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Renato Caponnetto: una stele in suo ricordo.

“Lo presero dalle braccia costringendolo a sedersi su di un poggiolo di pietra lavica posto all’interno della casa e lo tenevano fermo”.

Con queste parole inizia il racconto efferato compiuto nei suoi confronti da parte di tre sicari… 

Vengono i brividi a raccontarlo, ancora di più a ricordare la storia, cruenta e anche per questo inaccettabile, dell’imprenditore paternese, ucciso senza alcuna pietà…

Mi permetto di condividere il link dove trovate l’articolo completo https://livesicilia.it/stele-ricordo-renato-ucciso-mafia/ 

Ed ora è stata posata una  stele in su nome, già… un gesto per non dimenticare e che ricorda a tutti che la lotta alla criminalità organizzata non deve essere sospesa, ma anzi rinvigorita in maniera energica…

Ricorda bene il presidente di Libera Impresa, Rosario Cunsolo: L’esempio di un uomo, di un imprenditore coraggioso che con il suo coraggio e la sua determinazione pensava che ribellandosi sarebbe riuscito ad uscire dai soprusi mafiosi!!!

Già… per liberare definitivamente questa nostra terra dalla mafia, ci vorrebbero mille e mille di questi Renato Caponnetto, ma sono parole inutili, perché ahimè… quelli veramente coraggiosi in questa mia isola, non si contano neppure nelle dita della mano!!!   

PARTE SECONDA: La crescita esponenziale di molte imprese siciliane è dovuta principalmente al reinvestimento di denaro della criminalità organizzata!!!

Quindi, continuando con quanto riportato ieri, è evidente come il passaggio di trasformazione di quelle imprese mafiose, nasce principalmente dalla necessità di rendere sempre più occulti gli investimenti dei capitali. 

Già… perché affinché non si determinino da parte della magistratura quei provvedimenti di sequestro e/o confisca, giudiziaria bisogna fare in modo che i capitali riciclati subiscano una mimetizzazione, affinché alle forze di polizia, siano impedite dal risalire alle origini illecite di quel denaro di provenienza illegale… 
Ora si comprendono i motivi che spingono quei membri di cosa nostra a celarsi dietro a prestanome, gli stessi che operano affinché si attui quell’efficace controllo del territorio…
Ecco quindi l’imprenditore “d’origine controllata e garantita”, una testa di legno che non avendo subito alcun procedimento civile o penale, rappresenta il perfetto burattino da manovrare, d’altronde parliamo di persone incompetenti, soggetti che non sapendo fare altro si accontentano di un misero stipendio: già, come ho scritto alcuni mesi fa, se solo comprendessero quanto sia fondamentale quel proprio ruolo, potrebbero chiedere un compenso più alto, quantomeno da dirigenti, d’altronde nel “giorno del giudizio” se conservate bene, quelle somme, potranno permettere ai propri familiari di vivere agiatamente…

Ma ritornando ai veri “pupari”, sì… a quegli imprenditori collusi con cosa nostra, beh… l’interesse utilitaristico fa in modo che tra le parti non vi siano mai conflitti: già… il denaro prima di tutto!!!

Un vero e proprio compromesso tra le parti, tra chi per crescere ha bisogno di quel denaro e chi viceversa per poterlo immettere in modo legale nel mercato (nazionale e/o internazionale), ha necessità di quell’impresa. 
D’altronde non va mai dimenticato come dietro ciascuna attività, vi siano i costi di mantenimento delle famiglie degli affiliati, molti dei quali attualmente rinchiusi presso i penitenziari, motivo per cui qualcuno deve sempre provvedere…
  

Certo, lo Stato ogni tanto riesce a limitare quel potere commerciale e finanziario, ma per un’impresa che viene interdetta, altre cento ne nascono immediatamente e quindi il giro economico di quel sistema illegale rimane di fatto inalterato e “cosanostra” rimane, se pur colpita, sempre in piedi, continuando a controllare gran parte del settore dell’economia e della vita civile e se ogni tanto, qualcosa inizia a metterla in discussione, vi è sempre un modo, anche con l’uso della forza, di far rientrare quell’eventuale pericolo!!!

  

La crescita esponenziale di molte imprese siciliane è dovuta principalmente al reinvestimento di denaro sporco della criminalità organizzata!!!

Non bisogna essere Procuratori nazionali, Pm, Prefetti, oppure uomini e/o donne delle Forze dell’Ordine per comprendere come dietro molte società siciliane o quantomeno a capo di quelle imprese, vi siano semplici prestanome e/o familiari di soggetti legati a quella nota criminalità organizzata…

D’altronde parliamo sempre delle stesse circostanze che da oltre mezzo secolo si ripetono in maniera costante, sì… condizioni che continuano sempre eguali anche se ogni tanto accade qualcosa che fa pendere la bilancia verso lo Stato, già in quella lotta mai realmente vinta, ma che permette quantomeno (ogni dieci anni), di avere notizie su qualche arresto eclatante…   

Quanto accumulato nel corso degli anni da quell’associazione criminale, ha certamente contribuito a determinare nell’isola un meccanismo perverso, basato su connivenze, inquinamento politico, ricatto, ma soprattutto l’impossibilità di determinare capacità di sviluppo, sia economico che sociale…

Un cancro che prospera grazie anche alla complicità di parecchi farabutti posti all’interno di pubblici uffici, alcuni dei quali si prestano a favorire quel sistema corruttivo e clientelare, affinché si portino avanti le esclusive ragioni di quei loro corruttori che attraverso mazzette, regalie, favori personali, assunzioni familiari, intervengono nel degrado morale di quei corrotti dirigenti e/o funzionari, ben disposti a farsi comprare… 
Una classe dirigente messa lì a disposizione di quei mafiosi che non s’interessa minimamente a far prosperare l’economia di questa regione, ma viceversa ne alimentano l’infezione, non avendo essi mai denunciato le ingerenze di quei loro superiori o le provocazioni subite all’interno di quei loro uffici!!!

Ed ecco che allora la mafia ha avuto strada libera, già… il denaro a nero accumulato attraverso quelle loro svariate attività illegali, sono divenute ora risorse finanziarie per molte società, mi riferisco a quei collusi imprenditori che hanno deciso di farsi appoggiare economicamente da taluni referenti di quell’associazione criminale, a differenza viceversa di altri imprenditori, persone oneste e perbene, che pur di non dover sottostare ad alcun tipo di rapporto con quei soggetti, hanno preferito cedere quelle loro imprese, svendendole pur di non sottomettersi a quel sistema coercitivo!!!

Quindi, una montagna di denaro “sporco” è diventato improvvisamente una risorsa “ripulita” per nuove attività legali, un vero e proprio riciclaggio che entra a far parte del capitale societario e che viene reinvestito nei circuiti legali dell’economia reale…

Ecco come quelle fonti di reddito provenienti dall’esercito di un operato delinquenziale, permette di compiere a quelle società “affiliate! un salto di qualità dal punto di vista economico, ma soprattutto, grazie a quell’enorme afflusso di denaro si viene a determinare nei confronti del mercato libero, una concorrenza sleale, potendo queste società, praticare prezzi e servizi ad un costo inferiore rispetto alle loro diretti concorrenti legali… 

Non vi è bisogno di essere degli strateghi di mercato per comprendere come un assetto imprenditoriale di quel tipo, conduca in un primo momento ad una partecipazione (mafiosa) prettamente economica, senza grandi ingerenze sulle decisioni societarie prese, ma successivamente, l’ingerenza mafiosa diventa sempre più attiva, per divenire con il passar del tempo, sempre più diretta proprietà del boss!!!

La trasformazione è stata compiuta, l’impresa originariamente legale e diventata di fatto un’impresa di proprietà dei mafiosi ed ora grazie ad essa, si provvede a rendere occulti gli investimenti realizzati in corso di realizzazione… 

Già… basterebbe semplicemente analizzare i bilanci, vedere come nel corso degli anni i fatturati di quelle società siano cresciuti a dismisura, schizzati verso l’alto in maniera certamente inconsueta…

Si tratta semplicemente di saper leggere i numeri, ma forse il reale problema è quello che nessuno vuole verificare quanto sta accadendo o chissà debbo pensare che qualcuno in quella crescita ci abbia visto un’opportunità personale e quindi perché perder tempo ad indagare, sì… perché compiere il proprio dovere quando forse da quella illegale condizione ci si può guadagnare qualcosa???      

