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I raggiri di Ferragosto sono i più esilaranti… peccato non siano una barzelletta!

Ferragosto, si sa, è il periodo della spensieratezza e così, mentre la maggior parte del Paese si gode il sole in spiaggia, il silenzio della montagna o il rumore di una griglia accesa, c’è chi, invece, approfitta di questa tregua collettiva per muoversi nell’ombra…

E no, non sto parlando di fantasmi, ma di raggiri, truffe e abusi che sembrano moltiplicarsi proprio quando gli uffici giudiziari sono ridotti all’osso e le procure lavorano a rilento.

Ho letto alcune notizie in questi giorni sul web che, più che indignarmi, mi fanno sorridere amaramente…

Perché è tutto così prevedibile, eppure nessuno sembra accorgersene. Le forze dell’ordine? Prese tra turni ridotti e emergenze estive. Le procure? Metà in ferie, l’altra metà probabilmente sommersa da pratiche o, peggio, gestita da chi ancora non ha l’esperienza per riconoscere ciò che sta davanti ai suoi occhi.

E difatti, mentre i cittadini credono di vivere in un Paese dove la legalità non va in vacanza, la realtà è ben diversa. Chi vuole agire illegalmente sa benissimo che agosto è il mese perfetto: meno controlli, meno personale, ma soprattutto meno attenzione!

E se per caso qualcuno – già… con il mio stesso acume, ma diversamente da me che non ricopro ruoli istituzionali – si dovesse accorgere di qualcosa che non va… già, cosa fare? Basterà, come al solito, aspettare…

Sì… aspettare che un esposto, magari scritto nei modi e nei tempi imposti dalla Legge Cartabia – quella stessa legge che, guarda caso, sembra fatta apposta per scoraggiare le denunce – giunga sulla sua scrivania. E nel frattempo? Nel frattempo, tutto procede come al solito, con la complicità di chi, invece di vigilare, abbassa lo sguardo o, peggio, finge di non vedere.

Mi chiedo: è davvero solo incapacità? O c’è dell’altro? Perché certe dinamiche sembrano ripetersi con una precisione quasi sospetta. Funzionari compiacenti, pratiche che si perdono nel vuoto, tempistiche che coincidono troppo bene con le assenze dei vertici. E dovrei aggiungere quanto, ahimè, ho scoperto… ma così sarebbe troppo semplice, quantomeno per chi dovrebbe scoprire i raggiri posti in atto.

Continuare ad aiutarli non mi sembra più così corretto: d’altronde, è quello il loro lavoro (sono loro a prendersi le “coccarde”). E quindi, se non sanno compiere bene il proprio lavoro, forse, chissà… dovrebbero cambiarlo!

Già… basterebbe loro ricordare le parole del giudice Borsellino: «A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato».

E così, mentre il sottoscritto scrive questo post, le truffe e i raggiri continuano. E chi si ritrova – da semplice cittadino – a combattere contro questo sistema illegale, resta solo, sì… perché chi dovrebbe proteggerlo, alla fine… gli rema contro.

Ecco perché scrivo. Sì, lo faccio per tutti quei soggetti istituzionali che considerano Ferragosto come il periodo dei bagni, delle grigliate, delle gite al lago o in montagna, mentre invece dovrebbero iniziare a dedicare il proprio tempo a chiedersi cosa succede davvero in questa nostra regione, mentre tutto intorno dorme.

Perché se è vero che la legalità non dovrebbe mai andare in ferie, allora qualcuno dovrebbe spiegare perché, invece, sembra proprio che sia così…

Ovviamente, mi rendo disponibile – come sempre, d’altronde, nei miei ultimi quindici anni – a spiegare a qualche funzionario inquirente cosa sta, ahimè, accadendo. Già… purtroppo sotto gli occhi di tutti. Anzi, no: sotto i loro occhi. Ma forse, ahimè, non se ne sono accorti. O forse – e qui sta il dramma – per muoversi hanno bisogno di un esposto formalmente presentato, altrimenti, di loro iniziativa… non possono agire, già… nemmeno dinnanzi alla più palese delle violazioni!

Ma d’altronde, è questo il Paese che – proprio grazie alla nuova riforma sulla giustizia – si vuole ottenere! Dove ogni denuncia deve superare un percorso a ostacoli degno delle olimpiadi burocratiche, mentre i furbi continuano a fare il bello e il cattivo tempo.

Complimenti vivissimi ai geni che hanno realizzato questo splendido sistema giuridico. Già… che progresso, signori miei… che progresso.

Mafia e antimafia, tra riforme e passi indietro! – Parte seconda.

E allora, continuando con quanto riportato ieri, entro nel merito per esperienza diretta di ciò che accade a un cittadino che decide di compiere il proprio dovere, senza che quest’ultimo abbia alcuna necessità morale di prendere a esempio gli insegnamenti di quegli uomini coraggiosi dello Stato, ricordati nel discorso del procuratore Di Matteo, non solo come vittime della mafia, ma per la loro dedizione e professionalità.

Osservare quella foto in cui due di quei magistrati sono ritratti sorridenti insieme, già… quanti di voi l’avranno vista esposta in bella mostra, quasi fosse un altarino, appesa alle pareti di quegli uffici istituzionali, come se la loro semplice presenza bastasse a motivare moralmente chi vi lavora. Già, se solo un’immagine potesse trasmettere quei veri valori, quel senso di servizio e devozione per l’incarico ricoperto. Ma se andiamo a scavare, scopriamo come la maggior parte di quei soggetti abbia ottenuto quel ruolo non per merito, non attraverso un concorso pubblico, ma grazie alla solita raccomandazione politica. E allora, ditemi, cosa possiamo aspettarci da chi si è già compromesso in partenza?

Ecco perché ritengo ormai inutile continuare a organizzare incontri per parlare di mafia, collusioni, corruzione, di un “sistema tentacolare e sedimentato”. Già… invece potrei gentilmente invitare i due procuratori, Ardita e Di Matteo, a una giornata al mare, sì, per fare un bel bagno e parlare del nostro Paese, o meglio, della mia meravigliosa isola, la Sicilia, con la sua cultura, la sua cucina, le sue tradizioni, il mare e la montagna, un paradiso per chi cerca relax e bellezza. Peccato che la realtà sia un’altra: viviamo in una terra marcia, da nord a sud, dove la maggior parte dei miei connazionali si è piegata a quel sistema clientelare e tentacolare chiamato politica, e nei casi più gravi si è lasciata foraggiare come pecore dalla criminalità organizzata, con buste e mazzette che arrivavano puntuali ogni mese.

E allora, mi rivolgo a quella parte sana che ancora esiste, esigua ma a cui voglio ancora credere, anche se ancora troppo timida nel compiere il proprio dovere e denunciare ciò che avviene illegalmente intorno a sé. Domani descriverò cosa succede quando qualcuno prova a fare la cosa giusta, sia come cittadino che come professionista.

Ma permettetemi di chiudere con un messaggio che ho ricevuto su WhatsApp dalla mia amica Romj, che ho menzionato nel post di ieri: “Nicola, ti ringrazio per avermi avvisato dell’intervista ai due procuratori. Come sempre, belle parole, ma nessuna risposta per chi, come me o te, si è esposto in prima linea. Oggi, senza entrare nei dettagli, nonostante tre condanne contro un professionista grazie alle nostre denunce, il sistema giudiziario continua a proteggerlo, lasciando in ostaggio lo Stato, l’amministratore giudiziario e 800 famiglie. In questi anni ho subito aggressioni, minacce, danni alla mia casa, costruita con sacrifici. La mia vita è trascorsa tra tribunali e uffici, sono testimone per due Procure, eppure nessuno mi ascolta. Alcuni magistrati sono scappati davanti alle mie richieste. Le associazioni antimafia tacciono, e la stampa d’inchiesta, quella che fa gli eroi quando conviene, ha avuto paura della complessità del caso e delle persone coinvolte. Nicola, nel mio cuore credo ancora nella giustizia, ma il problema è che non c’è nessuno che ascolta…”

Ecco perché scrivo. Perché quando le istituzioni tacciono, quando i magistrati voltano le spalle, quando la stampa ha paura, resta solo la voce di chi, come Romj, continua a lottare nonostante tutto. E questa voce non può rimanere inascoltata.

Carichi pendenti e casellari: l’altra faccia del successo in Sicilia!

Dott. Costanzo, buonasera.

Ho letto ieri sera il suo interessante articolo e ho deciso di scriverle per condividere una riflessione che, credo, possa ampliare il dibattito. Lei tocca un tema cruciale: il problema di questa terra non è più soltanto quello di denunciare, ma quello di far giungere le denunce nelle mani giuste, ammesso che ne esistano ancora di realmente affidabili.

Chi, come me, vive questa terra, percepisce ogni giorno il peso di un sistema che, lungi dal favorire la trasparenza e la legalità, sembra voler avvolgere tutto in una cortina di inefficienza e indifferenza. 

La White list, che dovrebbe rappresentare un argine contro le infiltrazioni mafiose nelle imprese, rischia paradossalmente di includere chi di quell’odore non si è mai liberato. E non è solo la Prefettura a destare preoccupazione: anche la Procura, spesso, sembra restare in silenzio, lasciando che i nodi si stringano sempre di più attorno a una cittadinanza già sfiduciata.

Ma c’è un punto ancor più dolente: la percezione diffusa che, ormai, in pochi siano rimasti disposti a combattere. Quanti cittadini, davvero, sono pronti a fare la propria parte? Quanti, al contrario, scelgono la via più comoda: quella dell’indifferenza, o peggio, della complicità con un sistema corrotto e corruttivo?

Le attuali normative, anziché incentivare la denuncia, spesso agiscono come un muro scoraggiante.

Burocrazia interminabile, tempi infiniti per ottenere una giustizia che, troppo spesso, arriva tardi – ammesso che arrivi – e una società che sembra non saper distinguere più tra vittima e colpevole: tutto questo porta molti a ritrarsi, a desistere, a lasciar perdere.

Mi verrebbe da dire che in Sicilia, i carichi pendenti e i casellari giudiziari “positivi”, fanno curriculum!!!

A questo si aggiunge una desolante constatazione: troppi preferiscono non vedere, girarsi dall’altra parte, accettare quel compromesso che, seppur piccolo, contribuisce ad alimentare un sistema marcio. Il senso civico si svuota e il cittadino, che dovrebbe essere il pilastro della società, si trasforma in un ingranaggio di un meccanismo corrotto.

La domanda, allora, è una sola: possiamo ancora parlare di una speranza di riscatto per questa terra? Esistono ancora quelle “mani giuste” a cui affidare le nostre denunce? La risposta, forse, è sepolta nel coraggio di pochi che, nonostante tutto, continuano a combattere.

Questo è un richiamo, non solo a chi ha il potere di agire nelle istituzioni, ma a tutti noi: cittadini, professionisti, genitori. 

Recuperare il senso del dovere, ricostruire la fiducia, e soprattutto scegliere, ogni giorno, di fare la cosa giusta – anche quando sembra non servire a nulla. Perché solo così possiamo sperare di riaccendere una scintilla in un contesto che sembra aver spento ogni luce.

Lettera firmata

RISPOSTA:
Gentile lettore, la ringrazio di cuore per il suo intervento. Le sue parole, lucide e incisive, non solo arricchiscono il dibattito, ma evidenziano con forza quei nodi critici che troppo spesso rimangono in ombra.

Condivido pienamente la sua analisi: il problema non è più solo denunciare, ma far sì che le denunce arrivino nelle mani giuste, in un contesto dove la sfiducia nelle istituzioni sembra aver scavato un solco sempre più profondo. La sua osservazione sulla White list e sulla latitanza della giustizia è un promemoria doloroso ma necessario: le norme, anziché proteggere, talvolta scoraggiano chi avrebbe il coraggio di esporsi.

Le sue riflessioni sull’indifferenza e sul senso civico sono un richiamo che dovremmo fare nostro ogni giorno. 

Non possiamo più permettere che l’abitudine al compromesso e la rassegnazione prendano il sopravvento.

Mi auguro che voci come la sua possano continuare a farsi sentire e, in qualche modo, ispirare altri a non arrendersi, perché solo con il contributo di cittadini come lei, come me, determinati e disposti a fare la propria parte, che possiamo sperare in un futuro diverso per questa terra.

Quindi, grazie ancora per aver condiviso nel mio blog questo suo pensiero.

Mi permetta di riprendere una sua frase che mi ha particolarmente colpito, quella sul “riaccendere una scintilla“. Da sempre, una riflessione accompagna il mio percorso di vita: chi, nel corso della sua vita, è riuscito ad accendere anche solo una luce, nell’ora più buia di qualcun altro, non è vissuto invano.

Concludo salutandola, con l’auspicio di ricevere presto altri suoi preziosi contributi.

Nicola Costanzo

Chi la giustizia impedisce, di giustizia perisce!!!

Sono parecchi i cittadini di questo Paese che auspicano di veder ridotti i tempi della giustizia!!!
Quanto sopra infatti costituisce ormai una priorità a cui non si può rinunciare, altrimenti il rischio che potrebbe determinarsi è quello di veder molti miei connazionali, non affidarsi più ai Tribunali, già… per risolvere i loro problemi.
D’altronde un sistema di giustizia – che dichiara di esser rispettoso dei principi costituzionali – deve saper tener conto di essere prima di tutto efficace e quindi celere, nel dare le giuste risposte a chi si rivolge ad esso…
Ecco perché diventa fondamentale per quegli uffici dimostrare la loro piena efficienza, già… soprattutto nel compiere quei propri servizi, perché il rapporto che lega i cittadini a quei palazzi di giustizia è dato principalmente dai risultati che si vanno ottenendo…
Non credo comunque che il reale problema della giustizia dipenda soltanto dalla sua funzionalità, forse perché ritengo che esista un problema diverso, già… politico che rallenta questo sistema e mi riferisco ai rapporti fra i poteri dello Stato e su chi vorrrebbe di fatto controllare quella magistratura…
Una situazione che può esser risolta solo se si realizza la precondizione politica della distensione dei rapporti e del rispetto delle istituzioni di garanzia che vanno tenute fuori in questo sistema bipolare da ogni lotta politica…
Un paese litigioso come il nostro certamente non aiuta a far funzionare correttamente la pubblica amministrazione e soprattutto non permette alle regole di diritto di poter primeggiare e quindi alla giustizia di compiere in tempi ragionevoli i propri compiti… 
E’ tempo quindi di assicurare nuova credibilità a quel sistema perché i cittadini hanno bisogno di affidarsi a qualcosa di concreto, sì… come la giustizia che se pur lenta, raggiunge sempre il proprio scopo e cioè quello di riportare legalità dove non c’è e dando fiducia a quelle aule di Tribunali perché al loro interno vi è contenuto tutto ciò che deve essere!!!
Ed è per i sopraddetti motivi che ancora oggi che ciascuno di noi rivolge con grande fiducia le proprie istanze, perché sa in cuor proprio di poter trovare nei suoi interpreti, l’unico modo legittimo per far valere le proprie ragioni!!!
E quindi, riprendendo quanto manifestato in gesti da quegli amici nella foto: “Vai Giustizia… non fermarti mai”!!!
 

