Archivi tag: saguto

Retrofront sul caso Saguto…

Dopo quanto pubblicato ieri, la Procura generale di Caltanissetta ha ritenuto esecutiva una parte della sentenza emessa ieri dalla Cassazione, che però aveva disposto il rinvio di una parte delle condanne, disponendo un nuovo processo d’appello.

La guardia di finanza quindi su ordine della Procura generale di Caltanissetta, ha arrestato e portato al carcere Pagliarelli l’ex giudice Silvana Saguto ed il marito…

Ho letto sul web che in base alle prime informazioni disponibili, i magistrati nisseni avrebbero ritenuto definitiva e quindi esecutiva una parte della condanna della coppia, che supera i 4 anni e che dunque determina la reclusione. 

All’ex giudice Saguto erano stati inflitti in secondo grado 8 anni e 10 mesi mentre al marito 6 anni e 2 mesi, più o meno eguali le condanne per gli altri imputati…

Ovviamente gli ordini di esecuzione hanno sorpreso tutti, compresi gli stessi difensori, perché gli imputati avrebbero potuto essere arrestati già ieri pomeriggio, subito dopo la lettura della sentenza, dopo cioè aver preso visione del complesso dispositivo emesso dalla Suprema Corte, che disponeva comunque per alcuni capi d’imputazione un nuovo processo…

Quindi, sembrava sfumata quantomeno la possibilità che qualcuno finisse in carcere, viceversa la Procura generale di Caltanissetta ha considerato definitiva una parte delle condanne per corruzione, per le quali la pena era stata quindi già determinata.

Ed ecco quindi il colpo di scena, che ha portato all’arresto dell’ex giudice Saguto e di suo marito…

Permettetemi un pensiero, la vicenda beni confiscati in generale, ha rappresentato – lo dico per esperienza diretta – il più grande fallimento dello Stato!!! D’altronde se si esaminassero in dettaglio tutti i procedimenti compiuti in altre realtà non solo regionali, ma anche nazionali, emergerebbe come quel sistema fosse in se corruttivo, clientelare, basato prettamente sulla nozione mercantile di “dare ed avere” e sono pochi i giudici a non aver beneficiato di quella gestione, di quei loro amici incaricati come “amministratori giudiziari”, ma aggiungerei anche molti di quei soggetti “interdetti”, che di fatto, grazie a quegli uomini e donne dello Stato, hanno potuto godere di una gestione di sequestro e/o confisca alquanto ridicola!!!

La Saguto ha rappresentato eventualmente la punta dell’Iceberg, ma la montagna che sta sotto di essa è ancora lì, unita, tutta intera e non prova minimamente a liquefarsi!!!

Ex giudice Saguto: dovranno essere rideterminate le pene!!!

I giudici della sesta sezione penale della Cassazione hanno rinviato alla corte d’Appello di Caltanissetta il processo che vede imputata l’ex giudice Silvana Saguto, già presidente del tribunale per le misure di prevenzione di Palermo, insieme ad altri 11 imputati, tutti accusati di corruzione e concussione per lo scandalo della gestione dei beni confiscati. 

I giudici d’Appello dovranno rideterminare le pene a cui erano stati condannati gli imputati. 

Secondo i giudici della Suprema Corte, alcuni reati contestati nei capi d’imputazione sarebbero già prescritti e pertanto le pene vanno rideterminate. 

Il Procuratore Generale della Suprema Corte, Simone Perelli, durante la requisitoria aveva chiesto di confermare la condanna a 8 anni e 10 mesi di carcere per Saguto emessa dalla corte d’Appello, ma di assolverla, “perché il fatto non sussiste“, per i tre capi di imputazione sulla rivelazione del segreto d’ufficio. 

Nel processo sono imputati anche l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, ex amministratore giudiziario per i beni confiscati che in Appello era stato condannato a 7 anni e 7 mesi, il professor Carmelo Provenzano, già condannato a 6 anni e 10 mesi, e per il commercialista Roberto Santangelo che in secondo grado aveva ricevuto una condanna a 4 anni e 2 mesi. 

Il Pg aveva chiesto la conferma anche per l’ex Prefetto di Palermo Francesca Cannizzo, già condannata a 3 anni.

Confisca dei beni??? Il solo parlarne mi fa venir il voltastomaco, d'altronde basta leggersi quanto accaduto al sottoscritto!!!

Purtroppo ci sono situazioni delle quali – se non ci è trovati dentro – non le si può capire… 

Mi piace osservare come molti nel nostro Paese si lavano la bocca, sì… quando si parla di sequestrare e quindi confiscare quei beni che appartengono alla mafia o alla criminalità organizzata…

Ma poi, dopo aver proceduto giudizialmente, sì… dopo aver espletato quel cosiddetto passaggio di consegne che dal privato passa allo Stato, cosa avviene??? 

Lo abbiamo visto tutti con la vicenda “Saguto”, ma quella – a differenza di quanto si è voluto far credere – non rappresentava l’eccezione, no… lasciatemelo dire: era la regola!!! Ma si sa a pagare come sempre accade in questo Paese, è soltanto uno ed uno solo, il resto, già… gli altri (come ratti) scappano quando la barca affonda!!!    

Ma poi permettetemi di aggiungere, in concreto cosa si fa di quei beni, cosa si riesce a realizzare per la comunità, abbiamo contato le molte imprese e le miriadi attività commerciali che appena confiscate chiudono bottega, ma vorrei altresì aggiungere, parlando sempre di beni immobiliari, cosa si realizza grazie ad esse, già… quelle note associazioni di legalità con quei beni loro assegnati cosa fanno, come riescono a trasformarli da semplici edifici e/o fabbricati sterili in attività sociali, culturali o anche produttive e quelle poche che riescono a partire e quindi a concretizzare in maniera fattiva quel provvedimento di sequestro o confisca, dopo quando terminano (quasi sempre in maniera disastrosa…) quel loro periodo promozionale, evento immagino presentato durante l’inaugurazione con tanto di banda e uomini delle Istituzioni poste al seguito e poi? Per non offendere quei meritevoli volontari che tanto ci avevano creduto in quel progetto, preferisco soprassedere…

D’altronde, se contiamo i numeri sappiamo bene quanto questi siano esigui, come d’altronde si è compreso che quelle confische rappresentino in se, un vero e proprio fallimento, non solo per lo Stato, ma per tutta la collettività!!!

Sì… perdonatemi, ma non sono in vena di fare – come molti pseudo giornalisti di questo nostro Paese, il “lacchè” (tra l’altro chi mi conosce sa bene che quell’immagine non mi si addice…), perché il vero messaggio che viceversa andrebbe trasmesso è quello reale, l’unico peraltro e non quello fantasioso, ideato esclusivamente per supportare la causa del sequestro dei beni!!! 

Difatti, a conferma di quanto sopra, basti prendere ad esempio alcune confische riproposte in questi giorni; ci si inorgoglisce in tutte le trasmissioni Tv vedendo che fine ha fatto residenza in Palermo di quell’ex capo di cosa nostra trasformata ora in caserma militare!!! Ma perché non si dice la verità e cioè che quella era l’unica destinazione possibile che si poteva realizzare, considerato che la maggior parte di quelle associazioni di legalità, a iniziarsi dai loro Presidente, associati e anche semplici iscritti, hanno preferito non mettersi in mostra dichiarando di voler gestire essi quella villetta, sì… sapendo di rischiare la propria vita, ma manifestando palesemente di sapersi scontrare con ciò che rappresentava quel “padrino” (ormai defunto) e di conseguenza quella associazione a delinquere, ma permettetemi di aggiungere che eguale circostanza potrebbe essere rivolta per quanti viceversa sono ancora in vita, ma a quanto vedo, a  nessuno viene in mente d’intraprendere una tale azione!!!

Ecco perché la maggior parte di quei sequestri o confische non conduce a nulla, anzi no a qualcosa serve, già…  foraggia una grossa fetta di quel sistema istituzionale, uomini e donne posti lì attraverso quegli incarichi assegnati, per sostenere non solo se stessi, ma parecchi loro colleghi e esterni professionisti, scelti ovviamente in maniera alternata e casuale, sì… tra i loro più intimi amici!!!  

Mi viene da ridere, già… per non dover piangere, ma quella che sto per raccontare è l’ennesima conferma del fallimento di questo Stato!!!

Già… questa storia coinvolge proprio il sottoscritto, sì… per retribuzioni mai percepite dallo Stato, sì… perché l’impresa nella quale operavo “INCOTER SPA” è stata nel 2010 sequestrata e poi nel 2012 confiscata, con tanto di articoli pubblicati sul web e in varie testate di quotidiani, peccato però che appena insediatosi, l’amministratore giudiziario, si è dimenticato un passaggio fondamentale e cioè che egli per nome e conto dello Stato, da quel preciso momento, incarnava con quel suo incaricato, la figura di datore di lavoro!!!

Permettetemi di aggiungere come il sottoscritto, affinché ricevesse quanto gli spettava (10 mensilità oltre il TFR), ha dovuto procedere per le vie legali (comprenderete quindi la beffa anche per i costi sostenuti…) e soltanto così, dopo che è stato emesso finalmente il provvedimento giudiziale di “dichiarazione di fallimento” (son passati nel frattempo quasi due anni…) ha potuto accedere (insieme a molti altri dipendenti) a quel “Fondo di Garanzia” che mi ha permesso, in qualità di creditore privilegiato, di ricevere quantomeno una minima parte di quelle somme dovute…

State pensando che sia finita, no… manca la ciliegina sulla torta o dovrei dire l’ultima sberla da parte di questo Stato iniquo e di quei suoi sottoposti: l’Agenzia delle Entrate di Catania proprio alcuni mesi fa, siamo a fine 2022, mi richiede – pur avendo il sottoscritto provveduto a consegnare i documenti ufficiali ricevuti da parte del Tribunale di Catania e dell’attuale Curatore fallimentare – le tasse su quelle somme mai riscosse!!!  

Premetto che la vicenda della confisca si è conclusa nel lontano 2016 e che d’allora ad oggi il sottoscritto è in attesa di vedere l’ottimo operato del nominato “Curatore Fallimentare”, che da quanto ho potuto sapere tramite dei colleghi, ha proceduto ad alcune vendite immobiliari: l’auspico personale quindi è quello che si possa procedere in maniera celere a quel definitivo piano di riparto (su questa vicenda, un po’ stanco della situazione, avevo iniziato a preparare un post, prima di dover dar seguito a quanto previsto dalla normativa “Cartabia”…). 

Questo è il Paese in cui viviamo, già… una vergogna, diciamolo con il suo nome, uno schifo, eppure c’è chi come il sottoscritto continua a fare il proprio dovere, perché come ripeto spesso, solo chi si piega ha paura e soffre, il sottoscritto viceversa preferisce combattere e andare avanti con la testa alta per la sua strada, senza piegarsi a compromessi o imposizioni, perché alla fine è soltanto così che si vince!!!  

Ovviamente in questo mio post ho parlato esclusivamente di talune circostanze ma sappiamo bene come di fatto esista una condizione opposta, quella che negli anni ha condotto molti soggetti ad essere assolti, oppure di terzi mai indagati o ancor peggio di eredi ignari e, da ultimo, ne ho parlato proprio alcuni mesi fa in un mio post “vittime di mafia” e cioè, di imprenditori costretti a pagare il pizzo e la cui impresa è stata ahimè sequestrata!!!

La verità è che la lotta al crimine attraverso i sequestri prima e le confische dopo, fa muovere un business finanziario di oltre 5 miliardi!!! 

Lascio a ciascuno di voi ogni riflessione, di una cosa comunque resto convinto, non è sostenendo in questo modo la confisca che si protegge l’economia dalle infiltrazioni criminali, questa è soltanto una retorica da dare in pasto agli italiani, sì a tutti quegli sciocchi che credono ancora che l’asino voli!!!

E’ tempo quindi che s’intervenga in maniera seria e si finisca una volta e per sempre, di distribuire quella ricchezza nelle mani deli soliti noti, sì… di quelle caste ed associazioni, ma soprattutto di quei rinomati burocrati pubblici!!!

Quanto siamo ancora disposti a sopportare…

Mi permetto di pubblicare un estratto di una comunicazione ricevuta, già preceduta da parecchi esposti!!!

Ieri in Tv ho visto un servizio di una operazione condotta dalle forse dell’ordine in cui dei lavoratori erano costretti a tornare dei soldi della loro paga ai datori di lavoro….

Avete messo fine a tutto ciò, bene, ma mi chiedevo, ma quei Signori che per anni sono stati pagati mensilmente in nero con assegni del                        per una pseudo collaborazione               , oppure quei pseudo collaboratori esterni, mai ufficializzati                                 pagati con assegni                             o quei muratori licenziati (percettore di disoccupazione), che continuano ad operare nella medesima struttura sempre a nero per il                              percependo denaro che viene sì giustificato, ma su semplici fogli di carta e ancora, quei professionisti che senza rilasciare fattura ricevono somme di denaro ingiustificate, il tutto accertato da un                                                             . 

L’altro giorno                                                         

Ora, capisco che                                        ma mi chiedevo i soldi non sono forse sempre soldi, i reati pure???

Certo stamani pensavo siamo in Italia dove attualmente non abbiamo un Governo, siamo in Sicilia dove le regole vengono spesso infrante, dove l’ex Presidente dei beni confiscati, magistrato Saguto, è stato appena condannato, dove vige la legge del più forte e dei mafiosi che si fanno compagnia con i Massoni che esercitano il loro potere senza neppure nascondersi e poi ci sono i cittadini… i quali, se non si adeguano vengono vessati, perseguitato e talvolta ahimè uccisi!!! 

Quello di oggi e questa email non sono uno sfogo, ma oggi dobbiamo decidere tutti insieme, Voi compresi: quale scenario siamo ancora disposti a sopportare e se forse, non sia giunto il tempo, di intraprendere un percorso più duro e risolutivo che possa ridarci dignità???


Beni confiscati: c'è ancora molto da fare!!!

Sono in molti a manifestare sorpresa per la condanna in appello dell’ex giudice e Presidente delle misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, accusata per corruzione, concussione e abuso d’ufficio, nello scandalo dei beni confiscati… 

Nel “cerchio magico”  visto sono finiti in molti, un vero e proprio “sistema” che avrebbe i fatto pilotato l’assegnazione di molte amministrazioni giudiziarie dei beni sequestrati alla mafia in cambio ovviamente di favori.

Non mi va di ripetere quanto altre testate hanno in questi giorni pubblicato in maniera dettagliata e neppure ripetere quei nomi altisonanti riportati, tra cui ahimè un ex prefetto, un tenente colonnello della Gdf, un Preside della facoltà di Giurisprudenza, un amministratore giudiziario, un ingegnere, un docente universitario ed altri ancora, già… ciò che vorrei evidenziare è che quel sistema non è stato l’unico, d’altronde basta semplicemente spostarsi di pochi chilometri, per verificare come quel meccanismo ben collaudato serva tutt’oggi a molti per far carriera o per incassare regalie…

Ma non solo, sono certo che se si verificasse l’operato di quanti oggi sono posti in quei ruoli chiave, si scoprirebbe come la gestione di quelle società confiscate sia compiuta all’acqua di rose.

Qualcuno ora potrebbe obbiettare quali prove io abbia a supporto: beh… potrei rispondere a chi di dovere che dovrebbe andarsi a leggere le 600 pagine e i due Dvd rimasti gelosamente custoditi in quell’ultimo cassetto destro di una scrivania di un secondo piano di un noto palazzo istituzionale,  a saperlo quei fogli avrei potuto rilegarli con una bella copertina di colore rossa, d’altronde hanno fatto la stessa fine di quella nota “agenda”; mi sembra di rivivere uno di quei romanzi gialli, noir, legal thriller o spionaggio di cui sono appassionato!!!