Fine prima parte…

"Bonus facciate", lavori inesistenti e fatture gonfiate per oltre 5 milioni di euro…

L’ennesima truffa grazie ai bonus statali…

Era stato messo in piedi un sistema per attestare lavori edili mai eseguiti o realizzati con prezzi lievitati… 

L’obiettivo era semplice… ottenere i crediti fiscali legati al bonus facciate in maniera illegale!!!

Grazie alla Procura nazionale e alla Guardia di finanza del Comando Provinciale di Sassari, alcuni soggetti tra imprenditori, professionisti e anche (guarda un po’… ne ho parlato proprio ieri…) un “amministratore di condominio“, sono stati denunciati…

Sì… l’accusa prevede l’associazione a delinquere finalizzata a commettere truffe a danno dello Stato, quei soggetti in concorso con altre persone, tra privati e amministratori di condominio, gli stessi che rappresentavano di fatto i “Committenti” dei lavori di recupero delle facciate di quegli edifici da loro amministrati… 

Beh… alla fine l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo per oltre 5,5 milioni di euro, che sono considerati il profitto realizzato con la presunta truffa…

Certo, non vorrei essere al posto di quei condomini ora interessati a evitare eventuali sanzioni tributarie, ma non solo, anche penali, in particolare se verrà evidenziata la concreta valutazione che alcuni di essi insieme all’amministratore del condominio o l’impresa esecutrice dei lavori, abbiano di fatto partecipato attivamente alla consumazione dell’illecito o ne siano stati anche solo consapevoli…

Come si dice: fatta la legge, trovato l’inganno!!!

Infrastrutture in Sicilia: in Africa si viaggia cento volte meglio!!!

Ho visto stamani un video su Youtube, intitolato “da Palermo a Catania in 3 ore e 40 minuti” link: https://www.youtube.com/watch?v=T_N3jZJsEzg

una situazione quella evidenziata nel video che ormai persevera da non so più quanti anni – ah… quando ripenso a quell’ex governatore che prometteva una “Sicilia bellissima” – eppure, tra mille progetti e interventi in corso, la situazione non è per nulla mutata!!!

Mi ero ripromesso alcuni giorni fa di scrivere un post sull’autostrada A18, Catania – Messina, in particolare su quel tratto di strada sommerso nella notte tra il 4 e il 5 ottobre del 2015, da circa 50mila metri cubi di terra, roccia e arbusti crollati da un collina, i cui lavori da quanto ho potuto costatare sembrano essere sospesi (d’altronde se nei giorni in cui ho attraversato quel tratto autostradale non ho visto nessun operatore o mezzo d’opera in movimento, non posso certo dire che ci stava lavorando qualcuno…), ma non solo, in tutto il percorso sono presenti deviazioni su una corsia, nella quale si è obbligati a viaggiare a senso alternato; comprenderete i pericoli, in particolare quando si percorre quel tratto all’interno delle gallerie, ma vorrei altresì aggiungere come prima di giungere all’ingresso del tunnel ed anche appena uscito dallo stesso, osservando la carreggiata adiacente a quella che stavo percorrendo, non ho visto nessuna impresa all’opera… 

Mi chiedo, ma soltanto il sottoscritto si accorge di quanto accade in questa terra, può essere mai che la maggior parte dei mie conterranei si mostrino ciechi oppure come sempre accade in questa nostra terra, si preferisce farsi i propri cazz… perché di ciò che riguarda la collettività non interessa a nessuno??? Non parliamo poi dell’autostrada A19 Palermo – Catania, attraversarla è un’avventura, in particolare il tratto che va da Caltanissetta ad Enna…

E cosa aggiungere in questo periodo estivo, non vorrei essere al posto di quei turisti che desiderano villeggiare in uno di quei meravigliosi luoghi di mare che da Marzamemi ci conducono ad attraversare tutto il sud della Sicilia, per vedere posti come Pozzallo, Marina di Ragusa, Gela, Licata, Agrigento con il suo patrimonio artistico e poi ancora, Sciacca, Mazara del Vallo, Marsala, Trapani, Scopello e Castellamare del Golfo…  

Ma chi di voi ha percorso quelle strade sa cosa significa, già… perdersi per ore ed ore dietro a file interminabili di auto, strade dissestate, cittadine bloccate a causa dei lavori in corso, cui si sommano tutti quei lavori di manutenzione stradale (stranamente quest’ultimi compiuti sempre durante l’estate…) ed ancora, incidenti stradali, deviazioni a causa di problemi alle infrastrutture e via discorrendo…                                                                                                      Chi ha percorso quelle strade sa di cosa parlo, un vero calvario e non vi altra soluzione per poter giungere in quelle note località, altrimenti bisogna rinunciarvi!!!

Sì… ci raccontano dal governo nazionale le frottole di quel “Ponte sullo stretto”, ma se in Sicilia non vi sono quelle minime infrastrutture necessarie, se quelle in essere sono totalmente dissestate o fatiscenti, se i nuovi tratti ferroviari previsti per l’alta velocità sono ancora in una fase preliminare e ci vorranno almeno dieci anni prima di vedere un treno che viaggerà su quei binari a più di 200 km/ora, ma di cosa stiamo parlando…                                                              

Siamo alle solite, i nostri governanti sparano cazz…, sì tanto per aprire bocca e fare in modo che essi si possano propagandare sui Tg nazionali o sul web, in particolare nei social, affinché i cittadini – gli stessi che mai protestano – possano postare un like oppure esprimere (in maniera celata attraverso qualche fantasioso nickname ) il proprio pensiero divergente, il più delle volte offensivo e mai costruttivo!!!
Ma si sa, noi “Siciliani” siamo così… restiamo legati a quell’unica speranza e cioè che prima o poi, grazie a qualcuno, potremmo vedere la nostra regione diventare finalmente… non “bellissima” (per questo ci ha già pensato Dio…), ma quantomeno funzionale!!!                                                                                                                  
Ed è con questa ultima “speranza” che continuiamo a vivere, dimenticando come ad un certo punto della vita non è la speranza l’ultima a morire, ma il morire è l’ultima speranza!!! 

Distrutte le scritture contabili per impedire la ricostruzione dei beni e così sottrarli ai creditori in vista del fallimento!!!

Mi è stato chiesto di riproporre una vicenda giudiziaria che ha visto una società occultare le proprie scritture contabili, per impedire la ricostruzione dei beni e così sottrarli ai creditori in vista del fallimento!!!

E’ dire che la vicenda è eguale ad una analoga dal sottoscritto denunciata proprio lo scorso anno, un sistema talmente banale che è incredibile come ancora oggi si perdano anni in inchieste giudiziarie, processi, giudizi, rinvii, etc… sapendo bene quali sono i motivi di quelle ingannevoli sottrazioni … 

A volte ho come l’impressione che all’interno di quei tribunali non vi siano dei magistrati, ma fruttivendoli, gelatai, macellai, perché sono così evidenti le richieste dei pubblici ministeri ( individui non certo di parte, in quanto operano esclusivamente per nome e conto dello Stato di diritto e quindi se sono lì è solo e soltanto per far emergere tutto il malaffare compiuto abitualmente, esercitando di fatto quel potere loro concesso, in nome di quell’unica verità e soprattutto per una giustizia equa…), eppure nei vari procedimenti, si assiste ahimè… ad un altalenante ribaltone nei vari gradi di giudizio!!!

