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Giustizia negata, giustizia fatta: il dramma di chi non crede più nello Stato.


Sabato 4 febbraio 2017: Ecco cosa può accadere… quando non c’è giustizia!!!

Mercoledì 31 maggio 2017: Giustizia ritardata è giustizia negata!!!

Mercoledì 5 agosto 2020: L’animo umano non appare mai così forte e nobile, come quando rinuncia alla vendetta e osa perdonare un torto!!!

Sabato 3 febbraio 2024: Ma in questo Paese, chi paga effettivamente per i reati commessi???

Sabato 27 luglio 2024: Se questo è esser genitori: già… si comprende il perché accadono ogni giorno tragedie come quelle che purtroppo andiamo vivendo!!!

Quando una madre piange un figlio ucciso per un paio di cuffie, cosa resta da dire? Le parole si spezzano, e lo Stato — quello stesso Stato che dovrebbe punire, proteggere, garantire — diventa un eco lontano, un meccanismo arrugginito che gira a vuoto.

Eppure, quante volte l’abbiamo ripetuto: “Giustizia ritardata è giustizia negata”. Lo scrivevo nel 2017, e oggi, a distanza di anni, la storia si ripete con una ferocia quasi rituale. Madri che urlano in diretta tv, padri che impugnano pistole, familiari che smettono di aspettare. Perché? Perché i tribunali assolvono, le pene si riducono, i colpevoli tornano in strada prima del dolore delle vittime. E allora diventa inevitabile che qualcuno decide di chiudere i conti da solo…

Quelli sopra riportati non sono dei semplici post, sono moniti lasciati cadere nel tempo, pietre lanciate in uno stagno troppo spesso immobile. E oggi, mentre l’eco di un colpo di pistola risuona in una piazza, quelle parole tornano a bussare alla nostra coscienza con domande scomode: Avevamo previsto tutto questo? E soprattutto, potevamo evitarlo?

Perché quando la giustizia istituzionale vacilla, ciò che avanza non è il caos, ma qualcosa di più pericoloso: la rassegnazione. Quella stessa rassegnazione che trasforma un padre in giustiziere, una vittima in carnefice, un lutto in una condanna a vita senza appello. Non è un caso, non è follia. È il risultato matematico di un sistema che ha smesso di contare i fallimenti mentre illudeva di contare i giorni di pena.

Eppure, persino in questo baratro, una verità rimane: la giustizia “fai-da-te” non restituisce i figli uccisi, non risana le ferite, non costruisce società migliori. Al massimo, crea nuovi lutti e nuovi vuoti. Ma come biasimare chi, dopo anni di attesa, si è visto consegnare dalle istituzioni non una sentenza, ma un’amara beffa?

Forse il vero interrogativo non è “perché l’ha fatto?”, ma “cosa abbiamo fatto noi per evitarlo?”. Abbiamo ascoltato abbastanza le vittime? Abbiamo preteso che ogni condanna fosse all’altezza del dolore inflitto? O abbiamo accettato, con silenzio complice, che i tribunali diventassero fabbriche di promesse non mantenute?

Quel colpo di pistola ha ucciso due volte: un uomo, e simbolicamente, l’ultimo barlume di fiducia in uno Stato che dovrebbe proteggere ma troppo spesso delude. Ora tocca a noi scegliere: continuare a discutere di eccezioni e casi isolati, o ammettere che dietro ogni “gesto folle” si nasconde una lunga scia di giustizia mancata.

Perché come scrivevo anni fa, “l’animo umano è nobile quando perdona”… ma prima di arrivare alla nobiltà, deve attraversare il deserto della giustizia. E quando nel deserto non si trova neppure una goccia d’acqua, perfino i più forti possono impazzire.

Se la magistratura non difende più la giustizia… a chi dobbiamo rivolgerci???