Peraltro se ancora oggi leggo certi nomi, ho la conferma che ancora molto deve essere fatto e che per quanto ora evidenziato con le condanne emesse, si sia – come sempre accade in questo nostro Paese – cercato di colpire solo una tra tanti, per dare un segnale deciso, sì per far comprendere a noi cittadini come lo Stato sia presente, ma soprattutto che esso non guarda in faccia nessuno: ma ciascuno di noi sa bene come quanto ora espresso sia servito esclusivamente a colpire il classico “capro espiatorio”!!!

L’auspicio è che quanto ora deliberato per quei soggetti, possano dar seguito anche ad altri nominatovi!!!

Oltre il 30% dei magistrati del sud Italia, sono stati raggiunti da provvedimenti disciplinari!!!

Ci sono notizie che mi stupiscono, mentre altre, viceversa non m sorprendono affatto, già è come se in un qualche modo, anticipassi quanto di lì a breve potrebbe emergere…

Ho letto ad esempio  sul web che il 30,8% dei magistrati che prestano servizio nella nostra regione Sicilia, sono stati raggiunti nel 2018 da provvedimenti disciplinari dalla Sezione del Consiglio Superiore della Magistratura… 
A scrivere quanto sopra, è stato il Procuratore Generale della Suprema Corte di Cassazione, Riccardo Fuzio, che intervenendo alla solenne cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, ha presentato una relazione esprimendo la sua personale preoccupazione per l’enorme dilagare del fenomeno della corruzione che vede per l’appunto il coinvolgimento delle toghe in episodi scellerati…

Avevo scritto alcuni giorni fa sulla vicenda di taluni magistrati e di come quell’organo giudiziario non stesse facendo agli occhi dei cittadini una gran bella figura, anzi, ha danneggiato l’immagine professionale di quanti operano al suo interno… 

D’altro canto sono ben il 48% i magistrati sui quali sono stati aperti procedimenti nell’anno 2018!!!
Questi sono stati considerati responsabili di violazioni del dovere della correttezza, mentre il 37% sarebbe venuto meno al dovere di diligenza nell’esercizio della propria funzione, ed ancora un 14% ha avuto condotte irregolari, tenute al di fuori dell’ambito professionale.
Aggiunge il Procuratore in quel suo rapporto: “Suscita allarme la gravità e la frequenza degli episodi che di recente hanno visto coinvolti diversi magistrati, perché ciò determina un indebolimento della fiducia dei cittadini nell’indipendenza e imparzialità della funzione penale”!!!
D’altronde ditemi, dinanzi ad una situazione del genere, cosa possiamo auspicarci dal sistema giustizia???
Perché fintanto che quel ordine protegge i suoi figli e non interviene in maniera decisa contro chi tra essi viola la legge, considerato inoltre che proprio essi dovrebbero essere demandati a farla rispettare, ecco, fino a che quella casta si auto-protegge per non far emergere quel diffuso “malaffare”, ecco che non si potrà mai avere giustizia!!!
Lo stesso Procuratore ha auspicato che il sistema disciplinare si faccia più severo al pari di quello penale, al fine di prevenire “derive patologiche in un settore di rilevantissimo interesse economico, capace di incidere sul piano nazionale in termini di difesa della legalità del fenomeno mafioso”.
La verità è che in presenza di fatti gravi, occorrerebbe rimuovere dall’ordine giudiziario quei soggetti e non continuare, per come finora fatto, ammonendo, trasferendo o infliggendo sanzione irrisorie… 
Come riportavo all’inizio, il meridione in particolare la nostra regione, risulta essere tra le più sottoposte a quei procedimenti, considerato che coinvolgono quasi un terzo dei magistrati…
Il Procuratore Generale avrebbe poi sottolineato come l’attenzione dovrebbe essere massima soprattutto in quei settori particolarmente delicati ed esposti al rischio di illeciti, in ragione dell’entità degli interessi economici in gioco; il riferimento è chiaro, si riferisce a quel settore fallimentare e/o delle misure di prevenzione, collegandosi al quale ha posto come esempio le vicende relative alla Sezione palermitana, ormai note come caso “Saguto” (dal nome di quell’ex presidente dei ben confiscati – rimosso lo scorso anno dalla Magistratura): “Peccato che viceversa… altri suoi colleghi, per vicende molto più gravi compiuti da quel sistema di prevenzione, siedono ancora lì… come se nulla fosse accaduto!!! 

Ma d’altronde in questa nostra terra tutto può accadere e quindi perché meravigliarsi???
Già, di poche ore infatti un nuovo terremoto giudiziario ha investito la Sicilia con le misure di arresti domiciliari e perquisizioni (su disposizione del gip di Roma Daniela Caramico D’Auria)  per i reati di corruzione in atti giudiziari commessi in seno al Consiglio di Stato e al Consiglio di Giustizia amministrativa della Regione Sicilia.
L’indagine è relativa a presunte sentenze pilotate…
Cosa aggiungere: “Un punto percentuale in più a quella classifica vergognosa, che vede la nostra giustizia – a causa di una parte di quei suoi uomini – ahimè… sempre più ultima”!!! 

Ecco come le sentenze al Tribunale di Messina venivano sovvertite!!!

Che avessi dei dubbi su alcuni tribunali siciliani o su taluni magistrati, è una cosa ormai risaputa… 
Basti rileggersi alcuni miei post sull’argomento, ricercando le parola “giustizia o magistratura“!!!
A volte mi sembra che non accada nulla, ma quando sembra che tutto si sia arenato… ecco giungere finalmente la scure della giustizia e iniziano a cadere le teste di quei magistrati corrotti…
In manette ora è finito l’ex membro del Consiglio di giustizia amministrativa Siciliana Giuseppe Mineo…
A fare il suo nome agli inquirenti è stato l’avvocato Piero Amara (ex legale Eni), che a febbraio è stato indagato e da mesi collabora con i pm di Messina e Roma
Certo, questa ulteriore mazzata nei confronti di quell’ordine giudiziario, crea non solo forte imbarazzo all’interno di quell’ambiente, ma certamente mette l’intero quell’apparato in forte discussione da parte dell’opinione pubblica…
Credo che per quanti operano in maniera corretta all’interno di quelle strutture, non sia piacevole dover assistere all’ennesima storia di corruzione in atti giudiziari, che ha già visto formalizzare da Palermo a Siracusa… per giungere ora a Messina, a tutta una serie d’inchieste che hanno portato all’arresto di magistrati tra cui un presidente della gestione beni confiscati, ed alcuni Pm e per proseguire, con i dipendenti di quegli stessi tribunali e vari professionisti, tra cui avvocati, commercialisti e consulenti tributari… 
Oggi è toccato ad un altro magistrato: Giuseppe Mineo,  ex giudice del Consiglio di Giustizia Amministrativa Siciliana, un organo che su questa regione a statuto speciale, ha le stesse funzioni del Consiglio di Stato.
Dalle indagini è emerso che abbia sovvertito due sentenze, in cambio di €. 115.000!!! 
Ai domiciliari, sono finiti inoltre due soggetti… 
Il primo è considerato un tramite tra la malavita catanese e quella siracusana, mentre l’altro è uno stretto collaboratore di alcuni moti studi legali, ed era lui a ricevere i bonifici sul suo conto personale maltese…
Non entro nel merito dell’inchiesta, d’altronde su questa vicenda giudiziaria trovate sul web dovizia di notizie e di particolari… 
M’interessa maggiormente riproporre le parole durissime riportate dal Gip: “Ha mostrato di essere avvezzo ad una particolare professionalità a delinquere, in spregio alla funzione ricoperta”!!!
Considerato vicino all’ex governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo e indicato da alcuni come l’ideologo del Movimento per l’Autonomia, il giudice aveva fatto già parlare di se, quando era stato nominato al Consiglio di giustizia amministrativa nel 2010. 
A indicarlo era stato proprio Lombardo, ma alcuni giornali locali avevano fatto notare come per un posto al Cga occorresse essere professore ordinario, mentre all’epoca dei fatti Mineo era solo un associato. 
La stessa situazione si ripeterà anche quattro anni dopo, quando a fare il suo nome per un posto al Consiglio di Stato sarà il governo Renzi. 
Una nomina per fortuna stoppata… proprio come le sentenze che avrebbero dovuto essere sovvertite…
Ho sempre la convinzione che le leggi sono come le ragnatele: abbastanza forti per catturare i deboli, ma troppo deboli per trattenere i forti…
Sono pochi a sapere che la parola “magistrato” derivi da una antica leggenda che riporta quanto segue: i famosi “Re Magi” citati nei Vangeli, nominavano nei loro regni i giudici con un sistema particolare. Su un blocco di marmo versavano diversi strati di polvere d’oro, d’incenso e di mirra, e inserivano tra uno strato e l’altro, dei fogli con i nomi dei candidati. 
Gli aspiranti giudici dovevano scoprire sotto quale strato si celava il fatidico foglio con il nome prescelto. Ecco quindi il perché da “strato dei magi”, deriva quella parola “magistrato“!!!
Sono certo comunque che se dovessi individuare oggi quei loro nomi, non sarebbe difficile… 
Già, li troverei certamente al di sotto di quel particolare strato: sì… coperti da una polvere d’oro!!!

Sistema "Antimafia"!!!

Il giorno della memoria della strage di Capaci -nella quale morirono il giudice Falcone insieme alla moglie e la scorta – desidero non parlare di chi ha voluto contrastare con ogni mezzo quel sistema mafioso, bensì di chi ne ha in questi anni, vergognosamente usufruito!!!
Mi riferisco a quel sistema denominato “antimafia”, già… un nome… una garanzia, per poter compiere ogni tipo di reato, protetti da quella “cupola” chiamata Stato!!!
A parlare oggi è infatti un ex magistrato, Silvana Saguto, finita sotto inchiesta per quella sua funzione di ex presidente della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo…
L’anno accusata di aver creato un sistema di raccomandazioni e clientelismi, ma lei si difende dichiarando: “Sì, è vero… c’era un sistema attorno alla sezione Misure di prevenzione. Un normalissimo sistema che ha consentito di gestire i beni sequestrati “!!!

Ma allora viene da chiedersi, di quale sistema sta parlando e a chi sta facendo riferimento???

Ed ecco giungere immediatamente la risposta che lascia frastornati: “Gli amministratori giudiziari non li ho scelti fra i miei amici. I miei amici non erano le persone chiamate a sostituire i fedelissimi dei boss cacciati dopo i sequestri: i nomi di quelle persone valide li abbiamo chiesti alle associazioni antimafia come: Libera, Addiopizzo, li abbiamo chiesti ai parroci, tanto per essere più tranquilli. Le segnalazioni sono arrivate da tutte le parti, anche da colleghi magistrati”!!!
Minchia… sig. Tenente“, verrebbe da dire!!! 
Ma allora sorge spontanea la domanda: perché il CSM contesta a Lei quelle assunzioni clientelari??? 
Cosa posso dire… non conosco nessuna delle persone chiamate a lavorare nei beni sottratti ai boss. Una volta ci siamo rivolti ad un’associazione di categoria per trovare chi andasse a coltivare dei terreni sequestrati, poiché nessuno ci voleva andare. Bene, anzi aggiungerei male… sa quante associazioni ci hanno segnalato “commessi o facchini” per un supermercato? E’ così che funzionava… quello era il cosiddetto “sistema”!!!
“D’altronde lo sanno tutti… non vi erano leggi adeguate che dicessero come muoversi, quali regole adottare, come applicare il regolamento… peraltro, ci hanno consultato anche per fare le leggi”!!!

Ora ovviamente i Pubblici ministeri di Caltanissetta contestano quella sua ambigua gestione… e l’accusano dei reati di associazione a delinquere, corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio…
“Certo… adesso tutti mi accusano, ma fino a qualche tempo fa, nessuno aveva niente da ridire, tra l’altro, proprio nei giorni delle polemiche, ho ricevuto il sostegno dell’allora presidente del tribunale Leonardo Guarnotta, della commissione antimafia e del Csm”!!!
Ed ora come finirà… 
“Ho chiesto di lasciare Palermo e so che il Csm vorrebbe che, anche gli altri miei due colleghi facessero domanda per andar via, vedremo come finirà…”. 
Una cosa mi permetto di dirla: Siamo passati di mafia in mafia, uno schifo assoluto!!!

Ma ci sarà mai qualcuno capace di far rispettare le regole, in questo maledetto e corrotto paese???

Sistema "Antimafia"!!!

Il giorno della memoria della strage di Capaci -nella quale morirono il giudice Falcone insieme alla moglie e la scorta – desidero non parlare di chi ha voluto contrastare con ogni mezzo quel sistema mafioso, bensì di chi ne ha in questi anni, vergognosamente usufruito!!!
Mi riferisco a quel sistema denominato “antimafia”, già… un nome… una garanzia, per poter compiere ogni tipo di reato, protetti da quella “cupola” chiamata Stato!!!
A parlare oggi è infatti un ex magistrato, Silvana Saguto, finita sotto inchiesta per quella sua funzione di ex presidente della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo…
L’anno accusata di aver creato un sistema di raccomandazioni e clientelismi, ma lei si difende dichiarando: “Sì, è vero… c’era un sistema attorno alla sezione Misure di prevenzione. Un normalissimo sistema che ha consentito di gestire i beni sequestrati “!!!

Ma allora viene da chiedersi, di quale sistema sta parlando e a chi sta facendo riferimento???

Ed ecco giungere immediatamente la risposta che lascia frastornati: “Gli amministratori giudiziari non li ho scelti fra i miei amici. I miei amici non erano le persone chiamate a sostituire i fedelissimi dei boss cacciati dopo i sequestri: i nomi di quelle persone valide li abbiamo chiesti alle associazioni antimafia come: Libera, Addiopizzo, li abbiamo chiesti ai parroci, tanto per essere più tranquilli. Le segnalazioni sono arrivate da tutte le parti, anche da colleghi magistrati”!!!
Minchia… sig. Tenente“, verrebbe da dire!!! 
Ma allora sorge spontanea la domanda: perché il CSM contesta a Lei quelle assunzioni clientelari??? 
Cosa posso dire… non conosco nessuna delle persone chiamate a lavorare nei beni sottratti ai boss. Una volta ci siamo rivolti ad un’associazione di categoria per trovare chi andasse a coltivare dei terreni sequestrati, poiché nessuno ci voleva andare. Bene, anzi aggiungerei male… sa quante associazioni ci hanno segnalato “commessi o facchini” per un supermercato? E’ così che funzionava… quello era il cosiddetto “sistema”!!!
“D’altronde lo sanno tutti… non vi erano leggi adeguate che dicessero come muoversi, quali regole adottare, come applicare il regolamento… peraltro, ci hanno consultato anche per fare le leggi”!!!

Ora ovviamente i Pubblici ministeri di Caltanissetta contestano quella sua ambigua gestione… e l’accusano dei reati di associazione a delinquere, corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio…
“Certo… adesso tutti mi accusano, ma fino a qualche tempo fa, nessuno aveva niente da ridire, tra l’altro, proprio nei giorni delle polemiche, ho ricevuto il sostegno dell’allora presidente del tribunale Leonardo Guarnotta, della commissione antimafia e del Csm”!!!
Ed ora come finirà… 
“Ho chiesto di lasciare Palermo e so che il Csm vorrebbe che, anche gli altri miei due colleghi facessero domanda per andar via, vedremo come finirà…”. 
Una cosa mi permetto di dirla: Siamo passati di mafia in mafia, uno schifo assoluto!!!

Ma ci sarà mai qualcuno capace di far rispettare le regole, in questo maledetto e corrotto paese???

Conosciuta la legge, "provato"… l'inganno!!!

