Archivi tag: regole

Terremoto: noi italiani disposti al sacrificio… loro,certamente NO!!!

Il presidente del Senato ha dichiarato: “se i primi a cadere sono gli edifici simbolo dello Stato, la scuola, l’ospedale, la caserma dei carabinieri, vuol dire che siamo un Paese generoso nella solidarietà, ma non siamo in grado di seguire le regole”.

Ma cosa dice, ma di quali “regole” parla, e poi… quali sarebbero queste “regole” da seguire…???
Ma perché usa frasi enigmatiche… perché si nasconde dietro misteriosi termini… ed ancora, perché non dice le cose per come stanno realmente!!!
La verità è che in quasi tutti gli appalti si paga, per non eseguirli in maniera conforme!!!
Una tangente… una bustarella, qualche “rolex” e si potrebbe continuare all’infinito, ma stranamente questa forma di “PIZZO”, questa parola così “pericolosa” da pronunciare… non può certamente essere espressa, almeno non così… apertamente.
Ah… dimenticavo, non mi parlate più di denunciare, tanto ormai mi sono convinto che farlo… non serve a un cazzo, perché alla fine, nessuno paga…  grazie ai tanti disonesti “azzeccagarbugli” ed all’influenza data da qualche giudice disponibile (ecco sì… questo è il caso in cui, un’altra parola, sarebbe più appropriata…) a trasformare le sentenze…
La verità e che questo è un paese in cui non si fa niente per niente e dove, sono in molti, ad effettuare quella propria richiesta!!!
C’è chi la manifesta subito senza alcuna vergogna e chi viceversa, persegue la tattica del “carpe diem”, attendono di cogliere l’attimo opportuno, per far valere così quella propria posizione, presentandosi di fatto, quali risolutori dei problemi inaspettati; per quel sostegno ovviamente dato… si riceverà di conseguenza, quanto sopra riportato!!!
Questo è un paese in cui la corruzione la fa da “padrone” ed è ovvio aspettarsi che tutto crolli… anche senza bisogno di un improvviso terremoto…
La minore qualità delle materie prime o la realizzazione dell’opera effettuata in modo non conforme rispetto a previsto o applicando soluzioni alternative a quelle progettuali, hanno quale scopo, quello di realizzare fondi a nero… da potersi spartire!!!
Ora all’improvviso, fanno finta di scoprire “l’acqua calda” e s’improvvisano nuovi “Sherlock Holmes” iniziando valutazioni investigative che hanno la presunzione di dare soluzioni a fatti… ormai avvenuti.
Già, in questi anni, invece di aver fatto prevenzione o aver instaurato una commissione di controllo per tutti quegli edifici a rischio, come per l’appunto le scuole, ecco, se avessero essi stessi fatto visita a quegli edifici ancor prima che certi accadimenti avvengano, chissà forse queste tragedie non sarebbero accadute e non c’era bisogno di vederli lì in fila, vestiti a lutto per recarsi a quei funerali…
Che schifo… mi viene il vomito!!!  
Sì… è incredibile: durante il loro mandato non fanno nulla per dettare (ecco a cosa servono…) quelle “regole” e di contro, ora, hanno la faccia tosta, di venirci ancora a raccontare cazzate!!!
Inoltre, invece di attendere (a mani conserte) i sacrifici di noi italiani… (dopotutto anche loro mi sembra facciano parte di questo paese…), perché non cominciano essi a dare un bel esempio; potrebbero donare il 20% del loro “compenso” proprio a quanti oggi hanno perso tutto, a causa della loro inadeguatezza!!!
Su una cosa però sono d’accordo con loro: noi italiani siamo disposti al sacrificio… mentre loro… certamente NO!!!
Sarebbe interessante se potessimo tutti… costituirci parte civile, contro quanti… ci stanno governando…
Comunque, si devono soltanto vergognare… perché in ognuna di quelle poltrone, sta scorrendo il sangue dei nostri scomparsi concittadini…
Erano uomini, donne e bambini, che hanno avuto purtroppo quale unico torto, quello di nascere in questo Stato!!!
L’eterno riposo dona a loro o Signore, splenda ad essi la luce perpetua… riposino in pace, Amen. 

LA MAFIA S.P.A.

La “mafia spa” è la più grande azienda italiana per fatturato…

Oggi non ha bisogno di uccidere: compra!!!
E’ una multinazionale del crimine da miliardi di dollari, un grande gruppo finanziario con dirigenti e quadri, un universo in cui si coniuga arcaicità e modernità, localismo e globalizzazione… 
Una mafia invisibile che frequenta i salotti bene dell’alta finanza e che parla più lingue… con donne che dal carcere gestiscono il mercato del falso, avvocati che hanno fatto delle discariche un affare miliardario, broker che trattano con i narcotrafficanti e fattorini che organizzano traffici illegali alla luce del sole…
La mafia si è irradiata come un golpe strisciante nel nord Italia, si è infiltrata nelle banche, in ampi settori della vita pubblica, e utilizza a suo vantaggio il flusso del denaro sporco proveniente da attività illegali, reinvestendolo poi in economia legale…
Penetra così dentro imprese sane, impone i propri metodi e cambia per sempre le regole del gioco…
A volte per leggere un bel libro non bisogna spendere tanti soldi… perché ormai, anche nei supermercati se ne trovano molti in offerta…
Io per esempio, ne ho trovato uno, cui l’argomento principale (casualmente) è la mafia, i suoi uomini ed ovviamente le loro attività finanziarie… 
S’intitola “Mafia Pulita” ed è scritto da Elio Veltri e Antonio Laudati…
Leggendo tra quelle pagine vi si scopre come gli enormi capitali di derivazione illecita, hanno permesso la metamorfosi del mafioso e la sua affermazione in qualità di imprenditore o proprietario nell’ambito del mercato legale e dove in particolare, l’assenza di meccanismi di controllo sull’accumulazione, ha consentito a molte imprese criminali di entrare a far parte di quel mercato… 
Approfondendo tale contesto, si è evidenziato come era oltremodo significativo il fatto che, la voce “subappalto”, si rivelava il cavallo di Troia della penetrazione per quel tipo di associazione criminale nel mondo degli appalti…
Quanto sopra è un fatto noto a tutti e aggiungerei conosciuto da tempo immemorabile, in quanto è certo che non costituire più un segreto per nessuno …
Non è difatti una circostanza che capita di tanto in tanto, ma anzi, rappresenta una costante che si ripete ad ogni appalto!!!
Viene quindi da chiedersi… perché talune imprese affidatarie degli appalti non vigilano sulle ditte o sulle persone a cui affidano quei subappalti o ancor peggio, perché evitano del tutto di verificare…
La verità è che ci sono committenti distratte, inadempienti e disinteressati a conoscere in che mani finiscono i lavori…
Difatti, vi sono “General contractor” che consapevolmente affidano i lavori a presunte ditte mafiose, sia per avere il controllo sulla manodopera che su talune tipologie di lavorazioni, ma soprattutto, per non aver problemi nei cantieri, come per esempio, furti, danneggiamenti, ecc…
Ed è proprio in quei comportamenti che si annidano le maggiori insidie e si aprono i varchi all’inserimento di quegli affiliati mafiosi!!! 
D’altronde… “Gli uomini condannano l’ingiustizia perché temono di poterne essere vittime, non perché si rifiutano di commetterla…“!!! 