Ho ricevuto un link interessante, grazie ad un amico di facebook “Capitano“, a firma di Otello Lupacchini: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/07/09/tribunali-il-vizio-si-chiama-virtu-cosa-succede-se-la-magistratura-non-difende-piu-la-giustizia/4480008/ che in maniera chiara, esprime quanto sta accadendo all’interno dei tribunali e di quella autorità chiamata magistratura…  
Scrive il magistrato: “Viviamo in tempi calamitosi. Accade, ahimè, di dover constatare che nei palazzi di giustizia alloggiano – comodamente incistati da grassi parassiti – malviventi in toga e tocco, usi a inventare complotti, screditare o minacciare colleghi, scippare dossier ad altre autorità giudiziarie, simulare indagini su fatti estremamente delicati, per poi archiviarle prontamente, svendendo la funzione giudiziale, in cambio di soldi e altri vantaggi, personali e familiari per favorire i clienti di avvocati “amici”!!!
In queste righe vi è contenuto quanto di più grave ci possa essere nel mettere in campo tutta una serie di stratagemmi, affinché vengano soddisfatti i propri interessi personali o nel mettere in cattiva luce, coloro che si suole di fatto distruggere… 
Ecco perché per raggiungere i propri biechi interessi, costoro procedono con la “creazione di fascicoli”:  a “specchio”, quando il pubblico ministero si auto assegna al solo scopo di monitorare ulteriori fascicoli di indagine assegnati ad altri colleghi; a “minaccia”, in cui finiscono per essere iscritti soggetti “ostili” agli interessi della consorteria; e infine sempre col metodo dei fascicoli… a “sponda”, cioè tenuti in vita per creare una legittimazione formale al conferimento di consulenze, il cui reale scopo era quello di servire gli interessi dei soliti sodali.
Se pensate che a riferire ciò è un loro collega magistrato, vine da rabbrividire, in particolare quando descrive “affari immobiliari” o quando racconta di telefonate a prostitute minorenni o quando vi sono sospetti di pedofilia, oppure quando un procuratore della Repubblica, ha suggerito ad un collaboratore di giustizia, di accusare “qualcuno” nella ricostruzione di una strage…
Continuando dichiara: “Essi impiccano, bruciano, squartano, decapitano, massacrano, imprigionano, minacciano e distruggono tutto senza distinzione di bene e di male. Perché presso di loro il vizio si chiama virtù; la nequizia è soprannominata bontà; il tradimento ha nome fedeltà, il latrocinio è detto liberalità; il saccheggio è la loro divisa e, se compiuto da loro, tutti gli umani lo trovano buono, eccetto gli eretici; e il tutto fanno con sovrana e irrefragabile autorità”!!!
Certo… è vero, viviamo in tempi in cui non ci si può fidare di nessuno ed anche la persona più integerrima, si dimostra corrotta o quantomeno ricattabile…
Ma devo dire che il sottoscritto ha fiducia nella magistratura, crede nel lavoro di quei magistrati onesti che ho avuto l’onore di conoscere…
Sono uomini e donne che fanno quotidianamente il proprio dovere, improntando il loro agire al più rigoroso rispetto della legge e soprattutto senza mai ricercare per se, prestigio o celebrità, ma operando sempre nell’ombra, mettendo innanzi tutto la buona reputazione della Magistratura e i principi morali a cui da sempre sono ispirati…
Ed allora: “Facciamo spesso di tutta l’erba un fascio, quando invece si dovrebbe imparare a selezionare le persone in modo più adeguato e corretto!!!

Salvatore Borsellino: "Non bisogna indagare solo i poliziotti, ma anche i magistrati. Ho fiducia nel governo"