La festa dei corrotti…

Pensavamo di aver risolto il problema con l’inchiesta Tangentopoli, ma quanto accaduto in quel lontano 1992 era nulla paragonato a quanto compiuto successivamente, già… fino ad arrivareai giorni nostri!!!
Parliamo di un sistema corrotto che unisce politici, imprenditori e mafiosi, un sodalizio affaristico nel quale ciascuno riceve qualcosa, chi voti, chi appalti e chi denaro e soprattutto coperture istituzionali per evitare di finire in manette.
Ho letto alcuni minuti fa su “Amazon” di migliaia di prodotti in offerta speciale, mi riferisco a tutta una serie di libri sui corrotti, che vanno da quello scritto da Luiz Scarpelli “Le infiltrazioni delle mafie nello Stato, la sfiducia nelle istituzioni, la cittadinanza attiva” a “Tangenti in Confessione” di Pino Nicotri e continuando con “Operare siu ciò che è stato corrotto” di Caterina Lasagna o anche “I corrotti e gli inetti. Conversazioni su Machiavelli” di Antonio Gnoli e Gennaro Sasso…
Come dicevo sopra sono migliaia i titoli interessanti che con pochi euro possono esser acquistati, consiglio due altri titoli interessante: “STATALI 3 – Gli utili idioti: I servi del potere corrotto, i meschini che aiutano il potere ingiusto” di Arduino Rossi e “Corrotto” di di Tahar Ben Jelloun e E. Volterrani…
Il fine è quello di riuscire a portar a compimento i loro affari sporchi, grazie anche alla maggior parte dei cittadini da tempo inermi, stanchi, avviliti nello spirito, parliamo d’individui che hanno perso consapevolezza e sono da troppo tempo distanti dal partecipare attivamente alla vita politica e alla governance di questo Paese…
D’altronde a venir meno sono stati propriamente quei loro interlocutori, quella classe politica e dirigente che non ha saputo rispettatto quel contratto sociale, consegnato dai cittadini a mezzo delle urne…
Ci hanno raccontato in questi lunghi anni di una serie di strumenti normativi posti in atto per  contrastare la corruzione nella pubblica amministrazione e l’infiltrazione della criminalità organizzata, ma nulla di ciò è stato realmente compiuto, anzi tutt’altro, le radici del male che sarebbero dovute state esser estirpate da tempo si sono diffuse, intrecciate, già… con quella natura umana ed i suoi connaturati difetti. 
In questi trent’anni non si contano gli episodi di corruzione, di cui circa il 46% ha riguardato l’area di rischio dei contratti pubblici, particolarmente esposta ai fenomeni corruttivi!!!
Il sistema è marcio fino al midollo perché tutti vogliono partecipare a quel sistema collaudato che foraggia mensilmente mazzette e difatti nessuno dipendenti coraggioso, meglio conosciuto come”whistleblower”  ha mai segnalano casi di corruzione o malversazione, sia  nel settore pubblico che in quello privato!!!
Dal governo nazionale ci evidenziano – attraverso quelle Tv privatizzate, sia nazionali che non – di tutta una serie d’iniziative messe in atto, già… di obblighi di trasparenza, di leggi spazza-corrotti, di divieto di finanziamenti ai partiti o a fondazioni ad esse legate, ma la verità che nulla si è fatto per inasprire le pene per tutti quei reati di corruzione ogni giorno commessi!!!
In questi giorni ci stanno chiamano al voto, ma vorrei chiedere a ciascuno di loro: perchè dovremmo votarli???

Già… cosa hanno fatto in questi anni da meritare il nostro voto??? Hanno forse dimostrato attraverso quei loro referenti di partito d’esser stati onesti, al sottoscritto non sembra, anzi tutt’altro, vedasi tra l’altro proprio quanto sta accadendo in queste ore, in molte regioni, ma non solo…

Fintanto che saranno questi i nostri interlocutori, posso assicurarvi che non andremo da nessuna parte, sì… potremmo ancora godere per l’anno in corso e per tutto il 2025 dei fondi concessi dall’Ue, dopodichè, auspicando di non entrare in un conflitto armato… obbligati dalla Nato, beh… quel denaro finirà e noi tutti ritorneremo ai dati negativi di rating medio basso, pubblicati a suo tempo da Standard & Poor’s, prima della Pandemia…
Ah… proposito, ho scoperto che tra le offerte in atto per i “corrotti” vi sono anche le cravatte, consiglio quindi vivamente a tutti quei soggetti di acquistarle, già… prima di finire in rovina o come ormai solitamente accade, all’interno di un penitenizario!!!
 

Sicilia se pur bellissima, corrotta nell'animo!!!

La Sicilia è uno dei posti più belli del mondo!!!
A dirlo è il sottoscritto che senza offesa un po’ di mondo se lo è girato…
Un’isola naturale meravigliosa, un clima fantastico, un mare cristallino e pescoso, un vulcano attivo tra i più interessanti dell’intero pianeta e poi ovunque girate la testa, storia, cultura, arte, grazie ai primi gruppi di popolazione indoeuropee che penetrarono in Sicilia per fondersi con gli indigeni siculi per dare inizio all’Età del Bronzo, passando poi a civiltà come quella egeo-cretese che sbarcando in questa terra, fondarono città come Erice e Segesta…
Siamo poi passati tra l’XI ed il X secolo ai Fenici che fondarono Solunto, Mozia e Palermo e a seguire i greci, con la fondazione della prima colonia “Naxos” che l’hanno fatta entrare nella storia del Mediterraneo, cui seguirono altre colonie che si svilupparono per diventare vere e proprie città, ricche e ornate di monumenti, vedasi ad esempio Siracusa, Catania, Selinunte e Agrigento, i cui templi e teatri, attirano ancora oggi milioni di turisti da tutto il mondo…
Abbiamo subito quindi la dominazione dei romani, dei barbari, bizantini, arabi, normanni, svevi,  angioini, aragonesi, spagnoli, austriaci, borboni e infine a seguito dell’impresa garibaldina l’isola è stata annessa al regno d’Italia, per poi divenire nel 1946, Regione Autonoma nell’ambito della nuova Repubblica Italiana. Un Parlamento che si riunisce nuovamente nel 1947 nel Palazzo dei Normanni, come già faceva otto secoli prima!!! 
Comprenderete quindi come noi siciliani raccogliamo nel nostro Dna un miscuglio di contaminazioni, dialetti e forme verbali che garantiscono a chiunque venga in questa terra, quel concetto di apertura, incontro e voglia di condivisione…
D’altronde come non ricordare cosa scriveva Goethe: “Non è possibile formarsi un’idea giusta… senza aver visto la Sicilia: qui sta la chiave di tutto”.

Già, ma quando usciamo fuori da quest’isola, quando sostanzialmente constatiamo per cosa e chi veniamo riconosciuti nel mondo, ecco che improvvisamente nulla di cio che ho riportato sopra viene esaltato, sì… improvvisamente diventiamo famosi per tutt’altro!!!
Già… per aver dato vita alla mafia, ma anche per aver propagandato film e serie Tv su cosa-nostra, come il “Padrino” o la “Piovra” e ancora, per aver fatto emergere quello stragismo corleonese e via discorrendo… 
Ora, non credo proprio che i problemi della nostra terra siano legati alla mafia, anzi tutt’altro, la maggior parte dei siciliani non sa neppure cosa sia la mafia; intendo dire che per molti di essi, per quella connanturale divergenza di pensiero, la mafia preferisce tenerla a doverosa distanza e quindi lontano dal loro quotidiano, tra l’altro , molti di essi neppure ne parlano, chissà forse per non subire eventuali intimidazioni o per far prevalere in ogni circostanza quel proprio senso di omerà che da sempre li accompagna!!!
Il sottoscritto però ritiene che un problema nell’animo dei siciliani sia ahimè presente; non so quanta colpa sia da attribuire a quelle contaminazioni di cui parlavo sopra, le stesse che hanno permesso a questa infezione di venirci trasmessa, ma la verità è che il nostro popolo risulta esser ben disposto a farsi corrompere, già… in ogni circostanza e tutti, ripeto tutti, dimostrano di avere un prezzo!!!
D’altronde abbiamo appena visto quanto sta accadendo in quest giorni, mi riferisco agli arresti nei confronti di professionisti (al di sopra di ogni sospetto) che di fatto, premettevano al boss, Matteo Messina Denaro, di restare latitante!!!
Ma lo stesso fanno tutti quei soggetti che – pur non concedendo le proprie credenzialita a boss latitanti – permettono egualmente alla mafia di espandersi, offrendosi come “prestanome” per le loro attività illegali oppure – come fanno molti dirigenti e funzionari nelle PA –  vendendosi, pur di ricevere in cambio compensi o favori, da quei suoi referenti, favorendoli in quelle loro attività imprenditoriali.
Quindi, definire mafiosi i siciliani, quantomeno tutti i siciliani è scorretto e forse anche ingiusto!
La Sicilia non ha nulla a che fare con la mafia, ma certamente se ancora essa vive in questo territorio, se prospera, si sviluppa e cresce a macchia d’olio, beh… la colpa principale è ahimé proprio dei siciliani!!!
Osservate ad esempio i comuni sciolti per mafia, i sindaci coinvolti in inchieste giudiziarie e tutti quei deputati, assessori, consiglieri, appartenenti a giunte di partito, posti oggi sotto processo per aver violato le regole di diritto!!!
Ora, non voglio ergermi a paladino della giustizia, d’altronde chi mi conosce sa che è proprio ciò che faccio quotidianamente, ma comunque la verita, senza alcun tono polemico, è che dietro a questa nostra società vi è un parte consistente di miei conterranei che non fa il proprio lavoro in maniera onesta o che opera costantemente nella illegalità, sì attraverso quella propria funzione, affinchè possa mensilmente ricevere un tornaconto…
Ecco quindi qual è la più pericolosa associazione illegale di questa terra, non la mafia, i mafiosi o i suoi familiari, no… nulla di ciò, sono le persone insospettabili, quelle che conosciamo tutti, le stesse che detengono il potere sociale, economico e finanziario e che rappresentano un vero e proprio cancro per questa terra!!!
Parliamo di una classe dirigente che si fa incantare dalle lusinghe, dalle carriere, dalle promesse di favori e del denaro messo loro a disposizione, lo stesso con cui possono alimentare quel mondo corruttivo!!!
Ai siciliani interessa poco confrontarsi con la mafia, anzi non gli importa minimamente di farne parte, a loro interessa soltanto cosa si può ricevere da essa, approfittare quindi del bisogno di quell’organizzazione per entrare negli appalti pubblici, nei finanzinmenti, nella gestione degli interessi imprenditoriali per ottenere autorizzazioni, concessioni, sfruttando i posti di lavoro offerti, ricevere mazzette, ma anche raccogliere quel voto di scambio ottenuto grazie ai consensi sociali di cui essa gode nel territorio!!!
La Sicilia è bellissima, ma ahimè corrotta nell’animo!!! Non tutti risultano contagiati, ma certamente la maggior parte dei siciliani evidenzia esser da quella bramosia, saldamente soggiogata!!!

Finalmente dopo gli esposti presentati ed i rinvii a giudizio ottenuti dai tribunali, ecco che qualcosa, anche attraverso i media, inizia a muoversi!!!

Un’avventura iniziata nel lontano 2018 che (forse) finalmente e tra continui rinvii, sta giungendo al suo epilogo!!!

E difatti, dopo quanto raccontato nei precedenti post:
ho ricevuto stamani da un mio lettore, un articolo riportato sulla testata “tempostretto.it” dell’ottima giornalista Alessandra Serio intitolato: “In attesa della legge salva condòmini la vicenda di due complessi di Giardini: “Abbandonati”

Inizia così: Assemblee con il morto, appartamenti sventrati, contenziosi milionari scoperti solo al decreto ingiuntivo. Ecco come un super-condominio diventa un girone dell’inferno

In attesa della legge salva condòmini, arriva dal messinese la vicenda emblematica di quasi 1400 famiglie, abitanti in due super condomìni da anni al centro di procedimenti giudiziari complessi. Procedimenti recentemente sfociati in processi con alla sbarra gli amministratori condominiali.

La legge salva condòmini
Si tratta dei proprietari degli appartamenti dei complessi “Les Roches Noir” e “Le Village du Soleil”. La loro vicenda è tristemente simile a quella di molti inquilini che restano vittime delle complesse regole che regolano la vita condominiale e/o della mala-gestio degli amministratori. Qualcosa però si muove a livello nazionale. Fdi ha presentato un disegno di legge battezzata salva condòmini: impone ai creditori di informare anche i condòmini nel caso di debiti superiori ai 10 mila euro. Questo per evitare appunto quanto accaduto ai residenti dei due complessi di Giardini: trovarsi con un mega contenzioso e il rischio di distacco delle forniture e dei servizi, senza averne mai saputo nulla.

Da supercondominio a girone dell’inferno
condomini giardini 
Quando hanno comprato gli appartamenti, per tutti era il sogno di una vita che si realizzava: i sudati risparmi investiti nella casetta per le vacanze o nello spazio dove crescere una famiglia e abitare tutto l’anno. Poi l’incubo, dipinto a tinte uguali per i due complessi dove, se differenza c’è, è perché uno sta “messo peggio” dell’altro.

Niente servizio raccolta della spazzatura, ovunque il degrado per la mancata manutenzione, straordinaria e ordinaria. Tutto perché le utenze non sono state pagate regolarmente e i debiti si sono accumulati, finendo per diventare contenziosi milionari. Come quello del complesso Les Roches Noir col Consorzio Rete Fognante per la tassa di depurazione del comune di Giardini Naxos non pagata. Qui i condòmini si sono ritrovati con un decreto ingiuntivo di oltre 400 mila euro e altre somme successive per circa 80 mila euro. Stessa sorte al Village du soleil, impegnato come l’altro condominio nell’opposizione ai decreti ingiuntivi. Intanto che le udienze si susseguono, però, il mare di fronte al complesso è spesso fortemente inquinato e l’aria diventa irrespirabile, si riempie di sciame di insetti e un forte fetore invade tutto.

Quel superbonus maledetto
A complicare tutto ci si è messo il superbonus facciate: anche i due complessi si sono infatti “tuffati” sulle agevolazioni e hanno dato il via ai lavori. Poi è arrivata la stretta che ha messo in difficoltà tante imprese. Oggi i lavori sono fermi da tempo, uno dei complessi è rimasto ostaggio dei ponteggi pericolanti, nell’altro sono rimasti ovunque i “buchi” dei lavori cominciati e non terminati, con gli abitanti degli appartamenti danneggiati impossibilitati anche a mettere mano alle riparazioni. I disagi dello stop al cantiere superbonus è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e si è verificato quello che in Sicilia è ben didascalizzato da un proverbio: “A squagghiata da nivi si vidunu i purtusa”.

