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Larry Fink: il filosofo del capitalismo che investe in tutto e il contrario di tutto – Seconda Parte

Per capire quindi BlackRock, dobbiamo guardare alla figura che ne è il volto e la mente: il suo fondatore e CEO, Larry Fink.

Già, la sua storia personale rappresenta difatti la chiave per interpretare le apparenti contraddizioni di quella sua società.

Sembra che un enorme errore finanziario, commesso da giovane, lo rese ossessionato dal rischio, sì, un’ossessione che ha plasmato la cultura di “BlackRock”, trasformandola nel pilastro di stabilità che è diventata oggi.

Ma Larry Fink è molto più di un manager; sì, potremmo definirlo un filosofo del capitalismo moderno.

Le sue lettere annuali ai CEO di tutto il mondo sono attese come documenti programmatici che lanciano grandi tendenze, mi riferisco all’importanza della sostenibilità (ESG) e al futuro delle criptovalute.

Ed è qui che nasce il paradosso più intrigante. Fink è il grande promotore di un capitalismo responsabile e con uno scopo sociale, eppure la sua società, BlackRock, rimane ahimè il più grande investitore al mondo in compagnie di combustibili fossili e soprattutto uno dei principali finanziatori dell’industria bellica.

Certo, leggendo ora quanto sopra, molti di voi si stanno chiedendo se questo comportamento non possa paragonarsi a un’ipocrisia, ma la verità è che esso è lo specchio di una missione duplice: da un lato spingere per un cambiamento a lungo termine, dall’altro adempiere al mandato primario di generare rendimenti per quella sua clientela, non solo vastissima, ma certamente con obiettivi diversi.

Ma non solo, il suo potere si misura anche nella fiducia che molte istituzioni gli ripongono. Ad esempio, durante le crisi, dai subprime del 2008 al crack bancario del 2023, sono state la Federal Reserve e i governi a chiamare BlackRock per gestire le operazioni più delicate, affidando a essa, già, attore privato, compiti di stabilizzazione pubblica.

Ecco perché Fink siede ai tavoli del “World Economic Forum” e incontra regolarmente i leader di tutto il mondo, un accesso certamente privilegiato che gli permette di plasmare il dibattito economico globale.

E allora ritengo che la questione più importante non è se un uomo d’affari stia tessendo da tempo una delle più grandi cospirazioni mondiali, bensì se noi, come società, siamo diventati “comfortable”, e cioè che un numero sempre più ristretto di attori privati, per quanto potremmo definire “illuminati”, detengano un’influenza così profonda, sia sulla stabilità economica, che sulle scelte etiche del nostro futuro.

Per cui la vera sfida non sta nel comprendere cosa sia BlackRock e cosa si celi dietro le manovre di Larry Fink, bensì cosa possiamo fare noi, come cittadini e investitori, per avere una maggiore trasparenza e soprattutto coerenza, usando quindi quel po’ che ci resta come potere per orientare il sistema verso una direzione che rifletta davvero i nostri valori, senza quindi dover ancora dipendere da scelte più o meno giuste, ma certamente di altri.

BlackRock: Il gigante invisibile che muove i fili dell’economia globale – Prima parte

Recentemente, su un noto social, mi sono imbattuto in una discussione molto accesa su una società, la “BlackRock”, descritta come un’entità oscura che controllerebbe l’economia mondiale. 

La cosa mi ha colpito e, per evitare di farmi un’idea basata su teorie e sensazionalismi, ho voluto approfondire la questione in modo obiettivo, per me e per i miei lettori. 

Quello che ho scoperto è una realtà complessa, forse meno cospirativa ma certamente più significativa per le nostre vite quotidiane. 

BlackRock è infatti il più grande gestore di patrimoni al mondo, con oltre 12 mila miliardi di dollari in attività amministrate. 

Questa cifra astronomica, superiore al PIL di quasi tutte le nazioni, non significa che l’azienda possieda tutto questo, ma che lo gestisce per conto di milioni di risparmiatori, fondi pensione e istituzioni. 

La sua influenza deriva proprio da questo ruolo di gigantesco intermediario finanziario, i cui investimenti toccano praticamente ogni settore dell’economia globale, dalle grandi banche alle tech company fino all’energia. 

La sua ascesa è stata guidata dalla creazione di un sistema, “Aladdin”, nato per analizzare e gestire il rischio in modo ossessivo, che è poi diventato uno strumento così cruciale da essere utilizzato anche da concorrenti e istituzioni per analizzare i propri portafogli. 