Quanto emerso in queste ore sulle motivazioni della sentenza del processo Borsellino quater e cioè del “depistaggio” nelle indagini compiute per i fatti accaduti a Palermo 26 anni fa, mi dispiace doverlo dire, ma la notizia era stata anticipata dal sottoscritto il 19 Luglio dello scorso anno con il post: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2017/07/borsellino-e-la-verita-negata.html
Ora, dopo che è passato un quarto di secolo per dare quantomeno una probabile verità, ci si è accorti di come tutto sia stato depistato, da una parte di quello stesso “Stato” deviato, rappresentato da una parte di quei suoi funzionari infedeli!!!
La chiamano nei Tribunali ricerca di verità e giustizia… ma di quale verità e di quale giustizia parlano se a quanto sembra, alcuni Pm hanno costretto un falso pentito a dichiarare circostanze e nomi, per nulla veritieri…
Ci avevano raccontato che Borsellino  era stato ucciso dalla mafia… da quel gruppo mafioso di “Toto Riina & Co”…
Ma evidentemente su quella vicenda, i contorni erano più quelli oscuri che quelli chiari: Troppe incertezze, troppi i ritardi, troppi gli errori e nessuna assoluta ricerca della verità… anzi, la verità ci è stata di fatto… negata!!!
Tutti s’aspettavano da un momento all’altro – a seguito peraltro della strage di Capaci – l’attentato al giudice Borsellino, sì… tutti sapevano e nessuno ha fatto nulla per impedirlo!!!
La mafia un fenomeno criminale che può essere sconfitto, ma per raggiungere questo obiettivo è indispensabile diffondere tra i giovani, la cultura della legalità” erano queste le parole del giudice Borsellino… ed è proprio su questo punto che lo Stato ha dimostrato principalmente di fallire!!!
Quanto successivamente compiuto serve a poco… indagini, arresti, condanne, sequestri, confische, ma come ripeto sempre, “sono cambiati i suonatori, ma la musica resta sempre la stessa”!!! 
Lo Stato deve dimostrare di essere “Stato” e non solo in quei giorni di doveroso tributo per il sacrificio di quei magistrati…
E’ tempo di finirla con i proclami, dobbiamo affrontare i problemi, in particolare quelli della nostra isola, ed è su questi temi che le istituzioni sono chiamati a svolgere il maggior lavoro, tenendo sempre in mente, l’indirizzo dato da quei suoi uomini esemplari… 
“La lotta alla mafia, rappresenta il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, e non deve essere solo una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolge tutti, specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità…”.
Leggere quindi oggi del depistaggio, di qualcuno che ha partecipato direttamente a quella strage, di chi ha ha saputo costruito quella falsa verità, di chi conosceva perfettamente i particolari di quella pianificazione e li ha poi raccontati al pentito Gaspare Spatuzza… 
Dice bene il fratello del magistrato: “Non bisogna indagare solo sui poliziotti coinvolti, ma anche sui magistrati. Ho fiducia nel governo”!!!
Si… forse ora che il governo è cambiato, un po’ di luce potrebbe iniziarsi a vedere…
Non va dimenticato che le stragi compiute in quegli anni, sono servite anche a cambiare gli equilibri di quei partiti da sempre presenti nel contesto politico nazionale, che sono stati all’improvviso spazzati via, mentre altri, nati proprio sulla scia di quella rivoluzione culturale, hanno preso il sopravvento…
Chi sono i magistrati che hanno avallato questo depistaggio??? Come è possibile che molti di loro abbiano fatto una carriera così rapida??? Che fine ha fatto l’agenda sparita dall’auto di Borsellino???  
Credo che abbia ragione il fratello Salvatore Borsellino quando afferma: “Questa sentenza afferma quello che io grido da sempre: la strage fu accelerate per impedire a Paolo di essere convocato e sentito come testimone a Caltanissetta, come lui chiedeva, su quello che aveva scoperto sulla morte di Giovanni Falcone. E l’agenda rossa fu fatta sparire perché si temeva potesse contenere rivelazioni scomode. Eppure a suo tempo La Barbera disse che Lucia, mia nipote, farneticava quando parlava dell’agenda rossa”.
La giustizia ancora una volta ha dimostrato quanto poco uguale sia, a seconda delle circostanze e degli uomini… 
Concludo con un pensiero del giudice Borsellino, riportato nel lontano 26 gennaio 1989:
L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E no! Questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! 
Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. 
Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. 
Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. 
Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati!!!

LIBERA: Denunciare conviene! Certo, facile a dirsi… fintanto che sono gli altri a farlo!!!

L’altra mattina mentre stavo guidando, ascoltavo Radio 24.
Si parlava di un episodio inquietante che si era registrato in località Ostia e si ricollegava all’aggressione subita dal giornalista Daniele Piervincenzi, da parte di un esponente della famiglia “Spada”…

A dichiarare quanto sopra era l’intervistato Avv. Giulio Vasaturo per c/ dell’Ass. “Libera” di Don Ciotti, (associazione della quale mi sento onorato di essere iscritto).
Per quella vicenda come si sa, è iniziato il processo dinnanzi all’autorità giudiziaria presso il Tribunale di Roma, ed è accaduto che una testimone, non si è presentata in aula!!!
E’ stato quindi disposto l’accompagnamento coattivo, cioè alla prossima udienza verrà accompagnata dai carabinieri, perché – secondo quanto riferito dal pubblico ministero – purtroppo, è stata vittima di un attentato incendiario, nel senso che “ignoti” (quest’aggettivo è bellissimo… sì, del tipo che qualcuno non ha un cazzo da fare… e si mette a provocare danni sulle cose altrui, così tanto per…) alla vigilia della sua testimonianza,  hanno incendiato la roulette del figlio!!!
Questa grave circostanza, è stata ritenuta dagli inquirenti un chiaro atto d’intimidazione, che evidentemente ha condizionato la partecipazione della signora a quel processo…

E’ facile ora dire a parole: “Denunciare conviene“, tanto alla fine cosa costa dirlo, sono sempre gli altri a pagarne le conseguenze… quelli che per l’appunto… denunciano.
Poi, che chi ha effettuato quelle denunce viene lasciato solo dallo Stato… poco conta!!
Si lo STATO… quello fittizio, quello che vorrebbe farci credere che è sempre presente, che interviene “immediatamente (considerate il termine con eufemismo…), ma che lascia di fatto isolati questi chiamiamoli “eroi”, gli stessi che la società civile rifiuta, soggetti che si ritrovano immediatamente emarginati e solo perché hanno sporto denuncia presso le autorità giudiziarie!!!

