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Quando la scienza rifiuta il confronto. Non resta che incontrare la Prof.ssa Celeste Saulo e il Prof. Jan Barani.


Facendo seguito a quanto avevo riportato nel post di ieri – avevo anticipato la mia intenzione di contattare il Dott. Grassi per un aggiornamento – beh, l’ho fatto, e lui mi ha risposto quasi subito, con una chiarezza che non ammette repliche.

La sua risposta ha il suono secco di un’ammissione che conferma ogni più fondato sospetto. Non solo mi ha confermato la correttezza di quanto avevo ricostruito, ma ha aggiunto altri dettagli essenziali che rendono il quadro ancor più fosco.

Mi ha riferito (e quindi confermato) ad esempio, che per ben due volte è stato modificato lo schermo della stazione senza che il SIAS comunicasse al pubblico l’avvenuta modifica, e soprattutto senza spiegarne le ragioni. Questo non è più solo incuria, ma un pattern di opacità volontaria, una sistematica alterazione della scena senza rendere conto a nessuno.

E poi, il cuore della questione si sposta a Torino, al Laboratorio INRiM, quel tempio della metrologia che rappresenta il garante ultimo della veridicità del dato.

Il Dott. Grassi mi ha confermato che, nonostante le ripetute interlocuzioni compiute dal suo legale, il Laboratorio non ha dato riscontro alla sua richiesta di accesso agli atti o di confronto. Per cui, a differenza di quanto si pensava, il muro di silenzio, non è solo regionale, ma si erge anche di fronte a un Istituto Nazionale di altissima competenza.

Le sue parole successive squarciano il velo su quello che potrebbe essere il nodo cruciale di tutta la vicenda. Egli ricorda che nel documento tecnico-scientifico a firma di vari autori del laboratorio INRiM di Torino, con il quale la WMO ha poi deciso di approvare il record di 48,8°, è stato riportato che la stazione non era danneggiata e che dall’analisi delle foto non risultavano anomalie.

A questa affermazione il Dott. Grassi – vedasi le prove evidenziate da egli, link: https://www.meteoweb.eu/2025/07/caldo-sicilia-record-europeo-floridia-siracusa-agosto-2021-e-clamoroso-falso-storico/1001819097/?_gl=1m4g6uu_upMQ.._gaMTgyMDk3MzEzMS4xNzYxNjY2Mjg3_ga_KQG15EME6Z*czE3NjE2NjYyODQkbzEkZzAkdDE3NjE2NjYyODQkajYwJGwwJGgw – oppone una constatazione di un’evidenza disarmante, quasi un paradosso tragico: peccato che lo schermo solare avesse un buco in cui ci potevano entrare anche gli uccellini.

Questa immagine, così potente e grottesca, riassume da sola l’abisso che separa la realtà dei fatti dalla narrazione ufficiale. Da un lato, un documento scientifico di convalida che, basandosi su foto non specificate, asserisce l’integrità della strumentazione, dall’altro, la testimonianza oculare di un buco tale da poter accogliere un uccello.

Viene quindi spontaneo chiedersi: come si conciliano queste due verità? Quali foto sono state esaminate? E perché, di fronte a una discrepanza così macroscopica, non c’è stata la minima volontà di un confronto tecnico trasparente con chi quelle anomalie le ha documentate per anni?

Ciò che emerge, ormai in modo inequivocabile, non è più la storia di un semplice dato sbagliato, ma il racconto agghiacciante di come un dubbio, coltivato con tenacia e supportato da prove incontrovertibili, stia mettendo a nudo le crepe di un sistema che forse ha più a cuore la protezione di una narrazione e dei finanziamenti che essa genera, che non la pura, semplice e, in questo caso, tremendamente scomoda, accuratezza.

Il Dott. Grassi ha aggiunto di aver già richiesto un incontro ufficiale al World Meteorological Organization (WMO), indirizzando la richiesta direttamente alla Prof.ssa Celeste Saulo, Segretario Generale dell’organizzazione, e in copia anche al Prof. Jan Barani.

