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Al servizio dei cittadini…

Non ci sono soltanto i 37 membri arrestati nell’operazione contro il clan gelese dei Rinzivillo, ma a collaborare con quest’ultimi, ci sarebbero anche un avvocato e due carabinieri!!!

Alcuni mesi fa avevo scritto un post a riguardo dei servitori dello Stato: 
http://nicola-costanzo.blogspot.it/2017/06/servitori-dello-stato-certamente-no.html ed ora purtroppo si ripete nuovamente, quanto si credeva impossibile d’avvenire o di pertinenza esclusiva delle fiction…
Ed invece no, non vi è alcuna finzione… questa ahimè è la dura realtà!!! 
Dalle indagini sembrerebbe che i due militari avessero utilizzato le banche dati delle forze dell’ordine, per passare informazioni riservate ai membri del clan… mentre l’Avvocato, sarebbe stato il “trait d’union” tra i mafiosi ed i professionisti e/o imprenditori.
Come solitamente avviene, il blitz è scattato nelle mattinate, ed hanno hanno partecipato circa 600 uomini delle forze dell’ordine, il tutto coordinato dalla Procura Nazionale Antimafia e disposto dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Roma e di Caltanissetta…
Delle indagini e delle attività criminali compiute con i metodi mafiosi non entro nei meriti, d’altronde c’è chi lo fa in maniera più dettagliata del sottoscritto, a me interessa evidenziare quanto riportato dal Procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone: “La corruzione, come la mafia, può e deve essere combattuta e sconfitta“… 
Certo, la frase è ad effetto… peccato però che a partecipare a quelle corruzioni siano proprio gli uomini delle istituzioni o quanti si trovano ad operare con quel sistema noto dei “colletti grigi“, soggetto che per qualche migliaia di euro in più, svendono non solo, la propria professionalità, ma bensì la propria dignità!!!
Qualcuno dimentica che questo stesso clan era stato già una decina di anni fa colpito da una operazione dei carabinieri, denominata “tagli pregiati”, che aveva condotto allora, ad un numero consistente di arresti ed al sequestro di beni per circa 20 milioni di euro…
Ed anche allora, come oggi, vi era stato tra gli indagati un maresciallo dei carabinieri, accusato d’aver passato al clan informazioni riservate…
Ed allora mi viene da dire al Procuratore: sì… è vero che la corruzione, come la mafia, può essere combattuta, ma da ciò… a dire che verrà sconfitta, credo che il passo sia ancora troppo lungo, in particolare per come si è evidenziato, se chi deve combatterla, ci fa… affari!!! 
Bisogna ammettere che molto è stato fatto degli Affari Interni e della Magistratura, ma il fenomeno della corruzione, se pur efficacemente contrastato, non è stato mai debellato del tutto… 
Ecco perché ogni tanto, si scopre qualcuno che avendo compreso come, da quella posizione ufficiale, si possano ricavare vantaggi personali, ecco che da inizio al business dei favori… in cambio di denaro o quant’altro… 
La cosa assurda è scoprire come nessun dei suoi collega s’insospettisca, già… ad esempio di quel cambio d’auto, di quell’orologio al polso firmato, di quegli accessori esclusivi da boutique di lusso, ecc… non capisco, cosa fanno, li coprono… oppure vogliono metterci anch’essi le mani su quella marmellata??? 
Va comunque tenuto conto di un’altra situazione altrettanto grave… e cioè quella in cui si ritrovano ad essere coinvolti dei poliziotti onesti e perbene: questa situazione risulta essere ancor più grave per quei militari, che per quanti nei fatti, hanno commesso   quei reati…
Già, povere vittime, infangate nell’onore dal primo balordo di turno… ritrovandosi ad essere giudicati dai propri colleghi ed etichettati come “corrotti e infami“…
Nessuno tra loro attende le indagini o il giudizio della magistratura… per tutti loro, quelle sono “mele marce” e vanno buttati via!!!
Per molti di questi uomini, ingiustamente arrestati, non basterà l’aver subito perquisizioni, anni di processi, sospensione, lungaggini nelle indagini e come non aggiungere uno sputtanamento generale… già, per ognuno di loro, una eventuale assoluzione, non cancellerà mai… quella macchia professionale, poiché in ogni circostanza, si verrà sempre giudicati affinché non scompaia mai del tutto… quel grave dubbio!!!

Finalmente… il "Codice antimafia" diventa legge!!!


Non sembra vero, ma dopo tanto “inutile” discutere, il codice antimafia è diventato legge!!!

Sì… la Camera ha approvato il ddl di modifica al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione…
Erano presenti in 394 in 28 si sono astenuti (chissà perchè…) mentre gli altri 366 hanno votato…
Certo vedere che soltanto 259 erano favorevoli mentre 107 hanno votato contro, fa comprendere quanta pulizia ci sia ancora da fare, a cominciare proprio da quel palazzo!!!
D’altronde se qualcuno ancora tra essi, preferisce non comprendere quanto sia importante per il nostro paese, contrastare non solo la criminalità organizzata, ma anche tutti quegli uomini dai colletti “grigi”, che garantiscono in questo paese, corruzione e collusioni, debbo pensare che forse hanno interessi personali affinché nulla cambi… 
Dopo gli errori gravi commessi dalle nostre istituzioni, nella gestione dei beni sequestrati, con l’adozione di  misure di prevenzione, personali e patrimoniali, che abbiamo visto quanto inconcludenti siano state, si è deciso di cambiare pagina…  
La nuova riforma infatti, punta a velocizzare le misure di prevenzione patrimoniale, rendendo più trasparenti le scelte degli amministratori giudiziari, ridisegnando l’Agenzia per i beni sequestrati e includendo soprattutto – è questa l’importante novità – tutti quei soggetti che si macchiano di reati di corruzioni, circostanza quest’ultima che impegna il governo a rivedere quella nota equiparazione tra mafioso e corrotto…
Rosy Bindi (Presidente della Commissione Antimafia) ha commentato “È un regalo al Paese“, mentre il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha parlato di una svolta che fornisce in primo luogo trasparenza ed anche nuovi strumenti contro la mafia, garantendo inoltre coloro che sono stati sottoposti a misure di prevenzione. 
Lo stesso ministro ha scritto nella sua pagina social: “Una buona notizia per la lotta alla criminalità organizzata e per lo Stato di diritto; da oggi ci sono più strumenti per combattere la mafia, più trasparenza nella gestione dei beni confiscati, più garanzie per chi è sottoposto a misure di prevenzione”. 
Ora, sono tutti soddisfatti, dalle associazioni di legalità, ai sindacati, da quelle organizzazioni antiracket e antiusura, che vedono nell’approvazione della riforma “un atto di responsabilità politica importante, un deciso passo migliorativo nell’azione di prevenzione e di contrasto alle mafie e alla corruzione. Fenomeni che minacciano da troppo tempo la nostra democrazia, la nostra sicurezza e che sottraggono ingenti risorse alla collettività, impedendo uno sviluppo economico e sociale, sano e diffuso, in tutto il nostro Paese“. 
Tralascio quanti hanno dimostrato sentimenti di avversione per questo testo, che era stato difatti in tutti modi contrastato sin dal novembre 2015, quando aveva ricevuto alla Camera il suo primo via libera, ed era stato successivamente il 6 luglio bloccato al Senato in seconda lettura… passando definitivamente in terza lettura alla Camera senza subire modifiche, per concludere il suo iter e diventare legge…
I numeri dicono che sono ben 20 mila i beni confiscati alle mafie (tra terreni, aziende e immobili) tramite sequestro preventivo, di cui fanno parte circa 3.000 società…
Un patrimonio immenso di quasi 30 miliardi, ma di cui è stato dimostrato, attraverso quella gestione amministrata … come oltre il 90% di quelle società, giungono in fallimento!!! 
Per quanto concerne le novità, la legge estende i possibili destinatari di quelle misure di prevenzione, non solo a chi si è prestato a fare il prestanome o aiutando i latitanti di associazioni mafiosa a delinquere, ma inserisce anche tutti coloro che commettono reati contro la pubblica amministrazione, come peculato, corruzione (ma solo nel caso di reato associativo) anche in atti giudiziari e concussione!!!
Ancor più importante è l’applicazione di un ulteriore controllo e cioè l’accertamento del patrimonio dell’autore del reato, soprattutto se questo risulta sproporzionato rispetto al reddito o se il condannato non è in grado giustificare la provenienza di quei beni… 
Per cui, anche se non viene applicato il provvedimento di “confisca”, si potrà procedere con l’amministrazione giudiziaria e il controllo giudiziario. 
La confisca diviene obbligatoria anche per alcuni reati, quali quelli ambientali o di auto-riciclaggio, vere e proprie attività dell’ecomafie e della criminalità organizzata…
Il provvedimento si applicherà anche in caso di amnistia, prescrizione o morte, di chi l’ha subita…
L’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali è resa inoltre ancor più celere, prevedendo per questi reati una “trattazione prioritaria”; verranno cioè istituiti nei Tribunali dei capoluogo (sedi di Corte d’Appello), sezioni o collegi specializzati per trattare in via esclusiva tali procedimenti… 
Viene introdotto inoltre, l’Istituto del controllo giudiziario delle aziende in caso di pericolo concreto di infiltrazioni mafiose: controllo previsto per un periodo che va da uno a 3 anni e può essere chiesto volontariamente dalle stesse imprese.
Si passa quindi alla fine di quel clientelismo e parentopoli… 
Viene stabilita una maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari (che abbiamo visto negli anni, essere stati in molte occasioni, veri e propri prestanome compiacenti di coloro che avevano subito i provvedimenti interdittivi… oppure erano imparentati con i giudici delegati o con quanti facevano parte di quel cerchio magico…), scegliendo coloro che hanno dimostrazione durante la loro esperienza, non solo di avere quelle necessarie e idonee competenze professionali, ma soprattutto, garantire quella necessaria indipendenza morale…
Inoltre è fondamentale che le nomine prevedano la “rotazione negli incarichi“, affinché non si determinino quei presupposti di naturale confidenza, per come in questi anni si è visto.. ed è accaduto!!!
Per cui… la nuova norma prevede che l’incarico non potrà essere dato a parenti, né a “conviventi e commensali abituali” del magistrato che lo conferisce…. si cerca di evitare l’ennesima brutta figura, commessa nel Tribunale di Palermo e non solo… 
L’hanno infatti chiamata “norma Saguto”, riprendendo il nome dell’ex Presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale del capoluogo siciliano, sospesa e indagata per corruzione… 
Sembra inoltre che il governo è delegato a disciplinare un regime di incompatibilità da estendere ai curatori fallimentari: stop a chi ha parentela, affinità, convivenza o assidua frequentazione con uno qualunque dei magistrati dell’ufficio giudiziario che conferisce l’incarico…
Infine, il problema della gestione e la salvaguardia delle commesse e dei posti di lavoro…
Per favorire la continuità delle aziende sequestrate nasce un fondo da 10 milioni di euro l’anno, per aiutare quelle aziende a proseguire le proprie attività…
Gli imprenditori del settore matureranno, dopo un anno di collaborazione, un diritto di prelazione in caso di vendita o affitto dell’azienda con la possibilità di un supporto tecnico gratuito. 
Grandi novità a breve ci saranno a breve anche sulla segnalazione di banche colluse con la malavita…
A conclusione, viene riorganizzata l’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati.
La sede centrale sarà a Roma e avrà un direttore che si occuperà dell’amministrazione dei beni dopo la confisca di secondo grado; verranno ridefiniti i compiti, potenziata l’attività di acquisizione dati e il ruolo in fase di sequestro con l’obiettivo di consentire un’assegnazione provvisoria di beni e aziende, che l’Agenzia può anche destinare beni e aziende direttamente a enti territoriali e associazioni.
Non sembra vero, ma forse questo nostro Stato ha deciso di cominciare a fare vedere i muscoli ed era ora…, dopo anni e anni trascorsi in maniera sterili (direi per lo più “inconcludenti”…), soprattutto dopo aver fallito nella scelta di quei propri uomini e donne…
Chissà, forse finalmente, grazie a questa norma, possiamo iniziare a credere che in breve tempo, si potrà vedere limitato quel sistema corruttivo e soprattutto quel potere economico/clientelare di quella nota organizzazione criminale!!!

Finalmente… il "Codice antimafia" diventa legge!!!


Non sembra vero, ma dopo tanto “inutile” discutere, il codice antimafia è diventato legge!!!

Sì… la Camera ha approvato il ddl di modifica al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione…
Erano presenti in 394 in 28 si sono astenuti (chissà perchè…) mentre gli altri 366 hanno votato…
Certo vedere che soltanto 259 erano favorevoli mentre 107 hanno votato contro, fa comprendere quanta pulizia ci sia ancora da fare, a cominciare proprio da quel palazzo!!!
D’altronde se qualcuno ancora tra essi, preferisce non comprendere quanto sia importante per il nostro paese, contrastare non solo la criminalità organizzata, ma anche tutti quegli uomini dai colletti “grigi”, che garantiscono in questo paese, corruzione e collusioni, debbo pensare che forse hanno interessi personali affinché nulla cambi… 
Dopo gli errori gravi commessi dalle nostre istituzioni, nella gestione dei beni sequestrati, con l’adozione di  misure di prevenzione, personali e patrimoniali, che abbiamo visto quanto inconcludenti siano state, si è deciso di cambiare pagina…  
La nuova riforma infatti, punta a velocizzare le misure di prevenzione patrimoniale, rendendo più trasparenti le scelte degli amministratori giudiziari, ridisegnando l’Agenzia per i beni sequestrati e includendo soprattutto – è questa l’importante novità – tutti quei soggetti che si macchiano di reati di corruzioni, circostanza quest’ultima che impegna il governo a rivedere quella nota equiparazione tra mafioso e corrotto…
Rosy Bindi (Presidente della Commissione Antimafia) ha commentato “È un regalo al Paese“, mentre il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha parlato di una svolta che fornisce in primo luogo trasparenza ed anche nuovi strumenti contro la mafia, garantendo inoltre coloro che sono stati sottoposti a misure di prevenzione. 
Lo stesso ministro ha scritto nella sua pagina social: “Una buona notizia per la lotta alla criminalità organizzata e per lo Stato di diritto; da oggi ci sono più strumenti per combattere la mafia, più trasparenza nella gestione dei beni confiscati, più garanzie per chi è sottoposto a misure di prevenzione”. 
Ora, sono tutti soddisfatti, dalle associazioni di legalità, ai sindacati, da quelle organizzazioni antiracket e antiusura, che vedono nell’approvazione della riforma “un atto di responsabilità politica importante, un deciso passo migliorativo nell’azione di prevenzione e di contrasto alle mafie e alla corruzione. Fenomeni che minacciano da troppo tempo la nostra democrazia, la nostra sicurezza e che sottraggono ingenti risorse alla collettività, impedendo uno sviluppo economico e sociale, sano e diffuso, in tutto il nostro Paese“. 
Tralascio quanti hanno dimostrato sentimenti di avversione per questo testo, che era stato difatti in tutti modi contrastato sin dal novembre 2015, quando aveva ricevuto alla Camera il suo primo via libera, ed era stato successivamente il 6 luglio bloccato al Senato in seconda lettura… passando definitivamente in terza lettura alla Camera senza subire modifiche, per concludere il suo iter e diventare legge…
I numeri dicono che sono ben 20 mila i beni confiscati alle mafie (tra terreni, aziende e immobili) tramite sequestro preventivo, di cui fanno parte circa 3.000 società…
Un patrimonio immenso di quasi 30 miliardi, ma di cui è stato dimostrato, attraverso quella gestione amministrata … come oltre il 90% di quelle società, giungono in fallimento!!! 
Per quanto concerne le novità, la legge estende i possibili destinatari di quelle misure di prevenzione, non solo a chi si è prestato a fare il prestanome o aiutando i latitanti di associazioni mafiosa a delinquere, ma inserisce anche tutti coloro che commettono reati contro la pubblica amministrazione, come peculato, corruzione (ma solo nel caso di reato associativo) anche in atti giudiziari e concussione!!!
Ancor più importante è l’applicazione di un ulteriore controllo e cioè l’accertamento del patrimonio dell’autore del reato, soprattutto se questo risulta sproporzionato rispetto al reddito o se il condannato non è in grado giustificare la provenienza di quei beni… 
Per cui, anche se non viene applicato il provvedimento di “confisca”, si potrà procedere con l’amministrazione giudiziaria e il controllo giudiziario. 
La confisca diviene obbligatoria anche per alcuni reati, quali quelli ambientali o di auto-riciclaggio, vere e proprie attività dell’ecomafie e della criminalità organizzata…
Il provvedimento si applicherà anche in caso di amnistia, prescrizione o morte, di chi l’ha subita…
L’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali è resa inoltre ancor più celere, prevedendo per questi reati una “trattazione prioritaria”; verranno cioè istituiti nei Tribunali dei capoluogo (sedi di Corte d’Appello), sezioni o collegi specializzati per trattare in via esclusiva tali procedimenti… 
Viene introdotto inoltre, l’Istituto del controllo giudiziario delle aziende in caso di pericolo concreto di infiltrazioni mafiose: controllo previsto per un periodo che va da uno a 3 anni e può essere chiesto volontariamente dalle stesse imprese.
Si passa quindi alla fine di quel clientelismo e parentopoli… 
Viene stabilita una maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari (che abbiamo visto negli anni, essere stati in molte occasioni, veri e propri prestanome compiacenti di coloro che avevano subito i provvedimenti interdittivi… oppure erano imparentati con i giudici delegati o con quanti facevano parte di quel cerchio magico…), scegliendo coloro che hanno dimostrazione durante la loro esperienza, non solo di avere quelle necessarie e idonee competenze professionali, ma soprattutto, garantire quella necessaria indipendenza morale…
Inoltre è fondamentale che le nomine prevedano la “rotazione negli incarichi“, affinché non si determinino quei presupposti di naturale confidenza, per come in questi anni si è visto.. ed è accaduto!!!
Per cui… la nuova norma prevede che l’incarico non potrà essere dato a parenti, né a “conviventi e commensali abituali” del magistrato che lo conferisce…. si cerca di evitare l’ennesima brutta figura, commessa nel Tribunale di Palermo e non solo… 
L’hanno infatti chiamata “norma Saguto”, riprendendo il nome dell’ex Presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale del capoluogo siciliano, sospesa e indagata per corruzione… 
Sembra inoltre che il governo è delegato a disciplinare un regime di incompatibilità da estendere ai curatori fallimentari: stop a chi ha parentela, affinità, convivenza o assidua frequentazione con uno qualunque dei magistrati dell’ufficio giudiziario che conferisce l’incarico…
Infine, il problema della gestione e la salvaguardia delle commesse e dei posti di lavoro…
Per favorire la continuità delle aziende sequestrate nasce un fondo da 10 milioni di euro l’anno, per aiutare quelle aziende a proseguire le proprie attività…
Gli imprenditori del settore matureranno, dopo un anno di collaborazione, un diritto di prelazione in caso di vendita o affitto dell’azienda con la possibilità di un supporto tecnico gratuito. 
Grandi novità a breve ci saranno a breve anche sulla segnalazione di banche colluse con la malavita…
A conclusione, viene riorganizzata l’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati.
La sede centrale sarà a Roma e avrà un direttore che si occuperà dell’amministrazione dei beni dopo la confisca di secondo grado; verranno ridefiniti i compiti, potenziata l’attività di acquisizione dati e il ruolo in fase di sequestro con l’obiettivo di consentire un’assegnazione provvisoria di beni e aziende, che l’Agenzia può anche destinare beni e aziende direttamente a enti territoriali e associazioni.
Non sembra vero, ma forse questo nostro Stato ha deciso di cominciare a fare vedere i muscoli ed era ora…, dopo anni e anni trascorsi in maniera sterili (direi per lo più “inconcludenti”…), soprattutto dopo aver fallito nella scelta di quei propri uomini e donne…
Chissà, forse finalmente, grazie a questa norma, possiamo iniziare a credere che in breve tempo, si potrà vedere limitato quel sistema corruttivo e soprattutto quel potere economico/clientelare di quella nota organizzazione criminale!!!