Il Procuratore generale della Cassazione, Mario Fresa, ha chiesto alla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura, di applicare la sanzione più severa… che è la rimozione dall’ordine giudiziario, a carico della giudice Silvana Saguto (ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo), sospesa da oltre due anni dalla funzioni e dallo stipendio.
La Saguto, sotto procedimento penale a Caltanissetta, risponde di oltre 30 “incolpazioni disciplinari”, tra cui – si legge testualmente nelle contestazioni – “l’avere usato la qualità di presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo per instaurare indebiti rapporti personali con amministratori giudiziari di compendi sequestrati dal medesimo tribunale al fine di conseguire vantaggi ingiusti per sé e i suoi familiari, anche per tamponare la situazione critica in cui versava il suo nucleo familiare a fronte di un tenore di vita tutt’altro che congruo rispetto alle entrate ufficiali”.
Sempre secondo il Pg, le condotte del magistrato sono state “improntate alla violazione dei doveri di correttezza, diligenza, riserbo e equilibrio e l’interesse personale e familiare ha soppiantato completamente quello di giustizia che si è rivelato l’unica spinta motrice e ispiratrice dei suoi comportamenti”.
L’ex presidente della Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, avendo compreso dal processo in corso a Caltanissetta, che l’inchiesta per corruzione e abuso d’ufficio, ha chiesto al Csm di essere collocata a riposo per inabilità, cioè per ragioni di salute… 

La richiesta puntava ad essere accolta, affinché il procedimento disciplinare che la vede coinvolta con la richiesta della condanna e la rimozione dall’ordine giudiziario, potesse finire nel nulla… 

Infatti, se fosse stata accettata quella richiesta, l’ex presidente, avrebbe avuto diritto di chiedere la corresponsione di quanto le è stato finora tagliato dalla retribuzione da quel novembre 2015, da quando cioè è stata sospesa dal Csm dalle funzioni e dallo stipendio, a seguito dell’inchiesta di Caltanissetta…
Da oltre due anni l’ex presidente di sezione percepisce infatti un assegno di mantenimento pari a un terzo della retribuzione.
I tempi però per l’accoglimento della richiesta di pensionamento per malattia non sono semplici, perché bisogna accertare anche con perizie, la sussistenza dell’inabilità e se sia tale da giustificare il collocamento a riposo.

Difatti la giudice, avrebbe dovuto presentarsi davanti al Csm per difendersi, ma ha preferito presentare un certificato medico, spiegando di essere ricoverata in una clinica privata, ma dalla visita fiscale, sembrerebbe che non sussistano condizioni gravi di salute…
Certo questa vicenda… e quelle emerse in questi giorni, con una serie di magistrati coinvolti in inchieste per corruzione, associazione a delinquere, abuso d’ufficio e falso… non fa fare una bella figura a tutta la magistratura della Repubblica Italiana, depositaria per l’appunto di quel potere giudiziario che ora viene messo fortemente in discussione e che di fatto penalizza anche il lavoro di quei loro colleghi, che agiscono ogni giorno con principi di lealtà ed onesta…
Non ricordo dove ho letto questa frase, ma è molto significativa per il periodo che stiamo attualmente vivendo: “Beati gli umili… perché’ saranno umiliati. Beati gli assetati di giustizia… perché saranno giustiziati“!!!

Un nuovo caso "SAGUTO", che nulla centra con "Catania"…

Alcuni giorni fa, la mia cara amica Francesca mi inviava il link del video della puntata del 5 Dicembre trasmessa dalle “Iene”, di cui allego il link:
Naturalmente al centro del dibattito vi sono i provvedimenti da parte del Tribunale e soprattutto, quanto accaduto all’ex Presidente della Sezione di misure di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto, accusata di corruzione e abuso di ufficio…
L’inviato, Matteo Viviani, questa volta però… racconta di un’altra storia, con al centro la famiglia “Cavallotti”, la quale, non solo è stata sottoposta ad un provvedimento giudiziario ma soprattutto, è rimasta vittima della cattiva amministrazione dello Stato…
I Sig.ri Cavallotti ai tempi, avevano un’impresa d’impianti di pulizia di gas metano, precisamente a Belmonte Mezzagno, in provincia di Palermo, ma secondo le indagini allora condotte, erano collusi con l’associazione criminale “cosa-nostra”…
La società, per i sopracitati motivi, è stata quindi sottoposta ad amministrazione giudiziaria e per quel dirigere compito, è stato incaricato un nuovo amministratore giudiziario, preposto per l’appunto, a quelle misure di prevenzione… 
Nel contempo i Sig.ri Cavallotti, titolari dell’azienda, sono stati arrestati e per loro è iniziato un lungo calvario processuale, completatosi dopo 12 anni con l’assoluzione…  
Per quanto si è appreso, sembra che la vicenda sia iniziata  a seguito di una segnalazione inviata alle autorità giudiziarie, nella quale si sosteneva che i figli, avessero di fatto, proceduto a sostituirsi ai propri genitori, veri e propri “prestanome”…
Ma, grazie ai giornalisti delle Iene, si sono potute ottenere delle intercettazioni, dove si è potuto ascoltare l’ex Amministratore Giudiziario che nei dialoghi parlava di “bilanci presentati a convenienza, di plusvalenze e soprattutto di proposte d’affari” concluse con i Sig.ri Cavallotti…“!!!
Da quelle stesse indagini giornalistiche, sembrerebbe che l’amministratore giudiziario nominato, non operava per c/ del tribunale, ma per alcune aziende sequestrate dal Tribunale… (vedasi d’altronde quale novità…) e difatti il giornalista Viviani nel suo servizio ripropone la frase: “Un inciucio, anzi un vero e proprio reato, commesso da chi quei reati invece dovrebbe aiutare lo Stato a contrastare”!!!
Ovviamente, la società concluse la sua avventura giudiziaria con il fallimento: le commesse furono perse, i dipendenti mandati a casa (resteranno senza ricevere un’euro delle proprie spettanze e in attesa di poter essere soddisfatti da quel cosiddetto “fondo di garanzia”…), il patrimonio di funzionamento (fabbricati mobili, impianti, mezzi d’opera, attrezzature, materie prime, prodotti e merci ancora in magazzino, crediti, denaro, ecc…) completamente svenduto, ma tutto ciò, verrà affrontato da tutte quelle forze sociali, in campo in nome della legalità, come un beneficio per l’azienda e non per come è stato: una “distruzione”!!!
E’ strano che, l’esperienza finora abbia dimostrato come, sotto Amministrazione giudiziaria, le società finiscono la loro vita, in quanto la maggior parte delle perdite, è proprio dovuta al sostentamento di tutti quei signori, che attraverso gli incarichi ricevuti, diventano di fatto, veri e propri bancomat per amici, parenti, familiari e colleghi professionisti esterni, ai quali concedono interessanti incarichi di consulenza, pagati a suon di migliaia di euro…
Ma questa è un’altra storia, di cui ho già ampiamente parlato negli anni scorsi… e di cui ad oggi, non si è trovata alcuna soluzione!!!
Anche perché ditemi… “chi dovrebbe modificare questo stato di cose, forse coloro che, con quel sistema clientelare, ci hanno finora mangiato?”…
Concludo con il commento che la trasmissione fa nel servizio: “La storia dei Sig.ri Cavallotti mostra come una giusta legge antimafia, quando dietro c’è una cattiva amministrazione da parte dello Stato, rischia di incoraggiare quella cultura mafiosa che dovrebbe combattere“!!!

Ecco cosa si pensa all'estero, sulla legalità del nostro paese!!!

Ho deciso di tralasciare la politica regionale siciliana… d’altronde già da domani per par condicio, non se ne può più parlare, almeno questo è quanto ci dicono…

Ed allora vorrei riprendere un post che a suo tempo avevo preparato e che esamina la legalità di questo paese, dal punto di vista di chi sta all’estero…
Ecco questo è ciò che pensano: 
Sono poche le persone che vengono rispettate dalla maggioranza degli italiani, è dire che questi “solitari” individui, sono gli unici che realmente combattono quelle potenti organizzazioni criminali…
Possiamo individuare quattro importanti organizzazioni: l’omonima “mafia” siciliana, la camorra campana, l’ndrangheta calabrese e un po’ meno nota, ma certamente non meno violenta, la Sacra Corona Unita in Puglia e sulla costa adriatica. 
A contrastare queste organizzazioni vi sono le istituzioni, composte da quanti operano nell’antimafia e queste includono gli organi di polizia, i pubblici ministeri ed i giudici; a questi si aggiungono quei coraggiosi giornalisti locali che con le loro notizie portano alla luce tutti qugli avvenimenti compiuti da quelle sopra nominate, organizzazioni criminali…
Vanno sommati inoltre, gli uomini d’affari ed imprenditori, che a differenza della maggior parte dei loro colleghi, si rifiutano di pagare il pizzo ed anche quei membri delle organizzazioni di legalità, veri e propri volontari, che si dedicano in prima persona a contrastare il malaffare e il racket…
Tra queste società c’è l’associazione “Libera”; è stata fondata da un prete, don Luigi Ciotti, ed è specializzata nel riutilizzo dei possedimenti terrieri e di altre risorse confiscati a quei boss mafiosi, contrastando il più delle volte, da soli, le intimidazioni ricevute da parte di quegli affiliati, soggetti legati ai capi-cosca attualmente imprigionati… 
Negli ultimi anni qualcosa si è modificato, grazie a pubblici ministeri coraggiosi e alla formazione di una Commissione permanente antimafia del Parlamento, che svolge una attenta analisi sulla criminalità organizzata…
Certo, in questi anni molti gruppi della società civile antimafia sono fioriti, a seguiro degli omicidi eclatanti del 1992, di quegli avversari siciliani formidabili, che hanno dato la loro vita per combattere la mafia, parliamo ovviamente dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. 
Purtroppo però non tutti i gruppi di cui sopra sono irreprensibili, alcuni di loro esistono esclusivamente per aumentare il prestigio dei loro fondatori o per usufruire dell’accesso ai fondi pubblici, che potremmo definire, vere e proprie appropriazioni indebite!!!
Abbiamo verificato come in Calabria, un gruppo di donne legate ad una associazione di legalità sono state condannate a quattro anni di carcere…  
Certo, qualche Procuratore siciliano, prossimo alla pensione ha sottolineato, che si tratta di casi isolati… 
Di contro, il Presidente della Commissione parlamentare nazionale antimafia, Rosy Bindi, crede che questi segnali siano sintomatici di un movimento che ha ormai perso quel suo scopo originale…

La mafia è cambiata, è diventata più “business-oriented”, cioè meno violenta e visibile: uccide di meno per guadagnare di più!!! 

Ma, ciò che ha veramente provocato un grande allarme nel paese, è stata la sospensione di un giudice, responsabile di una posizione unica ed influente: Silvana Saguto, il magistrato che ha presieduto la gestione della sezione misure di prevenzione nel Tribunale di Palermo, una donna che ha deciso a chi far gestire le società sequestrate alla mafia siciliana…
Quel tipo di amministrazione, ha offerto ad amici e familiari grandi opportunità redditizie a scapito ovviamente di quelle ex imprese dei mafiosi e dei loro dipendenti!!!

Miss Saguto, che ovviamente nega gli illeciti, è accusata di aver accettato tangenti e/o favori, che hanno influenzato e condizionato quelle sue decisioni. 
Vi sono altri casi che hanno sollevato preoccupazioni: quella di un uomo d’affari encomiato come paladino della legalità, condannato successivamente per aver volutamente praticare alcune specialità propria della casa “mafia”: l’estorsioni!!!
Un noto giornalista locale, celebre per quelle sue denunce contro i mafiosi, è stato accusato di fatti gravi per tangenti, mentre il capo dei capi del sindacato in Sicilia è anch’egli sotto inchiesta, accusato di aver dirottato alcuni contratti d’appalto verso quelle imprese legate a cosa nostra.
Ovviamente entrambi negano le azioni compiute…

Nel breve termine, lo smascheramento di alcuni ipocriti che fingendosi persone perbene… facevano affari con le associazione criminali… 
Il sistema è quello di trasferire alcune competenze del pubblico, per dirottarle verso strutture sotto il controllo dei gruppi mafiosi… 
Da ciò si evidenzia non solo la visione cinica dei mafiosi, ma anche quella dei loro partner “prestanomi”, che si dimostrano essere, non migliori di loro. 
La speranza è che a lungo termine, la volontà di riuscire a spurgare quel movimento antimafia da tutti quegli elementi indesiderabili, dovrebbe condurre a ripristinare la fiducia nei cittadini…
Nel frattempo, norme più severe appena approvate nel nuovo disegno di legge, assicureranno che alcuni giudici corrotti, possano in un qualche modo, favorire quei loro compari, soprattutto quanso si tratterà di decidere a chi fare amministrare quei beni confiscati delle mafie. 
Il disegno di legge è stato finalmente approvato ed ora forse qualcosa in quel paese, inizierà a cambiare, noi staremo qui a verificare!!!
Se avete letto quanto ho riportato, si ha come l’impressione, che dall’estero abbiano capito tutto!!!
E’ incredibile, ma con quelle poche frasi, hanno riportato quanto è accaduto e purtroppo,  quanto ancora avviene nel nostro paese… ed è strano che proprio un soggetto terzo, lontano da questo Paese si accorga di quanto succede da noi… mentre coloro che ci governano fanno finta che tutto vada bene!!!
Certo a loro fa comodo così… d’altronde con questo sistema, sono i primi a farci affari!!!  

Ecco cosa si pensa all'estero, sulla legalità del nostro paese!!!

Ho deciso di tralasciare la politica regionale siciliana… d’altronde già da domani per par condicio, non se ne può più parlare, almeno questo è quanto ci dicono…

Ed allora vorrei riprendere un post che a suo tempo avevo preparato e che esamina la legalità di questo paese, dal punto di vista di chi sta all’estero…
Ecco questo è ciò che pensano: 
Sono poche le persone che vengono rispettate dalla maggioranza degli italiani, è dire che questi “solitari” individui, sono gli unici che realmente combattono quelle potenti organizzazioni criminali…
Possiamo individuare quattro importanti organizzazioni: l’omonima “mafia” siciliana, la camorra campana, l’ndrangheta calabrese e un po’ meno nota, ma certamente non meno violenta, la Sacra Corona Unita in Puglia e sulla costa adriatica. 
A contrastare queste organizzazioni vi sono le istituzioni, composte da quanti operano nell’antimafia e queste includono gli organi di polizia, i pubblici ministeri ed i giudici; a questi si aggiungono quei coraggiosi giornalisti locali che con le loro notizie portano alla luce tutti qugli avvenimenti compiuti da quelle sopra nominate, organizzazioni criminali…
Vanno sommati inoltre, gli uomini d’affari ed imprenditori, che a differenza della maggior parte dei loro colleghi, si rifiutano di pagare il pizzo ed anche quei membri delle organizzazioni di legalità, veri e propri volontari, che si dedicano in prima persona a contrastare il malaffare e il racket…
Tra queste società c’è l’associazione “Libera”; è stata fondata da un prete, don Luigi Ciotti, ed è specializzata nel riutilizzo dei possedimenti terrieri e di altre risorse confiscati a quei boss mafiosi, contrastando il più delle volte, da soli, le intimidazioni ricevute da parte di quegli affiliati, soggetti legati ai capi-cosca attualmente imprigionati… 
Negli ultimi anni qualcosa si è modificato, grazie a pubblici ministeri coraggiosi e alla formazione di una Commissione permanente antimafia del Parlamento, che svolge una attenta analisi sulla criminalità organizzata…
Certo, in questi anni molti gruppi della società civile antimafia sono fioriti, a seguiro degli omicidi eclatanti del 1992, di quegli avversari siciliani formidabili, che hanno dato la loro vita per combattere la mafia, parliamo ovviamente dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. 
Purtroppo però non tutti i gruppi di cui sopra sono irreprensibili, alcuni di loro esistono esclusivamente per aumentare il prestigio dei loro fondatori o per usufruire dell’accesso ai fondi pubblici, che potremmo definire, vere e proprie appropriazioni indebite!!!
Abbiamo verificato come in Calabria, un gruppo di donne legate ad una associazione di legalità sono state condannate a quattro anni di carcere…  
Certo, qualche Procuratore siciliano, prossimo alla pensione ha sottolineato, che si tratta di casi isolati… 
Di contro, il Presidente della Commissione parlamentare nazionale antimafia, Rosy Bindi, crede che questi segnali siano sintomatici di un movimento che ha ormai perso quel suo scopo originale…

La mafia è cambiata, è diventata più “business-oriented”, cioè meno violenta e visibile: uccide di meno per guadagnare di più!!! 

