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Continuo a ripetermi, ma le mie parole restano come l’eco delle stragi dimenticate!


Scusate se mi ripeto, ma sono costretto a farlo.

Già… osservo che, dopo quanto ho scritto alcuni giorni fa – quando avevo implorato il Presidente Mattarella di intervenire per riprendere i parlamenti e obbligarli, una volta per tutte, a finirla con questi continui attacchi mediatici prima che qualcuno possa dare inizio a una nuova rivoluzione sociale: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2025/09/presidente-mattarella-intervenga.html – poco o nulla sia cambiato nel clima degli scontri verbali.

Vorrei precisare inoltre che non mi è mai importato nulla di schierarmi politicamente, oggi, tuttavia, osservando la politica nazionale – da sinistra a destra, passando per il centro – constato come essa stia alimentando una pericolosa recrudescenza verbale che, ahimè, potrebbe rivoltarsi contro tutti noi.

Credo infatti che, continuando su questa strada, si rischi di sfociare in condizioni sociali imprevedibili e potenzialmente violente, simili a quelle che stanno lacerando altri paesi. L’unico risultato sarà alimentare mostri che credevamo sopiti.

Per questo invoco tutti i nostri politici, e mi riferisco in particolare ai nostri governanti, ad abbassare immediatamente la tensione sociale e a occuparsi finalmente di ciò per cui sono stati eletti.

Ecco, è proprio per questo, che impegno tutte le mie forze per dire: non possiamo più permettere che il confronto si trasformi in una raffica di insulti, dove l’unica verità è quella urlata più forte, e l’unico risultato è spegnere la speranza di un dialogo vero.

I nostri rappresentanti devono ricordare che il loro compito è servire il paese, non dividerlo!

E allora mi permetto di ricordare loro chi è già caduto sotto il peso di quelle parole, le stesse di oggi, che ahimè si sono poi trasformate in proiettili e bombe. È un monito che nessuno oggi può permettersi di ignorare e per farlo, elenco di seguito tutti coloro che, ahimè – proprio a causa di quelle parole – sono morti.

1969

27 febbraio: morte di Domenico Congedo.

9 aprile: morte di Carmine Citro e Teresa Ricciardi.

27 ottobre: morte di Cesare Pardini.

19 novembre: morte di Antonio Annarumma.

12 dicembre: strage di piazza Fontana (17 civili uccisi).

15 dicembre: Giuseppe Pinelli trovato in fin di vita sotto la finestra del 4º piano della questura di Milano.

1970

1º maggio: morte di Ugo Venturini.

22 luglio: strage di Gioia Tauro (6 civili uccisi).

Luglio 1970 – febbraio 1971: moti di Reggio (3 civili e 2 agenti uccisi).

12 dicembre: morte di Saverio Saltarelli.

1971

7 gennaio: morte dell’operaio Gianfranco Carminati, nell’Incendio della Pirelli-Bicocca.

16 gennaio: morte di Antonio Bellotti.

4 febbraio: morte di Giuseppe Malacaria.

26 marzo: morte di Alessandro Floris.

7 aprile: morte di Domenico Centola.

13 giugno: morte di Michele Guareschi.

1972

21 gennaio: morte di Vincenzo De Waure.

14 marzo: morte di Giuseppe Tavecchio.

17 maggio: morte di Luigi Calabresi.

31 maggio: strage di Peteano (3 carabinieri uccisi).

7 luglio: morte di Carlo Falvella.

25 agosto: morte di Mariano Lupo.

27 novembre: morte di Fiore Mete.

1973

30 gennaio: morte di Roberto Franceschi.

12 aprile: Giovedì nero di Milano: uccisione dell’agente di polizia Antonio Marino.

16 aprile: rogo di Primavalle Fratelli Mattei (2 civili uccisi).

17 maggio: strage della Questura di Milano (3 civili e 1 poliziotto uccisi).

8 luglio: morte di Adriano Salvini.

31 luglio: morte di Giuseppe Santostefano.

17 dicembre: strage di Fiumicino (34 morti).

1974

10 maggio: rivolta del carcere di Alessandria 6 morti: (2 detenuti Dibona e Concu, 2 poliziotti Gaeta e Cantiello, 1 medico del carcere Gandolfi, 1 assistente sociale Giarola e il professore del carcere Campi).

19 maggio: morte di Silvio Ferrari.

28 maggio: strage di piazza della Loggia (8 civili uccisi).

30 maggio: morte di Giancarlo Esposti.

17 giugno: morte di Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola.

25 giugno: morte di Vittorio Ingria.

4 agosto: strage dell’Italicus (12 civili uccisi).

8 settembre: morte di Fabrizio Ceruso.

15 ottobre: morte di Felice Maritano.

20 ottobre: morte di Sergio Adelchi Argada.

29 ottobre: morte di Luca Mantini e Sergio Romeo.

20 novembre: morte di Fanny Dallari.

5 dicembre: morte di Andrea Lombardini.

11 dicembre: morte di Zunno Minotti.

1975

24 gennaio: morte di Giovanni Ceravolo e Leonardo Falco (2 agenti di polizia).

28 febbraio: morte di Miki Mantakas.

14 aprile: morte di Carlo Saronio.

16 aprile: morte di Claudio Varalli.

17 aprile: morte di Giannino Zibecchi, Tonino Miccichè e Rodolfo Boschi.

29 aprile: morte di Sergio Ramelli.

17 maggio: morte di Gennaro Costantino.

25 maggio: morte di Alberto Brasili.

5 giugno: sequestro Gancia (morte dell’appuntato dei carabinieri Giovanni D’Alfonso e della brigatista Margherita Cagol).

12 giugno: morte di Alceste Campanile.

21 giugno: morte di Iolanda Palladino.

8 luglio: morte di Annamaria Mantini.

4 settembre: morte di Antonio Niedda.

22 ottobre: morte di Armando Femiano, Giuseppe Lombardi e Gianni Mussi (Strage di Querceta).

29 ottobre: morte di Mario Zicchieri.

30 ottobre: morte di Antonio Corrado.

2 novembre: morte di Pier Paolo Pasolini.

22 novembre: morte di Pietro Bruno.

1976

27 gennaio: strage di Alcamo Marina (2 carabinieri uccisi).

15 marzo: morte di Mario Marotta.

7 aprile: morte di Mario Salvi.

27 aprile: morte di Gaetano Amoroso.

29 aprile: morte di Enrico Pedenovi.

28 maggio: morte di Luigi Di Rosa.