Corretto quanto dice Attaguile: prima di parlare di alleanze… parliamo di Programmi!!!


Ho letto dell’intervista del leader #DiventeràBellissima all’On. Musumeci e della notizia che Egli sarà candidato per la Presidenza alla Regionale Siciliana…

Saperlo oggi da “Siciliano”, non mi fa ne caldo e ne freddo, perché questa volta mi ritrovo pienamente concorde con quanto ha detto l’On. Attaguile e cioè “finora ho sentito parlare solo di cambi di schieramento ma di nessun programma concreto per il rilancio dell’Isola”…
Ed è vero… ascoltate le parole di ciascun protagonista… puntano esclusivamente a mettersi d’accordo per raggiungere quei voti necessari, parlano soltanto tra di loro all’interno di quel cortile politico, sembrano come tante galline, ma nessuno viene in piazza a dirci cosa vuole fare…
Qual’è la loro preoccupazione, che qualcuno tiri loro in faccia qualche uovo???
Io vorrei sapere da ciascuno di questi “prestigiosi” esponenti politici di destra, di sinistra e di centro… quale programma hanno ideato per la nostra regione, per dare definitivamente una svolta a questa situazione di stallo!!!
Sono più di trent’anni (almeno per quanto mi riguarda…) che sento parlare, chiacchiere su chiacchiere sterili, senza alcun consistenza, potremmo definirli inutili, come la maggior parte di quei politici, che da sempre, sono qui a volersi riproporre…
Il 5 Novembre, se sono questi gli uomini che dobbiamo votare, preferirò starmene tranquillamente a casa… circostanza che in vita mia non ho mai fatto, perché ritengo fondamentale andare a votare, anche se soltanto una semplice scheda bianca, ma ciò che mi è impossibile sopportare, è dover vedere ancora una volta, tutta questi soggetti, sempre pronti lì a riproporsi…
Ecco quindi che il segretario nazionale di “Noi con Salvini” ed anche ex presidente della commissione Antimafia regionale, dopo aver atteso invano il nome di quel “candidato” del centro-destra, ha deciso di scendere in campo, senza attendere eventuali investiture degli alleati o meglio dire… di tutti quegli antagonisti, che vanno da Alfano a Micciché, da Sgarbi a D’Alia, passando ovviamente per il più probabile vincente a quella presidenza… proveniente del gruppo Cuffaro & Co. 
Certo, il movimento che oggi rappresenta “Noi con Salvini”, sappiamo bene tutti, non possiede  i numeri vincenti per quella sfida… ma quantomeno punta su una propria coalizione credibile e non certamente “barattabile” per come stanno dimostrando gli altri…
Guardate infatti quanto sta accadendo… senza alcuna decenza: gruppi del centrosinistra che potrebbero passare al centrodestra e viceversa… un vero schifo, solo e soltanto per avere una bella poltrona di colore rosso…
Ma di altro, della nostra Sicilia, di quei programmi di ripresa e sviluppo, il nulla!!!
Escono solo “hastag” a modello di quelli proposti dall’ex presidente del consiglio, Matteo Renzi… e abbiamo visto tutti dove ci hanno condotto!!! 
Nessuno di loro dichiara in quei loro pseudo programmi di non volere un solo voto dalla mafia… già questo dovrebbe fare aprire gli occhi a tutti quei cosiddetti siciliani onesti, che dicono (a bassissima voce) di odiare la mafia, ma poi al momento opportuno sono lì a dargli il proprio voto…
Perché tutti noi sappiamo bene chi è mafioso e chi no… chi è stato indagato e a dimostrato la propria estraneità e chi di contro fa ancora affari con essa…
Quindi non ci prendiamo in giro… siamo noi Siciliani a volere questa terra “infetta”, non sono ne i romani e neppure i lombardi coloro che ogni giorno provano ad affossarla…
Come dare torto al segretario di “Noi con Salvini” (mi auguro che presto questo nome venga trasformato in qualcosa di più regionalistico, se pur all’interno di un gruppo nazionale…) quando pone l’accento sul fatto che “non si parla del modello di rilancio dell’agricoltura e della pesca, non si parla dell’importanza strategica delle infrastrutture, non solo di quelle da realizzare … ma addirittura neppure di come migliorare quelle esistenti, con la conseguenza logica che sulla Messina-Catania ci facciamo un’ora e mezza di fila anche in un momento che non è di punta”…
Ecco, sono questi i reali problemi della nostra terra totalmente disastrata… a cui va aggiunto il settore turistico, i collegamenti ferroviari interni e quelli verso la penisola, il problema dell’occupazione, in particolare quella giovanile, l’affluenza senza alcun controllo programmatico dei migranti, la criminalità organizzata e quant’altro che ben conosciamo…  
Dice Attaguile: “se il dibattito nel centrodestra dovesse proseguire in questo modo, siamo pronti ad andare da soli alleati con chi condividerà la nostra linea politica, d’altronde i siciliani si aspettano una classe dirigente rinnovata e soprattutto un programma innovativo per il rilancio della nostra terra. 
Abbiamo quasi ultimato le liste e siamo pronti a farci la nostra campagna elettorale sui programmi e sulle idee piuttosto che sulle poltrone. Per la scelta dei candidati abbiamo adottato le regole riportate nel codice etico deliberato dalla Commissione Nazionale Antimafia e per tale motivo nel corso del tempo abbiamo detto no all’ingresso nel nostro movimento di cinque deputati regionali. Peraltro poniamo il limite massimo dei due mandati e di non proporre in ruoli governativi chi in passato ha ricoperto incarichi in governi che hanno ridotto la Sicilia in questi condizioni”.
“Corretti” i parametri sopra indicati, che rispondono perfettamente a quanto da sempre il sottoscritto su questo blog va chiedendo ai nostri politici e sono felice di sapere, che almeno il leader di “Noi con Salvini” abbia deciso di mettere in pratica quei principi di legalità e moralità, che altri – in tutti questi anni – hanno fatto finta di non conoscere e d’altronde sono gli stessi che hanno condotto questa nostra regione allo stato fallimentare in cui si trova!!!

Un "Codice Antimafia" tra mille ostruzionismi… alla faccia della legalità: Il nostro è un paese d'ipocriti!!!

Se passassero realmente quel loro tempo, a far sì… d’approvare i provvedimenti necessari per debellare questa corruzione ed illegalità tanto presente nel nostro paese, ecco, basterebbe veramente poco, per far fare quel salto di qualità verso una integrità, di cui oggi manca totalmente…
Sembra assurdo eppure è così!!! 
Già, anche solo per approvare una riforma indispensabile, qual’è quella del “Codice Antimafia”, si è dovuto ricorrere ad una votazione, passata nell’aula di Palazzo Madama, con il minimo dei voti e tra mille polemiche…
Sono stati 129 i voti a favore con 56 no e 30 astenuti… come dicevo sopra, il minimo storico per un voto al Senato, su un provvedimento così importante…
Viene da chiedersi il perché di questa disputa… ma soprattutto, visti ora i tempi tecnici necessari, la pausa estiva, il provvedimento che dovrà ritornare alla Camera per la terza lettura, nessuna data certa indicata… ecco, sono quasi certo di dire che alla fine… questa normativa, verrà arenata!!!
Se pensate difatti che vi sono ancora oggi, soggetti che ritengono il provvedimento “invotabile, intriso di neogiustizialismo e insopportabile”, comprenderete da voi, quanto questo paese, abbia poca voglia di cambiare pagina o di seguire principi di incorruttibilità e rettitudine…
La verità in concreto è che non si vogliono estendere  le misure di prevenzione come la confisca dei beni, anche ai corrotti e agli stalker…  
Il motivo è semplice… sì… comprenderete da voi stessi come questa riforma, mette a rischio il patrimonio di tutti i soggetti indagati per corruzione… di cui (come ben sappiamo) una grossa fetta, fa proprio parte di questa nostra classe politica, nominativi già accusati di corruzione in atti giudiziari che costituiscono l’80% dei nostri rappresentanti politici, presenti e passati… da quelli nazionali a quelli locali!!!
Ecco quindi qual’è la vera motivazione di quell’ostruzionismo, di quegli atteggiamenti “intimidatori”, sul perché la relazione, non sia mai giunta nelle mani del Presidente dell’Anac, Raffaele Cantone… sono tutte circostanze alquanto ambigue, in un paese enigmatico e oscuro, com’è quello nostro… in particolare quando si devono trattare temi come questi, dove vi è la presenza e l’ingerenza di quella gestione “mafiosa”…
Mi trovo concorde con chi ha osservato come sia triste vedere la politica “non serena” nel legiferare su questi temi, visto il suo frequente coinvolgimento in casi di corruzione…. ma ciò evidenzia come per l’appunto, nessuno o quantomeno la maggior parte dei nostri uomini di governo, non hanno mai avuto interesse in tanti anni, di portare avanti una lotta seria alla criminalità e alla corruzione… 
Ed è per questi motivi, che noi tutti, in particolare noi Siciliani, siamo qui a soffrire per una condizione sociale di malessere economico e di disagio morale… 
Sì… proprio perché nessuno tra quegli uomini al governo, ha mai voluto di fatto modificare quei perenne intreccio politico/mafiosi, basati principalmente sullo scambio di voti, sul malaffare e sulle collusioni… ed è il motivo per cui ancora oggi, comprensibilmente, la mafia… gongola!!!

Una cosa è certa: la mafia è ovunque!!!

Non si può dire che lo Stato stia a guardare… anzi, se pur con poco dinamismo, si è riusciti in questi anni a effettuare arresti eccellenti e molti di quei prestanome e/o affiliati a quel sistema, sono stati arrestati ed anche condannati…
Ma la mafia si sa… ha continuato ad espandere le proprie ramificazioni e ad ogni potatura, ne ha accresciute di nuove… 
Ed è questo il quadro per l’anno 2016, rappresentato in questi giorni al Senato, dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (Dna) per nome del Procuratore nazionale Franco Roberti e dalla Presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi…
Dalla relazione prodotta, emerge quanto è stato compiuto lo scorso anno, tra successi investigativi e processuali, ma purtroppo, le mafie storiche, hanno saputo dimostrare di non subire arresti…. anzi, si sono evolute, per meglio adattarsi ai vuoti provocati per l’appunto da quegli arresti e/o da quelle condanne… un vero e proprio cambio di quella strategia di controllo del territorio, ora certamente meno violento, ma più efficace.
La mafia investe nella società… cerca di condizionare l’opinione pubblica, i processi economici e culturali, ristabilendo quell’autorità che lo Stato, di fatto, fa mancare…
Si punta principalmente ad un metodo ormai collaudato “corruttivo e collusivo”, infiltrando i propri uomini, in quei settori amministrativi ed economici, non più privati, ma soprattutto pubblici… affinché si possa pian piano acquisire il controllo, per poi utilizzarlo illegalmente, per favorire le imprese amiche (mafiose) loro “affiliate”… 
Si punta a tutto, in particolare ai finanziamenti pubblici!!!
Si tenta in ogni modo, di aggiudicarsi tutte le gare degli appalti pubblici in programmazione, tentando attraverso la corruzione prima e la coercizione dopo, di acquisire quegli appalti… Questi difatti, vengono sin dalla loro progettazione, realizzati da professionisti esterni, appartenenti a quel sistema colluso (d’altronde gli uffici amministrativi pubblici, spesso non sono neppure in grado tecnicamente di poterlo redigere…) i quali, s’impegnano nella elaborazione degli stessi, progettandoli affinché nei bandi di gara, vengano imposte tutta una serie di condizioni e requisiti, che fanno in modo di escludere, la maggior parte delle imprese partecipanti… 
Ecco che, alla fine… il nome del vincitore è lo stesso della ditta (affiliata), che aveva prima fatto finanziare l’opera e che poi, aveva impostato il bando di gara, affinché potesse aggiudicarselo…
Ed è per questi motivi che la mafia si è dimostrata – se pur la lotta ferrea da parte dello Stato – capace di rimanere presente su tutto il nostro territorio regionale, operando in ciascun settore, quel metodo d’infiltrazione nei settori principali, quali quello economico e finanziario, consentendo alla stessa, il reinvestimento di tutti i proventi illeciti…
La mafia come si visto, in questi anni si è trasformata in una società per azioni… e si presenta oggi, come una vera e propria ordinata organizzazione, fortemente radicata nel territorio, lo stesso  che ne riconosce, attraverso i suoi sottomessi e omertosi cittadini, quella autorevolezza, che non viene nei fatti, riconosciuta allo Stato, vista ormai quest’ultima, come un’entità assente e distante, dai problemi quotidiani di cui soffrono i cittadini…
La mafia di contro lusinga, garantisce lavoro, offre protezione, sostiene le nuove attività imprenditoriali e interviene perfino nei problemi più comuni dei cittadini…
Così facendo, ha potuto acquisire negli anni quel consenso necessario, che le ha permesso, non solo di aver un controllo economico/finanziario, ma anche politico, amministrativo e sociale… discendendo ancor più nello specifico, in quello individuale…
Il proprio impegno d’altronde, è orientato a risolvere le esigenze dei cittadini, i quali sono sempre pronti lì ad elemosinare un favore personale, che verrà successivamente ricambiato (a quegli stessi uomini “affiliati”) nel momento delle votazioni!!! 
Dice il detto: Dove parla il favore tace la giustizia!!!

Quando il sistema antimafia fallisce totalmente….

Quanti di Voi hanno visto la puntata del 3 Aprile 2017, s’intitolava “quando l’Antimafia cerca di fare affari“!!!
Alcuni amici miei, sapendo quanto mi sono battuto in questi anni, affinché certe verità scottanti potessero emergere, mi hanno consigliato di guardarla, peccato che dopo averla vista… non sono rimasto minimamente sorpreso!!!
La puntata trattava la gestione amministrativa da parte dello Stato e analizzava quella cosiddetta “casta” privilegiata degli “Amministratori giudiziari”, nominati dai Tribunali… che in più di una occasione (come si è visto… purtroppo), si sono dimostrati ben peggiori, di quegli stessi soggetti ai quali di fatto, erano stati sottratti i beni, attrsverdo i provvedimenti interdittivi…
Bene in quella vicenda, come in molte altre, si è evidenziata la capacità di quest’ultimi, di privilegiare gli interessi, non della Stato o della comunità che con quel loro incarico rappresentavano, bensì quelli personali…
Difatti, contrariamente alla regola del “buon padre di famiglia”, in molti casi, si è proceduto con una gestione arbitraria, effettuando vere e proprie operazioni… immobiliari, di transazioni o di compravendita, si è proceduto ad investimenti come se si fosse a tutti gli effetti veri e propri proprietari di quei beni, svolgendo con le proprie azioni, attività imprenditoriali che hanno avuto quale conseguenza, quella di condizionare il libero mercato, tentando così facendo… d’incrementare la redditività!!!
Infatti, l’attività di questi  inconsueti amministratori, dovrebbe consistere nel difendere i beni o l’impresa sottoposta a provvedimento di sequestro e/o confisca, evitando principalmente la sua estinzione e salvaguardando quantomeno le commessr e di conseguenza i posti di lavoro di quei poveri dipendenti… 
Si tratta, per quanto possibile, di ripristinare la legalità… se pur tra mille difficoltà, l’amministratore giudiziario deve tentare di portare avanti tutte le attività in corso, seguitare eventuali vendite, perseguendo quell’unico suo scopo: la sopravvivenza dell’impresa.
E’ stato dimostrato come, l’imprese inserite nel circuito mafioso sono di fatto agevolate, in quanto si trovava inserita in un sistema illecito che ne garantisce la sopravvivenza e ne amplifica le capacità di quanti indirettamente le gestiscono, tutto ciò grazie alla massimizzazione del profitto e soprattutto all’accumulazione della ricchezza…
L’impresa non nasceva come tale… ma era diventata un mezzo attraverso il quale l’organizzazione mafiosa reinvestiva i suoi proventi, provenienti delle loro attività illecite, al fine di poterne aumentare i profitti ed estendere in tal maniera, la loro influenza ed il proprio potere.
Il codice di procedura penale… mai aveva contemplato la figura dell’amministratore giudiziario, nonostante prevedesse la possibilità di sequestrare beni di ogni genere. 
L’ausiliario del giudice che doveva occuparsi dei beni sequestrati veniva chiamato “custode”… d’altronde l’etimologia di questa parola, porta a concetti quali coprire, nascondere e difendere… 
Il bene interessato da un accertamento penale poteva essere sottratto momentaneamente in attesa della definizione del giudizio e l’ausiliario del giudice, non doveva far altro, che stare di guardia e controllare che nessuno lo sottraesse o lo deteriorasse…
Difatti… in una visione liberale, soltanto il privato e solo il mercato può regolare l’amministrazione di un bene: l’intervento dello Stato nulla può e nulla deve fare del bene sequestrato; lo deve “congelare” finché non diventerà proprietà dello Stato o viceversa dovrà restituirlo al privato…
Con l’introduzione delle misure di prevenzione patrimoniali, ecco che compare nella nostra legislazione la figura dell’amministratore giudiziario in quanto ci si rende conto che la criminalità accumula ricchezza non solo immeritata perché frutto dell’illegalità, ma anche tossica perché alimenta illegalità…
Nel procedimento di prevenzione deve essere quindi possibile bloccare in via cautelare la ricchezza che potrebbe essere confiscata con un provvedimenti di sequestro; in tal caso quindi, il Tribunale deve nominare un giudice delegato alla procedura tra i componenti del collegio e poi un amministratore giudiziario scelto tra professionisti iscritti nei rispettivi albi (avvocati, procuratori legali, dottori commercialisti, ragionieri o altre persone dotate di comprovata competenza nell’amministrazione dei beni del genere di quelli sequestrati).
Questo amministratore conserva la ricchezza in attesa della confisca per evitare che essa venga dispersa, ma al contempo ha il compito di farne un uso aderente alle regole di legge; così prima ancora di assicurare un bene patrimoniale allo Stato, ci si cura di depotenziarne la tossicità… 
Per farlo, questo professionista abilitato e regolarmente iscritto all’albo, deve principalmente godere della fiducia dell’autorità giudiziaria ed operare sotto il suo controllo. 
I requisiti formali del professionista venivano sostituiti dalla “comprovata esperienza” in amministrazione giudiziaria; ma l’esperienza si ricollegava al pregresso esercizio di tali funzioni e non vi era alcun criterio che potesse far valere quelle le reali capacità…
Per cui, leggendo quanto sopra riportato… c’è qualcuno che può spiegarmi quale parte del discorso non è stato chiaro a quei signori nominati nel servizio delle Iene???
A me sembra molto semplice e chiaro… ma forse è proprio questo il problema, tutti, dal primo all’ultimo di quell’ambiente giudiziario, hanno preferito non comprendere quanto in maniera semplice la legge prescriveva… 
Ed anche a noi, come si può chiedere di fingere o continuare a far finta, che non sia accaduto nulla???
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Se anche l'Antimafia viene limitata dal proprio agire… significa che siamo giunti alla frutta!!!

