Archivi tag: corte

Ecco l'agenda casualmente ritrovata dall'ex Presidente della sezione misure di prevenzione, Silvana Saguto…


Ho ascoltato la deposizione dell’ex Presidente del Tribunale di Palermo, sezione misure di prevenzione e se pur posta ora nei banchi degli imputati, si comporta come fosse ancora Lei il giudice di quel processo…

Si vede che ha sempre comandato!!! 
In quel suo sguardo vi è tutto l’ardire di chi non ha alcuna paura dello scontro mediatico, anzi, si fa forte di quella presenza per poter far emergere quella che Lei definisce… la sua verità!!!
In questa diatriba, non va dimenticato che l’ex magistrato, conosce in maniera perfetta le leggi di questo Stato e sarà quindi molto difficile, riuscire a portare in fallo quella sua ex  funzionaria… 
Certo, quando esordisce parlando dei giudici Chinnici, Falcone e soprattutto Borsellino, il mio primo pensiero è stato a quella intercettazione telefonica, nella quale certamente non manifestava grande stima per i loro familiari, in particolare per Manfredi Borsellino ritenuto “uno squilibrato, lo è sempre stato, lo era pure quando era piccolo”, mentre per la sorella Lucia dichiarava: “è cretina precisa”. 
Ora se è vero che quei magistrati le sono stati insegnanti nella sua professione, forse chissà – ascoltando quanto intercettato – quei giudici, avrebbero dovuto curare principalmente quella sua educazione… 
Tralasciando tutta la storia della sua vita di cui poco m’importa e che, visti i fatti emersi successivamente, ritengo non abbiano più valore…
Sì… è come sapere che un poliziotto durante la propria vita è riuscito a farsi strada compiendo durante quel suo incarico centinaia d’arresti eccellenti, ma poi, giunto alla fine della sua carriera, quasi in procinto della pensione, si è messo a spacciare per conto di un’associazione criminale: a cosa son serviti anni di gloria, quando alla fine la scelta è stata questa??? 
D’altronde lo stesso avvocato Raffaele Bonsignore, parte civile con l’imprenditore Vincenzo Corrado Rappa, stoppando l’ex magistrato ha dichiarato: “Mi sembra che stiamo un po’ divagando su temi che nulla hanno a che fare con l’oggetto del processo“!!!
Ma la parte più interessante dell’interrogatorio è quando a sorpresa l’ex magistrato dichiara: “L’altra sera ho ritrovato casualmente l’agenda in cui mettevo i biglietti che ricevevo ogni giorno. Mi segnalavano gli amministratori giudiziari da nominare. La consegnerò al tribunale questa agenda”!!!
Ed inizia così, con un elenco di persone…
Colleghi, ma anche avvocati (minch… guarda che novità: il sottoscritto ha denunciato in tempi non sospetti quelle collusioni… ancor prima che nascesse la stessa vicenda “Saguto.”.. ma chissà perché qualcuno ai piani alti, ha preferito non farla emergere; ma mi consolo con una frase: Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico”!!!
Ed allora leggiamo di queste segnalazioni portate da amici, parenti e conoscenti, persone di cui l’ex magistrato si fidava…
In quella agenda ci sono tutti i nomi e tutti facevamo a quel magistrato le proprie segnalazioni, d’altronde il business costituito da quei beni sequestrati e confiscati facevano gola a molti… in particolare a quei professionisti qualificati, soggetti che attraverso semplici corsi “full immersion” di due giorni presso il Dems, diventavano “abilitati” alla gestione di quelle particolari società sottoposte a misura di prevenzione…
Si è visto infatti come il 99% di esse siano successivamente finite in liquidazione e quei loro dipendenti, attendono ancora oggi le proprie spettanze: il sottoscritto tra l’altro è uno di questi!!!
Certo. l’ex Presidente è astuta!!!
Apre e chiude l’agenda come una fisarmonica e suona quei tasti solo quando gli fa più comodo…
Sì… sono certo che difficilmente quell’agenda finirà nelle mani dei colleghi che stanno effettuando il processo… 
Mi viene altresì da pensare ad alcuni ultimi film, come quello di Dino Risi, “In nome del popolo italiano“, oppure ad uno più recente intitolato “The Judge” o ancora, ad un best seller di John Grisham… intitolato “Ultima sentenza” dove – senza andar lontano – strane coincidenze molto similari si alternano a quelle di questo processo e se pur sembrano soltanto fantasie, nascondono in se, la realtà dei fatti…
Ecco perché sorge il dubbio che in quella sua dichiarazione “velata”, l’ex magistrato non stia avvisando chi oggi è posto lì a giudicarla…
Non so dirvi per quale motivo, ma ho come l’impressione d’aver già visto questo momento… sì con i miei occhi, forse chissà l’ho sognato, quanto descrivo difatti rappresenta qualcosa d’impossibile o innaturale, certamente un mix che nulla centra con quanto sta avvenendo all’interno di quel Tribunale di Caltanissetta, ma ripeto, ho come la sensazione di averlo già vissuto…

Sì… potrei definirlo un dejavù: ero all’interno di quell’aula e dall’alto osservavo l’ex Presidente della sezione misure di prevenzione parlare, ma il suono che usciva era stranamente diverso, più cupo, come fosse di un uomo, sì… l’ho finalmente riconosciuta, era la voce di Michele Greco che rivolgendosi alla Corte che lo stava per giudicare dichiarava: “Io desidero fare un augurio. Vi auguro la pace signor presidente, a tutti voi auguro la pace perché la pace è la tranquillità e la serenità dello spirito e della coscienza e per il compito che vi aspetta la serenità è la base fondamentale per giudicare. Non sono parole mie, sono parole di Nostro Signore che lo raccomandò a Mosè: quando devi giudicare, che ci sia la massima serenità, che è la base fondamentale. Vi auguro ancora, signor presidente, che questa pace vi accompagni per il resto della vostra vita”!!!

Vedremo come finirà questa vicenda, ma oggi a differenza di ieri, ho la convinzione che quell’ex magistrato, abbia guadagnato un punto!!!

Oltre il 30% dei magistrati del sud Italia, sono stati raggiunti da provvedimenti disciplinari!!!

Ci sono notizie che mi stupiscono, mentre altre, viceversa non m sorprendono affatto, già è come se in un qualche modo, anticipassi quanto di lì a breve potrebbe emergere…

Ho letto ad esempio  sul web che il 30,8% dei magistrati che prestano servizio nella nostra regione Sicilia, sono stati raggiunti nel 2018 da provvedimenti disciplinari dalla Sezione del Consiglio Superiore della Magistratura… 
A scrivere quanto sopra, è stato il Procuratore Generale della Suprema Corte di Cassazione, Riccardo Fuzio, che intervenendo alla solenne cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, ha presentato una relazione esprimendo la sua personale preoccupazione per l’enorme dilagare del fenomeno della corruzione che vede per l’appunto il coinvolgimento delle toghe in episodi scellerati…

Avevo scritto alcuni giorni fa sulla vicenda di taluni magistrati e di come quell’organo giudiziario non stesse facendo agli occhi dei cittadini una gran bella figura, anzi, ha danneggiato l’immagine professionale di quanti operano al suo interno… 

D’altro canto sono ben il 48% i magistrati sui quali sono stati aperti procedimenti nell’anno 2018!!!
Questi sono stati considerati responsabili di violazioni del dovere della correttezza, mentre il 37% sarebbe venuto meno al dovere di diligenza nell’esercizio della propria funzione, ed ancora un 14% ha avuto condotte irregolari, tenute al di fuori dell’ambito professionale.
Aggiunge il Procuratore in quel suo rapporto: “Suscita allarme la gravità e la frequenza degli episodi che di recente hanno visto coinvolti diversi magistrati, perché ciò determina un indebolimento della fiducia dei cittadini nell’indipendenza e imparzialità della funzione penale”!!!
D’altronde ditemi, dinanzi ad una situazione del genere, cosa possiamo auspicarci dal sistema giustizia???
Perché fintanto che quel ordine protegge i suoi figli e non interviene in maniera decisa contro chi tra essi viola la legge, considerato inoltre che proprio essi dovrebbero essere demandati a farla rispettare, ecco, fino a che quella casta si auto-protegge per non far emergere quel diffuso “malaffare”, ecco che non si potrà mai avere giustizia!!!
Lo stesso Procuratore ha auspicato che il sistema disciplinare si faccia più severo al pari di quello penale, al fine di prevenire “derive patologiche in un settore di rilevantissimo interesse economico, capace di incidere sul piano nazionale in termini di difesa della legalità del fenomeno mafioso”.
La verità è che in presenza di fatti gravi, occorrerebbe rimuovere dall’ordine giudiziario quei soggetti e non continuare, per come finora fatto, ammonendo, trasferendo o infliggendo sanzione irrisorie… 
Come riportavo all’inizio, il meridione in particolare la nostra regione, risulta essere tra le più sottoposte a quei procedimenti, considerato che coinvolgono quasi un terzo dei magistrati…
Il Procuratore Generale avrebbe poi sottolineato come l’attenzione dovrebbe essere massima soprattutto in quei settori particolarmente delicati ed esposti al rischio di illeciti, in ragione dell’entità degli interessi economici in gioco; il riferimento è chiaro, si riferisce a quel settore fallimentare e/o delle misure di prevenzione, collegandosi al quale ha posto come esempio le vicende relative alla Sezione palermitana, ormai note come caso “Saguto” (dal nome di quell’ex presidente dei ben confiscati – rimosso lo scorso anno dalla Magistratura): “Peccato che viceversa… altri suoi colleghi, per vicende molto più gravi compiuti da quel sistema di prevenzione, siedono ancora lì… come se nulla fosse accaduto!!! 

