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Amministratori/Liquidatori posti nelle società…. come "pupi siciliani"!!!


Siamo ben informati, sulle responsabilità che la legge attribuisce agli Amministratori delle società di capitali, non solo con riferimento al diritto civile – nella loro qualità di “gestori” dell’impresa sociale – ma soprattutto a quelle personali all’interno di quegli orientamenti giuridici nel penale…

Nei due rami indicati, in primis mi riferisco alla responsabilità civile, la mancata diligenza degli amministratori delle società, durante il proprio agire, determina la violazione di tutti quegli obblighi di comportamento configurati dalla legge o dallo statuto sociale; si tratta cioè di una responsabilità per danno e gli amministratori saranno – qualora venisse appurata la violazione delle regole e degli obblighi ad essi imposti – tenuti a risarcire con il proprio patrimonio, tutti quei soggetti indicati nel danno, causato dal loro manchevole comportamento.
Diversa è la responsabilità sotto il profilo penale…
Infatti, il nostro ordinamento giuridico prevede che, la responsabilità penale siano sempre personale, intendendo strettamente come tale, la responsabilità della persona fisica che potrà, in qualsiasi momento, essere perseguibile.
Se difatti colui che opera e agisce, nella qualità di Amministratore e/o Liquidatore, pone in essere una condotta colposa o dolosa, impedendo non solo la conservazione del patrimonio attivo della società, ma disperdendo quest’ultimo a scapito degli stessi soci o di quei creditori (in particolare se privilegiati), per esempio non attivandosi con le opportune azioni di recupero dei crediti o alterando i dati dei bilanci ufficiali, ed ancora, manomettendo le voci poste a credito ed operando quindi, una vera e propria dispersioni del patrimonio, ecco che, per tutte queste situazione, potrà essere perseguito penalmente e risponderà in prima persona, con il proprio patrimonio e se riconducibile ad esso, anche con quello familiare… 
Inoltre, se viene dimostrata la frode fiscale o fenomeni di evasione fiscale, danno all’erario e quant’altro, ecco che l’Amministratore di diritto (o di comodo per come lo si voglia intendere) risponderà personalmente di quel potere direttivo e gestionale…
E’ stata esclusa negli anni dalla giurisprudenza, la giustificazione con la quale, alcuni soggetti tra essi, dichiaravano di non esercitare un effettivo potere, ma rappresentavano nella sostanza, la classica “testa di legno”, dove era presente un “amministratore di fatto” occulto ed invocando per se, una posizione “farlocca” (cioè di non concreta attività gestionale)…
Speravano così facendo, di essere ritenuti indenni da responsabilità (in concorso con chi ha di fatto operato) conseguenti a quegli atti di mala-gestione compiuti da terzi o comunque da egli non impediti…
La Suprema Corte di Cassazione, ha riconosciuto nell’ipotesi di “bancarotta fraudolenta” la responsabilità non solo penale per l’Amministratore/Liquidatore “prestanome”, ma anche per quei soggetti, che nei fatti, hanno avuto una funzione di “dominus” della società…
Analoga situazione, nel caso in cui l’Amministratore decidesse di “portare i libri societari al Tribunale” per sciogliere o liquidare la società ad egli affidata: anche in questo caso, se dimostrata la condotta omissiva dello stesso, per non aver compiuto e/o adottato comportamenti che avrebbero potuto impedire il verificarsi dello stato d’insolvenza, anche nei casi in cui, gli ultimi bilanci posti agli atti, dimostrassero sostanzialmente, una situazione patrimoniale della Società fortemente negativa, dimenticando o depennando tutte quelle poste in essere e in attivo, da cui sarebbero potute emergere, plusvalenze idonee, a soddisfare e a rimettere la società nelle condizioni di normale esercizio…
Alla luce quindi di quanto sopra, è possibile da parte di chiunque, non solo verificare a seguito della trasparenza amministrativa gli atti ufficiali, ma bensì dimostrare se nel corso di quella amministrazione sono stati commessi reati…
Si delinea in modo sempre più chiaro il rischio per questi soggetti (e per quanti partecipano a quella combutta…), di essere chiamati a rispondere, sia sotto il profilo civile, ma soprattutto in quello penale.
La scappatoia di questi ultimi anni, di molti cosiddetti imprenditori di società (in particolare se operanti nella nostra regione) è stata alquanto semplice: intestare la stessa ad un prestanome (di propria fiducia…), sarà poi solo quest’ultimo a dover rispondere penalmente dei reati tributari e degli illeciti civili, fiscali e amministrativi, perpetrati… 
Ovviamente queste “teste di legno” verranno utilizzate anche in quei procedimenti amministrativi, quali per esempio, l’evasione fiscale (con emissione e/o ricevimento di fatture false -per fortuna che tale reato ed altri rientrano nel D.lgs. 74/2000) oppure attraverso il riciclaggio di denaro sporco
Vi starete chiedendo… ma perché un soggetto incensurato dovrebbe farsi coinvolgere da tutto ciò, perché rischiare la propria libertà? Perché fare questo???
Il tutto per un numero preceduto dal simbolo €.!!! 
Dice spesso un mio caro amico: perché in tanti (tra cui molti siciliani) non hanno più onore… e pur di avere un po’ di cibo servito su una ciotola, sono pronto a sacrificare anche quel che resta della propria dignità!!!
Impara ad essere chi sei davvero e impara a rinunciare con dignità… a tutto ciò che non sei!!!

Chi di "Beni confiscati" ferisce… di "beni confiscati" perisce!!!

Saranno in molti a tremare tra quegli Amministratori giudiziari, Custodi e ahimè anche Magistrati…
Sono soltanto alcuni soggetti, che si sono macchiati a Palermo di quei “reati” ora loro contestati dalla Procura di Caltanissetta, attraverso le procedure gestionali dei beni sequestrati e confiscati alla mafia!!!
Il sistema evidenziato dalla Procura di Caltanissetta (il Procuratore aggiunto, Lia Savia… “Santa” subito), ha dimostrato come esisteva un connubio diretto tra chi, nominava quegli amministratori giudiziari e chi, con quegli incarichi ricevuti, amministrava per concretizzare i propri interessi e quelli del “circolo”…
Il motto era: io faccio un favore a te… tu ne fai uno a me!!!
Ecco perché venivano (e ancora purtroppo… vengono) affidate più nomine ad uno stesso amministratore…

Ecco perché, all’interno di quegli studi di nominati amministratori giudiziari, troviamo alcuni collaboratori (e/o dipendenti, familiari) di quei giudici.

Ecco perché attraverso quella gestione amministrata, venivano concessi lucrosi incarichi a consulenti esterni, ma appartenenti tutti alla cerchia, come Studi legali, tecnici, del lavoro, amministrativi, peritali, ecc… i quali, ovviamente al momento opportuno ricambiavano il favore…
Dopotutto, grazie ad accordi “celati” con la parte interdetta, si poteva procedere con eventuali assunzioni di personale (non strettamente necessario…), ma che permetteva di favorire la richiesta ricevuta…
Entrambi così… realizzavano un comune vantaggio: l’Amministratore ha la possibilità d’inserire all’interno di quella società propri dipendenti (suggeriti o certamente “raccomandati”) ed al socio/i interdetto/i, concedere quella disponibilità, permetteva di non farsi escludere dalla gestione societaria… e difatti, in quasi tutte queste società amministrate dallo Stato, troviamo questi (sig.ri), che camminano insieme a braccetto… 
Finalmente… la Procura di Caltanissetta ha disposto in via d’urgenza per l’ex Presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di ingenti somme di denaro, beni immobili e quote societarie costituenti prezzo, profitto e prodotto di delitti di corruzione, concussione, peculato, truffa aggravata e riciclaggio, indagata nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei beni sequestrati e attualmente sospesa dalle funzioni e dallo stipendio.
Il sequestro preventivo, in corso di esecuzione da parte del personale del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, ha riguardato anche l’Avvocato Gaetano Cappellano Seminara, al quale la Saguto aveva affidato la gestione di numerosi beni sequestrati, e Maria Ingrao, Roberto Nicola Santangelo, Walter Virga e Luca Nivarra. 
Il sequestro è stato disposto in via d’urgenza per il pericolo concreto ed attuale di dispersione dei patrimoni illecitamente accumulati.
Una vera e propria sfilza di amministratori giudiziari… ma sono certo che la lista si allungherà a breve… di un bel po di nomi!!! 
Non so più chi sia peggiore, tra quei mafiosi o imprenditori (in affari con i boss) colpiti dai provvedimenti a sua firma quando era Presidente della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo o quegli stessi amministratori… da Ella nominati!!!
Un vero e proprio scandalo quello della “gestione dei beni confiscati alla mafia” che coinvolge soltanto in Sicilia, migliaia di società… da spremere… lasciando a casa con quella mala-gestione… centinaia di dipendenti i quali, proprio sotto quella gestione, devono ancora ricevere le proprie retribuzioni… 
Come per esempio il sottoscritto che, dalla Società IN.CO.TER S.P.A., deve percepire ancora oggi…  quasi un anno di stipendi… è dire che un commentatore meschino di nome “Giovanni” (su Live Sicilia Catania) mi ha apostrofato “mercenario”!!! 
Che schifo di terra è la nostra… sì diceva bene il mio ex collega Sollima: “una terra infetta”!!! 
Riporto quanto ho letto: un sistema denominato a “MARGHERITA”… dove al centro del fiore c’era il magistrato e intorno i vari petali che svolgevano incarichi diversi; a prima vista scollegati ( ma facenti parte tutti dello stesso fiore ) tra loro vi erano: amministratori giudiziari, professionisti, colleghi, cancellieri, ufficiali di polizia giudiziaria, rappresentanti del mondo universitario ed anche giornalisti, dai quali la stessa traeva vantaggi e utilità di varia natura….
Altro che vincoli associativi, questa è una vera e propria “affiliazione” ad un sistema corruttivo, ben peggiore di quello stesso a stampo mafioso!!!
Dopotutto non basa anch’essa come la mafia la propria esistenza su quegli stessi interessi corruttivi, familiari, clientelari, finanziari e associativi…
E cos’è la mafia se non quanto sopra… cos’è che manca a quell’elenco… forse le armi???
Ma perché le armi coercitive usate da questi “affiliati”, non sono peggiori o certamente più aggressive di quelle… più rumorose???
Il fine non è lo stesso…??? Non si tratta di arricchimento illecito… grazie a vincoli familiari e clientelari???
Per favore… finiamola con questi sequestri e queste confische… sono soltanto “bufale”, che non fanno più ridere nessuno… anzi, ho l’impressione che qualcuno si potrebbe fare male!!!
Fintanto che in questo paese… chi sbaglia non paga, non ci sarà mai alcuna legalità e soprattutto futuro, in particolare per questa nostra regione, dove “tutti” tendono a fare azioni illecite e dove, quei provvedimenti giudiziari, hanno a seconda degli imputati… tempi e modalità, completamente diversi!!!
Sì… è giusto continuare a sperare nella giustizia, ma quando accadono situazioni come quelle di sopra o altre peggiori, che a distanza di anni… devono ancora emergere, chiedo a Voi… ma come si fa a credere ancora nella giustizia???

Chi di "Beni confiscati" ferisce… di "beni confiscati" perisce!!!

Saranno in molti a tremare tra quegli Amministratori giudiziari, Custodi e ahimè anche Magistrati…
Sono soltanto alcuni soggetti, che si sono macchiati a Palermo di quei “reati” ora loro contestati dalla Procura di Caltanissetta, attraverso le procedure gestionali dei beni sequestrati e confiscati alla mafia!!!
Il sistema evidenziato dalla Procura di Caltanissetta (il Procuratore aggiunto, Lia Savia… “Santa” subito), ha dimostrato come esisteva un connubio diretto tra chi, nominava quegli amministratori giudiziari e chi, con quegli incarichi ricevuti, amministrava per concretizzare i propri interessi e quelli del “circolo”…
Il motto era: io faccio un favore a te… tu ne fai uno a me!!!
Ecco perché venivano (e ancora purtroppo… vengono) affidate più nomine ad uno stesso amministratore…

Ecco perché, all’interno di quegli studi di nominati amministratori giudiziari, troviamo alcuni collaboratori (e/o dipendenti, familiari) di quei giudici.

Ecco perché attraverso quella gestione amministrata, venivano concessi lucrosi incarichi a consulenti esterni, ma appartenenti tutti alla cerchia, come Studi legali, tecnici, del lavoro, amministrativi, peritali, ecc… i quali, ovviamente al momento opportuno ricambiavano il favore…
Dopotutto, grazie ad accordi “celati” con la parte interdetta, si poteva procedere con eventuali assunzioni di personale (non strettamente necessario…), ma che permetteva di favorire la richiesta ricevuta…
Entrambi così… realizzavano un comune vantaggio: l’Amministratore ha la possibilità d’inserire all’interno di quella società propri dipendenti (suggeriti o certamente “raccomandati”) ed al socio/i interdetto/i, concedere quella disponibilità, permetteva di non farsi escludere dalla gestione societaria… e difatti, in quasi tutte queste società amministrate dallo Stato, troviamo questi (sig.ri), che camminano insieme a braccetto… 
Finalmente… la Procura di Caltanissetta ha disposto in via d’urgenza per l’ex Presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di ingenti somme di denaro, beni immobili e quote societarie costituenti prezzo, profitto e prodotto di delitti di corruzione, concussione, peculato, truffa aggravata e riciclaggio, indagata nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei beni sequestrati e attualmente sospesa dalle funzioni e dallo stipendio.
Il sequestro preventivo, in corso di esecuzione da parte del personale del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, ha riguardato anche l’Avvocato Gaetano Cappellano Seminara, al quale la Saguto aveva affidato la gestione di numerosi beni sequestrati, e Maria Ingrao, Roberto Nicola Santangelo, Walter Virga e Luca Nivarra. 
Il sequestro è stato disposto in via d’urgenza per il pericolo concreto ed attuale di dispersione dei patrimoni illecitamente accumulati.
Una vera e propria sfilza di amministratori giudiziari… ma sono certo che la lista si allungherà a breve… di un bel po di nomi!!! 
Non so più chi sia peggiore, tra quei mafiosi o imprenditori (in affari con i boss) colpiti dai provvedimenti a sua firma quando era Presidente della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo o quegli stessi amministratori… da Ella nominati!!!
Un vero e proprio scandalo quello della “gestione dei beni confiscati alla mafia” che coinvolge soltanto in Sicilia, migliaia di società… da spremere… lasciando a casa con quella mala-gestione… centinaia di dipendenti i quali, proprio sotto quella gestione, devono ancora ricevere le proprie retribuzioni… 
Come per esempio il sottoscritto che, dalla Società IN.CO.TER S.P.A., deve percepire ancora oggi…  quasi un anno di stipendi… è dire che un commentatore meschino di nome “Giovanni” (su Live Sicilia Catania) mi ha apostrofato “mercenario”!!! 
Che schifo di terra è la nostra… sì diceva bene il mio ex collega Sollima: “una terra infetta”!!! 
Riporto quanto ho letto: un sistema denominato a “MARGHERITA”… dove al centro del fiore c’era il magistrato e intorno i vari petali che svolgevano incarichi diversi; a prima vista scollegati ( ma facenti parte tutti dello stesso fiore ) tra loro vi erano: amministratori giudiziari, professionisti, colleghi, cancellieri, ufficiali di polizia giudiziaria, rappresentanti del mondo universitario ed anche giornalisti, dai quali la stessa traeva vantaggi e utilità di varia natura….
Altro che vincoli associativi, questa è una vera e propria “affiliazione” ad un sistema corruttivo, ben peggiore di quello stesso a stampo mafioso!!!
Dopotutto non basa anch’essa come la mafia la propria esistenza su quegli stessi interessi corruttivi, familiari, clientelari, finanziari e associativi…
E cos’è la mafia se non quanto sopra… cos’è che manca a quell’elenco… forse le armi???
Ma perché le armi coercitive usate da questi “affiliati”, non sono peggiori o certamente più aggressive di quelle… più rumorose???
Il fine non è lo stesso…??? Non si tratta di arricchimento illecito… grazie a vincoli familiari e clientelari???
Per favore… finiamola con questi sequestri e queste confische… sono soltanto “bufale”, che non fanno più ridere nessuno… anzi, ho l’impressione che qualcuno si potrebbe fare male!!!
Fintanto che in questo paese… chi sbaglia non paga, non ci sarà mai alcuna legalità e soprattutto futuro, in particolare per questa nostra regione, dove “tutti” tendono a fare azioni illecite e dove, quei provvedimenti giudiziari, hanno a seconda degli imputati… tempi e modalità, completamente diversi!!!
Sì… è giusto continuare a sperare nella giustizia, ma quando accadono situazioni come quelle di sopra o altre peggiori, che a distanza di anni… devono ancora emergere, chiedo a Voi… ma come si fa a credere ancora nella giustizia???

Amministratori e funzionari corrotti??? Non può essere, ci sarà qualche imprecisione…

Siamo a Mascali, un comune tra Giarre e Fiumefreddo, tornato alla ribalta per la vicenda “Town Hall 2″…

La Procura di Catania (che negli ultimi anni opera nella nostra provincia a tempo pieno…) aveva contestato a 32 imputati, vari reati, tra cui l’abuso d’ufficio e la truffa aggravata…
Gli indagati erano tutti funzionari e amministratori pubblici; tra questi infatti vi erano, ex sindaco, presidente del Consiglio comunale, funzionari dell’Ufficio Urbanistica ed Edilizia, dirigente dell’area Lavori Pubblici e per finire… il ragioniere capo dell’ente stesso…
Dalle intercettazioni sono emerse richieste personali per beni immobiliari e denaro per gli interventi presso la commissione edilizia regionale per ottenere quelle necessarie autorizzazioni…
Inoltre sembra esserci una truffa aggravata ai danni dell’INPS, vari sussidi mensili (tutti inferiori ai mille euro… per eludere la normativa sulla tracciabilità dei flussi finanziari…) e la trasformazione di un terreno agricolo in edificabile, avendo inserito quell’area nella proposta di settore per “l’ampliamento e la ridistribuzione delle aree per edilizia popolare e residenziale pubblica”… ed ovviamente, solo pochi mesi dopo, il consiglio comunale lo ha approvato…

Ho letto sul web un commento interessante a riguardo degli amministratori e/o funzionari corrotti: “appena prendono un po di potere, dal prosciutto… alla caciotta del paese di 150 abitanti, ai miliardi delle grandi opere, gli amministratori pubblici legati alle nomine politiche… rubano tutti; allora dico, –viva la CINA– che li fucila con costo proiettile a carico dei familiari. Non c’è alternativa,vai ad amministrare cose pubbliche, sei lautamente pagato, godi di grandi privilegi, allora devi esser avvertito: se vieni beccato a rubare, ti ammazzo, mica tanti una cinquantina… cosi si educano anche gli altri. o magari all’americana ove vengono sepolti vivi in supercarceri sotterranee, tipo Attica, per 150 anni”…
Quanto riportato sopra, rappresenta ovviamente una provocazione, ma come diceva il Macchiavelli: “il fine… giustifica i mezzi”!!!
D’altronde, bisogna fare in modo che si comprenda definitivamente, come sia giunto il tempo di cambiarle quelle metodologie finora applicate… affinché si determini in maniera chiara come i principi di legalità, hanno sempre e ovunque il sopravvento, su qualsivoglia azione…      

Amministrazioni giudiziarie & Associazioni antimafia…

La festa è quella dell’Unità a Catania e la Presidente della Commissione Nazionale Antimafia, Rosy Bindi, ha dichiarato: “Combatteremo l’antimafia deviata” e quindi ha attaccato gli ordini professionali… ribadendo “Abbiamo sentito gli ordini professionali, tutti tutelano i propri affiliati anche quando sbagliano”!!! 
Durante il convegno si è parlato di mafia, di collusioni, di corruzione, ma soprattutto di quella “antimafia” di facciata che dimostra avere non soltanto paura di quel sistema… ma bensì proprio per evitare possibili ripercussioni… ci va a braccetto!!! 
Ed inoltre, si discute di provvedimenti di sequestro e di confisca, casi di deviazione degli amministratori giudiziari con provvedimenti dai tempi lunghissimi, probabilmente realizzati forse, per aumentare il proprio compenso economico…
Finalmente le mie parole, scritte su questo blog… cominciano ad avere quei giusti effetti… 
Già, dopo anni e anni in cui scrivo su quei meccanismi perversi, qualcuno forse (o finalmente…) ha iniziato a prendere coscienza che quei fatti raccontati, non erano inventati, ma costituivano vere e proprie fedeli ricostruzioni… ed è interessante scoprire che, quando si parla di “antimafia di facciata”, la nostra Sicilia rappresenta perfettamente quel modello…
Come ci si può dimenticare di personaggi pubblici, Presidenti di Associazioni nazionali (veri e propri finti paladini della legalità) che hanno permesso di realizzare ovunque tangenti ed alla mafia di poter accrescere e sviluppare il proprio potere…
Si chiama “antimafia deviata” quella che non combatte la mafia o le collusioni di quei colletti grigi, ma cerca bensì di beneficiare di quel paravento, per ottenere sempre più potere e finanziamenti dati dallo Stato… centinaia di migliaia di euro, che finiscono per essere utilizzati per fini propri e quasi sempre personali…
Analoga situazione va rivista per gli ordini professionali, che non sono fatti per tutelare gli interessi di chi è iscritto a quell’ordine, bensì sono stati creati, per tutelare i cittadini dal corretto esercizio della professione”…
Ma dove il Presidente Bindy ha dato il meglio di se, è quando ricorda di come a Palermo la mafia è stata combattuta e dove i suoi boss sono stati pian piano consegnati alla giustizia, a differenza di Catania, dove sono ancora tutti fuori…  perché la maggior parte di essi sono “prenditori”… pardon imprenditori!!!.
Importante anche quanto pronunciato dal procuratore Franco Roberti che durante il suo intervento, ha parlato della necessità di fare le riforme in tema di giustizia: “Chiedo per i corrotti e i corruttori gli stessi strumenti di indagine che sono previsti per le mafie, con agenti sotto copertura, sconti di pena per chi collabora con la giustizia, durata delle  indagini e delle intercettazioni di pari misura rispetto quelli previsti per i reati di mafia e possibilità di fare intercettazioni preventive. Inoltre, sarebbe necessario inserire  nel 416bis un aggravante specifica, se l’associazione mafiosa si avvale della corruzione per  conseguire appalti pubblici e commesse pubbliche; una semplice modifica che segnerebbe un passo avanti perché sappiamo tutti che la corruzione è lo strumento privilegiato delle organizzazioni mafiose”.
Ma quando il procuratore Franco Roberti parla delle amministrazioni giudiziarie, ecco che finalmente, sento svelare qualcosa di significativo… 
Sono anni che il sottoscritto attendeva una rivelazione come quella appena esposta: ”Vi siete chiesti perché nelle amministrazioni giudiziarie i procedimenti di prevenzione durano cosi a lungo? e sempre nella complessità dei beni da gestire o forse più va a  lungo l’amministrazione giudiziaria e  più l’amministratore giudiziario ne profitta economicamente magari in combutta con qualche giudice come abbiamo dovuto in qualche caso penosamente constatare?
Sono certo che quando dichiarato, non sarà di facile comprensione per molti… ma state certi che chi doveva intuire, ha compreso bene quel messaggio “subliminale”… 
Tra questi c’è il sottoscritto ed anche qualche ex collega!!! 

