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La mafia in Sicilia si dedica all'agroalimentare e alla pastorizia…

Da sempre in quest’isola vi è stata una particolare predisposizione dei siciliani verso il proprio territorio soprattutto verso quelle attività agroalimentare e pastorali che producono non solo sostentamento ma anche benessere e lauti profitti…

E difatti, avendo scoperto quest’escamotage e cioè di ottenenere guadagni illeciti attraverso i contributi di sostegno concessi per lo sviluppo rurale da parte dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura che taluni soggetti, legati alla criminalità organizzata, si sono infiltrati per ottenere l’accaparramento di terreni agricoli, sì… per farle diventare vere e proprie aziende “mafiose”.

Secondo la Dia infatti, nel nostro territorio siciliano il comparto agropastorale rappresenta il settore di traino per l’economia che di conseguenza attira l’interesse delle consorterie mafiose affiancate da prestanomi e professionisti compiacenti. 

Difatti, in questo ambito le indagini hanno evidenziato il coinvolgimento di parecchi soggetti incensurati e quindi non legati direttamente a quelle organizzazioni criminali che hanno di fatto negli anni cercato di accaparrarsi una serie d’ingiusti profitti attraverso false attestazioni o certamente a seguito di condotte fraudolenti.

Ovviamente nessuno di loro porta l’abito del pastore, quel tempo è ormai finito da un bel pezzo, ora viceversa ciascuno di essi si è adeguato ai cambiamenti e alle nuove modalità operative, intuendo ogni variazione per trarne il massimo beneficio. 

D’altronde la mafia siciliana, approfittando dell’ingente disponibilità fnanziaria realizzata dalle tradizionali attività illecite, può ora cogliere le opportunità offerte dai fondi dell’Unione Europea, ma non solo, ciò le permette di avere il controllo del territorio perpetrato non più – per come avveniva in passato – attraverso il ricorso di attività recrudescenti, bensì orientando le proprie attività negli appalti pubblici, grazie alle colluzioni presenti politicamente e amministrativamente nei processi decisionali degli enti locali, gli stessi soggetti che poi beneficeranno di queste società per favori personali, in particolare per accrescere il proprio consenso (con lo scambio di voto) tra la popolazione…

Quanti di quei fondi del PNRR stanno andando nelle mani di “cosa nostra” è difficile oggi a dirsi, sono certo comunque che tra qsicuramente tra qualche anno si scoprirà il buco economico e finanziario che è stato ahimè determinato…

Quante sono le imprese controllate dalla mafia??? Ancora troppe…

Quello delle imprese “controllate” è un tema di difficile soluzione e ciò è dovuto al fatto che dietro ciascuna di quelle imprese si nasconda un prestanome, posto lì per evitare che da eventuali controlli possa emergere un legame diretto di affiliazioni o eventuali parentele con uomini di cosa nostra…    

Ma il problema da affrontarsi (in maniera seria) in quei controlli di trasparenza, non dovrebbe riguardare e quindi restringersi ai soli dati anagrafici di quei soggetti che decidono di svolgere funzioni imprenditoriali, bensì dalla reale capacità di quest’ultimi di possedere capacità propria, economica e finanziaria!!!

Mi riferisco a quella semplice condizione per diventare un’imprenditore, a dirlo tra l’altro è proprio il termine stesso, basta cercarlo su “google”: Per diventare imprenditore servono abilità, impegno, dedizione, spirito di sacrificio e soprattutto risorse di denaro!!!

Ecco, siamo giunti nuovamente alla mia premessa e cioè quella che per fare impresa bisogna dimostrare d’aver capacità economica, d’altronde senza questo fondamentale requisito, sarebbe facile per chiunque fare impresa…

Ed allora, quando un soggetto diventa a tutti gli effetti di legge “imprenditore“, attraverso la costituzione di una società o l’acquisizione di una esistente (solitamente con l’estromissione dei precedenti titolari, grazie anche all’omertà delle vittime determinata non solo da paura ma anche dai pregressi rapporti con i componenti del sodalizio), ecco, quando si formalizza quella nomina di legale  rapresentante, dovrebbero immediatamente partire i controlli, non solo quelli già conosciuti che fanno parte di quel cosiddetto “Protocollo di legalità“, ma bensì tutta una serie di verifiche, come ad esempio le informazioni bancarie, le stesse che potranno evidenziare la reale capacità finanziaria di quel soggetto ora promossosi ad imprenditore…

Comprendere quindi quali somme egli abbia gestito nel corso della propria vita, ma soprattutto analizzare come esse siano state realizzate, concretizzate, alimentate e verificare i fatturati che hanno permesso ad egli quell’eventuale crescita finanziaria, controlli di vitale importanza per fermare anzitempo l’ennesima attività illegale!!!      

