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Dalle macerie alla rinascita: Gaetano Vecchio e la sfida di un’Ucraina sostenibile

Quelle strade, un tempo affollate di vita quotidiana, oggi segnate dal fragore delle esplosioni, sembrano incarnare una verità più grande: quella di un popolo che resiste, nonostante tutto.

E proprio quel senso di resilienza ritorna oggi mentre ascolto le parole del presidente dell’Ance, Gaetano Vecchio, che con chiarezza ha indicato una direzione precisa per il lungo cammino della ricostruzione.

Secondo Vecchio, essa dovrà essere anzitutto orientata a una trasformazione sostenibile, per costruire un futuro più verde, resiliente e moderno. Non si tratta solo di alzare nuovamente muri o riparare strade distrutte, ma di ridisegnare un Paese intero, immaginandone uno nuovo, più giusto e più adatto ai tempi che verranno.

Parlare di ricostruzione significa allora andare ben oltre i mattoni e il cemento, come lui stesso ha ricordato. È parlare di un futuro europeo, di un’Ucraina che non debba limitarsi a tornare com’era, ma che possa trasformarsi in qualcosa di meglio, di più avanzato e soprattutto più rispettoso dell’ambiente e dei bisogni reali delle persone.

Questo processo richiederà inevitabilmente una forte collaborazione tra imprese europee e realtà locali, perché solo lavorando insieme si possono mettere in rete competenze tecniche e conoscenze radicate nel territorio, valorizzando ciò che esiste e costruendo soluzioni concrete, durature e adeguate.

L’Europa, d’altronde, non può fermarsi alla solidarietà durante il conflitto, deve spingersi fino a sostenere il lungo e complesso percorso della ricostruzione. Le cifre sono enormi, quasi incredibili: 506 miliardi di euro stimati per rimettere in piedi un Paese devastato. Di questi, 81 miliardi riguardano l’edilizia residenziale, 75 i trasporti, 12,6 lo smaltimento delle macerie. Numeri che fanno paura, certo, ma anche progetti che aprono la mente e il cuore a un domani possibile.

E non si tratta solo di quantità. Piero Petrucco, presidente della FIEC, ha ricordato con forza che chi lavora nel settore delle costruzioni non è semplicemente un tecnico o un operaio, ma un abilitatore della ripresa, della coesione sociale, della capacità stessa del Paese di tenersi insieme. Ricostruire, quindi, non è solo un atto materiale, ma anche morale, politico, umano. Significa ricostruire fiducia, comunità, istituzioni, tessuto sociale.

La conferenza URC2025 svoltasi a Roma ne è stata una dimostrazione tangibile, riunendo leader internazionali, aziende e rappresentanti delle istituzioni attorno a un’unica idea: che la distruzione possa trasformarsi in opportunità, che la guerra lasci il posto a una pace costruita con le mani, con gli strumenti, con la volontà di fare meglio di prima. Il messaggio lanciato è chiaro: l’Ucraina potrà essere libera, prospera, rinnovata non solo nelle sue strutture fisiche ma dentro sé stessa, nella sua identità profonda.

Investire nell’Ucraina, come si è detto, è investire in noi stessi, perché ogni conflitto che esplode lontano finisce sempre per toccarci da vicino. Mentre accordi si stringono tra aziende italiane e ucraine, e nasce un nuovo fondo europeo per accompagnare questo processo, ci si muove già per preservare quei luoghi e quei simboli che raccontano la storia e l’anima di un popolo.

Sì, la strada è lunga, disseminata di ostacoli e incertezze, ma penso a quando anch’io, da giovane, arrivai ad Odessa per lavoro e restai colpito da quanto potesse offrire quel Paese, nonostante i suoi problemi. Oggi, come allora, credo che l’Ucraina abbia davanti a sé una possibilità vera, se solo si saprà cogliere questa occasione con coraggio e visione.

Perché, come fecero tanti Paesi dopo la Seconda Guerra Mondiale, anche l’Ucraina può rialzarsi. Deve farlo. E io non posso che tornare con il pensiero a quelle pagine scritte mesi fa, dove dicevo che Odessa, con tutta la sua forza e bellezza, merita di rinascere. Perché nessuna guerra, nessuna bomba, potrà mai cancellare la luce che brilla negli occhi di chi non si arrende.


Originally published at http://nicola-costanzo.blogspot.com.

Oltre le cazzate sul Paradiso…

Albert Einstein, quando gli veniva chiesto se credesse in Dio, rispondeva spesso con una frase tanto semplice quanto enigmatica: “Credo nel Dio di Spinoza“.