Ora qualcuno ha finalmente compreso che si trattava di “bancarotta fraudolenta in concorso”, ed allora ecco venir indagati non solo i titolari (reali), ma anche tutti gli amministratori unici della società che nel corso degli anni si erano succeduti, fino al condurla quell’impresa in fallimento; ciascuno di essi ora è stato indagato per aver concorso insieme ad altri soci, nella distruzione dei libri e delle scritture contabili, in modo da aver creato un danno ai creditori che non hanno più potuto così aggredire i beni di quella società…

Una giustizia che dimostra con queste continue vicende le proprie falle nel sistema, in particolare a non essere difesi sono proprio le persone oneste, in particolare i creditori, ordinari che privilegiati, come ad esempio i lavoratori, che si ritrovano ad attendere anni ed anni provvedimenti che dovrebbero essere “automatici” e che invece, grazie a sistemi truffaldini, a procedure legali attuate dai soliti azzeccagarbugli, ma anche per sterili interventi compiuti da quei nominati curatori fallimentari, mi riferisco in particolare a taluni che operano nella provincia di Catania, non si giunge mai ad una celere soluzione o quantomeno ad una sua definizione!!!

Consiglio a quest’ultimi un link che tratta in generale, quali sono gli strumenti processuali a disposizione del curatore fallimentare per realizzare attivo funzionale al soddisfacimento dei creditori concorsuali:  https://ilsocietario.it/multimedia/le-azioni-di-responsabilit-del-curatore-nel-fallimento

Finalmente a Catania è in corso una "rinnovata" lotta a frodi e criminalità organizzata!!!

Nel corso del 2022/2023 sono stati eseguiti nella sola provincia di Catania, centinaia di controlli e interventi ispettivi a imprese ed attività commerciali.

Questi controlli anche se poco propagandati dai media (alcune di quelle inchieste giudiziarie sono ancora in corso…) sono state estremamente fondamentali per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia e nel tessuto finanziario/sociale di questa città, ma anche della sua provincia, in particolare dopo quanto occorso negli scorsi anni a causa della  pandemia… 

Difatti, sono tante le attività che a seguito del “Covid-19” hanno dovuto chiudere i propri battenti, sia per le sopraggiunte difficoltà economiche, ma non solo, anche per aver ceduto alle lusinghe di celati “finanziatori”, che si sono così impadroniti di quelle attività interessanti, tanto da averle incrementate finanziariamente, per quindi rilanciarle (attraverso il riciclaggio dei proventi illeciti) nell’economia legale!!!

Come riportavo sopra, sono in pochi a conoscere quali interventi mirati sono stati compiuti nel corso di questi mesi dagli organi di polizia, difatti molte di quelle condotte fraudolente sono state analizzate attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale che ha incrociato i dati bancari con i relativi accertamenti mirati sul campo e compiuti dai militari competenti in materia economica e finanziaria, dai cui controlli sono emersi collegamenti tra soggetti incensurati (posti lì a “prestanome”…) ed i loro diretti superiori (di fatto, veri proprietari dell’intera “baracca”, molti dei quali già considerati ad elevata pericolosità fiscale).

Tra questi individui possiamo ritrovare quanti hanno già operato condotte fraudolente non solo a carattere nazionale, ma anche oltre i confini, difatti attraverso quelle strategie è stato possibile estendere quella loro opera di diffusione dei fenomeni di riciclaggio, attraverso la quale è stato possibile far inserire nel mercato dell’economia legale quelle loro società “illegali”, determinando di fatto un’illecita concorrenza nel settore degli appalti pubblici, nelle forniture e nei servizi!!! 

Difatti, dai controlli effettuati e da quelli in corso,  sono emersi frodi al fisco milionari, ma soprattutto i nomi di nuovi evasori (molti dei quali sono stati in questi mesi denunciati…) e anche di imprese di capitali o individuali, soggetti giuridici del tutto sconosciuti all’amministrazione finanziaria, in quanto molti di essi operavano grazie all’ausilio di professionisti esterni, quest’ultimi capaci di fuorviare il sistema nazionale tributario, mettendo in atto procedure illecite per frodare le imposte dirette e l’Iva, ma non solo, questi “abili” professionisti si sono occupati di realizzare anche investimenti all’estero tramite il Web o attraverso il cosiddetto “commercio elettronico”.

Difatti, sono ormai rilevanti i casi già scoperti d’evasione fiscale internazionale principalmente riconducibili ad organizzazioni “occultate” nazionali che operavano attraverso la manipolazione dei prezzi di trasferimenti, la fittizia localizzazione in altre regioni o il trasferimento all’estero della residenza fiscale sia di persone fisiche che di quelle giuridiche, determinando così l’illecita detenzione di capitali oltre confine.

Le ultime inchieste giudiziarie (non ancora portate alla luce, ma vi assicuro che stanno per giungere all’arrivo…), evidenzieranno nomi “al di sopra di ogni sospetto“, nello specifico individui che fanno riferimento alla materia degli “appalti e delitti contro la Pubblica Amministrazione”, ambiti che come ben sappiamo rivestono grande importanza economica e finanziaria: prevedo difatti a breve l’incriminazione di alcuni dirigenti e funzionari di PA, ma non solo, con essi verranno indiziati anche alcuni responsabili in materia di contrattualistica pubblica, anticorruzione e trasparenza!!! 

Concludo confermando quanto avevo anticipato lo scorso anno – a proposito dei fondi del PNRR destinati alla Sicilia – e cioè che ad usufruire di quel denaro pubblico, non saranno (per come in molti credono) le nostre imprese siciliane, ma bensì quelle del nord!!! 

Già… saranno quest’ultime a rivestire il ruolo di “General Contractor” e ad esse (e soltanto ad esse…) verranno assegnati la maggior parte di quegli appalti milionari e miliardari, destinati da tempo alla nostra regione!!!

Quanto sopra verrà conseguito mettendo in atto procedure di gara pilotate, aggiungerei “blindate“, attraverso mirati “Protocolli di legalità” che escluderanno di fatto quelle nostre imprese in “odore di mafia”, giustificando le  procedure poste in atto, con la necessità di garantire quel necessario contrasto alla criminalità organizzata in un settore, quello degli appalti pubblici, che ha dimostrato finora essere stato poco trasparente, con regole e metodologie fortemente condizionate da ambigui processi decisionali.

Cosa aggiungere… a quelle esigue imprese del nostro territorio rimaste ancora “legali” non resterà che raccogliere le briciole di quel piatto, concesse a loro dalle imprese del Nord, le stesse che procederanno comunque a tener “buoni” i siciliani, offrendo quelle abituali assunzioni nei loro staff (classico scambio politico/clientelare…) e concedendo qualche contratto di fornitura e/o di subappalto!!!

E così… vissero tutti, felici e contenti!!!

Amministratori di società come "teste di c… legno", già… per pochi spiccioli!!!

Avessero almeno l’intelligenza di fare quel ruolo così delicato per una cifra considerevole o quantomeno interessante!!!

D’altronde vorrei ricordare a quei soggetti che le pene previste penalmente per aver svolto impropriamente quel ruolo, sono eguali sia che si abbia percepito 10.000 euro al mese oppure 1.500 e quindi – se proprio si è deciso di esercitare quel compito – perché farlo quasi gratis???

Peraltro ricordo quanto pronunciato dalla giurisprudenza: “Niente sconti per le teste di legno“: è quanto è emerso dalla sentenza n. 12841 del 5 aprile scorso, con cui la quinta sezione penale della Cassazione ha ritenuto responsabile anche l’amministratore «di diritto» per i fatti di bancarotta posti in essere dall’amministratore «di fatto»!!!

Difatti… bisogna essere delle vere e proprie “teste di c…” a voler apparire come rappresentanti di una società, risultando quindi amministratore di un’entità che in realtà è diretta e gestita da un altro o da altri soggetti…

Per cui. volete farlo, vi hanno promesso del denaro, un’auto ( ah… che ridere, quasi sempre una panda o una punto…) e chissà forse per quel ruolo vi verrà concesso vitto e l’alloggio, ma allora – se proprio non sapete dove sbattervi la testa – approfittatene, sì… quantomeno fatelo con furbizia, chiedete per quel ruolo così importante una maggiore libertà d’azione, trasparenza, ma soprattutto un adeguato compenso, non la miseria che viene solitamente concessa a pseudo amministratori “teste di legno”…

D’altronde vorrei ricordare a quest’ultimi come quel loro ruolo sia fondamentale – d’altronde non è semplice affidare ad una persona estranea o come si dice in gergo “al primo venuto” quella funzione – perché in gioco non vi è solo il nome della società , ma bensì i suoi beni immobiliari, mobiliari, strumentali, gli appalti in corso, il denaro presente nei c/c, etc… e quindi quel soggetto deve essere uno di cui fidarsi ciecamente, un familiare, un parente, ancor più… un intimo amico, non certo il primo estraneo che capita per strada, perché si sa, nei momenti di pressione… egli dovrà farsi carico di tutto e soprattutto dovrà ricordarsi di non parlare!!!

