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Richieste e preoccupazioni riguardo all'articolo 22 del decreto legge n. 36.

Le principali richieste delle associazioni nazionali riguardo all’articolo 22 del decreto legge n. 36, che istituisce il Fondo per le spese di gestione dei beni confiscati, includono tutta una serie di parametri che vanno dall’aumento della dotazione finanziaria.

Difatti, le associazioni chiedono un incremento delle risorse destinate al Fondo per garantire una gestione efficace dei beni confiscati.

Ed ancora, per continuare con l’estensione dell’ambito di applicazione è fondamentale che il Fondo non sia limitato solo ai progetti finanziati dall’avviso pubblico dell’Agenzia per la coesione territoriale, ma possa supportare anche altre iniziative e progettualità già esistenti o in fase di attivazione in tutte le regioni.

Inoltre, sostegno alle spese di gestione: le associazioni richiedono che il Fondo copra le spese necessarie per avviare e mantenere attive le buone pratiche di riutilizzo sociale dei beni confiscati, in modo da garantire la continuità delle attività.

Lo stesso dicasi per la valorizzazione del terzo settore: È richiesta una maggiore valorizzazione del ruolo del terzo settore nel processo di gestione e co-progettazione con gli enti locali.

Ed infine, risorse per il riutilizzo sociale nei Comuni del centro-nord Italia: Si chiede l’estensione delle risorse finanziarie anche per il riutilizzo sociale dei beni confiscati in queste aree, dove esistono già molte esperienze positive.

Comprenderete come queste richieste mirano a rafforzare l’efficacia del Fondo e a garantire che i beni confiscati possano essere restituiti alla collettività in modo significativo e sostenibile e difatti le associazioni nazionali, in particolare i sindacati, hanno espresso forte preoccupazioni riguardo alla gestione e all’efficacia di queste misure. 

In particolare quest’ultimi, temono che le risorse destinate alla gestione di questi beni non siano sufficienti e che la loro distribuzione possa alla fne non risultare equa…

La mafia in Sicilia si dedica all'agroalimentare e alla pastorizia…

Da sempre in quest’isola vi è stata una particolare predisposizione dei siciliani verso il proprio territorio soprattutto verso quelle attività agroalimentare e pastorali che producono non solo sostentamento ma anche benessere e lauti profitti…

E difatti, avendo scoperto quest’escamotage e cioè di ottenenere guadagni illeciti attraverso i contributi di sostegno concessi per lo sviluppo rurale da parte dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura che taluni soggetti, legati alla criminalità organizzata, si sono infiltrati per ottenere l’accaparramento di terreni agricoli, sì… per farle diventare vere e proprie aziende “mafiose”.

Secondo la Dia infatti, nel nostro territorio siciliano il comparto agropastorale rappresenta il settore di traino per l’economia che di conseguenza attira l’interesse delle consorterie mafiose affiancate da prestanomi e professionisti compiacenti. 

Difatti, in questo ambito le indagini hanno evidenziato il coinvolgimento di parecchi soggetti incensurati e quindi non legati direttamente a quelle organizzazioni criminali che hanno di fatto negli anni cercato di accaparrarsi una serie d’ingiusti profitti attraverso false attestazioni o certamente a seguito di condotte fraudolenti.

Ovviamente nessuno di loro porta l’abito del pastore, quel tempo è ormai finito da un bel pezzo, ora viceversa ciascuno di essi si è adeguato ai cambiamenti e alle nuove modalità operative, intuendo ogni variazione per trarne il massimo beneficio. 

D’altronde la mafia siciliana, approfittando dell’ingente disponibilità fnanziaria realizzata dalle tradizionali attività illecite, può ora cogliere le opportunità offerte dai fondi dell’Unione Europea, ma non solo, ciò le permette di avere il controllo del territorio perpetrato non più – per come avveniva in passato – attraverso il ricorso di attività recrudescenti, bensì orientando le proprie attività negli appalti pubblici, grazie alle colluzioni presenti politicamente e amministrativamente nei processi decisionali degli enti locali, gli stessi soggetti che poi beneficeranno di queste società per favori personali, in particolare per accrescere il proprio consenso (con lo scambio di voto) tra la popolazione…

Quanti di quei fondi del PNRR stanno andando nelle mani di “cosa nostra” è difficile oggi a dirsi, sono certo comunque che tra qsicuramente tra qualche anno si scoprirà il buco economico e finanziario che è stato ahimè determinato…

Il problema a Catania… resta sempre quello: I colletti "grigi" e quel loro "Do ut des"…

Quanti post ho scritto in questi anni su quell’agenzia di riscossione… e cosa è cambiato…???
Nulla, si è continuato ad operare come se quelle notizie riportate dal sottoscritto non avessero alcun fondamento… 
Ma si… che scriva pure questo Sig. Nicola Costanzo… tanto che vuol fare??? Cambiare con le parole la realtà delle cose???
Non mi meraviglio quindi di leggere degli arresti di stamani, in particolare dei legali coinvolti…
Avevo già scritto un post a riguardo…
Già… s’intitolava casualmente: “Riscossione Sicilia??? Paradiso dei legali”.
Ed ora scopriamo che tra quegli arresti vi erano alcuni avvocati che grazie ad alcuni dipendenti infedeli di quella agenzia di riscossione, ricevevano informazioni riservate…
Ora sono in 29 le persone finite nell’inchiesta: tre sono in arresto e posti ai domiciliari, mentre in 26 restano indagati… 
Come ripeto spesso, le cose accadono perché c’è sempre qualcuno disposto a svendersi, a volte per migliaia di euro ed altre volte per poche decine…
Si resta basiti nell’ascoltare quelle intercettazioni ambientali, nel vedere come in maniera telematiche i documenti riservati diventavano di dominio pubblico, erano tutte informazioni utili, utilizzate da quello studio legale, in violazione a quanto previsto dai regolamenti interni di quell’agenzia di riscossione…
La cosa assurda è che tra gli indagati vi sono anche due dipendenti dell’Inps e un conservatore della camera di commercio di Catania…
Sì…la speranza è che qualcosa prima o poi cambierà in questa città… ma fintanto che conteremo soggetti che penseranno esclusivamente al proprio di orticello, ecco che di queste inchieste… vedrete, ne conteremo purtroppo ancora tante!!!
Gira e rigira i volti sono sempre gli stessi… con l’unica differenza che per questa volta, i visi sono quelli di Riscossione Sicilia… 

Ma che fine hanno fatto quei beni confiscati alla mafia???

Una cosa è certa, le confische hanno superato in questi anni, i provvedimenti di destinazione!!!
Sì… avrebbe dovuto rappresentare una grande opportunità alla lotta della criminalità organizzata, mentre invece si è dimostrata essere  totalmente fallimentare…
In particolare quanto svolto dalle istituzioni – che per l’appunto avrebbe dovuto far funzionare quei beni confiscati – ha fatto emergere gravi criticità operative, seguite da veri e propri interessi personali, ancor più disonesti di quanto compiuto da quegli stessi soggetti, a cui erano stati sottratti!!!
Non voglio ripetermi, ma soprattutto non voglio fare l’elenco di tutti quei presidenti, magistrati, prefetti, custodi, amministratori, consulenti, ecc… che con quel sistema “giudiziario”, ci hanno mangiato copiosamente…
Ma da noi si sa come finiscono quelle inchieste: “A tarallucci e vino”!!! 
Già, chi dovrà essere “coperto” affinché non faccia emergere quella corruttela di cui era a conoscenza, sarà trasferito presso un altra sede e pian piano, tutta quella vicenda di malaffare compiuto, verrà insabbiata…
Nel frattempo “cosa-nostra” ride e con loro ridono anche i suoi affiliati, che continuano a godere di quei beni confiscati (sono all’incirca 5.000…), in quanto gli stessi non vengono dallo Stato destinati ad alcun utilizzo…
Immobili, società, fabbricati industriali, terreni, macchinari, attrezzature varie, sparsi in ogni angolo della Sicilia, giacciono lì, come abbandonati… 
NO!!! Pardon… non abbandonati, ma a disposizione di quegli stessi uomini a cui erano stati di fatto confiscati!!!
Già… lo so, viene da ridere, ma se lo Stato e ancor più quei suoi referenti, si sono dimostrati succubi… come potrà mai cambiare questa nostra terra???
Non so se ci avete fatto caso, ma da alcuni anni non si parla più di beni confiscati… già è come se quell’Agenzia Nazionale (per l’amministrazione e la destinazione di quei beni) abbia subito una battuta d’arresto, rispetto agli anni precedenti, in cui ogni giorno si sentiva parlare di provvedimenti giudiziari.
Lo Stato purtroppo ha dimostrato in questa lotta il proprio fallimento!!!
I soggetti incaricati hanno evidenziato forti incapacità ma soprattutto “assoggettamento” non solo nei confronti di quei soggetti per i quali era intervenuto il provvedimento di restrizione, ma anche nei confronti di quel sistema, che li aveva posti lì affinché si salvaguardassero le continuità aziendali, ma soprattutto, non andasse perduto quel patrimonio immobiliare e mobiliare… 
Ed invece le società hanno chiuso i battenti, i lavoratori – come carne da macello – sono stati mandati a casa, senza ricevere da quello Stato – per il quale si era continuato ad operare durante il periodo di confisca – i propri compensi: Già basti sapere che il sottoscritto possiede un credito nei confronti di una società amministrata dallo Stato di ben €. 35.000 e nessuno di loro (SI NESSUNO ) si è fatto avanti per dire, scusi sa… ma forse abbiamo sbagliato!!!
E dire che quell’Agenzia era stata istituita per gestire i beni patrimoniali sottratti alla criminalità organizzata e fare in modo che quelle società, quei beni immobiliari non restassero improduttivi, ma fossero portati avanti attraverso politiche mirate e non per come avvenuto, con inconsistenti programmi che hanno trasformato il tutto, in qualcosa di sterile e improduttivo…
Certo, esistono anche ulteriori problematiche legate a quei provvedimenti (di cui negli anni ho scritto ampiamente), ad esempio tra questi, lo stato di fermo di quei beni a causa dei tempi della giustizia che subiscono solitamente lungaggini, nei processi di mafia…
Ecco perché quel contrasto tanto propagandato, ha subito non solo uno schiaffo morale, ma certamente una sconfitta sociale, sia per il grave danno che ha determinato nella nostra economia siciliana, che per la piaga occupazione colpita in maniera considerevole da quei provvedimenti giudiziari…
E’ evidente che c’è bisogno di una svolta e forse sarebbe il caso di chiedere aiuto a chi ne ha conosciuto nella pratica tutte le sue implicazioni e non rivolgersi a Enti o a dipendenti o consulenti delle istituzioni, che nulla comprendono in gestione o attività imprenditoriale, perché essi, per quel loro ruolo solitamente “inquadrato”, hanno da sempre svolto incarichi d’ufficio, senza aver dovuto mai prendere decisioni o iniziative personali, che abbiano successivamente avuto, ripercussioni anche all’esterno, in particolare sugli altri…
Analoga considerazione va fatta per molte “Associazioni di legalità“, che hanno evidenziato in questi anni, di non essere in grado di gestire quei beni sottratti alle mafie… anzi tutt’altro!!!
Ma alla fine so già come finirà…
Non cambierà nulla… perché a tutti va bene così!!!
D’altronde non si dice che: Tutto deve cambiare, perché tutto resti come prima”???
E allora continuiamo così…

Non è l'Arena: Fabrizio Corona, non tutti gli uomini sono uguali dinnanzi alla legge!!!

L’altra sera assistevo alla trasmissione presentata da Massimo Giletti… “Non è L’Arena“, che ha dimostrato essere stata dalle 23.21 quella con il più alto grado di preferenza, facendo schizzare l’audience di La7 in alto tra i programmi più seguiti!!!
Avrei voluto scrivere su quanto accaduto ieri sera, sul racconto, sulle sensazioni trasmesse, sullo scontro con il giornalista Mughini, ma quanto accaduto ieri sera, rappresenta perfettamente quanto il sottoscritto aveva evidenziato in questo blog, quattro anni fa…
Ed allora, vorrei riproporre quel post, per far comprendere come non sempre “gli uomini sono uguali dinnanzi alla legge”!!!
Esprimere il concetto di “due pesi due misure” è proprio l’esempio calzante di come la ns. giustizia valuti in modo diverso, persone e/o situazioni nei confronti delle quali occorrerebbe attribuire lo stesso peso e soprattutto lo stesso metro di misura, ovvero di giudizio…

Ciò purtroppo non è quanto avvenuto per Fabrizio Corona, dove i reati contestati (sicuramente la maggior parte dei quali legittimi e per i quali ha scontato la pena…) sono stati a mio modo di vedere, giudicati in maniera troppo severa, paragonati ad altri ben più gravi, commessi abitualmente da alcuni soggetti successivamente incriminati per omicidi, sequestri, associazioni mafiosa, a delinquere, corruzione, ecc…
Assistiamo difatti ogni giorno a come criminali, assassini, politici, godano di benefici (domiciliari o libertà vigilata con l’uso di braccialetti elettronici) per poi scoprire successivamente che appena liberi, hanno continuato a commettere reati, con le stesse modalità per le quali, erano stati già condannati!!

Sembra che l’aumento delle condanne nei confronti di Fabrizio Corona siano dovute alla “pericolosità sociale” del soggetto, ma vorrei comprendere di quale grave pericolosità sociale si parla…
Neanche fosse un capo della mafia… ma ditemi, chi sarà mai questo individuo???
Un pericoloso narcotrafficante che gode di appoggi dei cartelli colombiani, uno a cui è stata data la possibilità di controllare i trasporti del narcotraffico che viaggiano  dalla Colombia verso il ns. paese…???
Nel dettaglio, si è parlato di frequentazioni criminali (l‘ultima sentenza si è espressa pronunciando che il fatto non sussiste…) o di atteggiamenti fastidiosamente inclini alla violazione di ogni regola civile di convivenza, a cui andrebbero sommate le cospicui precedenti penali…
Ma scusate… abbiamo scoperto nel corso di questi anni come, alcuni nostri giocatori di calcio, abbiano avuto frequentazioni pericolose o anche di politici, banchieri, imprenditori, presidenti, ecc…  che in questi anni sono stati incriminati per le loro frequentazioni, che hanno evidenziato una vera e propria affiliazione con alcune associazioni mafiose…
Ed ancora, come dimenticare quelle inchieste su festini e “bunga bunga”, a base di escort, transessuali, cocaina (con relativo pagamento a nero di quelle prestazioni, ovviamente denaro certamente di provenienza illecita…), notizie che appena hanno cominciato a circolare, visti i soggetti coinvolti, sono state immediatamente rimosse o insabbiate…
D’altronde mi è sempre sorto il dubbio che alcune di quelle condanne (ripeto molte delle quali certamente giuste…. ) nei confronti di Fabrizio, siano state dovute principalmente per aver preso di mira alcuni personaggi “intoccabili“!!!
Chissà, forse certe documentazioni video/fotografiche, non dovevano essere portate a conoscenza di tutti… già, chiunque altro al suo posto, le avrebbe barattate con dei favori personali…
Certo, la magistratura ha contestato che quei documenti sono serviti per estorcere – da quegli ignari protagonisti coinvolti in “imbarazzanti” vicende personali – somme di denaro…
Ma non si tiene conto del fatto che egli avrebbe potuto ugualmente riceverli, se pur in misura inferiore, se fossero state vendute ai media, che si sa… sono sempre in cerca di scandali…
Quanto poi quelle testate avrebbero pubblicato le notizie è da dimostrare!!! Sì, non dobbiamo mai dimenticare che in Italia le testate giornalistiche sono nelle mani di esigui editori, che in queste circostanze dimostrano solitamente di proteggere quei loro amici… 
Ora per lui, questo è un momento particolare, in quanto deve riuscire a vivere questi giorni come un momento di riflessione, con la convinzione che all’esterno c’è ancora tanto da fare…
Sono emozioni importanti da cogliere, persone con cui condividere la propria vita ed altre certamente dimostratesi false, che vanno buttate nel cassonetto dell’indifferenziata… 
Potrà confortarsi con le persone che gli hanno voluto bene, ad iniziare dai propri familiari e giungendo a tutti gli amici che in questo periodo gli sono stati vicino… 
C’è un tempo per ogni cosa… ed ora forse è il tempo di riporre le armi.
Si dice che amore e odio, costituiscano da sempre gli estremi della esistenza di un uomo e che proprio attraverso le avversità e le contraddizioni della vita, si possa giungere ad avere un momento positivo, che incoraggia verso quella definitiva pace interiore… 
Concludo quindi caro Fabrizio con una frase di William Shakespeare che molto si attiene con le vicende raccontate ieri sera e che evidenziano quanto accaduto in quest’ultimo anno: La legge non può rendere giustizia… quando colui che detiene il potere (esecutivo) tiene in mano anche la legge!!!

A "Non è l'Arena", ospite Fabrizio Corona.

