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Israele e gli Houthi: Il braccio di ferro nel Mar Rosso.

Israele ha dimostrato più volte di saper colpire con precisione, come nel caso dei raid in Iran, e adesso si prepara a individuare nuovi bersagli nello Yemen ed in Libano per infliggere colpi ancora più significativi agli Houthi e agli Hezbollah.
Una fonte militare israeliana, però, non ha nascosto la complessità crescente di queste operazioni, ammettendo che gli strumenti attualmente a disposizione non sono sufficienti a fermare del tutto i lanci missilistici. Eppure, una cosa è chiara: Tel Aviv non ha intenzione di restare con le mani in mano.

Gli attacchi aerei israeliani hanno già centrato il porto di Hodeidah, un punto nevralgico per gli Houthi, colpendo direttamente bulldozer, camion e perfino un serbatoio di carburante.

Nel frattempo l’organizzazione sciita libanese avrebbe allestito una serie di hub logistici nei distretti di Batroun, Jbeil, Minieh e Akkar, tutti situati nella parte settentrionale del Paese, strutturando quell’area in maniera autonoma, non solo nei mezzi e nelle decisioni, ma soprattutto, con le armi.

L’uso crescente dei droni, lanciati direttamente dalle basi israeliane, ha permesso di ridurre i rischi per i piloti, dimostrando una strategia sempre più raffinata e mirata e nonostante la fermezza israeliana, replicare agli stessi modelli usati contro di essa, sembra al momento improbabile.

Già… la distanza geografica nel caso dello Yemen e la mancanza di una rete di intelligence altrettanto solida in quei territori, rendono difficile applicare lo stesso approccio utilizzato a Gaza o in Iran. Gli Houthi, dal canto loro, non si fermano nel cercare di sviluppare nuove capacità militari, spinti dal supporto di quest’ultimi, anche se i risultati non sempre seguono.

Difatti… ogni tentativo di ricostruire le infrastrutture portuali viene puntualmente vanificato da nuovi bombardamenti, come a ribadire un messaggio inequivocabile: ogni sforzo di riparazione verrà punito con nuovi attacchi!

Nel frattempo, gli Stati Uniti lanciano un nuovo monito: Teheran starebbe riorganizzando le milizie alleate nella regione, e gli Houthi potrebbero presto ricevere armamenti ancora più sofisticati.

In questo equilibrio instabile, però, nessuno può dire con certezza come andranno le cose. Le rotte del Mar Rosso, strategiche per il traffico marittimo mondiale, potrebbero presto trasformarsi in un teatro di conflitti imprevedibili, dove ogni mossa genera reazioni a catena.

E in questo gioco di specchi, dove le intenzioni si confondono con le azioni, l’unica certezza è che il prossimo colpo, in qualsiasi momento, potrebbe cambiare tutto.

Medioriente: solo chi non possiede un'adeguata competenza, può pensare di risolvere il problema con un banale colloquio!!!

Bisogna conoscere la storia di quel territorio, per poter comprendere perché si è arrivati oggi a questo punto!!!

Innanzitutto bisogna ripartire da una questione e cioè la creazione di una nazione che non esisteva, quantomeno non nel periodo storico che stiamo da poche generazioni vivendo…

Per la popolazione ebraica non esisteva alcuno Stato fino al 14 maggio 1948, quando il primo ministro David Ben Gurion proclamò ufficialmente la nascita dello Stato d’Israele!!!

Era più di duemila anni che quel popolo vagava per il mondo senza che mai alcuna comunità internazionale riconoscesse loro quel promesso territorio, già…  così esaltato in quel noto libro bibblico. 

La stessa circostanza però andrebbe fatta per il popolo palestinese, in quanto anch’essi – per che come abbiamo visto nel corso di questi secoli – sono stati ahimè esposti a continue dominazioni…

Da ciò possiamo comprendere quanto difficile sia per entrambi la costruzione di due Stati, ma non solo, bisogna fare in modo che queste due entità convivano tra loro in modo pacifico, ma nel far ciò ci si dimentica che l’esistenza di uno, mi riferisco allo Stato Israeliano, ha comportato (per l’altro popolo) di essere nel proprio territorio estranei, in quanto improvvisamente inglobati in quella emergente nazione ebraica, se pur, come riportato sopra, in quel preciso periodo non esisteva alcuna entità di nazione che identificasse come Stato il popolo palestinese.