Ed allora, sapendo d’aver il coltello dalla parte del manico perché non chiedere il giusto per quella mansione, perché accontentarsi sapendo di attirare su di se tutti i rischi di quel ruolo, infangando – nel caso in cui si venisse scoperti – non solo il proprio nome, ma anche quello dei propri figli.

Pensateci quindi, è giunto il momento di manifestare le vostre intenzioni, chiedendo a – colui che realmente comanda – di piu, sapendo d’altro canto come quest’ultimo sia ad egli legato per le palle, si potrà così imporre la propria figura quale scambio per la  continuità della società che si sta amministrano. 

Viceversa ditemi cosa potrebbe accadere, non certo che quel ruolo venga ripreso dall'”Amministratore di fatto“…

Egli, per aver posto voi a quel ruolo, ha già evidenziato che non può farlo, d’altronde la normativa parla chiaro e prevede che un soggetto per poter adempiere a quel ruolo deve poter rispettare alcuni fondamentali requisiti, tra cui avere la capacità giuridica e quella di agire, ma soprattutto, non deve essere stato interdetto o risultare inabilitato, fallito e ancora, non deve essere stato condannato ad una pena che importa l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici e/o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi!!!

Quindi come vedete, alla fine gli restate solo e soltanto voi o qualcuno come voi, ma non è semplice, lo sanno bene loro quanto non sia agevole destituirvi da quel ruolo, già… come si dice: il rischio non vale la candela!!!

 Ed allora, per una volta, dimostrate che non siete dei semplici “quaquaraquà“, provate a far valere le vostre posizioni, sì… se proprio dovete rischiare vi do un consiglio, fatevi intestare una quota di quella società, fatevi compensare per quel ruolo in maniera corretta, non accontentatevi, ed ancora, provate a far valere il vostro nome “valido” ai fini legali, perché  tra qualche anno potrebbe accadere che neppure quello vi resterà “limpido“…

Quindi fate in fretta, agite presto e se le vostre richieste non venissero prese in considerazione, lasciate celermente quella “patata bollente” a chi di dovere, quantomeno voi potrete ancora continuare a restare liberi e a testa alta… 

E chissà se forse un giorno, incontrandomi per strada, mi ringrazierete per aver dato ascolto a queste mie parole!!! 

Le mafie inquinano gli appalti già al momento della stesura del bando!!!

Mafia e appalti, un connubio da tempo accertato!!!

Le imprese legate a quei clan tentano l’inquinamento delle procedure di gare pubbliche già dalla fase di stesura del bando, mediante varie forme di connivenza con collusi funzionari pubblici… 

A lanciare l’allarme è una relazione della Dia intitolata: “Le tecniche di penetrazione possono concretizzarsi già nella fase di programmazione e progettazione delle opere pubbliche” tramite l’azione corruttiva di funzionari e tecnici incaricati”.

L’analisi è stata realizzata sulla base di evidenze investigative giudiziarie e di prevenzione, un lavoro che ha documentato la tendenza generale all’inabissamento dell’azione delle consorterie più strutturate che hanno ormai raggiunto, tramite quei cartelli consolidati, un basso profilo di esposizione…

Tale tendenza risulta sempre più diffusa in considerazione del vantaggio derivante dalla insidiosa mimetizzazione nel tessuto sociale e dalla conseguente possibilità di continuare a concludere i propri affari illeciti in condizioni di relativa tranquillità…

Peraltro, la criminalità organizzata preferisce agire con modalità silenziose e per farlo implementa quella pervasiva infiltrazione nel tessuto economico-produttivo avvalendosi di imprenditori complici, professionisti ed esponenti delle istituzioni che vengono facilmente “comprati” con qualche mazzetta…

Un’indubbia capacità attrattiva è rappresentata dai progetti di rilancio dello sviluppo imprenditoriale nella fase post-pandemica e dall’insieme di misure finalizzate a stimolare la ripresa economica nel Paese anche grazie ai finanziamenti europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

Sulla base di queste considerazioni si evidenzia la consueta attenzione allo sviluppo e alle trasformazioni di quelle note organizzazioni mafiose, senza tralasciare gli ulteriori elementi informativi contenuti nei provvedimenti di scioglimento di molti Enti Locali…

Per una efficace lotta contro tali insidie, la Dia ha sottolineato la necessità di utilizzare un linguaggio comune, metodologie e normative condivise per massimizzare l’efficacia delle azioni di contrasto con particolare attenzione all’aggressione dei beni illecitamente accumulati anche al di fuori dei confini nazionali, con il ricorso a strumenti come sequestri penali e di prevenzione!!!

Non solo azioni, ma anche la cultura dell’antimafia deve essere tramandata!

Oltre alle azioni concrete, è essenziale trasmettere la cultura dell’antimafia. Questo il cuore del messaggio dell’evento “Il ruolo e l’impegno della Guardia di Finanza nel contrasto alla Mafia”, svoltosi al Savoia Hotel Regency di Bologna. 

L’incontro ha visto la partecipazione dei massimi rappresentanti dell’Autorità giudiziaria e delle forze dell’ordine locali, ed è stato dedicato ai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e a una selezione di studenti liceali e universitari. Fra i presenti, anche un giornalista che da oltre trent’anni si occupa di criminalità organizzata.

Il Procuratore generale della Corte d’Appello di Bologna ha sottolineato l’importanza del lavoro della Guardia di Finanza: “Il ruolo della GdF è cruciale. 

Per anni, è stata l’unica forza in grado di condurre indagini patrimoniali di alto livello, fondamentali nel contrasto alle mafie. Oggi anche altre forze dell’ordine sono specializzate, ma la GdF ha una peculiarità: si occupa di reati finanziari e di infiltrazioni mafiose nell’economia.”

Ha anche approfondito il tema delle mafie in Emilia-Romagna, spiegando come le infiltrazioni risalgano a trent’anni fa e siano ormai radicate nel tessuto economico: “Le mafie oggi sono perfettamente inserite nelle imprese. All’inizio le imprese sono sane, ma spesso cedono di fronte alle difficoltà economiche e accolgono l’aiuto delle mafie, che si sono sempre più professionalizzate. Si avvalgono di professionisti come geometri, avvocati, architetti, ingegneri. La confisca dei patrimoni è il momento cruciale, quando la magistratura capisce di aver colto nel segno. Colpire il patrimonio mafioso è il modo più efficace per neutralizzare la criminalità.”

Anche una docente universitaria ha parlato dell’importanza di diffondere la cultura dell’antimafia: “È fondamentale che i giovani conoscano la storia, la struttura e le dinamiche della criminalità organizzata. Solo conoscendo il nemico possiamo combatterlo.” 

La docente ha anche analizzato la presenza delle mafie sul territorio emiliano-romagnolo, evidenziando la complicità di certa imprenditoria attratta dai facili guadagni: “Questa criminalità non è immune dalla violenza, come intimidazioni o incendi. E non dimentichiamo che i mafiosi non sono imprenditori, sono criminali, e continuano a esserlo anche quando entrano nelle grandi aziende. 

Questo intacca l’economia, la rende più fragile. In un contesto mafioso, gli imprenditori sani non investono e fuggono via. La ‘ndrangheta, ad esempio, ha trasformato la Calabria in una terra abbandonata. 

Non pensiamo che questo non ci riguardi, perché se non combattiamo la mafia, non ci sarà lavoro.

La mafia non è cambiata, ma è camaleontica, come il camaleonte che cambia pelle ma rimane sempre lo stesso. Conoscere le sue diverse manifestazioni ci permette di riconoscerla e combatterla.

Superbonus, l'appello in lacrime: "Siamo rovinati, lo Stato ci aiuti".