Altrimenti sarebbe troppo semplice, già… a chiunque verrebbe data così la possibilità di diventare imprenditore ed è proprio ciò che la maggior parte di essi fa… facendosi finanziare da quelle organizzazioni criminali e sfruttando gli strumenti posti a disposizione da quel capitale mafioso che incontra, si mescola e si occulta, con quello legale…

Non dobbiamo quindi credere che quell’imprenditore rappresenti un soggetto deliquenziale o che preferisca procedere sin dal suo insediamento in maniera “illegale”, ad esempio mancando di rispettere le norme su contratti di lavoro, le imposte e/o contributi previdenziali, no… i nuovi imprendori e soprattutto alla nuova criminalità interessa poco o nulla operare sul mercato in maniera illecita, anzi tutt’altro, quest’ultima ha deciso di restare in maniera stabile nel territorio e vuole quindi affermarsi sul mercato legale, non solo nella propria regione , ma anche in altre…

Queste “imprese controllate“, sfruttando la propria capacità finanziaria (derivata dal riciclaggio di denaro sporco) non hanno alcuna preoccupazione se durante quella propria gestione, si dovesse presentare una imprevista perdita, perché quest’ultima verrebbe coperta in maniera celere, grazie ai profitti derivati da altre attività commerciali e ad un sistema di scambi vantaggiosi con altre imprese affiliate…

Già… ad esse interessa poco incrementare i profitti o abbattere i costi attraverso il lavoro, poiché non si ha alcun problema di liquidità e quindi, grazie all’ingresso costante di capitale da ripulire, ci si dedica principalmente ad infiltrarsi in quegli appalti milionari e nei fondi pubblici posti loro a disposizione… 

E’ evidente come mentre in passato la mafia deprimeva l’economia di un territorio riducendo quindi la capacità di spesa pubblica locale, adesso le nuove “imprese controllate” hanno le competenze necessarie per poter attrarre più investimenti pubblici nelle loro zone di influenza, in modo da vincere facilmente il maggior numero di appalti!!!

Queste imprese sono diventate delle vere e proprie agenzie di servizi, pronte a mettersi a disposizione dell’economia con il proprio capitale (illecitamente accumulato), creando così consenso sociale, politico e un controllo amministrativo del territorio in cui operano, grazie alla costante corruzione alimentata attraverso mazzette, ma soprattutto attraverso l’enorme disponibilità di posti di lavoro offerti, nuovo baratto di sodalizi clientelari… 

E quindi, nonostante gli sforzi fatti nel corso degli anni dai vari governi nazionali, con l’introduzione ad esempio della Banca dati unica, della documentazione antimafia e di quella stessa autocertificazione antimafia, lo Stato ha di fatto subito finora una sconfitta!!!

D’altronde la dimostrazione su quest’ultima affermazione è palese: tutti questi strumenti hanno evidenziato una grande lacuna, in quanto alla maggior parte di quelle imprese controllate è stato semplice aggirare i controlli, già… semplicemente ricorrendo ad uno dei tanti prestanome!!!

Pnrr: "Rischio infiltrazioni mafiose e ritardi".

Ho scritto parecchi post sull’argomento in questi anni, ed ora anche la Corte dei Conti. ha lanciato l’allarme sulla spesa del Pnrr in Sicilia!!!

Basti rileggere d’altronde quanto avevo riportato sui rischi da infiltrazioni mafiose e i ritardi che potrebbero far perdere all’Isola gran parte di quei miliardi (fondamentali per colmare il gap della regione con il resto del Paese), per comprendere come quanto avevo riportato sia già in corso e soltanto chi fa finta di non comprenderne i pericoli e perché cela di possedere sull’argomento forti interessi personali, d’altronde parliamo di un business economico e finanziario certamente interessante… 

1) La mafia vuole accaparrarsi il controllo di quegli 82 miliardi di euro!!! – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/07/la-mafia-vuole-accaparrarsi-il.html

