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Flottiglia? E’ il momento della verità!


Sì… il mio titolo preannuncia i miei dubbi sul fatto che questa “flottiglia” porterà fino in fondo le sue intenzioni, tentando concretamente di sbarcare sulle coste di Gaza per portare aiuti alla popolazione.
Certamente riconosco il merito di aver riportato l’attenzione su una tragedia immane, la strage di innocenti e l’esilio di un intero popolo, innescata dall’incursione di Hamas in Israele il 7 ottobre 2023, che è costata 1200 vittime e circa 450 ostaggi, di cui una cinquantina sono ancora prigionieri.

Tuttavia, conoscendo bene i miei connazionali, sono convinto che alla fine si concluderà in un nulla di fatto, e la maggior parte delle persone coinvolte farà marcia indietro già nel corso della giornata. Mi dispiace affermarlo, ma in questi lunghi anni ho visto poco coraggio attorno a me, per non dire nulla…

Difatti, la maggior parte delle persone, utilizza i media più per propaganda personale che per un altruismo genuino; anzi, quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, quasi tutti si tirano indietro per non rimanere coinvolti in vicende personali.
È per questo che, pur augurandomi di sbagliarmi, non scommetterei un solo centesimo su questa iniziativa, che mi sembra più un’operazione politicizzata che un sentimento autentico e profondo verso chi soffre.

Aggiungo che, stando a quanto riportato in queste ore da Israele ( dobbiamo prendere l’informazione “con le pinze”) e cioè che dietro questa iniziativa vi sarebbero fondi proprio di Hamas e/o dei paesi islamici che li sostengono.

Le notizie dicono che la flottiglia è stata intercettata e che le comunicazioni sono state disturbate, ma la navigazione prosegue. Sì… gli israeliani sono comparsi stanotte poco dopo le 2.00 e a bordo è stato diramato il primo “interception alert”.

La nostra fregata italiana “Alpino” intanto, ha comunicato di non proseguire oltre, fermandosi al limite delle 150 miglia nautiche. Ecco, questo è il punto: sebbene il momento della verità sia arrivato e le operazioni di intercettazione siano in corso, resto scettico sulla reale determinazione dei partecipanti.

Quanto sopra, unito ai miei forti dubbi circa le reali intenzioni e la genuinità della missione, mi conduce a una conclusione purtroppo prevedibile: assisteremo all’ennesima delusione.

È l’emblema di una fallacia ricorrente. Mentre la pubblicità ci vuole “gente fatta di ferro”, nella realtà osservo troppo spesso figure effimere, pronte a infiammarsi per una causa ma incapaci di reggere alla prima avversità.

Cosa sta accadendo in Siria e quanto sincere sono le dichiarazioni del suo leader?

Mentre gran parte del mondo sembra entusiasta per l’attuale governo siriano, io nutro forti dubbi riguardo alla sincerità delle dichiarazioni del leader Ahmad al-Shara, precedentemente noto come Abu Mohammed al-Jolani. 

Non posso fare a meno di pensare che dietro le sue belle parole si celi l’intenzione di ripristinare un modello di governo simile a quello dell’Afghanistan sotto i “Talebani”.

A differenza di Papa Francesco, che si è mostrato ottimista nel recepire i segnali di apertura verso la comunità cristiana, io sono convinto che le azioni intraprese siano semplicemente una facciata per guadagnare tempo e rinforzarsi militarmente, riprendendo poi atteggiamenti che hanno già caratterizzato il passato di questo leader.

L’obiettivo non dovrebbe limitarsi a evitare conflitti militari o ideologici, ma a promuovere un concetto di democrazia più inclusivo e rispettoso… 

Certo, non possiamo aspettarci un modello ideale nell’immediato, ma almeno un sistema simile a quello della Turchia, che consenta alle donne di vivere con dignità e senza coercizioni, rappresenterebbe un progresso rispetto alla realtà attuale. 

Tuttavia, la mia sensazione è che il nuovo governo stia solo cercando di stabilire le condizioni minime per la sopravvivenza, sfruttando gli aiuti internazionali.

Difatti, questa prospettiva si riflette nelle recenti dichiarazioni del ministro degli Esteri siriano, Asaad Hassan al-Shaibani; durante una visita in Qatar, ha chiesto agli Stati Uniti di revocare le sanzioni, definendole un ostacolo alla ripresa del Paese devastato dalla guerra. Secondo al-Shaibani, “le sanzioni rappresentano una barriera per il popolo siriano, impedendo lo sviluppo e la creazione di partnership con altri Paesi”. Ha ribadito che l’appello a eliminare queste misure non è più legato al regime di Bashar al-Assad, ma è ormai una necessità per la popolazione civile.

