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Con questo sistema giudiziario e detentivo, si può solo arginare le mafie o pareggiare contro di esse le partite!!!

Sarà forse che il procuratore Gratteri, chiamandosi come il sottoscritto, ha intuito quanto da sempre scrivo e cioè che per sconfiggere le mafie, si necessita di un sistema giudiziario, processuale e detentivo, proporzionato a queste realtà criminali, un sistema non conveniente a delinquere ed ancora, tanto da fare sul piano normativo, oltre che su quello sul piano dell’istruzione e quindi della cultura!!!

Trovate l’intervista del procuratore di Catanzaro su Rai News Sicilia al link: https://www.rainews.it/tgr/sicilia/video/2023/04/la-nuova-cosa-nostra-dopo-larresto-di-messina-denaro-c7372b6b-320f-4df7-9fc1-48801b3bba65.html

Cosa dire, non faccio altro che scrivere da 13 anni su questi argomenti, peraltro, quando più volte ho scritto che allo Stato piace giocare con le mafie o con i suoi affiliati, qualcuno sicuramente si sarà sentito offeso, infastidito, ma i fatti dimostrano senza alcuna dubbio che in questi lunghi anni, nel silenzio generale e in quel processo di trasformazione messo in atto dal boss Provenzano ( che cambiò di fatto la mafia dopo l’arresto di Riina, archiviando la stagione stragista e portando in ‘sommersione’ tutta l’associazione criminale), nulla sia cambiato e le mafie sono sempre lì ad imporre il proprio potere!!!

Sappiamo bene da quanto dichiarato dai pentiti che a quegli affiliati fu dato l’ordine di non sparare più, quantomeno non in maniera plateale e difatti dopo quella decisione dall’alto, il business di quell’associazione malavitosa è iniziato a crescere in maniera esponenziale, alimentato notevolmente da quelle attività d’impresa e/o di commercio che a causa della grave crisi economica e dal giungere della pandemia “covid-19”, si sono potute inserire in quei mercati leciti potendo acquistare società in vendita, grazie alla grande disponibilità di denaro proveniente dal riciclaggio di denaro sporco!!!

E come ben sappiamo, con il denaro si compra tutto, in particolare si sovvenzionano associazioni, fondazioni, logge massoniche, segreterie politiche, imprese, attività commerciali, ma anche singoli uomini e donne, inseriti nella politica e nelle istituzioni, ma non solo, anche quei loro figli e/o nipoti vengono corrotti  e condotti all’interno di quel sistema corruttivo, una rete clientelare che si amplia attraverso familiari, amici, ma anche conoscenti, il tutto per far si che sistema di malaffare possa estendersi e accrescere!!!

D’altronde la maggior parte dei miei connazionali dimostra con i fatti di essere corrotta, molti di loro sono ahimè fortemente compromessi e quindi di fatto ricattabili, chi più chi meno, qualcuno l’ha fatto per avere più soldi, chi per avere gratis un po’ di coca, chi si è venduto per un rolex o un auto di lusso e chi per pagarsi l’escort, non essendo capace di conquistarsi una donna con le proprie capacità!!! 

Altro che “Sodoma e Gomorra”, qui soltanto un intervento di Dio potrebbe risolvere questo problema, già… basterebbe ad Egli trasformare questi soggetti infetti in statue di sale e forse chissà, quei restanti sopravvissuti in quanto “indecisi”, osservando quei soggetti trasformati a statue, lì fissi e sotto il sole, comprenderanno che è giunto il tempo per quel definitivo cambiamento…

Ma ho l’impressione che anche Dio si sia arreso dinnanzi a questo stato di cose e non solo a queste, sì… penso che si sia stancato di combattere con questa inaffidabile natura umana, corrotta e volubile, ed ora  chissà se osservando quanto sta accadendo, non stia proprio meditando di compiere una nuova pulizia, già come quanto compiuto attraverso quel “diluvio universale”!!!

Ci mancava solo la riforma "Cartabia"!!!

Già… per ingannarci ci hanno raccontato che grazie alla riforma del ministro Cartabia si velocizzerà di molto i processi in Italia, ma la verità è che questa legge si presta perfettamente affinché le persone oneste si stanchino d’inseguire una giustizia inefficace, la stessa che ha dimostrato in molti processi di non essere stata equa, ed ora, offre alla maggior parte degli indagati, una possiamo dire “forma d’immunità”, in particolare favorisce coloro che possono permettersi una protezione extra (ad esempio un sostegno da quel gruppo di fratellanza “massonico”) grazie d un avvocato di grido… 

Quindi alla fine a pagare saranno sempre i più deboli, mentre tutti quei disonesti politici, imprenditori, mafiosi, ladri, etc… vedranno allontanare da se una possibile condanna, ecco quindi il motivo per cui la maggior parte di quei soggetti o quanto lo sono in maniera celata, si sono dichiarati fortemente entusiasti, già… nel aver contribuito all’approvazione di questa riforma!!!

D’altronde cosa ci si poteva aspettare da un Paese dove ila maggior parte pensa che sia sciocco non delinquere e/o arraffare il più possibile e d’altronde, se l’esempio viene dato proprio da quanti ci governano, come si può sperare di migliorare quella mancata cultura di legalità???   

Certo, ora grazie a questa riforma non vi sarà più alcuna sicurezza, tutti gli esposti presentati, le denunce formalizzate dovranno essere nuovamente confermate, comprenderete come saranno in molti a lasciar perder, a non voler insistere con altro tempo e con una giustizia che si dimostra spesso inefficiente o ancor peggio collusa… 

La maggior parte di quei cittadini coraggiosi preferirà ora dedicarsi ad altro e così tutti quei delinquenti di cui si è dimostrata la vena opportunistica, eviteranno grazie a questa riforma le ripercussioni personali e di conseguenza la spade di Damocle giunta quasi sul collo. 

Hanno avuto pure il coraggio di chiamarla legge “spazza-corrotti”, una vera stranezza considerato che la sensazione avvertita è proprio quella contraria e cioè che sia stata fatta proprio per proteggere quei corrotti!!!

Ed allora con la scusa di evitare tempi indeterminati e lunghi processi, si è fatto in modo che la maggior parte di questi venissero di fatto cancellati e quindi estinti, come si dice: alla faccia della legalità!!!

C’erano sicuramente altri modi per far sì che i processi durassero di meno, ma loro hanno scelto la strada più breve o per dire, quella più comoda, quanto difatti realizzato, garantirà a chi se lo potrà permettere di non perdere mai un processo.

Denunciate, sì… denunciate, tanto alla fine passerete da vittime a colpevoli, mentre quest’ultimi, potranno cavarsela senza neanche pagare alcun risarcimento!!!

I processi vedrete ora dureranno (forse…) meno, ma certamente saranno ancor meno equi di quanto già non lo siano, basti osservare talune sentenze espresse in questi anni…

Tuttavia, ho il forte timore che nel nostro paese, con l’applicazione di questa riforma, possano accadere dei fatti gravi come quelli accaduti negli Stati Uniti, dove per l’appunto molti cittadini hanno preferito farsi giustizia da se, pensando – così facendo – di evitare processi interminabili o pareri di giudici discordanti nei vari gradi di giudizio…

Comprendere tutti che se il percorso attualmente avviato è questo, penso sia grave e irresponsabile non prevederne i possibili rischi, mi riferisco iin particolare all’eventuale decisione arbitraria di molti, di decidere di far a meno dell’unica giustizia legale esistente e di procedere quindi senza di essa, compiendo di fatto azioni che potrebbero determinare gravi conseguenze facilmente intuibili!!! 

Diceva Platone: Il capolavoro dell’ingiustizia??? E’ di sembrare giusto senza esserlo!!!

Togliete immediatamente le foto dei giudici Falcone e Borsellino dai vostri uffici: non siete degni di rappresentarli!!!

Una vergogna… 

Mi sento veramente avvilito nel vedere con quanta superficialità s’intervenga in tanti nostri uffici istituzionali.

La cosa assurda è che ogni volta che entro vi trovo quelle foto dei nostri due giudici uccisi dalla mafia (e forse da quanto sta emergendo in questi giorni, da una parte deviata dello Stato…), ma non solo essi, anche le altre vittime che hanno sacrificato la propria vita per questo Paese e per quell’incarico rappresentato, tutti lì appesi, già… come se attraverso quella loro costante presenza, si possa manifestare o ancor più rivelare su di essi, quello spirito e quella moralità, vera cultura  di legalità!!!

Ma non accade nulla, giacché quanto quelle foto dovrebbero loro ispirare, quei principi a cui essi si erano immolati, loro sì… vittime di quel sistema colluso (già… vittime, molti al loro posto hanno fatto in modo di cavarsela o certamente si son salvati standosene protetti o alla larga da certe situazioni sconsigliabili e d’altronde sono gli stessi che hanno negli anni protetto, le latitanze di quei noti boss…), lo stesso a cui molti ancora appartengono e difatti quanto accade è palese,  perché quest’ultimi, con le loro azioni, evidenziano d’esser predisposti a disinteressarsi o certamente a disattendere o ancor peggio a rendere sterili le richieste di quegli esigui cittadini ancora onesti.

Peraltro, leggo quotidianamente dalle inchieste effettuate dalle Procure nazionali, il numero di coloro che si rende colluso con quel sistema certamente “ambiguo”, solitamente di carattere massonico/mafioso, ma d’altronde si vede come questi associati (o dovrei chiamarli “adepti”), utilizzino nel loro operato, anche attraverso loro collaboratori condiscendenti, tutta una serie di espedienti per omettere, sabotare, far sparire, stralciare e via discorrendo tutte quei documenti – prove tra l’altro verificate dagli organi inquirenti – per creare confusione e incertezza!!!  

Difatti è grazie a queste macchinazioni, perpetrate all’interno di taluni Tribunali che, molti individui, riescono a non venir mai condannati, perché grazie a quell’appoggio, restano di fatto impuniti e soprattutto liberi di commettere altri e più gravi reati!!!

Quindi ditemi, dov’è quella giustizia tanto proclamata e poi di quale giustizia stiamo parliamo, di quella che non esiste o di quella che appositamente non viene messa in pratica, proprio per favorire i loro “fratelli” massonici???

Mi sento triste nel vedere quelle foto appese in quelle pareti e comprendo perché oggi quegli eroi sono lì e non viceversa con i propri cari 

Già, hanno dedicato la loro vita per questo paese che si è dimostrato essere con loro (già in vita…) “ingrato“, ma ora, come sempre avviene quando si è davanti a un defunto, sono lì tutti a portare rispetto, non con le loro azioni, bensì attraverso quei quadretti appesi, quasi a volerli santificare!!!

Sono poche le persone che si possono permettere di avere un loro foto nella propria stanza, ed il sottoscritto ha avuto l’onore di conoscerli, ma gli altri, tutti quegli altri, sì… se solo si passassero la mano sulla coscienza.

La coscienza… già… la coscienza, ma di quale coscienza parliamo, questa elevata sensibilità loro non la possiedono minimamente, non sanno neppure cosa sia, tanto sono compromessi e ricattabili in quel loro ruolo e se non essi, quei loro familiari, ed è per questi motivi che vivono quella loro professionalità e gli ultimi giorni della loro carriera trascinandola, quasi con noia, peraltro è la stessa avversione che li ha visti negli anni sempre più avviliti, senza ormai alcun interesse per la giustizia che rappresentano, passivi in tutto e indifferenti ai problemi dei cittadini, gli stessi che con grande coraggio si erano rivolti ad essi!!! 

Ma per loro noi non esistiamo, sono talmente irritati da quella loro professione che lo si vede dalla supponenza e l’arroganza con la quale manifestano in quei loro uffici, quella presenza dinnanzi a noi, ma ancor più, sono quei loro collaboratori a dimostrarsi ancor più infastiditi nel riceverci e presentarci o nel dover consegnare quotidianamente nuovi incartamenti, sì… ulteriori documenti da esaminare, che – per quell’avversione a non voler compiere il proprio dovere – si ritrovano sempre più presenti su quell’enorme scrivania, sovrapponendosi tra loro, come pile di grattacieli…

Documenti su documenti, ritardi su ritardi, d’altronde è ciò che essi vogliono, affinché quei procedimenti, quelli che per l’appunto interessano noi tutti, non abbiano mai ad essere definiti in tempi ragionevoli, bensì…. rinviati a tempi indecifrabili, il tutto chissà forse per non giungere mai ad un fine o ancor peggio, per venir stralciati, forse affinché anche noi – come loro – ci si stanchi!!! 

Ma il sottoscritto, come molti altri – permettetemi di aggiungere alcuni stimati ma soprattutto efficienti Pm ed anche i responsabili di taluni uffici inquirenti – siamo qui perché diversi, già… noi siamo proprio come quegli uomini e quelle donne ora ahimè appese in quelle foto, certamente ciascuno con il proprio ruolo e impegno, ma con lo stesso spirito di quelle vittime che non potrà mai morire!!!

Tocca infatti a noi, noi che portiamo dentro quella loro eredità, avere il compito di raccontare la nostra storia e ahimè le pieghe di questa società, provando a trasmettere a tutti, in particolare alle nuove generazioni, il messaggio e la portata di chi si è immolato per il bene e per la giustizia si questo Paese, perché si sa: Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini!!!

Lo Stato chiude gli occhi: già… con il tetto del contante più alto, sarà ancor più facile riciclare!!!

A denunciarlo è il procuratore capo del Tribunale di Bari, Roberto Rossi, durante la presentazione in Senato della relazione conclusiva della commissione Antimafia…

Nel presentare il rapporto tra gioco d’azzardo e mafie il Procuratore ha dichiarato: “Non si può più parlare di infiltrazioni. Quello del gioco è un settore ormai nelle mani della criminalità organizzata“. 

Il sottoscritto tra l’altro nel 2019 aveva scritto un post intitolato: Non è che lo Stato sul gioco, sta favorendo la criminalità organizzata??? link: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/01/non-e-che-lo-stato-sul-gioco-sta.html ed ora leggo: “La raccolta di tutte le indagini che abbiamo acquisito ci mostra come la presenza della criminalità organizzata sia diventata pervasiva” (Giovanni Endrizzi, ex senatore M5s, nella scorsa legislatura a capo del IV Comitato della commissione Antimafia. che si è occupato proprio dell’influenza e del controllo della criminalità sulle attività connesse al gioco). 