La "zona grigia"…

Ormai non si contano più i provvedimenti di fermo nei confronti di amministratori operanti nel settore imprenditoriale…
Le disposizioni emesse, a firma dei Sostituti Procuratori, hanno riguardato tutti quei soggetti che da sempre operano nella cosiddetta “zona grigia”, in virtù di quella ormai consolidata evoluzione che quest’ultimi hanno raggiunto (in sodalizio) con personaggi di note associazioni criminali…
Infatti, utilizzando in modo sistemico la rete e gli agganci a loro disposizione (anche presso gli uffici delle P.A.), riescono a condizionare e alterare gli equilibri di una classe dirigente sempre più sottomessa…
Le  varie Procure hanno da tempo individuato un connubio ben organizzato, tra i componenti di associazioni criminali e questi “variopinti” professionisti…
In particolare, le indagini hanno fatto emergere che quest’ultimi si prestano ben volentieri (in cambio ovviamente di una discreta remunerazione…) ad eseguire quanto viene loro comandato…
Fra questi, spiccano alcuni soggetti che non sono nuovi a situazioni poco chiare, ma che nel corso della loro esperienza professionale… sono stati capaci di curare quegli aspetti necessari al fine di ottenere quanto utile per i loro fini…
Ed è proprio grazie a quelle amicizie e conoscenze, che è stato possibile scoprire dagli organi inquirenti quella fitta rete relazionale, in grado d’influenzare la condotta di alcuni funzionari “perbene”, in virtù di risoluzioni antecedenti, di quelle problematiche familiari che non trovavano soluzione a causa della ben nota crisi occupazionale…
Difatti, senza mai accentuarne quel favore dato, si è stati in grado di condizionarne le decisioni successivamente prese da quegli uomini della PA… facendo leva, proprio su quel “beneficio” a suo tempo concesso… 
Le risultanze emerse hanno consentito d’evidenziare a vario titolo, tutta una serie di reati, quali per esempio: l’associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata all’intestazione fraudolenta di beni per eludere le disposizioni in materia di prevenzione patrimoniale, falso in bilancio, estorsione, concorrenza sleale, pressione sui funzionari delle P.A. per l’assegnazione d’appalti nelle opere di grande rilievo… 
Sul registro degli indagati, figurano  noti personaggi… 
Sono i nomi di “corrotti” amministratori, che mostrano di continuare imperterriti in quelle losche contrattazioni… stando sempre in equilibrio tra un mondo “civile” che li vorrebbe “corretti” ed un’altro “tentacolare” che fa di tutto per renderli “corrotti e disonesti”… sempre assoggettati a quei rapporti con la politica malsana, con le amministrazioni locali, ma soprattutto con quei dirigenti e funzionari pubblici… da troppo tempo collusi.
L’altra notte ho fatto uno strano sogno…
Sì… ero nella mia Catania ed osservavo meravigliato come tutto fosse in regola: già, i politici si dedicavano alle problematiche della città, gli amministratori gestivano in modo regolare le proprie società, i professionisti si dedicavano con passione a quelle proprie consulenze, ed i ladri… facevano i ladri; e non come adesso in cui, i politici fanno i ladri, gli amministratori e i professionisti… rubano ed i ladri, non sanno più che cazzo fare, perché fanno tutto i politici, gli amministratori e i professionisti!

ANAC: ci vuole coraggio a ribadire l'importanza e il ruolo dei commissari all'interno dell'imprese!!!

Ho ascoltato con attenzione l’intervista realizzata da un Componente dell’ANAC, precisamente la Prof.ssa (Costituzionalista) Ida A. Nicotra: https://youtu.be/C_dU99I1nJw
Dal video si evince quanto sia importante il ruolo dei commissari per portare a compimento gli appalti pubblici in corso, per combattere la corruzione e soprattutto (facendo riferimento al loro operato…) per salvaguardare i posti di lavoro. 
Secondo sempre quanto ribadisce il componente dell’Autorità Nazionale Anti-corruzione: “Il commissariamento delle imprese consente di portare avanti la commessa pubblica. E’ importante che gli appalti pubblici vengano completati e i tempi del processo non vadano a discapito della realizzazione delle opere pubbliche. Questa misura è stata introdotta con riferimento a Expo 2015 ed è diventata una misura ordinaria. L’istituto del commissariamento ha reso possibile coniugare e quindi sbarrare il campo alla corruzione salvando i livelli occupazionali, la libertà di impresa e nello stesso tempo, ha isolato i fatti corruttivi in un sistema che bilancia l’interesse dell’impresa con la necessità di evitare che la corruzione dilagante potesse impedire la realizzazione delle opere pubbliche”.
Ma di quali esperienze (concrete) si sta parlando… 
Sarei curioso di conoscere in Sicilia quali società “tra quelle prese in carico dagli amministratori giudiziari sono state capaci di garantire e salvaguardare la continuità aziendale e i livelli occupazionali… 
Mi chiedo, quando si dicono certe affermazioni, si ha conoscenza precisa e diretta… oppure si cerca (come di solito si fa nel nostro paese…) di stupire con effetti mediatici “speciali” (e/o propagandistici) tanto per voler usare frasi di circostanza…
Ascolto stupefatto che quanto compiuto in Sicilia dal 2014 è servito a tutelare l’integrità dei bilanci pubblici e per evitare ripercussioni negative sul piano economico…
Strano, ma i dati fin qui riportati… sembrano dire proprio l’esatto contrario!!!
Aggiunge inoltre: “A gestire tutto ci sono stati gli amministratori che hanno carta bianca sulle scelte… rispondendo di eventuali diseconomie dei risultati solo nei casi di “dolo o colpa grave“…
Ah… ora comprendo…
E’ strano comunque che quella “culpa” non venga mai fatta risaltare sui media, non ho mai letto su eventuali “doli” o come giustamente Lei dice… “colpe gravi” su quei nominati Sig.ri… 
Certo capisco che trovare le prove della loro colpevolezza non è poi così semplice… anche perché, è con i fatti che va dimostrata la disonestà di questi… e poi, non bisogna dimenticare che ci vogliono dei soggetti “coraggiosi” che comprovano quei riscontri… senza dimenticare altresì che proprio quest’ultimi, nel far il proprio dovere… rischiano una possibile querela… ed è il motivo principale, per cui in Sicilia nessuno parla!!! 
Eppure posso assicurarLe che qualche “audace” e aggiungerei non-omertoso” siciliano… a Catania c’è stato (o meglio c’è ancora… sì, finora non l’hanno ammazzato…) ed ha fatto di più… ne ha denunciato sia i comportamenti, che le azioni “irresponsabili“, ma forse dovrebbero essere chiamate con il loro vero nome… “collusive” e “fraudolente”… ma stranamente di quelle denunce non se ne parla… o meglio, finora tutto è rimasto ben segretato!!!
Ma come dico sempre… la Giustizia è lenta, anzi lentissima… ma alla fine… arriva sempre!!!
Vedasi per esempio quanto è uscito fuori grazie al Procuratore aggiunto di Caltanissetta, Dott.ssa Lia Sava (già mi immagino qualcuno che tira le fila dall’alto e che –proprio per aver toccato quei cosiddetti poteri “forti”– vorrebbe adesso conferirLe un premio, già un riconoscimento al Suo operato, sì… un nuovo importante incarico, presso qualche località “sperduta” delle Alpi…), già, l’inchiesta “Saguto & Co.” del Tribunale di Palermo non ha fatto fare una bella figura all’Agenzia Nazionale per la Gestione dei beni sequestrati e confiscati, anzi tutt’altro, un sistema che a posto dei forti dubbi sul reale ruolo e sui poteri che proprio quei commissari hanno ricevuto…
L’inchiesta per fortuna oggi non è stata insabbiata… anzi tutt’altro, l’hanno denominata “mare magnum” per quanto si è allargata… e chissà se non debbo pensare che forse, alcune suggerite considerazioni, non siano state finalmente vagliate dagli investigatori… tra cui quelle per esempio… che hanno condotto a controllare su “scambi di favore”, di quel particolare mondo delle “consulenze“!!!
Ma come dice la Pro.ssa: “piaccia o no… (sembra quasi un “dictat”) questa è la strada per combattere la corruzione, anche se porta molto potere nelle mani dei commissari o incrementi ancora di più la forza dello Stato nei confronti delle imprese private, che pagano però per aver ceduto il passo all’illegalità”…
Insomma potremmo definirlo il contrario di “out-out” e quindi ciò che resta è soltanto la possibilità di scegliere tra “questo o questo“!!!
Io, grazie alla mia esperienza personale (in qualità di Direttore tecnico) ho avuto modo di valutare tutte le fasi giuridiche che una impresa come quella nella quale opero… ha dovuto un questi anni attraversare…
Dall’iniziale periodo dei fasti… con la realizzazione delle più grandi opere infrastrutturali nella nostra provincia di Catania, alla fase prima di Sequestro (per due anni…) e di quella di confisca successivamente (quattro anni) e così dopo sei anni di amministrazione giudiziaria… da qualche mese (con decisione della seconda Corte d’appello di Catania, è stato “revocato il decreto del Tribunale), l’impresa (e quindi i suoi beni o ciò che ne restano…) è ritornata nelle mani degli aventi diritto!!!
Vede, posso affermarLe che il sottoscritto conosce meglio di altri questo “sistema fallimentare” (e lo dico senza alcun autocompiacimento…) e non mi riferisco esclusivamente a quanti operano all’ANAC (dopotutto il sottoscritto dovrebbe essere ben conosciuto dalle Sue parti… avendo inviando -a mezzo Pec- “particolari” comunicazioni… e alcuni pratici consigli direttamente al Suo Presidente… Dott. Cantone, relativamente alle negligenze operative dei referenti scelti propriamente per questo tipo d’imprese, ma chissà perché, anche lì da Voi, nessuno ha avuto la compiacenza di rispondere… spero che almeno quelle mie missive, siano state lette…), ma perfino di coloro che si atteggiano in tutte quelle varie Agenzie nazionali varie… e/o Associazioni di legalità, poste a contrasto della corruzione e del malaffare… 
Io comunque continuo come sempre, senza porre limiti sul mio operato, facendo sempre il mio dovere al massimo dei miei sforzi e tentando quando necessario, di far emergere sempre e ovunque, verità e giustizia…
Perché è così che ho scelto di voler essere ed è così che vorrò condurre questa mia vita: mai incertezze, nessun compromesso e soprattutto… alcuna lamentela!!!
Mi piace mettere in pratica quanto diceva il Giudice Falcone: che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così… solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare. Ed è allora, che la stragrande maggioranza preferisce… lamentarsi piuttosto che fare!!!

Beni confiscati: perché è impossibile intraprendere azioni di responsabilità nei confronti degli Amministratori giudiziari.

Non passano giorni in cui non emergono gravi e imbarazzanti rapporti sul complesso sistema che ha permesso a molti amministratori giudiziari di ricevere decine d’incarichi in pochi anni, parcelle ricevute per centinaia di migliaia di euro, ma soprattutto, con la distribuzione di favori ad amici e parenti, in cambio di assunzioni, consulenze e quant’altro…
Abbiamo letto tra l’altro come ai nominativi di amministratori giudiziari, siano stati iscritti nel registro degli indagati anche illustri magistrati… tutti accusati a vario titolo di  corruzione, induzione, abuso d’ufficio, violazione di segreto, ecc…
Un sistema clientelare che ha coinvolto molti appartenenti a quella “casta” protetta dove attorno, gravitano tutta una serie di collaboratori esterni che operano di comune accordo: parenti di magistrati, avvocati, militari, dirigenti, cancellieri, che grazie alla gestione di quei beni confiscati, hanno realizzato un modo perverso per incassare denaro in maniera legale, attraverso gli incassi delle vendite dei beni loro affidati…
Non è mia intenzione farvi l’elenco di quei nominativi… basta digitare sul motore di ricerca “google” e vedrete da voi quanti sono i nomi presenti…
Per fortuna che alcune procure (vedasi quella di Caltanissetta) operano meglio di altre o almeno hanno dimostrato di non essere “sottomesse”… facendo emergere quei nomi così imbarazzanti… 
Si parla di un valore complessivo dei patrimoni di oltre 30 miliardi di euro… e di cui quasi la metà sono nella nostra isola!!!
Una ricchezza che in questi anni (in un periodo di forte crisi economica e con una forte riduzione di richieste d’assistenze), ha portato il complesso di quei “consulenti” in dissesto (gli studi chiusi anche a seguito di questi provvedimenti sono migliaia…) a dirigersi verso questo intricato sistema clientelare dei beni confiscati, il quale è riuscito da solo… “a dar da mangiare” ad una grossa fetta di quei soggetti…
Un sistema complesso dove si è tutti interconnessi… dove la gestione di quella ricchezza è ristretta a pochi fedelissimi, anzi potrei aggiungere… sempre agli stessi!!!
Mi chiedevo… se i soci era permesso (avendo scoperto di essere stati posti, all’interno di un meccanismo collusivo) procedere contro quegli amministratori giudiziari “infedeli”, attraverso azioni di responsabilità per danni (previste dagli artt. 2392-2395, c.c.), che dovrebbero di fatto rappresentare il sistema più efficace contro quegli abusi di poteri!!! 
In particolare la legge indica, quali soggetti indicati nel promuovere un’azione di responsabilità (contro quegli amministratori) i soci… gli unici a poter richiedere innanzi al tribunale (nei casi in cui venga dimostrata una gestione “truffaldina”) che quegli amministratori vengano condannati a risarcire i danni causati alla società data loro in gestione… 
Il punto però è comprendere in quali modi l’amministratore abbia compiuto atti di mala gestione o abbia danneggiato il patrimonio della società…???
Inoltre, può essere condannato a risarcire… e con quali beni risponderà per quei danni compiuti, con i propri e se non ne possiede…???
Ed infine, avendo operato per nome/conto dello Stato, non dovrebbe essere quest’ultimo a pagare per quei danni… e successivamente esso stesso valersi sul proprio “collaboratore”???
Certo a questo punto scatta un problema e cioè, quando un’azione di responsabilità può essere promossa…
Possiamo riassumere il tutto in due casi:
– la violazione dei doveri; 
– il danno al patrimonio della società;
Bisogna trovarsi di fronte ad un amministratore che abbia violato gravemente i propri doveri (una situazione alquanto difficile che possa avvenire…) o che abbia danneggiato il patrimonio della società (anche questa difficile da dimostrarsi… le vendite per esempio realizzate nel corso di quella gestione… risultano per esempio, essere necessarie per la continuità gestionale…) e non bisogna dimenticare come in quasi tutte le loro azioni, gli amministratori giudiziari si siano protetti, avendo richiesto all’assemblea dei soci l’autorizzazione a procedere… e quindi alla fine quegli amministratori si ritrovano blindati… da qualsivoglia eventuale azioni di responsabilità…
Tutto considerato, l’amministratore giudiziario è un soggetto nominato dal tribunale, con compiti precisi, che rende conto del suo operato al tribunale (o meglio è ciò che dovrebbe fare…), con l’obiettivo di ripristinare la legalità all’interno della società ad egli affidata….
Inoltre, nel caso specifico in cui questa società è una S.p.A., ecco, in questa particolare tipologia, vi è una ulteriore tutela alle sue azioni…
Mi riferisco alla presenza di un organo -il cosiddetto collegio sindacale- che ha precisi compiti di vigilanza e che possiede la necessaria risolutezza (nei casi di gravi irregolarità degli amministratori o laddove i richiami verso gli amministratori non dovessero avere effetto) per denunciare al tribunale o chiedere allo stesso di revocare l’amministratore nominato o di sostituirlo con un’altro, situazione quest’ultima che il collegio sindacale può operare anche qualora i soci non si attivino o anche quando non esistano soci di minoranza che facciano sentire la loro voce…
Da quanto sopra, si capisce perfettamente, quanto sia difficile trovare notizie dalle quali emergano denunce presentate nei confronti degli amministratori giudiziari… ed anche il perché, in fin dei conti queste… non abbiano mai a realizzarsi!!!

Il Prefetto Umberto Postiglione (ANBSC) “Non mantiene le promesse”!!!

E’ un duro attacco quello manifestato dal Segretario generale Maurizio Grosso della CONFALI (Confederazione delle associazioni lavoratori indipendenti) e dal segretario provinciale Pasquale Masi all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ed in particolare al suo Presidente, il Prefetto Umberto Postiglione…

La nota fa riferimento alla gestione della società La.Ra, una società del gruppo facente capo a Carmelo La Mastra, con sede a Motta S. Anastasia, posta sotto sequestro nel 1998 e definitivamente confiscata nel 2000, che si occupa di progettazione, messa in opera, manutenzione e assistenza tecnica di impianti di varia natura che opera nel settore metalmeccanico e che da ormai 15 anni si trova sotto amministrazione controllata… e che negli ultimi anni, a causa di promesse mai mantenute, potrebbe aggiungersi a quel 90% di aziende confiscate già da tempo sparite dal mercato.

Si era parlato –nella riunione tenutasi pochi mesi fa in Prefettura– di un concreto interesse verso questa società e soprattutto nei riguardi di quei suoi dipendenti, una particolare attenzione dimostrata con l’incrementato delle commesse e l’impegno a poter attingere ad un fondo “speciale” per sostenere l’azienda ed evitare così un probabile collasso…

E dire che i lavoratori allo stremo… avevano richiesto un incontro all’ANBSC, la cui nota potete trovare presso le Iene Sicule a firma di Marco Benanti al link di seguito riportato:
http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=6706

Ciò che comunque appare strano è che la revoca del 50% delle quote non ha avuto alcun risalto mediatico… io stesso ho avuto difficoltà a trovare sul web qualcuno che ne parli e sono quasi certo che a breve, verrà riconsegnato anche il restante 50%, per evitare così che qualcuno… possa “gridare ai quattro venti” che a fallire è stato… lo Stato!!!  

Lo stesso Amministratore ha preannunciato ai lavoratori l’imminente licenziamento collettivo…
Ripercorrere per l’ennesima volta il disastro fallimentare (sotto tutti i punti di vista) della gestione dei beni confiscati e soprattutto di gran parte di quegli amministratori demandati a quei particolari compiti è opinione diffusa e consolidata, come analoga incapacità vi è stata da parte di ANBSC per aver, in modo inflessibile adottato metodologie di gestione errate, che si sono dimostrate fallimentari in particolare per non essere intervenuti celermente con procedure, che avrebbero permesso a quelle poche società rimaste di continuare ad operare nel mercato del lavoro, ma soprattutto di salvaguardare quei pochi posti di lavoro vitali, in particolare in questa nostra regione…
Mi si permetta d’aggiungere che, se sono questi i soggetti che avrebbero dovuto dimostrare di saper combattere la mafia, capisco oggi perfettamente il motivo per cui, quest’ultima, abbia continuato ad espandere i propri tentacoli, trovando il più delle volte, proprio in quei “paladini della legalità” i loro principali “compari”…
Basterebbe poco per salvarle tutte queste società, già, servirebbe esclusivamente che questi signori si togliessero dai piedi o avessero almeno l’umiltà di ascoltare chi ne sa più di loro…
Perché non v’è bisogno di banche e neppure di stantie ed esose macchinazioni burocratiche dati in affidamento (clientelare) a quegli uomini legati a quel mondo giuridico e istituzionale…
Abbiamo visto difatti in questi anni come le aziende confiscate siano state viste come fossero un pozzo dei desideri (dal quale estrarre quanto più si poteva…) o viceversa, dei “rebus” indecifrabili e incomprensibili, di cui soprattutto non si aveva alcun interesse…
Ora che si è compreso il totale fallimento di quella metodologia applicata… ecco che si torna indietro proprio come “gamberi”, restituendo nel silenzio più assordante, quelle quote a suo tempo (visto quanto sta accadendo…) con molta leggerezza, sequestrate e confiscate!!!
Ma in fin dei conti… il cosiddetto “perdente” non si qualifica tanto per la lunga serie di sconfitte collezionate nel tempo, quanto soprattutto per la propensione alla resa anticipata e per l’inettitudine a lottare sempre fino in fondo!!!

