà mai alcuna coccarda per chi si sforzerà di vivere in maniera corretta, anzi tutt’altro, si verrà messi alla gogna e si verrà attaccati per tutte le azioni compiute, le stesse che procureranno a questi soggetti “onesti” parecchi problemi personali, in quanto si proverà in tutti i modi di metterli in cattiva luce, allorché – quando non ci si riuscirà – si proverà ad intimidirli e infamarli, con parole o chissà anche son dei messaggi come quello pubblicato ora sopra per scherzo, ma che abbiamo visto tante volte espresso realmente… ma che alla fine, ha sbattuto in quel muro chiamato legalità!!! 
D’altro canto, non è necessario essere avvocato o magistrato per sapere che la legalità e la giustizia sono lontani dall’essere sinonimi…

Bisogna fermare la prescrizione in quanto non fa altro che salvare i corrotti ed i mafiosi!!!”

La direzione è giusta, anche se si potrebbe fare meglio… 
Così il magistrato Nino Di Matteo commenta la proposta del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, di sospendere dopo la sentenza di primo grado, il decorrere dei tempi che azzerano i processi per prescrizione. 
C’è però qualcuno, ad esempio il  politologo e saggista Paolo Becchi che ha dichiarato di come la scelta targata “Bonafede” sia sbagliata, aggiungendo altresì: “È anticostituzionale, va contro il testo dell’articolo 111 Cost. e tutta la tradizione illuminista e spero che la Lega la blocchi, sarebbero dei pazzi a farlo passare”.

Anche il ministro Giulia Bongiorno ha dichiarato: “Bonafede gioca a fare il giacobino e dimostra la stessa incapacità politica della Grillo al ministero della Sanità. Premetto che io non ce l’ho con il Movimento e sono a favore del contratto di governo, infatti l’ho letto e non c’è scritto da nessuna parte di abolire la prescrizione. Ma poi scusate, nel contratto di governo ci sono scritte tante cose di cui finora non c’è traccia, come i minibot per opporci ai diktat dell’Ue. La riforma della prescrizione è un’urgenza e i minibot no?

La verità è che c’è la necessita di una riforma della giustizia, ma questo è uno di quei cambiamenti che (nel nostro paese) nessuno vuole realizzare, in particolare proprio coloro che grazie a questi stratagemmi… sopravvivono e fanno sopravvivere “giuridicamente” quei loro clienti!!! 

E’ tempo comunque che i processi giungano a conclusione in tempi celeri e non per come ancora oggi avviene, e cioè assistendo a processi infiniti…

Ecco perché c’è bisogno d’intervenire, anche sulla prescrizione…
Un inizio sarebbe quello di bloccare i termini… sì, non solo quelli dopo il primo grado di giudizio, ma anche a partire dal ricorso dell’imputato per Cassazione…
Il sottoscritto si trova comunque concorde con quanto espresso dal giudice Di Matteo e cioè : “In Italia c’è la sostanziale impunità di molti reati che riguardano la pubblica amministrazione e la corruzione. La stragrande maggioranza di questi processi si conclude con la dichiarazione di intervenuta prescrizione. Questo è molto grave. Perché il fenomeno corruttivo s’intreccia con i reati delle organizzazioni criminali e dunque finisce per favorire le mafie”.

E quindi se pur molti magistrati hanno cambiato opinione, una cosa è certa, è importante compiere quella necessaria trasformazione, anche perché nel frattempo, “sì mortificano le attese dei cittadini che si aspettano che la pubblica amministrazione sia condotta secondo i criteri stabiliti dalla Costituzione, cioè il buon andamento e l’imparzialità. Questa impunità crea una giustizia a due velocità, efficace e a volte addirittura spietata con i deboli, invece con armi completamente spuntate nei confronti dei delitti dei colletti bianchi”!!!

Si sa… con la giustizia si può diventare ricchi!!!

L’altro giorno mi trovavo a far colazione al bar Kennedy…
Nel frattempo che attendevo il cameriere, ho iniziato a leggere un quotidiano, mentre i tre tavoli intorno a me, hanno iniziato ad occuparsi…
Ho avuto la sensazione che in ciascuno di quei tavoli – pur senza ascoltarli – vi fosse un legale, poiché gesticolavano a turno in modo animato…
Uno di loro ad esempio discuteva con quel suo cliente in modo vibrante e certamente qualcosa in quel procedimento in corso, dava particolarmente fastidio a quel suo interlocutore…
Vi assicuro che non era mia intenzione ascoltare… ma era talmente tanto il casino che facevano che, anche chi non voleva sentire… era costretto a sentirli!!!
Alzando lo sguardo, ho visto uno di loro chiedere dei soldi, che immediatamente gli sono stati consegnati da quel suo interlocutore…
Il sottoscritto ha pensato tra se e se che probabilmente quel comportamento non fosse molto professionale, certamente aveva poco di discrezionale, d’altronde… che senso ha discutere circostanze personali all’interno di un bar, già… non sarebbe più corretto ricevere i clienti nel proprio studio??? 
Ma poi ho pensato, questi giovani avvocati uno studio loro non c’è l’hanno, utilizzano qualche stanza condivisa nei quali svolgono le funzioni di “praticantato” e quindi chissà, per usufruire della sala riunione per quei propri interessi, dovranno dividere se non proprio quel loro cliente, certamente una parte di quel compenso ricevuto e allora forse così si spiega la presenza all’interno di un bar…
Di una cosa ormai comunque sono convinto, che chi vuole arricchirsi (anche illegalmente…), sfruttando il settore giudiziario, ha mille modi per farlo… 
Uno dei sistemi più semplici è quello compiuto da alcuni magistrati, ad esempio aggiustando le sentenze, seguono quindi alcuni studi legali, specializzati in truffe o raggiri…
Ho letto alcuni mesi fa di un’inchiesta nella quale due avvocati hanno realizzato una frode nei confronti dell’Inps per ben 22 milioni di euro; usavano i nomi di centinaia d’ignari pensionati (alcuni di essi morti da tempo…) per richiedere all’istituto l’adeguamento delle pensioni; per far ciò, procedevano inizialmente attraverso cause giudiziarie e successivamente, dopo aver ricevuto le somme richieste, richiedevano agli sportelli del ministero della Giustizia, ulteriori rimborsi, causa le lungaggini di quegli stessi (falsi) processi…  
Poi ci sono presidenti di sezione dei tribunali, capaci di chiedere tangenti per sistemare i processi oppure altri che hanno ad esempio escluso la “sorveglianza speciale” ad alcuni pregiudicati, dietro lauti compensi, trasformando quei provvedimenti forzati, nei domiciliari…
Ci sono anche ufficiali delle forze dell’ordine che si sono messi a firmare falsi decreti di dissequestro, in favore di personaggi legati ad associazioni criminali che importavano dall’estero, merce contraffatta…
Tutto ormai si muove attorno ai soldi… e si sa, di denaro nei tribunali italiani ne gira tanto…
Non ricordo, ma da qualche parte ho letto: “Noi magistrati siamo un piccolo, solitario, malfermo scoglio sul quale piombano da tutte le parti ondate immense, spaventose, vere schiumose montagne, veri interessi implacabili, ricchezze sterminate, uomini tremendi… insomma forze selvagge al cui urto, noi poveri e meschini, dobbiamo resistere… a qualcosa di selvaggio, di affascinante e di feroce”
Ha detto bene il Presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone: “Una giustizia dei grandi numeri comporta, inevitabilmente, meno trasparenza, più opacità e maggiore difficoltà di controllo”!!!
I dati dicono che ci sono circa tre milioni di procedimenti penali giacenti e circa 5 milioni di cause civili arretrate.
E’ ovvio che una così consistente farraginosità delle procedure, incoraggia tutti i malintenzionati a continuare in quelle attività illegali!!!
In particolare proprio coloro che con la giustizia operano quotidianamente, poiché il senso di impunità dovuto alle leggi di questo paese (che proprio loro conoscono alla perfezione), garantisce che taluni procedimenti, quali quelli per corruzione, evasione fiscale, sperequazione finanziaria  e quant’altro di natura economica, non vengano mai puniti in maniera seria…
Ma poi ditemi: “Siete veramente così convinti che, alla fine dei processi, quei giudici, avvocati o quegli uomini delle istituzioni, una volta condannati, sconteranno quella loro pena in carcere”???
Io non ci credo!!!

Cercasi legalità!!! Accettasi anche se compiuta in forma esigua…

Alcuni giorni fa, parlando con alcuni amici, ci si chiedeva a cosa si dovesse attribuire, tutta questa diffusa illegalità…
La prima risposta data, è stata alla mancanza di valori!!!
L’esigenza cioè di educare i giovani sin dall’adolescenza al senso di responsabilità, al rispetto degli altri e di ciò che rappresenta la cosa pubblica… 
Quanto sopra difatti segna il primo passo per la crescita di un individuo e coinvolge innanzitutto le famiglie, perché sono le prime che devono trasmettere a quei ragazzi i giusti valori…  
Seguono ovviamente la scuola e tutte quelle attività di formazione extra scolastiche, quelle cioè che legano nei momenti di svago i giovani, come le attività sportive oppure quelle svolte all’interno di associazioni culturali/religiose o  di natura sociale…

Ciascuno di questi laboratori di vita, devono saper condurre alla formazione culturale e alla crescita di quell’individuo… 

Perché se quell’adolescente diventato adulto ha fallito, se ora quei suoi comportamenti sono in conflitto con la società civile, ecco, la prima colpa di quel fallimento, va ricercata proprio in ciò che non ha funzionato… 
D’altronde non si può pensare che un sistema di imposto durante la crescita dell’individuo, vada bene per chiunque… 
Il conformismo si sa ha prodotto individui passivi, senza alcuna capacità di critica, soggetti incompetenti dal proporre iniziative proprie o alternative valide, ma dimostrano di crescere così… piegati all’obbedienza di tutti quei loro superiori, gli stessi che nel corso della loro vita incontreranno… che poi sono gli stessi individui che hanno creato questo sistema corrotto, e che pretendono da ciascuno di essi, di diventare col passar del tempo, sempre più complici di quell’apparato marcio, altrimenti si viene distrutti!!!
Il sistema è come ho scritto ieri “infetto” è quest’infezione ha colpito tutti, le famiglie, la scuola, il mondo del lavoro, sia quello pubblico che quello privato, lo sport, ecc…
Tutti quegli strumenti hanno dimostrato d’aver fallito, perché “l’avere ha preso il sopravvento sull’essere”!!!
La verità (che nessuno poi vuole ammettere…) è che quel percorso formativo, quell’educazione alla legalità, non è mai iniziata!!!
Ecco quindi perché ci troviamo in un Paese nel quale l’ingiustizia è padrona, dove uno Stato dimostra sin dalle sue alte cariche di essere corrotto, un sistema sociale che manca di educazione alla legalità, dove la maggior parte della collettiva punta principalmente al proprio benessere sociale, un terra che dimostra di premiare la corruzione e che nei fatti incoraggia tutti quei fenomeni mafiosi, ed per ultimo, come non ricordare questa nostra nazione clientelare, che premia la sopraffazione a scapito della meritocrazia… 
Ed allora perché ci continuiamo a prendere in giro parlando di “legalità”…
Per una volta, siamo onesti con noi stessi: nessuno la vuole, ancor meno quelli che si mettono sul pulpito nelle varie manifestazioni, si… perché ciascuno di essi, spera un giorno di poterne approfittare!!!
“Cercasiiii…. sì… cercasi legalità”.

O si sta dalla parte della Giustizia oppure si è delinquenti!!!