Difatti, vorrei sapere da tutta questa serie di sapientoni della legalità, ditemi… perché se lo STATO è così presente, nessuno denuncia???
Ed ancora, perché denunciare quando assistiamo in maniera evidente all’atto di una diminuzione delle condanne penali per quei delinquenti occasionali o anche al numero di querele sporte… tanto che non conviene più denunciare crimine di lieve entità, a causa del nuovo decreto legislativo, che prevede per l’appunto, la non punibilità dei reati “per tenuità del fatto”…
Ed allora esaminiamoli questi casi di non punibilità e vediamo in quali casi si configurano: 
– reati sanzionati con una pena non superiore a 5 anni di reclusione;
– oppure reati sanzionati con pena pecuniaria.
In altre parole, laddove il processo accerti che il crimine è stato realmente commesso dall’imputato, quest’ultimo non verrà condannato, ma… sentite… sentite… PROSCIOLTO!!!
Sì… in questi particolari casi, scatterà nei suoi confronti, l’archiviazione del procedimento per “tenuità del fatto”!!!
Ed allora, con una normativa che prevede quanto sopra, viene da chiedersi: “Chi mai sporgerà querela contro il proprio aggressore, se già in anticipo sa che il colpevole non verrà punito?“.

D’altronde con una giustizia ritardata e il più delle volte negata, e con un sistema che non punisce ma che assolve, vorrei sapere quanti sono quei folli (il sottoscritto ahimé… ne conosce uno…) che provano con ogni mezzo a contrastare questo sistema “colluso e corruttivo”, dedito quotidianamente – grazie a quei suoi uomini, personaggi al di sopra di ogni sospetto – al malaffare e a condurre le proprie vite, in maniera immorale e socialmente riprovevole…

Ma questa (povero noi…) è la natura dell’uomo e tutti indistintamente si piegano a quelle sue infide regole, dagli abituali delinquenti… fino a quegli sleali magistrati (purtroppo sì… ci sono anche loro)!!!        
Ma il sottoscritto ormai vive la propria vita come fosse una missione, già come a Don Ciotti; d’altronde entrambi abbiamo scelto di vivere seguendo una regola: “Abbiamo solo questa vita, quaggiù non ne avremo un’altra, per amare, per amarci, per impegnarci e per esserci”!!!
Ed allora, seguendo questo principio, soli e tra mille difficoltà, si va avanti lo stesso, ovviamente… DENUNCIANDO!!!

Catania: Siamo nelle mani di nessuno!!!

Questa sera vorrei dedicarVi un libro…
Un libro per le tante vittime che attendono giustizia da questo paese e che proprio a Catania trovano, nei cosiddetti tutori della legge o in quanti di fatto la rappresentano con quelle toghe… l’assoluta indifferenza!!!
Non ho paura di dire quanto dico… e non mi nascondo nel farlo, perché non vi è una sola persona, tra quelle che dicono di voler perseguire la giustizia, che può paragonare se stesso – nelle assiduità di ogni suo gesto e/o nei comportamenti personale – ai fatti e alle circostanze quotidiane che, con tanta tenacità e determinazione, va compiendo il sottoscritto… 
Perché c’è una profonda differenza da chi è tenuto a fare il proprio dovere in quanto, egli stesso, la sua figura, il proprio incarico, rappresenta in se… l’istituzione, e chi di contro, a differenza di egli, non riceve alcun compenso, ne morale e neppure economico, ma soprattutto, non riceve quei meriti o quelle coccarde che altri, senza alcuna propria virtù, propagandano e ostentate, svolgendo quanto sentono in prima linea, esclusivamente quale loro dovere!!!
Ma a cosa serve fare il proprio dovere….
Già a cosa serve contrastare ogni giorno tutta questa illegalità… questo marciume che ci sta seppellendo vivi, queste connivenze clientelari che fanno sì che coloro che rubano e delinquono alla fine vincono e gli altri, già tutti gli altri, sono da soli a combattere in silenzio le battaglie che questo “sistema” non vuole fare o quantomeno si astiene dal compiere…
E’ bellissima vedere a Catania questa “Giustizia negata”!!!
O meglio… non è proprio così, qualcuno la giustizia (o meglio l’ingiustizia) abbiamo visto in questi inizi di settimana è riuscita ad ottenerla, basti vedere ad esempio in quali modi si ottengono i processi segretati… credo proprio che deve averla scritta qui la canzone Vasco Rossi… sì, mentre si trovava a Catania, forse proprio in quel Hotel prospiciente la Piazza Giovanni Verga ed il suo panorama di fronte, come faceva…??? “Va bene, va bene, va bene… va bene così”, d’altronde a chi può interessare… a nessuno, perché così che deve andare!!!
L’importante è ricordarsi di avere sempre gli avvocati “buoni” messi a disposizione (تلك التي تبيع للمال حتى أمهاتهم)!!!
Ma non importa, anche se il sistema non funziona e come si ripete a Catania… “ie tuttu pessu“, al sottoscritto non gliene fotte un cazzo, io… continuo lo stesso!!! 
Stamani ad esempio ero a Messina, precisamente in un “Ufficio” presso il Tribunale… e non importa se ciò che faccio, non verrà portato avanti… o chissà, forse finirà insabbiato in qualche cassetto sperduto probabilmente di un piano interrato, ma, non ha alcuna importanza cosa accadrà, perché l’importante è esserci, e non farsi sottomettere da questo sistema irriconoscente, che prova a tutti i costi di limitare l’operato di ciascuno di noi e soprattutto tenta di modificarne la personalità del sottoscritto… 
Ma io per fortuna (o chissà per sfortuna…) sono dissimile a molti miei conterranei “omertosi”, anzi in questo mi vedo come quell’amico di Palermo, sì… quell’uomo che non si è voluto piegare alcuni anni fa a quel sistema corruttivo e criminale presente nella sua città…
Avverto ogni giorno quel suo modo di vivere, credo ormai che mi appartenga, ed è il motivo per cui mi sento di dover continuare, chissà, forse perché anch’io sono come Lui… nato LIBERO!!!    