Ho letto ieri quanto accaduto dopo il provvedimento di perquisizione e sequestro degli elenchi agli iscritti alla loggia siciliana, emesso il giorno 01 c.m. dal Presidente Rosy Bindi, della Commissione Parlamentare Antimafia…

A seguito di quel provvedimento una di quelle logge, ha inviato un’istanza di revisione in “autotutela” finalizzata alla richiesta di annullamento e/o di revoca del provvedimento… assegnando il termine di 10 giorni… terminato il quale, ci si è riservati il diritto di adire presso l’Autorità giudiziaria in tutte le sedi competenti, per ottenere il ripristino della propria “onorabilità”, anche nei riguardi dei propri associati, nonché ovviamente al risarcimento dei danni subiti a causa dell’illiceità del decreto emesso nei loro confronti…
Non è mio interesse entrare nei meriti della istanza o sulla fondatezza sulle quali basa le proprie richieste, alla luce delle norme poste a tutela della libertà di associazione e via discorrendo…
Ciò che non riesco come in molti a comprendere è se, quelle operazioni condotte da una commissione nazionale, quella per appunto dell’Antimafia, siano di fatto legittime oppure illegittime… e se quest’ultima abbia di conseguenza i poteri necessari per compiere quei provvedimenti…
D’altronde, se non ricordo male, lo scopo degli associati di quelle associazioni o logge, non è rappresentato dal migliorare se stessi nei confronti degli altri, non parlo solo moralmente, ma in particolare nella società civile, quali singoli individui, affinché si possano affermare in ogni momento quei valori di verità, libertà di pensiero e diritti civili a quali propriamente s’ispirano……
Difatti, il loro principale interesse non è proprio quello di aspirarsi ai valori morali più elevati con il desiderio finale di praticarli nella vita quotidiana… 
Ed allora non riesco a comprendere cosa ci sia di male, nel consegnare quei nominativi richiesti, che rappresentano, per come dicevo sopra, soggetti che meritano riconoscenza -per quel loro interessamento disinteressato- da parte di ciascuno di noi…
La scienza e coscienza alla quale s’ispirano, non dicono che bisogna giungere ad amarci gli uni con gli altri, collaborando in ogni occasione e diventando parti di un solo corpo, scintilla e amore infinito che si incarna grazie anche attraverso essi???
Non è questo il principio che perseguono quelle vostre associazioni, quell’amore fraterno che conduce a soccorso e verità, insegnamenti che rappresentano vere e proprie lezioni di morale???
Poiché, in caso contrario, non permettendo cioè a quella Commissione Nazionale Antimafia di verificare e comprendere, quanto si sta realizzando con il proprio operato… ecco che si fa in modo di percorrere una strada estremamente rischiosa, quella cioè di far credere a ciascuno di noi, che quella preposta istituzione, non abbia di per se alcuna rilevanza, come se quanto realizza, non abbia alcun valore…
Già, si potrebbe credere che quella Commissione Nazionale Antimafia, non includa in se quei poteri necessari, determinando così in concreto, quel valore aggiunto, che rappresenta di fatto, il carattere essenziale per il quale esiste… di contro, senza quella necessaria autorevolezza, potremmo dire di essere giunti alla frutta!!!

Sicilia: ma dove l'antimafia???

“Antimafia”… una gran bella parola, in particolare quando espressa qui da noi in Sicilia…
Alcuni soggetti, nel pronunciarla quella parola, mi danno l’impressione che è come se… ci si gonfiano i polmoni. 
Si sentono, in quella loro veste di sacralità, quasi fossero rappresentanti divini che intercedono per noi, su questa nostra terra, affinché giunga attraverso loro, quella opportuna protezione…   
Ecco che all’improvviso quindi, personaggi fortemente “collusi” con la politica e con quel sistema clientelare… si ritrovano oggi riciclati nell’antimafia…
Sono divenuti, veri e propri professionisti di questa “antimafia”, cui correttamente, in tempi non sospetti, faceva riferimento proprio Sciascia nei suoi articoli…
Ed allora vorrei sapere: come si diventa paladini dell’antimafia???
Si… forse in questi anni anni ci si è per caso esposti personalmente denunciando fatti o circostanze gravi di cui si era venuti a conoscenza, oppure si è fatto condannare qualcuno affiliato a quel sistema criminale/mafioso o ancora, per non essersi fatti sottomettere da quelle richieste coercitive (ad esempio per non aver pagato il pizzo…), si è subito delle intimidazioni, si è stati a rischio della propria incolumità o di quella dei propri familiari???
Ecco… di quali minacce, estorsioni, ricatti, stiamo parlando, esistono delle pubblicazioni realizzate in questi anni, dalle quali si possono evincere nomi e cognomi di personaggi legati a quel mondo criminale???
Hanno forse subito un lutto in famiglia a causa di una omicidio o di una strage eccellente…???
Per quanto di mia conoscenza, non mi sembra che questi attuali signori dell’antimafia stiano facendo chissà che cosa di rilevante… al limite compiono soltanto (come ogni cittadino siciliano onesto) il proprio dovere… 
Ed allora perché si sono innalzati a paladini della legalità… chi ha concesso loro quella posizione privilegiata, cosa ha determinato quell’ascesa, ma soprattutto, cosa si può fare per determinare quel necessario spartiacque, tra coloro che compiono in maniera coerente quell’opera di antimafia, da chi contrariamente cerca di utilizzarla per propri fini… in particolare se questi elettorali!!!
Già, come si fa a saper riconoscere, i veri dai falsi paladini dell’antimafia?
Perché la vera antimafia è innanzitutto… un fatto di coscienza civile e di moralità!!!
Non bisogna inventarsi nulla, non si deve fare alcuna propaganda, ma soprattutto, non si ha bisogno di demagogia, la strada dopotutto è già stata percorsa da persone, certamente di altro e alto spessore, da quegli “eroi” che hanno sacrificato la loro vita per combattere realmente con i fatti la mafia e non con le parole, ed è a loro che devono questi attuali signori… ispirarsi, poiché tutto il resto è buono per il “cinema”, per l’appunto… per fare esclusivamente nuove scenografia… 
Ricordarsi cosa hanno fatto per noi quegli uomini dello Stato, tutte quelle vittime cadute per mano della mafia come, Boris Giuliano, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Alfredo Agosta, Cesare Terranova, Ninni Cassarà, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e tutti gli altri in questo scritto non menzionati, insieme ai loro familiari e a tutti quegli uomini e donne delle scorte…. 
Come dimenticare quanto compiuto da quei suoi ragazzi, come ad esempio Emanuele Piazza o Antonino Agostino, insieme ai giornalisti Mario Francese, Giuseppe Fava, Beppe Alfano, Peppino Impastato…   
Sono questi gli uomini che si ha il dovere di erigere ad esempio per tutti, in particolare per i tanti giovani che in questi anni – per fortuna- non hanno dovuto vivere come noi, quel lungo periodo delle stragi, ma proprio per questo, hanno necessità d’avere oggi esempi credibili… e non sciacalli che si presentano in quelle loro scuole, per raccontare “favole”, sul contrasto in corso alla criminalità, in questa loro città… 
E’ tempo di togliere i finanziamenti di qualsiasi tipo… eliminare qualsivoglia contributi per un’attività che deve rappresentare un dovere per i cittadini onesti, facciamo in modo che si è “antimafiosi” con i fatti e non soltanto a chiacchiere…
Sono certo che alla fine di quell’antimafia resterà ben poco… o meglio, continueranno con dedizione quella loro opera, soltanto gli uomini e le donne delle varie Procure e della Dia, senza aspettarsi riconoscimenti o premi per quanto realizzato, mettendo come sempre a rischio le loro vite e soprattutto, senza mai ricevere da parte di questi suoi concittadini ingrati, il benché minimo elogio…
  

Antimafia…??? No!!! Prima viene la Juve…

In quanto sportivo, non ho mai dato alla mia squadra, la Juventus, un posto primario al di sopra delle altre, in particolare, proprio quando ad esempio, il Calcio Catania frequentava i piani alti della serie A, ed il sottoscritto ero portato a difendere principalmente i colori di casa e difatti, in più di una circostanza, ho preso le distanze da essa, quando a causa di errori arbitrali, aveva potuto godere di alcuni vantaggi, a scapito proprio della mia squadra di casa… 

Certo, mai avrei pensato, che si sarebbe potuto giungere a tanto…
Ho letto difatti sul rinvio della seduta della Commissione Antimafia, prevista a Catania il prossimo 15 marzo, rinviata secondo quanto riportato dall’On. Attaguile “senza una valida ragione”…
Ora vorrei dire… un improvviso cambio di programma ci può stare, in particolare se la motivazione è basata su elementi validi, ma quando leggo, che il motivo del rinvio è da ricercare in una audizione che avrebbe dovuto tenere il legale di fiducia del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ovviamente non mi si trova concorde ed anzi condivido pienamente il gesto compiuto dall’On. Attaguile che ha deciso di farsi da parte, dimettendosi da Co-Presidente del Comitato Sport e Mafia.
Ho l’impressione che sono in molti in questa nostra città, a non voler comprendere ( o a fanno finta di non voler comprendere) che non è più il momento… di perdere tempo, perché finora se ne perso abbastanza e relativamente poco si è fatto, per contrastare in maniera decisa, quel cancro mafioso… e tutte quelle sue diramazioni, presenti in tutti i comparti, pubblici e privati …    
Ed è per questo moti che riporto la lettera indirizzata al Presidente della Commissione Antimafia, On. Rosy Bindi, affinché comprenda in maniera definitiva che la nostra città non ha bisogno di visite, dibattiti e proclami, che dimostrano di non servire a nulla, ma servono esclusivamente a propagandare quei soliti nominativi, ma si ha bisogno di politiche serie che dimostrano con i fatti, come attraverso decise e corrette azioni,  si possa vedere questa città definitivamente cambiare!!!
Egregio On. Presidente Rosy Bindi,
durante l’ultimo Ufficio di Presidenza della Commissione Nazionale Antimafia si era stabilito di tenere, nella giornata di mercoledì 15 marzo, una seduta della Commissione Antimafia a Catania per dare un segnale forte della presenza dello Stato in risposta alle notizie d’infiltrazione della criminalità organizzata all’interno del mercato di Vittoria. 
Nel corso di tale visita avremmo anche dovuto audire il capo della DDA di Catania, il procuratore Carmelo Zuccaro, nonché il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone che ne aveva fatto richiesta.
Con amarezza, debbo prendere atto che Ella, per come ci ha comunicato nel corso della seduta odierna della Commissione, ha deciso di stravolgere quanto convenuto durante i lavori dell’Ufficio di Presidenza predetto, annullando la visita a Catania e ritenendo, invece, mercoledì di dover audire il legale di fiducia del presidente della Juventus Andrea Agnelli.
Questo improvviso cambiamento di programma è avvenuto dopo l’audizione di ieri del procuratore federale della Figc, prefetto Giuseppe Pecoraro, che ha parlato lungamente della Juventus, chiedendo di secretare i verbali contenenti le sue dichiarazioni.
Tutto ciò mi lascia amareggiato, poiché l’improvvisa audizione dell’avvocato di fiducia del presidente Agnelli a mio avviso non rappresenta una priorità rispetto alla missione catanese già concordata. Peraltro, considerato che al momento non si ha notizia di indagini giudiziarie, ritengo si dovesse audire il presidente della Juventus Andrea Agnelli piuttosto che il suo avvocato.
 A tal proposito sono fermamente convinto che la legge, anche quella sportiva, debba essere uguale per tutti.
Alla luce di quanto sopra, avverto il dovere di rimettere immediatamente il mio mandato di co-presidente del Comitato Sport e mafia, pur continuando a partecipare, nella mia qualità di segretario della Commissione Antimafia, attivamente ai lavori dello stesso.
Con i più cordiali saluti.
Roma, 08.03.2017
On. Angelo Attaguile”
Mi sono permesso di sottolineare un passo della missiva dell’On.Attaguile, poichè ritengo da sempre che la “giustizia” nei confronti dell’individuo, fosse anche il più umile, è tutto… il resto viene dopo!!!

La mafia uccideva d'estate…

Ieri sera ho completato la I° serie televisiva ideata da Pif e interpretata da eccellenti attori…
Passando da quelli più piccoli a quelli più anziani, troviamo ad esempio un Claudio Gioè in una nuova veste di marito e genitore, un uomo semplice ed onesto, legato a sani principi morali, gli stessi di cui ormai la maggior parte dei suoi conterranei hanno fatto a meno… 
Egli rappresenta in maniera benevola la debolezza umana ed in quella sua magistrale interpretazione (il sottoscritto, a dir la verità, lo preferisce interprete nel “capo dei capi”), mette in luce, quel mondo discreto e omertoso, che a cominciare dai primi anni 70′ e fino al 2000 (aggiungerei comunque fino ai giorni nostri…) ha rappresentato uno spaccato triste della nostra isola…
“La mafia uccide solo d’estate”, parla di mafia, ma rappresenta perfettamente quel sistema politico e clientelare, legato a stretto giro, con quegli esponenti mafiosi d’allora… ai quali necessitava dare risposte, viceversa si moriva!!!
Oggi la mafia non uccide più, diversamente d’allora, quelle risposte da dare a chi di dovere… non c’è più bisogno di darle, perché coloro a cui bisognava darle quelle risposte… sono direttamente lì seduti a governare!!!
Non sono io a dirlo, bensì le numerose inchieste giudiziarie realizzate in questi anni, i nomi di coloro che sono stati denunciati e di cui ancora in molti, siedono su quelle poltrone… da quelle Nazionali a quelle Regionali e/o Comunali…
C’è chi si para dietro quella “autorizzazione a procedere”, chi si difende grazie ad eccellenti “azzeccagarbugli” e chi riesce, attraverso particolari intrecci all’interno dei Tribunali, a risultare “retto”, se pur di fatto colpevole.   
Quell’ambiente sociale raffigurato nella serie televisiva, rappresenta esattamente la realtà… la vita di quei cittadini palermitani (che dopotutto è eguale a quella dei restanti siciliani…), di quella lotta alla corruzione fatta da sporadici eroi, mentre la maggior parte, di quel sistema corruttivo, erano parte integrante…
Se non bastasse, cosa dire di quei valori religiosi, di quel modo d’intendere i principi di fede, trascendendo il più delle volte quegli insegnamenti cristiani e compiendo quanto offensivo per la vita di un uomo…
D’altronde, se quelli erano i membri della chiesa a cui chiedere aiuto e conforto (quel fra Giacinto, interpretato dall’eccellente Nino  Frassica…), quei prelati legati a doppio filo tra una “chiesa” povera ed un’associazione “cosa nostra” ricca, ed è proprio dal mantenimento di quella struttura, che si potranno comprendere i motivi del perché a tutto vi fosse un prezzo, anche per eliminare i gravi peccati compiuti da quegli uomini mafiosi…
In molti vedendo quello sceneggiato (pur non volendo farlo…) si sono immedesimati in alcuni di quei ruoli; penso ad esempio ai numerosi forestali, a quegli inservibili dipendenti pubblici, a tutti quei “falsi invalidi”, che grazie a infondati espedienti, avevano ottenuto quelle cattedra scolastica, che sarebbe dovute andare, non solo a chi prima di loro in graduatoria, ma sicuramente ben più preparato… 
Sono identici allo zio di Salvatore e fratello di Pia, che pur di elevarsi ad una cerchia riservata di pochi eletti –“crema” di quel potere espresso corruttivo– si è reso disponibile a scendere a compromessi, tra cui ad esempio, “baciare le mani“!!!
Sono storie di vita quotidiana che s’intrecciano, con semplici legami affettivi, familiari, sentimentali, professionali, religiosi e d’amicizia, dove, nonostante l’esperienze vengano vissute in modo approssimativo ai limiti della povertà… ci si riesce ad accontentare e nello stesso tempo si è felici… senza rendersi conto di quanto avvenga intorno a loro, in questa terra ovunque “infetta” da corruzione e mafia…
La speranza di cambiamento c’è, ma non è rappresentata da quelle complicità, da quei pregiudizi o da tutti quei silenzi fatti di connivenze, bensì nasce e si sviluppa all’interno di un profondo rapporto d’amicizia, nato in maniera causale, tra il piccolo Salvatore (Edoardo Buscetta… per come recita sembra un professionista con ottant’anni d’esperienza… insieme a tutti i compagni di classe… Alice, Fofò e Sebastiano ) e il capo della quadra mobile di Palermo, Boris Giuliano. 
Quest’ultimo un grande uomo, che ha sacrificato se stesso per questa terra; un uomo che aveva compreso prima di morire, il pericolo a cui questa regione andava incontro ed aveva cercato non solo con la propria professionalità di contrastarla, ma ne aveva fatto la propria missione di vita, trasmettendo quei valori e quella propria speranza al piccolo Salvatore, di cui oltre che mentore era diventato per l’appunto… amico.
Ed è proprio da questa unione, che il bambino troverà le risposte a quelle sue domande, è saranno proprio i consigli di Boris, sulla mafia e sull’amore, a far comprendere finalmente quei i dubbi che da sempre lo hanno tormentato… 
Scrivi Salvatore, non ti fermare… scrivi su quel tuo diario…