Avevo avvisato sui rischi del “Superbonus” ed ora ahimè, ne se vedono le conseguenze!!! 

Ho letto un articolo sul web della redazione “Il Fatto Quotidiano”, un appello in lacrime di Paola che riporta: “Siamo rovinati, abbiamo perso tutto. Stato, mettiti una mano sul cuore e aiutaci”!!!

Lo Stato li ha ingannati… 

Lavori fermi, case sventrate, fatture non saldate, debiti da pagare e crediti che non si incassano. 

Le testimonianze inviate alla redazioneweb@ilfattoquotidiano.it da chi tra famiglie, imprese e professionisti, è rimasto incastrato nel meccanismo della maxi detrazione fiscale per la riqualificazione energetica: “Siamo economicamente e psicologicamente distrutti e non so per quanto ancora saremo in grado di affrontare tutto”. I pensionati: “Affronteremo la vecchiaia senza soldi”.


“Quando telefoniamo ci dicono dal numero verde che la cessione del credito sarà accolta e i soldi arriveranno, ma noi non ci possiamo più fidare. La notte non riesco più a dormire, mi sto rovinando la salute”. Andrea è un pensionato che sul Superbonus ha investito i risparmi di una vita, quelli messi da parte per passare una vecchiaia serena. Non solo: ha anche convinto il figlio a puntare tutto sulla riqualificazione energetica del proprio appartamento. Da quattro mesi vive in un limbo stretto tra debiti e crediti: la sua pratica di cessione del credito alle Poste è in lavorazione da novembre, è tra gli ultimi che avevano fatto domanda prima della chiusura delle compravendite dei crediti fiscali da parte del gruppo del ministero dell’Economia. La prospettiva, lo sa, non è comunque rosea: “Anche nell’ipotesi ottimistica che le Poste mantengano i propri impegni, riusciremo appena a pagare i debiti contratti con le imprese, ma non quelli contratti con la finanziaria Findomestic, ci troveremmo ad affrontare la vecchiaia senza più un euro da parte e con risorse molto ridotte”, sintetizza.

La testimonianza di Andrea è solo una delle tantissime che ci sono arrivate e che ci arrivano quotidianamente all’indirizzo mail redazioneweb@ilfattoquotidiano.it dopo gli articoli de ilfattoquotidiano.it sulle storie degli “incastrati” dal Superbonus. Ci sono coppie giovani con bambini piccoli che come Andrea e la moglie pensavano di rientrare dai debiti con i crediti e oggi si trovano schiacciati dalle rate da pagare. Ci sono professionisti e imprese che non sono stati pagati, ma non hanno neanche i crediti fiscali perché hanno lavorato per conto di un General contractor. Altra categoria, le famiglie che hanno visto i ponteggi svuotarsi causa fallimento dell’impresa a sua volta strozzata dal mancato incasso del corrispettivo dei crediti fiscali incamerati in cambio dei lavori. E così ci sono pratiche aperte, lavori lasciati a metà e tanta paura che qualcuno venga a chiedere degli altri soldi. 

Infine quelli che si sono affidati a gruppi come Casazero poi finiti sotto inchiesta e che si ritrovano nel migliore dei casi con lavori incompiuti, cassetti fiscali svuotati e tanta paura di essere chiamati in causa per l’operato altrui.
Se volete raccontare anche voi la Vs. esperienza, vi consiglio di scrivete all’indirizzo redazioneweb@ilfattoquotidiano.it, indicando “Superbonus” nell’oggetto della mail.

Reddito di cittadinanza in cambio di un lavoro!!!

Finalmente dal reddito di cittadinanza sparisce l’offerta di lavoro “congrua”, ma non solo, il sussidio non viene più concesso ai giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni che non hanno finito le scuole. 

Gli emendamenti in commissione sulla Legge di Bilancio 2023 disegnano il quadro del nuovo aiuto. L’emendamento riformulato a firma di Maurizio Lupi (Noi Moderati) sopprime la parola “congrua” dal testo della norma, che attualmente prevede che i beneficiari del reddito decadano dal beneficio qualora non accettino la prima offerta di lavoro congrua. Si reputa “congrua” l’offerta che considera le esperienze e competenze maturate e anche la distanza del luogo di lavoro dal domicilio e tempi di trasferimento. Ovvero entro 80 chilometri e raggiungibile in 100 minuti con mezzi di trasporto pubblici.

Il reddito di cittadinanza non può essere utilizzato quale baratto di voti, non è giusto, non è corretto e non soprattutto non è dignitoso per l’individuo, anche perché nulla centra con il sostegno per i più indigenti, ai quali il reddito continuerà ad essere dato, ma bensì a tutti coloro che in questi anni si sono adagiati a non lavorare o a lavorare a nero, avendo garantito dallo Stato uno stipendio certo!!!

Eguale considerazione deve essere fatta per la congruità che è un concetto fondamentale per tutelare la dignità del lavoro e di tutti quegli imprenditori che non riescono a trovare forza lavoro proprio a causa del reddito… 

In un mio precedente post ho scritto come la maggior parte di coloro che risultano iscritti negli uffici di collocamento rifiutino di fatto le offerte di lavoro ed in questo, proprio quegli uffici, risultano del tutto inutili nel fare da collegamento tra chi cerca lavoro e chi viceversa lo offre…

Vi assicuro tra l’altro che non si tratta di ricevere una somma adeguata al proprio livello di competenza o neppure la certezza di un contratto a tempo indeterminato, perché in entrambi i casi, queste offerte vengono solitamente rifiutate!!! 

Ora finalmente che è stata approvata la modifica alla proposta di lavoro e cioè che potrà essere localizzata in qualunque zona del territorio nazionale, diventerà alquanto difficile rifiutarla, altrimenti chi non la accetta si vedrà annullare il sussidio, e vderete che tra un po’, quei percettori si assottiglieranno… 

E’ finito il tempo di non lavorare, mentre chi non riesce a trovare un lavoro avrà ancora sette mesi per procurarselo… 

Corretta viceversa l’incentivazione concessa alle imprese che assumono dal primo gennaio al 31 dicembre con contratto a tempo indeterminato i beneficiari di quel Reddito di cittadinanza, è stata aumentata da 6mila e 8mila euro la soglia massima per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali!!!

PNRR: l’infiltrazione economico-finanziaria di "cosa-nostra" è già iniziata!!!

Leggo ancora oggi qualcuno parlare di mafia come di un’organizzazione criminale che pretende con l’uso della violenza d’imporre alla società civile la propria forza…

Ascoltando quelle dichiarazioni di taluni esponenti istituzionali, comprendo quanto essi siano distanti dal comprendere quell’oscuro apparato che viceversa, dimostra di procedere in maniera celere e soprattutto rispettata, per essere di supporto a quanti non trovano risposta o ausilio, alle decisioni compiute dal governo nazionale…

Già… perché esso non rappresenta più quel modello sviluppatosi – in negativo – negli anni 90, attraverso una serie di azioni coercitive imposte allora dal capo dei capi corleonesi, il quale pretendeva – dalle diverse organizzazioni criminali – di manifestare ovunque la propria forza…

Oggi “cosa nostra” appare sempre meno legata a quel tipo di dimostrazione brutale, negli anni infatti essa ha rivolto le proprie attenzioni in nuove attività economico-finanziaria, investendo parte dei propri proventi (illeciti) in nuove società dall’aspetto cristallino, raggiungendo in pochi anni, una crescita ragguardevole e un patrimonio interessante. 

E’ tempo quindi per il governo e le forze dell’ordine di cogliere tempestivamente quei segnali che definiscono le linee guida della nuova mafia, affinché le istituzioni ed i suoi uomini più audaci, possano indirizzare verso un livello adeguato quel necessario contrasto, tale da assicurare una protezione efficace definitiva, attraverso metodologie sia preventive che giudiziarie.

Da tale analisi si potranno infatti individuare nuovi sodalizi in atto per consolidare il controllo del territorio, ma soprattutto analizzare quelle strategie d’infiltrazione nel tessuto economico e finanziario del Paese, in particolare in quelle regioni del Sud, interessate ora dai previsti finanziamenti pubblici connessi al PNRR. 