Prima contro la mafia, dopo contro lo Stato: 25 anni di processi per avere giustizia!!!

Bruno Contrada, capo della mobile a Palermo negli anni di piombo, in prima linea contro la mafia in un periodo in cui s’indagava sui collegamenti tra mafia e Stato e in quella cosiddetta “zona grigia”, tra legalità e illegalità…
Venne arrestato il 24 dicembre del 1992 con l’accusa di concorso in associazione mafiosa. 
Fu condannato in primo grado a 10 anni, ma la sentenza fu ribaltata in appello e il funzionario venne assolto…. 
Dopo di che giunse il giudizio della Cassazione, che annullò l’assoluzione con il rinvio alla Corte d’Appello di Palermo lo stesso che nel 2006, confermò la condanna a 10 anni. 
Ed oggi… la Corte di Cassazione ha revocato la condanna di concorso in associazione mafiosa…
Si resta senza parole, ma soprattutto noi cittadini alla fine, restiamo storditi da questi rocamboleschi e ribaltamenti gradi di giudizio…
Abbiamo sentito e letto, storie su storie su questo funzionario, agente segreto e poliziotto italiano, dirigente generale della Polizia di Stato, numero tre del Sisde, capo della Mobile di Palermo e capo della sezione siciliana della Criminalpol!!!
Viene ovviamente da chiedersi… ma se questo importante funzionario era realmente coinvolto, lo Stato… a quel tempo, ha dimostrato con quella quella sua scelta d’aver fallito… ma se come risulta oggi, quest’uomo, risulta totalmente estraneo e quindi innocente da qualsivoglia incriminazione, lo Stato… in questi anni, ha dimostrato nuovamente di aver fallito e forse viene da chiedersi, se non si sia voluta favorire la mafia e/o qualche uomo di quella zona grigia, allontanando volutamente questo funzionario per 25 anni da quel suo apprensivo lavoro…
Dice bene: “ha sofferto la mia famiglia e il mio pensiero va a tutti loro, che mi sono sempre stati sempre vicini. Il mio onore? Non l’ho perduto mai, ho sempre camminato a testa alta perché ho sempre e solo fatto il mio dovere”!!!
Ma se per fare il proprio dovere, alla fine, uno… deve essere incriminato, comprendo il perché in Italia, la maggior parte dei miei conterranei… non si espone e si fa i cazz… propri!!! 
Immaginatevi l’umiliazione che ha dovuto subire quest’uomo… ovvero la perdita di onore causata da quelle strutture istituzionali, a cui da sempre aveva creduto…
Quale vergogna per se, per la propria famiglia, dover subire questo attacco frontale, questa messa in discussione della propria professionalità… una condizione che lo ha di fatto paragonato ad un traditore dello Stato, un uomo che compieva deliberatamente, tutta una serie di attività indegne, venendo meno al proprio adempimento.
Ma la nostra si sa… è una comunità che ti giudica, sì… una collettività che ti punisce!!!
Possiamo definire la nostra società, quella della “colpa” dove onore e vergogna sono dei sentimenti di profondo rilievo!!!
Come si dice… nascondersi e sparire per la vergogna, riparare e quindi espiare, nel caso della colpa…
Il peso della nostra società e davvero rilevante, nessuno è più disposto ad aspettare la sentenza di un giudice… 
Si preferisce innanzitutto condannare “mediaticamente”, poi eventualmente, se se capaci, si dimostrerà la propria innocenza… per adesso serve qualcuno che paghi!!!
Ma, dato che Bruno Contrada non si è mai piegato a quel giudizio infamante e non si è mai dichiarato corrotto, disonesto e disonorato, la maggior parte dei suoi connazionali, proprio per quel suo atteggiamento di sfida, lo ha ritenuto sin da subito colpevole… 
Oggi, dopo 25 anni… ciascuno di noi, non può ritenersi soddisfatto, ne sotto il profilo umano e neppure sotto quello giudiziario, poiché – abbiamo visto – per fare emergere quell’unica verità… le nostre istituzioni hanno avuto necessità di un quarto di secolo!!!
Come ho scritto alcuni mesi fa: giustizia ritardata… è giustizia negata!!!