Da questo passaggio cruciale, posso già prevedere che a breve questo muro di gomma inizierà a mostrare tutte le sue incrinature, e sono certo che molti aspetti della storia verranno finalmente portati alla luce.

Lasciate quindi che concluda questa vicenda con un pensiero in versi:

Del sole che ha surriscaldato i sensori,

nessuno più ascolta i suoi colori.

Si spensero i sogni e i loro splendori,

povere misurazioni senza valori.

E del vento che avrebbe detto il vero,

non resta che un silenzio bugiardo e severo.

Delle temperature… mani velate

ne han falsato le cifre incantate.

Il termometro del silenzio: e se quel record fosse stato costruito?


Buonasera a tutti,
proseguo stasera l’approfondimento con il Dott. Alfio Grassi, dopo avervi lasciati con una rivelazione che ha scosso le fondamenta di ciò che abbiamo sempre dato per scontato: i dati sulle temperature record in Sicilia non sono solo – secondo il geologo – discutibili, ma potrebbero essere il frutto di un sistema malato, fatto di incuria, omissioni e forse anche di una sorta di complicità silenziosa tra chi produce i dati e chi dovrebbe controllarli.

Nel precedente post, vi ho riportato le prime due risposte del Dott. Grassi, dove emergeva con chiarezza come la stazione SIAS di Floridia, quella stessa che registrò il clamoroso 48,8°C considerato per mesi il record europeo, fosse collocata in condizioni tecnicamente inaccettabili: schermo solare danneggiato, esposizione diretta ai raggi solari, vicinanza ad asfalto surriscaldato, ventilazione alterata da alberi circostanti. Eppure, quel dato è stato accolto, diffuso, utilizzato come prova scientifica di un clima impazzito.

Ma ora andiamo oltre, perché ciò che viene fuori dalle domande successive non riguarda più un semplice errore tecnico isolato, bensì un fenomeno molto più ampio, sistematico, che mina alla base l’attendibilità di un intero sistema di monitoraggio climatico regionale, e forse nazionale.

La terza domanda che ho posto riguardava le segnalazioni formali: se il Dott. Grassi avesse denunciato le anomalie agli enti preposti e quale risposta avesse ricevuto. La sua risposta è stata netta, precisa, e soprattutto documentata: Certamente, ho segnalato allo stesso SIAS il malfunzionamento della stazione di Floridia trasmettendo un dettagliato report sulle prove e cause della sovrastima sistemica; sono andato anche personalmente a riferire al Dirigente Generale dell’Assessorato all’Agricoltura, ma non solo: ho scritto a tutti gli Enti nazionali e internazionali competenti in meteorologia (Aeronautica Militare, Laboratorio Metrologico INRiM, WMO), ma nessuno ha mai dato riscontro ai miei accertamenti tecnici. E le ripeto: a supporto della mia tesi ho anche trasmesso un documento tecnico sulle clamorose risultanze degli studi condotti dal sottoscritto e la relativa documentazione fotografica attestante le palesi difformità strumentali e di localizzazione della stazione SIAS di Floridia.

Viene spontaneo dire: “tutto ciò è alquanto strano”. Già… nessuno che risponde, non una nota, non un’accusa, non un controllo incrociato, non una rettifica. Si… so bene che quanto riportato accade spesso nella mia terra, già… nella mia meravigliosa Sicilia, non so… sarà colpa di quell’intrinseca idea mentale conosciuta come “omertà”, difficilissima da sradicare, ma in questo caso i silenzi riguardano tutti, già… da Nord a Sud! Solo silenzi… sì, ma parliamo di silenzi che non sembrano frutto di disattenzioni, ma di calcolo…

E quando un professionista serio, preparato, mette nero su bianco prove tecniche inconfutabili e nessun ente reagisce, ecco che non siamo più di fronte a un problema di trasparenza, ma a qualcosa di più grave: la normalizzazione della disinformazione e la salvaguardia della poltrona.