Il punto che più mi ha fatto riflettere, e che forse è il cuore della questione, è come ognuno di noi, spesso senza saperlo, contribuisca a questo sistema. 

I nostri risparmi per la pensione o le nostre polizze assicurative vengono infatti spesso investiti in fondi gestiti da BlackRock. Questo non avviene per un disegno maligno, ma perché la sua offerta di prodotti è semplicemente diventata l’infrastruttura di base della finanza moderna. 

Ecco che forse, comprendere meglio questo meccanismo, rappresenta il primo passo per essere cittadini e investitori più consapevoli, sì… in grado di distinguere tra le ombre dei sospetti e la sostanza di un sistema finanziario interconnesso.

Potere e omertà: La politica nelle mani della mafia.

Di poche ore è l’ennesimo processo con rito abbreviato relativo all’inchiesta su presunte infiltrazioni mafiose e casi di corruzione in un Comune alle falde dell’Etna.

In particolare, la Procura ha chiesto la condanna dell’ex sindaco per voto di scambio politico-mafioso e per alcuni presunti episodi di corruzione.

Come già avviene da tempo nelle pagine del mio blog, non intendo entrare nel merito delle inchieste giudiziarie, quelle competono ai Tribunali e ai siti web dedicati alla cronaca. 

Viceversa, come studioso dei comportamenti umani, e in particolare delle condotte che emergono quando fenomeni politici si intrecciano con soggettività mafiose, mi soffermo sugli effetti e sulle gravi conseguenze che tali dinamiche producono non solo nel territorio amministrato, ma anche nella società civile.

Non bisogna mai confondere la posizione di coloro che ricoprono incarichi istituzionali e, al tempo stesso, giustificano il proprio operato infedele attribuendolo a fattori esterni, come le organizzazioni mafiose. Questo atteggiamento permette a tali organizzazioni di stabilire e consolidare un rapporto capace di estendere i propri tentacoli verso la sfera politica e le istituzioni pubbliche.

In questo modo, l’associazione mafiosa acquisisce un carattere di autonomia e sovranità, elevandosi a una posizione di parità rispetto allo Stato. Ciò le consente di imporre le proprie regole, escludendo quelle statuali, e di affermare una logica di dominio che si concretizza nell’accumulazione di ricchezza. Tale ricchezza, a sua volta, le permette di agire come un soggetto sovrano, capace di legare a sé (alcuni) uomini politici o persino intere organizzazioni di potere, come i partiti.

Nel corso degli anni, l’associazione mafiosa ha strutturato un sistema a doppio binario che opera su due fronti paralleli. Da un lato, vi è la manovalanza, impegnata nei traffici illeciti; dall’altro, vi sono i cosiddetti “colletti bianchi”, che si occupano di politica, preferenze elettorali, appalti, raccomandazioni e gestione della manodopera. Si tratta di una struttura dotata di regole, procedure e sanzioni proprie, un vero e proprio ordinamento giuridico parallelo.

Affrontare un problema di tale portata si rivela estremamente complesso… 

Non mancano esempi di illustri studiosi, uomini politici e magistrati che, nonostante anni di impegno e tentativi, non sono riusciti a scardinare questa rete pervasiva. Le continue inchieste giudiziarie sui rapporti tra mafia e politica, regolarmente depositate dai sostituti Procuratori nazionali, rappresentano un drammatico promemoria della profondità e della resilienza di questo sistema. Tuttavia, tali inchieste sono anche un segno che la lotta non è ferma, e che la consapevolezza è il primo passo per costruire un futuro in cui legalità e giustizia possano prevalere.

Prepariamoci ad una nuova diffusione da "COVID 2.0"!!!

A differenza di quanto avviene nel nostro Paese e cioè dove le notizie – quelle che solitamente  preannunciano eventi o situazioni negative – vengono opportunamente “filtrate”, ecco che viceversa nel mondo iniziano a circolare articoli e rapporti ufficiali, in particolare da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità, che riportano non solo i dati sull’infezione dal virus “Covid-19” ma sulla sua attuale evoluzione e quindi diffusione.

Sembra infatti che un nuovo coronavirus stia circolando, certamente meno infettivo del precedente, ma capace ancora oggi di replicarsi e di alterare l’ambiente interno delle cellule.