L’altra sera ho assistito alla trasmissione di Massimo Giletti, Non è l’Arena, che ha registrato un picco di ascolti alle 23.21, diventando il programma più seguito della serata e facendo volare l’audience di La7. Avrei voluto scrivere subito delle emozioni trasmesse, del racconto e dello scontro con il giornalista Mughini, ma ciò che è accaduto ieri sera rappresenta perfettamente quanto avevo già evidenziato in questo blog quattro anni fa.
Per questo, vorrei riproporre quel post, per far riflettere su come non sempre “gli uomini siano uguali davanti alla legge”. Il concetto di “due pesi e due misure” è l’esempio perfetto di come la nostra giustizia valuti in modo diverso persone e situazioni che, invece, meriterebbero lo stesso trattamento e lo stesso metro di giudizio.
Purtroppo, questo non è quanto avvenuto nel caso di Fabrizio Corona. I reati contestati (la maggior parte dei quali legittimi e per i quali ha scontato la pena) sono stati, a mio avviso, giudicati con eccessiva severità, soprattutto se paragonati a crimini ben più gravi commessi da altri: omicidi, sequestri, associazioni mafiose, corruzione e altro ancora. Ogni giorno assistiamo a criminali, assassini e persino politici che godono di benefici come arresti domiciliari o libertà vigilata, per poi scoprire che, una volta liberi, continuano a commettere reati con le stesse modalità per cui erano stati condannati.
Nel caso di Corona, si è parlato di una presunta “pericolosità sociale”, ma mi chiedo: di quale pericolosità stiamo parlando? Non è certo un capo mafia, né un narcotrafficante con legami ai cartelli colombiani. L’ultima sentenza ha persino escluso le frequentazioni criminali a lui attribuite. Allora, perché tanta severità? Forse perché ha osato sfidare personaggi “intoccabili”?
Negli anni, abbiamo visto calciatori, politici, banchieri e imprenditori coinvolti in scandali legati alla mafia o in vicende come i “bunga bunga”, festini con escort, cocaina e pagamenti in nero. Eppure, nonostante le prove, molte di queste storie sono state insabbiate o dimenticate in fretta. Perché? Perché i protagonisti erano troppo potenti per essere toccati.
Mi è sempre sembrato che alcune condanne a carico di Corona (molte delle quali giuste, lo ammetto) siano state influenzate dal fatto che abbia preso di mira personaggi che preferivano rimanere nell’ombra. Chissà, forse quelle foto e quei video non avrebbero mai dovuto vedere la luce. Chiunque altro, al suo posto, avrebbe usato quel materiale per ottenere favori personali. Lui, invece, è stato accusato di estorsione, ma non si è considerato che avrebbe potuto vendere quelle prove ai media, che sono sempre alla ricerca di scandali. Peccato che in Italia i media siano controllati da pochi editori, spesso pronti a proteggere i loro amici.
Ora, per Corona, è un momento di riflessione. Deve guardare avanti, consapevole che fuori c’è ancora tanto da fare. È il momento di distinguere chi gli è stato vicino da chi si è dimostrato falso. Deve trovare conforto nelle persone che gli hanno voluto bene: la famiglia, gli amici, chi non lo ha abbandonato.
C’è un tempo per ogni cosa, e forse per lui è arrivato il momento di deporre le armi. L’amore e l’odio sono i due estremi che segnano l’esistenza di un uomo, e spesso è proprio attraverso le avversità che si raggiunge una pace interiore. Concludo con una frase di William Shakespeare, che ben si adatta a quanto accaduto ieri sera e a quanto vissuto in quest’ultimo anno: “La legge non può rendere giustizia… quando colui che detiene il potere tiene in mano anche la legge.”

Non è l'Arena: Fabrizio Corona, non tutti gli uomini sono uguali dinnanzi alla legge!!!

L’altra sera assistevo alla trasmissione presentata da Massimo Giletti… “Non è L’Arena“, che ha dimostrato essere stata dalle 23.21 quella con il più alto grado di preferenza, facendo schizzare l’audience di La7 in alto tra i programmi più seguiti!!!
Avrei voluto scrivere su quanto accaduto ieri sera, sul racconto, sulle sensazioni trasmesse, sullo scontro con il giornalista Mughini, ma quanto accaduto ieri sera, rappresenta perfettamente quanto il sottoscritto aveva evidenziato in questo blog, quattro anni fa…
Ed allora, vorrei riproporre quel post, per far comprendere come non sempre “gli uomini sono uguali dinnanzi alla legge”!!!
Esprimere il concetto di “due pesi due misure” è proprio l’esempio calzante di come la ns. giustizia valuti in modo diverso, persone e/o situazioni nei confronti delle quali occorrerebbe attribuire lo stesso peso e soprattutto lo stesso metro di misura, ovvero di giudizio…

Ciò purtroppo non è quanto avvenuto per Fabrizio Corona, dove i reati contestati (sicuramente la maggior parte dei quali legittimi e per i quali ha scontato la pena…) sono stati a mio modo di vedere, giudicati in maniera troppo severa, paragonati ad altri ben più gravi, commessi abitualmente da alcuni soggetti successivamente incriminati per omicidi, sequestri, associazioni mafiosa, a delinquere, corruzione, ecc…
Assistiamo difatti ogni giorno a come criminali, assassini, politici, godano di benefici (domiciliari o libertà vigilata con l’uso di braccialetti elettronici) per poi scoprire successivamente che appena liberi, hanno continuato a commettere reati, con le stesse modalità per le quali, erano stati già condannati!!

Sembra che l’aumento delle condanne nei confronti di Fabrizio Corona siano dovute alla “pericolosità sociale” del soggetto, ma vorrei comprendere di quale grave pericolosità sociale si parla…
Neanche fosse un capo della mafia… ma ditemi, chi sarà mai questo individuo???
Un pericoloso narcotrafficante che gode di appoggi dei cartelli colombiani, uno a cui è stata data la possibilità di controllare i trasporti del narcotraffico che viaggiano  dalla Colombia verso il ns. paese…???
Nel dettaglio, si è parlato di frequentazioni criminali (l‘ultima sentenza si è espressa pronunciando che il fatto non sussiste…) o di atteggiamenti fastidiosamente inclini alla violazione di ogni regola civile di convivenza, a cui andrebbero sommate le cospicui precedenti penali…
Ma scusate… abbiamo scoperto nel corso di questi anni come, alcuni nostri giocatori di calcio, abbiano avuto frequentazioni pericolose o anche di politici, banchieri, imprenditori, presidenti, ecc…  che in questi anni sono stati incriminati per le loro frequentazioni, che hanno evidenziato una vera e propria affiliazione con alcune associazioni mafiose…
Ed ancora, come dimenticare quelle inchieste su festini e “bunga bunga”, a base di escort, transessuali, cocaina (con relativo pagamento a nero di quelle prestazioni, ovviamente denaro certamente di provenienza illecita…), notizie che appena hanno cominciato a circolare, visti i soggetti coinvolti, sono state immediatamente rimosse o insabbiate…
D’altronde mi è sempre sorto il dubbio che alcune di quelle condanne (ripeto molte delle quali certamente giuste…. ) nei confronti di Fabrizio, siano state dovute principalmente per aver preso di mira alcuni personaggi “intoccabili“!!!
Chissà, forse certe documentazioni video/fotografiche, non dovevano essere portate a conoscenza di tutti… già, chiunque altro al suo posto, le avrebbe barattate con dei favori personali…
Certo, la magistratura ha contestato che quei documenti sono serviti per estorcere – da quegli ignari protagonisti coinvolti in “imbarazzanti” vicende personali – somme di denaro…
Ma non si tiene conto del fatto che egli avrebbe potuto ugualmente riceverli, se pur in misura inferiore, se fossero state vendute ai media, che si sa… sono sempre in cerca di scandali…
Quanto poi quelle testate avrebbero pubblicato le notizie è da dimostrare!!! Sì, non dobbiamo mai dimenticare che in Italia le testate giornalistiche sono nelle mani di esigui editori, che in queste circostanze dimostrano solitamente di proteggere quei loro amici… 
Ora per lui, questo è un momento particolare, in quanto deve riuscire a vivere questi giorni come un momento di riflessione, con la convinzione che all’esterno c’è ancora tanto da fare…
Sono emozioni importanti da cogliere, persone con cui condividere la propria vita ed altre certamente dimostratesi false, che vanno buttate nel cassonetto dell’indifferenziata… 
Potrà confortarsi con le persone che gli hanno voluto bene, ad iniziare dai propri familiari e giungendo a tutti gli amici che in questo periodo gli sono stati vicino… 
C’è un tempo per ogni cosa… ed ora forse è il tempo di riporre le armi.
Si dice che amore e odio, costituiscano da sempre gli estremi della esistenza di un uomo e che proprio attraverso le avversità e le contraddizioni della vita, si possa giungere ad avere un momento positivo, che incoraggia verso quella definitiva pace interiore… 
Concludo quindi caro Fabrizio con una frase di William Shakespeare che molto si attiene con le vicende raccontate ieri sera e che evidenziano quanto accaduto in quest’ultimo anno: La legge non può rendere giustizia… quando colui che detiene il potere (esecutivo) tiene in mano anche la legge!!!

Come difendersi dalle Agenzie di riscossione – Parte finale!!!


E se dobbiamo difenderci dal pignoramento di Agenzia Entrate Riscossione???

Se, dopo la notifica della cartella di pagamento, Agenzia Entrate Riscossione è passata all’attacco con un pignoramento ci sono due mezzi di difesa oltre al ricorso.
Qualora l’Agenzia Entrate Riscossione abbia già avviato il pignoramento, prima che sia disposta la vendita o l’assegnazione, il debitore può chiedere di sostituire ai beni o ai crediti pignorati una somma di denaro pari, oltre alle spese di esecuzione, all’importo dovuto al creditore pignorante e ai crediti intervenuti, comprensivo del capitale e delle spese. In tal modo i beni pignorati vengono liberati e tornano nella disponibilità del debitore.
Quando il valore dei beni pignorati è superiore all’importo delle spese dell’esecuzione e dei crediti dovuti al creditore pignorante e agli eventuali creditori intervenuti, comprensivo del capitale, degli interessi e delle spese, il debitore può presentare al giudice dell’esecuzione un’istanza (anche orale) di riduzione del pignoramento.
L’istanza può essere proposta in qualsiasi fase della procedura esecutiva, finché non si sia proceduto alla vendita dei beni. La riduzione può essere disposta anche d’ufficio.
Il giudice decide con ordinanza non impugnabile, sentito il creditore pignorante.
Come chiedere la compensazione della cartella di pagamento

Se proprio non ci sono motivi di opposizione contro la cartella di pagamento e ti sembra che l’unica soluzione sia pagare, hai un altro metodo per difenderti da Agenzia Entrate Riscossione: quello di chiedere la compensazione con eventuali crediti che vanti nei confronti dell’erario. 

In particolare, si può estinguere le cartelle di pagamento, relativamente a tributi erariali (imposte sui redditi e addizionali, Iva, Registro e altri tributi indiretti, Irap, ecc.) e relativi oneri accessori (compresi gli aggi e le spese a favore dell’Agente della riscossione) mediante compensazione con crediti relativi alle imposte erariali stesse. Per fare ciò, bisogna utilizzare, nei sessanta giorni dalla notifica (pagamento tempestivo), il modello F24 Accise (codice tributo RUOL).

Se il pagamento riguarda solo una parte delle somme dovute, il contribuente può presentare ad Agenzia Entrate Riscossione un modulo specifico (reperibile sul sito di Agenzia Entrate Riscossione), con cui dichiara l’avvenuto pagamento in compensazione tramite F24 Accise e indica eventualmente a quale parte del debito erariale imputare il pagamento. 

In quest’ultimo caso, la scelta dei debiti da compensare va effettuata: entro 3 giorni dal conferimento della delega di pagamento, se il contribuente presenta il modello F24 Accise tramite banche, poste ed Entratel contestualmente, se il contribuente presenta l’F24 Accise agli sportelli dell’Agente della riscossione.

Non è possibile utilizzare i crediti in compensazione nel modello F24 quando sono presenti debiti iscritti a ruolo per imposte erariali ed accessori, di importo superiore a 1.500 euro, per i quali è scaduto il termine di pagamento. In tali casi, è necessario estinguere prima i debiti erariali iscritti a ruolo e scaduti. 

Dopo di che, si potranno utilizzare in compensazione i crediti disponibili. 

Il divieto riguarda esclusivamente l’ipotesi di cosiddetta «compensazione orizzontale» (cioè, fra tributi di diversa tipologia tramite il modello F24) e non la cosiddetta compensazione «verticale», che interviene nell’ambito dello stesso tributo (per esempio, quella Irpef con Irpef).

L’erede non paga le sanzioni
Se arriva una cartella esattoriale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione intestata ad un defunto, gli eredi non devono pagare le sanzioni.

A tal fine, potranno fare un’istanza di sgravio alla stessa Agenzia delle Entrate Riscossione.

In secondo luogo, potranno evitare di pagare se rinunciano all’eredità. Ma se accettano l’eredità con beneficio di inventario, ridurranno la propria responsabilità solo ai beni ottenuti con la successione. Significa che se decidono di non pagare, l’Agenzia delle Entrate Riscossione potrebbe pignorare solo i beni ereditati e non quelli del patrimonio personale.
In secondo luogo, l’erede può evitare di pagare se rinuncia all’eredità.

Invece, accettando l’eredità con beneficio di inventario ridurrà la propria responsabilità solo ai beni ottenuti con la successione: in buona sostanza, qualora decidesse di non pagare, l’esattore potrebbe pignorare solo i beni ereditati e non quelli del patrimonio personale.

Legge salva-suicidi e l’accordo con Agenzia Entrate Riscossione
Abbiamo detto, in apertura di questo articolo, che non sono possibili «accordi personalizzati» con Agenzia Entrate Riscossione per annullare il debito.
Tuttavia è possibile ricorrere alla cosiddetta legge salva-suicidi o anche detta legge sul sovra-indebitamento che consente una riduzione sostanziale dell’esposizione.

In particolare: per le obbligazioni contratte a seguito della propria attività lavorativa o professionale, si presenta in tribunale un programma di pagamento che deve trovare il consenso di almeno il 60% dei creditori; l’accordo viene poi ratificato dal tribunale (è il cosiddetto accordo coi creditori). Secondo la giurisprudenza questo iter si può azionare anche quando il creditore è uno solo, ossia l’Agenzia Entrate Riscossione. 

Con la legge salva suicidi, chi non per sua colpa non ha pagato le cartelle esattoriali e l’esposizione è talmente alta da non consentirgli di rimediare coi redditi di cui dispone, può quindi proporre all’Esattore un “saldo e stralcio”. 
Il programma di liquidazione va presentato a mezzo di un organismo di composizione della crisi (anche un avvocato o un commercialista); per tutte le altre obbligazioni (non quindi quelle collegate all’impresa o all’attività lavorativa) si può ottenere la decurtazione del debito direttamente dal tribunale, senza il consenso dei creditori (cosiddetta procedura del piano del consumatore). 

Qui è il giudice a valutare la meritevolezza dell’offerta fatta dal contribuente e, se la valuta positivamente, accorda il taglio sul debito (che, a volte, può raggiungere cifre fino al 70-80%; in ultimo è possibile disporre la vendita dei propri beni attraverso il tribunale e procedendo alla ripartizione del ricavato tra i creditori (cosiddetta procedura di liquidazione del patrimonio).
Con quest’ultimo post… sono state esaminate tutte le possibili soluzioni, su come difendersi da quell’invio “il più delle volte fastidio” delle cartelle esattoriali da parte delle nostre Agenzie delle Entrate… le quali, non sempre dimostrano di essere corrette, ma che creano a ciascuno di noi… esclusivamente scocciature… per tutto il tempo, che portano naturalmente via, a causa delle dovute giustificazioni!!!

Come difendersi dalle Agenzie di riscossioni: parte terza

Un altro espediente solitamente usato per difendersi dalle cartelle di pagamento è far rilevare la prescrizione. 