Ma d’altronde in questa nostra terra tutto può accadere e quindi perché meravigliarsi???
Già, di poche ore infatti un nuovo terremoto giudiziario ha investito la Sicilia con le misure di arresti domiciliari e perquisizioni (su disposizione del gip di Roma Daniela Caramico D’Auria)  per i reati di corruzione in atti giudiziari commessi in seno al Consiglio di Stato e al Consiglio di Giustizia amministrativa della Regione Sicilia.
L’indagine è relativa a presunte sentenze pilotate…
Cosa aggiungere: “Un punto percentuale in più a quella classifica vergognosa, che vede la nostra giustizia – a causa di una parte di quei suoi uomini – ahimè… sempre più ultima”!!! 

“Berlusconi ha agito per corrompere”!!!

Silvio Berlusconi, “è un corruttore con assoluta coscienza e volontà di corrompere”!!!
A dirlo non è il sottoscritto, che in più di un occasione a messo in risalto circostanze dubbie, cui molti miei lettori hanno dimostrato coi loro commenti non gradire… 
Eppure, a pensarla così è anche il Presidente della Corte d’Appello di Napoli Patrizia Mirra ed il giudice estensore Andrea Rovida, che nelle pagine della motivazioni depositate il 12 ottobre, hanno suggellato di fatto, una compravendita di senatori…
Documenti che riportano: Berlusconi è un corruttore che circa dieci anni fa si comprò il senatore Sergio De Gregorio, e l’ha fatta franca solo grazie alla prescrizione!!! 
Come abbiamo potuto leggere, ad aiutare quel “cavaliere” di Forza Italia, ci penso il faccendiere Valter Lavitola, che venne successivamente incriminato, ma che riusci a godere anch’esso di quella nota “prescrizione”… 
Nelle motivazioni si fa riferimento all’iniziativa dell’offerta e della promessa di denaro, decisione presa direttamente da Berlusconi e non certamente da De Gregorio, al cui incontro comunque si accordo nella piena consapevolezza…
Per cui, concludendo: “Berlusconi ha, pacificamente, agito come privato corruttore e non certo come parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni”!!!
Ora comprendo ancor più quest’ultimo suo particolare interesse a rientrare in politica, nelle vesti di “regista” di questo prossimo governo nazionale…
Chissà, forse era a conoscenza che a breve i magistrati si sarebbero diretti verso di egli, per portare definitivamente a compimento, quanto non si era riusciti a fare in tutti questi anni, a seguito di quelle leggi “ad personam” fatte approvare nel corso dei suoi governi, proprio per permettergli di far decadere quella accuse a suo nome…
Ho l’impressione che questa volta però… gli finisce come a quel suo caro amico Bettino… 
Avrete modo di vedere come alla prima occasione, proverà a trasferirsi in qualche paradiso naturale (ed anche fiscale…), uno di quei paese che protegge da una eventuale richiesta di estradizione…
Ritornando alla sentenza… i magistrati di secondo grado hanno ribadito che Berlusconi ha corrotto con fiumi di denaro (sono all’incirca 3 milioni di euro) per l’ex senatore De Gregorio (Italia dei Valori), per fargli cambiare casacca e farlo passare così con il centrodestra, affinché potesse cadesse il governo Prodi. 
Purtroppo però la Corte d’appello non ha potuto far altro che sancire la prescrizione maturata già nel 2015… già, se non ci fosse questa norma, credo che più del 20% nel nostro paese oggi… sarebbe dentro!!!
E difatti, è proprio grazie ad essa che è stato impossibile confermare la condanna a tre anni, che l’allora Tribunale di Napoli aveva inflitto l’8 luglio del 2015 sia a Berlusconi che a Lavitola!!!
Lo ripeto sempre… “fatta la legge trovato l’inganno”!!!
Ovviamente i legali avevano provato a far passare la tesi di riqualificare il reato in “finanziamento illecito“… ma l’ipotesi della difesa è decaduta immediatamente. anche perché in ogni caso, non si cancellava il reato di corruzione…
Infine i suoi avvocati hanno provato a sostenere la tesi che quanto compiuto non avesse forma di dolo, anzi ne era priva…  ma i magistrati hanno bocciano anche questa tesi… rispondendo: “È del tutto pacifico che Berlusconi abbia agito con assoluta coscienza e volontà di corrompere un senatore della Repubblica”!!!
Ho la netta sensazione che a breve non sentiremo più parlare di questo “incandidabile” individuo, certamente non più in quell’aula di parlamento… ma credo con molta probabilità, in un altra aula: quella del Tribunale!!!

Come "spelacchiare" denaro pubblico…

Hanno speso ben €. 49.000 per un albero di Natale a Roma…
Se fossi al posto di Papa Francesco, manderei scomuniche a tutti coloro che hanno permesso questa vergogna… 
Con quella somma avrebbero potuto realizzare 3250 pasti che, divisi nei cinque giorni festivi, si sarebbero potuti consumare ben 650 pasti al giorno…  
Se consideriamo la somma spesa per un albero totalmente inutile, per di più ridotto, solo dopo pochi giorni a “Spelacchio”, si comprende come in questo nostro paese, lo sperpero del denaro pubblico, non è da associarsi ad un problema politico, legato a eventuali partiti di maggioranza, bensì quanto sopra, è da considerarsi come un problema sociale di malcostume… 
A cosa serve difatti avere un albero di Natale in Piazza Venezia, quando di lì a pochi metri ci sono decine e decine di “clochard”, persone senza un tetto, buttati per terra e coperti soltanto da qualche cartone, senza ovviamente nulla da mangiare…
Per fortuna che ora l’Associazione Codacons, ha denunciato quanto compiuto dal Comune di Roma, direttamente alla Corte dei Conti e speriamo che la magistratura intervenga in maniera decisa contro quell’amministrazione romana, che ha deciso di sostenere questa spesa così assurda…
Ora si cercano i colpevoli, i motivi di quel improvviso rinsecchire, non si sa se dare la colpa al freddo o per come ha detto qualcuno, ad un eventuale avvelenatmento, anche se non esistono evidenti sintomi per avvalorare questa ipotesi…
Infine, qualche esperto ha dichiarato che  secondo la sua esperienza, non è stata eseguita correttamente l’operazione di slegatura della pianta una volta arrivata a Roma, procedura, quest’ultima, di estrema delicatezza poiché c’è il rischio di rottura dei rami, ecco quindi a suo giudizio, la causa di quel che è successo…
Io comunque ritorno al futile motivo che spinge a tagliare dal suo habitat un albero centenario, per trasportarlo nella capitale, soltanto per abbellire una piazza nel periodo natalizio… quando si potrebbero realizzare alberi artificiali, che peraltro hanno lo stesso scopo di quelli veri e ne garantiscono certamente la durata, per tutto il periodo elle festività e anche oltre…
Cosa aggiungere… l’ennesimo spreco di un paese che se ne fotte completamente dei suoi cittadini e del suo denaro!!!

Come "spelacchiare" denaro pubblico…

Hanno speso ben €. 49.000 per un albero di Natale a Roma…
Se fossi al posto di Papa Francesco, manderei scomuniche a tutti coloro che hanno permesso questa vergogna… 
Con quella somma avrebbero potuto realizzare 3250 pasti che, divisi nei cinque giorni festivi, si sarebbero potuti consumare ben 650 pasti al giorno…  
Se consideriamo la somma spesa per un albero totalmente inutile, per di più ridotto, solo dopo pochi giorni a “Spelacchio”, si comprende come in questo nostro paese, lo sperpero del denaro pubblico, non è da associarsi ad un problema politico, legato a eventuali partiti di maggioranza, bensì quanto sopra, è da considerarsi come un problema sociale di malcostume… 
A cosa serve difatti avere un albero di Natale in Piazza Venezia, quando di lì a pochi metri ci sono decine e decine di “clochard”, persone senza un tetto, buttati per terra e coperti soltanto da qualche cartone, senza ovviamente nulla da mangiare…
Per fortuna che ora l’Associazione Codacons, ha denunciato quanto compiuto dal Comune di Roma, direttamente alla Corte dei Conti e speriamo che la magistratura intervenga in maniera decisa contro quell’amministrazione romana, che ha deciso di sostenere questa spesa così assurda…
Ora si cercano i colpevoli, i motivi di quel improvviso rinsecchire, non si sa se dare la colpa al freddo o per come ha detto qualcuno, ad un eventuale avvelenatmento, anche se non esistono evidenti sintomi per avvalorare questa ipotesi…
Infine, qualche esperto ha dichiarato che  secondo la sua esperienza, non è stata eseguita correttamente l’operazione di slegatura della pianta una volta arrivata a Roma, procedura, quest’ultima, di estrema delicatezza poiché c’è il rischio di rottura dei rami, ecco quindi a suo giudizio, la causa di quel che è successo…
Io comunque ritorno al futile motivo che spinge a tagliare dal suo habitat un albero centenario, per trasportarlo nella capitale, soltanto per abbellire una piazza nel periodo natalizio… quando si potrebbero realizzare alberi artificiali, che peraltro hanno lo stesso scopo di quelli veri e ne garantiscono certamente la durata, per tutto il periodo elle festività e anche oltre…
Cosa aggiungere… l’ennesimo spreco di un paese che se ne fotte completamente dei suoi cittadini e del suo denaro!!!