"Premio scomodo 2016" ad un grande giornalista siciliano: Antonio Condorelli

Mi sarei aspettato di leggere la notizia sui nostri quotidiani, ma purtroppo come ormai consuetudine, la “censura”… batte “l’informazione”!!!
In particolare se ad essere premiato è un siciliano, anzi di più… un giornalista siciliano coraggioso, ecco che allora, prevale quel sentimento acrimonioso nei confronti di chi dimostra possedere qualità professionali, senza l’esigenza d’appartenere a quel noto “sistema chiuso e clientelare”, dove prevale esclusivamente invidia e mai meritocrazia…
E’ motivo d’orgoglio avere appreso quindi la notizia che al “22° vertice della Fondazione Caponnetto“, sia stato premiato un giornalista che da anni è impegnato nell’evidenziare con i suoi articoli su varie testate nazionali, in particolare su “LiveSiciliaCatania” e mediante la direzione del mensile “S”, tutti quei fenomeni provenienti dalle attività criminali organizzate, tra cui il riciclaggio, i flussi di denaro sporco da esso derivanti e naturalmente le collusioni politico/imprenditoriali/mafiose… 
No mafia e terrorismo, con gli Stati Uniti d’Europa un cambio di strategia nel contrasto”, con questo titolo si è dato appuntamento il 16 di questo mese, allo Spedale del Bigallo (Bagno a Ripoli), per un tema, quello della criminalità organizzata e della lotta alla mafia, che non limita più i propri affari illeciti all’interno dei nostri confini, ma si è esteso, ampliando il proprio business disonesto, verso gli altri stati nazionali europei… 
I lavori (dopo i saluti del sindaco Francesco Casini), sono stati aperti dalla relazione di Pietro Grasso (presidente del Senato) e molti sono stati gli interventi previsti (vedasi programma allegato) che, sotto la presidenza di Salvatore Calleri, saranno direttamente coordinati da Raffaele Palumbo e Dario Meini Caponnetto.
Al ricevimento del “Premio scomodo 2016” il giornalista ha commentato: “Non potevo non parlare della grande crisi che attanaglia la Sicilia, quella dei diritti e dei doveri, mentre continuano a proliferare i privilegi concessi da chi gestisce la cosa pubblica per alimentare il proprio apparato. 
Ho abbracciato un giovane uomo dello Stato, Emanuele Schifani, premiato dal collega Paolo Borrometi e finalmente ho conosciuto il famoso sbirro catanese “Gianni Palagonia” (è il nome falso di un poliziotto vero, costretto a nascondersi dietro uno pseudonimo per proteggere se stesso e i propri congiunti, lo stesso che ha pubblicato due libri bellissimi: “Il Silenzio e Nelle Mani di Nessuno”).
Inoltre un ringraziamento a Salvatore Calleri per l’impegno con il quale porta avanti la Fondazione Caponnetto
Due giorni intensi, anche e soprattutto di riflessione…
Per cui, colgo l’occasione per voler esprimere al giornalista Dott. A. Condorelli il mio più sincero ringraziamento per l’impegno e la serietà fin qui dimostrata, comprendendo in questa mia gratitudine, la stima dei molti amici e conoscenti, che avendo letto nel mio profilo Fb del premio da Lei ricevuto, hanno voluto manifestare (attraverso propri post) la propria felicitazione per questo giorno speciale…
Un ringraziamento particolare va inoltre a tutti coloro, che durante il vertice, sono stati premiati…
Grazie…

Fondamentale iniziativa a Catania, dall'Associazione Alfredo Agosta.

Ogni venerdì è attivo presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Catania (Via Battello) lo sportello sul sovra-indebitamento gestito dagli esperti avvocati messi a disposizione dall’Associazione Nazionale Antimafia, Alfredo Agosta, di cui mi onoro far parte.
Si tratta di  applicare la legge 3 del 2012, una procedura che a Catania è poco conosciuta (è stata difatti utilizzata una sola volta…) sia dagli utenti, che dagli stessi operatori… 
La norma rivolta ai privati e alle piccole imprese, permette la cancellazione dei debiti pregressi del debitore,  ivi compresi quelli verso il fisco (Equitalia).
La Legge infatti ha introdotto nel nostro ordinamento, una procedura concorsuale anche nei confronti del debitore persona fisica, attivabile però solo dal debitore stesso e non dai creditori.
Per poter beneficiare delle procedure di composizione della crisi è necessario avere due requisiti:
– il primo prevede che non si deve essere assoggettati (né assoggettabili) alle vigenti procedure concorsuali disciplinate dal R.D. 267 del 1942.
Pertanto, alla procedura in commento possono ricorrere tutti i soggetti, persone fisiche, società, enti, che:
*  non svolgono attività d’impresa;
* sono professionisti, artisti o altri lavoratori autonomi;
* sono imprenditori commerciali sotto la soglia di cui all’art. 1 l. fall.;
* sono enti privati non commerciali (associazioni ecc.);
* sono imprenditori agricoli;
* sono “start up innovative” indipendentemente dalle loro dimensioni.
– il secondo requisito prevede che vi deve essere lo stato di “sovra-indebitamento” definito come “la situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà ad adempiere le proprie obbligazioni, ovvero la definitiva incapacità di adempierle regolarmente” (Art. 6 co. 2, lett. a), L. 3/2012).
Il concetto di ”sovra-indebitamento” è diverso da quello di insolvenza della legge fallimentare in quanto prevede non solo l’incapacità definitiva e non transitoria di adempiere regolarmente ai propri debiti, ma fa anche riferimento ad una sproporzione tra il complesso dei debiti e il proprio patrimonio prontamente liquidabile, seppur sia specificato il rapporto di tale squilibrio.
Il consumatore, invece, è definito come “il debitore persona fisica che ha assunto obbligazioni esclusivamente per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta” (Art.6, co.2, lett b), L.3/2012)”.
Questa specifica individuazione è da ricondursi alla volontà del legislatore di distinguere nettamente la procedura relativa al consumatore, rispetto a quella prevista per tutti i restanti soggetti non fallibili.
  • Non possono accedere al queste procedure coloro che sono in queste condizioni: essere soggetto a procedure concorsuali diverse da quelle previste dalla L.3/2012;
  • aver fatto ricorso, nei precedenti cinque anni, ai procedimenti di composizione della crisi da sovra-indebitamento;
  • aver subito, per cause imputabili al debitore, uno dei provvedimenti di cui agli art.14 e 14-bis (ovvero l’impugnazione e la risoluzione dell’accordo e la revoca e la cessazione degli effetti dell’omologazione del piano del consumatore);
  • aver presentato una documentazione che non consente di ricostruire compiutamente la sua situazione economica e patrimoniale.

Lo sportello sarà aperto dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e per chi fosse impossibilitato a recarsi il venerdì mattina potrà chiedere un appuntamento concordando orari e giorni diversi inviando una mail all’indirizzo: info@associazionealfredoagosta.it
Si precisa altresì che lo sportello svolgerà funzione di antiusura e antiracket, e sarà impegnato in iniziative di informazione, sensibilizzazione e promozione, per offrire ai cittadini che sono a rischio usura o che siano già vittime di questi fenomeni, un supporto gratuito che tenga conto di tutti gli aspetti del problema, economici, legali, psicologici.
Il direttore dell’Ispettorato del lavoro, Domenico Amich, ha già annunciato che nell’immediato futuro moltiplicherà i giorni di ricevimento dello sportello e le sue funzioni, anche perché – ha affermato Amich- “A molti, compreso le banche, fa comodo che la procedura sul sovraindebitamento sia poco conosciuta l’Associazione Alfredo Agosta, che si è resa disponibile gratuitamente a prestare questo servizio e ben volentieri abbiamo deciso di istituire questo sportello le cui funzioni saranno presto ampliate, mettendo a disposizione nostro personale, per creare anche uno sportello informativo sul lavoro.»
In un momento di crisi profonda del nostro paese, sia finanziaria (che morale…) dove, intere famiglie ed imprese, vengono ridotte sul lastrico, vi è uno strumento (ahimè… scarsamente noto). per poter ripartire nuovamente da zero, cancellando (o quanto meno riducendo) drasticamente i debiti e ridando dignità a tutti quei soggetti che da troppo tempo, erano rimasti vessati ed imprigionati in quelle maglie cupe della disperazione, a causa di “strozzini” (ufficiali e ufficiosi…) che ormai li avevano resi incapaci anche di poter vivere…
Una nuova speranza si è accesa… per dare coraggio e conforto alla sofferenza.

Il mondo di mezzo: tra mafie e antimafie…

Ieri, 30 settembre alle 19,30, al Salone Loyola (Parrocchia SS. Crocifisso dei Miracoli di Via Enrico Pantano 42 a Catania) si è tenuta una conferenza sul tema di cui in oggetto, tenuta dal Prof. Antonio La Spina.

Bisogna dare un plauso a Padre Gianni Notari, che, attraverso questi incontri, cerca di dare un importante contributo morale al rinnovamento delle coscienze civili… 
Difatti, la questione morale rappresenta oggi, uno dei tratti più significativi sul terreno della lotta alla mafia, che vede ancora la presenza di forti riserve culturali e di esitazioni politiche, difficoltà nel rinnovamento di quelle vecchie classi dirigenti e da quel ricercato sostegno clientelare, da cui siamo totalmente sommersi…
Ma soprattutto manca un’alternativa incapace di riuscire a restituire quel diritto democratico proprio dei suoi concittadini, un sistema quest’ultimo, che preferisce andare a braccetto con quel mondo del malaffare, collusivo e corruttivo, che permette a quel ceto di comando, di prendere le redini della cosa pubblica!!!
Il raffronto del Prof. La Spina è perfetto: esistono tre mondi suddivisi in sotto-mondo, sovra-mondo e mondo di mezzo… 
Ognuno di quei mondi si muove in sintonia con i propri affiliati, quasi fossero di fatto una vera e propria organizzazione professionale; ognuna di esse è sorretta da dei veri e propri codici, quasi fossero deontologici, con specialità, abilità e conoscenza…
Esiste tra esse un confine di separazione… ma vi è la possibilità in taluni casi, che esse, entrino in contatto tra loro, per mettere in comune quanto necessario, affinché si concretizzino le necessità di ognuno di quei mondi…
C’è un mondo di mezzo che partecipa a seconda delle circostanze con i due mondi, quello di sopra e quello di sotto… 
Nel suo libro riporta tutto l’universo delle mafie è dei fenomeni che la contraddistinguono… si passa da Cosa-nostra alla Camorre, dalla ‘Ndrangheta agli Stiddari fino a quelli della Sacra Corona Unita… per giungere a entità completamente nuove come “Mafia capitale”….
Ma la lotta alla mafia passa anche attraverso “l’antimafia”, quella vera e sana, quella realizzata dalle associazioni che direttamente sul campo, fanno sì, di dare un grande contributo a quella lotta…
Perché si sa che esiste un’antimafia istituzionale e soprattutto un’antimafia autentica sociale, ma sappiamo bene che da qualche tempo, vi è la presenza di un’antimafìa “apparente”, che camuffata da personaggi “paladini della legalità”, operano falsamente, affinché s’innescano ingannevoli condizioni che permettono di creare, confusioni ed instabilità, nell’operato delle forze istituzionali…
Sono personaggi che operano in quel mondo di mezzo… colletti bianchi che, pur mantenendo sottobanco un rapporto organico con i sodalizi mafiosi, aderiscono ufficialmente o costituiscono di fatto una nuova associazione antimafia… dedicata all’opera di una vittima di mafia… 
Conoscere dal di dentro le dinamiche organizzative della mafia, permetterà a tutti noi di combatterla ed eliminarla definitivamente…
Come diceva il giudice Falcone: “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine…”.
Noi tutti però, non siamo più nelle condizioni di potere attendere che quel fenomeno giunga da solo alla propria fine!!!
Dobbiamo unire tutte le forze e l’energie, affinché si giunga a quella unione necessaria, per dare un colpo decisivo a quei mondi, criminali, clientelari e associativi…
Faccio quindi un appello a tutte quelle persone perbene presenti (ed anche assenti al convegno…), ma soprattutto rivolgo questo mio appello alle associazioni tutte di legalità… ai loro rappresentanti, che con passione e dedizione, fanno sì che questa nostra terra possa essere migliore – non un giorno – ma sin d’ora…
Ringrazio quindi, quanti ho avuto il piacere di conoscere, in particolare l’Associazione Anti-racket “A.S.I.A.” attraverso il suo Presidente, Dott. Salvatore Campo; l’Associazione antiestorsione di Catania “Libero Grassi” che vede il presidente Linda Russo Zangara e tutti i suoi volontari nella quotidiana battaglia contro il pizzo; dell’Associazione “Giustizia e Pace” dedicata ai due magistrati uccisi dalla mafia, Antonino Saetta(assassinato insieme al figlio nel 1988) e Rosario Livatino (freddato nel 1990), rappresentata da Ugo Tomaselli.
Colgo l’occasione infine per salutare coloro che, quotidianamente, con il proprio impegno, si sacrificano con dedizione affinché, legalità e giustizia, abbiano a radicarsi nella società attuale… mi riferisco a Nicola Grassi, Romj Crocitti Bellanti, Mirko Viola, Antonello Costanzo, ed anche gli amici Alfio Grassi e Maria Anselmi (la quale, mi ha gentilmente concesso di pubblicare in copertina la sua foto…).
Sono in molti ad aver sacrificato se stessi perché animati dal desiderio di rivalsa contro qualunque forma di criminalità organizzata: perché si sa… il bene trionferà e la legalità vincerà la sua battaglia!!!

Basta con l'antimafia del giorno dopo!!!

Troppe associazioni inutili… inconcludenti, e inaffidabili!!!
In questi ultimi anni sono spuntate fuori come i funghi… si presentano come paladini della legalità, ma quando si tratta di metterci la faccia o di rischiare in prima persona… ecco che quella presenza diventa di fatto… inconsistente!!!
D’altra parte, molte di loro, hanno reso manifesto d’essere state particolarmente legate, proprio a quei gruppi criminali, che avrebbero dovuto contrastare…
Difatti quella loro presenza è divenuta di per se scomoda…  e quella loro inservibile attività, ha contribuito a sminuire l’operato fondamentale di altre associazioni…
E’ stato dimostrato nelle varie inchieste come, dietro la pretesa di azioni eclatanti contro le mafie… si celavano interessi ambigui e personali che portavano a collusioni con quei soggetti, politico imprenditoriali, legati alla criminalità organizzata…
Il sistema puntava principalmente ad accaparrarsi fondi pubblici sulla sicurezza, beneficenze varie (in particolare se giunte da quegli uomini legati ad ambienti malavitosi), la richiesta del 5 per mille dei contributi Irpef, ed ancora, il poter beneficiare, di quei beni sottoposti a provvedimenti di sequestro o confisca… ovviamente il tutto… ottenuto in maniera legalizzata!!!
Si tratta in concreto di una strategia preparata a tavolino…  che opera affinché s’intervenga a creare confusione nel sistema, inquinando il lavoro delle procure e denunciando fatti e circostanze, che sono ben lontane dalla realtà, ma facendo sì che vada ad eliminare quella possibile concorrenza sul campo…
I loro rappresentanti si mettono il vestito buono della legalità… pur sapendo di essere sporchi dentro… ed armati ora di quella corazza da paladini, si mostrano sui media, per lanciare slogan per lo più propagandistici e certamente inefficaci…
In fondo cosa si vorrebbe chiedere a quelle associazioni, quando, con il passar del tempo, si sono dimostrate fragili e soprattutto deboli, pilotate da quanti stanno dietro le quinte, che sono nei fatti, coloro che li hanno finora sorretti!!!
Sono di per se, personaggi in cerca d’autore, che non hanno mai subito minacce o eventuali pressioni…
Nessun soggetto cosiddetto “affiliato” si è mai presentato, come d’altronde essi stessi, non hanno mai provveduto a denunciare o si sono ribellati a questo stato di fatto…
Sono soggetti che tentano d’avere un’immagine pubblica,  opportunisti che provano in tutti i modi di scalare le posizioni di potere, principalmente per avere un tornaconto personale, professionale, familiare, ecc…
Con quel tipo di associazione,  nulla hanno a che fare… ne la volontà per quel tipo di lotta, ne la passione o l’onesta di fare quanto possibile affinché questo sistema marcio, possa  migliorare…
Viceversa… si fa tutto in maniera sotterranea, per sfruttare quella posizione raggiunta, per porre in difficoltà i propri concorrenti, siano essi politici, scrittori, giornalisti, presidenti, amministratori, imprenditori, ecc… affinché, grazie a quelle infami denunce… si possa prendere quel loro posto, puntando così ad ottenere, eventuali assegnazioni ben remunerate… per la gestione dei beni confiscati dallo Stato alle mafie!!!
Sono i cosiddetti “professionisti dell’antimafia”… che utilizzano meccanismi fragili dello Stato, per migliorare le proprie carriere personali e soprattutto per dare una mano a quei soggetti interdetti, affinché possano continuare a realizzare i propri interessi…
Le chiamano “associazioni antimafia”, ma sono nei fatti, “associazioni collusive e clientelari” che hanno quale fine, quello di fare in modo che l’ombra della malavita, continui indisturbata a ramificare, consolidando quel proprio potere, in nome di un bene supremo che assolve tutto e tutti, affinché nulla… possa mai cambiare!!!