Anche il primo ministro del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, ha riaffermato il sostegno del suo Paese all’unità, alla sovranità e all’indipendenza della Siria. Ed è in questo contesto che i ministri degli Esteri di Francia e Germania hanno incontrato al-Shara a Damasco. Tuttavia l’incontro è stato segnato da polemiche: al-Shara ha stretto la mano al ministro francese, ma ha salutato la collega tedesca, Annalena Baerbock, con un gesto del cuore, citando una rigida interpretazione delle regole del Corano.

Di una cosa sono certo: è fondamentale valutare concretamente l’evoluzione politica di questa dirigenza e verificare se alle promesse seguiranno azioni concrete. 

Se ciò non accadrà, sarà necessario pensare a soluzioni diverse. La popolazione civile, ancora presente in Siria, ha bisogno di ritrovare non solo unità d’intenti per il bene comune, ma soprattutto una serenità che manca da oltre mezzo secolo.

2024: Quando il mondo ha perso il suo equilibrio.

Nel 2024 che si sta per chiudere, le lacrime del mondo non bastano più…

Piangere sui conflitti che provocano distruzione e morte e sui disastri dei cambiamenti climatici che spazzano via intere città è diventata una triste e macabra routine che sembra non avere fine.

Già… lacrime da versare ce ne sarebbero, e tante, anche per ogni singolo dato che tira le somme di un “Annus horribilis” senza precedenti nel recente passato.

Sì, parliamo di numeri raccapriccianti, vedrete… ogni cifra che segue evidenzia la catastrofe compiuta dalla morale umana: 200.000 persone hanno perso la vita a causa delle guerre in corso e degli stravolgimenti della natura spesso abusata.

Ai numeri di sopra si aggiungono oltre 120 milioni di sfollati, sì, come se tutti gli abitanti di Italia e Francia, messi insieme, fossero costretti a peregrinare senza meta, dopo aver perso tutto a causa di conflitti, guerre civili, fame o siccità estrema.

Ma a lasciare sgomenti è soprattutto il numero dei focolai di guerra: sono oltre 56, una delle cifre più alte dal periodo della Seconda Guerra Mondiale. E non solo, bisogna piangere anche le vittime dei disastri naturali, tra cui terremoti e tsunami, che quest’anno hanno superato il centinaio, una media di uno ogni tre giorni.

Una strage di innocenti. Ricordo come, tra i decessi sul campo, vi siano centinaia di operatori umanitari, osservatori militari e ufficiali di stato maggiore, posti a difesa di quei confini a rischio: nel Medio Oriente, nella Repubblica Democratica del Congo, nel Sudan del Sud, in Mali, nel Kashmir e nel Sahara occidentale.

Come non evidenziare la carneficina in atto a Gaza, una violenza inconcepibile che ha causato migliaia di vittime e costretto civili e operatori umanitari a vivere in bunker per proteggersi dai continui bombardamenti.

Tutte queste crisi hanno colpito duramente le organizzazioni umanitarie, compromettendo la consegna di beni di prima necessità. In molte circostanze, come a Gaza, i corridoi umanitari sono bloccati, impedendo ai convogli di raggiungere le popolazioni in difficoltà.

Cosa aggiungere? Nel 2024, le aree di conflitto sono aumentate di oltre il 65% rispetto a qualche anno fa, e la superficie complessiva di queste zone è pari a oltre 6 milioni di chilometri quadrati, alimentando il rischio di un conflitto mondiale “a pezzi”.

Tra tutti, ovviamente, l’Ucraina detiene il tragico primato: per ogni nuovo nato, tre persone hanno perso la vita, con un bilancio totale di oltre 37.000 morti. E i bambini sono tra le principali vittime: 3 milioni necessitano di aiuto umanitario e 1,5 milioni soffrono di problemi di salute mentale. Nei territori vicino al fronte, i piccoli hanno trascorso nei bunker un numero di ore equivalente a sette mesi della loro vita.

Eguale condizione a Gaza, dove si è registrato il maggior numero di vittime civili: da gennaio, i morti sono stati 35.000 e i feriti oltre 100.000. Più di 70.000 edifici sono stati distrutti, e in 14 mesi quasi 2 milioni di persone sono rimaste senza casa.