Mi è capitato di leggere sul web alcuni giorni fa una storia incredibile che desidero nuovamente riproporre, in quanto mi sembra che alcune circostanze d’allora, siano legate ad alcune congiunture, che a breve mi aspetto… stanno per compiersi!!!
L’episodio fu correttamente definito (nel 2013) dal quotidiano on-line “SUD”: Una bruttissima storia alla Procura di Catania!!!
Come dicevo sopra, sono passati ben cinque anni, ma ho come l’impressione che le vicende di questa nostra terra, non facciano altro che riproporsi come corsi e ricorsi storici…
Vi auguro quindi una buona lettura… 
“Noi di SUD siamo ormai abituati a maneggiare materiale incandescente. Abbiamo adottato protocolli rigidissimi di verifica e tutela di fonti e redattori.
La storia che raccontiamo è certamente tra le più brutte che abbiamo trattato, perché è vile, miserabile e coinvolge al massimo livello proprio quelle autorità che dovrebbero essere presidio di legalità ed invece si rivelano serve di quel sistema di potere parassitario e violento che continua, ancora adesso, a trarre vantaggi e ricchezza mentre un intero tessuto economico viene soffocato. Anzi, proprio per questo, proprio mentre la gente soffoca, loro la avvolgono, la circuiscono e poi la fagocitano.
Cominciamo quindi a raccontare come si conviene, com’è nostro stile, dai nomi e cognomi.
Ecco, per iniziare, i protagonisti, in ordine di apparizione:
il libraio Maurizio Distefano;
l’avvocato Riccardo Di Bella;
i noti imprenditori Riccardo e Gianfranco Campisi della notissima stirpe dei Virlinzi;
l’allora Procuratore Aggiunto Enzo D’Agata;
il sostituto procuratore Allegra Migliorini;
il GIP Alba Sammartino;
il consulente della Procura Massimo Cartalemi.
A raccontarci la storia  è Maurizio Distefano, 45 anni, noto libraio da generazioni.
E’ arrivato con una borsa di documenti e un carico di disperazione e determinazione che ci travolge.
Al primo incontro è un fiume di parole, date, circostanze, fatti che si intrecciano. Un romanzo criminale che ci confonde. Capiamo però una cosa: quest’uomo ha bisogno di rompere un muro che gli si è avvolto intorno e sta soffocando lui e la sua famiglia. Qualunque cosa sia, la decisione è presa: massima cautela, ma questo racconto deve essere reso pubblico.
La storia è davvero complessa, i documenti che ci consegna vengono protocollati e sottoposti alla nostra procedura di tutela, con deposito di copie in posti diversi e chiare disposizioni di pubblicare e consegnare all’autorità al verificarsi di eventi minacciosi. Tanto per essere chiari e chi deve intendere intenda.
Decidiamo di isolare alcuni fatti specifici e trattarli singolarmente, cominciando da quelli che ci appaiono più gravi per gli effetti che determinano sulla vita dell’intera famiglia Distefano e, alla fine, sullo stato di disagio di un’intera Comunità quando l’attività di alcuni magistrati, tra omissioni ed abusi, si sostanzia in vero e proprio sistema che si pone a tutela di quei poteri che lucrano nel caos amministrativo approfittando, determinandola, della miseria morale della classe politica che di tale impunità allargata alla fine si giova. Un circolo vizioso da spezzare ad ogni costo.
Sorvoleremo allora, al momento, sulle estorsioni che dal 2004 vessano la libreria di via Teramo di Maurizio Distefano, sorvoleremo anche sulla denuncia e arresto degli estortori, sulla concessione della scorta e sulla sua revoca, sulla denuncia per simulazione e la sua archiviazione, sulla liberazione degli estortori e la loro riscossa, sui problemi finanziari conseguenti, sui rapporti con alcuni esponenti delle forze dell’ordine, sulle tutele ottenute e quelle negate. E su molte altre cose.
Sorvoliamo su tutto questo, perché ciascuno di questi fatti merita uno spazio a parte. 
E glielo dedicheremo in seguito.
Per ora partiamo dal 2006, dal settembre 2006.
Maurizio Distefano  è ancora impelagato nelle difficoltà finanziarie provocate da estorsioni ed usura quando gli accade una fortuna insperata. Quasi senza troppa convinzione partecipa all’appalto per uno spazio commerciale presso l’aeroporto di Catania. E lo vince. L’opportunità di poter aprire una edicola-libreria nel trafficato scalo catanese appare come l’occasione della vita per Maurizio, la manna caduta dal cielo, quasi un risarcimento per tutto quanto subito nei 2 anni precedenti.
Ma c’è un problema: Distefano non ha al momento la liquidità per fare fronte agli impegni derivanti dalla concessione. Cauzione, fideiussione, canoni. Dove prendere i soldi? Compie quindi una decisione ovvia per un imprenditore in difficoltà: cerca un socio. E ne trova due. Anzi due più un prestanome, come egli stesso si definirà in pubblico dibattimento.
Il prestanome è l’avvocato Riccardo Di Bella, che acquista, per conto dei fratelli Riccardo e Gianfranco Campisi, il 51% della società libraia di Maurizio Distefano, per un corrispettivo di 210.000 euro. A parte la presenza di un “prestanome”, fin qui la vicenda è abbastanza comune e resta tale anche quando i rapporti tra i soci, tra i fratelli Campisi da una parte e Maurizio Distefano dall’altra, si complicano al punto da sfociare in querele e cause civili.
Fin qui siamo nella normale conflittualità imprenditoriale. Ci può stare, per quanto spiacevole. Arriviamo anche a considerare che la dinamica può ancora ritenersi normale (con molto sforzo però) persino quando, in emergenza finanziaria a causa di un assegno da coprire urgentemente, Distefano chiede ai soci occulti Campisi di intervenire e questi lo convocano presso la loro concessionaria di auto e, alla presenza di un notaio (che ha già pronto l’atto di cessione) lo costringono, in cambio di un conferimento di 21.000 euro per coprire l’assegno bruciante, a cedere loro la proprietà di un immobile intestato alla società del valore di almeno il quadruplo e che era stato acquistato proprio per patrimonializzare l’azienda, (questo fatto, detto per inciso, è oggetto di altro procedimento per violazione del patto commissorio).
Quello che trasforma la storia in scandalo è quanto accade al Palazzo di Giustizia, tra gli uffici dell’allora procura, del GIP e relativo perito.
Vediamo.
La querela presentata dal prestanome dei Campisi, Riccardo Di Bella contro Distefano finisce, abbastanza stranamente sul tavolo dell’allora Procuratore Aggiunto Enzo D’Agata. Strano perchè il dr. D’Agata aveva allora la delega per i reati contro la Pubblica Amministrazione e quella in questione è una banale denuncia per appropriazione indebita. 
Come mai se ne occupa il dr. D’Agata? Strano, anche perché nell’atto di querela non risulta il classico timbro recante il numero di protocollo da parte dell’ufficio ricevente, come se fosse finito sul tavolo del procuratore per caso o finito lì portato dal vento. 
Strano anche perché il procuratore aggiunto D’Agata lo assegna prima ad un sostituto, indicando addirittura il reato per cui procedere, e poi (carcerando il nome del primo assegnatario sul fronte della querela stessa) lo affida ad un altro sostituto, la dottoressa Allegra Migliorini.
E qui cominciano le “anomalie” (Attenzione alle date).
Il caso viene assegnato dal dr. D’Agata alla dr.ssa Migliorini il 28 settembre 2007. E’ un venerdì…
La dr.ssa Migliorini è un fulmine, un capolavoro di efficienza. Avrà passato il sabato e la domenica a studiare il complesso fascicolo per decidere il successivo lunedì 1 ottobre di richiedere un sequestro che viene subito notificato all’indagato Distefano anche come avviso di garanzia.
Intanto, è un altro fatto incidentale ed anomalo che riferisce il Distefano, i conti vengono in realtà movimentati abusivamente in corso di sequestro da parte della banca depositaria e di ciò non risulta alcuna conseguenza.
L’attività del sostituto Migliorini prosegue imperterrita, determinata, arrivando persino alla compilazione, il 24 giugno 2008, alla redazione di un altro strano ed inconsueto atto d’indagine.  Quel giorno la dr.ssa Migliorini verbalizza, da sola e senza la consueta presenza di un assistente verbalizzante, la testimonianza dei due fratelli Campisi. Nel verbale non si fa alcun riferimento alla relativa convocazione, come se i fratelli Campisi si fossero trovati innanzi al magistrato per pura coincidenza. Inoltre, cosa davvero abnorme, entrambi vengono ascoltati congiuntamente dal magistrato, quando è elementare che i testimoni vengano sentiti addirittura all’insaputa reciproca, proprio al fine di far emergere eventuali incongruenze. Non solo, ma il verbale è redatto come se i due testimoni rispondessero all’unisono, con una sola voce, senza fare alcuna distinzione su chi risponde cosa. Incredibile. L’assurdo verbale d’interrogatorio risulta firmato congiuntamente dalla dr.ssa Migliorini e da Riccardo e Gianfranco Campisi e fa stato nel procedimento senza che nessuno obietti nulla.
Intanto, gli effetti di tutta questa situazione sono drammatici per l’azienda e la famiglia Distefano, determinando inevitabilmente il blocco dell’operatività della libreria, con ulteriore definitivo deterioramento della situazione finanziaria. Il Distefano si ritrova così in una situazione paradossalmente ancora più preoccupante di quella estortiva subita nel 2004. 
Non capisce, non si spiega cosa stia succedendo ma tutto sommato pensa che alla fine la questione si chiarirà, essendovi dei magistrati ad occuparsene, magistrati pagati per chiarire le ragioni tra le parti, nominati per accertare verità ed impedire abusi, magistrati imparziali. Appunto.
Fa quindi quello che ciascun cittadino normale farebbe in circostanze così difficili, si affida a degli avvocati che tentano di difenderne la ragioni in una situazione che, come vedremo, non ha nulla di “normale”.
Ma torniamo un attimo indietro nel tempo, all’Ottobre 2007.
Già la storia non quadra al povero Distefano, troppa tempestività da parte degli inquirenti, troppa durezza nei provvedimenti, arriva a dubitare che tale solerzia possa essere determinata dal fatto che c’entri la potente famiglia dei Campisi, ma alla fine penserà che si tratta solo di sue malizie determinate dalla  improbabile sfortuna di uomo ormai in balia di eventi incredibili.
E va avanti, subendo un altro atto che si rivelerà determinante.
Il 23 ottobre 2007, mentre la famiglia Distefano ha l’intero patrimonio sotto sequestro, alle ore 16.10 presso gli uffici della procura di via Crispi, il sostituto procuratore dr.ssa Allegra Migliorini nomina il consulente tecnico d’ufficio, dr. Massimo Cartalemi, nato a Gorizia l’11/2/1967, domiciliato in Catania via Milano 47, per pura coincidenza a pochi passi dalla libreria di Distefano. 
Attenzione, il perito dr. Massimo Cartalemi giura, come di rito, di non trovarsi in alcuna delle condizioni di incapacità o incompatibilità previste dall’ordinamento.
Quindi, ricevuto l’incarico, si mette solertemente al lavoro e produce una perizia che pare aggravare la posizione del Distefano, che però reagisce con una contro perizia che ne contesta le risultanze. Fin qui siamo ancora nella dinamica processuale, a parte l’inusitata velocità degli atti vessatori interpretata dal Distefano come praticamente intimidatoria. Ne parla con qualcuno, ma tutti girano la testa. Infatti il libraio ricava la forte impressione di trovarsi di fronte a quelli che in cronaca vengono definiti “poteri forti”, rampolli di potenti famiglie in grado, quasi per gioco, di schiacciare un imprenditore che aveva avuto la presunzione di trattarli da soci qualunque, come fosse possibile entrare in contatto con questi ambienti e riuscire a salvare la propria posizione senza considerare che il prezzo da pagare per il loro “aiuto” non poteva che essere cedere tutto!
Il mondo gli sta crollando definitivamente addosso, tutto pare remare contro fino a che si ritrova in un Bar di piazza Verga.
Mentre sorseggia il caffè, alle sue spalle un parlottare invadente che lo distoglie dagli ormai tristi pensieri, come a volte capita. Quindi, in maniera inconsapevole si ritrova a fare attenzione a quanto si dicono quelle voci sconosciute. Si gira appena e ne riconosce una. E’ proprio di quel dr. Massimo Cartalemi cui per conto della Procura ha consegnato tutta la sua documentazione contabile. Guarda meglio, è proprio lui. Sta raccontando allo sconosciuto interlocutore qualcosa relativo al proprio recente matrimonio. Nella discussione emerge il nome di qualcuno dei Campisi. Nome noto, ormai purtroppo, stranoto al Distefano. Presta quindi maggiore attenzione e gli pare di capire che il dr. Cartalemi faccia riferimento al fatto che suo testimone di nozze sia nientemeno che Riccardo Campisi!? Pensa di aver sentito male, capito peggio, ma come una sprangata gli apre il cervello. Da quel momento, da vittima soccombente ad una incredibile sfortuna si trasforma in investigatore certosino. Decide di abbandonare la prudenza dell’attesa e comincia a scavare, girando chiese e parrocchie per scovare quell’atto di matrimonio capace di rendere chiaro che non si tratta più di equivoci, che nessun errore giudiziario si sta compiendo ma un vero e proprio disegno gli si è avvolto attorno. Per gioco, per il solo sollazzo di qualcuno a cui non si può dire no, qualcuno alla cui corte in troppi insospettabili corrono a servire e riverire. Qualcuno che non può permettere si sfugga alle grinfie di un potere che tutto compra e se non riesce a comprare al prezzo desiderato, distrugge.
Gira e rigira Maurizio Distefano, sino ad arrivare alla bella chiesa di San Biagio ad Acireale. L’atto di matrimonio è estratto, lo sposo certamente felice è proprio lui, Massimo Cartalemi, in calce la firma del testimone alle nozze, certamente altrettanto rallegrato, Riccardo Campisi. Fuochi d’artificio misti a pugnalate nella mente del povero Distefano. Ha scoperto l’inimmaginabile. E un po’ si sente salvo, ha le prove di una macchinazione, non sospetta ancora che il livello sia ancora più alto, che l’intrigo arrivi all’impensabile.
I suoi avvocati informano il sostituto procuratore Allegra Migliorini dell’inquietante scoperta.
La dr.ssa Migliorini appare sorpresa, contrariata, non si capisce se sorpresa della scoperta in se o per il fatto che la cosa sia stata scoperta.
E vedremo a breve.
La difesa si aspetta provvedimenti, una ricusazione del perito, magari una denuncia nei suoi confronti e invece nulla. Tutto prosegue come nulla fosse e la perizia del Cartalemi resta tranquillamente acquisita agli atti del processo come se non fosse viziata dalla comprovata confidenza amicale tra perito del PM e denunciante. Anzi, ci riferisce Distefano, tale è l’impudenza, la garanzia di impunità, che il perito/testimone di nozze Cartalemi arriva nonostante quanto scoperto, a richiedere il pagamento di una parcella di decine di migliaia di euro. Richiesta che, almeno questa, verrà respinta da un giudice terzo ed estraneo alla conventicola.
Continua quindi l’odissea sfiancante del Distefano che si trova mura più alte ogni qualvolta abbatte le precedenti.
Ma non demorde, non lo convince l’atteggiamento di quel PM che dovrebbe accertare la verità.
E indaga ancora, scoprendo che non c’è solo l’amicizia nuziale con il perito, ma persino una frequentazione tra il sostituto procuratore Allegra Migliorini, lo stesso Cartalemi, Riccardo Campisi e l’avvocato/prestanome dei Campisi/socio fittizio di Distefano Riccardo Di Bella.
Tutti amici tra di loro su Facebook! E come se non bastasse il sostituto procuratore Allegra Migliorini risulta aver fatto parte di una giuria ad un premio organizzato a Villa Di Bella in proprietà dell’avvocato dei Campisi e socio fittizio Riccardo Di Bella.
A quel punto, la facciamo breve, la Migliorini, scoperta documentalmente, ammette, a modo suo, i fatti e chiede al Procuratore Capo di potersi astenere dal procedimento. Richiesta accolta ma nessuno paga per questo obbrobrio, solo il Distefano che resta imputato in un processo penale che si trascina ormai stanco ed imbarazzante tra rinvii, cambio di giudici e PM onorari, con l’obiettivo probabile di far scivolare questa storia nell’oblio di una prescrizione che lascerà impuniti i carnefici e distrutta dall’onta del sospetto la vera vittima di un gioco vizioso e violento, Maurizio Distefano.
Ma Maurizio non ci sta, non può starci. Ne ha passate tante ed ha voglia di riprendersi il proprio onore, sente il dovere di farlo per la propria famiglia, per quello che ha patito.
Ha paura, ma sa che non può tornare indietro. Ha conosciuto sulla propria pelle quello di cui sono capaci certi poteri quando si uniscono, anche solo per gioco, anche solo per scherzarci su Facebook, tra un matrimonio ed una giuria. Ha visto come lo hanno schiacciato, ed i suoi occhi mentre ci racconta la sua storia si alzano alla ricerca di quei dolori ingiusti, al pensiero di giudici che hanno giurato di essere imparziali e hanno partecipato al suo scempio.
Ora in Procura non ci sono più D’Agata, in pensione, né la Migliorini trasferitasi nella città natale, Roma.
Rimangono però gli atti gravissimi e le palesi violazioni della legge commesse da Magistrati in Servizio.
Siamo sicuri, anzi certi, che il Procuratore Salvi non ne sappia nulla, poiché è difficile immaginare che chi sa storie simili informi il nuovo Capo delle malefatte passate.
Da questo momento però anche il Procuratore della Repubblica sa e potrà verificare accertare riscontrare e quindi trasmettere gli atti a Messina per chiedere la punizione dei colpevoli, responsabili di questa gravissima vicenda.
Distefano è un uomo distrutto, ma ancor di più potrebbe annientarlo pensare che possano farla franca i suoi carnefici, soprattutto quelli con la livrea della legge.
E l’Opinione Pubblica non può non temere che vicende analoghe, con massacro giudiziario di vittime e totale impunità per profittatori, possano essere alla base di quel sistema che distrugge il tessuto sano della città, devastandone le istituzioni.
Questa è davvero una brutta storia, che raccontiamo gonfi di indignazione e concludiamo con un appello ai tanti giudici per bene e ad una Pubblica Opinione che deve farsi parte attiva.
Non c’è più spazio per le ipocrisie, per le omissioni, perché in questa città si è superato il limite e la vita delle persone non è un gioco da consumare nei salotti buoni tra una chattata ed un aperitivo.
Non è più praticabile il quieto vivere: o si sta dalla parte della Giustizia o si è delinquenti”!!!
Naturalmente per maggiori dettagli, trovate l’articolo completo di tutta la documentazione ed il video del Sig. Distefano sulla pagina web: 

Sesso in cambio di favori: il Pm condannato a 11 anni!!!