La vera integrità è fare la cosa giusta sapendo che nessuno si accorgerà se l’avrai fatta oppure no…

Un saggio, dopo anni e anni di vita nel mondo al servizio degli uomini, sapendo che di lì a poco sarebbe morto… decise di ritirarsi su una montagna per passare lì gli ultimi mesi della sua vita. 
Un giorno, mentre questi gustava rapito in estasi la profondità della Vita Universale, si presentò nella sua grotta un angelo. 
La creatura alata gli disse:  
“Sei stato un uomo esemplare, hai agito nel mondo come pochi avrebbero potuto, sei la gloria di Dio. 
Egli mi ha mandato qui per concederti un ultimo desiderio… dimmi ciò che desideri ed io te lo darò”. 
L’uomo sorrise e disse: “Vattene allora, cosa potrei desiderare ancora? Non posso certo cadere in questa trappola! Addio”. 
Quando l’angelo scomparve, il saggio disse tra sé e sé: “Le prove non finiscono mai” !!!
Così è la nostra vita, c’è sempre qualcuno che cerca di tentarti…
Ma la cosa comunque che più di ogni altra da fastidio, è quel modo subdolo e conformato di credere, che ormai tutti si è standardizzati…
Si crede sempre che, l’essersi loro adeguati a quel sistema… debba di per se… andare bene anche per noi!!!
Loro sì… nel corso della loro vita, hanno accettato compromessi, si sono svenduti per una inutile raccomandazione, sono andati ad elemosinare quel classico favore personale per se o per i propri cari ed ora però… vorrebbero presentarsi ed “elevarsi” a moralisti di questo nostro paese… 
Sono gli stessi individui che da tempo… criticano aspramente coloro che si sono fatti corrompere, quanti hanno agevolato i propri colleghi nell’ambito lavorativo… anche semplicemente vidimandone i badge…
Poi c’è chi se spinto oltre… quelli che per accelerare le pratiche sulla loro scrivania, si sono fatti omaggiare da qualche bustarella, e poi i peggiori… uomini delle istituzioni che non hanno saputo adempiere al proprio dovere o a quell’incarico ricevuto, permettendo che si compiessero le più grandi truffe e collusioni, a danno anche dello Stato!!!
E’ un sistema marcio e nel quale tutti sguazzano… 
Perché per essere “incorruttibili” bisogna essere “puri” d’animo…  e non certamente “avidi e avari” come la maggior parte delle persone!!!
Non si può esclusivamente pensare di riempire la pancia, insaziabili in quella sfrenata ricerca dell’avere… per restare confusi e alienati tra desideri mondani, perdendo la propria dignità e moralità… restando schiacciati da quella vita anonima e smarrendo definitivamente la propria identità…
Chi cammina con la propria mente, chi decide di stare all’interno di quei principi di giustizia e giustezza… ecco, chi fa questo “si rinnova ogni giorno nello spirito” e non ha bisogno di altre aspettative!!!
Si comprendo che oggi il modello proposto più in voga… è quello della persona disonesta, quella figura che, senza alcuna propria capacità, sia personale e professionale, riesce a raggiungere in tempi celeri la meta prefissata… più facilmente di chi, di contro, vive la propria vita secondo modelli ideali di correttezza, onestà e rispetto per le Istituzioni…
Perché c’è differenza tra dire di sapersi comportarsi in maniera “integra” e mettere successivamente in pratica quanto si è dichiarato…
L’integrità è qualcosa che ci appartiene dalla nascita, è intrinseca nella nostra persona… si tratta soltanto crescendo… di non modificarla, in particolare con azioni meschine e comportamenti di cui (compiendoli), si sa già di non andare fieri, ed è proprio in quello sviluppo, che quei valori debbano essere conservati, alimentati… e protetti!!!
Non ci debbono essere per forza compromessi nella vita… si può anche decidere d’andar controcorrente… mettendo al primo posto della propria vita, quella coerenza personale e professionale, che alla fine ci permette d’affermare, di aver raggiunto definitivamente l’integrità morale…
Perché in fin dei conti, l’unica possibilità che un uomo ha per essere onesto, è essere sé stesso, sempre e in ogni situazione!!!

Catania: s'insedia il nuovo Procuratore Capo.

Dopo quasi nove mesi di reggenza, finalmente la Procura di Catania ha il suo nuovo Procuratore Capo..
Il Consiglio superiore della magistratura, ha scelto Carmelo Zuccaro, che rappresenta sicuramente per la città etnea, la migliore soluzione di continuità all’ex Procuratore Giovanni Salvi, visto che lo stesso Zuccaro, ne è stato uno dei suoi più fidati collaboratori…
E’ un giorno importante, in virtù soprattutto, dei riconoscimenti acquisite nel corso della propria esperienza professionale… 
Certo, non si può continuare a pensare che, la lotta alla mafia, possa passare esclusivamente da un pool di magistrati, che tentano di ripulire questa città dai persistenti tentacoli che l’attanagliano… 
Ormai, assistiamo impotenti ai duri colpi inferti costantemente alla criminalità e a quel mondo corrotto all’interno delle PA e/o delle istituzioni e serve a ben poco, continuare a lottare, se come primo obbiettivo, non si cerca di modificare il sistema, le coscienze, mettendo in pratica soprattutto quella certezza… delle pene!!!
Il problema della città non sono i suoi uomini mafiosi… quelli si conoscono tutti, nomi, cognomi, appartenenza e domicilio…
Qui il problema da risolvere, è rappresentato da quei colletti “grigi” che, sotto forma di persone “rispettabili”, violano in maniera celata, la fiducia formalmente o implicitamente attribuita… al fine di assicurarsi vantaggi personali…
Questi, godendo del prestigio raggiunto, utilizzano la propria “rispettabilità” e soprattutto, quella acquisita condizione di benessere, per condizionare anche i propri collaboratori (o subalterni), affinché diventino anch’essi collusi con quel sistema… 
Attraverso le propria abilità e scaltrezze, fanno sì che non si giungano mai a scoprire gli autori di quei reati e nei casi in cui dovessero essere individuati, faranno sempre in modo d’assicurarsi quelle necessarie protezioni (grazie agli amici con i quali si è collaborato negli anni…) affinché si resti totalmente impuntiti, attraverso processi di auto-legittimazione, che giustifichino quella propria condotta deviante…
Ecco è questo il sentiero su cui bisogna puntare ed oggi grazie a questo Procuratore Capo, spero si potrà intervenire incisivamente nelle coscienze di una città, quella di Catania, che più di altre ha bisogno di rinnovarsi!!!
Oggi infatti, c’è bisogno di un rinascita morale e culturale, perché non bastano più le operazioni di contrasto, i sequestri della Dia, gli interventi delle forze dell’ordine tutte… ora è giunto il momento di tracciare un nuovo e diverso percorso, dividendo ciò che è stato da sempre, da ciò che potrà essere per il prossimo futuro…
Non basta quindi procedere per come si è fatto… arrestando di volta in volta, nuovi soggetti, che poi di fatto, avevano sostituito quanti li avevano preceduti e già nuovi ne hanno preso il loro posto, bisogna fare in modo che si punti su una città dove il rispetto delle regole, i principi di giustizia e legalità, siano valori fondanti non solo della vita del singolo, ma dell’intera collettività…
Non ci resta che sperare…

Ecco come i nostri giovani vedono la legalità…

Ho letto alcuni giorni fa di una “Coppa della legalità” assegnata al liceo Mario Rapisardi di Biancavilla. 