I reali problemi delle imprese confiscate…

Le cause di questo vero e proprio fallimento delle imprese confiscate, dipende da molteplici problemi, i quali, non sono esclusivamente da ricercare nella gestione amministrativa o nei suoi interpreti ( quella rappresenta di per se soltanto… un’ulteriore complicazione), ma nasce da ragioni che nulla hanno a che fare, con il provvedimento interdittivo da parte dello magistratura.
La gestione sistematica di quelle imprese, ora, a causa dell’intervento giurisdizionale, fa emergere tutti le problematiche ad essa connesse, portando alla luce, quelle metodologie finora adottate, non sempre funzionali con l’attività dell’impresa, ma che permettevano però alla stessa (se pur tra mille defezioni), di sopravvivere e creare nel contempo nuove opportunità di lavoro…
Con l’intervento dello Stato, alcuni di quegli aspetti prioritari, vengono di fatto a modificarsi, infatti a seguito del provvedimento di sequestro e/o confisca, queste imprese si trovano a dover affrontare tutta una serie di problematiche, che fino ad allora, erano di pertinenza diretta del suo titolare…
Infatti, la modifica camerale intervenuta, con l’avvicendamento da parte delle istituzioni, con la custodia delle quote societarie e la modifica del legale rappresentante, diventa nel concreto, il reale motivo “ostativo” per il quale si vengono a determinare talune conseguenze, tra le quali:
a) Revoca dei fidi bancari: le banche chiudono i “rubinetti”, revocando gli affidamenti e non consentendo all’azienda, già nella fase del sequestro, di proseguire la propria attività;
b) Rapporti con i clienti/fornitori: dopo il sequestro i clienti revocano le commesse e i fornitori chiedono di rientrare immediatamente dei loro crediti, in questo caso spingendo l’azienda alla chiusura;
c) Innalzamento dei costi di gestione: l’azienda sequestrata/confiscata, ricollocata in un circuito legale, sconta l’inevitabile aumento dei costi di gestione relativi alla regolare fatturazione delle commesse e alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro;
d) Gestione conservativa delle aziende: l’autorità giudiziaria e gli amministratori si trovano spesso senza strumenti, risorse e competenze specifiche.
Si tratta di trasformare ogni azienda sottratta alle mafie, in una risorsa in grado di sostenere il Paese in un momento di grande difficoltà economica e sociale, certamente non semplice… 
L’articolo 41 del codice delle leggi antimafia (decreto legislativo n.159 del 2011), stabilisce che, nel caso in cui il sequestro abbia ad oggetto società, l’amministratore giudiziario, venga scelto nella sezione esperti in gestione aziendale dell’Albo nazionale degli amministratori giudiziari, che però a cinque anni dalla sua nascita, non è ancora diventato operativo. 
Così come, da gennaio 2013 ad oggi, il consiglio direttivo dell’Agenzia nazionale non è stato ancora integrato con i due qualificati esperti in materia di gestioni aziendali e patrimoniali designati, di concerto, dal Ministro dell’Interno e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, per cui il solo consiglio direttivo risulta attualmente l’organo preposto alla destinazione dei beni confiscati. 
In particolare, proprio l’articolo 48 del codice antimafia, stabilisce che i beni aziendali vengano mantenuti al patrimonio dello Stato e destinati, con provvedimento dell’Agenzia che ne disciplina le modalità operative:
–  all’affitto, quando vi siano fondate prospettive di continuazione o di ripresa dell’attività produttiva, a titolo oneroso, a società e ad imprese pubbliche o private, ovvero a titolo gratuito, senza oneri a carico dello Stato, a cooperative di lavoratori dipendenti dell’impresa confiscata;
–  alla vendita, per un corrispettivo non inferiore a quello determinato dalla stima eseguita dall’Agenzia, a soggetti che ne abbiano fatto richiesta, qualora vi sia una maggiore utilità per l’interesse pubblico o qualora la vendita medesima sia finalizzata al risarcimento delle vittime dei reati di tipo mafioso;
ed infine 
– alla liquidazione: quando non vi sono le condizioni di cui sopra;
Certamente non si tratta di una procedura semplice, ma proprio in questo momento occorre fare uno sforzo da parte di tutti, per supportare il compito dell’Agenzia, la quale (nella sua relazione annuale), esplicitava le criticità di gestione delle aziende e proponeva di estendere alle aziende la disciplina oggi dettata per i beni immobili e consentire allo Stato e agli Enti territoriali di acquisire a titolo gratuito le aziende confiscate. 
Proponeva, altresì, al fine sia di scongiurare la chiusura aziendale ed in particolare, evitare di trasmettere messaggi negativi alla cittadinanza, l’istituzione di un fondo di rotazione che, ricorrendone i presupposti, verrebbe utilizzato per finanziare le aziende che presentano concrete possibilità di rimanere sul mercato. 
Si potrebbe creare – proseguiva la relazione dell’Agenzia – da un lato, una sinergia tra le aziende sequestrate e confiscate per la rotazione delle commesse e, dall’altro, una rete virtuosa che, coinvolgendo le associazioni rappresentative degli imprenditori, dovrebbe far rientrare l’ex azienda mafiosa in un circuito di legalità tramite le commesse provenienti dalle società facenti parte della rete. 
Infine, sarebbe utile attivare protocolli d’intesa per utilizzare manager esperti del mercato di riferimento per la gestione imprenditoriale delle aziende particolarmente complesse. 
Per queste ragioni, è fondamentale l’approvazione in tempi rapidi della proposta di legge di iniziativa popolare “Io riattivo il lavoro”, già depositata in Parlamento.
Perché soltanto in presenza di una forte volontà condivisa, si potrà difatti assicurare la ripresa e la restituzione alla collettività, di quelle imprese che permettono potenzialità occupazionali e di sviluppo, non solo in termini economici, ma soprattutto in termini sociali, culturali e di partecipazione democratica.
Ecco questi sono i temi fondamentali che dovrebbero essere affrontati in quei cosiddetti “convegni per la legalità“…, e non come – partecipando in incognito – mi accorga, che metà del loro tempo a disposizione, venga sprecato in preamboli inessenziali… che hanno quale oggetto, la presentazione di coloro che sono stati invitati a partecipare!!!

Occupazione o Legalità??? Cosa salvare???

“Beni confiscati alle mafie e prospettive di riforma”, con questo titolo si è svolto ieri un convegno presso l’Hotel Excelsior di Catania, che ha visto la presenza di personalità importanti sia nel campo della prevenzione e contrasto, che per quello giuridico ( perdonatemi se non ne elenco i nomi… ma non ho tanto vaglia di fare propaganda…), m’interessa maggiormente esaminare gli interventi realizzati…
L’incontro giunge in un momento particolare, visto quanto accaduto nella sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo…  ed è per questo motivo che diventa fondamentale l’operato investigativo delle procure, che permette d’individuare quelle attività legate ad ambienti malavitosi…

Certamente, giungere a comprendere quali “particolari” aziende, siano legate a particolari meccanismi fuorvianti, non è semplice, ma lo diventa ancor di più, nel momento in cui su queste, pervenga il provvedimento di sequestro/confisca… 

Ora infatti, bisogna decidere cosa sia più importante… salvaguardare i posti di lavoro di quelle aziende confiscate o intervenire con quanto prevede la normativa e cioè, procedere alla revoca degli appalti…

Anche perché non è corretto vedere applicata  la regola (tanto in voga nel nostro paese) quella cioè dei “due pesi e due misure“, diversificando imprese di serie B a cui verranno sottratti gli appalti e ad altre di serie A, cui sarà permesso di poter continuare… dimenticando che questa regola, non rappresenta quel vero concetto di equità e giustizia!!!

Inoltre, cosa aggiungere sugli amministratori giudiziari??? 
Ho sentito dire che questi “non sono degli imprenditori…” va be… questo lo sapevamo già… e difatti, nessuno di noi sperava di trovarsi d’innanzi il perfetto “manager” aziendale… ma augurarsi di avere qualcuno un po’ più rigoroso e soprattutto meno sottomesso… non mi sembra dover chiedere molto!!!
La stessa affermazione sul delicato tema concorrenziale, che deve far si che tutti siano garantiti… evitando così di agevolare quelle imprese sottoposte a gestione amministrata, ma influendo in modo tale che le regole di concorrenza vengano sempre rispettate, permettendo però a queste società di poter sopravvivere, applicando pochi ma precisi dettami fondamentali…
Come ritengo sia altrettanto banale, ricercare sempre in questi convegni, quel senso di responsabilità da parte della collettività… che dimostra (a differenza di quelle dichiarazioni fatte a parole,,,)  di esserci sempre con i fatti!!!

E poi, prima di chiedere alla società civile di “assumersi le proprie responsabilità, trovando la forza e il coraggio di reagire”, ecco, prima di esigere dagli altri… ci si dovrebbe interrogare su come certi magistrati, amministratori, prefetti, uomini e donne delle istituzioni, si siano potuti lasciare coinvolgere in atti di collusione, illegalità e corruzione!!!

Cosa dire, un vero e proprio “spreco di legalità” che auspichiamo potrà essere oggetto di un approfondimento più specifico, affinché si possa giungere a modificare la gestione dei beni confiscati in maniera più semplice e chiara, con procedure limpide a cominciare dagli incarichi, per seguire sui compensi, durata e numero di assegnazioni… tutte condizioni che, in questo momento, necessitano di essere attenzione, affinché quanto accaduto finora, non abbia a ripetersi…

Sapremo mai la verità su quegli incarichi???

Abbiamo letto degli intrallazzi commessi, nella gestione dei beni confiscati, abbiamo appreso quanti e quali magistrati, amministratori, consulenti, familiari, ecc… hanno partecipato direttamente o indirettamente a quella combine… ed infine, ecco, figure di spicco istituzionali, qual’è quella dei prefetti, all’improvviso, decidano di chiedere (è difatti una loro espressa richiesta…) il trasferimento…
Parlo del prefetto di Palermo, la stessa che, per come abbiamo letto in questi giorni dalle intercettazioni,  avesse un buon rapporto d’amicizia con l’ex presidente delle misure di prevenzione del tribunale di Palermo, S. Saguto (attualmente sospesa dal Csm), a cui sembra dalle indagini, aver chiesto un posto di lavoro per un parente di un’altro ex prefetto di Messina…
Quest’ultimo inoltre, riceve un incarico dal prefetto di Catania, scelto tra i nominativi della terna, quale collegio d’amministrazione per la discarica di contrada Valanghe d’Inverno a Misterbianco, sottoposta a sequestro, e dove, la propria professionalità… ( sarebbe interessante conoscere quali benefici ha apportato insieme al collegio, tale amministrazione giudiziaria…) è stata retribuita, con un compenso di 25 mila euro lordi al mese… quindi 75.000 lordi al mese per i tre amministratori… ( e nessuno tra essi, ha avuto a che ridire, su quel compenso ritenuto forse troppo elevato… ).
Per quel tipo di nomina, c’erano già state in precedenza delle perplessità… ma come sempre da noi… tutto fu chiarito… in quanto la legge prevede, per tale nomina, la decisione ponderata dei prefetti… o in base a criteri del tutto autonomi e personali… e che i compensi, erano al di sotto di quanto previsto dalla normativa vigente… 
Verrebbe da dire… meno male…
Infatti, è proprio a a causa di questa “pericolosissima” discrezionalità, che oggi nel nostro paese, avvengano giornalmente tutta una serie di procedimenti, che poi, con le inchieste realizzate delle varie procure, si scopre essere state… illegali e fraudolenti!!! 
Fintanto (e mi ripeto per l’ennesima volta…) le nomine, saranno realizzate con i soliti favoritismi (altro che chiamarla discrezionalità… chiamiamola con il suo vero nome…), finché il clientelismo per non dire nepotismo, avrà  potere sulla giustizia, sulla imparzialità di giudizio, sull’equanimità dei meriti… ecco fintanto sarà questo il sistema adottato… possiamo stare certi, che fra qualche mese o anno, a seguito di una nuova indagine, torneremo a dibattere su questo tipo di metodologia…
Non si può continuare a dare incarichi indeterminati a ex uomini/donne delle istituzioni, in consigli d’amministrazione di società dello Stato, in particolari in quelle sottoposte a provvedimenti di sequestro/confisca, che hanno (ma è ormai risaputo…) quale univoco interesse, quello di far beneficiare quanti appartenenti a quella casta, per assicurare loro (o chi per loro…) sostanziosi vitalizi!!!
Anche perché non è detto… (ma forse è proprio ciò che non si suol dire…) che avendo goduto – nello stesso periodo – di più e più incarichi, ognuno di essi, ben remunerato dalle somme previste ai sensi di legge, una parte di questi, chissà, forse, è servita ad alimentare un eventuale sistema parallelo… 
Basterebbe difatti agli organi di controllo (in particolare alla GdF), verificare le somme effettivamente ricevute, con quante oggi ancora nella loro disponibilità (a cui vanno sommate ovviamente i beni eventualmente acquistati nello stesso periodo, tra immobili e mobili); sono certo che dai movimenti effettuati, si scoprirà una netta differenza… quella che manca precisamente per essere stata trasferita… 
Perché si sa, quando non si divide… si finisce di mangiare, come dice appunto il detto, chi mangia solo… muore solo… ma soprattutto non è questo il caso che con un semplice ringraziamento uno se ne possa uscire facilmente o meglio si sa che col solo grazie non si mangia più!!!
E poi, lo sanno tutti che l’appetito vien mangiando e quando cadono i maccheroni in bocca… tutti li sanno mangiare!!!
Quindi… chissà se un giorno scopriremo con certezza quanto realmente accaduto… o se le ragion di Stato, avranno come sempre… il sopravvento sulla verità!!! 

Norma Saguto…

E’ tra le novità del codice antimafia presentato dal Governo e prende il nome dal nome dell’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto, sospesa dalle funzioni e indagata per corruzione insieme al marito, Lorenzo Caramma, nominato coadiutore di diverse società amministrate dallo Stato e l’amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara…  
Con questo emendamento presentato, riferito all’articolo 13, s’impedisce la nomina ad amministratore giudiziario di beni confiscati alla mafia, o coadiutore o collaboratore, non solo ai “parenti”, ma anche ai “conviventi e commensali abituali” del magistrato che conferisce l’incarico. 
Il divieto sarebbe esteso per i parenti fino al IV° grado e per gli affini entro il II° grado, ma soprattutto, gli amministratori giudiziari non potranno inoltre avere più di 3 incarichi… che, secondo il sottoscritto sono sempre troppi…. o meglio la valutazione di questo numero, dovrebbe essere commisurata con le dimensioni patrimoniali delle società d’amministrare… 
E’ illogico… paragonare un’impresa individuale da una S.r.l. e ancor meno da una S.p.a. quindi non esiste un numero esatto… ma si dovrà raffrontare questo, con la capacità produttiva e logistica, sul numero presente di contratti d’appalto da realizzare o in corso d’opera ed infine, sul patrimonio immobiliare e finanziario presente alla data della confisca…
Perché… nel dover seguire con impegno un’azienda, ci vuole innanzitutto piena disponibilità, coordinare l’organigramma aziendale, collaborare con i dipendenti, interfacciarsi con tutte le problematiche che nel corso dell’incarico potranno presentarsi, rilevare e contrastare le anomalie gestionali, apportando quei correttivi necessari… tutte circostanze che necessitano di massima dedizione!!! 
Anzi, da esperienze dirette, posso suggerire che una eventuale terna, composta da un amministratore e due coadiutori tecnico e amministrativo, è la migliore soluzione gestionale per società di questo tipo, dove ognuno di essi, assume in se, un ruolo di corresponsabilità personale, in quelle scelte decisionali…   
Ora che il testo passa per l’approvazione al Senato ( alla Camera l’approvazione ha avuto 281 sì, con 66 contrari -Fi e M5S- e due astenuti), si spera di modificare definitivamente (con queste nuove regole ferree), l’assegnazione e la gestione dei beni sequestrati,  alla criminalità…
Bisogna aggiungere che il provvedimento, deriva dalla proposta di legge di iniziativa popolare per la quale, grandi organizzazioni sociali (Cgil, Avviso Pubblico, Arci, Libera, Acli, Lega Coop, Sos Impresa, Centro studi Pio La Torre) hanno fatto si, che in questi due anni e mezzo, si raccogliessero centinaia di migliaia di firme, a sostegno e integrazione del lavoro svolto nel contempo, dalla commissione parlamentare antimafia.
Sono in definitiva 30 articoli, dai quali si ridisegna tutta la complessa materia delle misure di prevenzione, come, l’assegnazione in affitto degli immobili confiscati alla mafia al personale delle forze di polizia, delle forze armate e ai vigili del fuoco, che potranno provvedere a proprie spese a ristrutturarli, se le amministrazioni assegnatarie non dispongano delle risorse necessarie. 
Finalmente con questa legge, non si dovrebbero più avere, situazioni incresciose come quelle emerse in questi mesi nel tribunale di Palermo, ma soprattutto ciò che ci si augura, è poter recuperare quelle società ancora gestite in modo disonorevole da parte di certi amministratori giudiziari e soprattutto, di tutelare quei lavoratori che hanno cercato – se pur con i problemi legati al provvedimento di confisca – di dare il meglio di se… per far sì che nulla andasse definitivamente distrutto…
Perché nella vita ci sono sempre due scelte fare: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle!!!

La sensazione è che ci sia un'Antimafia che più che gli ideali, persegua interessi particolari…

In tutti questi anni, si è cercato di convincere i cittadini, che combattere la mafia non solo fosse giusto, ma soprattutto utile. 

Nessuno immaginava però, che da quei professionisti di quella lotta, si sarebbero creati dei nuovi soggetti, che avrebbero cercato sì… quel “utile”, ma principalmente per se stessi, per come difatti sta emergendo…
Sembra effettivamente, che la famosa invettiva di Leonardo Sciascia contro i professionisti dell’Antimafia, abbia dimostrato essere, quanto mai attuale… 
Già, riprendendo quanto dichiarato dall’ex Pm Antonio Ingroia proprio in questi giorni: ecco se pur Leonardo Sciascia in una occasione sbagliò… colpendo l’allora giudice Paolo Borsellino, dimostro comunque con la sua dichiarazione… un’intuizione profetica.
In tanti citano i nomi dei due magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma secondo lei, chi sono i veri eredi e chi, invece, si fa soltanto bello… con i loro nomi?
Per me non ci sono veri eredi, ma ci sono troppi aspiranti eredi…
Ci faccia qualche nome…
Un elenco troppo lungo e non basterebbe lo spazio… mi riferisco anche a qualche importante ex magistrato oggi entrato in politica…
Adesso che è tornato a fare l’avvocato, non ha paura di finire vittima di uno sbaglio dei suoi ex colleghi togati?
Sinceramente sì, soprattutto oggi mi rendo conto di tanti errori giudiziari… le inefficienze del sistema sono più gravi di quanto non sospettassi da magistrato; per esempio, nel procedimento che sto seguendo a Roma, anche se dimostreremo l’errore degli inquirenti, ci troveremo di fronte a danni irreversibili con società fallite, uomini ammalati e imprenditori rovinati!!!
Ci sono delle furbizie che i pm usano per incastrare gli indagati? Mi risulta che non di rado i nomi sul registro generale vengano iscritti il più tardi possibile per allungare i termini delle investigazioni… come si dice… ci sono le astuzie dei difensori, ma anche quelle dei sostituti procuratori, ed ora che sono dall’altra parte della barricata ho il vantaggio rispetto ai miei colleghi avvocati di poter smascherare certi espedienti furbetti…
Tipo… ne può svelare qualcuno?
Si, ci sono i cosiddetti stralci a catena che permettono con un gioco di scatole cinesi di tenere aperto un filone d’indagine facendolo emigrare da un fascicolo in scadenza a un altro….
Forse anche da una procura all’altra?
Già, qualche volta è accaduto pure questo…
Infine, è meglio la vita da magistrato o quella da avvocato?
L’esistenza blindata del pm antimafia è infernale… di quegli anni mi mancano solo (sorridendo…) le “intercettazioni“, mentre da avvocato accertare la verità è molto più difficile, perché si combatte con armi spuntate contro una magistratura che spesso è un muro di gomma rispetto alle istanze della difesa!!!
Cosa aggiungere, questa mattina altri due giudici della sezione beni confiscati del Tribunale di Palermo, sono stati accusati, uno di concorso in corruzione e l’altro per abuso d’ufficio…
Sono due toghe (che hanno operato in quella stessa sezione diretta dall’ex presidente Silvana Saguto, finita in questi giorni, sotto inchiesta della Procura di Caltanissetta) che si trovano sotto la lente d’osservazione della procura nissena… e che rischiano in questo preciso momento, oltre agli addebiti presentati, anche l’avvio della procedura di trasferimento…
Una brutta pagina per la nostra magistratura… diceva bene Indro Montanelli: Per un magistrato italiano, la “Legge” con la “Giustizia” non ha nulla a che fare!!!

Stato-Mafia… ecco le prove…

Proprio alcuni giorni fa, abbiamo assistito alla sentenza del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia e dalla quale è stata emessa un’assoluzione per l’ex ministro Calogero Mannino… (non bisogna però confondere che, una cosa è l’essere stato giudicato  innocente in modo definitivo dal concorso esterno ed un’altra cosa è l’esser stato assolto in primo grado per la trattativa… dopotutto si riporta: questa è stata una assoluzione per insufficienza o contraddittorietà delle prove, non per la loro mancanza e bisogna aggiungere che il giudice, con quel tipo di decisione, ha ammesso che la trattativa c’è stata e che costituisce reato…).