Continuando: “Con diversi provvedimenti abbiamo verificato come …. il mercato dei videopoker sia in mano alle mafie locali, che li gestiscono e li impongono attraverso imprenditori collusi. Quando siamo andati a vedere gli elenchi dei maggiori vincitori c’erano diversi personaggi della criminalità organizzata, che facevano milioni di puntate. Come è possibile? Semplice, perché si ricicla“!!!

Ma non solo: “Abbiamo trovato poi come molti punti gioco fossero in mano a parenti di malavitosi. Cosa bisogna fare dal punto di vista normativo? Gare per le concessioni, controlli antimafia per chi apre i punti di gioco, tracciabilità per giocatori sia quando versano somme per poter giocare, sia quando vincono”!!!

Secondo i numeri stimati dagli inquirenti e dalla Direzioni investigativa antimafia il volume di affari illegale è cresciuto, un trend confermato e che evidenzia come il confine tra legale e illegale è andato negli anni dissolvendosi; sono circa 130-140 miliardi di euro per quanto riguarda il gioco legale, oltre venti quelli del mercato illegale!!! 

Dinnanzi a  questo Stato cieco, ecco che le mafie riescono sviluppare i propri business, ampliandoli anche verso nuovi  mercati d’investimento tra cui ad esempio criptovalute e bitcoin, nuove conquiste di cui ancora poco si conosce e dei quali sviluppi nessuno è in grado di comprenderne le potenzialità e soprattutto la difficoltà di rintracciarne i reali possessori in quanto coperti da un muro di anonimato!!!

Eppure l’attuale Governo ha deciso d’innalzare il limite del contante e così vedrete, sarà certamente più facile per quelle associazioni criminali poter riciclare!!!

Ma d’altronde questo è un paese in cui la lotta alla illegalità è fatta spesso all’acqua di rose, già… per sconfiggere la corruzione è necessario sconfiggere la cultura che la sostiene, non a parole, ma con il silenzio dei fatti… 

Peraltro va detto, ai nostri governanti interessa poco contrastare, ad essi interessa trasgredire o ancor peggio modificare o violare le leggi o le prescrizioni vigenti, ma nel compiere quelle azioni sanno bene che per essere responsabili o quantomeno corresponsabili, gli sarà sufficiente far finta di non accorgersi di quanto sta accadendo o ancor peggio, accorgersi e non fare nulla, che è per l’appunto ciò che attuano!!!

E così mentre lo Stato chiude gli occhi, gli altri li tengono viceversa… bene aperti!!!

Da quanto stiamo scoprendo, non era Matteo Messina Denaro il latitante, bensì lo Stato!!!

Non se ne può più di scoprire – attraverso le inchieste di questi giorni – con quanta spensieratezza abbia vissuto in questi trent’anni, il più importante latitante d’Italia!!!

Ci hanno raccontato di un “Diabolik” criminale, genio del travestimento e delle tecniche di spionaggio, chi lo ha conosciuto lo aveva descritto freddo, calcolatore, tattico, stratega, dotato in analisi e deduzioni, un fantasma che compariva e spariva a suo piacimento… 

Sono state fatte leggende su quest’uomo,  nessuno sapeva dov’era, come fosse cambiato, quale volto avesse assunto, in quanti erano a proteggerlo, ci hanno raccontato che possedesse intorno a se una schiera di fedelissimi che si prendevano costantemente cura di egli e di ogni sua esigenza… 

Un uomo che stava nascosto, che rimaneva isolato in quel suo bunker e dal quale dava ordini ai sottoposti attraverso i suoi pizzini… 

Già… mi viene da sorridere pensare a quante cazzate ci hanno raccontato dalle nostre istituzioni in questi (lunghissimi) anni, pur di proteggere la sua latitanza!!!

E si perché va detto… lo Stato, quando si è trattato di arrestarlo, si è reso latitante!!!

D’altronde correggetemi se sto sbagliando: abitava e passeggiava liberamente in un paesino a pochi metri adiacente un’enorme caserma militare eppure stranamente nessuno mai lo ha riconosciuto e chi l’ha fatto stranamente è rimasto inascoltato!!!

Guidava l’auto senza alcuna scorta a proteggerlo, ma soprattutto senza che mai alcun controllo stradale –a quanto sembra –  l’abbia mai fermato.

Continuando, abbiamo letto che (talmente si sentiva sicuro…) si recava assiduamente per pranzare un locale frequentato dalle forze dell’ordine, precisamente dagli uomini della Dia!!!

Si scopre soltanto ora, che si è provveduto a controllare “saltuariamente” l’abitazione di sua sorella…

Ecco questa notizia ha dell’incredibile; ciascuno di noi ha sempre pensato che quantomeno i suoi familiari fossero costantemente sotto controllo, ma da quanto abbiamo ascoltato in questi giorni, così non è stato, ed allora viene spontaneo chiedersi: perché???

E quindi continuando con quanto riportavo sopra, nessuno lo ha riconosciuto, eppure non era minimamente cambiato, sì… certamente invecchiato come d’altronde chiunque di noi, eppure quel viso non ha insospettito nessuno, né in quel quartiere, neppure per le strade, al supermercato, al bar, in trattoria, al ristorante, tutti luoghi che frequentava quotidianamente…

Mi viene da chiedere quindi, non è che forse era lo “Stato” latitante??? 

Già… forse qualcuno aveva paura che certi documenti segreti (in possesso allora nella cassaforte dell’ex capo dei capi di cosa nostra Totò Riina) potessero emergere nel caso di un suo arresto??? 

Ed allora viene da chiedersi, perché l’arresto è stato ora compiuto??? Già… perché proprio ora??? Ed ancora, che fine hanno fatto quei documenti??? Sono passati ad altre mani, chissà forse le stesse che hanno deciso di vendersi quel latitante stragista che dava fastidio ai nuovi affari in arrivo o al ripristino di certi collegamenti politici/imprenditoriali, a causa della sua clandestinità???

Peraltro, abbiamo visto quanto egli fosse di fatto isolato, d’altro canto va detto, la maggior parte dei suoi accoliti erano stati in questi mesi arrestati dalle forze dell’ordine, già… molti di essi, tra l’altro, permettetemi di ricordare, si trovavano a poche centinaia di metri dalla sua residenza…

Ma ormai l’ordine dall’alto era stato dato, egli andava consegnato, con il suo beneplacito o senza… d’altronde abbiamo visto come il messaggio riportato dal Sig. Baiardo (nella trasmissione di Giletti  “Non è l’Arena”) parlasse chiaro e concedesse ad egli alcuni mesi di riflessione, per consegnarsi volontariamente, ma forse così non è stato ed allora si è deciso – visto la promessa fatta sul cosiddetto “regalino” – di consegnarlo!!!

Resta però ancora da scoprire che fine hanno fatto quei documenti trafugati (come si è visto da mani esperte, già…  capaci di aprite una cassaforte in maniera professionale e senza danneggiare il contenuto posto al suo interno), di cui nessuno sembra saperne nulla…

Infatti… chi ha preso quei documenti nei giorni d’assenza dello Stato da quell’abitazione??? Sono stati gli uomini di Provenzano, che ha poi affidato gli stessi al suo pupillo Matteo Messina Denaro oppure ci hanno pensato i servizi segreti “deviati“, gli stessi che hanno fatto sparire poco prima l’agenda rossa del giudice Borsellino??? 

Ma se così fosse, se quei documenti sono stati prelevati e consegnati in mano sicure e chissà forse da tempo andati distrutti, perché lasciare per trent’anni latitante questo soggetto??? E allora vi è soltanto una risposta a quell’interrogativo: quei documenti sono ancora in mano a cosa nostra!!!

Certo, da quanto sopra detto si comprende come qualcosa non torni e forse la risposta va ricercata da un’altra parte, sì… in un altro luogo, certamente celato, conosciuto da un solo individuo, egli posto a garante è sicuramente al di sopra di ogni sospetto!!!

Un vero professionista scelto accuratamente per la sua discrezione, conserva e tutela gelosamente quanto ricevuto (forse chissà… in una qualche cassetta di sicurezza all’estero intestata a suo nome); sono documenti scottanti (e aggiungerei imbarazzanti per i nomi riportati…) i cui segreti diventano – a seconda delle circostanze – “baratto“, per i capi di quell’associazione criminale, che di volta in volta, si vanno alternando. 

Vengono da anni centellinati da questo “puparo”, sì… sotto forma a volta di ricatti e altre volte di trattative… 

Ecco è soltanto lui (e chi fa parte di quella élite…) ha dirigere le fila, mentre questi cosiddetti “capo mafia” sono dei semplici esecutori, sì… soggetti che prendono ordini e si assoggettano alle volontà di chi da sempre comanda questo nostro Paese!!!

Superbonus, l'appello in lacrime: "Siamo rovinati, lo Stato ci aiuti".

Avevo avvisato sui rischi del “Superbonus” ed ora ahimè, ne se vedono le conseguenze!!! 

Ho letto un articolo sul web della redazione “Il Fatto Quotidiano”, un appello in lacrime di Paola che riporta: “Siamo rovinati, abbiamo perso tutto. Stato, mettiti una mano sul cuore e aiutaci”!!!

Lo Stato li ha ingannati… 

Lavori fermi, case sventrate, fatture non saldate, debiti da pagare e crediti che non si incassano. 

Le testimonianze inviate alla redazioneweb@ilfattoquotidiano.it da chi tra famiglie, imprese e professionisti, è rimasto incastrato nel meccanismo della maxi detrazione fiscale per la riqualificazione energetica: “Siamo economicamente e psicologicamente distrutti e non so per quanto ancora saremo in grado di affrontare tutto”. I pensionati: “Affronteremo la vecchiaia senza soldi”.


“Quando telefoniamo ci dicono dal numero verde che la cessione del credito sarà accolta e i soldi arriveranno, ma noi non ci possiamo più fidare. La notte non riesco più a dormire, mi sto rovinando la salute”. Andrea è un pensionato che sul Superbonus ha investito i risparmi di una vita, quelli messi da parte per passare una vecchiaia serena. Non solo: ha anche convinto il figlio a puntare tutto sulla riqualificazione energetica del proprio appartamento. Da quattro mesi vive in un limbo stretto tra debiti e crediti: la sua pratica di cessione del credito alle Poste è in lavorazione da novembre, è tra gli ultimi che avevano fatto domanda prima della chiusura delle compravendite dei crediti fiscali da parte del gruppo del ministero dell’Economia. La prospettiva, lo sa, non è comunque rosea: “Anche nell’ipotesi ottimistica che le Poste mantengano i propri impegni, riusciremo appena a pagare i debiti contratti con le imprese, ma non quelli contratti con la finanziaria Findomestic, ci troveremmo ad affrontare la vecchiaia senza più un euro da parte e con risorse molto ridotte”, sintetizza.

La testimonianza di Andrea è solo una delle tantissime che ci sono arrivate e che ci arrivano quotidianamente all’indirizzo mail redazioneweb@ilfattoquotidiano.it dopo gli articoli de ilfattoquotidiano.it sulle storie degli “incastrati” dal Superbonus. Ci sono coppie giovani con bambini piccoli che come Andrea e la moglie pensavano di rientrare dai debiti con i crediti e oggi si trovano schiacciati dalle rate da pagare. Ci sono professionisti e imprese che non sono stati pagati, ma non hanno neanche i crediti fiscali perché hanno lavorato per conto di un General contractor. Altra categoria, le famiglie che hanno visto i ponteggi svuotarsi causa fallimento dell’impresa a sua volta strozzata dal mancato incasso del corrispettivo dei crediti fiscali incamerati in cambio dei lavori. E così ci sono pratiche aperte, lavori lasciati a metà e tanta paura che qualcuno venga a chiedere degli altri soldi. 

Infine quelli che si sono affidati a gruppi come Casazero poi finiti sotto inchiesta e che si ritrovano nel migliore dei casi con lavori incompiuti, cassetti fiscali svuotati e tanta paura di essere chiamati in causa per l’operato altrui.
Se volete raccontare anche voi la Vs. esperienza, vi consiglio di scrivete all’indirizzo redazioneweb@ilfattoquotidiano.it, indicando “Superbonus” nell’oggetto della mail.

Presidente Mattarella: “diventare più responsabile nei confronti… dei figli e nipoti con gesti contro lo spreco”!!! Già…

Le parole espresse dal Presidente della Repubblica sono di una persona virtuosa: “Ciascuno di noi è chiamato a diventare più responsabile nei confronti del pianeta, dei nostri figli e dei nostri nipoti con gesti contro lo spreco”. 

Parole che incitano alla consapevolezza, che esprimono comportamenti di solidarietà, pronunciate tra l’altro in occasione della Giornata nazionale del risparmio (energetico).
L’iniziativa s’intitola “M’illumino di meno“’ e tenta di promuovere il senso di responsabilità di ciascuno di noi, perché sentirsi responsabili, anche attraverso gesti semplici, come spegnere una luce quando non ve n’è bisogno, consente di evitare sprechi che come sappiamo, costano tantissimo… 
Ma… nell’ascoltare quelle parole ho pensato, perché il nostro Presidente è così fortemente determinato nel ricordare lo spreco dell’energia, viceversa non ricordo (e mi scuso sin d’ora perché non ne ho memoria…) mai una parola pronunciata nei confronti degli sprechi della politica, di tutti quegli esosi stipendi, quelli sì incidono in maniera ragguardevole sul Bilancio dello Stato, parliamo tra l’altro di casse fortemente in crisi, che vanno a intaccare altri indicatori ben più importanti come il reddito medio, la sanità, l’istruzione, i trasporti e per finire i servizi alla persona. 