Ogni giorno c’è ne una…
La cosa assurda è che ormai si assiste ad una globale immoralità, anche da parte di chi dovrebbe essere garante di comportamenti esemplari o quantomeno decorosi…
Ed invece, contrariamente a ciò, sempre più frequente scopriamo di come certi individui, grazie a quel loro potere, facciano uso in maniera distorta e aberrante, di quel ruolo…
Per fortuna che la giustizia giunge anche per loro!!!
Difatti dopo più di 14 ore di camera di consiglio, una sentenza ha condannato un ex pm della Dda romana a 11 anni di reclusione… 

Le accuse sono gravissime: corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio, accesso abusivo al sistema informatico e detenzione di materiale pedopornografico!!! 
Secondo le accuse il Pm, avrebbe consumato rapporti sessuali con donne (ed anche transessuali…) posti sotto indagine, anche presso il proprio ufficio, concedendo favori in cambio di prestazioni intime… 
Ecco perché la Procura di Perugia, aveva chiesto a carico dell’ex Pm, la condanna a 10 anni e 6 mesi, contestando anche la concussione…
Certo, dal suo arresto – avvenuto nel 2013 – sono passati cinque anni e qualcuno ancora oggi ricorda quando i carabinieri si presentarono a casa del magistrato e perquisirono anche il suo ufficio, dove erano state piazzate dalle forze dell’arma, cimici e telecamere nascoste. ..
Lo scandalo era emerso nel corso di un’inchiesta sulla prostituzione nella capitale e la prima ad accusare il Pm, era stata proprio una transessuale. 
Ovviamente i documenti dell’inchiesta erano stati immediatamente “secretati” e trasmessi alla Procura di Perugia, competente nell’indagare sui magistrati romani.
Il Pm fu accusato di avere avuto rapporti con alcuni transessuali e di avere concesso loro in cambio, permessi di soggiorno temporanei… 
In ufficio avrebbe avuto anche un incontro intimo con la compagna di un boss noto della criminalità romana; in cambio per quella prestazione, il Pm si sarebbe impegnato a dare parere favorevole ai domiciliari a carico dell’uomo, che si trovava in quel momento in carcere. 
Per questa vicenda, la donna del boss ha patteggiato un anno e 10 mesi di reclusione.
Desideravo infine commentare questa spregevole vicenda, ma nel far ciò, preferisco utilizzare i commenti pubblicati nel web, da chi meglio del sottoscritto – ha avuto modo di conoscere direttamente quel cosiddetto “magistrato”:
– “Finalmente e’ stato ritenuto colpevole di vari reati che probabilmente aveva già perpetrato in varie altre procure tipo Trieste: vedasi suo allontanamento per lettera di garanzia ad un certo “———-” condannato per pedofilia. Il tutto dovuto al suo atteggiamento strafottente e a quel senso di onnipotenza che lo hanno sempre accompagnato. Gli si ritorce contro il suo comportamento. Speriamo che qualche anno in carcere gli facciano capire la vita”!!!
– “Sono stato vittima di questo….PM mi piacerebbe sapere se la giustizia alla fine abbia fatto il suo lavoro e che abbia condannato questo sporco bastardo”.

Se la giustizia è questa… si comprende il perché la maggior parte dei cittadini delinque!!!

18 anni e 8 mesi all’assassino di Noemi, accoltellata e sepolta viva…
Come non ricordare l’omicidio stradale di un 19enne, causato da un autista che si trovava sotto l’effetto di alcol e droga… ha semplicemente patteggiato la pena a due anni…   
E cosa dire di quell’individuo che ha investito e ucciso una donna incinta di 5 mesi: l’indulto gli ha cancellato la pena; già era stato condannato a due anni e mezzo ma non farà neanche un giorno…
Oppure la responsabile dell’operatore del 118, che ha sottovalutato la situazione e ritardato l’invio del soccorso… un caso di questi giorni dove per l’appunto ad un paziente grave è stata inviata la guarda medica (intervenuta dopo quasi un ora), invece di far sopraggiungere immediatamente l’ambulanza: il paziente è morto e l’operatrice a causa della prescrizione, non verrà condannata… 
Ecco… potrei andare avanti così, con vicende più o meno similari, per ogni giorno dell’anno!!!
Ovviamente non parlo delle vicende giudiziarie più “soft”, come ad esempio quelle legate al mondo della corruzione, del malaffare, di tutti quegli aspetti non violenti, ma pur sempre legati alla criminalità organizzata… 
Per la maggior parte di questi reati, le pene sono… possiamo dire palliative!!! 
Sì… fanno solitamente sorridere!!!    
Già… l’impressione che viene data a tutti noi, è che con l’attuale giustizia nessuno paghi o se sono quelle le pene a cui si va incontro, viene da chiedersi se non sia più semplice delinquere, tanto alla fine cosa si rischia…???
E difatti è proprio questo uno dei motivi che porta oggi molti miei connazionali, ma soprattutto una grossa fetta degli extracomunitari presenti nel nostro Paese a sceglierlo, perché sanno che da noi, qualunque reato commettono, verrà dai magistrati dichiarato impunibile… ed eccoli quindi, dopo solo pochi giorni, nuovamente per strada a delinquere… 
La Legge è uguale per tutti”, ma quando mai… non è vero o per meglio dire non è così, perché chi delinque passa a causa delle nostre aule di giustizia, dal torto alla ragione!!!
D’altronde con un sistema giudiziario come il nostro, nel quale non vi è alcuna garanzia di certezza della pena, dove si vuole andare???
Prescrizioni, indulti, riduzioni, sconti, e tutti quei meccanismi giuridici previsti, affinché quei  246.000 “azzeccagarbugli” (il dato numerico mi è stato confermato ieri, durante il XXXIV convegno nazionale realizzato dall’Ordine Forence e presentato in Piazza Dante),  possano trovare quelle giuste escamotage per i loro clienti, affinché non abbiano a compiere neppure un giorno di detenzione… 
Sì… possiamo aggiungere che il nostro sistema legislativo manca di tutti quei necessari presupposti, per avere una giustizia equa!!!
Concludo con la frase di una mamma a cui hanno ucciso una figlia: “Non c’è soddisfazione di nulla, mia figlia non c’è più!!! Mi aspettavo quantomeno 30 anni, ma fossero 50 o 100, non basterebbero una vita intera per un gesto come quello compiuto…”!!!
E difatti con una giustizia come quella attuale, come si può sperare che i reati diminuiscano???

Il vero pericolo degli apparati giudiziari, è un lento esaurimento interno delle coscienze ed una sempre più crescente pigrizia morale!!!

Dispiace dover esordire con questo titolo, ma se qualcuno di quei soggetti si sente infastidito o a disagio, è perché forse in vita sua, non ha mai fatto un esposto!!!

Già… si ha l’abitudine di scialacquarsi la bocca con quella bella parola…”giustizia”, ma quando si è trattato di metterla in pratica, ecco che la maggior parte di essi si è nascosta o ha mostrato esser inadeguata…
Una circostanza quest’ultima, evidenziata anche nei palazzi di giustizia; d’altronde abbiamo letto in questi anni di un nuovo fenomeno corruttivo/criminale e cioè di inchieste che hanno visto come protagonisti, taluni magistrati, avvocati e dipendenti di quell’apparato giudiziario…
C’è chi vende le informazioni, chi avvisa sui procedimenti, chi aggiusta le sentenze in cambio di denaro, chi fa sparire i documenti affinché si rallentino le udienze e chi con quel sistema è diventato ricco… creando un sistema parallelo “irregolare”, con un vero e proprio tariffario…
Ricordo un’inchiesta a Napoli dove un imputato per comprarsi il “rinvio” della sua udienza ha dovuto sganciare 1.500 euro, mentre per posticipare la trasmissione degli atti, si chiedevano all’incirca 15.000 euro, denaro ovviamente che venivano suddivisi tra cancellieri, avvocati e loro complici…

Quello campano comunque non era l’unico caso isolato… anche in altre regioni come quella ad esempio pugliese, ci si poteva rivolgere al dipendente amico, che faceva riavere la patente sequestrata pagando il disturbo con aragoste e champagne, oppure in Calabria, quando tre giudici “antimafia”, furono accusati di corruzione per legami con alcune associazione criminali dell’ndrangheta. 

Se poi rivolgiamo la nostra attenzione alla Fallimentare di Roma, abbiamo trovato un gruppo di giudici e commercialisti, che si è arricchito sulla gestione di quelle società in difficoltà.
Come non evidenziare inoltre tutti quegli imprenditori che hanno preferito pagare tangenti per evitare il crac finanziario, il tutto grazie a sentenze pilotate… nel frattempo gli altri fallivano realmente!!!

E dire che quei soggetti, sono posti lì per far rispettare la legge, ma nei fatti si è scoperto di come, quei magistrati compiacenti e soprattutto avvocati senza scrupoli sono stati smascherati anche negli uffici del Tar o tra i giudici di pace…
Sono centinaia e centinaia i casi di cronaca che hanno fatto emergere quanto accade all’interno di quei tribunali, tanto che gli esperti hanno iniziato a parlare di un nuovo ambito illegale, quello della criminalità nel settore del giudiziario.

Le intercettazioni parlano chiaro: mazzette, trattative, favori personali, posti di lavoro e quant’altro costituiscono il nuovo mercato delle prestazioni, con funzionari impegnati a mercanteggiare per far ottenere quanto richiesto…
Scriveva bene nel 1935 il giurista Piero Calamandrei nel suo “Elogio dei giudici scritto da un avvocato”: Ciò che può costituire reato per i magistrati non è la corruzione per denaro; di casi in cinquant’anni di esperienza ne ho visti tanti che si contano sulle dita di una sola mano. Il vero pericolo è un lento esaurimento interno delle coscienze, una crescente pigrizia morale”.
Sono passati 83 anni da quella pubblicazione e la situazione non è per nulla migliorata, anzi ho l’impressione che sia oltremodo peggiorata!!!
La diffusione della corruzione nella pubblica amministrazione ha contagiato ahimè anche le aule di giustizia che, da luoghi deputati di ricerca della verità e lotta contro il crimine, sono diventati veri e propri dipartimenti, per incrementare un business illegale.
Vorrei ricordare un procuratore aggiunto di Roma, che alcuni anni fa dichiarava: “La criminalità del giudiziario è un segmento particolare della criminalità dei colletti bianchi. Una realtà tanto più odiosa perché giudici, cancellieri, funzionari e agenti di polizia giudiziaria mercificano il potere che gli dà la legge”!!!
Ed allora sorge spontanea la domanda: Se la giustizia è corrotta, se una parte di quegli uomini e donne a cui ci affidiamo, dimostra di essere svogliata o ancor peggio collusa con un sistema di scambi illeciti di favori e protezioni varie, ecco… con una situazione come questa, cosa può fare un semplice cittadino, che vuole esclusivamente far emergere una parte di quella illegalità???
Forse… lasciare perdere???

Ma… quanto peso hanno nella pratica tutte queste Associazioni di legalità???

Collegandomi al web e digitando la voce “antimafia”, troviamo un elenco lunghissimo di associazioni di legalità, se pur soltanto una (per quanto a mia conoscenza), quella costituita da Don Luigi Ciotti, “Libera”, risulta essere iscritta nel registro nazionale del ministero del Lavoro per le attività di promozione sociale…

Le altre, i cui nomi delle associazioni conosciamo bene, sono lì… ovviamente le più gettonate risultano essere quelle intestate ai magistrati Falcone e Borsellino, d’altronde si è visto quanto semplice sia costituire un’associazione “antimafia”…
Premesso che escludo in questa mia personale considerazione, tutte le associazioni costituite dai familiari di quelle vittime, che – proprio dalla sofferenza – hanno saputo trarre forza da quel sacrificio, affinché la loro iniziativa potesse promuovere le coscienze e indirizzarle nella direzione della legalità, per giungere ad una completa libertà ed uguaglianza dei cittadini…
Un grande impegno sociale li accomuna e cioè la lotta a quel sistema mafioso e corruttivo, necessario per giungere in questo Paese, a quel necessario rinnovamento morale…
Di tutt’altro contesto quello realizzato da molte altre cosiddette “associazioni”…  
Quest’ultime sono state brave… hanno scelto come nome quello di una vittima di cosa nostra, a cui hanno aggiunto la parola mafia, legalità o quant’altro d’attinente, il tutto perfettamente completato da uno Statuto, iscritto nei registri locali…
Comunque per chi non lo sapesse, queste “associazioni” ammontano ad oltre 2.000… a cui andrebbero sommate le fondazioni, comitati, ecc., tutte a loro dire, per contrastare quei fenomeni mafiosi e criminali. 
Certo la maggior parte di esse dichiara d’agire senza fine di lucro, d’altronde sono delle “onlus”, ma è grazie all’accesso del cinque per mille, al diritto di costituzione di parte civile nei processi per mafia, alle varie manifestazioni, commemorazioni, convegni, banchetti, promozioni culturali, pubblicazioni di riviste e libri, comitati, coordinamenti, donazioni private e quant’altro, che vengono raccolti i milioni ed i milioni di euro… 
Gli stessi che poi verranno ridistribuiti in mille modi; ad esempio, attraverso pagamenti delle spese poco trasparenti, bilanci camuffati o quando richiesti “smarriti” e non consegnati alle autorità giudiziarie ed ancora, ci sono i finanziamenti nazionali e locali, oltre ai bandi e ai progetti realizzati attraverso le scuole… 
Ecco, da quanto sopra si comprende perché in nome dell’antimafia, si faccia nulla di concreto per combattere quell’associazione criminale!!!
Già, per loro, l’importante è accaparrarsi quei finanziamenti pubblici e utilizzare l’associazione come un “brand“, sì… quasi fosse la “legalità” un qualcosa da vendere o propagandare!!!
D’altronde a loro basterà combattere la mafia parlando, sì… senza mai esporsi in prima persona o denunciare quelle attività illecite di cui si è venuti a conoscenza.  
A loro basterà combatterla parlando… sì ai bimbi, tra i banchi di scuola!!!
Nel frattempo, la mafia ringrazia, perché quel denaro dell’antimafia verrà utilizzato dalle loro imprese affiliate, per costruire strutture polivalenti, campi sportivi, per ristrutturare quegli edifici ricevuti dal Tribunale dei beni confiscati o anche per organizzare convegni ed eventi, per appoggiare i loro amici politici, gli stessi che di giorno sfilano in nome dell’antimafia, mentre la sera stringono accordi per aggiungere consensi elettorali…
Sì, come non definirla: “La mafia… nell’antimafia”!!!