E’ il secondo anno che viene organizzato questo concorso e che presenta quali promotori del “Progetto Legalità”: Libera Impresa, le forze dell’ordine, l’Associazione Nazionale Magistrati Etnei e le Scuole della provincia.
Ed allora mi sono andato a ricercare il tema vincitore del concorso, quest’ultimo scritto dagli alunni della Classe V sezione A: Salvatore Pulvirenti – Salvatore Petralia.
Cos’è la “Legalità”:
La parola legalità significa “Essere conforme alla legge e a quanto è da questa prescritto”.
In risposta a situazioni di disagio provocate da un’oppressione del crimine sulla società, la legalità diventa l’aderenza ad una regola che protegge il debole dall’oppressione del forte.
Tutti siamo deboli davanti alla struttura mafiosa, tutti tranne l’ordine costituito, che attraverso la promulgazione delle leggi può assicurare al singolo quella protezione, quella forza per non soccombere davanti alle intimidazioni e alla violenza.
La legalità, come molti valori fondamentali, è diventata quasi un oggetto di derisione a tal punto che chi segue le regole e agisce nel giusto viene visto come persona sciocca agli occhi degli altri; ciò che prima era considerato sbagliato oggi è diventato quasi comune e la legalità è quasi del tutto scomparsa.
Siamo arrivati ad un punto tale che nemmeno certa politica o certa magistratura rappresentano un modello di giustizia e correttezza.
Una delle cause dell’affermarsi dell’illegalità è il denaro!
Il mondo di oggi ruota intorno ad esso e chi ne ha in abbondanza ha un potere immenso; l’uomo contemporaneo mette in così alta considerazione il denaro da dare un prezzo a tutto, e ciò lo fa sentire libero di trasgredire tutte le norme.
Un’altra causa per cui dilaga l’illegalità è, molto probabilmente, l’egoismo che cresce giorno dopo giorno e, di conseguenza, non esiste più il concetto di pubblico e la tutela del bene comune.
Il “politico” è ormai divenuto qualcuno che usa il potere esclusivamente per i propri interessi e non pensa alle conseguenze delle sue azioni…..; forse la più significativa causa dell’illegalità è il timore, è la paura verso gentaglia che con il “potere” intimidisce e inibisce la mente delle persone che vorrebbero opporsi, ma che per paura desistono e appunto contribuiscono al diffondersi dell’illegalità e del controllo indisturbato sulla società da parte di queste “organizzazioni mafiose”.
Non bisogna limitarsi ad analizzare il problema, dovremmo anche considerare le opportune soluzioni. 
Prima di tutto una più stretta vigilanza da parte delle forze dell’ordine e una fermezza maggiore nello stabilire le pene: i processi dovrebbero diventare un vero e proprio esempio e la giustizia dovrebbe agire in maniera degna del nome che porta.
Lo strumento più importante è diffondere una nuova cultura e far capire alle persone che stiamo tutti causando il declino politico, economico e morale della nostra società: se si educassero i giovani al rispetto dei valori, se si insegnassero le cose veramente importanti, se si facesse loro capire che la vita non è una scalata verso il potere, forse realizzeremmo una società migliore, dove tutti starebbero meglio; se si combattessero la paura e la sottomissione, se si riportassero in vita i veri fondamenti della società e si distruggesse questa sorte di tirannide, che stiamo vivendo, le persone sarebbero più coscienti delle proprie azioni e delle proprie scelte.
Il rispetto delle regole, l’onestà devono esserci anche nella vita di tutti i giorni: per far sì che queste non restino solo parole, ma che diventino fatti, dovremmo impegnarci tutti da subito, partendo dal rispetto delle piccole regole della vita quotidiana per costruire una realtà migliore in cui vivere insieme.
Ho voluto appositamente sottolineare i punti fondamentali di quanto espresso, perché in quella loro analisi, hanno dimostrano possedere una grande capacità intuitiva ed in particolare hanno saputo evidenziare i reali problemi che attualmente vi sono nel tentare di contrastare un’illegalità ormai dilagante…
E’ un sentimento autentico e schietto quello espresso da questi ragazzi quando si soffermano sulla forza dello Stato e nella propria capacità d’imprimerla: “siamo tutti deboli davanti alla struttura mafiosa, tutti… tranne l’ordine costituito ” ed ancora di come quest’ultima “protegga i deboli dall’oppressione del più forte…“.
Tutti noi vorremmo che fosse questa la realtà… ma poi ci si scontra con quanto avviene intorno e ci si rende conto di come si è ancora molto lontani dal poter urlare “vittoria” e quel messaggio di legalità che tanto si è cercato di propagandare… ha dimostrato essere in concreto tutt’altro… 
Già quell’altro messaggio con il quale abbiamo finora dovuto convivere… quasi sottomessi ad una “associazione criminale” che tanto s’è prodigata per rappresentarci indegnamente nel mondo e che ha permesso di mostrare la propria faccia (nascosta) violenta, attraverso agghiaccianti immagini, che di volta in volta sono state trasmesse…
Una società per delinquere… meglio conosciuta come “mafia spa” che dimostra ancora d’oggi esserci… e che nei fatti ( almeno qui in Sicilia ) ne condiziona la vita sociale!!!
Molto di quel fallimento è proprio della Giustizia che avrebbe “dovuto agire in maniera degna del nome che porta” operando con “maggiore fermezza nello stabilire le pene” e aggiungerei nel farle applicare!!!
Ma da noi non paga nessuno… perché c’è sempre un bravo “azzeccagarbugli” che arriva ad individuare tutte quelle norme che di fatto, escludono la possibilità di un solo giorno di detenzione…
Quindi, prima si viene inquisiti, poi condannati ed infine liberi di poter circolare senza restrizioni… per continuare in tutte quelle sue losche attività… come se nulla fosse accaduto.
L’importante dicono è “rispettare le regole, affinché l’onestà primeggi nella vita di tutti i giorni“…
Ma quando poi, a non rispettarle quelle regole… sono proprio gli uomini delle istituzioni… cosa succede… beh lo stiamo vedendo… il sistema va in ogni caso protetto… “i panni sporchi vanno lavati in famiglia” ed allora si chiude un occhio… anzi tutti e due!!!
Un messaggio utopistico quello dei nostri ragazzi… ispirati nel credere che le parole possano con il tempo trasformarsi in fatti… e dove grazie all’impegno di tutti, si potrà cambiare questo stato di cose!!!
Sono certo che un giorno crescendo… comprenderanno come non sia bastato il loro impegno o l’essere stati onesti… per aver visto definitivamente modificato quel marcio sistema!!! 
Quel giorno capiranno che nel nostro paese vige quel noto terzo principio di dinamica… e cioè che ad ogni (buona) azione… ne corrisponde sempre un’altra (disonesta) uguale ed opposta!!!
Infatti, se da un lato c’è chi opera giornalmente affinché questa situazione possa cambiare… dall’altro c’è chi di fatto si contrappone, affinché questa peculiare condizione non abbia a modificarsi…
La volontà difatti è quella di preservare quello “Status privilegiato” ormai acquisito, per trasmetterlo – quasi fosse per “grazia di dio” – in eredità ai propri familiari… è così che succede da quasi duecento anni… ed è così che andrà per molti anni ancora!!!
Infine vorrei esprimere un pensiero su quella “Coppa”: ricordate ragazzi… vince solo chi è convinto di poterlo fare!!!