Perché, se da un lato ci viene chiesto di spegnere una lampadina – ricordo tra l’altro che quell’energia, eventualmente superflua, la paghiamo noi – ci si dimentica di costi ben più esosi, già… come quelli della politica, da quelli nazionali, per continuare a quelli regionali e per finire con i costi comunali suddivisi tra sindaci e consiglieri, a cui vanno sommati tutte quelle voci legate a “energia”!!!

Beh… mi creda Sig. Presidente, sono quelli i costi che il nostro Paese non può, ma soprattutto non dovrebbe sostenere, in virtù soprattutto di quanto riceviamo in cambio da quelle loro professionalità… (e mi consenta… lascio appositamente fuori dal contesto quanto viene illegalmente compiuto da molti di quei soggetti, a danno dello Stato, ma questo come ben sa, rappresenta un altro paragrafo vergognoso che non sto qui a ripetere!!!).
Sig. Presidente, Lei parla di riduzione dei consumi, ma provare ad evitare quelli superflui, non significa migliorare o contribuire al benessere di noi cittadini, mi creda non sono quelli i cambiamenti che portano al risparmio o quantomeno, non sono soltanto essi, ma ben altri, ma ahimè… di quelli nessuno vuole parlare, già… forse perché fa comodo così, in particolare a coloro che appartengono a quella “casta” a cui – mi dispiace sottolineare- appartiene anche Lei…
Spegnere le luci dei nostri meravigliosi monumenti (ho visto l’altra sera il Colosseo spento…) è se non dire osceno, certamente disonorevole, come tra l’altro, osservare di presenza quelle luci pian piano spegnersi dal Palazzo del Quirinale, mi ha dato come l’impressione di una democrazia morente, già… che si stesse spegnendo, per cosa poi, per mandare un messaggio simbolico e quale??? Quello che non siamo capaci di risparmiare come dovremmo???
 

Presidente Mattarella, ciascuno di noi verrà un giorno ricordato non tanto per quello che è stato, ma bensì per ciò che ha fatto durante il proprio incarico, ma ancor più, per ciò che poteva fare e ahimè non ha fatto!!! 

In tal senso mi permetto di riportare una bellissima frase di John Steinbeck che diceva: “Se tu o io dobbiamo scegliere tra il pensiero e l’azione, dovremmo ricordare la nostra morte per provare così a vivere in modo che la nostra morte non porti soddisfazione al mondo”!!!

Presidente… sin da ragazzo ho fatto sì che la mia vita fosse in ogni momento accompagnata da una frase: chi nel corso della vita ha acceso anche soltanto una luce, nell’ora buia di qualcuno, non è vissuto invano…

Presidente, io ho soltanto acceso quella luce… ora tocca a lei farla splendere!!!

Sono Mario Caniglia: testimone di giustizia!!!

Mi chiamo Mario Caniglia, sono nato a Scordia (CT) il 20/05/1947 dove ancora oggi vivo. 

Mi sono laureato a 11 anni con la quinta elementare, da quel giorno la mia penna stilografica è stata la mia zappa; zappo la terra da oltre 58 anni e sono diventato imprenditore per necessità.   

Nel 1998 una sera dopo una lunghissima giornata di lavoro, mentre io e la mia famiglia stavamo cenando squilla il telefono, una voce contraffatta dice queste testuali parole “Brutto cornuto o paghi 500 milioni di lire o se no ammazziamo te e la tua famiglia“; naturalmente non potevo e non dovevo pagare, chiamo subito i Carabinieri dicendo cosa mi stava accadendo e loro arrivano subito come un fulmine; mentre io stavo raccontandogli quella telefonata squilla il telefono, chi era? La mafia, dicevano “Cornuto hai chiamato i Carabinieri? Ora ti facciamo saltare in aria”. 

E qui devo dire Grazie ad un Maresciallo che sa il fatto suo che mi suggerisce di trattare e così io feci. 

Nei giorni seguenti arrivarono sempre più spesso altre telefonate minacciose; in quel periodo mio figlio il più piccolo facevo il soldato di leva e lo faceva a Catania, dicevano che se io non pagavo quel mezzo miliardo di lire prendevano mio figlio, lo ammazzavano, gli staccavano la testa dal busto e me l’avrebbero fatta trovare dietro la porta. 

A quel punto il mio compito era quello di proteggere la mia famiglia e mi offro volontario dicendo al magistrato “appiccicatemi addosso una micro spia che io vado alla ricerca dei miei estortori”, così fecero, mi hanno appiccicato una micro spia addosso e io sono andato alla ricerca dei miei estortori, andando in giro scopro che a Scordia il pizzo lo pagano tutti!!!

Arrivo davanti ai miei estortori e inizia una lunga trattativa, mi chiedono di pagare una tassa di 20 milioni di lire anno; facendomi forte di quella micro spia e sapendo che dall’altra parte c’era lo Stato che ascoltava, io dico che non pago e gli lancio una contro offerta per poterli incastrare di 5 milioni di lire, loro mi rispondono che l’offerta è troppo povera e che non possono accettarla; da quel momento c’è stato un lungo silenzio e poi hanno accettato la mia offerta; ho preso di tasca mia 2 milioni e mezzo di lire , assieme ai Carabinieri li abbiamo fotocopiati e messi dentro una busta “tutta l’Italia ha visto la consegna di quella busta” dicendo che gli altri 2 milioni e mezzo di lire glieli avrei portato al più presto possibile cosa che io non ho fatto mai. 

Ma loro, i mafiosi, presto si fanno sentire, mi spaccano oltre 500 quintali di angurie facendo un taglio netto a forma di croce su ognuna di esse, un messaggio forte e chiaro che significa “vedi cosa succede a chi non mantiene i patti”; in un casolare adibito a deposito di attrezzi agricoli me lo scassano e rubano tutto ciò che c’era, sparano persino sulla porta di quel deposito, un altro segnale che io devo morire.  

Nel gennaio del 1999 si presentano a casa mia degli alti funzionari del Servizio Centrale di Protezione dicendo che io e la mia famiglia dovevamo fare le valigie ed andarcene da Scordia perché a giorni dovevano arrestare i miei estortori: “Io dissi che non ero io ad andarmene ma gli altri, dissi che se qui in Sicilia tutte le persone oneste che denunciano devono andarsene qui restano solo i mafiosi ed io questa soddisfazione a questi mafiosi non gliela do; dissi pure che se lo Stato a me mi vuole proteggere, nella mia Scordia mi deve proteggere”. 

Il 2 febbraio 1999 vengono arrestati i miei estortori , da quel giorno la mia vita è cambiata e forse per sempre perché vivo sotto scorta ; provate voi ad immaginare il contadino il contadino con la scorta, sono stato il primo Testimone di Giustizia in Italia a rimanere nei luoghi d’origine, nonostante ciò sono contento perché sono un uomo libero, sto lavorando come prima e meglio di prima. 

Quando io denunciai lavoravano con me 15 operai, oggi ne lavorano oltre 70; per questo devo dire grazie allo Stato ma soprattutto al Messia dell’antiracket Tano Grasso; è qui doveroso dire qualcosa di questo grande uomo, nel 1999 quando vennero arrestati i miei estortori la mia storia ebbe un risalto mediatico molto alto e ne parlarono tutti i quotidiano nazionali e la tv. Io questo grande uomo non lo conoscevo, ma ne avevo sentito parlare tanto; Lui mi venne subito a trovare ha portarmi solidarietà; io in quei giorni ero molto turbato perché casa mia era sorvegliata dai Carabinieri, mio figlio per questioni di sicurezza veniva congedato e posto sotto scorta, un ragazzo di soli vent’anni, anche mia moglie e pure le mie due figlie femmine e loro mariti. 

In quei giorni non mi rendevo conto dei cosa avevo fatto e mi sentivo prigioniero sia io che tutta la mia famiglia; avevo deciso di togliermi la vita, perché togliendomi io di mezzo avrei liberato la mia famiglia. 

Questo Grande uomo, Tano Grasso, Messia dell’antiracket, capì subito che in me c’era qualcosa che non andava e mi disse una cosa molto semplice ed elementare come me ”non avere paura perché da questo momento non sei più solo e se c’è d’andare a morire ci andremo insieme“. 

Ebbene io non sono stato lasciato solo neanche per un istante.   

Il giorno che sono andato a testimoniare contro i miei estortori, sono in l’aula del Tribunale molto grande, quel giorno quell’aula era piena e spaccata in due, da una parte c’erano i miei estortori in gabbia, accanto a loro i loro parenti, gli amici, gli amici degli amici, i mafiosi che con sguardi violenti e penetranti ti ammazzavano; dall’altra parte c’ero io e non ero solo, accanto a me c’era tutto il Consiglio Comunale di Scordia, l’Associazione Antiracket di Scordia, che si costituirono parte civile, c’erano tutte le Associazione Antiracket della Sicilia e oltre lo Stretto, ma quel giorno accanto a me c’era soprattutto lo Stato, rappresentato da Tano Grasso, Commissario Antiracket Ordinario e Straordinario di Governo.   

Concludo dicendo a tutti Voi che leggete questa mia storia, che Tano Grasso è un uomo straordinario, lo conosco da oltre 18 anni e se un giorno io dovessi affidare la mia famiglia a qualcuno, io la affiderei a lui perché è l’uomo più onesto di questo mondo.

Mario Caniglia, testimone di giustizia.

La libertà non può mai essere "Pizzo"!!!

Una presa per il cul…. 

Già, prima vittima della mafia e poi dell’antimafia!!!

Sembra incredibile eppure – a suo dire – da entrambe, questo imprenditore campano, ha subito di fatto un estorsione. 

Ed allora raccontiamo questa storia…

Siamo nel marzo 2020 e alcuni affiliati alla camorra chiedono ad un imprenditore di pagare il pizzo, seimila euro all’anno, sì… questo era il prezzo da pagare per poter continuare la propria attività.

L’imprenditore decide allora di denunciare e così pochi giorni dopo iniziano le ritorsioni, cui son seguite di lì  a poco, minacce, furti, precisamente due furgoni.

L’imprenditore comunque si dimostra fermo nelle sue posizioni e non paga e così con il passar del tempo, il suo caseificio viene un giorno avvolto dalle fiamme, un danno quantificato secondo i consulenti assicurativi intorno al milione di euro!!! 

Comprendere da voi come in quell’incendio, non sia bruciata la sola azienda, ma tutta la vita di un onesto imprenditore e soprattutto il futuro della propria famiglia; ma non solo, grazie a questo Stato fallace nel saper proteggere quei cittadini coraggiosi, è andata in fumo anche quel po’ di legalità che ancora sopravviveva!!!

E sì… perché le cose vanno dette con il loro nome e cognome, senza giri di parole, senza quei classici proclami o quelle abituali iniziative del caz…, peraltro sono le stesse che sappiamo bene non portano a nulla, perché lo Stato, si quello stesso Stato che tanto si vanta ora (dopo trent’anni…) di aver preso il boss di Castelvetrano, deve saper dimostrare di esserci sempre, in particolare proprio quando accadono fatti gravi come quelli sopra descritti!

Ma sappiate comunque che la circostanza più grave non è quella riportata sopra (se pur certamente gravissima…), già… perché dopo essere stato vittima di quell’associazione criminale, ecco giungere per quell’imprenditore una nuova batosta: l’associazione antiracket!!!

Difatti, chi avrebbe dovuto affiancarlo con un supporto legale in quella lotta alla criminalità, per come d’altronde riportato in quel loro Statuto “promuovere l’elaborazione di strategie di difesa e di contrasto al racket delle estorsioni, all’usura e a tutte le forme di criminalità che ostacolano la libertà d’impresa. Inoltre, si impegna a garantire assistenza legale e solidarietà agli imprenditori vittime del fenomeno mafioso ed in particolare a chi è colpito da attività estorsive ed usurarie – e veniamo agli obblighi – gli associati hanno l’obbligo di svolgere la propria attività verso gli altri in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro, anche indiretto”, si dimostra nei fatti altrettanto esecrabile, chiedendo a quel disperato imprenditore, un costo di tremila euro al mese, per intervenire a favore della sua causa…

Sorge quindi una domanda: ma in quello Statuto l’Associazione non dichiarava di garantire il gratuito patrocinio? Ed allora com’è possibile che accade il contrario (già le circostanze fanno pensare che esse non siano nei modi così dinnanzi anzi tutt’altro…), perché “per essere difesi, bisogna pagare” e così quell’imprenditore è costretto ad effettuare i bonifici richiesti, due da tremila euro ciascuno, con causale: spese legali!!!

La storia ovviamente continua con rassicurazioni, promesse di denaro che non giungeranno mai ed infine prese di distanza da parte del Presidente dell’Associazione antiracket (che ha dichiarato di essere sorpreso e di non sapere nulla di questa vicenda), per quel loro associato che ha evidenziato, comportamenti e atteggiamenti, inqualificabili. 

Quest’ultimo, va detto è stato denunciato dall’associazione antiracket e si è dovuto dimettere dall’incarico.

In questi anni ho scritto post feroci su talune associazioni antimafia di facciata (basti scrivere su “cerca” la parola “antiracket”), non per nulla le stesse cronache giudiziarie, hanno evidenziato come queste organizzazioni non siano nuove a questa tipologia di comportamenti e le denunce presentate in tutta Italia, da tantissimi imprenditori, confermano ma soprattutto rafforzano, quelle disonorevoli prassi!!!

Certo non proprio una pagina di legalità di cui andare fieri, per fortuna che queste rappresentano la minoranza nel Paese…

"Striscia la Notizia": Stefania, tu che vieni qui a Campobello di Mazara ricorda che non tutti i siciliani sono mafiosi e non tutti i mafiosi sono siciliani!!!