2) PNRR: l’infiltrazione economico-finanziaria di “cosa-nostra” è già iniziata!!! – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/11/pnrr-linfiltrazione-economico.html

3) PNRR: ritardi e infiltrazioni (parte seconda) – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/12/pnrr-parte-seconda.html

4) Draghi rivolge le sue attenzioni al SUD, la politica s’interessa con convegni al SUD: quante cazzate, la verità è che si stanno preparando per le prossime elezioni e per dar alle imprese del Nord i soldi del PNRR!!! – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/05/draghi-rivolge-le-sue-attenzioni-al-sud.html

5) Associazione Libera: Il PNRR ai raggi x – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/12/associazione-libera-il-pnrr-ai-raggi-x.html

Ora, dopo più di un anno, anche lo Stato mostra di comprenderne i rischi e difatti nel corso dell’apertura dell’anno giudiziario, il procuratore della sezione giurisdizionale Pino Zingale ha presentato i dati sviluppati dalla Ragioneria dello Stato sul piano nazionale di ripresa e resilienza…

Ad oggi infatti, ben sette miliardi sono stati assegnati all’Isola, questi rappresentano all’incirca il dieci per cento dei 72,84 miliardi di euro destinati a livello nazionale e comprenderete come con un ricco piatto PNRR così rilevante, è facile pensare che proprio quell’associazione criminale sia fortemente attratta, ma non  solo, a causa dei ritardi provocati dalle PA si potrebbe anche fallire l’obiettivo se non verranno celermente impiegati o se non dovessero essere rispettati i termini rigorosi imposti dall’Unione europea per il loro concreto utilizzo.
Avverte difatti il Procuratore Zingale: è necessario che le varie amministrazioni si sappiano attrezzare adeguatamente dal punto di vista operativo e delle risorse umane e professionali dedicate, evitando di accampare la ricorrente giustificazione della paura della firma che, in presenza dell’attuale disciplina, dichiaratamente (e realmente, si spera) transitoria, che prevede la perseguibilità dei danni erariali solo in caso di dolo, per le ipotesi di comportamenti commissivi, e di colpa grave per quelli omissivi, dovrebbe stimolare al fare piuttosto che all’inerzia.

I prossimi tre anni, diranno come ci si è mossi e soprattutto quanto si è stati capaci di realizzare!!!

L’auspicio è che gli interessi della Regione e dei miei conterranei, siano prioritari a quelli politici, personali e soprattutto clientelari/mafiosi per come ahimè (sono sin d’ora certo accadrà) verranno evidenziati e perseguiti – ormai consuetudine – dalle nostre procure siciliane…
Si facciamo sempre le “pecore” o come dice Sgarbi le “capre”, continuiamo a far finta che quanto sopra non accadrà: sono certo oggi di poter affermare che disgraziatamente ne riparleremo a fatti ormai compiuti tra qualche anno!!!

Come riuscire a combattere la mafia, quando i cittadini dimostrano d'aver ancora paura di essa!!!

Sì… il boss è stato arrestato, ma per le strade e le piazze non si festeggia la vittoria dello Stato, no… la maggior parte dei cittadini preferisce non scendere a manifestare quell’asserzione di forza, ma restano chiusi in casa, evidenziando per l’ennesima volta, viltà ed omertà dinnanzi alla mafia!!!

Difatti, la paura di essa e quella pochezza d’animo, evidenzia quanto ancora sia difficile partecipare ad azioni pubbliche contro la criminalità organizzata… 

Perché la verità è che la mafia esercita purtroppo ancora oggi una forte influenza nella società, in particolare in quei territori dell’entroterra, dove intimidazioni e minacce limitano tutti coloro che provano ad opporsi ad essa. 

Ecco perché – lo stiamo vedendo proprio in questi giorni in tv – la cultura dell’omertà rende difficile alle persone parlare apertamente di quella associazione elle attività criminali, parlare male di quei suoi affiliati (soprattutto se vicini di casa) e soprattutto denunciare gli abusi o i fatti di cui si venuti a conoscenza.

Certo, dobbiamo sempre ricordare come in molti in questo Paese abbiano superato la paura e lottato contro quella criminalità organizzata, non parlo solo delle vittime, ma anche dei loro familiari, di quelle associazioni di legalità, di quei gruppi gruppi di cittadini che organizzati lavorano per promuovere ogni giorno il diritto e per combattere la criminalità organizzata, perché unendo le forze che si può aumentare l’impatto delle azioni.