Basta con l'antimafia del giorno dopo!!!

Troppe associazioni inutili… inconcludenti, e inaffidabili!!!
In questi ultimi anni sono spuntate fuori come i funghi… si presentano come paladini della legalità, ma quando si tratta di metterci la faccia o di rischiare in prima persona… ecco che quella presenza diventa di fatto… inconsistente!!!
D’altra parte, molte di loro, hanno reso manifesto d’essere state particolarmente legate, proprio a quei gruppi criminali, che avrebbero dovuto contrastare…
Difatti quella loro presenza è divenuta di per se scomoda…  e quella loro inservibile attività, ha contribuito a sminuire l’operato fondamentale di altre associazioni…
E’ stato dimostrato nelle varie inchieste come, dietro la pretesa di azioni eclatanti contro le mafie… si celavano interessi ambigui e personali che portavano a collusioni con quei soggetti, politico imprenditoriali, legati alla criminalità organizzata…
Il sistema puntava principalmente ad accaparrarsi fondi pubblici sulla sicurezza, beneficenze varie (in particolare se giunte da quegli uomini legati ad ambienti malavitosi), la richiesta del 5 per mille dei contributi Irpef, ed ancora, il poter beneficiare, di quei beni sottoposti a provvedimenti di sequestro o confisca… ovviamente il tutto… ottenuto in maniera legalizzata!!!
Si tratta in concreto di una strategia preparata a tavolino…  che opera affinché s’intervenga a creare confusione nel sistema, inquinando il lavoro delle procure e denunciando fatti e circostanze, che sono ben lontane dalla realtà, ma facendo sì che vada ad eliminare quella possibile concorrenza sul campo…
I loro rappresentanti si mettono il vestito buono della legalità… pur sapendo di essere sporchi dentro… ed armati ora di quella corazza da paladini, si mostrano sui media, per lanciare slogan per lo più propagandistici e certamente inefficaci…
In fondo cosa si vorrebbe chiedere a quelle associazioni, quando, con il passar del tempo, si sono dimostrate fragili e soprattutto deboli, pilotate da quanti stanno dietro le quinte, che sono nei fatti, coloro che li hanno finora sorretti!!!
Sono di per se, personaggi in cerca d’autore, che non hanno mai subito minacce o eventuali pressioni…
Nessun soggetto cosiddetto “affiliato” si è mai presentato, come d’altronde essi stessi, non hanno mai provveduto a denunciare o si sono ribellati a questo stato di fatto…
Sono soggetti che tentano d’avere un’immagine pubblica,  opportunisti che provano in tutti i modi di scalare le posizioni di potere, principalmente per avere un tornaconto personale, professionale, familiare, ecc…
Con quel tipo di associazione,  nulla hanno a che fare… ne la volontà per quel tipo di lotta, ne la passione o l’onesta di fare quanto possibile affinché questo sistema marcio, possa  migliorare…
Viceversa… si fa tutto in maniera sotterranea, per sfruttare quella posizione raggiunta, per porre in difficoltà i propri concorrenti, siano essi politici, scrittori, giornalisti, presidenti, amministratori, imprenditori, ecc… affinché, grazie a quelle infami denunce… si possa prendere quel loro posto, puntando così ad ottenere, eventuali assegnazioni ben remunerate… per la gestione dei beni confiscati dallo Stato alle mafie!!!
Sono i cosiddetti “professionisti dell’antimafia”… che utilizzano meccanismi fragili dello Stato, per migliorare le proprie carriere personali e soprattutto per dare una mano a quei soggetti interdetti, affinché possano continuare a realizzare i propri interessi…
Le chiamano “associazioni antimafia”, ma sono nei fatti, “associazioni collusive e clientelari” che hanno quale fine, quello di fare in modo che l’ombra della malavita, continui indisturbata a ramificare, consolidando quel proprio potere, in nome di un bene supremo che assolve tutto e tutti, affinché nulla… possa mai cambiare!!!

Nessuno sa, nessuno deve sapere!!!

Ho finito di leggere su http://catania.meridionews.it/articolo/47010/caso-ciancio-cassazione-annulla-proscioglimento-requisitoria-questo-processo-non-si-voleva-fare/ l’articolo sull’imprenditore ed editore del quotidiano La Sicilia, Mario Ciancio Sanfilippo.
C’è riportato che l’indagine per concorso esterno in associazione mafiosa a carico dello stesso, tornerà alla fase dell’udienza preliminare, a deciderlo, i giudici della Cassazione (a seguito del ricorso della Procura e delle parti offese Dario e Gerlando Montana), annullando di fatto il proscioglimento ottenuto lo scorso dicembre a Catania. 
Lo stesso Procuratore generale ha dichiarato la volontà che “Questo processo non si voleva fare”…
Non entro nei meriti giudiziari, anche perché non ne avrei le competenze… ciò che invece mi ha incuriosito è la frase del legale riportata nel link http://catania.meridionews.it/articolo/38603/ciancio-de-benedetti-e-i-capitali-dallestero-il-progetto-per-far-tornare-i-fondi-neri-in-italia/ dove attraverso una precisa rielaborazione, è stata spiegata la modalità con la quale è stato possibile far rientrare in Italia milioni di euro ( grazie a quel famoso “scudo fiscale” portato avanti dal governo del “Cav.”), custoditi in alcuni fondi neri all’estero, per averli così immediatamente disponibili…
Tra le documentazioni dell’inchiesta vi è il progetto di un’operazione finanziaria internazionale che lo coinvolge direttamente in prima persona… un affare a livello globale che aveva per obiettivo, quello di rendere lecita una struttura offshore. 
Le indagini hanno documentato che per riuscire a togliere il velo sull’operazione che riguardava la rete offshore di Ciancio è stata decisiva la visita dell’economista Raffaella Quarato negli uffici di Ciancio, nella sede del quotidiano locale (un faccia a faccia che però viene ascoltato dai militari della guardia di finanza).  
In quell’occasione, la Quarato avrebbe richiesto all’editore catanese di effettuare ulteriori investimenti nei fondi proponendo un’operazione strutturata e complessa che prevedeva il controllo dell’investimento tramite una società italiana e una società olandese, la stessa illustra a Ciancio tutti i dettagli della complessa operazione finanziaria che intende portare avanti e che ha come risultato definitivo, quello di far rientrare in Italia in maniera pulita alcuni milioni di euro…
L’avvocata – non indagata – viene sentita dagli inquirenti come persona informata sui fatti nel 2011. Inizialmente nega tutto. 
Dai possibili legami proposti nel faccia a faccia tra la società olandese e Ciancio, fino alla conoscenza di fondi dell’editore nella Plurifid. 
Quarato dice di non sapere nemmeno se l’editore fosse in possesso di fondi neri. 
La versione dei fatti tuttavia cambia dopo che i militari fanno sentire alla fiscalista la sua voce intercettata insieme a quella di Ciancio. 
In un passaggio l’editore, riferendosi alle società, dice: “Io teoricamente non potrei averle”. Affermazione a cui segue la risposta dell’avvocata: Nessuno sa, nessuno deve sapere!!!
Termino riportando quanto affermato dal Vice Presidente della Commissione Antimafia, On. Claudio Fava: “Il sequestro antimafia di 17 milioni di euro ai danni dell’editore Mario Ciancio e la supposta provenienza illecita di quei fondi, in parte detenuti all’estero attraverso fiduciarie di copertura, sono notizie gravi… perché riguardano il più potente editore del sud Italia. E la concreta eventualità di una sua compromissione mafiosa, getta un’ombra sull’uso che negli anni Ciancio può aver fatto dei giornali e delle emittenti di cui, in tutto o in parte, è l’editore“.

Amministrazioni giudiziarie & Associazioni antimafia…

La festa è quella dell’Unità a Catania e la Presidente della Commissione Nazionale Antimafia, Rosy Bindi, ha dichiarato: “Combatteremo l’antimafia deviata” e quindi ha attaccato gli ordini professionali… ribadendo “Abbiamo sentito gli ordini professionali, tutti tutelano i propri affiliati anche quando sbagliano”!!! 
Durante il convegno si è parlato di mafia, di collusioni, di corruzione, ma soprattutto di quella “antimafia” di facciata che dimostra avere non soltanto paura di quel sistema… ma bensì proprio per evitare possibili ripercussioni… ci va a braccetto!!! 
Ed inoltre, si discute di provvedimenti di sequestro e di confisca, casi di deviazione degli amministratori giudiziari con provvedimenti dai tempi lunghissimi, probabilmente realizzati forse, per aumentare il proprio compenso economico…
Finalmente le mie parole, scritte su questo blog… cominciano ad avere quei giusti effetti… 
Già, dopo anni e anni in cui scrivo su quei meccanismi perversi, qualcuno forse (o finalmente…) ha iniziato a prendere coscienza che quei fatti raccontati, non erano inventati, ma costituivano vere e proprie fedeli ricostruzioni… ed è interessante scoprire che, quando si parla di “antimafia di facciata”, la nostra Sicilia rappresenta perfettamente quel modello…
Come ci si può dimenticare di personaggi pubblici, Presidenti di Associazioni nazionali (veri e propri finti paladini della legalità) che hanno permesso di realizzare ovunque tangenti ed alla mafia di poter accrescere e sviluppare il proprio potere…
Si chiama “antimafia deviata” quella che non combatte la mafia o le collusioni di quei colletti grigi, ma cerca bensì di beneficiare di quel paravento, per ottenere sempre più potere e finanziamenti dati dallo Stato… centinaia di migliaia di euro, che finiscono per essere utilizzati per fini propri e quasi sempre personali…
Analoga situazione va rivista per gli ordini professionali, che non sono fatti per tutelare gli interessi di chi è iscritto a quell’ordine, bensì sono stati creati, per tutelare i cittadini dal corretto esercizio della professione”…
Ma dove il Presidente Bindy ha dato il meglio di se, è quando ricorda di come a Palermo la mafia è stata combattuta e dove i suoi boss sono stati pian piano consegnati alla giustizia, a differenza di Catania, dove sono ancora tutti fuori…  perché la maggior parte di essi sono “prenditori”… pardon imprenditori!!!.
Importante anche quanto pronunciato dal procuratore Franco Roberti che durante il suo intervento, ha parlato della necessità di fare le riforme in tema di giustizia: “Chiedo per i corrotti e i corruttori gli stessi strumenti di indagine che sono previsti per le mafie, con agenti sotto copertura, sconti di pena per chi collabora con la giustizia, durata delle  indagini e delle intercettazioni di pari misura rispetto quelli previsti per i reati di mafia e possibilità di fare intercettazioni preventive. Inoltre, sarebbe necessario inserire  nel 416bis un aggravante specifica, se l’associazione mafiosa si avvale della corruzione per  conseguire appalti pubblici e commesse pubbliche; una semplice modifica che segnerebbe un passo avanti perché sappiamo tutti che la corruzione è lo strumento privilegiato delle organizzazioni mafiose”.
Ma quando il procuratore Franco Roberti parla delle amministrazioni giudiziarie, ecco che finalmente, sento svelare qualcosa di significativo… 
Sono anni che il sottoscritto attendeva una rivelazione come quella appena esposta: ”Vi siete chiesti perché nelle amministrazioni giudiziarie i procedimenti di prevenzione durano cosi a lungo? e sempre nella complessità dei beni da gestire o forse più va a  lungo l’amministrazione giudiziaria e  più l’amministratore giudiziario ne profitta economicamente magari in combutta con qualche giudice come abbiamo dovuto in qualche caso penosamente constatare?
Sono certo che quando dichiarato, non sarà di facile comprensione per molti… ma state certi che chi doveva intuire, ha compreso bene quel messaggio “subliminale”… 
Tra questi c’è il sottoscritto ed anche qualche ex collega!!! 

Una cosa è la mafia, un'altra la mafia dell'antimafia e un'altra cosa è la LOTTA ALLA MAFIA!!!

Già… dice bene Pietrangelo Buttafuoco: “tutti hanno paura di tutti, della mafia, della burocrazia, dei giornalisti…“. 
Tutti in questa terra dimostrano d’aver paura… e aspettano che sia sempre la giustizia a fare il proprio corso, a risolvere i problemi legati alla criminalità e a saper riutilizzare nel sociale, tutti quei beni patrimoniali confiscati, prevedendone l’assegnazione ed il riutilizzo delle ricchezze di provenienza illecita, così come prevede l’applicazione della legge 109/96…
Si tratta cioè di far tornare nuovamente in campo, lo Stato in Sicilia!!!
E’ difatti da un po di tempo che mi sto convincendo, come sono sempre più rari i casi in cui qualcuno faccia il proprio dovere, a cominciare da quei nostri imprenditori, per continuare con un numero elevato di burocrati, ormai conosciuti con l’appellativo di “colletti bianchi”. 
Se guardiamo di seguito la cartina, possiamo vedere come, la nostra regione, supera per provvedimenti di confisca tutte le altre e aggiungerei anche “in modo impressionante”!!!
Qualcosa quindi da correggere c’è… in particolare se rapportiamo questo dato con altre realtà del nord, sicuramente più ricche ma soprattutto maggiormente produttive!!! 

Inoltre, se si esaminano quanti di quei beni sono riutilizzati attraverso le collaborazioni tra Associazioni di legalità, Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, Prefetture, Comuni, ecc… possiamo costatare come, nella maggior parte delle volte, queste, restano di fatto inutilizzati o ancor peggio… nella disponibilità di coloro a cui erano state sottratte. 

Certo, fatta la mappatura ed una analisi dettagliata dei beni confiscati nel territorio, si tratta ora di valutare la corretta pratica sul loro eventuale utilizzo e sulla loro gestione… e lì, abbiamo visto come il più volte… si hanno i maggiori problemi… 
Sappiamo bene come, per contrastare la mafia, bisogna indebolirla… ma per far ciò bisogna realizzare una strategia che punti ad indebolire e a distruggere quel capitale accumulato negli anni e che permette ad essa di ampliare quelle reti di relazioni e collusioni, consentendo di fatto a quella organizzazione criminale, di crescere e rapportarsi in maniera proficua con il contesto economico e sociale…
Cambiandosi di volta in volta abito e usufruendo di quegli uomini disonesti e dai colletti limpidi… traggono sempre più vantaggio da quella loro forza, acquisendo posizioni sempre più ragguardevoli all’interno dei quel mercato economico e finanziario…
Bisogna quindi colpire quei consistenti capitali di cui sono in possesso… per poterne ridimensionare con forza, l’influenza che hanno sui cittadini e soprattutto sulla nostra democrazia!!!
Non bisogna dimenticare che questo è un tema molto temuto da quelle organizzazioni criminali, perché di fatto, intacca il loro reale potere, quello economico e di conseguenza il loro unico interesse…
Lo Stato deve dimostrare la propria forza… anche purtroppo senza l’aiuto della stra-maggioranza dei propri cittadini, che preferisce purtroppo ancora credere… che “grazie alla mafia si lavora”!!!
E’ indispensabile quindi… che non si cada nella trappola (creata appositamente da alcuni appositi soggetti “infiltrati”…) dove, una parte di antimafia delegittimi un’altra antimafia… facendo in modo che si giungano a scontrarsi tra loro, Associazioni di legalità, uomini dello Stato, Procure e confederazioni imprenditoriali, sindacali e di categoria… distraendole così, dal raggiungere quell’unico obbiettivo prefissato, rappresentato nel voler eliminare definitivamente… la mafia da questa terra!!!

La cultura del silenzio…

Rispondo al commento di “Logaritmo”, pubblicato su LIVE SICILIA CATANIA di Venerdì 29 Luglio.
La ringrazio per il sostegno e le belle parole che ha voluto rivolgere alla mia persona.
Vede, quanto Lei purtroppo fa emergere sulla mancata solidarietà o sui cosiddetti “silenzi”… costituisce principalmente il motivo  per il quale da sempre mi batto in tutte le sedi, tra cui anche attraverso il mio blog: “liberipensieri” (http://nicola-costanzo.blogspot.it o http://nicolacostanzo.com).
Perché vede, in questa nostra bellissima terra… sono in molti coloro che puntano l’indice e si sentono indignati quando leggono sulle varie inchieste che quotidianamente emergono da parte delle procure siciliane o quando vengono evidenziati, fatti e collusioni, a cui solitamente seguono arresti e/o condanne eccellenti…
Ma quando si tratta di fare il proprio dovere e cioè di denunciare fatti o circostanze di cui si è venuti a conoscenza, ecco che allora in tutti quei casi, ci si cela dietro quell’unico comportamento conosciuto e “omertoso” che fa sì, che quel sistema clientelare e corruttivo, continui a fare proseliti…
Vede, chi non ha avuto modo di conoscermi personalmente, potrebbe pensare che il sottoscritto, “all’improvviso” o senza alcun preciso motivo, abbia deciso di manifestarsi o di denunciare quanto sopra riportato…
Vorrei innanzitutto precisare come, lo stesso, sia stato gentilmente invitato a partecipare ad una intervista per – comprendere in maniera diretta – come viene vissuta l’esperienza di un dipendente che si trova ad attraversare tutte le fasi gestionali di una società che passa, da quella ordinaria al periodo d’interdizione antimafia, con il relativo sequestro delle quote, per poi quindi proseguire con quello della confisca e concludersi dopo molti anni, con la restituzione delle quote societarie.
D’altronde, ciò che molti non sanno, è che la lotta alla illegalità, nasce da un sentimento profondo, che da sempre si dimostra “intraprendente ed operoso” e che mi vede per l’appunto membro di alcune note associazioni di legalità, quali “Libera” e “Francesco Agosta”; inoltre, in questi anni, ho cercato di dare, quando richiesto, il mio piccolo contributo all’Associazione “AddioPizzo Catania” ed in particolare, da pochi mesi, sto partecipando attivamente con l’Associazione “Emanuele Piazza” di Palermo, con la quale si stanno definendo, tutta una serie d’iniziative per la promozione di una “cultura di legalità” nella Provincia di Catania.
Posso dimostrare  (attraverso copie dei documenti protocollati o inviati a mezzo raccomandata, Pec e/o email) come in questi anni, mi sia impegnato, inviando note direttamente a quanti – per competenza – avevano incarichi istituzionali…
Per esempio… al Presidente Umberto Postiglione dell’ANBSC, al Presidente della Commissione Nazionale Antimafia, Rosy Bindi e/o al Vicepresidente Claudio Fava; al Presidente ANAC, Raffaele Cantone; analogamente ho provveduto a segnalare alle Procure di Catania ed di Siracusa, fatti e circostanze, che ritenevo di notevole importanza (e che nulla avevano in legame con la mia ex impresa), affinché si potesse giungere a sensibilizzare le istituzioni preposte e di conseguenza anche l’opinione pubblica…
Tra ieri e oggi, ho ricevuto telefonicamente (e via sms, email, whatsapp, social) molti attestati di stima, complimentandomi per aver fatto emergere un grave problema, quello delle migliaia d’imprese della nostra regione sottoposte a provvedimenti d’interdizione, che non comprende esclusivamente la salvaguardia dei posti di lavoro, ma evidenzia il rispetto e l’applicazione di tutte quelle procedure previste – durante la gestione dei beni sequestrati e/o confiscati – ed espresse perfettamente nella legge Rognoni-La Torre… perché solo così facendo, si potrà ricostruire la fiducia dei cittadini verso le Istituzioni…

Quanto fatto quindi non ha nulla di speciale o di meritevole, perché come ripeto sempre alle mie figlie, “occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana”.