Ovviamente un ignaro osservatore a prima vista potrebbe osservare come il diritto all’esistenza di una, precluda di fatto l’esistenza dell’altra, mentre qualcun’altro potrebbe presumere che solo con la cancellazione di una delle due parti, si potrebbe giungere finalmente a un assetto che riporti ordine e pace. 

Ed è ciò che sta accadendo in quel territorio da oltre mezzo secolo e cioè che non vi è un solo palestinese che vuol riconoscere la presenza d’Israele, in quanto ritiene quella sua presenza edl tutto intrusa!!!

Ecco perché ritengo che non vi sarà alcuna soluzione diplomatica che potrà nell’immediato risolvere questo problema, perché nessuno, né gli israeliani e ancor meno i palestinesi, vogliono convivere rinunciando alla propria identità di nazione autonoma e difatti avrete modo di vedere che, neppure l’eventuale creazione di due Stati limitrofi e indipendenti, porterà in quell’area una pace definitiva o come in molti confidano una possibile collaborazione… 

Non vi è alcuna risoluzione politica a questo dilemma ed una sua alternativa è talmente complessa da realizzarsi che difficilmente, seppur i propositi positivi internazionale posti in campo, si potrà risolvere in maniera celere la questione. 

Sì… mi dispiace dirlo, ma non credo che vi possano essere negoziati internazionali che porteranno ad una pace, anche perché gli interlocutori non sono dei semplici cittadini che provano a trovare una soluzione pacifica, bensì da entrambe le parti sono i militari a comandare, in particolare sono proprio alcune formazioni militari a non avere alcuna intenzione di trovare un accordo in quanto di essi (mi riferisco ad esempio alle milizie di Hamas ed Hezbollah) sono volontariamente lì per combattere e distruggere Israele e fintanto che resterà un solo ebreo in quel territorio, la loro missione di lotta armata andrà avanti, possa anche dover passare un altro secolo!!! 

Perché così è stato sin dal dopoguerra e così sarà per sempre!!!

Certo vorrei (come molti di voi) esprimere parole diverse, auspicare che improvvisamente questo conflitto possa terminare e comprendo quanto sia più agevole fantasticare una soluzione pacifica che continuare ad assistere ad una guerra ingiustificabile…

Ma auspicare che – dopo quanto accaduto a Gaza e nel sud del Libano – si possa ritornare come prima, è non voler ammettere la realtà o far finta – ipocritamente – che si possa arrivare a un disarmo celere in tutta quell’area mediorientale!!!

Difatti, pensare che Israele sospenda il proprio attacco è voler favoleggiare che quei contrari gruppi militari decidano improvvisamente di disarmarsi per giungere a una tregua; tutti sanno che un’eventuale pace “provvisoria” servirebbe esclusivamente a far riarmare le parti in causa, un breve sospensione che porterà nuovamente tra qualche anno ad un nuovo conflitto!!!

Ecco perché preannuncio che questa situazione non porterà a nulla di buono, anzi viceversa penso che entrambi le parti potrebbero restare coinvolti in un conflitto talmente grave che alla fine tutti potrebbero pentirsi di aver solo cominciato, sì… una lotta che si potrebbe concludere ahimè con una preoccupante profezia e cioè la distruzione di entrambi i popoli!!!

Scriveva Geremia: «Ridurrò Gerusalemme un cumulo di rovine, rifugio di sciacalli; le città di Giuda ridurrò alla desolazione, senza abitanti. Chi è tanto saggio da comprendere questo? A chi la bocca del Signore ha parlato perché lo annunzi? Perché il paese è devastato, desolato come un deserto senza passanti?… Come siamo rovinati, come profondamente confusi, poiché dobbiamo abbandonare il paese, lasciare le nostre abitazioni. Udite, dunque, o donne, la parola del Signore; i vostri orecchi accolgano la parola della sua bocca. Insegnate alle vostre figlie il lamento, l’una all’altra un canto di lutto: La morte è entrata per le nostre finestre, si è introdotta nei nostri palazzi, abbattendo i fanciulli nella via e i giovani nelle piazze. I cadaveri degli uomini giacciono – dice il Signore – come letame sui campi, come covoni dietro il mietitore e nessuno li raccoglierà».