Sappiamo bene come in molti hanno denunciato la criminalità organizzata, vi sono anche i pentiti, certo avremmo preferito che quest’ultimi avessero compiuto quel gesto di ravvedimento quando ancora non erano stati arrestati… ma non si può dire che non sia grazie al loro contribuito che molte vicende di quelle organizzazioni criminali siano crollate grazie alle loro dichiarazioni…

E’ importante sempre e comunque che le autorità garantiscano la sicurezza e la protezione per coloro che denunciano le attività illegali e che tutta la società civile li supporti e l’incoraggi, perché attraverso questa simbiosi, questa unione che si può promuovere una cultura della legalità, iniziando e promuovendo una maggiore educazione e sensibilizzazione sui temi della legalità, dell’integrità e dell’anticorruzione, perché solo così si può aiutare a creare una maggiore consapevolezza e a promuovere una cultura della legalità.

Inoltre è necessario alimentare il contrasto dello Stato e per far ciò bisogna: rafforzare le istituzioni responsabili dell’applicazione della legge e della giustizia, come gli organi di polizia, i tribunali e la magistratura, solo così si può aiutare a garantire che la legge sia applicata in modo equo e che i colpevoli vengano puniti.

C’è bisogno infine di trasparenza e responsabilità: promuovere le istituzioni e le imprese può aiutare a garantire che le decisioni vengano prese in modo equo e che i responsabili siano tenuti a rendere conto delle loro azioni.

Solo e soltanto così ci potrà essere una maggiore partecipazione di tutti, in particolare della società civile che è proprio quella che da sempre (a esclusione di pochi momenti significativi ) è venuta a mancare, anche purtroppo, in quest’ultima circostanza!!!

In ricordo di Beppe Alfano e di quella rivoluzione culturale e sociale mancata…

Sig. Costanzo buongiorno, 

ho letto un bellissimo articolo pubblicato su Live Sicilia https://livesicilia.it/mafia-mattarella-da-beppe-alfano-dedizione-nella-lotta-a-criminalita/?refresh_ce nel ricordo espresso dal Presidente Mattarella, sui valori di legalità e giustizia, fondamento del nostro sistema democratico, a cui proprio Beppe Alfano si è ispirato nel corso della propria vita… 

Leggendo il post però ho avuto come un momento di malinconia accompagnato da un nodo alla gola, perché ho pensato a quanta ipocrisia vi sia intorno a noi…

Già, si celebra l’eroe di turno che coraggiosamente non si è piegato al sistema, ma viceversa ci si dimentica della complicità tra politica e malaffare, una storia chiara e talmente evidente a ciascuno di noi, da conoscerne ormai sia i nomi che i particolari!!!

Sono stati scritti fiumi di pagine, libri, editoriali, inchieste, ma se non facciamo come ha scritto Lei alcuni giorni fa e cioè “scippare le teste” di chi detiene quel potere, beh… chi mai dovrebbe mettere ordine o fare giustizia???

La verità è che Bebbe Alfano, così come tante altre persone per bene di questo Paese, avrebbe potuto essere ancora tra noi e non essere lodato per il suo senso civico o per quella lotta (divenuta quasi personale) nei confronti di quella criminalità organizzata, se solo altri fossero intervenuti in maniera seria, compiendo il proprio dovere, gli stessi d’altronde che per quelle loro complicità, sarebbero dovuti essere condannati e estromessi dalla società civile. 

E così avviene che il tempo passa e ogni anno celebriamo tutte quelle vittime come Alfano, passando da Falcone e Borsellino, consci che quanto espresso ancora a parole rappresenti qualcosa di vacuo, in quanto nessuna rivoluzione profonda, sia culturale che sociale, è stata messa in pratica. 

Perché in questo nostro Paese esistono due tipi di persone: quelle coraggiose che non si rendono disposte a subire (o a piegarsi) e i codardi, sempre più ricattabili in quanto sporchi dentro, poiché in essi ha prevalso l’interesse personale…

E difatti, questa è la vera scelta che ci si pone dinnanzi e con cui bisogna fare i conti quotidianamente: decidere con chi stare, cosa combattere, chi denunciare, ma soprattutto con chi condividere il tragitto della propria vita. 

Già perché vede alla fine tutti siamo Alfano, ma ahimè siamo anche tutti farabutti!!!

Lettera firmata 

C.R.S. 