Ma, ciò che ha veramente provocato un grande allarme nel paese, è stata la sospensione di un giudice, responsabile di una posizione unica ed influente: Silvana Saguto, il magistrato che ha presieduto la gestione della sezione misure di prevenzione nel Tribunale di Palermo, una donna che ha deciso a chi far gestire le società sequestrate alla mafia siciliana…
Quel tipo di amministrazione, ha offerto ad amici e familiari grandi opportunità redditizie a scapito ovviamente di quelle ex imprese dei mafiosi e dei loro dipendenti!!!

Miss Saguto, che ovviamente nega gli illeciti, è accusata di aver accettato tangenti e/o favori, che hanno influenzato e condizionato quelle sue decisioni. 
Vi sono altri casi che hanno sollevato preoccupazioni: quella di un uomo d’affari encomiato come paladino della legalità, condannato successivamente per aver volutamente praticare alcune specialità propria della casa “mafia”: l’estorsioni!!!
Un noto giornalista locale, celebre per quelle sue denunce contro i mafiosi, è stato accusato di fatti gravi per tangenti, mentre il capo dei capi del sindacato in Sicilia è anch’egli sotto inchiesta, accusato di aver dirottato alcuni contratti d’appalto verso quelle imprese legate a cosa nostra.
Ovviamente entrambi negano le azioni compiute…

Nel breve termine, lo smascheramento di alcuni ipocriti che fingendosi persone perbene… facevano affari con le associazione criminali… 
Il sistema è quello di trasferire alcune competenze del pubblico, per dirottarle verso strutture sotto il controllo dei gruppi mafiosi… 
Da ciò si evidenzia non solo la visione cinica dei mafiosi, ma anche quella dei loro partner “prestanomi”, che si dimostrano essere, non migliori di loro. 
La speranza è che a lungo termine, la volontà di riuscire a spurgare quel movimento antimafia da tutti quegli elementi indesiderabili, dovrebbe condurre a ripristinare la fiducia nei cittadini…
Nel frattempo, norme più severe appena approvate nel nuovo disegno di legge, assicureranno che alcuni giudici corrotti, possano in un qualche modo, favorire quei loro compari, soprattutto quanso si tratterà di decidere a chi fare amministrare quei beni confiscati delle mafie. 
Il disegno di legge è stato finalmente approvato ed ora forse qualcosa in quel paese, inizierà a cambiare, noi staremo qui a verificare!!!
Se avete letto quanto ho riportato, si ha come l’impressione, che dall’estero abbiano capito tutto!!!
E’ incredibile, ma con quelle poche frasi, hanno riportato quanto è accaduto e purtroppo,  quanto ancora avviene nel nostro paese… ed è strano che proprio un soggetto terzo, lontano da questo Paese si accorga di quanto succede da noi… mentre coloro che ci governano fanno finta che tutto vada bene!!!
Certo a loro fa comodo così… d’altronde con questo sistema, sono i primi a farci affari!!!  

Finalmente… il "Codice antimafia" diventa legge!!!


Non sembra vero, ma dopo tanto “inutile” discutere, il codice antimafia è diventato legge!!!

Sì… la Camera ha approvato il ddl di modifica al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione…
Erano presenti in 394 in 28 si sono astenuti (chissà perchè…) mentre gli altri 366 hanno votato…
Certo vedere che soltanto 259 erano favorevoli mentre 107 hanno votato contro, fa comprendere quanta pulizia ci sia ancora da fare, a cominciare proprio da quel palazzo!!!
D’altronde se qualcuno ancora tra essi, preferisce non comprendere quanto sia importante per il nostro paese, contrastare non solo la criminalità organizzata, ma anche tutti quegli uomini dai colletti “grigi”, che garantiscono in questo paese, corruzione e collusioni, debbo pensare che forse hanno interessi personali affinché nulla cambi… 
Dopo gli errori gravi commessi dalle nostre istituzioni, nella gestione dei beni sequestrati, con l’adozione di  misure di prevenzione, personali e patrimoniali, che abbiamo visto quanto inconcludenti siano state, si è deciso di cambiare pagina…  
La nuova riforma infatti, punta a velocizzare le misure di prevenzione patrimoniale, rendendo più trasparenti le scelte degli amministratori giudiziari, ridisegnando l’Agenzia per i beni sequestrati e includendo soprattutto – è questa l’importante novità – tutti quei soggetti che si macchiano di reati di corruzioni, circostanza quest’ultima che impegna il governo a rivedere quella nota equiparazione tra mafioso e corrotto…
Rosy Bindi (Presidente della Commissione Antimafia) ha commentato “È un regalo al Paese“, mentre il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha parlato di una svolta che fornisce in primo luogo trasparenza ed anche nuovi strumenti contro la mafia, garantendo inoltre coloro che sono stati sottoposti a misure di prevenzione. 
Lo stesso ministro ha scritto nella sua pagina social: “Una buona notizia per la lotta alla criminalità organizzata e per lo Stato di diritto; da oggi ci sono più strumenti per combattere la mafia, più trasparenza nella gestione dei beni confiscati, più garanzie per chi è sottoposto a misure di prevenzione”. 
Ora, sono tutti soddisfatti, dalle associazioni di legalità, ai sindacati, da quelle organizzazioni antiracket e antiusura, che vedono nell’approvazione della riforma “un atto di responsabilità politica importante, un deciso passo migliorativo nell’azione di prevenzione e di contrasto alle mafie e alla corruzione. Fenomeni che minacciano da troppo tempo la nostra democrazia, la nostra sicurezza e che sottraggono ingenti risorse alla collettività, impedendo uno sviluppo economico e sociale, sano e diffuso, in tutto il nostro Paese“. 
Tralascio quanti hanno dimostrato sentimenti di avversione per questo testo, che era stato difatti in tutti modi contrastato sin dal novembre 2015, quando aveva ricevuto alla Camera il suo primo via libera, ed era stato successivamente il 6 luglio bloccato al Senato in seconda lettura… passando definitivamente in terza lettura alla Camera senza subire modifiche, per concludere il suo iter e diventare legge…
I numeri dicono che sono ben 20 mila i beni confiscati alle mafie (tra terreni, aziende e immobili) tramite sequestro preventivo, di cui fanno parte circa 3.000 società…
Un patrimonio immenso di quasi 30 miliardi, ma di cui è stato dimostrato, attraverso quella gestione amministrata … come oltre il 90% di quelle società, giungono in fallimento!!! 
Per quanto concerne le novità, la legge estende i possibili destinatari di quelle misure di prevenzione, non solo a chi si è prestato a fare il prestanome o aiutando i latitanti di associazioni mafiosa a delinquere, ma inserisce anche tutti coloro che commettono reati contro la pubblica amministrazione, come peculato, corruzione (ma solo nel caso di reato associativo) anche in atti giudiziari e concussione!!!
Ancor più importante è l’applicazione di un ulteriore controllo e cioè l’accertamento del patrimonio dell’autore del reato, soprattutto se questo risulta sproporzionato rispetto al reddito o se il condannato non è in grado giustificare la provenienza di quei beni… 
Per cui, anche se non viene applicato il provvedimento di “confisca”, si potrà procedere con l’amministrazione giudiziaria e il controllo giudiziario. 
La confisca diviene obbligatoria anche per alcuni reati, quali quelli ambientali o di auto-riciclaggio, vere e proprie attività dell’ecomafie e della criminalità organizzata…
Il provvedimento si applicherà anche in caso di amnistia, prescrizione o morte, di chi l’ha subita…
L’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali è resa inoltre ancor più celere, prevedendo per questi reati una “trattazione prioritaria”; verranno cioè istituiti nei Tribunali dei capoluogo (sedi di Corte d’Appello), sezioni o collegi specializzati per trattare in via esclusiva tali procedimenti… 
Viene introdotto inoltre, l’Istituto del controllo giudiziario delle aziende in caso di pericolo concreto di infiltrazioni mafiose: controllo previsto per un periodo che va da uno a 3 anni e può essere chiesto volontariamente dalle stesse imprese.
Si passa quindi alla fine di quel clientelismo e parentopoli… 
Viene stabilita una maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari (che abbiamo visto negli anni, essere stati in molte occasioni, veri e propri prestanome compiacenti di coloro che avevano subito i provvedimenti interdittivi… oppure erano imparentati con i giudici delegati o con quanti facevano parte di quel cerchio magico…), scegliendo coloro che hanno dimostrazione durante la loro esperienza, non solo di avere quelle necessarie e idonee competenze professionali, ma soprattutto, garantire quella necessaria indipendenza morale…
Inoltre è fondamentale che le nomine prevedano la “rotazione negli incarichi“, affinché non si determinino quei presupposti di naturale confidenza, per come in questi anni si è visto.. ed è accaduto!!!
Per cui… la nuova norma prevede che l’incarico non potrà essere dato a parenti, né a “conviventi e commensali abituali” del magistrato che lo conferisce…. si cerca di evitare l’ennesima brutta figura, commessa nel Tribunale di Palermo e non solo… 
L’hanno infatti chiamata “norma Saguto”, riprendendo il nome dell’ex Presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale del capoluogo siciliano, sospesa e indagata per corruzione… 
Sembra inoltre che il governo è delegato a disciplinare un regime di incompatibilità da estendere ai curatori fallimentari: stop a chi ha parentela, affinità, convivenza o assidua frequentazione con uno qualunque dei magistrati dell’ufficio giudiziario che conferisce l’incarico…
Infine, il problema della gestione e la salvaguardia delle commesse e dei posti di lavoro…
Per favorire la continuità delle aziende sequestrate nasce un fondo da 10 milioni di euro l’anno, per aiutare quelle aziende a proseguire le proprie attività…
Gli imprenditori del settore matureranno, dopo un anno di collaborazione, un diritto di prelazione in caso di vendita o affitto dell’azienda con la possibilità di un supporto tecnico gratuito. 
Grandi novità a breve ci saranno a breve anche sulla segnalazione di banche colluse con la malavita…
A conclusione, viene riorganizzata l’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati.
La sede centrale sarà a Roma e avrà un direttore che si occuperà dell’amministrazione dei beni dopo la confisca di secondo grado; verranno ridefiniti i compiti, potenziata l’attività di acquisizione dati e il ruolo in fase di sequestro con l’obiettivo di consentire un’assegnazione provvisoria di beni e aziende, che l’Agenzia può anche destinare beni e aziende direttamente a enti territoriali e associazioni.
Non sembra vero, ma forse questo nostro Stato ha deciso di cominciare a fare vedere i muscoli ed era ora…, dopo anni e anni trascorsi in maniera sterili (direi per lo più “inconcludenti”…), soprattutto dopo aver fallito nella scelta di quei propri uomini e donne…
Chissà, forse finalmente, grazie a questa norma, possiamo iniziare a credere che in breve tempo, si potrà vedere limitato quel sistema corruttivo e soprattutto quel potere economico/clientelare di quella nota organizzazione criminale!!!

Finalmente… il "Codice antimafia" diventa legge!!!


Non sembra vero, ma dopo tanto “inutile” discutere, il codice antimafia è diventato legge!!!

Sì… la Camera ha approvato il ddl di modifica al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione…
Erano presenti in 394 in 28 si sono astenuti (chissà perchè…) mentre gli altri 366 hanno votato…
Certo vedere che soltanto 259 erano favorevoli mentre 107 hanno votato contro, fa comprendere quanta pulizia ci sia ancora da fare, a cominciare proprio da quel palazzo!!!
D’altronde se qualcuno ancora tra essi, preferisce non comprendere quanto sia importante per il nostro paese, contrastare non solo la criminalità organizzata, ma anche tutti quegli uomini dai colletti “grigi”, che garantiscono in questo paese, corruzione e collusioni, debbo pensare che forse hanno interessi personali affinché nulla cambi… 
Dopo gli errori gravi commessi dalle nostre istituzioni, nella gestione dei beni sequestrati, con l’adozione di  misure di prevenzione, personali e patrimoniali, che abbiamo visto quanto inconcludenti siano state, si è deciso di cambiare pagina…  
La nuova riforma infatti, punta a velocizzare le misure di prevenzione patrimoniale, rendendo più trasparenti le scelte degli amministratori giudiziari, ridisegnando l’Agenzia per i beni sequestrati e includendo soprattutto – è questa l’importante novità – tutti quei soggetti che si macchiano di reati di corruzioni, circostanza quest’ultima che impegna il governo a rivedere quella nota equiparazione tra mafioso e corrotto…
Rosy Bindi (Presidente della Commissione Antimafia) ha commentato “È un regalo al Paese“, mentre il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha parlato di una svolta che fornisce in primo luogo trasparenza ed anche nuovi strumenti contro la mafia, garantendo inoltre coloro che sono stati sottoposti a misure di prevenzione. 
Lo stesso ministro ha scritto nella sua pagina social: “Una buona notizia per la lotta alla criminalità organizzata e per lo Stato di diritto; da oggi ci sono più strumenti per combattere la mafia, più trasparenza nella gestione dei beni confiscati, più garanzie per chi è sottoposto a misure di prevenzione”. 
Ora, sono tutti soddisfatti, dalle associazioni di legalità, ai sindacati, da quelle organizzazioni antiracket e antiusura, che vedono nell’approvazione della riforma “un atto di responsabilità politica importante, un deciso passo migliorativo nell’azione di prevenzione e di contrasto alle mafie e alla corruzione. Fenomeni che minacciano da troppo tempo la nostra democrazia, la nostra sicurezza e che sottraggono ingenti risorse alla collettività, impedendo uno sviluppo economico e sociale, sano e diffuso, in tutto il nostro Paese“. 
Tralascio quanti hanno dimostrato sentimenti di avversione per questo testo, che era stato difatti in tutti modi contrastato sin dal novembre 2015, quando aveva ricevuto alla Camera il suo primo via libera, ed era stato successivamente il 6 luglio bloccato al Senato in seconda lettura… passando definitivamente in terza lettura alla Camera senza subire modifiche, per concludere il suo iter e diventare legge…
I numeri dicono che sono ben 20 mila i beni confiscati alle mafie (tra terreni, aziende e immobili) tramite sequestro preventivo, di cui fanno parte circa 3.000 società…
Un patrimonio immenso di quasi 30 miliardi, ma di cui è stato dimostrato, attraverso quella gestione amministrata … come oltre il 90% di quelle società, giungono in fallimento!!! 
Per quanto concerne le novità, la legge estende i possibili destinatari di quelle misure di prevenzione, non solo a chi si è prestato a fare il prestanome o aiutando i latitanti di associazioni mafiosa a delinquere, ma inserisce anche tutti coloro che commettono reati contro la pubblica amministrazione, come peculato, corruzione (ma solo nel caso di reato associativo) anche in atti giudiziari e concussione!!!
Ancor più importante è l’applicazione di un ulteriore controllo e cioè l’accertamento del patrimonio dell’autore del reato, soprattutto se questo risulta sproporzionato rispetto al reddito o se il condannato non è in grado giustificare la provenienza di quei beni… 
Per cui, anche se non viene applicato il provvedimento di “confisca”, si potrà procedere con l’amministrazione giudiziaria e il controllo giudiziario. 
La confisca diviene obbligatoria anche per alcuni reati, quali quelli ambientali o di auto-riciclaggio, vere e proprie attività dell’ecomafie e della criminalità organizzata…
Il provvedimento si applicherà anche in caso di amnistia, prescrizione o morte, di chi l’ha subita…
L’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali è resa inoltre ancor più celere, prevedendo per questi reati una “trattazione prioritaria”; verranno cioè istituiti nei Tribunali dei capoluogo (sedi di Corte d’Appello), sezioni o collegi specializzati per trattare in via esclusiva tali procedimenti… 
Viene introdotto inoltre, l’Istituto del controllo giudiziario delle aziende in caso di pericolo concreto di infiltrazioni mafiose: controllo previsto per un periodo che va da uno a 3 anni e può essere chiesto volontariamente dalle stesse imprese.
Si passa quindi alla fine di quel clientelismo e parentopoli… 
Viene stabilita una maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari (che abbiamo visto negli anni, essere stati in molte occasioni, veri e propri prestanome compiacenti di coloro che avevano subito i provvedimenti interdittivi… oppure erano imparentati con i giudici delegati o con quanti facevano parte di quel cerchio magico…), scegliendo coloro che hanno dimostrazione durante la loro esperienza, non solo di avere quelle necessarie e idonee competenze professionali, ma soprattutto, garantire quella necessaria indipendenza morale…
Inoltre è fondamentale che le nomine prevedano la “rotazione negli incarichi“, affinché non si determinino quei presupposti di naturale confidenza, per come in questi anni si è visto.. ed è accaduto!!!
Per cui… la nuova norma prevede che l’incarico non potrà essere dato a parenti, né a “conviventi e commensali abituali” del magistrato che lo conferisce…. si cerca di evitare l’ennesima brutta figura, commessa nel Tribunale di Palermo e non solo… 
L’hanno infatti chiamata “norma Saguto”, riprendendo il nome dell’ex Presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale del capoluogo siciliano, sospesa e indagata per corruzione… 
Sembra inoltre che il governo è delegato a disciplinare un regime di incompatibilità da estendere ai curatori fallimentari: stop a chi ha parentela, affinità, convivenza o assidua frequentazione con uno qualunque dei magistrati dell’ufficio giudiziario che conferisce l’incarico…
Infine, il problema della gestione e la salvaguardia delle commesse e dei posti di lavoro…
Per favorire la continuità delle aziende sequestrate nasce un fondo da 10 milioni di euro l’anno, per aiutare quelle aziende a proseguire le proprie attività…
Gli imprenditori del settore matureranno, dopo un anno di collaborazione, un diritto di prelazione in caso di vendita o affitto dell’azienda con la possibilità di un supporto tecnico gratuito. 
Grandi novità a breve ci saranno a breve anche sulla segnalazione di banche colluse con la malavita…
A conclusione, viene riorganizzata l’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati.
La sede centrale sarà a Roma e avrà un direttore che si occuperà dell’amministrazione dei beni dopo la confisca di secondo grado; verranno ridefiniti i compiti, potenziata l’attività di acquisizione dati e il ruolo in fase di sequestro con l’obiettivo di consentire un’assegnazione provvisoria di beni e aziende, che l’Agenzia può anche destinare beni e aziende direttamente a enti territoriali e associazioni.
Non sembra vero, ma forse questo nostro Stato ha deciso di cominciare a fare vedere i muscoli ed era ora…, dopo anni e anni trascorsi in maniera sterili (direi per lo più “inconcludenti”…), soprattutto dopo aver fallito nella scelta di quei propri uomini e donne…
Chissà, forse finalmente, grazie a questa norma, possiamo iniziare a credere che in breve tempo, si potrà vedere limitato quel sistema corruttivo e soprattutto quel potere economico/clientelare di quella nota organizzazione criminale!!!