La Sicilia diventerà bellissima!!! Si questo è certo… basterà togliere definitivamente gran parte di quei politici collusi!!!

Ho letto in questi giorni un particolare #hastag…
Un nuovo movimento politico… che mi ha sorpreso perché da a tutti l’opportunità di registrarsi, anche a chi da sempre, possiede tessere di altri partiti…
Quanto sopra viene realizzato per poter essere uniti ed alternativi al governo attuale del Presidente Crocetta e soprattutto alla sua politica “demagogica”.

“#Diventeràbellissima”… è con questo nome che il Presidente della Commissione regionale Antimafia, On. Nello Musumeci, si presenta quale candidato alla Presidenza della regione Sicilia…
E’ stato detto: “chiunque può iscriversi… a #Diventerà bellissima… anche se in possesso di una tessera di partito, l’importante è che si abbia la fedina penale completamente pulita e la disponibilità ad aprirsi ad una cultura trasversale; Siamo un movimento civico che tenta di supplire alla crisi di partiti politici, in fortissimo calo di fiducia nella società ed oggi (prosegue l’On. Musumeci) – la politica non è nelle condizioni di parlare alla gente, ma la crisi dei partiti non può lasciare spazio all’anarchia e/o all’antipolitica…”- Siamo pronti ad una campagna elettorale tra due mesi o tra due anni”!!!
Quindi di tutto e di più… una specie di contenitore “indifferenziato” nel quale inserire qualsiasi identità culturale, senza distinzione sulle eventuali posizioni contrastanti… 
Un vero e proprio calderone nel quale i principi di quella destra liberale, legate finanziariamente al mercato globale ed al capitalismo economico, conservatori inoltre di quel nazionalismo che predilige, rigore, ordine sociale e potere gerarchico, va adesso ad unirsi a quelle ideologie di sinistra, che di contro, supportano l’idea e i concetti di egualitarismo. con l’instaurazione di modello sociali più democratici e anticlericali… il tutto però mediato e condito, da quel centro moderato, d’spirazione cristiana, equidistante anch’esso da entrambi, ma che vorrebbe di fatto rappresentarli tutti…
La regia di questa amalgama è demandata all’On. Musumeci che, dovrà fare in modo, di unire questi diversi pensieri, affinche possano incontrasi e collaborare a quel comune progetto…
Ovviamente si dovrà valutare la fedina penale di tutti gli iscritti… e lì (sicuramente) inizieranno i primi problemi…
Infatti, se si deve tenere conto di quanti hanno già fatto politica in questi anni… e dei loro certificati penali… ecco di limpidi, se ne troveranno pochissimi…
Bisogna inoltre tenere conto che, quel famoso “casellario giudiziale” contiene sì… tutte le informazioni relative ai cittadini sui loro provvedimenti giudiziari (civili, penali, amministrativi, già compiuti), ma non sono di fatto esaustivi per comprendere quanto quei soggetti, sono di per se “cristallini”…
Tralasciando infatti quelli civili (e/o amministrativi) e ponendo quindi la nostra attenzione esclusivamente su quelli penali, scopriremo come tutte le registrazioni (iscritte nel “casellario giudiziale”) contengono esclusivamente le condanne passate del cittadino interessato… ma da questo documento, sono di fatto esclusi, quei procedimenti ancora in corso, denominati appunto “carichi pendenti”, che trovano invece spazio all’interno di un altro documento (emesso esclusivamente dalla Procura della Repubblica) ed è chiamato “certificato dei carichi pendenti”…
Quest’ultimo dovrebbe essere integrato al casellario giudiziario, prima della registrazione al movimento… 
Oltre a ciò, va tenuto conto che, nello stesso documento mancano tutte quelle sentenze attribuite in materia penale, poiché esistono delle “eccezioni” o meglio delle condanne che godono del beneficio della non menzione; tra queste per esempio vi sono le condanne emesse dal giudice di pace e inoltre, non risultano, tutte le condanne relative a reati “estinti” e quelle per contravvenzioni, punibile tramite la sola ammenda…
Da ciò risulta chiaro come, tramite il semplice certificato penale l’eventuale interessato richiedente, non visionerebbe tutte le sentenze effettivamente imputate al titolare del documento, ma si troverebbe a dover integrare la richiesta con un ulteriore strumento denominato “visura a richiesta degli interessati”, che sostanzialmente consente l’accesso diretto ai documenti del casellario giudiziale.
Comunque, vedrete che alla fine di questa affannosa ricerca, si scoprirà come quell’interessante numero di registrazioni… verrà (sicuramente) dimezzato e siccome, tale visure, non potranno essere richieste, se non dal diretto interessato o dalle autorità giudiziarie… quest’ultimo farà in modo di celare eventuali problemi al movimento stesso. che resterà così in attesa dello stesso, per quella previa verifica, che alla fine (sono quasi certo) non si compierà mai…
Vorrei ancora aggiungere che, fintanto che al cittadino non intervengano condanne penali definitive, questo risulterà (almeno sulla carta…) “incensurato”, sebbene su di esso gravino comunque dei carichi pendenti…
Comunque, ammesso che si siano trovate un po di persone perbene… di destra, centro e sinistra… non ha importanza di quale ispirazione politica… dopotutto ciò che conta realmente è l’aver raggiunto i numeri sperati!!!
Ora fatto ciò… di cosa si parlerà??? Quali sono i programmi e cosa cambierà rispetto alle precedenti realtà??? Ma soprattutto perché i siciliani dovrebbero affidarsi a questo nuovo movimento???
Cosa è cambiato… non è sempre lo stesso candidato che si è già presentato negli anni passati a quella Presidenza con i ben noti limitati risultati???
Adesso quindi, in cosa si differenzia d’allora???
Tanto per riepilogare:
– si candida nel 2006 alla presidenza della Regione Siciliana, a capo del neonato movimento Alleanza Siciliana, per protesta contro la ricandidatura di Salvatore Cuffaro, allora rinviato a giudizio per reati di mafia: Ottiene il 5,3% contro il 53,1% dell’esponente del centrodestra e il 41,6% della candidata del centrosinistra Rita Borsellino.
– nel 2008 salirà Lombardo con il 65,35% dei voti… egli non parteciperà in quanto si proporrà a Sindaco a Catania: prenderà infine il 25% dei consensi contro il 54,59% di Raffaele Stancanelli… purtroppo viene battuto al primo turno!!!
– nel 2012 la cui candidatura a Presidente era stata lanciata da Gianfranco Micchichè… ed ha visto giungere l’On. Musumeci 2° con il 25,73%, contro il 30,47 del presidente Crocetta e il 18,17% dell’antagonista Giancarlo Cancelleri… anche questa volta nuovamente battuto!!!
Ora quindi, per la terza volta decide di ripresentarsi con la sua #Diventeràbellissima… vedremo come andrà a finire… 
Il movimento, abbiamo visto sopra, dice d’essere pronto a quella campagna elettorale (“che si voti tra due mesi o tra due anni non  ha importanza…”), comunque… due mesi (considerate le abituali lentezza burocratiche) non basteranno di certo per richiedere quei certificati e procedere con le dovute verifiche…
Comunque… capisco che ormai è di moda riproporre modelli “pentastellari” e si in tutti i modi di copiarli…  
Vengono altresì copiati le iniziative #hastag già proposte dal premier Renzi, ma ciò che non si vuole comprendere è come ormai le persone siano stanche e non si fidano più di questa politica e in particolare di tutti quei politici… che da sempre hanno partecipato a quel mondo e ne hanno condiviso (non solo le tessere di partito), ahimè… le amicizie.
Sono gli stessi soggetti che ora vorrebbero rinnegare… o meglio cancellare in uno solo momento quei decenni trascorsi all’ombra della politica, quasi si potesse dare un colpo di spugna…
Come è inutile inviare “diplomatici” che si facciano messaggeri e portavoce di quei cambiamenti, che si sa… non potranno mai avvenire –almeno non con questi soggetti– perché sono gli stessi, che negli anni passati, non hanno fatto nulla, proprio quando allora… sì… che si poteva fare!!!
Non preoccupatevi per le migliaia di giovani di questa terra…
Loro sanno già cosa fare… vedrete da voi come al momento opportuno, quando cioè verranno chiamati a esprimersi, sapranno a chi indirizzare quel loro voto: certamente verso quei soggetti totalmente nuovi e slegati da menzogneri meccanismi partitocratici!!!
E comunque… la Sicilia… non ha bisogno di diventare bellissima perché è già “BELLISSIMA” ed è un vero peccato che a tutt’oggi… non ve ne siate ancora accorti!!!
L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto… La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra…chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita…
(J.W.Goethe, “Viaggio in Italia”, 1817)

Catania… un mondo a parte!!!

Amo questa Città, nonostante l’amarezza che provo vivendola…
Non so se definirla amarezza sia corretto… forse sarebbe più giusto chiamarla col suo nome: indignazione!!!
C’è un senso di sfiducia che mi attanaglia… che non va via…
Osservare come ogni giorno questi suoi figli si svendano al migliore offerente, mi rattrista… sono come quelle prostitute che alle spalle dell’ufficio nel quale opero (in Corso Sicilia), fanno sì d’allietare quei loro clienti, proponendo i loro corpi in vendita quasi fossero merce di scambio… è veramente qualcosa che mi nausea…
Un misto di dolore e di sfiducia verso questa città e nei confronti di quegli uomini/donne, per i quali ormai, vivere in modo disonesto, corrotto, immorale, sempre in contrasto con la legalità e le sue regole è diventata la consuetudine…
Sì… rappresenta il loro unico motivo di vita, vissuta senza alcuna preoccupazione personale e senza tenere conto dei possibili rischi derivanti da scandali, provvedimenti giudiziari, che poi del resto… puntualmente emergono quasi quotidianamente in tutta la loro gravita…
Sono mestieranti dai modi perversi e collusivi che con i loro tentacoli, s’inerpicano in quell’albero del male, avvelenando la linfa produttiva e contaminando i suoi frutti… 
Tutti personaggi inconcludenti e profittatori che, distanti dalla vita reale, combattono la legalità affinché il malaffare abbia il sopravvento…  
Possiedono difatti una visione distorta della giustizia… credono che perché essa sia equa… debba pendere in ogni momento dalla loro parte… e se qualcuno tenta di modificare o cambiare le regole, ecco che si punta a colpirli in modo strategico, pianificato, attraverso un’aggressione scientifica e meticolosa che fa si che, intorno ad essi, venga a crearsi il vuoto…   
Ed è la stessa emozione che un osservatore può avere, vivendo per la prima volta in questa nostra città…
Gli sembrerà che questa città, faccia parte di un mondo a parte… dove le regole possono essere tranquillamente violate e l’impunità regna sovrana…
Dopotutto basti vedere cose ha appena dichiarato il Vice Presidente della Commissione Antimafia, On. Claudio Fava, al nostro Ministro degli interni, Angelino Alfano: Catania è un regno a parte!!!
Si parla d’infiltrazioni mafiose al consiglio comunale di Catania, un caso aperto a suo tempo da una relazione della Commissione regionale antimafia e che ora ritorna nuovamente al centro dell’attenzione….
“Nessuna ispezione” ha dichiarato il ministro Alfano rispondendo all’interrogazione da parte della Commissione antimafia, con la quale si chiedeva la nomina di una commissione d’accesso al Comune 
All’interno di quel documento, vengono citati otto consiglieri comunali e uno di municipalità, per presunti legami con la criminalità organizzata…
Premesso quanto sopra è stato chiesto di chiedere di valutare l’opportunità e l’urgenza di nominare una commissione di accesso al comune di Catania (ai sensi dell’articolo 143 del TUEL) che avrebbe verificato se ci fosse stato un condizionamento mafioso nelle attività…
Nessuna risposta… come sempre dopotutto quando si tratta di fare chiarezza… e nessuna commissione d’accesso è stata autorizzata… anzi in risposta, il Ministro Alfano ha dichiarato: “Sulla vicenda a cui fa riferimento l’onorevole Fava, ho avuto modo di riferire in occasione della mia audizione presso la commissione parlamentare antimafia lo scorso mese di marzo. In quella circostanza precisai che era ancora in corso da parte della Prefettura di Catania un’ampia attività di monitoraggio sulla compagine elettiva del comune etneo e sulle relative circoscrizioni. In effetti, si era posta la necessità di accurati approfondimenti dopo che la commissione antimafia aveva tratteggiato il rischio di infiltrazioni di tipo mafioso nel consiglio comunale del capoluogo siciliano“; inoltre (ha concluso il Ministro), il ricorso alle disposizioni di rigore, che consentono le utilizzazioni di poteri ispettivi, deve fondarsi oltre che su circostanze di carattere parentale, anche su elementi sintomatici di mala gestione o di sviamento della legalità, che nella specie non sembrano palesarsi.”
Ovviamente la risposta dell’On. Claudo Fava non si è fatta attendere: “Non sono assolutamente d’accordo, l’articolo 143 parla della necessità, qualora vi sia un concreto dubbio, di verificare se c’è un condizionamento mafioso. Abbiamo aspettato cinque mesi per sapere dal Prefetto che cosa producesse questo suo monitoraggio sulle famiglie di tutti i consiglieri comunali per arrivare allo stesso risultato di partenza cioè che due consiglieri sono imparentati con due signori considerati parte integrante delle cosche mafiose.”
“Stiamo parlando di Catania, dove il più importante imprenditore è stato arrestato perché pare che 800 milioni di appalti fossero luogo di investimento e riciclaggio di cosa nostra, dove il più importante editore del sud è sotto processo per associazione di stampo mafioso. Siamo in una condizione di democrazia sospesa con un sindaco che ascoltato in commissione antimafia mentendo ha detto di non sapere nulla su ciò che riguardava il suo consiglio comunale; se ci fossimo trovati il fratello di Casamonica a fare il presidente della municipalità di Ostia (ha ancora commentato l’onorevole Fava a SUDPRESS) avrebbero risposto che non c’è alcun dubbio o alcun condizionamento? se la verifica ha esito negativo bene, se ha esito positivo il Prefetto deve chiedere uno scioglimento. Così funziona nel resto del “regno”, tranne che a Catania.”
Ma Catania si sa… è un “mondo a parte”!!!
Una città che non s’interessa di te di me… delle loro vite, delle famiglie, della mancanza dei posti di lavoro, di un futuro migliore per i suoi figli, una città che trascura i reali bisogni dei cittadini… ma che gira intorno a problemi… senza mai affrontarli definitivamente…
Una città che dorme supina, che non vuole svegliarsi, che non partecipa e non s’indigna, una città silenziosa che non si ribella e non reagisce, dove si attende che siano sempre gli altri ad impegnarsi personalmente… mentre i più restano a guardare o fanno la fila all’interno di quelle segreterie politiche…
Una città in degrado… che si veste d’iniziative per lo più sconclusionate, che affronta con leggerezza speculazioni urbanistiche, che non si cura dei rischi idrogeologici, che non affronta in maniera decisiva i problemi di un’inadeguata sicurezza… 
Catania è così… un mondo a parte: se l’accetti sei complice, se la cambi sei carnefice!!!