I processi di mafia, andrebbero realizzati in sedi opportune…

Ripropongo un’altro interessante quesito richiesto in questi giorni dal M5Stelle ai propri sostenitori… sempre a nome dell’Avv. Mattia Alfano.
Ad oggi, grazie alla lungimirante intuizione e geniale visione di Giovanni Falcone, esistono le Direzioni Distrettuali Antimafia con procuratori, cioè organi requirenti, specializzati in ogni sede di Corte d’appello, coordinate dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo con unica sede a Roma. 
Il M5Stelle chiede se siete d’accordo nel prevedere che tutti i processi legati alla criminalità organizzata di stampo mafioso si celebrino presso le sedi delle Corti d’Appello, formate da Giudici specializzati e muniti di idonee strutture. 
Prevedere dunque che oltre ai PM, chi è chiamato a giudicare, abbia la stessa specifica competenza e formazione di coloro, come i magistrati requirenti, che compiono indagini di contrasto alle mafie.
Il quesito a cui siete chiamati a rispondere riguarda la possibilità o meno di istituire presso le Corti di Appello delle sezioni di giudici specializzate per i reati di criminalità organizzata. 
Per comprendere questo quesito, occorre sapere prima un dato preliminare, ossia che la magistratura è suddivisa in due organi: uno requirente e inquirente, che sono cioè i pubblici ministeri e i procuratori generali che si occupano principalmente della fase investigativa, cioè di ricostruire la fondatezza delle accuse e di stabilire se sussistano degli elementi per poter mandare una persona a processo.
E poi ci sono i giudici, che sono le persone sono chiamate a stabilire la colpevolezza o l’innocenza era una persona accusata di un reato. 
Nel 1990 Giovanni Falcone ci ha lasciato una grande eredità: le sezioni distrettuali antimafia. 

La sua intuizione geniale è stata quella che, per combattere il fenomeno della criminalità organizzata, sarebbe stato necessario istituire degli organi ad hoc specializzati su questa tipologia di crimini accentrate presso i distretti di corte d’appello. 
Questo perché la criminalità organizzata ha delle particolarità tali per cui è necessario che ci siano dei magistrati inquirenti, specializzati sulle modalità operative di questa criminalità. 
E soprattutto che questi magistrati siano fra di loro coordinati, e abbiano una base regionale. Proprio perché la criminalità organizzata ha delle manifestazioni a carattere locale, ma poi si sviluppa su base regionale e base nazionale.

La proposta del Movimento 5 Stelle vuole istituire accanto a quelli che sono degli organi inquirenti, che già esistono, anche degli organi decisionali su base regionale che si occupino esclusivamente di criminalità organizzata. 
La lotta alla mafia richiede persone esperte che siano specializzate nel combattere questa tipologia di crimine. 
La criminalità organizzata spesso si manifesta con piccoli crimini su base locale, ma poi ha la sua manifestazione più grande su ramificazioni ed espressioni che si sviluppano su base regionale e nazionale. 

Spesso il singolo crimine su quale il magistrato è chiamato a decidere in realtà è la punta dell’iceberg; e la parte sommersa è quel molto di più su cui il magistrato dovrebbe avere conoscenze base per essere chiamato a decidere in senso completo e compiuto.

La proposta del Movimento 5 Stelle quindi vuol istituire degli organi decisionali che siano esperti su questa tipologia di crimine e che abbiano una base regionale, proprio perché c’è la consapevolezza che la tipologia del crimine messa in atto dalla criminalità organizzata di stampo mafioso è una tipologia di crimine che per essere pienamente apprezzata, in concreto, dal magistrato, ha bisogno di una base più ampia rispetto a quella del singolo magistrato di ciascun tribunale.
Dicevano gli antichi “scientia est potentia” cioè che la conoscenza è potere. 
La nostra volontà è quella di creare dei magistrati più esperti, più competenti, per far sì che la magistratura sia anche più forte nel momento in cui va a decidere i reati di criminalità organizzata. 
La criminalità organizzata deve avere una risposta dura da parte dello Stato, la volontà di creare dei magistrati più esperti è quella di creare anche dei magistrati più preparati, e quindi anche più forti nel combattere la criminalità organizzata…
Mi chiedo: non è che forse… è proprio ciò che in questo Paese non si vuole???

Ricorrere sempre e in ogni caso in… Appello!!!

Vorrei riproporre quanto ritengo correttamente chiesto ai sostenitori del M5Stelle e cioè, se fosse giusto riformare la norma, nel caso in cui, a proporre l’appello sia il solo imputato e dove, attraverso tale richiesta, potrebbe incorrere eventualmente, anche in una condanna più pesante, rispetto a quella ricevuta in primo grado… 
Come sappiamo, il nostro ordinamento prevede che, se a proporre Appello è solo l’imputato, il giudice di secondo grado non può condannarlo ad una pena più alta ma può solo abbassarla o lasciarla identica… 
Il quesito invita a riflettere sulla valutazione di costi/benefici e garanzie in quanto oggi, una parte considerevole degli appelli sono fatti in modo strumentale per cercare di ottenere non solo una pronunzia più favorevole ma anche la prescrizione, senza rischiare, nel concreto, assolutamente nulla, con conseguente ingolfamento delle Corti di Appello e aggravio in termini di economia processuale e costi per la collettività.
Il divieto della “reformatio in peius” è un principio del nostro ordinamento, secondo il quale il giudice di appello non può modificare in senso peggiorativo la sentenza emessa dal giudice di primo grado, laddove vi sia un appello proposto esclusivamente dall’imputato.
Contrariamente a quello che possiamo pensare, il divieto di “reformatio in peius” è un principio che non è condiviso da altri ordinamenti democratici mondiali… 
Per prendere l’esempio forse più vicino all’ordinamento italiano, in Francia non c’è il divieto di “reformatio in peius”
L’effetto più evidente è in termini numerici. 
In Francia dove non c’è questo principio, gli appelli presentati sono circa 39 mila, in Italia invece, dove vige questo principio, abbiamo (dati ufficiali del Ministero della Giustizia) 260 mila appelli presentati.
Sostanzialmente l’imputato non ha alcun tipo di conseguenza nel presentare un appello, anche totalmente infondato o meramente dilatorio, perché in Italia ci sono quattro effetti principali per i quali un imputato propone appello.
Il primo, e più ovvio, è perché vuole dimostrare la propria innocenza all’interno di un procedimento nel quale ha avuto una condanna di primo grado. 
Ma questo non è l’unico effetto che l’imputato può provare ad ottenere proponendo appello. 
Ci sono tre effetti che forse si danno per scontati ma su cui bisogna mettere l’attenzione… 
Il primo è che proponendo appello abbiamo una dilazione e quindi un ritardo nell’applicazione e nell’esecuzione della pena.
Il secondo effetto, assolutamente rilevante, è che spesso nei procedimenti di primo grado c’è l’applicazione di una misura cautelare che ha dei termini tassativi decorsi i quali la misura cautelare deve essere revocata. 
Quindi proponendo l’appello ed allungando i termini processuali è possibile che l’imputato possa ottenere la scarcerazione, ad esempio.
L’ultimo effetto e il più evidente è che l’imputato può ottenere la prescrizione, di cui sentiamo spesso parlare anche sui giornali.
Perché l’imputato può proporre appello. 
Il tema si collega molto strettamente a quelli che sono i tempi della giustizia italiana.
Secondo i dati del Ministero della Giustizia un processo in Italia di primo grado dura in media 600 giorni. 
Un procedimento in appello dura più di 900 giorni. 
Il che vuol dire che con la proposizione anche di un appello totalmente infondato e meramente dilatorio l’imputato guadagna più di 3 anni solamente in attesa che la Corte d’Appello possa esaminare il suo appello.
Il principio per il quale l’imputato ha il diritto di impugnare una sentenza è sicuramente un diritto costituzionale, e un principio base e cardine del nostro ordinamento processuale. 
Certamente non può e non deve esserlo anche quello per il quale all’imputato non possa arrivare nessun tipo di conseguenza negativa per la proposizione di un appello che ha messo inutilmente in moto la macchina della giustizia.
La funzione principale del diritto penale è una funzione general preventiva. 
Che cosa vuol dire, che attraverso una punizione del colpevole si cerca di ottenere un’educazione di tutti gli altri consociati, per far sì che le persone, vedendo che chi sbaglia paga, si asterranno in futuro dal commettere delitti della stessa specie di quelli che hanno ottenuto una condanna.
Chiaramente con la tempistica che ho prima sottolineato questa funzione general preventiva si sta perdendo e si cerca di recuperarla attraverso un innalzamento delle sanzioni per provare a evitare anche la prescrizione, che purtroppo è sempre più evidente ed è sempre più rilevante in tutti i procedimenti di primo grado.
Questa proposta presentata dall’Avv. Mattia Alfano, cerca di avere un processo più snello, più efficace, perché un processo più breve è anche un processo che evidentemente svolge la sua vera funzione…
La verità è che forse nel nostro paese, questo procedimento non si vuole minimamente modificare, perché va bene così… a molti… a tutti… in particolare proprio a chi può attraverso quel ricorso, continuare a beneficiare di tutti quei compensi interessanti!!!
  

La Consulta boccia la Regione Sicilia…

E’ stato rigettato dalla Corte Costituzionale il ricorso presentato dalla Regione Sicilia contro la Legge finanziaria del 2016!!!
La nostra regione aveva impugnato la norma sulla riduzione dell’aliquota Ires, sostenendo che questa, sommata ad altri tagli imposti dallo Stato danneggiava in maniera grave, le funzioni regionali…
E dire che la stessa Corte, per un ricorso analogo, quello presentato dalla regione Friuli Venezia Giulia, si è espresso in maniera differente, avendo quella regione, saputo dimostrare, le proprie ragioni di ricorso, attraverso le note di quanto riportato nel proprio bilancio…
Nella sentenza “siciliana” la Consulta ha ricordato come lo Statuto autonomo, non assicura alla stessa una garanzia quantitativa di entrate…
Il legislatore dello stato, può sempre in qualunque momento, alterare in positivo o negativo i tributi erariali, fino a sopprimerli del tutto, senza che ciò comporti una violazione dell’autonomia finanziaria regionale!!!
I giudici costituzionali hanno chiarito nella sentenza che la riduzione delle risorse fiscali introdotte dalla Stato e la loro interrelazione con misure di contenimento della spesa non hanno gravemente pregiudicato per la regione, lo svolgimento delle proprie funzioni…
La Regione cioè, non è stata in grado di dimostrare in quali modi, il taglio imposto dallo Stato, avesse di fatto pregiudicato il suo bilancio. 
Ecco, grazie quindi ai nostri meravigliosi tecnici dell’Assessorato all’economia, la Sicilia perderà ora, centinaia di milioni di euro!!!
Ma si, d’altronde di quanti ne abbiamo di questi milioni… uno più o uno meno, come ci potrebbero mai danneggiare???