Giustizia ritardata è giustizia negata!!!

Una frase di un grande filosofo, giurista, storico e pensatore politico francese… (Charles Louis de Secondat barone de La Brède et de Montesquieu; 1689 – 1755), campeggia sui cartelloni pubblicitari della nostra città… 

Ma cosa significa questa frase… e poi non si comprende, contro chi si è voluto manifestare pubblicando quei manifesti???
Ritorniamo per un momento alla frase: 
“Giustizia ritardata è anche giustizia negata”!!!
Ogni qualvolta che chiediamo “giustizia”… lo facciamo principalmente per due motivi: il primo perché pensiamo di fare il nostro dovere di onesti cittadini, ed il secondo, perché riteniamo di essere vittime di un’ingiustizia o  quantomeno, riteniamo di aver subito un torto…
Nel fare ciò, pensiamo di riuscire in maniera legale di ottenere giustizia per quanto si è denunciato!!!
Ed ecco che all’improvviso, scopriamo di essere entrati in un tunnel senza luce o per lo meno, quel punto luminoso è troppo lontano rispetto alla realtà che ci saremmo aspettati!!!
Difatti, le aule di giustizia – in una società di diritto che funzioni – dovrebbero garantire dei tempi certi… ed invece, appena posiamo piede in quei palazzi, ci accorgiamo di come quel tempo a nostra disposizione… (facendo i dovuti scongiuri…) potrebbe non bastare!!!
Dire che il sistema giudiziario è lento, è di per se un eufemismo…
D’altronde, il meccanismo procedurale è talmente complesso e macchinoso che la maggior parte delle volte non si giunge neppure ad esprimerlo quel “giudizio”, perché qualcuno delle parti ha rinunciato oppure è deceduto… 
Ed è proprio su questi punti che basano tutto i nostri bravissimi legali, in particolare mi riferisco a quanti si occupano di penale…
Sono certo che all’interno di quell’ambiente la frase più in voga sia: “più si dilatano i tempi e più si è certi che mai si giungerà ad un verdetto”!!!
Inoltre, su quanto sopra vanno aggiunte una serie di problematiche, che vanno: dal numero esiguo dei magistrati, dall’enorme quantità di procedimenti pendenti, da carenze di personale ausiliario, dalla distribuzione irrazionale degli uffici giudiziari sul territorio, da quelle inefficienze finanziarie a causa di mancati fondi, sia strutturali che tecnologici e informatici, a cui si somma un formalismo giudiziario che appesantisce il carico della giustizia e per concludere un numero spropositato di avvocati ed una assenza effettiva di valutazione sulla professionalità di quegli stessi magistrati….
Possiamo definire questo sistema, come un “cane che si morde la coda”!!!
A rallentare ancor più la macchina della giustizia civile sono i ritardi con cui mediamente si giunge ad un giudizio, solitamente, non prima di 6/10 anni in primo grado ed altri 3 per quello in appello!!! 
Non per nulla il nostro paese, risulta essere posto tra gli ultimi per termine di durata dei processi civili, con situazioni che il più delle volte conducono a veri e propri dissesti finanziari…
Se osserviamo viceversa i procedimenti penali, ecco che scopriamo come il pessimo sistema giudiziario dia il meglio di se… e volendo saltare (intenzionalmente) tutte quelle fasi dibattimentali, dobbiamo ricordare i ritardi dovuti agli scioperi, alla sostituzione dei giudici, alla presenza o meno dei vari testimoni… e via discorrendo, comunque alla fine, quei processi si concluderanno molto spesso con prescrizioni, piuttosto che con assoluzioni o condanne!!!
Si comprende ora il perché, la maggior parte dei cittadini “onesti“, preferisce abbandonare… ancor prima di cominciare, mentre quelli disonesti, preferiranno rubare e farsi corrompere, invece di pensare a vivere in maniera onesta…
D’altronde con questo sistema così permissivo e con un sistema a modello “lumaca“, si ha tutto il tempo necessario per continuare a svolgere compiutamente qualsivoglia azione disonesta o illecita e nel caso in cui si dovesse venire indagati, si farà in modo che le prove presunte di quella indagine, “spariscano” ancor prima di un eventuale giudizio di condanna…
Nella peggiore delle situazioni, si farà in tempo a recarsi in uno di quei paradisi tropicali per sdraiarsi fronte mare su un’amaca, sapendo d’altronde, che non giungerà mai su quei luoghi una eventuale richiesta di estradizione, che d’altro canto non verrebbe autorizzata!!!
Sembra comunque che finalmente qualcosa anche da noi stia cambiando, anche perché forse si è compreso che una giustizia più celere è soprattutto una giustizia che funziona, non solo perché fa risparmiare denaro ai contribuenti, ma soprattutto incentiva gli investimenti esteri ed attira i molti imprenditori stranieri a credere nel nostro sistema paese e quindi nel nostro sistema giudiziario…
Chissà se anche il sottoscritto un dì avrà il piacere di poter costatare quanto in maniera positiva verrà realizzato, vedremo… 
Cosa aggiungere, per il momento mi consolo con con una frase: Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli…. (Gesù di Nazareth)

Dell'Utri – Parte seconda

Come previsto nel mio recente Post, l’ex senatore Dell’Utri, lì è… e li resta!!!

