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"Iddu, l'ultimo padrino"!!!
Il cast è costituito anche da Toni Servillo, nel ruolo di Catello, l’uomo che lo avrebbe cresciuto, un ex politico che uscito di prigione per mafia cerca di recuperare il tempo perduto, collaborando coi i servizi segreti per catturare l’ultimo grande latitante…
Il film diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza si intitola “Iddu – L’ultimo padrino” e verrà tra qualche giorno presentato in Concorso a Venezia alla 81ª Mostra Internazionale del Cinema.
Il racconto inizia quando i servizi segreti chiedono a Catello aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo Messina Denaro, ultimo grande latitante di mafia in circolazione e da lì inizia un racconto fantasioso che secondo il sottoscritto poco o nulla abbia con la realtà dei fatti…
Difatti, quel boss – per come stanno evidenziando le investigazioni delle forze dell’ordine – in questi anni ha potuto godere della massima libertà, sia attraverso una serie di soggetti che si sono offerti di prestargli la propria identità, ma non solo, egli ha avuto la protezioni da parte di uomini politici e istituzionali, che hanno garantito trent’anni di latitanza…
Infatti tutti ne parlavano, ma nessuno aveva intenzione di arrestarlo, per ovvie ragioni in quanto ago della bilancia di molte trattative, ma soprattutto garante di una pax territoriale e di quello scambio di voto richiesto da molti suoi amici politici…
Sappiamo tutti che per Messina Denaro era giunta ormai la fine, i suoi medici gli avevano concesso meno di un anno ed egli – nelle condizioni di latitante – non avrebbe potuto mettere a posto e quindi ordinare quanto doveva in maniera celere compiere, in particolare recuperare quel rapporto con la figlia, certamente sua unica erede…
Certo a pagarne le spese sono stati tutti coloro che si sono prestati in questi anni ad assecondarlo e da quanto stiamo leggendo la lista è molto lunga, ma ormai il suo tempo era giunto e qualcuno – già… proprio da quell’associazione criminale – in procinto delle nuove elezioni nazionali, ha deciso di venderlo per compiacere qualcuno appartenente a quella coalizione, affinché si evidenziasse a tutti noi cittadini che questo nuovo governo fosse diverso dai precedenti e la cattura del boss latitante da trent’anni ne era l’esempio…
Ci si dimentica che in quei lunghi trent’anni non è stata la “Sinistra” o il “M5Stelle” al governo, ma bensì proprio un partito il cui fondatore è stato condannato nel 2014 a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa (difatti… ne ha scontati 4 in carcere e uno ai domiciliari) essendo stato riconosciuto mediatore tra “Cosa Nostra e Silvio Berlusconi”!!!
Ma si sa… nei film si preferisce raccontare storie fantastiche invece che rappresentare in maniera coerente quanto realmente accaduto e allora accogliamo questa ulteriore pellicola cinematografica su quei padrino di “cosa nostra” come l’ennesima opera di fantasia…
Ma d’altronde si sa… tutto ciò che viene quotidianamente rappresentato in questo Paese non è altro che qualcosa d’immaginario e aggiungerei anche di utopistico, ma ai miei connazionali – ahimè – va bene così!!!
A caccia dei fiancheggiatori del boss Messina Denaro
D’altronde quando parlo di una condizione “fattibile”, per non dire certamente comoda, è perché paragono questa attuale situazione a quella proposta in un film del 1998 interpretato da Gene Hackman e Willy Smith, intitolato – vedasi la coincidenza – “Nemico Pubblico”!!!
Già… in quel film furono memorabili alcune scene tra cui le riprese satellitari, già… con le quali era possibile pedinare dall’alto gli spostamenti delle persone monitorate.
Parliamo di molti anni fa, ma ciò che sembrava allora fantascienza è diventato da un po’ di anni realtà, difatti tra satelliti, cimici, microfoni, controlli telefonici e verifiche incrociate di telecamere stradali (le cui memorie ricordo sono solitamente conservate in archivi backup “iCloud”), diventa elementare utilizzare quelle fonti per processare in maniera “inversa” i vari spostamenti che quel boss ha compiuto, ma soprattutto – visto i luoghi in cui si è recato – gli eventuali soggetti con cui di fatto si è incontrato!!!
Certo ora si tratta di voler portare a compimento quanto iniziato dopo la sua cattura e difatti sono attualmente in corso tutta una serie di perquisizioni – disposte della Dda di Palermo – che vanno da Mazara del Vallo, Castelvetrano, Campobello di Mazzara, etc., per individuare la rete dei fiancheggiatori del boss di cosa nostra.
Come in quel film si stanno provando a ricostruire gli spostamenti di quel capomafia nei mesi precedenti all’arresto e soprattutto determinare la disponibilità di immobili e covi segreti di cui soltanto egli era a conoscenza…
D’altronde nel giorno del suo arresto sono state trovate alcune chiavi e come in quel film si sta cercando tramite le immagini satellitari, celle telefoniche, tabulati del cellulare e videocamere piazzate in diversi punti della provincia Trapanese, di determinare dove e chi abbia incontrato in quei giorni quel boss.
Difatti è grazie a quella sua “Alfa” – l’auto con cui il boss latitante si spostava tranquillamente, che gli investigatori stanno verificando gli spostamenti, scoprendo dove si recava e non solo per la gestione di quelle sue attività fraudolente…
Si stanno quindi provando le chiavi sequestrate verificando se qualcuna di quelle apra qualche appartamento, garage, locale tecnico o quant’altro a prima vista insignificante, il tutto celato in complessi immobiliari poco appariscenti, ma luoghi nei quali egli si è sicuramente recato!!!
Chissà se proprio oggi – data di commemorazione del Giudice Borsellino e della sua scorta – non venga improvvisamente ritrovata, già… in uno di questi covi, la nota Agenda Rossa, a suo tempo prelevata dagli uomini di quel suo capo, Totò Riina, per poi – immagino – esser stata conservata in quella cassaforte, la stessa che ahimé il “Capitano Ultimo” non ha mai potuto aprire (il sottoscritto conoscendomi… – sono certo – al suo posto avrebbe sicuramente disobbedito ad un ordine così scellerato…) già… a causa di un comando trasmesso da un superiore posto nei “piani alti”!!!
Già… ritrovarla ora sarebbe una bella impresa e aggiungerei un bel regalo per tutte le vittime della mafia!!!
Ovviamente va detto… sempre che poi si decida da parte delle nostre Istituzioni di pubblicarne il contenuto: sì… perché comprendere come questa decisione potrebbe rappresentare ancora una volta, l’inizio di una nuova peripezia!!!
Sig. Costanzo: vede… noi non dobbiare lottare contro la Mafia, perchè noi siamo la mafia!!!
L'ex boss "fantasma" e deceduto…
Matteo Messina Denaro è morto poco prima delle 2, nella nottata tra domenica 24 e lunedì 25 settembre all’ospedale dell’Aquila. Era stato arrestato il 16 gennaio 2023 ,dopo trent’anni di latitanza. Era considerato uno degli eredi dei corleonesi, l’ala dura di Cosa nostra che prese il sopravvento nella guerra di mafia degli anni Ottanta e che lanciò la sfida allo Stato con la strategia stragista del 1992 e 1993, ma Matteo Messina Denaro, sconfitto nella notte da un tumore al colon, aveva poco in comune con lo stile di vita di Totò Riina e Bernardo Provenzano, se non gli ergastoli e la ferocia assassina. Nel supercarcere de L’Aquila, dove è stato interrogato più volte dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, ha ricordato che se non fosse stato per il tumore al colon non sarebbe stato catturato ma soprattutto ha sempre ribadito “con voi parlo, ma non collaborerò mai”. Il boss 61enne nel 2020 era stato colpito dal cancro al colon: la malattia lo aveva costretto a prendere dei rischi rispetto a una latitanza perfetta durata quasi trent’anni.. Il boss di Castelvetrano ha rifiutato cerimonie religiose e sarà sepolto nella tomba di famiglia dove già riposa il padre, morto da latitante.
“Oggi che lui se n’è andato, di fronte alla morte ciascuno si ferma, ma la morte non può’ cancellare le responsabilità di quella violenza, di quei crimini, di quelle centinaia di persone che sono state spazzate via”.
La mafia e la corruzione costituiscono emergenze serie e sempre attuali, in Italia. I cittadini ne sono consapevoli (come emerge dalla Terza edizione della ricerca di Libera curata da Demos sulla percezione dei cittadini della corruzione e delle mafie).
Nonostante l’arresto di Matteo Messina Denaro, gli italiani, pur riconoscendo l’importanza di tale passaggio, non lo ritengono “decisivo” nella lotta alle mafie: l’80% degli intervistati pensa, infatti, che “la mafia in Italia è forte come prima“. Difatti, solo il 12% pensa che “l’arresto del boss abbia indebolito il sistema mafioso”.
Le parole di Don Ciotti dopo il suo arresto: “La sua latitanza ne nasconde altre“!!!