8 giugno: morte di Francesco Coco.

10 luglio: morte di Vittorio Occorsio.

1º settembre: morte di Francesco Cusano.

5 settembre: morte di Pierantonio Castelnuovo.

14 dicembre: morte di Prisco Palumbo e Martino Zichitella.

15 dicembre: arresto di Walter Alasia (2 poliziotti e 1 terrorista uccisi).

16 dicembre: bomba di Piazzale Arnaldo (1 civile ucciso).

1977

19 febbraio: morte di Lino Ghedini.

11 marzo: morte di Francesco Lorusso.

12 marzo: morte di Giuseppe Ciotta.

22 marzo: morte di Claudio Graziosi e Angelo Cerrai.

21 aprile: morte di Settimio Passamonti.

28 aprile: morte di Fulvio Croce.

12 maggio: morte di Giorgiana Masi.

14 maggio: morte di Antonio Custra.

1º luglio: morte di Antonio Lo Muscio.

8 luglio: morte di Mauro Amati.

18 luglio: morte di Romano Tognini.

4 agosto: morte di Attilio Alfredo Di Napoli e Aldo Marin Pinones.

29 settembre: morte di Elena Pacinelli.

30 settembre: morte di Walter Rossi.

3 ottobre: morte di Roberto Crescenzio.

28 novembre: morte di Benedetto Petrone.

29 novembre: morte di Carlo Casalegno.

28 dicembre: morte di Angelo Pistolesi.

1978

4 gennaio: morte di Carmine De Rosa, dirigente dello stabilimento Fiat di Cassino.

7 gennaio: strage di Acca Larentia (2 militanti uccisi) e morte di Stefano Recchioni (durante gli scontri immediatamente successivi).

20 gennaio: morte di Fausto Dionisi.

7 febbraio: morte di Gianfranco Spighi.

14 febbraio: morte di Riccardo Palma e Franco Battagliarin.

28 febbraio: morte di Roberto Scialabba.

6 marzo: morte di Franco Anselmi.

10 marzo: morte di Rosario Berardi.

16 marzo: agguato di via Fani (5 agenti della scorta di Aldo Moro uccisi).

18 marzo: morte di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci.

11 aprile: morte di Lorenzo Cotugno.

20 aprile: morte di Francesco Di Cataldo.

4 maggio: morte di Roberto Rigobello.

9 maggio: morte di Aldo Moro.

6 giugno: morte di Antonio Santoro.

21 giugno: morte di Antonio Esposito.

28 settembre: morte di Pietro Coggiola, capo officina nello Stabilimento Lancia di Chivasso e Ivo Zini.

6 ottobre: morte di Claudio Miccoli.

10 ottobre: morte di Girolamo Tartaglione.

11 ottobre: morte di Alfredo Paolella.

4 novembre: morte di Maurizio Tucci.

8 novembre: strage di Patrica (uccisi il magistrato Fedele Calvosa, il suo autista, un agente di scorta e un terrorista) e morte di Giampietro Grandi.

27 novembre: morte di Saaudi Vaturi.

15 dicembre: morte di Salvatore Lanza e Salvatore Porceddu, agenti di Pubblica Sicurezza, e di Enrico Donati, ucciso per un errore di persona.

1979

10 gennaio: morte di Alberto Giaquinto e Stefano Cecchetti.

19 gennaio: morte di Giuseppe Lorusso.

24 gennaio: morte di Guido Rossa.

29 gennaio: morte di Emilio Alessandrini.

16 febbraio: morte di Lino Sabbadin e Pierluigi Torregiani.

23 febbraio: morte di Rosario Scalia.

28 febbraio: scontro a fuoco del bar dell’Angelo (2 terroristi uccisi: Barbara Azzaroni e Matteo Caggegi).

9 marzo: agguato della bottiglieria di Via Millio e morte accidentale di Emanuele Iurilli.

13 marzo: morte di Giuseppe Gurrieri.

20 marzo: morte di Mino Pecorelli.

29 marzo: morte di Italo Schettini.

19 aprile: morte di Andrea Campagna e Ciro Principessa.

3 maggio: attacco alla sede regionale DC di piazza Nicosia (2 poliziotti uccisi).

16 giugno: morte di Francesco Cecchin.

11 luglio: morte di Bartolomeo Mana e Antonio Varisco.

18 luglio: morte di Carmine Civitate.

21 settembre: morte di Carlo Ghiglieno.

9 ottobre: morte di Roberto Cavallaro.

9 novembre: morte di Michele Granato.

21 novembre: morte di Vittorio Battaglini e Mario Tosa.

27 novembre: morte di Domenico Taverna.

7 dicembre: morte di Mariano Romiti.

14 dicembre: morte di Roberto Pautasso.

17 dicembre: morte di Antonio Leandri.

1980

25 gennaio: strage di Via Riboli (2 carabinieri uccisi).

29 gennaio: morte di Sergio Gori.

31 gennaio: morte di Carlo Ala.

5 febbraio: morte di Paolo Paoletti.

6 febbraio: morte di Maurizio Arnesano.

7 febbraio: morte di William Waccher.

12 febbraio: morte di Vittorio Bachelet.

22 febbraio: morte di Valerio Verbano.

25 febbraio: morte di Iolanda Rozzi.

10 marzo: morte di Luigi Allegretti.

12 marzo: morte di Angelo Mancia e Martino Traversa.

16 marzo: morte di Nicola Giacumbi.

18 marzo: morte di Girolamo Minervini.

19 marzo: omicidio di Guido Galli.

28 marzo: irruzione di via Fracchia (4 terroristi uccisi).

10 aprile: morte di Giuseppe Pisciuneri.

12 maggio: morte di Alfredo Albanese.

19 maggio: morte di Pino Amato.

28 maggio: morte di Francesco Evangelista e Walter Tobagi.

3 giugno: morte di Antonio Chionna.

19 giugno: morte di Pasquale Viele.

23 giugno: morte di Mario Amato.

2 luglio: morte di Ugo Benazzi.

2 agosto: strage di Bologna (85 civili uccisi).

11 agosto: morte di Ippolito Cortellessa e Pietro Cuzzoli.

2 settembre: morte di Maurizio Di Leo.

9 settembre: morte di Francesco Mangiameli.

24 settembre: morte di Alberto Contestabile.

5 ottobre: morte di Nanni De Angelis.

27 ottobre: rivolta del supercarcere di Nuoro (2 detenuti uccisi).

12 novembre: morte di Renato Briano.