Ed è a questo punto che non potevo non chiedermi – e non chiedergli – se quanto scoperto a Floridia fosse un caso isolato o parte di un quadro più ampio. E qui, la risposta alla quarta domanda spalanca una porta su un panorama ancora più inquietante.

Il Dott. Grassi mi conferma che le anomalie non riguardano solo Floridia, ma molte altre stazioni della rete SIAS: i miei studi sono stati estesi anche ad altre stazioni SIAS e non solo. Nel corso degli anni ho potuto constatare che molte stazioni non sono a norma, per difetto di strumentazione, per mancata manutenzione, per infelice posizionamento. Per la rete SIAS, oltre alla stazione di Floridia, ho riscontrato che anche le stazioni di Mineo, Mazzarrone, Noto, Lentini, Francofonte, Paternò, Augusta – ne cito solo alcune – non rispettano i requisiti minimi di conformità. Stessa cosa ho potuto constatare per la rete della Protezione Civile e persino per qualche stazione gestita dall’Aeronautica Militare.

Ed ancora: Ci tengo a precisare che di per sé la misurazione della temperatura in qualsiasi ambiente è sempre legittima, ma una cosa è usare i dati per un’utilità amatoriale o per scopi privatistici, altra cosa è attribuire al dato rilevato una valenza meteo-climatica. In quest’ultimo caso, il dato deve essere verificato e studiato nel rispetto di rigidi protocolli di convalida e ufficialità, e i requisiti strumentali e di localizzazione devono essere pienamente soddisfatti. In assenza dei quali, il dato va scartato.

Quanto sopra – tiene a precisare il Dott. Grassi – non significa che ogni singola misurazione sia falsa, ma che molti dati vengono raccolti in condizioni che violano i protocolli internazionali, rendendo quindi quei valori inutilizzabili per finalità climatologiche ufficiali. Eppure, stranamente, quegli stessi dati vengono regolarmente citati nei bollettini, nei comunicati stampa, nelle campagne mediatiche sul cambiamento climatico.

Perché – permettetemi di aggiungere da profano – esiste una differenza abissale tra rilevare una temperatura per uso privato e farne un dato scientifico ufficiale. Comprenderete certamente che nel primo caso tutto è lecito, mentre nel secondo servono conformità, verifica, validazione. E quando queste mancano, non si tratta di semplici imprecisioni: si tratta di legittimare un falso.

Mi sorgono allora alcune domande, le stesse che molti di voi si staranno ponendo: quanti dei “record” che ci vengono annunciati con toni apocalittici sono davvero tali? Quanti sono gonfiati da errori strumentali, da ubicazioni sbagliate, da stazioni isolate in mezzo all’asfalto, circondate da cemento e traffico? E soprattutto: chi decide quali dati vengono presi in considerazione e quali vengono ignorati?

Il quadro che emerge non è quello di un complotto, forse, ma di un sistema che preferisce la narrazione allo scrutinio, il sensazionalismo alla precisione. Un sistema che, pur di alimentare una certa visione del clima, accetta dati fragili, li amplifica, li celebra, mentre chi osa metterli in discussione viene emarginato, ignorato, cancellato con il silenzio.

E mentre scrivo, penso a quanta fiducia riponiamo nei numeri, nei grafici, nei bollettini ufficiali, pensando ad essi come oggettivi, neutri, incontrovertibili. Ma se dietro quei numeri c’è incuria, indifferenza, o addirittura volontà di non vedere, allora non stiamo parlando solo di meteorologia: stiamo parlando di qualcos’altro.

E forse, proprio come il sole che il Dott. Grassi ha citato nella nostra conversazione, la verità prima o poi riesce a filtrare, anche attraverso le crepe dello schermo solare di una stazione malconcia.

Ed allora – come dice spesso mia figlia Alessia: “grazie al mio fiuto da profiler e/o investigatore” – sarà forse merito al fatto che, in questi lunghi anni, frequentando uffici delle Procure, la Dia, la Gdf, le sezioni di polizia giudiziaria a seguito delle mie denunce, sto iniziando a comprendere – come molti di voi – cosa vi sia davvero dietro quel record di temperatura di 48,8°C registrato a Siracusa l’11 agosto 2021, che fu ufficialmente convalidato, in prima battuta, dopo un attento esame.