Per molti, questa risposta potrebbe sembrare poco chiara o addirittura priva di significato, ma in realtà racchiude un intero universo di pensiero, una visione che trascende la religione convenzionale per abbracciare qualcosa di profondamente razionale e naturale. Per comprendere il senso di questa affermazione, dobbiamo immergerci nel pensiero di Baruch Spinoza, filosofo del XVII secolo e figura centrale del razionalismo.

Spinoza, vissuto in un periodo dominato dalla fede e dalla dogmatica religiosa, concepì Dio in un modo completamente innovativo, identificandolo con l’ordine geometrico del mondo, manifestazione suprema della perfezione della Natura. Una delle sue massime più celebri, Deus sive natura (Dio ovvero la Natura), riassume il suo pensiero: Dio non è un’entità separata e trascendente, ma è immanente, presente in ogni aspetto del mondo naturale. Egli è la legge stessa che regola l’universo, la logica che permea ogni cosa.

Immaginando il Dio di Spinoza parlare, potremmo attribuirgli queste parole:

“Smettila di pregare e di batterti sul petto. Divertiti, ama, canta e goditi tutto ciò che questo mondo ti può dare. Non voglio che tu visiti i templi freddi e bui che chiami la mia casa. La mia casa è nelle montagne, nelle foreste, nei fiumi, nei laghi e sulle spiagge. Lì è dove esprimo il mio amore. Non farti ingannare dai testi scritti che parlano di me: se vuoi trovarmi, guarda un paesaggio, senti il vento e il calore sulla tua pelle.

Non chiedermi nulla: non ho il potere di cambiare la tua vita. Tu, però, sì. Non avere paura: non giudico, non critico, non punisco. Non credere a chi mi riduce a un elenco di regole. Quelle servono solo a farti sentire inadeguato, colpevole, e a controllarti. Non pensare al mondo dopo la morte: non è lì che troverai la bellezza. Questo mondo è pieno di meraviglie, e sta a te scoprirle. Non voglio che tu creda in me per fede cieca, ma che tu mi senta sempre in te e intorno a te.

È facile intuire come il pensiero di Spinoza fosse radicale per la sua epoca, e lo rimane tutt’oggi. 

Il Dio che descrive è un Dio di libertà, estraneo alle dinamiche umane del perdono e della punizione, un Dio che non richiede sottomissione ma che invita alla celebrazione della vita. Questo spostamento di prospettiva – dalla paura del giudizio alla valorizzazione della bellezza del mondo – restituisce l’esistenza nelle mani di chi la vive.

E allora, è inevitabile chiederci: quanto delle religioni istituzionalizzate si basa su una narrazione di controllo e paura? Quante dottrine promettono un aldilà glorioso a patto che si rispettino determinate regole, spesso arbitrariamente dettate? Queste idee non sembrano servire tanto a elevare l’anima umana, quanto a vincolarla, a tenerla incatenata al timore di una punizione eterna o alla speranza di una ricompensa ultraterrena.

Ma se, come diceva Lavoisier, “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” allora non è più liberatorio pensare che siamo energia in continuo mutamento? Un’energia che non scompare con la morte, ma che si reintegra nel grande disegno dell’universo, proprio come la Natura di Spinoza.

Forse è tempo di abbandonare le cazzate di chi ci promette un paradiso celeste in cambio della nostra sottomissione. 

Forse è tempo di guardare il mondo per quello che è: un luogo straordinariamente bello, ricco di opportunità per amare, gioire e vivere. 

La vera spiritualità non risiede in dogmi e templi, ma nell’esperienza diretta della vita, nel riconoscere il divino in ogni respiro del vento e in ogni raggio di sole.

La camorra fa schifo!!!