Le mafie non sono riducibili ai loro “capi”, non lo sono mai state e oggi lo sono ancora di meno, essendosi sviluppate in organizzazioni reticolari in grado di sopperire alla singola mancanza attraverso la forza del sistema. Sviluppo di cui proprio Matteo Messina Denaro è stato promotore e protagonista, traghettando Cosa Nostra dal modello militare e “stragista” di Riina a quello attuale, imprenditoriale e tecnologico capace di dominare attraverso la corruzione e il “cyber crime” riducendo al minimo l’uso delle armi. La sua latitanza è stata accompagnata anche dalla latitanza della politica indirettamente complice di quella di Messina Denaro: la mancata costruzione, in Italia come nel mondo, di un modello sociale e economico fondato sui diritti fondamentali – la casa, il lavoro, la scuola, l’assistenza sanitaria – modello antitetico a quello predatorio che produce ingiustizie, disuguaglianze e vuoti di democrazia che sono per le mafie di tutto il mondo occasioni di profitto e di potere.
La lotta alla mafia non si arresta con la morte di Matteo Messina Denaro perché l’ultima mafia è sempre la penultima, perché il codice genetico della mafia affida alla sua creatura un imperativo primario: quello di sopravvivere. Ce n’è un’altra infatti che cova, ha sempre covato. Nei cambiamenti storici che sono avvenuti, ci sono sempre delle ceneri che ardono sotto.
Il denaro non è stato soltanto una parte del suo cognome, ma uno strumento del suo potere invisibile e intatto.
Libera e Lavialibera, la rivista dell’associazione, hanno provato a fare i conti in tasca a Matteo Messina Denaro che ha basato la sua leadership non soltanto sulla violenza, ma soprattutto sui soldi e sui rapporti con politica e massoneria, un tesoro stimato al 2020 ad oltre 4 miliardi di euro in una provincia, quella di Trapani, dove la media dei redditi pro capite è tra le più basse d’Italia. Parliamo di aziende, conti correnti, beni mobili e immobili sequestrati e confiscati in seguito alle attività investigative grazie a prestanomi, gregari, imprenditori, persone a vario titolo riconducibili all’ex boss…
Nel portafoglio della “società” di MMD il settore più “redditizio” sono stati gli impianti eolici, circa 1,5 miliardi sequestrati, altri 1,5 miliardi per i villaggi vacanze e i 700 milioni confiscati nel 2013 nella grande distribuzione, 500 milioni contabilizzati nel settore dell’edilizia e costruzione. Altri 4 miliardi di euro rappresentano parte del suo ingente capitale economico cresciuto anno dopo anno, grazie alla sua rete di fiancheggiatori fidati e soprattutto alla rete di protezione di gente che conta nel mondo della politica e della massoneria. Un capitale conosciuto che rappresenta solo un minima parte di quello “occulto” nascosto in libri contabili e investimenti in giro per Italia e all’estero grazie alla complessa e articolata catena di figure che in questi anni gli hanno consentito di gestire investimenti e operazioni di riciclaggio, individuando sempre nuovi settori economici nei quali muoversi.
Chissà, forse ora avendo compreso di esser stato tradito, l'ex boss di cosa nostra potrebbe iniziare a raccontare quelle verità scomode che molti preferirebbero restassero celate???
L’ex boss di cosa nostra qualche passo verso quella direzione lo sta realizzando, difatti ha deciso (dopo il suo arresto ad inizio gennaio) di non nascondersi, per come avevano fatto quei suoi predecessori, in particolare egli ha fatto comprendere di essere stato affiliato a quella associazione criminale, di avere dato anche ordini per eseguire omicidi, di cui si è assunto la paternità, ma viceversa si è scaricato di talune azioni violente commesse nei vari anni del suo comando e tra questi ha dichiarato al gip di Palermo Alfredo Montalto: “Non ho dato l’ordine di uccidere il piccolo Giuseppe Di Matteo”!!!
Le nuove dichiarazioni del boss scaricano la colpa su Giovanni Brusca, capo mandamento di San Giuseppe Jato, un’assassinio ritenuto (a suo dire) ingiusto, il ragazzino venne brutalmente strangolato e poi sciolto nell’acido a soli 12 anni per aver quale colpa, quella di essere figlio di un collaboratore di giustizia: Santino Di Matteo.
Se solo si aprisse ancora un po’, già… se soltanto decidesse di raccontare chi c’è stato dietro a quelle stragi ed ancora, dove è finita l’agenda rossa del giudice Borsellino e chi l’abbia presa per poi farne che cosa???
Sì… chi aiuto la mafia a compiere la strage di Capaci, quali servizi deviati o militari hanno portato l’esplosivo necessario e tutta la strumentazione atta a potersi compiere quell’attentato???
Ed ancora, chi tra i nostri politici ha permesso la sua latitanza, quali partiti hanno usufruito dell’appoggio della mafia negli anni scorsi e in quelli attuali, quanti tra essi “ricattabili” sapevano di quella sua latitanza e non hanno parlato???
Dice bene Don Luigi Ciotti (fondatore di Libera), durante il corteo organizzato a Milano per la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, a proposito della cattura di Matteo Messina Denaro: “Chiederci che questa latitanza – 30 anni – nasconde altre latitanze. La latitanza di chi avrebbe dovuto fare di più la propria parte. Non è possibile che una persona per 30 anni sia latitante”!!!
Non ci resta quindi che auspicare che quel suo essere stato capo, al comando tra l’altro di una delle organizzazione più numerosa al mondo, possa permettergli ora di dimostrarlo, sì… dall’interno di quel penitenziario, dimostrando a tutti noi – senza alcun dubbio – che egli fosse l’unico boss rimasto, dopo Riina e Provenzano, un boss capace di prendersi le responsabilità di aver fatto commettere molti di quei fatti gravi accaduti, come viceversa, rinnegare o rigettare ad altri, quelli da egli non commessi…
Ed allora, riprendendo una frase di un suo ex compagno di viaggio di quel mondo criminale, divenuto successivamente collaboratore di giustizia, mi riferisco a Tommaso Buscetta, per la sola circostanza che egli sia stato il vero capo per come in molti hanno raccontato, ma anche soltanto averne assunto quel ruolo per tutti questi anni, non può esimerlo dal continuare ad esserlo fino in fondo, sì aggiungerei… fino alla morte!!!
Ed allora è proprio questo il momento di farsi sentire, di dimostrare a tutti che – anche nelle attuali condizioni da recluso – egli resta sempre un capo, perché quel ruolo, quell’essere superbo di aver sempre comandato, non si può perdere, neppure se rinchiuso all’interno di quattro mura!!!
Ed allora riprendo le parole di don Masino rivolte al suo ex predecessore Totò Riina: voglio sentire il ruggito di un leone e non ahimè… lo squittio di un topo!!!
Maxi truffa del Bonus facciate!!!
Viceversa, in altre regioni, quanto sta egualmente accadendo non riesce a trovare rapida soluzione, già perché presso quegli uffici operativi si valgono di tempi e modi che fanno parte di quel concetto vago di vivere quella propria mansione, sì… quel loro incarico in maniera, come dire, un po’ superficiale (un vero peccato che Giletti sia attualmente impegnato a galoppare l’audience su La7 in particolare nell’inchiesta su Matteo Messina Denaro, poiché se dedicasse un po’ di quel tempo nella sua trasmissione per far emergere quanto (ad egli) già segnalato, ecco che improvvisamente si avrebbe su quelle vicende incresciose, una rapida accelerazione e sicuramente il cambiamento di rotta auspicato…), ma forse chissà, la vera ragione è da attribuirsi a quella distanza che separa il nostro Paese, sì… tra nord e sud, non solo fisica, ma ahimè culturale!!!
Crediti che secondo la Gdf erano già stati monetizzati dopo la cessione alle Poste ad altre imprese o istituti di credito o ancor peggio spostati all’estero, con il fine concreto che quella circolazione indiscriminata di denaro proveniente dai crediti d’imposta, si sia prestata a rischi concreti di frode e di riciclaggio!!!
Tra l’altro, quelle attività illecite hanno visto coinvolti non solo imprenditori, anche professionisti esterni e come sempre accade in questi casi, uomini affiliati ad associazioni criminali…
La Gdf trevigiana ha finora scoperto 230 milioni di crediti fittizi divisi tra vari Bonus ed è partita la caccia all’estero dei proventi, grazie anche agli accordi di collaborazione internazionale tra le forze di polizia.
A questo punto ritengo che – per evitare di subire tutte queste ormai continue ed accertate frodi fiscali – sia fondamentale modificare la normativa e soprattutto comprendere chi ci sia stato dietro a questo sistema fraudolento per poter mettere un freno a queste operazioni fraudolente…
Da quanto stiamo scoprendo, non era Matteo Messina Denaro il latitante, bensì lo Stato!!!
Non se ne può più di scoprire – attraverso le inchieste di questi giorni – con quanta spensieratezza abbia vissuto in questi trent’anni, il più importante latitante d’Italia!!!