Né Biden e neppure gli alleati potranno fermare la guerra in medio oriente!!!

Sono tutte cazz…. quelle che ci vengono raccontate nei Tg nazionali ed internazionali!!!

Lo sanno bene i Capi di Stato e di governo di tutti i Paesi del mondo che questa guerra si concluderà solo dopo che Israele avrà espulso dalla striscia di Gaza tutti i palestinesi, ma non solo, proverà a includere in maniera permanente quei territori del Libano a sud del fiume Litani!!!

Parliamo di un’area – quest’ultima – che da anni, ma soprattutto negli ultimi mesi, il gruppo armato degli Hezbollah ha preso come base per inviare missili nel nord di Israele, ma non solo, dal governo di Netanyahu si è affermato che questo gruppo militare abbia trasformato quei villaggi libanesi in vere e propie basi militari, sì… adiacenti alla “Linea blu“ occupata finora dalle forze “UNIFIL” (inviate dall’ONU per il mantenimento della pace in Libano) e da cui quindi poter sferrare i loro attacchi contro le comunità settentrionali di Israele… 

Prevedo sin d’ora quindi come potrà essere tra qualche anno la situazione geografica di quell’area e vedrete, poco o nulla potranno fare paesi come Usa, Germania, Gran Bretagna, Francia e ancor meno noi Italia che contiamo come nazione – se pur ritengo ottimo l’impegno profuso dal nostro Ministro degli Esteri, Antonio Tajani – quanto il due di coppe, quando la briscola è a bastoni!!!

Difatti, non si tratta più di riportare a casa quei poveri ostaggi israeliani, essi ormai fanno parte di quel cosiddetto “danno collaterale” che si è deciso di subire per raggiungere il proprio scopo e cioè inglobare in maniera radicale quei territori posti al confine con lo Stato d’Israele, per evitare una volta per tutte, la ripresa di nuove ripercussioni militari.

Vedrete, le popolazioni civili espulse – da quei territori che a breve verranno definitivamente occupati dall’esercito israeliano – saranno costrette a fuggire dalle loro case per cercare rifugio all’estero, sapendo di dover iniziare a vivere in una condizione disagiata e di emergenza!!!

Ovviamente – come sempre accade in questi casi – i sistemi di protezione se pur fragili e incerti proveranno ad assistere i rifugiati, per come abbiamo visto in questi anni, come d’altronde l’impatto con le comunità ospitanti non risulterà per nulla facile e soprattutto i finanziamenti umanitari che giungeranno non potranno tenere il passo con le esigenze di quelle migliaia di profughi.

La verità è che gran parte del mondo intero preferisce “lavarsi la coscienza” (non solo per quanto sta accadendo in quell’area…) inviando a quelle popolazioni disperate, cibo, vestiario, medicinali e quant’altro possa necessitare, l’importante (per tutti…) è non dover affrontare in maniera diretta il problema!!!

Permettetemi di aggiungere che nell’affermare quanto sopra non faccio alcuna distinsione tra Paesie, perché in questa sede prendo di mira anche i paesi arabi “ricchi” che finora hanno preferito esclusivamente sostenere il costo economico richiesto (quello militare dei gruppi come Hamas, Hezbollah, Huthi ed anche dall’Iran…) senza però rischiare di rimanere implicati in un conflitto armato, del quale – come si è visto – si è preferito restare fuori!!!

Come ho scritto all’inizio del post: tutto il resto sono cazz…!!!

Colpita la residenza privata del premier Netanyahu!!! Ora – dopo quanto occorso ai leader di Hamas e Hezbolah – non vorrei trovarmi al posto del leader supremo Khamenei o del Presidente iraniano Masoud Pezeshkian!

Secondo un funzionario del governo israeliano (che ha riferito alla tv Channel 12), ha provocare l’attentato – per eliminare il primo ministro Benyamin Netanyahu – sia stato l’Iran, se pur il drone fosse partito dal Libano…

L’obiettivo dell’attacco era l’abitazione privata del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, anche se le autorità israeliane non hanno dato alcuna conferma che la casa colpita dall’ordigno, fosse realmente quella di Netanyahu, ma certamente quanto ora accaduto, influenza negativamente qualsivoglia trattativa di pace…  

Altri due droni erano stati intercettati, mentre quello che ha colpito la struttura nella zona di Cesarea”, non ha causato vittime e feriti. 