Ho visto in Tv quanto accaduto all’inviata di “Striscia La Notizia”, Stefania Petix e a quel suo bassotto e allora mi sono ricordato di un post scritto nel 2019 che ora mi permetto di riproporre http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/05/tu-che-vieni-qui-contemplare-ricorda.html 

Per cui, come non mi ha fatto alcuna impressione vedere – dopo troppi giorni – quell’esiguo corteo promosso contro la mafia (è evidente che è stato organizzato a seguito delle  intense sollecitazioni da parte dei familiari delle vittime e dalle numerose insistenze dei media…), così non mi ha turbato (a esclusione dell’oltraggio compiuto dal signore col motorino…) quanto accaduto durante la sua richiesta di “Selfie” in quella cittadina… 
Tra l’altro mi permetto di consigliare alla giornalista Petix che, se proprio vuole farsi un selfie con qualcuno più coraggioso, può tranquillamente chiamare in qualunque momento il sottoscritto, permettendomi però di registrare insieme a Lei un video, nel quale mi sarà permesso di esprimere ciò che penso della mafia, ma soprattutto di quella lotta sterile compiuta dallo Stato e da molti suoi uomini istituzionali, che si ricordano di essa, soltanto nelle giornata in ricordo delle vittime…
Vorrei tra l’altro descrivere meglio quest’ultimo concetto e per farlo ripropongo quanto ho vissuto in qualità di delegato di una associazione di legalità, in Calabria nel 2017, durante una marcia contro la ‘ndrangheta: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2017/03/si-locri-per-un-giorno-libera-e-dopo.html
Oggi a distanza di quegli anni, risento le stesse frasi ed allora mi chiedo: cosa è cambiato???
Ah… si… è stato preso il boss di cosa nostra, Matteo Messina Denaro (ok, va be, crediamo alla favola…) ed allora, dopo questo arresto cos’è cambiato in Sicilia???  Non esiste più la mafia??? Il controllo del territorio è passato finalmente nelle mani dello Stato e quindi dei cittadini??? Debbo quindi pensare che le migliaia e migliaia di uomini e donne delle nostre forze dell’ordine, verranno destinate ad altre mansioni o soltanto alla lotta di corrotti e corruttori???
Ma per favore, invece di perdere tempo a fare selfie del caz…, perché non si utilizza quella trasmissione per compiere azioni concrete o quantomeno far comprendere a tutti come mettere in pratica soluzioni definitive che garantirebbero a tutti i cittadini, serenità e sicurezza, condizioni quest’ultime che sappiamo bene sono sempre mancate in quell’isola, forse perché qualcuno – volontariamente – non vuole richiamare alla memoria, che la mafia allo Stato, ha sempre fatto comodo!!!
Ed allora, cara Stefania, facciamocelo pure questo selfie, quantomeno con l’auspicio che da ora in poi, qualcosa possa cambiare!!! 

Come riuscire a combattere la mafia, quando i cittadini dimostrano d'aver ancora paura di essa!!!

Sì… il boss è stato arrestato, ma per le strade e le piazze non si festeggia la vittoria dello Stato, no… la maggior parte dei cittadini preferisce non scendere a manifestare quell’asserzione di forza, ma restano chiusi in casa, evidenziando per l’ennesima volta, viltà ed omertà dinnanzi alla mafia!!!

Difatti, la paura di essa e quella pochezza d’animo, evidenzia quanto ancora sia difficile partecipare ad azioni pubbliche contro la criminalità organizzata… 

Perché la verità è che la mafia esercita purtroppo ancora oggi una forte influenza nella società, in particolare in quei territori dell’entroterra, dove intimidazioni e minacce limitano tutti coloro che provano ad opporsi ad essa. 

Ecco perché – lo stiamo vedendo proprio in questi giorni in tv – la cultura dell’omertà rende difficile alle persone parlare apertamente di quella associazione elle attività criminali, parlare male di quei suoi affiliati (soprattutto se vicini di casa) e soprattutto denunciare gli abusi o i fatti di cui si venuti a conoscenza.

Certo, dobbiamo sempre ricordare come in molti in questo Paese abbiano superato la paura e lottato contro quella criminalità organizzata, non parlo solo delle vittime, ma anche dei loro familiari, di quelle associazioni di legalità, di quei gruppi gruppi di cittadini che organizzati lavorano per promuovere ogni giorno il diritto e per combattere la criminalità organizzata, perché unendo le forze che si può aumentare l’impatto delle azioni.

Sappiamo bene come in molti hanno denunciato la criminalità organizzata, vi sono anche i pentiti, certo avremmo preferito che quest’ultimi avessero compiuto quel gesto di ravvedimento quando ancora non erano stati arrestati… ma non si può dire che non sia grazie al loro contribuito che molte vicende di quelle organizzazioni criminali siano crollate grazie alle loro dichiarazioni…

E’ importante sempre e comunque che le autorità garantiscano la sicurezza e la protezione per coloro che denunciano le attività illegali e che tutta la società civile li supporti e l’incoraggi, perché attraverso questa simbiosi, questa unione che si può promuovere una cultura della legalità, iniziando e promuovendo una maggiore educazione e sensibilizzazione sui temi della legalità, dell’integrità e dell’anticorruzione, perché solo così si può aiutare a creare una maggiore consapevolezza e a promuovere una cultura della legalità.

Inoltre è necessario alimentare il contrasto dello Stato e per far ciò bisogna: rafforzare le istituzioni responsabili dell’applicazione della legge e della giustizia, come gli organi di polizia, i tribunali e la magistratura, solo così si può aiutare a garantire che la legge sia applicata in modo equo e che i colpevoli vengano puniti.

C’è bisogno infine di trasparenza e responsabilità: promuovere le istituzioni e le imprese può aiutare a garantire che le decisioni vengano prese in modo equo e che i responsabili siano tenuti a rendere conto delle loro azioni.

Solo e soltanto così ci potrà essere una maggiore partecipazione di tutti, in particolare della società civile che è proprio quella che da sempre (a esclusione di pochi momenti significativi ) è venuta a mancare, anche purtroppo, in quest’ultima circostanza!!!

La legalità raccontata in un foglio di carta…

Non ricordo dove ho trovato questa foto sul web, ma era così bella che l’avevo conservata nel mio portatile… 
Difatti in poche parole, questi ragazzi di una scuola secondaria, sono stati capaci di descrivere attraverso un foglio di carta, il rapporto che intreccia legalità e ambiente circostante…
Si parla di rispetto delle regole, diritti e doveri, educazione e istruzione, bene e male, ciò che è giusto fare da ciò che non lo è…
Si parla in quel foglio anche di compromessi, già… senza saperlo quei ragazzi hanno toccato un punto dolente della nostra società che coinvolge gran parte della nostra economia sommersa, sia pubblica che privata e che vede coinvolta quell’area “grigia” costituita da professionisti, imprenditori funzionari, dirigenti, etc… una complicità che attraverso collaudati raggiri, porta a ciascuno di essi, notevoli ritorni economici…
Quest’ultimi infatti sono interlocutori capaci di condizionare le scelte delle amministrazioni locali e accedere a quelle che costituiscono di fatto le risorse pubbliche, una miniera finanziaria che permette a quella struttura “illegale” di crescere e diventare anti-Stato, senza mai sfidarlo apertamente, ma infiltrandosi in quelle fessure vitali…

La diffusione dell’illegalità è ormai globale e punta da tempo a una nuova metodologia silenziosa, la stessa che le ha permesso di accrescere e condizionare il proprio territorio, ma anche di estendere le proprie mira in altri settori produttivi e ricchi del paese…

Quella subdola strategia, verrà come detto, rafforzata dalle complicità di professionisti che si prodigano affinché quella struttura illegale riesca nel proprio intento e nel far ciò, sfruttano quel bagaglio di conoscenze e di contatti che si estendono a tutti i livelli, questi infatti  permettono di acquisire e controllare, direttamente e/o indirettamente, tutti quei settori i cui ambiti determinano chi debba ottenere quelle posizioni rilevanti nel sistema welfare locale, per poter condizionare le scelte delle Amministrazioni locali.
La legalità è una bella parola, costituita secondo quei giovani discenti da solidarietà e amore, ma purtroppo sono in molti tra gli adulti a pensarla diversamente o quantomeno a percepirla come un  ostacolo, già a tutte quelle loro illegali azioni quotidiane!!!
Speriamo quindi che quei ragazzi crescendo conservino dentro di loro questa parola, provando ad affrontare con coraggio, non solo la vita difficile che li aspetta, ma anche quella dei loro coetanei!!!

Niente più bonus, detrazioni e agevolazioni fiscali alle imprese che evadono o che pagano il pizzo!!!

Se lo Stato volesse realmente contrastare l’illegalità ed il malaffare presente nel paese, sì…  come fosse un pugile che fa valere il proprio peso “massimo”, dovrebbe iniziare a cambiare metodologie, applicare regole ferree, senza più non continuare per come sta facendo e cioè mettendo in campo quella forza irrisoria, paragonabile ad un peso piuma… 

Serve una legge che renda sconveniente la connivenza, una norma che inibisca l’accesso ai bonus fiscali agli imprenditori che pagano le estorsioni e soprattutto non denunciano perché conniventi direttamente o indirettamente con quelle associazioni mafiose.

E’ corretto quanto espresso dall’associazione “Addiopizzo” che proprio nel giorno dell’anniversario della pubblicazione della lettera dell’imprenditore Libero Grassi (vittima della mafia per avere detto no alle estorsioni), fa un appello al Parlamento. 

Sono passati ben 32 anni dalla “Lettera al Caro estorsore” di Libero Grassi (pubblicata il 10 gennaio del 1991 sulle pagine del Giornale di Sicilia), un periodo vergognosamente troppo lungo per non prendere ancora una posizione chiara, che conduca in maniera definitiva alla fine di quel mondo sommerso ed estorsivo. 

Riporta correttamente “Addiopizzo”: “Il tempo impone un’analisi sulla lotta al racket delle estorsioni, sui passi in avanti compiuti e su quanto invece ancora deve essere fatto. Sebbene ci sia ancora chi continua a pagare, va evidenziato che oggi la scelta di opporsi alle estorsioni è possibile e non ha nemmeno bisogno del clamore mediatico a cui fu costretto, suo malgrado, Libero Grassi”.

Certo, non tutti la vedono allo stesso modo, anzi c’è chi mette le mani avanti sul pagare il racket (o su chi si pone nella posizione di pagare e tacere), non trovandosi per nulla d´accordo con chi per l’appunto propone di colpire penalmente chi è vittima delle estorsioni e/o sceglie quindi la linea del silenzio, spesso per paura, andando incontro così all’accusa di favoreggiamento.

Secondo alcuni giuristi, il pagamento del pizzo in condizioni di intimidazione non può configurarsi come reato, negare può costituire favoreggiamento, non perché si paga, ma perché non si informano i magistrati sull’estorsione subita. 

In ogni caso è corretto non prendere decisioni approssimative in particolare quando promosse da pregiudiziali sociologiche o ideologiche astratte del tipo: quelli che pagano sono tutti vittime o quelli che pagano sono tutti collusi!!!

È necessario quantomeno sotto un profilo giudiziario distinguere attentamente ogni caso in base a concrete circostanze e al contesto in cui esse si manifestano, anche se comprendo quanto sia difficile distinguere quelle situazioni di ambiguità, tra chi in un primo tempo è vittima e in un momento successivo connivente.

Certamente va ricordato come a seguito del periodo di lock-down a causa della pandemia, le mafie abbiano sostituito quel metodo coercitivo con un nuovo trend; sì… hanno acquistato direttamente tutte quelle imprese in difficoltà e così da alcuni anni la richiesta del pizzo ha ceduto il passo all’acquisizione dei bilanci di esercizio per aggiudicarsi parte dei guadagni; il fine ultimo delle organizzazioni non è più quindi commettere reati, ma ottenere vantaggi economici!!!

Serve quindi a poco invitare imprenditori e commercianti a non pagare, bisogna viceversa definire nuove strategie d’interventi, passando da “futili e  idealizzati” propositivi, ad azioni concrete di prevenzione, ma soprattutto di “rimozione”, con riferimento particolare a tutte queste ultime società improvvisamente rinnovate.

E’ soltanto attraverso l’uso di specifiche funzione di monitoraggio di quelle attività che si potrà colmare il divario in corso tra lo Stato e quelle società “mafiose”; e così, mentre la magistratura proverà a debellare il malaffare in corso ed eliminare dal circuito di mercato quelle imprese, lo Stato potrà viceversa provare a sostenere quelle imprese (ancora operative se pur tra mille difficoltà) “regolari”, sia in termini di sicurezza, che di bonus, detrazioni ed agevolazioni fiscali!!!

Certuni… "si meritassuru a testa scippata"!!!

Ritengo che non vi sono più giustificazioni sul piano istituzionale, sociale e civile, di fronte alle continue attività giudiziarie e alle abituali inchieste da parte della magistratura e organi di polizia, su collusioni e corruzioni di pubblici funzionari, politici e imprenditori svenduti a quelle organizzazioni criminali…
Ciascuno di loro – con approcci e livelli di coinvolgimento diverso – si è prestato e ahimè continua ancora oggi a prestarsi a compiere tutta una serie di azioni illegali, pur di beneficiare di quei vantaggi personali e/o societari, a scapito di quella parte ancora onesta della collettività.
In quel calderone vi si ritrovano in molti, sono individui che hanno venduto la propria dignità per qualche euro da mettere in tasca, ricevuto solitamente all’interno di una bustarella.
Viceversa, la presenza di quelle associazioni criminali celate all’interno di molte imprese (la maggior parte di questa tra l’altro ben conosciute dalle Procure nazionali, ma incredibilmente ancora operanti nel mercato…) ha quale fine strategico quello di penetrare in maniera legale in tutte quelle attività imprenditoriali, che vanno dai pubblici esercizi alla gestione degli appalti.

Si tratta certamente di un metodologia migliorata ( in questi ultimi vent’anni) che si è dimostrata flessibile e che combina soggetti professionisti con individui dalle consistenti potenzialità finanziarie, determinando di fatto, un accrescimento sia della qualità teorica che della quantità economica.

Difatti, possiamo affermare di come si sia sviluppato negli anni, un patrimonio di conoscenze che ha portato a indirizzare al meglio il proprio “lavoro”, sia dal punto di vista territoriale, che a livello nazionale… di una continua spinta e capacità espansiva, nonostante – va detto – le dure sconfitte subite e il deciso contrasto compiuto da parte dello Stato!!!