Provano a sensibilizzare l'opinione pubblica su temi di legalità e lotta alla mafia!!! Ma se sono questi i modi…

Fateci caso… ogni giorno assistiamo a promozioni e partecipazioni ad eventi di carattere culturale, su temi di legalità e contrasto alle mafie.
I mass media, in particolare le televisioni, aprono quei loro Tg con notizie destinate a sensibilizzare l’opinione pubblica, dove una costante attenzione è dedicata al condizionamento che alcuni giornalisti subiscono a causa delle loro inchieste…
Abbiamo visto in questi anni le intimidazioni e le violenze fisiche subite da essi e di come successivamente a causa di quelle palesi aggressioni, trasmesse in tutti i notiziari nazionali e non solo, lo Stato abbia deciso finalmente di reagire (dopo anni e anni di assoluto silenzio…). 
Ma non tutti mostrano quel coraggio, anzi taluni “giornalisti”, pur di far “lievitare” l’audience del proprio programma televisivo, hanno invitato nelle reti nazionali proprio i familiari di quelle famiglie mafiose che – senza alcuna presenza, per un eventuale contrapposizione – hanno potuto pubblicamente attaccare il nostro sistema giuridico, mettendo in discussione anche quel sistema dei collaboratori di giustizia…
E stata permessa un’informazione inesatta, si è effettuata una vera e propria forma a difesa di quel fenomeno mafioso, è passato un messaggio “riduzionista” nel quale essa non è più pericolosa e dove lo Stato ha dimostrato potere su quelle organizzazioni criminali…
La realtà si sa… è tutt’altra, in quanto quelle associazioni mafiose, grazie alla propria forza economica/finanziaria, al sostegno della politica e al controllo diffuso del territorio, traggono ogni giorno che passa, sempre più consenso sociale…
D’altronde chi dovrebbe contrastare quel potere criminale non è nelle condizioni di farlo, sia perché dimostra di non essere libero da condizionamenti, ma soprattutto in quanto risulta incapace di esercitare con vigore quella necessaria lotta…
Peraltro come si sa… la mafia, attraverso un cambio di strategia che li ha condotti a tenere un profilo basso, è riuscita ad accrescere i propri  affari… senza far rumore, ma soprattutto evitando di dare notizie in pasto ai giornali, il tutto ovviamente grazie anche ai numerosi cittadini omertosi o certamente disinteressati, alcuni dei quali purtroppo, facenti parte di quei reparti operativi, che preferiscono svolgere quel proprio operato presso il Bar adiacente oppure restando davanti al proprio terminale, con le fette dei prosciutti negli occhi… 
Ecco il motivo per cui non è oggi la “negazione” a rappresentare il reale problema alla lotta alla criminalità o al malaffare, bensì l’ostacolo principale per i cittadini più coraggiosi è dover superare quelle barriere istituzionali, trovare cioè quegli “Uomini dello Stato”, capaci di occuparsi di tutti gli episodi di cui si è venuti a conoscenza e non solo di quelli che danno loro visibilità mediatica o risultano per i quotidiani più eclatanti…
D’altro canto si è visto… molte di quelle denunce presentate non vengono neppure prese in considerazione!!!
Molto probabilmente debbo pensare che all’interno di quegli uffici istituzionali, sopravvivono ahimè ancora individui  compiacenti, reticenti o ancor peggio collusi… 
E’ incredibilmente lo so, ma sono proprio loro i primi con cui un cittadino perbene deve scontrarsi, poiché questi proveranno in ogni modo a insabbiare le denunce presentate o certamente faranno in modo di sfiancare ogni vostra velleità, affinché con il tempo, quanto da voi presentato, venga alla fine tralasciato… 
L’unico modo che si ha per contrastare quell’indolenza,  fare in modo che quelle denunce presentate, vengano portate a conoscenza di chi sta ancora più in alto di loro o nella peggiore situazione, utilizzare i social o quei programmi Tv che si occupano di servizi e inchieste; sì… forse soltanto così si avrà la certezza che nulla resterà celato!!!
Ho l’impressione che sia giunto il momento di togliere quelle foto istituzionali appese all’interno dei nostri uffici pubblici!!!
Già… è tempo di sostituirli con una frase, quella del giudice Paolo Borsellino: A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato”!!! 

Chi l'ha vista??? Cosa…??? La "COMMISSIONE NAZIONALE ANTIMAFIA"!!!

L’ultima volta che ho ascoltato la Presidente On. Rosy Bindi (della Commissione parlamentare antimafia) è stato il 21 Febbraio a Palazzo Madama durante la Relazione conclusiva, che descriveva la situazione delle mafie in Italia, presentando un documento di 504 pagine sul lavoro svolto nei cinque anni di mandato, che si riassumevano in 245 sedute, 130 riunioni dei comitati di lavoro, per un totale di 315 audizioni e 104 missioni in Italia (in particolare in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, che rappresentano tradizionalmente le quattro regioni con il maggiore insediamento mafioso) e all’estero.

Inoltre dal lavoro svolto, sono state tratte due proposte di legge: la riforma organica del codice antimafia (legge 161/2017) e la riforma del sistema di protezione dei testimoni di giustizia (legge 6/2018), approvate dalle due Camere ed entrate in vigore.
Se osserviamo quindi quanto compiuto da quella Commissione, possiamo evidenziare che essa abbia contribuito ad una maggiore efficacia nel contrasto alle organizzazioni criminali di tipo mafioso, attraverso anche rilevanti collaborazioni con il Consiglio superiore della magistratura, con i Ministeri della giustizia e dell’interno, con la Banca d’Italia, con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, con la Polizia di Stato, l’Arma dei carabinieri e la Guardia di finanza…

Senza tali contributi, sarebbe stato impossibile svolgere adeguatamente quei compiti istituzionali che hanno saputo tener viva l’attenzione sui temi economici, sociali e produttivi delle attività mafiose, nonché della verifica dell’adeguatezza della normativa sulla prevenzione e il contrasto delle varie forme di accumulazione dei patrimoni illeciti, del riciclaggio e dell’impiego di beni che rappresentino il provento delle attività della criminalità organizzata mafiosa…

Ulteriore attenzione è stata data alle associazioni antimafia, antiracket e antiusura, senza dimenticare la speciale considerazione che la Commissione ha voluto riservare al ruolo e alla storia dei testimoni di giustizia, ed inoltre, nel quadro di una collaborazione quasi strutturale riconosciuta dal Consiglio superiore della magistratura, si è intervenuti nell’ambito di quelle attività connesse alle tornate elettorali nelle regioni e nei comuni, in particolare quelle che tornavano al voto dopo uno scioglimento o un accesso ispettivo per forme di infiltrazione e condizionamento mafioso. 
Perché lottare contro le mafie non significa soltanto “reprimere”, ma significa avere bonificare, trasformare e costruire agendo su due livelli: quello politico “attraverso una maggiore giustizia sociale ed economico, attraverso la correzione o la cancellazione di quei meccanismi che generano dovunque disuguaglianza e povertà!!!
Ora incredibilmente sembra che le mafie siano scomparse…
Fateci caso, nei Tg nazionali e regionali si parla esclusivamente di migranti, come se la lotta all’immigrazione sia diventata la principale strategia dell’ordine pubblico, in linea con le nuove gerarchie della sicurezza, per i quali un immigrato sia più pericoloso di un mafioso!!!
Quindi, se da un lato s’inneggia la sentenza sul riconoscimento della trattativa Stato-mafia, dall’altro si trascura di dare priorità alla ricostruzione di quell’organismo parlamentare che ha contribuito negli anni a rendere le mafie meno sconosciute e a segnare con alcuni suoi atti, non solo la vita parlamentare, ma la stessa storia del nostro paese…

Non si comprende quindi perché ora che quelle mafie hanno raggiunto un ruolo economico /e finanziario così considerevole, con una presenza altresì costante in tutte le regioni italiane (circostanza quest’ultima che mai storicamente era stata raggiunta…), si continui ad operare, senza rimettere nuovamente in movimento, quella importante commissione!!!
Ho come l’impressione che qualche “puparo”, abbia deciso di far ritornare indietro di trentanni questo nostro Paese…
Già… quando erano in molti a sostenere per l’appunto quel ritornello: La mafia non esiste”!!!

  

"Nessuno è al di sopra della Legge"!!! Peccato che finora c'è chi l'ha violata e ne ha abusato per interessi personali…

E’ sceso in campo anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo sulle polemiche fra il ministro Salvini e i magistrati, sull’avviso di garanzia per le vicende della nave Diciotti…
La giustizia non può essere di centro, destra o sinistra, nessuno è al di sopra della legge. Neanche i politici“: Con queste parole il Presidente prende la parola nella sala di Montecitorio
A cui il vicepremier ha aggiunto sui social: “Io rispettando la legge ho chiuso e chiuderò i porti a scafisti e trafficanti di esseri umani”!!!
Il Presidente Mattarella non parla direttamente della vicenda, ma in un qualche modo, lancia un monito a entrambi gli antagonisti, quando dichiara che “nel nostro ordinamento non esistono giudici elettivi: i giudici traggono la loro legittimazione dalla Costituzione. Nessuno è al di sopra della legge, neppure gli esponenti politici. Il rispetto delle regole è rispetto della democrazia”!!!
“La magistratura non può e non deve fermarsi mai nella sua opera di giustizia nei confronti di chicchessia. Ma non si deve neppure dare l’impressione che in questa opera vi possa essere la contaminazione di una ragione politica”, e ricordando il suo predecessore Scalfaro, ricorda: “Guai a porre a fianco del sostantivo giustizia un qualunque aggettivo. Alla base della democrazia due colonne stanno, entrambe salde: la libertà e la giustizia”.
“È buona regola che i poteri statali non si atteggino ad ambienti rivali e contrapposti ma collaborino lealmente al servizio dell’interesse generale. Occorre – prosegue il Presidente Mattarella- che vi sia intesa, collaborazione coerenza tra poteri dello Stato. È questa la democrazia, ciascuno dei poteri deve restare nel proprio ambito costituzionale e tutti devono essere convergenti nel bene comune che è servire il cittadino”. 
La diatriba vedrete non si concluderà celermente, per come forse qualcuno desidera, bensì sono particolarmente convinto che siamo all’inizio e gli strascichi proseguiranno per altri mesi, in particolare proprio dal vicepremier che servendosi dei social,  proverà a coinvolgere e infondere a quanti più cittadini possibili, le ragioni di quella propria lotta: “Il Presidente Mattarella ha ricordato che nessuno è al di sopra della legge. Ha ragione. Per questo io, rispettando la legge, la costituzione e l’impegno preso con gli italiani, ho chiuso e chiuderò i porti a scafisti e trafficanti di esseri umani. Indagatemi e processatemi, io vado avanti #portichiusi e #cuoriaperti 

Ma quanti sono gli imprenditori in Sicilia, che potranno esercitare dopo l'approvazione del Ddl "anticorruzione"???

“Daspo a vita con condanne oltre i due anni”!!!

Appena ho ascoltato in radio la notizia, ho pensato a tutti coloro che in questa mia regione potranno – a seguito di questa legge – continuare ad operare per come hanno finora fatto e ai molti viceversa che colpiti ora da questa norma, dovranno cambiare mestiere…
Sull’argomento avevo parlato aggiungendo il rischio: “fatta la legge, trovato l’inganno“; sì, facevo riferimento al fatto che tale legge doveva – secondo il sottoscritto – essere estesa anche ai familiari di quei soggetti, i quali, sarebbero stati per semplice logica, i primi ad essere “incaricati” a successione, colpita ora da questa nuova misura di contrasto… 
“Di padre in figlio”, s’intitolava così un mio post: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2015/10/di-padre-in-figlio.html perché logico pensare, come quegli imprenditori –  condannati ora a vita dalla “Daspo – proveranno a continuare quella loro attività, affidandola direttamente ad un familiare, quale la moglie, il figlio/a, genero/nuora o anche qualche nipote… l’importante è trovarsi un sostituto che possa determinare quell’escamotage affinché quel provvedimento rappresenti il male minore!!!
Loro ovviamente continueranno ad essere presenti, in modo celato e come “pupari” muoveranno le fila di quelle loro attività, affinché tutto  prosegua in maniera eguale come prima… 
D’altronde il disegno di legge parla chiaro: “Se una persona è condannata in via definitiva per corruzione (e otto nuovi reati sono stati appena inseriti) non avrà più la possibilità di stipulare contratti con la Pubblica amministrazione, mentre per condanne fino a due anni, il “Daspo” può durare da 5 a 7 anni; ed infine, quando la condanna è superiore ai due anni il Daspo è a vita!!!
Naturalmente il provvedimento non colpisce soltanto i privati, ma il disegno di legge si estende al contrasto di quella corruzione presente nella Pubblica amministrazione…
Difatti il testo contiene una serie di misure sia per quei soggetti che si dimostreranno corrotti, ma anche per coloro che verranno impiegati quali agenti sotto copertura….
E’ stata prevista inoltre la possibilità del “ravvedimento” e cioè la volontà di denunciare (entro sei mesi) i reati commessi ed ottenere così facendo, uno sconto sull’eventuale pena prevista…
Finalmente una legge anticorruzione che mai nessun governo precedente ha voluto realizzare…
Non è che forse quei partiti erano a conoscenza di quanto i propri iscritti stavano compiendo ed hanno preferito evitare di realizzare questa norma, per non subire essi stessi, quei provvedimenti giudiziari???
Non sembra vero lo so, ma finalmente… “chi sbaglia paga“!!!
Dice bene il ministro Di Maio: Una legge “spazza corrotti”, perché dopo tanti anni di battaglia in nome della legalità, giustizia e onestà, siamo riusciti a portare in Consiglio dei ministri un Ddl nella lotta alla corruzione, motivo di orgoglio e commozione”.
Un primo passo – commenta il premier Conte – di una serie di provvedimenti che restituiranno al Paese competitività. Stiamo inoltre lavorando anche alla riforma dei contratti pubblici, alla semplificazione, alla digitalizzazione dei servizi pubblici, alla semplificazione del regime fiscale tributario, al reddito di cittadinanza e alla Fornero”!!!
Vorrei aggiungere che era tempo che si pensasse di ripulire questo nostro paese dalla corruzione e da quel malaffare generalizzato, come peraltro è ancor più necessario, contrastare in tutti i modi quella presente criminalità organizzata, che ha dimostrato in questo mezzo secolo, di possedere tentacoli ovunque, anche all’interno di quegli uffici istituzionali…
E’ fondamentale creare i presupposti per un ambiente morale pulito, che favorisca non solo una crescita sociale ed economica, ma che riporti gli investitori stranieri a credere nel nostro paese, gli stessi che in questi anni si sono allontanati, a causa del malcostume e di un apparato statale poco presente, che ha fatto in modo che quegli investimenti dirottassero verso altre nazioni, le quali hanno saputo dimostrare (a differenza nostra), di essere meno corrotte!!!