Ora all’improvviso ecco che l’ex Pm Antonio Ingroia esce allo scoperto… dichiarando ad una intervista del quotidiano Libero: cosa diceva Giorgio Napolitano, ex Presidente della Repubblica, nelle intercettazioni sull’inchiesta Stato-Mafia?
Ecco… anche se probabilmente un giorno racconterò tutta la verità… (dopotutto in uno Stato democratico certi avvenimenti andrebbero sempre svelati…), ma non ora… e non certo attraverso un’intervista e poi credo che ancora non sia arrivato il momento…
Ed allora quando??? Forse attraverso la pubblicazione di un libro… il cui titolo potrebbe essere “Caro Giorgio come stai?”.
Come si spiega l’applicazione sulla richiesta di distruzione immediata delle intercettazioni???
Lei Dott. Ingroia ha dichiarato, l’applicazione di quella richiesta… un abuso, provando in tutti i modi ad ostacolarne la distruzione (intercettazione di dialoghi tra l’ex capo dello stato Giorgio Napolitano e l’ex ministro Nicola Mancino) ma ora, si è capito come quella fosse di fatto una sentenza politica, che avrebbe comportato non solo una gravissima crisi istituzionale, ma anche le possibili dimissioni del Presidente della Repubblica…
Certo ora anche l’ex Pm è stato abbandonato… (come in molti… in questo nostro paese… soprattutto quando si trattano argomenti scomodi…), si perdono infatti per strada… più di un amico, in particolare proprio per quanto emerso dall’inchiesta sulla trattativa, che dimostrava essere scomoda a molti,  non solo a destra, ma anche a sinistra…
Ed è il motivo per cui hanno trasformato quel lavoro (fatto di quasi vent’anni d’indagini) in un tentativo promozionale personale, di un lancio verso la politica… dimenticando tutti quegli uomini dello Stato e non,  che nel corso di quegli anni… sono rimasti uccisi…
Purtroppo ciò che è grave è trovare ancora oggi, in qualità di  pubblico ministero, dei giudici che non vogliono sentire, vedere, sapere… già un meccanismo di autodifesa corporativa che scatta spesso quando ci sono di mezzo magistrati o altri pezzi delle istituzioni!!!
Detto così si potrebbe pensare che ogni riferimento al procedimento Stato-mafia è puramente casuale… o forse ritiene che in quel processo siano stati protetti pezzi di istituzioni???
No, più che nel processo lo si è fatto fuori dal processo perché quel processo non si celebrasse mai… e difatti, un ruolo fondamentale lo hanno svolto anche la magistratura associata e il Csm a colpi di procedimenti disciplinari nei confronti dei pm che doverosamente facevano quelle indagini…
Come si spiega infine il suo ruolo d’avvocato, avendo dichiarato a suo tempo… che mai avrebbe mai assistito mafiosi e corrotti, ed invece oggi, sta difendendo i presunti complici di Massimo Ciancimino, condannato in via definitiva per riciclaggio del patrimonio mafioso del padre: niente di incoerente perché nessuno dei miei assistiti è incriminato per fatti di mafia, in più aggiungo che sono convinto dell’innocenza di questi imputati che sono rimasti stritolati da quello che io definisco il sistema Cappellano…(l’amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara, posto sotto indagine dalla Procura di Caltanissetta per corruzione e altri reati…).
Dall’inchiesta emerge che l’amministratore giudiziario, aveva l’interesse a enfatizzare se non addirittura inventare l’origine “mafiosa” di certi patrimoni, specie se di ingente valore, per ottenere così incarichi e onorari, che poi, venivano rapportati sul valore della aziende confiscate.
Un sistema che consentiva, d’elargire incarichi e benefici a parenti e amici dei magistrati che spesso, erano gli stessi, che avevano nominato quegli amministratori e che in corso d’opera… gli liquidavano quei lauti compensi!!!
Uno di quei magistrati era proprio Silvana Saguto, ex presidente della sezione misure di prevenzione dei beni confiscati del Tribunale di Palermo, dove sul suo conto in queste settimane, sono emerse intercettazioni imbarazzanti…
La sensazione è che ci sia un’Antimafia che più che gli ideali persegua interessi particolari!!!
Ma quella è un altra questione…
continua 

Lui uno squilibrato… Lei una cretina!!!

Con questi due aggettivi la Dott.ssa Saguto “intercettata” al telefono, discuteva con una amica, dei figli del Giudice Borsellino (quello sì che aveva titolo d’essere chiamato magistrato… a differenza di lei… che ha dimostrato – con i fatti finora emersi – essere… la vergogna ed il disonore per quell’ordine…), apostrofando Manfredi e Lucia… in modo inconcepibile!!!
Di lui ha dichiarato… essere uno squilibrato, aggiungendo… “lo è sempre stato… lo era pure da piccolo” (vorrei vedere quale figlio, vede saltare il proprio padre con una bomba e non da di matto…) certo la Saguto cosa ne sa… i suoi figli, vivono ancora protetti (e aggiungerei raccomandati…) sotto le sue cosce… e pretende di fare la morale agli altri… ma per favore, mettetela dentro e buttate le chiavi!!!
Di Lucia Borsellino dice, anzi precisa… è cretina!!!
E’ dire che proprio la Sig.ra Saguto (chiamarla giudice… perdonatemi è troppo, anche perché, non stiamo parlando del giudice corrotto, Ada Ferretti… ben interpretato nella fiction di squadra antimafia 7… questa, per chi ancora non l’avesse capito è la realtà…) si era da poco allontanata (siamo il 19 luglio u.s.) dalla manifestazione “Le vele della legalità” alla quale era stata invitata in qualità di madrina  (ci vuole coraggio… ), per ricordare il sacrificio di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta. 
Ma appena tornata nella sua auto (ovviamente blindata… come se qualcuno la volesse fare saltare…. ma chi… ma per favore, basta con queste puttanate…), cosa fa… telefona ad un’amica e parla contro i figli del Giudice Borsellino…
Dovevi vedere la scena del giorno prima… Manfredi lì… (al palazzo di giustizia di Palermo) abbracciato fra le lacrime del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,.. un abbraccio che ha commosso l’Italia!!!
“Ma perché minchia ti commuovi… a 43 anni per un padre che ti è morto 23 anni fa? 
Ma che figura fai… ed insiste… le palle ci vogliono e poi parlava di sua sorella e si commuoveva… ma vaffanculo!!!
MINCHIA SIGNOR TENENTE… ma qui altro che fiction… i boss che l’hanno fatto saltare in aria… al Giudice Borsellino e anche al collega Falcone, sono stati finora (almeno nelle dichiarazioni) più educati e rispettosi… sono rimasti infatti in tutti questi anni… in silenzio… quì si parla e soprattutto a sproposito!!! 
Uno dei giudici simbolo di Palermo, allora Presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo – gestione beni sequestrati e confiscati (oggi indagata per corruzione, concussione, abuso d’ufficio, favori, raccomandazioni, induzione… e potremmo continuare con la lista… anche quella della spesa), cosa fa… nel giorno dell’anniversario della strage di via d’Amelio, è infastidita… perché aveva aspettato due ore sotto il sole, l’arrivo delle barche della legalità al porticciolo di Ficarazzi!!!
M’immagino quell’agente del nucleo di polizia tributaria di Palermo, che nello svolgere la propria professione, stava ascoltando in diretta quella intercettazione… gli saranno cadute le pal… braccia… e poi certamente, si sarà sentito amareggiato, nel sapere che proprio quelle sprezzanti parole, venivano espresse nei riguardi di un collega… icona della lotta alla mafia e della criminalità!!!
Una figura, quella rappresentata dal Giudice Borsellino…, impressa nella mente di questo agente, che forse, sin da ragazzo… ispirato proprio dal giudice, ha scelto di dare il proprio contributo alla legalità… entrando a far parte delle forze dell’ordine! 
C’è chi combatte ogni giorno sul campo l’illegalità per un misero stipendio e chi invece, non solo truffa insieme ai suoi familiari, centinaia di migliaia di euro, ma, raccomanda marito, figli, parenti e amici, pensa a dividere incarichi tra cui il noto “Cara di Mineo”, organizza altresì, convegni di legalità, per contrastare in particolare certi servizi andati in onda sulle “Iene”… (ma questo è un’altro vergognoso filone… ancor più grave forse di quanto finora emerso…) ed infine (sudata ovviamente per l’impegno svolto…) si dedica ad andare al mare con l’amica, tanto a disposizione c’è l’auto di servizio con l’autista e soprattutto, c’è da sempre quella… corsia preferenziale!!!
Lo so… è un vero schifo… ma restiamo tutti aggrappati a quel messaggio di speranza tramandato noi da quei giudici… per il resto diceva bene Nicolás Gómez Dávila: lo stupido istruito ha un campo più vasto per praticare la propria stupidità!!!

Il Collezionista… d'Incarichi

Ricordate il libro “Il collezionista di ossa” tratto dall’omonimo romanzo di Jeffery Deaver divenuto famoso con il film omonimo, interpretato da Denzel Washington e Angelina Jolie… 

Lì c’erano due poliziotti sulle tracce di un serial killer, qui di contro, abbiamo una procura (quella di Caltanissetta) che va ad indagare all’interno di un Tribunale (quello di Palermo) sulla delicata gestione… dei beni confiscati. 
Ecco quindi scoprire un’analogia, tra chi raccoglieva “ossa” e chi invece accumula “incarichi”…  e dove, proprio da uno di questi capitoli… si apprende (a nome del Presidente della Commissione regionale Antimafia… Nello Musumeci ) esserci un “dossier” su presunte anomalie…
Già, fu lo stesso presidente della commissione, a suo tempo intervistato, che dichiarò : non possiamo dire più di quanto già esposto in conferenza stampa, il tema è delicato e “caldissimo”… fili ad alta corrente, che pochi fin qui si sono azzardati a toccare. Si parla di gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. 
Un sistema, ha commentato Fabrizio Ferrandelli (vicepresidente dell’Antimafia regionale) che “ha mostrato delle lacune e delle storture, in alcuni casi anche fisiologiche”!!!
Se si pensa che oggi, l’agenzia di questi beni, rappresenta la più grossa “holding” del nostro paese, con un indotto (rappresentato dalle migliaia di aziende, immobili, terreni, beni mobili, impianti ed attrezzature…) che non solo ha favorito l’eccessiva concentrazione d’incarichi, ma soprattutto ha permesso di privilegiare taluni studi professionali e/o società vicine a questi amministratori… e basta poco quindi, per intuirne i motivi…  perché nessuno vuole restarne fuori!!!  
Non bisogna inoltre dimenticare, la denuncia presentata dall’ex prefetto Giuseppe Caruso (poco prima di lasciare la direzione dell’Agenzia), sulla gestione ad uso “privato” dei beni da parte di alcuni amministratori giudiziari, scelti proprio dal Tribunale…
Sicuramente il comportamento dell’ex prefetto risultò –per come dichiarò lo stesso Vice-presidente della Commissione Nazionale Antimafia Claudio Fava– un po “bizzarro”, poiché questa dichiarazione… giunse successivamente all’incarico fin lì assunto, ma più di ogni altra cosa, che dalle sue dichiarazioni non vi erano dati certi che potevano inficiare la professionalità di alcuni amministratori giudiziari… ( bisogna aggiungere che su tale punto, l’ex prefetto Caruso, aveva dichiarato che non era sua intenzione delegittimare il lavoro della magistratura, ma segnalare l’inopportunità di alcuni amministratori giudiziari i quali aerano anche presidenti di consigli di amministrazione di società, molte delle quali, non passavano e non passano, dal sequestro alla confisca).
Dopo il polverone emerso sul Tribunale di Palermo, si è capito (finalmente…) che il sistema va totalmente cambiato, a cominciare dalla istituzione di un albo degli amministratori giudiziari, ed ancora, l’importanza di coinvolgere figure professionali specializzate, con l’utilizzo di quanti hanno avuto incarichi professionali all’interno di quelle imprese e ne conoscono di fatto le problematiche, ed infine e forse la più importante, procedere a riformare la normativa vigente…
Su questa vicenda, lo Stato, non ha fatto finora una bella figura… perché volendo tralasciare le problematiche inerenti la gestione e gli uomini a cui si erano affidati tali incarichi… ciò che emerge oggi, è la mancata capacità di continuità, ed il messaggio che passa purtroppo, è quello che con la mafia si lavora e con lo Stato il lavoro… si perde!!!
Il dato scoraggiante è che quasi il 95% delle imprese sottoposte a sequestro o confisca, finiscono per auto-liquidarsi o fallire… e con loro vanno a casa migliaia di lavoratori (si parla di circa 100.000 lavoratori rimasti disoccupati a seguito proprio di quei provvedimenti giudiziari…) di contro, lo Stato, è capace di fare incassare centinaia di migliaia di euro ai suoi uomini e quanti gravitano attorno a quel sistema clientelare…
Inoltre, è stata dimostrata l’incapacità di riutilizzo di quegli stessi beni… che restano di fatto, nelle mani di coloro a cui erano stati sottratti!!!
Quindi l’essere passati sotto la cosiddetta “legalità” ha permesso alle aziende confiscate di chiudere ed ai loro dipendenti… di perdere il lavoro, mentre, tutte quelle imprese che operano illegalmente nel mercato, con contratti del personale mai rispettati (il più delle volte a nero), gestione finanziaria/amministrativa e tecnica superficiale, appalti aggiudicati solo per fare cassa… mentre i lavori vengono subappaltati a piccole imprese individuali o artigiane, che il più delle volte, si ritrovano (a causa dei mancati pagamenti) a dover chiudere anch’essi i battenti…
Perché… fino a quando sarà la politica a scegliere gli uomini, ad incaricare (senza alcuna meritocrazia) quanti dovrebbero controllare in maniera onesta questo nostro paese… ecco, fintanto sarà questa la metodologia adottata… statene certi, che nulla potrà mai cambiare!!!
Dopotutto è proprio come la nostra vita… rivoluzione, riflessione e televisione. Si comincia con il voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali!!!

La gestione dei "beni confiscati" a Palermo… ecco i nomi dei successori!!!

Il Presidente ha scelto!!!
Sì… il Presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale, Mario Fontana, per sostituire l’amministratore giudiziario, finito nei giorni scorsi sotto inchiesta da parte della procura di Caltanissetta,  ha scelto di far subentrare il prefetto Isabella Giannola e l’avvocato Antonio Coppola…
Un prefetto con una esperienza nei servizi segreti e l’avvocato del nostro capo dello Stato… ecco chi sono i soggetti, per sperare di cancellare quanto gravemente finora emerso, ma soprattutto allontanare anche i sospetti, che in quel tribunale, la gestione dei beni sequestrarti/confiscati alla mafia, sia stata condotta (anche da chi non è attualmente indagato…) in modo del tutto arbitraria!!!
Adesso i neo amministratori, nell’adempimento degli incarichi ricevuti, dovranno dare prova di comportamenti conformi alla diligenza del buon padre di famiglia, dare cioè dimostrazione, di saper gestire quei patrimoni milionari, in maniera corretta!!!
Il tempo però di sistemare “provvisoriamente”… che già iniziano ad affiorare notizie non certo rassicuranti!!!
Infatti, sarebbe al vaglio degli inquirenti di Caltanissetta, la posizione del prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, sull’inchiesta emersa per la gestione dei beni confiscati di cui sopra…
Secondo infatti quanto riporta il quotidiano “Il Messaggero” ci sono delle verifiche in corso, sul contenuto di alcune presunte conversazioni intercettate, tra lei e l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Dott.ssa Saguto, indagata dalla procura nissena…
Tutto nascerebbe dalla richiesta formulata dal prefetto, secondo la quale, era necessario rafforzare la scorta al magistrato, a causa di notizie trapelate secondo cui, la mafia voleva morta la Saguto e un altro magistrato…
Secondo la procura di Caltanissetta, sembrerebbe che questa notizia, sia stata riportata, con l’unico l’obbiettivo, di contrastare alcuni servizi realizzati dalle Iene e da Telejato…
Adesso, dopo uno scandalo, gestito per anni con la complicità di molti, ecco che, si decide di rendere trasparenti il sistema delle nomine, non più clientelari (o come si è visto attraverso scelte autonome dei giudici), ma imponendo quale priorità –mi auguroil merito, forse così un buon 95% di questi attuali amministratori… cambierà definitivamente mestiere… 
Nel contempo, si è deciso di cambiare anche le disposizioni in materia di calcolo e liquidazione dei compensi, per chi verrà chiamato a gestire quei patrimoni…
Il sottoscritto avrebbe inserito inoltre, una sanzione amministrativa (intaccando l’eventuale compenso…) per quei comportamenti, nei quali è dimostrata (nello svolgimento dell’incarico ricevuto) la propria responsabilità diretta, su circostanze o azioni, che hanno di fatto condotto, a danni finanziari rilevanti o gravi ripercussioni sull’andamento della stessa società…
Di poco fa una notizia su Sudpress, dalla quale sembrerebbe che l’inchiesta sulla gestione dei beni confiscati, potrebbe ampliarsi… 
Sono infatti interessanti, le domande poste dall’editoriale web nell’articolo e cioè: 
– Quanto accaduto a Palermo è un caso isolato?
– A Catania, a Siracusa, a Messina come stanno le cose?
Stiamo a vedere cosa accadrà… 

Presidente Mario Fontana…, dia un taglio a questo increscioso stato…

Egr. Dott. Mario Fontana (Pres. dei Beni confiscati del tribunale di Palermo, in sostituzione della Dott.ssa Saguto), prendo spunto da un suo omonimo… (il grande Lucio…) per rappresentare graficamente quanto si sta vivendo nel ns. capoluogo…
La gestione da poco affidata alla sua persona, non rappresenta certamente una delle migliori condizioni cui lei forse aspirava, ma forse, questa gravosa responsabilità affidatale, potrebbe rappresentare un incentivo al compito cui è stato assegnato…
Quanto mi auguro con il suo intervento è racchiuso in un piccolo ma profondo gesto, in quel “taglio” con il passato, con quel sistema che ha dimostrato essere totalmente fallimentare…
Certamente, dovrà attendere le indagini della procura di Caltanissetta e in seguito, potrà analizzare in maniera chiara, il quadro della situazione, le falle presenti all’interno di questo sistema ed infine, valutare quali provvedimenti adottare…
Che il sistema non ha funzionato è ormai cosa accertata e sperare che si passi in tempi celeri a risolvere tutti problemi è un’utopia…
Ho letto inoltre che anche il Csm ha aperto un fascicolo in prima commissione, per verificare se ci siano stati gli estremi per un’eventuale azione disciplinare (a prescindere da possibili responsabilità penali), tali da esonerare definitivamente la permanenza dei magistrati coinvolti…
Adesso Lei, ha il compito arduo di ricostruire l’immagine di legalità di questo sistema giudiziario, in particolare quello della gestione dei beni confiscati…
Non serve a noi sapere che alcuni dei protagonisti dell’inchiesta in corso, stanno lasciando i loro incarichi… ciò che importa, è sapere che verrà limitato l’ingresso a quegli incarichi (amministratori giudiziari) a familiari/parenti, di altrettanti magistrati. 
Analoga situazione deve essere fatta per i consulenti: si dovrà provvedere a realizzare un registro professionale trasparente, cui si attingerà attraverso evidenze pubbliche, soggetti in possesso dei requisiti richiesti che si propongono mediante propria candidatura,  per poter ottenere così, un eventuale incarico…
Non può essere più un’affidamento demandato ai giudici, che poi si è scoperto, assegnare questi, ai soliti… “amici degli amici”.
Gli affidamenti, devono essere dati a soggetti, che hanno dimostrato (attraverso incarichi conferitigli nelle loro precedenti amministrazioni), di aver fornito prova di lealtà, capacità professionale, libertà morale, ecc… e soprattutto, che abbiano provato, di aver migliorato la situazione ricevuta e che quanto da loro svolto… non sia servito esclusivamente a prosciugare il consistente patrimonio societario, con l’unica finalità, di essere riusciti a mandare in fallimento/liquidazione le società loro consegnate… 
Dopotutto in questo, sono già bravissimi di loro, quei cosiddetti “amministratori rapaci”, a cui proprio il ns. ex Procuratore di Catania, Dott. Giovanni Salvi (ora trasferito alla Procura generale di Roma), si era rivolto, manifestando per essi, il proprio rammarico…
Adesso, bisogna trovare i nomi dei sostituti, per quanti hanno richiesto ora il trasferimento…
Trattasi di soggetti poco disposti oggi all’incarico, visto l’alto polverone che con l’inchiesta è stato alzato… ma soprattutto, la difficoltà maggiore sta nel verificare le posizioni di quanti, a tutt’oggi, sono rimasti ancorati alle loro poltrone, le stesse che avevano permesso “indirettamente o direttamente” di partecipare a quegli imbrogli, senza mai denunciare gli abusi…
Centinaia di migliaia di euro che hanno fatto “gola” a tutti e che ne hanno condizionato i silenzi… 
Già, zitti tutti…, in particolare quanti con quelle particolari funzioni di collaboratori, gravitavano intorno a quei magistrati e/o amministratori… ora inquisiti!
Regali per tutti, anche importanti… come per esempio, auto di grosse cilindrate rivendute loro a prezzi fuori mercato, oppure telefonini di ultima generazione e ancora, l’uso privato di alcune auto prestigiose, prese in consegna direttamente da quelle stesse concessionarie sottoposte a sequestro…
Tutte situazioni, monitorate e intercettate, che hanno dimostrato come questo sistema fosse ben “lubrificato”, proprio per evitare che qualcuno tra essi, potesse rimanere insoddisfatto e con il tempo iniziare a lamentarsi!
Ed allora, Presidente Fontana, a completamento di quanto riportato sopra, le suggerisco una frase che dice… “certe volte per avere un futuro migliore… bisogna dare un “taglio” netto con il passato…“.
Quindi… buon lavoro!

I diecimila passi… verso la legalità!!!