Ci hanno raccontato di un “Diabolik” criminale, genio del travestimento e delle tecniche di spionaggio, chi lo ha conosciuto lo aveva descritto freddo, calcolatore, tattico, stratega, dotato in analisi e deduzioni, un fantasma che compariva e spariva a suo piacimento…
Sono state fatte leggende su quest’uomo, nessuno sapeva dov’era, come fosse cambiato, quale volto avesse assunto, in quanti erano a proteggerlo, ci hanno raccontato che possedesse intorno a se una schiera di fedelissimi che si prendevano costantemente cura di egli e di ogni sua esigenza…
Un uomo che stava nascosto, che rimaneva isolato in quel suo bunker e dal quale dava ordini ai sottoposti attraverso i suoi pizzini…
Già… mi viene da sorridere pensare a quante cazzate ci hanno raccontato dalle nostre istituzioni in questi (lunghissimi) anni, pur di proteggere la sua latitanza!!!
E si perché va detto… lo Stato, quando si è trattato di arrestarlo, si è reso latitante!!!
D’altronde correggetemi se sto sbagliando: abitava e passeggiava liberamente in un paesino a pochi metri adiacente un’enorme caserma militare eppure stranamente nessuno mai lo ha riconosciuto e chi l’ha fatto stranamente è rimasto inascoltato!!!
Guidava l’auto senza alcuna scorta a proteggerlo, ma soprattutto senza che mai alcun controllo stradale –a quanto sembra – l’abbia mai fermato.
Continuando, abbiamo letto che (talmente si sentiva sicuro…) si recava assiduamente per pranzare un locale frequentato dalle forze dell’ordine, precisamente dagli uomini della Dia!!!
Si scopre soltanto ora, che si è provveduto a controllare “saltuariamente” l’abitazione di sua sorella…
Ecco questa notizia ha dell’incredibile; ciascuno di noi ha sempre pensato che quantomeno i suoi familiari fossero costantemente sotto controllo, ma da quanto abbiamo ascoltato in questi giorni, così non è stato, ed allora viene spontaneo chiedersi: perché???
E quindi continuando con quanto riportavo sopra, nessuno lo ha riconosciuto, eppure non era minimamente cambiato, sì… certamente invecchiato come d’altronde chiunque di noi, eppure quel viso non ha insospettito nessuno, né in quel quartiere, neppure per le strade, al supermercato, al bar, in trattoria, al ristorante, tutti luoghi che frequentava quotidianamente…
Mi viene da chiedere quindi, non è che forse era lo “Stato” latitante???
Già… forse qualcuno aveva paura che certi documenti segreti (in possesso allora nella cassaforte dell’ex capo dei capi di cosa nostra Totò Riina) potessero emergere nel caso di un suo arresto???
Ed allora viene da chiedersi, perché l’arresto è stato ora compiuto??? Già… perché proprio ora??? Ed ancora, che fine hanno fatto quei documenti??? Sono passati ad altre mani, chissà forse le stesse che hanno deciso di vendersi quel latitante stragista che dava fastidio ai nuovi affari in arrivo o al ripristino di certi collegamenti politici/imprenditoriali, a causa della sua clandestinità???
Peraltro, abbiamo visto quanto egli fosse di fatto isolato, d’altro canto va detto, la maggior parte dei suoi accoliti erano stati in questi mesi arrestati dalle forze dell’ordine, già… molti di essi, tra l’altro, permettetemi di ricordare, si trovavano a poche centinaia di metri dalla sua residenza…
Ma ormai l’ordine dall’alto era stato dato, egli andava consegnato, con il suo beneplacito o senza… d’altronde abbiamo visto come il messaggio riportato dal Sig. Baiardo (nella trasmissione di Giletti “Non è l’Arena”) parlasse chiaro e concedesse ad egli alcuni mesi di riflessione, per consegnarsi volontariamente, ma forse così non è stato ed allora si è deciso – visto la promessa fatta sul cosiddetto “regalino” – di consegnarlo!!!
Resta però ancora da scoprire che fine hanno fatto quei documenti trafugati (come si è visto da mani esperte, già… capaci di aprite una cassaforte in maniera professionale e senza danneggiare il contenuto posto al suo interno), di cui nessuno sembra saperne nulla…
Infatti… chi ha preso quei documenti nei giorni d’assenza dello Stato da quell’abitazione??? Sono stati gli uomini di Provenzano, che ha poi affidato gli stessi al suo pupillo Matteo Messina Denaro oppure ci hanno pensato i servizi segreti “deviati“, gli stessi che hanno fatto sparire poco prima l’agenda rossa del giudice Borsellino???
Ma se così fosse, se quei documenti sono stati prelevati e consegnati in mano sicure e chissà forse da tempo andati distrutti, perché lasciare per trent’anni latitante questo soggetto??? E allora vi è soltanto una risposta a quell’interrogativo: quei documenti sono ancora in mano a cosa nostra!!!
Certo, da quanto sopra detto si comprende come qualcosa non torni e forse la risposta va ricercata da un’altra parte, sì… in un altro luogo, certamente celato, conosciuto da un solo individuo, egli posto a garante è sicuramente al di sopra di ogni sospetto!!!
Un vero professionista scelto accuratamente per la sua discrezione, conserva e tutela gelosamente quanto ricevuto (forse chissà… in una qualche cassetta di sicurezza all’estero intestata a suo nome); sono documenti scottanti (e aggiungerei imbarazzanti per i nomi riportati…) i cui segreti diventano – a seconda delle circostanze – “baratto“, per i capi di quell’associazione criminale, che di volta in volta, si vanno alternando.
Vengono da anni centellinati da questo “puparo”, sì… sotto forma a volta di ricatti e altre volte di trattative…
Ecco è soltanto lui (e chi fa parte di quella élite…) ha dirigere le fila, mentre questi cosiddetti “capo mafia” sono dei semplici esecutori, sì… soggetti che prendono ordini e si assoggettano alle volontà di chi da sempre comanda questo nostro Paese!!!
La figlia del boss "degenerata nell'animo"??? No… quella è una donna ferita e soprattutto una figlia da imitare!!!
Ecco, vorrei dire che non condivido minimamente il pensiero di quell’uomo, permettetemi ma non posso definirlo “padre“, perché quello è un concetto estraneo ad egli, certamente non gli si può assegnare, d’altronde permettetemi, ma il termine “padre” da tempo non indica più l’uomo che ha generato la prole e ancor meno può semplificarsi con la parola “pater” che indicava il nome del capofamiglia e che, per quella la radice “pa” (di pascere), pensava a nutrire e proteggere…
Il genitore oggi non è più quel soggetto autoritario che imponeva le proprie regole e faceva si che tutti si sottomettessero ad egli, qui non si è a modello “cosa nostra”, quel cosiddetto capo famiglia o “padre” che dir si voglia, è ancor prima genitore ed è colui che sta vicino ai figli, che si rende sì… “latitante” al mondo intero per dedicarsi pienamente ai bisogni di essi, che li accompagna costantemente nella crescita ed è capace di dire “no” quando serve, senza doverli compiacere, già… comprando regali o concedendo denaro con il solo fine di acquistare il loro affetto!!!
Perché i figli di quegli oggetti superflui non ne hanno bisogno, loro vogliono soltanto “amore”, desiderano avere accanto una persona che li aiuti sempre, in particolare quanto hanno bisogno, quando si sentono soli, quando desiderano giocare oppure quando serve un genitore che li faccia sorridere o sgridare quando serve!!!
Una figura fondamentalmente presente, che sia lì in ogni istante del loro percorso di crescita e non – per come ha dovuto subire sua figlia – una presenza affettiva estranea e soprattutto distante…
Il ruolo educativo di un padre è qualcosa che non si può comprare o affidare ad altri, allontanandosi dai propri figli si sa… si perde la loro stima, ma soprattutto si perde la legittimità ad essere ancora considerati genitori!!!
Oggi ci sono soggetti che pur sapendo di non aver concepito loro i figli della propria compagna, dimostrano con i propri gesti quotidiani, di essere in tutto e per tutto i migliori “padri” che quei figli potessero avere, perché essi ci sono sempre, sono presenti nella vita di quei fanciulli ed attuano quanto necessario, in modo propriamente “paterno”, per aiutarli a crescere.
Definirsi genitori senza esserlo mai stato è troppo facile, mi sembra di rivedere quel programma di Canale5 “C’è posta per te”, diretto da Maria de Filippi, dove ogni tanto intervengono, tra lacrime di coccodrillo, quei cosiddetti “padri“, posti dietro a quella busta, speranzosi che i rispettivi figli possano riaprirla…
Tuttavia, ci si guardi bene dal voler tirare la pietra, tutti possono sbagliare, ma bisogna essere in grado di capire come certe situazioni, per come quelle ad esempio vissute da quel boss (e da suo padre prima di egli), portano ad allontanarsi per sempre da quegli affetti familiari e dai propri figli…
Il benessere economico e finanziario da solo non rappresenta nulla e soltanto un figlio “degenerato“, che pensi esclusivamente ad un genitore a modello “bancomat”, può far finta di nulla e accettare quella incresciosa condizione…
Ma la figlia del boss, senza dover rinnegare (scelta che condivido pienamente), ha deciso di andare avanti ed è riuscita – appena raggiunta la maggiore età – a fare a meno di quel “padre“, che (non ho dubbi) avrà sicuramente provveduto ad ogni sua necessità, mi riferisco non soltanto al suo sostentamento, ma anche nel dare a Lei la possibilità di frequentare studi universitari, ma in tutto ciò, qualcosa di quell’uomo è certamente venuto a mancare, sì… quell’unico ruolo in cui la figlia l’avrebbe voluto presente e a cui viceversa ha dovuto (da sempre) rinunciare!!!