Toto Riina ai domiciliari… forse perché non ha mai parlato??? Ma… meglio non rischiare… lasciamolo ai suoi silenzi!!!

Avete visto cosa è accaduto alcuni giorni fa in Calabria, quando si è saputo dell’arresto di uno dei cinque boss più ricercati del paese???
Scene incredibili, persone che si sono stretti in un abbraccio, molti sono accorsi per dare l’ultimo saluto al padrino, baciamani plateali senza curarsi della presenza delle forze dell’ordine o delle telecamere che riprendevano tutto…
Ora la notizia del giorno, sì… quella che vuole concedere i domiciliari al “Capo dei capi”, Totò Riina…
Sappiamo che ormai l’86 enne è da tempo malato ed ora, attraverso il suo avvocato, ha presentato un’istanza al tribunale di sorveglianza di Bologna in cui chiede la sospensione della pena o quantomeno gli arresti domiciliari…
Ora tutti a fare di questa notizia un clamore mediatico, ma la verità è che la Corte di Cassazione non ha mai detto che il boss, andasse scarcerato e neppure che le sue condizioni fossero incompatibili col carcere… ma si sa, da noi tutto serve a fare grandi “polveroni”, ma soprattutto ciò fa vendere la notizia, nei quotidiani e nel web…
Poi c’è chi ha voluto ispirarsi a valori ancor più nobili, parlando di dignità e di comportamenti (cristiani) di pietà e perdono…
Di contro c’è chi attacca il “mostro”, ricordando le stragi, i massacri, le persone sciolte nell’acido e ritiene giusto quindi… che egli sconti ogni giorno di quella la sua pena…
Vanno sommati gli uomini dello “stato deviato”, quelli che hanno paura, che pensano che prima o poi egli possa parlare, raccontando gli intrecci politici/mafiosi e imprenditoriali, che allora costituivano tutto un fascio…
Ed infine ci sono gli attuali uomini delle Istituzioni, quelli che credono nella forza delle leggi, che non hanno paura e lottano ogni giorno contro la mafia e i suoi uomini!!!
Per quest’ultimi, graziare il boss è di per se… un fatto insignificante; essi non hanno paura di liberarlo, d’altronde possono sempre andare a riprenderlo quando vogliono e sbatterlo nuovamente dentro una cella… malato o non malato!!!
Per loro è solo un fatto di pietà… quella che il boss non ha mai avuto nei confronti dei suoi nemici e a volte anche degli amici… 
E’ la vittoria morale dello Stato sulla mafia!!!  
Il sottoscritto di contro crede – proprio osservando quanto appena accaduto in Calabria – che la presenza sul territorio del boss, possa rappresentare una grave minaccia, non per la persona, ma per il  simbolo che egli, ancora rappresenta…
V’immaginate cosa accadrebbe a Corleone…???
Quanti saranno i cittadini che venendo a sapere della sua presenza, andranno immediatamente a salutarlo e gli altri, che ovviamente, se pur contrariati, saranno costretti ad andare in casa sua per porgere i loro omaggi e chissà forse… anche per baciargli la mano!!!
E coloro che mancheranno all’appello cosa accadrà??? 
Cosa potrebbe pensare oggi, chi quel potere lo detiene da anni e che ora, per una sua frase, potrebbe perderlo??? 
Provate a immaginare la scena, se da quella propria abitazione, egli decidesse di proclamare il suo nuovo legittimo successore… rendendo nullo quell’allora testamento ereditario, mai concesso… ma preso per forza maggiore!!!
Sappiamo d’altronde che il passaggio di consegne nei riguardi dell’ex amico Provenzano, non è stato mai ufficializzato, anzi, intercettato durante la sua detenzione, ha dichiarato: “A questo Binnu Provenzano chi è che gli dice di non fare niente? Qualcuno ci deve essere che glielo dice. La cosa… quindi tu collabori con questa gente… a fare il carabiniere pure… e non dici… a rispondergli giusto, regolarmente, e dirgli: perché devo fare questo? Qual è il motivo?”.
Immaginatevi cosa accadrebbe quindi in Sicilia… 
Una nuova faida, tra chi ora detiene quel ruolo ed i nuovi eletti: un vero e proprio atto di forza, che porterà, a secondo delle circostanze, all’eliminazione di molti affiliati, fintanto che ciascuno dei due gruppi, proverà a sostituirsi all’altro e ne prenderà definitivamente il sopravvento!!!
Tranquilli comunque, in questo momento nessuno ha interesse a far uscire il boss, anzi sono tutti d’accordo per tenerlo lì… messo a tacere per sempre e ridotto al completo silenzio!!! 

La mafia è ancora forte… purtroppo!!!

A dirlo non sono io… ma il Presidente della corte d’appello di Palermo facente funzioni, Matteo Frasca, nella relazione di inaugurazione dell’Anno Giudiziario…
Già… pur volendo considerare le notevoli azioni contrasto effettuate dal punto di vista logistico/finanziario e le numerose inchieste che hanno condotto ad arresti e condanne, secondo quella relazione “Cosa nostra sul territorio rimane diffusa e pervasiva ed è stata tuttora in grado, quando ne ha ritenuto la necessità, di portare a compimento azioni violente ed efferate per affermare la propria supremazia ed alimentare il flusso di proventi illeciti“.
Bisogna d’altronde aggiungere, come il lavoro svolto dalla magistratura, abbia subito in questi ultimi tempi forti rallentamenti a causa dei vigorosi attacchi subiti, sia per le pressioni politiche ricevute che per quelle legislative, che ne hanno di fatto condizionato l’efficienza e l’efficacia, 
Ora da qualche mese sembra esserci stato un cambio di rotta, con nuove iniziative in materia di giustizia, ma soprattutto, con la sostituzione di alcuni uomini e donne di quell’apparato…
Nel contempo, l’organizzazione mafiosa ha beneficiato di quel contrasto a livello istituzionale e di quella debolezza dimostrata dallo Stato, influenzando negativamente i cittadini (in particolare le vittime di quei soprusi), affinché si convincessero di quanto erroneo fosse quella azione di denuncia o comunque di collaborazione con le forze dell’ordine… 
Ecco quindi il motivo per cui ancora oggi, la maggior parte delle attività commerciali o delle imprese, restano sottomesse all’imposizione del pizzo o al pagamento di una quota sugli utili d’impresa…
Ancor peggio, molte di esse, garantiscono con le loro società a “cosa nostra”, d’infiltrarsi in ogni settore dell’attività economica e finanziaria, espandendo le proprie attività criminali non solo in Italia ma anche all’estero, reinvestimento così… una parte di quei proventi illeciti.
Certamente le azioni fin qui condotte, affiancate alle misure di prevenzione attraverso i provvedimenti di sequestro e confische,  hanno da un lato condotto al ripristino della legalità e di quel libero mercato concorrenziale… ma di contro, ha evidenziato delle grosse lacune nella sua gestione, attraverso amministratori giudiziari collusi e magistrati purtroppo compiacenti…
Certamente se i procedimenti penali finiti nelle aule di giustizia, sono ancora in aumento, si comprende come ancora tanto va compiuto, soprattutto per quanto riguarda alcuni reati, tra cui quelli ambientali, in materia di violazioni edilizie e urbanistiche e soprattutto quelli legati all’abusivismo…
A quanto sopra, vanno ovviamente sommate tutte quelle corruzioni e collusioni quotidiane, connesse in particolare alla gestione della cosa pubblica, dove si evidenzia un desolante quadro d’illegalità diffusa “tanto nelle modalità di esercizio di pubbliche funzioni che nell’impiego delle risorse ad essa assegnate, quanto nei rapporti dei singoli cittadini con la pubblica amministrazione e nella fruizione, spesso indebita e fraudolenta, di prestazioni economiche e servizi da parte di pubbliche strutture”…
Per cui, pur sapendo che la lotta alla mafia è ancora lunga, non bisogna mai abbassare la guardia e ciascuno di noi tutti, deve cercare di fare il proprio dovere, affinché non si torni a ripetere, quanto soltanto pochi anni fa, uno studente su due a Palermo esprimeva e cioè, che “la mafia è più forte dello Stato”!!!

Prove generali d'alleanze…

La Costituzione ha vinto e Matteo Renzi ed il suo Pd… ha perso!!!
Ora sono tutti a chiedere nuove elezioni, passando prima dalla nuova legge elettorale o decidendo di lasciare quella che c’è attualmente…
Fateci caso… continuano imperterriti a fare i soliti giochini… “minch…”, quelle sedie non le vogliono mollare neanche a morire!!!
Perché di questo si tratta… dell’ultimo alito di respiro di una politica corrotta e collusa, dove intrecci sottobanco fanno si che si possa giungere fino alla fine del proprio mandato per non perdere neppure una di quelle indennità, ma soprattutto per poter condurre i propri affari personali…
Pensate realmente che questa politica incapace di risolvere uno solo dei problemi del nostro paese, possa ritorcersi contro se stessa??? 
Mai… non accadrà mai, sono cinquant’anni che vanno avanti così… 
Cambiano i partiti o meglio trasformano quella loro denominazione in una nuova… si riciclano all’interno di movimenti, di liste civiche, ecc… ma sono sempre loro, gli stessi, che come sanguisughe succhiano quanto ancora resta del nostro paese!!!
Ora pur di riuscire a governare o forse dovrei dire più correttamente… per salvaguardare quelle loro poltrone, iniziano a stabilire nuove alleanze, sperano ancora una volta di convincere gli elettori presentandosi ora uniti, una raccolta indifferenziata tra soggetti che, fino a poco tempo prima, non andava neppure d’accordo…
L’importante infatti non è partecipare… ma vincere, anche barando!!!
Ecco perché s’inventano tutte queste riforme… l’ultima, quella del referendum ci è costata 300 milioni di euro… che potevano essere destinati a risolvere problemi che ben più importanti come quelli che affliggono la sanità, ed invece no… si è preferito sperperarli per un capriccio del nostro ex ( per fortuna…”ex”… ) presidente del consiglio, tanto come si dice…  alla fine li paga siamo sempre noi!!! 