Sognando la pensione…

Mi sono andato a leggere le ultime novità riforme sulla riforma pensionistica ed allora stasera ne ho fatto un collage, sperando comunque di non aver commesso errori…  
Per cui… sino al 31 dicembre 2011 l’accesso al pensionamento di vecchiaia per i lavoratori iscritti alla previdenza pubblica era consentito per i lavoratori uomini con almeno 65 anni di età; per le donne il trattamento era conseguibile al perfezionamento di 61 anni di età, se lavoratrici del pubblico impiego, e 60 anni se appartenenti al settore privato. 
Per tutti era necessario, di regola, avere almeno 20 anni di contributi.
La riforma Fornero, DL 201/2011 ha inasprito in generale i requisiti di accesso fissandoli a 66 anni per gli uomini (dipendenti ed autonomi) e per le lavoratrici del pubblico impiego; la riforma ha anche innalzato gradualmente i requisiti con riferimento alle lavoratrici del settore privato, con l’obiettivo di parificare l’età pensionabile tra uomini e donne entro il 2018 (anno in cui i requisiti saranno uguali per tutti). 
Tra le novità c’è anche una buona notizia: le finestre mobili sono andate in soffitta. 
La pensione dal 2012, pertanto, può essere conseguita il primo giorno del mese successivo al perfezionamento dei requisiti anagrafici e contributivi richiesti.
Vediamo dunque di riassumere le condizioni attualmente vigenti per l’accesso alla pensione di vecchiaia:
– La Pensione di Vecchiaia nel sistema retributivo o misto
– La deroga per i quindicenni
– La Pensione di vecchiaia nel sistema contributivo
– La decorrenza
La Pensione di Vecchiaia nel sistema Retributivo o Misto
I lavoratori che possono vantare contribuzione al 31 Dicembre 1995 e che, quindi, sono al 31 Dicembre 2011 nel sistema retributivo o misto possono accedere alla prestazione di vecchiaia al perfezionamento di 66 anni e 7 mesi (dal 1° gennaio 2016). 
Tale requisito è richiesto anche alle lavoratrici del settore pubblico. 
Alle lavoratrici dipendenti del settore privato sono richiesti requisiti leggermente inferiori (pari a 65 anni e 7 mesi, sempre dal 1° gennaio 2016) ma in graduale e lento innalzamento al fine di raggiungere la parità tra uomini e donne dal 2018. 
Alle lavoratrici del settore autonomo sono richiesti invece 66 anni e 1 mesi (dal 1° gennaio 2016).
Dal 1° gennaio 2018, comunque tutti i lavoratori e lavoratrici accederanno alla prestazione di vecchiaia al perfezionamento di 66 anni e 7 mesi di età.
Stima di vita – I requisiti anagrafici utili per l’accesso alla pensione di vecchiaia sono oggetto dell’adeguamento alla stima di vita Istat a partire dal 1° gennaio 2013. 
Il primo aumento è stato di 3 mesi, il secondo aumento, pari ad ulteriori 4 mesi, è scattato il 1° gennaio 2016. 
Per effetto delle modifiche introdotte dalla Riforma Fornero e dall’applicazione della stima di vita la pensione di vecchiaia potrà essere conseguita al perfezionamento delle età anagrafiche indicate nella seguente tabella.
Il Requisito contributivo – Unitamente al requisito anagrafico i lavoratori devono vantare, congiuntamente, almeno 20 anni di contribuzione. 
Ai fini del raggiungimento di tale requisito è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurato.
I Quindicenni
Resta salva la possibilità per alcuni lavoratori di accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi. 
L’Inps, con la Circolare Inps 16/2013, ha chiarito infatti che resta in vigore, anche dopo la Riforma Fornero del 2011, la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi in deroga alla disciplina vigente che, come detto, chiede almeno 20 anni di contribuzione accreditata. 
Si tratta dei cd. lavoratori quindicenni, per lo più donne, e lavoratori con attività discontinue (servizi domestici e familiari, lavoratori agricoli, lavoratori dello spettacolo).
Sono interessati alla deroga in parola: a) i lavoratori dipendenti e autonomi che hanno perfezionato 15 anni di contributi entro il 31 dicembre 1992; b) i lavoratori dipendenti ed autonomi che sono stati autorizzati ai volontari entro il 31 dicembre 1992; c) i lavoratori dipendenti che possono far valere un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e risultano occupati per almeno 10 anni per periodi di durata inferiore a 52 settimane nell’anno solare; d) i lavoratori dipendenti che abbiano maturato al 31 dicembre 1992 un’anzianità assicurativa e contributiva tale che, anche se incrementata dei periodi intercorrenti tra il 1°  gennaio 1993 e la fine del mese di compimento dell’età per il pensionamento di vecchiaia, non consentirebbe di conseguire i 20 anni di contributi nell’anno di compimento dell’età pensionabile.
Per i lavoratori del pubblico impiego (ex-inpdap) la deroga è riconosciuta solo se risultano soddisfatte le condizioni indicate nei punti a) e d). 
Per gli iscritti al fondo ex-enpals la deroga è riconosciuta limitatamente alle fattispecie indicate nei punti a), b) e d). 
Per i lavoratori iscritti al soppresso fondo Poste la deroga è riconosciuta solo per il punto d). 
La deroga non interessa i lavoratori iscritti al fondo speciale di previdenza dei lavoratori dipendenti delle Ferrovie dello Stato.
L’età per la pensione è quella Fornero. 
Gli interessati alla deroga devono tuttavia perfezionare il requisito anagrafico previsto dalla Legge Fornero. 
Pertanto, a decorrere dal 1° gennaio 2016, i lavoratori interessati potranno conseguire la pensione di vecchiaia compiendo un’età pari a: 65 anni e 7 mesi per le lavoratrici dipendenti; 66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome; 66 anni e 7 mesi per i lavoratori dipendenti, le lavoratrici dipendenti del settore pubblico, i lavoratori autonomi.
La Pensione di Vecchiaia nel sistema Contributivo
I lavoratori per i quali il primo accredito contributivo decorre dal 1° gennaio 1996, possono ottenere la pensione al perfezionamento dei medesimi requisiti anagrafici previsti per i lavoratori nel sistema retributivo o misto. 
Tuttavia, a differenza di costoro, per conseguire il diritto alla pensione di vecchiaia, oltre alla presenza del requisito contributivo di 20 anni e del requisito anagrafico, devono ulteriormente soddisfare il requisito di avere un importo della pensione superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale.
In caso contrario possono accedere al trattamento di vecchiaia al compimento dei 70 anni di età e con 5 anni di contribuzione “effettiva” (cioè obbligatoria, volontaria e da riscatto) – con esclusione della contribuzione accreditata figurativamente a qualsiasi titolo – a prescindere dall’importo della pensione. 
Il requisito anagrafico di 70 anni è soggetto agli adeguamenti in materia di stima di vita (dal 2016 sono quindi necessari 70 anni e 7 mesi di età).
Pertanto, alla luce di quanto detto, i lavoratori in parola possono accedere alla prestazione pensionistica al perfezionamento dei requisiti indicati nella seguente tabella.
La Decorrenza
Per effetto della disapplicazione delle finestre mobili operato dalla Riforma del 2011 la pensione di vecchiaia, come la pensione anticipata, decorre dal primo giorno del mese successivo a quello nel quale l’assicurato ha compiuto l’età pensionabile.
Com’è noto ai fini del conseguimento della prestazione pensionistica è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente. 
Non è, invece, richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratore autonomo.
Comunque i documenti delle circolari sono i seguenti: Circolare Inps 35/2012; Circolare Inps 37/2012.

Schieratevi contro l'ingiustizie!!!

Ho letto che per onorare il suo ottantesimo compleanno, il Dalai Lama, ha voluto regalare al nostro mondo, otto regole di vita, messaggi a noi trasmessi, quale eredità dei suoi personali insegnamenti.