Ma ciò che in pochi sanno, ed emerge da documenti ufficiali, è che l’indagine metrologica alla base di quella convalida è stata condotta nell’ambito del progetto “Climate Reference Station (CRS-EMPIR)”.

Di questo parlerò nel prossimo e ultimo appuntamento, insieme alle conclusioni e alle ultime rivelazioni emerse dall’intervista con il Dott. Grassi.

Restate quindi connessi, perché questa storia non finisce qui…

Richiesta intervista al Dott. Alfio Grassi: il caso delle temperature record in Sicilia e le responsabilità professionali.

Egregio Dott. Grassi,
buongiorno,

facendo seguito alla nostra piacevole conversazione telefonica, Le invio in allegato, come da Sua richiesta, il documento contenente le domande che avevo preparato per il nostro incontro previsto per la fine di questa settimana.

Questo anticipo Le consentirà di valutare gli argomenti con il giusto tempo a disposizione.

Qualora riuscisse a inviarmi le Sue risposte prima del nostro colloquio, mi sarebbe di grande aiuto per preparare al meglio la successiva discussione e per verificare la completezza delle sue risposte rispetto alle esigenze informative dei miei lettori.

Resto a Sua disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.

RingraziandoLa per la disponibilità, Le porgo i miei più cordiali saluti.

Nicola Costanzo
(Vedasi quanto segue)

Risposta:

Buongiorno, la ringrazio dell’interessamento. Le invierò a breve le mie risposte che potranno essere approfondite in sede di intervista.
Le preannuncio che la questione è spinosa e piuttosto inquietante.

Distinti saluti

Alfio Grassi

Allegato alla comunicazione inviata:

Egregio Dott. Alfio Grassi,

la ringrazio innanzitutto per avermi risposto con così poco preavviso, ma come le ho anticipato telefonicamente (durante le sue vacanze), le notizie riportate nel web – a causa dei suoi interventi – sulla gestione poco chiara nella verifica delle temperature in Sicilia, hanno suscitato in molti lettori parecchie domande che finora non hanno trovato risposte.

Mi consenta altresì di ribadire che l’eventuale post che – da queste mie domande – potrei pubblicare nel sito web, è costruito sulle Sue dichiarazioni pubbliche e sulla Sua volontà di assumersi ogni responsabilità giuridica per le risposte fornite. Come ha evidenziato nella Sua comunicazione alla Regione Sicilia, le conseguenze di dichiarazioni inesatte o diffamatorie possono essere serie, e il Suo impegno a fornire documentazione a supporto delle Sue tesi è un elemento chiave per garantire integrità e credibilità.

Resto quindi in attesa di un celere incontro, certo che il Suo contributo sarà fondamentale per chiarire un caso che investe temi sensibili come l’affidabilità dei dati climatici, la trasparenza delle istituzioni e il ruolo dei professionisti nella vigilanza ambientale.

Le domande che ho preparato sono finalizzate a comprendere le motivazioni alla base dello studio e dell’analisi di queste temperature nella nostra isola.


I° Domanda: Occupazione del caso del presunto record e tempistiche

Dott. Grassi, desidero sapere come mai Lei si sta occupando di questo presunto record e soprattutto da quando.

La Sua expertise in ambito geologico e ambientale La rende un interlocutore privilegiato per questioni legate all’accuratezza dei dati climatici e alle loro implicazioni tecniche e normative. So che, in qualità di geologo e rappresentante del Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna, Lei ha maturato una significativa esperienza nella critica verso le procedure di valutazione ambientale, come evidenziato nella Sua lettera alla Regione Sicilia. Questo impegno prosegue da anni, con particolare intensità a partire dalle delibere regionali del 2021 che hanno coinvolto la Commissione Tecnica Specialistica (CTS). La mia curiosità è quindi: quando ha deciso di applicare questa attenzione al caso specifico delle temperature registrate dalla stazione SIAS di Floridia, e qual è stato l’evento scatenante che L’ha spinta a investigare questo presunto record?