Ora quindi, sapendo in molti che lasciando inalterata la legge elettorale attuale non ci sarebbe alcuna possibilità di vincerle quelle prossime elezioni, tentano di distruggere quegli unici due contendenti che potrebbero di fatto aggiudicarsele… 
Mi riferisco al M5Stelle ed al Pd!!!
Non ci vuole di certo uno esperto in politica per comprenderlo… dopotutto chi doveva essere l’esperto il nostro ex premier: è andato a chiedere aiuto a Barack Obama ed ha vinto Donald Trump… ha detto che con il “No” lo spread sarebbe salito… e stamani era in discesa, ci ha fatto preoccupare dicendo che le borse sarebbero crollate ed oggi hanno chiuso in positivo, quindi di cosa parliamo, di personaggi incompetenti che non sanno neppure di cosa parlano e rappresentano (o meglio soltanto fino a pochi giorni fa…) la nostra leadership di governo e quindi, se quella era la competenza, immaginatevi la parte restante…  
Ora, si vuole cambiare l’Italicum, la nostra attuale legge elettorale… stranamente dopo che l’avevano quasi tutti scelta… già… non piace più a nessuno o meglio, tutte le forze parlamentari sanno che con questa vincerebbe il M5Stelle… e gli altri starebbero a guardare come tanti fessi!!!
Certo, senza l’appoggio del Pd sarà difficile giungere ad una soluzione, se non applicando quelle metodologie o ancor meglio  quei compromessi in cui era maestra la Dc…
Diciamo che almeno su questo Salvini (e la sua Lega) è alquanto coraggioso… perché allo stato attuale, pur sapendo che senza i voti di FI, di Fratelli d’Italia, di NCD e di qualche altro, non potrebbe vincere (ma anche con quei numeri si resterebbe – secondo i sondaggi – inferiori alle due coalizioni di sopra: M5Stelle e Pd), prova lo stesso a convincere i propri elettori ed anche quelli di destra ad unirsi in un unico raggruppamento… almeno lui è coerente!!! 
Gli altri sono insignificanti, anzi aggiungerei… morti che camminano!!!
La cosa strana e che basterebbe una legge elettorale semplice: chi prende più voti vince e governa per cinque anni!!!
Nessuno può cambiare casacca dopo essere stato eletto con quel partito, pena l’esclusione dal gruppo parlamentare!    
Ecco, una legge semplice fatta in modo che tutti gli italiani possano comprenderla…
Ma da noi questo non potrà mai accadere, perché i cittadini non devono comprendere… ma sottomettersi come pecore ala volontà dei loro padroni!!!
I cani, sì… quelli messi a guardia di quelle pecore, se la spassano senz’altro meglio, ma i cittadini NO, devono subire ogni forma di angheria e sopraffazione…
Infatti, guardate l’attuale incoerente sistema: due leggi elettorali completamente diverse, una per la Camera e una per il Senato. 
Quella per la Camera è la cosiddetta “Italicum”, una legge creata per produrre una cospicua maggioranza, grazie al premio di maggioranza assegnato a chi ottiene il 40 per cento dei consensi su base nazionale (o vince il ballottaggio tra i due partiti più votati)
Certo… si poteva estendere il ragionamento anche al Senato… ed invece no, non è stato fatto, con la scusa che il Senato viene eletto a base regionale!!! 
La verità è che si era compreso come, con quel premio di maggioranza, si sarebbe avuto sempre una netta maggioranza in Parlamento, per chi avesse raccolto un voto in più degli altri e quindi ciò, avrebbe permesso a quel partito di avere maggiori seggi… togliendoli di fatto, a quanti hanno potuto godere di rimanere seduti lì, con partiti insignificanti sotto il 5% …
Ed allora, si sono inventati per il Senato il cosiddetto “Consultellum”, che non era altro che la trasformazione della legge elettorale del 2005 chiamata “Porcellum”, che di fatto, portava ad una deframmentazione  del voto e rendeva quasi impossibile formare una maggioranza… che poi era quello che si voleva!!!
Ora, se potessimo votare in tempi celeri… certamente non vorremmo l’ennesimo governo fantoccio, ma vedrete… come con una scusa o con un’altra, ripetendo quelle politiche già viste, intimando a tutti noi pericoli e rischi di ogni genere, si finirà per demanderà ad un suo uomo di fiducia ovviamente d’influenza Pd, di tentare di formare un nuovo governo: ma i voti ci sono già… sono sempre quelli… del Pd e dello scudiero Alfano e di quanti non vorranno perdere l’indennità per altri 18 mesi… 

Nel caso peggiore… ( si… sembra assurdo ma è così…) la Corte Costituzionale potrebbe pronunciarsi, stabilendo che l’Italicum è “incostituzionale”… e quindi eliminerà il cosiddetto premio di maggioranza, ritornando così ad un proporzionale puro che porterebbe a una Camera dei deputati suddivisa in almeno tre blocchi o anche più… senza che nessuno di essi raggiunga di fatto la maggioranza!!! 
Un vero e proprio casino… e non pensiate che sia casuale, è fatto apposta, così tutto resta inalterato e i loro perversi giochi politici, continuare a compiersi come sempre…
Già, per cambiarla… bisognerebbe cambiare i suonatori, ma questa è una condizione che conoscono perfettamente, ed è il motivo per il quale, ci continuano a suonare la stessa musica, una vera e propria “presa per il c…”.
D’altronde, bisogna aggiungere che ormai essi, conoscono bene i propri elettori e sanno… che possono in ogni momento comprarli o corromperli con una semplice promessa!!! 

Anche per i dipendenti pubblici vale l'art. 18 e cioè… potranno essere licenziati!!!

Il lavoro mi piace, mi affascina… potrei starmene seduto per ore a guardarlo!!!
Prendendo questo motto a modello… parecchi dipendenti pubblici in questi decenni, hanno fatto si, che le loro giornate, trascorressero senza alcuna fatica, permettendogli di giungere anche alla pensione!!!
Usciti loro, sono entrati ovviamente i loro figli… ancor più inutili dei padri… e li scopriamo oggi a passeggiare per le vie della città, avendo chiesto ai colleghi presenti, di firmare al posto loro i propri badge…
Siamo stanchi di sopportare personaggi che si assentano ripetutamente dal lavoro o che, ancor peggio, entrati nelle loro stanze d’ufficio, si occupano di attività personali, che nulla centrino con quanto prevede il loro incarico…
Sono i soliti (ignoti) che durante l’orario di lavoro, stanno a discutere per ore al bar, c’è chi va a fare la spesa, chi svolge un secondo lavoro in nero, veri e propri assenteisti cronici, che lasciano quasi sempre quegli uffici pubblici vuoti… e con le pratiche sulla loro scrivania che vanno a sovrapporsi!!!
Nel 2012, la Corte di Cassazione, con sentenza n. 4693, aveva già rigettato il ricorso proposto da alcuni dipendenti di un’azienda, per aver (in più di un’occasione), controfirmato la loro presenza sul posto di lavoro, mentre erano di fatto assenti… ma in quella circostanza, i dipendenti operavano nel privato…
Ora, finalmente, l’art. 18, come riformato dalla legge Fornero e più di recente dal Jobs Act, ha deciso che la norma, vada applicata anche ai lavoratori della P.A.

A stabilirlo finalmente, è la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24157/2015, estendendo in ritardo, anche a quella categoria del pubblico impiego, la riforma dell’art. 18!!!
Dopotutto non se ne poteva più di vedere gente che prendeva ingiustamente lo stipendio, che dicono di soffrire continuamente per una salute cagionevole, che li obbliga a rimanere assenti dal lavoro, per mesi…
Era corretta e soprattutto necessaria, una presa di posizione  che riportasse finalmente in equilibrio, in quella disparità di trattamento, tra chi opera nel privato e chi nel pubblico…
Alla base della decisione, spiegano i giudici, c’è l’art. 51 del Testo Unico del Pubblico Impiego (D.lgs. n. 165/2001) che prevede che lo statuto dei lavoratori, con le sue s.m.i., si applichi anche alle pubbliche amministrazioni a prescindere dal numero dei dipendenti…. e che quindi l’art. 18, vada esteso anche al pubblico impiego!!!
Le implicazioni di tale decisione, com’è evidente, sono notevoli. 
La riforma più importante prevede che l’art. 18, esteso ora al pubblico impiego, vada a collegarsi con le ultime modifiche apportate dal recente Jobs Act…
Per cui, anche i dipendenti pubblici, potranno essere licenziati senza obbligo di reintegra (ad esclusione dei casi previsti per licenziamenti discriminatori e/o disciplinari)…
Qualora però si verifichi un licenziamento per ragioni economiche, si prevede che il reintegro possa avvenire soltanto se il fatto su cui è stata fondata la decisione risulti palesemente infondato, stabilendo in tal caso un risarcimento al massimo di 12 mensilità.
Ovviamente l’articolo 18 va esclusivamente applicato al pubblico impiego “contrattualizzato”, vale a dire per tutti i dipendenti statali e locali, ad eccezione fatta per magistrati,  professori e militari.