Ecco quindi porre in essere tutta una serie di manovre, per dotarsi di strumenti idonei ad intercettare quei finanziamenti pubblici; si prova attraverso i propri referenti “corrotti” d’inquinare l’economia sana delle regioni, per riuscire in maniera illecita ad accumulare gran parte di quella ricchezza e ponendo di fatto in croce, quel po’ d’imprenditoria ancora presente e sana che, a causa dell’attuale crisi economica, sta ormai implodendo. 

Ecco perché risulta di fondamentale importanza comprendere quali siano gli intrecci che legano quelle organizzazioni mafiose ad una serie d’imprese colluse, dall’immagine legale, già… come riportava quel film “al di sopra di ogni sospetto” e con a capo un mero prestanome che ovviamente nulla ha che perdere…

Parliamo di società che si sono progredite negli anni, d’altro canto va detto come quei loro referenti non ragionano più in maniera parassitaria…

Sì… sono finiti i tempi “mordi e fuggi”, ora si pensa alla grande, si sfruttano nuovi business e ci si infiltra in quel mondo produttivo intrecciando rapporti di collaborazione con professionisti e funzionari “corrotti”, la cui influenza è determinante per massimizzare quelle infiltrazioni e ricavare da quel mondo viziato della politica i maggiori benefici…

Ecco quindi venirsi a creare una concorrenza sleale tra chi utilizza (per la propria crescita societaria) il proprio capitale umano e l’esperienza accumulata nel corso di generazioni e chi viceversa fa uso di finanziamenti esterni (derivanti questi dal reinvestimento dei proventi illeciti attraverso transazioni finanziarie solitamente concluse oltre confine) che entrano a far parte del capitale societario, diventando nuova linfa, per potersi impadronire di quanto in circolazione…

 FINE PRIMA PARTE

L'Infiltrazione mafiosa??? Semplice, basti controllare gli appalti ed i subappalti!!!

Il settore degli appalti e dei sub appalti rappresenta uno di quei settori difficili da monitorare, in quanto appartiene ad un sistema ben collaudato e che protegge non solo quelle imprese “affiliate“, ma anche quei corrotti funzionari posti in quelle amministrazioni pubbliche…

D’altronde i meccanismi per aggirare quelle imposte procedure di controllo, sono facilmente individuabili se solo quegli addetti posti a quegli accertamenti svolgessero il loro compito con diligenza, ma osservando le continue inchieste giudiziarie, possiamo comprendere come questi siano del tutto inesistenti…

Peraltro, le imprese indagate hanno da tempo raggiunto numeri impressionanti a cui si sommano tutte quelle altre imprese a cui sono stati concessi in subappalto una fetta ampia di quegli appalti, che vengono di fatto utilizzati per favorire in maniera illecita i “cartelli” di quelle imprese, i cui titolari risultano essere semplici “prestanome“, gli stessi che in talune circostanze, s’impegnano a non partecipare in concorrenza, lasciando ad agli altri affiliati di quel loro cartello, i lavori… in cambio di una quota sulla commessa.

Sembra una cosa semplice a dirsi, ma posso assicurarvi che dietro quel meccanismo mafioso/corruttivo e soprattutto clientelare, vi è una struttura di professionisti esterni ben preparati, atti a svolgere con capacità tecnica e organizzativa quanto necessario, sia per indire in maniera chirurgica quelle predisposte migliorie tecniche che per far aggiudicare alle loro imprese amiche quegli appalti pubblici. 

Comunque osservando quanto appena accaduto con le votazioni nazionali e soprattutto regionali, sono certo che ora tutti punteranno, per come avevo già a suo tempo preannunciato, a quei 200 miliardi dei fondi del PNRR  di cui 122 di prestiti e 69 di sovvenzionamenti a fondo perduto. 

Ed ora ditemi: pensate realmente che quel denaro non finirà sprecato (per come da sempre avviene in questa nostra terra) in mazzette, corruzione, ma soprattutto per sostenere tutte quelle attività soggiogate da infiltrazioni mafiose???

Seguite i soldi e troverete la mafia…

Questa titolo rappresenta in maniera conciso il metodo pensato dal giudice Falcone per colpire tutte quelle società di capitali legate cosa nostra… 

Da una analisi dettagliata è facile individuare non solo i settori di attività nelle quali queste società operano, ma anche i componenti sociali, dagli amministratori ai soci, ciascuno di essi infatti permette di identificare se vi sono al loro interno membri e/o affiliati a quelle organizzazioni mafiose che hanno deciso ora di trasformarsi in imprenditori…

Vanno altresì ricercati anche individui esterni che, senza essere direttamente implicati nelle attività criminali, si offrono quale supporto economico e finanziario, vero e proprio ausilio per il riciclaggio del denaro sporco…

Sono questi ultimi a realizzare i maggiori proficui, grazie ad investimenti leciti in nuove attività, in particolare in tutte quelle realtà dove vi è un importante circolazione di denaro contante…

Ecco perché diventa fondamentale compiere quegli accertamenti sulle attività (apparentemente) lecite di tali società, perché oltre a fornire interessanti valutazioni sui nuovi settori o attività economiche interessati da quel fenomeno mafioso, possono contribuire a svelare quelle particolari tecniche usate per l’uso di quei mezzi finanziari, derivanti per l’appunto dalle attività illecite, per camuffare il reale compito di quelle attività.

Nel far ciò tutto è lecito e deve essere posto in campo: dalle intercettazioni telefoniche, ai movimenti bancari, al controllo diretto della polizia giudiziaria, al coordinamento dei magistrati istruttori certamente qualificati…

Ovviamente sia le indagini di natura fiscale che quelle svolte sui patrimoni immobiliari, costituiscono non solo nuove verifiche o riscontro agli accertamenti già eseguiti, ma imput per nuove investigazioni. 

Per quanto riguarda il controllo sui patrimoni immobiliari, basta partire ovviamente dalle conservatorie dei registri immobiliari e si ricostruisce pian piano il patrimonio immobiliare acquisito nel corso degli anni, la sua documentazione, i movimenti bancari relative alla compravendita ed eventuali perizie estimative. 

Certamente per i sopraddetti controlli è necessario affidarsi a corpi di polizia specificatamente addestrati, come ad esempio il Corpo della Guardia di finanza, a tale tipo di interventi, in particolare bisognerà controllare il patrimonio dei vari soci e di possibili amministratori “teste di legno”, aumento di capitali, crescita del volume d’affari, oggetto dell’attività effettivamente svolta, appalti aggiudicati, movimenti bancari, trasferimenti e acquisizioni di società o mai d’impresa, etc…

Sì… pensò che basterà semplicemente seguire i soldi, per comprendere quanto collusa o affiliata sia una società e di conseguenza tutti i suoi referenti!!!

Certo so bene che il vero problema oggi è riuscire a farlo e non soprassedere per come attualmente sta accadendo!!! 

Le forniture sono alle stelle e le imprese non sanno più come portare avanti gli appalti aggiudicati!!!

Siamo giunti alla frutta… 

Il caro materiali, la mancanza di forniture, il prezzo dei prodotti petroliferi triplicatisi, stanno mettendo in ginocchio la maggior parte delle nostre imprese che non riescono più ad andare avanti con gli appalti in corso!!!

Sì va detto, il governo ha stanziato 10 miliardi per tamponare la crisi, ma per continuare a realizzare gli investimenti programmati ne servono almeno 50 e certamente non potranno essere prelevati – per come qualcuno fortemente desidera – dai fondi del Recovery… 

Ormai quasi tutte le imprese hanno preferito abbandonare la partecipazione alle gare per gli appalti pubblici, la maggior parte di esse vanno deserte e non solo nei Comuni, ma il momento sta colpendo anche tutte quelle opere infrastrutturali che vanno dalle ferrovie alle autostrade, per passare agli impianti tecnologici, etc… 

D’altronde, la maggior parte dei “prezzari” sono fortemente ridotti rispetto alla economia reale di quasi un terzo e se a questa condizione, si applica l’eventuale ribasso da applicare, non si comprende come facciano talune imprese a realizzare quelle opere in perfetta regola d’arte!!!