Il "tallone d'Achille" nelle organizzazioni mafiose…

Sì… perché a differenza di quanto si possa pensare, anche le associazioni criminali possiedono un punto debole e quest’ultimo è costituito dalle tracce che lasciano dietro di sé, in particolare nei movimenti di denaro connessi alle attività, più o meno legali, svolte…

Si tratta quindi di verificare lo sviluppo di quelle tracce, ad esempio come riportavo nel post di ieri, attraverso un’indagine patrimoniale si prova a seguire il flusso di denaro, quasi sempre (si scoprirà essere) di provenienza illecita e quindi ciò fa comprendere come bisogna attenzionare in maniera minuziosa –nel corso delle investigazioni da parte degli organi inquirenti – il reticolo di prove documentali, le quali dovranno esse precise e dettagliate, affinché possano successivamente essere confermate in qualsivoglia possibile riscontro.

Difatti, attraverso questa particolare metodologia si potrà giungere ad accertare le responsabilità di ciascun soggetto indagato e di tutta la rete di connivenze e complicità che, a qualunque livello, hanno permesso a quel fenomeno certamente illegale, di affermarsi e prosperare.

Più questi risultati verranno verificati e quindi saranno apprezzati, maggiori saranno le possibilità di comprendere quali movimenti di denaro sono stati utilizzati per quelle particolari attività produttive, certamente legate alla criminalità organizzata, ma non solo, seguendo le tracce dei movimenti di denaro, si potrà facilmente ricostruire un quadro probatorio capace di far luce non solo sui reati commessi, fine a se stessi, ma anche su quei metodi coercitivi utilizzati nello specifico quale mezzo per delinquere.

Non è casuale, d’altronde, che proprio queste organizzazioni criminali abbiano saldamente assunto il controllo di molte attività lucrose; quest’ultime infatti per funzionare in maniera perfetta, richiedono non soltanto un’articolata organizzazione, ma soprattutto hanno necessità di avere accanto un  ampio collegamento esterno con soggetti posti ciascuno in strutture pubbliche e/o uffici istituzionali, ed è proprio per questi motivi che diventa difficile agli organo competenti, far emergere nel corso delle indagini, eventuali complicità o ancor più dimostrare un possibile legame o affiliazione con quell’associazione mafiosa.

Già… la chiamano "informazione antimafia interdittiva"!!!

Ho letto in questi giorni un articolo sul web https://catania.meridionews.it/articolo/97216/lavori-pubblici-interdittiva-al-consorzio-dei-capizzi-prefettura-di-catania-informa-le-stazioni-appaltanti/ che faceva riferimento ad una società colpita da una informazione antimafia interdittiva… 

Sapete ormai come la penso su questi provvedimenti giudiziari, sulla gestione che viene attuata attraverso i Tribunali e cosa dire di quei nominati amministratori giudiziari… 

Già… in questo momento non vorrei trovarmi nella situazione di quei referenti societari e ancor meno al posto di quei suoi dipendenti, immaginando sin d’ora cosa andrà ad accadere a ciascuno di essi ed in particolare a quei numerosi cantieri aperti!!!

Certo abbiamo visto come il settore dei lavori pubblici sia stato di recente sottoposto alla lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine, in particolare le indagini dei giorni scorsi hanno portato all’arresto di alcuni funzionari pubblici accusati d’aver preteso mazzette in cambio di favori…    

Ma d’altronde, se dovessimo analizzare in maniera particolareggiata molte di quelle stazioni appaltanti, scopriremo certamente come sin dall’espletamento delle gare d’appalto, vi sia qualcosa che non vada per il verso giusto…  

Diversamente –nel caso di cui sopra– l’attenzione degli organi giudiziari si è posta sull’esistenza o per meglio dire sul tentativo d’infiltrazione da parte della criminalità organizzata…

Certo…. quando leggo questa particolare frase, non so se ridere o piangere!!!

Sì… ho come l’impressione che a volte ci si comporti come il cosiddetto “cornuto”, tutti sanno che la moglie ha l’amante, molti ne conoscono il nome e il cognome, eppure l’unico a non saper nulla è proprio il marito: ma sarà poi vero oppure, non sarà che per non affrontare il problema preferisce continuare fare il finto tonto???