Assemblea con il morto
I “purtusa” sono, secondo i condomìni, diversi. I lavori da 51 mila euro erano stati appaltati a una impresa di Gela che si è poi fermata per via della stretta bancaria e legislativa ai cantieri superbonus 110%. Impresa rintracciata con non poche difficoltà, raccontano i condomìni. I più avevano infatti rifiutato, alla luce delle precedenti vicissitudini giudiziarie dei due complessi. In una delle due strutture i lavori sono partiti e poi stoppati, nell’altra sono stati montati solo i ponteggi. I dubbi dei residenti riguardano anzitutto la Cila, ovvero la comunicazione di inizio lavori presentata al Comune, necessaria per ottenere il bonus e cominciare appunto. Potrebbe essere falsa, quella prodotta in assemblea, dicono gli inquilini, che da mesi attendono che il comune di Giardini Naxos risponda alla loro richiesta di verificare la regolarità della Cila. Dubbi anche sulla delibera di assemblea che autorizza le procedure e i lavori. Qualcuno non era stato né invitato all’assemblea né avvisato, dicono sempre i condomini. Che hanno impugnato la delibera, dopo aver verificato che effettivamente c’erano state delle mancate convocazioni, delle convocazioni irregolari e addirittura nelle firme allegate ai verbali hanno trovato le attestazioni di presenza di condomìni deceduti.

Amministratori a delinquere
Le presunte irregolarità, raccontano i condòmini, non riguardano soltanto i lavori del superbonus. Ma partono appunto da quelle bollette impagate diventate contenziosi milionari. E ci sarebbero anche degli ammanchi di cassa, accanto ad altre irregolarità nelle convocazioni e gestioni delle assemblee come quelle sopra descritte. Nel mirino, due amministratori di condominio che si sono alternati alla guida dei due complessi, e una terza persona, loro collaboratore a vario titolo. Entrambi sono stati esautorati dai condòmini, che hanno eletto un nuovo amministratore o si sono affidati all’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale investito delle vicende. Ovviamente la versione dei due professionisti interessati è diversa e, a fronte delle querele e denunce nei loro confronti, hanno a loro volta attivato le contro denunce, anche all’amministratore a loro subentrato, scelto dai condomini e denunciato a sua volta dai predecessori.

Per la giustizia c’è tempo
Le prime querele risalgono al 2018. Due sono sfociate in due diversi procedimenti in corso davanti al giudice monocratico. In un caso si tratta della denuncia a uno dei due per un ammanco di cassa di circa 25 mila euro. Ma il buco, sostengono i residenti, sarebbe più grosso, per questo hanno chiesto la verifica a dei consulenti. Le indagini intanto vanno avanti. Sul tavolo del sostituto procuratore Anna Maria Arena c’è un accertamento che ipotizza l’associazione a delinquere e sta vagliando diverse irregolarità. Intanto però i mesi passano, i debiti aumentano, i condòmini aspettano con la spada di Damocle dei contenziosi sul capo. “Ci sentiamo abbandonati”, raccontano, dalle istituzioni locali e dalla giustizia, che rinvia le nostre cause e non ha ancora completato gli accertamenti”.

Beh… alla fine stiamo arrivando!!! La giustizia si sa… ha i suoi tempi e forse un po’ troppa burocrazia e solitamente prima di giungere ad una condanna bisogna attendere… Il sottoscritto comunque non ha alcuna fretta e come finora compiuto, sarà nuovamente presente il 20 marzo per essere ascoltato dal Pm in qualità di “Teste” e così vedremo finalmente come andrà a finire…  

CTS: non trovo sul web alcuna notizia relativa alla richiesta di audizione trasmessa a Novembre da parte delle associazioni di categoria!!! Scusate, ma come può essere che dopo tre mesi non si sappia nulla???

Ogni tanto mi tornano in memoria alcuni post scritti e dei quali mi aspettavo di ricevere (come solitamente avviene quando denuncio da questo blog qualcosa che ritengo essere non proprio conforme alle regole sociali di civile convivenza, legalità e quant’altro…) un celere riscontro!!!

Certo, come ripeto spesso, bisogna saper passare dalla parole ai fatti e su questo punto penso che il sottoscritto abbia poco da recriminarsi, visto l’esiguo spazio ormai rimasto su dove porre gli esposti fin qui presentati in questi lunghi anni, molti dei quali debbo dire hanno avuto quella giusta attenzione ed altri viceversa ahimè sono rimasti inevasi e celati all’opinione pubblica (chissà… forse debbo pensare per ragioni di pura convenienza, visti i nomi autorevoli segnalati), ma che potranno come diceva Primo Levi esser riportati alla luce in qualunque momento: “La memoria è uno strumento molto strano, uno strumento che può restituire, come il mare, dei brandelli, dei rottami, magari a distanza di anni”.     

D’altronde si sa quanto si scrive si riporta in vita la memoria, non altro quindi che la peculiare coerenza di ciascuno di noi e che rappresenta la nostra stessa ragion di vivere, quell’incontaminato sentimento messo in pratica attraverso le azioni, poiché senza di esse non siamo nulla!!!

Purtroppo la memoria ci presenta non sempre ciò che scegliamo, ma ciò che altri vorrebbero farci dimenticare e stranamente, è proprio quel pensiero a imprimersi sempre più vivamente dentro noi, tanto che diventa difficile dimenticarlo!!!

Ed allora tra questi miei pensieri mi sono ricordato di una formale richiesta di audizione inviata al Presidente del CTS, Dott. Avv. G. Armao, da parte del Presidente del “Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna” Dott. Alfio Grassi per nome/conto delle associazioni di categoria tra cui quella da egli rappresentata “Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna” e “CONSICAV” insieme a “CNA Sicilia” – vedasi link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/11/cts-inviata-al-presidente-g-armao-una.html

Come ho scritto nel mio titolo d’apertura, andando a ricercare eventuali notizie sul web di quell’incontro non ho trovato nulla, eppure, dalla comunicazione inviata dal Dott. Grassi si faceva riferimento a “disfunzioni della Commissione Tecnica Specialistica del “Servizio 1 VIAVAS dell’ARTA SICILIA” in violazione dei principi regolamentari e normativi a cui spetterebbe l’obbligo di attenersi”.

Ritenevo quindi,  osservando quanto fosse stato riportato nella missiva, che la minima reazione compiuta da parte di quell’Ufficio sarebbe stato di contattare immediatamente quelle Associazioni di categoria per comprendere in maniera dettagliata a quali anomalie essi facessero riferimento e soprattutto conoscere i nomi di quei possibili funzionari che avessero determinato quelle “disfunzioni“, ma da quanto ho potuto costatare e visto l’attuale silenzio generato, ho compreso che forse nessuno sia interessato a scoprirlo!!!

Proverò quindi nei prossimi giorni a contattare nuovamente il Dott. Grassi per conoscere se vi siano stati nuovi sviluppi di cui attualmente non sono a conoscenza e mi riprometto tra l’altro in quell’occasione di consigliare il Presidente del Consorzio – nel caso in cui quelle circostanze dovessero attenersi a fatti gravi – di denunciare quanto emerso presso le autorità competenti e nel contempo di rendere pubblici e quindi visibili quelle informazioni in Suo possesso (non chiedo ovviamente – anche se la circostanza non mi dispiacerebbe – di farlo attraverso questo mio “umile” Blog) in uno dei tanti siti noti del web.

Cari lettori, a presto quindi…

CTS??? Il Presidente Alfio Grassi mi ha preannunciato alcune novità…

Premetto che alcuni giorni fa ho incontrato casualmente – all’interno di un Aula penale del Tribunale di Catania, nella quale ero presente per assistere all’udienza – il Presidente del “Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna”, Dott. Alfio Grassi. 

Conclusosi il procedimento, ho approfittato per chiedere ad Egli se vi fossero delle novità con il “CTS” (Comitato Tecnico Specialistico) ed in quella circostanza, il Dott. Grassi, mi ha comunicato che era in attesa di ricevere alcune risposte e quindi, dopo esserci scambiati i reciproci contatti, mi ha avvisato che sarei stato da Egli contattato, appena fossero emersi degli sviluppi significativi.

E difatti proprio stamani ho ricevuto una Sua telefonata con la quale m’informava che si stava per procedere con la richiesta di un’audizione da parte delle associazioni di categoria tra cui quella da Egli rappresentata, per l’appunto il “Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna”, in rappresentanza dei loro associati, esercenti di cava che operano nel territorio regionale.

Sono venuto a conoscenza quindi che…

CONTINUA

 

Fa parte della "natura umana": chiesti trecentomila euro per pilotare una sentenza!!!

Avevo scritto proprio ieri sulla natura umana dei magistrati, della circostanza che essi non fossero dei supereroi, inattaccabile sotto il profilo morale, vero e proprio baluardo della legalità… si belle parole, ma nei fatti uomini e donne restano e come tali si comportano, non tutti per nostra fortuna, ma qualcuno ogni tanto “cade” ed è quanto accaduto in questi giorni ad uno di essi, ora accusato di tentata concussione per aver chiesto 300mila euro a un imprenditore che intendeva costruire un hotel…

Come dicevo, vi sono anche i magistrati retti, quelli che svolgono in maniera corretta la propria professione, anche quando si tratta di dover compiere delle indagini nei confronti di un collega, ed è così che un pm della Procura di Bari, insieme alla Guardia di finanza, ha dato il via – dopo la denuncia dell’imprenditore – ad un provvedimento che si è concluso con la notifica agli indagati.

Come riportavo sopra, la vicenda vedeva un’imprenditore, a cui erano state contestate delle cartelle esattoriali per circa 2 milioni di euro e per le quali aveva si era opposto con ricorsi alla giustizia tributaria, ricorsi accolti ma poi impugnati dall’agenzia delle entrate.

Ecco però che prima dell’appello, qualcuno avrebbe chiesto al costruttore del denaro soldi per dirottare la causa giudiziaria in suo favore, all’incirca 300.000 euro… 

L’imprenditore viceversa si sarebbe rifiutato di pagare e di conseguenza i procedimenti si conclusero con l’accoglimento dell’appello dell’agenzia delle entrate, nel frattempo però le denunce presentate portarono agli arresti del magistrato e di suoi complici, per corruzione in atti giudiziari..

Scriveva Giuseppe Scarpino: “Un uomo è tale se sceglie sempre di entrare dall’ingresso principale”!!!

Omicidi compiuti nelle riunioni condominiali??? Ho come la sensazione che alcune negligenze vadano ricercate nell'operato superficiale di una parte delle nostre Istituzioni!!!

Sono passati solo alcuni mesi da quella lite condominiale (dicembre 2022) che portò un condomino ad uccidere tre donne a Roma ed ora nuovamente una lite condominiale che termina ahimè con l’ennesima vittima – vedasi i link: 

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2022/12/11/lite-per-il-condominio-spara-e-uccide-tre-donne_bd4629d0-281a-4e10-8316- 903d29b3c74a.html   

https://www.ansa.it/lazio/notizie/2023/07/08/ucciso-con-mazza-da-baseball-per-lite-condominiale-tre-arresti_39ca721d-7591-42d9-a372-8472bafa4233.html 

Sembrerà incredibile, ma a differenza della generale omertà con cui ogni giorno mi scontro, posso assicurare che il problema fondamentale su quanto accade inmolti condomini è da ricercarsi principalmente nella superficialità o per meglio dire nella poca preparazione di alcuni “togati o uomini con la “divisa”…

Perché il problema fondamentale che in molti non vogliono capire o fanno finta di non capire per ragioni o interessi che non sto qui a riportare… è che dietro quei condomini girano parecchi soldi, in particolare quando questi presentano bilanci da oltre un milione di euro, (neppure certi nostri Comuni viaggiano su queste cifre…) e risulta quindi facile intuire che siano in molti a voler fare di tutto pur di gestire tutta quella montagna di denaro… 

Ma la circostanza più grave e che questo tipo di situazioni vengano affrontate dalle nostre Istituzioni come fossero semplici beghe condominiali, eppure vi sono casi in cui queste presentano tipologie di reati le cui sanzioni sono ben riportate nel codice di procedura penale… 

Mi riferisco a raggiri, appropriazione indebita, mala-gestio, bancarotta e trasferimento fraudolento di valori, danno all’erario, a cui si sommano in taluni casi, associazione a delinquere finalizzate a commettere truffe a danno dello Stato nell’ambito delle misure di sostegno al settore edilizio, parlo di quei “Bonus” concessi dallo Stato per lavori di recupero o restauro di facciate…

Vanno altresì evidenziati, oltre a quanto riportato sopra, altri specifici fatti gravi che hanno fatto emergere in taluni condomini: favoreggiamento alla latitanza, associazione mafiosa, spaccio, estorsione, usura, etc…

E sì perché un condominio, quando esso è rappresentato da un numero considerevole d’individui, può essere paragonato ad una piccola comunità, costituita da migliaia di persone che in certi periodi dell’anno, possono anche raggiungere le 5/6mila unità… 

Ed allora pur comprendendo la natura civilistica della definizione di condominio, non sempre questa definizione va dimessamente accettata per com’è, se pur la regola preveda che basti semplicemente che il numero di proprietari e di unità immobiliari superi una determinata soglia, per diventare obbligatoria la nomina di un amministratore e la redazione di un regolamento… 

Ma non sempre il condominio è quello…  quantomeno questa regola vale quando la gestione del condominio viene eseguita in maniera corretta, ma quando vi è la presenza di reati, quando si è già proceduto a denunciare gravi fatti emersi, quando ahimè ci si trova a dover combattere con un muro di gomma istituzionale che non effettua le dovute verifiche, quando si sa essere demandati a quel compito, ma ancor peggio, si disinteressa di leggere i documenti ricevuti, ditemi… o meglio, mi rivolgo come cittadino al mio caro Presidente Mattarella: a cosa serve denunciare, denunciare, DENUNCIARE???

E si… perché chi dovrebbe verificare dorme, chi dovrebbe studiare quelle carte fa in modo che esse vengano insabbiate, ed ancora, si ci si ritrova a dover costatare come in taluni uffici istituzionali (auspico soltanto che i nominativi di quei soggetti trasmessi ad alcune note testate d’inchiesta televisive possano prima o poi emergere…) si dorme, mentre viceversa alcune Procure o per meglio dire talune “PG” (vedasi ad esempio quella di Messina…), fanno il proprio dovere!!! 

Difatti, mentre chi ha ricevuto gli esposti li ha ritenuti semplici “beghe condominiali” (il problema va anche ricercato in quel sistema massonico addentrato all’interno dei nostri apparati pubblici), mentre per fortuna, in altre strutture (dove sono presenti ufficiali e agenti di polizia giudiziaria integerrimi e professionali), quelli ad esempio che appartengono alla sezione diretta e funzionale del Procuratore della Repubblica, beh… in quelle Sedi, le verifiche condotte hanno viceversa evidenziato come i reati a suo tempo denunciati, avevano ragione di essere e che quindi, quanto già in mano da tempo a taluni magistrati, avrebbe dovuto condurre ad una definita sentenza di condanna e invece siamo ancora qui a parlarne… 

Già…. ci si è palleggiati per anni, sono cinque per l’esattezza (da quel lontano 2018 in cui è stato presentato il primo esposto…) e se non fosse per la sola volontà di chi come il sottoscritto (ma anche di molti amici, gli stessi che in questi lunghi anni, hanno dimostrato di avere seguito l’esempio…) non sa piegarsi a quel sistema colluso e dimostra – con i fatti – di non aver paura di nulla e di nessuno, per raggiungere – dopo anni di silenzi assordanti e circostanze al limite della illegalità – lo scopo prefissato e cioè riportare giustizia e legalità dove non c’è!!!