1) Vivete la vita con la mente sgombra e il cuore aperto.
Se si suole aiutare il prossimo, prima bisogna aiutare se stessi…, migliorare l’essenza interiore… quell’energia positiva, fare in modo che prevalga sempre il bene, sopra ogni cosa…
In questo “stato” ci è possibile superare tutte quelle emozioni negative e distruttive, che bloccano il rapportarci in modo corretto con gli altri, e che vedono proprio in quei nuovi rapporti, stimoli nei quali esternare la propria rabbia…
2) Fate pratica della “compassione universale”.
Compassione nei confronti di chiunque ed in ogni circostanza…
La nostra capacità di pensare e di comportarci in modo gentile nei confronti degli altri fa si che, nel momento in cui decideremo di darle la giusta priorità, essa sarà in grado di riservare un ruolo importante nelle nostre vite. 

3) Ripensate al modo con cui viene concepita l’istruzione.

Come la stessa natura umana ci mostra sin dalla nascita, nei neonati o nei bimbi, ecco già da li si può capire il desiderio di condividere gesti di tenerezza e gentilezza…. 
Man mano che si cresce, ci si trova nel mondo reale della competizione, ad iniziare proprio da quello della scuola e quei gesti naturali, sembrano scomparire… 
Uno degli obiettivi secondo il Dalai Lama è quello di creare un sistema d’istruzione che non si limiti a sviluppare solo ed esclusivamente delle menti preparate, ma soprattutto delle buone persone, valorizzarne quindi il futuro e le scelte che a breve dovranno compiere…
4) Fate sì che la mission aziendale sia il genere umano.
Ormai l’avere è più importante dell’essere… e quindi il Dio denaro è divenuto ora, la chiave della felicità…
Ed allora se questa è la sola verità che interessa, cerchiamo di trasformare il mondo degli affari per produrre del bene per tutti, ad ogni livello sociale, altruismo globale, comune, per ogni uomo/donna/bambino di questo nostro pianeta, invece di concentrare soltanto su se stessi quell’artefatto e superfluo benessere…
Quando gli affari diverranno una energia positiva, quando si cercherà di eliminare l’interesse egoistico con la compassione e si adopereranno le proprie capacità e la propria influenza per ridurre l’ineguaglianza economica, ecco che, solo allora, il genere umano farà un grande passo avanti… 

5) Date sempre una mano.

Il modo migliore di usare la propria intelligenza, la propria forza interiore, è saperla investire in qualcuno che abbia davvero bisogno del vostro aiuto.
Spingendoci a superare quei limiti imposti dal sistema, potremmo renderci conto di come le nostre azioni, potranno avere delle conseguenze concrete. 
Per far ciò dobbiamo essere coesi, agire tutti uniti, impegnandoci per coloro che sono indifesi, disabili, svantaggiati… e non si tratta di carità, ma di promuovere quei reali cambiamenti motori importanti per produrre quei necessari cambiamenti di portata globale.
6) Fate la vostra parte nel guarire il pianeta
Ormai è certo che l’uomo sta distruggendo questo pianeta, senza comprendere che, il benessere del genere umano, dipende in maniera diretta proprio dal benessere della Terra…
Dobbiamo quindi compiere tutti dei gesti concreti per proteggerla, così facendo, anche le nostre menti ed i nostri corpi avranno dei benefici…
Per far ciò dobbiamo condizionare, influenzare, modificare le nostre azioni quotidiane, i nostri processi produttivi, a cominciare proprio dagli acquisti, facendo sì che la loro minore richiesta, intervenga nella catena produttiva delle estrazioni, coltivazioni, macellazioni, ecc…,  potremo così orientare alla ricerca di nuove soluzioni, ai problemi che le nostre vecchie abitudini hanno creato.

7) Adoperate il vostro potere personale in nome del bene.

Il Dalai Lama ci consiglia d’iniziare sempre con l’obiettivo di trovare la pace interiore…
Da quel punto si può iniziare ad avere nei confronti degli altri, un dialogo collaborativo che possa condurre alla risoluzione dei conflitti.
Di fronte quindi a sfide difficili, ci metteremo nelle condizioni di ricercare sempre, quel fondamentale senso di equilibrio, solo allora riusciremo a superare la solita barriera del “noi contro di loro”.
Egli è convinto che basta un singolo elemento – presente in ogni essere umano – in grado di cambiare il mondo, solo se decidessimo di agire in base ad esso.
Ed infine – per il sottoscritto – la più importante…
8) Schieratevi contro le ingiustizie.
Il Dalai Lama traccia una chiara distinzione fra l’essere misericordiosi e l’essere passivi.
Sappiamo bene che i tre pilastri sui quali poggia una “società equa”, includono, correttezza, trasparenza e responsabilità.
Sono proprio i valori che oggi mancano fortemente in questo nostro paese…
Quando ci si trova di fronte alle ingiustizie… ecco in quei precisi frangenti è necessario che tali valori vengano espressi… si richiede cioè in parole povere… che si agisca!!!
Non otterremo alcun cambiamento limitandoci a manifestare in maniera distaccata o con una semplice partecipazione morale…
Bisogna impegnarsi ed alzare la voce, sostituirci al grido dei più deboli, offrire tutto l’aiuto necessario affinché si possano sradicare definitivamente le radici della corruzione…
Lui la definisce il lato “muscolare” della compassione… io la definisco il lato”energico” di una grande sfida…
Ed allora cosa fare con quegli individui che sono di per se cattivi?
Il Dalai Lama risponde che c’è bisogno di opporsi al male che fanno, ma c’è altresì bisogno di distinguere l’attore dall’azione, e non arrendersi di fronte a tali persone.
Non vi è bisogno di pene esemplari, la pena di morte non serve, egli è convinto che le persone con il tempo sono in grado di redimersi, anche quelle che hanno compiuto azioni terribili ( io ho forte difficoltà a crederci…. l’esperienze hanno finora dimostrato tutto il contrario…), ma comunque, egli dichiara, che in ogni caso, queste persone debbano scontare le conseguenze delle proprie azioni…
Grandi parole d’insegnamento quelle del Dalai Lama…
Io comunque vorrei concludere con quanto dichiarato da Giovanni Paolo II; una delle più grandi ingiustizie del mondo contemporaneo consiste proprio in questo: che sono relativamente pochi quelli che possiedono molto, e molti quelli che non possiedono quasi nulla. 
E’ l’ingiustizia della cattiva distribuzione dei beni e dei servizi destinati originariamente a tutti…

L'Antimafia tra appalti pubblici e privati…

Rappresenta uno dei problemi fondamentali nell’applicazione della normativa antimafia e nella verifica dei concorrenti sia in fase di gara che di stipula del contratto.
Vi è infatti un po’ di confusione tra i due accertamenti e cioè tra il momento di verifica e quello riguardante i requisiti generali ( articolo 38, comma 1, lettera b) – Codice dei contratti pubblici).
E’ possibile infatti che proprio tra i due momenti intervengano cause ostative/interdittive che precludono la possibilità di contrarre contratti con la Pubblica Amministrazione.
Infatti se da un lato, in fase di gara si verificano i requisiti dichiarati dall’impresa, dall’altro e cioè immediatamente alla data antecedente la stipula del contratto, si provvede alla richiesta di acquisizione della comunicazione antimafia, solo e soltanto nei limiti dell’aggiudicatario.

Ovviamente gli accertamenti realizzati sono diversi a seconda dei due momenti per cui:
nel primo cso e cioè durante la verifica alla partecipazione riguarderà unicamente i soggetti quali il direttore tecnico, il titolare e/o i soci e l’amministratore.
L’acquisizione della comunicazione antimafia, oltre ai soggetti di cui sopra, riguarderà ( ai sensi dell’articolo 85 del codice antimafia), anche:
– per le società di capitali, tutti i componenti l’organo di amministrazione ed il socio di maggioranza;
– per tutti gli altri tipi di società, anche i membri del collegio sindacale ( legge n. 231/2001).