Il "quartierino" magico…

Ho acquistato on line l’edizione catanese del mensile “S”… s’intitola: potere, petrolio, antimafia… e un fiume di milioni di euro!!!
Ritengo che oggi, questo nostro mensile, rappresenti uno dei pochi ancora “libero da compromessi” nel panorama nazionale, da tempo ormai… sottoposti a censura!!!
Un numero speciale quello dedicato all’inchiesta della Procura di Potenza… per uno degli uomini più in evidenza in quella promozione nella lotta alla mafia…
Un “paladino della legalità”…, Ivan Lo Bello che ora insieme a Gianluca Gemelli, è stato posto sotto inchiesta…
C’è una guerra in corsa… le solita spartizioni di “poltrone”, da quelle camere di commercio passando alle autorità portuali, per giungere alle intercettazioni in cui si discute di note figure catanesi (non indagati), come il Sindaco Bianco (signore di Catania) e la Senatrice Finocchiaro (Annuccia). 
La copertina del mensile definisce, Gianluca Gemelli e Ivan Lo Bello, i “Gemelli d’oro”… e svela in quelle righe dei verbali, i motivi di questa inchiesta… 
Da quanto riportato… non si può che restare sbigottiti, senza parole, con (aggiungerei) un unico avvertimento: non bisogna leggerlo tutto d’un fiato… 
Già, ritengo difatti che è in ciò che non viene riportato e si tiene segreto,  che si “giudica” la capacità del giornalismo d’inchiesta, che lascia appunto noi, la capacità di leggere tra quelle righe quanto “celato” o che per motivi giudiziari non può essere riportato… poiché apre verso nuovi e più complessi scenari!!!
Si vede chiaramente il tocco del Direttore responsabile, Antonio Condorelli, perché si sa come dietro una notizia pubblicata non c’è mai il fatto puro e semplice, ma c’è sempre una scelta, che determina cosa poter pubblicare e cosa non pubblicare!!!
Sappiamo bene difatti, quanto la scelte delle notizie determini la priorità di pubblicazione, ma mentre c’è chi valuta senza eccezione (come il mensile “S”) la veridicità della notizia, individuando ogni specifico particolare e preoccupandosi di verificarne costantemente le fonti, di contro (altri concorrenziali…), pur di far lievitare il numero dei propri visitatori (o di acquirenti), pubblicano le proprie notizie, esclusivamente per condizionare l’opinione pubblica… la quale come ben sappiamo, è sempre pronta a cedere agli organi di stampa, pur di assistere in prima fila a quella desiderata gogna pubblica, nuovi nominativi da porre (senza alcun giusto processo) direttamente al patibolo!!!
Nelle pagine dedicate allo speciale del “quartierino” si riporta quanto segue:
Il giorno prima della riconferma di Cozzo, il “gruppo” inizia a dubitare della possibile riuscita del piano. A mettere i bastoni tra le ruote, sostengono gli uomini di quel “cerchio magico” (quartierino), potrebbe essere Enzo Bianco, sindaco di Catania. Nelle conversazioni tra Gemelli e Cozzo, si sospetta che Lo Bello possa tentare di fare il “doppio gioco, offrendo un assist a Bianco”. I timori sono poi confermati dai contatti che l’ex compagno della Guidi ha avuto con l’ex sottosegretario Foti, il quale sostiene di aver mandato avanti Cafeo, capo di gabinetto del sindaco si Siracusa Garozzo, direttamente a Roma per verificare quelle supposizione, ma la sua “impressione è che a pilotare il tutto ci fossero le ‘istituzioni’ e in particolare il ‘signore di Catania’”.
“Indaco, che è l’uomo di Bianco, che bada è incandidabile e Delrio, il nuovo che avanza l’ha rimesso come Commissario, cioè che non potrebbe farlo, perché è pensionato, perché è in conflitto di interessi”, aggiunge Cozzo nella conversazione con la ‘Gazzella’, cioè Gianluca Gemelli.
Cosimo Indaco, socio della Angelo Perez & C, è stato nominato dal Mit come commissario straordinario dell’autorità di Catania, nel corso delle intercettazioni, il duo Cozzo-Gemelli discute sulla nomina che a loro dire provoca dei conflitti d’interesse, perché “nella stessa persona confluivano le figura del ‘controllore’ e del ‘controllato’”.
E cosa dire di “Confindustria”, sì… di quel “silenzio degli innocenti“; da quel presidente (Antonello Montante) indagato per concorso esterno all’associazione mafiosa che non si dimette, ed ora del suo vice presidente Lo Bello, anch’egli indagato… certamente non si sta facendo una bella figura!!!  
Dopotutto stiamo parlando di un Ente che dovrebbe garantire la sopravvivenza del nostro tessuto economico ed essere esempio di trasparenza e di lotta alla corruzione…  
Lo stesso Montante il 25 febbraio di due anni fa, in un incontro con la Giunta comunale di Catania, seduto accanto al sindaco Enzo Bianco, aveva dichiarato che la burocrazia era peggio della mafia!!!
Mafia, mafia, mafia… ne parlano tutti come se la conoscessero… 
Mi sorge un dubbio: non è che forse questa loro dettagliata capacità, così particolareggiata nei fatti e nelle circostanze, sia dovuta ad una loro eventuale affiliazione!!! 
È sempre più ormai necessario un discernimento, tra chi dimostra concretamente con i fatti di volerla combattere questa mafia e chi invece con questa associazione, dimostra (sempre con i fatti) di avere dei legami diretti e collusi!!!
Come dicevo alcuni giorni fa (parlando di Catania), non ci resta che buttarci a mare!!!

Sicilia: la "discesa" dei paladini della legalità!

Palermo… Catania, Siracusa… e via discorrendo, tutte città legate da un fattore comune: l’illegalità e il malaffare!!! 

Quando 8 anni fa decisi di ritornare nuovamente in Sicilia, non avrei mai immaginato di ritrovare quella stessa regione (dalla quale mi ero decisamente allontanato…) peggiore di come l’avevo lasciata!!!
E’ un vero schifo… 
Se dovessi elencare tutti i nomi che in questi anni sono stati indagati o ancor peggio hanno subito una condanna… credo che non basterebbe un rotolo lungo da piazza Duomo  a Tondo Gioeni…
Non sto parlando della criminalità organizzata o di quei nominativi che giornalmente riempiono i penitenziari….
Mi sto riferendo ai cosiddetti “colletti bianchi”… o meglio, ormai da tempo li ho definiti “grigi”…
Personaggi ben inseriti nel mondo istituzionale, imprenditoriale, amministrativo e soprattutto in quel sistema di promozione tanto acclarato della “legalità” che ormai s’è scoperto essere grande come il “passaggio” dell’ultima trilogia di Gleen Cooper…
Quei “Dannati”… non fanno parte di un altro mondo… ma di questo purtroppo e da qui ahimè non se ne vanno… anzi il giorno che finalmente (per anzianità) finiscono quei loro incarichi… immediatamente c’è subito chi li sostituisce in modo ancor più pessimo!!!
In tal senso potrei rifarmi a quel detto siciliano che dice: cu cancia a strata vecchia ppi la nova, sapi ‘nso cu lassa ma nun sapi ‘nso cu trova…
Difatti, in questi anni siamo passati, come si dice… “dalla padella alla brace” e coloro che maggiormente hanno deluso sono proprio quelli che in questi anni, avevamo sostituito i loro predecessori…
L’elenco dei nomi li conoscete già… ci sono tutti… Ministri, Segretari, Presidenti, Assessori, Funzionari, Dirigenti, Magistrati, Imprenditori… già tutti di tutti… nessuna categoria è esclusa…
In particolare i settori che dimostrano essere più a rischio sono la sanità, i rifiuti, gli appalti e l’energia…
Già, all’interno di queste realtà si muove un filone di corruzione incredibile… di attività illecite che trovano sostegno da quanti dovrebbero controllare ed invece partecipano direttamente a quel sistema corruttivo… o nei casi in cui si dimostra non esserci stata una partecipazione attiva… si scopre comunque che questi, non abbiano applicano in maniera tempestiva le norme previste sulla trasparenza degli atti amministrativi…
Si parla di ritardi… ma io credo che quanto accada in questa terra… sia fatto apposta affinché la corruzione possa “flemmaticamente” proseguire!!!
E quindi, se chi dovrebbe garantire la legalità… partecipa di fatto al malaffare, dove si pensa d’andare???
Li definivano “Simboli dell’antimafia”… si lo stiamo vedendo infatti quale fosse il loro unico obbiettivo: spartizione del potere…
Un posto di Presidente a te… un incarico di Dirigente a me… ah proposito non ti dimenticare del figlio di… e soprattutto ricordiamo di votare a quel consiglio il tizio… ecc… ecc….
Che schifo… già è una vera è propria indecenza subire inermi questi loro comportamenti… 
Mi viene il voltastomaco a pensare che siamo sottomessi a quattro abietti e per di più incapaci… 
Ma cosa ci si aspettava da chi non è mai stato capace di fare nulla di buono… che all’improvviso quella mancata dote (come per miracolo) si trasformasse in qualcosa di straordinario… che desse lampi d’intelligenza o di genio???
Non sono loro certo i soggetti (in particolare per noi siciliani) di cui andare fieri!!!
A differenza invece del nostro CATANESE  ( ricercatore al dipartimento di Nanofisica dell’Istituto Italiano di Tecnologia) LUCA LANZANO che è stato in questi giorni premiato per aver ottenuto un finanziamento dal Trideo (TRansforming IDEas in Oncological research award) di Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) e fondazione Cariplo, per condurre una ricerca biennale, mediante l’uso di tecniche all’avanguardia di microscopia ottica, volta a svelare i meccanismi alla base dell’insorgenza dei tumori.
Si è vero… siamo tutti siciliani, ma c’è chi opera per “curare” questa terra e chi predilige “infettarla”!!!
Un vero peccato che Luca non si sia dedicato alla sperimentazione di un anti-virus da poter inoculare a tutti questi nostri “appestati”, affinché forse “immunizzati”,  non abbiano più possibilità di perseverare in quella loro politica di distruzione e d’avvelenamento, in uno dei posti che da sempre è considerato… più belli del mondo!!!

Crocetta: la sicilia muore e lui fa shopping!!!

Vorrei conoscere -uno per uno- tutti quei cittadini che l’hanno votato!!!
Dopo esserci liberati di Cuffaro e Lombardo ci ritroviamo in questi anni un Governatore “incomprensibile” ed aggiungerei “indecifrabile” e soprattutto “enigmatico“…
Incomprensibile perché se non ricordo male, proprio a fine anno per chiudere il bilancio la Regione siciliana aveva tagliato circa 400 milioni di spesa e ne aveva congelato altrettanti per precari e comuni, in attesa di definire la trattativa con lo Stato sul trasferimento delle entrate fiscali…
Indecifrabile perché pur sapendo che le casse regionali sono sempre più vuote, gli stipendi vengono pagati in ritardo, molti dipendenti degli enti controllati non li ricevono da mesi e la maggior parte dei cittadini dell’isola è disoccupata… Egli ed i componenti politici dell’Assemblea continuano a governare questa terra con oligarchia, avendo maggior interesse verso se stessi, che nei riguardi della regione che amministrano…
Enigmatico perché con i fatti ha dimostrato essere tutto l’opposto di quanto aveva dichiarato all’atto del proprio insediamento; ricordo per esempio l’annuncio di una politica di rigore per i conti della Regione… ed inoltre  in campagna elettorale ed anche durante il mandato in corso, si è fatto portavoce della necessità di combattere “cosa nostra”… autodefinendosi “uomo antimafia” per eccellenza… 
Ma abbiamo visto in questi anni quanto poco abbiano contribuito le sue iniziative  a debellare questo sistema criminale… lo si vede dalle continue inchieste delle Procure Siciliane, che dimostrano come quel sistema mafioso/clientelare si sia ampliato ed ingrassato… in particolare grazie proprio a quelle gare d’appalto di opere pubbliche ed alla collusione d’impiegati molto vicini a personaggi mafiosi.
Ed oggi… per dare conferma a quei modi “oscuri” di governare ha deciso (vista l’agiatezza delle casse della Regione) di acquistare oltre 220 mila euro per due nuovissime e fiammanti auto blindate, precisamente n. 2 Volkswagen modello Passat Variant 2.0 BiTdi Blu Motion Technology dal valore di 110 mila euro ciascuna…
Ovviamente è partita l’indignazione generale tra cui quella dei sindacati (Marcello Minio e Dario Matranga, segretari generali del Cobas-Codir) che dopo aver appreso la notizia hanno dichiarato: il governo regionale manda allo sbaraglio decine di testimoni di giustizia (neo assunti) presso l’ufficio di Roma, senza garantire alcun tipo di salvaguardia della loro incolumità, ma trova i soldi per acquistare altre auto blu blindate da destinare alla propria sicurezza… l’ennesimo spettacolo indecente offerto da questi imbonitori della politica siciliana!!!
L’evidenza è che quanto sopra ricade sempre su quei “pecoroni” siciliani che invece di far si che che questa terra migliori… si assoggettano a quei modi perversi di farsi condizionare… svendendo quel loro voto in cambio di una promessa personale…
Qui ventum seminabunt et turbinem metent” chi semina vento raccoglie tempesta ed oggi si raccolgono i comportamenti di ciascuno… di quanti l’hanno votato insieme ai suoi scudieri… che dimostrano nei fatti, di non farsi portavoce dei problemi dei loro conterranei, ma continuano esclusivamente a beneficiare di quel perverso sistema, fatto di migliaia e migliaia di euro al mese…
Altro che massimo rigore… 
Le persone stanno soffrendo la fame, sì… penso che tra un po molti di loro non avranno più necessità dei servizi igienici… ah… già a proposito di bagni… non scegliete quelli del palazzo della regione, perché lì  a quanto sembra (sono parole dell’Assessore al Bilancio…) manca la carta igienica!!!

"Lotta alla mafia" e "Antimafia", sono la stessa cosa???

Mi chiedevo in questi giorni, se chi lotta direttamente (dando il proprio concreto contributo) contro la mafia, può essere paragonato a quanti si dichiarano rappresentanti di quell’antimafia…  
Perché c’è una differenza sostanziale fra chi dice di lottare con le parole e non produce alcun vantaggio a quella lotta… e chi invece non si nasconde ma denuncia dando concretezza alle proprie azioni…
Ma allora perché voler appartenere a quel sistema meglio conosciuto come “antimafia”???
Qualcuno potrebbe credere che sia esclusivamente per riceverne dei vantaggi, quali per esempio notorietà e di conseguenza denaro!!!
Ma la realtà è un’altra…
Questo soggetto infatti, diventa per l’occhio sociale… quasi sacro, un protetto delle istituzioni, inattaccabile e intoccabile!!!
Potrà permettersi d’accusare tutti senza averne conseguenze personali e “stranamente” quelle proprie “filippiche” diventano per l’opinione pubblica inconfutabili (pur non avendo alcuna fondatezza…) e basterà ciò a far sì che quanto espresso (ripeto… per fatti circostanziali) venga amplificato dai media e condiviso su tutti i social…
La verità è che entrare in quel mondo dell’antimafia, non è semplice… come non basta essere stati vittime di mafia o autorevoli rappresentanti di quel potere giudiziario… mentre a volte –inverosimilmente- per entrarci è bastato poco!!!

Abbiamo visto come imprenditori, che hanno denunciato minacce ricevute (inesistenti o quantomeno mai comprovate) siano diventati “paladini” di quella lotta, come difatti quella serie di colleghi che, schermati da incarichi illustri e rappresentativi, si siano “incoronati” essi stessi a “prodi”  di quei principi di legalità, che nei fatti (successivamente emersi a seguito delle inchieste delle procure) si sono dimostrati illusori e inesistenti!!!
Bisogna inoltre aggiungere coloro -che con la scusa di appartenere all’antimafia- celano proprie appartenenze a cosa-nostra e fanno in modo che quanto origliato in quell’ambiente, possa servire ad informare i propri amici…
Ormai sono in molti ad aver compreso che con questa antimafia ci si può “campare” facendo concretamente diventare questa missione, come un vero e proprio mestiere…
Non si è mossi difatti da ispirazioni morali, come non si è pervasi da impulsi civili… qui tutto è stato perfettamente approntato…
La preparazione ha richiesto cura e soprattutto attenzione ai dettagli; colui che è stato scelto per esporsi ufficialmente è stato selezionato affinché quanto andrà a compiere (o denunciare) sembrerà reale e mai premeditato…
Nessuno intorno a lui dovrà comprendere che, nel periodo antecedente questa sua investitura ufficiale, egli si è addestrato e organizzato alla perfezione, affinché non solo lui, ma anche le società rappresentate e gli uomini scelti, saranno agli occhi di tutti, come limpide, incorruttibili e privi di qualunque macchie…
Eccoli quindi ora lì… ben inseriti in quel mondo dell’antimafia, propagandando e inneggiando (quando chiamati) al trionfo della legalità…
Una facciata ben esposta e riprodotta nella propria associazioni di legalità, quest’ultima creata principalmente per raccogliere quei consensi, per indirizzarli ai propri amici “mafiosi” politicanti, sempre disposti a barattare quel misero voto per qualche favore…
Nel frattempo si fa in modo che vengano colpite le società concorrenti (o che non si piegano a quel sistema criminale), insinuando al momento opportuno notizie di sospetti o favoreggiamenti con il crimine organizzato…
Vestiti di slogan efficaci e con dispendio d’informazioni utili (anche per eventuali indagini…) fanno si che in molti inizino ad affidarsi ad essi… 
Ed è proprio così che questi personaggi, ambigui ed opportunisti, avviandosi da lontano tentano (in modo silenzioso) di salire (celermente) i gradini di quella scala dell’antimafia, scavalcando quanti sono da tempo lì dinnanzi, affinché possano giungere a prenderne… il loro posto. 
La chiamano lotta alla mafia… ma quanto realmente si sta tentando di costruire è esclusivamente concepito per raccogliere fondi (e forse per riciclare anche denaro sporco), ma soprattutto consensi elettorali!!! 
Sono più di 2000 le Associazioni per la legalità che, oltre il 5 per mille, ricevono “contributi volontari” dagli iscritti all’associazione e dallo Stato: s’inizia richiedendo l’utilizzo di una parte di quei beni confiscati e successivamente si richiedono fondi di finanziamento per progetti vari…
Centinaia di migliaia di euro, gestiti in modo del tutto arbitrario e di cui nessuno ne conosce l’impiego, visto che la maggior parte di esse, non pubblicano nemmeno i loro bilanci… 
E’ dire che la chiamano lotta alla mafia!!!
 