Sì… qualcosa è stato fatto, chi di dovere è stato rinviato a giudizio, ma nel frattempo come dicevo, l’illegalità ha continuato come nulla fosse, utilizzando il banale stratagemma, di passare di mano in mano…

Ed allora mi chiedo, ma lo Stato cosa fa??? 

Parlo dello stesso Stato che attraverso il Tribunale ha nominato (a seguito di quanto dal sottoscritto e da altri compiuto) un suo Amministratore, sì…  “giudiziario”, ma a cui di fatto è stato reso impossibile operare, perché altri, quegli stessi che ora sono stati rinviati a giudizio, non ne consentono in pratica la sua corretta gestione, neppure quando obbligati alla consegna, dinnanzi all’ufficiale giudiziario e alle forze dell’ordine, che vengono presi di fatto, a pesci in faccia!!! 

Ho saputo che proprio alcuni giorni fa, in una sala riunione di quel condominio, una Sig.ra insieme ad altri condomini sono stati aggrediti, subendo violenze non solo verbali, ma anche fisiche, soltanto per essersi voluti ribellati a quel sistema coercitivo e di malaffare, maltrattamenti che sono stati immediatamente denunciati alle forze dell’ordine presenti nella Struttura Ospedaliera, durante quello spiacevole ricovero…

Ed allora “mio caro Stato“, mi chiesdo: cosa bisogna attendere ancora ??? Forse di contare le prossime vittime di quel Condominio??? 

Permettetemi di riportare la parte conclusiva di una missiva ufficialmente inviata dal sottoscritto alcuni giorni fa a mezzo Pec : “Ecco perché richiedo un intervento mirato da parte delle Istituzione di cui all’indirizzo, per far sì che le parole espresse alcuni giorni fa dal nostro Presidente Mattarella,  parlando di legalità in una scuola, trovino finalmente quel giusto riscontro: grazie al lavoro prezioso delle Istituzioni, delle forze dell’ordine, delle associazioni di volontariato, la cultura dell’antimafia e il rigetto alla corruzione passa attraverso noi tutti, spezzando definitivamente le catene dell’omertà e della paura. Noi, non dobbiamo smettere di vigilare, il malaffare è sempre presente, capace di vivere nascosto e pronto a rialzare la testa al minimo sintomo di cedimento. La Repubblica vi è vicina e tutte le amministrazioni pubbliche devono far sentire con efficacia la loro presenza accanto ai cittadini e insieme a tutte le espressioni della società civile”.

Si… Presidente, veramente delle belle parole: peccato che non abbiano alcuna attinenza con la realtà in cui viviamo!!! 

Sì… ora che è iniziata la stagione estiva, si ricordano di quel "Consorzio rete fognante"!!!

“Signor sindaco, noi sto consorzio della rete fognaria la dobbiamo sistemare. Abbiamo fissato due appuntamenti e le stai rinviando. La merd** sulle spiagge, senza una guida all’interno del consorzio non lo accetto, poi mi girano i coglio** e partono le denunce. Se voi pensate che questi giochetti portano a bloccare le cose, avete sbagliato soggetto. Fari u babbu per non pagare il dazio con me non funziona, caro sindaco Stracuzzi. Ci ho messo la mia faccia per salvare Giardini Naxos da un danno irreversibile e ancora i rappresentati del comune di Taormina, da me designati, non si sono potuti insediare a causa di questi ragionamenti“, afferma Cateno De Luca – contro il Sindaco di Giardini Giorgio Stracuzzi. 

Mi dispiace Sig.ri, ma credo che su questa vicenda siate leggermente ritardo, ah… permettetemi di aggiungere che per quanto riguarda le denunce, queste sono state già da tempo presentate a tutti gli organi inquirenti, che hanno – come forse non sapete – portato al sequestro di quell’area e del depuratore fognario… 

Certo, va altresì detto che purtroppo la magistratura non sempre ravvede quanto accade, in particolare da Tribunale di Messina ahimè qualcuno ha deciso di stralciato un esposto, per l’appunto quello per inquinamento ambientale, ma mi consolo avendo preso atto che quel provvedimento del giudice non è stato di fatto tenuto in considerazione, dal momento che pochi giorni dopo quello stralcio, sia la GDF che il gruppo NOE hanno sigillato tutta quell’area dichiarandola “inquinata”!!!

E sì… perché le denunce servono a poco quando si sbatte contro le amministrazioni pubbliche o una magistratura che dimostra possedere poca competenza tecnica su ciò che s’intende per danno ambientale; d’altronde trattasi di circostanze che presentano fatti dolosi o quantomeno colposi, in violazione a quelle previste disposizioni di legge o di provvedimenti adottati, in base ai quali chi compromette l’ambiente arrecando danno, alterandolo, deteriorandolo o distruggendolo, in tutto o in parte, è obbligato di fatto al risarcimento nei confronti dello Stato!!!

Eppure come sempre accade, si continua così, tra l’indifferenza generale e dire che sono anni che le notizie vengono pubblicate sul web e alcuni i cittadini coraggiosi ne hanno pure denunciano le gravi condizioni, ma a cosa sia servito tutto questo impegno, quando poi il risultato resta invariato???

Il Sindaco De Luca ho letto in un articolo che “chiede alle chiacchiere di affiancare i fatti; i quattro comuni Taormina – Giardini – Castelmola – Letojanni dovrebbero unirsi in un unico sistema ma purtroppo il mondo è anche popolato da nani, da nani della politica. Bisognerebbe fare una strategia all’altezza dell’ orizzonte stupendo che abbiamo.”

Sig. Sindaco, c’è un motivo che ha spinto finora che tutto rimanga così com’è… quindi, se vuole approfondire l’argomento, può contattare il sottoscritto alla seguente mail: nicolacostanzo@live.it o anche attraverso la mia cara amica, Sig.ra Romj Crocitti, che proprio oggi ho saputo che Le ha inviato un messaggio…

Resterà sbalordito dai documenti in nostro possesso, ma soprattutto da quanto potrà leggerà, comprenderà i reali motivi per cui finora non si è fatto nulla!!!

Sig. Sindaco De Luca, per qualsivoglia chiarimento, resto a sua disposizione, con l’auspicio che finalmente si passi dalle parole sterili a fatti concreti!!!

Consorio Rete fognante: finalmente qualcuno inizia a parlare…

“Così non si può andare avanti, serve una gestione professionale e seria e non è più ammissibile che ogni socio non faccia il proprio dovere”. 

Il sindaco di Letojanni, Alessandro Costa, non ammette più alibi sulla conduzione del Consorzio Rete Fognante, di cui fanno parte anche i Comuni di Taormina, Giardini Naxos e Castelmola, e giovedì sera in Consiglio comunale ha auspicato un rapido cambio di registro. 

L’aula ha dato il via libera all’unanimità al pagamento delle passività pregresse, pari a 327mila 388 euro, con l’applicazione dell’avanzo di amministrazione accertato sulla base del rendiconto 2022. 

“Con l’approvazione degli atti contabili del Consorzio, i revisori dei conti hanno accertato passività pregresse per quasi 8 milioni di euro, di cui circa 6 milioni per bollette elettriche – ha detto Costa – la soluzione è complicata, Taormina ha un debito di quasi 5 milioni di cui 3milioni 915mila 159 euro per il periodo 2008-2020 e 1 milione 028mila euro per gli anni 2021 e 2022, Giardini Naxos deve 2 milioni 586mila euro e Castelmola 306mila euro. 

Noi ritenevamo di essere in regola, in quanto abbiamo sempre pagato le quote annuali per i costi di gestione, che nel tempo sono però cresciuti, e adesso pagheremo questa ultima parte (ieri mattina è stato effettuato il versamento, ndc) che a nostro avviso era un debito presunto in quanto da dimostrare. 

Adesso abbiamo pienamente regolarizzato la nostra posizione, eventualmente tratterremo le somme dalle quote future. 

Il Consorzio Rete Fognante ha fatto i decreti ingiuntivi ai quattro Comuni – ha aggiunto Costa – siamo alla follia totale, visto che sono gli stessi enti che ne fanno parte”. 

Il sindaco ha auspicato che dopo le elezioni a Taormina vengano assunte decisioni forti, anche perché Letojanni, come Giardini Naxos, è un comune ricevente in cui ricadono i depuratori, entrambe località turistiche di pregio così come Taormina e dove il funzionamento degli impianti di depurazione è determinante per il sistema dell’accoglienza. 

A Letojanni i timori di malfunzionamenti del sistema fognante sono alti: “L’estate scorsa abbiamo subìto un danno ambientale, economico e di immagine notevole – ha detto in Consiglio il capogruppo Cateno Ruggeri – con un divieto di balneazione istituito a metà agosto nel nostro mare a causa degli scarichi fognari a Mazzeo. Non possiamo subire ancora, ci deve essere un cambio di marcia, Taormina rivendica sempre la presidenza del Consorzio Rete Fognante ma poi non paga, c’è stata una gestione poco professionale e molto allegra, il guasto dello scorso anno è dietro l’angolo e la fogna finirebbe nuovamente nel nostro mare. Non lo consentiremo più”.

Ma la circostanza più assurda è che vi sono stati cittadini, come il sottoscritto, che le ha denunciate queste condizioni gravi, ora nuovamente emerse – sia finanziarie, ma soprattutto ambientali – ma purtroppo non è stato ascoltato!!!

Già… quei miei appelli presentati, sono stati dalla giustizia disattesi, attraverso i suoi magistrati che hanno di fatto stralciato – per motivi ancora incomprensibili – gli esposti presentati, ma per fortuna, sì… a differenza loro, altri soggetti istituzionali ben più efficienti, mi riferisco agli organi di controllo della Gdf e del gruppo NOE dei Carabinieri, hanno messo sotto sequestro sia il depuratore che l’area adiacente protetta, denominata parco fluviale dell’alcantara, gestito da un Ente pubblico, tra l’altro questo sottoposto a controllo e vigilanza della Regione siciliana, proprio per la conservazione e la salvaguardia dell’habitat e delle specie, vedasi il post: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/03/scusate-ma-ho-difficolta-comprendere.html 

In questi anni si è pure provato a dare una soluzione pratica (parlo dal punto di vista finanziario) ai rappresentanti di quei Comuni, ma da quanto ho potuto costatare, a nulla quei consigli sono serviti dal momento che quest’ultimi non sono stati minimamente presi in considerazione, eppure dove trovare i soldi necessari, per risolvere il problema gli era stato pure suggerito, già… con il cucchiaino, ma qualcuno fors, debbo pensare, aveva più interessi a insabbiare la vicenda che a portarla alla luce!!!

Ed ora in prossimità della stagione estiva, ci ritroviamo ancora una volta a parlarne, perché in questo sono bravi, a parlare, a parlare, a parlare, ma mai una volta, a mettere la parola “fatti” a quelle loro sterili parole!!!

Ci promettono (soprattutto in queste giorni di votazioni…) che qualcosa cambierà, ma la verità è che non cambia nulla perché è così che vogliono che continui e noi tutti ahimè, siamo qui a pagarne le conseguenze!!! 

Povera Sicilia…

      

Ma quale caz… di "antimafia"!!!

Cosa avevo scritto alcuni giorni fa… 

Ecco le foto esposte presso le pareti di quella scuole con le immagini delle nostre vittime della mafia, giudici, uomini delle istituzioni, militari, ma anche semplici cittadini coraggiosi e poi, sempre in quella scuola ( ma potrei dire anche in tantissime altre, vedasi quanto accaduto a certi insegnanti di Campobello di Mazara…) ci sono loro, quei soggetti che vengono tra l’altro insigniti dal nostro Presidente della Repubblica, per la loro opera di “legalità”!!!

Minch…, mi viene da dire, ma prima di dare plausi e insignire onorificenze non sarebbe il caso di valutare quei particolari soggetti così fortemente dediti alla legalità, riconoscendone con i fatti, il reale contributo dato sul campo nel contrasto di quelle attività promosse da quella associazione criminale???

L’avevano chiamata la “preside antimafia” ed ora che i carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo sono andati a notificarle l’ordinanza e rimasta quasi sorpresa… 

Questa preside insieme al suo vicepreside e ad una dipendente di una rivendita di prodotti informatici, sono ora accusati di peculato e corruzione, tutti ai domiciliari per una indagine che ha svelato l’ennesimo sistema criminale messo in atto in questo fragile e corrotto paese…

Ora certo sono tutti a meravigliarsi su quanto accaduto, direi quasi sorpresi, come se nessuno sapesse che queste situazioni sono all’ordine del giorno, d’altronde basti vedere quanto accaduto poche ore fa a Latina, con l’arresto di un magistrato che si occupava di beni sequestrati ( di cui parlerò domani…) e che dimostra ancora una volta, come anche nei Tribunali lo schifo è fortemente presente e chi ha il coraggio di denunciare – ecco caro Presidente Mattarella forse sono questi i soggetti che le dovrebbe premiare, ma lasciamo perdere, tanto è fiato perso – si ritrova coinvolto in un sistema che gli si ritorce contro, già… un muro di gomma fatto di connivenze e affiliazioni massoniche!!!

Come riportavo sopra le prove ci sono è le denunce altrettanto, ma nonostante quanto fatto da quei cittadini coraggiosi, ci si ritrova sempre a dover combattere contro un sistema posto a protezione degli amici degli amici, già proprio come quelli di cosa nostra, ma questi hanno le toghe, posti lì a fare in modo che alla fine ci si scoraggi e ci si arrenda, questo ovviamente è quanto essi sperano… poveri illusi: non sanno con chi hanno a che fare!!!

Già… come dicevo è veramente incredibile quanto avviene, ma d’altronde non vi è modo di contrastare questo sistema corruttivo e clientelare, poiché la maggior parte di quei magistrati, con quelle loro arbitrarie azioni, con quegli ambigui provvedimenti, con quei sospetti stralci e quant’altro posto in campo, evidenziano palesemente di essere fortemente compromessi!!!

E difatti ritengo dalla mia personale esperienza, che è soltanto attraverso azioni di forza come quelle mediatiche, che si riesce – il più delle volte – a far primeggiare la verità, sempre che si riesca a coinvolgere quei direttori di quotidiani o testate web, disposti a metterci la propria faccia e a seguire quelle valide argomentazioni, altrimenti ahimè si finisce come il giornalista Massimo Giletti, zittito e limitato dalla propria redazione, pur di insabbiare tutte le verità scomode di cui era venuto a conoscenza e che qualcuno ha imposto che non venissero portate alla luce!!!

E la chiamano “antimafia”: si del caz…!!!

La libertà non può mai essere "Pizzo"!!!

Una presa per il cul…. 

Già, prima vittima della mafia e poi dell’antimafia!!!

Sembra incredibile eppure – a suo dire – da entrambe, questo imprenditore campano, ha subito di fatto un estorsione. 

Ed allora raccontiamo questa storia…

Siamo nel marzo 2020 e alcuni affiliati alla camorra chiedono ad un imprenditore di pagare il pizzo, seimila euro all’anno, sì… questo era il prezzo da pagare per poter continuare la propria attività.