Il problema nasce nel caso di una struttura di partecipazioni societarie a catena, in quanto non è neb chiaro dove il sistema di controlli ( esteso ) debba fermare i propri accertamenti e cioè a quale livello della compagine societaria, sia perché tale controllo, prevederebbe tempi lunghi ma soprattutto e certamente poiché oneroso.
Stessa situazione cautelativa in fase di gara, andrebbe presa anche su eventuali familiari conviventi, ma qui l’interpretazione giurisprudenziale diventa talmente estesa, che andrebbe affrontata con un argomento a parte…, certamente diverso è il discorso con riferimento alla informazione prefettizia che ( articolo 85, comma 3, del codice antimafia), prevede espressamente la necessità di estendere la verifica anche ai familiari conviventi e cioè con chiunque conviva con la persona sottoposta ad accertamento.

Quanto sopra vale solo e soltanto per i contratti pubblici, mentre la documentazione antimafia cambia totalmente nel caso di rapporti tra i privati, poiché è impossibile al privato di potersi cautelare da quelle imprese non regolari dalla posizione antimafia.
Non esiste alcuna possibilità per il privato di rivolgersi alle Prefetture per richiedere la documentazione antimafia, analoga situazione se la richiesta viene fatta alla Camera di Commercio nel caso in cui si richiedesse loro, di rilasciare un certificato camerale con la dicitura antimafia.

Come comportarsi quindi???
Qualche ente suggerisce di richiedere:
– la visura delle iscrizioni nel casellario giudiziale, ai sensi dell’articolo 33 del DPR 14 novembre 2002, n. 313 (T.U. delle disposizioni in materia di casellario giudiziale), poiché tale documento, pur non avendo alcuna efficacia giuridica, riporta comunque tutte le iscrizioni contenute nel casellario giudiziale, comprese quelle di cui non è fatta menzione nei certificati rilasciati al privato;
– un certificato dei carichi pendenti, che attesta l’eventuale sussistenza di sentenze di condanna anche non definitive;
La nuova legge anti-corruzione prevede ( art. 1 comma 52/57 ) l’istituzione presso le prefetture, di controlli periodici per quelle imprese che operano in quei settori di attività particolarmente a rischio, in quanto si pongono in quei settori particolarmente interessati, sia dalle aggiudicazioni degli appalti pubblici e quindi interessati dalla criminalità organizzata.
Tra queste abbiamo: 
a) trasporto di materiali a discarica per conto di terzi;
b) trasporto, anche transfrontaliero, e smaltimento di rifiuti per conto di terzi;
c) estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti;
d) confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume;
e) noli a freddo di macchinari;
f) fornitura di ferro lavorato;
g) noli a caldo;
h) autotrasporti per conto terzi;
i) custodia dei cantieri.

I meccanismi di tutela ci sono tutti il problema è farli rispettare.
Assistiamo purtroppo giornalmente, alla conclusione di procedure giudiziarie nelle quali, da un lato vengono escluse quelle imprese che, a causa d’informative “positive” prefettizie, non possono continuare quegli appalti già aggiudicati, mentre di contro, assistiamo all’assegnazione degli stessi lavori ad altre imprese, che in sede di contratto e secondo i cosiddetti ” controlli” vengono considerate limpide, ma che poi successivamente nel corso dei lavori e quasi sempre all’ultimazione degli stessi, vengono invece delegittimate e marchiate quali “affiliate”…
Un doppio scherno per quanti ( dipendenti della prima impresa ) si sono visti soffiare via parte del proprio operato, diminuendo se non perdendo cosi di fatto, oltre alla prospettiva di continuità per la società nella quale si stava operando, anche e purtroppo il proprio posto di lavoro, incredibilmente a scapito di quelle imprese, poi risultate aggiudicatarie, che grazie a chissà quali articolate procedure ( e non entro nei meriti della volontarietà di quei controlli, che visti poi i successivi sviluppi delle indagini, possiamo ben dire, essere stati fatti in maniera molto approssimativa… ), che hanno posto queste cosiddette società come “cristalline”, ma che successivamente si sono dimostrate tutt’altro.
Abbiamo potuto leggere come, nel corso dei lavori, questi abbiano utilizzato manodopera, subappaltatori, lavoratori autonomi e fornitori e/o noli, senza alcun rispetto delle normative previste, anzi, affidando proprio l’intera gestione dell’appalto a soggetti che ora, attraverso le indagini, sono risultate organiche proprio di quel sistema, che tanto sin dall’inizio si era voluto contrastare!!!

Catania ai catanesi…

Sabato scorso, mentre cercavo di diventare più attraente, grazie e soprattutto al mio amico barbiere Nuccio, leggevo il giornale La Sicilia ed una lettera mi ha particolarmente colpito.

Era scritta dalla Sig.ra Irene Forzese e indirizzata direttamente al Sindaco Enzo Bianco, più o meno riportava così:
“Caro Sig. Sindaco, si ricorda, qualche tempo fa, prima delle elezioni a primo cittadino, ci siamo ritrovati a parlare nel mio bar di Corso Sicilia, sui problemi della nostra città…
Quanti pomeriggi abbiamo trascorso insieme per discutere delle cose che purtroppo non funzionano e di come sperava di risolverle…
Una città che, come Lei stesso definiva, era ormai al completo sbando e che, se avesse vinto le elezioni, avrebbe certamente migliorato…
Adesso, le elezioni a Sindaco le ha vinte ( grazie anche al sostegno del mio voto ), ma adesso mi chiedo, perché è sparito e non si fa più vedere???
Cos’è…, non Le interessa più il contatto con la gente comune o forse debbo credere che tutto era da ricondursi alle elezioni???

Non era Lei che diceva che, per amministrare bene una città bisognava viverla dal di dentro???