Ecco perché sua figlia va imitata, perché a differenza di molte sue coetanee, ella ha saputo dimostrare d’aver coraggio e soprattutto di cavarsela da sola, crescendo autonomamente e portando avanti quei valori di “famiglia” che le sono di fatto mancati, quelli per l’appunto che tanto desiderava (come tutte le figlie d’altronde…) e a cui purtroppo ha dovuto fare a meno, condizione che crescendo, non ha voluto ripetere, ne per se e ancor meno per i propri cari e da quanto ho letto, è riuscita a realizzare.
Ecco perché a differenza di quanti ora sui social si sono eletti a critici e giudici, non posso viceversa che augurare a Lei e alla sua nuova famiglia (parlo di quella ristretta…) i miei migliori auguri.
Che paese il nostro: Vili, pusillanimi e codardi, ma ora che il boss è stato (finalmente) arrestato, si mostrano tutti coraggiosi!!!
Nel vedere stasera un video pubblicato su https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/02/18/riproducono-larresto-di-messina-denaro-per-i-festeggiamenti-di-carnevale-la-scena-e-curata-in-ogni-dettaglio-video/7069715/ che ricostruiva l’arresto del boss di cosa nostra, Matteo Messina Denaro, ho ripensato a quando il 28 aprile 1945, dopo la fucilazione, i corpi di Mussolini e quello della sua amante, Clara Petacci, furono esposti a ogni tipo di vessazioni in piazzale Loreto a Milano!!!
Quell’immagine, rappresenta perfettamente gli Italiani, prima con il braccio destro teso e alzato, con le dita della mano unite a mo’ di saluto (“romano”), orgogliosi nell’eseguire quel gesto meglio di chiunque altro e per rendere onore e fedeltà a quell’uomo che tra l’altro neppure si conosceva personalmente, eppure degno di ricevere una lealtà cieca, ed ora, eccoli tutti lì in quella piazza, per sputare su quei corpi, schernendo e deridendo di essi, cadaveri appesi a testa in giù al traliccio di un distributore di benzina, in mezzo a risate, burle e sfottimento generale!!!
Un’occasione in cui questi cittadini danno sfoggio della propria creatività, ma soprattutto ciò che mi ha colpito sono le risate che si sentono in sottofondo, quell’essere esilaranti, ma siamo sicuri che dietro quanto realizzato vi siano realmente dei soggetti coraggiosi, disposti anche a metterci la faccia oppure appartengono a quello stesso Dna, già… sono i figli ed i nipoti di quanti quel giorno erano lì a spassarsela dinnanzi a quei corpi in piazzale Loreto???
Ecco quindi che mi rivolgo ad alcuni di quegli abitanti in provincia di Parma, mostratemi il Vs. coraggio, prometto di pubblicare ciascuno dei vostri nomi e cognomi, nel farlo vi do un incoraggiamento, pongo come primo nome e cognome il mio, già… quello del sottoscritto, affinché possa esservi di stimolo per rendervi audaci e soprattutto impavidi!!!
In attesa di un Vs. cortese riscontro…
1) NICOLA COSTANZO
2)
Baiardo: “Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire”!!! Ultima parte
Matteo Messina Denaro???
A tutto pensava tranne che a farsi catturare!!!
Già… perché non va dimenticato come egli si sentisse tranquillo…
Chi lo ha conosciuto d’altronde ha dichiarato in questi giorni quanto fosse sereno, cordiale, scherzoso, ed ancora, era libero di frequentava altre persone, aveva anche rapporti – se pur sotto falso nome – con alcune donne, viveva d’altro canto una vita agiata e certamente non si preoccupava di nascondersi, d’altronde chi lo cercava… nessuno, quantomeno in quel territorio…
Si è scoperto ora che si recava in compagnia di una signora a pranzo a Mondello, andava in auto come nulla fosse, anche se ogni tanto qualcosa di quella sua città gli dava fastidio e lo faceva fortemente inc…!!!
Sì… quella stessa “piaga” che tanto ha diffamato la Sicilia e ci ha fatto conoscere negativamente al mondo intero, in particolare proprio la città di Palermo: il “traffico” (come dichiarava l’avvocato di Jonny Stecchino), così tentacolare, vorticoso… che c’impedisce di vivere e ci fa nemici, famiglie contro famiglie!!!
E quindi ditemi, perché finire in cella, in particolare sapendo (o non avendo certezza…) di quanti altri anni gli restavano da vivere???
Di una cosa siamo certa: non voleva morire, altrimenti non si sarebbe curato o viceversa si sarebbe tolto la vita ancor prima di farsi arrestare, ma la dimostrazione di quanto sta emergendo in queste ore è che egli viceversa amasse la vita e nulla lo avrebbe persuaso a non godersela…
Egli peraltro si sentiva ancora l’unico boss, certamente in virtù dei documenti (prelevati velocemente in quei tre giorni dì “assenza delle Istituzioni” da quella cassaforte nella residenza dell’ex padrino Riina) che conserva da qualche parte gelosamente, sì… forse anche in qualche “caveau” di banca!!!
Sono difatti quei documenti a tenerlo ancora in vita, documenti compromettenti e ricattatori, chissà se tra quelle carte vi è conservata l’agenda rossa di Paolo Borsellino oppure il famoso “papello” scritto a mano sulla trattativa Stato-mafia, sono certo comunque che in altri fogli vi saranno riportati i nomi e cognomi di quanti hanno collaborato con quell’associazione criminale, la stessa che ha commesso quei numerosi omicidi e come dimenticare le stragi eccellenti, in otre 40 anni di vita del Paese…
Quanto fatto è servito esclusivamente a modificare il corso della nostra democrazia e soprattutto per agevolare una parte della politica a scapito di un’altra, con l’intenzione di favorire l’ascesa di taluni soggetti, gli stessi che – se solo potessimo leggere quelle carte – scopriremmo essere stati i mandanti!!!
Domande a cui tutti noi vorremmo delle risposte, ma queste ahimè forse non le avremmo mai, anche per non mettere in crisi questa nostra tenue democrazia!!!
Ed allora ritengo che solo in un caso quel boss avrebbe acconsentito di farsi arrestare: sì… se qualcuno l’avesse minacciato (non tanto per la sua persona…), ma a chi sta a lui più caro…
Mi consola sapere che anche il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia (parlando in questi giorni ai ragazzi del Liceo Gonzaga nel capoluogo siciliano) la pensa come me: Matteo Messina Denaro??? A tutto pensava tranne che a farsi catturare!!!
Quindi, quando il Baiardo ha mandato in Tv quel messaggio, questo serviva a far comprendere al boss che il suo tempo era giunto alla fine, gli veniva imposto di fare un passo indietro, di contro, gli veniva concesso di uscire dalla scena in maniera “rispettabile”, un arresto da vero boss compiuto dalle forze dell’ordine in modo formalmente decoroso, già… quasi elegante, senza apporgli neppure le manette (una circostanza questa quantomeno discutibile), ma soprattutto dando ad egli la garanzia di come lo Stato, l’avrebbe curato nei migliore dei modi…
Ah dimenticavo, l’importante affinché egli sopravviva, è che non collabori o ancor peggio, che pensi solo per un istante di consegnare quei documenti in suo possesso alla magistratura: sono certo che se ciò dovesse soltanto annunciarsi… quella sua la malattia – improvvisamente – potrebbe aggravarsi!!!
Baiardo: “Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire”!!! Terza parte.
Su questo punto egli è stato chiaro, non sono stati i Graviano, d’altronde ditemi: se sono internati al 41bis come avrebbero potuto farlo??? Quindi è stato qualcun altro, forse chi ha preso (da tempo…) le redini di cosa nostra, quello stesso soggetto che per agevolare la transizione a un carcere meno duro, ed avendo intuito che i tempi fossero finalmente quelli giusti, ha dato l’approvazione a riprendere i contatti politici lasciati da tempo sospesi, già… sin da quando venne a formarsi quel cosiddetto “governo tecnico” del presidente Monti…
Ricordiamo tutti cosa è accaduto in questi lunghi anni: lo scioglimento anticipato delle Camere, il proseguo del governo di larghe intese, l’ascesa del M5stelle e dei suoi due governi e ancora, il Covid-19 ed infine… il governo Draghi.