L’imprenditore decide allora di denunciare e così pochi giorni dopo iniziano le ritorsioni, cui son seguite di lì  a poco, minacce, furti, precisamente due furgoni.

L’imprenditore comunque si dimostra fermo nelle sue posizioni e non paga e così con il passar del tempo, il suo caseificio viene un giorno avvolto dalle fiamme, un danno quantificato secondo i consulenti assicurativi intorno al milione di euro!!! 

Comprendere da voi come in quell’incendio, non sia bruciata la sola azienda, ma tutta la vita di un onesto imprenditore e soprattutto il futuro della propria famiglia; ma non solo, grazie a questo Stato fallace nel saper proteggere quei cittadini coraggiosi, è andata in fumo anche quel po’ di legalità che ancora sopravviveva!!!

E sì… perché le cose vanno dette con il loro nome e cognome, senza giri di parole, senza quei classici proclami o quelle abituali iniziative del caz…, peraltro sono le stesse che sappiamo bene non portano a nulla, perché lo Stato, si quello stesso Stato che tanto si vanta ora (dopo trent’anni…) di aver preso il boss di Castelvetrano, deve saper dimostrare di esserci sempre, in particolare proprio quando accadono fatti gravi come quelli sopra descritti!

Ma sappiate comunque che la circostanza più grave non è quella riportata sopra (se pur certamente gravissima…), già… perché dopo essere stato vittima di quell’associazione criminale, ecco giungere per quell’imprenditore una nuova batosta: l’associazione antiracket!!!

Difatti, chi avrebbe dovuto affiancarlo con un supporto legale in quella lotta alla criminalità, per come d’altronde riportato in quel loro Statuto “promuovere l’elaborazione di strategie di difesa e di contrasto al racket delle estorsioni, all’usura e a tutte le forme di criminalità che ostacolano la libertà d’impresa. Inoltre, si impegna a garantire assistenza legale e solidarietà agli imprenditori vittime del fenomeno mafioso ed in particolare a chi è colpito da attività estorsive ed usurarie – e veniamo agli obblighi – gli associati hanno l’obbligo di svolgere la propria attività verso gli altri in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro, anche indiretto”, si dimostra nei fatti altrettanto esecrabile, chiedendo a quel disperato imprenditore, un costo di tremila euro al mese, per intervenire a favore della sua causa…

Sorge quindi una domanda: ma in quello Statuto l’Associazione non dichiarava di garantire il gratuito patrocinio? Ed allora com’è possibile che accade il contrario (già le circostanze fanno pensare che esse non siano nei modi così dinnanzi anzi tutt’altro…), perché “per essere difesi, bisogna pagare” e così quell’imprenditore è costretto ad effettuare i bonifici richiesti, due da tremila euro ciascuno, con causale: spese legali!!!

La storia ovviamente continua con rassicurazioni, promesse di denaro che non giungeranno mai ed infine prese di distanza da parte del Presidente dell’Associazione antiracket (che ha dichiarato di essere sorpreso e di non sapere nulla di questa vicenda), per quel loro associato che ha evidenziato, comportamenti e atteggiamenti, inqualificabili. 

Quest’ultimo, va detto è stato denunciato dall’associazione antiracket e si è dovuto dimettere dall’incarico.

In questi anni ho scritto post feroci su talune associazioni antimafia di facciata (basti scrivere su “cerca” la parola “antiracket”), non per nulla le stesse cronache giudiziarie, hanno evidenziato come queste organizzazioni non siano nuove a questa tipologia di comportamenti e le denunce presentate in tutta Italia, da tantissimi imprenditori, confermano ma soprattutto rafforzano, quelle disonorevoli prassi!!!

Certo non proprio una pagina di legalità di cui andare fieri, per fortuna che queste rappresentano la minoranza nel Paese…

C'è anche un carabiniere coinvolto nell'inchiesta "appalti e commesse" sotto controllate dalla 'ndrangheta!!!

Sono tre gli imprenditori ed un pubblico ufficiale a finire ai domiciliari nell’ambito dell’operazione “Revolvo” condotta dalla Guardia di Finanza in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta del procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri. 

Nell’inchiesta sono indagate altre 10 persone tra cui sei funzionari del Comune di Reggio Calabria, contestualmente è stato eseguito un sequestro preventivo ad 11 imprese attive nel settore edile, per un valore stimato in oltre 10 milioni di euro. 

Assieme ai tre imprenditori, è finito ai domiciliari un carabiniere in servizio a Vibo Valentia e all’epoca dei fatti contestati in forza alla caserma dell’Arma «Modena» di Reggio Calabria. 

L’inchiesta è il seguito dell’operazione «Araba Fenice» e fonda le sue basi sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, che secondo gli inquirenti, avevano descritto del monopolio della ‘ndrangheta negli appalti pubblici indetti dal comune di Reggio Calabria.

In particolare, sarebbe stata accertata l’esistenza di un consolidato sistema illegale fondato su ripetuti favoritismi protratti nel tempo, a fronte di utilità corrisposte ai funzionari pubblici, in un consolidato rapporto di “do ut des”. 

Il carabiniere in particolare avrebbe consentito a uno degli indagati, sottoposto agli arresti domiciliari, di disattendere sistematicamente le prescrizioni derivanti dalla misura cautelare. Oltre a ciò, il graduato avrebbe fornito mezzi e apparecchiature tecniche al fine di consentire a soggetti investigati di eludere, tramite vere e proprie “bonifiche” ambientali, eventuali attività di intercettazione condotte a loro carico. L’esecuzione della misura degli arresti domiciliari nei confronti del militare è stata eseguita con il supporto del Comando Provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia. 

Ora, l’appuntato scelto dei carabinieri è stato accusato di concorso esterno con la ‘ndrangheta e secondo la Dda, egli era fi fatto al servizio della cosca, in particolare, si sarebbe messo a disposizione fornendo veicoli e apparecchiature tecniche nella sua disponibilità al fine di garantire “libertà di movimento e bonifiche del territorio da possibili microspie”.

Il militare, inoltre, avrebbe informato su attività di indagine nei confronti di taluni affiliati o di disattendere i domiciliari a cui alcuni di essi erano sottoposti, omettendo di denunciare la sistematica violazione delle prescrizioni.

Sono tutti indagati per concorso esterno in associazione mafiosa e per i reati di corruzione e atti contrari ai doveri di ufficio.

A Ischia come in tutto il paese si continua a morire, sempre per gli stessi motivi!!!

Sì… sono i mancati controlli, quelli che in quasi tutti i miei post vado riproponendo…

Il problema fondamentale difatti non è soltanto da ricercarsi nella mancata prevenzione di tutti i rischi idrogeologici che come ben sappiamo, sono presenti ovunque nel territorio nazionale…

No… ciò che non si vuole fare, va ricercato nei mancati accertamenti da parte di chi è preposto al controllo del territorio, mi riferisco a quanti chiudono abitualmente un occhio e non evidenziano a chi di dovere, quelle condizioni di fragilità o ancor peggio l’uso scorretto che se ne fa, ad esempio, nel celare una costruzione abusiva posta in un area pericolosissima…

Beh… come ormai ripeto spesso, nessuno vede nulla e quegli esigui coraggiosi che viceversa provano a far emergere i problemi, denunciando a chi di dovere quanto ahimè scoperto (ma peraltro era già visibile a tutti…), ecco che incredibilmente trovano un muro di gomma, poiché quest’ultimi hanno poco interesse a mettere in atto quelle procedure al fine di rendere efficace la giustizia in questo paese…

Su quest’ultimo punto, è proprio la politica a evidenziare le maggiori responsabilità!!!

Difatti, invece di provvedere a mettere in sicurezza il territorio o ad abbattere quelle centinaia di migliaia di case abusive, mai ufficialmente autorizzate, ecco che per amore di quelle preferenze elettorali o chissà per evitare rivolte di piazza o ancor peggio per evitare ripercussioni personali come ad esempio l’infastidire pericolose ingerenze criminali, ecco che da parte delle istituzioni si preferisce soprassedere, sì… solitamente si resta in attesa, forse perché si auspica che dal governo nazionale intervengano nuovi provvedimenti legislativi, in particolare condoni, già… per la felicità di tutti…!!!

Nel frattempo basta un po’ più d’acqua dal cielo e si muore!!!

Quanto siamo ancora disposti a sopportare…

Mi permetto di pubblicare un estratto di una comunicazione ricevuta, già preceduta da parecchi esposti!!!

Ieri in Tv ho visto un servizio di una operazione condotta dalle forse dell’ordine in cui dei lavoratori erano costretti a tornare dei soldi della loro paga ai datori di lavoro….

Avete messo fine a tutto ciò, bene, ma mi chiedevo, ma quei Signori che per anni sono stati pagati mensilmente in nero con assegni del                        per una pseudo collaborazione               , oppure quei pseudo collaboratori esterni, mai ufficializzati                                 pagati con assegni                             o quei muratori licenziati (percettore di disoccupazione), che continuano ad operare nella medesima struttura sempre a nero per il                              percependo denaro che viene sì giustificato, ma su semplici fogli di carta e ancora, quei professionisti che senza rilasciare fattura ricevono somme di denaro ingiustificate, il tutto accertato da un                                                             . 

L’altro giorno                                                         

Ora, capisco che                                        ma mi chiedevo i soldi non sono forse sempre soldi, i reati pure???

Certo stamani pensavo siamo in Italia dove attualmente non abbiamo un Governo, siamo in Sicilia dove le regole vengono spesso infrante, dove l’ex Presidente dei beni confiscati, magistrato Saguto, è stato appena condannato, dove vige la legge del più forte e dei mafiosi che si fanno compagnia con i Massoni che esercitano il loro potere senza neppure nascondersi e poi ci sono i cittadini… i quali, se non si adeguano vengono vessati, perseguitato e talvolta ahimè uccisi!!! 

Quello di oggi e questa email non sono uno sfogo, ma oggi dobbiamo decidere tutti insieme, Voi compresi: quale scenario siamo ancora disposti a sopportare e se forse, non sia giunto il tempo, di intraprendere un percorso più duro e risolutivo che possa ridarci dignità???


E' bello sapere che quando chiami, lo Stato risponde!!!

Alcuni giorni fa avevo scritto un post intitilato “Controllo del territorio??? Sì, una bella frase…“: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/01/controllo-del-territorio-si-una-bella.html e stamani passando su quel tratto stradale, ho potuto costatare come finalmente qualcuno avessse letto il mio post, ed abbia dato l’imput per rimuovere quel pericoloso scooter da quel viadotto…

Ecco, questo è il segnale che vorrei sempre ricevere come cittadino dallo Stato o ancor meglio da quei suoi referenti, quello cioè che quando vi è un problema, qualcuno si prenda cura delle richieste ricevute e si provveda celermente a risolverle…

Perché va detto, se da un lato si chiede a noi cittadini di partecipare attivamente, di segnalare e quando necessario denunciare fatti e misfatti (come detto nel programma di Canale5 “Striscia la notizia”), dall’altro ci vuole chi dia sempre a quegli esposti seguito, perchè essi non debbono avere obbligatoriamente carattere  ufficiale o protocollate su carte bollate o ancor più, esser presentate nelle varie Procure Nazionali (d’altronde credetemi, bastano già – per vicende più importanti – quelle uficialmente presentate durante l’anno…), ma basta semplicemente portarle a conoscenza di chi di dovere, per come ad esempio fatto dal sottoscritto in questa circostanza…

Sì, perchè va detto, una dei contesti che soliatmente avviene in questa terra è quello che ciascuno pensi esclusivamente ai caz…. propri, già… si continua imperterriti ad essere omertosi, anche nelle occasioni più banali, quali ad esempio quella sopra rappresentata!!!

E difatti – pur avendo voluto puntare l’indice nei confronti di chi avrebbe dovuto controllare meglio il territorio – mi viene però spontaneo esprimere, come l’indolenza dei miei conterranei sia stata altrettanto, se non peggiore, di quanti dovevano occuparsene in quanti preposti a quel compito!!!

Se i cittadini non parlano quando vedono situazioni imbarazzanti, quando solitamente ci si gira dall’altro lato o ancor peggio si fa finta di non vedere, quando si pensa erroneamente che certe situazioni non siano mai di loro competenza ma che debbano essere altri ad occuparsene, quel qualcuno che debba fare sempre per noi quei compiti, beh… ditemi, ma come si può pensare di cambiare questa terra???

Se non siamo noi i primi a volere il cambiamento cosa pretendiamo di aspettarci dagli altri, quale terra vogliamo consegnare ai nostri figli e poi di contro ci meravigliamo che vogliono andarsene via…

Ciascuno deve imparare a fare il proprio dovere, senza aspettare gli altri o credere che per muoversi bisogna attedersi una coccarda in cambio!!!

Le cose vanno fatte per il bene comune, per salvaguardare il nostro territorio, in particolare l’ambiente, ma non solo, anche la sicurezza pubblica va tenuta sotto osservazione e quindi, quando si vede qualcosa di strano, una circostanza che pensiate possa essere illegale, abusiva, irregolare, quando avete anche solo la sensazione che si stia procedendo contro la Stato o le sue norme, beh… segnalate, denunciate, fate pervenire anche una mail o una pec, l’importante è dimostrare di aver fatto qualcosa, poi saranno altri a verificare ed eventualmente a intervenire su quella vicenda, voi con il vostro gesto avete dimostrato di essere partecipi, già… di essere vivi e soprattutto di meritare questa terra meravigliosa nella quale vivete!!!

Ed allora, vorrei ringraziare quanti mi hanno letto, ma in particolare chi ha provveduto a dare le opportune disposizioni per rimuovere quel pericolo scooter dal quel viadotto e non lo dico da semplice cittadino, ma anche professionalmente come “Responsabile e formatore della sicurezza“, perché la salvaguardia di una vita, non deve rappresentare qualcosa di scritto o venir riportato in una interessante “linea guida”, ma deve essere un corretto stile di vita che deve sempre precedere qualsivoglia nostra azione!!! 

Infine, mi permetto di esprimere il mio più profondo ringraziamento a tutti quegli uomini e donne (efficienti) che sappiamo esser presenti nelle nostre Istituzioni…   

Che schifo!!! Per corruzione, lʼItalia è penultima in Europa!!! Ma tanto non cambia nulla…

Sì un vero schifo… ma tanto parlarne serve a poco o nulla, perché ormai tutti sanno come il sistema predilige quella forma di metodologia applicata in tutti i settori e/o ambienti…

Già… potremmo dire che si fa di tutto per attuarla, anche dove forse non sarebbe necessaria o utile, ma ormai va così e si procede con quell’andazzo…     

Ho letto che siamo in lieve miglioramento rispetto al mondo, già siamo saliti di posizione, sì… sessantunesimi, ma ancora penultimi in Europa, peggio di noi ha fatto solo la Bulgaria!!!