II° Domanda: Scoperta delle non conformità della stazione SIAS di Floridia

Quando ha scoperto per la prima volta che la stazione SIAS di Floridia non era a norma?

Le anomalie nelle stazioni meteorologiche possono compromettere l’integrità dei dati climatici, con ripercussioni sulle politiche ambientali e sulla credibilità scientifica. Dal Suo storico di impegno per la trasparenza nelle procedure tecniche , emerge una sensibilità particolare verso la qualità dei dati e le irregolarità nei processi di valutazione. Nel caso specifico di Floridia, è noto che le stazioni devono rispettare rigorosi standard per evitare distorsioni nelle misurazioni, come l’assenza di fonti di calore artificiali o ostacoli fisici che alterino i dati . Desidero quindi sapere quando e come ha identificato le prime irregolarità in questa stazione, e se ha condotto un’analisi comparativa con standard internazionali o linee guida nazionali.

III° Domanda: Segnalazione delle anomalie agli Enti preposti e risposte ricevute

Ha mai segnalato queste anomalie agli Enti preposti al controllo della stazione e cosa le hanno risposto?

Un aspetto cruciale della Sua indagine riguarda le azioni intraprese verso le autorità competenti. In passato, Lei ha denunciato pubblicamente le criticità della CTS regionale, sottolineando come le segnalazioni formali siano spesso ignorate o accolte con indifferenza . Questo pattern si è ripetuto per Floridia? Desidero conoscere nel dettaglio:

• A quali Enti ha rivolto le Sue segnalazioni (es. ARTA Sicilia, Servizio VIA-VAS, o altri organismi di controllo).

• Quali risposte ha ricevuto, se ha ottenuto risposte formali o se ha incontrato un muro di silenzio.

• Se ha documentato tutto ciò per garantire tracciabilità e responsabilità legale.

Inoltre, la trasparenza nelle comunicazioni con gli Enti è essenziale per evitare che simili negligenze possano ripetersi in futuro.

IV° Domanda: Estensione delle anomalie ad altre stazioni della rete SIAS

Ha rilevato altre anomalie nelle altre stazioni della rete SIAS?

La coerenza dei dati attraverso una rete di stazioni è fondamentale per l’affidabilità delle rilevazioni climatiche. Alterazioni in multiple stazioni potrebbero indicare un problema sistemico, non solo locale. Dal Suo lavoro con il Consorzio della Pietra Lavica, Lei ha spesso evidenziato come le irregolarità nelle procedure tecniche siano spesso diffuse e non isolate . Pertanto, mi chiedo se ha esteso la Sua indagine ad altre stazioni SIAS in Sicilia o altrove, e se ha riscontrato pattern simili di non conformità. In particolare, sarei interessato a sapere:

• Quali altre stazioni ha esaminato e con quali metodologie.

• Se le anomalie riscontrate sono omogenee o variano a seconda del contesto ambientale o amministrativo.

• Come queste eventuali scoperte si collegano alle Sue critiche più ampie verso la gestione tecnico-ambientale regionale.

V° Domanda: Motivazioni personali e sostegno economico delle indagini

Perché lei fa tutto questo e soprattutto chi sostiene le sue spese?

La Sua dedizione a casi come quello di Floridia solleva naturalmente interrogativi sulle Sue motivazioni e sul supporto materiale che riceve. Come professionista, Lei ha sempre agito con autonomia, denunciando conflitti di interesse e opacità nelle procedure pubbliche . Tuttavia, per chiarire ogni dubbio, è importante comprendere:

• Cosa La spinge a investire tempo e risorse in queste indagini (es. tutela della professione, interesse scientifico, impatto ambientale).

• Se riceve finanziamenti da enti pubblici, privati o associazioni di categoria per portare avanti queste attività.