13 novembre: morte di Arnaldo Genoino e Claudio Pallone.

26 novembre: morte di Ezio Lucarelli.

28 novembre: morte di Giuseppe Filippo e Manfredo Mazzanti.

1º dicembre: morte di Giuseppe Furci.

11 dicembre: morte di Walter Pezzoli e Roberto Serafini.

18 dicembre: morte di Alfio Zappalà.

31 dicembre: morte di Enrico Riziero Galvaligi.

1981

10 gennaio: morte di Luca Perucci.

5 febbraio: morte di Enea Codotto e Luigi Maronese.

17 febbraio: morte di Luigi Marangoni.

7 aprile: morte di Raffaele Cinotti.

13 aprile: morte di Ermanno Buzzi.

27 aprile: rapimento di Ciro Cirillo (1 autista e 1 poliziotto uccisi).

3 giugno: morte di Antonino Frasca.

10 giugno: morte di Nicola Zidda.

19 giugno: morte di Sebastiano Vinci.

5 luglio: morte di Luigi Carluccio e Giuseppe Taliercio.

31 luglio: morte di Giuseppe De Luca.

3 agosto: morte di Roberto Peci.

6 agosto: morte di Santo Lanzafame.

18 settembre: morte di Francesco Rucci.

30 settembre: morte di Marco Pizzari.

19 ottobre: morte di Carlo Buonantuono e Vincenzo Tumminello, agenti Digos di Milano ad opera dei NAR.

21 ottobre: morte di Ciriaco Di Roma e Francesco Straullu.

13 novembre: morte di Eleno Viscardi.

5 dicembre: ferimento di Ciro Capobianco, agente di Polizia, che morirà dopo due giorni.

5 dicembre: morte di Alessandro Alibrandi.

6 dicembre: morte di Romano Radici.

7 dicembre: morte di Ciro Capobianco.

10 dicembre: morte di Giorgio Soldati.

1982

3 gennaio: morte di Angelo Furlan.

21 gennaio: scontro di Monteroni d’Arbia (2 carabinieri e 1 terrorista uccisi).

5 marzo: morte di Alessandro Caravillani.

1º aprile: morte di Aldo Semerari.

27 aprile: morte di Danilo Abbruciati.

27 aprile: morte di Raffaele Delcogliano e Aldo Iermano.

6 maggio: morte di Giuseppe Rapesta.

24 maggio: morte di Umberto Catabiani.

24 giugno: morte di Antonio Galluzzo.

8 luglio: morte di Mauro Mennucci.

15 luglio: morte di Antonio Ammaturo e Pasquale Paola.

16 luglio: morte di Valerio Renzi.

23 luglio: morte di Stefano Ferrari.

27 luglio: morte di Ennio Di Rocco.

10 agosto: morte di Carmine Palladino.

9 ottobre: morte di Stefano Gaj Taché.

21 ottobre: morte di Sebastiano D’Alleo e Antonio Pedio.

1983

9 febbraio: morte di Paolo Di Nella.

1984

28 settembre: morte di Antonio Chichiarelli.

14 dicembre: morte di Antonio Gustini e Laura Bartolini.

23 dicembre: strage del Rapido 904 (16 civili uccisi).

Ritengo che dovrebbero essere bastati 200 anni di mafia o c'è ancora chi sostiene… il contrario???

Immagino che per molti sarà una vera sorpresa scoprire che sono passati più di duecento anni da quando, quei piccoli delinquenti delle campagne, si sono trasformati in mediatori politici e sociali…
Bisogna però dare una data precisa, a quel processo di “legalizzazione” della mafia, anche se comprendo come questa definizione, contrasti decisamente con quanto espresso nei fatti da quella associazione… in particolare possiamo considerare l’anno 1882, come la data in cui, inizia un vero e proprio connubio, tra la politica e le varie consorterie mafiose…
Quanto sopra ha difatti permesso a quella organizzazione malavitosa, di celarsi dietro la legalità, divenendo lo strumento di sostegno, per quei nuovi gruppi politici e soprattutto per gli uomini che ne faranno parte…    
Si comprende da se come, quest’unione nasca principalmente, per motivi d’affari e per controllare il territorio e tutte le sue istituzioni, dalle amministrazioni comunali, fino a giungere al governo nazionale…
Questi nuovi uomini… “onorevoli”, rappresenteranno l’anello di congiunzione, tra quel governo di Roma e la classe corrotta dei siciliani privilegiati, una classe ristretta d’élite, che attraverso il potere, influenzerà le scelte di quelle masse ignoranti, determinando con l’ausilio degli amici mafiosi, quel sostegno elettorale necessario…  
Così facendo, ebbe inizio una radicale metodologia per favorire i propri politici corrotti, i quali naturalmente, ricambiavano concedendo appalti e permettendo ai mafiosi, di controllare il mercato del lavoro…
Pian piano, tutti iniziarono a sottostare a quel sistema, pur sapendo come da un lato s’imponevano regole che limitavano la libertà individuale e sociale, ma di contro, garantiva a tutti, lavoro, sviluppo e in un qualche modo anche… benessere!!!
Chi non accettava, pagava purtroppo a caro prezzo quella ribellione, sia attraverso ritorsioni, che con la vita…
Ecco perché risulta di difficile comprensione il fenomeno mafioso, in quanto, all’interno di quella organizzazione, vi erano inseriti dei “galantuomini”, personaggi dall’immagine limpida, che nei fatti però, di dedicavano ad affari loschi, tra cui speculazioni e brogli finanziari…  
Tralasciando la sua evoluzione… e quindi i traffici illeciti, il riciclaggio di denaro proveniente dal traffico di droga o dal racket delle estorsioni, il gioco, la prostituzione, ecc.., ciò che bisogna distinguere tra questo tipo di gestione mafiosa particolarmente criminale, e quella più “raffinata” (se mi consentite questo termine), è principalmente il controllo del territorio, agendo senza l’uso della forza, ma bensì, intervenendo principalmente, facendo affidare alle imprese amiche, quelle commesse derivanti dagli appalti pubblici…
La mafia ha compreso come fare denaro, senza esporsi con gravi ripercussioni penali… 
Sono diventate imprese, realizzano, grazie ad un sistema truccato e ai suoi uomini, posti all’interno di quelle amministrazioni, opere come autostrade, porti, ferrovie, ospedali, scuole, case popolari, ecc… tutti soldi puliti, che non hanno bisogno di dover essere riciclati… 
Gli imprenditori, pian piano si adeguano, altrimenti sono costretti a soccombere… d’altronde nessuno di loro denuncia, anche perché il giro di denaro fa gola a molti e di soldi c’è ne per loro ed anche per quelli all’interno degli uffici amministrativi…
Fiumi di tangenti, bustarelle, incentivi, regalie, ed anche raccomandazioni per posti di lavoro, fanno si da spostare quella lancetta della legalità… verso il malaffare!!!
Il lavoro cresce ed anche la manodopera necessaria comincia ad avere il suo peso: ciascuno di essi, viene aiutato in quella collocazione, da un amico… quasi sempre legato ad un mafioso, che lo indirizza verso il politico di turno, che ne raccomanda quel nominativo ad una impresa amica… 
Ecco, sono queste le modalità del cosiddetto voto di scambio… le stesse che hanno permesso a questa nostra regione, di non crescere sul piano culturale, ma di restare arretrata, sia sotto il profilo sociale, che su quello economico…