Era evidente che i tempi di estradizione sarebbero stati no lunghi… lunghissimi, e che la data della sentenza della Cassazione per il 22 Febbraio era fallace…
L’udienza per la convalida dell’arresto da tutti annunciata come imminente è stata rinviata a data da destinarsi… direttamente dal procuratore generale libanese che ha così deciso che l’ex senatore del Pdl sarà sentito soltanto dopo il deposito della richiesta di estradizione da parte dell’Italia…

Vi immaginate ora i tempi e le lungaggini burocratiche prima che tutta la documentazione venga riprodotta, fatta pervenire in libano, tradotta in arabo, messa a disposizione del procuratore…
Come minimo passeranno anni!!!

Nel contempo, l’ex senatore continuerà a vivere la sua “triste” esistenza, nella lussuosa suite del Hotel Phoenicia, tra i più belli della città, 
Il Procuratore generale del Libano, Samir Hammoud che rappresenta la massima autorità giudiziaria del Paese, avrebbe dovuto decidere sulla eventuale estradizione….e poi si dovrebbe passare dal governo…
Mi chiedevo, ma come si è potuto farlo partire???
Perché il Ministero degli Interni non ha prontamente avvisato le autorità doganali sulla possibile fuga???
Ed ancora perché non gli è stato ritirato il passaporto???  
E’ dire che sin dal 2013 si era venuti a conoscenza di una possibile fuga… ma come sempre non se ne fatto niente o meglio non si doveva fare niente!!!

Il bello che proprio durante l’intercettazione si è scoperto che nei dialoghi si stesse valutando quale potesse essere il luogo sicuro per per poter sfuggire ad una eventuale conferma della sentenza da parte della Cassazione che lo condannerebbe a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa!!!
Cercare gli eventuali complici è ormai impossibile…erano in troppi a far finta di non sapere…
Certamente Forza Italia non fa proprio una bella figura, visto che proprio il suo fondatore adesso, se ne scappato con il solito gruzzolo!!!
Adesso quando il Cavaliere parla difendendo l’amico fraterno… quanti sono presenti, pur pensandola in maniera opposta al proprio leader, non hanno ha avuto il coraggio di contraddirlo….
Comunque sono certo che a breve… appena possibile l’ex senatore tenterà di scappare verso paesi dove non esiste l’estradizione, come la Cambogia che se pur con un’alta corruzione, presenta una vita economica poco costosa ed una grande disponibilità dei suoi uomini a farsi corrompere!!!
Ancor meglio se andate alle Seychelles, lì dopotutto l’Ambasciata Italiana manca e quindi la nostra giustizia farebbe un gran buco nell’acqua…
Stessa cosa per le isole Mauritius!!!
Restano ancora gli Emirati Arabi Uniti con Abu Dhabi e Dubai in testa…
Per cui non mi sorprenderebbe che fra qualche anno, verrò a sapere di un suo trasferimento che pian piano porterà a farci perdere le tracce…
Nel frattempo lo Stato ha sopportato spese per processi, indagini, ecc.. che alla fine come sempre non hanno portato ad un bel nulla!!!

La Corte Europea stoppa Berlusconi!!!