Quindi, dopo oltre dieci anni di attesa e inazione forzata, ecco che finalmente sopraggiungono le nuove elezioni nazionali, ed allora, si può dare il via a quei contatti politici a suo tempo interrotti o quantomeno accantonati, causa le vicissitudini di cui sopra…
Ed allora “eccitati” dalla imprevista notizia della fine del governo Draghi, iniziano a riallacciarsi quei passati rapporti, in particolare viene riproposto quel sostegno elettorale con la promessa in cambio di ricevere da quei loro “alleati” politici (in un paio d’anni e nell’assoluto silenzio generale…) una norma che abolisse l’ergastolo ostativo.
Affinché questa richiesta venga accolta, “cosa nostra” promette a quei referenti politici (facenti parte della nuova coalizione di governo) due cose: la prima il sostegno attraverso i propri voti, la seconda, un particolare “regalino”, che di fatto è quanto poi hanno mantenuto!!!
Viene quindi spontaneo chiedersi: ma è stato realmente Matteo Messina Denaro a farsi arrestare, avendo dovuto subire la richiesta formale della “Commissione”, giunta ufficialmente attraverso quel loro “passepartout” chiamato Salvatore Baiardo??? Un messaggio, fatto pervenire ad egli, non con un pizzino, ma durante una nota trasmissione televisiva presentata da Massimo Giletti e quindi dobbiamo credere che quanto occorso successivamente in questi giorni, sia la diretta conseguenza di una promessa data ed ora mantenuta e cioè che quel boss “stragista”, è stato venduto???
Per prima cosa non credo che egli (seppur parliamo di un soggetto non certo da prendere quale esempio sotto il profilo morale…) fosse così egoista, dal non avvisare quantomeno chi lo avevano in tutti questi anni “coperto”, concedendo a quest’ultimi, la possibilità di allontanarsi celermente (insieme ai propri familiari) dal nostro paese…
Inoltre, quella enigmatica scatola di “Viagra” trovata nel covo, comunemente utilizzati in presenza di una disfunzione erettile e quindi quella sua presenza ed il suo presunto uso, manifesta di fatto all’opinione pubblica quello sgradevole concetto di “impotenza”!!!
Ora dico… egli – se fosse stato a conoscenza dell’arresto – quella scatola l’avrebbe fatta sparire e forse anche tante altre cose presenti in quel covo oppure – come penso – qualcun altro ha posto appositamente lì quel prodotto per farci intendere che nulla era concordato e che quindi egli fosse discorde a consegnarsi agli organi di polizia…
Peraltro, vorrei aggiungere, un soggetto che non ha mai trascorso un giorno in carcere e che ha fatto di tutto per restare libero, ora improvvisamente – solo perché malato – ha deciso di farsi catturare, ma poi ditemi, per farsi curare in una cella di un carcere, ma quelle stesse cure, anzi sicuramente di migliori le avrebbe ricevute standosene tranquillamente libero…
4) A tutto c’è una spiegazione…
Baiardo: “Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire”!!! Prima parte.
Una nuova puntata quella andata in onda l’altra sera su La7 nel programma condotto da Massimo Giletti, “Non è l’Arena”, con ospite Salvatore Baiardo, l’ex gelataio di Omegna (dopo averlo visto in Tv, mi sono ricordato di quando un giorno entrai in una gelateria – si trovava ad una ventina di metri da casa mia e a poco meno di cinque dal mio primo ufficio – sentii dialogare un uomo in siciliano con una signora – ma non mi fu facile riconoscerne la cadenza locale – tanto che chiesi se Egli fosse delle mie parti e ricevetti come risposta: no… lei è dall’altra parte… chiesi “cioè”, mi rispose…“Lei è dalla parte orientale e io di quella occidentale!!! Vabbè – continuai – “sempre siciliani semu”!!!
Ora scopro che quella persona che ha “profetizzato” la cattura di Matteo Messina Denaro con mesi d’anticipo era proprio lui… (il sottoscritto aveva riportato pochi giorni prima quanto poi è avvenuto, pensando però erroneamente che quel boss si trovasse in un altra isola (che non sto appositamente ad indicare): questa mia riflessione nasceva dal fatto di aver osservato, passeggiando quel luogo spopolato, un considerevole controllo del territorio, tenuto conto del periodo invernale e chissà se forse quella mia intuizione, non preannunci un nuovo arresto…) ed è seduto in quella trasmissione televisiva con di fronte l’ex Procuratore Antonio Ingroia…
In molti si aspettavano – egli stesso l’aveva tra l’altro annunciato sul social Tik-Tok” – nuove rivelazioni, a imitazioni delle parole espresse nel mese di Novembre: “L’unica speranza dei Graviano è che venga abrogato l’ergastolo ostativo” e sul nuovo governo: “Che arrivi un regalino? Che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?” e sulla trattativa Stato-mafia: ”Non è mai finita”???
Beh… a differenza dei giornalisti presenti che, in fasi alterne, facevano commenti su come il Baiardo non stesse dicendo nulla d’importante, viceversa la sensazione ricevuto è che quel gelataio qualcosa la stesse dicendo, ma come dice il proverbio: “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.
Già… l’altra sera, ascoltando il programma, l’impressione che ricevevo è quella che, in questo Paese, vi siano dei soggetti con cui è inutile sprecare fiato, perché essi non vogliono ascoltare, in particolare quando l’argomento è fortemente delicato o forse dovrei dire, non di loro gradimento, perché portare alla luce certe argomentazioni che toccano poteri forti, che sono stati artefici di circostanze appositamente “velate”, sì… quando qualcuno può arrecare danni a loro, ai loro amici o ancor più… a eventuali datori di lavoro, è meglio zittirlo!!!
Ed allora esaminiamole quelle mancate rivelazioni del Sig. Baiardo, che non è – per come qualcuno vorrebbe dipingere – uno stupido, anzi tutt’altro; egli difatti conosce perfettamente quel gioco, sa come muovere le pedine di quella scacchiera, far girare le lancette, sospenderne i tempi, ma soprattutto ha consapevolezza dello spazio in cui si sta muovendo, chi sono gli amici e chi gli avversari…
Entriamo quindi nello specifico per capire cosa egli abbia detto in quella puntata del 05 c.m.:
1) L’incontro con Paolo Berlusconi.
FINE PRIMA PARTE
Baiardo a La7??? Non è vero che non ha detto nulla, anzi ha detto più di quanto si pensi!!!
Massimo Giletti incaz… rimprovera Salvatore Baiardo: “Lei è venuto qui perché doveva fare delle rivelazioni nuove, ma non ha detto nulla”!!!
Ecco, non sono d’accordo con quell’affermazione, perché ieri sera sono state dette tante cose, forse troppe, il problema è che non si vuol comprendere (in quella trasmissione) che egli non può e soprattutto non deve esibire ogni qualvolta il “jolly”, l’importante d’altronde è che chi deve comprendere quel suo messaggio, lo intenda e lo faccia proprio.
Egli (Baiardo) rivela con il contagocce le informazioni di cui è in possesso, sa certamente più di quanto dice, ma quel po’ che dice è chiaro, poi c’è chi fa finta di non capirlo (e non mi riferisco a Giletti… ) e si vede bene… come gli giri intorno!!!
Difatti, “la miglior parola è quella che non si dice“, ma tutti in quella trasmissione vorrebbero che egli raccontasse la sua storia (o quantomeno quella che gli è stato concesso di raccontare), per poi sicuramente aspettare per lapidarlo, farlo passare per folle, lestofante, bugiardo, uno che (come è stato detto ieri sera…) “mischia cose vere con cose false”!!!
La verità… è che sono in molti ad avere paura e non certo lui!!!
D’altronde ditemi, quanti avendo saputo in anticipo che il boss di cosa nostra fosse malato e che si sarebbe reso (forse…) disponibile al suo arresto, l’avrebbero detto così apertamente in una trasmissione televisiva??? Risponde il sottoscritto: nessuno!!!
La verità è che non è facile comprendere quanto sta avvenendo dietro le quinte, peraltro ancora oggi, non dimentichiamolo, ci si sta barcamenando su quanto accaduto in questi lunghi anni, chi fossero i mandanti delle stragi, chi li ha compiuti effettivamente, chi ci ha guadagnato, chi non ha permesso che si prendessero le carte dalla cassaforte di Riina o chi ha protetto per anni la latitanza di quei boss come Provenzano e Messina Denaro???
Sono tutte risposte alle quali nessuno ha mai dato risposte concrete, ne magistrati e ancor meno noti giornalista, ma d’altronde come potrebbero, non appartenendo di fatto a quel sistema criminale???