Sono le stesse condizioni, che hanno contribuito a sviluppare quanto attualmente sta avvenendo…

Mi riferisco a questa diffusa e generalizzata convinzione che tutto si compia, solo e soltanto, attraverso di essi, di quei referenti politico/imprenditori/mafiosi, capaci di muovere le fila di quest nostra società, ampliando sempre più, quella diffusione pestilenziale, fatta di clientelismo, prevaricazione, corruzione e disonestà, congiunture negative che disattendono quei principi di giustizia, legalità, ma soprattutto moralità!!!
Concludo con una poesia di Alfredo Ossino, che descrive con queste sue parole, la discordanza, di molti miei conterranei, s’intitola: U politicu ca vulissi…
A politica, si sapi è disgraziata
e a genti ‘mmalirici a cu l’ha invintata…
I politici pensunu sulu e cazzi soi
e campari bonu tu nun poi…
A spiranza pi nui è sempri a stissa
ca ci fussi unu ca pensa pi stu fissa…
Ju, ni vulissi unu ca nun fa raccumannazioni,
ca sulu pi mia facissi n’eccezioni…
Ci ni voli unu ca nun fa compromessi,
ma ci dugnu u votu, su fa li me interessi!
Onorevoli, lei nun s’ha occupari di affari…
… a propositu, pi l’appaltu ca ma vo procurari?
Lei s’ha occupari dei bisogni da le genti!
ma …. su cci dugnu u votu, nun mi duna nenti?
Ju, si sapi, votu sempri  cu cuscienza,
sulu a cu mi  favorisci  do la prifirenza.
Matrovu sempri disgraziati,
ca macari cu l’avidi fannu patti scellerati.
Onorevoli, favurissi sulu a mia e nun si sapi nenti,
lassa stari a l’avidi ca su un pugnu di delinquenti…
Cu tutti a essiri precisu e misuratu,
tranni cu mia, ca mancu t’ha vutatu.

Omicidio Agostino: indagini al di sopra di ogni sospetto…

Era il 5 agosto del 1989 quando la mafia uccideva l’agente di polizia Antonino Agostino e sua moglie Ida Castelluccio. 
Fu compiuto il classico agguato mafioso, dove marito e moglie, vennero trivellati da una serie di colpi di pistola mentre entravano nella villa di famiglia per festeggiare il compleanno della sorella di lui, quando appunto un gruppo di sicari in motocicletta arrivò all’improvviso e cominciò a sparare sui due…
D’allora, sono passati quasi trent’anni e le indagini sono rimaste nello stesso punto…
Per quei delitti infatti, sono stati indagati i boss Nino Madonia e Gaetano Scotto ed anche l’ex agente di polizia, Giovanni Aiello… lo stesso che alcuni mesi scorsi è stato al centro di un confronto all’americana, nell’aula bunker del carcere Ucciardone, con Vincenzo Agostino (il padre di Antonino): l’uomo l’ha riconosciuto, indicandolo come colui che prima del delitto sarebbe stato visto accanto alla sua abitazione…
In questi giorni il presidente del Senato Pietro Grasso ha scritto: “Conoscete in molti l’oscura vicenda del fallito attentato all’Addaura a Giovanni Falcone”. 
Già, nell’esaminare i fatti, con la sua estrema lucidità, il giudice Falcone aveva fatto osservare come una operazione del genere, fosse stata frutto di qualche mente raffinatissima e non certo di un delinquente occasionale… 
Il terribile sospetto, che non si e’ riusciti a provare con certezza, è che la regia di quel tentativo per uccidere Falcone, non fosse esclusivamente della mafia, ma anche di parti esterne e corrotte dello Stato… e se quel giorno l’attentato non riuscì, fu anche merito di un agente di polizia, proprio quel Nino Agostino… 
Ed è veramente enigmatica la circostanza per cui soltanto poco meno di due mesi dopo, quello stesso agente, venisse barbaramente trucidato insieme a sua moglie Ida (che in quel periodo, era anche incinta di cinque mesi di una bambina).
Quanto sopra avvenne sotto gli occhi dei genitori di Nino, Vincenzo e Augusta…
Si dice che la verità trionfa sempre… ma questa verità finora non si è concretizzata ed è per questo che papà Vincenzo, da quel triste giorno, ha deciso di non tagliarsi più la barba, perché va ripetendo che per farla… attende innanzitutto, che venga fatta giustizia, su una oscura vicenda, che per vari motivi, si è preferito finora tenere celata…
Mi chiedo allora.. 27 anni sono passati; quanti altri anni bisogna attendere per conoscere la verità???
Si sa… la verità non è sempre bella, ma la fame di verità sì!!!