Ma quanti sono gli imprenditori in Sicilia, che potranno esercitare dopo l'approvazione del Ddl "anticorruzione"???

“Daspo a vita con condanne oltre i due anni”!!!

Appena ho ascoltato in radio la notizia, ho pensato a tutti coloro che in questa mia regione potranno – a seguito di questa legge – continuare ad operare per come hanno finora fatto e ai molti viceversa che colpiti ora da questa norma, dovranno cambiare mestiere…
Sull’argomento avevo parlato aggiungendo il rischio: “fatta la legge, trovato l’inganno“; sì, facevo riferimento al fatto che tale legge doveva – secondo il sottoscritto – essere estesa anche ai familiari di quei soggetti, i quali, sarebbero stati per semplice logica, i primi ad essere “incaricati” a successione, colpita ora da questa nuova misura di contrasto… 
“Di padre in figlio”, s’intitolava così un mio post: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2015/10/di-padre-in-figlio.html perché logico pensare, come quegli imprenditori –  condannati ora a vita dalla “Daspo – proveranno a continuare quella loro attività, affidandola direttamente ad un familiare, quale la moglie, il figlio/a, genero/nuora o anche qualche nipote… l’importante è trovarsi un sostituto che possa determinare quell’escamotage affinché quel provvedimento rappresenti il male minore!!!
Loro ovviamente continueranno ad essere presenti, in modo celato e come “pupari” muoveranno le fila di quelle loro attività, affinché tutto  prosegua in maniera eguale come prima… 
D’altronde il disegno di legge parla chiaro: “Se una persona è condannata in via definitiva per corruzione (e otto nuovi reati sono stati appena inseriti) non avrà più la possibilità di stipulare contratti con la Pubblica amministrazione, mentre per condanne fino a due anni, il “Daspo” può durare da 5 a 7 anni; ed infine, quando la condanna è superiore ai due anni il Daspo è a vita!!!
Naturalmente il provvedimento non colpisce soltanto i privati, ma il disegno di legge si estende al contrasto di quella corruzione presente nella Pubblica amministrazione…
Difatti il testo contiene una serie di misure sia per quei soggetti che si dimostreranno corrotti, ma anche per coloro che verranno impiegati quali agenti sotto copertura….
E’ stata prevista inoltre la possibilità del “ravvedimento” e cioè la volontà di denunciare (entro sei mesi) i reati commessi ed ottenere così facendo, uno sconto sull’eventuale pena prevista…
Finalmente una legge anticorruzione che mai nessun governo precedente ha voluto realizzare…
Non è che forse quei partiti erano a conoscenza di quanto i propri iscritti stavano compiendo ed hanno preferito evitare di realizzare questa norma, per non subire essi stessi, quei provvedimenti giudiziari???
Non sembra vero lo so, ma finalmente… “chi sbaglia paga“!!!
Dice bene il ministro Di Maio: Una legge “spazza corrotti”, perché dopo tanti anni di battaglia in nome della legalità, giustizia e onestà, siamo riusciti a portare in Consiglio dei ministri un Ddl nella lotta alla corruzione, motivo di orgoglio e commozione”.
Un primo passo – commenta il premier Conte – di una serie di provvedimenti che restituiranno al Paese competitività. Stiamo inoltre lavorando anche alla riforma dei contratti pubblici, alla semplificazione, alla digitalizzazione dei servizi pubblici, alla semplificazione del regime fiscale tributario, al reddito di cittadinanza e alla Fornero”!!!
Vorrei aggiungere che era tempo che si pensasse di ripulire questo nostro paese dalla corruzione e da quel malaffare generalizzato, come peraltro è ancor più necessario, contrastare in tutti i modi quella presente criminalità organizzata, che ha dimostrato in questo mezzo secolo, di possedere tentacoli ovunque, anche all’interno di quegli uffici istituzionali…
E’ fondamentale creare i presupposti per un ambiente morale pulito, che favorisca non solo una crescita sociale ed economica, ma che riporti gli investitori stranieri a credere nel nostro paese, gli stessi che in questi anni si sono allontanati, a causa del malcostume e di un apparato statale poco presente, che ha fatto in modo che quegli investimenti dirottassero verso altre nazioni, le quali hanno saputo dimostrare (a differenza nostra), di essere meno corrotte!!!

C'era un tempo in cui le "porcherie"… si potevano fare!!!

La frase di sopra… fa parte di una serie di dialoghi intercettati dai carabinieri finiti nel rapporto conclusivo dei militari e parte integrante dell’inchiesta sulla gestione dell’accoglienza nel Veneto…
A diffondere la notizia è stato il “Mattino di Padova”, ma la circostanza assurda è che a pronunciarla sarebbe stata l’ex prefetto di Padova, in un dialogo con l’allora vice prefetto vicario di Padova, delegato di occuparsi dell’accoglienza dei migranti…
È vero che ne abbiamo fatte di porcherie, però quando le potevamo fare” e se pur l’ex prefetto non risulta indagata, quelle frasi e le indagini condotte su alcune cooperative sociali che – grazie all’accoglienza dei migranti, hanno visto aumentare il proprio fatturato in maniera esponenziale – fanno sorgere qualche dubbio su quella particolare gestione e sui controlli…  
Tra l’altro, proprio in una intercettazione, si rimarca a quei funzionari prefettizi la necessità di “far quadrare i conti”… 
Come dicevo sopra, l’ex prefetto non risulta attualmente indagata e da alcuni mesi si trova a Roma con l’incarico di vice capo di gabinetto del ministero dell’interno; viceversa risultano indagati una funzionaria della Prefettura (attualmente trasferita a Bologna) e lo stesso vice prefetto, insieme ai capi di alcuni cooperative…
In un’altra conversazione pubblicata stavolta dal “Quotidiano”, si fa riferimento ad un problema di sovraffollamento e alle pressioni da Roma per alleggerire quelle strutture di alcune decine di unità; difatti lo stesso ex. prefetto avrebbe detto al suo vice: “Anche se dobbiamo fare schifezze “Pasquà”… eh eh… no… schifezze… noi ci dobbiamo salvare “Pasquà”… perché, ti ripeto, non possiamo farci cadere una croce che…”.
Certo ora l’ex prefetto si dice amareggiata, in quanto secondo quest’ultima, sarebbero state estrapolate e pubblicate delle frasi completamente decontestualizzate, ribadendo inoltre, di essere assolutamente certa della correttezza dei suoi comportamenti: “Quelle frasi fanno parte di un carteggio di centinaia di pagine ampiamente esaminato dall’autorità giudiziaria”.
Da questa inchiesta emerge un quadro vergognoso e cioè quello di un governo di centrosinistra che da un lato negava l’emergenza sbarchi e dall’altro scaricava quel problema dei migranti sui prefetti, costringendo quest’ultimi a spostare i clandestini da un Comune all’altro, per non irritare quei sindaci del Pd, i ministri in visita e i presidenti dell’Anci…
Quando alcuni giorni fa parlavo di “ipocrisia” nella vicenda dei migranti, facevo riferimento proprio a quanto è emerso ora da quelle intercettazioni… e posso soltanto aggiungere che mi dispiace dover scoprire per l’ennesima volta… di aver avuto ragione!!!  

C'era un tempo in cui le "porcherie"… si potevano fare!!!

La frase di sopra… fa parte di una serie di dialoghi intercettati dai carabinieri finiti nel rapporto conclusivo dei militari e parte integrante dell’inchiesta sulla gestione dell’accoglienza nel Veneto…
A diffondere la notizia è stato il “Mattino di Padova”, ma la circostanza assurda è che a pronunciarla sarebbe stata l’ex prefetto di Padova, in un dialogo con l’allora vice prefetto vicario di Padova, delegato di occuparsi dell’accoglienza dei migranti…
È vero che ne abbiamo fatte di porcherie, però quando le potevamo fare” e se pur l’ex prefetto non risulta indagata, quelle frasi e le indagini condotte su alcune cooperative sociali che – grazie all’accoglienza dei migranti, hanno visto aumentare il proprio fatturato in maniera esponenziale – fanno sorgere qualche dubbio su quella particolare gestione e sui controlli…  
Tra l’altro, proprio in una intercettazione, si rimarca a quei funzionari prefettizi la necessità di “far quadrare i conti”… 
Come dicevo sopra, l’ex prefetto non risulta attualmente indagata e da alcuni mesi si trova a Roma con l’incarico di vice capo di gabinetto del ministero dell’interno; viceversa risultano indagati una funzionaria della Prefettura (attualmente trasferita a Bologna) e lo stesso vice prefetto, insieme ai capi di alcuni cooperative…
In un’altra conversazione pubblicata stavolta dal “Quotidiano”, si fa riferimento ad un problema di sovraffollamento e alle pressioni da Roma per alleggerire quelle strutture di alcune decine di unità; difatti lo stesso ex. prefetto avrebbe detto al suo vice: “Anche se dobbiamo fare schifezze “Pasquà”… eh eh… no… schifezze… noi ci dobbiamo salvare “Pasquà”… perché, ti ripeto, non possiamo farci cadere una croce che…”.
Certo ora l’ex prefetto si dice amareggiata, in quanto secondo quest’ultima, sarebbero state estrapolate e pubblicate delle frasi completamente decontestualizzate, ribadendo inoltre, di essere assolutamente certa della correttezza dei suoi comportamenti: “Quelle frasi fanno parte di un carteggio di centinaia di pagine ampiamente esaminato dall’autorità giudiziaria”.
Da questa inchiesta emerge un quadro vergognoso e cioè quello di un governo di centrosinistra che da un lato negava l’emergenza sbarchi e dall’altro scaricava quel problema dei migranti sui prefetti, costringendo quest’ultimi a spostare i clandestini da un Comune all’altro, per non irritare quei sindaci del Pd, i ministri in visita e i presidenti dell’Anci…
Quando alcuni giorni fa parlavo di “ipocrisia” nella vicenda dei migranti, facevo riferimento proprio a quanto è emerso ora da quelle intercettazioni… e posso soltanto aggiungere che mi dispiace dover scoprire per l’ennesima volta… di aver avuto ragione!!!  

In attesa di "Giustizia"…

Credo che uno dei problemi più gravi della giustizia è legato alla lungaggine processuale e alla durata dei processi…
Ciò che maggiormente allontana i cittadini dallo Stato è proprio il problema della tempestività alla richiesta di giustizia da parte dei primi, che non trovano soluzione celere ai problemi fatti emergere…
Lo Stato… il più delle volte – forse a causa della sovrabbondanza di denunce presentate, del poco personale messo loro a disposizione e soprattutto dell’urgenza che taluni inchieste hanno nei confronti di quegli esposti presentati (considerati non gravi o certamente meno urgenti rispetto ad altri…) – da come la sensazione che,  non voglia occuparsi di noi!!!
Quanto sopra difatti, da l’impressione che vi sia un certo disinteresse per talune vicende giudiziarie che – pur evidenziando di possedere reati gravi –  non ricevano da parte di alcuni magistrati, quella giusta considerazione, spero solo che la reale motivazione, non sia da ricercare, in quel mancato risalto mediatico… 
Un’ulteriore problema purtroppo, è legato alla condotta di taluni magistrati e/o di ogni altra autorità chiamata in casa a valutare quanto ricevuto, in quanto non sempre – per motivi del tutto oscuri – quei documenti conducono alla definizione di un’indagine e quindi ad un processo.
Già… osservando solitamente quanto avviene, si ha come l’impressione che non vi sia una corretta valutazione di quegli atti ricevuti, bensì… sembra che chi di dovere, sia portato a procedere a prendere decisioni “ambigue” o quantomeno “arbitrarie”, che richiamano ad una mancanza di rigorosa diligenza…
Comprenderete bene come tutte queste circostanze, mettano in bilico quei principi morali sui quali ciascuno credeva, in particolare nel voler essere sempre e in ogni circostanza “cittadini modello”, lontani quindi da quegli stereotipi nei quali, “l’omertà”  e “farsi i cazzi propri“, costituiscano gli unici esempi da seguire…
Perché purtroppo con questa attuale “giustizia”, si passa dall’essere “corretti” cittadini, a “vittime” di un sistema giudiziario che non premia chi ha saputo denunciare, ma viceversa, li sanziona… addebitandone per di più, anche le spese processuali… (P.s.: casualmente proprio su questo argomento, ho ricevuto alcuni giorni fa una missiva da parte di una Sig.ra, che evidenzia in maniera chiara quanto sopra riportato e mi ha chiesto la cortesia di far emergere quanto accaduto, autorizzandomi a pubblicare i documenti ufficiali, affinché si possa comprendere a quali ingiustizie ci si trova coinvolti, solo per aver cercato di fare il proprio dovere).
Ma la legge… ahimè non si dimostra uguale per tutti ed ecco perché, oltre il danno vi sia la beffa, ritrovandosi a dover pagare spese processuali, solo ed esclusivamente, per aver fatto emergere reati gravi – compiuti a danno dello Stato – ma che incredibilmente… alcuni di questi suoi uomini, non hanno neppure tenuto conto!!!
Ovviamente si può sempre pensare di procedere con quanto la legge prevede e cioè, dare seguito ad un ricorso!!!
Ma immaginate con quanto entusiasmo ci si possa rivolgere nuovamente alla giustizia, sapendo di dover difendere una ragione, che è stata già in precedenza calpestata ed umiliata!!!
Ed allora ditemi – mi rivolgo a Voi, uomini delle Istituzioni – quanto altro tempo bisognerà aspettare per vedere finalmente quella giustizia “giusta”???
Sì nell’attesa… vorremmo evitare di trovarci stessi nel divano, come in quella vignetta di cui sopra!!!
Grazie…