Caro Massimo, comprendo come una trasmissione viva di audience e non può permettersi di tenere a lungo il telespettatore in stallo, ma come dice il mio titolo d’apertura, “non è vero che non ha ha detto nulla, anzi ha detto più di quanto si pensi” e quindi a differenza tua o di alcuni tuoi ospiti di ieri sera, il sottoscritto ha realizzato in queste ore alcune pagine (che da domani inizierò a pubblicare…) su quelle comunicazioni sospese o su quelle “parole non verbali“, che dimostrano (la mia è una riflessione del tutto personale…) come egli miri, attraverso quelle sue esternazione più o meno spontanee (espresse ad alta voce…), d’inviare quei messaggi subliminali a chi per l’appunto deve captarli…
Vedrete, da parte sua non vi sarà mai una piena collaborazione, ancor meno auspicare che egli condivida le informazioni di cui è in possesso con noi telespettatori, già… proprio a differenza di quanto qualcuno vorrebbe, la speranza che egli si renda disponibile a collaborare per far emergere chissà quelle circostanze gravi, compiute forse da taluni uomini politici e/o istituzionali e perché no… sperare che – per come accaduto con il boss da poco arrestato – contribuisca alla cattura di qualcuno d’importante di quella associazione criminale e non certo tra i suoi amici “confidenti”!!!
A domani qundi…
Il re di denaro…
Ciò che però un po’ preoccupa è rivedere le stesse scene e reazioni di trent’anni fa: il clima di generale esultanza, l’unanime plauso dei politici, le congratulazioni e le dichiarazioni che parlano di “grande giorno”, di “vittoria della legalità” e via dicendo. Non vorrei si ripetessero pure gli errori commessi in seguito alla cattura di Riina, e di Provenzano.
Le mafie non sono riducibili ai loro “capi”, non lo sono mai state e oggi lo sono ancora di meno, essendosi sviluppate in organizzazioni reticolari in grado di sopperire alla singola mancanza attraverso la forza del sistema. Sviluppo di cui proprio Matteo Messina Denaro è stato promotore e protagonista, traghettando Cosa Nostra dal modello militare e “stragista” di Riina a quello attuale, imprenditoriale e tecnologico capace di dominare attraverso la corruzione e il “cyber crime” riducendo al minimo l’uso delle armi.
La sua latitanza è stata accompagnata anche dalla latitanza della politica indirettamente complice di quella di Messina Denaro: la mancata costruzione, in Italia come nel mondo, di un modello sociale e economico fondato sui diritti fondamentali – la casa, il lavoro, la scuola, l’assistenza sanitaria – modello antitetico a quello predatorio che produce ingiustizie, disuguaglianze e vuoti di democrazia che sono per le mafie di tutto il mondo occasioni di profitto e di potere.
Ci auguriamo che all’arresto segua una piena confessione e collaborazione con la magistratura, che il boss di Cosa Nostra sveli le tante verità nascoste, a cominciare da quelle che hanno reso possibile la sua trentennale latitanza: non si sfugge alla cattura per trent’anni se non grazie a coperture su più livelli. Occorre che queste complicità emergano, anche perché solo così tanti familiari delle vittime di mafie che attendono giustizia e verità avrebbero parziale risarcimento al loro lungo e intollerabile strazio.La lotta alla mafia non si arresta con Matteo Messina Denaro perché l’ultima mafia è sempre la penultima, perché il codice genetico della mafia affida alla sua creatura un imperativo primario: quello di sopravvivere. Ce n’è un’altra infatti che cova, ha sempre covato. Nei cambiamenti storici che sono avvenuti, ci sono sempre delle ceneri che ardono sotto. Dunque esultiamo pure per la cattura di Messina Denaro ma nella consapevolezza che l’arresto di oggi non è la conclusione ma la continuità di un lungo percorso, di una lotta per sconfiggere le mafie fuori e dentro di noi.
"Striscia la Notizia": Stefania, tu che vieni qui a Campobello di Mazara ricorda che non tutti i siciliani sono mafiosi e non tutti i mafiosi sono siciliani!!!
Ho visto in Tv quanto accaduto all’inviata di “Striscia La Notizia”, Stefania Petix e a quel suo bassotto e allora mi sono ricordato di un post scritto nel 2019 che ora mi permetto di riproporre http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/05/tu-che-vieni-qui-contemplare-ricorda.html
Quanta ipocrisia nei confronti della figlia del Boss: "Le colpe dei padri non ricadano mai sui figli"!!!
Sono tutti così bravi a scagliare la pietra per poi subito dopo, nascondere la mano…
Ora, dopo l’arresto del boss Matteo Messina Denaro, sono tutti lì a chiedere a gran voce a sua figlia – quasi possedessero la sapienza di Salomone – di rinnegare il padre!!!
Quella scelta – eventualmente da prendersi – è una decisione del tutto personale, poiché nessuno di noi può sostituirsi a Lei; un figlio, una figlia si comporta secondo la propria coscienza e non perché la società civile chiede o ancor peggio impone, quanto poi quest’ultima dimostra con i fatti di non è in grado di compiere neppure in casa propria!!!
I giornalisti (o pseudo tali) hanno preso di assalto quella sua vita, ma non solo, anche quella dei propri familiari, mettendo alla mercè quell’arbitrio e quella discrezione che proprio momenti come questi richiederebbero silenzio, al contrario, ecco emergere tutta la superbia umana, la stessa che nasce dall’arroganza e dall’ignoranza!!!
Vorrei sapere quanti figli di questo paese sono in grado di rinnegare i propri genitori e sì… perché la lista – a differenza di quanto si possa pensare – è lunga, anzi… lunghissima!!!
Ecco ciò che pensavo allora per quella vicenda umana, la stessa che avvaloro oggi per questa figlia (incolpevole) che non ha nulla di cui giustificarsi, perché come ho scritto nel mio titolo d’apertura: “Le colpe dei padri non ricadano mai sui figli”!!!
Incredibile!!! Può essere mai che nessuno lo abbia riconosciuto???
Il sottoscritto tra l’altro nel pubblicare la foto principale in formato “gif” (creata appositamente quasi a voler paragonare questa immagine bruciata nel fuoco con la cosiddetta “punciuta” compiuta dagli affiliati di cosa nostra), aveva appositamente eliminato dalla foto gli occhiali, proprio per far si che il viso del latitante fosse più chiaro e riconoscibile, in quanto avevo notato che l’effetto del movimento provocato dal fuoco, rendeva a mio parere poco visibile la fisionomia del ricercato…
Ma incredibilmente così non è stato, eppure era semplice riconoscerlo, egli non era cambiato, semplicemente invecchiato, già… bastava essere un po’ più accorti (ma soprattutto avere quel coraggio che evidentemente in questi anni è mancato) che chiunque avrebbe potuto riconoscerlo e di conseguenza denunciarlo, anche in forma “anonima”!!!
Basti rivedere ad esempio un altro mio link http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/04/gli-investigatori-stanno-cercando.html da cui si evidenziava una certa somiglianza con le foto appena pubblicate in queste ore dall’Arma dei Carabinieri…
Ed allora mi viene spontaneo chiedere: arriva un soggetto in un paesino siciliano di poche migliaia di abitanti, prende un’abitazione in affitto, evidenzia di essere autosufficiente, recita in quel circondario l’immagine quasi di un pensionato qualsiasi, ma se lo si osserva con attenzione si comprende come egli non mostra di avere un età avanzata ed allora, se non pensionato, sicuramente quel soggetto è una persona benestante, ma come mai, tra tanti luoghi nel mondo, abbia scelto di trasferirsi proprio lì???
Ed ancora, osservandolo con più attenzione, chiunque avrebbe potuto notare che egli veste in maniera elegante e che durante le proprie uscite quotidiane (e/o settimanali) , cambiava spesso il proprio abbigliamento, forse anche troppo e inoltre un occhio attento avrebbe riconosciuto l’orologio al polso, ma soprattutto un qualsiasi suo vicino (di quelli definiti da noi in Sicilia “cuttighiari”) avrebbe compreso che egli non svolgeva una vita mondana, nessuna frequentazione e ancor meno visite, già… neppure la notte!!!
Lo dico perché il sottoscritto, in qualità di collega di quel boss – almeno per quanto riportato nel suo documento d’identità – ogni qualvolta che si è trasferito per lavoro e quindi preso domicilio in una località italiana, in particolare nel nord del paese, ultima questa in Toscana, è stato sottoposto ad accertamenti, in primiss dalla Polizia Municipale e successivamente dai Carabinieri…
E allora mi chiedo, perché questi controlli non sono stati mai effettuati in quella sua residenza???
Oggi difatti il rischio più grande è affrontato da chi negli anni l’ha protetto; già… se egli decidesse di parlare con i magistrati e raccontare quanto sa o ancor più, se barattasse i documenti in suo possesso per ottenere quella libertà (protetta) che da ora gli è venuta a mancare, ecco che vedremmo molte teste eccellenti cadere!!!
Ovviamente non credo a quest’ultima ipotesi (anche se in cuor mio spero profondamente che ciò possa realizzarsi…), come d’altronde mi sento di poter aggiungere che se egli decidesse di ravvedersi e quindi di collaborare con la parte ancora sana delle nostre Istituzioni, difficilmente vedrete (l’altra parte celata, quella i cui poteri occulti e collusi hanno permesso che egli rimanesse per trent’anni latitante) glielo permetterà!!!