Che bisognava per prima cosa, ascoltare le istanze dei cittadini, perché soltanto attraverso quelle, era possibile capire le reali esigenze…
Il tempo degli appelli è terminato, adesso è il momento di agire ed ascoltare le critiche “costruttive” dei suoi concittadini, adoperandosi per risolvere, in maniera celere e nel rispetto dello svolgimento della sua mansione e dei suoi impegni, quali correttivi adottare per migliorare ed eliminare quegli aspetti negativi, che la nostra città presenta…
Sig. Sindaco, quando Lei vorrà, mi troverà qui, nel mio bar di Corso Sicilia a darle nuovamente il benvenuto…
Leggendo questa lettera mi chiedevo… “ ma da quanti anni, il nostro cittadino, Enzo Bianco, non percorre a piedi, questo importante quartiere, che collega in maniera ortogonale il centro storico della Via Etnea con la Stazione Centrale, per passare attraverso quelle viuzze che da Via di S. Giuliano, centro della Movida catanese, ci conducono tramite via Biondi e Via Luigi Sturzo, direttamente su Piazza Stesicoro, ed ancora la famosa ns. fiera che da Via Puccini si estende fino a Piazza carlo Alberto…???”.
Ecco, se venisse a visitarla a piedi, si accorgerebbe che quasi tutti i negozi hanno chiuso e che quelli che hanno tentano di aprire, nel giro di pochi mesi, hanno anch’essi chiuso!!!
Potrei farle un’elenco di questi negozi: Bar, Sale giochi, Para-farmacie, Scommesse sportive, Abbigliamento, Paninerie, Calzature, Articoli sportivi, ecc… ed ancora bisogna aggiungere tutti quegli uffici vuoti, un tempo sedi di Banche, Assicurazioni, Immobiliari che pian piano sono andati scomparendo…
Una zona ormai abbandonata, che viene utilizzata dai clochard quale fissa dimora e che ormai da mesi sostando, gododo di qualche pasto caldo offerto loro dai residenti e di quanti la mattina, operando nelle adiacenze, concedono loro qualche euro…
Una strada sporca, quasi mai pulita, che di giorno scorre in maniera disordinata, tra auto poste in doppia fila e parcheggi realizzati ed incustoditi, misteriosamente vuoti ed abbandonati…
Una strada invasa da extracomunitari, che da anni stazionano lì, per vendere i loro prodotti ed a volte costretti a scappare, per non farsi sequestrare via la merce che le forze dell’ordine sono ovviamente costrette a requisire: si è costretti ad assistere, durante l’orario del pranzo, a scene veramente spiacevoli di profondo disagio umano…
E’ cosa dire, di quanti la mattina, adibiti al controllo di quest’area, si ritrovano invece a discutere nei bar ed a passeggiare per il mercato acquistando beni alimentari e sostituendosi a quanto di solito di competenza delle mogli casalinghe, tralasciando ovviamente, qualsivoglia controllo e assistenza alla circolazione…
Caro Sindaco, come dice un bel proverbio Catanese… “u pisci fete ra testa” e cioè il pesce puzza dalla testa e se non si tenta di cambiare questo modo di ragionare, tutto risulterà inutile!!!
Serve a poco, fare scendere i turisti dalle navi da crociera o pubblicizzare un mare, un vulcano ed una presenza storica meravigliosa, se poi alla fine, non funzionano i collegamenti o se i servizi sono lasciati in balia di operatori inesperti…
Il coraggio dei commercianti non può più bastare, bisogna cercare di ridare vita a questa città ormai spenta!!!
E’ giunto il momento di cambiare le regole, dare ai giovani quelle prospettive certe di occupazione, realizzare quel profondo cambiamento morale che, partendo dalle coscienze possa giungere ad essere rinnovamento spirituale, esigenza primaria, quale divenire per un futuro radioso di crescita, per quanti ancora amano questa nostra città…

Francesco come Wojtywa: mafiosi convertitevi

Ricordo quando alcuni anni fa, precisamente il 9 maggio 1993 ad Agrigento, Papa Giovanni Paolo II si rivolgeva ai mafiosi chiedendo loro di convertirsi! 
In quella circostanza usò parole forti, dettate certamente dal cuore, ma gridate come una sentenza e passate alla storia per entrare nella coscienze degli uomini, in particolare di quelle di noi Siciliani…
Un’anatema contro la mafia, un rimprovero che proclamava libertà al nostro popolo, già… ” Questo popolo, popolo siciliano, talmente attaccato alla vita, popolo che ama la vita, che dà la vita, non può vivere sempre sotto la pressione di una civiltà contraria, civiltà della morte! Dio ha detto una volta: non uccidere! Non può l’uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazione… mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio! Nel nome di questo Cristo crocifisso e risorto, di questo Cristo che è vita, via, verità e vita. Lo dico ai responsabili: convertitevi! Una volta, un giorno, verrà il giudizio di Dio!
Ora a quasi vent’anni Papa Francesco ha voluto riproporre lo stesso appello. 
Nel ricordo di don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia a Palermo, in quel suo quartiere (Brancaccio), al termine dell’Angelus,  Papa Francesco ha voluto ricordare lo sfruttamento e la pressione sociale che la mafia esercita ogni giorno…
Ed è per questo che descrivendo l’opera di don Luigi Puglisi, si è voluto ricordare l’attività pastorale giovanile e cioè quella di voler educare  i ragazzi per sottrarli così alla malavita…, esponendolo alla crudeltà dei mafiosi, che l’hanno ucciso…
Ed è per questo che attraverso Papa Francesco si ripete il fortissimo monito ai mafiosi: preghiamo perché questi mafiosi e mafiose si convertano! 
Che la realtà si capisce meglio stando in periferia, questo è certo…, che bisogna però combattere la mafia, dando nuove opportunità e garanzie di stabilità ai ragazzi è altrettanto vero!!!
Se è compito principale dei genitori, educare i propri figli nel rispetto dello Stato, delle leggi, delle regole, della legalità, osservare in ogni loro azione quei principi fondamentali di civiltà e di rispetto verso se stessi ma soprattutto verso gli altri, facendo capire loro che, il valore di una persona non si misura dalle ricchezze materiali, ma con le qualità individuali, in egual modo lo Stato deve saper svolgere il proprio compito, creando quelle opportunità lavorative, di sviluppo, di controllo del territorio, promesse che come ben sappiamo, in questi anni sono state disattese, dando così nuovo vigore alla criminalità di poter riprendere possesso del territorio…
Bisogna dare a tutti eguali opportunità,  farli sentire artefici delle proprie scelte, in modo tale che ognuno successivamente debba poi saper rispondere delle proprie azioni…
A pari condizioni, avendo quindi offerto loro un percorso alternativo a quello offerto dalla malavita, ecco che soltanto giungendo ad una tale condizione, si può iniziare a contrastare quanti decidano di propria scelta, di voler intraprendere quelle strade che sanno già, condurli ad una fine già segnata… 
Non sono d’accordo con quanti pensano di poter contrastare la disuguaglianza, la disoccupazione, la povertà, l’analfabetismo, proponendo soltanto prediche e promesse politiche…
A differenza di quanto si possa pensare, sono pochi gli uomini disposti a barattare la propria dignità con un po’ di denaro, ma se questo inizia a mancare, se non si riesce a trovare un lavoro, se non si riesce più a sostenere la propria famiglia, i propri figli, ecco che tutti i principi di una vita, iniziano a crollare…, ed è ciò a cui assistiamo giornalmente, dove il rifiuto delle regole, da inizio a nuove escalation criminali e dove invece i principi morali reggono, ecco che purtroppo non si è più sorretti da quelli individuali e difatti noi tutti siamo qui, inermi, a dover assistere ovunque, a irrazionali gesti di suicidio.
A volte si pensa di non aver più nulla da perdere, ne più motivi di esistere…, ed è facile pensarlo se lo Stato non è lì accanto a confrontarsi!!!

Raccomandati o Presentati…???


In un momento, in cui la crisi economica crea forti disagi nel mondo del lavoro, ecco che anche la ricerca di un posto ( pur godendo di quelle giuste credenziali, capacità ed esperienze ) è condizionata da quel metodo meschino di dover essere sempre da qualcuno presentati!!!

Già, se fossimo in un altra nazione europea ( per correttezza, debbo aggiungere per esperienza personale, anche in alcune città nel nord Italia ) basterebbe presentare il nostro CV, ed essere chiamati per un colloquio informale, cominciare un periodo di prova e se superato, iniziare un percorso lavorativo, che possa dare anche soddisfazioni personali…
Ma questo in un paese ideale… ed in particolare nel meridione, tutto ciò si concretizza con due parole e cioè avere le ” conoscenze giuste “

Quindi alla fine, ciò che conta è conoscere qualcuno, che ti presenti a qualcun’altro, che possa permetterti di entrare nel mondo lavorativo…