• Come gestisce i potenziali conflitti tra il Suo ruolo di geologo e le Sue battaglie civiche.

La trasparenza su questi aspetti rafforzerebbe la credibilità delle Sue denunce e sottolineerebbe la Sua assunzione di responsabilità giuridica per le dichiarazioni rese.

VI° Domanda: Interpretazione delle cause dietro il falso record e le temperature alterate

Cosa pensa che ci sia dietro questo falso record e la registrazione “alterata” di queste temperature?

Questa è forse la domanda più cruciale, poiché tocca il cuore delle implicazioni etiche, scientifiche e giuridiche del caso. Alterazioni di dati climatici possono avere motivazioni diverse: dalla negligenza tecnica a interessi specifici volti a influenzare politiche ambientali o narrative pubbliche. Dal Suo passato di critica verso la CTS , emerge una sfiducia verso organi tecnici che operano con opacità e metodi discutibili. Allo stesso modo, in ambito climatico, è noto che distorsioni nei dati possono derivare da errori strumentali, mancata manutenzione delle stazioni, o persino manipolazioni intenzionali . Nel caso di Floridia, quali fattori ritiene siano all’opera? Per esempio:

• Interessi economici o politici legati a certi risultati climatici.

• Incompetenza tecnica o mancanza di controlli adeguati.

• Un contesto sistemico che tollera irregolarità nelle procedure ambientali.

La Sua opinione è cruciale per inquadrare il caso in un panorama più ampio di trasparenza e responsabilità scientifica.

Dott. Grassi, nel ringraziarla per la Sua disponibilità e attenzione, mi scuso anticipatamente se, nel formulare queste domande, le sarò sembrato diffidente e quindi sospettoso, ma vorrei evitare di dare l’impressione di volermi schierare dalla sua parte o quella dei suoi colleghi.

Ringraziando, porgo cordiali saluti,

Nicola Costanzo

Sì… fa caldo, ma la verità sembra restare nell’ombra!

Non so che dire… la vicenda delle temperature in Sicilia continua a rivelarsi un groviglio inestricabile di dubbi e opacità, e più leggo le notizie riportate sul web, più mi convinco che ciò che sfugge alla mia vista, sia molto più interessante – e forse decisivo – di ciò che mi viene mostrato.
Se ricordate, qualche giorno fa mi interrogavo su alcune affermazioni riportate su http://www.meteoweb.eu in particolare riguardo alle stazioni SIAS dichiarate “malfunzionanti”, e su quel presunto record europeo di 48,8°C registrato a Floridia nell’agosto 2021. Un dato la cui ombra di illegittimità, anche alla luce delle ultime rivelazioni, sembra allungarsi sempre di più.

Difatti, la lettura del paper tecnico-scientifico utilizzato dalla WMO per convalidare ufficialmente quel record non ha fatto altro che alimentare nuove perplessità. Anzi, da quanto ho approfondito in queste ore, quelle perplessità si sono trasformate in un vero e proprio sospetto. Sono emerse contraddizioni evidenti, affermazioni che appaiono costruite ad arte per superare l’esame della commissione internazionale. E mi ritrovo, ancora una volta, a chiedermi: quale sia davvero il gioco in corso?

Il geologo Alfio Grassi – che ho contattato telefonicamente e che gentilmente mi ha concesso un incontro nel suo ufficio per metà della prossima settimana – nel suo ultimo contributo smonta pezzo per pezzo lo studio, evidenziando quelle che a tutti gli effetti sembrano vere e proprie falsità.

La prima riguarda lo schermo solare della stazione, quel guscio protettivo fondamentale per garantire una misurazione accurata della temperatura. Nel documento della WMO si afferma che lo schermo del sensore principale era intatto, e che le foto che ne mostravano uno danneggiato si riferivano invece a un sensore secondario di backup.

Eppure, un confronto incrociato tra le foto scattate da Grassi pochi giorni dopo il record e i fotogrammi di una trasmissione televisiva successiva dimostra il contrario: lo schermo sottoposto alle verifiche di laboratorio – e presentato come originale – è proprio quello danneggiato, con il famoso buco che avrebbe potuto alterare significativamente la lettura termica.