Si tratta, in buona sostanza, del decorso del tempo che intercorre tra una cartella di pagamento e un’altra (se riferite allo stesso debito), tra l’avviso di pagamento (l’atto prodromico) e la successiva cartella o tra la cartella e l’eventuale pignoramento. 
Il contribuente può far annullare la richiesta di pagamento se, per numerosi anni, nessuno si è fatto vivo e non gli sono stati notificati solleciti. 
Questi termini di prescrizione sono diversi a seconda del tipo di tassa in gioco. 
In particolare: crediti Inps e Inail per contributi previdenziali: prescrizione in 5 anni; crediti dell’Agenzia delle Entrate per Irpef, Irap, Iva e altre imposte erariali: prescrizione in 10 anni (con qualche precedente che pala di 5 anni); crediti del Comune per multe stradali: prescrizione in 5 anni; crediti dello Stato per canone Rai: prescrizione in 10 anni; crediti della Regione per bollo auto: prescrizione in 3 anni; crediti del Comune per Imu, Tasi, Tari, Tarsu, Ici: prescrizione in 5 anni.
Cosa fare se la cartella di pagamento di Agenzia Entrate Riscossione è prescritta?
La cosa più immediata e naturale sarebbe quella di chiedere uno sgravio della cartella stessa dalle somme non più dovute. 
Tuttavia, per quanto semplice, tale operazione può risultare problematica: ciò a causa della scarsa collaborazione da parte degli uffici dell’Agente della riscossione, pur dinanzi a conclamate ragioni del contribuente. 
Insomma gli uffici se ne lavano spesso le mani rimandando il contribuente all’Ente titolare del credito, mentre quest’ultimo, a sua volta, si scrolla di dosso ogni decisione in merito, sostenendo di aver inviato per tempo il ruolo all’esattore. 
Si può quindi presentare una istanza in autotutela da presentare all’ente titolare del credito e, per conoscenza, all’Agenzia Entrate Riscossione, ma il mezzo migliore è quello di fare ricorso al giudice. Anche in questo caso, bisogna però rispettare i termini di legge: 30 giorni per le cartelle relative a multe stradali (la competenza è del giudice di pace); 40 giorni per le cartelle relative a contributi previdenziali Inps e Inail (la competenza è del tribunale ordinario, sezione lavoro); 60 giorni in tutti gli altri casi, ossia imposte e tributi (la competenza è della Commissione Tributaria Provinciale).
Diversa dalla prescrizione è la decadenza. Anche questa eccezione si fonda sul mancato rispetto dei termini, ma in questo caso si tratta dei termini massimi che devono necessariamente decorrere tra l’iscrizione a ruolo del debito e la notifica della prima cartella. 
Tutto avviene nel seguente modo: dopo che l’ente titolare del credito ha inviato l’avviso di pagamento ed ha accertato l’inadempimento definitivo (scaduti cioè i termini per il versamento) delega l’Agente della riscossione del recupero coattivo delle somme. 
Questa attività si sostanzia con l’iscrizione a ruolo dell’importo. 
La data in cui avviene l’iscrizione a ruolo viene poi riportata sulla cartella esattoriale, per cui il contribuente può sempre verificarla; tra la data di notifica della cartella e la data di iscrizione a ruolo non devono decorrere, nella gran parte dei casi, più di due anni. 
Diversamente la cartella è illegittima.
Altro motivo di eccezione è relativo al rispetto dei termini di efficacia della cartella. 
Essa consente il pignoramento solo entro un anno dalla sua notifica. 
Se il pignoramento dovesse avvenire più tardi di tale termine è necessaria la notifica di un ulteriore atto, detto «intimazione di pagamento» il quale, a sua volta, ha un’efficacia limitata a 180 giorni. 
Questo non toglie che, spirata l’efficacia dell’intimazione di pagamento, non se ne possa notificare un secondo, un terzo, ecc.; ma di certo, prima di tale adempimento, non può intervenire alcun pignoramento.
La cartella è illegittima se, nel richiedere il pagamento dell’imposta o della sanzione insieme agli interessi, indica un’unica somma senza invece distinguerle. Secondo la giurisprudenza, deve essere chiaro e trasparente il metodo di calcolo degli interessi, le annualità calcolate e il saggio di ogni singolo anno. 
Solo in questo modo è possibile consentire al contribuente di esercitare un controllo sul “conto definitivo”.
In ogni caso, l’errata o omessa indicazione dei criteri di calcolo degli interessi non rende nulla tutta la cartella ma solo la parte degli interessi.
La cartella deve sempre indicare per quali ragioni bisogna pagare, ossia il tributo o la sanzione a cui le somme si riferiscono. È il cosiddetto obbligo di motivazione che richiede, in alternativa, l’indicazione dell’atto precedentemente notificato al contribuente dal quale evincere la causale. 
La motivazione è condizione di validità della cartella.
La cartella di pagamento non deve necessariamente indicare la firma del suo “autore”, il quale può essere indicato nel corpo dell’atto. 
L’importante è che il responsabile del procedimento sia sempre indicato con nome e cognome.
Secondo alcuni giudici, Agenzia Entrate e Agenzia Entrate Riscossione possono stare in causa solo a mezzo di personale interno e non con avvocati esterni. 
La conseguenza è che la difesa dell’Esattore è nulla, il giudice non può ascoltare le eccezioni da questa sollevata né tenere in considerazione i documenti di prova prodotti. 
«L’errata costituzione – determinata dall’impossibilità di concedere delega a soggetti non interni all’ufficio – può essere rilevata in qualsiasi grado di giudizio dal magistrato». 
Tradotto significa che se un contribuente ha già impugnato una cartella esattoriale e ha perso la causa per qualsiasi altra ragione, qualora siano ancora aperti i termini per fare appello o ricorso in cassazione, può ugualmente sollevare l’eccezione in questione – quella cioè di difetto di costituzione – anche se non lo aveva fatto in primo grado (magari perché non ne sapeva l’esistenza). 
Questo perché a dover rilevare il difetto di rappresentanza degli avvocati esterni all’Agente della riscossione doveva essere il giudice e non tanto il contribuente. 
Con la conseguenza che si tratta di una censura che può essere mossa in qualsiasi stato e grado della causa.Mediazione obbligatoria
Tutte le cartelle per importi non superiori a 50.000 euro che si impugnano davanti alla Commissione tributaria non possono essere depositate direttamente davanti al giudice ma vanno prima notificati all’Esattore con una proposta di reclamo-mediazione in cui si tenta un accordo per rettificare eventuali errori.
Passiamo a  scoprire come chiedere la dilazione della cartella di pagamento…
Chiedendo ad Agenzia Entrate Riscossione la rateazione del debito puoi sospendere la cartella di pagamento, ossia fare in modo che non vengano eseguiti pignoramenti, fermi o ipoteche. 
Esistono tre possibilità diverse: debiti fino a 60.000 euro: piano ordinario. 
È possibile chiedere la cosiddetta rateazione ordinaria a 72 rate (6 anni), senza dover presentare documentazione per documentare la propria difficoltà economica. 
La richiesta può essere fatta anche online. 
Si può scegliere tra rate costanti o crescenti; debiti superiori a 60.000 euro: piano ordinario. 
Si può chiedere la rateazione fino a 72 rate (6 anni) ma dimostrando la propria difficoltà economica. 
In particolare si può chiedere la rateizzazione presentando una domanda e allegando la certificazione relativa all’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) del tuo nucleo familiare per attestare la temporanea situazione di obiettiva difficoltà economica. Se la richiesta è accolta, accedi e al piano ordinario che ti consente di pagare il debito fino a un massimo di 72 rate (6 anni). 
Puoi scegliere tra rate costanti o rate crescenti; piano straordinario: se non sei in grado di sostenere il pagamento del debito secondo un piano ordinario in 72 rate mensili, puoi ottenere una rateizzazione fino a 120 rate di importo costante. 
Deve risultare la comprovata e grave situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica e per ragioni estranee alla propria responsabilità. Innanzitutto, è necessario dimostrare di non poter pagare il debito secondo i criteri previsti per un piano ordinario. 
Condizione che si verifica quando l’importo della rata è superiore al 20% del reddito mensile del tuo nucleo familiare, risultante dall’Indicatore della situazione reddituale (ISR) riportato nel modello ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente). 
In questo caso, puoi presentare una domanda di rateizzazione, dichiarando di trovarti in una comprovata e grave difficoltà legata alla congiuntura economica per ragioni estranee alla tua responsabilità, allegando la certificazione relativa all’ISEE del tuo nucleo familiare, comprensiva del quadro N- Indicatore della situazione reddituale, debitamente valorizzato.
Una volta presentata l’istanza di rateazione: Agenzia Entrate Riscossione non può procedere a iscrivere fermi o ipoteche o intraprendere pignoramenti non ancora iniziati; i pignoramenti già in corso vengono sospesi e abbandonati dopo il pagamento della prima rata; fermi e ipoteche già iscritti non vengono cancellati, ma limitatamente al caso del fermo è possibile, dimostrando l’avvenuto pagamento della prima rata, ottenere una quietanza di pagamento e ritornare a circolare.

Cartella esattoriale??? Parte seconda…

Abbiamo visto nella prima parte alcuni modi per contestare le richieste di pagamento… ora esaminiamo una istanza in autotutela e/o ricorso al Garante del Contribuente…
Nulla vieta di presentare una istanza in autotutela: si tratta di un ricorso che non ha termini e che può essere spedito (anche con Pec) in qualsiasi momento. 
Non sospende in automatico la cartella né obbliga l’amministrazione a rispondere. 
Tuttavia, in caso di errori macroscopici, può essere risolutivo. 
L’istanza in autotutela non deve rispettare formule particolari: l’importante è chiarire gli estremi dell’atto e le ragioni della sua nullità. 
L’istanza va inviata sia ad Agenzia Entrate Riscossione che all’ente titolare del credito. 
Puoi procedere con raccomandata a.r. o con posta certificata, senza necessità della difesa di un avvocato e senza pagare un euro…  
Due sono i problemi di questa procedura: l’amministrazione non è tenuta a rispondere all’autotutela e, se non lo fa, il silenzio si considera come rigetto dell’istanza (non quindi un «accoglimento» come invece con l’istanza «cartelle pazze» di cui abbiamo parlato sopra); a differenza dell’istanza «cartelle pazze», il ricorso in autotutela non sospende la cartella che, pertanto, può sempre essere “azionata”: in altre parole, si può subire un fermo, un’ipoteca o un pignoramento nonostante la richiesta in autotutela. 
Detta istanza non sospende neanche il decorso dei termini per agire in tribunale e presentare impugnazione contro la cartella. 
Questo significa che, se in prossimità della scadenza dei termini per agire in giudizio non si è ricevuto alcuna risposta dall’amministrazione, sarà sempre meglio avviare anche la causa per non doversi poi trovare con la sorpresa di un rigetto dell’istanza.
Per rendere l’istanza in autotutela più “decisa” è possibile indirizzarla anche al Garante del Contribuente; sebbene questi non ha la possibilità di annullare l’atto o di ordinare al fisco come comportarsi, i suoi pareri sono comunque importanti e possono essere di indirizzo anche al giudice in caso di successivo contenzioso. 
Il ricorso al Garante può essere fatto anche autonomamente, in sostituzione o successivamente al ricorso in autotutela.
Entro quanto tempo impugnare la cartella di pagamento?
Per impugnare la cartella di pagamento, il contribuente deve rispettare dei termini precisi: 60 giorni dalla notifica della cartella se gli viene richiesto il pagamento di tasse e tributi (Ici, Imu, Tasi, Tari, Irpef, Iva, imposta di registro, bollo auto e, comunque, tutte le somme di competenza dell’Agenzia delle Entrate): in tal caso il ricorso va presentato alla Commissione tributaria; 30 giorni dalla notifica della cartella se gli viene richiesto il pagamento di multe: in tal caso il ricorso va presentato al giudice di pace; 40 giorni dalla notifica della cartella se gli viene richiesto il pagamento di contributi previdenziali: in tal caso il ricorso va presentato al tribunale ordinario, sezione lavoro.
A questi termini si applica la sospensione feriale (non va computato il periodo 1-31 agosto). 
C’è però un’eccezione a questa regola, applicabile solo agli avvisi di accertamento se il contribuente abbia presentato istanza di accertamento con adesione. 
In questo caso i giorni per presentare il ricorso diventano 150: ai 60 giorni dalla notifica dell’atto se ne aggiungono altri 90 per consentire di espletare la procedura di adesione.
I termini invece sono diversi se si ricorre contro il pignoramento. 
In tal caso, se ci si oppone a vizi di procedura e formali, si hanno solo 20 giorni, altrimenti non ci sono termini e il contribuente può ricorrere in qualsiasi momento, almeno finché l’esecuzione forzata e l’espropriazione (del bene o del denaro) non è già avvenuta.
Venendo ora ai singoli mezzi per difendersi da Agenzia Entrate Riscossione, e quindi alle varie eccezioni da sollevare nell’atto di opposizione contro la cartella esattoriale, vediamo qual è il più usato dai contribuenti.
Abbiamo detto che la cartella di pagamento non è il primo atto che riceve il contribuente ma solo quello che anticipa l’esecuzione forzata, ossia il pignoramento. 
Essa è infatti un titolo esecutivo, un documento che accerta l’esistenza di un debito. 
Ma prima di essa ci sono una serie di procedure interne che si manifestano al contribuente attraverso la notifica dell’avviso di pagamento (anche detto «atto prodromico» appunto perché “viene prima” della cartella medesima). 
Se l’interessato non ha ricevuto tale atto anche la cartella è nulla. 
La ragione è semplice: in una situazione del genere gli verrebbe precluso difendersi e impugnare l’originaria pretesa. 
Quindi se con la cartella è la prima volta che vieni a conoscenza del tuo debito, puoi fare ricorso al giudice per far annullare la cartella stessa. 
Attenzione: il ricorso deve rispettare i termini di legge ossia: 30 giorni per le cartelle relative a multe stradali (la competenza è del giudice di pace); 40 giorni per le cartelle relative a contributi previdenziali Inps e Inail (la competenza è del tribunale ordinario, sezione lavoro); 60 giorni in tutti gli altri casi, ossia imposte e tributi (la competenza è della Commissione Tributaria Provinciale).
Certo, potrebbe essere che l’atto prodromico ti sia stato notificato ma che tu non lo abbia saputo magari perché assente o in vacanza o perché qualcuno della tua famiglia ha ritirato la raccomandata per te. 
A questo punto, per non fare cause inutili (che peraltro potrebbero comportare la condanna alle spese), ti consiglio di fare prima una istanza di accesso agli atti amministrativi: devi cioè recarti agli uffici di Agenzia Entrate Riscossione e chiedere una copia dei documenti che comprovano l’avvenuta notifica. 
Ti devono essere forniti entro 30 giorni. 
In questo modo potrai sapere se l’originario avviso di pagamento ti era stato notificato o meno. 
In particolare sappi che: se nel momento in cui è passato il postino tu non eri a casa, questi deve aver lasciato in cassetta un avviso con l’indicazione che la cartella è in giacenza presso l’ufficio postale o presso il Comune; 
inoltre ti deve essere inviata una seconda raccomandata (dovresti aver ricevuto anche questa) che ti avvisa della suddetta giacenza. 
Se così non fosse, la notifica sarebbe nulla e potresti far annullare la cartella; se il postino ha invece consegnato la cartella a un familiare convivente o al portiere (ebbene sì… lo può fare se tu non sei a casa…), non deve inviarti una seconda raccomandata informativa. 
Pertanto spetta a te informarti da chi vive insieme a te se, in tua assenza, è stata consegnata una raccomandata.
Se ritieni che la firma sulla raccomandata non è la tua, puoi sempre contestare la notifica ma devi dimostrare la falsità della stessa con un procedimento che si chiama «querela di falso» e che allunga un po’ i tempi…
Ecco quanto sopra, rappresenta un’ulteriore possibilità per dare risposte certe, ad eventuali notifiche inesatte o quantomeno non dovute… 
Naturalmente ci tengo a precisare nuovamente, quanto avevo in precedenza riportato e cioè che lo scopo di evidenziare queste precise modalità, serve per potersi difendersi da eventuali ingiustizie compiute da parte degli enti di riscossione e non per creare procedure ambigue, esclusivamente per rifiutarsi di pagare quanto realmente dovuto!!! 

Hai ricevuto una cartella esattoriale??? Ecco alcuni modi per contestare quella richiesta di pagamento!!!

Avete ricevuto una cartella di pagamento ed ora, prima di pagare, vorresti sapere se c’è qualche errore, oppure qualche motivo per potersi opporre…

Non è la prima volta che quelle cartelle dimostrino d’avere qualche difetto di forma o errori di procedura, spesso commessi dall’Agente di riscossione…
Il semplice fatto, peraltro, che la competenza per l’esazione dei tributi sia passata dal primo luglio 2017, da Equitalia ad Agenzia Entrate Riscossione, non ha modificato le possibili difese che il contribuente aveva…
In parole povere significa che i vecchi motivi di impugnazione contro le richieste di pagamento, possono essere oggi riutilizzati e quindi vi starete chiedendo quali metodologie è possibile adottare…
I motivi di opposizione, a differenza di quanto si potrebbe pensare sono molteplici e quindi in questa prima parte ne affronteremo solo alcuni, 
Prima quindi di passare a valutare quali sono i singoli motivi da utilizzare per contestare una cartella di pagamento, dobbiamo precisare una questione che il più delle volte viene ignorata. 
Quando arriva la cartella esattoriale il contribuente è già stato allertato della morosità che lo interessa (e se non lo è stato, si tratta di un motivo di impugnazione, come vedremo a breve). 
Quanto sopra significa che ha già ricevuto un atto con l’intimazione di pagamento da parte dell’ente titolare del credito (Agenzia Entrate, Inps, Comune, Regione, ecc.). 
Dunque, egli non può, con l’opposizione alla cartella, rimettere in discussione i vizi del precedente atto come, ad esempio, l’esistenza del debito, la sua entità, la legittimazione passiva a pagare (il fatto cioè che l’atto dovesse essere indirizzato a un’altra persona). 
Il contribuente può solo contestare tutti gli errori commessi dall’amministrazione dopo l’invio del primo avviso di pagamento, errori che di solito riguardano il rispetto dei tempi (decadenza e prescrizione), la stampa della cartella esattoriale o la sua notifica. 
Del resto, se così non fosse, vorrebbe dire che la notifica della cartella riaprirebbe i termini per impugnare l’atto di accertamento, impugnazione che, invece, ha dei tempi categorici e prefissati dalla legge.
La seconda cosa importante da sapere è che con Agenzia Entrate Riscossione non sono possibili accordi a saldo e stralcio o altre intese che non siano già disciplinate dalla legge e valide per tutti.
Diversamente si avvallerebbero trattamenti di favore di un contribuente rispetto ad altri a seconda della maggiore o minore accondiscendenza del singolo ufficio o funzionario. 
Dunque, se hai ricevuto un avviso di pagamento non credere che, andando allo sportello o parlando con il dirigente, potrai trovare un’intesa. 
Tutto ciò che ti è consentito fare è: fare ricorso al giudice; chiedere la sospensione automatica (vedremo che, per questa, ci sono termini e condizioni per poter procedere); presentare un’istanza per l’annullamento della cartella in autotutela; chiedere una rateazione (in tal modo pagherai a rate, con un piano di dilazione che, di norma, è a 72 rate e che non richiede di dover dimostrare la propria incapacità economica); oppure… infine, pagare!!!
Quando parliamo di eccezioni contro la cartella di pagamento intendiamo dire tutte le possibili contestazioni che, nell’atto di ricorso, vengono sollevate davanti al giudice affinché questi annulli l’atto dell’esattore. 
Uno stesso ricorso può contenere svariate eccezioni in modo che, se una di queste dovesse essere rigettata dal tribunale, ci sarebbero ugualmente le altre su cui confidare. 
Di solito, più eccezioni si hanno “nel proprio arco”, più possibilità ci sono per difendersi da Agenzia Entrate Riscossione…
A differenza a quanto spesso si crede, il ricorso non sospende l’esecuzione forzata; questo vuol dire che, se la causa dura a lungo, l’Agenzia di riscossione può, nel frattempo, procedere ugualmente al pignoramento. 
Anzi, per quanto riguarda gli avvisi di accertamento notificati per imposte dirette, Irap ed Iva è previsto l’obbligo di versare un terzo delle sole imposte pretese, oltre interessi, in pendenza del primo grado di giudizio.
Proviamo quindi a sospendere la cartella di pagamento…
In verità, la prima cosa a cui si pensa nel momento in cui si riceve una cartella di pagamento, è tentare di “bloccarla” ossia di sospendere la sua efficacia e, quindi, la possibilità che ha l’esattore di effettuare un pignoramento nel frattempo in cui si ricercano i soldi o magari si ragiona se fare opposizione o meno. 