Art. 41 bis…

La Corte di Appello di Catania inaugura l’anno giudiziario dinnanzi a un pubblico striminzito per non dire assente, in particolare ciò che colpisce è rappresentato da quelle sedie riservate… che come è possibile vedere nella foto allegata, sono assolutamente vuote!!!
Tralasciando comunque la “classica” relazione del Magistrato e Presidente della Corte d’Appello, Alfio Scuto, che evidenzia tutti gli sforzi fatti quest’anno dalla magistratura, a causa del deficit di risorse costituito dal minore organico di personale presente, durante la cerimonia è stata manifestata la contrarietà sulla mancata nomina del Garante siciliano dei detenuti, posizione ormai vacante da più di 16 mesi e sono state espresse parole di condanna sull’adozione e prolungamento nell’applicazione dell’art. 41 Bis…
Per chi non lo sapesse… l’articolo 41 bis fa parte della legge 354 del 1975 sul trattamento penitenziario modificata nel 2002 ed è inserito nel capitolo IV (regime penitenziario) e precisamente:

Art. 41-bis
Situazioni di emergenza
In casi eccezionali di rivolta o di altre gravi situazioni di emergenza, il ministro di grazia e giustizia ha facoltà di sospendere nell’istituto interessato o in parte di esso l’applicazione delle normali regole di trattamento dei detenuti e degli internati.
La sospensione deve essere motivata dalla necessità di ripristinare l’ordine e la sicurezza e ha la durata strettamente necessaria al conseguimento del fine suddetto.
Quando ricorrano gravi motivi di ordine e di sicurezza pubblica, anche a richiesta del Ministro dell’interno, il Ministro della giustizia ha altresì la facoltà di sospendere, in tutto o in parte, nei confronti dei detenuti o internati per taluno dei delitti di cui al primo periodo del comma 1 dell’articolo 4-bis, in relazione ai quali vi siano elementi tali da far ritenere la sussistenza di collegamenti con un’associazione criminale, terroristica o eversiva, l’applicazione delle regole di trattamento e degli istituti previsti dalla presente legge che possano porsi in concreto contrasto con le esigenze di ordine e di sicurezza.

La sospensione comporta le restrizioni necessarie per il soddisfacimento delle predette esigenze e per impedire i collegamenti con l’associazione di cui al periodo precedente.

bis.
I provvedimenti emessi ai sensi del comma 2 sono adottati con decreto motivato del Ministro della giustizia, sentito l’ufficio del pubblico ministero che procede alle indagini preliminari ovvero quello presso il giudice che procede ed acquisita ogni altra necessaria informazione presso la Direzione nazionale antimafia e gli organi di polizia centrali e quelli specializzati nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata, terroristica o eversiva, nell’ambito delle rispettive competenze. 
I provvedimenti medesimi hanno durata non inferiore ad un anno e non superiore a due e sono prorogabili nelle stesse forme per periodi successivi, ciascuno pari ad un anno, purchè non risulti che la capacità del detenuto o dell’internato di mantenere contatti con associazioni criminali, terroristiche o eversive sia venuta meno.
In ognuno di noi, ovviamente, prevale quel sentimento d’umanità che vorrebbe mai vedere privati quei principi di libertà o l’applicazione di sistemi coercitivi, utilizzati ancora oggi da certi regimi totalitari, ma, voler considerare o preferire dimenticare, a chi tali provvedimenti son diretti, è come voler negare quanto accaduto e soprattutto scorretto nei riguardi di chi, per quelle circostanze ha perso la propria vita…

Bisogna sempre ricordare che l’uomo si differenzia dalle “bestie” non soltanto per il proprio intelletto… ma soprattutto perché ispira se stesso ai veri bisogni dell’umanità… ma quando queste necessità, diventano d’esclusivo bisogno personale e quando a ciò, si somma la violenza che conduce alla privazione delle altrui libertà… ecco che allora, per questi modi d’essere,  vanno non solo contrastati ma anche fortemente condannati!!! 
Quindi, il voler valutare (da parte di taluni professionisti ) questi soggetti, eguali a tutti gli altri individui, pur sapendo – per presa coscienza – che nel corso delle loro vite, hanno commesso di tutto e di più… ecco che forse, la sola applicazione dello stesso art…. risulta essere – per quanti l’hanno meritato – il modo più tenue per espiare le proprie colpe…
Dopotutto, se si trovassero oggi… nel restaurato califfato dell’ISIS, verrebbero gettati dai tetti oppure, come quei poveri ladri accusati alcuni giorni fa di banditismo, legati a delle croci di metallo e quindi fucilati di fronte alla folla!!!
Per cui… se pur contrario alla celebre frase “occhio per occhio e dente per dente” ed all’applicazione di una giustizia sommaria… è altrettanto improprio voler considerare questa nostra giustizia, “incivile o immorale”, quando di fatto, dimostra d’essere sempre giusta…, se pur sommersa da tutti quei benefici di legge ( ottenuti attraverso miracolanti strategie di nuovi azzeccagarbugli ), che rendono l’applicazioni delle pene, meno gravose e sempre più… leggere!!!
Non dimentichiamo inoltre, che proprio la Corte Europea dei Diritti dell’uomo, ha riconosciuto la piena legittimità della misura di restrizione… che rendono quindi, eventuali proclami ed esibizioni, del tutto vani ed inconsistenti!!!

Non dimentichiamoci che è proprio grazie, alla lungaggine dei processi ed alle infinite interpretazioni giudiziarie, che è stato possibile, mandare in prescrizione in questi ultimi dieci anni, circa un milione e cinquecentomila processi!!!
Ciò ha permesso (se c’è ne fosse stato bisogno…) di evidenziare come, la nostra classe politica, continui a collaborare, proprio con quegli stessi soggetti, che di fatto, andrebbero combattuti!!!
Ma si sa che, chi ha i voti… ha il potere, ed avere l’appoggio di chi ha il controllo su quei voti è di fondamentale importanza per sperare di sedersi in quelle belle poltrone vellutate…
E’ chissà… se non è per questa particolare ragione, che si cerca “sempre di mancare” a quei, fondamentali appuntamenti istituzionali…, ovvero, per non commettere l’errore di manifestare – con la propria presenza – un equivoco comportamento che possa infastidire chi, ancora oggi si sa disporre, di quello “specifico” potere!!!

Con 250.000 Euro si sistema il processo…

Ormai, non mi meraviglio più di niente… per cui sentire come il boss dei casalesi, ( divenuto ora collaboratore di giustizia ), descrivere con quali modalità si poteva intervenire per corrompere il giudizio di una sentenza…, viene certamente il dubbio, che se questa è stata la ns. giustizia in questi anni… si capisce perché la lotta al malaffare era totalmente inconcludente…
L’ex boss Antonio Iovine, comincia a fare i nomi di quanti – a suo dire – hanno partecipato ad insabbiare i processi, tra questi spuntano i nomi dell’ex presidente della Corte d’Assise d’Appello Pietro Lignola e dell’ ex parlamentare di An, Avvocato Sergio Cola.
Sembra che lo stesso Avv. del boss ( Santonastaso), suggeriva per il grado d’appello nel ambito del procedimento per le minacce allo scrittore Roberto Saviano, proprio la nomina dell’avvocato S. Cola, in quanto aveva un rapporto con il presidente della Corte d’Appello ( cioè Lignola ).
Lo stesso boss ammette comunque che il proprio Avv., non faceva intendere in maniera chiara quali fossero i passaggi necessari e chi fossero gli eventuali interlocutori che si sarebbero presi la briga di fare eventualmente da intermediari… fatto sta che comunque – come riportato dallo stesso boss: sono stato assolto e ho versato le somme richieste direttamente tramite i miei familiari…
Ora nei verbali, si descrivono diversi processi ed ovviamente parecchi pagamenti che hanno successivamente permesso al boss Iovine , di ottenere un’assoluzione in appello… dopo che era stato condannato in primo grado all’ergastolo, per un duplice omicidio avvenuto nella Provincia di Caserta.
Dopo tanti anni e soprattutto a seguito di questo innato “pentimento”, il boss ha confessato di essere stato lui l’autore dei delitti.
Quanti chiamati in causa ora tentano di difendersi, anche se al giudice Lignola – per un’altra vicenda – gli è stato contestato il reato di rivelazione di segreto e abuso d’ufficio ed è al momento indagato, davanti alla II sezione penale di Roma – i pm inoltre gli contestano, i reati aggravati anche dal vincolo mafioso!!!.
Cosa dire, ormai nel Tribunale di Napoli, era presente una organizzazione corrotta, che permetteva agli inquisiti di aggiustare i processi ai quali erano stati chiamati…
Un sistema corruttivo ben collaudato nel quale più soggetti, apportavano il proprio contributo, per operare quelle modifiche necessarie, tali da permettere l’alterazione dei processi in corso e l’assoluzione degli indagati…
E’ sempre lo stesso problema, a commettere ingiustizia non è più colui che ha fatto qualcosa, ma ora lo è anche colui che deve giudicarlo….
Diceva William Shakespeare,
Guarda come quel giudice inveisce contro quel povero ladro; presta l’orecchio, scambiali di posto è, oplà, chi è il giudice, chi è il ladro? 

La Corte Europea stoppa Berlusconi!!!