Questo non è un semplice dettaglio tecnico: è una discrepanza fondamentale, che getta un’ombra pesantissima sull’intera procedura di convalida. A tutto ciò si aggiunge il fatto sconcertante che la verifica dello stato della stazione sia avvenuta esclusivamente attraverso fotografie fornite dal SIAS, senza alcuna ispezione diretta sul campo da parte di tecnici indipendenti. E ancora: la strumentazione è stata poi sostituita in modo opaco, senza trasparenza né protocolli condivisi, violando ogni principio di corretta prassi scientifica.

Ma le incongruenze non finiscono qui. La descrizione del sito di misurazione fornita nel paper sembra volutamente ignorare la realtà dei fatti. Si legge che il terreno circostante è prativo, con “piccoli alberi”, e che una stretta stradina asfaltata non si trovava a monte rispetto alla direzione del vento durante l’evento record.

Guardando però una semplice mappa satellitare, emerge con chiarezza che la strada si trova esattamente a nord-ovest – la stessa direzione da cui proveniva il vento in quelle ore. Ciò significa che una potenziale bolla di calore generata dall’asfalto sarebbe stata spinta direttamente verso i sensori, falsando la misurazione.

Inoltre, quei “piccoli alberi” sono in realtà un filare alto diversi metri, disposto in modo da poter favorire il ristagno dell’aria calda, creando un microclima anomalo. Sono dettagli troppo grossolani per essere semplici errori di valutazione: sembrano piuttosto elementi di una narrazione costruita ad hoc, finalizzata a dipingere uno scenario ideale che nella realtà non esiste.

Tutto questo mi porta a chiedermi: perché tanta ostinazione nel difendere un dato numerico? Perché investire tante energie, autorevolezze e procedure internazionali su un valore che presenta così tante crepe?

Penso che si stia giocando una partita che va ben oltre la meteorologia: una schermaglia tra schieramenti, dove la scienza viene piegata, strumentalizzata, trasformata in arma di persuasione. Da una parte, chi quel record – gonfiato o meno – lo brandisce per alimentare una certa narrazione climatica, amplificando allarmi; dall’altra, chi forse cerca di coprire inefficienze strutturali, ritardi tecnologici o, semplicemente, di salvare la faccia di un sistema già sotto pressione.

Il vero mistero, allora, non è più il termometro di Floridia. Il vero mistero è ciò che si nasconde dietro la volontà di renderlo credibile a tutti i costi: interessi istituzionali, pressioni mediatiche, ambizioni di visibilità, o forse qualcosa di ancora più profondo, legato al modo in cui oggi la scienza viene selezionata, filtrata e usata.

Auspico che il Dott. Grassi possa finalmente chiarire questa circostanza, che ormai sta rasentando il malcostume scientifico. E che qualcuno, da qualche parte, abbia ancora il coraggio di chiedersi non solo quanto ha fatto caldo, ma come e perché lo sappiamo. Perché la verità non sta nei numeri, ma nel modo in cui vengono prodotti.

Se desiderate un’analisi ancora più dettagliata, potete leggere l’articolo pubblicato ieri intitolato: Meteo, le falsità contenute nel ‘paper’ con il quale la WMO ha convalidato il record europeo di Floridia del 2021 – disponibile qui: https://www.meteoweb.eu/2025/09/meteo-le-falsita-contenute-nel-paper-con-il-quale-la-wmo-ha-convalidato-il-record-europeo-di-floridia-del-2021/1001834997/

Certo… peccato che soltanto ora ci si è accorti della illegittimità dell'art. 4 sulle modalità di gare e sui metodi di aggiudicazione dei lavori in Sicilia!!!