In attesa di "Giustizia"…

Credo che uno dei problemi più gravi della giustizia è legato alla lungaggine processuale e alla durata dei processi…
Ciò che maggiormente allontana i cittadini dallo Stato è proprio il problema della tempestività alla richiesta di giustizia da parte dei primi, che non trovano soluzione celere ai problemi fatti emergere…
Lo Stato… il più delle volte – forse a causa della sovrabbondanza di denunce presentate, del poco personale messo loro a disposizione e soprattutto dell’urgenza che taluni inchieste hanno nei confronti di quegli esposti presentati (considerati non gravi o certamente meno urgenti rispetto ad altri…) – da come la sensazione che,  non voglia occuparsi di noi!!!
Quanto sopra difatti, da l’impressione che vi sia un certo disinteresse per talune vicende giudiziarie che – pur evidenziando di possedere reati gravi –  non ricevano da parte di alcuni magistrati, quella giusta considerazione, spero solo che la reale motivazione, non sia da ricercare, in quel mancato risalto mediatico… 
Un’ulteriore problema purtroppo, è legato alla condotta di taluni magistrati e/o di ogni altra autorità chiamata in casa a valutare quanto ricevuto, in quanto non sempre – per motivi del tutto oscuri – quei documenti conducono alla definizione di un’indagine e quindi ad un processo.
Già… osservando solitamente quanto avviene, si ha come l’impressione che non vi sia una corretta valutazione di quegli atti ricevuti, bensì… sembra che chi di dovere, sia portato a procedere a prendere decisioni “ambigue” o quantomeno “arbitrarie”, che richiamano ad una mancanza di rigorosa diligenza…
Comprenderete bene come tutte queste circostanze, mettano in bilico quei principi morali sui quali ciascuno credeva, in particolare nel voler essere sempre e in ogni circostanza “cittadini modello”, lontani quindi da quegli stereotipi nei quali, “l’omertà”  e “farsi i cazzi propri“, costituiscano gli unici esempi da seguire…
Perché purtroppo con questa attuale “giustizia”, si passa dall’essere “corretti” cittadini, a “vittime” di un sistema giudiziario che non premia chi ha saputo denunciare, ma viceversa, li sanziona… addebitandone per di più, anche le spese processuali… (P.s.: casualmente proprio su questo argomento, ho ricevuto alcuni giorni fa una missiva da parte di una Sig.ra, che evidenzia in maniera chiara quanto sopra riportato e mi ha chiesto la cortesia di far emergere quanto accaduto, autorizzandomi a pubblicare i documenti ufficiali, affinché si possa comprendere a quali ingiustizie ci si trova coinvolti, solo per aver cercato di fare il proprio dovere).
Ma la legge… ahimè non si dimostra uguale per tutti ed ecco perché, oltre il danno vi sia la beffa, ritrovandosi a dover pagare spese processuali, solo ed esclusivamente, per aver fatto emergere reati gravi – compiuti a danno dello Stato – ma che incredibilmente… alcuni di questi suoi uomini, non hanno neppure tenuto conto!!!
Ovviamente si può sempre pensare di procedere con quanto la legge prevede e cioè, dare seguito ad un ricorso!!!
Ma immaginate con quanto entusiasmo ci si possa rivolgere nuovamente alla giustizia, sapendo di dover difendere una ragione, che è stata già in precedenza calpestata ed umiliata!!!
Ed allora ditemi – mi rivolgo a Voi, uomini delle Istituzioni – quanto altro tempo bisognerà aspettare per vedere finalmente quella giustizia “giusta”???
Sì nell’attesa… vorremmo evitare di trovarci stessi nel divano, come in quella vignetta di cui sopra!!!
Grazie…

800582727: "Linea Libera", ecco il numero verde per chi vuole segnalare o denunciare condotte corruttive!!!

Finalmente parte il nuovo servizio di Libera nella lotta alla corruzione per chi vuole segnalare o denunciare condotte corruttive.
Si chiama “Linea Libera” ed il numero verde è il seguente: 800582727 – operativo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e il martedì e il giovedì dalle 15 alle 19.
E’ riservato a tutti coloro che avendo assistito ad episodi opachi, condotte corruttive o di stampo mafioso, ed anche, clientelismo, cattiva amministrazione, situazioni di conflitto di interesse sul luogo di lavoro, tangenti, infiltrazioni criminali, tutte quelle circostanze che secondo voi, possono essere segnalate o denunciate. 

Linea Libera” fa ora quanto il sottoscritto da tempo svolge nel proprio blog, attraverso  il link con l’immagine del megafono: “Denuncia“.
Sì “denuncia”, un luogo di ascolto, d’incontro, di accompagnamento per chi vuole mettere potenziali segnalanti e denuncianti in grado di districarsi nel complesso quadro normativo e burocratico, per poter poi proseguire in autonomia un proprio percorso, verso quei canali istituzionali…
D’altronde si è visto come purtroppo, il più delle volte a segnalare si rischia la solitudine ed inoltre, nel denunciare fatti gravi come estorsione e usura o nel far emergere il malaffare a cui si assiste anche sul luogo di lavoro, spesso non si sa neanche come farlo o a chi rivolgersi.
Con Linea libera si desidera colmare questo vuoto: essere di sostegno a chi fa queste scelte, non solo accompagnandolo verso la segnalazione/denuncia, ma anche fornendo un supporto nelle fasi successive, che rischiano solitamente d’isolare e rendere vulnerabili le persone.
D’altronde come sappiamo, non sono gli arresti o le condanne a limitare quei processi corruttivi o mafiosi…
Abbiamo visto come negli anni la stessa mafia abbia cambiato il proprio metodo coercitivo: “poco sangue e tanta corruzione“. 

Sì… il nuovo metodo collusivo e corruttivo ha progressivamente sostituito la violenza, gli omicidi e quelle azioni di fuoco, con la corruzione, che sappiamo bene come giuridicamente sia difficile da inquadrare, in quanto riveste più ruoli: crimine organizzato, crimine politico e crimine economico.
La corruzione non solo infrange le regole stabilite a tutela del bene pubblico, ma sfascia l’economia, disgrega i legami sociali, rischia di fare a pezzi la nostra stessa democrazia, in quanto spezza il legame di fiducia fra i cittadini e le istituzioni.
Chi paga per questa situazione? Tutti noi… in particolar modo le persone che hanno più bisogno di riferimenti, di servizi e di politiche sociali.

Ma in tutto questo, anche lo Stato deve dimostrare la propria forza, in particolare colpendo tutti quegli uomini posti in propri settori chiave, della giustizia, delle istituzioni, della politica, ecc… affinché quelle denunce presentate alle Autorità giudiziarie, trovino (previa verifica) adeguato ascolto e soprattutto, garantiscano a chi denuncia, quell’adeguata protezione personale e soprattutto familiare…
Denunciare è vero… conviene, ma quando vi è uno Stato che dimostra essere quantomeno per primo di non essere “CORROTTO”, altrimenti si rischia di ripetere quanto avviene oggi in molte situazioni e cioè, di rimanere in linea a quel telefono, senza che vi sia mai qualcuno che risponda!!!

800582727: "Linea Libera", ecco il numero verde per chi vuole segnalare o denunciare condotte corruttive!!!

Finalmente parte il nuovo servizio di Libera nella lotta alla corruzione per chi vuole segnalare o denunciare condotte corruttive.
Si chiama “Linea Libera” ed il numero verde è il seguente: 800582727 – operativo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e il martedì e il giovedì dalle 15 alle 19.
E’ riservato a tutti coloro che avendo assistito ad episodi opachi, condotte corruttive o di stampo mafioso, ed anche, clientelismo, cattiva amministrazione, situazioni di conflitto di interesse sul luogo di lavoro, tangenti, infiltrazioni criminali, tutte quelle circostanze che secondo voi, possono essere segnalate o denunciate. 

Linea Libera” fa ora quanto il sottoscritto da tempo svolge nel proprio blog, attraverso  il link con l’immagine del megafono: “Denuncia“.
Sì “denuncia”, un luogo di ascolto, d’incontro, di accompagnamento per chi vuole mettere potenziali segnalanti e denuncianti in grado di districarsi nel complesso quadro normativo e burocratico, per poter poi proseguire in autonomia un proprio percorso, verso quei canali istituzionali…
D’altronde si è visto come purtroppo, il più delle volte a segnalare si rischia la solitudine ed inoltre, nel denunciare fatti gravi come estorsione e usura o nel far emergere il malaffare a cui si assiste anche sul luogo di lavoro, spesso non si sa neanche come farlo o a chi rivolgersi.
Con Linea libera si desidera colmare questo vuoto: essere di sostegno a chi fa queste scelte, non solo accompagnandolo verso la segnalazione/denuncia, ma anche fornendo un supporto nelle fasi successive, che rischiano solitamente d’isolare e rendere vulnerabili le persone.
D’altronde come sappiamo, non sono gli arresti o le condanne a limitare quei processi corruttivi o mafiosi…
Abbiamo visto come negli anni la stessa mafia abbia cambiato il proprio metodo coercitivo: “poco sangue e tanta corruzione“. 

Sì… il nuovo metodo collusivo e corruttivo ha progressivamente sostituito la violenza, gli omicidi e quelle azioni di fuoco, con la corruzione, che sappiamo bene come giuridicamente sia difficile da inquadrare, in quanto riveste più ruoli: crimine organizzato, crimine politico e crimine economico.
La corruzione non solo infrange le regole stabilite a tutela del bene pubblico, ma sfascia l’economia, disgrega i legami sociali, rischia di fare a pezzi la nostra stessa democrazia, in quanto spezza il legame di fiducia fra i cittadini e le istituzioni.
Chi paga per questa situazione? Tutti noi… in particolar modo le persone che hanno più bisogno di riferimenti, di servizi e di politiche sociali.

Ma in tutto questo, anche lo Stato deve dimostrare la propria forza, in particolare colpendo tutti quegli uomini posti in propri settori chiave, della giustizia, delle istituzioni, della politica, ecc… affinché quelle denunce presentate alle Autorità giudiziarie, trovino (previa verifica) adeguato ascolto e soprattutto, garantiscano a chi denuncia, quell’adeguata protezione personale e soprattutto familiare…
Denunciare è vero… conviene, ma quando vi è uno Stato che dimostra essere quantomeno per primo di non essere “CORROTTO”, altrimenti si rischia di ripetere quanto avviene oggi in molte situazioni e cioè, di rimanere in linea a quel telefono, senza che vi sia mai qualcuno che risponda!!!

I parenti delle vittime di uno Stato "colluso e indifferente", dicono "NO" ai funerali di Stato!!!

Sono più di metà le famiglie delle vittime accertate che hanno deciso di dire “no” ai funerali di stato!!!
Non si tratta di rabbia nei confronti delle autorità, ma di un profondo risentimento nei confronti di un paese, il proprio, che ha permesso che potesse accadere una tragedia come questa, probabilmente annunciata…
A cosa serve l’abbraccio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella o dover ascoltare le parole dell’arcivescovo Angelo Bagnasco, quando le nostre vite sono legate all’indifferenza di uno Stato che si ricorda di noi, di questi suoi cittadini, solo dopo che perdono la vita…
Sì… dove sono quei governanti che hanno permesso ciò??? 
Dove sono tutti quei politici che hanno compiuto questo scempio; da quelli appartenenti a quello scudo crociato, per passare agli iscritti delle liste di tangentopoli, passando per Forza Italia con i suoi quattro governi e terminando con quel Pd, del connubio Renzi/Gentiloni!!!
Già dov’erano quando sedevano in quei ministeri, quando quei loro Presidenti di regione hanno permesso che queste opere si realizzassero o che continuassero a stare lì, senza alcuna verifica sulla loro solidità… 
Dice bene Roberto Battiloro (un genitore che ha perso in questa tragedia il proprio figliolo Giovanni): “Mio figlio non diventerà un numero nell’elenco dei morti causati dalle inadempienze italiane”!!!
Come dargli torto, quando questo Stato non è stato capace di tutelare i suoi cittadini, anzi di più, con la propria indifferenza ha partecipato ad ucciderli!!!
Ora, senza alcuna critica per chi ha voluto fare una scelta differente… ma il sottoscritto resta con le famiglie che hanno detto di “no”!!!
Già, No… a quei politici indifferenti!!! 
No… a quegli imprenditori spregiudicati che hanno venduto se stessi per sconfinare in quel mondo del malaffare, che ha saputo produrre corruzioni, tangenti, finanziamenti illeciti, egoismi personali e che ha evidenziato tutta la fragilità morale di un paese, dove tutto è vano e senza speranza, sì dove tutto si trasforma come quel ponte, in cenere…
Ora sono tutti a chiedere giustizia e verità… affinché venga mitigato quel grande dolore.
Ma stranamente, i colpevoli sono sempre lì… 
Già seduti in quelle poltrone di velluto e hanno il coraggio di parlare, di farsi intervistare!!!
E dire che sono loro i primi ad avere sulla coscienza ciascuna di quelle vittime, sono loro difatti i soggetti che hanno preferito puntare principalmente sugli interessi economici…
Sono questi gli individui che hanno preferito ricevere finanziamenti, per indirizzarli verso quelle loro tasche, quelle dei propri partiti o anche verso quelle società loro collegate, facendo prevalere il denaro alla prevenzione e ai controlli, alla messa in sicurezza e soprattutto a quelle necessarie manutenzioni, che abbiamo visto purtroppo, hanno condotto alle vittime di questi giorni, ma non solo, anche di tutte quelle decedute in questi lunghi anni, sulle nostre terribili infrastrutture stradali…

Rita Borsellino: "A te che sei qui a fare memoria, ricorda che sei parte di questa storia e devi continuarla…".