Associazione a delinquere, corruzione, abuso d'ufficio, truffa e falso… alla faccia delle "misure di prevenzione"!!!

Sull’insuccesso delle “misure di prevenzione”, avete avuto modo in questi anni di leggere pubblicamente, quanto il sottoscritto ha evidenziato…
Per cui oggi, non mi meraviglio di ricevere ulteriori conferme, di cui a suo tempo, avevo esternato forti dubbi e di cui ancora oggi, debbo ricevere riscontri… anche se “qualcuno” all’interno di quei palazzi istituzionali, crede che me ne se dimenticato!!!
Per fortuna che diversamente da queste strutture, a Caltanissetta si è continuato ad operare senza alcun timore reverenziale, difatti, ora comprendo meglio, quando a suo tempo mi venne dalla stessa consigliato… e cioè d’indirizzare per “competenza” il tutto alla Procura di Messina…
Ma io ho preferito soprassedere, in quanto ho estrema fiducia sull’operato della nostra Procura di Catania e ritengo giusto saper attendere i tempi necessari della giustizia, d’altronde si sa… da noi ci sono inchieste ben più importanti che hanno maggiori priorità…
Ritornando al processo per illeciti in corso a Caltanissetta, nella gestione della sezione misure di prevenzione di Palermo, il Gup ha ammesso la costituzione di parte civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, dei Ministeri dell’Interno e della Giustizia, del Comune di Palermo e di tutte le amministrazioni giudiziarie delle società destinatarie di provvedimenti della sezione all’epoca in cui era presieduta dal giudice Silvana Saguto, magistrato ora imputato di corruzione!!!
Sono 18 gli imputati per i quali si dovrà decidere il rinvio a giudizio e sono tutti accusati a vario titolo di: associazione a delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, truffa e falso!!!
Per chi non ricordasse la vicenda giudiziaria, tra gli imputati del magistrato (Silvana Saguto) vi sono anche il marito, il padre ed un figlio… a cui vanno aggiunti, l’ex prefetto di Palermo (Francesca Cannizzo), un colonnello della Dia e i colleghi giudici Lorenzo Chiaramonte, Tommaso Virga e Fabio Licata…
Certamente una spiacevole vicenda, visti i soggetti coinvolti… e potete comprendere con quante difficoltà sono state condotte quelle indagini e quali pressioni, politico/istituzionali la procura di Caltanissetta (in particolare il procuratore della Repubblica -presso il tribunale di Caltanissetta- Amedeo Bertone e i procuratori  aggiunti Lia Sava e Gabriele Paci e al sostituto procuratori Stefano Luciani), avrà dovuto subire, affinché il caso venisse di fatto “contenuto”!!!  
Perché al “sistema” non fa bene che certe notizie vengano divulgate… anzi solitamente si cerca di “insabbiarle“, d’altronde parliamo di livelli talmente alti, che possiamo considerare quei ruoli “intoccabili”, soggetti la cui immagine professionale ed il ruolo rappresentato, è da considerarsi… inattaccabile!!!
Ed ora, che si è avuta conferma, dell’inefficienza di quei criteri di legalità su cui era fondato il sistema delle misure di prevenzione, a cominciare dalla possibile “incapacità” (o forse è meglio dire… attitudine) di controllo del giudice delegato, alla scelta di quegli uomini posti a custodi delle quote sequestrare/confiscate, per concludersi con la gestione delle attività, più o meno lecite, di quegli amministratori giudiziari, supportati da consulenze varie, affidate a famigliari e amici, beneficiando inoltre di compensi smisurati, rispetto ad una qualsivoglia gestione ordinaria, svolta da un serio professionista (certamente più competente…in quel ruolo) che forse, non avrebbe di fatto consentito negli anni, una gestione improntata alla disonestà!!!
Le imprese a causa di ciò sono fallite e quando lo Stato non c’è riuscito a farle soccombere… ci hanno pensato alcuni suoi dipendenti (certamente loro… creditori privilegiati), ma alla fine ciò che è certo è che il sistema di prevenzione – con questi suoi uomini e donne – è stato totalmente fallimentare!!!
Nel frattempo si attende… ci saranno un susseguirsi di ribaltamenti di quei gradi di giudizio, gli anni scivoleranno nell’oblio e chissà se noi tutti… giungeremo mai a scoprire, qual’era l’equa verità!!!
D’altronde forse è quello che in –accordo di tutte le parti in causa- di fatto si desidera!!! 
Lasciare che tutto si concluda in totale silenzio!!!  
   

Quale strana coincidenza: è cambiato il Prefetto a Catania…

A poco più di un anno da quel lontano Novembre 2015 nel quale erano finiti alcuni prefetti in rapporti di amicizia con l’ex presidente della sezione Misure di Prevenzione di Palermo, Dott.ssa Silvana Saguto, ecco che da quel mondo delle amministrazioni giudiziarie, erano spiccano le figure di noti rappresentanti del governo nelle principali città siciliane…
Da Francesca Cannizzo (trasferita dal Consiglio dei Ministri… su sua espressa richiesta, al prefetto di Catania Maria Guia Federico, per finire con l’ex prefetto di Messina Scammacca. 
Si era parlato “d’intrecci prefettizi” e nulla d’illecito era trapelato da quel mondo ovattato, ma la cronaca ci ha decritto di come, in quel mondo delle amministrazioni giudiziarie… abbiano fortemente spiccato le figure dei nostri prefetti…
Vorrei ricordare che dalle documentazione della Procura di Caltanissetta erano emersi rapporti di amicizia di alcuni di essi, con Silvana Saguto, l’ex presidente delle Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, attualmente sospesa dal Csm. 
Sembrerebbe che la Saguto, avesse invocato l’aiuto di un amministratore giudiziario ed in cambio la Cannizzo, avrebbe chiesto un posto di lavoro per un parente dell’ex prefetto di Messina Stefano Scammacca.
Il pensionato Scammacca venne quindi nominato da un altro prefetto, per l’appunto quello di Catania Maria Guia Federico, che era stata sua vicaria, nel collegio di amministratori della discarica di contrada Valanghe d’Inverno, a Misterbianco… una società sequestrata all’imprenditore Domenico Proto. 
Scammacca riceve un (esiguo) compenso di €. 25 mila lordi al mese, circa €. 10.500 netti (stessa cifra assegnata agli altri due commissari, Riccardo Tenti e Maurizio Cassarino).
Il caso finì davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite che ruotano attorno allo smaltimento dei rifiuti. 
Il prefetto catanese spiegò a suo modo, di come “la legge non prevede criteri di nomina dei commissari, quindi si affida a quella che non dico discrezionalità, ma bontà del prefetto, che ha individuato dei criteri che si è data da sola… parliamo di persone fuori dalle valutazioni politiche, fuori da rapporti di tipo politico, di persone competenti, dal curriculum integerrimo e competenti nella specifica materia”. 
Quanto sopra fu oggetto di forti critiche in particolare dagli organi di stampa… ma la risposta fu che la commissione prefettizia precisò come, quei compensi lordi “erano stati liquidati al di sotto del minimo contemplato dalla normativa vigente”… ;”minchia” verrebbe da dire… alla faccia dei minimi, verrebbe quindi da chiedere quale giusto compenso normativo avrebbero dovuto percepire… 40-50.000 euro al mese sarebbero andati bene???
Ma per favore… un po’ di dignità per le persone che ogni giorno si alzano per mille euro al mese!!! Vergogna…
Difatti è proprio grazie a quel vuoto normativo che si è basata la discrezionalità di quelle nomine degli amministratori giudiziari che come abbiamo visto – il sottoscritto purtroppo ne ha una esperienza diretta – ha avuto le conseguenze che ben conosciamo e dove la figura di alcuni prefetti (mi duole dirlo… ma aggiungerei anche di qualche magistrato) ha permesso a molti di essi di godere di quella estrema fiducia posta nei loro riguardi… 
Vorrei ricordare un’altra vicenda (perfettamente riportata dal giornalista R. Lo Verso) nella quale, un’altro ex prefetto, Giosuè Marino, si scopriva essere all’interno del consiglio di amministrazione della clinica Villa Santa Teresa di Bagheria, sequestrata per mafia all’imprenditore Michele Aiello. 
La sua nomina, assieme a quello di un altro ex magistrato, Luigi Croce, fu decisa non dal Tribunale di Palermo, ma dall’Agenzia Nazionale per i beni confiscati un tempo gestita da Giuseppe Caruso, il prefetto che puntò il dito contro chi aveva sfruttato le amministrazioni giudiziarie per assicurarsi dei “vitalizi”: le scelte di allora erano dettate da ragioni investigative, piuttosto che da esigenze manageriali: servivano professionalità adatte per sanare o meglio per smantellare una delicata questione di esuberi…
Concludo riportando i sentiti ringraziamenti fatti all’ex prefetto di Catania dal nostro sindaco Bianco : “che ha saputo guidare con mano ferma la città, rispondendo sempre con estrema celerità alle esigenze di sicurezza e alle emergenze sociali della città, da sindaco e da cittadino le sono particolarmente grato”… (rappresentano d’altronde le classiche frasi di circostanza…), mentre ora viene confermato a Prefetto, direttamente dal Ministero dell’Interno, Silvana Riccio…
Vorrei quindi rivolgerLe un messaggio di benvenuto: Ill.mo Prefetto, mi auguro che questo suo nuovo incarico, porti a Catania una ventata di miglioramento, affinché si realizzi concretamente (e non solo a parole… ) quel reale cambiamento di cui la città ha realmente bisogno.
Nella sua “missione” (perché di questo trattasi), incontrerà parecchie difficoltà, poiché saranno in molti (in particolare tra quanti accanto a Lei fingeranno di sostenerLa…), a preferire che non venga invertita quella rotta finora realizzata, nella quale l’illegalità l’ha fatta esclusivamente da padrona… 
Vorrei ricordare un giorno la Sua persona (e quanto avrà saputo compiere) come la migliore tra tutte quante quelle che l’hanno preceduta, perché in fondo, ciò che è importante nella vita è farsi ricordare sempre per le proprie azioni, soprattutto se queste sono state giuste… 
Le auguro quindi un buon lavoro.

Decreto di sequestro a Catania, per gli Amministratori giudiziari!!!

Stasera, avrei voluto pubblicare la seconda parte di “Ecco… questa è la lista di quanti sono ricattabili“, ma avendo letto la notizia (pubblicata sui quasi tutti i nostri quotidiani on line), ed avendo a cuore questo argomento, ho preferito dirottare, su questa ultima notizia, la mia attenzione… 

Il provvedimento è stato emesso nei confronti di nove indagati, di cui tre, erano di fatto, amministratori giudiziari…
Il decreto di sequestro evidenzia il reato di bancarotta fraudolenta scaturito da condotte di distrazione, dissipazione e occultamento di risorse finanziarie della società Aligrup S.p.a., sottoposta sin dal 2001 ad amministrazione giudiziaria…
Non ho alcun interesse a ripetere quanto trovate perfettamente riportato nei quotidiani, bensì voglio riportare l’attenzione sulle condotte illecite contestate… dalle quali, si è potuto accertare come, la gestione di quegli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale, operava sostanzialmente negli interessi della famiglia interdetta… appoggiando non solo le operazioni degli eventuali soci (che avevano subito il provvedimento interdittivo), ma operando in modo arbitrario, sulle società del gruppo imprenditoriale ad essi collegate… 
Abbiamo negli anni potuto verificare come in circostanze analoghe, questo tipo di società, siano state condotte con la manina… a quel naturale processo di liquidazione o indirizzate verso quel di concordato preventivo, il tutto eseguito, previo l’intervento di taluni amministratori (corrotti e compiacenti), nominati per l’appunto, per alterare appositamente i dati posti a bilancio negli anni. 
Sempre durante quei periodi, vi è la consapevolezza –da parte di quegli amministratori collusi– di procedere con la distrazione delle poste in essere, ma soprattutto, si rivolge quella propria attenzione, verso i restanti beni immobiliari, i quali permettono di realizzare una vendita finanziaria interessante in quanto il bene viene venduto (a qualche amico o conoscente) ad un prezzo irrisorio, rispetto al valore di mercato e la parte residua di quel valore reale… viene consegnata brevi mano in contanti… 
Ovviamente quanto sopra determina un depauperamento delle risorse economiche e la sparizione di quei beni patrimoniali delle società, a vantaggio esclusivamente di quanti sono di fatto interdetti o sotto la lente delle istituzioni…
Abbiamo già avuto modo di vedere, con il caso “Saguto” di Palermo, la connivenza di quegli amministratori giudiziari (nominati dal Tribunale) e di come, si è provveduto ad eseguire i sequestri (sui conti correnti, a deposito e nelle varie cassette di sicurezza), intestati ad essi o a propri familiari e comunque nella disponibilità di quegli indagati… ed ora, per l’ennesima volta… la storia si ripete anche qui da noi!!!
Bisogna dare atto alle procure di non fermarsi dinnanzi a fatti del genere che oltre ad essere gravi, condizionano il giudizio che ognuno di noi ha, nell’operato degli uomini e donne… scelti dalle nostre istituzioni.
Sono tempi duri quindi, per il “mestiere” di amministratore giudiziario, perché, oltre al rischio – in caso di comportamenti sleali – di non ricevere quel compenso maturato negli anni, si rischia, di restare esclusi (nei casi di fallimento…) da quei benefici che li faceva rientrare tra i cosiddetti “privilegiati” (come ad esempio per i dipendenti…)…
Inoltre, da quanto sopra, emerge il rischio, non solo di subire un provvedimento di sequestro e/o di confisca dei propri beni, ma di restare coinvolti (a seconda della gravità delle loro compiute azioni) in quei reati previsti dal nostro codice penale. quali ad esempio, l’associazione a delinquere o il concorso esterno in associazione mafiosa…
Sono certo che in questo momento, molti tra loro (di quella categoria) stanno tremando… e chissà se in questo momento, non stiano cercando di far sparire dai propri conti bancari, quanto in maniera disonesta avevano fin qui realizzato…
Riporto quanto avevo scritto nel post del 11 dicembre dello scorso anno: “diceva mio padre… i soldi rubati si piangono tutti… e sono ahimè… lacrime amare”!!!
Ho letto di un amministratore giudiziario (pentito) che rispondendo alle domande del Procuratore della Repubblica ha dichiarato: “Ho rubato, corrotto, ingannato, concusso e mentito”… ed il Pm, “La pianti di vantarsi e venga al dunque”…

Il clan "Saguto & Co"….