Un arresto "scontato"…
Il sottoscriutto ad esempio aveva realizzato proprio alcuni giorni fa un post (che seguiva tra l’altro quanto riportato da altre testate giornalistiche che avevano in questi giorni riportato della possibilità di un arresto eccellente in tempi brevi) ed è soltanto per ragioni tecniche che i miei post, scritti dopo l’11 di questo mese, non sono stati pubblicati, anche se a conferma di quanto sopra, posso portare – a testimonianza delle mie anticipazioni – alcuni miei amici che proprio in queste ore mi hanno telefonato manifestandomi la loro sospresa per questo arresto e dichiarandomi di credere che il sottoscritto abbia poteri di chiaroveggenza, che naturalmente non possiede…
Difatti, riprendendo quanto riportato nel programma di Giletti, anche lì erano state fatte delle rivelazioni shock: “E se ci fosse una trattativa per un arresto clamoroso?” – vedasi link: https://www.la7.it/intanto/video/matteo-messina-denaro-le-rivelazioni-shock-e-se-ci-fosse-una-trattativa-per-un-arresto-clamoroso-16-01-2023-468118.
Penso che si sia giunti a una nuova trattativa che interessa in particolare l’abolizione dell’ergastolo ostativo; anche il Sig. Baiardo aveva dichiarato ciò nell’intervista con Giletti: “L’unica speranza dei Graviano è che venga abrogato l’ergastolo ostativo” e sul nuovo governo: “Che arrivi un regalino?…Che magari, presumiamo, che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?” e sulla trattativa Stato-mafia: ”Non è mai finita”.
Ora, come non ricordare l’agenda rossa del giudice Borsellino, anch’essa sparita nel nulla, sono troppe le risposte che ancora attendiamo e che non hanno avuto risposta e chissà se mai ne avranno.
Sì… vi è una certa soddisfazione nel sapere che lo Stato (finalmente) ha fatto sentire il proprio peso… ma dover attendere 30 anni, prima di vedere arrestato un latitante mi sembra qualcosa non certo di cui andare fieri, anzi viceversa fa comprendere come ancora oggi vi siano forti poteri che condizionano l’operato degli organi di polizia e della magistratura!!!
L’arresto di ieri va visto sotto una prospettiva più ampia che tiene conto di un cambiamento in corso nella cupola di cosa nostra, di nuove forze emergenti e in particolare mi riferisco a quelle manageriali, ai fondi del PNRR che stanno arrivando nel mezzogiorno in particolare nella Sicilia e che non possono permettere ingerenze di pseudi capo mafia o suoi affiliati, gli stessi che potrebbero a mettere a rischio la sospensione di quegli stessi fondi…
L’auspicio è quello di vedere l’inchiesta esplodere in tutta la sua gravità, per giungere finalmente a quei nomi sommersi che hanno fatto sì che la storia di questo Paese prendesse la direzione che ben conosciamo: bugie, collusioni e accordi politici con chi, proprio come Messina Denaro, si sarebbe dovuto combattere!!!
Mi dispiace dover aggiungere a quanti pensano che da oggi (per il nostro Paese) cambierà qualcosa: sì… non avete capito nulla!!!
"U Succu"… è stato arrestato!!!
La cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido è quanto si è appreso da fonti qualificate.
Sembra da quanto si è appreso che il boss al momento dell’arresto fosse all’interno di una clinica privata di Palermo per sottoporsi ad alcune terapie mediche (questo è quanto ha riportato il comandante del Ros dei carabinieri, Pasquale Angelosanto).
Avevo preannunciato proprio alcuni giorni fa ad alcuni amici che quest’anno l’avrebbero preso e non è stata una sorpresa scoprire che durante l’arresto, fosse proprio nella sua Palermo; già… erano in tanti a dire che vivesse lontano dalla sua terra, sì… dalla sua Sicilia, ma il sottoscritto viceversa in un post nel 2018 http://nicola-costanzo.blogspot.com/2018/03/alla-ricerca-di-matteo-messina-denaro.html aveva riportato: “qualcuno dichiara addirittura che egli abbia abbandonato il proprio territorio, una circostanza che da sempre ho ritenuto impossibile, poiché costituirebbe un fatto insolito per quella metodologia criminale e soprattutto perché farebbe decadere immediatamente quel capomafia da quel suo trono. Già… non bisogna mai dimenticare, che sono in molti, tra i suoi affiliati, a voler aspirare a quel comando e come ho riportato in un mio precedente post: “Il pastore sta sempre vicino alle sue greggi, si allontana ogni tanto per salire sul monte alla ricerca di un nuovo pascolo, ma lascia i suoi cani a guardia di quelle pecore e in ogni caso, seppur lontano, egli da lassù. le controlla e le osserva, affinché nessuna di esse scappi e soprattutto per evitare che tra quei suoi cani, qualcuno trasgredisca al compito assegnato!!!”.
Si chiude finalmente una pagina e chissà se ora finalmente potranno emergere tutte quelle verità scomode che in questi trent’anni sono state celate e in particolare da chi è stato “coperto” in questa sua lunga latitanza… …
Certo, sarà difficile che egli tradisca quel sistema con cui ha convissuto per tutta la vita, ma sperare in un piccolo e modesto cambiamento “morale”, non costa nulla…
Quei colletti bianchi infiltrati dalla massoneria!!!
Una nuova inchiesta, ultime intercettazioni portate in evidenza dalle forze dell’ordine, già… un ricercato potere desiderato ad ogni costo!!!
“Un cacciatore di voti”, in questo modo il colonnello Antonio Merola (per quasi dieci anni a capo dapprima del nucleo investigativo e poi del reparto operativo del comando provinciale dei Carabinieri di Trapani), ha sintetizzato l’agire di un medico di Castelvetrano, ex deputato regionale ed imputato ora nel processo scaturito dall’operazione denominata Artemisia, condotto dai Carabinieri in un arco temporale tra il 2016 e il 2019.
La deposizione del col. Merola, che è cominciata nell’udienza di pochi giorni fa e proseguirà il prossimo 17 gennaio, si è concentrata sulla parte dell’indagine per la quale viene contestata la partecipazione a una associazione segreta (violazione della legge Anselmi contro le logge coperte) all’ex deputato e ad altri sei dei diciotto imputati nel processo in corso.
Difatti, è proprio all’interno di due associazioni segrete che la Procura di Trapani ha individuato un gruppo di potere che avrebbe avuto quale obiettivo il condizionamento, sì… con i tipici comportamenti della massoneria, nelle attività pubbliche e politiche.
L’ufficiale dell’Arma ha ripercorso le fasi dell’indagine citando il contenuto di numerose intercettazioni, sia telefoniche che ambientali dalle quali è emerso il condizionamento dell’amministrazione comunale di Castelvetrano con un numero elevato di soggetti coinvolti con incarichi sia politici che pubblici…
Ciascuno di quei soggetti si è poi scoperto far parte di logge riconosciute dalla massoneria ufficiale, ma anche di associazioni, la cui esistenza gli indagati (in vari modi) hanno cercato di tenere occultate.
Associazioni nate alle spalle del centro sociologico italiano, appartenente alla Loggia Regolare d’Italia, con sede in un edificio di Castelvetrano; secondo il col. Merola, l’ex deputato è apparso come un politico che aveva come obiettivo quello di trattare faccende per le quali in cambio poteva aumentare il proprio consenso elettorale, tra l’altro in alcune occasioni lo abbiamo sentito contare i voti che in cambio di favori aveva ottenuto.
La massoneria era considerata come un mezzo utile per portare voti, tra l’altro le discussioni ascoltate nelle intercettazioni hanno svelato vere e proprie condotte spregiudicate: “sentivamo dire di obiettivi come quello di dover conquistare il Comune, cosa che forse sarebbe avvenuta se si fossero svolte le elezioni del 2017; “le formazioni che si proponevano all’elettore erano condizionate da un notevole numero di candidati appartenenti alla massoneria. Quello che si era creato a Castelvetrano era un “omogeneo gruppo di potere”!!!
Ma d’altronde perché meravigliarsi, parliamo del territorio cui fa riferimento il capo mafia “Matteo Messina Denaro”, anche se forse, non è proprio lì che si nasconde, ma quella è un’altra storia e chissà se avrò voglia di raccontarvi…
L'Antimafia spiata??? Non ci resta che ridere…
E così un massone “clandestino” è stato beccato ad origliare la commissione parlamentare antimafia in missione a Trapani, proprio mentre si stavano svolgendo le audizioni dei vertici delle logge trapanesi e l’argomento riguardava le connessioni che portano al latitante Matteo Messina Denaro.
Certo, un episodio singolare, che ha allarmato l’Antimafia, riaccendendo i sospetti sui rapporti perversi tra i frequentatori dei templi massonici e la mafia locale e soprattutto mentre si stava parlando dell’uomo più ricercato d’Italia!!!
Ma d’altronde perché ci si meraviglia, abbiamo visto nel corso di questi lunghi anni come vi sia un servizio deviato, inserito perfettamente all’interno delle nostre istituzioni, che da sempre si occupa di occultare, manipolare, trasformare, condizionare e quando occorre far sparire quei documenti pericolosi oppure inserirne di nuovi preparati accuratamente!!!