Il motivo per cui se ne parla poco è dovuto al fatto che la maggior parte delle persone attualmente colpite dal virus, confondono questa infezione con l’influenza, i sintomi tra l’altro sono quasi eguali, febbre, spossatezza, difficolta espiratoria, tosse, starnuti, dolori al corpo, inappetenza…

Certo, il vaccino effettuato negli scorsi anni limita la sua diffusione e soprattutto i danni sul sistema immunitario che risultano essere finora limitati, ma diversi organi ed alcune cellule immunitarie, durante questa fase d’infezione, possono egualmente subire danni collaterali.

Ci si accorge dei questi nuovi sintomi d’infezione da Covid19 dopo un periodo di incubazione di circa 3/5 giorni, con sintomi che vanno come riportavo sopra da febbre, tosse, affaticamento ed altri sintomi che includono espettorazione, mal di testa, emottisi, diarrea, dispnea e linfopenia, ma vi è anche un segnale importante che permette di comprendere di essere stati nuovamente infettati, quest’ultimo colpisce il senso dell’olfatto e del gusto, in particolare quest’ultimo provoca la perdita dei sapori del cibo, solitamente infatti in questi soggetti si avverte la sensazione di mangiare come della “paglia”.

Difatti, molti cittadini in questi giorni, non avendo compreso di essere stati infettati dal virus – non pensano minimamente di farsi un tampone – e così facendo, si curano in maniera errata, in particolare con l’uso di antifebbrili i quali permettono l’abbassamento delle difese immunitari, facendo aumentare così la diffusione del virus stesso…

Altri, non si recono in una struttura sanitaria per il pericolo di dover far emergere (ufficialmente) la propria infezione, così da doversi sottoporre (insieme ai propri familiari) ad una sorveglianza sanitaria, quantomeno per una settimana o a seconda dell’infezione, costretti a restar segretati a casa a volte per un mese…  

Tra l’altro sembra dai dati in corso che queste emergenti varianti, stiano determinando un aumento della trasmissione e quindi della morbilità, ma hanno la capacità di eludere alcuni test diagnostici attualmente disponibili, ritardando di conseguenza non solo un’eventuale corretta diagnosi, ma il suo stesso trattamento, provocando così una reinfezione di quanti sono stati  precedentemente infetti e quindi guariti…

D’altronde, l’allentamento delle regole di blocco e la frequente organizzazione di raduni di massa, l’aver eliminato tutte quelle protezioni a suo tempo adottate quali mascherine, prodotti igienizzanti, limitazione nei locali pubblici, controllo nelle stazioni di arrivo (aeroporti, stazioni, porti, fermate bus, etc…)  stanno consentendo in questi mesi al virus di stabilire e diffondere al meglio la sua infezione, elevando il virus nell’ospite e provocando così una trasmissione più rapida…

Non è mia intenzione lanciare allarmi, in particolare in questo periodo in cui si è giunti alle porte dell’estate e quindi dove la maggior parte dei miei connazionali pensa esclusivamente alla villeggiatura, ma mi rivolgo a quanti sono preposti ai controlli sanitari, quest’ultimi infatti non devono minimamente abbassare la guardia, continuando ad effettuare le verifiche sul campo per comprendere se vi siano in corso aumenti di quell’infezione, affinché non ci si ritrovi a fine anno, a fare i conti nuovamente con nuovi e diversi effetti di questo coronavirus che sappiamo bene essere ancora presente, ma soprattutto che non è stato – a differenza di quanto vorrebbero farci credere – debellato!!!

Ma alla fine… chi comanda in Sicilia???

Vi siete mai chiesti chi sono le persone che contano in Sicilia?
Già… chi sono mai questi potenti???
Non parlo di quelli che vengono, di volta in volta, pubblicizzati in alcune riviste di gossip… quelli sono soltanto di facciata e incidono, come nella briscola, quanto il due di coppe… quando la giocata è a oro!!!
A me interessa evidenziare quei pochi che possono realmente influenzare in maniera negativa o positiva questa nostra terra…
Che hanno avuto capacità di orientare il destino di tutti i siciliani, stravolgere le loro sorti, senza che nessuno di essi, si sia reso conto di quanto era stato deciso per loro…
Decidono tutto… se devi lavorare o sperare di ottenere un posto di lavoro,  se devi essere felice o scontento, se puoi restare su questa terra o andartene via, se puoi vivere in maniera agiata oppure devi morire di fame!!!
Ed allora… quanti sono questi soggetti che possono far ciò???
Innanzitutto dobbiamo distinguerli e posizionarli nei due gruppi di poteri.
Si… è necessario posizionare questi uomini: da una parte ci sono quanti operano per lo Stato e il suo apparato “legale”, dall’altro ci sono i mafiosi che si prestano a tutte quelle collusioni “illegali”!!!
Parliamo di due poteri forti, entrambi costituiti per condizionare con le loro decisioni, la vita di un uomo!!!