Sognando la pensione…

Mi sono andato a leggere le ultime novità riforme sulla riforma pensionistica ed allora stasera ne ho fatto un collage, sperando comunque di non aver commesso errori…  
Per cui… sino al 31 dicembre 2011 l’accesso al pensionamento di vecchiaia per i lavoratori iscritti alla previdenza pubblica era consentito per i lavoratori uomini con almeno 65 anni di età; per le donne il trattamento era conseguibile al perfezionamento di 61 anni di età, se lavoratrici del pubblico impiego, e 60 anni se appartenenti al settore privato. 
Per tutti era necessario, di regola, avere almeno 20 anni di contributi.
La riforma Fornero, DL 201/2011 ha inasprito in generale i requisiti di accesso fissandoli a 66 anni per gli uomini (dipendenti ed autonomi) e per le lavoratrici del pubblico impiego; la riforma ha anche innalzato gradualmente i requisiti con riferimento alle lavoratrici del settore privato, con l’obiettivo di parificare l’età pensionabile tra uomini e donne entro il 2018 (anno in cui i requisiti saranno uguali per tutti). 
Tra le novità c’è anche una buona notizia: le finestre mobili sono andate in soffitta. 
La pensione dal 2012, pertanto, può essere conseguita il primo giorno del mese successivo al perfezionamento dei requisiti anagrafici e contributivi richiesti.
Vediamo dunque di riassumere le condizioni attualmente vigenti per l’accesso alla pensione di vecchiaia:
– La Pensione di Vecchiaia nel sistema retributivo o misto
– La deroga per i quindicenni
– La Pensione di vecchiaia nel sistema contributivo
– La decorrenza
La Pensione di Vecchiaia nel sistema Retributivo o Misto
I lavoratori che possono vantare contribuzione al 31 Dicembre 1995 e che, quindi, sono al 31 Dicembre 2011 nel sistema retributivo o misto possono accedere alla prestazione di vecchiaia al perfezionamento di 66 anni e 7 mesi (dal 1° gennaio 2016). 
Tale requisito è richiesto anche alle lavoratrici del settore pubblico. 
Alle lavoratrici dipendenti del settore privato sono richiesti requisiti leggermente inferiori (pari a 65 anni e 7 mesi, sempre dal 1° gennaio 2016) ma in graduale e lento innalzamento al fine di raggiungere la parità tra uomini e donne dal 2018. 
Alle lavoratrici del settore autonomo sono richiesti invece 66 anni e 1 mesi (dal 1° gennaio 2016).
Dal 1° gennaio 2018, comunque tutti i lavoratori e lavoratrici accederanno alla prestazione di vecchiaia al perfezionamento di 66 anni e 7 mesi di età.
Stima di vita – I requisiti anagrafici utili per l’accesso alla pensione di vecchiaia sono oggetto dell’adeguamento alla stima di vita Istat a partire dal 1° gennaio 2013. 
Il primo aumento è stato di 3 mesi, il secondo aumento, pari ad ulteriori 4 mesi, è scattato il 1° gennaio 2016. 
Per effetto delle modifiche introdotte dalla Riforma Fornero e dall’applicazione della stima di vita la pensione di vecchiaia potrà essere conseguita al perfezionamento delle età anagrafiche indicate nella seguente tabella.
Il Requisito contributivo – Unitamente al requisito anagrafico i lavoratori devono vantare, congiuntamente, almeno 20 anni di contribuzione. 
Ai fini del raggiungimento di tale requisito è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurato.
I Quindicenni
Resta salva la possibilità per alcuni lavoratori di accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi. 
L’Inps, con la Circolare Inps 16/2013, ha chiarito infatti che resta in vigore, anche dopo la Riforma Fornero del 2011, la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi in deroga alla disciplina vigente che, come detto, chiede almeno 20 anni di contribuzione accreditata. 
Si tratta dei cd. lavoratori quindicenni, per lo più donne, e lavoratori con attività discontinue (servizi domestici e familiari, lavoratori agricoli, lavoratori dello spettacolo).
Sono interessati alla deroga in parola: a) i lavoratori dipendenti e autonomi che hanno perfezionato 15 anni di contributi entro il 31 dicembre 1992; b) i lavoratori dipendenti ed autonomi che sono stati autorizzati ai volontari entro il 31 dicembre 1992; c) i lavoratori dipendenti che possono far valere un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e risultano occupati per almeno 10 anni per periodi di durata inferiore a 52 settimane nell’anno solare; d) i lavoratori dipendenti che abbiano maturato al 31 dicembre 1992 un’anzianità assicurativa e contributiva tale che, anche se incrementata dei periodi intercorrenti tra il 1°  gennaio 1993 e la fine del mese di compimento dell’età per il pensionamento di vecchiaia, non consentirebbe di conseguire i 20 anni di contributi nell’anno di compimento dell’età pensionabile.
Per i lavoratori del pubblico impiego (ex-inpdap) la deroga è riconosciuta solo se risultano soddisfatte le condizioni indicate nei punti a) e d). 
Per gli iscritti al fondo ex-enpals la deroga è riconosciuta limitatamente alle fattispecie indicate nei punti a), b) e d). 
Per i lavoratori iscritti al soppresso fondo Poste la deroga è riconosciuta solo per il punto d). 
La deroga non interessa i lavoratori iscritti al fondo speciale di previdenza dei lavoratori dipendenti delle Ferrovie dello Stato.
L’età per la pensione è quella Fornero. 
Gli interessati alla deroga devono tuttavia perfezionare il requisito anagrafico previsto dalla Legge Fornero. 
Pertanto, a decorrere dal 1° gennaio 2016, i lavoratori interessati potranno conseguire la pensione di vecchiaia compiendo un’età pari a: 65 anni e 7 mesi per le lavoratrici dipendenti; 66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome; 66 anni e 7 mesi per i lavoratori dipendenti, le lavoratrici dipendenti del settore pubblico, i lavoratori autonomi.
La Pensione di Vecchiaia nel sistema Contributivo
I lavoratori per i quali il primo accredito contributivo decorre dal 1° gennaio 1996, possono ottenere la pensione al perfezionamento dei medesimi requisiti anagrafici previsti per i lavoratori nel sistema retributivo o misto. 
Tuttavia, a differenza di costoro, per conseguire il diritto alla pensione di vecchiaia, oltre alla presenza del requisito contributivo di 20 anni e del requisito anagrafico, devono ulteriormente soddisfare il requisito di avere un importo della pensione superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale.
In caso contrario possono accedere al trattamento di vecchiaia al compimento dei 70 anni di età e con 5 anni di contribuzione “effettiva” (cioè obbligatoria, volontaria e da riscatto) – con esclusione della contribuzione accreditata figurativamente a qualsiasi titolo – a prescindere dall’importo della pensione. 
Il requisito anagrafico di 70 anni è soggetto agli adeguamenti in materia di stima di vita (dal 2016 sono quindi necessari 70 anni e 7 mesi di età).
Pertanto, alla luce di quanto detto, i lavoratori in parola possono accedere alla prestazione pensionistica al perfezionamento dei requisiti indicati nella seguente tabella.
La Decorrenza
Per effetto della disapplicazione delle finestre mobili operato dalla Riforma del 2011 la pensione di vecchiaia, come la pensione anticipata, decorre dal primo giorno del mese successivo a quello nel quale l’assicurato ha compiuto l’età pensionabile.
Com’è noto ai fini del conseguimento della prestazione pensionistica è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente. 
Non è, invece, richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratore autonomo.
Comunque i documenti delle circolari sono i seguenti: Circolare Inps 35/2012; Circolare Inps 37/2012.