Ascoltavo stasera il Tg su Rai1, quando ho sentito il Ministro Costa pronunciare la frase: “La camorra fa scifo”!!!
A quella frase ho pensato: “e allora??? Vedi che novità…”!!!
D’altronde, mentre lo Stato pronuncia queste parole, il sottoscritto ripensa a tutte quelle frasi analoghe pronunciate negli anni scorsi, da altrettanti uomini delle istituzioni…
E la camorra cosa ha fatto… intimorita da quelle frasi pensate che sia stata ferma a guardare gli eventi, no… a continuato a fare quattrini con la propria organizzazione criminale, in particolare facendo affari con i rifiuti!!!
Il ministro dice correttamente: “fanno schifo anche i colletti bianchi che speculano sulla salute delle persone”, ma dimentica che sono stati principalmente molti di quei suoi precedenti colleghi a sfilare nei convegni in nome della lotta alla camorra, per poi successivamente sedersi a tavola con quei camorristi, per stringere accordi elettorali…
Come si fa a dimenticare che molti degli uomini eletti in quel territorio, sono stati eletti con i voti della camorra??? 
Credere che la camorra sia ancora costituita da quattro scugnizzi a modello “Gomorra” è una follia!!!
Quell’associazione criminale si comporta oggi come una holding, studia a tavolino i vari sviluppi del territorio, muove le proprie pedine, promuove quei suoi uomini, investe nel territorio, crea lavoro e consenso sociale, ed infine avvicina le associazioni di legalità esistenti per continuare i propri interessi, la sua è una vera e propria strategia…
E’ finito il tempo di quelle famiglie malavitose, ora c’è una metodologia da portare avanti, e ciascuna di esse, deve sottostare a quell’impostazione generale…
Certo, la camorra fa schifo, ma ciò che fa maggiormente più schifo, sono tutte le persone che presentandosi come perbene, con quelle facce pulite e le mani sporche dalle mazzette incassate, partecipano ogni giorno a quegli affari criminali e corruttivi, che determinano nel territorio un grave inquinamento che avvelena non solo l’ambiente, ma soprattutto i suoi cittadini…
Sì… l’hanno definita la “terra dei fuochi“, sono vent’anni che sento parlare di contrasto alla camorra, di realizzare quegli interventi necessari per ripristinare quei territori inquinato da liquami chimici e quant’altro, per combattere i roghi provocati da quella regia delinquenziale…
Non può essere che siamo ancora qui a palarne, non può essere che non sia cambiato nulla in tutti questi anni, che siamo ancora qui a contare gli incendi provocati, non uno, due, tre, quattro cinque… no, ormai non si contano più quegli compiuti, senza che mai nessuno abbia fatto qualcosa!!!
Potete non condividere quanto sto per dire, ma in questi incendi il sottoscritto vede soltanto una cosa, il fallimento dello Stato o per meglio dire, di una parte di quei suoi uomini!!!
Nel frattempo che a Roma si chiacchiera, la camorra continua a controllare il business dei rifiuti, incassa milioni di euro con quell’emergenza eterna, procede a rimuovere tutte quelle “ecoballe” (dopo che lo Stato ha pagato per realizzarle), ed infine inizia a dedicarsi ai nuovi impianti di trasformazione e/o di compostaggio…
La camorra è vero… fa schifo, ma non è la sola!!!

La leggerezza dell’essere…

La storia d’amore che vorrei conoscere e vivere, deve possedere una trama tanto difficile e delicata quanto appassionante…
Ci sono molte storie che hanno interessato ed animato la mia vita, ma continuo a vivere con la speranza e la promessa di quel amore eterno…
Vorrei una nuova dimensione, che non sia causa del tempo, ma il desidero autentico, di una trasformazione profonda di questo spirito, che da sempre mi ha reso libero, annullando proposte di vita, dando un senso compiuto a quei rapporti che soltanto l’altra parte manifestava e riteneva autentici…
Ma, poiché la vita è in continuo mutamento, per tutti e non solo, quel tempo è arrivato al suo compimento e qualcosa è cambiato dentro me…
Oggi, è venuto il bisogno di avere una storia importante, con cui trascorrere la propria esistenza, quel legame ardente e puro, esclusivo e definitivo…
Qualcuno oggi mi chiede cosa sia cambiato… e perché…, cosa ha indotto a deviare quel percorso, senza tradire i passi fatti… 
E’ stato il senso della vita a scatenare quei sentimenti prima ignoti e che ora iniziano a farsi largo nel mio animo, questo giungere ad un nuovo livello, che si pone in contrasto con quelle iniziali scelte…
In realtà, l’affermazione che la libertà venisse prima di tutto, predisponeva che mai si sarebbe tornati indietro sui propri passi…., ma un giorno, qualcosa ha cominciato a gridare a gran voce, quella libertà imposta, non poteva essere così crudele dal pretendere l’esclusione di un rapporto d’amore privilegiato… 
Non poteva tagliar fuori ciò che sulla terra aveva reso, per l’uomo o la donna, meraviglioso esserci, quello strumento di gioia che voleva esprimere amore e non un amore indifferenziato, ma rivolto a quell’essere umano, per noi prediletto…
Solo infatti attraverso l’esperienza intensa e vitale di un amore reale, manifestazione e dono dell’amore di Dio, si può arrivare ad amare davvero, in modo unico e certamente sempre diverso… 
Dunque una profonda rivalutazione del concetto di amore, non più generico e per tutti, ma da ora desiderio mirato…
Da sempre i testi sacri insegnano che l’amore è il motore del mondo, che non è possibile ingabbiarlo, e come recita il Cantico dei Cantici, nemmeno le grandi acque possono spegnerlo, ed è soltanto chi conosce l’esperienza dell’amore che può dire di conoscere l’amore… 
Oggi questa ricerca viene accompagnata, dal desiderio di quel incontro, capace di recuperare quella dimensione iniziale, che libera l’essere umano dalla paura, visto non come necessario compimento di una relazione d’amore, ma come desiderio di trascendenza che ci accompagnerà fino alla fine dei nostri giorni… 
Nonostante le difficoltà quindi, bisogna sempre credere che un incontro con la persona designata a noi speciale è possibile, non subito e non ora, coscienti però che il percorso intrapreso nella ricerca dell’amore non più divide, ma moltiplica, cresce e con il crescere, intensifica noi stessi dentro e fuori…
Ora non resta altro che sognare, aspettare quell’unico desidero, perseverata ricompensa e strumento di salvezza… ed in attesa che tu verrai, ringrazierò sempre il momento in cui ci siamo incontrati…