Se la cartella viene sospesa, infatti, Agenzia Entrate Riscossione non può eseguire né pignoramenti, né fermi auto, né ipoteche. 

Insomma, l’esecuzione forzata esattoriale viene bloccata in attesa di una decisione definitiva sulla legittimità della cartella stessa.
Per sospendere una cartella di pagamento, l’avvocato tradizionale ti dirà che c’è bisogno di un ricorso al giudice e che sarà quest’ultimo, alla prima udienza, a decidere se bloccare o meno l’efficacia esecutiva della cartella. 
Ciò è corretto, ma non è l’unico rimedio… ne esiste un altro, sicuramente più efficace, veloce e soprattutto economico, ed è quello concesso dalla legge di stabilità del 2013 e s.m.i..
Tale possibilità, che va comunemente sotto il nome di “istanza cartelle pazze“, consente di bloccare ogni mossa di Agenzia Entrate Riscossione su segnalazione, da parte del contribuente, di una presunta irregolarità della cartella di pagamento. 
In questo frangente, l’esattore è tenuto a verificare la regolarità della pretesa di pagamento consultandosi con l’ente creditore; e se, entro 220 giorni, il contribuente non riceve risposta, la cartella si considera annullata definitivamente. 
Insomma, al contribuente basta chiedere la sospensione della cartella presentando, allo sportello di Agenzia Entrate Riscossione o, in via telematica, tramite il suo sito, una semplice istanza con il cosiddetto modello “SL1”. 
A questo punto tutto si blocca: l’esattore non può fare pignoramenti, non può iscrivere ipoteche, non può bloccare l’auto, in attesa di decidere sull’istanza. 
Il silenzio per oltre 220 giorni si considera accoglimento della contestazione e quindi la cartella non va più pagata.
Il tutto ovviamente… senza spendere un euro e senza bisogno di rivolgersi ai propri legali (penso che qualcuno di essi, in questo momento, mi vorrebbe uccidere… ah, sì… deve comunque mettersi in fila…)!!! 
L’unico handicap di questa procedura è che deve essere attivata entro 60 giorni dalla notifica della cartella; funziona solo per determinate (e poche) contestazioni e non per tutte. 
In particolare i casi in cui è possibile presentare l’istanza di sospensione automatica contro la cartella di pagamento sono i seguenti: prescrizione o decadenza del diritto alla riscossione verificata prima della notifica della cartella stessa; avvenuto pagamento del debito prima della notifica della cartella; precedente sgravio del tributo o della sanzione emesso dall’ente titolare del credito; annullamento o sospensione da parte del giudice o di un’autorità amministrativa, della richiesta di pagamento poi reiterata nella cartella.
Ecco, quanto sopra rappresenta una prima procedura per opporsi a quelle richieste di pagamento… nei prossimi post, esamineremo ulteriori possibilità  con i quali ci si potrà opporre a quelle cartelle esattoriali…
Ovviamente ci tengo a precisare che quanto sopra riportato, ha il semplice scopo di evidenziare alcune modalità per difendersi da eventuali procedure inesatte commesse da quegli enti di riscossione e non certamente, per creare falsi presupposti per rifiutarsi di pagare, quanto realmente dovuto!!!

Se anche i Giudici sono corrotti… dove andremo a finire???

Con molta “nonchalance” si raccontavano per email i processi aggiustati a colpi di migliaia di euro…
Ovviamente dovevano lottare per tenere a bada l’aggressività dei rappresentanti o del giudice relatore, ma alla fine questo cerchio magico della giustizia tributaria, riusciva a condurre al successo quei procedimenti…
Ora grazie alle indagini si è giunti ad arrestare una serie di magistrati accusati di avere incassato tangenti, certamente modeste nel loro importo, ma sicuramente numerose e ad essere penalizzata era l’Agenzia delle entrate…
L’indagine era partita lo scorso anno con l’arresto del primo giudice, ma ad oggi non si accenna a placare. 
Rispettivamente sono finiti agli arresti tutta una serie di colleghi in servizio rispettivamente presso la commissione tributaria regionale e provinciale di milano. 
Ma dai documenti si evidenzia come a finire sotto accusa sia l’intero sistema della giustizia tributaria, che grazie a questo sistema corruttivo,  incassavano un compenso a nero, distribuito tra giudici di professione, avvocati, commercialisti… che approfittavano di questo sistema per sistemare le carte dei loro clienti…
Come sempre c’è voluta la denuncia del solito coraggioso… per far saltare la tresca di quei ladri… che a iniziare da dicembre permise i primi arresti…
Ci si accorti che con soli 5000 euro di tangente a processo… si era riusciti a mettere da parte nella sua cassetta di sicurezza, quasi 270.000 euro in contanti, separati e catalogati ciascuno, mazzetta per mazzetta. 
Poi per fortuna – è sempre così quando partono le manette – c’è chi parla… e difatti una segretaria ha iniziato a raccontare tutto…
e mettendo nero su bianco gli episodi a cui aveva assistito…
Dalle banconote di 500 euro… fino a tangenti di 60.000 euro, oppure i 5.000 euro suddivisi a testa in buste intestate dentro i cesti natalizi….
Il sistema prevedeva tutto… sin dalla preparazione della sentenza favorevole, la quale veniva poi materialmente consegnata ai colleghi, i quali si preoccupavano di inoltrargli il provvedimento finale prima ancora che venisse depositato.
Da tramite si è scoperto ci fosse anche un ex finanziere, ora indagato a piede libero….
Cosa dire, con un sistema giuridico così marcio, con giudici che si vendono per poche migliaia di euro… dove pensate che potrà mai andare questo nostro paese…
Altro che “Ora Legale”… qui neppure l’ora solare ci potrà aiutare…
La legge è uguale per tutti… tranne per quelli che pagano le mazzette, per loro – statene certi – ci sara sempre una corsia privilegiata!!!
Molti giudici sono incorruttibili, nulla può indurli a fare giustizia… 

Ma veramente pensavate che avrebbero pagato le tasse??? Ecco cosa accade a mettersi contro i politici…

Si chiude!!!
Già… la decisione è della Commissione bilancio dell’ARS che ha previsto di liquidare Riscossione Sicilia… approvando un emendamento alla Legge di stabilità!!!
La norma ora approvata, prevede che dal 1° luglio Riscossione Sicilia chiuderà…
Il giudizio più pesante è arrivato da Antonio Fiumefreddo, rappresentante legale di quella agenzia: “Ora brindano i poteri criminali… una situazione socialmente gravissima è giuridicamente inapplicabile“. 
Certo la preoccupazione dell’Avv. Antonio Fiumefreddo (Amministratore unico dell’azienda controllata dalla Regione Siciliana) è la preoccupazione di tanti, in particolare di quei cittadini onesti, che vedono ancora una volta le leggi, realizzate per fini strettamente personali o per meglio dire “ad personam” per continuare a godere di quegli esclusivi privilegi e mai per compiere quelli sociali…
E difatti, mentre molti cittadini si presentano a sanare le proprie posizioni, tra mille difficoltà, presentando domanda di rottamazione… ecco che di contro, quei protetti e sfuggenti evasori, in questo preciso momento, staranno ridacchiando, per come si sta concludendo questa vergognosa vicenda…
Avevamo letto in questi mesi delle denunce presentate dall’Amministratore e di quei nomi eccellenti chiamata in causa, ed ora “casualmente” e all’improvviso, giunge la notizia della chiusura di quella società… proprio nel momento in cui, si stavano incassando milioni di euro derivanti dalla rottamazione…
La cosa assurda che l’Agenzia di riscossione, passerà ad una società nazionale che ancora oggi non esiste, perché quella di fatto esistente nazionale… parlo di “Equitalia“, non può rilevarla, poiché in stato di liquidazione. 
Va aggiunto inoltre come, questi nostri meravigliosi deputati siciliani (ricordiamoci di votarli alle prossime elezioni…) con questa decisione, fanno perdere a noi siciliani circa 50 milioni di euro, che andranno di conseguenza a finire nelle tasche di “Roma ladrona”…
L’ho scritto in questi giorni… ci si aspetta sempre giustizia, mentre si vive purtroppo nella iniquità, nella prepotenza e nella prevaricazione dei più forti… contro i più deboli!!!
Chissà… viene da chiedersi se forse, non sia proprio questo… ciò che ci meritiamo… 
Sì… come diceva Vasco Rossi: questo è ciò che ci fa essere uomini… andare avanti, nonostante tutto, anche se intorno a noi, la realtà fa schifo!!!

Avv. Fiumefreddo… Lei non è solo!!!

Certo, comprendo perfettamente la solitudine che in questo periodo sta provando… 
Lo “STATO”… si quello con le lettere maiuscole, ha un brutto difetto, incoraggia noi cittadini a compiere il nostro dovere ed in particolare in questa terra, ci chiede di non essere omertosi e di combattere in ogni momento quei poteri collusivi e corruttivi mafiosi…
Ma quando uno di noi compie quanto gli altri evitano di fare, ecco che il sistema si blinda e colui che denuncia viene solitamente lasciato solo…
Al sottoscritto volgarmente parlando… mi si fa un “pomp…” e difatti ho dimostrato di non aver paura di ciò che ho è fatto e soprattutto di quanto ancora sto per compiere… e che proprio in questi giorni verrà evidenziato in alcune nostre note testate giornalistiche…
Le minacce o le intimidazioni d’altronde fanno paura soltanto a chi ha paura, a chi ha vissuto o continua a vivere di riflesso negli altri, a chi ha sperato in quegli appoggi politici, imprenditoriali e mafiosi, gli stessi ai quali, ha da sempre dovuto sottostare e che senza di essi o ancor meglio… senza quelle opportune protezioni ha dimostrato non saper vivere e quando infatti quegli “appoggi” non vengono più concessi, ecco che ci si è ritrovati soli ed esclusi da tutti!!! 
Per cui caro Avv. Fiumefreddo, continui per la sua strada, denunce questo sistema malato e non abbia paura per la sua incolumità!!!
Lei non è solo… basterà chiamare ciascuno di noi in appello, già, noi cittadini onesti che in meno di 24 ore scenderemo in piazza per difendere il suo operato ma soprattutto la sua persona…
Non tema nulla, perché solo chi minaccia oggi in questa città… deve avere paura!!!
Le forze dell’ordine (tutte) stanno compiendo a Catania un lavoro egregio; certo qualche “tumore maligno” è stato finalmente allontanato e qualche altro ancora purtroppo va combattuto… ma per il resto, gli uomini e le donne a difesa oggi di questa nostra città, meritano il nostro plauso…
Le denunce come vado ripetendo ogni giorno… vanno fatte e intuisco come i malanni di questa città siano enormi e coinvolgono ahimé ancora oggi… molti miei concittadini o responsabili di quelle PA; ed è purtroppo a causa di ciò, dell’enorme numero di inchieste, che quanto denunciamo non trova sin da subito una celere soluzione… ed a volte si è portati (per accelerare) ad amplificare la notizia tramite i media…
Egr. Amministratore, proceda con quelle denunce e non si faccia intimidire da eventuali ritorsioni o vendette, poiché è quello che sperano d’ottenere!!!
La magistratura e la procura, saprà compiere a pieno il proprio dovere e vedrà come sin dai prossimi giorni, saranno in molti a comprendere, che il tempo della disonestà è giunto ormai alla fine… e soltanto chi ha qualcosa da temere da quella azione, dovrà iniziare ad avere paura…
Come diceva Giovanni Falcone: “Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana”…
Ecco, è propriamente a quella dignità che dovrà essere ispirata ogni Sua azione, poiché è grazie a quei suoi gesti (che anche ciascuno di noi prova a compiere quotidianamente…), che si potrà vedere un giorno questa nostra isola “bellissima”… si come una donna senza più quei tentacoli che l’avvinghiano… 
Quando si è fatto il proprio dovere, si è fatto quello che si supponeva fosse parte delle nostra responsabilità, poiché il dovere è come un obbligo e man mano che cambiano i ruoli nella nostra vita, cambiano anche i nostri doveri: recarsi sul posto di lavoro ogni mattina, essere un buon genitore, comportarsi in modo onesto e perbene, sono tutti doveri: essi hanno a che fare anche con il senso di moralità di ciascuno di noi. 
D’altronde, sentire di aver compiuto il proprio dovere è ciò che fa dormire tranquilli, quasi quanto… avere la coscienza a posto!!!

L'Avv. A. Fiumefreddo da il meglio di se: "indagati 9 dipendenti di Riscossione Sicilia"!!!

Ma non sarà che i parlamentari regionali siciliani usufruiscono di eventuali agevolazioni? 
Ebbene sì!!!
Secondo l’ultima indagine della procura di Catania in tre avrebbero avuti particolari trattamenti di favore illegittimi da parte di Riscossione Sicilia.
L’inchiesta ha portato ad indagare nove persone, tra cui agenti, funzionari e dirigenti della società in servizio presso la sede provinciale di Catania. 
La procura contesta ad ognuno di loro, abuso d’ufficio in concorso e continuato ed ipotizza un danno erariale di quasi 390.000 euro…
Vi chiederete chi sono questi signori che la dea bendata a voluto essere beneficiari di quel particolare trattamento, eccoli: il primo (stando alle risultanze dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Fabio Regolo), è Nello Musumeci, sì proprio lui… il leader del movimento “DiventeràBellissima”, uno dei candidati al centrodestra di cui proprio alcuni giorni fa avevo parlato per quel ruolo di governatore della nostra Regione…
Il secondo è per il sottoscritto una vera sorpresa, trattasi di Nino D’Asero, attuale capogruppo del Ncd all’ARS e per ultimo Raffaele Nicotra, deputato regionale del Partito Democratico…
Secondo l’indagini avrebbero usufruito di alcuni benefici illeciti, quali la chiusura di procedure esecutive di pignoramento presso terzi, malgrado non avessero ancora estinto i debiti con Riscossione Sicilia…
Avevo scritto alcuni giorni fa su “figli e figliastri” o ancor meglio su “furbi e fessi” e quanto sto leggendo in questi giorni dimostra che qualcosa in quell’Agenzia di riscossione non funzionava…
Riprendendo… sembra che il Nicotra avrebbe goduto della cancellazione di un fermo amministrativo di un veicolo e della chiusura di una procedura esecutiva di un pignoramento immobiliare, pur avendo ancora debiti col fisco…
Per fortuna che  l’attuale amministratore unico di Riscossione Spa, l’avvocato Antonio Fiumefreddo, non ha paura di quel sistema clientelare/mafioso presente in molti nostri uffici delle PA… ed è riuscito a far emergere queste cosiddette “agevolazioni” illegittime… presentato esposti e denunciando questi illeciti pubblicamente…
Sembrerà strano, ma da noi, se le notizie (se pur denunciate presso gli organi competenti) non giungono a media… vengono il più delle volte occultate!!!
Ovviamente i tre deputati negano le accusa ed in particolare proprio il Dott. D’Asero ha dichiarato di non avere mai ricevuto istanze di pignoramento e quindi, non avrebbe mai potuto beneficiare di alcun favore. 
Nicotra si considera “sdegnato” e si dice estraneo ai fatti che lo vedrebbero coinvolto e analoga considerazione fa l’On. Musumeci che parla di una legittima rateizzazione…
Ritengo che in questi casi, la cosa più semplice è presentare una querela contro l’Agenzia di Riscossione direttamente al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania… e consecutivamente fare conoscere ai media quanto effettuato.
Soltanto così, noi semplici lettori, potremmo dubitare che quanto denunciato dall’Amministratore Unico della società di riscossione possa essere errato… perché altrimenti diventa veramente difficile credere al contrario…    
L’amministratore ha comunque dichiarato che “avvierà le procedure di licenziamento per quei dipendenti “infedeli” attualmente indagati per avere cancellato le tasse a quei deputati regionali all’Ars… 
Tralascio i nomi di tutti gli indagati… speriamo soltanto che finalmente si proceda in maniera corretta alla richiesta di quanti devono all’Agenzia di Riscossione, centinaia di migliaia di euro, ancor prima di pensare di richiedere poche centinaia di euro a quei poveri disgraziati che oggi si ritrovano senza lavoro, con gravi problemi economici e certamente familiari…
Speriamo che dopo quanto sopra… non si giunga –come solitamente avviene da noi– ad allontanare l’attuale rappresentante legale dell’Agenzia, per sostituirlo con il classico nominativo, affiliato a quel “sistema corrotto” che ben conosciamo e che permette ai soliti “amici degli amici” di favorire e dare concretezza a quegli illeciti con i quali finora ( da quanto sembra dalle indagini in corso…) si è convissuto…   

Riscossione Sicilia, è on-line!!!