Un grande gesto per Natale…

Natale è appena passato… anche se c’è chi sta ancora festeggiando…
I regali sono stati dati ed il cenone con il relativo pranzo del 26 ora si cerca di smaltirlo…
Per molti è stato un momento di gioia, per altri purtroppo, un momento triste, costernato dal dispiacere di un lutto…
Ed oggi quindi il mio pensiero va a quel  ragazzo di 18 anni, deceduto nel pomeriggio del 25 dopo aver trascorso tre giorni nel reparto di rianimazione di Varese…
Aveva 18 anni Alessandro Giani ed è morto per una fatalità… precipitando dal tetto di una fabbrica dismessa, mentre insieme a due amici stavano osservando dall’alto il panorama… senza accorgersi sciaguratamente di un foro che gli ha fatto compiere un volo nel vuoto di 6 metri… 
Muore Alessandro… ma riesce a donare i suoi organi a dieci persone.
I medici, in virtù dell’autorizzazione concessa dai familiari, si sono messi subito in moto per l’espianto degli organi, che andranno a salvare la vita di altre persone…
Il mio pensiero va quindi a questa famiglia, che nella disperazione, ha saputo dimostrare un gesto di grande generosità…
Non è facile in quella circostanza pensare a donare… soprattutto quando ha perdere la vita è la persona che più di tutte si è amata…
Dover decidere in così breve tempo, in quel difficile momento fatto di profonda sofferenza, pensare cioè ad altri, ai bisogni di qualcuno che non si conosce… ma che si sa stare altrettanto male,non è cosa facile… pur sapendo che, l’arrivo proprio di quell’organo forse potrà salvarlo…
Questa famiglia, i genitori di Alessandro, Davide e Daniela e la sorella Serena, con un atto di grande civiltà e di rispetto per la vita e per il prossimo, hanno saputo fare spontaneamente il più grande regalo di Natale! 
Ho letto che i familiari, hanno chiesto di rivolgere una preghiera per loro ed in particolare per il figlio Alessandro…
Credo che ognuno di noi, in cuor suo, saprà compiere spontaneamente quanto richiesto…
Perché se pur in un momento particolare di gioia per tanti di noi, non posso che augurare alla famiglia Giani, pace e serenità, sperando che forse, attraverso coloro che hanno ricevuto in dono gli organi di Alessandro, possano nuovamente rivedere il loro meraviglioso ragazzo.
Grazie Alessandro…
Io dormivo e sognavo che la vita era pura gioia;
mi sono risvegliato, per vedere che la vita era servizio…
Allora ho servito ed ho visto che servire era gioia!
Tagore

Povera… Sicilia

Ci mancava solo questo…
Una Sicilia divisa… già tagliata in tutti i sensi…
E’ dire, che quel tratto stradale, era da anni in completo sfacelo e tutti, hanno fatto finta di non vedere… in particolare quanti avrebbero dovuto verificarne l’idoneità…
Mi chiedevo, considerato che erano in molti ad attraversare questo tratto stradale, per poter giungere nel capoluogo a svolgere i consueti incontri, presso i vari uffici nel comprensorio di Palermo, come per esempio, il palazzo della Regione, gli uffici della Provincia, i vari assessorati, le associazioni, gli ordini, le società partecipate, unioni, collegi, consorzi, etc…, ecco, come può essere che, a nessuno di questi soggetti che tanto si prodigano in riunioni, dibattiti, convegni, sia venuto in mente di denunciarne il fastidioso dissesto???
Personaggi illustri e altisonanti della nostra politica e/o di tutte quelle associazioni di cui sopra – e stranamente a nessuno di loro è venuto in mente che forse qualcosa su quel viadotto non andava….
Un viadotto che da sempre presentava nel mezzo delle carreggiate, in entrambi i sensi di marcia, i soliti dissuasori in plastica, quegli inutili birilli colorati che hanno la funzione di avvisarci che ci sono dei lavori in corso, peccato che poi però, nessuno ci lavori o meglio, in tutto il tratto stradale da Catania a Palermo ( parlo per gli anni in cui la percorrevo assiduamente), vedevo soltanto occasionalmente qualche squadra d’operai, circa 220 km ed una sola squadra, a volte due…
E’ facile comunque valutare quanto sto riportando, basterebbe farsi consegnare i rapportini giornalieri, non solo coi nominativi presenti dei dipendenti e dei mezzi d’opera delle società che eseguivano i lavori, ma soprattutto analizzare se attraverso quei report, si possa capire quali interventi siano stati eseguiti e soprattutto, se da parte dei preposti, fossero state fatte rilevare delle problematiche e se successivamente tali note fossero stare rapportate ai propri superiori…
Già…sarei curioso di vederli quei rapportini… 
Quindi, con una economia disperata ed una viabilità che – se pur deficitaria – permetteva comunque una certa mobilità…, ora purtroppo, siamo completamente divisi e non da “madre natura”, ma dall’incuria umana, realizzata attraverso le  consuete macchinazioni e da soliti mandanti… più o meno occulti!!!
Ora, ci vogliono dalle tre alle quattro ore per passare da una parte all’altra della Regione ed il bello è che ho letto, che per completare i lavori ci vorranno anni… si avete sentito bene, mentre negli altri paesi del mondo in pochi anni costruiscono delle città… da noi per rifare un pezzo di viadotto… ci vorranno anni!!!
Ed allora mi soffermo a pensare… se per l’opera ci vorranno anni… non lascio immaginare quanto denaro pubblico ci vorrà… e quanti su quest’opera ci “mangeranno” ( prevedo già da parte degli organi inquirenti… una futura inchiesta… ) e noi come sempre, oltre al disagio… pagheremo!!!
Ora si parla di proclamare lo stato di emergenza, richiesta che ovviamente trova tutti d’accordo… 
Già, è dire che sono gli stessi,  che avrebbero dovuti essere uniti, per fare in modo che quanto accaduto non si realizzasse… 
Ma da noi, sono tutti bravi a parlare… dopo…, mai prima…, nessuno che fa il primo passo, che denunci, che si discosti dai soliti luoghi comuni, da quegli intrecci, da quell’ordinario malaffare…, stanno sempre lì… in silenzio, barricati dietro quella loro inutilità…
Comunque alla fine… non si risolve il problema demolendo il viadotto… quello (per quanto se ne possa dire) – rappresenta oggi il nostro male minore…, ciò che invece va completamente demolito è questo sistema, che permette ovunque ad imprese colluse, la realizzazioni di opere pubbliche, non solo inservibili, ma soprattutto limitate nel tempo… 