Il leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei ha nel contempo dichiarato: “Hamas, il movimento islamico palestinese è vivo e tale rimarrà” nonostante la morte del suo leader Yahya Sinwar!!!

Quanto sta accadendo nel Libano difficilmente porterà ad una pace, anzi tutt’altro, ciò che di fatto sta per compiersi è un’escalation del conflitto, con un ampliamento del conflitto verso l’Iran che potrebbe determinare una guerra sanguinosa e i cui sviluppi sono ahimè imprevedibili!!!

Sperare in una possibile pace ritengo sia attualmente un utopia, ma soprattutto ritengo questa possibilità molto lontana dal compiere!!!

Come peraltro non saranno le minacce annunciate da Teheran (“severa e avverrà al momento, nel luogo e nei modi appropriati”) a far modificare lo scenario in atto, che vedrete, porterà sicuramente ad uno scontro frontale tra Israele e le forze congiunte che vorrebbero la sua totale eliminazione: mi riferisco ai gruppi conosciuti come Hamas, Hezbollah, Psdaran e Houti.

Prima però di questa guerra simultanea, penso che Israele – proprio a seguito dell’attacco compiuto stamani per uccidere il suo leader – se pur finora contrario ad eliminare il leader supremo iraniano – per non immolare quella sua figura ad eroe e quindi a martire della causa – penso che viceversa, a breve, organizzerà (per come ha già fatto con gli altri leader) un omicidio mirato: sì… per colpire l’Hayatollah oppure l’attuale Presidente iraniano, Masoud Pezeshkian!!!

Nessuno ne parla, ma esiste un significativa motivazione che guida l'attacco all'Iran!!!

Ho l’impressione che quanto stia accadendo sia stato da tempo previsto!!!

Già… vi era bisogno di trovare un espediente per coinvolgere l’Iran in un conflitto e difatti, l’aver permesso ad Hamas prima e agli Ezbollah dopo d’attacare Israele, serviva esclusivamente per tirare dalla giacchetta il governo di Teheran…

Già… (come ho affermato nei miei precedenti post) i servizi segreti israeliani erano ben a conoscenza dell’attacco compiuto il 7 ottobre 2023 dai combattenti di Hamas, gli stessi che dopo aver attraversato il confine della striscia di Gaza hanno preso di mira i militari e quegli indifesi partecipanti del festival musicale vicino al kibbutz di Re’im che sono stati, come abbiamo visto, ahimè sequestrati…

Certo al mondo intero è sembrato un episodio imprevisto, ma la verità è che quei poveri ragazzi israeliani facevano parte di una macchinazione che comprevedeva per l’appunto quest’ultimi quali “effetti collaterali” di una trama, quella che permettesse ad Israele di appropriarsi definitivamente della Striscia di Gaza e in attesa che altri iniziassero a reagire, impadronendosi così di quei territori posti a sud del Libano…

Mi riferisco a quei gruppi armati libanesi conosciuti come Hezbollah, ma anche gli Huthi nello Yemen, che secondo Israele, sono attivi in medio oriente grazie al sostegno politico, economico e militare dato loro dall’Iran, accusata di aver da semrpe contribuito alla loro organizzazione; dal canto loro le autorità iraniane, pur rimarcando il diritto alla resistenza dei palestinesi e accogliendo di buon grado l’iniziativa militare contro Israele, ha sempre negato un coinvolgimento diretto, definendo quelle accuse come immotivate.

E difatti il conflitto in questi mesi è rimasto confinato, senza riuscire ad estendersi nei confronti di quella Repubblica islamica (nata dopo la rivoluzione del 1979 è importante punto di riferimento per moltissimi movimenti di ispirazione islamica principalmente sciiti ma non solo) che come ben sappiamo non riconosce la legittimità di Israele… 

Ed allora cosa fare per estendere il conflitto e spingere così finalmente l’Ayatollah Khamenei a colpire Israele?