Il 2024 si sta chiudendo con oltre 300 milioni di persone al limite della sopravvivenza, soprattutto in territori dove risulta difficile e pericoloso portare aiuti umanitari.

Non ci resta che sperare nel 2025 e chiederci se l’umanità troverà la forza di fermare questa spirale di distruzione e sofferenza, perché ormai le lacrime, nel frattempo, sembrano essere finite…

Hassad è scappato ma la tragedia siriana resta inalterata con oltre 50.000 sfollati ed una crisi umanitaria inasprita dai conflitti.

In Siria, con la fuga in Russia del presidente Bashar al-Assad, i combattimenti sono finalmente terminati, anche se l’ondata di sofferenza umana non si è ancira arrestata.

Infatti secondo l’ONU, sono oltre 50.000 le persone che erano state costrette ad abbandonare le proprie case e che adesso, in queste ore, stanno provando a rientrare…

Difatti va ricordato come prima della fuga del suo leader, le forze governative siriane, supportate dalla Russia, stavano ancora conducendo raid contro i ribelli filo-turchi, gli stessi che ora stanno per prendere il potere…

Dall’altro canto i raid israeliani e gli scontri tra gruppi rivali filo-turchi e filo-iraniani avevano non poco complicano uno scenario di per se frammentato e drammatico.

Questa ulteriore escalation ha portato peraltro ad una crisi umanitaria gravissima!!! 

Migliaia di famiglie, tra cui donne e bambini, sono senza cibo, medicine e rifugi sicuri. Gli stessi sfollati vivono in condizioni estreme: molti sono ammassati in campi improvvisati, privi di servizi essenziali o ancora intrappolati in zone di conflitto attivo e con il giungere dell’inverno e quindi del freddo aumentano esponenzialmente le sofferenze di chi ha già perso tutto.

Zone come Hama, Aleppo e la valle dell’Eufrate, già devastate dalla guerra, continuano ancora oggi ad essere bersaglio di bombardamenti, accentuando il dolore e il senso di abbandono di una popolazione già martoriata.

La Siria si sa… è un mosaico di interessi regionali e internazionali. La presenza infatti della Russia (e aggiungerei anche degli Stati Uniti) riflette la volontà di entrambe le potenze di mantenere un’influenza strategica nella regione, un elemento che rischia di acuire le tensioni globali tra Mosca e Washington. 

A ciò si aggiungono gli attacchi israeliani contro le infrastrutture legate all’Iran, alimentando il timore che il conflitto siriano possa ancora trasformarsi in un campo di battaglia per uno scontro più ampio tra i due Paesi…

Ripeto… la crisi siriana è soprattutto un dramma umano prima di essere una sfida geopolitica di portata globale!!!

Gli sfollamenti di massa richiedono ora una risposta umanitaria immediata e incisiva e non bastano i soli aiuti internazionali. 

Serve un impegno politico internazionale preciso per far ripartire uno Stato distrutto che, come abbiamo visto in questi lunghi anni, si alimenta principalmente di interessi stranieri, mentre è tempo che si restituisca a quel suo popolo una nuova e soprattutto definitiva, speranza di democrazia!!!

Questa propagandata "compassione" è peggiore di quegli stessi criminali!!!