D’altornde non vi è bisogno di leggere i numeri riportati da Transparency International per comprendere quell’indice di percezione alla corruzione, lo avvertiamo da noi quanto sia fortemente presente e direi soffocante, in particolare nella maggior parte di quei settore pubblico e soprattutto politico/amministrativo… 

Un fallimento anche e soprattutto per tutte quelle strutture definite di “anticorruzione“, incapaci su tutto di mettere un freno a questo illegale comportamento, compiuto tra l’altro costantemente, proprio da quegli uomini e donne, posti all’interno di quegli uffici istituzionali, tra cui anche il loro…

La verita è che servono a poco le norme poste in campo, vedasi quella ad esempio quell’ultima cazz… sul “whistleblowing”!!!

Già, l’hanno chiamata in inglese affinchè ciascuno pensi che sia qualcosa di straniero, che non ci appartiene, ma d’altronde avete mai visto un dipendente pubblico che segnala illeciti di interesse generale (sì… perchè quelli di interesse personale non sono tenuti in considerazione, chissà forse perché chi più chi meno, di quel sistema illegale nel corso del tempo ne ha fatto uso???), di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro…

Ma avete mai visto qualcuno che denunci un collega all’interno del proprio posto di lavoro??? Vorrei proprio conoscere il numero di denunce che sono state presentate in questi anni: sicuramente nessuna!!! 

Un vero e proprio fallimento di quel sistema di controllo che non va da nessuna parte, perché d’altronde a nessuno interessa fare legalità, ciascuno punta ai propri interessi e peraltro, essendosi già macchiato personalmente di fatti illeciti, risulta di suo coproromesso e quindi ricattabile, ed allora gli conviene starsi zitto!!!

Non esiste alcuna amministrazione trasparente nel nostro Paese e tutte quelle azioni che vengno di volta e volta riproposte a soluzione del problema, servono esclusivamente per fare confusione e mai per raggiungere le finalità, per cui vengono promosse!!!

Il nostro si sa… è un Paese Corrotto, d’altronde basti vedere chi ci governa e credetemi, non vi è in atto alcuna battaglia per il ragiungimento di un livello quantomeno positivo di legalità e trasparenza, perché chi dovrebbe realizzare ciò, è proprio il primo che partecipa direttamente nell’eseguire costantemente quelle forme abiette ed allora ditemi – perchè il sottoscritto non ci riesce – come si può sperare di cambiare un sistema che di fatto solidalizza con quel malcostume???

Già, come si può…???  

Vibo Valentia come Catania, già… legate da un tragico destino!!! Ma chissà, forse non tutto è così perduto…

Gentilissimo signor Costanzo, mi rivolgo a Lei con preghiera di poter segnalare sul suo giornale la penosa situazione delle strade del Vibonese.

In particolare, la strada provinciale che da Limbadi porta a Rombiolo è ridotta a un colabrodo, con grave rischio per gli automobilisti che si trovano a percorrerla. 

Ieri è successo anche a me, che pure la percorro tutti i giorni per recarmi a scuola. 

Era pieno giorno, un attimo di distrazione, la macchina è finita nella buca e la gomma si è danneggiata. 

Ad una mia conoscente che fa l’infermiera è successo alle 10 di sera, di rientro dal turno pomeridiano. 

Oltre al danno, anche il disagio di rimanere per strada di notte! 

Può, per cortesia, fare qualcosa per smuovere la situazione ? 

Grazie.

Ricevo abitualmente mail di denunce o segnalazioni come quella sopra riportata…

Posso assicurarvi che a differenza di quanto accade quotidianamente con talune testate web o pseudo associazioni a tutela dei diritti dei cittadini che quando chiamate in causa, quando si prova cioè a far emergere attraverso loro verità scomode o circostanze che pongono in cattiva luce personaggi pubblici ecco che in questo circostanza o in situazioni rovinose come quella di cui sopra presenti nel nostro territorio, queste (probabilmente) danno la notizia, ma poi nei fatti si eclissano subito dopo!!!

Viceversa il sottoscritto, posso assicurare si attiva immediatamente in tutte le sedi ufficiali, affinché situazioni incresciose come quelle per l’appunto sopra riportate, non abbiano più a ripetersi!!!

Altro che “Striscia la notizia”!!!

Già… perché vi sono news cui non basta il solo clamore mediatico, ma bisogna fare in modo di urlare a squarciagola, affinché tutti – in particolare quei collusi ed ignavi individui che partecipano con quelle loro azioni all’indifferenza di questo Paese – possano comprendere finalmente il disagio che con le loro indolenti azioni hanno provocato!!!    

Ma sono proprio le persone come “Pia”, che mi danno la forte convinzione che alla fine una speranza di migliorare questa terra, in fondo esiste!!

La vera antimafia si fa in prima persona, senza dover attendere – per come finora fatto – che siano sempre gli altri a metterci il coraggio!!!

Si parla di contrasto alla mafia, di combattere quella generalizzata omertà, di non sottostare alle estorsioni compiute da quei soggetti affiliati alla criminalità organizzata, ma quando si tratta di mettere in pratica quelle azioni, quando si tratta di denunciare ecco che la maggior parte fugge o si piega!!!

Sì… sento ogni giorno parlare di antimafia, ma quando dichiaro di passare all’azione, di mettere in pratica quei gesti fondamentali per determinare il giusto distacco da quei racket… ecco che improvvisamente vengo guardato con sospetto, quasi fossi un “alieno” ed il discorso cambia improvvisamente su argomenti diversi e superficiali…   

Ecco perché ammiro Giuseppe Piraino, perché in qualità di imprenditore ha deciso di non piegarsi al racket, denunciando gli esattori che gli chiedevano il “pizzo”…

Oggi comunque non è più solo… quel clima di ostilità sta cambiando – anche se va detto… il problema resta ancora presente in tutta la sua gravità, poiché si sa… la cultura mafiosa è ancora ben presente nel territorio – ma egli ha saputo dimostrare di non aver paura e difatti va avanti, sì… oggi insieme ad altri commercianti che come lui dimostrano di non aver paura…

Forse è tempo che all’interno di quell’associazione criminale, ci si convinca che è tempo di modificare quel proprio “modus operandi”, già… quel proprio modello organizzativo di negoziazione con cui finora ha sopravvissuto, in quanto ormai, questa consueta pratica non può più essere applicata, proprio in virtù della circostanza che la diffusione della pandemia sta determinando…

I commercianti stanno chiudendo a causa dei debiti affrontati ed oggi in gioco vi è la loro di sopravvivenza e quindi non sono più disponibili a barattarla con nessuno, in particolare con chi – senza averci messo nulla di proprio, mi verrebbe da dire… come lo Stato – pensa di voler imporre ancora una “tassa“!!!

Basta quindi con esose richieste amministrative, basta con il pizzo e quant’altro, perché se si continua così – sì… con il prossimo eventuale lock-down – saranno i cittadini a porsi dinnanzi alle proprie attività con i bastoni, in particolare perseguitando tutti coloro che proveranno a chiedere loro denaro!!!     

Quattrocchi vìrinu mègghiu di rùi: "pi furtuna…"!!!

Un detto siciliano dice che: “Quattro occhi vedono meglio di due”

E difatti gli occhi delle nostre Procure siciliane, insieme a quelli dei Comandi della Guardia di Finanza, stanno da mesi scoprendo un continuo sistema di bancarotte fraudolenti, truffe, raggiri, danni all’erario, concussioni, reati tributari, peculato, favoreggiamento personale, abuso d’ufficio, ecc, ecc…  
Secondo quanto emerso in questi mesi dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, il Nucleo di polizia economico-finanziaria, ha accertato attraverso acquisizioni documentali bancari ed enti pubblici, un articolato sistema illecito sviluppatosi intorno una serie di società “fittizie” create opportunamente ad hoc o anche altre, utilizzate per quei loro fini illegali,  poiché si trovano in palese difficoltà finanziarie…

Ma come dicevo sopra, “quattro occhi sono meglio di due” e quella visione “3D” ha condotto in questi mesi le nostre autorità ad arrestare decine e decine di soggetti tra professionisti, imprenditori ed anche impiegati pubblici, collegati tutti da una serie di condotte illegali…

Ma a seguito dei riscontri compiuti su quelle molteplici documentazioni contabili societari, ciascuna delle due parti, si è ormai specializzata nel riscontrare quelle anomalie presenti nei movimenti amministrativi e fiscali… 
Imprenditori “prestanome” che favoriscono la distrazione di quegli assetti patrimoniali, che permettono a talune società di comodo di compiere attività truffaldine, le stesse di cui andiamo quotidianamente leggendo…

Disgraziatamente, se pur le indagini sono sempre in corso, il numero dei soggetti da contrastare è ahimè ogni giorno in aumento e ciò ovviamente determina in quegli uomini delle istituzioni un rallentamento delle indagini in corso, ma soprattutto di quelle denunce a loro trasmesse…

Chissà, se potessero contare su un numero maggiore di occhi, forse la maggior parte di quei soggetti disonesti sarebbe rinchiusa in uno dei nostri penitenziari e non farebbe più danno…  ma dobbiamo accontentarci e per adesso non possiamo che ringraziare quelle forze dell’ordine per l’ottimo lavoro che vanno ogni giorno svolgendo.

Certo… la strada per la legalità è ancora lunga, ma ci consoliamo sapendo che una parte di quella feccia viene – grazie a loro – estirpata definitivamente…
Il tempo non è ancora finito e la speranza resta sempre la stessa: “sì… non dover più incrociare quei soggetti, nel nostro percorso di vita”!!! 

Cave abusive nel Parco dell'Etna??? Sono come "l’elefante nella stanza"!!!

Sono cinque le aziende ispezionate in quest’ultimo anno dal “Noe” – i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catania – che sono state sottoposte a dei controlli, a cui vanno aggiunte alcune cave abusive di materiale basaltico lavico…
La cosa assurda è che alcune di esse si trovano in aree sottoposta a vincolo paesaggistico e naturalistico, in quanto inserite all’interno del Parco dell’Etna…
Viene spontaneo chiedersi: com’è possibile che nessuno veda nulla???
Dove sono tutti coloro che avrebbero dovuto controllare???
Siamo sempre alle solite, ciascuno di essi si gira dall’altro lato, per non vedere… o forse per non restare coinvolto in situazioni di cui successivamente potrebbe pentirsi…
Ed allora, nessuno “vede” o ancor meglio nessuno “sente”… in particolare quei mezzi d’opera certamente in attività!!!
E’ come se quegli operatori abusivi nell’eseguire quegli scavi non compiano alcun rumore e di conseguenza nessuna vibrazioni del terreno viene avvertita…   
Ma vorrei sapere, dove sono i responsabili di quel parco??? Ed i forestali??? 
Ed ancora, quei funzionari del distretto minerario??? Purtroppo debbo aggiungere anche coloro che in qualità di pubblici ufficiali non si accorgono stranamente di quanto avviene in quei loro luoghi attorno ad essi.
Possibile che nessuno intravveda quanto sta accadendo o bisogna come sempre aspettare l’intervento del Nucleo dei carabinieri “Noe”???
Ora in molti staranno pensando: “Ma perché non li scopri tu – caro Sig. Costanzo – visto che sei così bravo a parlare??? Già… come se fosse semplice individuare quelle infrazioni…”.
Premesso che ritengo d’aver svolto ampiamente la mia parte di cittadino “retto” quando ho dovuto riscontrare situazioni come quelle riportate sopra… e quindi difficilmente ritengo che ci sia tra voi, qualcuno in grado anche soltanto di paragonarsi con quanto finora compiuto dal sottoscritto – sono comprensibilmente esclusi tutti coloro che ovviamente hanno incarichi professionali in quel settore o coloro che appartengono alle forze dell’ordine – naturalmente sono disponibile a ricevere prove o riscontri a riguardo ed inoltre – pur conservando l’anonimato di chi dovesse contsttarmi – sono disponibile a scusarmi pubblicamente e a far emergere i vostri comportamenti irreprensibili,  ed allora, se mi consentite, mi permetto di fare il “professore”…
Esiste un applicazione “gratuita”, si chiama “GOOGLE EARTH” è un software che genera immagini virtuali della Terra utilizzando immagini satellitari ottenute dal telerilevamento terrestre, fotografie aeree e dati topografici memorizzati in una piattaforma GIS…
Inoltre, se si spendono pochi euro, si ha la possibilità di avere la versione Pro, che permette il monitoraggio di un’area in periodi diversi, dando così la possibilità di verificare eventuali differenze nei vari anni…
Quindi, stando comodamente seduto in una poltrona e possibile sorvolare tutto il nostro pianeta ed osservare così le immagini satellitari, mappe, rilievi, il tutto anche in 3D…
Per cui, se provate a guardare la nostra meravigliosa regione e puntate lo sguardo particolareggiato in quel cosiddetto “Parco dell’Etna” vi basterà poco, anzi pochissimo per comprendere quali aree sono attualmente impegnate in lavorazioni d’estrazione, deposito e quant’altro e attraverso appositi strumenti presenti nel software, è possibile calcolare aree e distanze, con la precisione di un metro…
Basta quindi semplicemente quanto sopra per comprendere quali metodologie adottare e come intervenire…
Già, basta osservare l’area d’intervento per intuire quali appostamenti eventualmente compiere, quali strumenti “spy” utilizzare per verificare successivamente attraverso le registrazioni video/audio gli autori di quegli abusi,  nel momento in cui non vi era nessuno a controllare, cioè potremmo dire… sempre!!!
Ecco il motivo per cui quegli illeciti sono continuati in questi lunghi anni, perché quei soggetti si sono sentiti tranquilli, in quanto sapevano bene che non ci fosse nessuno a controllarli, ne da terra e ancor meno dal cielo… 
Come riportavo nel titolo del post, è come l’espressione “l’elefante nella stanza“, per indicare una verità ben visibile, ma che tutti fan finta di non vedere!!!
È impossibile ignorare l’elefante all’interno di una stanza, ma si può far finta di non vederlo e così si evita di porre il problema al centro dell’attenzione…
D’altronde affrontarlo creerebbe un grosso disagio, come ignorarlo non ne elimina la presenza: prima o poi però con quel elefante ci si dovrà confrontare!!! 
Ecco quindi che allora ci si accorge che in molti sapevano… ma che nessuno, per le motivazioni più disperate, ha avuto il coraggio di rompere quel silenzio omertoso!!!

Cave abusive nel Parco dell'Etna??? Sono come "l’elefante nella stanza"!!!