Ecco che Israele inizia a colpire tutti i capi dell’organizzazione di Hamas e degli Hezbollah, ma non solo, colpisce con un attacco missilistico Haniyeh nella sua residenza proprio nella capitale iraniana ed uccide anche Nasrallah capo del partito sciita Hezbollah; fatto ciò… inizia a sganciare 73 tonnellate di esplosivo sui bunker di Hezbollah a Beirut e creando forti dubbi sulla sorte di Safieddine indicato come il successore del leader delle milizie sciite. 

E difatti, dopo quanto accaduto, le Forze armate dell’Iran hanno deciso di iniziare l’offensiva scagliando contro Israele oltre 200 razzi e missili da crociera e colpendo – nonostante il sistema di difesa israeliano “Iron Dome” – città come Gerusalemme e Tel Aviv.  

Certo, il ministro degli Esteri di Teheran Abbas Araghchi ha dichiarato come conclusa l’offensiva, avvertendo che ulteriori attacchi seguiranno se Israele dovesse reagire… 

Ma era proprio ciò che il governo di Benjamin Netanyahu aspettava da anni, perché il lancio dei missili effettuato ora dall’Iran costituisce di fatto una vera e propria “dichiarazione di guerra” e quindi sono certo di affermare che a breve inizierà un attacco militare preparato da anni che mira anche ribaltare il governo iraniano in carica. 

Perché come dicevo all’inizio c’è un motivo fondamentale perché questa guerra abbia inizio ed è motivata dal voler bloccare l‘Iran dal mettere in atto l’uso di bombe nucleari che entro pochi mesi potrebbero essere realizzate.

Non c’è più tempo!!! Gli impianti nucleari esistenti vanno immediatamente distrutti insieme alle riserve d’uranio che grazie ad un processo di “arricchimento in lotti” sono già disponibili per la costruzione dell’arma nucleare.

Ecco perché si voleva coinvolgere nel conflitto l’Iran, perché sono in molti – anche tra i paesi arabi limitrofi – a mostrarsi poco attratti dal convivere con un Iran dotato di armi nucleari, anzi credo proprio che sia questo il motivo per cui finora tutti si siano astenuti dall’entrare in conflitto contro Israele.   

Certo in questi anni tra sabotaggi industriali, omicidi di scienziati, forniture limitate e/o vietate, si è riusciti a limitare lo sviluppo di nuove generazioni di centrifughe, fondamentali per l’arricchimento dell’uranio, ma nuovi macchinari potrebbero aver consentito ora all’Iran di accelerare la produzione dell’uranio, riducendo così i tempi di costruzione di quella bomba che – senza un immediato attacco israeliano – potrebbe esser pronta in poche settimane!!!

Ecco perché in queste ore il ministro degli esteri iraniano Abbas Araghchi, si sta spendendo in viaggi per incontrare e incoraggiare tutti i governi arabi (iniziando con la Siria e il Libano) affinchè si giunga in maniera celere ad una soluzione pacifica, tanto d’aver voluto dichiarare: ” Non vogliamo la guerra, ma siamo pronti a reagire”!!!

Ma la verità è tutt’altra, sì… è fondamentale non dar inzio ad un conflitto sul territorio iraniano, poichè quest’ultimo potrebbe condurre alla distruzione non solo degli impianti nucleari, ma anche di quelli petroliferi, dai quali come sappiamo provengono principalmente l’entrate del Paese…

Ecco perché – pur auspicando di sbagliarmi – sento ormai dentro la convinzione che a breve si darà inizio ad un nuovo conflitto tra Israele e l’Iran, già… con ripercussioni che ahimè nessuno è capace di prevedere, ma che tutti noi patiremo certamente!!!

L'Iran attacca Israele: era già tutto previsto!!!

Lunedì 21 gennaio 2019, avevo scritto un post anticipando quanto sta in queste ore accadendo…

Il post s’intitolava “Prove tecniche per l’inizio di un nuovo conflitto” – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/01/prove-tecniche-per-linizio-di-un-nuovo.html ed ora, quanto avevo scritto si sta ahimè realizzando!!!

Ma non solo, alcuni mesi prima (precisamente il 28 novembre 2018) avevo scritto di una profezia che annunciava che la Russia e l’Iran sarebbero entrate in guerra – vedasi link: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2018/11/una-coincidenza-le-profezia-della.html

Ecco perché osservando quanto sta accadendo non mi sorprendo minimamente, in quanto tutta la storia dell’umanità è un continuo ripetersi di vicende che sembrano concludersi per poi ripartire nuovamente con grande vigore e a pagarne le conseguenze, ahimè, sono sempre le fascie più deboli…

Scriveva George Santayana: “Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”.