Ma nonostante le batoste ricevute – che come si è visto, hanno provocato negli anni, periodi di ripiegamento, anche dal punto di vista sociale, tenendo conto dei cicli a volte intensi di ostilità e rifiuto compiuti dalle fasce più giovani del Paese – purtroppo, i meccanismi d’infezione, frutto di quelle collaudate debolezze morali di molti miei connazionali, ha determinato l’evolversi di un processo di colonizzazione o per meglio dire di conquista da parte di quelle organizzazioni illegali e mafiose, dissimulate ora all’interno di cosiddette società “regolari“, che attraverso i mezzi finanziari a loro disposizione, provano a impossessarsi di quel territorio su cui operano, promuovendo tra l’altro azioni d’accrescimento per quanto concerne il consenso sociale, incentivo adoperato al fine di mascherare il reale controllo monopolistico, ma soprattutto, la gestione di quella propria attività economica attraverso anche l’inserimento in società concorrenti, il tutto (ahimè) favorito da quegli apparati della politica corrotta e all’assoggettamento di collusi dirigenti e funzionari delle amministrazioni e/o dei servizi pubblici… 

Osservando quindi il potere attualmente in mano a quei soggetti, alle loro organizzazioni societarie, ai referenti celati (appartenenti alla criminalità organizzata), si comprende senza alcun dubbio quanto noi tutti siamo oggi come quel Davide dinnanzi all’imponente Golia e quindi per resistergli e sopravvivere, dobbiamo iniziare a pensare di combatterlo, salvando ciò che ancora resta della nostra libertà e dignità, ma soprattutto per quel po’ che resta dei valori di democrazia.

Ecco perché penso che vi è soltanto un modo per fare pulizia: sì…. bisognerebbe fare come nella foto in allegato: scippargli la testa a tutti!!!

Reddito di cittadinanza in cambio di un lavoro!!!

Finalmente dal reddito di cittadinanza sparisce l’offerta di lavoro “congrua”, ma non solo, il sussidio non viene più concesso ai giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni che non hanno finito le scuole. 

Gli emendamenti in commissione sulla Legge di Bilancio 2023 disegnano il quadro del nuovo aiuto. L’emendamento riformulato a firma di Maurizio Lupi (Noi Moderati) sopprime la parola “congrua” dal testo della norma, che attualmente prevede che i beneficiari del reddito decadano dal beneficio qualora non accettino la prima offerta di lavoro congrua. Si reputa “congrua” l’offerta che considera le esperienze e competenze maturate e anche la distanza del luogo di lavoro dal domicilio e tempi di trasferimento. Ovvero entro 80 chilometri e raggiungibile in 100 minuti con mezzi di trasporto pubblici.

Il reddito di cittadinanza non può essere utilizzato quale baratto di voti, non è giusto, non è corretto e non soprattutto non è dignitoso per l’individuo, anche perché nulla centra con il sostegno per i più indigenti, ai quali il reddito continuerà ad essere dato, ma bensì a tutti coloro che in questi anni si sono adagiati a non lavorare o a lavorare a nero, avendo garantito dallo Stato uno stipendio certo!!!

Eguale considerazione deve essere fatta per la congruità che è un concetto fondamentale per tutelare la dignità del lavoro e di tutti quegli imprenditori che non riescono a trovare forza lavoro proprio a causa del reddito… 

In un mio precedente post ho scritto come la maggior parte di coloro che risultano iscritti negli uffici di collocamento rifiutino di fatto le offerte di lavoro ed in questo, proprio quegli uffici, risultano del tutto inutili nel fare da collegamento tra chi cerca lavoro e chi viceversa lo offre…

Vi assicuro tra l’altro che non si tratta di ricevere una somma adeguata al proprio livello di competenza o neppure la certezza di un contratto a tempo indeterminato, perché in entrambi i casi, queste offerte vengono solitamente rifiutate!!! 

Ora finalmente che è stata approvata la modifica alla proposta di lavoro e cioè che potrà essere localizzata in qualunque zona del territorio nazionale, diventerà alquanto difficile rifiutarla, altrimenti chi non la accetta si vedrà annullare il sussidio, e vderete che tra un po’, quei percettori si assottiglieranno… 

E’ finito il tempo di non lavorare, mentre chi non riesce a trovare un lavoro avrà ancora sette mesi per procurarselo… 

Corretta viceversa l’incentivazione concessa alle imprese che assumono dal primo gennaio al 31 dicembre con contratto a tempo indeterminato i beneficiari di quel Reddito di cittadinanza, è stata aumentata da 6mila e 8mila euro la soglia massima per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali!!!

Il controllo del territorio passa innanzitutto nel dare prospettive di lavoro ed un futuro certo, ai giovani disagiati di questo nostro paese!!!

Quante chiacchiere sento dai nostri politici, da una parte delle nostre istituzioni, da quanti dovrebbero contribuire a realizzare quelle indispensabili modifiche legislative, ma credetemi, non lo dico per fare la solita critica sterile a chi non prova mai a cambiare, no… quanto desidero esprimere è dentro me e rappresenta il profondo disagio di chi non vede alcun mutamento delle condizioni sociali, in particolare per quei luoghi a rischio, dove la criminalità organizzata trova i suoi più giovani seguaci…
Lo Stato contro la mafia“!!! Già… ma qual é l’offerta di entrambi ai nostri ragazzi, parlo di quelli che vivono in quei quartieri disagiati a modello “Gomorra”, cosa propone l’una e cosa l’altra, quale prospettiva viene data loro e quale scelta faranno nel decidere il proprio futuro???

Ecco pensando a quanto sopra, mi vorrei ricollegare a un noto dialogo tra il boss Pietro Aglieri e il giudice Alfonso Sabella; quest’ultimo infatti, durante un interrogatorio aveva provato a convincere il boss a collaborare con la giustizia; ma ecco che egli nel rifiutare quell’offerta, offre al magistrato una spiegazione su quanto accade in quei luoghi, che ci fa comprendere il perché di certe decisioni o di talune scelte che dir si vuole: “Vede dottore, quando voi venite nelle nostre scuole a parlare di legalità, di giustizia, di rispetto delle regole, di civile convivenza, i nostri ragazzi vi ascoltano e vi seguono. Ma quando quegli stessi ragazzi diventano maggiorenni e cercano un lavoro, una casa, una assistenza economica, sanitaria, a chi trovano??? A voi o a noi? Dottore, la verità…??? Trovano a noi, e solo a noi!!! Lei… si Lei che è come me siciliano, lo sa bene che è così… Mi dica quindi, cosa collaboro a fare allora???  Per fare arrestare qualche padre di famiglia o per farvi trovare qualche pistola arrugginita??? Cosa potrebbe cambiare se vi dicessi quello che volete sapere di me???”.

Il problema difatti è questo, ma ahimè rappresenta anche ciò che non si vuol cambiare, perché come ho scritto più volte in questo mio blog, la mafia fa comodo a molti, troppi, già… a tutti coloro che grazie ad essa “campano” e non mi riferisco ai suoi affiliati, no… parlo di coloro che dichiarano di contrastarla e di quanti viceversa professionalmente si nutrono di essa!!!

Ecco perché il controllo del territorio è demandato a quell’associazione criminale, in quanto senza la mafia non ci sarebbero dall’altra parte loro, migliaia e migliaia d’individui e professionisti, che ogni mese – con la scusa del contrasto – percepiscono un congruo stipendio o parcella, convincendo altresì tutti noi, grazie anche alcuni media asserviti, della necessita della loro presenza, l’esserci quindi a tutti i costi per assicurarci sicurezza, legalità e soprattutto giustizia…

Ma… basterebbe semplicemente distruggere (una volta e per tutte) qualsivoglia concetto di mafia, l’idea stessa che essa possa esistere, si tratta semplicemente di mettere in pratica poche regole, incontestabili, ma soprattutto incontrovertibili e non come abbiamo visto fare in questi trent’anni dai nostri governi nazionali, dai suoi politici e ahimè anche da una parte delle Istituzioni!!!

D’altronde basti rivedere negli anni quanto accaduto, quei continui ribaltoni, accomodamenti, dibattiti, tentennamenti, che hanno di volta in volta evidenziato o quantomeno dato l’impressione di uno Stato debole, già… di uno Stato che si è piegato alle logiche del ricatto – chissà forse per evitare la divulgazione di documenti infamanti, quali potrebbero essere stati quelli della “trattativa Stato-mafia” – dimenticando, ma soprattutto offendendo, tutte quelle vittime che hanno donato la propria vita per questo ingrato Paese!!!

La mafia esiste grazie alla politica, alla massoneria, ma soprattutto al sostegno di quegli imprenditori collusi!!!

La mafia più pericolosa non è quella di strada, quella che quotidianamente conosciamo grazie a quegli affiliati che di volta in volta vengono arrestati (e poi ahimè celermente scagionati…), quelli delle piazze di spaccio, quelli delle rapine e dei furti, del pizzo quando “autorizzato”, quelli delle scommesse clandestine o quelle che si occupano di contrabbando, oppure, quelli ancora che si adoperano ogni giorno nella vendita dei prodotti contraffatti…

No, quella se pur deleteria rappresenta la mafia dei poveri, quella di livello inferiore, potremmo definirla di bassa statura…

Quella viceversa più pericolosa è quella che non si vede, quella che ha consentito ai suoi capi di sopravvivere, di rendersi latitanti per molto tempo, di difendersi dal contrasto dello Stato in particolare quando quest’ultimo ha provato seriamente a far valere la propria forza…

Ecco perché vanno ricercate in quelle proprie capacità le armi per sconfiggerla, iniziando demolendo quei rapporti consolidati con professionisti esterni, funzionari pubblici, massoni, politici e come riportavo nel titolo del post con quegli imprenditori che si sono da tempo messi a disposizione di quell’associazione, perché da lì che si veicola il denaro proveniente dalle attività illegali, lo stesso che attraverso queste attività commerciali e/o imprese, viene costantemente riciclato.

Perché il denaro la chiave di tutto, con esso si aprono tutte le porte, anche quelle che sembrano a prima vista sigillate ed è attraverso il denaro che si giunge al potere ed al controllo del territorio, questo concretizzato da rapporti esterni, in particolare mi riferisco a quelli della politica, tanto da rappresentare quest’ultimo l’anello di congiunzione, indispensabile per effettuare ogni loro business!!!

Parliamo di una “mafia 3.0”, un’associazione criminale impegnata principalmente nell’accumulazione di denaro, per poi investirlo in nuove proprietà e/o attività legali…

Ecco perché negli anni cosa-nostra ha modificato le proprie metodologie coercitive, vedasi ad esempio l’imposizione del pizzo; nel territorio in cui opera essa non ricorre più – a esclusione di quelle significanti holding e/o società – a quella odiosa tangente, ma bensì  fa in modo che quella imprenditoria, diventi con il passar del tempo socia in affari, attraverso nuovi soggetti dal pedigree limpido, direttamente o indirettamente legato a quella associazione in qualità di affiliato o anche di mero prestanome!!!

E’ finito il tempo in cui cosa-nostra era rapace e parassita, imponendo i propri diktat, ora mira ad un nuovo rapporto di collaborazione, dove i problemi vengono risolti da entrambe le parti in gioco, anzi cosa-nostra interviene con finanziamenti propri, affinché quell’attività – a prima vista “legale” – possa crescere e svilupparsi… 

Un vero e proprio sodalizio, un legame che porta profitti e che attraverso quella crescita economica, porta benefici finanziari ad entrambi le parti… 

Peraltro va ricordato come fare “impresa” non significa esclusivamente crescita e ricchezza, no… essa è iniziativa, fatica, difficoltà, sforzi, ma soprattutto sostegno, sì… nel voler aiutare la comunità creando posti di lavoro, perché quest’ultimi si sa, forniranno quel bramato consenso, che alimenterà al momento opportuno, quel necessario sostegno al politico prescelto, perché proprio su quel diffuso consenso e sulle relazioni esterne, che si basa tutta l’essenza della mafia stessa!!!

Ecco perché necessario per lo Stato recidere quei legami, altrimenti qualsivoglia scontro con quell’associazione criminale, condurrà sempre – nonostante l’esito favorevole, concreto e positivo – a vittorie parziali, mai risolutive, tali da permettere nuovamente a quei tentacoli di potersi in breve… ricostituire!!!

Ed eccoci allora nuovamente… al punto di partenza!!!

Ho come la sensazione che la capacita dello Stato di prevenire i reati, non si sia mai evoluta!!!

Non so voi, ma il sottoscritto in questi trent’anni non ha visto alcun cambiamento positivo per quanto concerne la crescita di legalità…
Nel chiarire meglio questo concetto, ho come la percezione che le azioni adottate dalle nostre Istituzioni nei confronti della criminalità organizzata, non abbiano  portato a una concreta riduzione dei reati nel nostro Paese.

Già… quel cosiddetto “contrasto” alla illegalità, non ha determinato nei fatti quel cambiamento radicale tanto desiderato, in particolare nelle coscienze dei cittadini, come d’altro canto potrei dire che le dotazioni tecnologiche poste in campo dalle forze dell’ordine, non hanno minimamente spostato in modo ragguardevole o quantomeno decisivo (a favore proprio di quest’ultimi) gli equilibri posti in campo, dimostrando che quanto utilizzato dalla struttura delinquenziale nell’esercizio delle proprie funzioni, è rimasto inalterato!!!

Viceversa mi è sembrato che con il passar degli anni, i reati siano aumentati ed abbiano coinvolto sempre più settori, anche quelli che prima venivano da quell’associazione criminale scartati; viceversa, posso affermare che vi è stata una rilevante riduzione nel contrasto alla criminalità organizzata, dove – a esclusione del periodo buio vissuto nel periodo delle stragi – ho visto affrontare (dai vari governi nazionali) in maniera certamente labile, quella necessaria intransigenza!!!