Vi ricordate cosa avevo scritto lo scorso mese attraverso due post:

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/01/la-definiscono-offerta-economicamente.html 

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/01/offerta-economicamente-piu-vantaggiosa.html

Difatti… in data 23 settembre 2019 con ricorso notificato a mezzo di posta elettronica certificata e depositato il successivo 25 settembre, il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall’Avvocatura generale dello Stato, ha impugnato, tra gli altri, gli artt. 4, commi 1 e 2, e 13 della legge della Regione Siciliana 19 luglio 2019, n. 13!!!

Secondo il ricorrente, l’art. 4, comma 1, primo periodo, della citata legge regionale violerebbe l’art. 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione, poiché, stabilendo l’obbligo per le stazioni appaltanti di utilizzare il criterio del minor prezzo per gli appalti di lavoro d’importo pari o inferiore alla soglia comunitaria, quando l’affidamento degli stessi avviene con procedure ordinarie sulla base del progetto esecutivo, si porrebbe in contrasto con gli artt. 36 e 95 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (Codice dei contratti pubblici), che demanderebbero invece alle singole stazioni appaltanti l’individuazione del criterio da utilizzare.

Il ricorrente ricorrente lamentava che il medesimo parametro costituzionale sarebbe violato dall’art. 4, «ai commi 1, dal secondo periodo in poi, e comma 2», incidendo su un ambito di competenza esclusiva dello Stato. 

La disciplina regionale individuerebbe infatti, in presenza del criterio di aggiudicazione del minor prezzo, un metodo di calcolo della soglia di anomalia delle offerte diverso da quello dettato dall’art. 97, commi 2, 2-bis e 2-ter del d. lgs. n. 50 del 2016 (di seguito: codice dei contratti pubblici). 

Il comma da ultimo citato, in particolare, attribuisce al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti la facoltà di procedere con decreto alla rideterminazione dei criteri per l’individuazione delle soglie di anomalia, allo scopo di «non rendere nel tempo predeterminabili dagli offerenti i parametri di riferimento per il calcolo» delle soglie stesse.

Poiché la normativa statale relativa alle procedure di selezione e aggiudicazione delle gare sarebbe strumentale a garantire la tutela della concorrenza (sono citate le sentenze di questa Corte n. 221, n. 186 e n. 45 del 2010, n. 320 del 2008 e n. 401 del 2007), e poiché si sarebbe in presenza di una materia di competenza esclusiva statale, anche alle autonomie speciali titolari di competenza legislativa primaria in materia di lavori pubblici sarebbe preclusa la possibilità di dettare discipline suscettibili di alterare le regole di funzionamento del mercato. 

In particolare, la potestà legislativa esclusiva della Regione Siciliana in materia di «lavori pubblici, eccettuate le grandi opere pubbliche di interesse prevalentemente nazionale» affermata dall’art. 14, primo comma, lettera g), del regio decreto legislativo 15 maggio 1946, n. 455 (Approvazione dello statuto della Regione siciliana), convertito in legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 2, dovrebbe comunque esercitarsi «nei limiti delle leggi costituzionali dello Stato».

Ciò varrebbe anche con riferimento alle modalità di valutazione delle offerte anomale relative agli appalti sotto la soglia di rilevanza comunitaria, per i quali ugualmente rileverebbe la finalità di tutela della concorrenza (viene richiamata la sentenza di questa Corte n. 160 del 2009).

Secondo l’Avvocatura generale, la disciplina contenuta nell’art. 4, commi 1 e 2, della legge reg. Siciliana n. 13 del 2019 sarebbe inoltre simile a quella già precedentemente dettata dall’art. 1 della legge della Regione Siciliana 10 luglio 2015, n. 14 (Modifiche all’articolo 19 della legge regionale 12 luglio 2011, n. 12), che pure è stata dichiarata costituzionalmente illegittima con la sentenza n. 263 del 2016. 

E quindi ora con Sentenza n. 16 (26/01/2021) la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 4, commi 1 e 2, della legge della Regione Siciliana 19 luglio 2019, n. 13 – in particolare l’Art. 4.sulle norme di modalità di gara e sui metodi di aggiudicazione dei lavori in Sicilia!!!

Cosa aggiungere: “meglio tardi che mai”!!!