Sono cinque le aziende ispezionate in quest’ultimo anno dal “Noe” – i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catania – che sono state sottoposte a dei controlli, a cui vanno aggiunte alcune cave abusive di materiale basaltico lavico…
La cosa assurda è che alcune di esse si trovano in aree sottoposta a vincolo paesaggistico e naturalistico, in quanto inserite all’interno del Parco dell’Etna…
Viene spontaneo chiedersi: com’è possibile che nessuno veda nulla???
Dove sono tutti coloro che avrebbero dovuto controllare???
Siamo sempre alle solite, ciascuno di essi si gira dall’altro lato, per non vedere… o forse per non restare coinvolto in situazioni di cui successivamente potrebbe pentirsi…
Ed allora, nessuno “vede” o ancor meglio nessuno “sente”… in particolare quei mezzi d’opera certamente in attività!!!
E’ come se quegli operatori abusivi nell’eseguire quegli scavi non compiano alcun rumore e di conseguenza nessuna vibrazioni del terreno viene avvertita…   
Ma vorrei sapere, dove sono i responsabili di quel parco??? Ed i forestali??? 
Ed ancora, quei funzionari del distretto minerario??? Purtroppo debbo aggiungere anche coloro che in qualità di pubblici ufficiali non si accorgono stranamente di quanto avviene in quei loro luoghi attorno ad essi.
Possibile che nessuno intravveda quanto sta accadendo o bisogna come sempre aspettare l’intervento del Nucleo dei carabinieri “Noe”???
Ora in molti staranno pensando: “Ma perché non li scopri tu – caro Sig. Costanzo – visto che sei così bravo a parlare??? Già… come se fosse semplice individuare quelle infrazioni…”.
Premesso che ritengo d’aver svolto ampiamente la mia parte di cittadino “retto” quando ho dovuto riscontrare situazioni come quelle riportate sopra… e quindi difficilmente ritengo che ci sia tra voi, qualcuno in grado anche soltanto di paragonarsi con quanto finora compiuto dal sottoscritto – sono comprensibilmente esclusi tutti coloro che ovviamente hanno incarichi professionali in quel settore o coloro che appartengono alle forze dell’ordine – naturalmente sono disponibile a ricevere prove o riscontri a riguardo ed inoltre – pur conservando l’anonimato di chi dovesse contsttarmi – sono disponibile a scusarmi pubblicamente e a far emergere i vostri comportamenti irreprensibili,  ed allora, se mi consentite, mi permetto di fare il “professore”…
Esiste un applicazione “gratuita”, si chiama “GOOGLE EARTH” è un software che genera immagini virtuali della Terra utilizzando immagini satellitari ottenute dal telerilevamento terrestre, fotografie aeree e dati topografici memorizzati in una piattaforma GIS…
Inoltre, se si spendono pochi euro, si ha la possibilità di avere la versione Pro, che permette il monitoraggio di un’area in periodi diversi, dando così la possibilità di verificare eventuali differenze nei vari anni…
Quindi, stando comodamente seduto in una poltrona e possibile sorvolare tutto il nostro pianeta ed osservare così le immagini satellitari, mappe, rilievi, il tutto anche in 3D…
Per cui, se provate a guardare la nostra meravigliosa regione e puntate lo sguardo particolareggiato in quel cosiddetto “Parco dell’Etna” vi basterà poco, anzi pochissimo per comprendere quali aree sono attualmente impegnate in lavorazioni d’estrazione, deposito e quant’altro e attraverso appositi strumenti presenti nel software, è possibile calcolare aree e distanze, con la precisione di un metro…
Basta quindi semplicemente quanto sopra per comprendere quali metodologie adottare e come intervenire…
Già, basta osservare l’area d’intervento per intuire quali appostamenti eventualmente compiere, quali strumenti “spy” utilizzare per verificare successivamente attraverso le registrazioni video/audio gli autori di quegli abusi,  nel momento in cui non vi era nessuno a controllare, cioè potremmo dire… sempre!!!
Ecco il motivo per cui quegli illeciti sono continuati in questi lunghi anni, perché quei soggetti si sono sentiti tranquilli, in quanto sapevano bene che non ci fosse nessuno a controllarli, ne da terra e ancor meno dal cielo… 
Come riportavo nel titolo del post, è come l’espressione “l’elefante nella stanza“, per indicare una verità ben visibile, ma che tutti fan finta di non vedere!!!
È impossibile ignorare l’elefante all’interno di una stanza, ma si può far finta di non vederlo e così si evita di porre il problema al centro dell’attenzione…
D’altronde affrontarlo creerebbe un grosso disagio, come ignorarlo non ne elimina la presenza: prima o poi però con quel elefante ci si dovrà confrontare!!! 
Ecco quindi che allora ci si accorge che in molti sapevano… ma che nessuno, per le motivazioni più disperate, ha avuto il coraggio di rompere quel silenzio omertoso!!!

Catanesi…. c'è bisogno di collaborazione e denunce!!!

“Le preoccupazioni sono tante… ma sono uno stimolo per fare meglio”!!!
Con queste parole ha esordito alcuni giorni fa il Prefetto di Catania, Claudio Sammartino, durante un’intervista da parte del giornalista di “LaSiciliaweb” 
Continuando ha dichiarato: “I cittadini catanesi hanno bisogno delle Istituzioni, devono chiedere sempre di più alle istituzioni, ma le Istituzioni hanno bisogno dei cittadini catanesi… perché il cittadino catanese ha tantissime qualità importanti, che si sono sviluppate, soprattutto nei momenti di difficoltà e questo è un momento di difficoltà in cui ogni cittadino  deve dare il meglio di se, cooperando, collaborando, come faranno le Istituzioni di questa provincia”!!!
Quanto detto dal prefetto non fa una piega, certo sono belle parole, ma come dico sempre… trovano il tempo che trovano e il più delle volte non sono neppure attinenti con la realtà o quantomeno con quanto vissuto da noi catanesi…
D’altronde, egli stesso ha dichiarato “come faranno le istituzioni“… dimostrando quindi di voler prendere del tempo per mettere in atto quei necessari processi d’involuzione ai quali purtroppo, anche le stesse istituzioni del passato sono mancate… e mi riferisco proprio a quei suoi predecessori, a quelle inchieste nelle quali erano stati coinvolti e di cui poi non se ne saputo più nulla (vedasi ad esempio… Saguto & Co.). 
“Cooperazione e collaborazione al servizio dei cittadini è la cifra del lavoro delle istituzione di questa provincia…”!!! 
Si… ascoltando queste importanti parole, sono certo che da domani i catanesi faranno a gara per presentarsi presso quegli organi giudiziari per segnalare o denunciare quanto di loro conoscenza, in ambito di illegalità o corruzione…
Ed inoltre, quando dichiara “Conoscere un poco questa città e aggiornare le mappe di conoscenza di questa città è un grande stimolo per servire meglio i catanesi…”, mi da l’impressione di un distacco o quantomeno di voler prendere le distanze, rispetto a quanto realmente accade ancora in questa nostra città, dove l’omertà la continua a fare da padrona, la criminalità organizzata controlla una grande fetta delle attività commerciali, dove il pagamento del pizzo è ahimè una consuetudine, e dove ancora enormi somme derivanti dal riciclaggio di denaro sporco, “obbliga” (è un eufemismo…) la criminalità ad investire in altri settori diversi e certamente legalizzati, quali ad esempio quelli turistico/alberghieri o anche quelli diretti alla creazione di strutture ricettive (eventi, convegni, discoteche, concerti), oppure, come hanno evidenziato le ultime inchieste giudiziarie, in quegli ambiti della ristorazione, supermercati, mercati alimentari, scommesse, ecc… tutte società che fungono da “lavatrici” e che hanno quale scopo, quello d’incassare quotidianamente denaro contante, affinché si possa ripulire in maniera celere, quel denaro sporco introitato dai business illegali di quella associazione criminale…
Ed allora vorrei comprendere, quali attività saranno compiute nella prevenzione o nel contrasto di quei fenomeni di corruzione o d’inquinamento mafioso???
Ma soprattutto mi piacerebbe capire quali iniziative verranno promosse contro quella criminalità organizzata, contro quei livelli di massoneria così tanto presenti nella nostra città grazie ai suoi referenti politici, dirigenti, funzionari, personaggi corrotti ma perfettamente inseriti nel contesto sociale…
Cosa dire altresì delle nostre amministrazioni locali, le quali evidenziano ogni giorno di più la loro inefficacia, ma soprattutto quella totale mancanza di trasparenti (basti cliccare sul web e ci si accorge che i documenti posi in evidenza sono in arretrati da oltre 10 anni…) che non favorisce le esigenze dei cittadini, ma che dimostra di limitare costantemente un servizio, a causa di fattori legati a compromessi e/o condizionamenti esterni…
Ed infine, vorrei comprendere il significato di quelle parole, quando dice: “I cittadini devono percepire che lo Stato è presente e lavora per loro…” , perché vede ultimamente, l’impressione ricevuta dal sottoscritto è che non si lavori per portare in evidenza le collaborazioni ricevute, ma bensì, all’interno di quegli apparati statali, si opera celati da un meccanismo perverso, in particolare quello di soffocare le cooperazioni a cui lei – nel suo messaggio – fa  riferimento… 
Perché vede, tra il dire e il fare – da noi – c’è il mare… e non è un mare cristallino e trasparente, ma bensì un mare pieno di liquami dalle esalazioni maleodoranti, nel quale nuotano esseri così sleali… che soltanto una terra come la nostra, poteva partorire…      
L’augurio che Lei in questi giorni di festa auspica a tutti noi e cioè “che cresca in questa nostra provincia la speranza e che la collaborazione e la cooperazione sia il tessuto e la modalità di lavoro di tutti… in particolare a chi è più a disagio, a chi ha perso il lavoro o rischia di perderlo, ai giovani, agli anziani, alle famiglie in difficoltà, alle imprese a tutti coloro che sono protagonisti in questo momento, estremamente importante, estremamente delicato della nostra provincia, un augurio che riemerga sempre di più la speranza di fare e di costruire una società migliore…”, rappresenta sicuramente qualcosa di meraviglioso e di desiderabile, ma affinché queste belle parole, non restino lì… vane – per come d’altronde lo sono state in tutti questi anni grazie a tutti quei suoi predecessori – c’è bisogno che ciascuno inizi a prendersi cura delle proprie responsabilità, in maniera seria o quantomeno per il compito a cui viene chiamato, senza dover propagandare anticipatamente, situazioni o circostanze che successivamente il tempo ha dimostrato, non essere state mai concretizzate…
Non c’è bisogno quindi di chiedere ai catanesi riluttanti o ancora oggi legati a quel sistema clientelare/mafioso di collaborare o di denunciare…
Pensiamo viceversa di dedicarci a coloro che già da tempo stanno collaborando con le istituzioni (Procure, Gdf, Dia, Carabinieri, Noe, e quant’altro…) e non solo per dovere civico, ma di più… per quanto prevede la morale, ed oggi si sentono fortemente traditi, da ciò che Lei – per il ruolo che attualmente ricopre – chiama Stato!!!
Si è vero… possiamo scegliere quello che vogliamo seminare, ma poi, siamo obbligati a mietere quello che abbiamo piantato!!! 

Sky24 e i "furbetti del cartellino"!!!

Questa mattina – erano le 11,40 – ascoltavo una trasmissione su SKY24 dove venivano presentate tutte le strategie adottate da quei cosiddetti “assenteisti”…

Cartoni in testa, maschere, cappucci, cappelli… tutti metodi affinché non si venga individuati e soprattutto non si rischi di venir licenziati…
Sì… la riforma Madia è stata realizzata, ma affinché quei processi in corso, vengano attuati in maniera corretta, c’è bisogno di un efficace cambiamento nel rapporto tra la PA ed i cittadini e le imprese…
Peraltro, se si vuole che questa riforma produca risultati efficaci, bisognerà non solo controllare quelle presenze, ma investire sulle persone e sulle loro motivazioni, in particolare si dovrà valorizzare quei dipendenti pubblici, premiare la meritocrazia (e non i soliti raccomandati), sbloccare il turn over con l’assunzione di nuovi profili, provvedendo altresì  a formarli e ad aggiornarli nelle competenze. 
Pensare di licenziare questi furbetti si è dimostrato un fallimento, sia perché la maggior parte di quei dipendenti sono sostenuti dai sindacati, sia perché molti di essi si sono ribellati, ma anche perché in questa vicenda, la Corte Costituzionale gli è andata dietro…
La colpa più grave comunque è quella compiuta dai dirigenti, i quali solitamente coprono quei loro subalterni, non solo perché loro per primi, dimostrano d’essere scorretti (vedasi coloro che durante l’orario di lavoro, andavano in palestra a fare fitness…), ma anche perché i delegati aziendali non prendono mai posizione, denunciando quanto avviene all’interno di quel loro ufficio…    
D’altronde chi dovrebbe segnalare quanto accade durante l’orario di lavoro???
Per denunciare bisogna essere stati integerrimi… e già questo costituisce il primo problema, poiché denunciando si rischia d’essere a sua volta querelati, ed allora il più delle volte, forse perché ricattabili, si rinuncia a segnalare quanto scoperto…
C’è da aggiungere inoltre che non è solo la presenza che andrebbe controllata in quegli uffici, ma anche la produttività, perché la maggior parte di quei dipendenti, trascorre il proprio tempo sui social,  a giocare via web e qualcuno si diverte nelle chat erotiche…
Basterebbe d’altronde monitorare la cronologia di quei loro computer, che si scoprirebbero i siti nei quali si sono recati quei dipendenti ed il tempo trascorso durante la giornata!!!
Ma come dicevo sopra, nessuno controlla… ah dimenticavo certo c’è la il diritto alla “privacy”, ma qui non sono a casa propria, loro in quegli uffici svolgono un incarico, pagato – visto i risultati prodotti – profumatamente… 
D’altro canto se pensate che in quegli uffici, l’età media è tra le più alte, ma soprattutto si è visto come ormai il senso civico e le regole sono considerate compassate, anche a causa della mancanza di motivazioni, che spingono la maggior parte di quei dipendenti a non fare di più… ma anzi ad assentarsi con giustificazioni fasulle…
E si… perché gli attuali contratti prevedono già, oltre ai giorni di malattia, i permessi per le visite specialistiche,  e quindi la volontà d’assentarsi è connessa esclusivamente non con una reale esigenza, bensì, con il desiderio di farsi i caz… propri!!!
Una vergogna… sì da un lato questi individui che sprecano il proprio posto di lavoro, dall’altro viceversa, milioni di connazionali che farebbero “carte false” per avere quel posto fisso…
Cosa aggiungere, i controlli previsti a suo tempo dall’INPS non hanno avuto alcuna concretezza, visto che peraltro non si riesce ad intervenire in maniera dettagliata, valutando quale certificato va controllato e quale no e d’altronde, il garante della privacy, ha limitato quei controlli, come anche una eventuale decurtazione salariale – per come avviene nei privati – è considerata illegittima e non realizzerebbe gli effetti desiderati…
Certo per come avrete potuto comprendere la vicenda presenta un bel casino e sperare che si riesca a trovare una celere soluzione è alquanto difficile, se non impossibile…
Nel frattempo c’è chi continuerà a timbrare il cartellino per poi andarsene a passeggiare e chi ancor peggio – come ho potuto costatare alcuni giorni fa, insieme ad una amica, presso un ufficio delle…. – continuerà a frequentare quel Bar di fronte, entrando e uscendo da quel luogo di servizio, senza mai timbrare quel badge posto all’ingresso!!!
Per fortuna che in mezzo a questa indolenza generale c’è chi, come la mia amica, uscendo da quel luogo, ha provveduto a trasmettere a mezzo “whatsapp” la segnalazione direttamente al nostro Ministro Salvini!!!
Sono certo che a breve qualcuno in quell’ufficio, si prenderà un bel “cazziatone”!!!
Sì… una goccia in mezzo al mare, ma meglio di niente…

Provano a sensibilizzare l'opinione pubblica su temi di legalità e lotta alla mafia!!! Ma se sono questi i modi…