Quei fatti gravi, hanno provocato nella società civile un’atteggiamento di sfida e di dissenso, già… quel momento storico ha alimentato un’intensa energia emotiva, la stessa che è stata capace d’influenzare le decisioni del governo, obbligando quest’ultimo a un cambio di rotta, considerato peraltro l’inerzia fino ad allora adottata da tutti i governi nazionali, gli stessi che proprio sulla “giustizia” hanno evidenziato ancora oggi d’aver miseramente fallito!!!

D’altronde fateci caso, i Tg nazionali non aprono più le loro edizioni parlando di reati, di corruzione nella pubblica amministrazione, di tangenti negli appalti, di politici corrotti, nessuno più si preoccupa dei fondi esigui destinati alla sicurezza o al controllo del territorio nel nostro paese… 

Il pensiero generale è quello che: “Va bene così… d’altronde ciò che si può fare si fa, il resto… va da se”!!!

Un giovane non trova lavoro perché manca di esperienza!!! Ma non è che manca di esperienza proprio perché non trova lavoro???

Leggo spesso in molte proposte di lavoro per giovani la dicitura: …….. “con esperienza“!!!

Mi chiedo, ma come fa un giovane alle sue prime armi ad avere esperienza, se in quel mondo del lavoro deve ancora entrare???

Comprenderete come trattasi dell’ennesima “presa per il cul… “!!!

Difatti, da un lato i datori di lavoro tendono ad assumere giovani affinché le loro imprese possano godere dei benefici previsti quali ad esempio gli sgravi sui contributi previdenziali e non mi riferisco alle sole assunzioni under 36, no… perché vi sono anche altre agevolazioni, l’assunzioni di donne, gli apprendistati, le assunzioni al sud, gli over 50 anni, la sostituzione dei lavoratori prossimi al congedo, i disabili, le rioccupazione, i lavoratori provenienti da aziende in crisi, i percettori Naspi e via discorrendo…

Diciamo che se un’impresa oggi vuole realmente assumere, lo Stato mette in condizione quell’imprenditore di beneficiare di parecchie agevolazioni anche fiscali, certamente non si può avere tutto e quindi un sacrificio quel datore di lavoro deve compierlo…

In particolare la formazione è alla base di quel nuovo rapporto, l’addestramento, saper istruire il giovane ai compiti richiesti, vanno aggiunte l’insieme di misure, provvedimenti, valutazioni e monitoraggi che bisogna mettere in atto per i compiti assegnati, questi debbono rappresentare concetti prioritari, aggiungerei  fondamentali… ancor prima che qualsivoglia lavoratore inizi il suo nuovo incarico. 

Non si può pensare di mandare un neo assunto allo sbaraglio, peraltro è quanto solitamente accade, dimenticando che per quel giovane, quello ora in atto, rappresenta la sua prima esperienza…

Egli infatti, passa da una condizione che definirei “protetta” qual era fino a pochi giorni prima la propria casa, la scuola, il cortile, ad un contesto nuovo, pieno di insidie e rischi…

Bisogna concedere quindi del tempo, d’altronde avendo questi poca familiarità con il luogo di lavoro, non possiede – per come si vorrebbe – quella necessaria esperienza, ma non solo, egli, proprio per quella sua tenera età, affronta quelle mansioni con incoscienza, l’età infatti lo porta a non prendere sufficientemente sul serio i rischi che da lì a poco potrebbe affrontare…

E’ stato dimostrato infatti che i giovani tra i 18 e i 24 anni hanno almeno il 50% di probabilità in più di subire un infortunio sul lavoro, proprio perché sono più vulnerabili e non si tratta di renderli semplicemente edotti o consapevoli sui compiti assegnati, oppure di rispettare i doveri posti in bakeka, no… si tratta d’impegnare e trasformare quei fanciulli inesperti, in uomini e donne responsabili. 

Perché proprio l’immaturità a costituire il loro più grande handicap, non solo dal punto di vista fisico, ma soprattutto psicologico; la mancanza di competenze, la non conoscenza degli obblighi previsti o le responsabilità nei confronti di terzi, cui va aggiunta il più delle volte una mancanza di iniziativa di fronte ad un’emergenza, ad un problema, come anche il doversi confrontare con gli altri colleghi…

Quanto sopra rappresentano vere e proprie insidie, vulnerabilità che vengono il più delle volte  sottovalutate dalla maggior parte dei datori di lavoro, in quanto essi – per loro natura – mirano essenzialmente alla “produzione” o come solitamente accade, non essendo di fatto i reali interpreti di quel ruolo, ma lo sono soltanto nel diritto, in quanto rappresentando nella sostanza, quell’abituale figura di prestanome, che non ha in se alcuna capacità imprenditoriale e ancor meno culturale per esercitare quel ruolo e difatti sono proprio questi i motivi che portano a quelle palesi vulnerabilità alle quali solitamente non riescono a fornire appropriate soluzioni, che ripeto sono rappresentate dalla formazione, dalla supervisione e soprattutto dall’addestramento!!!
Cercasi giovani con esperienze”: sì… ma dove sono???

Le leggi valgono ovunque, ma stranamente non in Sicilia!!!

Ai sensi della l.r. n. 18 del 18/10/2018 i parlamentari regionali e gli amministratori locali hanno l’obbligo di dichiarare l’eventuale iscrizione ad una loggia massonica o “ad associazioni similari”.  

Obbligo dichiarativo dei deputati dell’Assemblea regionale siciliana, dei componenti della Giunta regionale e degli amministratori locali

Entro quarantacinque giorni dall’insediamento, i deputati dell’Assemblea regionale siciliana, il Presidente della Regione e i componenti della Giunta regionale che siano deputati nonché i sindaci, gli assessori comunali ed i consiglieri comunali e circoscrizionali sono tenuti a depositare, rispettivamente presso l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea regionale siciliana e presso l’ufficio di Gabinetto del sindaco, una dichiarazione anche negativa sull’eventuale appartenenza a qualunque titolo ad associazioni massoniche o similari che creino vincoli gerarchici, solidaristici e di obbedienza, qualora tale condizione sussista, precisandone la denominazione.

Entro quarantacinque giorni dall’insediamento, i componenti della Giunta regionale che non siano deputati sono tenuti a depositare la dichiarazione di cui al comma 1 presso la Segreteria generale della Presidenza della Regione.

Beh… quanto sopra vale ovunque ma non nella nostra regione, infatti il commissario di Stato ha bloccato l’applicazione della legge regionale di cui sopra, che impone ai parlamentari, sindaci e consiglieri comunali di dichiarare l’eventuale appartenenza alla massoneria!!!

E così nessuno di loro dovrà dichiarare l’appartenenza a quelle logge, le stesse alle quali di fatto sono sottomessi, esercitando così quanto viene loro imposto da quel potere occulto, certamente a scapito del proprio ruolo svolto all’interno delle nostre istituzioni!!!

Già… in Sicilia è come vivere in uno “Stato” dentro lo Stato!!! 

Uno Stato che isola e non sostiene i magistrati coraggiosi, è un potere istituzionale "complice" che di fatto legittima le mafie ed i loro interessi!!!

Sembra incredibile ma è così… lo Stato invece di difendere quei magistrati che si espongono in prima linea, li isola e soprattutto di delegittima!!!

E’ sempre stato così, non c’è bisogno che vi faccia l’elenco di chi è morto per nome della legge… l’elenco è lunghissimo e le complicità sono altrettanto numerose!!!  

Ed allora ecco che grazie a quelle mancate azioni, la mafia e tutte le altre organizzazioni criminali si sono via via riorganizzate estendendo i loro rami tentacolari in tutta la penisola…

Non parliamo delle leggi blande messe in campo e di una mancata professionalità per non dire specializzazione nel comprendere quali evoluzioni stavano per compiere quei suoi affiliati, che a differenza del periodo corleonese non spara più, ma i suoi affari sono cresciuti a dismisura e si sono infiltrati nella parte sana della società civile…

IL giro di denaro è cresciuto e la pandemia da covid ha permesso di alimentare la compravendita di ciò che prima non si poteva comprare, in particolare quelle società commerciali e imprese che nessuno pensava mai di vendere…

A tutto ciò si somma una parte di cittadini, preferibilmente all’interno dei settori pubblici, inclini a farsi corrompere; dirigenti, funzionari, ma anche semplici impiegati di quel pubblico servizio, che per pochi euro si svende per pilotare gli appalti o viceversa non controlla per come si dovrebbe!!!

Della politica non ne parliamo… essi non si occupano di contrastare niente e nulla, d’altronde molti di essi godono dei voti procurati da quelle associazioni criminali e quindi perché occuparsene…

Ha detto bene alcuni giorni fa il giudice Gratteri puntando il dito contro il recente governo Draghi, colpevole a suo dire, di aver dato forma a riforme pericolose che certamente non aiutano la giustizia: “L’hanno definito il ‘governo dei migliori’ ma ha solo fatto disastri sul piano del contrasto alle mafie e alla criminalità organizzata e sul piano delle riforme che l’Europa ha chiesto”. Ad esempio aggiunge: “L’improcedibilità, votata da tutti i partiti, tranne da chi era all’opposizione (Fratelli d’Italia) è terribile,  perché cancella anni di processi. Poi va sommato il tentativo di riforma dell’ergastolo ostativo ed il bavaglio alla stampa inserito all’interno della “presunzione di innocenza”. “I cittadini hanno diritto ad essere informati, ma non potranno più conoscere, né sapere i fatti di un’operazione di polizia. E così tutto diventa difficile. Ma la grande stampa non ha protestato, ciò significa che questa situazione sta bene a molti”.

Aggiungerei: in particolare proprio a loro!!! D’altronde basti osservare a chi appartengono quelle testate…

Le forniture sono alle stelle e le imprese non sanno più come portare avanti gli appalti aggiudicati!!!

Siamo giunti alla frutta… 

Il caro materiali, la mancanza di forniture, il prezzo dei prodotti petroliferi triplicatisi, stanno mettendo in ginocchio la maggior parte delle nostre imprese che non riescono più ad andare avanti con gli appalti in corso!!!

Sì va detto, il governo ha stanziato 10 miliardi per tamponare la crisi, ma per continuare a realizzare gli investimenti programmati ne servono almeno 50 e certamente non potranno essere prelevati – per come qualcuno fortemente desidera – dai fondi del Recovery… 

Ormai quasi tutte le imprese hanno preferito abbandonare la partecipazione alle gare per gli appalti pubblici, la maggior parte di esse vanno deserte e non solo nei Comuni, ma il momento sta colpendo anche tutte quelle opere infrastrutturali che vanno dalle ferrovie alle autostrade, per passare agli impianti tecnologici, etc… 

D’altronde, la maggior parte dei “prezzari” sono fortemente ridotti rispetto alla economia reale di quasi un terzo e se a questa condizione, si applica l’eventuale ribasso da applicare, non si comprende come facciano talune imprese a realizzare quelle opere in perfetta regola d’arte!!!

C’è poi chi in questi mesi si era pure aggiudicato un appalto ed ora rifiuta di firmare a causa di quanto sopra, d’altronde andrebbero come dargli torto, andrebbero subito in perdita ancor prima d’iniziare i lavori… 

Non ne usciamo, non certo nel breve, l’incertezza di una guerra giunta quasi a cento giorni, si è protratta più di quanto ci si aspettava ed ancora nessuno ne conosce i futuri esiti, beh, in questo clima di indeterminatezza, sono pochi gli imprenditori che pensano di dover affrontare i rischi di un certo fallimento!!!

La verità infatti è che nessuno, dal governo alle regioni, sanno come poter intervenire, tutti si preoccupano nel voler ricevere i fondi, in particolare la nostra burocrazia, che vede migliaia di dipendenti pubblici a breve, se continuerà questo stato di fatto, non percepire più nemmeno un euro, d’altronde se le difficoltà continueranno ad aumenteranno, ditemi, dove troverà lo Stato i soldi per far fronte a tutti quei suoi casermoni???

Una cosa è certa, nessuno racconta delle chiusure che ogni giorno si stanno registrando presso le Camere di Commercio, non si vuole creare il panico nella società civile, ma oggi la situazione è questa ed è ancor peggio di quanto abbiamo superato con la pandemia da Covid-19, ma quantomeno, mentre in quella circostanza, tra malati e ahimè vittime, una cura (provvisoria) si è riuscita a trovare, qui viceversa, in questa particolare situazione, non esiste alcun forma di salvaguardia per il nostro Paese, ne politica e ancor meno economica, che ci potrà permettere di riuscire a sopravvivere da questo totale dissesto finanziario da cui non usciremo in maniera celere!!!

Controlli inefficaci sul territorio??? Ecco quantomeno una soluzione!!!

Mi ero ripromesso di scrivere un post a riguardo…

Ed allora eccomi qui a suggerire una soluzione che potrebbe in maniera semplice essere adottata, se soltanto il nostro governo nazionale e di conseguenza le istituzioni poste a quei controlli, decidessero d’iniziare in maniera seria e soprattutto estesa, quelle opportune verifiche sul territorio che porterebbero in pochi mesi a far emergere tutta una serie di contraddizioni, tra illegalità e raggiri compiuti ai danni dello Stato!!!

La mia idea prende spunto da un’esperienza vissuta in Ucraina, in particolare ad Odessa, ma quanto sto per descrivere posso garantirvi avveniva ad ogni angolo di quella nazione: l’iniziativa messa in atto in quel Paese come soluzione pratica al controllo del territorio, era di posizionare nei punti strategici della città, in particolare quelli d’ingresso e di uscita, tutta una serie di postazioni di polizia, ma invece di usare le forze dell’ordine già abbastanza impegnate, utilizzavano i militari..

Ogni squadra era costituita da 5 elementi, tra cui due soggetti posti sul veicolo militare su cui era stata posizionata una mitragliatrice pesante a copertura dei tre militari posti a terra, anch’essi armati e con mitragliatori leggeri, i quali procedevano a fermare quelle particolari auto su cui credevano potessero viaggiare soggetti poco raccomandabili o quantomeno da controllare (non certo il vecchietto o la bella ragazza…).