Già… gli uomini vanno avanti unicamente perché non hanno imparato nulla. Se l’esperienza delle generazioni precedenti facesse parte del patrimonio obbligatorio di ognuno, la Storia sarebbe cessata da un pezzo. 

La fortuna – e la sfortuna – dell’uomo è di non nascere disilluso!!!

Manifestazioni contro Israele…

In questi giorni stiamo assistendo come in molte città del mondo vi siano manifestazioni contro Israele, in particolare sono le sedi universitarie ad essere state prese d’assalto e occupate…

Anche a Tel Aviv molti israeliani sono scesi in piazza (in particolare, ma non solo, i familiari presi in ostaggio da Hamas)  per protestare contro le politiche di governo e difatti nel mirino delle proteste vi è Benyamin Netanyahu che evidenzia non avere alcuna intenzione di barattare quei 130 connazionali con un eventuale accordo di tregua di lunga durata. 

Ritengo comunque che nonostante molti credano che le trattative portate avanti dal Cairo possano a breve concretizzarsi, il sottoscritto ritiene che il governo israeliano voglia portare avanti l’operazione militare nella città di Rafah, dove sono attualmente concentrati gli sfollati palestinesi della Striscia di Gaza.

Difatti il Capo del governo Netanyahu ha ribadito che “l’idea di porre fine alla guerra prima di raggiungere tutti i nostri obiettivi è inaccettabile; noi – ha spiegato – entreremo a Rafah e annienteremo tutti i battaglioni di Hamas presenti lì, con o senza un accordo, per ottenere la vittoria totale”

A dimostrazione quindi di quanto il sottoscritto già da tempo abbia più volte anticipato, non saranno ne gli Stati Uniti a bloccare l’operazione via terra e ancor meno l’Onu opuure la giustizia internazionale della Corte penale dell’Aja che potrebbe condannare per crimini di guerra il premier israeliano e alcuni membri della leadership politico/militare d’Israele.

La verità che non solo Israele è stanca di queste forze fondamentaliste militari, ma anche altri Paesi arabi sono infastiditi dal doversi sottomettere a quei capi Hezbollah, Houthi e Hamas, che si sa essere sovvenzionati da Teheran!!!

Difatti, sono queste forze paramilitari a permettere all’Iran di aumentare la propria influenza internazionale, anche nei confronti di quei paesi amici come Turchia e Turkmenistan; difatti… l’Iran grazie a quei gruppi mostra i muscoli nei confronti degli altri paesi arabi limitrofi come ad esempio l’Arabia Saudita, l’Iraq, l’Afganistan, ma anche lo stesso Pakistan di cui Teheran non vede di buon occhio il legame tra Islamabad e Washington, anche se bisogna dire che grazie al progetto “pipeline” e cioè al gasdotto che trasporta il gas del giacimento di South Pars nel Golfo Persico a Karachi, tra i due Paesi si è di fatto creato un cordone ombelicale che lega per l’appunto a doppio filo Teheran e Islamabad, liberando tra l’altro ciascuno di essi, dalla dipendenza dalle rotte occidentali….

Ed infine, vorrei ricordare come quelle forze fonfamentaliste servono a garantire all’Iran una forma di “difesa” nei confronti del suoi diretto contendente, mi riferisco ad Israele (e di conseguenza al suo diretto alleato “Stati Uniti”), certamente quest’ultimo militarmente più forte, anche in virtù delle armi nucleari a sua disposizione e infatti un aggressione agli interessi iraniani, potrebbe far scaturire un conflitto su più fronti con attacchi terroristici mirati, in tutte le città del mondo…

Certamente tutte le persone di buona volontà auspicano che si giunga presto alla fine del conflitto ed è giusto manifestare e far sentire la propria voce affinchè si possa raggiungere una pace duratura; ma ho come la sensazione che non tutto ciò che ci viene rappresentato dai media sia esclusivamente compiuto per il popolo palestinese, ma viceversa, credo che dietro molte di quelle manifestazioni pro-Palestina si celino messaggi di carattere antisemita e questo non può essere accettato, perché si tende a dimenticare quanto accaduto ahimè a quel popolo il secolo scorso…

Perdonate, ma non posso quindi approvare cartelloni con scritte antisemita come ad esempio “Rivedrete Hitler all’inferno” oppure “Apriteci i confini, così possiamo uccidere i sionisti, gli ebrei” o alri ancora: “Israele terrorista“!!!