A pensare che in uno dei posti più blindati, proprio al centro di un ufficio che si occupa di comprendere quali circostanze permettono al capo di cosa nostra, latitante dal 2 giugno 1993, di anticipare sempre le mosse degli investigatori, ecco che si scopre come nel frattempo qualcuno stava ascoltando tutto…
Ora, se tra quelle sue azioni vi è quella di rendere più coordinata e incisiva l’iniziativa dello Stato, delle regioni e degli enti locali, quale prevenzione delle attività criminali e al fine di costruire uno spazio giuridico antimafia anche a livello di Ue, pensare che queste premesse possano venir condizionate da eventuali infiltrazioni mafiose e/o massoniche attraverso quei proprio referenti, fa comprendere – se ve ne fosse ancora bisogno – i motivi che hanno condotto il nostro Paese a quei particolari momenti storici, che hanno determinato ahimè quei gravi delitti e stragi e di cui ancora oggi non si conoscono i reali mandanti!!!
Alla ricerca di Matteo Messina Denaro…
Lo cercano!!! Già lo stanno cercando dal 1993 da quando si è dato alla latitanza ed anche se in molti hanno creduto in questi anni che la caccia fosse terminata, beh… si sono sbagliati!!!
D’altronde ha dimostrazione di quanto sopra abbiamo sentito la falsa notizia del suo arresto in Belgio, che ha condotto un turista inglese di Liverpool, dall’essere seduto in un ristorante al carcere di massima sicurezza di Vught…
L’uomo dopo essere stato bloccato, bendato e posto su un auto della polizia e stato trasferito e soltanto grazie alla prova del Dna si è scoperto che il Sig. Mark L non fosse chi si credeva essere, bensì un semplice cittadino… ma quanto accaduto evidenzia che in questi anni, quanto riportato dai media, fosse falso… e cioè che il boss è ancora considerato in circolazione e al comando dell’organizzazione denominata “cosa nostra“!!!
Ho letto una dichiarazione che diceva: Non vi è nessun mandato di cattura europeo”… ma ditemi: chi mai può credere a questa dichiarazione, sono certo di dire che vi è in corso una forma di gara tra chi per primo – tra le procure nazionale – porterà all’arresto di quel capo mafia…
Certo si è pieni di segnalazioni false compiute da mitomani o anche da suoi diretti gregari che proprio da ogni luogo lo indicano lì per comprendere tempi e modi e soprattutto per capire cosa accadrebbe in caso di un eventuale arresto…
Considerato comunque “corsi e i ricorsi storici” mi sento di dire che difficilmente il boss si sia allontanato da questa sua terra e continua a comandare seppur lo scomparso “capo dei capi”, ha fatto di tutto per non riconoscerlo come suo diretto delfino!!!
Ma quella è un’altra storia e al contrario di quanto abbiamo sentito, tutti… dai pentiti alle intercettazioni telefoniche, evidenziano come egli rappresenti il referente massimo di quell’organizzazione criminale ed è per questi motivi che proprio in questi giorni la polizia di Stato coadiuvata dal Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha dato il via a tutta una serie di perquisizioni nella Valle del Belice, il tutto per trovare finalmente quel boss…
Ovviamente si parla di persone sospettate ad essere vicine al boss o ai suoi familiari, ma anche soggetti che a prima vista sembrano essere totalmente estranei a quei legami e a quella organizzazione, soprattutto perché incensurati, ed è questo il motivo principale che sta impegnando in quella ricerca un imponente spiegamento di agenti delle squadre mobili di Palermo, Trapani ed Agrigento!!!
E sì… perché a differenza Buscetta “Il boss non è solo“, ma possiede una fitta rete di connivenze che gli permettono di sfuggire, quasi fosse Diabolik a quel preannunciato arresto!!!
Certo verrà il giorno in cui verrà compiuto un errore, una disattenzione, abbiamo visto nei tg di questi giorni la foto di una telecamera nascosta che ho ha fotografato su una strada di quella sua roccaforte, la stessa che fino ad oggi lo ha agevolato in quella lunghissima latitanza…
Ma se qualcuno è ancora convinto che a breve si giungerà a quell’arresto, credo che si dovrà ricredere, perché a vedere ciò cha accade o per meglio dire, quanto di fatto non accade, ho come la convinzione che non vi siano ancora i presupposti per quel definitivo arresto o ancor di più… ribaltamento!!!
E sì… perché la piramide è ancora ben salda e nessuno, dalla base ai piani alti (ma non solo in quella sede…) può pensare di destituire il boss, ed ecco perché credo che quanto ci viene costantemente riproposto siano soltanto chiacchiere!!!
19 Luglio, Via D'Amelio: Il momento più buio della Repubblica!!!
Sì è vero, sono passati ventisei anni… ma non è cambiato nulla o meglio qualcosa è cambiato, ma le domande su quanto accaduto, restano ancora lì…. senza risposte!!!Così facendo si garantirono sia gli interessi economici/finanziari del suo leader, che quelli mafiosi dei loro amici politici regionali/nazionali, che di lì a poco, si sarebbero trasformati in scambio di voti e intervento abrogativi, a favore dei boss, come ad esempio il 41bis!!!
Tremano i politici ed i "colletti bianchi": Vito Nicastri sta collaborando!!!
Già… a quanto sembra, l’imprenditore di Alcamo delle energie rinnovabili Vito Nicastri, ha deciso di collaborare con la giustizia!!!Gli investigatori stanno cercando Matteo Messina Denaro: Sì… ma solo per avvisarlo sulle indagini in corso!!!
Come riportavo sopra è finito in manette anche l’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino., detto “Svetonio”, un soprannome sembra attribuitogli proprio dal boss latitante Matteo Messina Denaro, all’epoca in cui lo stesso, per incarico del Sisde (del generale Mario Mori), intrattenne una corrispondenza con il capo mafia latitante, qualcuno racconta all’insaputa di quest’ultimo, sperando in una sua resa. Massoneria, politica, mafia ed anche uomini delle istituzioni: un mix perfetto d'interessi e illegalità!!!
Arrestato l'erede del "Capo dei Capi"??? Ma…
A inizio anno avevo parlato dell’attuale capo di cosa nostra, Messina Matteo Denaro, ma nel contempo avevo accennato a talune divergenze che proprio quel “Capo dei capi” Totò Riina aveva espresso intercettato in talune sue dichiarazioni, nelle quali non riconosceva quale suo erede, quell’ex “luogotenente”
Certo qualcosa non mi quadra, perché fino a pochi giorni fa la Polizia di Stato aveva arrestato (per associazione a delinquere di stampo mafioso) Leo Sutera, un anziano boss di Sambuca di Sicilia, considerato fedelissimo di Matteo Messina Denaro… Il provvedimento era giunto al termine di una complessa attività d’indagine che aveva permesso d’individuare il Sutera come a capo dell’area agrigentina e da sempre, è stato considerato tra i massimi esponenti di quell’associazione criminale…
Ma soprattutto, egli è stato da sempre considerato uno degli uomini di fiducia del latitante Matteo Messina Denaro, al quale era stato legato da un’antica amicizia, intrattenuta attraverso il sistema dei pizzini…
Ed allora mi chiedo: “Chi comandava la mafia secondo le nostre forze dell’ordine, Matteo Messina Denaro o Settimo Mineo???”.
Comunque, possiamo dire che in un qualche modo, la risposta l’hanno data proprio loro, sì… oggi, arrestando il secondo a favore del primo, che quindi resta di fatto l’unico capo…
Certo, quanto compiuto in questi mesi ha messo in grave difficoltà i vertici della mafia siciliana, in particolare quella commissione provinciale, che si ritrova ogni giorno di più, senza quei suoi anziani referenti…E’ curioso comunque scoprire come da un lato quel latitante (messo tanto in discussione dall’ex padrino Riina) sia stato dato tra l’altro da molti pentiti, come deceduto, resti di fatto, non solo ricercato dalle forze dell’ordine italiane ed anche estere, ma soprattutto a capo di quell’associazione criminale, a scapito proprio di chi doveva rappresentare per egli, un diretto contendente, ma che ora improvvisamente, grazie all’arresto di oggi, viene messo fuori…
Ma… sarà che non credo alle coincidenze, ma ho come l’impressione che qualcuno (come si dice dalle nostre parti…), se lo sia giocato!!!
Matteo Messina Denaro??? Qui comandiamo noi!!!
Perché la "Cosa pubblica"… è soprattutto "Cosa nostra"!!!
D’altronde la stessa figura del suo nuovo capo, Matteo Messina Denaro, si sa… non è stata mai “ufficializzata”!!!
E’ il motivo per cui a guidare ancora quei clan ci sono spesso esponenti storici di quelle cosche, che finita di scontare la pena tornano alle loro vecchie attività, reiterando in tal modo la capacità criminale propria e dell’organizzazione. 

































