Ecco quel particolare sistema potrebbe essere utilizzato da noi; tutto il sistema di controllo inizia sin dal momento del fermo, con la verifica dei documenti d’identità e della patente del guidatore, si passa poi alla regolarità assicurativa e di revisione del mezzo, ma soprattutto ciò che conta appurare è l’attestazione che autorizza quella persona fermata all’uso di quel mezzo, cioè quest’ultima deve dimostrare di essere il proprietario, il legale rappresentante, un delegato e/o dipendente, un agente/rappresentante di commercio o anche un semplice cittadino che ha deciso di noleggiare quel mezzo: il controllo verrà eseguito on line e comprenderà l’inserimento in un database non solo di quell’autista, ma anche di tutti gli eventuali occupanti l’auto, quanto compiuto servirà successivamente per poter incrociare questi dati registrati, con eventuali provvedimenti che potrebbero essere successivamente disposti dalle autorità giudiziarie… 

Va precisato altresì che se durante quei controlli l’autista di quell’auto dimostrasse di non aver alcun legame con la proprietà della stessa, ecco che si interverrebbe immediatamente con il sequestro del mezzo, in attesa che il reale proprietario si presenti presso gli uffici di competenza, per spiegare in maniera inequivoca, i  motivi che hanno portato a concederne l’uso di quell’auto ad un soggetto terzo.

Difatti, basterebbe bloccare la maggior parte delle auto di grossa cilindrata che in questo giorni circolano nella nostra città, per scoprire come queste siano in mano a soggetti estranei, tra l’altro sono certo che la maggior parte di essi risulteranno essere nullatenenti, possibilmente disoccupati e ritengo di poter aver un alta probabilità d’indovinare, se dichiaro che questi soggetti percepiscono anche il “reddito di cittadinanza“!!!

Viene infatti spontaneo chiedersi: come fa un soggetto come questo (ovviamente la circostanza vale anche se fosse una donna al volante…) a guidare un auto da oltre 50/100.000 euro??? Ed ancora, perché è stato concesso ad egli quell’uso e da chi??? Ipotizzando che quei controlli fossero compiuti in maniera accurata e costante, diventa agevole costatare quando quell’auto viene nuovamente riutilizzata da quello stesso soggetto o da un suo familiare!!!

Per cui, le ipotesi che restano è che egli possa essere di fatto il reale proprietario di quell’auto ed altri invece, se pur registrati ufficialmente nei camerali, siano esclusivamente delle teste di legno, come viceversa, può risultare che essi siano per c/ di quelle società dei semplici prestanome, a cui è data la possibilità (quasi fosse un contentino) di poter viaggiare saltuariamente su quella auto di lusso… 

Naturalmente grazie a quei controlli si potrebbe anche verificare se quei soggetti siano più o meno legati ad una associazione criminale e quindi proprio attraverso quell’auto, gli organi di polizia tributaria potranno procedere alla verificare in maniera diretta della contabilità societaria, analizzando in quali modi quell’auto o il parco macchine sia stato acquistato, se il bilancio ne permetteva l’acquisizione o se viceversa la cassa in quel preciso momento fosse in rosso e quindi non ne permetteva l’acquisto, portando quindi quegli ispettori a dover concludere che l’acquisto era stato realizzato grazie ad una contabilità extra in nero del tutto parallela.

Resta infine per correttezza da comunicare che chiunque può in maniera legale comprarsi l’auto che più desidera e che si può permettere; il post d’altronde non è realizzato per chi dimostra di aver una propria agiatezza o delle risorse personali/familiari chiare e ben evidenziate, bensì l’analisi compiuta sopra fa esclusivamente riferimento a coloro che non possono dimostrare di avere alcuna capacità economica, ma che attraverso espedienti illegali, di malaffare, corruzione ed evasione, manifestano palesemente “a mo’ di sfottò”, quanto sono stati in grado di compiere, grazie a questo Stato che glielo ha semplicemente permesso…

Peppino Impastato e Aldo Moro: entrambi assassinati per colpa di uno Stato coluso!!!

Desidero commemorare un giorno prima della loro tragica scomparsa, Peppino Impastato e il Presidente Aldo Moro e nel farlo ripropongo quanto avevo a suo tempo scritto in un post, intitolato “Aldo Moro e Peppino Impastato: entrambi assassinati da uno Stato assente!!!http://nicola-costanzo.blogspot.com/2020/05/aldo-moro-e-peppino-impastato-entrambi.html

Domani proverò ad evidenziare come in quel particolare periodo, lo Stato ma ancor più alcuni suoi referenti, si sono dimostrati essere collusi con un sistema trasversale, mafioso e soprattutto illegale, che prediligeva di fatto che tutto restasse così com’era e soprattutto che nessuno provasse a cambiarlo…

Ecco perché questi due uomini furono uccisi, perché ciascuno stava combattendo una battaglia per la legalità che non doveva essere intrapresa, una per ripulire lo Stato da quel marciume politico/economico/finanziario, l’altro per contrastare la mafia che già stava controllando l’intera regione e puntava diretta a sedersi a Roma…  

Questa è la storia del nostro Paese e se qualcuno pensa che con gli anni siamo migliorati è un folle, perché la verità è che nulla sia cambiato d’allora e tutto – basta osservare quanto sta accadendo proprio in questi giorni di programmazione alle prossime elezioni – è rimasto inalterato!!! 

Altro che Covid-19, altro che guerra in corso, qui il rischio è quello di non vedere mai una via d’uscita, eppure basterebbe semplicemente andare oltre quei quei 100 passi!!!      

Il peso "piuma" dello Stato in Sicilia…

Già… il messaggio che si è provato a far passare in questi ultimi anni – in particolare nella mia regione Sicilia – è stato quello d’aver messo in moto un cambiamento morale che è riuscito, in ciascuna sua occasione, ad affrontare aspetti sociali, politici, culturali ed economici, per avversare in pieno quanto viceversa diffuso tra i miei conterranei nel ridurre ad un semplice confronto, il contrasto in atto tra le istituzioni e quell’organizzazione criminale. 

Ciò che si vorrebbe far credere a tutti noi è che vi sia in atto un movimento culturale per la salvaguardia della democrazia, ciò attraverso una ampia partecipazione popolare, la presenza di servizi sociali, ma soprattutto un modello di sviluppo basato sui bisogni dei cittadini e sulla gestione equa delle risorse, attraverso il rifiuto delle violenza e di quelle metodologie illegali, coercitive e corruttive, elementi che sono fondamentali e che consentono di dare spazio per l’appunto a quella mafia di “casa-nostra”!!! 

Difatti… la premessa espressa da quei soggetti è che questa non può essere estesa a tutti, in particolare alle classi sociali meno ambienti, pur riconoscendo di fatto legami intrinsechi con una parte di essa, come la politica, l’imprenditoria, talune professionalità ed anche con la magistratura e le istituzioni, legami che se pur vanno ricondotti in ambito di rapporti occasionali, si tratta comunque di legami rilevanti che di fatto non dovrebbero esserci…

Ecco quindi che si è provato a limitare quelle organizzazioni mafiose come a delle focalizzate “strutture territoriali” e di conseguenza, quel loro contrasto può essere compiuto senza profondi stravolgimenti sociali, ma attraverso la semplice repressione giudiziaria e la confisca dei patrimoni economici e patrimoniali, recidendo così quei legami con la società civile e l’economia.

Certo trovare quel giusto equilibrio non è semplice anzi tutt’altro, leggevo tra l’altro alcuni giorni fa di come nella natura umana troviamo tre cause principali di contesa: la competizione, la diffidenza e la gloria: la prima fa sì che gli uomini si aggrediscano per guadagno, la seconda per sicurezza, e la terza per reputazione.

Ecco perché in Sicilia il peso dello Stato non si è mai concretizzato, perché l’unica volta che si è fatto sentire è stato sotto il fascismo, un periodo quello che tra migliaia di errori e fallimenti compiuti è stato in grado di dare all’epoca l’immagine di uno Stato serio, che riusciva a farsi rispettare e che non esitava ad organizzare la lotta contro la mafia.

Ecco perché ho difficoltà a credere a quel propagandato concetto di cultura della legalità… perché esso si concentra esclusivamente nella subordinazione del potere al diritto e quella concezione che attribuisce allo stato una larga partecipazione e soprattutto un ampio controllo nei vari settori…

Ma se osserviamo quanto accade e le leggi ingiuste promulgate si comprende come di recente, si sia affermata una nuova cultura della disobbedienza civile e dell’obiezione di coscienza che di fatto allontana da quella “cultura della legalità” mentre dovrebbe viceversa essere strumento e forma di giustizia sociale!!!

Difatti, senza questa combinazione tra affermazione del diritto e valorizzazione della giustizia non si riuscirà mai ad incidere sulle cause dell’azione criminale, poiché la mancanza di regole certe e di provvedimenti atti a tutelare e garantire gli interessi dei più deboli, porterà (per come sta avvenendo…) alla rottura  sociale e sarà terreno di conquista dei poteri forti!!!

I misteri d'Italia… e la famigerata loggia "Propaganda 2" meglio conosciuta come "P2".

 
Un documentario interessante per comprendere quanto accaduto nel nostro paese e conoscere una parte di quei segreti tenuti da sempre nascosti o certamente mai rivelati… 
Sono passati quarant’anni, ma le vicende di allora, di quelle logge massoniche, sono le stesse che si ripetono oggi, tra l’altro con gli stessi nomi d’allora, già sono cambiati solo gli interpreti ma per il resto non è cambiato nulla… 

E' bello sapere che quando chiami, lo Stato risponde!!!

Alcuni giorni fa avevo scritto un post intitilato “Controllo del territorio??? Sì, una bella frase…“: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/01/controllo-del-territorio-si-una-bella.html e stamani passando su quel tratto stradale, ho potuto costatare come finalmente qualcuno avessse letto il mio post, ed abbia dato l’imput per rimuovere quel pericoloso scooter da quel viadotto…

Ecco, questo è il segnale che vorrei sempre ricevere come cittadino dallo Stato o ancor meglio da quei suoi referenti, quello cioè che quando vi è un problema, qualcuno si prenda cura delle richieste ricevute e si provveda celermente a risolverle…

Perché va detto, se da un lato si chiede a noi cittadini di partecipare attivamente, di segnalare e quando necessario denunciare fatti e misfatti (come detto nel programma di Canale5 “Striscia la notizia”), dall’altro ci vuole chi dia sempre a quegli esposti seguito, perchè essi non debbono avere obbligatoriamente carattere  ufficiale o protocollate su carte bollate o ancor più, esser presentate nelle varie Procure Nazionali (d’altronde credetemi, bastano già – per vicende più importanti – quelle uficialmente presentate durante l’anno…), ma basta semplicemente portarle a conoscenza di chi di dovere, per come ad esempio fatto dal sottoscritto in questa circostanza…

Sì, perchè va detto, una dei contesti che soliatmente avviene in questa terra è quello che ciascuno pensi esclusivamente ai caz…. propri, già… si continua imperterriti ad essere omertosi, anche nelle occasioni più banali, quali ad esempio quella sopra rappresentata!!!

E difatti – pur avendo voluto puntare l’indice nei confronti di chi avrebbe dovuto controllare meglio il territorio – mi viene però spontaneo esprimere, come l’indolenza dei miei conterranei sia stata altrettanto, se non peggiore, di quanti dovevano occuparsene in quanti preposti a quel compito!!!

Se i cittadini non parlano quando vedono situazioni imbarazzanti, quando solitamente ci si gira dall’altro lato o ancor peggio si fa finta di non vedere, quando si pensa erroneamente che certe situazioni non siano mai di loro competenza ma che debbano essere altri ad occuparsene, quel qualcuno che debba fare sempre per noi quei compiti, beh… ditemi, ma come si può pensare di cambiare questa terra???

Se non siamo noi i primi a volere il cambiamento cosa pretendiamo di aspettarci dagli altri, quale terra vogliamo consegnare ai nostri figli e poi di contro ci meravigliamo che vogliono andarsene via…

Ciascuno deve imparare a fare il proprio dovere, senza aspettare gli altri o credere che per muoversi bisogna attedersi una coccarda in cambio!!!

Le cose vanno fatte per il bene comune, per salvaguardare il nostro territorio, in particolare l’ambiente, ma non solo, anche la sicurezza pubblica va tenuta sotto osservazione e quindi, quando si vede qualcosa di strano, una circostanza che pensiate possa essere illegale, abusiva, irregolare, quando avete anche solo la sensazione che si stia procedendo contro la Stato o le sue norme, beh… segnalate, denunciate, fate pervenire anche una mail o una pec, l’importante è dimostrare di aver fatto qualcosa, poi saranno altri a verificare ed eventualmente a intervenire su quella vicenda, voi con il vostro gesto avete dimostrato di essere partecipi, già… di essere vivi e soprattutto di meritare questa terra meravigliosa nella quale vivete!!!

Ed allora, vorrei ringraziare quanti mi hanno letto, ma in particolare chi ha provveduto a dare le opportune disposizioni per rimuovere quel pericolo scooter dal quel viadotto e non lo dico da semplice cittadino, ma anche professionalmente come “Responsabile e formatore della sicurezza“, perché la salvaguardia di una vita, non deve rappresentare qualcosa di scritto o venir riportato in una interessante “linea guida”, ma deve essere un corretto stile di vita che deve sempre precedere qualsivoglia nostra azione!!! 

Infine, mi permetto di esprimere il mio più profondo ringraziamento a tutti quegli uomini e donne (efficienti) che sappiamo esser presenti nelle nostre Istituzioni…   

La scarcerazione del boss Giovanni Brusca, attraverso le parole di don Luigi Ciotti…

Luigi Ciotti a Famiglia Cristiana:” Il dolore dei familiari è assolutamente comprensibile. Ma con la liberazione dell’ex boss mafioso si dimostra una giustizia che non è vendetta e che contempla la rieducazione del condannato”

Don Luigi Ciotti, 76 anni, è stato uno dei primi in Italia a capire l’ importanze di lavorare per costruire un’ alternativa alla mafia. Da quando nel ’ 65 ha fondato a Torino il Gruppo Abele,-  per l’ inclusione e la giustizia sociale coniugando accoglienza e cultura, dimensione educativa e proposta politica – i cammini si sono ampliati e diversificati, Negli anni ’ 90 è nato il periodico “Narcomafie”, nel 1995 “Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. Il 21 marzo 2014 il Papa ha celebrato messa con lui, per la Giornata in memoria delle vittime innocenti di tutte le mafìe.