IN.CO.TER SPA – TECNIS SPA: DUE PESI E DUE MISURE

Tutti gli uomini sono uguali dinanzi alla legge, ma alcuni uomini sono più uguali di altri…
Qualche giorno fa ho letto dell’ammissione al decreto legislativo 159/2011 per la società TECNIS S.P.A. che consente alla stessa, di mettersi al riparo da possibili richieste di crediti vantati da terzi; una sorta di tutela a protezione che resterà in vigore per tutto il mandato del commissario Dott. Saverio Ruperto, nominato dopo il sequestro emesso dal Tribunale Misure di Prevenzione.
Una “meravigliosa” notizia, che permette alla società di poter continuare a operare in quegli appalti già aggiudicati e in corso di definizione!
Inoltre, la stessa Tecnis Spa, potrà ora rivolgersi a tutte quelle Stazioni appaltanti da cui ancora oggi, vanta crediti riguardanti Stati d’Avanzamento lavori (SAL) già realizzati e finora mai corrisposti.
Questa procedura permetterà così alla società Tecnis Spa, di avere quella necessaria liquidità per affrontare tutti i pagamenti correnti e quelli scaduti, tra cui in particolare gli stipendi dei dipendenti…
E ancora, grazie alla revoca dell’interdittiva antimafia appena giunta, si potranno firmare i contratti già aggiudicati e che a causa proprio del provvedimento si stavano per perdere…
E’ stato riportato inoltre che: “vista la nota del 25 febbraio 2016, con la quale l’amministratore giudiziario della  Tecnis, della Artemis e della Cogip Holding ha chiesto la revoca dei provvedimenti interdittiva antimafia adottati nei confronti delle citate imprese, considerato l’avvenuto sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Catania che alla luce di quanto previsto dal comma 5, dell’art. 95 del decreto legislativo n. 159/2011, il prefetto, anche sulla documentata richiesta dell’interessato, aggiorna l’esito dell’informazione al venir meno delle circostanze rilevanti ai fini dell’accertamento dei tentativi di infiltrazione mafiosa“.
Ancora un altro “meraviglioso” annuncio!!!
Ed infine, la Prefettura dopo aver interpellato l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha espresso parere favorevole sulla revoca dichiarando: “dato atto che con nota del 2 marzo 2016 1’Autorità Nazionale Anticorruzione, opportunamente interessata da questa Prefettura, ha comunicato di condividere la valutazione circa l’opportunità di procedere all’aggiornamento dell’informazione antimafia ai sensi dell’art. 91, comma 5 del D. Lgs. 159/2011, tenuto conto dell’’assenza di preclusioni ai fini della normativa antimafia a carico dell’Amministratore giudiziario e del fatto che la sua attività è sottoposta al controllo del Tribunale… ” venir meno degli elementi di controindicazione ai fini antimafia“.

In conclusione cioè il prefetto ha revocato l’interdittiva antimafia “informando che nei confronti di Tecnis non sussistono, allo stato, le cause di decadenza, sospensione o di divieto di cui all’art. 67 del D. Lgs n.159/2011 né elementi utili a dimostrare la sussistenza d’infiltrazioni mafiose tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi dell’impresa”; revoca che riguarda anche le società Artemis e Cogip Holding”.

Tale revoca permetterà così alla società Tecnis di rientrare nella White-List e di poter definire gli appalti che si erano già aggiudicati e soprattutto potrà partecipare ad altri bandi.
Terza e ultima “meravigliosa” comunicazione!!!
Quindi rileggendo queste notizie “MERAVIGLIOSE” mi sono chiesto se quanto fin qui dalle istituzioni determinato, sia il giusto indirizzo a quelle eque procedure di giudizio e d’uniformità sotto il profilo legislativo, sia per quanto concerne l’uguaglianza di trattamento e soprattutto per garantire quella condizione legittima e fondamentale, che deve far sì di garantire la libera concorrenza…
Ora, comprendo il disagio emotivo per una vicenda che crea grosse ripercussioni nell’economia di una provincia già in forte crisi, come d’altronde intuisco la difficoltà a prendere provvedimenti che causerebbero non solo la perdita di appalti aggiudicati, ma soprattutto, il licenziamento di migliaia di dipendenti, che nulla hanno a che fare, con le vicende giudiziarie…
Per cui, ben vengano soluzioni di “argine” come quella finora concretizzata, ciò che però mi lascia perplesso è valutare come siano stati usati, due pesi e due misure, per vicende che potrei definirle eguali, anzi identiche, ma a cui purtroppo sono stati usati parametri d’intervento direi opposti…
Infatti, mentre per la Tecnis Spa si è pensato di salvaguardare gli appalti e i dipendenti e dove si evince come lo Stato si stia impegnando con tutte le forze istituzionali (attraverso l’operato del commissario) di portare avanti quelle commesse in corso e quelle ancora da definire (contribuendo così a far rientrare celermente questa impresa nell’ambito della legalità), di contro, alla società IN.CO.TER S.P.A. (ex Fratelli Basilotta S.P.A.) questa eguale considerazione non è stata applicata… anzi tutt’altro…
Infatti, in quei periodi sono intervenuti tutta una serie di provvedimenti che l’hanno, di fatto, “spogliata” di tutti gli appalti “milionari”… che di conseguenza, sono state affidate ad altre imprese, le stesse che poi negli anni abbiamo scoperto essere – grazie alle inchieste delle varie procure – legate a quel noto mondo criminale, che si credeva (erroneamente) – proprio attraverso i provvedimenti giudiziari decisi contro la In.Co.Ter Spa – di contrastare…
Difatti, se pur oggi ritengo ragionevole e doveroso limitare i danni che causerebbero la perdita di quegli appalti e l’eventuale speculazione da parte di terzi (in particolare per limitare pressioni di pseudo fornitori), purtroppo, con i provvedimenti adottati da parte dello Stato nei confronti della società IN.CO.TER, a “scottarsi” – in quel calderone d’olio bollente – sono stati principalmente quelle centinaia di dipendenti che operavano all’interno del “Gruppo Basilotta“ e tutti coloro (centinaia) – che in veste di collaboratori orbitavano intorno a quell’indotto, quali subappaltatori, fornitori, impiantisti, consulenti e professionisti (amministrativi, legali, tecnici, ecc…), officine, concessionarie, ecc…
Soggetti, che hanno avuto quale unica colpa quella di aver operato per una società su cui è intervenuto un provvedimento giudiziario e di cui ancora oggi, alcuni di loro, devono ricevere le loro spettanze; mi duole aggiungere che tra essi, ci sono alcuni che stanno combattendo per la propria vita a causa di gravi problemi di salute e quel denaro servirebbe loro, principalmente per pagarsi le cure mediche attualmente in atto…
Ora sembrerà assurdo, ma dover pensare che la differenza delle procedure adottate, siano totalmente opposte a quelle a suo tempo realizzate, mi fa pensare che forse qualcosa a suo tempo non abbia funzionato… o che forse, avendo compreso gli errori commessi nel passato, si stia oggi cambiando metodologia, utilizzando una procedura diversa…
Non bisogna infatti, dimenticare, che come la “IN.CO.TER SPA” c’è ne sono altrettante nelle medesime condizioni, ed è un vero peccato che a differenza di quanto finalmente adesso si sta applicando in “salvaguardia” per la Tecnis, non sia stato eseguito in precedenza anche per tutte quelle società, anch’esse allora titolari di contratti con commesse per milioni di euro e con crediti certi ed esigibili verso terzi, per altrettante centinaia d migliaia di euro…
Non so comprendere se si sia trattato di scelte inadeguate, procedure burocratiche o se forse… condizionate (tutto sommato, a dover pensare che quegli appalti facevano gola un po’ a tutti, non credo di fare peccato…), ma certamente qualcosa non ha funzionato e come se non bastasse, vanno inoltre sommate le inadeguatezze di coloro che in quegli anni, sono stati nominati per la gestione, tutela e conservazione: società “interdette”, che pian piano… sono andate definitivamente scomparendo!
Tanto per riassumere giorno 04 giugno 2010  è stato sequestrato il 50% delle quote della IN.CO.TER S.P.A. in applicazione di una misura preventiva antimafia.
Di lì a pochi mesi, il Presidente della quarta sezione del Tar Catania, Biagio Campanella, aveva sospeso il provvedimento della prefettura etnea… che aveva negato il rilascio del certificato antimafia alla società In.Co.Ter. S.p.a., chiesto per la gara d’appalto aggiudicata per l’ammodernamento della strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta.
Secondo il giudice (che aveva emesso un decreto d’urgenza): il sequestro preventivo del 50% delle azioni In.Co.Ter e l’amministrazione unica affidata all’Arch. Guglielmo Messina “garantivano sufficientemente circa il pericolo di infiltrazioni mafiose, ostative al rilascio del certificato”.
Nel decreto si spiegava come fosse “doveroso garantire la continuità dell’impresa e la tutela dei numerosi lavoratori, nel bilanciamento dell’interesse pubblico e di quello privato» e si poneva l’accento che «il mancato rilascio dell’informativa antimafia avrebbe comportato per l’impresa ricorrente la risoluzione del contratto d’appalto e la mancata partecipazione a qualsiasi tipo di gara”.
La cosa che da sempre mi è sembrata alquanto strana –per non dire assurda– è che, durante questo periodo, sia giunto inizialmente il provvedimento interdittiva (bloccando, di fatto, l’azienda che si era nel frattempo premurata a organizzarsi con l’acquisto di macchinari, attrezzature, campi base, trasferimento dei propri dipendenti, assunzione di nuovo personale e quant’altro per iniziare gli appalti…) e solo successivamente è giunto il provvedimento di sequestro da parte del Tribunale di Catania, circostanza quest’ultima totalmente opposta a quella adesso realizzata per la Tecnis Spa.
Si tenga inoltre conto che in quel periodo l’IN.CO.TER S.P.A. stava completando:
– Centro Commerciale Porte di Catania 
– Centro Commerciale Sicilia Village Outlett – Agira
– Lavori stradali per la fornitura e posa di conglomerati bituminosi
– Lavori di manutenzione straordinaria nelle SS.PP.  31 e 15 e nella SR 25 – Provincia di Ragusa  
Mentre erano in fase di contrattualizzazione e di definizione i seguenti appalti:
– C.M.C. –  SS 640 Agrigento – Caltanissetta
– INTERPORTO di Catania in ATI
– Parco Eolico in Provincia di Messina
– SIS S.C.P.A. – Raddoppio Ferroviario in Palermo
– IRAQ – Lavoro autostradale Umm Qasr-Al Zubair
– CO.ME.R. S.P.A. – Fornitura di conglomerati bituminosi e nolo di attrezzature;
– Comune di San Giovanni La Punta – Opere di Urbanizzazione Primaria nell’Area P.I.P.
– Provincia di Caltanissetta – Lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza della S.P.10.
– Comune di Solarino – Lavori per la esecuzione delle opere di urbanizzazione relative al Piano per gli insediamenti produttivi – I° Stralcio Funzionale
Purtroppo però, molti di quei contratti (e direi “stranamente” i più rilevanti…) sono andati perduti…
Altresì, quanto fosse doveroso garantire in, continuità aziendale e la tutela dei lavoratori (ndr: nel bilanciamento dell’interesse pubblico e di quello privato…), ha dimostrato come l’intervento richiesto sia risultato vano, in quanto ha estromesso di fatto la società da quegli appalti (gli stessi che successivamente sono stati affidati ad altre Società… che il tempo ha dimostrato essere state “inquisite”) e soprattutto, non ha garantito al personale precedentemente licenziato di poter rientrare, ha escluso di fatto la possibilità a procedere a nuove assunzioni e quale epilogo finale, ha dato il via ai licenziamenti di quanti erano ancora in forza…

Malgrado ciò, voglio sperare che quanto a suo tempo compiuto –a danno dei dipendenti dell’IN.COTER e di tutto il “Gruppo”– sia da attribuirsi a procedimenti sommari o compiuti in modo precipitoso, escludendo da parte mia sin d’ora l’ipotesi, che quanto “malauguratamente” svolto, non sia stata una conseguenza implicita di quella prassi, consuetudine tanto diffusa di questa nostra regione…

Ed è per questa ragione che mi trovo (dopo quanto finora sopportato) ancora qui… perché ritengo (come diceva il Giudice Falcone) che occorre sempre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità!

Beni confiscati: togliamoli dalle mani dell'Antimafia

Ho appena pubblicato una petizione su Change.org e debbo chiedere a tutti coloro che ritengono questa petizione giusta di fare un ulteriore sacrificio…
Sì… perché ogni persona che aggiungerai sarà un grande passo in avanti verso la vittoria della campagna!!!
Ogni nuovo sostenitore è una persona che parlerà della campagna, invitare i tuoi amici a firmare… porterà la campagna più vicina alla risoluzione!!! 
Per cui, se riesci a trovare altre persone disponibili a partecipare a questa campagna, bisogna chiedere a loro di firmare, perché solo se diventeremo in tanti, riusciremo a cambiarlo questo sistema che di legale nulla possiede, ma che anzi ha dimostrato in questi anni – grazie ai propri uomini – di essere totalmente fallimentare!!! 
Se si vuole cambiare questo stato di cose bisogna attivarsi… diventare partecipi, condividere fatti e situazioni che in molti vorrebbero tenere nascoste…

Non è più tempo di stare zitti… ognuno di noi… di voi… non deve pensare di essere solo o soltanto un numero…, perché quel numero, insieme agli altri numeri, costituiscono il vero motore trainante di questo nostro paese!!!

Sì…vorrebbero farci sentire inutili, tentano in tutti i modi di sottometterci, fare in modo che il silenzio prevalga… ma il tempo dei ricatti è finito… ed anche coloro che a quel sistema si erano predisposti servizievoli, ora hanno capito che per andare avanti, bisogna cambiare pagina!!!
Bisogna fare presto, perché il nostro tempo è limitato, per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di qualcun altro.
Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vogliono dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone…
Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore.
E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione.
In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare…tutto il resto è secondario!

Ora parlo io…

Incoter, parla il direttore tecnico: ‘In ginocchio, ecco il perchè…’: LETTERA IN REDAZIONE: il direttore tecnico della Incoter (azienda confiscata e in passato conosciuta come Fratelli Basilotta Spa) Nicola Costanzo denuncia quella che definisce una beffa dello Stato. 

Quello stesso Stato che oggi di fatto amministra la società di costruzioni…

Ma quali Vicerè… questi sono scassapagghiari!!!

A Catania in questi giorni si è ripreso il tema dei “Vicerè”, il famoso romanzo di De Roberto, ma credo che oggi il paragone risulti di per se spropositato…
Forse il termine più corretto da utilizzarsi è “scassapagghiari” perché in gioco non ci sono i personaggi d’élite descritti nel libro… e neppure nobili declassati, uomini politici o intellettuali banditi, qui ci sono semplici personaggi collusi dove è possibile toccare con mano tutta la loro debolezza… una classe di uomini nota che si è macchiata del più vile cinismo…
In questa vicenda, emerge in tutta la sua gravità la svendita dei valori… quel cedere sempre a compromessi in cambio di speculazioni finanziarie ( come se il denaro rappresentasse l’unico metro da far valere…), carriere rapidi, quel voler appartenere a compagine privilegiate, quel trasformismo quotidiano affinché si giungano ad ottenere i vantaggi personali… tanto ambiti. 
Ed allora  in quelle inchieste, troviamo nomi e cognomi di eclatanti giudici, cancellieri, dirigenti di pubblici uffici, comandanti delle forze dell’ordine, tutti uomini posti all’interno di apparati istituzionali… per poi proseguire verso gli usuali colletti bianchi in cui, dottori commercialisti, avvocati, funzionari di filiali e direttori commerciali danno il meglio di loro, per agevolare i soliti imprenditori e affiliati…. di “casa nostra”…
Non si tratta di rileggere le inchieste o di ascoltare le migliaia d’intercettazioni… ciò che emerge in maniera costante è come il malaffare – lo vado ormai ripetendo da anni è presente ovunque e in tutti i livelli… nessuno escluso!!!   
Non ci sono regole per limitare questa corruzione e neppure la minaccia delle pene severe serve a circoscriverne il fenomeno…
Ormai in questo meccanismo… ci si buttano tutti dentro e riuscire trovare una sola persona onesta tra la massa è diventata quasi una rarità…    
Ma questa situazione come dicevo sopra… piace… serve per mantenere quell’apparato chiamato “lotta alla mafia”, quel modus operandi per la legalità che trova certamente molte parole e tanta propaganda, ma certamente poca concretezza nei fatti (ad esclusione di quanto realizzano le procure), mi riferisco in particolare a quegli interventi necessari da compiere e che non vengono realizzati…
Dopotutto, prendiamo per esempio le ombre che si addensano sulle nostre Associazioni di Categoria (Camera di Commercio, Industriali, Ance) o anche su, Corpo Forestale, Protezione Civile, A.S.T, RFI, abbiamo visto come i loro Presidenti, Commissari, Dirigenti, siano stati tutti arrestati con le aggravanti di reati per associazione mafiosa, concussione, richiesta di tangenti, assunzioni e consulenze date a parenti e affini, per proseguire con l’induzione indebita e la promessa di vantaggi e utilità…
Quindi di cosa parliamo se come si dice nella nostra città “u pisci feti da testa…“!!!
Basta difatti analizzare quanto poco si faccia per allontanare definitivamente da quelle associazioni quelle imprese (e di conseguenza i loro rappresentanti legali), che hanno dimostrato – con i fatti – di essere stati partecipi di episodi gravi, durante la propria gestione imprenditoriale…
Ed inoltre, bisogna far sì che i controlli vengano realizzati con modalità ben più severe di quelle finora adottate: infatti è bastato esclusivamente allontanare ( per dare un segnale di simulato cambiamento all’opinione pubblica) il “capro espiatorio” e poi (partecipando in modo colluso al noto sistema fuorviante) lo si è fatto celatamente rientrare, attraverso la stessa società o di comodo, appositamente intestate al coniuge, figlio, parente di turno… o ancor peggio alla classica “testa di legno” messa lì in qualità di prestanome!!!   
Si tratta effettivamente di mettere in pratica quel cosiddetto “Codice Etico” tanto declamato… ponendo all’apice di ogni azione, quei necessari comportamenti rispettosi propri di quei principi, allontanando radicalmente qualsivoglia connubio criminale e far in modo di non barattare mai la propria influenza sociale, per convogliarla successivamente quando richiesta, ( di solito durante la vicinanza delle urna elettorali), a favore dei propri “amici” politici…
Basta ovvietà… sappiamo bene che non vi è necessità di ribadire per l’ennesima volta il rispetto delle leggi in vigore, quelle ci sono per essere rispettate, ma prima di esse… vi è l’etica della persona e questa non ha necessità di alcuna norma imposta… per essere propria!!!
E’ finito il tempo di utilizzare quell’evanescente parola chiamata “anti-mafia” è ora di ripartire mettendo la fine a questo modo di concepire la lotta al malaffare!!!
Non si può più puntare a favore del banco… bisogna decidere definitivamente da quale parte del tavolo si vuole stare seduti… dalla parte della legalità oppure nel lato opposto, lo stesso con cui finora si è stati avvinti… quello dell’illegalità!!!