Ieri pomeriggio, la Corte di Strasburgo a negato di concedere una corsia “preferenziale” al ricorso presentato in merito alla Legge Severino, che ha determinato nel mese di novembre 2013 la decadenza del parlamentare Silvio Berlusconi.
La decisione con la quale la Corte ha deciso di rifiutare di esaminare con la cosiddetta “procedura d’urgenza” il ricorso, ovviamente non impedirà la valutazione di ammissibilità dello stesso ricorso, dove sarà valutata la possibilità di essere giudicata per poter entrare eventualmente nel merito.
Ed è per questa motivazione che la Corte esaminerà il caso sottoposto dall’Italia con la procedura consueta.
L’azione portata avanti dall’ex leader, riguarda la Legge Severino che prevedeva l’incandidabilità e l’impossibilità a ricoprire delle cariche istituzionali di tipo governativo per coloro che sono stati condannati in via definitiva per delitti non colposi.
Ora per Berlusconi, che è stato condannato a 4 anni con sentenza passata in giudicato nell’ambito del processo sui diritti tv Mediaset, la legge ha fatto giustamente ha fatto scattare la decadenza da senatore…
Il piano politico di Berlusconi ( determinato a far cadere il Governo nel caso in cui il Pd votasse per la decadenza ) non riusci a causa del vicepremier Angelino Alfano e dei ministri del Pdl che lasciarono da solo il Cavaliere, dando inizio alla nuova costola del Pdl chiamato Nuovo centrodestra e salvando così Enrico Letta ed il suo esecutivo.
Ovviamente alla fine si voto per la decadenza di Berlusconi e tutti sappiamo oggi com’è finita…, spera ancora di rientrare dalla porta di servizio grazie all’aiuto dato a lui dall’amico Renzi…
Comunque in definitiva la Corte di Strasburgo, ha dichiarato che i tempi applicati sulla decisione saranno quelli ordinari e non quelli della procedura d’urgenza…
Un schiaffo morale per il Cavaliere che da sempre è abituato ed ha abituato i suoi fedelissimi a camminare su corsie privilegiate e godendo di favori personali cui la casta ci ha ormai abituati e di cui purtroppo noi semplici cittadini non potremmo mai godere…
https://youtube.googleapis.com/v/rE7ZnjPpWmE&source=udsGià, mi sembra di rivedere un film con Michele Placido ( nella parte di un Senatore della ns. Repubblica ) in Viva l’Italia, quando attraversando malato la corsia dell’ospedale e accompagnato dal figlio medico ( interpretato da Raoul Bova ) scavalca tutti i malati in attesa e gridando: a frignoni che fate la fila… ribellatevi!!! 
Io non ho fatto l’impegnativa…, non ho il ticket e per di più sono raccomandato da mio figlio che fa pure il comunista… non c’è nessuna anomalia siamo in Italia, io sono ricco e passo avanti, lei è povera e si attacca al cazzo!!!!

La Corte Europea stoppa Berlusconi e così rimane in fila come tutti gli altri!

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha deciso: niente corsia preferenziale per Silvio Berlusconi.
Ieri pomeriggio, Strasburgo ha negato la “procedura d’urgenza” sul ricorso presentato dall’ex Cavaliere contro la Legge Severino, quella stessa legge che nel novembre 2013 lo fece decadere da senatore dopo la condanna definitiva per frode fiscale nel processo Mediaset.
Attenzione: il ricorso non è stato respinto—verrà comunque esaminato, ma con i tempi ordinari. Niente sprint, niente privilegi. Una sconfitta morale, più che legale, per un uomo che ha sempre vissuto nella convinzione che le regole, per lui, fossero diverse.
La legge che (finalmente) colpisce anche i potenti
La Severino è chiara: chi è condannato in via definitiva per reati non colposi non può ricoprire cariche pubbliche. Una norma giusta, democratica, che dovrebbe valere per tutti. E infatti, quando la sentenza divenne esecutiva, Berlusconi perse il seggio.
Peccato che lui, invece di accettare il verdetto, abbia provato a ribaltare il tavolo. Minacciò di far cadere il governo Letta se il Pd avesse votato per la sua decadenza. Ma il suo piano saltò quando Angelino Alfano e una parte del Pdl lo abbandonarono, fondando il Nuovo Centrodestra e salvando l’esecutivo.
Alla fine, il Senato votò. E lui perse.
Strasburgo: niente scorciatoie
Ora Berlusconi spera in una rivincita tramite la Corte Europea, sostenendo che la Severino sia “eccessiva” o “retroattiva”. Ma Strasburgo, almeno per ora, non ha fretta di ascoltarlo.
La decisione di rifiutare la procedura d’urgenza è un segnale chiaro: qui non si tratta di emergenze, ma di un uomo che cerca di sfuggire alle conseguenze di una condanna definitiva. E la giustizia, quando vuole, sa essere imparziale.
Il privilegio negato (e l’Italia che non cambia)
C’è una scena nel film “Viva l’Italia” (quello con Michele Placido nel ruolo di un senatore borioso) che riassume tutto: il politico malato arriva in ospedale, scavalca la fila e urla ai poveracci in attesa: “Io non ho l’impegnativa, non ho il ticket e sono raccomandato da mio figlio che fa pure il comunista! Ma nessun problema: sono ricco, passo avanti. Voi siete poveri, e vi attaccate al cazzo!
Ecco, questa è l’Italia che Berlusconi ha rappresentato per decenni: un Paese dove i potenti vivono in una dimensione parallela, dove le regole si piegano, dove la giustizia ha due pesi e due misure.
Oggi Strasburgo gli ha ricordato che, almeno fuori dai confini nazionali, le cose potrebbero funzionare diversamente.
Morale?
La Legge Severino ha fatto il suo dovere. Berlusconi ha perso. E ora, per una volta, dovrà aspettare il suo turno.
Come tutti gli altri.

Anticancro low-cost…

Novartis, rappresenta una delle più importanti case farmaceutiche nel mondo…

Nasce nel 1996, dalla fusione di Ciba-Geigy e Sandoz, il nome deriva dal latino novae artes, che significa “nuove arti” e riflette l’impegno nel rendere disponibili prodotti innovativi a pazienti e medici.

Con un fatturato netto annuo che raggiunge i 57 miliardi di dollari e una crescita del 2% in costante aumento, rappresenta una societa in forte e costante slancio in innovazione, crescita e produttività.

Oltre che produttrice ha avuto 17 importanti approvazioni nel 2012 per nuovi farmaci quali,  l’Afinitor per il carcinoma mammario, il Jakavi per la mielofibrosi in Europa, il Dailies Total1 e  il Bexsero innovativo vaccino contro il meningococco B…
Ovviamente come tutte le società farmaceutiche, cercano di salvaguardare i propri interessi, relativamente ai costi di ricerca sostenuti, che attraverso i brevetti registrati, diventano opportunità di utili per molti anni…
Ma con quanto sopra, bisogna doversi scontrare con la salvaguardia del diritto alla salute che è prioritaria su qualsivoglia interesse societario…
Ed è per questo che la Corte Suprema Indiana, ha respinto il ricorso dell’industria farmaceutica svizzera, relativamente al brevetto di un farmaco anti tumore. 
I giudici hanno così deciso che l’industria locale, ha il diritto a produrre il medicinale Glivec come farmaco generico low cost per salvaguardare il diritto alla salute della popolazione. 

Una battaglia legale durata sette anni, ingaggiata dal colosso svizzero per ottenere l’adempimento a quelle leggi sulla proprietà intellettuale. 
Ma, la Corte Suprema ha risposto che il Glivec, non rientra tra i prodotti innovativi in quanto, utilizza una molecola già nota e quindi non possiede come farmaco il requisito di invenzione…
Inoltre secondo le associazioni per la difesa dei diritti umani nel mondo, si deve dare sempre la possibilità a tutti di potersi curare e quindi vedono in questa sconfitta da parte di una Holding farmaceutica un primo passo per la commercializzazione in particolare proprio in India, dei prodotti farmaceutici necessari, per la salvaguardia delle persone… 
Una significativa vittoria dichiarano le organizzazioni non governative “Dichiarazione di Berna” e “Medici senza frontiere”, secondo la quale questa sentenza rappresenta una punto fondamentale per gli ammalati di tutto il mondo, in particolare per quelli che vivono nei paesi più poveri.
La Corte Suprema Indiana ha posto come priorità la salvaguardia della salute, agli interessi economici… 
Bisogna aggiungere che comunque la Novartis forniva gratuitamente il Glivec o altri prodotti a particolari gravi pazienti che ne avessero necessità, ma purtroppo il prezzo degli stessi continuava a rimanere molto alto…
Un cambio di rotta che potrà essere preso a esempio da altri Stati, impedendo che ingiustificati brevetti, possano ottenere licenze, per farmaci che di innovativo nulla possiedono…
Sarebbe bello che Novartis, potesse dimostrare la propria buona fede, dichiarando sin d’ora la disponibilità a rinunciare al brevetto, concedendo gratuitamente la possibilità sia di poter copiare il farmaco che di poterlo distribuire in tutto il mondo…
Una piccola perdita economica in cambio di sicuri benefici, tra apprezzamenti e ammirazione…

P1, P2 o P3???