L’hanno ribattezzato il “Clan Saguto” e fa riferimento all’inchiesta sulla gestione dei beni confiscati alla mafia, in cui è stata indagata per l’appunto, il giudice Silvana Saguto, insieme ad alcuni suoi familiari e collaboratori…

Tra i reati contestati vi sono, corruzione, induzione e abuso d’ufficio, ed è per difendersi dai sopracitati reati, che ha deciso di lasciare provvisoriamente la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. 
Il suo posto verrà coperto dal giudice Mario Fontana.
A confermare la notizia è stato direttamente il Presidente del Tribunale di Palermo, Salvatore Di Vitale, che “ha preso atto della disponibilità della dottoressa Saguto ad essere destinata ad altra sezione del Tribunale”…
Quanta delicatezza… ma soprattutto bisogna ringraziare la gentilezza della Dott.ssa, nell’aver dato la sua piena disponibilità a recarsi presso un’altra sezione…
Ma scusate, viene spontaneo chiedersi: ma nel caso in cui questa disponibilità non fosse stata da Lei concessa, cosa sarebbe accaduto???
Sarebbe rimasta all’interno di quel Tribunale continuando a ricoprire quel proprio incarico???
La determinazione con la quale lo stesso Presidente cita le motivazioni, non sono per nulla rassicuranti, mi riferisco a quella corretta procedura giudiziaria e quanto riferisce che si “intende tempestivamente garantire in continuità e piena funzionalità di un organo giudicante, da anni centrale nella strategia di contrasto dello Stato alla criminalità mafiosa”, credo che in ogni caso, quella procedura a garanzia di tutti ed in particolare dell’opinione pubblica, sarebbe dovuto essere applicata, l’indomani stesso del ricevimento di quell’avviso di garanzia, che la vedeva per l’appunto indagata dalla procura di Caltanissetta… e non aspettare quasi un anno, per avere conferma, della sua piena “disponibilità“…
Dopotutto si parla di un giro d’affidamenti di beni sequestrati, ad alcuni professionisti (sono indagati oltre che il padre ed il figlio del giudice, anche il marito, l’ingegnere Lorenzo Caramma e l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, titolare di uno studio a cui erano affidate la gestione di diverse aziende confiscate)… per quasi 1 milione di euro….
È questa infatti la somma che il Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo (su disposizione della procura di Caltanissetta), ha sequestrato all’ex presidente della sezione misura di prevenzione del capoluogo siciliano e agli amministratori giudiziari a lei vicini…
La Guardia di Finanza che guida il Nucleo di Polizia Tributaria, ha scoperto come queste somme fossero state celate all’interno di un labirinto di conti correnti, quote societarie e beni immobili. 
Certamente la vicenda andrebbe spostata presso un altro Tribunale, perché quello di Palermo, oggi, non garantisce quell’equo giudizio di imparzialità, lo si vede anche, dai continui ribaltamenti e revoche che in questi mesi si sono avvicendati…
D’altronde come vado da sempre ripetendo, quanti sono coloro che possono ritenersi estranei e non ricattabili all’interno di quel palazzo???
Pensate realmente che quel giudice, con l’influenza che aveva all’interno del Tribunale, non sia stato in grado di agevolare alcune richieste dei suoi colleghi, e che ora, forse per quelle concessioni ricevute, stanno “tremando” e sperando di non dover subire anch’essi la stessa sorta, da quelle eventuali sue spontanee dichiarazioni???
Non va dimenticato che ad oggi l’inchiesta, ha portato già all’allontanamento di due magistrati ed ora, al trasferimento della stessa Saguto, attualmente sotto procedimento disciplinare per volere del ministro della Giustizia, che alcuni giorni fa, ne aveva elencato gli illeciti al procuratore generale di Cassazione e al Csm…
Io resto comunque dell’idea, che quanto accaduto a Palermo è già avvenuto anche in altre realtà… e se si avrà la possibilità di indagare in maniera più approfondita, si scoprirà come la vicenda “Saguto” sia soltanto la punta di un iceberg di quel sistema collusivo e corruttivo, mi riferisco alle restanti sezione di “Misure di Prevenzione” dei vari Tribunali della nostra isola… (proprio perché la nostra regione… possiede la maggior parte dei beni sottoposti a sequestro e confisca del nostro Paese…), dalle quali si potrà scoprire, come sono pochi, coloro che, possono permettersi in questo preciso momento, di scagliare una pietra verso l’attuale giudice “indagato” del Tribunale di Palermo…

Amministrazioni giudiziarie & Associazioni antimafia…

La festa è quella dell’Unità a Catania e la Presidente della Commissione Nazionale Antimafia, Rosy Bindi, ha dichiarato: “Combatteremo l’antimafia deviata” e quindi ha attaccato gli ordini professionali… ribadendo “Abbiamo sentito gli ordini professionali, tutti tutelano i propri affiliati anche quando sbagliano”!!! 
Durante il convegno si è parlato di mafia, di collusioni, di corruzione, ma soprattutto di quella “antimafia” di facciata che dimostra avere non soltanto paura di quel sistema… ma bensì proprio per evitare possibili ripercussioni… ci va a braccetto!!! 
Ed inoltre, si discute di provvedimenti di sequestro e di confisca, casi di deviazione degli amministratori giudiziari con provvedimenti dai tempi lunghissimi, probabilmente realizzati forse, per aumentare il proprio compenso economico…
Finalmente le mie parole, scritte su questo blog… cominciano ad avere quei giusti effetti… 
Già, dopo anni e anni in cui scrivo su quei meccanismi perversi, qualcuno forse (o finalmente…) ha iniziato a prendere coscienza che quei fatti raccontati, non erano inventati, ma costituivano vere e proprie fedeli ricostruzioni… ed è interessante scoprire che, quando si parla di “antimafia di facciata”, la nostra Sicilia rappresenta perfettamente quel modello…
Come ci si può dimenticare di personaggi pubblici, Presidenti di Associazioni nazionali (veri e propri finti paladini della legalità) che hanno permesso di realizzare ovunque tangenti ed alla mafia di poter accrescere e sviluppare il proprio potere…
Si chiama “antimafia deviata” quella che non combatte la mafia o le collusioni di quei colletti grigi, ma cerca bensì di beneficiare di quel paravento, per ottenere sempre più potere e finanziamenti dati dallo Stato… centinaia di migliaia di euro, che finiscono per essere utilizzati per fini propri e quasi sempre personali…
Analoga situazione va rivista per gli ordini professionali, che non sono fatti per tutelare gli interessi di chi è iscritto a quell’ordine, bensì sono stati creati, per tutelare i cittadini dal corretto esercizio della professione”…
Ma dove il Presidente Bindy ha dato il meglio di se, è quando ricorda di come a Palermo la mafia è stata combattuta e dove i suoi boss sono stati pian piano consegnati alla giustizia, a differenza di Catania, dove sono ancora tutti fuori…  perché la maggior parte di essi sono “prenditori”… pardon imprenditori!!!.
Importante anche quanto pronunciato dal procuratore Franco Roberti che durante il suo intervento, ha parlato della necessità di fare le riforme in tema di giustizia: “Chiedo per i corrotti e i corruttori gli stessi strumenti di indagine che sono previsti per le mafie, con agenti sotto copertura, sconti di pena per chi collabora con la giustizia, durata delle  indagini e delle intercettazioni di pari misura rispetto quelli previsti per i reati di mafia e possibilità di fare intercettazioni preventive. Inoltre, sarebbe necessario inserire  nel 416bis un aggravante specifica, se l’associazione mafiosa si avvale della corruzione per  conseguire appalti pubblici e commesse pubbliche; una semplice modifica che segnerebbe un passo avanti perché sappiamo tutti che la corruzione è lo strumento privilegiato delle organizzazioni mafiose”.
Ma quando il procuratore Franco Roberti parla delle amministrazioni giudiziarie, ecco che finalmente, sento svelare qualcosa di significativo… 
Sono anni che il sottoscritto attendeva una rivelazione come quella appena esposta: ”Vi siete chiesti perché nelle amministrazioni giudiziarie i procedimenti di prevenzione durano cosi a lungo? e sempre nella complessità dei beni da gestire o forse più va a  lungo l’amministrazione giudiziaria e  più l’amministratore giudiziario ne profitta economicamente magari in combutta con qualche giudice come abbiamo dovuto in qualche caso penosamente constatare?
Sono certo che quando dichiarato, non sarà di facile comprensione per molti… ma state certi che chi doveva intuire, ha compreso bene quel messaggio “subliminale”… 
Tra questi c’è il sottoscritto ed anche qualche ex collega!!! 

ANAC: ci vuole coraggio a ribadire l'importanza e il ruolo dei commissari all'interno dell'imprese!!!

Ho ascoltato con attenzione l’intervista realizzata da un Componente dell’ANAC, precisamente la Prof.ssa (Costituzionalista) Ida A. Nicotra: https://youtu.be/C_dU99I1nJw
Dal video si evince quanto sia importante il ruolo dei commissari per portare a compimento gli appalti pubblici in corso, per combattere la corruzione e soprattutto (facendo riferimento al loro operato…) per salvaguardare i posti di lavoro. 
Secondo sempre quanto ribadisce il componente dell’Autorità Nazionale Anti-corruzione: “Il commissariamento delle imprese consente di portare avanti la commessa pubblica. E’ importante che gli appalti pubblici vengano completati e i tempi del processo non vadano a discapito della realizzazione delle opere pubbliche. Questa misura è stata introdotta con riferimento a Expo 2015 ed è diventata una misura ordinaria. L’istituto del commissariamento ha reso possibile coniugare e quindi sbarrare il campo alla corruzione salvando i livelli occupazionali, la libertà di impresa e nello stesso tempo, ha isolato i fatti corruttivi in un sistema che bilancia l’interesse dell’impresa con la necessità di evitare che la corruzione dilagante potesse impedire la realizzazione delle opere pubbliche”.
Ma di quali esperienze (concrete) si sta parlando… 
Sarei curioso di conoscere in Sicilia quali società “tra quelle prese in carico dagli amministratori giudiziari sono state capaci di garantire e salvaguardare la continuità aziendale e i livelli occupazionali… 
Mi chiedo, quando si dicono certe affermazioni, si ha conoscenza precisa e diretta… oppure si cerca (come di solito si fa nel nostro paese…) di stupire con effetti mediatici “speciali” (e/o propagandistici) tanto per voler usare frasi di circostanza…
Ascolto stupefatto che quanto compiuto in Sicilia dal 2014 è servito a tutelare l’integrità dei bilanci pubblici e per evitare ripercussioni negative sul piano economico…
Strano, ma i dati fin qui riportati… sembrano dire proprio l’esatto contrario!!!
Aggiunge inoltre: “A gestire tutto ci sono stati gli amministratori che hanno carta bianca sulle scelte… rispondendo di eventuali diseconomie dei risultati solo nei casi di “dolo o colpa grave“…
Ah… ora comprendo…
E’ strano comunque che quella “culpa” non venga mai fatta risaltare sui media, non ho mai letto su eventuali “doli” o come giustamente Lei dice… “colpe gravi” su quei nominati Sig.ri… 
Certo capisco che trovare le prove della loro colpevolezza non è poi così semplice… anche perché, è con i fatti che va dimostrata la disonestà di questi… e poi, non bisogna dimenticare che ci vogliono dei soggetti “coraggiosi” che comprovano quei riscontri… senza dimenticare altresì che proprio quest’ultimi, nel far il proprio dovere… rischiano una possibile querela… ed è il motivo principale, per cui in Sicilia nessuno parla!!! 
Eppure posso assicurarLe che qualche “audace” e aggiungerei non-omertoso” siciliano… a Catania c’è stato (o meglio c’è ancora… sì, finora non l’hanno ammazzato…) ed ha fatto di più… ne ha denunciato sia i comportamenti, che le azioni “irresponsabili“, ma forse dovrebbero essere chiamate con il loro vero nome… “collusive” e “fraudolente”… ma stranamente di quelle denunce non se ne parla… o meglio, finora tutto è rimasto ben segretato!!!
Ma come dico sempre… la Giustizia è lenta, anzi lentissima… ma alla fine… arriva sempre!!!
Vedasi per esempio quanto è uscito fuori grazie al Procuratore aggiunto di Caltanissetta, Dott.ssa Lia Sava (già mi immagino qualcuno che tira le fila dall’alto e che –proprio per aver toccato quei cosiddetti poteri “forti”– vorrebbe adesso conferirLe un premio, già un riconoscimento al Suo operato, sì… un nuovo importante incarico, presso qualche località “sperduta” delle Alpi…), già, l’inchiesta “Saguto & Co.” del Tribunale di Palermo non ha fatto fare una bella figura all’Agenzia Nazionale per la Gestione dei beni sequestrati e confiscati, anzi tutt’altro, un sistema che a posto dei forti dubbi sul reale ruolo e sui poteri che proprio quei commissari hanno ricevuto…
L’inchiesta per fortuna oggi non è stata insabbiata… anzi tutt’altro, l’hanno denominata “mare magnum” per quanto si è allargata… e chissà se non debbo pensare che forse, alcune suggerite considerazioni, non siano state finalmente vagliate dagli investigatori… tra cui quelle per esempio… che hanno condotto a controllare su “scambi di favore”, di quel particolare mondo delle “consulenze“!!!
Ma come dice la Pro.ssa: “piaccia o no… (sembra quasi un “dictat”) questa è la strada per combattere la corruzione, anche se porta molto potere nelle mani dei commissari o incrementi ancora di più la forza dello Stato nei confronti delle imprese private, che pagano però per aver ceduto il passo all’illegalità”…
Insomma potremmo definirlo il contrario di “out-out” e quindi ciò che resta è soltanto la possibilità di scegliere tra “questo o questo“!!!
Io, grazie alla mia esperienza personale (in qualità di Direttore tecnico) ho avuto modo di valutare tutte le fasi giuridiche che una impresa come quella nella quale opero… ha dovuto un questi anni attraversare…
Dall’iniziale periodo dei fasti… con la realizzazione delle più grandi opere infrastrutturali nella nostra provincia di Catania, alla fase prima di Sequestro (per due anni…) e di quella di confisca successivamente (quattro anni) e così dopo sei anni di amministrazione giudiziaria… da qualche mese (con decisione della seconda Corte d’appello di Catania, è stato “revocato il decreto del Tribunale), l’impresa (e quindi i suoi beni o ciò che ne restano…) è ritornata nelle mani degli aventi diritto!!!
Vede, posso affermarLe che il sottoscritto conosce meglio di altri questo “sistema fallimentare” (e lo dico senza alcun autocompiacimento…) e non mi riferisco esclusivamente a quanti operano all’ANAC (dopotutto il sottoscritto dovrebbe essere ben conosciuto dalle Sue parti… avendo inviando -a mezzo Pec- “particolari” comunicazioni… e alcuni pratici consigli direttamente al Suo Presidente… Dott. Cantone, relativamente alle negligenze operative dei referenti scelti propriamente per questo tipo d’imprese, ma chissà perché, anche lì da Voi, nessuno ha avuto la compiacenza di rispondere… spero che almeno quelle mie missive, siano state lette…), ma perfino di coloro che si atteggiano in tutte quelle varie Agenzie nazionali varie… e/o Associazioni di legalità, poste a contrasto della corruzione e del malaffare… 
Io comunque continuo come sempre, senza porre limiti sul mio operato, facendo sempre il mio dovere al massimo dei miei sforzi e tentando quando necessario, di far emergere sempre e ovunque, verità e giustizia…
Perché è così che ho scelto di voler essere ed è così che vorrò condurre questa mia vita: mai incertezze, nessun compromesso e soprattutto… alcuna lamentela!!!
Mi piace mettere in pratica quanto diceva il Giudice Falcone: che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così… solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare. Ed è allora, che la stragrande maggioranza preferisce… lamentarsi piuttosto che fare!!!