Continuando a parlare dello scandalo sulle toghe del tribunale di Palermo, ora, il Consiglio superiore della magistratura, per vederci chiaro, ha aperto un fascicolo, per  “incompatibilità ambientale e funzionale dei giudici”…
Una volta, al giovane Peppino Impastato, bastavano “cento passi” per riaccendere quella fiaccola di speranza, chiamata legalità… oggi a distanza di quasi quarant’anni…, quel sogno, grazie ad alcuni uomini di questo “stato” ( quelli con la s… minuscola…), si sta trasformando in un’illusione…
Sembra di uscire da un incubo…, quando si pensa finalmente di assistere ad un radicale cambiamento, quando quella luce sembra esserci più vicino…, ecco che ti accorgi, di guardare un miraggio!!!
Come si può continuare così…
Desidero riportare sulla vicenda di cui sopra, alcuni passaggi letti tra i commenti di alcuni quotidiani on line ( tra cui alcuni inviati a mio nome ) e dove in ognuno di essi, si manifesta quell’alto sdegno popolare, di chi, non ne può più, d’assistere a queste incessanti ruberie!
Riporto alcuni passaggi interessanti, dai quali è possibile, prendere spunto per quella necessaria riforma, sulle gestione dei beni confiscati:
enzo messina
Solo una parola: VERGOGNA! Chissà cosa ci sarà ancora…vedi sezione fallimenti e sequestri. Ecco perché poi molte aziende falliscono e molte persone sfortunate vengono stritolate come avvolte fra le spire dei serpenti con il coltello in mano. Guai a fallire, tutti i tuoi beni verranno, dal curatore, fatti sparire come per incanto. W i GIUDICI ONESTI…, miserabili i disonesti.
Comitato Cittadino Porto del Sole
A Catania un caso rimane ancora inspiegabile fra le tante “nebbie” anche portuali: il caso della ditta confiscata Riela le cui attività in crescita furono spente nonostante il settore del trasporto su gomma più che favorevole del tempo. Sarà stata colpa del destino o di qualche gestore distratto da troppe incombenze?
fulvio
Meno male che la procura di Catania, esente da qualsiasi scandalo, tenga alto l’onore della magistratura.
Vincenzo
Heilà, che succede? Qualcuno ha dimenticato il coperchio aperto della pentola? Richiudete, presto, non sentite che fetore esce?
Nolobby70
Quando cominceranno a farlo anche a Catania? Iniziate dai Sigg. Paternò, grazie.
logaritmo
Dire vergogna è poco, troppo poco!!!
Nulla togliendo a tanti magistrati che lavorano ogni giorno, in prima fila, contro il vigliacco mondo della mafia, rischiando in prima persona e, ai tanti giudici che hanno inflitto pene pesanti a tanti pezzi merdosi da 90, non può certamente passare inosservata l’inquietante vicenda della gestione dei beni confiscati che sta provocando danni incalcolabili alla società e che sta, perfino, rischiando di ridicolizzare la nobile lotta alla mafia. Senza dubbio una società/impresa tolta dalle mani della mafia esce da quel circolo vizioso, oserei dire dopato, in cui gli appalti, prima del sequestro/confisca, cadevano “miracolosamente” dal cielo, permettendo a queste società di stritolare la concorrenza di tante altre imprese che basano la loro attività solo sui principi di sana concorrenza. Detto questo, non può passare inosservato che a Catania la situazione sui beni sequestrati/confiscati è, a dir poco, drammatica, . Molte società sequestrate/confiscate prima di passare all’Agenzia dei Beni Confiscasti, sempre qualora non vengano restituite ai proprietari interdetti, diventano oggetto di saccheggio e di malcostume tipico del malaffare italo-siciliano. Molti tra gli amministratori giudiziari sono sempre gli stessi, scelti perché appartengono al cerchio-magico dei figli di papà (professionisti di grido), che si limitano a gestire in punta di piedi società/beni ove ci lavorano tanti padri di famiglia onesti, assoggettandosi spesso alla volontà degli stessi soggetti interdetti per mafia e dei loro difensori. Poco viene fatto negli interessi delle società. Si vedono cose assurde. Gli illeciti che avvengono sotto amministrazione giudiziaria, spesso, sono ancora più gravi del periodo del pre-sequestro/confisca. Emolumenti di tutto rispetto, perizie costosissime affidate a consulenti di fiducia, vendita di beni a soggetti vicini (in qualche caso parenti) dei soggetti interdetti, strani furti di mezzi e strumenti, inspiegabili (ovviamente tutto è spiegabile) triangolazioni di acquisto e vendita materie prime e tante..tante cose altre che in un altro paese civile comporterebbero quanto meno la radiazione dell’amministratore.
Risultato: i dipendenti perdono in breve tempo il posto di lavoro, cadendo nella più tremenda disperazione, la società viene messa in liquidazione o fallimento, l’amministratore nel frattempo avrà preso qualche altro incarico ed i mafiosi interdetti prenderanno lo spunto per dire quanto di più tremendo si può sentire: Con noi si lavorava, con lo Stato morite di fame!!!
E allora non limitiamoci a dire solo vergogna, c’è da agire ed in fretta!!
Un’ultima cosa: vorrei lanciare un appello a quei pochi amministratori onesti, che con rettitudine faticano a gestire una società o un bene confiscato, di non demordere, di non lasciarsi travolgere dallo scoramento e di ricordarsi che per cambiare questa terra bisogna pensare a Falcone e Borsellino che hanno gettato un seme di speranza per le generazioni future e non per loro stessi.
vincenzo
Commento azzeccatissimo e senza peli sulla lingua. Basta tavole rotonde, convegni e passerelle. Bisogna passare, senza indugio, dalle parole ai fatti……pesantissimi!
Bisogna calarsi la maschera e fare una disinfestazione generale.
salvatore
SE LA “NOTIZIA” E’ IN CHI DA’ LA NOTIZIA
Come è noto non fa “notizia” il cane che morde l’uomo ma viceversa.
E che ci siano indagini su giudici che avrebbero abusato del loro potere non è una “notizia” così come non lo è che altri giudici cerchino di fare la dovuta chiarezza.
Appare invece una “notizia” che a rivelare le indiscrezioni sia il quotidiano di proprietà della famiglia Caltagirone, ossia l’azionista di maggioranza dell’UDC, uno dei partiti sino ad oggi più coinvolti in indagini e condanne per reati di mafia.
Perché non c’è macchia peggiore per un giudice che quella di corrompersi per ottenere indebiti vantaggi o addirittura favorire i mafiosi, ma è anche vero che l’arma prediletta di mafiosi e addentellati potentati economici è quella della delegittimazione piuttosto che quella della minaccia e della violenza.
In attesa dei dovuti riscontri, per il momento la “notizia” è in chi ha dato la notizia.
Cosimo Cristina
Il Suo concetto è racchiuso in una sola parola: paura.
Si parla di mafia, di aziende confiscate, di società essere state legate ad ambienti malavitosi, d’associazioni per delinquere, di organizzazioni criminali, di soggetti prepotenti e vigliacchi che tentano, con quelle peculiari “attenzioni”, d’intimidire quanti (pochi) hanno il coraggio di osteggiarli.
Tra questi (anche se forse Lei ci sperava) non troverà mai, gli amministratori giudiziari, i quali cercano di fare il loro “compitino”, incassare i propri lauti compensi, non avversare i soggetti
interdetti (evitando anzi che questi ultimi, possano attuare azioni di responsabilità), limitare il proprio incarico, ad una sommessa conduzione sterile, che ha, quale unico intento, quello di salvaguardare l’incarico ricevuto, di omaggiare familiari di giudici delegati, propri parenti, amici o conoscenti, ma specialmente, eliminare concrete ripercussioni personali.
La società amministrata è ora assistita da questi uomini, nel proprio suicidio, un’eutanasia a suo tempo preparata a tavolino, che dimostra, non solo l’incapacità di questi uomini, ma dello stato, che non ha avuto la capacità di saperle gestire.
Il resto di quanto Lei scrive, è già stato scritto, qualche tempo prima, nel momento in cui si è pensato per l’appunto, d’intervenire con il provvedimento giudiziario!
Giuseppe Condorelli
Cari Vincenzo, Cosimo e Logaritmico: ma vi rendete conto di quanto siamo fortunati noi catanesi ? Solo piccola delinquenza, lo scippatore, lo spacciatore, il vecchietto del supermercato……insomma roba di poco conto. La delinquenza istituzionale, quella che impoverisce la città, che traffica con parenti, amici, amanti, che segue la politica del dò ut dès da noi non esiste. Infatti ha mai letto sulla stampa locale dell’arresto di qualche “pezzo grasso” delle istituzioni, di inchieste su reati nella pubblica amministrazione università inclusa ? No perché non esistono. Qui tutto è trasparente, tutto fila liscio come l’olio, possiamo stare più che tranquilli: viva Catania, e per cortesia, smettetela di scrivere sciocchezze che, se lette altrove, potrebbero danneggiare l’immagine di questa virtuosa città. 
Nolobby70
Ottimo Giuseppe, c’era da spettarselo, abbiamo come Sindaco un ex Ministro dell’Interno (notoriamente intoccabili) e come Rettore un luminare della giurisprudenza mondiale. Che fortuna… 
H. Poirot
L’apparente “nonchalance” di marciare sul marcio da parte di personalità, facenti parte di istituzioni per definizione aliene dal marcio, lascerebbe presagire che si sia raggiunto un livello tale di sicurezza e tracotanza, da poter fare arrossire nel confronto, gli indagati di tangentopoli..
Ma questo alle mie celluline grigie non torna affatto…
Ritengo allora che sia solo la punta emergente di un iceberg, prodotto ed alimentato da una ragnatela di ricatti e contro ricatti che si annida in tutti i poteri e i gangli vitali della società palermitana che conta: mondo finanziario, politico, imprenditoriale, mafioso forse sono talmente intrecciati da aver creato come collante e il meccanismo del ricatto intrecciato, alimentato da elargizioni illegali finalizzate a rinforzarlo.
Mi auguro di sbagliarmi..
Se fosse così, ci troveremmo in un salto di qualità insospettabilmente elevato e pericolosissimo..
l’ottimista
…a Catania quando?
quando a Messina ci sarà un giudice coraggioso che se ne frega delle parentele che bloccano le inchieste in corso da secoli a Catania.e se ne frega dei cognomi importanti dei colleghi e delle colleghe,e dei mariti delle colleghe….
Cri
Peppino
Che vergogna lo stato italiano
Anonymous
I ladri rubano, i mafiosi rubano, i giudici rubano, gli amministratori rubano, i consulenti rubano…
Accertato quindi che rubano tutti, cosa si fa?
Per i primi, sappiamo che c’è la galera, ma per i secondi cosa c’è?
Una condanna amministrativa, la trasformazione dell’incarico, l’insabbiamento?
Come fa questo Stato a infliggere pene ai suoi uomini, a crocifiggere quindi, quel suo stesso sistema!
Che vergogna, quale disonore, i suoi uomini non solo collusi, ma dimostrano di profittare di quello stesso sistema putrido, cioè, ladri che rubano ad altri ladri!!!
Tutti ora si sdegnano per l’accaduto, si meravigliano di questi incarichi milionari, di come loro colleghi giudici abbiano potuto vendersi,  di quelle inopportune raccomandazioni, richieste per i propri familiari, di quelle consulenze date ad amici.
Dimenticano però che anch’essi, nel corso dei loro incarichi ricevuti, hanno condotto in maniera analoga, l’impegno preso, richiedendo favori personali, concedendo consulenze e inserendo i propri uomini in questo ( ben lubrificato ) ingranaggio!
Si sono scordati i regali ricevuti?
Le procure, perché in collaborazione con la Guardia di finanza, non controllano le sperequazioni effettive di questi soggetti, in particolare quindi, perché non analizza le dichiarazioni dei redditi presentati, con i reali beni posseduti, integrando quest’ultimi con le disponibilità finanziarie a loro nome o intestate a prestanome di familiari e parenti?
Basterebbe questo per fare centro e capire in maniera determinata e sicura, chi con questo modo d’agire ci ha ricavato e chi invece, in maniera corretta e rispettosa, ha esercitato la propria professione…

Noi un’idea (in %) c’è la siamo fatto già fatta è voi?