Non importa il titolo di studio e neanche le lauree che possiedi…, lascia perdere i master ed i corsi di formazione conseguiti… ciò che conta è chi ti ha presentato e cosa poter dare successivamente in cambio!!!
Ecco, hai trovato finalmente il lavoro e adesso anche tu, appartieni al mondo dei cosiddetti raccomandati…, un privilegiato…, rispetto a quanti e sono milioni, che continueranno a girare e rigirare, per poter giungere alla ormai insperata assunzione…
Il bello è che in Italia, ci si chiede perché i giovani scappano via dal nostro paese…, un paese il nostro, governato da vecchi, amministrati da altrettanti vecchi e gestito sempre da vecchi, e poi si sente ripetere,  che i giovani non hanno voglia di lavorare, che sono dei bamboccioni, che preferiscono stare a casa con i genitori…., e via discorrendo!!!
Ovvio, se tutti le possibilità vengono suddivise tra mogli, figli, nipoti, parenti, amici e senza dimenticare le amanti, ovviamente dei nostri ministri, senatori, deputati, assessori, consiglieri, amministratori, presidi, direttori, banchieri, industriali, primari, professori universitari, giornalisti, avvocati… con una lista che prosegue verso l’infinito…, ognuno ovviamente sfruttando il proprio livello e quelle opportunità di conoscenze che man mano si sono andate ottenendo, per poi utilizzarle quando necessario…  
Che poi, i propri cari non abbiano alcuna competenza e meriti, non ha importanza…, ciò che conta è avere ottenuto quella fondamentale raccomandazione… e poi…, il resto verrà da se, restando ingabbiati e devoti a vita!!!
Questa situazione inoltre, ha creato ormai in tutti, la brutta consuetudine, di voler ritenere che l’eventuale segnalazione della persona referenziata, non venga presa in considerazione per quanto essa meriti, ma venga considerata, soltanto una delle tante raccomandazioni, poste sul tavolo…
Ritengo inoltre utile spendere due parole circa la struttura dell’Ufficio del Personale e chi ne è Responsabile, perché da esso dipendono quelle procedure atte a poter decidere, su quanti hanno trasmesso il proprio CV e su quanti vengono accompagnati per la manina…
Mi chiedo allora, quanti colloqui tra questi vengono presi in considerazione…???
E quanti vengono esclusi, chissà…, forse perché  troppo preparati o perché se assunti, dimostrerebbero capacità superiori rispetto i cosiddetti raccomandati a cui ci si è affidati,  senza tralasciare che, se esiste un eventuale posto lavorativo, questo può sempre essere conservato per il parente o l’amico di turno….
Capiamo quindi che ottenere un possibile impiego, senza ricorrere a qualche conoscenza, diventa  pressoché ( per non voler dire… sicuramente ) impossibile, e dove gli eventuali meriti, non vengono presi neanche in considerazione…
La cosa più fastidiosa è quella di voler trasformare, una presentazione, come fosse una raccomandazione: cioè, si desidera fare pervenire il proprio CV ad un società a cui si potrebbe essere interessati…, si vorrebbe essere valutati obbiettivamente per ciò di cui sei capaci, ed aggiungerei anche, apportando quanto con la propria esperienza si possiede, accrescendo e migliorando attraverso il proprio lavoro, anche le potenzialità della società stessa, nella quale si andare ad operare…

Immaginatevi quindi, in questo periodo di prossime elezioni, in quali modi vengono utilizzate le cosiddette conoscenze, quel volere fare pesare il loro interessamento, che poi nella realtà non avviene mai…, quel voler farti sentire in debito, come se il favore che hai chiesto, non potesse con il tempo  essere da noi ricambiato e non mi riferisco ad una promessa di voto, ma a tutte quelle circostanze, che nel corso di una vita, si potrebbero avere…
Non sono d’accordo quindi, quando sento dire, che questo è il sistema e che con questo…, bisogna convivere!!!

Io comunque, resto sempre ottimista e spero che alla fine, la natura positiva dell’essere umano prevalga su quella negativa, augurandomi che presto, già molto presto, la ” pratica scorretta ” delle cosiddette raccomandazioni finisca e che coloro che hanno goduto di  questo loro potere corruttivo, trascorrano i giorni rimanenti della loro meschina vita, a ravvedersi su quanto ingiustamente finora svolto… 

Legalità e correttezza morale

Ormai ovunque e da chiunque, vengono espressi richiami a legalità e correttezza morale…

C’è come un disegno, una moda, che da un po di tempo aleggia nell’aria, questo invocare da parte di alcuni soggetti, ad una nuova era alla legalità, tale da permettere finalmente il rispetto a tutti le leggi presenti in questo paese…
Ed allora anche la nostra politica, in particolare per nome e conto di alcuni dei suoi rappresentanti, si richiama a quei valori, certamente manifestati per compiacere se stessi,  ma soprattutto e certamente per traslare e depistare tutte quelle inettitudini, svolte dai propri amici, che comodamente lì seduti…, continuano protetti a non compiere quanto di loro competenza…

Purtroppo la comprensione della legalità deve avvenire di pari passo con la crescita civile, cioè a quelle regole che non possono continuare ad essere calpestate, violate, derise, da parte di alcuni cittadini mentre  contemporaneamente si spera che qualcuno si offra in sacrificio quale paladino, impegnandosi a debellare definitivamente le ingiustizie, i mal torti, e nel contempo il resto dell’opinione pubblica rimane come sempre a guardare…; quanto più le regole guardano alla forma e non quindi alla sostanza, tanto più è facile che il rispetto a tali regole, si fermi soltanto ad un’aspetto formale…

Il problema principale è il modo di pensare di noi italiani, secondo cui le regole vanno bene quando se ne parla e soprattutto quando sono gli altri a doverle applicare, mentre tutto cambia e viene a stravolgersi, quando debbono essere applicate da noi.
Ciò che infatti risulta assurdo è appunto questo modo di gestire e di pensare, dove invece di essere considerato naturale, evidente e logico, il modo manifesto con cui un cittadino debba indirizzare i propri comportamenti a quelle semplici regole di vita, considerando quindi la legalità e la correttezza morale come qualcosa di normale e di ovvio, oggi qualcuno invece, cerca di far passare tutto ciò, come se fosse qualcosa di speciale e di unico…

Legalità e correttezza morale

Ormai ovunque e da chiunque, vengono espressi richiami a legalità e correttezza morale…

C’è come un disegno, una moda, che da un po di tempo aleggia nell’aria, questo invocare da parte di alcuni soggetti, ad una nuova era alla legalità, tale da permettere finalmente il rispetto a tutti le leggi presenti in questo paese…
Ed allora anche la nostra politica, in particolare per nome e conto di alcuni dei suoi rappresentanti, si richiama a quei valori, certamente manifestati per compiacere se stessi,  ma soprattutto e certamente per traslare e depistare tutte quelle inettitudini, svolte dai propri amici, che comodamente lì seduti…, continuano protetti a non compiere quanto di loro competenza…

Purtroppo la comprensione della legalità deve avvenire di pari passo con la crescita civile, cioè a quelle regole che non possono continuare ad essere calpestate, violate, derise, da parte di alcuni cittadini mentre  contemporaneamente si spera che qualcuno si offra in sacrificio quale paladino, impegnandosi a debellare definitivamente le ingiustizie, i mal torti, e nel contempo il resto dell’opinione pubblica rimane come sempre a guardare…; quanto più le regole guardano alla forma e non quindi alla sostanza, tanto più è facile che il rispetto a tali regole, si fermi soltanto ad un’aspetto formale…

Il problema principale è il modo di pensare di noi italiani, secondo cui le regole vanno bene quando se ne parla e soprattutto quando sono gli altri a doverle applicare, mentre tutto cambia e viene a stravolgersi, quando debbono essere applicate da noi.
Ciò che infatti risulta assurdo è appunto questo modo di gestire e di pensare, dove invece di essere considerato naturale, evidente e logico, il modo manifesto con cui un cittadino debba indirizzare i propri comportamenti a quelle semplici regole di vita, considerando quindi la legalità e la correttezza morale come qualcosa di normale e di ovvio, oggi qualcuno invece, cerca di far passare tutto ciò, come se fosse qualcosa di speciale e di unico…