Se dovessimo verificare quanti possiedono un debito con l’Agenzia di riscossione, credo che in quella lista ci siamo tutti…
La forbice è molto ampia, poiché si passa da una semplice contravvenzione non pagata, a tutta una serie di pagamenti mai effettuati da parte di professionisti e società…
Il problema più grave ed è lo stesso a cui i precedenti amministratori di questa società hanno tentato di sfuggire, è quello di non essersi mai scontrati contro coloro che si sapeva appartenere a caste di potere, mi riferisco a quegli uomini che si sa… comandano con le loro azioni, questa nostra isola…
Parlo dei soliti personaggi: uomini politici, imprenditori e professionisti vari che a vario titolo, hanno influenze determinanti all’interno delle PA, nei tribunali, appartengono a quegli apparati militari, dirigono presidi ospedalieri, o sono influenti nel campo scolastico e/o universitario e via discorrendo…
Ecco quindi che tutti quei nominativi, se pur debitori, non sono mai stati interpellati, anzi il più delle volte quegli stessi debiti sono stati di fatto se non propriamente cancellati, ma per magia… fatti sparire!!!
Infatti se chiedessimo oggi di conoscere i nomi e i cognomi con i relativi importi a debito, scopriremmo come esistono soggetti o società che debbono a noi tutti (perché l’Agenzia di riscossione non rappresenta un ente astratto, ma bensì i nostri soldi…) centinaia di migliaia di euro, dei quali finora, non si è riusciti a recuperare un solo centesimo…
Va detto che per recuperare quelle somme, l’Agenzia di denaro ne ha speso tanto, a causa di quegli studi legali a cui finora si è affidata… ma quanto poi si sia ottenuto da quei procedimenti legali, ecco, quello è tutt’altro discorso…

Comunque qualcosa finalmente sta cambiando, ed io sempre più vado ammirando l’operato del suo Amministratore unico, Avv. Antonio Fiumefreddo…
In una intervista ha dichiarato: “la tecnologia libera i cittadini dalla schiavitù della cortesia, trasformando un favore in un diritto diffuso e facilmente accessibile”, ecco quindi che per dare seguito a queste parole, a breve, ogni cittadino siciliano, potrà avere tramite il web, la propria situazione esattoriale…
Una vera rivoluzione informatizzata, già utilizzata da alcuni professionisti fiscali, ma che ora diventa di servizio pubblico per i cittadini e per le imprese…
Si potrà conoscere così la propria posizione, l’estratto conto, le singole imposte, l’eventuali rateizzazioni, ed eventuali avvisi in scadenza…
Ripropongo quanto ho letto: “si accede nel sito http://www.riscossionesicilia.it quindi bisogna andare sulla sezione “Cittadini e Imprese” entrando su “Area riservata”. Vanno forniti i propri dati anagrafici e un indirizzo di posta elettronica (non deve essere esclusivamente una posta certificata); da lì… il sistema genera un link che arriva in tempo reale alla email trasmessa… Cliccando si apre un pdf con tutti i dati precompilati. Dopo averlo scaricato, bisogna firmarlo, nella parte sul trattamento dei dati personali, e scansionarlo. Il file, assieme a un documento d’identità (in caso di persone giuridiche bisogna allegare il documento del legale rappresentante e la dichiarazione sostitutiva che attesti il ruolo) va inviato in allegato a infoweb@riscossionesicilia.it (o per posta prioritaria oppure a mezzo fax alla sede provinciale di competenza). Dopo aver inviato i documenti per email, si aspettano le credenziali per poter usare il profilo. Riscossione Sicilia assicura che entro 2 giorni si riceverà nella propria email indicata un nuovo codice Pin per l’accesso al servizio sul sito, da utilizzarsi nell’Area riservata” della sezione “Cittadini e imprese”.

Un bel passo avanti che ha richiesto due anni di lavoro e che soprattutto evita quelle file che si vedono ogni giorno dinnanzi a quell’ufficio, con enorme spreco di tempo…
Finiranno inoltre quei meccanismi clientelari… non ci sarà più bisogno di dover omaggiare il funzionario di turno per verificare le proprie posizioni o ancor peggio… (per quanto è forse accaduto…) di “sistemarle” quelle situazioni!!!
Certo se in Italia (o in particolare in Sicilia) tutti pagassero quanto dovuto, allora sì che potremmo ritenere il sistema perfetto e quanto richiesto sicuramente corretto…
Ma se si continua ad avere come solitamente avviene “figli e figliastri” o ancor meglio “furbi e fessi”, allora difficilmente l’Agenzia potrà riuscire nell’intento, poiché i cittadini, con un sistema che non garantisce equità e soprattutto giustizia, preferirà continuare a non pagare, sapendo d’altronde che, se non rischiano dopotutto quanti debbono alla regione milioni di euro… cosa saranno mai per questa Agenzia, il recupero di quei pochi modesti centinaia di euro???
Non dimentichiamo inoltre di come, la crisi in corso e le difficoltà con le quali si è costretti a convivere… hanno fatto si che ormai, la maggior parte delle persone, non possieda più nulla, già… neppure l’aria che respirano e quindi di cosa mai potranno preoccuparsi???

Denuncia: sono circa 1.900 le imprese che a Catania operano senza essere in regola con il Durc!!!

Una notizia sconvolgente… ma di cui improvvisamente non si trova alcuna corrispondenza!!!

Ieri mattina, tra le sette e le otto, mi trovavo in macchina per accompagnare al “Cutelli” mia figlia Alessia con la sua amica Miriam…
Durante il tragitto… solitamente ascolto la radio, in particolare le ultime notizie.
Ecco che tra quelle, si fa riferimento ad una denuncia dell’Avv. Antonio Fiumefreddo – mi sembra sia l’attuale Amministratore Unico della società “Riscossione Sicilia” – nella quale veniva riportava la notizia che, nella provincia di Catania, vi sono… circa 1.900 imprese non in regola con il proprio Durc, in quanto dagli accertamenti, presentano presso l’Agenzia di riscossione, debiti per centinaia di migliaia di euro, ma che grazie a perversi meccanismi poco chiari e il solito colletto bianco “infedele” (che ha provveduto a cancellare quei debiti dal sistema), si è permesso di contro, di far risultare quelle stesse imprese… perfettamente in regola!!!

Ovviamente per quanto sto riportando, dovete concedermi… non certo il beneficio del dubbio, ma l’esattezza di quelle espresse parole, sulle quali posso permettermi comunque di mettere “la mano sul fuoco”, in quanto ritengo perfettamente coerenti… con quanto dal sottoscritto ascoltato!!!

Sembrerà assurdo ma appena sono rientrato a casa ho cercato di leggere sui quotidiani on line la notizia… niente di niente, il silenzio assoluto!!!
Quindi, ho cercato di riascoltare la notizia nell’archivio delle radio, ovviamente non sapevo su quale frequenza fosse stata riportata, ed ho provato quindi con quelle della Rai ( Radio 1-2-3 ) Radio 24, RAI GRS e R101…
Ho puntato direttamente su queste, perché rappresentano le principali 6 stazioni radio memorizzate nella mia auto (la sesta mancante dalla lista di sopra è Radio Sportiva), ma non sono riuscito a risentire in “replay” la notizia… sembra essersi dispersa nell’etere.
Mi sono chiesto è successo qualcosa nel frangente, ho forse sbagliato stazione radio oppure involontariamente avevo cambiato frequenza in maniera automatica ed ora non so più, da quale radio proveniva la notizia… se qualcuno di voi può aiutarmi gliene sarei grato…
Oppure, devo pensare che, essendo quella una notizia “bomba”… qualcuno ha provveduto a far la eliminare!!!
Comprenderete bene che, 2000 imprese costituiscono un numero davvero consistente e se così fosse, salterebbe quell’equo giudizio su una società di riscossione che manda cartelle esattoriali a tutti, in particolare a quei poveri cittadini, con la richiesta di qualche centinaio di euro e di contro, agli “amici degli amici”, imprenditori legati ad un sistema corruttivo, clientelare e certamente mafioso… annulla tutto!!!

Se dovesse essere vera la notizia. nessuno di noi… sarebbe più interessato a pagare quelle cartelle richieste, se non dopo aver fatto luce su quanto accaduto e soprattutto dopo che la società di riscossione dimostri – proprio per quella normativa sulla trasparenza amministrativa – di mettere in evidenza a seconda dell’importo… coloro che devono pagare ( basta una iniziale del  Nome e Cognome… non pretendiamo di mettere allo gogna nessuno…) con il relativo importo a debito riportato di seguito!!!

Si dovrà quindi procedere a quegli incassi milionari… prima di pretendere quelle poche centinaia di euro dai disoccupati, casalinghe, pensionati e poveri dipendenti!!!
La notizia comunque è sparita, almeno io ho difficoltà a reperirla…
Non mi resta che contattare Lunedì mattina l’Avv. A. Fiumefreddo per sapere se la notizia ascoltata fosse vera e nel qual caso, comprendere il perché, non riceva la giusta attenzione…

Comprendo adesso il perché l’Avvocato sia stato attaccato in questi giorni, da tutti, sia dai mass media, che da molti organi ufficiali…

Forse sono in molti ad avere paura di quelle denunce e si cerca in tutti i modi, che quanto ora scoperto  resti di fatto… insabbiato!!!
Avv., se pur in alcuni miei post precedenti non ho condiviso alcune procedure adottate dalla società che Lei rappresenta (vedasi IN.CO.TER S.P.A.), sappia che da ieri, Lei trova in ciò che sta facendo, il mio pieno consenso e mi auguro la piena solidarietà di quanti desiderano un paese onesto!!!
Continui così…  La prego non si faccia intimorire da nessuno!!!

ANAC: ci vuole coraggio a ribadire l'importanza e il ruolo dei commissari all'interno dell'imprese!!!

Ho ascoltato con attenzione l’intervista realizzata da un Componente dell’ANAC, precisamente la Prof.ssa (Costituzionalista) Ida A. Nicotra: https://youtu.be/C_dU99I1nJw
Dal video si evince quanto sia importante il ruolo dei commissari per portare a compimento gli appalti pubblici in corso, per combattere la corruzione e soprattutto (facendo riferimento al loro operato…) per salvaguardare i posti di lavoro. 
Secondo sempre quanto ribadisce il componente dell’Autorità Nazionale Anti-corruzione: “Il commissariamento delle imprese consente di portare avanti la commessa pubblica. E’ importante che gli appalti pubblici vengano completati e i tempi del processo non vadano a discapito della realizzazione delle opere pubbliche. Questa misura è stata introdotta con riferimento a Expo 2015 ed è diventata una misura ordinaria. L’istituto del commissariamento ha reso possibile coniugare e quindi sbarrare il campo alla corruzione salvando i livelli occupazionali, la libertà di impresa e nello stesso tempo, ha isolato i fatti corruttivi in un sistema che bilancia l’interesse dell’impresa con la necessità di evitare che la corruzione dilagante potesse impedire la realizzazione delle opere pubbliche”.
Ma di quali esperienze (concrete) si sta parlando… 
Sarei curioso di conoscere in Sicilia quali società “tra quelle prese in carico dagli amministratori giudiziari sono state capaci di garantire e salvaguardare la continuità aziendale e i livelli occupazionali… 
Mi chiedo, quando si dicono certe affermazioni, si ha conoscenza precisa e diretta… oppure si cerca (come di solito si fa nel nostro paese…) di stupire con effetti mediatici “speciali” (e/o propagandistici) tanto per voler usare frasi di circostanza…
Ascolto stupefatto che quanto compiuto in Sicilia dal 2014 è servito a tutelare l’integrità dei bilanci pubblici e per evitare ripercussioni negative sul piano economico…
Strano, ma i dati fin qui riportati… sembrano dire proprio l’esatto contrario!!!
Aggiunge inoltre: “A gestire tutto ci sono stati gli amministratori che hanno carta bianca sulle scelte… rispondendo di eventuali diseconomie dei risultati solo nei casi di “dolo o colpa grave“…
Ah… ora comprendo…
E’ strano comunque che quella “culpa” non venga mai fatta risaltare sui media, non ho mai letto su eventuali “doli” o come giustamente Lei dice… “colpe gravi” su quei nominati Sig.ri… 
Certo capisco che trovare le prove della loro colpevolezza non è poi così semplice… anche perché, è con i fatti che va dimostrata la disonestà di questi… e poi, non bisogna dimenticare che ci vogliono dei soggetti “coraggiosi” che comprovano quei riscontri… senza dimenticare altresì che proprio quest’ultimi, nel far il proprio dovere… rischiano una possibile querela… ed è il motivo principale, per cui in Sicilia nessuno parla!!! 
Eppure posso assicurarLe che qualche “audace” e aggiungerei non-omertoso” siciliano… a Catania c’è stato (o meglio c’è ancora… sì, finora non l’hanno ammazzato…) ed ha fatto di più… ne ha denunciato sia i comportamenti, che le azioni “irresponsabili“, ma forse dovrebbero essere chiamate con il loro vero nome… “collusive” e “fraudolente”… ma stranamente di quelle denunce non se ne parla… o meglio, finora tutto è rimasto ben segretato!!!
Ma come dico sempre… la Giustizia è lenta, anzi lentissima… ma alla fine… arriva sempre!!!
Vedasi per esempio quanto è uscito fuori grazie al Procuratore aggiunto di Caltanissetta, Dott.ssa Lia Sava (già mi immagino qualcuno che tira le fila dall’alto e che –proprio per aver toccato quei cosiddetti poteri “forti”– vorrebbe adesso conferirLe un premio, già un riconoscimento al Suo operato, sì… un nuovo importante incarico, presso qualche località “sperduta” delle Alpi…), già, l’inchiesta “Saguto & Co.” del Tribunale di Palermo non ha fatto fare una bella figura all’Agenzia Nazionale per la Gestione dei beni sequestrati e confiscati, anzi tutt’altro, un sistema che a posto dei forti dubbi sul reale ruolo e sui poteri che proprio quei commissari hanno ricevuto…
L’inchiesta per fortuna oggi non è stata insabbiata… anzi tutt’altro, l’hanno denominata “mare magnum” per quanto si è allargata… e chissà se non debbo pensare che forse, alcune suggerite considerazioni, non siano state finalmente vagliate dagli investigatori… tra cui quelle per esempio… che hanno condotto a controllare su “scambi di favore”, di quel particolare mondo delle “consulenze“!!!
Ma come dice la Pro.ssa: “piaccia o no… (sembra quasi un “dictat”) questa è la strada per combattere la corruzione, anche se porta molto potere nelle mani dei commissari o incrementi ancora di più la forza dello Stato nei confronti delle imprese private, che pagano però per aver ceduto il passo all’illegalità”…
Insomma potremmo definirlo il contrario di “out-out” e quindi ciò che resta è soltanto la possibilità di scegliere tra “questo o questo“!!!
Io, grazie alla mia esperienza personale (in qualità di Direttore tecnico) ho avuto modo di valutare tutte le fasi giuridiche che una impresa come quella nella quale opero… ha dovuto un questi anni attraversare…
Dall’iniziale periodo dei fasti… con la realizzazione delle più grandi opere infrastrutturali nella nostra provincia di Catania, alla fase prima di Sequestro (per due anni…) e di quella di confisca successivamente (quattro anni) e così dopo sei anni di amministrazione giudiziaria… da qualche mese (con decisione della seconda Corte d’appello di Catania, è stato “revocato il decreto del Tribunale), l’impresa (e quindi i suoi beni o ciò che ne restano…) è ritornata nelle mani degli aventi diritto!!!
Vede, posso affermarLe che il sottoscritto conosce meglio di altri questo “sistema fallimentare” (e lo dico senza alcun autocompiacimento…) e non mi riferisco esclusivamente a quanti operano all’ANAC (dopotutto il sottoscritto dovrebbe essere ben conosciuto dalle Sue parti… avendo inviando -a mezzo Pec- “particolari” comunicazioni… e alcuni pratici consigli direttamente al Suo Presidente… Dott. Cantone, relativamente alle negligenze operative dei referenti scelti propriamente per questo tipo d’imprese, ma chissà perché, anche lì da Voi, nessuno ha avuto la compiacenza di rispondere… spero che almeno quelle mie missive, siano state lette…), ma perfino di coloro che si atteggiano in tutte quelle varie Agenzie nazionali varie… e/o Associazioni di legalità, poste a contrasto della corruzione e del malaffare… 
Io comunque continuo come sempre, senza porre limiti sul mio operato, facendo sempre il mio dovere al massimo dei miei sforzi e tentando quando necessario, di far emergere sempre e ovunque, verità e giustizia…
Perché è così che ho scelto di voler essere ed è così che vorrò condurre questa mia vita: mai incertezze, nessun compromesso e soprattutto… alcuna lamentela!!!
Mi piace mettere in pratica quanto diceva il Giudice Falcone: che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così… solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare. Ed è allora, che la stragrande maggioranza preferisce… lamentarsi piuttosto che fare!!!

Truffe ai danni dell’Unione Europea ed all'Agenzia per le erogazioni in agricoltura – Ag.E.A.!!!