Società Segreta P1, P2 oppure P3 quale ” accendiamo “????
Il senatore Marcello Dell’Utri e il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino sono indagati nell’ambito dell’inchiesta che ha portato in carcere nei giorni scorsi Flavio Carboni, Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino, e nella quale è indagato anche il cordinatore del Pdl Denis Verdini.
A iscrivere i due politici nel registro degli indagati è stato il pubblico ministero Rodolfo Sabelli ( nella foto quello a destra ) al quale è affdata l’indagine stralcio dall’inchiesta sull’eolico.I reati ipotizzati sono quelli di associazione per delinquere semplice e violazione degli Articoli 1 e 2 della legge Anselmi che vieta la ricostituzione delle società segrete. Cosentino è indagato per l’episodio della candidatura sostenuta dal gruppo di Carboni alla presidenza della regione Campania e per la diffamazione ai danni del governatore della Campania, Stefano Caldoro. Tra gli episodi contestati anche le pressioni alla corte di Cassazione per anticipare l’udienza in merito alla misura cautelare emessa nei confronti di Cosentino dalla procura di Napoli. Pressioni esercitate per conto della presunta associazione segreta da Lombardi nel tentativo di salvare la candidatura di Cosentino alla presidenza della regione Campania.
A Dell’Ultri è contestata, tra l’altro, la partecipazione alla cena a casa del coordinatore del Pdl, Denis Verdini, a Roma nel settembre dello scorso anno. Incontro a cui presero parte, oltre al gruppo Carboni, il sottosegretario Giacomo Caliendo, il magistrato, Antonio Martone, il capo degli ispettori del Ministero della Giustizia, Arcibaldo Miller. Le posizioni di questi ultimi sono ora al vaglio degli inquirenti romani.
Il nome di Dell’Ultri compare anche tra coloro che avrebbero preso parte a riunioni, svolte a Roma e in Sardegna nel dicembre scorso, con Carboni, Verdini e il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, per gli appalti sull’energia alternativa.
Cosentino: ” ancora una volta apprendo dalle agenzie di stampa di essere sotto inchiesta da parte di qualche procura per aver commesso qualcosa “. Questa volta mi pare si tratti di una sorta di ” banda del torchio“, dal sapore davvero surreale. Mi chiedo quando e se si finirà di usare la magistratura per altri fini… così, in una nota, il sottosegretario Nicola Cosentino commenta l’inchiesta che lo vede coinvolto.
Berlusconi ritiene che ci sia stata una certa leggerezza da parte di alcuni esponenti del partito sulla quale si dovrà fare chiarezza, riferiscono esponenti del Pdl cercando di riassumere lo stato d’animo del Cavaliere.
Resta comunque la consapevolezza, spiega un altro esponente del Pdl dopo aver parlato con Berlusconi, che l’intera vicenda è “figlia dell’ennesimo caos mediatico: è chiaro infatti che il tutto è stato ingigantito dalla stampa”. L’inchiesta sulla cosiddetta «P3» è solo una «vergognosa montatura» alimentata dai media. Lo sostiene il premier Silvio Berlusconi che ancora una volta ha scelto la via del messaggio al sito dei Promotori della Libertà per dire la sua sui temi più caldi che animano il dibattito politico. «Loro ed i loro giornali – ha detto Berlusconi evocando l’opposizione – continuano con le chiacchiere, gli insulti, le calunnie, i falsi teoremi per cercare di infangare e di indebolire un governo che lavora, concretamente e bene, nell’interesse di tutti gli italiani». «Abbiamo vinto tutte le sfide elettorali, degli ultimi due anni – ha aggiunto -. Siamo quindi il pilastro portante del governo, e nella realtà e nei numeri non ci sono ipotesi diverse di governo. Siamo di fronte all’ennesimo tentativo della sinistra di ribaltare per via giudiziaria il risultato delle urne, siamo di fronte all’eterna pretesa e all’eterno sogno della sinistra di far diventare maggioranza la minoranza, con un gioco di prestigio».
« VOGLIONO DELEGITTIMARCI » – Già in mattinata, Berlusconi aveva invitato gli esponenti dell’esecutivo, riuniti in Consiglio dei ministri, ad andare avant, nonostante i tentativi di delegittimazione. Non c’è da essere preoccupati, occorre continuare a lavorare con tranquillità. Dobbiamo concentrarci sulle cose concrete, parliamo dei fatti e dei risultati che abbiamo raggiunto, si tratta solo di «chiacchiere che non ci scalfiscono. C’è un disegno per delegittimarci. Noi andiamo avanti per la nostra strada».

BERSANI: «SI RIPOSI DI PIU’» – Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, da New York dove si trova invia al leader del Pdl un invito ironico: «Chissà, forse se si riposasse un po’ di più, avremmo meno guai tutti» ha detto intervistato dal Tg3. Quanto alle inchieste, il segretario dei democratici ha rilevato che «c’è un problema non solo di singolo malaffare, di malcostume, ma anche di meccanismi ai quali mettere mano. Berlusconi invece di minimizzare dovrebbe venire in Parlamento a dire cosa pensa di tutto questo, per la prima volta in due anni».

DI PIETRO: «FACCIA DI TOLLA» – «Berlusconi è proprio una faccia di tolla – ha detto invece senza mezzi termini il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro -. Solo così si spiega la spudorataggine con la quale attribuisce a sé i risultati ottenuti a Milano dai carabinieri, dai magistrati e dalle forze dell`ordine proprio grazie al sistema delle intercettazioni che lui stesso vuole abrogare».

IL SISTEMA PUO’ REAGIRE» – Sempre in mattinata era intervenuto anche il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, parlando da Bruxelles: «Abbiamo una certezza: che il sistema-giustizia ha dentro di sé tutti gli anticorpi per reagire». E ancora: «Non si può fare di tutta un’erba un fascio e non si può dare la caccia alle streghe. Ciascuno faccia il proprio dovere, sia dal punto di vista inquirente che da quello dei diritti di chi è chiamato a difendersi».

«IL PREMIER NON SAPEVA NIENTE» – Sull’inchiesta e sulle indiscrezioni emerse dai verbali negli ultimi giorni è intervenuto anche il deputato Pdl e avvocato del premier, Niccolò Ghedini. «L’interpretazione data negli atti di indagine che “Cesare” sarebbe riferibile alla persona del presidente Berlusconi oltre che inveritiera è ridicola» ha spiegato il legale. «In relazione agli articoli apparsi in questi ultimi giorni su alcuni quotidiani, tendenti a far ritenere che vi fosse una consapevolezza da parte del presidente Berlusconi di attività antigiuridiche di terzi, si deve ribadire – ha aggiunto – come tali prospettazioni siano del tutto inveritiere e contraddette dagli stessi atti processuali». «Ancora una volta, con la parziale pubblicazione di atti di indagine, in palese violazione di legge, si tenta di gettare discredito nei confronti del presidente Berlusconi» ha concluso, annunciando che «saranno esperite tutte le azioni giudiziarie del caso».

FORMIGONI: «IO NON C’ENTRO» – Sulle inchieste che ruotano attorno all’eolico in Sardegna e alla cosiddetta P3 è tornato a dire la sua anche Roberto Formigoni, chiamato in causa da una informativa dei carabinieri, secondo la quale sarebbe il «mandante» delle pressioni del gruppo per la riammissione della sua lista alle ultime elezioni regionali. «Ovviamente non ho dato un mandato a nessuno» ha detto il governatore della Lombardia. «Non c’è nessun coinvolgimento né presunto né reale» ha aggiunto Formigoni, rispondendo ai giornalisti e dicendo che quelle uscite finora sono «tutte notizie false e infondate».

Iniziativa del procuratore generale Esposito nei riguardi del presidente della Corte d’Appello di Milano il cui nome compare nelle intercettazioni dell’inchiesta sulla cosiddetta P3. Marra sarà inoltre ascoltato lunedì prossimo dalla prima commissione del Csm che ha avviato nei suoi confronti la procedura di trasferimento di ufficio per incompatibilità ambientale.

ROMA – Il procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito ha avviato l’azione disciplinare nei riguardi del presidente della Corte di Appello di Milano, Alfonso Marra, il cui nome compare nelle intercettazioni dell’inchiesta sulla cosiddetta P3. Esposito – titolare, così come il ministro della Giustizia, dell’azione disciplinare – ha informato oggi il Csm della sua iniziativa. Marra, inoltre, sarà ascoltato lunedì prossimo dalla prima commissione del Csm che ha avviato nei suoi confronti la procedura di trasferimento di ufficio per incompatibilità ambientale dopo gli sviluppi dell’ inchiesta sulla P3. Lo accompagnerà, nella veste di assistente tecnico, Piercamillo Davigo, ex pm del pool di Mani Pulite, oggi consigliere di Cassazione.

Ma l’avvio dell’azione disciplinare è una nuova tegola che si abbatte sull’alto magistrato milanese. Due gli addebiti che gli vengono mossi: il primo, di essersi rivolto all’ex giudice tributario Pasquale Lombardi per esercitare pressioni su componenti del Csm al fine di favorire la sua nomina alla presidenza della Corte di Appello di Milano; il secondo, il suo presunto intervento, sollecitato da amici di Lombardi, a valutare con attenzione particolare il ricorso del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni contro l’esclusione della sua lista dalle elezioni regionali.
Il sovrapporsi della procedura amministrativa e di quella disciplinare potrebbe essere oggetto di valutazione già nei prossimi giorni da parte della Prima Commissione, dal momento che i fatti contestati sono gli stessi. Nella comunicazione delle contestazioni approvata oggi a larga maggioranza con cui ha deciso la convocazione, la Prima Commissione ipotizza che Marra “non possa più esercitare con la dovuta imparzialità e indipendenza la sua attività giurisdizionale”. Il motivo va ricercato proprio nelle intercettazioni telefoniche dell’inchiesta condotta dalla procura di Roma dalle quale risulta che Marra si sarebbe rivolto a Lombardi, uno degli arrestati, perché intercedesse su componenti del Csm per facilitare la sua nomina, e il fatto che, una volta nominato, amici di Lombardi gli abbiano chiesto il favore di verificare al meglio il ricorso del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni sull’ esclusione della sua lista dalle elezioni regionali.

Marra nei giorni scorsi ha detto di essere contento della iniziativa del Csm: “Così si chiarirà la sua posizione”.

Marra è solo la toga principale su cui si sta concentrando l’attenzione della Commissione: all’autorità giudiziaria sono stati chiesti gli atti che riguardano altri magistrati citati nell’ordinanza del Gip. Uno di questi è il presidente della corte di Appello di Salerno, Umberto Marconi, che ha chiesto al Csm di essere trasferito perché non più sereno nel suo ruolo per le notizie che lo coinvolgono nell’attività di dossieraggio ai danni dell’attuale presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Accertamenti potrebbero riguardare anche il sostituto procuratore generale di Milano Gaetano Santamaria Amato, il procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato; i procuratori Giovanni Francesco Izzo (Nocera Inferiore) e Paolo Albano (Isernia).
Un’altra ” società segreta ” è stata portata alla luce… dimostrazione ulteriore che in Italia se si appartiene ad una cosiddettà ” casta “,  si gode di benefici, vantaggi, potere, dove tutto viene spartito, gestito e diretto in favore degli iscritti,  che viene certamente e sempre tolto a chi…giusti meriti ne avrebbe diritto!!! Aspettiamoci fra qualche anno la nuova P4!!! (…e non è un’arma. ).