Quanta ipocrisia vi è in questo paese…
Insopportabili quei nostri politici che pur di manifestare contro l’attuale governo, sono lì subito a dichiarare: “Bisogna salvaguardare innanzitutto le vite umane…”.
Ma nessuno di loro ci dice in quali modi e come interrompere questo flusso migratorio che ha creato il più grande business di traffico d’esseri umani, dopo quello compiuto con la tratta degli schiavi africani nel XVI secolo…
Se si osserva in maniera obiettiva quanto sta accadendo, si potrà scoprire di come la similitudine è sconcertante… 
I moderni mercanti di uomini usano le stesse tecniche usate trecento anni fa e sono guidati dalla stessa mentalità come se, per loro, si fosse fermato il tempo!!!
Quanto sta accadendo oggi… non ha nulla a che fare con il salvare delle vite.
Nessuno, neppure quelle cosiddette ONG hanno interesse affinché qual flusso migratorio diminuisca. Anzi, tutt’altro… per loro quella sorveglianza imposta ora dal nostro paese sulla migrazione irregolare, crea non pochi problemi finanziari…
Se pensate per un istante a cosa ha dichiarato alcune ore fa un paese come l’Irlanda, che ha deciso di aprire le porte ai migranti… fino ad un massimo di venti unità, mi fa venir da ridere!!!
Ma di cosa stiamo parlando… chi ne vuole venti, chi dieci, chi ha preso una barca e sembra essere diventato il salvatore dei migranti e chi li ha fatti sostare per alcuni giorni nei propri porti, ed ha il coraggio di dichiarare d’aver fatto un’importante azione umanitaria…
Nel frattempo l’Italia si ritrova con mezzo milione di migranti, senza avere nel contempo alcun conoscenza reale della situazione, di dove questi siano realmente dislocati, a causa di quelle politiche sconclusionate dei governi Renzi & Gentiloni, che hanno permesso a chiunque di entrare in questo paese, senza aver valutato anticipatamente se, quanti giunti presso le nostre coste, fossero realmente profughi poiché scappati da quei territori ove sono presenti conflitti sociali o di guerra o se erano dei semplici criminali, che hanno deciso di fuggire dai loro paesi per non scontare pene o quant’altro a cui erano destinati… 
Il messaggio che si vuole fare passare e che tutte le vite vanno protette, ma come e in quali modi nessuno sa dirlo…
Secondo alcuni nostri politici, “incapaci” (sotto tutti i punti di vista..) di accogliere in casa propria uno solo di quei migranti, quest’ultimi, indipendentemente dallo status di immigrazione, dovrebbero avere accesso ai nostri servizi umanitari e ad un’assistenza sanitaria…
Non è giusto – secondo loro – maltrattare le persone per avere un adeguato controllo di frontiera, quanto compiuto oggi dal nostro governo è inaccettabile…
Strano, perché proprio le Nazioni Unite in una ricerca pubblicata, ha parlato di “criminalizzazione” di individui ed organizzazioni che forniscono assistenza umanitaria!!!
Si parla della Francia dove è stata vietata la distribuzione del cibo in alcuni campo profughi, oppure di molti paesi europei che hanno introdotto in questi anni leggi e barriere, che hanno di fatto limitano gli aiuti a chi era nel bisogno, mettendo così quelle persone in pericolo di vita…
Come dimenticare i migranti che si sono trovati di fronte ad un “muro” o a ostacoli sollevati appositamente per limitarne l’ingresso, limitando quegli aiuti essenziali, in particolare nei confronti dei bambini e degli anziani…
Ed ora, dopo che tutta l’Europa si è vista da lontano i problemi ed i costi derivanti da quel flusso migratorio, dopo aver osservato in maniera indifferente quanto accadeva nel nostro paese, ora dopo che il nostro Ministro degli esteri, Matteo Salvini, ha saputo far emergere il problema, tutti hanno “compassione” dei migranti che provano a giungere nel nostro territorio…
Mentre di quegli altri bloccati dinnanzi ai confini, spagnoli, turchi, bulgari, rumeni, ed anche sloveni e polacchi… o di quei paesi come il Regno Unito che  ha preferito uscire dall’Eu pur non sottostare al trattato di Schengen, nessuna parola d’indignazione!!!
Questa “criminalizzazione” manifestata nel nostro paese sotto forma di “compassione” è estremamente preoccupante!!!
D’altronde, celare le vere intenzioni dei migranti non è giusto, in quanto nascondono le reali intenzioni che spingono molti di essi a trasferirsi nei nostri territori, per ragioni che il più delle volte nulla centrano con la guerra o con l’instabilità sociale di quei loro paesi, ma sono ragioni prettamente personali, delle quali, il più delle volte, non siamo neppure noi a conoscenza….
Questa propaganda meschina compiuta oggi da quanti siedono al parlamento stando all’opposizione, insieme a quegli uomini di cultura, scrittori e giornalisti, che da sempre cavalcano l’onda del buonismo di sinistra, mi hanno fortemente stancato (per none essere ineducato…)!!! 
Sono come buffoni di corte, messi lì a servire il proprio padrone, osteggiando a seconda delle circostanze, il clima sociale di questo paese, sempre disponibile a rendersi ridicolo, quando si tratta di mostrare i muscoli e debole quando si tratta d’affrontare i problemi, come ad esempio quello di chiedere ai migranti, di dimostrare il loro status d’immigrazione prima di accedere in questo nostro paese… 
Peraltro, provate a recarvi nei loro paesi di provenienza e vedrete quante difficoltà vi sono, prima che vi permettano d’entrarvi liberamente… 
Ma si sa… parlare da noi è estremamente facile e ancora più spararle grosse: Non per nulla si diventa popolari!!! 