E quì è la stessa cosa… 

Difatti, se dovessimo mettere sotto sequestro e/o confisca tutte le imprese che sono in odor di mafia o che possiedono al loro interno – anche solo saltuariamente – qualcuno che possa avere rapporti diretti o indiretti con quell’organizzazione criminale o quantomeno che si faccia passare per un importante “affiliato” di essa, beh… credo che il 75% delle nostre imprese potrebbero finire  sotto amministrazione controllata!!! 

Ma d’altronde (come ripeto spesso…) basterebbe seguire i soldi, quella cosiddetta “sperequazione finanziaria”, analizzando i bilanci societari, non quelli attuali, ma quelli iniziali, quelli di quando si è partiti, osservare come negli anni vi sia stata quella crescita esponenziale, raggiunta (ambiguamente) in così breve tempo…

Certo, comprendo bene che ci voglia tempo e personale, ma soprattutto ritengo ci voglia volontà per andare fino in fondo e difatti è questa la reale motivazione che da sempre manca in questa terra, non per nulla si parla di mafia da oltre mezzo secolo e ditemi cos’è successo???  

Nulla… siamo sempre qui a parlarne, contiamo gli arresti di quei suoi referenti, politici, impreditori, uomini delle istituzioni, quell’organizzazione determina la buona e la cattiva sorte di un territorio, già…  la mafia ahimè esiste, controlla, dirige, obbliga e impone con la forza i suoi ordini, ma in molti fanno finta che non sia così!!!  

Infine, ho letto che è stato presentato un ricorso sui motivi che hanno portato all’emissione della misura restrittiva; auspico quantomeno che la contestazione non riguardi in alcun modo quei suoi dipendenti che hanno avuto piccoli problemi con la legge o alcuni loro fornitori, perchè sarebbe imbarazzante per non dire terribile continuare a colpire chi ha già pagato per i propri errori e debba ancora venire discriminato; eguale considerazione va fatta per quei fornitori, tra l’altro iscritti alla White list, già… vorrei ricordare come quest’ultima iscrizione prefettizia abbia proprio come scopo quello di rendere più efficaci i controlli antimafia, in particolare con riferimento a quelle attività imprenditoriali considerate più a rischio per quanto riguarda per l’appunto le infiltrazioni di carattere mafioso…

Sì… qualcosa mi sfugge!!! 

L'impresa si è rifiutata di pagare la mazzetta e ha denunciato tutto e tutti!!!

E’ finito ai domiciliari l’Ing. direttore dei lavori per un’opera gestita dal Commissario per il contrasto del dissesto idrogeologico…

Il professionista è ora accusato dalla Procura di tentata induzione indebita a dare o promettere utilità…

L’appalto ora nel mirino della magistratura è stato posto sotto controllo dopo che è stata presentata una denuncia da parte di un imprenditore che era stato – a suo dire – avvicinato dal professionista incaricato dalla Committente per seguire il corretto andamento dei lavori…

Cosa aggiungere, se gli imprenditori fossero più coraggiosi e non si prestassero a situazioni come quella ora emersa, sono certo che le forze dell’ordine nn avrebbero unità sufficienti per far emergere tutte le circostanze abiette che vi sono dietro questi appalti pubblici e che costantemente vengono portate dalle nostre forze dell’ordine alla luce…

Ma si sa, non si tratta semplicemente di una mera condizione omertosa, no… gli imprenditori che si prestano a questi meccanismi collusivi esclusivamente perchè mirano all’ottenimento di un maggiore profitto che è quello che più di tutto interessa, non comprendendo che così facendo, non si libereranno mai di quella morsa costituita da quei cosiddetti “colletti grigi”, come se non bastasse già sottostare a quella opprimente e determinata organizzazione criminale!!!

Comunque, accogliamo questo attuale rifiuto a quelle regole imposte, come un qualcosa di positivo e seppur ciò rappresenta un piccolo segnale, è già un grande inizio a quel cambiamento così fortemente auspicato da molti di noi…

Imprenditori siciliani, prendete esempio e ribellatevi – una volta e per tutte – ai maltorti cui siete da sempre quotidianamente assoggettati!!!

E’ tempo quindi di rinascere: certo non si puo tornare indietro e cambiare quanto si è fatto, ma si puo certamente iniziare da dove si è… cambiando però definitivamente il finale!!!

"Il tempo è nemico, tanto quanto la mafia"!!!