Pablo
Trasparenza, evidenza pubblica, rotazione dgli incarichi, sono i principi delle norme anticorruzione. Valgono per tutti?
Salvatore
Posso chiedere nella qualità di cittadino della Costituzione le dimissioni dei Ministri della Giustizia
ed Interni?
Fabrizio
Per coerenza devi domandare anche quelle dei vertici della magistratura e dei membri togati del CSM.
Kemonia
Fnalmente c’è” un giudice a Berlino” !!!Qualche magistrato serio sta cercando di scoperchiare un
pentolone pieno delle attività’ della cosiddetta antimafia !!! Speriamo che presto venga fuori la verità!
Giuseppe
qui non c’entra l’antimafia, ma la gestione dei beni confiscati da parte dello Stato
Francesco
Confiscare i beni ai legittimi proprietari costituisce per molti esponenti della cosiddetta antimafia una specie di lavaggio di coscienza. Poi che uso scellerato se ne faccia successivamente, così come sta a dimostrare l’inchiesta in corso, non preoccupa invece affatto. Tanto l’importante è “confiscare”.
ioparloxme 
“…ai legittimi proprietari…”. è scoppiata la guerra. non si salverà nessuno.
Giuseppe
se i beni sono confiscati, i proprietari non sono legittimi
andrea
chissà quanti stanno pensando e che non hanno capito che il ” fine ” dell articolo è quello che riguarda la gravità sulla gestione di questi beni confiscati e non è messa in assoluta questione che quei patrimoni andassero confiscati….
ioparloxme
ed ora tutti i portatori di interessi “particolari”, tutti a prendere colpo avanti… l’anti-antimafia dell’antimafia.
Salvatore
Consiglio la rilettura di Buttanissima Sicilia in particolare la parte in cui si parla di mafia dell’Antimafia.
Epperò
Ma fino ad oggi i vertici di tribunale e corte d’appello non sapevano nulla o non hanno vigilato per
nulla? E gli ispettori ministeriali che vengono mandati di qua e di lá a spese dei contribuenti, a che servono, a sanzionare qualche povero impiegato tartassato e anziano?
trasparenza
Ecco cosa accade quando i “professionisti” dell’antimafia vogliono screditare i Giudici.
Mi chiedo e vi chiedo:
– è reato avere un marito che svolge una libera professione?
– è reato se nell’ambito delle consulenze l’amministratore giudiziario decide di avvalersi di quelle del
professionista che conosce?
– il marito della Saguto ha divieto di esercitare la libera professione?
Quindi quali reati avrebbero commesso la Saguto e l’Amministratore Cappellano?
Se il divietò è riconducibile a motivi di opportunità, analoga disciplina dovrebbe essere adottata per
tutti i congiunti dei Magistrati che operano nello stesso ambito territoriale, in altri termini, al fine
di evitare possibili strumentalizzazioni tutti dovrebbero chiedere di lavorare in altri distretti
compresa la categoria degli avvocati in evidente violazione di dettami costituzionali quali il diritto
alla difesa, istruzione, salute ecc. ecc.
Ecco, se i termini della vicenda dovessero essere questi, come è presumibile, credo che presto tornerà il sereno.
Sicuramente la Saguto ed il suo collegio non sono stati teneri con il malaffare ed i potenti di turno e,
pertanto dobbiamo ringraziarla per il suo operato in un contesto difficile sicuramente non paragonabile a quello della Valle d’Aosta.
Forse per evitare possibili letture strumentali gli atti dell’amministrazione giudiziaria, sia penale,
sia civile, dovrebbero essere resi pubblici e sottoposti alla valutazione di un collegio presieduto da un giudice della prevenzione, nonché composto da un giudice civile, un giudice della corte dei conti, da professori universitari, ufficiali di p.g. , dal rappresentante dell’ordine dei commercialisti e di altre professioni di altre regioni ecc..
Rendiamo pubblico l’operato di chi amministra, l’interesse preminente è quello pubblico quindi rendiamo tutto pubblico, ma tutto dalle misure di prevenzione, alle mediazioni, alle consulenze di qualsiasi natura, alle procedure concorsuali.
Rendiamo pubblico ed aggiornato l’elenco dei consulenti chiamati ad operare per ogni necessità giudiziaria e di governo (centrale, regionale e comunale) e rendiamo pubblici i compensi e le procedure di affidamento degli incarichi. Perché non renderli noti?
Questo sarebbe trasparenza.
Francesco
Metterei al primo punto del tuo lungo elenco la cosa più giusta da fare e cioè restituire i beni
confiscati.
giufà
Un ingegnere, un avvocato, un commercialista può esercitare la propria professione anche senza incarichi giudiziari. Un professionista coniugato ad un magistrato farebbe bene a non incrociare la propria professione con quella del coniuge e quindi evitare incarichi da parte di qualsiasi tribunale, perchè altrimenti diventa un do ut des, io do un incarico al parente del mio collega di un altro tribunale e lui lo da ad un mio parente …..
Toni
Infatti stanno indagando perché cappellano gestisce 90 confische dove stranamente ci lavora il marito e per come scrive telejato anche il figlio come chef, invece gli altri ne hanno solo uno, forse. Per te tutto questo come si potrebbe chiamare? Rifletti.
Nicola Costanzo
Sono anni, che vado dichiarando come, l’azione repressiva finora condotta da parte dello Stato (diretta nell’intervenire principalmente sul patrimonio di quelle società sottoposte ad amministrazione giudiziaria e realizzato per controllarne i profitti illecitamente accumulati), ha sì di fatto contribuito a debellare una parte di quel malaffare (costantemente presente, a tutti i livelli nel nostro territorio), ma di contro, ha sviluppato un business parallelo, derivante proprio, dalla gestione di questi beni, ad iniziare dagli uomini scelti per tale incarico e da quanti gravitano intorno, a mo’ di consulenti…
L’intuizione iniziale della legge, finalizzata dallo strumento di prevenzione del sequestro/confisca, è
stata affiancata però, dallo sfacelo prodotto negli anni, da una gestione superficiale, realizzata da
questi soggetti: inesperti, impreparati ed il più delle volte collusi…
Il mancato mantenimento conservativo della società a loro affidata, non solo ha provocato la mancata prosecuzione dell’attività imprenditoriale, ma ne ha anticipato la chiusura della stessa, con il relativo licenziamento del personale…
Inoltre, non bisogna dimenticare che, il più delle volte, per alcune di queste società, è venuto anche a
mancare, l’eventuale riutilizzo del bene confiscato…
Ciò che comunque ha rappresentato il punto debole (nella gestione dei beni sequestrati/confiscati), è
l’aver permesso ad alcuni i quei soggetti nominati, di utilizzare in modo del tutto arbitrario queste
società, partecipando con le loro condotte, quel progressivo ed illecito buco finanziario, differentemente da quanto, avrebbero dovuto conseguire – operando con il principio del buon padre di famiglia – per la gestione della stessa, senza avere di fatto, quale unico obbiettivo, quello di realizzare per se, possibili profitti…
Basta quindi, con incarichi dati a “raccomandati”, occorre istituire un Albo meritocratico degli 
amministratori giudiziari, nei quali verranno inseriti esclusivamente quanti, hanno dato modo in questi anni, di possedere quei principio di rettitudine, competenza e libertà di azione…
Nuovi manager specificamente formati nella gestione delle aziende sequestrate e/o confiscate…
I restanti di questi… vanno completamente destituiti!!!
andrea
finalmente qualcuno che dice qualcosa di sensato….
ogni volta che leggevo ” restituire beni ai legittimi proprietari”
o beni confiscati ingiustamente o ancora che si mettesse in secodno piano come se fosse una cosa da
niente che queste aziende derivavano da attività illecite mi arrivava un pugno allo stomaco….del resto hanno dato, gli indagati con qeusta gestione scellerata, modo di parlare a chi i beni li avuti confiscati….
logaritmo
Società confiscate che vengono sguarnite e frodate dagli interdetti mafiosi sotto gli occhi degli amministratori giudiziari distratti, furbescamente impauriti, impegnati in decine di incarichi, selezionati tra le strette cerchie dei salotti buoni. Per carità esistono anche quei pochi onesti che vengono lasciati da soli nel campo di battaglia.
Quando si apriranno gli occhi della magistratura di fronte a questo scempio?
Cincinnato
Nuovi manager specificamente formati nella gestione delle aziende sequestrate e/o confiscate… Formati da chi? Dai corsi tenuti da …..
Nicola Costanzo
Hai perfettamente ragione, quando dici, manager formati da chi…? Considerate le modalità con cui sono stati finora realizzati i corsi nella regione Sicilia, con l’unico obbiettivo di foraggiare quel
clientelismo, tra società di servizi, consulenti vari, docenti incompetenti, discenti quasi sempre
assenti, il tutto, per poter rientrare ( beneficiando di una parte di quelle somme destinate alla
formazione attraverso il classico giro di mazzette ) attraverso il solito sistema “politichese” che da un
lato ne permette il beneficio, dall’altro, crea quei pressupposti per legare tutti questi soggetti, in
prospettiva di prossime elezioni…
Sono d’accordo con te… ( nel mio omonimo blog lo vado ripetendo continuamente e per fortuna che
esistono testate libera come questa), che prima di pensare a realizzare i corsi, dobbiamo selezionare gli eventuali partecipanti… (io farei piazza pulita di un buon 98%…) e darei ad altri soggetti, che
abbiano dato, con la loro esperienza personale, di segnalare, denunciare, mostrare quella libertà morale, senza essere limitati da eventuali compromessi o favori ricevuti nel corso della propria vita…
Ecco forse è questo il reale problema, il trovare cioè… persone perbene, che non possiedano alcuno
scheletro nel proprio armadio, e che quindi, a causa di ciò, non possano essere con il tempo… ricattabili!!!
Caio Giulio Cesare
Alcuni anni addietro ad un mio conoscente venne sequestrata l’azienda che fatturava diversi miliardi di lire l’anno.
Dopo quattro anni venne assolto perchè il fatto non sussisteva ma intanto il curatore giudiziario aveva raso al suolo l’azienda portandola da un cospicuo attivo l’anno a un pauroso passivo e i dipendenti licenziati………………….la giustizia è servita…
pino
Grave e imbarazzante. È così che lo stato perde il vero contrasto con le mafie. Liberiamoci della mafia e della mafia dell’antimafia. Quest’ultima esempio d’ipocrisia e corruzione.. è poi non c’è nessuno che vigila sulla gestione degli amministratori.. una pacchia per loro. Basta! !
vival’italia
e adesso controlliamo i consigli di amministrazione delle società sequestrate… e controlliamo le nomine ad amministratori figli di magistrati… 
Ma loro non ne sapevano niente…
Tutte persone di fiducia e competenti……..
e controlliamo gli incarichi affidati, non allo stesso avvocato, ma ad avvocati dello stesso studio e poi controlliamo gli scambi fra colleghi di studio….
Se Caltanissetta vuole, scoperchia la pentola e non si salva nessuno.
e poi, anzi, ora, avanti la Corte dei Conti !!!!!
sono pubblici amministratori e pubblici dipendenti che avrebbero fatto interessi propri a danno del pubblico..
toni
Basterebbe :
– un solo incarico ad amministratore
– nessun parente dei magistrati, avvocati e forze dell’ordine può lavorare in questi amministratori
nominati
– all’amministratore parcella fissa equa e non a percentuale sul valore del sequestro presunto (il valore dei patrimoni sono notevolmente gonfiati per aumentare la parcella)
Vi posso garantire che finirebbe il miele.
anonimo
Dobbiamo dare atto che non tutti hanno le mani in pasta e che tanti sono onesti lavoratori.
In Italia è diventata consuetudine che dove c’è movimento di denaro si lucra.
Inoltre dobbiamo anche sostenere che il problema sta nelle modalità del sequestro e del blocco delle attività, non nell’idea della legalità per il quale il pool antimafia si è fondato,non è giusto nel nome di Falcone e Borsellino che si sono battuti e morti per liberare la nostra terra dal cancro della mafia.
Questo è il punto, il Giudice in questione, gli Amministratori giudiziari e coadiutori hanno perso di vista l’ideale dei due Giudici ammazzati.
Il loro supremo e in giudicabile potere, che per anni ha sconvolto famiglie di onesti operai e dipendenti, legati alle aziende sotto sequestro preventivo, che sono stati licenziati, a loro di per giusta causa, dato che la loro unica pena era quella di aver fatto bene fino a quel momento il proprio lavoro ed essere entrato nelle “Grazie” degli Amministratori legittimi, garantendosi lo stipendio per sopravvivere loro e le loro famiglie.
Ex Amministratori esclusi e derubati delle loro aziende senza che una sentenza, una perizia abbia mai confermato la concussione mafiosa degli stessi.
Tutto questo ha dell’invero simile, siamo l’unico stato dove (in questi casi) l’indiziato deve difendersi
senza che ci sia delle prove, di solito alle prove devi replicare e discolparti.
L’autorità degli Amministratori Giudiziari e dei loro Coadiutori che escludono dalle attività tutti i
dipendenti e coloro che con capacità mandano avanti le aziende, non è un caso che la quasi totalità delle aziende sotto controllo falliscono. Compensi allucinanti ed ex lavoratori legati alle briciole del
compenso della “disoccupazione” con la prospettiva del Nulla (in questi anni chi ha un lavoro è fortunato).
Hanno avuto la capacità, con la loro autorità o abuso di ufficio, di escludere e/o sequestrare le aziende che con grande capacità commerciale restavano in “Piazza” e che per essere con loro in competizione dovevano essere eliminate.
Questa è mafia, il loro non sapere amministrare(arricchendosi) e coordinare il lavoro, con nuovi collaboratori con dubbie capacità e altre tante dubbie assunzioni( parenti, amici e amici degli amici) hanno rovinato l’economia Palermitana e il sacrificio dei martiri della Mafia.
Oggi forse si farà chiarezza nel nome della vera LEGALITA’.
Viva la giustizia.
Nicola Costanzo
Ringrazio per quanto avete riportato, ma chi vi parla, conosce perfettamente quanto avviene all’interno delle imprese sottoposte a sequestro/confisca in quanto dipendente di una di esse, in qualità di direttore tecnico ed RSPP…
Sono passati più di cinque anni dal provvedimento giudiziario, e come si dice… “acqua sotto i ponti ne è passata tanta” ma di concreto, per il proseguo dell’attività, poco si è fatto o nulla…
In particolare, sono proprio gli uomini come il sottoscritto che, non volendosi piegare al sistema, hanno permesso, ad una impresa come la nostra, di continuare finora ad esistere.
Permettetemi, di scagliare una freccia a favore dell’attuale amministratore, che proprio con le vicende di cui stiamo discutendo, ha certamente poco a che fare…; lealtà, correttezza morale e professionalità, sono stati i requisiti, posti a basamento, per la gestione di una società come la nostra ( leader fino a qualche tempo fa nelle infrastrutture), tentando di operare tra mille difficoltà, cercando sempre, il sostegno dei propri collaboratori, per adempiere in modo corretto, all’incarico ricevuto; ma non solo, esponendosi in prima persona e denunciando quando necessario, fatti e soggetti, che, in più di una circostanza, sono stati portate all’attenzione, di questo quotidiano…
Analoga situazione non posso certo esprimerla, per chi l’ha preceduto o per quanti sono stati nominati a gestire le altre società, legate a questa, nei provvedimenti preventivi!
Non si tratta quindi di una falla nella “mansione” correttamente prevista dalla normativa, anche se,
opportune limitazioni (come possiamo ben leggere anche dai commenti di cui sopra) vanno certamente applicate, ma, degli uomini scelti, di quanti cioè non possiedono quell’alto senso di responsabilità e di dovere civico, a cui di contro, dovrebbero propriamente ispirarsi, nel portare avanti, l’incarichi ricevuti…
Ma questi, alla fin fine, sono “uomini”, e subiscono come tutti – quelle influenze esterne da cui vengono “condizionati”, dopotutto, sono proprio le scelte che operano nello svolgere il proprio incarico (vedasi, rapporti con i soci interdetti, problematiche nella gestione, assunzioni o incarichi per consulenze esterne, che determinano i valori di giudizio sul proprio operato, anche quando questo, viene svolto in maniera diligente), che influenzano, in maniera positiva o negativa, l’eventuale possibilità di prosecuzione all’interno di questo “circoscritto” ambiente per pochi eletti, che da modo, inoltre – per l’indiscutibile prestigio che lo stesso incarico rappresenta – di beneficiarne implicitamente di riflesso, nell’ambito professionale d’appartenenza…
Come diceva un libro di Robert Hopcke, “ Nulla succede per caso “ e qui purtroppo è la stessa cosa…
achille
Falcone e – Borsellino si staranno rigirando dentro le tombe .
anonimo
Avevamo qualche perplessità su questa donna magistrato, anche per un episodio che ci lasciò amareggiati. Ora pare arrivata forse anche la conferma del suo “modus operandi”! Perchè non la sospendono intanto subito, per poi cacciarla via, come in tanti ormai cominciano a ritenere? Pare davvero intaccata la magistratura italiana da un grosso neo! E tu signor R. Cantone, dove sei stato? Forse non sapevi e non vedevi? Sorgono davvero dubbi seri!! Tutto un magna magna legale…
Siciliano75
Wuauuu il cerchio vedo si allarga. Forse la volta buona. Grande Caltanissetta tanti Siciliani onesti
vittime di questa Antimafia sporca hanno e stanno soffrendo. Sì perché i sequestri facili senza prove
erano ‘Sprero erano’ all ordine del giorno.
Andreuccio
Scusami potresti fare qualche esempio di qualche sequestro facile?
non mi sembra che i nomi altisonanti con altisonanti patrimoni fossero in qualche modo stati sequestrati senza prove certe sulla gestione degli incarichi siamo d’accordo ma non credo che venga messa in assoluta discussione i sequestri effettuati… anzi la saguto è stato uno dei giudici che più ha combattuto la mafia in merito ai sequestri, poi adesso vedremo come andrà l’indagine riguardante l’effettiva spartizione nel “circoletto” di questi incarichi…
Andreuccio
E tu potresti fare qualche esempio dove dimostrano che i sequestri sono stati fatti con prove certe? Mi auguro che entreranno anche nelle indagini le migliaia di sequestri effettuati a persone non risultate mafiose (assolte con sentenza definitiva dalla cassazione) che gli hanno sequestrato e poi confiscato un bene oppure gli è stato restituito dopo che gli amministratori giudiziari con i loro consulenti se la sono mangiata.
anonimo
caro andreuccio ti posso assicurare che tanti nomi che non sono altisonanti e tanti che sono altisonanti hanno subito sequestrati senza prove certe, poi se tu conosci tutte le carte dei processi bravissimo
andrea
basandomi sui dati riportati sui giornali, e purtroppo solo su quelli posso sbilanciarmi non conoscendo altre informazioni mi sembra che questi patrimoni fossero stati per molto tempo “sotto controllo” prima che venisse richiesto il sequestro, e se quello è riportato sui giornali è vero, l’ammontare del patrimonio sembra scollegato o meglio incompatibile con le attività esercitate… poi bhu… io mi baso sui quello che riportano i giornali quindi lascio il tempo che trovano, ma basta avere un po di tempo per cercare anche su livesicilia sequestri mafia e insomma… si capisce che non mi sembra siano stati colpiti innnocenti…, ma attenzione è un mio pensiero magari sbagliato
andrea
in effetti mi tocca correggermi ho trovato un bellissimo articolo riguardante la vicenda ponte, effettivamente loro sembrano essere stati assolutamente vittime del sistema, per il resto non vedo cosa ci sia di sbagliato nei sequestri.. tranne l assoluta gestione affidata agli stessi amministratori, cosa gravissima
mara
Più si gonfia l’inchiesta più si sgonfierá come un pallone troppo gonfio
mara
Vedrete, su virga si dirà che il csm é un organo collegiale e che i reati commessi dai suoi membri é competente la corte costituzionale
Per il resto vedrete che la sig.ra si dimetterà anticipatamente dalla magistratura e pagherà solo qualche amministratore giudiziario… PURTROPPO
Siciliano75
Pensare che questi personaggi sono stati auditi in Commissione dalla Rosy Bindi nel caso Italgas con il petto i fiori e sicuri di se!!!!!!
Fabrizio
La logica ci anticipa che, sempre che tutto non venga sepolto, potremmo arrivare a scoprire lo sconcertante e terribile scenario che molti imprenditori sono stati perseguiti per concorso esterno o roba simile con il fine ultimo di aggredire i loro patrimoni.
Siamo solo all’inizio e temo però che poi non si andrà molto oltre.
Giuseppe
Vabbè che viviamo in una società talmente criminale e ipocrita che tutto è possibile, ma questo non
voglio crederlo. Credo che invece si sia caduti nella solita patologia di essere puri e inattaccabili e
quindi di poter credere di fare di tutto. In buona fede, s’intende, perchè se uno è puro, antimafioso,
legale per definizione, allora può fare di tutto, anche quello che, se fatto da altri, è criminale e mafioso
 Andreuccio
non c’entra nulla… l articolo parla di AFFIDAMENTO degli incarichi state pur certi che i sequestri non erano senza motivazione… basta leggersi articoli ed atti, ci sono dei chiare motivazioni, parentele etc… smettiamola per favore
Fabrizio
Sentenze ultime di proscioglimento tra Cassazione e Corte Europea ne stanno arrivando parecchie mentre i patrimoni ormai sono irrecuperabili e/o distrutti da questi avvoltoi.
Sandokan
Hai centrato l’obiettivo, condivido pienamente
Giuseppe
certo che siamo in buone mani, non c’è che dire….dovrebbero perseguire i crimini e assicurare la
giustizia e invece ecco cosa si scopre…
Certo il dubbio è sovrano e le responsabilità devono essere accertate nel processo, ma a vedere la
trasmissione delle Iene di qualche tempo fa non capisco che dubbi possano esserci…
tiziano
Pure per gli studi universitari del figlio!! È MORTIFICANTE!!
ballacoilupi
Il quadro che appare è squallido e mortificante.
Molti giovani sono costretti ad andare all’estero dove è diffusa la meritocrazia al contrario dell’Italia
dove è diffusa l’auto-referenzialità, il nepotismo,la selezione delle persone in maniera clientelare
ecc..
giuseppe sammartino
La parentopoli si annida anche nella magistratura e coinvolge esponenti di elevato rango giudiziario da fare presagire un terremoto tra i più sconvolgenti di questa Repubblica del familismo sempre più becero e truffaldino da far rimpiangere la prima Repubblica.
Oltre a porre dei rigidi paletti nell’assunzione alle più alte cariche dello Stato, c’è urgente necessità
che nell’ambito della dirigenza pubblica ci sia la rotazione e la mobilità per un massimo di cinque anni nello stesso posto e nella stessa carica.
Il falso mito che si perde la memoria e la continuità nelle inchieste giudiziarie non può consentire,
finché non ci sono i controlli opportuni e un organo di garanzia neutrale e integerrimo che tuteli
l’efficienza e il rispetto delle leggi, che dei disonesti o dei famelici depredatori delle casse dello
Stato per fini parentali o strettamente personali si arricchiscano sempre di più a danno della povera
gente e soprattutto dei giovani più preparati costretti ad allontanarsi da questa “bruttissima” Sicilia
che è tale per colpa esclusiva di un potere tollerante con i forti e debole con i poveri.Giuseppe
bendico’
Che schifo!!! E questa è la legalita. …
ares02
Manca ancora qualche nome eccellente! Voglio sperare che si vada a fondo in questa vergognosa vicenda che ha danneggiato centinaia di cittadini che nulla hanno avuto o hanno a che fare con la mafia e che da 20 anni, inascoltati, denunciano il malaffare dei cosiddetti amm. giudiziari. Mi riferisco, nella fattispecie ai costruttori di complessi residenziali.
anonimo
Non finisce qui sembra come la corrida……(complimenti)
E siamo a niente. Amministratori tutti e coaudiatori la giusta giustizia sta arrivando finalmente anche per voi iniziate a preparare tutte le fatture dei beni materiali e personali che vi siete rubati in tutte le aziende da voi gestite,i conti di tutte le fatture della merce che vi siete venduta (milioni) e non avete mai pagato, niente senza mai dare spiegazioni tanto eravate tutti soci, la cara dottoressa tutte queste cose non li sapeva? Da buona madre di famiglia non aveva pietà di tutti i padri di famiglia licenziati dai suoi soci senza nessuna causa e non potevano più fare la spesa.
GIUSTIZIA STIAMO ARRIVANO 
Salvo
Ma ormai buona parte della magistratura è implicata, fra consulenze, nomine e quant’altro, in questo
governo che non cessa far parlare di se. Questa è la gente che dovrebbe poi sentenziare nel giudicare gli altri! Speriamo che un po’ di pulizia venga fatta e che la giustizia (quella terrena intendo) arrivi.
Paolo
Spiegatemi la differenza tra mafia ed antimafia….i soldi passano da una mano all’altra non certo alla
povera gente, in compenso lo stato italiano non ne ha mai per fare le riforme per migliorare le
condizioni di noi cittadini!! Anzi ci mette pure le mani in tasca per rastrellare il più’ possibile.
ballacoilupi
Per non cadere in tentazioni i sequestri vanno fatti con le prove e gli iter per la confisca sarebbero
brevi.
Per un controllo preventivo di un azienda non serve il sequestro con il conseguente invio di tuttologi ma basterebbero i controlli delle normali istituzioni preposte.
fabio
il grande FAVA e la dolce ROSI BINDI cosa dicono. chiederanno consigli a crocetta o a montante o a libera. VERGOGNA DOVETE SPARIRE DALLA SCENA POLITICA.
lella 
Grande Caruso onore ad un uomo di valore la Bindi e fava chiedano scusa al grande uomo Caruso
la libera procura di Caltanissetta indaghi sulle dichiarazioni della Bindi potrebbero riscontrare un favore
Peppe
Certo Mara si potrebbe sgonfiare ma come dice anche pino.maniaci, sono capaci di sotterrare anche
l’evidenza.
Domanda
Come riportano le cronache è legale che il.magistrato di chiude il procedimento, virga, e poi il.figlio
viene nominato amministratore?
Se per lei è normale bene per altri sarebbe corruzione come dice pino maniaci.
Loro sono magistrati viaggiano.sopra la.legge.?
Io penso che se non vuole delegittimarsi definitivamente la.magistratura la parte buona deve applicare la legge come fanno ai cittadini comuni.
mara
Tranne i casi eclatanti e palesi tutti i parenti dei giudici lavorano con i tribunali e continuerà così.
Come ho detto in altri articoli agli avvocati senza padri illustri gli affidano gli ovili da amministrare
ai figli dei giudici i colleghi di papà liquidano parcelle d’ oro
Caronte
Questa è una piaga purulenta, gravissima ancor più perchè si tratta di magistrati!!!!!
Mi chiedo, custodia cautelare non ne è prevista per questi casi?
In ogni caso, un plauso e profonda gratitudine alla Procura di Caltanissetta per il coraggio e per dare una grande segnale di speranza ai siciliani onesti, che lavorando fanno campare anche quei magistrati che disonorano la categoria, con stipendi d’oro ma che evidentemente non li soddisfano….
ulisse
I paladini della legalità’ niente dicono?
lella
Questo casino si può risolvere in un attimo costituire un gruppo di gestione formato da finanzieri esperti
Francesco
Pensate per un momento!
Siete uncomnercialista avete come parente o amica la d.ssa Saguto!!
Vi ritrovate ad essere a capo di un azienda di milioni di euro di fatturato!
Vi assegnate u a parcella dinila e mila euro aannue. ..avete rapporti con fornitori che potreste gestire in un certo modo. …potete gestire la contabilità in un certo modo…ma non vi sembra di avere vinto un gratta e vinci milionario?
sergiofrasca
Occorre e subito in via cautelare bloccare I patrimoni di tutti I coinvolti almeno da recuperre I’ll mal
tolto 
Pietro
Finalmente si scopre quello che di e sempre pensato.
Altro che giustizia antimafia 
Spero che qualcuno paghi
amleto
L’unico potere che in Italia avrebbe potuto ristabilire la legalità sarebbe stato la Magistratura, ossia
anche, il terzo potere dello Stato. Sugli altri due, non ci conto affatto, alla luce dei fatti….
Talvolta penso che l’anarchia non sarebbe male dopo aver provato una democrazia costituzionale che suo malgrado, non è stata di garanzia nei confronti del popolo presumibilmente sovrano….
cicciomusacara
lupo non mangia lupo,,,,tutto a mare finirà
melogramo
Da chi deve guardarsi il povero cittadino che per trovare lavoro deve andare fuori,dai politici,dai
mafiosi,dai magistrati? Dal passacarte che esercita un millesimo di potere e crede in quel momento di essere un dio.Purtroppo chi ha il potere si adegua al proprio tornaconto,non meravigliamoci quindi se un giorno un disoccupato farà una fesseria contro queste persone,se la stanno proprio cercando,non c’è limite all’indegnità di queste “piccole”persone che esercitano poteri superiori a quelli di un onnipotente.
Max
Io penso che prima di puntare il dito contro certe persone, la procura e gli inquirenti siano in possesso di prove certe. Parliamo di Magistrati che sicuramente conoscono bene il penale e la procedura penale e che sanno come difendersi. Adesso invece serve non lasciare soli i Magistrati nisseni ai quali va tutta la mia stima.
Fra
Inizio a sperare in una svolta epocale;a credere che esista un po’ di giustizia in questa terra
martoriata da chiunque possa esercitare un minimo di autorità . È’ ora di alzare la testa,non accade dai Vespri purtroppo .
Luisa
Hanno rovinato centinaia di imprenditori, titolari di aziende attività, mettendo persone amici e parenti nelle casse di ristoranti bar dandogli lauti stipendie usando il conto corrente di queste persone come Bancomat, dopo che azzerano il conto corrente gli mettono i sigilli
Toroseduto
Insomma un’associazione
STEVE
Diciamolo che tutto questo nasce da conoscenze che vanno nel tempo, tipo compagni di liceo, familiari che sono in amicizia. circoli, associazioni, etc…. e quando si ricoprono certe cariche ognuno chiama i suoi amici, questo è innegabile! Mentre i ragazzi che si laureano e che oggi sono dei validi avvocati in questo campo non trovano inserimento perchè i papà non sono conosciuti, magari qualcuno faceva il pasticciere, ma non è nè avvocato o notaio! Questa è la vita!

P.s.: quanti non concordi con la pubblicazione riportata sopra a loro nome, sono pregati d’inviare richiesta a nicolacostanzo67@gmail.com per la sua celere rimozione, grazie.    

Presidente della sezione misure di prevenzione, indagato per corruzione!!!