Pino Maniaci… ricostruisce le vicende che lo hanno visto legato nelle inchieste sulle misure di prevenzione nel Tribunale di Palermo!!!

Per correttezza morale… dopo essere rimasto attonito vedendo il video pubblicato il mese scorso su notizie.tiscali.it ora, con la stessa equità, resto basito dall’intervista appena pubblicata su liveSicilia…

Questi sono i due link dei video dai quali potrete ascoltare quanto dichiarato nello Studio di Telejato, da Pino Maniace: 
Non so proprio cosa potrei aggiungere…
Mi sembra di assistere a quel noto programma televisivo di ITALIA 1: Mistero.
Ma qui forse di mistero c’è ben poco… anzi tutt’altro…
Qui ho l’impressione che tutti sapessero… tutto di tutti e chissà se forse non sia proprio questo il reale problema che fa si che… non venga fatta emergere l’unica verità…
Spero nell’operato della Procura; che possa ampliare quelle proprie indagini, in virtù dei video appena trasmessi… ed in particolare, dalle rivelazioni fin qui comunicate…
Staremo a vedere… come finirà questa “Adventure“…

Sapremo mai la verità su quegli incarichi???

Abbiamo letto degli intrallazzi commessi, nella gestione dei beni confiscati, abbiamo appreso quanti e quali magistrati, amministratori, consulenti, familiari, ecc… hanno partecipato direttamente o indirettamente a quella combine… ed infine, ecco, figure di spicco istituzionali, qual’è quella dei prefetti, all’improvviso, decidano di chiedere (è difatti una loro espressa richiesta…) il trasferimento…
Parlo del prefetto di Palermo, la stessa che, per come abbiamo letto in questi giorni dalle intercettazioni,  avesse un buon rapporto d’amicizia con l’ex presidente delle misure di prevenzione del tribunale di Palermo, S. Saguto (attualmente sospesa dal Csm), a cui sembra dalle indagini, aver chiesto un posto di lavoro per un parente di un’altro ex prefetto di Messina…
Quest’ultimo inoltre, riceve un incarico dal prefetto di Catania, scelto tra i nominativi della terna, quale collegio d’amministrazione per la discarica di contrada Valanghe d’Inverno a Misterbianco, sottoposta a sequestro, e dove, la propria professionalità… ( sarebbe interessante conoscere quali benefici ha apportato insieme al collegio, tale amministrazione giudiziaria…) è stata retribuita, con un compenso di 25 mila euro lordi al mese… quindi 75.000 lordi al mese per i tre amministratori… ( e nessuno tra essi, ha avuto a che ridire, su quel compenso ritenuto forse troppo elevato… ).
Per quel tipo di nomina, c’erano già state in precedenza delle perplessità… ma come sempre da noi… tutto fu chiarito… in quanto la legge prevede, per tale nomina, la decisione ponderata dei prefetti… o in base a criteri del tutto autonomi e personali… e che i compensi, erano al di sotto di quanto previsto dalla normativa vigente… 
Verrebbe da dire… meno male…
Infatti, è proprio a a causa di questa “pericolosissima” discrezionalità, che oggi nel nostro paese, avvengano giornalmente tutta una serie di procedimenti, che poi, con le inchieste realizzate delle varie procure, si scopre essere state… illegali e fraudolenti!!! 
Fintanto (e mi ripeto per l’ennesima volta…) le nomine, saranno realizzate con i soliti favoritismi (altro che chiamarla discrezionalità… chiamiamola con il suo vero nome…), finché il clientelismo per non dire nepotismo, avrà  potere sulla giustizia, sulla imparzialità di giudizio, sull’equanimità dei meriti… ecco fintanto sarà questo il sistema adottato… possiamo stare certi, che fra qualche mese o anno, a seguito di una nuova indagine, torneremo a dibattere su questo tipo di metodologia…
Non si può continuare a dare incarichi indeterminati a ex uomini/donne delle istituzioni, in consigli d’amministrazione di società dello Stato, in particolari in quelle sottoposte a provvedimenti di sequestro/confisca, che hanno (ma è ormai risaputo…) quale univoco interesse, quello di far beneficiare quanti appartenenti a quella casta, per assicurare loro (o chi per loro…) sostanziosi vitalizi!!!
Anche perché non è detto… (ma forse è proprio ciò che non si suol dire…) che avendo goduto – nello stesso periodo – di più e più incarichi, ognuno di essi, ben remunerato dalle somme previste ai sensi di legge, una parte di questi, chissà, forse, è servita ad alimentare un eventuale sistema parallelo… 
Basterebbe difatti agli organi di controllo (in particolare alla GdF), verificare le somme effettivamente ricevute, con quante oggi ancora nella loro disponibilità (a cui vanno sommate ovviamente i beni eventualmente acquistati nello stesso periodo, tra immobili e mobili); sono certo che dai movimenti effettuati, si scoprirà una netta differenza… quella che manca precisamente per essere stata trasferita… 
Perché si sa, quando non si divide… si finisce di mangiare, come dice appunto il detto, chi mangia solo… muore solo… ma soprattutto non è questo il caso che con un semplice ringraziamento uno se ne possa uscire facilmente o meglio si sa che col solo grazie non si mangia più!!!
E poi, lo sanno tutti che l’appetito vien mangiando e quando cadono i maccheroni in bocca… tutti li sanno mangiare!!!
Quindi… chissà se un giorno scopriremo con certezza quanto realmente accaduto… o se le ragion di Stato, avranno come sempre… il sopravvento sulla verità!!! 

Norma Saguto…

E’ tra le novità del codice antimafia presentato dal Governo e prende il nome dal nome dell’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto, sospesa dalle funzioni e indagata per corruzione insieme al marito, Lorenzo Caramma, nominato coadiutore di diverse società amministrate dallo Stato e l’amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara…  
Con questo emendamento presentato, riferito all’articolo 13, s’impedisce la nomina ad amministratore giudiziario di beni confiscati alla mafia, o coadiutore o collaboratore, non solo ai “parenti”, ma anche ai “conviventi e commensali abituali” del magistrato che conferisce l’incarico. 
Il divieto sarebbe esteso per i parenti fino al IV° grado e per gli affini entro il II° grado, ma soprattutto, gli amministratori giudiziari non potranno inoltre avere più di 3 incarichi… che, secondo il sottoscritto sono sempre troppi…. o meglio la valutazione di questo numero, dovrebbe essere commisurata con le dimensioni patrimoniali delle società d’amministrare… 
E’ illogico… paragonare un’impresa individuale da una S.r.l. e ancor meno da una S.p.a. quindi non esiste un numero esatto… ma si dovrà raffrontare questo, con la capacità produttiva e logistica, sul numero presente di contratti d’appalto da realizzare o in corso d’opera ed infine, sul patrimonio immobiliare e finanziario presente alla data della confisca…
Perché… nel dover seguire con impegno un’azienda, ci vuole innanzitutto piena disponibilità, coordinare l’organigramma aziendale, collaborare con i dipendenti, interfacciarsi con tutte le problematiche che nel corso dell’incarico potranno presentarsi, rilevare e contrastare le anomalie gestionali, apportando quei correttivi necessari… tutte circostanze che necessitano di massima dedizione!!! 
Anzi, da esperienze dirette, posso suggerire che una eventuale terna, composta da un amministratore e due coadiutori tecnico e amministrativo, è la migliore soluzione gestionale per società di questo tipo, dove ognuno di essi, assume in se, un ruolo di corresponsabilità personale, in quelle scelte decisionali…   
Ora che il testo passa per l’approvazione al Senato ( alla Camera l’approvazione ha avuto 281 sì, con 66 contrari -Fi e M5S- e due astenuti), si spera di modificare definitivamente (con queste nuove regole ferree), l’assegnazione e la gestione dei beni sequestrati,  alla criminalità…
Bisogna aggiungere che il provvedimento, deriva dalla proposta di legge di iniziativa popolare per la quale, grandi organizzazioni sociali (Cgil, Avviso Pubblico, Arci, Libera, Acli, Lega Coop, Sos Impresa, Centro studi Pio La Torre) hanno fatto si, che in questi due anni e mezzo, si raccogliessero centinaia di migliaia di firme, a sostegno e integrazione del lavoro svolto nel contempo, dalla commissione parlamentare antimafia.
Sono in definitiva 30 articoli, dai quali si ridisegna tutta la complessa materia delle misure di prevenzione, come, l’assegnazione in affitto degli immobili confiscati alla mafia al personale delle forze di polizia, delle forze armate e ai vigili del fuoco, che potranno provvedere a proprie spese a ristrutturarli, se le amministrazioni assegnatarie non dispongano delle risorse necessarie. 
Finalmente con questa legge, non si dovrebbero più avere, situazioni incresciose come quelle emerse in questi mesi nel tribunale di Palermo, ma soprattutto ciò che ci si augura, è poter recuperare quelle società ancora gestite in modo disonorevole da parte di certi amministratori giudiziari e soprattutto, di tutelare quei lavoratori che hanno cercato – se pur con i problemi legati al provvedimento di confisca – di dare il meglio di se… per far sì che nulla andasse definitivamente distrutto…
Perché nella vita ci sono sempre due scelte fare: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle!!!

La sensazione è che ci sia un'Antimafia che più che gli ideali, persegua interessi particolari…

In tutti questi anni, si è cercato di convincere i cittadini, che combattere la mafia non solo fosse giusto, ma soprattutto utile. 

Nessuno immaginava però, che da quei professionisti di quella lotta, si sarebbero creati dei nuovi soggetti, che avrebbero cercato sì… quel “utile”, ma principalmente per se stessi, per come difatti sta emergendo…
Sembra effettivamente, che la famosa invettiva di Leonardo Sciascia contro i professionisti dell’Antimafia, abbia dimostrato essere, quanto mai attuale… 
Già, riprendendo quanto dichiarato dall’ex Pm Antonio Ingroia proprio in questi giorni: ecco se pur Leonardo Sciascia in una occasione sbagliò… colpendo l’allora giudice Paolo Borsellino, dimostro comunque con la sua dichiarazione… un’intuizione profetica.
In tanti citano i nomi dei due magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma secondo lei, chi sono i veri eredi e chi, invece, si fa soltanto bello… con i loro nomi?
Per me non ci sono veri eredi, ma ci sono troppi aspiranti eredi…
Ci faccia qualche nome…
Un elenco troppo lungo e non basterebbe lo spazio… mi riferisco anche a qualche importante ex magistrato oggi entrato in politica…
Adesso che è tornato a fare l’avvocato, non ha paura di finire vittima di uno sbaglio dei suoi ex colleghi togati?
Sinceramente sì, soprattutto oggi mi rendo conto di tanti errori giudiziari… le inefficienze del sistema sono più gravi di quanto non sospettassi da magistrato; per esempio, nel procedimento che sto seguendo a Roma, anche se dimostreremo l’errore degli inquirenti, ci troveremo di fronte a danni irreversibili con società fallite, uomini ammalati e imprenditori rovinati!!!
Ci sono delle furbizie che i pm usano per incastrare gli indagati? Mi risulta che non di rado i nomi sul registro generale vengano iscritti il più tardi possibile per allungare i termini delle investigazioni… come si dice… ci sono le astuzie dei difensori, ma anche quelle dei sostituti procuratori, ed ora che sono dall’altra parte della barricata ho il vantaggio rispetto ai miei colleghi avvocati di poter smascherare certi espedienti furbetti…
Tipo… ne può svelare qualcuno?
Si, ci sono i cosiddetti stralci a catena che permettono con un gioco di scatole cinesi di tenere aperto un filone d’indagine facendolo emigrare da un fascicolo in scadenza a un altro….
Forse anche da una procura all’altra?
Già, qualche volta è accaduto pure questo…
Infine, è meglio la vita da magistrato o quella da avvocato?
L’esistenza blindata del pm antimafia è infernale… di quegli anni mi mancano solo (sorridendo…) le “intercettazioni“, mentre da avvocato accertare la verità è molto più difficile, perché si combatte con armi spuntate contro una magistratura che spesso è un muro di gomma rispetto alle istanze della difesa!!!
Cosa aggiungere, questa mattina altri due giudici della sezione beni confiscati del Tribunale di Palermo, sono stati accusati, uno di concorso in corruzione e l’altro per abuso d’ufficio…
Sono due toghe (che hanno operato in quella stessa sezione diretta dall’ex presidente Silvana Saguto, finita in questi giorni, sotto inchiesta della Procura di Caltanissetta) che si trovano sotto la lente d’osservazione della procura nissena… e che rischiano in questo preciso momento, oltre agli addebiti presentati, anche l’avvio della procedura di trasferimento…
Una brutta pagina per la nostra magistratura… diceva bene Indro Montanelli: Per un magistrato italiano, la “Legge” con la “Giustizia” non ha nulla a che fare!!!

Stato-Mafia… ecco le prove…

Proprio alcuni giorni fa, abbiamo assistito alla sentenza del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia e dalla quale è stata emessa un’assoluzione per l’ex ministro Calogero Mannino… (non bisogna però confondere che, una cosa è l’essere stato giudicato  innocente in modo definitivo dal concorso esterno ed un’altra cosa è l’esser stato assolto in primo grado per la trattativa… dopotutto si riporta: questa è stata una assoluzione per insufficienza o contraddittorietà delle prove, non per la loro mancanza e bisogna aggiungere che il giudice, con quel tipo di decisione, ha ammesso che la trattativa c’è stata e che costituisce reato…).