Ieri pomeriggio, la Corte di Strasburgo a negato di concedere una corsia “preferenziale” al ricorso presentato in merito alla Legge Severino, che ha determinato nel mese di novembre 2013 la decadenza del parlamentare Silvio Berlusconi.
La decisione con la quale la Corte ha deciso di rifiutare di esaminare con la cosiddetta “procedura d’urgenza” il ricorso, ovviamente non impedirà la valutazione di ammissibilità dello stesso ricorso, dove sarà valutata la possibilità di essere giudicata per poter entrare eventualmente nel merito.
Ed è per questa motivazione che la Corte esaminerà il caso sottoposto dall’Italia con la procedura consueta.
L’azione portata avanti dall’ex leader, riguarda la Legge Severino che prevedeva l’incandidabilità e l’impossibilità a ricoprire delle cariche istituzionali di tipo governativo per coloro che sono stati condannati in via definitiva per delitti non colposi.
Ora per Berlusconi, che è stato condannato a 4 anni con sentenza passata in giudicato nell’ambito del processo sui diritti tv Mediaset, la legge ha fatto giustamente ha fatto scattare la decadenza da senatore…
Il piano politico di Berlusconi ( determinato a far cadere il Governo nel caso in cui il Pd votasse per la decadenza ) non riusci a causa del vicepremier Angelino Alfano e dei ministri del Pdl che lasciarono da solo il Cavaliere, dando inizio alla nuova costola del Pdl chiamato Nuovo centrodestra e salvando così Enrico Letta ed il suo esecutivo.
Ovviamente alla fine si voto per la decadenza di Berlusconi e tutti sappiamo oggi com’è finita…, spera ancora di rientrare dalla porta di servizio grazie all’aiuto dato a lui dall’amico Renzi…
Comunque in definitiva la Corte di Strasburgo, ha dichiarato che i tempi applicati sulla decisione saranno quelli ordinari e non quelli della procedura d’urgenza…
Un schiaffo morale per il Cavaliere che da sempre è abituato ed ha abituato i suoi fedelissimi a camminare su corsie privilegiate e godendo di favori personali cui la casta ci ha ormai abituati e di cui purtroppo noi semplici cittadini non potremmo mai godere…
https://youtube.googleapis.com/v/rE7ZnjPpWmE&source=udsGià, mi sembra di rivedere un film con Michele Placido ( nella parte di un Senatore della ns. Repubblica ) in Viva l’Italia, quando attraversando malato la corsia dell’ospedale e accompagnato dal figlio medico ( interpretato da Raoul Bova ) scavalca tutti i malati in attesa e gridando: a frignoni che fate la fila… ribellatevi!!! 
Io non ho fatto l’impegnativa…, non ho il ticket e per di più sono raccomandato da mio figlio che fa pure il comunista… non c’è nessuna anomalia siamo in Italia, io sono ricco e passo avanti, lei è povera e si attacca al cazzo!!!!

La Corte Europea stoppa Berlusconi e così rimane in fila come tutti gli altri!

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha deciso: niente corsia preferenziale per Silvio Berlusconi.
Ieri pomeriggio, Strasburgo ha negato la “procedura d’urgenza” sul ricorso presentato dall’ex Cavaliere contro la Legge Severino, quella stessa legge che nel novembre 2013 lo fece decadere da senatore dopo la condanna definitiva per frode fiscale nel processo Mediaset.
Attenzione: il ricorso non è stato respinto—verrà comunque esaminato, ma con i tempi ordinari. Niente sprint, niente privilegi. Una sconfitta morale, più che legale, per un uomo che ha sempre vissuto nella convinzione che le regole, per lui, fossero diverse.
La legge che (finalmente) colpisce anche i potenti
La Severino è chiara: chi è condannato in via definitiva per reati non colposi non può ricoprire cariche pubbliche. Una norma giusta, democratica, che dovrebbe valere per tutti. E infatti, quando la sentenza divenne esecutiva, Berlusconi perse il seggio.
Peccato che lui, invece di accettare il verdetto, abbia provato a ribaltare il tavolo. Minacciò di far cadere il governo Letta se il Pd avesse votato per la sua decadenza. Ma il suo piano saltò quando Angelino Alfano e una parte del Pdl lo abbandonarono, fondando il Nuovo Centrodestra e salvando l’esecutivo.
Alla fine, il Senato votò. E lui perse.
Strasburgo: niente scorciatoie
Ora Berlusconi spera in una rivincita tramite la Corte Europea, sostenendo che la Severino sia “eccessiva” o “retroattiva”. Ma Strasburgo, almeno per ora, non ha fretta di ascoltarlo.
La decisione di rifiutare la procedura d’urgenza è un segnale chiaro: qui non si tratta di emergenze, ma di un uomo che cerca di sfuggire alle conseguenze di una condanna definitiva. E la giustizia, quando vuole, sa essere imparziale.
Il privilegio negato (e l’Italia che non cambia)
C’è una scena nel film “Viva l’Italia” (quello con Michele Placido nel ruolo di un senatore borioso) che riassume tutto: il politico malato arriva in ospedale, scavalca la fila e urla ai poveracci in attesa: “Io non ho l’impegnativa, non ho il ticket e sono raccomandato da mio figlio che fa pure il comunista! Ma nessun problema: sono ricco, passo avanti. Voi siete poveri, e vi attaccate al cazzo!
Ecco, questa è l’Italia che Berlusconi ha rappresentato per decenni: un Paese dove i potenti vivono in una dimensione parallela, dove le regole si piegano, dove la giustizia ha due pesi e due misure.
Oggi Strasburgo gli ha ricordato che, almeno fuori dai confini nazionali, le cose potrebbero funzionare diversamente.
Morale?
La Legge Severino ha fatto il suo dovere. Berlusconi ha perso. E ora, per una volta, dovrà aspettare il suo turno.
Come tutti gli altri.