C’è da aggiungere inoltre, che entrambi influenzano le coscienze dei cittadini, i quali hanno compreso da se, che si dovranno piegare a quei poteri, senza meditare di potersi eventualmente ribellare!!!

Quindi se dobbiamo cercare questi soggetti potenti, dobbiamo farlo esaminando i suoi uomini…
Chi ha oggi il potere di comandare in Sicilia???
Chi opera in maniera legale attraverso l’autorità e chi di contro, in maniera coercitiva, impone le proprie decisioni e nel contempo gode di quella popolarità sociale…???
Ovviamente entrambi dimostrano di saper dirottare i consensi… sia attraverso la politica, la giustizia e soprattutto dando concrete risposte ai problemi richiesti, grazie alla grande disponibilità finanziaria ed economica che detengono…
Ecco quindi il perché, da sempre, esiste questo scontro/incontro tra le parti… 
In quanto entrambi puntano ad avere un ruolo fondamentale in questa regione, quello di convincere noi cittadini, su chi comanda realmente…
Ecco quindi che ci indirizzano su chi votare, su quale partito canalizzare le nostre preferenze, ci limitano su quali personaggi frequentare e ci obbligano a leggere edclusivamente quei loro quotidiani, approvano e/o disapprovano quale libro leggere o a quale evento mondano partecipare oppure escluderlo dalla nostra agenda…

Condizionano le nostre menti per i loro giochi… usano tutti i modi per riuscirci… 

Ad esempio utilizzano i propri strumenti d’informazione per distruggere quel nostro giudizio e quello dei nostri figli!!!
Ed allora, ecco procedere con avvisi intimidatorio, rischi sulla sicurezza, terrorismo, ci fanno saper che la criminalità ha fatto passi da gigante, che c’è necessità di avere un controllo del territorio più incisivo… 
Dalla parte opposta, quella ben nota associazione criminale, farà di tutto per ribaltare le colpe di quei fallimenti allo Stato; farà quindi emergere, sempre più notizie, sui suoi uomini corrotti, sui politici venduti, evidenzierà un sistema deviato, che ha permesso le stragi, ci dirà .. che si è preferito far cadere un sistema politico (certamente clientelare), ma per crearne un’altro ancor più corruttivo… dove la giustizia ha avuto solo il merito di togliere posti di lavoro e di conseguenza, quel poco di benessere generale, creando così disoccupazione e disuguaglianza sociale!!!  
Ecco perché oggi… non vi sono persone libere, ma soggetti “devoti” che fondano la propria esistenza sulla riconoscenza… ricercando di volta in volta quell’amico, che possa risolvere quei loro problemi…
E chi sono quegli amici se non gli stessi uomini potenti di cui si parlava sopra… eccoli, sono tutti lì… a seconda delle esigenze; politici, banchieri, magistrati, dirigenti delle PA, e tutti coloro che hanno hanno carattere dirigenziale, senza dimenticare quanti operano in quelle strutture private, primari, professori, avvocati, a cui ovviamente non potevano mancare loro: i mafiosi!!!

D’altronde stiamo parlando di una società, quella siciliana, totalmente diversa da qualsiasi altra… Una comunità nella quale l’animo umano viene fortemente condizionato dai bisogni primari e dove i sogni e le speranze si scontrano con una realtà diversa, che non premia mai i meriti ed il talento, ma che erge intorno a quei soggetti capaci, insormontabili barriere tali da porre in critica quella stessa “intelligenza”, ora fortemente criticata da una generale stupidità, compiuta proprio da quei personaggi inutili… che propriamente si atteggiano, per meriti certamente non propri, potenti e vincenti…

Ecco il perché in una regione come la nostra, dove i poveri sono la maggioranza e dove si cerca quotidianamente di sopravvivere, è stato facile sottometterli a quel potere, in quanto ancora oggi molti di loro credono come degli illusi, di poter cambiare quella propria esistenza, facendo riferimento a quegli stessi uomini che hanno da sempre rovinato questa terra e che ancora oggi, grazie al fatto di poter godere di quell’alone di rispettabilità… sfruttano il proprio nome, per procedere con quella loro naturale opera di decadimento!!! 