Don Luigi molte persone sono disorientate dalla liberazione di Giovanni Brusca, feroce killer di Cosa Nostra, poi collaboratore di giustizia….

«Bisogna pensare innanzitutto al disorientamento e, in certi casi, al risentimento dei famigliari delle vittime. Il loro stato d’ animo è comprensibile e legittimo. La maggior parte di loro attende ancora verità e giustizia. Nei loro riguardi occorre dunque una maggior attenzione anche in termini di diritti. Riguardo invece la liberazione di Brusca, credo che si debba tenere presenti alcuni elementi».

Quali?

«Primo. Dalla scelta di collaborare di Brusca lo Stato ha tratto un innegabili vantaggi, come è stato riconosciuto da figure importanti della stessa magistratura. La sua confessione ha infatti permesso una grande quantità di arresti e un netto indebolimento della Cosa Nostra stragista dei “Corleonesi”. Secondo. Decidendo di collaborare Brusca sapeva bene a cosa andava incontro, conoscendo dall’ interno l’ organizzazione criminale di cui svelava i segreti. Andava incontro a una condanna a morte perché la mafia non perdona chi tradisce, a maggior ragione se il “traditore” è stato una figura non secondaria dell’ organizzazione. Terzo. La legislazione sui “pentiti” e “collaboratori di giustizia” è stata voluta fortemente da Giovanni Falcone. Certo si è trattata di un’extrema ratio, ma si è rivelata efficace con la mafia così come si era rivelata efficace con il terrorismo politico. La giurisprudenza deve misurarsi a volte con vicende storiche che richiedono nuovi parametri perché ci pongono di fronte a mali che non possono essere combattuti con strumenti ordinari. Quarto elemento. Concordo con il Procuratore nazionale antimafia Cafiero de Raho quando dice che l’ uscita dal carcere di Brusca non è una sconfitta ma una vittoria dello Stato. Lo Stato deve dimostrare una levatura morale superiore a quella dei suoi avversari o attentatori, e questa superiorità si dimostra anche attraverso una giustizia che non sia vendetta, che garantisca da una parte una giusta pena, dall’ altro uno spiraglio di speranza per chi sconta la pena e dimostra nei fatti di essere  cambiato, di stare dalla parte della giustizia. Del resto si tratta di un principio sancito dall’ articolo 27 della Costituzione laddove si parla di pene che devono tendere alla “rieducazione” del condannato».

E in base alla sua esperienza personale che considerazione fa?

«È il quinto elemento, tratto dalla mia personale esperienza. Bisogna credere nel cambiamento delle persone, nella capacità di riscattarsi dal male, il male subito ma anche il male compiuto. In 56 anni d’ impegno sociale ho visti percorsi di cambiamento e di conversione. Nessuno è irrecuperabile. Certo bisogna richiamare alle responsabilità e stimolare crisi di coscienza, delineando al contempo le opportunità offerte da un cambiamento radicale di vita non solo in termini di vantaggi materiali ma di libertà interiore, possibilità di vivere una vita più libera perché più giusta e più vera. Certo non è facile, e proprio nel mondo delle mafie le conversioni si contano sulle dita di una mano. Ma credo che si debba tentare. Mi auguro che Brusca si sia incamminato in questo cammino di ricerca di verità, non solo sui delitti di Cosa Nostra, ma sul suo esserne stato complice ed esecutore».

Dal suo osservatorio come è cambiata la sensibilità, in Italia, su questo argomento nella comunità ecclesiale?

«È cambiata in positivo, nel senso che in molti contesti la sensibilità è diventata consapevolezza e la consapevolezza impegno. Oggi sono aumentate le realtà ecclesiali impegnate a livello sociale, culturale, educativo. Missione della Chiesa è essere coscienza critica della società in cui vive e voce propositiva dei valori più alti e vitali, non limitandosi alla denuncia del fenomeno mafioso, ma rivolgendo il pressante appello, dando un vero aiuto alla conversione e, soprattutto, formando una nuova coscienza di fronte alla mafia. La strada è in salita perché, in generale, nella società è in aumento una sorta di normalizzazione: il fingere che il problema non esista o sia meno grave di quel che sembra, complice il suo manifestarsi in forme anche nuove e meno aggressive».

Quali momenti, quali prese di posizione che hanno segnato questo tema?

«Per rispondere occorrerebbero molte pagine. Mi limito a enunciarne alcune: già nel 1900 don Luigi Sturzo disse:” la mafia ha i piedi in Sicilia ma la testa forse a Roma. Risalirà sempre più crudele e disumana verso il Nord per portarsi al di là delle Alpi”. Il 3 settembre del 1982, ai funerali del Prefetto Dalla Chiesa,  il cardinale di Palermo Pappalardo denuncia l’ immobilismo e i ritardi della politica: “(…) mentre così lente e incerte appaiono le mosse e le decisioni di chi deve provvedere alla sicurezza e al bene di tutti (…) quanto mai decise, tempestive e scattanti sono le azioni di chi ha mente, volontà e braccio pronti per colpire”. Pochi giorni dopo, il 13 settembre, il Parlamento approverà il 416-bis, legge che per la prima volta parla esplicitamente di “associazione di stampo mafioso”. Nell’ ottobre 1991 la Commissione Giustizia e pace della Cei, pubblica un importante documento: «Educare alla legalità». Un passaggio dice: “Il cristiano non può accontentarsi di enunciare l’ ideale e di affermare i principi generali. Deve entrare nella storia e affrontarla nella sua complessità, promuovendo tutte le realizzazioni possibili dei valori evangelici e umani della libertà e della giustizia”. E ancora,  il 9 maggio 1993, dalla Valle dei Templi di Agrigento l’ invettiva di Giovanni Paolo II dopo l’ incontro  con i genitori del giovane magistrato ucciso Rosario Livatino, oggi beato: “Non può l’ uomo, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, calpestare questo diritto santissimo di Dio. Nel nome di Cristo mi rivolgo ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!”. Altro passo importante è stato il discorso di Benedetto XVI a Palermo nel 2010 quando definì la mafia come “strada di morte” e soprattutto le parole di Papa Francesco nell’ omelia della Santa Messa celebrata il 21 giugno 2014 alla Piana di Sibari in Calabria, quando definì la mafia “adorazione del male” e dunque i mafiosi “scomunicati”, non in comunione con Dio. Molto importanti sono il documento della Conferenza Episcopale Calabra “Per una nuova evangelizzazione della pietà popolare”, il documento dei Vescovi della Capitanata sulla mafia foggiana:” Giustizia per la nostra terra”, il documento contro il fenomeno della camorra dei Vescovi della Conferenza Episcopale della Campania: “Per amore del mio popolo non tacerò (1982)”, la lettera dei Vescovi di Sicilia a 25 anni dall’ appello di San Giovanni Paolo II: ”Convertitevi!”. Ma, accanto al positivo, permangono come detto eccessi di prudenza, rigidità, zone d’ ombra. E l’ idea che si possa essere cristiani senza un impegno per la giustizia sociale né un forte senso delle responsabilità civili dà luogo, in certi casi, a inquietanti forme di indulgenza – e perfino di copertura – verso forme di religiosità del tutto strumentali, come quelle esibite da alcuni esponenti delle cosche mafiose. Ecco allora la necessità, per la Chiesa, di continuare a saldare con forza il Cielo e la Terra, la dimensione spirituale con l’ impegno sociale e, pur nella specificità del proprio ruolo, di far sentire la sua voce contro le mafie e tutte le forme di “mafiosità” – corruzione, egoismo, indifferenza – che spianano la strada al potere delle organizzazioni criminali».

Formazione ad intra, catechesi, e  annuncio come sono state coniugate su questo tema?

«Dopo un lungo e spesso faticoso cammino sta emergendo la consapevolezza che parole esplicite su questo tema debbano essere pronunciate nel Catechismo, nel Compendio della Dottrina sociale della Chiesa e nel Diritto canonico. Lacuna più che mai da colmare dal momento che una Chiesa che parla al mondo non può non prendere posizione di fronte a un male ormai globalizzato come quello delle mafie. Mi auspico che nell’ annunciato Sinodo della Chiesa Italiana vengano affrontati anche i temi legati a mafie e corruzione».

Quali cammini di collaborazione con uomini e donne di buona volontà, anche di altre comunità di fede? 

«I cammini nell’ arco degli anni si sono intrecciati e moltiplicati  man mano che cresceva, anche grazie all’ opera riformatrice di papa Francesco, la consapevolezza che la fede implica un’ etica, cioè un impegno della Chiesa e del credente nel mondo e per il mondo. Con altre confessioni religiose come la Chiesa Avventista del Settimo Giorno, la Chiesa Ortodossa Rumena, l’ Unione Induista Italiana, la Comunità Islamica, l’ Unione Comunità Ebraica Italiana, l’ Unione Buddista Italiana, la Chiesa Valdese, si sono creati legami stabili e, in certi casi, di lunga data».

Scusate ma non sono d'accordo. Mafiosi per poter godere della protezione dello Stato, bisogna pentirsi prima di essere catturati!

Giovanni Brusca lascia il carcere, grazie a una legge che consente ai mafiosi che collaborano con la giustizia di ottenere benefici, ad iniziare dagli sconti di pena…

Una legge voluta dal giudice Falcone e se la normativa può essere considerata cinica e opportunistica, essa ha portato a importanti risultati, soprattutto ha chiarito molte di quelle pagine vuote di cui non si sapeva nulla…

Ma allora tutto si riduce ad un mero ragionamento opportunistico, tra costi e ricavi, e seppur ne comprendo in pieno i vantaggi del criminale nel tentare di riacquistare la propria libertà, viceversa non ne comprendo i reali vantaggi che lo Stato riceve ai fini processuali…

Come d’altronde non sono minimamente convinto del suo pentimento o che questo individuo abbia di fatto raccontato tutto, già… chissà se si è riservati di raccontare circostanze che avrebbero potuto tirare in ballo noti politici, gli stessi che poi negli anni, hanno sì, affinché si giungesse oggi a quella scarcerazione…

Ecco perché non sono convinto di quel pentimento, certo non ho elementi per poterlo escludere, ma come ripete spesso mia moglie, “chi nasce quadrato, non muore tondo“, ma certamente quanto in questi anni ha raccontato agli inquirenti, ha sicuramente portato a condanne eccellenti, a cui lo Stato forse non sarebbe mai giunto!!!

Comunque, anche nel caso in cui si siano ottenuti reali benefici da quel pseudo “pentimento“, il sottoscritto ritiene che nulla cambi moralmente in quei criminali, neppure il tempo trascorso all’interno di quei penitenziari!!!

D’altronde per un soggetto che si è assunto più di 150 omicidi tra cui il piccolo Di Matteo, non posso credere che all’interno di esso si sia conservata quantomeno una piccola parte buona, già… mi riferisco a quella morale!!!

Ecco perché sono in molti a parlare di  “Vergogna di Stato”, perché con questo metodo è facile essere per un periodo criminali e poi quando catturati dimostrarsi “pentiti”!!!

Non condivido nulla di questa doppia possibilità, sì… è come se essi sapessero a priori che esiste in ogni circostanza una doppia occasione, quella criminale e quella da uomini liberi!!!

Lungi da me pensare di poter anche lontanamente condividere quel pensiero criminale o qualsivoglia atto che possa minimamente ispirarsi a quei comportamenti coercitivi, ma viceversa mi sento  di potervi dire, che conoscendo la mia razionalità, difficilmente mi sarei mai pentito se avessi deciso nel corso della mia vita di fare il criminale e sicuramente ne avrei pagato le conseguenze!!!    

Ecco perché non posso credere che Brusca sia oggi pentito nel suo animo, anzi penso proprio il contrario e chissà se tra qualche anno non scopriremo quanto sia stato capace di prenderci tutti per i fondelli, se non noi… certamente questo cosiddetto “Stato quaraquaquà“!!!

E quindi, la legge va riformata! 

Mafiosi per poter godere quindi della protezione dello Stato, bisogna pentirsi prima d’essere catturati, altrimenti è troppo facile così…

Musumeci a Draghi: «Rivedere Accordo Stato-Regione su concorsi della dirigenza»

La riapertura del confronto tra Stato e Regione per poter rivedere l’Accordo sottoscritto nel gennaio scorso e assicurare così alla Sicilia il pieno impiego delle risorse destinate con il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

A chiederla, con una lettera al premier Mario Draghi, è il presidente della Regione Nello Musumeci, alla luce, soprattutto, del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, recentemente firmato a Palazzo Chigi tra governo centrale e le Organizzazioni sindacali.

In particolare, scrive il governatore siciliano, «talune previsioni (contenute nell’intesa raggiunta nello scorso gennaio), come quelle in materia di preclusione dei concorsi per la dirigenza, non consentono il ricambio generazionale a fronte dell’opposta esigenza di rafforzare l’azione amministrativa». 

Pertanto, per il governo dell’Isola si rende necessaria «un’adeguata riconsiderazione che tenga conto delle ineludibili esigenze di efficienza e rigenerazione dell’Amministrazione regionale, ferme e impregiudicate restando le esigenze di selettività professionale e specialistica».

Nella sua nota, Musumeci ricorda come il Piano sottoscritto in attuazione dell’Accordo Stato-Regione abbia già prodotto, con l’approvazione della legge di Stabilità,  alcuni effetti come le «riduzioni strutturali degli impegni di spesa corrente, rispetto a quelli risultanti dal consuntivo 2018».  

Tuttavia, aggiunge, «sin da subito è emersa l’esigenza di alcune limitate modifiche che tengano conto del mutato contesto istituzionale, a partire dalla conclusione dell’accordo che il Suo Governo ha opportunamente concluso nel settore del lavoro pubblico». 

Da qui la richiesta di deroga anche per quanto concerne i concorsi per la dirigenza.