La violenza si sa… genera nuova violenza e finché gli esseri umani si prefiggeranno la distruzione dei propri simili, finché il loro unico desiderio sarà vedere distrutti i loro fratelli, beh… nessuna pace potrà mai coesistere e i conflitti saranno sempre destinati a continuare!!!

E quindi, per quanto possa condividere e apprezzare le degne motivazioni di molti di quei pacifisti, resto comunque un intransigente oppositore dei metodi violenti anche laddove vengono posti al servizio delle più nobili cause!!!

Ecco una soluzione per creare due Stati indipendenti e una pace duratura!!!

Pensare che il conflitto israelo-palestinese possa risolversi da solo o che la situazione tra i due popoli possa restare immutata senza conseguenze è pura illusione. Dopo oltre 70 anni di discordia, non si può più tornare indietro: è arrivato il momento di superare le divergenze e trovare una soluzione definitiva.
La creazione di uno Stato Palestinese è una necessità. Deve essere riconosciuto dalla comunità internazionale, libero e indipendente da Israele. Tuttavia, va accettato il fatto che i territori occupati non saranno mai restituiti ai legittimi proprietari. 
La storia ci insegna che, a seguito delle guerre, molti confini sono stati ridefiniti dai vincitori a scapito dei vinti. Anche l’Italia ha vissuto questa realtà, pagando un prezzo per le scelte del passato. Credere che la situazione possa cambiare improvvisamente è irrealistico.
Basta guardare cosa sta accadendo in Ucraina: le guerre sono ovunque, spesso per il controllo di territori di scarsa utilità. E allora, perché non pensare a una soluzione alternativa? Serve un sacrificio per costruire qualcosa di nuovo. Un sacrificio che richiede l’impegno di tutti.
Non intendo schierarmi né con Israele né con la Palestina, ma è chiaro che Israele non ha intenzione di fermarsi. Il paese è pronto a combattere su più fronti per difendere la propria esistenza, identità e cultura. Illudersi su una tregua o su una restituzione dei territori occupati non è realistico: a breve, anche la Cisgiordania sarà completamente sotto il controllo israeliano.
Se nessuno lo dice apertamente, è solo questione di tempo prima che i palestinesi vengano definitivamente espulsi da Israele, almeno quelli ritenuti ostili. E allora, invece di negare la realtà, perché non cercare una soluzione che possa garantire una pace duratura?
Propongo la creazione di un nuovo Stato Palestinese in una fascia di territorio tra il Mar Mediterraneo e il Mar Rosso, oggi parte dell’Egitto. Questo nuovo Stato, pur rimanendo sotto la protezione egiziana, darebbe finalmente ai palestinesi una patria riconosciuta.
Ovviamente, questo richiede un compromesso: l’Egitto dovrebbe cedere parte del suo territorio, ma in cambio riceverebbe un risarcimento significativo. Israele dovrebbe contribuire economicamente alla costruzione delle infrastrutture necessarie per accogliere il popolo palestinese. Anche gli altri Stati arabi dovrebbero fare la loro parte, permettendo ai profughi palestinesi di riunirsi alle loro famiglie nella nuova nazione.
Per rendere questo progetto fattibile, i paesi arabi più ricchi – come Qatar, Oman, Emirati Arabi, Kuwait e altri – dovrebbero garantire all’Egitto una somma significativa, intorno ai mille miliardi di dollari, come compensazione territoriale. Inoltre, un ulteriore fondo di 300 miliardi di dollari dovrebbe essere destinato alla creazione di una zona cuscinetto, gestita dall’ONU, per garantire la sicurezza della nuova nazione nei suoi primi anni di vita.
Il tempo dirà quando questa zona potrà essere reintegrata nell’Egitto, ma intanto si potrebbe porre fine a un conflitto che dura da troppo tempo.
So che questa idea potrà sembrare irrealizzabile o provocatoria, ma è meglio proporre soluzioni che restare immobili a guardare. Troppo spesso, chi critica senza offrire alternative è lo stesso che ignora la realtà del conflitto e preferisce perdersi nei social piuttosto che affrontare il problema con serietà.
Se qualcuno ha un’idea migliore, sono aperto al confronto. L’importante è capire che la pace si costruisce con l’impegno di tutti, nessuno escluso. Non si può promuovere la pace parlando solo con chi è d’accordo con noi. Serve coraggio, visione e, soprattutto, la volontà di agire.