Ne avevo parlato il 20 Gennaio ed oggi leggo la notizia del blitz della Guardia di Finanza sul Parco dei Nebrodi… 
Lo stesso parco che aveva visto alcuni giorni fa il proprio Presidente, Giuseppe Antoci, coinvolto in un agguato in cui fortunatamente – grazie soprattutto alla scorta – è rimasto illeso. 
La notizia riportata è di SUDPRESS:
Colgo l’occasione però di riprendere la notizia sulla lettera intimidatoria, fatta pervenire alcuni giorni fa allo stesso Presidente, ma di cui sin dall’inizio, ho avvertito forte perplessità… 
Sono gli stessi che ho quando guardo in Tv, taluni sceneggiati girati qui da noi in Sicilia…
Mi accorgo come il più delle volte, quegli sceneggiatori si prestano letteralmente a trasformare in siciliano… delle frasi in italiano, mentre gli attori nel recitare quei copioni, non avendo alcuna affinità con la nostra isola – mi riferisco a quegli atteggiamenti o quelle particolari espressioni del nostro dialogo quotidiano – fanno comprendere a noi siciliani, come quell’attore non sia della nostra terra!!!
Analoga situazione ci capita anche tra di noi, già… tra conterranei appartenenti a diverse province…
Ci si accorge come gli idiomi, i segni, i movimenti sul viso e aggiungerei anche quegli stessi silenzi, sono annunciatori di diverse situazioni, anche opposte a quanto si voleva trasmettere…     
Vi starete chiedendo, ma a cosa mi sto riferendo… 
Il sottoscritto ha pensato sin da subito (ovviamente non voglio sostituirmi a psicologi criminali o investigatore delle forze dell’ordine ben più preparati, d’altronde lo come ripeto sempre, sarà per quella mia ossessione di leggere continuamente legal-thriller o libri sulla mafia, che ho la sensazione di accorgermi sin da subito, quanto forse ad altri sfugge, ed è proprio quel sospetto che mi suggerisce di non credere a ciò che ci viene presentato…) che in quella vicenda riportata, qualcosa non quadrava…
D’altronde debbo aggiungere che nel corso della mia vita. non mi sono mai soffermato ad accettare quanto mi è stato visivamente proposto…
Anzi, ho sempre conservato una propria indipendenza, critica e morale, che ha permesso al sottoscritto di guardare oltre, rispetto a quanto formalmente  prospettatomi…
Ritornando a quella lettera…
Se fosse stata scritta esclusivamente per il Presidente Antoci, almeno la prima parte, quella cioè che esprimeva con coercizione il messaggio che si voleva trasmettere (anche se aggiungerò di seguito un’ulteriore personale perplessità…) poteva anche ritenersi veritiero… ma, nel momento in cui il messaggio, ha coinvolto il Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, ecco che lì… si è commesso l’errore di scrivere in Siciliano una frase violenta e soprattutto “mafiosa”!!!
Una frase che nessun mafioso mai, avrebbe riportato così in modo semplicistico…
Sì… fa parte del copione di cui sopra, manca come riportavo sopra di quella peculiarità “siciliana” offensiva… che un affiliato criminale di quella associazione mafiosa, non avrebbe certamente dimenticato di esprimere… 
Non voglio minimamente riportate quell’epiteto dispregiativo “mancante”, che viene peraltro riportato in tutte le frasi intercettate dalle nostre forze dell’ordine, perché fa parte di quel lessico naturale espresso solitamente da certi soggetti criminali (m non solo… ), per indicare in modo denigratorio, colui che di fatto si vuole offendere!!!
Ed infine… quella “S” (di Scannato) scritta in modo maiuscolo; quanta precisione… già, si è voluto sottolineare il “verbo“, dimenticando nel contempo della prima consonante, la “F”, che doveva (questa certamente sì…) essere scritta in maiuscolo!!!
Per quanto sopra ritengo che questa lettera sia stata scritta da un mitomane o da qualcuno cui è stato suggerito cosa scrivere, un individuo certamente a cui non interessava avvertire e ancor meno minacciare i Sig.ri indicati nella missiva!!! 
Quegli altri (i veri mafiosi…) non scrivono… ma sparano!!! Sì… perché hanno in gioco interessi milionari e l’attentato – se vi erano in gioco quegli interessi – sarebbe stato portato a compimento… perché loro (quel business) non sono disposti a perderlo!!!
Ma per fortuna che lo Stato è presente… e dimostrerà con il tempo di avere forza e vigore per affrontare quel guanto di sfida lanciato, sia esso vero che simulato!!! 

Riscossione Sicilia: "Paradiso dei legali"!!!

La notizia è stata riportata su LiveSicilia e quando in questi mesi ho parlato d’inadeguatezza dell’agenzia… non avrei mai immaginato che dietro quella supposizione ci fosse quanto appena emerso…
In tal senso ho già inviato richiesta scritta all’Associazione di legalità (alla quale sono iscritto) per valutare se esistono le condizioni per poter denunciare direttamente i suoi Responsabili (per le procedure fin qui adottate… ) ed eventualmente costituirci all’eventuale processo… quale parte civile…
Certo capisco che sarà un’ulteriore vantaggio per alcuni di quei tanti consulenti esterni che hanno gravitato intorno a questa agenzia; ma questa volta però, passeranno dall’altra parte della scrivania e si occuperanno di difendere coloro che li hanno – in questi anni – incaricati di curare quei (circa) centomila ricorsi…  
Riporto quindi la notizia pubblicata sulla testata on-line a firma di Accurzio Sabella:   
Diciotto milioni in quattro anni. Una torta suddivisa tra decine di avvocati, che hanno trovato, nella zoppicante società Riscossione Sicilia, il “paradiso dei legali”. I dati sono piovuti in questi giorni sui tavoli della sottocommissione nata all’Ars per approfondire storia e stato di salute dell’azienda di riscossione siciliana. Diciotto milioni di euro spesi per curare circa centomila ricorsi. La maggior parte di questi dinanzi alle Commissioni tributarie, il resto in Corte d’appello, nei tribunali civili, in quelli del lavoro, alle sezioni fallimentari.
Diciotto milioni in quattro anni. Un investimento enorme, per ottenere quali risultati? Fino al 2014, i dati erano deprimenti. A fronte di 5 miliardi e settecento milioni da incassare, la Sicilia ha portato nelle proprie casse appena 481 milioni: l’otto per cento. Per i redditi più alti, quelli superiori a 500 mila euro, la percentuale era ancora più bassa: 3,66 per cento. Nonostante un esercito di legali mobilitati per ricorsi e cause. Scelti da un elenco lungo quanto potrebbe essere l’elenco telefonico di un paesino di medie dimensioni: 887 avvocati.
Da lì, come detto, tra il 2011 e il 2014 si è pescato a piene mani, nonostante, spiega oggi il presidente Antonio Fiumefreddo, “tanti dipendenti di Riscossione avrebbero potuto svolgere quei compiti. Adesso dovranno farlo per legge, come stabilito dalla Finanziaria nazionale”. Molti di quei ricorsi, insomma, cioè quelli di fronte alle Commissioni tributarie, possono essere curati dagli “assistenti tecnici” grazie a una semplice procura della società. “Ne abbiamo tanti, e pure molto bravi – spiega Fiumefreddo – solo che adesso i sindacati lamentano l’aumento dei carichi di lavoro. Ma non abbiamo scelta”.
Insomma, dei diciotto milioni spesi prima dell’arrivo di Fiumefreddo, molti potevano essere risparmiati. Almeno tre quarti di quelle somme. Andate invece dritte ai legali. Un “caso” che, come detto, è finito sul tavolo della sottocommissione dell’Ars presieduta da Giovanni Panepinto: “Sono soldi che certamente potevano essere risparmiati – spiega il deputato del Pd – magari con la creazione di un ufficio legale interno o magari tramite una convenzione ai minimi tariffari. Ma la cosa che ci interessa di più – aggiunge – è capire quante di queste cause sono state effettivamente vinte, o quante riscossioni non sono andate a buon fine, magari a causa del ritardo della società nel costituirsi”.
“La situazione è migliorata – spiega oggi Fiumefreddo – e abbiamo già abbattuto di quasi 5 milioni di euro le perdite, mentre abbiamo ridotto le spese amministrative di oltre dieci milioni rispetto al 2014”. Mentre le cause, adesso, verranno curate, appunto, dai dipendenti dell’azienda. “Da adesso in poi – annuncia Fiumefreddo – gli Ufficiali esattoriali torneranno per strada. Negli anni passati molte cause sono state perse per difetti di notifica. Per le cartelle superiori ai centomila euro darò mandato agli ufficiali, in modo da essere certi che la contestazione venga consegnata”. Insomma, niente legali esterni, per il momento, assicura Fiumefreddo. Anche se Panepinto spiega: “Serve un confronto tra sindacati e l’amministratore dell’azienda, per discutere degli effettivi carichi di lavoro nella società”.
L’anno d’oro per gli avvocati di Riscossione è stato il 2011. Dal bilancio della società infatti ecco saltare fuori una spesa per gli incarichi pari 8,8 milioni di euro. Così, nel 2012, l’azienda poteva sottolineare il grande risparmio ottenuto: la cifra era scesa infatti a 3,2 milioni in un anno, frutto degli oltre 35 mila incarichi conferiti a 532 legali. Ma il trend torna a peggiorare l’anno successivo, quando le quasi 23 mila cause assegnate a circa 500 avvocati, costeranno 4,4 milioni di euro. Cifra dimezzata già nel 2014: 2,1 milioni. Un totale da 18 milioni di euro, insomma.
Si dirà, cause necessarie. Certamente. Quello che colpisce, però, sono i numeri. In qualche caso, infatti, alcuni avvocati hanno dovuto lavorare al ritmo di un ricorso al giorno. In pratica, un lavoro parallelo, quello per Riscossione, rispetto al resto dell’attività professionale svolta dal legale. È il caso di Carmelo Solano che in tre anni ha seguito 1.033 ricorsi, e di Giusi Cannizzaro (1.016 ricorsi in tre anni). Ma la lista di avvocati “preferiti” comprende ad esempio anche Sebastiano Di Mauro (983 casi in tre anni), Anna Santino (854), Giuseppe Barca (818), Maurizio Varisano (776 ricorsi), Daniela Alma (689 sempre in tre anni), Francesco Paolo Raja (688). E una pioggia di incarichi è arrivata anche a chi avvocato non è. È il caso di Antonina Papia (726 ricorsi in tre anni) e Orazio Abate (618).
Incarichi, ovviamente, dalle retribuzioni non elevate. “Ci hanno comunicato – spiega ad esempio il presidente della Commissione bilancio Vincenzo Vinciullo – che le tariffe per gli incarichi si aggirano tra i 200 e i 400 euro”. Una media di circa 300 euro a ricorso. Ma che, vista la mole delle cause curate da alcuni avvocati, producono “incassi” a cinque zeri. Cento, duecento, trecentomila euro in tre anni. Per le cause di un’azienda che non ha funzionato per anni. Che pagava un esercito di avvocati, ma non riusciva a riscuotere un euro.
Ma tanto alla fine si sa come va a finire… saranno sempre i fessi a dover pagare per tutti!!!

Niente sussidio di disoccupazione per chi rifiuta un offerta di lavoro!!!

Sono in tanti nel nostro paese ad aver escogitato  uno stravagante modo per evadere il fisco e truffare nel contempo lo Stato…

Si chiama indebita percezione di erogazioni: trattasi di lavorare “in nero” e fingendosi senza lavoro, percepire illecitamente l’indennità di disoccupazione.
Infatti, sono in molti (in particolare qui da noi in Sicilia…) tra imprenditori e lavoratori  preferire questa modalità perché:
– le imprese non pagano gli oneri contributivi previsti (Inps-Inail-Cassa-edile) e soprattutto si evitano tutte quelle procedure previste dalla legge quali per esempio: la sorveglianza sanitaria, la formazione e l’informazione nei confronti dei lavoratori, la predisposizione di tutta una serie di responsabili e di addetti, ma soprattutto per costi derivanti dall’acquisto dei DPI individuali e collettivi o per la messa in sicurezza dei lavoratori nelle postazioni nelle quali operano, in particolare dai rischi di possibili cadute dall’alto…
– i lavoratori, ciò non di meno… preferiscono non essere “ingaggiati” per ricevere così in nero quanto pattuito e nel contempo percepire l’assegno del sussidio…
Una procedura, quella del sommerso… che fino ad oggi non era stata corretta e che ha determinato seri problemi alla nostra economia nella misura in cui gli indicatori ufficiali su cui venivano basati per esempio i tassi di occupazione e disoccupazione, risultavano di fatto alterati e non quindi corrispondenti al vero…
Un’altro problema di difficile valutazione sono stati gli effetti di quei redditi derivanti dal sommerso e con quali modalità questi sono stati riutilizzati nel mercato emerso… misurarne la consistenza, determinarne la fenomenologia e soprattutto le cause…
Adesso dopo anni che se ne parlava… finalmente si interviene!!!
Sì, dal prossimo mese sarà operativa l’ANPAL (l’Agenzia Nazionale del Lavoro) dovrebbe gestire la ricollocazione del personale disoccupato attraverso anche percorsi formativi…
Chi si rifiuta di accettare questa opportunità di lavoro o di formazione (perché ovviamente preferisce prendersi l’indennità di disoccupazione e nel contempo lavorare in nero) perderà di fatto il sussidio!!!
Si sta copiando quanto tempo addietro avevo scritto sul modello tedesco… con quei centri per l’impiego che coordinavano -in base al numero progressivo d’ingresso- le varie presentazioni delle domande di disoccupazione, adoperandosi celermente per proporre nuove offerte di lavoro o di formazione in base alle esigenze del mercato…
Nei casi in cui il soggetto chiamato non si presenti sul nuovo lavoro o al corso di formazione proposto, ecco che l’ANPAL informerà l’INPS di tagliare l’indennità di disoccupazione, la cosiddetta Naspi, che verrà immediatamente sospesa e procederà contro il “lavoratore a nero” nei casi in cui ci è stata la prova di truffa!!!
Non sarà un lavoro semplice questo… in particolare perché il personale presente nei centri dell’impiego e sottodimensionato, ma sopratutto perché l’offerta di lavoro oggi richiesta da parte delle imprese è purtroppo molto bassa!!!
Comunque per adesso si avvia l’Agenzia… anche se il Presidente Del Conte ha già posto le mani avanti dicendo “manca ancora il decreto di trasferimento delle risorse e delle dotazioni organiche alla Corte dei conti” e prima di allora… e soprattutto, dopo aver organizzato alla perfezione la struttura, si potrà iniziare a fare concretamente azione sul territorio…
Vedremo… sì speriamo che questa iniziativa non finisca anch’essa come, quegli ormai consueti “buchi nell’acqua” di questo paese e che questa struttura non venga creata appositamente (oppure trasformata successivamente…) in quell’ennesimo casermone, per poter inserire nel tempo, gli amici degli amici… parenti e affini!!!

Il Prefetto Umberto Postiglione (ANBSC) “Non mantiene le promesse”!!!

E’ un duro attacco quello manifestato dal Segretario generale Maurizio Grosso della CONFALI (Confederazione delle associazioni lavoratori indipendenti) e dal segretario provinciale Pasquale Masi all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ed in particolare al suo Presidente, il Prefetto Umberto Postiglione…

La nota fa riferimento alla gestione della società La.Ra, una società del gruppo facente capo a Carmelo La Mastra, con sede a Motta S. Anastasia, posta sotto sequestro nel 1998 e definitivamente confiscata nel 2000, che si occupa di progettazione, messa in opera, manutenzione e assistenza tecnica di impianti di varia natura che opera nel settore metalmeccanico e che da ormai 15 anni si trova sotto amministrazione controllata… e che negli ultimi anni, a causa di promesse mai mantenute, potrebbe aggiungersi a quel 90% di aziende confiscate già da tempo sparite dal mercato.

Si era parlato –nella riunione tenutasi pochi mesi fa in Prefettura– di un concreto interesse verso questa società e soprattutto nei riguardi di quei suoi dipendenti, una particolare attenzione dimostrata con l’incrementato delle commesse e l’impegno a poter attingere ad un fondo “speciale” per sostenere l’azienda ed evitare così un probabile collasso…

E dire che i lavoratori allo stremo… avevano richiesto un incontro all’ANBSC, la cui nota potete trovare presso le Iene Sicule a firma di Marco Benanti al link di seguito riportato:
http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=6706

Ciò che comunque appare strano è che la revoca del 50% delle quote non ha avuto alcun risalto mediatico… io stesso ho avuto difficoltà a trovare sul web qualcuno che ne parli e sono quasi certo che a breve, verrà riconsegnato anche il restante 50%, per evitare così che qualcuno… possa “gridare ai quattro venti” che a fallire è stato… lo Stato!!!  

Lo stesso Amministratore ha preannunciato ai lavoratori l’imminente licenziamento collettivo…
Ripercorrere per l’ennesima volta il disastro fallimentare (sotto tutti i punti di vista) della gestione dei beni confiscati e soprattutto di gran parte di quegli amministratori demandati a quei particolari compiti è opinione diffusa e consolidata, come analoga incapacità vi è stata da parte di ANBSC per aver, in modo inflessibile adottato metodologie di gestione errate, che si sono dimostrate fallimentari in particolare per non essere intervenuti celermente con procedure, che avrebbero permesso a quelle poche società rimaste di continuare ad operare nel mercato del lavoro, ma soprattutto di salvaguardare quei pochi posti di lavoro vitali, in particolare in questa nostra regione…
Mi si permetta d’aggiungere che, se sono questi i soggetti che avrebbero dovuto dimostrare di saper combattere la mafia, capisco oggi perfettamente il motivo per cui, quest’ultima, abbia continuato ad espandere i propri tentacoli, trovando il più delle volte, proprio in quei “paladini della legalità” i loro principali “compari”…
Basterebbe poco per salvarle tutte queste società, già, servirebbe esclusivamente che questi signori si togliessero dai piedi o avessero almeno l’umiltà di ascoltare chi ne sa più di loro…
Perché non v’è bisogno di banche e neppure di stantie ed esose macchinazioni burocratiche dati in affidamento (clientelare) a quegli uomini legati a quel mondo giuridico e istituzionale…
Abbiamo visto difatti in questi anni come le aziende confiscate siano state viste come fossero un pozzo dei desideri (dal quale estrarre quanto più si poteva…) o viceversa, dei “rebus” indecifrabili e incomprensibili, di cui soprattutto non si aveva alcun interesse…
Ora che si è compreso il totale fallimento di quella metodologia applicata… ecco che si torna indietro proprio come “gamberi”, restituendo nel silenzio più assordante, quelle quote a suo tempo (visto quanto sta accadendo…) con molta leggerezza, sequestrate e confiscate!!!
Ma in fin dei conti… il cosiddetto “perdente” non si qualifica tanto per la lunga serie di sconfitte collezionate nel tempo, quanto soprattutto per la propensione alla resa anticipata e per l’inettitudine a lottare sempre fino in fondo!!!

Tecnis Spa (e non sola…) verso la deriva!!!