Una chiesa gremita stamani per dare l’ultimo saluto a Rita Borsellino… 
Come ormai consuetudine al termine dei funerali, un lungo applauso ha accompagnato l’uscita dalla chiesa del feretro di Rita, la sorella del giudice Paolo ucciso dalla mafia nel 1992. 
All’esterno, si è raccolta una folla commossa per rendere omaggio ad una donna, che si è impegnata in tutti i modi per ricordare il fratello e quanto da egli compiuto insieme al collega Giovanni… 
Don Luigi Ciotti (fondatore di Libera), al termine delle esequie ha voluto ricordarla così: “Era sempre disponibile con gli altri, con un forte impegno sia civile che nella politica, una politica intesa come servizio per il bene comune. Ricordare Rita significa ricordare una donna di sostanza, com’era suo fratello. E’ stata una delle prime a capire che la memoria delle vittime andava trasmessa ai giovani come impulso di vita e verità, e come il desiderio di costruire un’Italia mai più’ compromessa con le mafie e con i corrotti”. 
Lo stesso arcivescovo Corrado Lorefice, durante l’omelia ha voluto ricordarla così: “Da lei possiamo imparare qualcosa della vera umiltà della fede, il suo era un cuore non avvezzo al compromesso, la sua storia personale l’ha legata alla storia di un popolo, di questa città’ e di un’intera umanità. Mi porto ancora lo sguardo di Rita del 19 luglio quando lei stessa ha voluto la benedizione di quella targa che e’ sotto l’albero di ulivo che parla da se’, come e’ capace di parlare un segno. E su quella targa, citando Antonino Caponnetto, alla fine si legge ‘a te che sei qui a fare memoria, ricorda che sei parte di questa storia e devi continuarla’. E proprio il 19 luglio scorso Rita, in una intervista, ebbe a dire che il modo migliore per ricordare Paolo Borsellino e’ fare memoria. Significa ricordare non un giorno l’anno, ma operare ogni giorno affinché’ il passato non ritorni”.  
Vorrei ricordare la Sig.ra Rita Borsellino con una frase straordinaria, toccante, unica, che solo una donna speciale come Lei poteva esprimere: “Noi non chiediamo vendetta… non solo non la chiediamo, non la sentiamo proprio dentro. Io ho sempre detto che ho avuto un grandissimo dono da Dio, non ho mai provato odio nei confronti di nessuno e ho quasi paura di questo sentimento, ho quasi paura di poter provare odio nei confronti di qualcuno, perché penso che debba essere un sentimento devastante che ti debba far male dentro, che ti debba far vivere male, che ti debba far stare male. Una volta sentivo durante un dibattito la vedova di uno che era stato ucciso dalle Brigate Rosse e lei diceva: “Non posso perdonare perché sto troppo male”. Io le dissi:

“Tu stai troppo male perché non riesci a perdonare”. Perché è vero, perché se tu riesci a entrare in questa ottica particolarissima del perdono di cui adesso vorrei chiarire insieme a voi i termini, se non si riesce ad entrare in questa ottica, in questo meccanismo del perdono, si sta male, si deve stare proprio male, secondo me non si trova pace neanche per un momento. Ho visto persone dichiarare proprio di volere vendetta, di odiare coloro che gli avevano fatto del male e li ho visti sempre stare male, male, male, soffrire in una maniera tormentosa davvero. Io ringrazio Dio perché non ho mai provato questo. Perché non ho mai provato odio e ho quasi paura di potere chissà, qualche volta, scivolare in questa tentazione. Non l’ho mai provato, ma non è merito mio. Credo che sia un dono di Dio perché mi ha aiutato ad accettare questa situazione con serenità, non con rassegnazione. Attenzione, perché questo è assolutamente diverso. Non mi sono mai rassegnata alla morte di mio fratello, fin dal primo momento, quando mi sono resa conto perfettamente che questa morte che veniva sbandierata quasi come una morte inevitabile, non lo era affatto. E’ che nessuno aveva fatto niente per evitarla – il che è diverso, profondamente diverso…”!!!

Prima la giustizia!!! Per un’Italia fondata sulla corresponsabilità nella lotta alle mafie e alla corruzione.

Ho ascoltato su Radio Radicale, la XIV edizione del premio “Ambiente e Legalità”, promosso da Legambiente e Libera…

A presentare e coordinare l’incontro, Enrico Fontana, direttore de “La Nuova Ecologia” e tra gli ospiti presenti vi sono, rappresentanti delle forze dell’ordine, presidenti di cooperative sociali, giornalisti, sindaci, amministratori locali, magistrati, tutte persone che si è pensato di premiare per l’impegno quotidiano profuso nello svolgere il proprio lavoro, facendo ciascuno (per quanto loro permesso…) il proprio dovere, dando un ampio contributo, affinché quel loro impegno condiviso per l’ambiente, per la tutela dell’ambiente e per la legalità, possa ricevere nel nostro paese, l’attenzione che merita…
Sì…  – ripete correttamente il coordinatore – “l’attenzione che merita”, visto che si sta discutendo di salute delle persone, della qualità di vita, della sicurezza del paese, in maniera più ampia…
Durante il dibattito è intervenuto telefonicamente don Luigi Ciotti, presidente di Libera, che ha espresso il proprio pensiero a riguardo: “C’è bisogno di verità e di giustizia, ma ci sono tre parole che devono accompagnarci sempre: Continuità, condivisione e corresponsabilità!!!! 

Aggiungendo inoltre: “vi è bisogno di denunce serie, mai retoriche, va mostrato in ogni occasione il “coraggio”!!! Sì perché un’Italia fondata sulla corresponsabilità nella lotta alle mafie e alla corruzione, ha tanto bisogno di corresponsabilità”.
Bisogna collaborare con le istituzioni (quando fanno le cose per bene…) e bisogna essere propositivi, anzi di più… essere un “pungolo” quando non fanno quello che devono fare, il coraggio passa della denuncia seria, attenta, documentata, mai retorica… mai demagogica!!!
Ma, su questo punto, vorrei chiedere al mio Presidente Don Ciotti (dal momento che sono anche un suo iscritto): “Chi aiuta coloro che hanno avuto il coraggio di denunciare, di provare a far emergere quelle verità e soprattutto, cosa devono fare questi soggetti, quando trovano in quel loro percorso di giustizia, uomini corrotti o chissà forse incompetenti, che si ergono a profeti della giustizia ed ergono barriere affinché quelle denunce presentate vengono di fatto insabbiate???
E’ bello presentarsi a quelle manifestazioni, troppo comodo ricevere quelle giuste gratificazioni…
Ma siamo sicuri che fra quei soggetti, vi siano individui meritevoli…???
In questi anni potrei fare un elenco di uomini e donne dello Stato che per l’impegno profuso meriterebbero il “nobel per la giustizia”, cosa che non potrei dire per altri, i quali viceversa, per quanto compiuto nel corso della loro esperienza professionale, non andrebbero gratificati neppure con una coccarda di cartone…

Personaggi che si sa essere stati collusi e corrotti, soggetti da “discarica”, gente che la giustizia la compiuta stando a guardare dalla finestra, mentre altri, quelli che le medaglie non le riceveranno mai, sono ogni giorni a combattere al posto loro, denunciando e facendo emergere tutte quelle continue truffe, raggiri, reati ambientali e quant’altro, dando così battaglia, non solo a quei disonesti, criminali, mafiosi, ecc… ma anche a quegli uomini delle “istituzioni” che hanno celato quanto loro fatto pervenire…
Ed allora caro Don Ciotti… in questi casi, cosa si può fare???
Se mi permette, la vorrei suggerire io una soluzione: “Sputtanarli” nei media o nei social!!!
Far emergere i nomi e cognomi di quei personaggi “sterili”, di quella gente posta in prima fila per ricevere i premi… ma poi nei fatti inconcludente!!!
Presidenti di “Associazioni” di legalità o di contrasto alla criminalità dai nomi certamente attraenti, ma soltanto sulla carta, in quanto poi si dimostrano nei fatti… essere inefficaci per non dire inconcludenti!!!
Basta quindi con tutte queste banali manifestazioni, con quegli incontri per promuovere o propagandare quelle associazioni o alcuni loro uomini…
Iniziamo a fare le cose sul serio, ad esempio potremmo far funzionare la nostra amministrazione in modo più “trasparente”… e non come oggi, talmente trasparente che non la si riesce a vedere!!!

Porto un esempio di pochi giorni fa accaduto al sottoscritto: avevo necessita di comunicare telefonicamente o mezzo Pec con un “reparto operativo”, in quanto quello riportato nella loro pagina web ufficiale, era errato e analoga considerazione avevo dovuto costatare per quanto concerneva l’indirizzo Pec…
Non domo… ho chiamato la Sede di Roma, dalla quale ho ricevuto un numero telefonico a cui purtroppo rispondeva esclusivamente un Fax; a quel punto ho chiamato nuovamente quel numero “romano” e mi è stato dato un altro numero, che veniva registrato dalla compagnia telefonica… come “inesistente”!!!
Ho richiamato nuovamente, lamentandomi del disservizio e facendo presente che i numeri in precedenza ricevuti erano tutti inesatti e che di contro tale servizio, avrebbe dovuto essere operante 24 ore su 24, mentre al sottoscritto, quanto accaduto dava l’impressione di una farsa…
Finalmente, dopo alcuni minuti, ho ricevuto quanto avevo necessità…
Per cui, quando sento frasi come quella del convegno… “Prima la giustizia“, mi viene da chiedere: Sì… ma “prima” quando??? Perché ho l’impressione che nel frattempo, prima che essa giunga… siamo morti tutti!!!

Meno male che la "giustizia" c’è…

C’è un grande sogno, che vive in noi…
Siamo la gente della libertà, 
siamo per la democrazia  
viva la legalità, 
meno male che il “Procuratore” c’è…
Siamo la gente, che ama e che crede
che vuol trasformare il sogno in realtà
“Procuratore”… siamo con te
Meno male che la “GIUSTIZIA” c’è!
Siamo la gente
che non si arrende
che tende la mano
che forza si dà
Procuratore“, siamo con te
Meno male che la “GIUSTIZIA” c’è!
Viva l’Italia
l’Italia che ha scelto
di credere ancora
in questo sogno
Procuratore“, siamo con te
Meno male che la “GIUSTIZIA” c’è!

Procuratore“, siamo con te
Meno male che la “GIUSTIZIA” c’è!
Dillo così
con quella forza
che ha solamente chi è puro di mente
“Procuratore”, siamo con te
meno male che la “GIUSTIZIA” c’è!

“Procuratore”, siamo con te

Meno male che la “GIUSTIZIA” c’è!
Viva l’Italia
l’Italia che ha scelto
di credere ancora
in questo sogno
“Procuratore”, siamo con te
Meno male che la “GIUSTIZIA” c’è!
“Procuratore”, questo è per te
Meno male che la “GIUSTIZIA” c’è!

Quando questi giovani saranno adulti avranno più forza di reagire di quanto io e la mia generazione ne abbiamo avuta!!!

“Gentilissima” Professoressa,

uso le virgolette perché le ha usato lei nello scrivermi, non so se per sottolineare qualcosa e “pentito” mi dichiaro dispiaciutissimo per il disappunto che ho causato agli studenti del suo liceo per la mia mancata presenza all’incontro di Venerdì 24 gennaio.
Intanto vorrei assicurarla che non mi sono affatto trincerato dietro un compiacente centralino telefonico (suppongo quello della Procura di Marsala) non foss’altro perché a quell’epoca ero stato già applicato per quasi tutta la settimana alla Procura della Repubblica presso il Trib. di Palermo, ove poi da pochi giorni mi sono definitivamente insediato come Procuratore Aggiunto.
Se le sue telefonate sono state dirette a Marsala non mi meraviglio che non mi abbia mai trovato. Comunque il mio numero di telefono presso la Procura di Palermo è 091/***963, utenza alla quale rispondo direttamente. 
Se ben ricordo, inoltre, in quei giorni mi sono recato per ben due volte a Roma nella stessa settimana e, nell’intervallo, mi sono trattenuto ad Agrigento per le indagini conseguenti alla faida mafiosa di Palma di Montechiaro.
Ricordo sicuramente che nel gennaio scorso il dr. Vento del Pungolo di Trapani mi parlò della vostra iniziativa per assicurarsi la mia disponibilità, che diedi in linea di massima, pur rappresentandogli le tragiche condizioni di lavoro che mi affligevano. 
Mi preanunciò che sarei stato contattato da un Preside del quale mi fece anche il nome, che non ricordo, e da allora non ho più sentito nessuno.
Il 24 gennaio poi, essendo ritornato ad Agrigento, colà qualcuno mi disse di aver sentito alla radio che quel giorno ero a Padova e mi domandò quale mezzo avessi usato per rientrare in Sicilia tanto repentinamente. 
Capii che era stato “comunque” preannunciata la mia presenza al Vostro convegno, ma mi creda non ebbi proprio il tempo di dolermene perché i miei impegni sono tanti e così incalzanti che raramente ci si può occupare di altro.
Spero che la prossima volta Lei sarà così gentile da contattarmi personalmente e non affidarsi ad intermediari di sorta o a telefoni sbagliati..
Oggi non è certo il giorno più adatto per risponderle perché frattanto la mia città si è di nuovo barbaramente insanguinata ed io non ho tempo da dedicare neanche ai miei figli, che vedo raramente perché dormono quando esco da casa ed al mio rientro, quasi sempre in ore notturne, li trovo
nuovamente addormentati.
Ma è la prima domenica, dopo almeno tre mesi, che mi sono imposto di non lavorare e non ho difficoltà a rispondere, però in modo telegrafico, alle Sue domande.
1) Sono diventato giudice perché nutrivo grandissima passione per il diritto civile ed entrai in magistratura con l’idea di diventare un civilista, dedito alle ricerche giuridiche e sollevato dalle necessità di inseguire i compensi dei clienti. 
La magistratura mi appariva la carriera per me più percorribili per dar sfogo al mio desiderio di ricerca giuridica, non appagabile con la carriera universitaria per la quale occorrevano tempo e santi in paradiso.
Fui fortunato e divenni magistrato nove mesi dopo la laurea (1964) e fino al 1980 mi occupai soprattutto di cause civili, cui dedicavo il meglio di me stesso. 
E’ vero che nel 1975 per rientrare a Palermo, ove ha sempre vissuto la mia famiglia, ero approdato all’Ufficio Istruzione Processi Penali, ma otteni l’applicazione, anche se saltuaria, ad una sezione civile e continuai a dedicarmi soprattutto alle problematiche dei diritti reali, delle dispute legali, delle divisioni erediatarie etc.

Il 4 maggio 1980 uccisero il Capitano Emanuele Basile ed il Comm. Chinnici volle che mi occupassi io dell’istruzione del relativo procedimento. 