#boicottiamoiprodottitedeschi

Ha avuto un gran coraggio il presidente della Commissione Euroepa, Jean Claude Juncker, a dire a noi: “Gli italiani devono lavorare di più, essere meno corrotti e smettere di incolpare l’Ue per tutti i problemi dell’Italia“!!!
Minchia… ci vuole risolutezza a dire quelle parole quando proprio il suo paese, la Germania, passa soltanto a chiacchiere come onesto, corretto e inflessibile, mentre i numeri dicono tutt’altro e cioè che l’economia sommersa vale 350 miliardi di euro e le tangenti 250 miliardi di euro…

Vorrei ricordare a quel presidente (colpito sicuramente da demenza senile), alcuni scandali che hanno colpito quello suo Stato così integerrimo…
Ad esempio quanto accaduto alla Volkswagen… indagata per manipolazione di mercato nell’inchiesta nata dal filone del “dieselgate“, oppure quanto rivelato dal dipartimento di giustizia americano sulle auto della Mercedes ed in particolare sull’esistenza di un software in grado di aggirare i test di omologazione dei motori a gasolio, cui si aggiungono gran parte dei modelli Audi, Seat, Skoda e dove proprio la Procura di Stoccarda, ha messo sotto inchiesta Matthias Mueller, attuale Ceo sul capitolo Porche!!!
E cosa dire su quanto accaduto alla ThyssenKrupp e alla condanna dei suoi dirigenti??? 
Continuando, forse il Presidente non ha letto quanto ha scritto Der Spiegel sul presidente della Confindustria tedesca, Ulrich Grillo, coinvolto in una serie di pagamenti di tangenti in Grecia, quando era a capo delle società Rheinmetall e Stn Atlas.
D’altronde è dai risultati dello studio di consulenza internazionale “At Kearney” che giunge il dato più interessante  è cioè che in valori assoluti, l’economia sommersa tedesca è la più consistente di tutti i Paesi europei: 350 miliardi di euro pari al “nero” di Gran Bretagna, Belgio, Svezia, Irlanda e Austria messe insieme e superiore di circa 20 miliardi al “nero” del nostro stesso paese… stimato in 333 miliardi!!!
In Germania negli ultimi anni vi sono stati numerosi crack finanziari e industriali, a riprova di comportamenti disonesti da parte di quei loro manager e politici corrotti… che superano per danni causati, quelli compiuti nel nostro Paese…
Senza tener conto inoltre di tutta una serie di ministri, segretari di Stato e cancellieri vari, che che sono passati dalla politica all’industria e viceversa e quindi per le vie giudiziarie… senza che nessuno di quegli organi d’informazione ne parla…  
D’altronde conosciamo bene storicamente, la disciplina e il rigore, a cui sono inquadrati i suoi cittadini… ecco perché da loro, i corrotti ed i delinquenti, ricevono una particolare protezione legale, affinché quei loro atti corruttivi vengano insabbiati…
E’ quindi ora di dire basta a questa dittatura Tedesca e dell’Europa… sull’Italia!!!
Basta acquistare i loro prodotti taroccati… passati per buoni e poi scoperti come fossero alterati…
Basta comperare nei loro supermercati,  lasciamo a loro quei prodotti, di cui non siamo minimamente sicuri della qualità!!!
Ed ancora basta di sentirci umiliati e defraudati del nostro diritto di decidere o a quale governo!!!
Sono finiti i tempi in cui i nostri leader di centro destra e/o centro sinistra si son venduti, uno per le proprie aziende e l’altro per le proprie tasche… 
Ed infine basta con gli aiuti, che dovrebbero permetterci di sopravvivere… ma noi, non vogliamo più sopravvivere, ma VIVERE!!!
Sono quindi a chiedere ad ogni cittadino italiano “libero” di boicottare i prodotti tedeschi, quelli cioè che riportano sulle confezioni il codice a barre 400-440. 
Mi dispiace dover lanciare questo #hastag: #boicottiamoiprodottitedeschi 
Sono convinto che gli amici connazionali tedeschi, le loro industrie e i loro lavoratori, non meritano di essere colpiti da un atteggiamento così provocatorio, ma devono altresì comprendere, che qui in Italia… non ci sono coglioni o delinquenti a modello “Gomorra“, ma persone perbene, che ogni giorno (pur non recandosi a Bruxelles), si alzano per andare nel proprio posto di lavoro, per rendere più dignitosa e onesta non solo questa terra, ma tutta l’Europa…