Potrebbe sembrare una bufala… ma così non è… 

La procura di Caltanissetta, ha notificato al giudice Silvana Saguto (presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo) e all’Avv. G. Cappellano Seminara (uno dei più affermati amministratori giudiziari, che per conto del tribunale gestisce i beni sequestrati alla mafia), un avviso di garanzia…
Inoltre, è stato notificato, anche un terzo provvedimento al marito del presidente Saguto, l’ingegnere Lorenzo Caramma, anch’esso, consulente di una società amministrata dall’Avv. di cui sopra…
Le indagini, hanno portato ad acquisire elementi di riscontro, in ordine a fatti di corruzione, induzione, abuso d’ufficio, compiuti direttamente dalla Presidente della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, nell’applicazione delle norme relative alla gestione dei patrimoni sottoposti a sequestro di prevenzione, con il concorso di amministratori giudiziari e di propri familiari…
Alla faccia della giustizia… ormai non si sa più di chi fidarsi… e dire che questi, hanno anche il coraggio di parlare di mafia e di mafiosi…: non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati!!!
Perché quindi osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? 
O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? 
Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello…
Ora, per fortuna c’è chi denuncia pubblicamente… ed è per questo motivo che è scaturita l’inchiesta, anche perché, in mancanza di ciò, di una denuncia formale, le indagini forse… non sarebbero neppure partite e di questa vicenda “ignobile” non se ne sarebbe minimamente accennato….
Sembra ogni volta, di scoprire “l’acqua calda”… io l’avrò scritto migliaia di volte nel mio blog… e mi riferisco al giro d’affidamenti dei beni sequestrati/confiscati, accordati sempre, ai soliti “amici” professionisti, e permettendo a questi di beneficiare di parcelle d’oro (per centinaia di migliaia di euro…), garantendo nel contempo, consulenze ben retribuite… per i propri amici.
Proprio la Sicilia, in questo detiene un record e cioè quello del patrimonio confiscato (mai “degnamente” riadoperato dallo stato… ), ma gestito esclusivamente, per produrre compensi economici, per questa particolare “casta”…
A suo tempo, il prefetto Caruso, aveva sollevato dinnanzi alla Commissione antimafia, dubbi sull’affidamento degli incarichi… in particolare aveva citato proprio il caso della “Immobiliare Strasburgo” società confiscata dallo stato e che da anni, veniva gestita proprio dall’Avvocato Seminara, il quale (per tale incarico d’amministratore giudiziario), percepiva una parcella di circa 7 milioni di euro ed altri 150 mila euro, per essere anche presidente del consiglio di amministrazione…
Come si dice, controllore e controllato…, 
Certo dispiace sentire che, proprio la Presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, che ritengo persona moralmente corretta e con cui ho avuto modo di rapportarmi, abbia dichiarato che non vi fossero elementi tali da inficiare la condotta delle singole persone… forse sarà stata per cautela o perché non esistevano prove che dimostrassero eventuali complicità, ma in ogni caso, nel dubbio, sarebbe stato meglio prendere dei provvedimenti o certamente impartire degli avvicendamenti…
L’indagine aperta dalla Procura di Caltanissetta sul tribunale di Palermo, darà modo ora, di poter verificare se anche in altre sedi giudiziarie, i rispettivi presidenti ed i suoi collaboratori, hanno, su questo settore delicato della gestione dei beni confiscati, operato in modo corretto o anch’essi si sono macchiati dei fatti di cui sopra…, aprendo così a possibili indagini,  nuovi scenari, che potrebbero rivelarsi ancor più clamorosi!!!
Non mi meraviglio più di niente… potrei essere stato anche “profetico” in questa mia ultima dichiarazione, ma considerato che la gestione di questi beni, rappresenta nel ns. territorio una quota preponderante rispetto alla media nazionale, trattasi difatti del 43%… Per cui,  miliardi di euro in mano dello Stato, che diventano una manna, per quanti sono – attraverso i loro incarichi – portati a gestirli…
La gestione di tali beni, per come finora è stata condotta, rappresenta una vera “ignominia”, ancor più, poiché, realizzata da quegli stessi uomini, che lo stato aveva scelto e che avrebbero dovuto, almeno per principio, dimostrarsi retti ed incorruttibili…
Valori di lealtà ed onestà, che nei fatti, sono stati disattesi e che dimostrano – se ancora ci fosse motivo di dubitare – che non esistono persone oneste e persone ladre… ma entrambi, possono essere facce della stessa medaglia, egualmente corrotti e disonesti,  a seconda del tavolo a cui siedono…
Più questa mensa è bandita… e maggiore saranno le probabilità d’avere come ospiti quindi… dei delinquenti!!!
    

Ed hanno il coraggio di chiamarli… Amministratori giudiziari!!!

Ho già toccato in molti miei precedenti post l’argomento… ed il più delle volte ho avuto la sensazione di aver dato fastidio nel aver espresso giudizi negativi su alcuni soggetti appartenenti a questa particolare “casta”…
Ed è per i ripetuti motivi e per non volermi ripetere…, che non mi meraviglio di aver letto in questi giorni, sul fatto quotidiano, dell’ennesima beffa a danno delle società amministrate dallo Stato…
Dire che la Prefettura di Catania non faccia una bella figura è una situazione che ormai si ripete con consuetudine…
Anche perché in questi anni, ha già dimostrato, con scelte discutibili, di essersi più volte ripetuta…, basta rileggere gli articoli di alcune testate giornalistiche, in particolare quelle pubblicate online… vedasi per esempio quelli su Live Sicilia…
Per cui, scoprire come due commissari straordinari, nominati appunto dalla Prefettura di Catania, per amministrare in contemporanea, una discarica e due aziende specializzate nel settore dei rifiuti, abbiano percepito stipendi lordi da 45.000 euro al mese, non mi fa sobbalzare minimamente!!!

Assistere quotidianamente a come, ci si trova dinnanzi a personaggi del genere, aumenta ancor di più, quella disistima verso questo sistema guasto, che ormai non trova più persone per bene… ma gente corrotta e meschina…
E’ cosa dire dell’Anticorruzione… che ha provveduto a commissariare lo scorso settembre le due società che operavano nel settore dei rifiuti… per chissà quali accertamenti… ed oggi si ritrovano di contro, ad avere nominato propri uomini, che hanno dimostrato di approfittare- aggiungerei in modo vergognoso – dell’incarico ricevuto…
I miei complimenti Dott. Cantone… per l’ottima scelta!!!
La cosa assurda, è che, gli uffici prefettizi…, nel voler beneficiare ulteriormente i due “rispettabili” amministratori, di quella già ricevuta elargizione…, appunto, non sazi dei mandati onerosi dati…, hanno provveduto ad affidare, sempre agli stessi, una ulteriore consulenza… da 25.000 euro ciascuno, per gestire la discarica di Valanghe d’Inverno…
Mi chiedo, non è che forse queste somme ricevute, dovevano successivamente essere spartite anche con altri soggetti…???

Mi auguro che la Procura di Catania… faccia chiarezza sull’accaduto e che, visti i personaggi e le istituzioni coinvolte, non si cerchi –come molto spesso avviene nel ns. paese in casi analoghi– di soffocare  l’indagine o si tenti di farla passare nel dimenticatoio…
Se penso a quelle povere società… già in crisi a causa dei provvedimenti giuridici ricevuti, che ora, si ritrovano a doversi confrontare con nuovi e gravosi problemi a causa di una gestione truffaldina, ecco, quando penso a tutti quei lavoratori della Oikos Spa, Imprese Pulizie Industriali Srl (Ipi) e Valanghe d’Inverno… vedo sempre di più… il fallimento dello Stato, dei suoi uomini, di quella gestione mafiosa che tanto si vorrebbe combattere e di cui invece si dimostra di fare parte…

Basta con i proclami… non vi è più nulla da poter imparare… non esiste nessuno tra voi che può venirci a fare le morali… nessun insegnamento può esserci dato dai vostri uomini… da questi nuovi delinquenti “legalizzati” con i colletti inamidati che tentano di coprire quell’odore marcio di cui traspirano…
Quanti altri trenta denari avete bisogno per toglierci dai c….. questi Amministratori ???
A difesa comunque di alcuni appartenenti a questa categoria, aggiungo come dice il detto… “non si fa di un’erba un fascio” e a seguito proprio della mia attuale esperienza professionale, debbo confermare che quanto sopra detto è vero!!!
Perché se da un ladro esistono questi “ladri”…, da alcuni anni, nello svolgere il mio incarico di Direttore tecnico, mi ritrovo a collaborare con un’amministratore giudiziario che – non solo svolge da tre anni in modo professionale il proprio compito, ma soprattutto, che da quasi due anni, non riscuote il proprio compenso…
Sono due facce della stessa medaglia…, una onesta ed una ladra!!!

Imprenditori (amministratori)… fortemente rapaci!!!

Quando si parla di dissesti societari, di crisi economica, d’imprenditori non più capaci di assolvere alle proprie obbligazioni o a quella interminabile lista di pagamenti… tra Stato (contributi, imposte, tasse varie..), pagamenti vari (banche, utenze, forniture, spese) o personale dipendente (impiegati e operai), ecco che il più delle volte…, per molte di queste società, questa è una condizione alla quale essi per primi, preferiscono indirizzarsi, un collaudato meccanismo nel quale la prima regola è “non pagare” e procedere così verso la chiusura societaria…
In particolare, nel far ciò, ci si dimentica di coloro, che nel corso degli anni, hanno permesso proprio a queste società di poter crescere…
A causa di quanto sopra, anche i cosiddetti indotti… sono tra i primi a pagarne le conseguenza… e purtroppo, il più delle volte (a causa dei debiti realizzati per soddisfare le commesse richieste), sono costrette a fallire…
Ciò che in molti infatti non dicono è che il più delle volte, questi fallimento o eventuale richieste di ammissione alla procedura di concordato preventivo, costituisce una iniziativa preparata a tavolino…, che da atto a quella procedura d’incamerare la maggior parte dei fondi e dirottarli così verso ben noti paradisi fiscali o reinvestiti in nuove società (quasi sempre intestate a prestanome), appositamente costruite per realizzare, nuove ed insolite, metodologie illecite…
Per cui, nei casi più frequenti, il tracollo finanziario, non è da attribuirsi ad una errata gestione o a scelte squilibrate da parte dell’amministratore (o dei suoi soci…), ma, ad una irregolare tenuta delle scritture contabili, che hanno realizzato negli anni, costi fittizi, canalizzando di fatto la società verso periodi più o meno lunghi e tra difficoltà economiche, frutto di quelle premeditate procedure gestionali, che dovevano realizzare cospicue perdita del capitale sociale con la conseguente determina, del crack societario…
Si dice sempre che l’amministratore dovrebbe avere comportamenti conformi alla diligenza del buon padre di famiglia, dovrebbero gestire cioè la propria società, con oculatezza, intervenendo quando necessario in maniera tempestiva e contrastando quelle crisi a cui l’azienda dovesse trovarsi… e soprattutto avendo quale unico obbiettivo, quello di salvaguardare sempre la continuità aziendale… e non, come di solito viene realizzato, esclusivamente per ottenere il massimo profitto,
E’ onere quindi degli amministratori, vigilare affinché l’andamento della gestione, garantisca tutte quelle misure atte ad impedire o a contenere, eventuali perdite patrimoniali della società stessa…
Belle parole certo…, ma la verità e tutt’altra… e chi ha avuto modo di approfondire (attraverso gli incarichi professionali ricevuti), quanto avviene all’interno di una di queste società, ecco che allora sa benissimo di cosa parlo…
L’irregolare tenuta delle scritture contabili, sommate alla mancanza di adeguati controlli, rappresenta la prima faccia di quella collaudata medaglia, che porta al declino delle società, mentre la mancanza di pene severe sommate all’esiguo e inefficace risarcimento richiesto all’amministratore ( per aver tenuto gli atti contabili in modo sommario) rappresenta la seconda faccia di quella medaglia, a cui proprio alcuni gli studi, commercialistici e legali, sanno di poter contare…
Per cui succede che, gli adempimenti obbligatori previsti dalla legge a carico degli amministratori di una società, mi riferisco in particolare alla tenuta regolare e completa tenuta delle scritture contabili (secondo principi di chiarezza e veridicità), il più delle volte, non viene vista come una violazione, anzi proprio nei casi in cui la società dovesse giungere al fallimento, farebbe sembrare del tutto legittimo, la valutazione per la quale, non esista una vera e propria responsabilità da parte dell’amministratore della fallita, soprattutto qualora l’incompletezza contabile sia tale da assurgere ad una vera e propria omissione, rendendo di fatto impossibile anche per il curatore fallimentare, fornire la prova del nesso di causalità tra il danno e la condotta dell’ex amministratore…
La maggior parte delle volte infatti, lo sbilanciamento patrimoniale di una società insolvente, ha cause riconducibili al comportamento illegittimo degli amministratori, conseguenza diretta della loro condotta inadempiente.
C’è inoltre da aggiungere quelle responsabilità che sono – nei casi di società di capitali – imputabile ai sindaci, per aver omesso i necessari controlli su operazioni illegittime o irregolarità, nella contabilità, occultamenti, ecc…, sfociate quindi nell’assoggettamento della società a procedura di liquidazione o concorsuale, per mancato accertamento “colposo” della totale erosione del capitale sociale in ragione di perdite totalmente “fittizie”.
Il più delle volte infatti, questi cosiddetti amministratori, pur conoscendo o potendo conoscere la perdita del capitale, sono i primi a non adottare quei necessari adempimenti, affinché si compiano quelle operazioni necessarie che permettano il proseguimento dell’attività… ma preferiscono ( per finalità che non sto qui a spiegare… ma che sono ben chiare ai cosiddetti operatori nel settore… ) dedicarsi alla mera conservazione dell’integrità o del valore del patrimonio.
Per cui, in linea generale, ne deriva che il più delle volte, il dissesto societario, sia causato da comportamenti colposi degli amministratori, determinato da un’attività distrattiva sistematica, che ha avuto come finalità, quella di erodere il patrimonio sociale…

In questi giorni, ho letto che qualcuno si sia offeso, nel sentire affibbiare quell’aggettivo “rapace” alla propria professionalità…, ma forse debbo credere che quest’ultimo, operi al di fuori dal contesto nel quale è inserito… e non conosce perfettamente la realtà di quel sistema… o forse debbo pensare, che non voglia prendere coscienza, di quanto sta avvenendo proprio intorno a questi gruppi per le continue inchieste giudiziarie, cui proprio la categoria degli imprenditori si trova in quest’ultimo periodo, a causa della “stretta” osservazione, da parte degli organi inquirenti…
Recita un vecchio proverbio popolare… “tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare…” che significa che a volte si ha tendenza a parlare molto senza costrutto ovvero… sapendo di dire cose che poi nella realtà, si sa, non verranno mantenute….
I latini sintetizzavano il concetto in “Aliud est dicere, aliud est facere“, altro è dire, altro è fare… e chissà… forse è giunto il momento che questi cosiddetti “rapaci” imprenditori, invertano questo loro modo di condurre le aziende ed incomincino a fare sul serio…, sempre…, se ne sono capaci!!!

Accompagnare… una società in liquidazione.

Ci sono vari motivi per cui una società viene accompagnata alla liquidazione, in particolare l’Art. 2484 c.c. stabilisce che le società per azioni, in accomandita ed a responsabilità limitata si sciolgono per le seguenti cause:
  • decorso del termine
  • conseguimento dell’oggetto sociale o sopravvenuta impossibilità di conseguirlo, salvo che l’assemblea, appositamente convocata senza indugio, non deliberi le opportune modifiche statutarie;
  • impossibilità di funzionamento o continuata inattività dell’assemblea
  • riduzione del capitale al di sotto del minimo legale se non si è provveduto alla sua reintegrazione;
  • nelle ipotesi previste dagli artt. 2437 quater e 2473 c.c.;
  • deliberazione dell’assemblea;
  • altre cause previste dall’atto costitutivo.

Esistono varie modalità perché si possa giungere in maniera più o meno celere alla liquidazione di una azienda, provocando così in tempi indefiniti ed a seconda della gestione, la conclusione di una attività aziendale…
Uno dei primi obbiettivi adottati è la “svendita” di tutti i suoi beni strumentali, quindi il patrimonio immobiliare, quindi si punta ad una eventuale riscossione di tutti i crediti ed infine, al pagamento di parte di debiti, fino alla vera e propria estinzione dell’azienda…

Perché quanto sopra possa avvenire, deve esserci sempre il consenso dell’assemblea dei soci, i quali non sempre convergono sullo stesso obbiettivo, in particolare nei casi in cui, la società dovesse trovarsi sottoposta ad un provvedimento di confisca e quindi le motivazioni di cui sopra, dovrebbero – proprio per quel senso di garanzia – essere valutate dai cosiddetti amministratori giudiziari, in maniera “attenta e precisa“, senza dover condurre a frettolose decisioni che hanno il più delle volte, quale unico fine, quello “forse” di voler indirizzare le proprie decisioni soltanto verso una parte, a scapito dell’altra…
Anche perché come sappiamo, l’entrata in liquidazione, porta a tutta una serie di gravi complicazioni tra cui, innanzitutto la difficoltà a proseguire l’attività aziendale attraverso la ricerca di nuove commesse, la partecipazione ad appalti pubblici, la sospensione delle attività produttive e soprattutto nei casi in cui determina un valore negativo nel patrimonio netto, determina tutte una serie di conseguenze impugnabili, determinando per la società stessa, una situazione di piena vulnerabilità…
Sappiamo bene che è possibile rientrare dalla liquidazione, nel momento in cui vengono risolte le cause che l’avevano portata alla liquidazione stessa… è’ già capitato, anche se molto raramente…anche perché il più delle volte la liquidazione viene effettuata per evitare di giungere direttamente ad un fallimento o perché la liquidazione è motivo della mancata pluralità dei soci e comunque, nella sostanza…,  la messa in liquidazione rappresenta di fatto la pietra tombale… avviando nei fatti lo scioglimento della stessa.
La verità è che sarebbero ben altre le misure da adottarsi per il recupero aziendale e necessarie al proprio rilancio, a cominciare da quanto dovrebbero fare gli amministratori, perché sono loro che, prima di proporre un piano di liquidazione, dovrebbero innanzitutto analizzare tutti i crediti societari esistenti, valutare un loro possibile rientro e quindi a quel punto, predisporre un corretto piano per diminuire le perdite esistenti…
Le scelte da operare per risanare una società esistono il problema è sempre quello di metterle in pratica, cosa che purtroppo non sempre viene realizzata… anzi il più delle volte, invece di gestire correttamente quella difficile situazione, garantendo così in primiss i posti di lavoro dei dipendenti, vengono attuate tutta una serie di procedimenti “errati”… che non fanno altro, che scatenare delle conseguenze irreversibili, nelle quali, sono proprio questi ultimi – e cioè i dipendenti – a doverne subire per primi le conseguenze…
Certamente la scelta di porre in liquidazione la società può nascondere altri fini, chissà forse nuovi equilibri, oscuri suggerimenti…, tutte procedure che però di fatto, condizioneranno come sempre in maniera deplorevole, quanto avverrà sulla pelle di quei poveri ed onesti lavoratori!!!

Quali obblighi per gli Amministratori giudiziari…

Sarei curioso di conoscere se le comunicazioni previste nell’Art. 5 e precisamente ai comma 4 – 5 effettuate con modalità telematiche, secondo quanto previsto nelle specifiche tecniche stabilite dal decreto dirigenziale del responsabile per i sistemi informativi del Ministero della giustizia, vengano poi verificate da qualcuno che le riceve e mi riferisco in particolare ad alcuni obblighi che proprio questi “amministratori” dovrebbero comunicare e cioè:
1) la comunicazione nella quale si fa presente al responsabile dell’Albo, di tutte le nomine ricevute dall’autorità giudiziaria ovvero dall’Agenzia, al fine di consentire il monitoraggio statistico e soprattutto la rotazione degli incarichi.
2) l’eventuale esistenza o sopravvenienza di situazioni di incompatibilità per lo svolgimento dell’incarico;
3) la data di cessazione dell’incarico ed i motivi che hanno portato alle proprie dimissioni volontarie e soprattutto i compensi percepiti.
4) ma questo lo aggiungo io… i risultati realmente conseguiti per i lauti compensi ricevuti…
Perché se da un lato è vero che bisogna accelerare quel processo delicato, della modalità di passaggio dalla gestione mafiosa a quella dell’amministrazione giudiziaria è altrettanto vero, che il rischio a cui alla fine si assiste e che alla fine si è soltanto rovinato il bene ricevuto attraverso il sequestro o la confisca, ed è rappresentato proprio con il fallimento o la liquidazione dell’impresa e/o dallo stesso declassamento delle proprietà rimaste inutilizzate o utilizzate solo per fare cassa…, dando così l’impressione, che la lotta alla mafia costituisca soltanto un sostentamento personale di una ricchezza messa a disposizione proprio di questi uomini dello stato…
Ed è per questo che occorre quindi che il sistema normativo venga modificato e che si doti di quelle necessarie garanzie di controllo non solo di onestà, ma soprattutto di professionalità e lealtà,.a cui demandare quegli incarichi di amministratore dei beni sequestrati o confiscati. 
Non basta quindi aver istituito un albo nazionale degli amministratori giudiziari e degli amministratori dei beni confiscati alla criminalità, le garanzie dei soggetti da nominare debbono essere valutate e verificate da una centrale che ne verifichi il lavoro svolto nel corso delle precedenti esperienze, e se questi si sia dimostrati qualificati e soprattutto liberi da ingerenza esterne…
E’ necessario pertanto fare iscrivere in questo particolare albo, solo quei soggetti dotati di indiscusse qualità morali e professionali, verificate sulla base non di privilegi e raccomandazioni ricevute, ma da criteri omogenei ed uniformi, che garantiscano il soggetto in modo obbiettivo e professionale. 
Una esigenza non nuova, ma palesemente manifestata dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione dei Beni Confiscati alle mafie, precisamente nell’art. 38, comma 6, del decreto legislativo n. 159 del 2011, secondo cui, si tentava di assicurare attraverso criteri di trasparenza, la rotazione degli incarichi degli amministratori, la corrispondenza tra i profili professionali e i beni sequestrati, nonché la pubblicità dei compensi percepiti.
Purtroppo, come accade spesso nel ns. paese, il decreto interministeriale tra Interni e Giustizia non è stato emanato e la disposizione richiamata, prevedeva un meccanismo talmente macchinoso, che non permetteva in modo chiaro e semplice di capirne il corretto funzionamento; di qui l’esigenza di introdurre delle norme precise che hanno permesso almeno di dare regole certe.
Una situazione delicata se si tiene conto che in una riunione di qualche mese fa, la Commissione Antimafia ha chiesto espressamente al direttore dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati, di fornire alla commissione parlamentare l’elenco delle nomine di tutti gli amministratori giudiziari e dei loro coadiutori, i loro compensi e soprattutto una mappa dettagliata dei beni di cui oggi sono responsabili…
La lobby degli amministratori giudiziari infedeli vedrete avrà breve vita, ormai si sta per mettere il guinzaglio su un cerchio magico cui alcuni amministratori in questi decenni, hanno potuto godere e gestire, attraverso quei poteri forti, concessi loro direttamente dallo stesso palazzo di Giustizia…
Un sistema ben radicato… che oggi cerca di difendersi da quegli attacchi esterni che ormai tentano di far scardinare quel lubrificato sistema… 
Nessuno di loro ovviamente vuole rinunciare a cifre che per i soli compensi – realizzati questi nel giro di pochi anni – giungono a nove zeri e che certamente servono non soltanto a creare quel piccolo tesoretto vitalizio ma sicuramente anche, per rinsanguare quanti posti dietro e nell’ombra, ricevono sotto forma di regalie e di consulenze per i propri familiari…
Un “tributo” che rappresenta di fatto, lo stesso male che si tentava ( proprio attraverso questi soggetti ) di estirpare…  