Con questa frase ha esordito il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, valutando le procedure burocratiche necessarie alla realizzazione di nuovi impianti pubblici per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti in Sicilia…
Certo per far ciò ci vorrà del tempo, anche perché come abbiamo visto, quei suoi precedenti colleghi hanno volutamente “preferito” trascurare il problema, che ora emerge in tutta la sua gravità!!!
Si sta agendo con procedure ordinarie – ha aggiunto durante la conferenza stampa – ma non ci vorranno sei anni come già avvenuto, perché pensiamo di realizzarli in tre anni. Ma si sa.. le procedure sono estenuanti nelle attese“. 
La verità è che non è cambiato nulla da quando veniva riportato alcuni anni fa in una relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti: “in Sicilia, prima dell’ambiente è inquinato il sistema gestione rifiuti!!!
Già… ben 400 pagine ed una intensa attività d’indagine parlamentare, seguita quindi da tre missioni e decine di audizioni ed una importante acquisizione di documenti per disegnare lo stato dell’arte del ciclo dei rifiuti…
Difatti, il perdurare della capacità d’infiltrazione del sistema da parte di “cosa nostra”, dimostra ancora oggi una diffusa e penetrante corruzione negli apparati amministrativi ed il ricorso massiccio al sistema delle discariche, tutte situazioni che si annidano dietro il continuo stato di emergenza… 
Un sistema di illegalità diffuso e radicato che costituisce uno dei veri ostacoli ad un’autentica risoluzione delle problematiche esistenti in questa terra…
Certo dice bene il presidente Musumeci: “dobbiamo impedire il monopolio, l’oligopolio“, sottolineando di “avere rispetto per l’imprenditoria privata, quando resiste alle pressioni esterne ed è impermeabile“!!!
Ma quanti di essi realmente hanno finora evidenziano in maniera concreta quella propria dissociazione (da quell’organizzazione criminale…) è tutto da dimostrare!!!
D’altro canto ditemi: quanti sono gli imprenditori che hanno finora denunciano???
È stato evidenziato come molte società e i loro imprenditori (non possedendo alcun merito personali e quindi imprenditoriale…) non potrebbero sopravvivere in un sistema legale, già… per loro sarebbe impossibile crescere in una terra che basa la propria economia sulla concorrenza leale. 
Ecco perché per crescere o per meglio dire “proliferare” in questa regione, si ha bisogno di quell’ausilio “esterno”, di quell’organizzazione mafiosa che attraverso proprie capacità economiche e finanziarie, collegamenti diretti con amministratori e politici, legami con dirigenti, funzionari e professionisti ben inseriti in quella zona “grigia”: ecco i reali motivi perché nessuno di loro si dissocia, perché non avrebbero alcuna possibilità di sopravvivere!!!
Certo, comprendere i confini per un imprenditore è difficile, quanto può spingersi o viceversa limitare quelle proprie azioni, poiché… se da una lato troviamo i cosiddetti imprenditori “affiliati“, dall’altro vi sono molti altri che non interloquiscono direttamente con quel sistema, sì… in alcuni casi non ne fanno formalmente parte, ma purtroppo, per portare a soluzione quelle loro problematiche sono costretti a rivolgersi a quei politici o ancor peggio a funzionari infedeli, che  a prima vista concedono quel sostegno in modo gratuito, ma successivamente, faranno in modo che quegli imprenditori restituiscano il favore ricevuto, ecco quindi che indirettamente, senza alcuna volontaria intenzionalità, si dà inizio a quello scambio di favori…
Per cui, se potessi dare oggi un ammonimento al nostro Presidente Musumeci, gli consiglierei in quel suo ruolo di non fidarsi!!! 
Già perché pur apprezzando quanto da egli annunciato e cioè che:” l’obiettivo della Regione nel settore è di arrivare al 60% al pubblico e al 40% ai privati, che adesso trattano il 70% “, resta sempre da risolvere il problema più importante, quello di trovare soggetti “incorruttibili e forse visto il caso specifico dovrei aggiungere “coraggiosi“, che sappiano da un lato non piegarsi alle volontà di quel mondo colluso e criminale, ma anche verificare con attenzione quelle procedure previste – sia per quanto di competenza delle strutture pubblici, che ancor di più per quelle compiute dalle imprese private – affinché si possa iniziare a risolvere definitivamente questo problema dei rifiuti – altrimenti come solitamente avviene in questa terra – tutti questi “bellissimi” intenti, resteranno delle inutili chiacchiere!!!