Radio Kiss Kiss ed il suo " Pelabolario "…

E’ consuetudine di ogni mattina, nel recarmi a lavoro, di ascoltare la radio…

Di solito ascolto le ultime news, passando tra i vari canali dei tg ed è raro che mi soffermi su trasmissioni che nulla centrino con  le notizie giornalistiche…
Questa mattina nel cambiare stazione, utilizzando il pulsante “scan” mi sono imbattuto in una trasmissione di Radio KissKiss nella quale un “presunto” – Prof. Pippo Pelo – interrogava in diretta alcuni radio ascoltatori…
La trasmissione si basava nell’indovinare la coniugazione di alcuni parole – azione questa che si svolgeva nel tempo…
Proprio in quel momento ha iniziato una bimba di Messina, Valeria, di 11 anni, la quale alla 1° domanda e cioè quella di coniugare una parola con il verbo avere al passato prossimo rispondeva in maniera perfetta…
La cosa assurda è avvenuta con la seconda domanda e cioè nel momento in cui alla bimba è stato richiesto di coniugare la parola whatsappare con il trapassato prossimo…
La ragazzina, che dimostrava già dalla voce una maturità più grande della sua stessa età, mostrava una naturale sicurezza, datale certamente da quella preparazione individuale che forse in studio mancava…
Difatti, rispondeva perfettamente alla domanda!!!
A quel punto invece di complimentarsi, sono partiti degli sciocchi ed inutili manifestazioni esuberanti a modo di scherno, che se pur tra il comico ed il grottesco, vista l’età della bimba, erano scortesi e certamente potevano esserle risparmiate…
Anche perché la circostanza peggiore per la bimba, non è stata quella di aver anche potuto rispondere in maniera inesatta, episodio quest’ultimo che poteva anche starci, ma quello di sapere in coscienza, di aver risposto bene e che per l’ignoranza altrui…, non essere stata premiata… ( mi auguro che almeno in questo la Radio possa rimediare…).

E’ la rappresentanza esatta della vita di questo paese, un momento nel quale, l’ignoranza ha preso il sopravvento… e la meritocrazia è stata declassata dalla raccomandazione… 

Sono sempre meno gli studenti che, sin dai loro primi anni di studio, cercano di distinguersi dai propri compagni immaturi e da quella massa incompetente, tentando tra mille difficoltà ( ed una scuola sempre meno preparata… ) di applicarsi per poter colmare le proprie lacune…
Quindi, proprio come la vita, invece di riconoscere i meriti ad una bimba che mostrava quella adeguata preparazione, in rapporto alla sua età, viene eliminata dal gioco, perché???

Perché il cosiddetto Prof. – che la stava interrogando – di grammatica, non ne sapeva niente… e la cosa assurda che la trasmissione è andata avanti per un’altro quarto d’ora ( almeno fino a quando non sono sceso dall’auto… ) con altri interlocutori, continuando a confondere il trapassato prossimo con il trapassato remoto… 

La follia inoltre era data, dall’insistenza con cui si veniva beffeggiati dal presentatore e dal suo staff tecnico – che nel frattempo – ad ogni errore, mandavano in onda a modo di beffa, alcune parodie famose – Sgarbi e la Sua capra – non sapendo che anch’essi nel contempo approvando l’irrisione, mettevano proprio in mostra, quelle proprie e profonde carenze deficitarie…

Vorrei concludere restituendo ai legittimi proprietari il sonoro di una frase che tanto avete nel corso della Vs. trasmissione rappresentato e nel concludere questo mio post, Vi faccio omaggio di una frase di Oscar Wilde: Tutti coloro che sono incapaci di imparare si sono messi ad insegnare!!! 

Incandidabilità e Anticorruzione…

L’interdizione dai pubblici uffici è una pena accessoria disciplinata dagli artt. 28 e seguenti del codice penale.
L’art. 29 c.p. prevede in via generale:
– l’interdizione perpetua dai pubblici uffici a seguito di condanna all’ergastolo e di condanna alla reclusione per un tempo non inferiore a 5 anni (si rammenta che il massimo della pena detentiva prevista per il nuovo reato introdotto dal disegno di legge in esame è di 5 anni);
– l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni in caso di condanna alla reclusione per un tempo non inferiore a 3 anni.
L’art. 317-bis c.p. prevede l’interdizione perpetua in caso di condanna per i reati di cui agli artt. 314 (peculato) e 317 (concussione) c.p..
Se, tuttavia, per circostanze attenuanti viene inflitta la reclusione per un tempo inferiore a tre anni, la condanna importa l’interdizione temporanea.
Ai sensi del’art. 28 c.p. l’interdizione comporta la privazione, tra gli altri, del diritto di elettorato o di eleggibilità in qualsiasi elezione e di ogni altro diritto politico.
La lettera b) prevede l’incandidabilità per coloro che sono stati condannati in via definitiva, con una pena di almeno 2 anni, per i delitti previsti dal libro II, titolo II, capo I del codice penale.
Si tratta dei delitti contro la pubblica amministrazione, quali peculato, malversazione, concussione, corruzione, ecc. ( per l’elenco completo si veda sopra, la sintesi riferita all’articolo 8, comma 5 del disegno di legge). 
La medesima lettera b) prevede altresì, l’incandidabilità per “altri delitti” per i quali la legge preveda una pena detentiva superiore, nel massimo, a 3 anni.
La lettera c) prevede che sia il legislatore delegato a determinare il termine di durata dell’incandidabilità – la quale, si è ricordato, è temporanea.
La lettera d) stabilisce che l’incandidabilità operi anche nel caso di applicazione della pena su richiesta, ai sensi dell’art. 444 c.p.p. (patteggiamento).
Non è prevista analoga disposizione per il divieto di assunzione di cariche di cui al comma 1 e al comma 2, lettera g).
La lettera e) individua tra le finalità del testo unico il coordinamento delle norme sull’incandidabilità con quelle in materia di interdizione dai pubblici uffici e di riabilitazione, nonché con le restrizioni all’esercizio del diritto di voto attivo.
Per quanto riguarda la riabilitazione: l’art. 178 c.p. prevede che la riabilitazione estingue le pene accessorie ed ogni altro effetto penale della condanna, salvo che la legge disponga diversamente.
Il divieto di ricoprire cariche di Governo (comma 2, lettera f))
La lettera f) prevede che le cause di incandidabilità a deputato e senatore si applicano anche ai fini della assunzione delle cariche di Governo (Presidente del Consiglio dei ministri, Ministri, Viceministri e Sottosegretari), alle medesime condizioni.
Per i membri del Governo, la incandidabilità si tramuta in divieto di ricoprire cariche di governo.
– incandidabilità a livello locale (comma 2, lettere g)-h))
La lettera g) prevede che il testo unico operi una completa ricognizione delle disposizioni vigenti in materia di:
– incandidabilità alle seguenti elezioni di enti locali:
– provinciali;
– comunali;
– circoscrizionali;
Il divieto a ricoprire le seguenti cariche:
– presidente della provincia;
– sindaco;
– assessore provinciale e comunale;
– consigliere provinciale e comunale;
– presidente e componente del consiglio circoscrizionale;
– presidente e componente del consiglio di amministrazione dei consorzi;
– presidente e componente dei consigli e delle giunte delle unioni di comuni;
– consigliere di amministrazione e presidente delle aziende speciali e delle istituzioni di cui all’articolo 114 del testo unico degli enti locali (D.Lgs. 267/2000);
– presidente e componente degli organi delle comunità montane.
A differenza dell’incandidabilità parlamentare, istituto completamente nuovo, l’ordinamento vigente già prevede alcune cause ostative alla candidatura negli enti locali derivanti da condanna definitiva.
Si ricorda che l’art. 58 del testo unico degli enti locali (d.lgs. 267/2000) prevede che non possono essere candidati alle elezioni provinciali, comunali e circoscrizionali, e non possono comunque ricoprire le cariche di presidente della provincia, sindaco, assessore e consigliere provinciale e comunale, presidente e componente del consiglio circoscrizionale, presidente e componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, presidente e componente dei consigli e delle giunte delle unioni di comuni, consigliere di amministrazione e presidente delle aziende speciali e delle istituzioni di cui all’art. 114 TU, presidente e componente degli organi delle comunità montane coloro che hanno riportato una condanna definitiva per uno dei seguenti delitti:

– associazione di tipo mafioso o associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti; delitto concernente l’importazione, l’esportazione, la produzione, la vendita di armi; delitto di favoreggiamento personale o reale commesso in relazione a tali reati;
–  peculato, malversazione a danno dello Stato, concussione, corruzione per un atto d’ufficio, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione in atti giudiziari, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio;
–  delitti, diversi da quelli di cui al punto precedente, commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione o a un pubblico servizio per i quali sia stata comminata definitivamente la pena della reclusione non inferiore a sei mesi;
–  delitti non colposi per i quali sai stata inflitta una pena della reclusione non inferiore a due anni.

Le medesime condizioni di non candidabilità sussistono anche per coloro nei confronti dei quali sia stata applicata, con provvedimento definitivo, una misura di prevenzione, in quanto indiziati di appartenere ad una associazione di stampo mafioso.
L’eventuale elezione di coloro che si trovano nelle condizioni descritte è nulla.
L’organo che ha convalidato l’elezione è tenuto a revocarla non appena viene a conoscenza della loro esistenza.
In caso di sentenza non definitiva si applica la sospensione dalle carica e con il passaggio in giudicato della sentenza di condanna è prevista la decadenza di diritto (art. 59 TUEL).
Il testo attuale della disposizione suddetta è stato introdotto dall’art. 1 della legge 13 Dicembre 1999, n. 475, per conformare il testo alla sentenza della Corte costituzionale n. 141 del 1996 che aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale della precedente formulazione (che ancorava la situazione ostativa anche a decisioni non irrevocabili).
La Corte ha affermato che l’incandidabilità va considerata come una particolarissima causa di ineleggibilità che va valutata alla luce del diritto di elettorato passivo, che l’art. 51 Cost. assicura in via generale.
Secondo la Corte, solo una sentenza irrevocabile può giustificare l’esclusione dei cittadini che intendono concorrere alle cariche elettive; né vale obiettare che si tratta di elezioni amministrative, e non di quelle politiche generali, perché pure in questo caso è in gioco il principio democratico, assistito dal riconoscimento costituzionale delle autonomie locali.

Quindi alla fine è stato approvato un decreto, in base al quale chi ha avuto condanne definitive per peculato, corruzione, concussione, terrorismo, mafia fino ad 2 anni e 1 giorno non può essere candidabile, fino a 2 anni invece si. 

Meno male che si pensava di fare pulizia, ma forse se avessero adottato la regola più semplice e cioè quella di mettere fuori, tutti coloro che hanno subito una condanna penale, credo che alla fine di quelli oggi al parlamento, ne sarebbero restati pochi…
L’Italia politica è fantastica nel sapere sempre trovare le giuste soluzioni o per meglio dire escamotage, per favorire sempre ed ovunque i propri uomini di potere… in vari modi, ma sempre mirati ad ottenere per qualcuno benefici, sia che si tratta di politica, che di economia, che di leggi ad personam, di fisco e via discorrendo…
Queste regole non cambieranno mai… c’erano ai tempi dei romani… e ci sono ancora oggi!!!
Voi pensate di poterle cambiare le regole, che attraverso il voto o i referendum si possano modificare le attuale condizioni, tutte baggianate… appena qualcosa cambia… loro intervengono per rimettere le cose nuovamente apposto!!! 
Non c’è tra loro una regola scritta…, ma è una regola di vita, per quanti vogliono appartenere a quella casta, ad un sistema ben radicato, fatto di complicità, favoreggiamenti, raccomandazioni, alleanze e connivenze, tali da non permettere a nessuno di poterne modificare o soltanto incrinarne la struttura…
Un Paese dove s’intrecciano sistemi legali a quelli corruttivi, dove i processi vengono indirizzati…, dove le indagini trovano ostacoli alla verità, dove si attuano accordi con mafia e terrorismo, dove i giudici che si ribellano…, vengono uccisi oppure trasferiti se non azzittiti in procure emarginate!!!
Nessuno parla…nessuno vuole parlare e quei pochi che potrebbero farlo, per paura tacciono…, mentre gli altri, già quelli di cui invece sentiamo manifestare le opinioni, sono ovviamente pagati per dire ciò che piace loro… e noi tutti qui…ad ascoltare ” pacificamente ” una verità che non esiste!!!