Nel mio stesso ufficio frattanto era approdato, provenendo anche egli dal civile, il mio amico di infanzia Giovani Falcone e sin dall’ora capii che il mio lavoro doveva essere un altro.
Avevo scelto di rimanere in Sicilia ed a questa scelta dovevo dare un senso. 
I nostri problemi erano quelli dei quali avevo preso ad occuparmi quasi casualmente, ma se amavo questa terra di essi dovevo esclusivamente occuparmi.
Non ho più lasciato questo lavoro e da quel giorno mi occupo pressocchè esclusivamente di criminalità mafiosa. 
E sono ottimista perché vedo che verso di essa i giovani, siciliani e no, hanno oggi una attenzione ben diversa da quella colpevole indifferenza che io mantenni sino ai quarantanni. 
Quando questi giovani saranno adulti avranno più forza di reagire di quanto io e la mia generazione ne abbiamo avuta.
2) La DIA è un organismo investigativo formato da elementi dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza e la sua istituzione si propone di realizzare il coordinamento fra queste tre strutture investigative, che fino ad ora, con lodevoli ma scarse eccezioni, hanno agito senza assicurare
un reciproco scambio di informazioni ed una auspicabile, razionale divisione dei compiti loro istituzionalmente affidati in modo promiscuo e non codificato.
La DNA invece è una nuova struttura giuridica che tende ad assicurare soprattutto una circolazione delle informazioni fra i vari organi del Pubblico Ministero distribuiti tra le numerose circoscrizioni territoriali.
Sino ad ora questi organi hanno agito in assoluta indipendenza ed autonomia l’uno dall’altro (indipendenza ed autonomia che rimangono nonostante la nuova figura del Superprocuratore) ma anche in condizioni di piena separazione, ignorando nella maggior parte dei casi il lavoro e le risultanze investigative e processuali degli altri organi anche confinanti, e senza che vi fosse una struttura sovrapposta delegata ad assicurare il necessario coordinamento e ad intervenire tempestivamente con propri mezzi e proprio personale giudiziario nel caso in cui se ne ravvisi la necessità.
3) La mafia (Cosa Nostra) è una organizzazione criminale, unitaria e verticisticamente strutturata, che si contraddistingue da ogni altra per la sua caratteristica di “territorialità”. 
Essa e suddivisa in “famiglie”, collegate tra loro per la comune dipendenza da una direzione comune (Cupola), che tendono ad esercitare sul territorio la stessa sovranità che su esso esercita, deve esercitare, legittimamente, lo Stato.
Ciò comporta che Cosa Nostra tende ad appropriarsi delle ricchezze che si producono o affluiscono sul territorio principalmente con l’imposizione di tangenti (paragonabili alle esazioni fiscali dello Stato) e con l’accaparramento degli appalti pubblici, fornendo nel contempo una serie di servizi apparenti rassembrabili a quelli di giustizia, ordine pubblico, lavoro etc, che dovrebbero essere forniti esclusivamente dallo Stato. 
E’ naturalmente una fornitura apparente perché a somma algebrica zero, nel senso che ogni esigenza di giustizia è soddisfatta dalla mafia mediante una corrispondente ingiustizia. Nel senso che la tutela dalle altre forme di criminalità (storicamente soprattutto dal terrorismo) è fornita attraverso l’imposizione di altra e più grave forma di criminalità. 
Nel senso che il lavoro è assicurato a taluni (pochi) togliendolo ad altri (molti).
La produzione ed il commercio della droga, che pur hanno fornito Cosa Nostra di mezzi economici prima impensabili, sono accidenti di questo sistema criminale e non necessari alla sua perpetuazione.
Il conflitto inevitabile con lo Stato, con cui Cosa Nostra è in sostanziale concorrenza (hanno lo stesso territorio e si attribuiscono le stesse funzioni) è risolto condizionando lo Stato dall’interno, cioè con le infiltrazioni negli organi pubblici che tendono a condizionare la volontà di questi perché venga
indirizzata verso il soddisfacimento degli interessi mafiosi e non di quelli di tutta la comunità sociale.

 Alle altre organizzazioni criminali di tipo mafioso (camorra, “ndrangheta”, Sacra Corona Unita etc.) difetta la caratteristica della unitarietà ed esclusività.

Sono organizzazioni criminali che agiscono con le stesse caratteristiche di sopraffazione e violenza di Cosa Nostra. ma non hanno l’organizzazione verticistica ed unitaria. 
Usufruiscono inoltre in forma minore del “consenso” di cui Cosa Nostra si avvale per accreditarsi come istituzione alternativa allo Stato, che tuttavia con gli organi di questo tende a confondersi.

Ah… ??? Sentenze truccate a Messina??? Da non credere…

Lo scenario che si aperto è gravissimo e desolante al tempo stesso…
E’ stato evidenziato che nel Tribunale di Messina, il Consiglio di Stato e il Consiglio di giustizia amministrativa sono stati fortemente condizionati dall’attivismo di un numero consistente di giudici a libro paga che avrebbero preso mazzette per favorire i clienti più importanti rappresentati dal loro studio legale…
Ecco allora scoperte sentenze amministrative comprate ed un’azione di dossieraggio per inquinare e depistare importanti inchieste penali!!!
L’avevo scritto ieri, ed ora per l’ennesima volta (purtroppo…), scopro di aver avuto un’impressione corretta…    
Ci sono più di venti magistrati iscritti per corruzione in atti giudiziari nel registro degli indagati delle procure di Messina, per un giro enorme di processi aggiustati nell’ambito della giustizia amministrativa…
L’hanno definita una vera e propria associazione a delinquere, magistrati che per anni avrebbero messo a disposizione la loro funzione giudiziale in cambio di soldi…
Gli stessi magistrati che si sono interessati dell’inchiesta contro i propri colleghi, hanno parlato di “mercificazione della funzione giudiziaria”, aggiungendo, “sono state usare prerogative per curare interessi particolaristici e personali di terzi soggetti… dietro remunerazione”!!!
Da non crederci… già, dover scoprire come in un palazzo di giustizia qual’è quello di Messina, sia cresciuto a dismisura un fenomeno che a definirlo criminale non si fa peccato…
Tra i protagonisti, magistrati e avvocati…
C’era chi aggiustava sentenze in cambio di denaro, chi vendeva informazioni segrete e chi rallentava le udienze; ciascuno naturalmente ha fatto la sua parte!!!
I casi sotto la lente d’indagine sono in aumento esponenziale, tanto che gli esperti hanno iniziato a parlare di un nuovo settore illegale in forte espansione: la criminalità del giudiziario!!!
Sì… potremmo definirlo il nuovo business!!!
Scriveva nel 1935 il giurista Piero Calamandrei nel suo “Elogio dei giudici scritto da un avvocato”: “Ciò che può costituire reato per i magistrati non è la corruzione per denaro, ma il vero pericolo è un lento esaurimento interno delle coscienze, una crescente pigrizia morale“!!!
Sono passati più di ottant’anni da quella pubblicazione, ed oggi, paragonando quel messaggio con quanto stiamo assistendo, non possiamo che comprendere di come la situazione sia sicuramente peggiorata…
La corruzione nel nostro paese, sicuramente diffusa nella pubblica amministrazione, ha trasmesso ahimè quell’infezione anche nelle aule di giustizia, un tempo luoghi “sterili”, in quanto deputati alla ricerca della verità e alla lotta contro il crimine e che ora si sono trasformate in luoghi “infetti”, per compiere quei loro business “illegali“!!!
Speriamo quantomeno che la giustizia alla fine faccia il proprio dovere… e soprattutto che butti la chiave di quella cella, nella quale mi auguro verranno posti tutti quei magistrati, che si sono infettati di corruzione e che ormai possiamo definire… “contagiati“!!!  

L'interpretazione della legge all'interno dei Tribunali??? Ho come l'impressione ( per non dire la certezza… ) di come taluni magistrati deviano appositamente, da quelle che sono le norme scritte del legislatore!!!

Ho l’impressione ultimamente che alcuni uomini dello Stato all’interno di quei Tribunali, nell’applicare la legge attribuiscano un senso diverso dal palese significato delle parole, secondo connessioni diverse da quelle che sono le reali intenzioni del legislatore…
Ad esempio la truffa… rappresenta il tipico reato che si concretizza non attraverso la cooperazione della vittima, in quanto manca di fatto il consenso, ma nasce dall’errore derivante dall’inganno perpetrato dal soggetto attivo del reato…
Di una cosa sono ormai certo e cioè sul diverso modo da parte dei giudici d’interpretare una norma giuridica e scoprire di come, nel nostro sistema giuridico, la stessa norma venga interpretata in “cento” modi diversi!!!
Certo, il numero indicato potrebbe sembrare un’esagerazione o un classico comune modo di dire, ma da qualche parte ricordo d’aver letto che esisterebbero “144 modi diversi d’interpretare una norma giuridica”…
Ciò che non riesco a comprendere e se ci sia da parte di quegli uomini di legge, la volontà a interpretare in modo corretto o del tutto arbitrario, quanto viene loro portato a conoscenza…
Non voglio entrare nel merito soggettivo, se pur in quest’ultimo periodo, abbiamo assistendo a pericolosi livelli di corruzione, compiuti proprio all’interno di quegli uffici, che hanno visto quali indagati, proprio alcuni di quei signori togati…   
Lungi naturalmente da me attribuire quelle decisioni quasi fossero valutazione inesperte o causa di una inadeguata preparazione, oppure di chi non sa vedere il testo della norma inserito in un sistema coordinato, ma quanto sopra lo ritengo impossibile, in quanto parliamo di soggetti che conoscono perfettamente le norme giuridiche…
Ecco perché ai giudici è assegnato il preciso ruolo di applicare la legge per risolvere le controversie sottoposte al loro giudizio, ma devono altresì non alterare… quel quadro d’insieme!!!
Spesso, pur essendo ogni giudice libero di interpretare la legge, prende solitamente in considerazione il “precedente orientamento”, sia per motivare le ragioni di una pronuncia non conforme o per aderirvi con locuzioni del tipo dottrinale, giurisprudenziale e autentica…
Può però accadere, che il magistrato, pur ricorrendo ai criteri sopra enunciati, non trovi una norma che disciplini o si adatti perfettamente al caso concreto, ed allora non potendosi sostituire, almeno nel nostro sistema al legislatore per creare una norma ad hoc, può applicare la disciplina legislativa prevista per fattispecie simili…
Teorie a parte, ciò che interessa comprendere è quale “logica razionale” segua il legislatore nell’ambito di quella sua discrezionalità, perché ultimamente ho come l’impressione che in alcuni Tribunali della nostra isola (ad esempio… Messina e/o Siracusa…), si segua una strada poco incline alla giustizia, ma bensì vi è la volontà ad assecondare o ancor peggio a insabbiare quei rapporti presentati che forse ormai da troppo tempo, sono rimasti lì inoperosi… a prendere polvere su quelle loro scrivanie.
E sì… sarebbe veramente increscioso doversi rivolgere altrove, ad esempio anticipare le notizie sui media, affinché si possa riuscire ad ottenere quel naturale impegno da parte di taluni “ambigui” magistrati… 
Ma quando c’è la necessita di far prevalere la “giustizia”, qualunque strada deve essere intrapresa, perché può essere quella giusta per far emergere definitivamente quella spiacevole verità!!!
Diceva Aldo Moro: Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante e ci aiuta ad essere coraggiosi.

E' finito il tempo in cui il credo più recitato dai mafiosi a Catania era: "Bisogna avere fiducia nella giustizia"!!!

Minch… cumpare, iaiu comu l’impressioni can’du tribbunali i Catania… qualcosa sta cangiannu…

Facci casu… non si virunu chiù di processi ballerini…
Tu scuddasti quanni na voti ti ricevunu ca ieri colpevole, ie’appoi… dopo na para d’anni -che novi processi- vinevi assoltu??? 
Tu ricoddi quannu nuatri… sì tutti nuatri, speravamo na giustizia???
Minch… chiddi si ca ierunu iorna magnifici… ma rimmi, quantu tempu ha passato di tannu???
Cettu, a quacchiruno intra du palazzu ci mangiatu i corna… pinsari di canciari di cristiani giusti, cu stautri novi…
Ma chi minch… su sciemuniti d’aintra??? Veramente cumpari… mi veni d’impazziri: Chiddi boni fora e chiddi tinti intra…
Ie diri ca propriu chiddi ierunu carusi boni, amici… sì… veri e propri amici (spatti… amici di l’amici…), gente ca si sapeva passari a manu supra a cuscienza prima di pigghiari na ricisione… e uora, si ni stu mumentu, chi truvamu: Infami… 

Chiddi si ca ieruno signori che badd… no chisti d’ora.
Iappoi…quannu i chiamavi c’erunu sempre, comu si rici, ieruni pronti pi l’usu… cchi ci vulevi riri: ierunu cristiani responsabili!!!
Ma poi tu ricordi pi ccosa???
Minch… veramente, tu scuddasti… pi na mangiata i pasta: pinfavuri a n’amico, pa festa da figghia, pin rialu pà so fimmina, oppuri pinpezzu i travagghio pi du “fros…” do figghiu… 
Mai…mai… Minch… MAI… ie u putemu riri forti… mai naddumannau na lira!!! 

Genti comu a chiddi cinnera picca… ora inveci… non c’nne chiu!!!
Chisti cavemu ora… sti nordici ca s’assittanu dà… intra d’uffici, ni talianu di supra a sutta, ianu a puzza suttu u nasu… non ni parrunu, ie mancu cu l’avvucati nostri parrari… anzi… i pigghiunu po cul…. A virità??? Sti novi magistrati, niiii schifiiunu… sì schifiunu i nuatri!!!
Ie diri ca quacchirunu de so colleghi… ie ancora dà!!! 
Cettu i spustani… ci resuru auntri incarichi unni non ponu fari chiù autru dannu…
Però magari iddi… minch… su scuddau ca nuatri mangiavunu… ie ora fanu finta ca non ni canusciunu chiù, anzi peggiu… non n’aiutunu ie si girunu dall’autru latu!!!
Minch… passau u tempu quannu vinevunu o mannavunu l’amici… paddumannari!!! 
Non ciabbastavunu mai… ogni vota ni vulevunu  sempre chiassai, “buttana da miseria” tutti li vizi avevano, a crociera, a machina, u casinò… u burdellu!!!
Ie nuatri… si sempri nuotri, comu tanti curnuti… i piaciri… tutti… ci facivamu passari!!!  
Ie uora… uora ca semu nuatri ad aviri di bisogno di iddi, minch… si furrianu di l’autro latu, ie non ni salutunu chiù…!!! 
Sì… semu di ittari, minch… ni ittanu comu a munnizzi… cettu picchi uora, pi iddi, semu cosa di teneri luntanu!!! 
Uora ca i cosi cangianu… fanu finta di non canuscirini chiù… bastar…. !!!
U capisti ora picchi i processi su da rifari… picchi venunu annullati???
Ah verità…??? Ah… voi sapiri a verita quali’è??? 
Ni volunu teniri caintra…??? No… NO… chiassai: Ni volunu fari moriri caintra!!!
Ie chiddi ca su fori??? Tranquillu… a picca a picca, si tirunu tutti! 
Sì… tutti… sia chiddi ca non parrunu… ca chiddi ca s’addivettunu a parrari, c’addivintanu comu i sbirri… e caintra non ci volunu stari. 
Iecco picchi macari d’autri infami, stanu parrannu!!! 
Picchi su comu a iddi… “indegni”!!! 
Ie dire ca na vota… c’era a parola, c’erunu l’omuni… chiddi veri, c’erunu l’amici… e pi l’amici si mureva: No comu ora… cu tutti sti pigghianculo e quaraquaquà!!!
Sì… uora ca, non c’è chiu nuddu, c’è sulu u votu intornu a mia ie a Tia… 
Nenti di nenti…. non putemu chiuù cuntari supra a nuddu, mancu chiù firucia na giustizia putemu aviri!!!
Iallura chi facemu??? 
Minch… cumpari, allura non l’ha caputo… non putemu fare chiù nenti: Semu pessi!!!