Fateci caso… ogni giorno assistiamo a promozioni e partecipazioni ad eventi di carattere culturale, su temi di legalità e contrasto alle mafie.
I mass media, in particolare le televisioni, aprono quei loro Tg con notizie destinate a sensibilizzare l’opinione pubblica, dove una costante attenzione è dedicata al condizionamento che alcuni giornalisti subiscono a causa delle loro inchieste…
Abbiamo visto in questi anni le intimidazioni e le violenze fisiche subite da essi e di come successivamente a causa di quelle palesi aggressioni, trasmesse in tutti i notiziari nazionali e non solo, lo Stato abbia deciso finalmente di reagire (dopo anni e anni di assoluto silenzio…). 
Ma non tutti mostrano quel coraggio, anzi taluni “giornalisti”, pur di far “lievitare” l’audience del proprio programma televisivo, hanno invitato nelle reti nazionali proprio i familiari di quelle famiglie mafiose che – senza alcuna presenza, per un eventuale contrapposizione – hanno potuto pubblicamente attaccare il nostro sistema giuridico, mettendo in discussione anche quel sistema dei collaboratori di giustizia…
E stata permessa un’informazione inesatta, si è effettuata una vera e propria forma a difesa di quel fenomeno mafioso, è passato un messaggio “riduzionista” nel quale essa non è più pericolosa e dove lo Stato ha dimostrato potere su quelle organizzazioni criminali…
La realtà si sa… è tutt’altra, in quanto quelle associazioni mafiose, grazie alla propria forza economica/finanziaria, al sostegno della politica e al controllo diffuso del territorio, traggono ogni giorno che passa, sempre più consenso sociale…
D’altronde chi dovrebbe contrastare quel potere criminale non è nelle condizioni di farlo, sia perché dimostra di non essere libero da condizionamenti, ma soprattutto in quanto risulta incapace di esercitare con vigore quella necessaria lotta…
Peraltro come si sa… la mafia, attraverso un cambio di strategia che li ha condotti a tenere un profilo basso, è riuscita ad accrescere i propri  affari… senza far rumore, ma soprattutto evitando di dare notizie in pasto ai giornali, il tutto ovviamente grazie anche ai numerosi cittadini omertosi o certamente disinteressati, alcuni dei quali purtroppo, facenti parte di quei reparti operativi, che preferiscono svolgere quel proprio operato presso il Bar adiacente oppure restando davanti al proprio terminale, con le fette dei prosciutti negli occhi… 
Ecco il motivo per cui non è oggi la “negazione” a rappresentare il reale problema alla lotta alla criminalità o al malaffare, bensì l’ostacolo principale per i cittadini più coraggiosi è dover superare quelle barriere istituzionali, trovare cioè quegli “Uomini dello Stato”, capaci di occuparsi di tutti gli episodi di cui si è venuti a conoscenza e non solo di quelli che danno loro visibilità mediatica o risultano per i quotidiani più eclatanti…
D’altro canto si è visto… molte di quelle denunce presentate non vengono neppure prese in considerazione!!!
Molto probabilmente debbo pensare che all’interno di quegli uffici istituzionali, sopravvivono ahimè ancora individui  compiacenti, reticenti o ancor peggio collusi… 
E’ incredibilmente lo so, ma sono proprio loro i primi con cui un cittadino perbene deve scontrarsi, poiché questi proveranno in ogni modo a insabbiare le denunce presentate o certamente faranno in modo di sfiancare ogni vostra velleità, affinché con il tempo, quanto da voi presentato, venga alla fine tralasciato… 
L’unico modo che si ha per contrastare quell’indolenza,  fare in modo che quelle denunce presentate, vengano portate a conoscenza di chi sta ancora più in alto di loro o nella peggiore situazione, utilizzare i social o quei programmi Tv che si occupano di servizi e inchieste; sì… forse soltanto così si avrà la certezza che nulla resterà celato!!!
Ho l’impressione che sia giunto il momento di togliere quelle foto istituzionali appese all’interno dei nostri uffici pubblici!!!
Già… è tempo di sostituirli con una frase, quella del giudice Paolo Borsellino: A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato”!!! 

Alice Grassi: "Manca la coscienza civile di denunciare il racket"!

Sono passati 27 anni da quando i sicari di cosa nostra, assassinarono l’imprenditore Libero Grassi…
Ed ora, per ricordare quel tristo giorno del 29 Agosto, durante la cerimonia commemorativa è stata spruzzata a terra una macchia rossa… per ricordare a tutti e non solo alla città di Palermo, che quella ferita è rimasta ancora aperta!!!
Sono presenti i familiari dell’imprenditore, i figli Alice e Davide, il nipote Alfredo ed anche l’ex presidente del Senato Piero Grasso, insieme al sindaco Leoluca Orlando, il prefetto Antonella De Miro e alcuni giovani dell’Associazione “Addiopizzo”.
Dice bene la figlia dell’imprenditore Alice: “L’omicidio di mio padre è una ferita ancora aperta sia per me che per una parte dei cittadini di questa città. Non so se lo è per tutti, visto come stanno le cose…”.
Ha perfettamente ragione a pronunciare queste parole, d’altronde perché continuare a prenderci in giro… 
A Palermo, come in tutte le realtà siciliane, nessuno si oppone al pagamento del pizzo e sono in molti, per dì non dire quasi tutti, quelli che continuano a pagare…
Non parliamo poi delle denunce… non ho alcuna voglia di mettermi a ridere, anche perché l’argomento è talmente tragico, che difficilmente si può pensare di sorridere…
La verità è che nessuno denuncia e non credo che il motivo sia da ricercare nella paura di ritorsioni, ma quanto accade va osservato in un contesto più ampio, e cioè in quel modo di essere siciliani… accodati come pecore e ripetendo quanto gli altri sommessamente compiono…
Ecco perché questi nuovi imprenditori pensano tutti in maniera eguale o per meglio dire “generalizzata”: “Se la regola dice di pagare, già… se tutti pagano, chi sono io per non pagare”???
Non è quindi quell’associazione criminale a far paura (quello stato emotivo di fronte ad un pericolo reale o paventato, potrebbe peraltro anche starci…), no… è proprio il desiderio inconscio di sottostare a quel ricatto, che li fa pagare!!!
D’altro canto, non bisogna dimenticare come parte di questi  nostri imprenditori, non sono certo così codardi o timorosi per come vorrebbero alcuni farci credere, anzi tutt’altro, non per nulla svolgono quella loro imprenditorialità in questa terra, ciò dimostra, che non sono dei soggetti così disposti a subire in maniera passiva eventuali intimidazioni da parte di terzi, in particolar modo, da presunti delinquenti… 
Non è quindi la paura a creare in loro timori, bensì è l’angoscia di sapere che la collettività li possa abbandonare… 
Il fatto stesso d’aver denunciato,  fa apparire quegli imprenditori (e non solo essi purtroppo… ) agli occhi della collettività, come soggetti da evitare, individui da relegare, da cui stare lontani, quasi fossero “infetti” (viceversa dovrebbero essere posti proprio a “modello”, in una società che manifesta quotidianamente un concetto molto basso della morale…), ed ecco quindi che si crea intorno ad essi, un vuoto…
E come se vi sia una forma di  barriera, non fisica e neppure tangibile, data ad esempio dalla presenza, dinnanzi alla propria attività, di individui affiliati alla criminalità organizzata, che fa sì d’allontanare l’eventuale clientela…
No… non c’è bisogno di nessun bestione dinnanzi a quei locali, perché sono le persone stesse, con quel loro modo di essere a mostrarsi reticenti ed omertosi…
A far sì che ciascuno in quel quartiere comprenda comr sia meglio evitare d’avere contatti con quell’imprenditore o quella attività…
Ciascuno di essi, ancor prima di subire sguardi aggressivi o di ricevere possibili atteggiamenti ostili, evita persino di passarci dinnanzi a quella strada, dimenticando altresì di come un tempo, in quello stesso locale, qualcuno… aveva dato loro sostegno, nel momento deli bisogno!!!
Ma si sa, la vita è così… e come dice quel detto: “Fai del bene e scordatelo, tanto se lo scorda pure chi lo riceve”!!! 
Ecco quindi che pian piano, quell’imprenditore perbene e quella sua attività, andrà a scomparire (nel termine “buono” della parola, senza alcun spargimento di sangue… ) e con essa, anche la propria famiglia…
Sì… alla fine, dovranno andarsene tutti: Al nord… all’estero, non ha alcuna rilevanza, l’importante è che se ne vadano presto via da quel luogo…
Per il resto tranquilli… quel posto “indegno”, verrà concesso ad un altro imprenditore (forse anche prestanome…) certamente più conciliante con quelle regole… 
Ecco perché condivido quanto dice la figlia Alice: “Le denunce, rispetto al fenomeno mafioso, sono poche”!!!
Quindi, pur comprendendo queste costanti “giornate della memoria“, non posso dimenticare la condizione di solitudine in cui è stato lasciato Libero Grassi, che descrive perfettamente quanto sopra riportato: “Abbandonato dai suoi colleghi, dalle istituzioni, dalla politica, ed anche dai suoi stessi concittadini”!!!
Perché in quella macchia rossa, realizzata oggi con lo spray, non ci sono soltanto i nomi e i cognomi di chi non lo ha protetto, ma tutti i nomi di coloro che possono oggi denunciare e non lo fanno, pur sapendo che le cose sono cambiate e che lo Stato è diverso e soprattutto più forte, rispetto a  trent’anni fa!!!
Concludo con una frase di Alice Grassi: “Palermo deve ancora dire davvero basta e deve recuperare un senso di comunità; mio padre – aggiunge – ha dato un esempio importante, se avesse anche insegnato qualcosa… oggi le denunce, sarebbero molte di più!”. 

Alice Grassi: "Manca la coscienza civile di denunciare il racket"!

Sono passati 27 anni da quando i sicari di cosa nostra, assassinarono l’imprenditore Libero Grassi…
Ed ora, per ricordare quel tristo giorno del 29 Agosto, durante la cerimonia commemorativa è stata spruzzata a terra una macchia rossa… per ricordare a tutti e non solo alla città di Palermo, che quella ferita è rimasta ancora aperta!!!
Sono presenti i familiari dell’imprenditore, i figli Alice e Davide, il nipote Alfredo ed anche l’ex presidente del Senato Piero Grasso, insieme al sindaco Leoluca Orlando, il prefetto Antonella De Miro e alcuni giovani dell’Associazione “Addiopizzo”.
Dice bene la figlia dell’imprenditore Alice: “L’omicidio di mio padre è una ferita ancora aperta sia per me che per una parte dei cittadini di questa città. Non so se lo è per tutti, visto come stanno le cose…”.
Ha perfettamente ragione a pronunciare queste parole, d’altronde perché continuare a prenderci in giro… 
A Palermo, come in tutte le realtà siciliane, nessuno si oppone al pagamento del pizzo e sono in molti, per dì non dire quasi tutti, quelli che continuano a pagare…
Non parliamo poi delle denunce… non ho alcuna voglia di mettermi a ridere, anche perché l’argomento è talmente tragico, che difficilmente si può pensare di sorridere…
La verità è che nessuno denuncia e non credo che il motivo sia da ricercare nella paura di ritorsioni, ma quanto accade va osservato in un contesto più ampio, e cioè in quel modo di essere siciliani… accodati come pecore e ripetendo quanto gli altri sommessamente compiono…
Ecco perché questi nuovi imprenditori pensano tutti in maniera eguale o per meglio dire “generalizzata”: “Se la regola dice di pagare, già… se tutti pagano, chi sono io per non pagare”???
Non è quindi quell’associazione criminale a far paura (quello stato emotivo di fronte ad un pericolo reale o paventato, potrebbe peraltro anche starci…), no… è proprio il desiderio inconscio di sottostare a quel ricatto, che li fa pagare!!!
D’altro canto, non bisogna dimenticare come parte di questi  nostri imprenditori, non sono certo così codardi o timorosi per come vorrebbero alcuni farci credere, anzi tutt’altro, non per nulla svolgono quella loro imprenditorialità in questa terra, ciò dimostra, che non sono dei soggetti così disposti a subire in maniera passiva eventuali intimidazioni da parte di terzi, in particolar modo, da presunti delinquenti… 
Non è quindi la paura a creare in loro timori, bensì è l’angoscia di sapere che la collettività li possa abbandonare… 
Il fatto stesso d’aver denunciato,  fa apparire quegli imprenditori (e non solo essi purtroppo… ) agli occhi della collettività, come soggetti da evitare, individui da relegare, da cui stare lontani, quasi fossero “infetti” (viceversa dovrebbero essere posti proprio a “modello”, in una società che manifesta quotidianamente un concetto molto basso della morale…), ed ecco quindi che si crea intorno ad essi, un vuoto…
E come se vi sia una forma di  barriera, non fisica e neppure tangibile, data ad esempio dalla presenza, dinnanzi alla propria attività, di individui affiliati alla criminalità organizzata, che fa sì d’allontanare l’eventuale clientela…
No… non c’è bisogno di nessun bestione dinnanzi a quei locali, perché sono le persone stesse, con quel loro modo di essere a mostrarsi reticenti ed omertosi…
A far sì che ciascuno in quel quartiere comprenda comr sia meglio evitare d’avere contatti con quell’imprenditore o quella attività…
Ciascuno di essi, ancor prima di subire sguardi aggressivi o di ricevere possibili atteggiamenti ostili, evita persino di passarci dinnanzi a quella strada, dimenticando altresì di come un tempo, in quello stesso locale, qualcuno… aveva dato loro sostegno, nel momento deli bisogno!!!
Ma si sa, la vita è così… e come dice quel detto: “Fai del bene e scordatelo, tanto se lo scorda pure chi lo riceve”!!! 
Ecco quindi che pian piano, quell’imprenditore perbene e quella sua attività, andrà a scomparire (nel termine “buono” della parola, senza alcun spargimento di sangue… ) e con essa, anche la propria famiglia…
Sì… alla fine, dovranno andarsene tutti: Al nord… all’estero, non ha alcuna rilevanza, l’importante è che se ne vadano presto via da quel luogo…
Per il resto tranquilli… quel posto “indegno”, verrà concesso ad un altro imprenditore (forse anche prestanome…) certamente più conciliante con quelle regole… 
Ecco perché condivido quanto dice la figlia Alice: “Le denunce, rispetto al fenomeno mafioso, sono poche”!!!
Quindi, pur comprendendo queste costanti “giornate della memoria“, non posso dimenticare la condizione di solitudine in cui è stato lasciato Libero Grassi, che descrive perfettamente quanto sopra riportato: “Abbandonato dai suoi colleghi, dalle istituzioni, dalla politica, ed anche dai suoi stessi concittadini”!!!
Perché in quella macchia rossa, realizzata oggi con lo spray, non ci sono soltanto i nomi e i cognomi di chi non lo ha protetto, ma tutti i nomi di coloro che possono oggi denunciare e non lo fanno, pur sapendo che le cose sono cambiate e che lo Stato è diverso e soprattutto più forte, rispetto a  trent’anni fa!!!
Concludo con una frase di Alice Grassi: “Palermo deve ancora dire davvero basta e deve recuperare un senso di comunità; mio padre – aggiunge – ha dato un esempio importante, se avesse anche insegnato qualcosa… oggi le denunce, sarebbero molte di più!”.