La libertà è la misura della maturità di un uomo e di una nazione…

La prima definizione di “politica” risale ad Aristotele ed è legata al termine “polis”, che in greco significa la città; politica, secondo il filosofo ateniese, significava l’amministrazione della “polis” per il bene di tutti…

Per Max Weber la politica non è che aspirazione al potere mentre per David Easton essa è la allocazione di valori imperativi (cioè di decisioni) nell’ambito di una comunità.

Ora diciamo che al di là delle definizioni più o meno interessanti, la politica in senso generale, riguarda “tutti” i soggetti facenti parte di una società e non soltanto chi fa politica attiva e quindi esclusiva di chi opera nelle strutture deputate a determinarla.

Per cui  “fa politica” anche chi, subendone ogni giorno gli effetti negativi ad opera di coloro che ne sono istituzionalmente investiti, riesce a scendere in piazza per protestare.

Quanti di Noi invece riteniamo che la politica non ci appartiene o che questa sia soltanto qualcosa di così lontano dalla nostra vita quotidiana, che soltanto quando veniamo chiamati al cosidetto ” voto ” ( quasi sempre richiestoci da qualche amico di turno, che poi appena eletto si dimentica di Noi…) ci ricordiamo di essa…

Ora il problema fondamentale è non come liberarci dalla politica ma da coloro che utilizzano questa, per farne i propri interessi personali…quindi credo che sia venuto il momento di prendere a calci in culo tutti coloro che sia in governo, che in opposizione, dimenticano dei reali bisogni cui il cittadino necessità!

Certamente ognuno di Noi pensa che tutto ciò è soltanto un’utopia…e poi cosa può fare un solo individuo in mezzo a questo mare ” sporco ” dove dal più semplice consigliere fino al più blasonato onorevole ( che di onorevole non possiedono neanche il nome…) ed attorno tutti coloro che per vantaggi ricevuti o in attesa di riceverli sono lì a spingersi con la speranza di coglierne qualche beneficio…Beh, io credo che ognuno di Noi può fare molto innanzittutto cominciando a strappare le proprie tessere di partito…poi continuando con quelle dei sindacati i quali vendono ad uno e all’altro i propri servizi a secondo i benefici personali cui possono attingere ( si ergono a difensori e paladini…ma in realta mediano per trovare scambi per posizioni e/o assunzioni di favore…), ed ancora tutti quei consigli espressi nei quotidiani nelle televisioni, nei libri, ed ancora nelle scuole e nelle chiese…per influenzare la collettività con  pareri che seguono invece proprie ideologie…politiche, religiose, ecc…infatti quando io sono più debole di te, ti chiedo la libertà perché ciò è in accordo con i tuoi princìpi. Quando sono io più forte di te, ti tolgo la libertà perché ciò è in accordo con i miei princìpi. Frank Herbert (1920-1986), scrittore americano.

Quindi, soltanto ed esclusivamente attraverso ” NOI “, passa l’unica strada per dare una svolta a questa situazione cancrenica cui ormai tutti ci siamo adeguati … e quindi credo sia venuto il momento di unirci, farci sentire, proporre nuove soluzioni, adottare anche cominciando attraverso Internet a proporci per realizzare un movimento libero, senza nessuna ideologia partitica, ma con l’unica obbiettivo di risollevare un Paese che ormai ha raggiunto una posizione da Terzo Mondo; il nostro infatti è un finto benessere… dove soltanto pochi stanno realmente bene e dove la stramaggioranza, indebitata, si trova a raggiungere a fine mese la possibilità di sopravvivere!!!

Non è tardi, almeno non per i nostri figli…se cominciamo a costituirci vedrete che fra qualche anno qualcosa cambierà…

La libertà non sta nello scegliere tra il bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta.

La libertà quindi non è una cosa che si possa dare…ma ognuno di noi la libertà se la deve guadagnare e prendendola ciascuno è libero per quanto lo voglia essere. E come diceva nel film Bravehearth l’attore Mel Gibson…” Ricordatevi che potranno toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà!”

Ah, libertà, libertà! Persino un vago accenno, persino una debole speranza che essa sia possibile dà le ali all’anima…