Quando sento certe notizie… non so cosa pensare…
Mi sembra a volte di ascoltare… degli alieni!!! 
Sono difatti come quegli esseri… “distanti”, in particolare dalla realtà, come se affrontassero per la prima volta queste situazioni… o che quanto stia accadendo… non sia mai avvenuto!!!
Scusate ma l’esperienza sviluppata in questi anni… (il sottoscritto è giunti a sei…) non è servita a nulla???  
Ma dove sono stati in questo periodo quei cosiddetti “professionisti” dei beni confiscati… boh???
Sì… sono gli stessi uomini e donne… che ad oggi non hanno ben compreso come bisognava modificarlo totalmente questo sistema e soprattutto la sua gestione???
O forse debbo credere che quanto si è realizzato, costituiva di fatto, l’indirizzo che sin dall’inizio si era voluto impostare ed era così che doveva andare…
E quindi, se questo era il procedimento “fallimentare” che ci si era prefissati… colpiamole tutte queste società!!!
Anzi… permettetemi di aggiungere, iniziamo proprio da quella nella quale opero… la In.Co.Ter. Spa…. dopotutto ho assistito personalmente con quali metodi coercitivi le sono stati strappati gli appalti… per poi affidarli negli anni seguenti ad altre società che (a seguito nuove inchieste) si sono dimostrate essere legate a quel noto perverso sistema criminale!!!
Ma dopotutto abbiamo visto come chi avrebbe dovuto eseguire i controlli… si sia dimostrato inadeguato!!!
Potrei fare se richiesto un elenco (ce l’ho già pronto…) su alcune società che hanno operato per conto di noti “General Contractor” (i quali avevano previ rigorosi controlli provveduto ad affidare loro una parte di quei lavori, in affidamento o subappalto), per poi scoprire come queste, siano state a loro volta espulse, proprio per non aver rispettato i protocolli di legalità controfirmati…
Inoltre, mi piace osservare il sostegno dato da certe associazioni sindacali o di legalità, che sperimentano nuovi “stratagemmi” affinché si possa giungere a salvaguardare il personale presente (cosa che poi di fatto non avviene mai… anzi quest’ultimo con il passar del tempo viene gradualmente licenziato…) ed i beni societari… quasi sempre si punta su quelli immobiliari, per poterli così riutilizzare successivamente per propri fini!!!
Leggere quindi (alcuni giorni fa) di come le banche, abbiano chiuso i propri rubinetti, come se questa fosse una notizia da ultim’ora, mi fa intuire d’essere sempre più solo… tra alieni!!!
Ma lo sanno anche i bambini che – senza alcuna garanzia personale – le banche non scuciono neanche 1000 euro… ed oggi qualcuno vorrebbe farci credere che la Tecnis morirà a causa della assenza di liquidità… ma per favore…
Neanche se andassero ognuno di loro in banca… gli verrà mai concesso un benché minimo affidamento, se non garantiranno con la propria retribuzione… sempre che questa comunque non sia legata ad una impresa “sequestrata o confiscata”: già, nel sopraddetto caso (è sicuro…) non vi prestano neppure un euro!!!
Non si vuol comprendere come, per rimettere in moto una società entrata ( per così dire…) nel “circolo della legalità”, bisogna avere innanzitutto il coraggio di realizzarle quelle necessarie riforme strutturali!!!
Proprio in tal senso, (avendo vissuto personalmente questa esperienza…) avevo trasmesso alcune mie considerazioni in una nota all’Agenzia dei Beni Confiscati, su eventuali procedure da compiere, affinché si potesse permettere a queste “specifiche” società, di proseguire non solo negli appalti, ma nel garantire quei propri livelli occupazionali…
Niente di quanto ho scritto è stato mai realizzato… nessuno mi ha contattato… nemmeno il Commissario S. Ruperto (al quale ho offerto a mezzo pec gratuitamente la mia disponibilità), il nulla assoluto e difatti i metodi finora applicati, hanno dimostrato la loro completa inadeguatezza, evidenziando altresì, non solouna completa paralisi del sistema “gestione beni confiscati”…  ma bensì la presunzione di pubblicare appelli!!!
A suo tempo ho scritto come la Tecnis S.p.a. con queste metodologie sarebbe andata a scemare… difatti, restando inalterato il sistema, vedrete anche voi, come per questa realtà imprenditoriale non ci sarà alcuna possibilità di proseguo!!! 
Tra qualche anno… si vedrà chi aveva avuto ragione… e chissà perché (pur augurando a me stesso di essere in torto…) mi sento già tra quelli!!!
Il resto (come diceva Edoardo Bennato in una sua canzone) è solo fantasia… e serve per prendere (e forse perdere…) tempo!!!
Si chiede alle banche di tenere aperte linee di credito… senza rilasciare alcuna garanzia… ma da quando in qua… le banche sono divenute Onlus???
Ho sentito infine che l’esposizione debitoria di circa 70 milioni e stata ridotta a poco più di un decimo… 
Ma, questo è quanto ci dicono (o meglio ci vogliono raccontare…); non credo proprio che in così breve tempo si possano colmare perdite milionarie, soprattutto senza aver nel contempo operato!!!
Per concludere… quelle considerazioni riportate mi sembrano fantascientifiche, da attribuirsi più a sceneggiature da effetti speciali… che a vere e proprie analisi rappresentative con dati certi…
Ma qui da noi si sa… sono tutti esperti in “fact-cheking”!!!
Non per nulla nel nostro paese viene compilata una speciale classifica su chi -nel corso dell’anno- le abbia “sparate più grosse” e a quanto ho sentito dire… la lista dei partecipanti è molto lunga!!!

Tornato… per la gente!!!

Il 17 Marzo nel mio post avevo scritto che sarei rimasto a guardare gli eventi…
Riprendo così un articolo di pochi giorni fa:
Già, in questi giorni purtroppo, mi sono dovuto allontanare dal mio blog per concentrarmi su problemi personali e quindi, pur leggendo ed osservando quanto stava accadendo… non ho potuto esprimere quanto pensavo e quindi ho affidato al cellulare gli appunti presi… 
Riprendendo quindi da dove avevo lasciato e cioè su quanto avevo comunicavo all’ex Presidente di Riscossione Sicilia, Avv.  Fiumefreddo: “ora credo che Lei sia giunto ad un bivio: denunciare pubblicamente tutti i nomi di coloro che dal suo lavoro stavano avendo un qualche danno d’immagine ( e soprattutto finanziario…), pur sapendo che così facendo verrà allontanato definitivamente da quei palazzi, oppure soprassedere… e sperare nuovamente di rientrarci… io staro qui ( ma credo che saremo in molti… ) ad osservare gli eventi”… quegli stessi eventi che ora confermano come Egli… sia nuovamente rientrato nel palazzo!!!
Ed allora comincerei con quanto ha dichiarato dopo la nomina: “questa non è una mia vittoria, ma una vittoria della gente onesta”. 
Ed allora ne approfitto subito per chiederLe (premetto sin d’ora che in questi giorni formalizzerò ufficialmente tale richiesta a mezzo Pec a direzioneprovincialect@pec.riscossionesicilia.it) come debbo rispondere a quanti in questi giorni mi stanno esprimendo il proprio disagio…
Mi riferisco ai molti dipendenti dell’impresa IN.CO.TER. S.P.A. che a causa del provvedimento di pignoramento dei c/c della società (realizzato appunto dalla società: Riscossione Sicilia Spa) si ritrovano oggi a non poter percepire quanto loro dovuto e di contro, ricevono richieste esattoriali dalla stessa agenzia, per pagamenti dovuti attraverso quelle ben note “cartelle verdi”…
Allora, mi rivolgo a Lei, per nome e conto di tutta quella “gente onesta”, che oggi chiedono i propri diritti e nel contempo vorrebbero mantenere i propri doveri…
Sono tutte persone che sopravvivono grazie al proprio lavoro!!!
Poche migliaia di euro che servono a mantenere la famiglia in modo dignitoso, senza sprechi o divertimenti… perché tolti i costi diretti, d’affitto, d’utenze, di tutte quelle spese necessarie per il mantenimento dei propri familiari… ecco, ciò che resta è il niente… anzi solo qualche nuovo debito, quello appunto richiesto dall’agenzia di riscossione (senza voler entrare nei meriti della legittimità delle richieste…)!
Leggo quindi con piacere che è nuovamente rientrato… sì… con “maggiori poteri” ed allora spero che per un momento venga rivista la posizione della nostra società che ricordo essere “CONFISCATA” (ho la netta sensazione che ormai di questa situazione non glie ne fotte più niente a nessuno…) e che si permetta alla stessa di svincolare tutte le somme attualmente bloccate, per poterle destinare ai lavoratori ( che rappresentano dopotutto proprio quella “gente onesta” a cui Lei si riferisce… non solo, aggiungerei irreprensibile e soprattutto incorruttibile… proprio perché “non collusa“, rappresentante di quell’immagine di correttezza morale a cui in molti vorrebbero immedesimarsi e che nei fatti dimostrano concretamente essere distanti…
Per cui, su quest’ultimo punto, se c’è qualcuno dei cosiddetti “paladini” della legalità che si vuole “pubblicamente” confrontare… il sottoscritto è in ogni momento disponibile!!!
Preg.mo Avv. Fiumefreddo, nel ritornare “più forte di prima”, provi a mettere in campo quel “grande coraggio” espressole dal Presidente Crocetta…
Perché le vittorie per essere concrete devono manifestarsi con i fatti… in caso contrario… restano delle vittorie di “pirro”… 
Quindi, quanto chiedo oggi a nome della Società (anche se dovrebbe essere qualcun altro a farlo… ma la vita è così… come quando si era alle elementari, le caramelle andavano sempre a chi stava buono e a braccia conserte…) è quanto Lei ha già dichiarato… e cioè di voler fare il Suo dovere, come prima… senza sconti a nessuno e rispettando tutti!!!
E noi questo Le chiediamo di rispettarci… proprio per quel senso di rispetto e di eguaglianza a cui Lei tanto s’ispira!!!

Riscossione Sicilia un fallimento totale… ma tanto c'è chi paga… i soliti idioti!!!

Si sono dimessi i due consiglieri di amministrazione di Riscossione Sicilia S.p.a. (Maria Filippa Palagonia ed Eustachio Cilea) e così secondo lo statuto della società, decade anche il terzo consigliere, il presidente Antonio Fiumefreddo…
Una società quella di “Riscossione Sicilia” che nel corso di questi anni è stata puntualmente ricapitalizzata delle perdite…
Ed anche ieri, se pur non è ancora arrivato il sì definitivo alla finanziaria, all’Ars hanno pensato bene di salvarla… con un manovrina finanziaria di circa 13 milioni e 900 mila euro, dopotutto… non sono soldi loro… ma vogliamo mettere… vista l’opulenza finanziaria nella quale versa l’Ars… si può permettere di gettare al vento questi denari… tanto alla fine si sa… che ci sono i “soliti idioti” che pagheranno per tutti!!! 
Qualcuno spingeva per il passaggio di competenze a Equitalia… considerato che, mentre “Riscossione Sicilia” dimostrava la propria inadeguatezza (e aggiungerei incapacità…) nel aver saputo realizzare perdite per circa 18 milioni di euro… Equitalia di contro, ha conseguito utili – nello stesso periodo – per oltre 21 milioni!!!
Inoltre… è proprio per quanto sta accadendo alla nostra società (e quindi parlo per cognizione di causa…) dove, osservando le metodologie finora adottate dall’agenzia di riscossione, che qualche dubbio mi viene…
Già… si promuovono a vanvera principi di legalità, si discutono procedure d’interconnessione tra gli apparati dello Stato in particolare per colpire il malaffare… e cosa fa questa agenzia (anch’essa dello Stato…) blocca tutti i conti della nostra società… attenzione da premettere che quest’ultima è “confiscata” (sottoposta ad amministrazione giudiziaria da parte del Tribunale di Catania) ed ora, per debiti inerenti a periodi legati alle “calende greche” e dove di fatto sono in atto procedure di ricorso, ecco che a quest’ultima, vengano bloccati tutti i conti, in modo tale che la stessa… non possa più operare, neppure in quella sua semplice gestione ordinaria… 
E’ una follia completa… da denunciare non solo all’opinione pubblica facendo emergere quanto sta accadendo ( situazione che come potete vedere sto già compiendo… ), ma soprattutto sarebbe il caso di evidenziare i nominativi di quanti (diciamo…) in modo professionale, hanno permesso che tali procedure venissero avviate!!!
La cosa assurda è che nel loro sito web (riscossionesicilia.it) si riporta: è una Società incaricata di gestire la riscossione dei tributi e delle altre entrate nella Regione Sicilia, ed ancora, l’esperienza maturata nel corso di anni di attività, prestata al servizio degli Enti locali creditori e dei contribuenti, ha permesso di conseguire significativi risultati tanto in termini di recupero della morosità quanto di miglioramento dei servizi all’utenza… si l’abbiamo visto!!!
Poi ovviamente si entra nel merito dei servizi e strumenti telematici… (posti a loro dire…) tra gli obiettivi primari, peccato che essi stessi non si accorgano che le procedure fin qui realizzate… non vanno applicate per quelle società che attualmente si trovano sotto amministrazione controllata e per di più in liquidazione…
Vorrei quindi sapere… da un lato si cerca “correttamente” di salvaguardare i dipendenti di Riscossione Sicilia… ma nel contempo, si fa in modo che altri dipendenti di società confiscate, non possano correttamente percepire il loro stipendio da mesi!!!
Solo in Italia, pardon… solo in Sicilia… ( in questa terra del caz… ) possono accadere situazioni assurde come questa!!!
Gente incompetente che per di più pretende di rimanere seduta in quelle poltrone direttive, senza aver mai dimostrato nel corso della loro esperienza professionale, alcuna capacità propria… ma al contrario, dimostrando sempre e ovunque fallimenti, in tutte quelle situazioni nelle quali ci si è confrontati… e potrei farvene un elenco.
Riscossione Sicilia è una vergogna per la nostra isola, per la dignità di quei restanti siciliani onesti, una società che è stata amministrata in modo imbarazzante e fallimentare e certamente non all’altezza del proprio ruolo!!!
Dice bene il deputato Margherita La Rocca Ruvolo: dopo due anni ci ritroviamo a discutere sempre degli stessi argomenti e il mio timore è che l’anno prossimo saremo ancora qui a discutere degli stessi argomenti…. il parlamento deve essere chiaro sulle strategie da portare avanti; la politica del risparmio va fatta, ma non può gravare soltanto sulle spalle di lavoratori e contribuenti”.
La verità sconfortante è che questi “carrozzoni” clientelari, servono esclusivamente a sistemare “gli amici degli amici” ed i loro parenti… un sistema ancor più peggiore e collusivo, di quello allora adottato dalla famiglia Salvo e cioè quando erano i privati a svolgere i servizi di riscossione…
Non si può pensare di salvare questo ente di riscossione solo per compiacere il gradimento di un qualche presidente – abbiamo visto infatti in questi anni… quale fine abbiano fatto questi “onesti” Presidenti della Regione Sicilia – sapendo già oggi… il governo in carica, d’aver presentato alla finanziaria, un emendamento per risollevare le sorti per un default ormai prossimo a 11 milioni e 900 mila euro per il 2016 e con 23 milioni di debiti previsti per il 2018!!!
Chiudiamola definitivamente questa società, dopotutto abbiamo visto cosa ha saputo fare… creare inutilmente ancora più debiti!!!
Un mio professore all’Università mi diceva: bisogna accettare il principio che un debito pubblico è una maledizione pubblica… e sapere sempre che c’è… chi fa debiti per necessità, chi per leggerezza, chi per vizio… ma solo il primo, di solito è quello che li paga per tutti!!!

I reali problemi delle imprese confiscate…

Le cause di questo vero e proprio fallimento delle imprese confiscate, dipende da molteplici problemi, i quali, non sono esclusivamente da ricercare nella gestione amministrativa o nei suoi interpreti ( quella rappresenta di per se soltanto… un’ulteriore complicazione), ma nasce da ragioni che nulla hanno a che fare, con il provvedimento interdittivo da parte dello magistratura.
La gestione sistematica di quelle imprese, ora, a causa dell’intervento giurisdizionale, fa emergere tutti le problematiche ad essa connesse, portando alla luce, quelle metodologie finora adottate, non sempre funzionali con l’attività dell’impresa, ma che permettevano però alla stessa (se pur tra mille defezioni), di sopravvivere e creare nel contempo nuove opportunità di lavoro…
Con l’intervento dello Stato, alcuni di quegli aspetti prioritari, vengono di fatto a modificarsi, infatti a seguito del provvedimento di sequestro e/o confisca, queste imprese si trovano a dover affrontare tutta una serie di problematiche, che fino ad allora, erano di pertinenza diretta del suo titolare…
Infatti, la modifica camerale intervenuta, con l’avvicendamento da parte delle istituzioni, con la custodia delle quote societarie e la modifica del legale rappresentante, diventa nel concreto, il reale motivo “ostativo” per il quale si vengono a determinare talune conseguenze, tra le quali:
a) Revoca dei fidi bancari: le banche chiudono i “rubinetti”, revocando gli affidamenti e non consentendo all’azienda, già nella fase del sequestro, di proseguire la propria attività;
b) Rapporti con i clienti/fornitori: dopo il sequestro i clienti revocano le commesse e i fornitori chiedono di rientrare immediatamente dei loro crediti, in questo caso spingendo l’azienda alla chiusura;
c) Innalzamento dei costi di gestione: l’azienda sequestrata/confiscata, ricollocata in un circuito legale, sconta l’inevitabile aumento dei costi di gestione relativi alla regolare fatturazione delle commesse e alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro;
d) Gestione conservativa delle aziende: l’autorità giudiziaria e gli amministratori si trovano spesso senza strumenti, risorse e competenze specifiche.
Si tratta di trasformare ogni azienda sottratta alle mafie, in una risorsa in grado di sostenere il Paese in un momento di grande difficoltà economica e sociale, certamente non semplice… 
L’articolo 41 del codice delle leggi antimafia (decreto legislativo n.159 del 2011), stabilisce che, nel caso in cui il sequestro abbia ad oggetto società, l’amministratore giudiziario, venga scelto nella sezione esperti in gestione aziendale dell’Albo nazionale degli amministratori giudiziari, che però a cinque anni dalla sua nascita, non è ancora diventato operativo. 
Così come, da gennaio 2013 ad oggi, il consiglio direttivo dell’Agenzia nazionale non è stato ancora integrato con i due qualificati esperti in materia di gestioni aziendali e patrimoniali designati, di concerto, dal Ministro dell’Interno e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, per cui il solo consiglio direttivo risulta attualmente l’organo preposto alla destinazione dei beni confiscati. 
In particolare, proprio l’articolo 48 del codice antimafia, stabilisce che i beni aziendali vengano mantenuti al patrimonio dello Stato e destinati, con provvedimento dell’Agenzia che ne disciplina le modalità operative:
–  all’affitto, quando vi siano fondate prospettive di continuazione o di ripresa dell’attività produttiva, a titolo oneroso, a società e ad imprese pubbliche o private, ovvero a titolo gratuito, senza oneri a carico dello Stato, a cooperative di lavoratori dipendenti dell’impresa confiscata;
–  alla vendita, per un corrispettivo non inferiore a quello determinato dalla stima eseguita dall’Agenzia, a soggetti che ne abbiano fatto richiesta, qualora vi sia una maggiore utilità per l’interesse pubblico o qualora la vendita medesima sia finalizzata al risarcimento delle vittime dei reati di tipo mafioso;
ed infine 
– alla liquidazione: quando non vi sono le condizioni di cui sopra;
Certamente non si tratta di una procedura semplice, ma proprio in questo momento occorre fare uno sforzo da parte di tutti, per supportare il compito dell’Agenzia, la quale (nella sua relazione annuale), esplicitava le criticità di gestione delle aziende e proponeva di estendere alle aziende la disciplina oggi dettata per i beni immobili e consentire allo Stato e agli Enti territoriali di acquisire a titolo gratuito le aziende confiscate. 
Proponeva, altresì, al fine sia di scongiurare la chiusura aziendale ed in particolare, evitare di trasmettere messaggi negativi alla cittadinanza, l’istituzione di un fondo di rotazione che, ricorrendone i presupposti, verrebbe utilizzato per finanziare le aziende che presentano concrete possibilità di rimanere sul mercato. 
Si potrebbe creare – proseguiva la relazione dell’Agenzia – da un lato, una sinergia tra le aziende sequestrate e confiscate per la rotazione delle commesse e, dall’altro, una rete virtuosa che, coinvolgendo le associazioni rappresentative degli imprenditori, dovrebbe far rientrare l’ex azienda mafiosa in un circuito di legalità tramite le commesse provenienti dalle società facenti parte della rete. 
Infine, sarebbe utile attivare protocolli d’intesa per utilizzare manager esperti del mercato di riferimento per la gestione imprenditoriale delle aziende particolarmente complesse. 
Per queste ragioni, è fondamentale l’approvazione in tempi rapidi della proposta di legge di iniziativa popolare “Io riattivo il lavoro”, già depositata in Parlamento.
Perché soltanto in presenza di una forte volontà condivisa, si potrà difatti assicurare la ripresa e la restituzione alla collettività, di quelle imprese che permettono potenzialità occupazionali e di sviluppo, non solo in termini economici, ma soprattutto in termini sociali, culturali e di partecipazione democratica.
Ecco questi sono i temi fondamentali che dovrebbero essere affrontati in quei cosiddetti “convegni per la legalità“…, e non come – partecipando in incognito – mi accorga, che metà del loro tempo a disposizione, venga sprecato in preamboli inessenziali… che hanno quale oggetto, la presentazione di coloro che sono stati invitati a partecipare!!!