C’è poi chi in questi mesi si era pure aggiudicato un appalto ed ora rifiuta di firmare a causa di quanto sopra, d’altronde andrebbero come dargli torto, andrebbero subito in perdita ancor prima d’iniziare i lavori… 

Non ne usciamo, non certo nel breve, l’incertezza di una guerra giunta quasi a cento giorni, si è protratta più di quanto ci si aspettava ed ancora nessuno ne conosce i futuri esiti, beh, in questo clima di indeterminatezza, sono pochi gli imprenditori che pensano di dover affrontare i rischi di un certo fallimento!!!

La verità infatti è che nessuno, dal governo alle regioni, sanno come poter intervenire, tutti si preoccupano nel voler ricevere i fondi, in particolare la nostra burocrazia, che vede migliaia di dipendenti pubblici a breve, se continuerà questo stato di fatto, non percepire più nemmeno un euro, d’altronde se le difficoltà continueranno ad aumenteranno, ditemi, dove troverà lo Stato i soldi per far fronte a tutti quei suoi casermoni???

Una cosa è certa, nessuno racconta delle chiusure che ogni giorno si stanno registrando presso le Camere di Commercio, non si vuole creare il panico nella società civile, ma oggi la situazione è questa ed è ancor peggio di quanto abbiamo superato con la pandemia da Covid-19, ma quantomeno, mentre in quella circostanza, tra malati e ahimè vittime, una cura (provvisoria) si è riuscita a trovare, qui viceversa, in questa particolare situazione, non esiste alcun forma di salvaguardia per il nostro Paese, ne politica e ancor meno economica, che ci potrà permettere di riuscire a sopravvivere da questo totale dissesto finanziario da cui non usciremo in maniera celere!!!

La criminalità organizzata e gli appalti per i servizi della rete ferroviaria: per ora sono soltanto 35 le misure cautelari ma sono certo che a breve – da altre regioni – verranno aggiunti nuovi nominativi!!!

Certo scoprire che negli appalti per i servizi della rete ferroviaria vi sia – secondo l’ultima indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli – la criminalità organizzata potrebbe sembrare una sorpresa ma se si analizzano le metodologie applicate per  quelle aggiudicazioni si scopre come dietro vi sia l’attuazione di procedure illegali e coercitive.

Difatti, le società che puntano a quegli appalti, ma anche le imprese che vengono solitamente inserite in qualità di subappaltatori, riescono ad ottenere ciò attraverso metodologie molto pratiche e soprattutto dirette al fine di ottenere quello scopo: vedasi d’altronde l’utilizzo di metodi estortivi, turbative d’asta, intestazione fittizia di beni, corruzione e soprattutto riciclaggio, il tutto con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa che da un lato permette di controllare quegli appalti e d’altro determina chi deve lavorare e chi no.

Come sempre avviene in questi casi, quando cioè si giunge alla fine dell’inchiesta, ecco che si procede con l’esecuzione dei provvedimenti di misure cautelari, nel caso specifico per 35 soggetti, con i relativi decreti di sequestro preventivo sia di beni mobili che di immobili per un valore complessivo stimato in circa 50 milioni di euro.

A questi soggetti sono state imposte, per circa la metà, le misure di custodie in carcere, mentre per tutti gli altri, gli arresti domiciliari e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria…

Va altresì detto come i provvedimenti cautelari, siano stati eseguiti no solo nelle province di Napoli, ma anche in quelle di Caserta, Roma, Bari e Lecco, e sono stati emessi diversi procedimenti dal gip di Napoli nei confronti di persone ritenute gravemente indiziate, tra cui un avvocato e un responsabile di un’agenzia bancaria…

Ritengo che se quanto svolto in questi giorni dalla Dda partenopea, fosse anche esteso ad altre regioni del nostro Paese, si scoprirebbe come il sistema attualmente perpetrato ed ora per fortuna emerso, grazie all’inchiesta di cui sopra, non rappresenti altro che un esempio perfetto di quanto sta accadendo anche in altre realtà, di cui però finora si è preferito non indagare…

D’altronde non dobbiamo dimenticare come quei grossi appalti siano una manna dal cielo per la nostra politica e per molti referenti istituzionali che trovano attraverso essi un vero e proprio indotto, garanzia occupazionale per i propri familiari e/o amici, nuovi posti di lavoro in un grave momento di crisi, ma soprattutto, questi soggetti “raccomandati” diventano con il tempo, garanzia di quelle preferenze elettorali da sfruttarsi al momento opportuno.

Quindi cosa dire, fa comodo a molti restare come siamo, poi che gli appalti vengono compiuti in maniera non regolare, che la sicurezza (tanto decantata dai nostri Presidenti e governanti) non venga applicata in maniera corretta, che le forniture siano sotto dimensionate e i raggiri sono sotto gli occhi di tutti, beh… poco importa, perché come si dice da noi “mangia e fai mangiare“, peraltro questo è quanto la maggior parte dei miei connazionali vogliono di fatto (sempre) ottenere!!!

Penso che a tutti noi non resti che attendere di leggere – su qualche nota testata giornalistica – la prossima inchiesta giudiziaria su quei lavori “ferroviari”; d’altronde, considerate le facoltà “magiche” personali che molti amici mi attribuiscono, ho come la sensazione che a breve – anche nella mia regione Sicilia – possa accadere qualcosa di analogo con quanto emerso in queste ore. 

Come dicevo… non resta che attendere, ma non credo ci vorrà molto.

Incredibile, se da un lato le imprese che lavorano stanno chiudendo, viceversa i loro general contractor sopravvivono grazie ad essi…

Sì… è una di quelle tante situazioni subdole che si vengono solitamente a creare nel nostro paese… 
Infatti, se da un lato l’aumento dei prezzi delle materie prime è andato sempre più aumentando, accompagnato tra l’altro dall’innalzamento dell’energia che sta di fatto contribuendo a far chiudere molte imprese, viceversa, proprio coloro che hanno  in questo momento la patata bollente in mano, in quanto titolare dei contratti d’appalto e di conseguenza del rispetto non solo qualitativo ma soprattutto contrattuale (con riferimento ai tempi di realizzo dell’opera), beh… stranamente assistiamoin quei lavori che chi stava operando è quasi giunto al fallimento e chi finora ha guardato gli altri lavorare, prosegue come nulla fosse… 
Purtroppo gli imprenditori coragiosi di quelle imprese lanciano da parecchi mesi le loro richieste d’aiuto, ma chi dovrebbe ascoltarli – non mi riferisco al governo nazionale che dimostra di non sapere che pesci pigliare, in particolare in questo periodo in cui sono presi principalmente dalla guerra – no… mi sono i dirigenti che preferiscono non ascoltare e/o bypassare il problema a quelle imprese che stanno sotto di loro…  
Che siamo giunti ad un nuovo lockdown è sicuro, difatti sono molte le imprese che stanno decidendo se chiudere o restare ancora aperte, ma soprattutto se continuare a rispettare quei contratti a suo tempo firmati che oggi però – a causa di quanto sopra – non possono essere più rispettati!!!

D’altronde come fa un impresa a pagare le bollette, i carburanti e tutte le materie prime, i cui prezzi di sono pressoché raddoppiati ed altri sono schizzati alle stelle…

Basti osservare in particolare quanti risultano praticamente irreperibili, se non a costi insostenibili, come acciao, bitume, alluminio, cemento, calce, inerti e tanti altri ancora e come riportavo sopra, a peggiorare ulteriormente la situazione è il rialzo del carburante e del gas che sta mettendo in difficoltà in crisi non solo chi effettua trasporti, ma anche la gestione stessa delle consegne. 
Ed allora, se un’impresa ogni giorno rimette nel suo operare migliaia e migliaia di euro, come può a fine mese sostenere i costi salariali di quei suoi dipendenti, quando tra l’altro quel suo “indifferente” contractor paga peraltro le fatture dei Sal a 90/120 gg??? 
Scusate, ma forrei fare una semplice considerazione: se in una famiglia ogni giorno il capo va a lavorare per guadagnare 100 euro e a fine giornata per costi sostenuti ne spende 150, mi dite comè fara a fine mese a far quadrare i conti???
La stessa cosa ovviamente vale per le imprese e di conseguenza per lo Stato che vedrete a fine 2022, si ritroverà con un buco finanziario di oltre 40 miliardi di euro!!!