Prove tecniche per l'inizio di un nuovo conflitto…

Alcuni mesi fa scrivendo su una profezia della Bibbia, concludevo dicendo: “Non va dimenticato come da quella rivoluzione islamica nel 1979, gran parte della politica interna dell’Iran, controllata dagli ayatollah, sia basata sulla propaganda contro l’occidente in particolare nei confronti di Israele; ecco quindi che oggi, gli iraniani provano ad usare la rabbia di Russia e Turchia contro le sanzioni imposte sia a loro che ai due Stati di sopra, affinché si possa consolidare quella alleanza da utilizzarsi contro gli Stati Uniti e i loro alleati…”!!!

Purtroppo non è passato molto tempo che quella escalation militare ha iniziato a mettere in atto quei piani…
Le forze missilistiche dell’Iran, insieme al suo alleato libanese “Hezbollah” e con il sostegno di “Hamas”, hanno iniziato a colpire in queste ore alcune città israeliane, dando così a Israele la possibilità di scatenare tutta la sua potenza aerea che difatti ha colpito gran parte degli obiettivi strategici in Iran. 
Questa conflittualità è in corso già da alcuni anni, in particolare da quando gli israeliani hanno cercato di impedire che le armi iraniane potessero diventare sempre più sofisticate.
Mi riferisco in particolare ai missili a lungo raggio  passati dall’Iran agli Hezbollah in Libano, a cui vanno sommati tutti quei trasporti che celati da convogli alimentari trasportavano armi da consegnare a gruppi estremisti, i quali sono stati intercettati e che fatti detonare…
Non va inoltre dimenticato quel programma nucleare che –secondo le informazioni proveniente dal governo iraniano– è stato più volte sabotato dai servizi segreti israeliani, con l’eliminazione (enigmatica) di alcuni loro scienziati…
Inoltre, la guerra in Siria ha permesso di aumentare la vicinanza delle forze belliche iraniane ai confini settentrionali israeliani, dando così sostegno al governo del presidente Bashar al-Assad che grazie alla forza militare russa, ha potuto far sopravvivere quel suo governo, permettendo altresì all’Iran di poter sfruttare questa attuale situazione per promuovere la sua politica contraria allo stato ebraico e appoggiando d conseguenza, tutta una serie di gruppi radicali intenti alla sua distruzione!!!
L’Iran spera che questi attacchi possano trasformarsi a breve in una guerra a tutto campo, nei quali altri paesi arabi possano entrare in appoggio…
Un ricorso storico di quel memorabile 1967, un conflitto allora combattuto tra Israele da una parte ed Egitto, Siria e Giordania dall’altra, che si tramutò come sappiamo in una vittoria israeliana… Ed ora l’Iran spera di portare in tempi rapidi ad una escalation militare, anche se – come sempre avviene in queste circostanze – nessuno dei contendenti dichiara, che “nessuno vuole la guerra”.
Infine va aggiunto come la Russia non stia intervenendo sul conflitto in corso, permettendo difatti all’aviazione militare israeliana libertà di movimento nei cieli sopra il Libano e la Siria…
Analoga posizione è quella presa da Washington che sta pensando ad un ritiro nella regione delle proprie forze militari a seguito delle nuove politiche statunitensi intraprese dell’amministrazione Trump, che vede di buon grado un cambio di regime, piuttosto che un dialogo…
Viceversa Teheran vede le azioni di Israele come un ulteriore indicatore dell’intenzione degli Stati Uniti a giungere ad un nuovo conflitto, spingendo così entrambi sull’orlo di una guerra su vasta scala!!!
Una guerra sta per scatenarsi???
Le prove tecniche in corso dicono di si…