Ora all’improvviso ecco che l’ex Pm Antonio Ingroia esce allo scoperto… dichiarando ad una intervista del quotidiano Libero: cosa diceva Giorgio Napolitano, ex Presidente della Repubblica, nelle intercettazioni sull’inchiesta Stato-Mafia?
Ecco… anche se probabilmente un giorno racconterò tutta la verità… (dopotutto in uno Stato democratico certi avvenimenti andrebbero sempre svelati…), ma non ora… e non certo attraverso un’intervista e poi credo che ancora non sia arrivato il momento…
Ed allora quando??? Forse attraverso la pubblicazione di un libro… il cui titolo potrebbe essere “Caro Giorgio come stai?”.
Come si spiega l’applicazione sulla richiesta di distruzione immediata delle intercettazioni???
Lei Dott. Ingroia ha dichiarato, l’applicazione di quella richiesta… un abuso, provando in tutti i modi ad ostacolarne la distruzione (intercettazione di dialoghi tra l’ex capo dello stato Giorgio Napolitano e l’ex ministro Nicola Mancino) ma ora, si è capito come quella fosse di fatto una sentenza politica, che avrebbe comportato non solo una gravissima crisi istituzionale, ma anche le possibili dimissioni del Presidente della Repubblica…
Certo ora anche l’ex Pm è stato abbandonato… (come in molti… in questo nostro paese… soprattutto quando si trattano argomenti scomodi…), si perdono infatti per strada… più di un amico, in particolare proprio per quanto emerso dall’inchiesta sulla trattativa, che dimostrava essere scomoda a molti,  non solo a destra, ma anche a sinistra…
Ed è il motivo per cui hanno trasformato quel lavoro (fatto di quasi vent’anni d’indagini) in un tentativo promozionale personale, di un lancio verso la politica… dimenticando tutti quegli uomini dello Stato e non,  che nel corso di quegli anni… sono rimasti uccisi…
Purtroppo ciò che è grave è trovare ancora oggi, in qualità di  pubblico ministero, dei giudici che non vogliono sentire, vedere, sapere… già un meccanismo di autodifesa corporativa che scatta spesso quando ci sono di mezzo magistrati o altri pezzi delle istituzioni!!!
Detto così si potrebbe pensare che ogni riferimento al procedimento Stato-mafia è puramente casuale… o forse ritiene che in quel processo siano stati protetti pezzi di istituzioni???
No, più che nel processo lo si è fatto fuori dal processo perché quel processo non si celebrasse mai… e difatti, un ruolo fondamentale lo hanno svolto anche la magistratura associata e il Csm a colpi di procedimenti disciplinari nei confronti dei pm che doverosamente facevano quelle indagini…
Come si spiega infine il suo ruolo d’avvocato, avendo dichiarato a suo tempo… che mai avrebbe mai assistito mafiosi e corrotti, ed invece oggi, sta difendendo i presunti complici di Massimo Ciancimino, condannato in via definitiva per riciclaggio del patrimonio mafioso del padre: niente di incoerente perché nessuno dei miei assistiti è incriminato per fatti di mafia, in più aggiungo che sono convinto dell’innocenza di questi imputati che sono rimasti stritolati da quello che io definisco il sistema Cappellano…(l’amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara, posto sotto indagine dalla Procura di Caltanissetta per corruzione e altri reati…).
Dall’inchiesta emerge che l’amministratore giudiziario, aveva l’interesse a enfatizzare se non addirittura inventare l’origine “mafiosa” di certi patrimoni, specie se di ingente valore, per ottenere così incarichi e onorari, che poi, venivano rapportati sul valore della aziende confiscate.
Un sistema che consentiva, d’elargire incarichi e benefici a parenti e amici dei magistrati che spesso, erano gli stessi, che avevano nominato quegli amministratori e che in corso d’opera… gli liquidavano quei lauti compensi!!!
Uno di quei magistrati era proprio Silvana Saguto, ex presidente della sezione misure di prevenzione dei beni confiscati del Tribunale di Palermo, dove sul suo conto in queste settimane, sono emerse intercettazioni imbarazzanti…
La sensazione è che ci sia un’Antimafia che più che gli ideali persegua interessi particolari!!!
Ma quella è un altra questione…
continua 

Lui uno squilibrato… Lei una cretina!!!

Con questi due aggettivi la Dott.ssa Saguto “intercettata” al telefono, discuteva con una amica, dei figli del Giudice Borsellino (quello sì che aveva titolo d’essere chiamato magistrato… a differenza di lei… che ha dimostrato – con i fatti finora emersi – essere… la vergogna ed il disonore per quell’ordine…), apostrofando Manfredi e Lucia… in modo inconcepibile!!!
Di lui ha dichiarato… essere uno squilibrato, aggiungendo… “lo è sempre stato… lo era pure da piccolo” (vorrei vedere quale figlio, vede saltare il proprio padre con una bomba e non da di matto…) certo la Saguto cosa ne sa… i suoi figli, vivono ancora protetti (e aggiungerei raccomandati…) sotto le sue cosce… e pretende di fare la morale agli altri… ma per favore, mettetela dentro e buttate le chiavi!!!
Di Lucia Borsellino dice, anzi precisa… è cretina!!!
E’ dire che proprio la Sig.ra Saguto (chiamarla giudice… perdonatemi è troppo, anche perché, non stiamo parlando del giudice corrotto, Ada Ferretti… ben interpretato nella fiction di squadra antimafia 7… questa, per chi ancora non l’avesse capito è la realtà…) si era da poco allontanata (siamo il 19 luglio u.s.) dalla manifestazione “Le vele della legalità” alla quale era stata invitata in qualità di madrina  (ci vuole coraggio… ), per ricordare il sacrificio di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta. 
Ma appena tornata nella sua auto (ovviamente blindata… come se qualcuno la volesse fare saltare…. ma chi… ma per favore, basta con queste puttanate…), cosa fa… telefona ad un’amica e parla contro i figli del Giudice Borsellino…
Dovevi vedere la scena del giorno prima… Manfredi lì… (al palazzo di giustizia di Palermo) abbracciato fra le lacrime del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,.. un abbraccio che ha commosso l’Italia!!!
“Ma perché minchia ti commuovi… a 43 anni per un padre che ti è morto 23 anni fa? 
Ma che figura fai… ed insiste… le palle ci vogliono e poi parlava di sua sorella e si commuoveva… ma vaffanculo!!!
MINCHIA SIGNOR TENENTE… ma qui altro che fiction… i boss che l’hanno fatto saltare in aria… al Giudice Borsellino e anche al collega Falcone, sono stati finora (almeno nelle dichiarazioni) più educati e rispettosi… sono rimasti infatti in tutti questi anni… in silenzio… quì si parla e soprattutto a sproposito!!! 
Uno dei giudici simbolo di Palermo, allora Presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo – gestione beni sequestrati e confiscati (oggi indagata per corruzione, concussione, abuso d’ufficio, favori, raccomandazioni, induzione… e potremmo continuare con la lista… anche quella della spesa), cosa fa… nel giorno dell’anniversario della strage di via d’Amelio, è infastidita… perché aveva aspettato due ore sotto il sole, l’arrivo delle barche della legalità al porticciolo di Ficarazzi!!!
M’immagino quell’agente del nucleo di polizia tributaria di Palermo, che nello svolgere la propria professione, stava ascoltando in diretta quella intercettazione… gli saranno cadute le pal… braccia… e poi certamente, si sarà sentito amareggiato, nel sapere che proprio quelle sprezzanti parole, venivano espresse nei riguardi di un collega… icona della lotta alla mafia e della criminalità!!!
Una figura, quella rappresentata dal Giudice Borsellino…, impressa nella mente di questo agente, che forse, sin da ragazzo… ispirato proprio dal giudice, ha scelto di dare il proprio contributo alla legalità… entrando a far parte delle forze dell’ordine! 
C’è chi combatte ogni giorno sul campo l’illegalità per un misero stipendio e chi invece, non solo truffa insieme ai suoi familiari, centinaia di migliaia di euro, ma, raccomanda marito, figli, parenti e amici, pensa a dividere incarichi tra cui il noto “Cara di Mineo”, organizza altresì, convegni di legalità, per contrastare in particolare certi servizi andati in onda sulle “Iene”… (ma questo è un’altro vergognoso filone… ancor più grave forse di quanto finora emerso…) ed infine (sudata ovviamente per l’impegno svolto…) si dedica ad andare al mare con l’amica, tanto a disposizione c’è l’auto di servizio con l’autista e soprattutto, c’è da sempre quella… corsia preferenziale!!!
Lo so… è un vero schifo… ma restiamo tutti aggrappati a quel messaggio di speranza tramandato noi da quei giudici… per il resto diceva bene Nicolás Gómez Dávila: lo stupido istruito ha un campo più vasto per praticare la propria stupidità!!!

Posti in cambio di favori…

Non smette mai la bufera sul Palazzo di Giustizia di Palermo…
Si è appena scoperto, dalle intercettazioni degli investigatori presso l’ufficio dell’ex presidente della Sezione misure di prevenzione beni confiscati (Dott.ssa Silvana Saguto) che, durante lo svolgimento del proprio incarico, si dedicasse con solerzia a segnalare, parenti e amici, ad alcuni amministratori giudiziari (e non solo), per poterli fare inserire in un qualche contesto lavorativo…
Si scopre oggi (al solito… come se fossero chissà quali situazioni anomale.. o perché queste circostanze accadano solo dalle nostre parti… almeno qui qualcuno ha avuto il coraggio di denunciare… mentre in altre eguali realtà, sono in tanti che preferisco stare in silenzio ed anzi si prestano a realizzare tali “combine”, pur di avere in cambio qualche favore personali) che non bisogna fare di tutta un’erba un fascio… ma certamente se tali inchieste fossero allargate anche presso altri Tribunali, scommetto (ma sono certo già di vincere…) che le condizioni emerse a Palermo… sarebbero, più o meno analoghe…
Una serie di nominativi messi in fila per essere collocati… grazie propriamente ad alcuni magistrati, che da un lato nominano dei loro amici, quali amministratori in società confiscate e dall’altro, ne promuovono i soggetti “raccomandati”…
Qualcuno sconcertato lo definisce uno “scandalo”… ma io credo che rappresenti quel semplice scambio di favori “dare-avere” che è da sempre presente in ogni momento della nostra vita quotidiana, ma che si tende a parole “ipocritamente” (da parte di quasi tutti… ) a volerle contraddire queste deplorevoli azioni, ma quando ci si trova in prima persona, ecco che il giudizio cambia…

Quindi in definitiva, abbiamo un ufficio, quello del magistrato… convertito in ufficio di collocamento, con assunzioni per gli amici, in particolare per quanti potevano successivamente fare nuovamente comodo… all’interno di quel palazzo di giustizia.
Impiegati… che avevano modo di poter leggere i documenti, prestare attenzione su quanto accadeva intorno a loro, origliare particolari confidenze, ma soprattutto (visto il legame che li accomunava), andare a riferire immediatamente quanto scoperto, su possibili denunce o inchieste o altro, su cui erano venuti a conoscenza e che potevano creare dei seri problemi all’amica/o magistrato…

Una concatenazione d’eventi che faceva si, che tutti si sentissero legati, dopotutto in ballo non c’erano soltanto le loro mansioni o carriere, ma il futuro soprattutto dei loro figli (o parenti vari…) e quindi tutti, pronti a collaborare in silenzio, per quelle prospettive future… rappresentate dalla certezza di un posto di lavoro!!!

Ecco quindi la scelta di piazzare i vari soggetti… questo lo prendi tu, quest’altro lo piazziamo li… e quest’altro ancora (sa… è il figlio di…) cerchiamo d’inserirlo là… e di questo (ma… “giudice”… non è capace di fare nulla…) va be… mettiamolo al centralino, lì… a rispondere al telefono… al posto di quel “Catarella”.
Bisogna organizzarsi… trovare nuove soluzioni, sistemare gli “amici degli amici”… sembra di assistere a quei film d’argomentazioni mafiose!!!

Poi ci sono le cimici… che registrano una conversazione fra lo stesso “magistrato” ed il titolare di un noto ristorante in provincia di Palermo… dove, dalla telefonata, si scoprirà essere stato raccomandato per l’incarico di chef, il grande (12 Stelle) “Gordon Ramsey”… no… scusate… mi ero distratto… era solo il figlio del magistrato (che appunto di professione fa lo chef…) e che ovviamente, per l’alta professionalità finora comprovata…  non era rimasto contento della proposta economica ricevuta ed ovviamente, si era lamentato con la mammina…

Comunque alla fine l’intesa fu trovata… come sempre dopotutto… come si dice da noi: le cose alla fine – in un modo o in un’altro – si sistemano sempre!!!

Indubbiamente è grave udire quanto sopra… ma dopotutto… cosa deve fare una mamma per i propri figli, se non questo…
Si vi capisco… ascoltare di raccomandazioni per un posto di chef per il figlio può sicuramente dare fastidio, ma ciò che è più preoccupante è la richiesta per l’altro figlio… quello che vuole fare il concorso per commissario… e poi vuole fare un corso in criminologia… 
Intravvedere alla fine come, non solo una parte delle nostre istituzioni sono corrotte, ma anche gli eventuali figli di quest’ultimi… e dover constare come questi a breve, possano divenire rappresentanti di quelle nostre forze dell’ordine, futuri agenti di un partecipato sistema collusivo-mafioso… allora, ahimè… mi chiedo: quale possibile speranza potrà mai avere questo nostro paese di risollevarsi???

La gestione dei "beni confiscati" a Palermo… ecco i nomi dei successori!!!

Il Presidente ha scelto!!!
Sì… il Presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale, Mario Fontana, per sostituire l’amministratore giudiziario, finito nei giorni scorsi sotto inchiesta da parte della procura di Caltanissetta,  ha scelto di far subentrare il prefetto Isabella Giannola e l’avvocato Antonio Coppola…
Un prefetto con una esperienza nei servizi segreti e l’avvocato del nostro capo dello Stato… ecco chi sono i soggetti, per sperare di cancellare quanto gravemente finora emerso, ma soprattutto allontanare anche i sospetti, che in quel tribunale, la gestione dei beni sequestrarti/confiscati alla mafia, sia stata condotta (anche da chi non è attualmente indagato…) in modo del tutto arbitraria!!!
Adesso i neo amministratori, nell’adempimento degli incarichi ricevuti, dovranno dare prova di comportamenti conformi alla diligenza del buon padre di famiglia, dare cioè dimostrazione, di saper gestire quei patrimoni milionari, in maniera corretta!!!
Il tempo però di sistemare “provvisoriamente”… che già iniziano ad affiorare notizie non certo rassicuranti!!!
Infatti, sarebbe al vaglio degli inquirenti di Caltanissetta, la posizione del prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, sull’inchiesta emersa per la gestione dei beni confiscati di cui sopra…
Secondo infatti quanto riporta il quotidiano “Il Messaggero” ci sono delle verifiche in corso, sul contenuto di alcune presunte conversazioni intercettate, tra lei e l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Dott.ssa Saguto, indagata dalla procura nissena…
Tutto nascerebbe dalla richiesta formulata dal prefetto, secondo la quale, era necessario rafforzare la scorta al magistrato, a causa di notizie trapelate secondo cui, la mafia voleva morta la Saguto e un altro magistrato…
Secondo la procura di Caltanissetta, sembrerebbe che questa notizia, sia stata riportata, con l’unico l’obbiettivo, di contrastare alcuni servizi realizzati dalle Iene e da Telejato…
Adesso, dopo uno scandalo, gestito per anni con la complicità di molti, ecco che, si decide di rendere trasparenti il sistema delle nomine, non più clientelari (o come si è visto attraverso scelte autonome dei giudici), ma imponendo quale priorità –mi auguroil merito, forse così un buon 95% di questi attuali amministratori… cambierà definitivamente mestiere… 
Nel contempo, si è deciso di cambiare anche le disposizioni in materia di calcolo e liquidazione dei compensi, per chi verrà chiamato a gestire quei patrimoni…
Il sottoscritto avrebbe inserito inoltre, una sanzione amministrativa (intaccando l’eventuale compenso…) per quei comportamenti, nei quali è dimostrata (nello svolgimento dell’incarico ricevuto) la propria responsabilità diretta, su circostanze o azioni, che hanno di fatto condotto, a danni finanziari rilevanti o gravi ripercussioni sull’andamento della stessa società…
Di poco fa una notizia su Sudpress, dalla quale sembrerebbe che l’inchiesta sulla gestione dei beni confiscati, potrebbe ampliarsi… 
Sono infatti interessanti, le domande poste dall’editoriale web nell’articolo e cioè: 
– Quanto accaduto a Palermo è un caso isolato?
– A Catania, a Siracusa, a Messina come stanno le cose?
Stiamo a vedere cosa accadrà…