Sapremo mai la verità su quegli incarichi???

Abbiamo letto degli intrallazzi commessi, nella gestione dei beni confiscati, abbiamo appreso quanti e quali magistrati, amministratori, consulenti, familiari, ecc… hanno partecipato direttamente o indirettamente a quella combine… ed infine, ecco, figure di spicco istituzionali, qual’è quella dei prefetti, all’improvviso, decidano di chiedere (è difatti una loro espressa richiesta…) il trasferimento…
Parlo del prefetto di Palermo, la stessa che, per come abbiamo letto in questi giorni dalle intercettazioni,  avesse un buon rapporto d’amicizia con l’ex presidente delle misure di prevenzione del tribunale di Palermo, S. Saguto (attualmente sospesa dal Csm), a cui sembra dalle indagini, aver chiesto un posto di lavoro per un parente di un’altro ex prefetto di Messina…
Quest’ultimo inoltre, riceve un incarico dal prefetto di Catania, scelto tra i nominativi della terna, quale collegio d’amministrazione per la discarica di contrada Valanghe d’Inverno a Misterbianco, sottoposta a sequestro, e dove, la propria professionalità… ( sarebbe interessante conoscere quali benefici ha apportato insieme al collegio, tale amministrazione giudiziaria…) è stata retribuita, con un compenso di 25 mila euro lordi al mese… quindi 75.000 lordi al mese per i tre amministratori… ( e nessuno tra essi, ha avuto a che ridire, su quel compenso ritenuto forse troppo elevato… ).
Per quel tipo di nomina, c’erano già state in precedenza delle perplessità… ma come sempre da noi… tutto fu chiarito… in quanto la legge prevede, per tale nomina, la decisione ponderata dei prefetti… o in base a criteri del tutto autonomi e personali… e che i compensi, erano al di sotto di quanto previsto dalla normativa vigente… 
Verrebbe da dire… meno male…
Infatti, è proprio a a causa di questa “pericolosissima” discrezionalità, che oggi nel nostro paese, avvengano giornalmente tutta una serie di procedimenti, che poi, con le inchieste realizzate delle varie procure, si scopre essere state… illegali e fraudolenti!!! 
Fintanto (e mi ripeto per l’ennesima volta…) le nomine, saranno realizzate con i soliti favoritismi (altro che chiamarla discrezionalità… chiamiamola con il suo vero nome…), finché il clientelismo per non dire nepotismo, avrà  potere sulla giustizia, sulla imparzialità di giudizio, sull’equanimità dei meriti… ecco fintanto sarà questo il sistema adottato… possiamo stare certi, che fra qualche mese o anno, a seguito di una nuova indagine, torneremo a dibattere su questo tipo di metodologia…
Non si può continuare a dare incarichi indeterminati a ex uomini/donne delle istituzioni, in consigli d’amministrazione di società dello Stato, in particolari in quelle sottoposte a provvedimenti di sequestro/confisca, che hanno (ma è ormai risaputo…) quale univoco interesse, quello di far beneficiare quanti appartenenti a quella casta, per assicurare loro (o chi per loro…) sostanziosi vitalizi!!!
Anche perché non è detto… (ma forse è proprio ciò che non si suol dire…) che avendo goduto – nello stesso periodo – di più e più incarichi, ognuno di essi, ben remunerato dalle somme previste ai sensi di legge, una parte di questi, chissà, forse, è servita ad alimentare un eventuale sistema parallelo… 
Basterebbe difatti agli organi di controllo (in particolare alla GdF), verificare le somme effettivamente ricevute, con quante oggi ancora nella loro disponibilità (a cui vanno sommate ovviamente i beni eventualmente acquistati nello stesso periodo, tra immobili e mobili); sono certo che dai movimenti effettuati, si scoprirà una netta differenza… quella che manca precisamente per essere stata trasferita… 
Perché si sa, quando non si divide… si finisce di mangiare, come dice appunto il detto, chi mangia solo… muore solo… ma soprattutto non è questo il caso che con un semplice ringraziamento uno se ne possa uscire facilmente o meglio si sa che col solo grazie non si mangia più!!!
E poi, lo sanno tutti che l’appetito vien mangiando e quando cadono i maccheroni in bocca… tutti li sanno mangiare!!!
Quindi… chissà se un giorno scopriremo con certezza quanto realmente accaduto… o se le ragion di Stato, avranno come sempre… il sopravvento sulla verità!!! 

Il Collezionista… d'Incarichi

Ricordate il libro “Il collezionista di ossa” tratto dall’omonimo romanzo di Jeffery Deaver divenuto famoso con il film omonimo, interpretato da Denzel Washington e Angelina Jolie… 

Lì c’erano due poliziotti sulle tracce di un serial killer, qui di contro, abbiamo una procura (quella di Caltanissetta) che va ad indagare all’interno di un Tribunale (quello di Palermo) sulla delicata gestione… dei beni confiscati. 
Ecco quindi scoprire un’analogia, tra chi raccoglieva “ossa” e chi invece accumula “incarichi”…  e dove, proprio da uno di questi capitoli… si apprende (a nome del Presidente della Commissione regionale Antimafia… Nello Musumeci ) esserci un “dossier” su presunte anomalie…
Già, fu lo stesso presidente della commissione, a suo tempo intervistato, che dichiarò : non possiamo dire più di quanto già esposto in conferenza stampa, il tema è delicato e “caldissimo”… fili ad alta corrente, che pochi fin qui si sono azzardati a toccare. Si parla di gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. 
Un sistema, ha commentato Fabrizio Ferrandelli (vicepresidente dell’Antimafia regionale) che “ha mostrato delle lacune e delle storture, in alcuni casi anche fisiologiche”!!!
Se si pensa che oggi, l’agenzia di questi beni, rappresenta la più grossa “holding” del nostro paese, con un indotto (rappresentato dalle migliaia di aziende, immobili, terreni, beni mobili, impianti ed attrezzature…) che non solo ha favorito l’eccessiva concentrazione d’incarichi, ma soprattutto ha permesso di privilegiare taluni studi professionali e/o società vicine a questi amministratori… e basta poco quindi, per intuirne i motivi…  perché nessuno vuole restarne fuori!!!  
Non bisogna inoltre dimenticare, la denuncia presentata dall’ex prefetto Giuseppe Caruso (poco prima di lasciare la direzione dell’Agenzia), sulla gestione ad uso “privato” dei beni da parte di alcuni amministratori giudiziari, scelti proprio dal Tribunale…
Sicuramente il comportamento dell’ex prefetto risultò –per come dichiarò lo stesso Vice-presidente della Commissione Nazionale Antimafia Claudio Fava– un po “bizzarro”, poiché questa dichiarazione… giunse successivamente all’incarico fin lì assunto, ma più di ogni altra cosa, che dalle sue dichiarazioni non vi erano dati certi che potevano inficiare la professionalità di alcuni amministratori giudiziari… ( bisogna aggiungere che su tale punto, l’ex prefetto Caruso, aveva dichiarato che non era sua intenzione delegittimare il lavoro della magistratura, ma segnalare l’inopportunità di alcuni amministratori giudiziari i quali aerano anche presidenti di consigli di amministrazione di società, molte delle quali, non passavano e non passano, dal sequestro alla confisca).
Dopo il polverone emerso sul Tribunale di Palermo, si è capito (finalmente…) che il sistema va totalmente cambiato, a cominciare dalla istituzione di un albo degli amministratori giudiziari, ed ancora, l’importanza di coinvolgere figure professionali specializzate, con l’utilizzo di quanti hanno avuto incarichi professionali all’interno di quelle imprese e ne conoscono di fatto le problematiche, ed infine e forse la più importante, procedere a riformare la normativa vigente…
Su questa vicenda, lo Stato, non ha fatto finora una bella figura… perché volendo tralasciare le problematiche inerenti la gestione e gli uomini a cui si erano affidati tali incarichi… ciò che emerge oggi, è la mancata capacità di continuità, ed il messaggio che passa purtroppo, è quello che con la mafia si lavora e con lo Stato il lavoro… si perde!!!
Il dato scoraggiante è che quasi il 95% delle imprese sottoposte a sequestro o confisca, finiscono per auto-liquidarsi o fallire… e con loro vanno a casa migliaia di lavoratori (si parla di circa 100.000 lavoratori rimasti disoccupati a seguito proprio di quei provvedimenti giudiziari…) di contro, lo Stato, è capace di fare incassare centinaia di migliaia di euro ai suoi uomini e quanti gravitano attorno a quel sistema clientelare…
Inoltre, è stata dimostrata l’incapacità di riutilizzo di quegli stessi beni… che restano di fatto, nelle mani di coloro a cui erano stati sottratti!!!
Quindi l’essere passati sotto la cosiddetta “legalità” ha permesso alle aziende confiscate di chiudere ed ai loro dipendenti… di perdere il lavoro, mentre, tutte quelle imprese che operano illegalmente nel mercato, con contratti del personale mai rispettati (il più delle volte a nero), gestione finanziaria/amministrativa e tecnica superficiale, appalti aggiudicati solo per fare cassa… mentre i lavori vengono subappaltati a piccole imprese individuali o artigiane, che il più delle volte, si ritrovano (a causa dei mancati pagamenti) a dover chiudere anch’essi i battenti…
Perché… fino a quando sarà la politica a scegliere gli uomini, ad incaricare (senza alcuna meritocrazia) quanti dovrebbero controllare in maniera onesta questo nostro paese… ecco, fintanto sarà questa la metodologia adottata… statene certi, che nulla potrà mai cambiare!!!
Dopotutto è proprio come la nostra vita… rivoluzione, riflessione e televisione. Si comincia con il voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali!!!

Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati…

Desidero riprendere alcune domande, postate in questi giorni, nei siti web di Addio-Pizzo e Le Iene Sicule, sulla visita a Catania del Dott. U. Postiglione (Direttore dell’Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati) per chiedere ad Egli, se realmente crede che, attraverso le metodologie finora adottate (per queste società), si possa giungere ad invertire, il percorso finora realizzato…
Ora, voler giungere in Sicilia, solo per promuovere se stessi o l’Agenzia che si dirige (con la scusa di assegnare 210 beni confiscati), comunicando i nominativi per i recenti incarichi affidati (sarebbe comunque interessante conoscere con quali modalità sono stati scelti questi amministratori), mi sembra di ascoltare quelle solite propagandistiche manifestazioni, quando di contro, si poteva tranquillamente “operare in silenzio, senza bisogno di realizzare… tutto questo clamore… 
Inoltre, dalla cerimonia è emerso come alle domande dei giornalisti, egli abbia volutamente esimersi dal rispondere, in particolare mi riferisco a quelle sulle inchieste in corso presso il Tribunale di Palermo…, che sono state diplomaticamente “evitate”…
Delle imprese attualmente confiscate… e non sono soltanto quelle che solitamente vengono richiamate, ma mi riferisco alle migliaia (sono più di 5.000 di cui però, soltanto circa 2.000 sono state destinate ed assegnate) che proprio in Sicilia… non trovano risposte dalle Istituzioni… e dove, il più delle volte, vengono totalmente abbandonate a se stesse… per non voler dire, che di fatto… restano sotto il diretto controllo di coloro a cui erano state sottratte!!!

Inoltre, la cosa assurda avviene, non solo quando si è dimostrato di essere inadeguati alla gestione di questi beni… ma in particolare, quando, attraverso la propria professionalità e correttezza morale, si è saputo dimostrare di essere stati degli ottimi amministratori…

Infatti, prendendo proprio spunto del complesso (Lido dei Ciclopi) nel quale è stata svolta la sopraddetta cerimonia, mi chiedevo come sia possibile, aver revocato l’incarico al suo amministratore Dott. Giuffrida, che a detta di molti (in particolare proprio dei suoi ex dipendenti e dall’analisi sulla gestione finanziaria-amministrativa) essere persona corretta!!!

Allora… non è che forse proprio perché queste società, sono riuscite tra mille difficoltà non soltanto a sopravvivere ma a produrre utili (incassi), qualche “furbetto” ora, abbia pensato di volerci mettere le mani sopra???
Mi chiedo quindi… chi gestirà queste società… quali requisiti possiederanno questi nuovi amministratori rispetto allo stesso Dott. Giuffrida???

Siamo certi che i soggetti ai quali verranno dati in gestione queste società, non sono ora messi lì, perché “qualcuno” li abbia scelti appositamente per riprenderne il possesso???

Ed ancora, dal momento in cui Lei dichiara che, nell’incaricare questi amministratori, si applicano “le tariffe più basse che ci siano, e cioè quelle del Tribunale di Reggio Calabria“, ed è il motivo per cui (sono sempre Sue parole…) certe volte, molti amministratori giudiziari rinunciano a diventare collaboratori dell’agenzia, mi chiedo, visto che l’aspirazione che porta questi soggetti a tale incarichi è prettamente “venale”… non sarebbe forse meglio, modificare questa gestione, affidandola direttamente ad uno dei corpi dell’Arma e fare gestire questi stessi beni (a seconda delle tipologie societarie) con personale dipendente, assunto specificatamente per i settori merceologici d’appartenenza, con l’ausilio ed il controllo diretto della GdF, senza continuare con questi clientelari incarichi, che finora hanno dimostrato essere in questi anni… quasi sempre corruttivi???
Dopotutto, questi signori vengono pagati non solo da noi cittadini… ma soprattutto dalle stesse imprese sulle quali è intervenuto il provvedimento interdittivo; sarebbe quindi opportuno, che quei soldi, fossero in un qualche modo… opportunamente “distillati” e non scialacquati… per come finora si è fatto!!!
Credo inoltre, che sia giunto per le istituzioni, il momento d’iniziare a fare seriamente il suo dovere e non nascondersi ancora oggi, dietro il dito!!!

Bisogna intervenire definitivamente contro quegli amministratori che hanno dimostrato essere di fatto collusi… che attraverso la loro disdicevole gestione hanno permesso che si protraessero abusi e malaffare!!!
Queste persone debbono pagare in particolare se vengono dimostrate proprie partecipazioni attive nel 

compiere eventuali reati…

Non si può da un lato confiscare i patrimoni alla mafia e successivamente mettere uomini, che attraverso quelle loro azioni, dimostrano essere, essi stessi dei mafiosi!!!
Credo sia giunto il momento di fare pulizia… non pensare d’inventarsi meravigliose cerimonie festose, vivaci e nuove strategie, intuizioni colorate di facciata, che poi, proprio come delle “bolle di sapone”… non fanno altro, che esploderci in faccia!!!
Concludo attendendo le risposte, che il quotidiano d’inchiesta Sudpress ha posto proprio sull’argomento e sarebbe importante che, almeno per una volta, qualcuno ci mettesse non solo la propria faccia ma anche la propria firma… rispondendo a quelle domande, non in maniera generalizzata, ma dando dimostrazione di capacità operativa e soprattutto di volontà concreta…
Resto (ma credo di poter dire… che siamo in migliaia quelli…) in attesa di un Suo celere riscontro!!!