Quella valanga d'indagini…

Ogni giorno aprendo i nostri quotidiani o guardando i notiziari televisivi, assistiamo ad una valanga di denunce, indagini, arresti, come se quanto appreso fosse del tutto normale, direi una consuetudine a cui sembra nessuno possa sfuggire…
Che si tratti di un delinquente, di un amministratore o di un politico, alla fine ciò che emerge è che sono tutti collusi è questo sistema è talmente generalizzato, che non si riesce più ad estirpare…
Non cambia e la cosa peggiore è che non si trova un solo individuo disposto o interessato a correggerlo… 
Abbiamo potuto vedere come la politica in questi ultimi anni abbia saputo mostrato il suo lato migliore e cioè abbiamo potuto assistere a come, Presidenti, Amministratori, Assessori, Consiglieri, siano stati, giorno per giorno, arrestati, indagati, condannati, poiché appartenenti ad associazioni criminali!!!
Lo stesso possiamo dire per tutti quegli uffici Regionali, e Comunali sciolti per mafia. 
Ora dire che di scandali siamo saturi è il minimo…, soprattutto perché il più delle volte con questa Giustizia che viaggia a marcia ridotta, prima che si giunga a veder condannare definitivamente qualcuno, quello è certamente morto di vecchiaia…
Ed ancora, come si dice, eliminato dalla scena politica uno c’è ne sempre un’altro che ne prende il posto, di solito il figlio o qualche parente… per cui alla fine… ” cambiano i personaggi, ma la storia resta sempre la stessa…“.
Ormai e aggiungerei frequentemente, assistiamo a rassicurazioni da parte degli organi inquirenti, dove attraverso presentazioni e conferenze stampe, si narra di azioni repressive, di lotte ferree, che hanno quale unico obbiettivo soltanto quello di voler rassicurante noi e le loro coscienze…
Ma se analizziamo poi in concreto, quanto realmente è avvenuto nel ns. territorio o nel sociale, ci accorgiamo che ciò ha modificato in maniera insignificante questo tessuto sociale…, anzi, cattivamente potrei aggiungere che lo ha soltanto scalfito… 
Basterebbe vedere in quale modi l’evasione continua ad esistere, grazie a regole non chiare e perché si permette a chiunque di bypassarle…, permettendo a quelle brave persone di continuare tranquillamente ad operare.
E’ non parlo soltanto dei cosiddetti “soldi sporchi” realizzati dai soliti esponenti mafiosi o criminali legati, ma parlo di quei colletti bianchi professionisti, che pur di avere ville o macchine lussuose e qualche amante (quasi sempre a pagamento), realizzano ogni giorno nei propri studi, migliaia e migliaia di euro in NERO (  parola che ovviamente nulla centra con il razzismo ).
Come si dice… personaggi della ” Catania bene ” che di bene poi per questa città… non ne hanno mai fatto, se non per interessi strettamente personali…
E’ proprio nelle loro false manifestazioni e nella pochezza delle loro azioni che difatti manifestano tutto il loro disamore per questa terra.    
E’ non si tratta di dover denunciare o di contrastare attraverso le solite Associazioni di legalità, quell’omertà intrinseca nelle coscienze dei siciliani, ma di vedere definitivamente, che qualcosa di concreto si realizzi e che la prospettiva di un futuro migliore per le prossime generazioni, sia una garanzia indiscutibile e non un’incertezza…
La devastazione è ovunque…, si fa finta di non vedere, guai a parlarne, e tutto ciò grazie a indirizzi precise da parte degli uomini di governo!!!
nel contempo i piani regolatori vengono modificati, rielaborati per nuove speculazioni edilizie, la gestione degli appalti dei rifiuti che ha prodotto finora l’inquinamento del territorio e delle falde acquifere vengono aggiudicate ad imprese amiche, un continuo riciclo di soldi provenienti da traffici illegali…
Una economia parallela, costituita da personaggi cosiddetti “limpidi” che trasformano una apparente economia legale, nascondendo nel contempo quella illegale!!!
Appoggi, che s’intersecano attraverso società e personaggi ambigui, che fanno da mediatori tra la criminalità, le amministrazioni e l’imprenditoria. 
Alla luce dei fatti finora emersi, delle risultanze degli investigatori, dalle condanne effettuate, ecco che è da queste certezze che bisogna ripartire, arrivando ad azzerare ed eliminare, quegli intrecci politico-mafiosi che attanagliano da sempre questo nostro sistema.
Soltanto tagliando i flussi economici e sottraendo il potere alle amministrazioni pubbliche ed ai suoi interlocutori, che si può iniziare quel processo di rinnovamento controllato, che possa permettere di eliminare quelle collusioni e quelle tangenti che sono finora servite ad alimentare quei singoli tentacoli che hanno permesso all’illegalità di sopravvivere… e purtroppo mi duole dirlo, questa è una lotta che appartiene in competenza allo Stato ed ai suoi uomini e che non può oggi essere imputata e/o demandata al supporto e/o sostegno di noi semplici cittadini!!!!
  

La Sicilia sta affondando…


Non si riesce a cambiare rotta!!!

Si sentono sempre le solite discussioni inutili, le continue liti politiche anche all’interno dello stesso partito, il Presidente Crocetta che non riesce a trovare il bandolo della matassa… ed intanto la nostra economia va a fondo!!!
Le imprese che lavorano sono pochissime e quasi tutte fortemente indebitate, la disoccupazione ha toccato livelli da dopoguerra ed il commercio ridotto ai minimi storici, mentre invece le tasse, ecco quelle casualmente aumentano…  
Un disastro completo ed una Regione che mostra i limiti sulle strategie adottate!!!
Non si riesce ad uscire da questa crisi e la cosa assurda è che quanto sopra, non dipende dalla crisi internazionale…, ma soltanto dalla negligenza politica nazionale e regionale!!!
Se potessimo in questo paese cacciare, una volta e per tutte, questi cosiddetti “teorici del fare“, che poi a me sembra abbiano utilizzato male il tempo del verbo…cioè per loro sarebbe stato più adatto applicare un… “farei”, “farebbero”, “faranno” e via discorrendo, tanto alla fine si sa che… non si farà un bel niente!!!
Nessun programma per il settore agricolo, industriale, edilizio, turistico, per i trasporti, la viabilità, le comunicazioni, le grandi infrastrutture, niente di niente, passano i giorni, i mesi, gli anni e siamo sempre qui a parlarne, come cinquant’anni fa…
A questi nostri Politici/Amministratori interessa soltanto realizzare “questi…” ( si, capisco che non potete vedermi…, ma sto soltanto strofinando alternativamente il pollice con l’indice ed il medio ) e poi, sperare di collocare moglie, figli, parenti e alla fine qualche amico, presso un pubblico ufficio, tanto per aumentare la lista di quanti non fanno già un cazzo…
Qui, non si tratta di combattere contro chissà quale illegalità, quella mafia che ovunque è indice di malaffare… quello oggi ( capisco che questa affermazione potrà sembrare assurda…)  è il nostro male minore…, qui il vero cancro è rappresentato da tutta questa gente inefficiente, inutile, incapace, seduta a godere di indennità, che rappresentano per la nostra comunità, solo e soltanto un costo, senza alcun beneficio!!!
Qualcuno potrebbe obbiettare, ma allora come intervenire???
Niente…, purtroppo con questa attuale situazione è impossibile realizzare qualsiasi cosa…, troppe teste, troppe ingerenze, troppe lotte per il potere, gente a cui non piace fare niente e quanto meno lavorare dignitosamente, ma ognuno al proprio livello, tenta di rubare quotidianamente e di far fare agli altri, ciò che è di propria competenza!!!
E’ quindi eccoli timbrare giornalmente il loro tesserino… pur essendo assenti, svolgere le proprie commissioni personali durante l’orario di lavoro, eccoli lì a passeggiare, ad andare al bar, approfittare dei permessi per fumare, oppure, stare collegati ore ed ore in rete, guardando Facebook o siti porno…, ovviamente senza perdere nulla dalla propria busta paga, già, neanche un minuto…
Come si dice a Catania… ” si sentunu spacchiusi…“,  aggiungerei io… “facennu sempri minchiate“!!!
E’ il loro modo di fare, di vivere, di atteggiarsi, quella consuetudine peculiare che fa parte di quegli usi e costumi, che in tanti ormai considerano un vanto…, ma che appena usciti fuori dalla nostra Regione, viene vista come arroganza, spocchia e prepotenza!!!
Noi SICILIANI… meritiamo quanto ci sta capitando!!!
Conseguenze logiche di quei momenti grassi… in cui è piaciuto chiedere all’amico politico quella raccomandazione personale ( da non confondersi mai con  la presentazione…  che è ben altra cosa ).
Dimenticate o fate finta di dimenticare quando per sbrigare i vostri quotidiani problemi, vi siete rivolti a questi cosiddetti “signori”, posti dietro a quelle scrivanie pubblica…???
Siete stati contenti, quando vi hanno agevolato per il disbrigo della vostra pratica, ponendolo al di sopra delle altre e non rispettando alcun protocollo d’ingresso…???
Ecco, queste sono le persone a cui ci si è rivolti, che sono scelte da Voi per rappresentarvi, che avete ringraziato e ossequiato e queste sono le stesse che oggi stanno mandato a fondo Voi e la nostra meravigliosa regione…
Il cambiamento tanto ricercato infatti, non dipende dagli altri, ma solo e soltanto da noi stessi e da nessun altro!!!
Continuare a sperare per come finora si è fatto, affidando a loro i nostri problemi, non farà altro che mandare definitivamente in tragedia e abbandono, quanto ancora di serio c’era da poter proporre…

Redditi nascosti per 17,5 Miliardi di euro…

Dall’inizio di quest’anno i controlli della Gdf ha portato ad individuare quasi 5.000 evasori!!!
Sembra che i redditi nascosti sono pari a circa 17,5 miliardi di euro, una montagna di denaro che se proporzionata al numero irrisorio degli evasori scovati, rappresenta soltanto la punta di un iceberg di ciò che rappresenta l’evasione nel nostro paese…
Denunciarne quindi circa 1.800 serve a poco, se tanto alla fine si continua come se nulla fosse…
Ho letto che molti di queste attività sono totalmente sconosciute al fisco e soltanto attraverso società di comodo, parallele alla stessa o facenti parte di un medesimo gruppo, riescono a evadere alla faccia dei contribuenti ” onesti “… 
Se a questo si aggiunge che in molti di questi casi, si fa uso di manodopera irregolare, e soprattutto senza alcuna prevenzione di sicurezza nei luoghi di lavoro…
Ovviamente la contraffazione è quella in cui si realizzano i maggiori introiti ed in un paese nel quale l’apparire è più importante dell’essere, ecco che tutti coloro ( e sono la maggioranza…) che desiderano avere un oggetto di valore o di moda… non potendo permetterselo, puntano sul falso… ed allora ecco imitazioni di orologi, occhiali, borse, vestiario, scarpe, ecc… , prodotti contraffatti alla perfezione che crea un giro d’affari fondamentale per l’industria criminale…
Marchi copiati che vengono poi rivenduti da tutti quei poveri extracomunitari che per pochi euro rimangono a vendere intere giornate sotto il sole e sicuramente di notte vengono utilizzati per lo spaccio di stupefacenti…
Un’Italia dedita ad occultare i veri redditi e ad investire i maggiori utili realizzati illecitamente in altri mercati, questa volta regolari, sui quali creare nuove società, che possano rappresentare agli occhi di tutti, quel fiore all’occhiello, quel modello da imitare e dove vengono rispettate tutte le regole e tutte le leggi in vigore…
Già, perché grazie a questa possibile, il suo amministratore ( in pochi anni… ) può crearsi un nuovo e perfetto profilo da “gentiluomo”, diventare così un personaggio pubblico, iniziare a frequentare quei livelli sociali nei quali s’incontrano le persone che contano della città, da quelli politici a quelli del proprio settore, ed ancora, attraverso lo sviluppo di progetti di beneficenza e volontariato s’iniziano ad aprire nuove strade verso la solidarietà, diventando così agli occhi dei tanti, personaggi esemplari ( mentre si sta soltanto promuovendo se stessi ), ed infine grazie a qualche dichiarazione sulla legalità e sulla lotta contro la criminalità organizzata, si diventa protagonisti nei quotidiani e nelle televisioni locali…; ecco si è giunti all’obbiettivo…, adesso è di fondamentale importanza consolidare il piedistallo su cui si trova e tentare così di rimanerci il maggior tempo possibile…
E’ così che fanno in tanti…, ( e chissà forse qualcuno di questi che si spaccia per persona per bene… lo conoscete anche voi ) e nei casi in cui si accorgono di esser stati scoperti, allora, simulano una crisi aziendale, licenziano il personale e salvano i beni realizzati in altre società appena costituite…
Questa rappresentazione è soltanto una piccola porzione di quei comportamenti che sono del tutto italiani… e in questi purtroppo, ci sono coloro che sotto forma di corretti italiani li vanno ogni giorno compiendo…

Povertà in Sicilia…

Mentre i nostri politici litigano per accaparrarsi qualche voto in più, dando nel frattempo il meglio di loro in promesse, che già si sa non potranno mantenere… ( ma a loro tanto non costano nulla farle, sono gratuite e non debbono essere garantite, come le stesse mancate garanzia che danno a questa nostra Regione, che continua sempre più a sprofondare nella miseria…

Proprio di qualche giorno fa, l’affermazione del presidente di Confcommercio Palermo, Roberto Helg, sullo stato di povertà in Sicilia ed in particolare dove nel capoluogo siciliano nel 2013 le persone totalmente povere raggiungeranno il 10% della popolazione!!! 
Ed ancora, i consumi sono fermi alle percentuali di 15 anni fa, diminuendo mediamente del 3% ogni anno e dove secondo uno studio condotto da Unioncamere Sicilia, nei primi tre mesi del 2012 in Sicilia, hanno chiuso ben 10.865 imprese…

Disoccupazione, cassa integrazione, mobilità, licenziamento, richieste di indennità, queste sono le uniche parole che ovunque si sentono dire, dove le imprese che falliscono sono a centinaia ed a queste vanno ad aggiungersi quelle sotto amministrazione controllata e/o confiscate, che anch’esse ormai, hanno preso la strada, della discesa rapida… 

Molti, parlando per strada, mi dicono che è colpa delle votazioni, che fra un po’ le cose si sistemano, che questa crisi a breve passerà e che si troverà finalmente una soluzione… e debbo dire che a questa speranza mi ci aggrappo anch’io…
Ma come si dice… chi di speranza vive… disperato muore!!!

Leggevo inoltre che nel 2012, le cessazioni tra le imprese artigiane sono state 6.195…, ma ciò che risulta più grave è il numero di disoccupati, che è aumentato di 30 mila unità, cioè coloro che lavorano ammontano a circa 1.400.000 mentre più del 50% rappresentato da ragazzi è a casa…, ed allora ecco giustificato il motivo, perché tutti si affidano ai favori del politico di turno, come se tra i disoccupati, questi non abbiano già di loro, una lista lunga, rappresentata da familiari, parenti, amici e conoscenti…
E per tutti coloro che ancora insistono ad inseguire quel politico considerato loro amico…, niente di niente, continueranno ad attendere inutilmente il loro turno, che non giungerà mai!!!
L’assurdità è che in questo dramma generale, ho sentito esprimere il giudizio dove ” questa situazione fa passare il messaggio che sotto la Mafia si stava meglio…”, cosa dire queste frasi mi fanno rivoltare e soprattutto vergognare di essere Siciliano!!!
Ormai non se ne può più, sarebbe bello se per un momento ci fermassimo tutti, in maniera pacifica  a protestare, questo sistema che ormai ci ha abbandonato e dove non si vede alcuna programmazione per il futuro…, si sentono soltanto chiacchiere e soltanto chiacchiere, questo hanno saputo fare, coloro che finora ci hanno amministrato…

Mentre uscivo stasera dall’ufficio in Corso Sicilia, guardavo alcuni clochard, che accovacciati in quei cartoni per terra e ricoperti da coperte, avevano trasformato un passaggio in una dimora, dove passare questa fredda notte…; ciò che pochi sanno è che fra i motivi che spingono queste persone a vivere in tali condizioni ci sono in particolare, la crisi finanziaria, l’accumulo di debiti ma soprattutto la mancanza di salari che consentano una vita decente…, sembrerebbe assurdo ma è quanto tra breve, potrebbe accadere ad ognuno di noi!!!
Insomma, credo che veramente sia giunto il momento di decidere da quale parte stare… e non mi riferisco ad un orientamento politico… me ne guarderei bene, ma a quell’unico bisogno intrinseco dell’uomo, di decidere sempre in maniera onesta, per potersi vedere costruire quelle condizioni, che gli permetteranno di restarci.
Ormai siamo giunti al bivio… e tocca a noi scegliere dove voler andare!!!

Raccomandati o Presentati…???


In un momento, in cui la crisi economica crea forti disagi nel mondo del lavoro, ecco che anche la ricerca di un posto ( pur godendo di quelle giuste credenziali, capacità ed esperienze ) è condizionata da quel metodo meschino di dover essere sempre da qualcuno presentati!!!

Già, se fossimo in un altra nazione europea ( per correttezza, debbo aggiungere per esperienza personale, anche in alcune città nel nord Italia ) basterebbe presentare il nostro CV, ed essere chiamati per un colloquio informale, cominciare un periodo di prova e se superato, iniziare un percorso lavorativo, che possa dare anche soddisfazioni personali…
Ma questo in un paese ideale… ed in particolare nel meridione, tutto ciò si concretizza con due parole e cioè avere le ” conoscenze giuste “

Quindi alla fine, ciò che conta è conoscere qualcuno, che ti presenti a qualcun’altro, che possa permetterti di entrare nel mondo lavorativo…

Non importa il titolo di studio e neanche le lauree che possiedi…, lascia perdere i master ed i corsi di formazione conseguiti… ciò che conta è chi ti ha presentato e cosa poter dare successivamente in cambio!!!
Ecco, hai trovato finalmente il lavoro e adesso anche tu, appartieni al mondo dei cosiddetti raccomandati…, un privilegiato…, rispetto a quanti e sono milioni, che continueranno a girare e rigirare, per poter giungere alla ormai insperata assunzione…
Il bello è che in Italia, ci si chiede perché i giovani scappano via dal nostro paese…, un paese il nostro, governato da vecchi, amministrati da altrettanti vecchi e gestito sempre da vecchi, e poi si sente ripetere,  che i giovani non hanno voglia di lavorare, che sono dei bamboccioni, che preferiscono stare a casa con i genitori…., e via discorrendo!!!
Ovvio, se tutti le possibilità vengono suddivise tra mogli, figli, nipoti, parenti, amici e senza dimenticare le amanti, ovviamente dei nostri ministri, senatori, deputati, assessori, consiglieri, amministratori, presidi, direttori, banchieri, industriali, primari, professori universitari, giornalisti, avvocati… con una lista che prosegue verso l’infinito…, ognuno ovviamente sfruttando il proprio livello e quelle opportunità di conoscenze che man mano si sono andate ottenendo, per poi utilizzarle quando necessario…  
Che poi, i propri cari non abbiano alcuna competenza e meriti, non ha importanza…, ciò che conta è avere ottenuto quella fondamentale raccomandazione… e poi…, il resto verrà da se, restando ingabbiati e devoti a vita!!!
Questa situazione inoltre, ha creato ormai in tutti, la brutta consuetudine, di voler ritenere che l’eventuale segnalazione della persona referenziata, non venga presa in considerazione per quanto essa meriti, ma venga considerata, soltanto una delle tante raccomandazioni, poste sul tavolo…
Ritengo inoltre utile spendere due parole circa la struttura dell’Ufficio del Personale e chi ne è Responsabile, perché da esso dipendono quelle procedure atte a poter decidere, su quanti hanno trasmesso il proprio CV e su quanti vengono accompagnati per la manina…
Mi chiedo allora, quanti colloqui tra questi vengono presi in considerazione…???
E quanti vengono esclusi, chissà…, forse perché  troppo preparati o perché se assunti, dimostrerebbero capacità superiori rispetto i cosiddetti raccomandati a cui ci si è affidati,  senza tralasciare che, se esiste un eventuale posto lavorativo, questo può sempre essere conservato per il parente o l’amico di turno….
Capiamo quindi che ottenere un possibile impiego, senza ricorrere a qualche conoscenza, diventa  pressoché ( per non voler dire… sicuramente ) impossibile, e dove gli eventuali meriti, non vengono presi neanche in considerazione…
La cosa più fastidiosa è quella di voler trasformare, una presentazione, come fosse una raccomandazione: cioè, si desidera fare pervenire il proprio CV ad un società a cui si potrebbe essere interessati…, si vorrebbe essere valutati obbiettivamente per ciò di cui sei capaci, ed aggiungerei anche, apportando quanto con la propria esperienza si possiede, accrescendo e migliorando attraverso il proprio lavoro, anche le potenzialità della società stessa, nella quale si andare ad operare…

Immaginatevi quindi, in questo periodo di prossime elezioni, in quali modi vengono utilizzate le cosiddette conoscenze, quel volere fare pesare il loro interessamento, che poi nella realtà non avviene mai…, quel voler farti sentire in debito, come se il favore che hai chiesto, non potesse con il tempo  essere da noi ricambiato e non mi riferisco ad una promessa di voto, ma a tutte quelle circostanze, che nel corso di una vita, si potrebbero avere…
Non sono d’accordo quindi, quando sento dire, che questo è il sistema e che con questo…, bisogna convivere!!!

Io comunque, resto sempre ottimista e spero che alla fine, la natura positiva dell’essere umano prevalga su quella negativa, augurandomi che presto, già molto presto, la ” pratica scorretta ” delle cosiddette raccomandazioni finisca e che coloro che hanno goduto di  questo loro potere corruttivo, trascorrano i giorni rimanenti della loro meschina vita, a ravvedersi su quanto ingiustamente finora svolto…