La leggerezza dell'essere…

La storia d’amore che vorrei conoscere e vivere, dovrà possedere una trama delicata ma… appassionante.
Ci sono molte storie che hanno interessato ed animato la mia vita, ma continuo a vivere con la speranza e la promessa di quell’amore eterno…
Vorrei difatti una dimensione diversa, che non sia causa del tempo, ma desiderio autentico di trasformazione profonda dello spirito, che mi ha reso libero e che ha permesso di dare al sottoscritto, un senso autentico ai rapporti fin qui espressi…
Ma, poiché la vita è in continuo mutamento, anche il tempo è giunto al suo epilogo e qualcosa pian piano dentro me, è andata cambiando…
Sì… è come quando ero ragazzo, sì è tornato quel bisogno d’avere una storia importante, quella con cui trascorrere la propria esistenza, un legame puro, esclusivo e definitivo!!!
Qualcuno negli anni mi ha chiesto cosa fosse cambiato… cosa mi ha indotto a deviare, da quel mio “naturale” percorso…  

Chissà, forse è stato il senso della vita a scatenare nuovamente quei sentimenti, che si sono fatti largo nel mio animo, giungendo ad un nuovo e più alto livello che si è posto in contrasto con quelle iniziali scelte…

In realtà, l’affermazione che la mia libertà venisse prima di tutto, predisponeva il sottoscritto a non tornare mai indietro sui propri passi…. ma un giorno, qualcosa è cambiato, ha iniziato a gridare a gran voce che quella libertà volutamente imposta, non poteva continuare in modo così crudele, dal pretendere l’esclusione di un eventuale rapporto d’amore privilegiato… 
Non si poteva tagliar fuori, ciò che a suo tempo si era già provato, ciò che aveva reso all’unisono due ragazzi, un meraviglioso di gioia, che esprimeva amore, in ogni occasione…
Ed è grazie a quella precedente esperienza, manifestazione intensa d’amore puro, che si è potuti giungere ad amare davvero, in modo unico, certamente diverso, anche altri soggetti… 
Una profonda rivalutazione di quel concetto d’amore, non più limitato, ma per quanto lo meritano…
Da sempre i testi sacri insegnano che l’amore è il motore del mondo, che non è possibile ingabbiarlo e come recita il “Cantico dei Cantici”, nemmeno le grandi acque possono spegnerlo perché solo chi ha avuto modo di conoscere l’esperienza dell’amore, potrà dire d’aver conosciuto il vero amore… 
Oggi questa ricerca è accompagnata dal desiderio di un incontro, capace di recuperare quella dimensione iniziale che libera l’essere umano dalla paura, vista non più come fine di una relazione d’amore, ma come vera e propria “trascendenza”, che ci accompagnerà fino alla fine dei nostri giorni… 
Nonostante tutto quindi, bisogna sempre credere che l’incontro con quella nostra persona “speciale” –a suo tempo designata– sarà sempre possibile, non subito forse… non ora, ma coscienti però che il percorso intrapreso in quella ricerca, non sarà più per dividerci, ma per moltiplicarci, crescere e con il crescere, migliorare noi stessi, dentro e fuori…
Ora non resta altro che sognare, aspettare quell’occasione di contatto dove i nostri occhi si baceranno, quale giusta ricompensa di una storia d’amore intensa… e in attesa di quell’istante “principessa”, ringrazierò sempre il momento, in cui ci siamo incontrati…