Ed allora mi viene da pensare che anche quelle opere pubbliche sono a rischio, non solo per l’aumento delle risorse necessarie a coprire l’incremento dei prezzi, ma anche per il mancato incremento dei fondi posti a garanzie su di esse che ormai non sono più così certi…

Infatti, prima del Covid-19 eravamo giunti in totale recessione ed ora, dopo una piccola ripresa (grazie ai fondi giunti dall’Europa causa pandemia), siamo ritornati nuovamente in deficit e soltanto un nuovo sostegno dall’Ue potrà salvarci e certamente tutte quelle stime di crescita che si prospettavano intorno al 4%, ora possiamo certamente scordarle… 
Nel frattempo però questo nostro paese dimostra di avere molte analogie con la guerra in corso: difatti, mentre da una parte c’è chi sta morendo, dall’altra… c’è chi sopravvive proprio grazie ad essa, ma vedrete, è solo questione di tempo… 

Morti sul lavoro: una vergogna per lo Stato che non si impegna in maniera seria a mettere in pratica le procedure corrette!!!

Presidenti Mattarella e Draghi, basta con proclami o belle parole sulla sicurezza, d’altronde permettetemi di dire che Voi, non ne sapete nulla su questo argomento ed allora mi chiedo, perché non affidarsi a chi da sempre opera in quel settore!!! 

Il sottoscritto ad esempio opera da oltre trent’anni in qualità  R.S.P.P. (oltre che come Coordinatore e Formatore…), ed in questo lungo periodo mi pregio di non aver mai avuto un solo incidente nei cantieri da me seguiti e posso assicurarvi che non si è trattata di semplice fortuna!!!

Ora, se pensavate per un istante che quanto sopra sia stato dovuto ad una mera casualità, no… miei cari Presidenti, mi dispiace deludervi, ma ciò è accaduto in quanto il sottoscritto, perdonatemi la frase scurrile – “ci ha scassato la minch… ogni giorno, sia ai lavoratori che ai colleghi preposti alla sicurezza” affinché ciascuno di essi compiesse in ogni istante il proprio dovere, senza mai distrarsi ma soprattutto mettendo in pratica quelle necessarie misure di prevenzione e protezione e salvaguardia di ogni fase lavorativa proteggendo tra l’altro anche l’altrui lavoro… 

Perché il problema fondamentale è quello di mettere in pratica – in maniera semplice ma soprattutto facilmente comprensibile – quanto riportato in quel testo unico del D.L.vo 81/08 e s.m.i., ma serve a poco conoscere le norme se poi queste di fatto non vengono messe in pratica o dovrei aggiungere che chi per primo dovrebbe imporre quelle regole, è proprio lo stesso individuo che se ne fotte!!!

Permettetemi altresì di aggiungere che il sistema per come è strutturato, mi riferisco alla gestione della sicurezza sul lavoro (in sigla SGSL) è di fatto totalmente inconcludente poiché se chi dovrebbe controllare e verificarne l’operativa sul campo è di fatti sottomesso al proprio datore di lavoro, il quale ha solitamente come primo obiettivo quello di mirare esclusivamente alla produttività a scapito della sicurezza, è evidente che il sistema della sicurezza implode su se stesso…

Vi è quindi la necessità di cambiare quelle regole, chi svolge la funzione di controllo deve essere slegato da quel rapporto di sudditanza che lo lega all’impresa stessa; quanto riportato vale anche anche per chi svolge la funzione di Coordinatore: comprenderà bene che se nei lavori privati (ma potrei estendere il concetto anche per quelli pubblici), la figura posta a controllo delle procedure previste e dei controlli, risulta troppo rigida o professionalmente distaccata dal Committente che lo ha chiamato (lo stesso che d’altronde paga le sue fatture), se nel suo operare evidenzia un atteggiamento energico, fermo o risoluto, non permettendo alle imprese o ai lavoratori individuali che si possa violare anche uno solo di quegli adempimenti, ecco che questo professionista, difficilmente verrà premiato e quindi nuovamente chiamato per un altro incarico, no…  al suo posto verrà scelto un collega certamente più disponibile a chiudere un occhio…

La stessa cosa vale peraltro per l’R.S.P.P. o per l’addetto “Preposto” che fintanto dipende dallo stipendio ricevuto da quell’imprenditore (mi riferisco a quello “negligente”, perché ve ne sono tanti altri che dimostrano di tenere alla sicurezza della propria impresa) è evidente che il loro potere decisionale vale nulla!!!
Difatti, riuscire a far la voce grossa, imporsi in quelle scelte fondamentali per la messa in pratica della sicurezza sui luoghi di lavoro, procedere con gli acquisti dei Dpi, passa tutto in secondo piano quando quel rapporto – a causa delle continue richieste per far fronte a quella inadeguata sicurezza – comporterà l’allontanamento di quel responsabile o l’eventuale modifica del rapporto contrattuale…

Ed infine la situazione peggiore, i “Committenti”: sì, proprio loro che manifestano ovunque a grandi titoli di voler adottare all’interno della propria società quanto necessario per portare a zero quei rischi connessi alla sicurezza, trasmettendo tra l’altro quel messaggio anche ai partner affidatari e di conseguenza alle loro imprese subappaltatrici…

Ora, come dicevo sopra, se quanto fatto resta esclusivamente sulla carta, se sono proprio quest’ultimi i primi a limitarsi ad adottare la sicurezza, espletandola solo dal punto di vista cartaceo, senza poi intervenire in maniera concreta o in particolare, quando emergono gravi problematiche in quei loro cantieri (ah dimenticavo… alcune di esse fanno altresì firmare agli imprenditori nei contratti d’appalto, limiti di riservatezza, affinché nulla di ciò che accade all’interno di quei lavori venga riportato all’esterno in particolare ai media; mi chiedo, non è che forse dovrei pensare che l’intenzione reale è quella di non far giungere mai nulla all’esterno o direttamente a quegli organi competenti o ancor più giudiziari???)!!!

Permettetemi di aggiungere come la circostanza peggiore è rappresentata quando questi – pur venendo a conoscenza delle criticità presenti nei loro cantieri – non si adoperano minimamente per attuare quelle necessarie risoluzione, viceversa si chiudono a riccio, chissà forse per salvare l’onorabilità di quella propria struttura o forse per tutelare quei loro referenti impreparati o certamente inadeguati per occupare posizioni così strategiche e particolarmente decisionali??? 

Ma d’altronde anche loro cercano di salvaguardarsi il proprio orticello, già… quel posto di lavoro ricevuto certamente in maniera immeritata e che ha come unico fine, non tanto il rispetto delle norme previste dai CCNL e/o quanto riportato nei Capitolati d’Appalto, no…  il loro interesse non è sulla salvaguardia delle vite umane, essi viceversa puntano a procedere nella direzione della produttività, affinché i tempi previsti di quei loro cronoprogrammi vengano rispettati e rimettendo così ad altri – mi riferisco ai referenti delle affidatarie o agli addetti della sicurezza delle altre imprese sottostanti – tutti i problemi connessi con quelle fasi lavorative programmate.  

Sì… cari Presidenti, continuiamo a parlare di Sicurezza sul lavoro, tanto più di parlarne in questo nostro Paese cosa si fa: intanto oggi a causa vostra, piangiamo altri quattro morti, ma vedrete non saranno neppure gli ultimi!!!

Cordialmente, Nicola Costanzo    

P.s. è siamo giunti a – 5

Ispettori del lavoro: servono a nulla i concorsi pubblici!!!

Ho letto in questi giorni un articolo sull’esiguo numero di ispettori del lavoro presenti nell’isola e la  necessità di realizzare un concorso pubblico per integrare quell’Ispettorato di nuove unità…

Beh… il sottoscritto ritiene che il vero problema non sia rappresentato dal numero degli addetti, auspicando così diriuscire ad eliminare definitivamente molti di quegli incidenti sul lavoro o ancor peggio le morti dei suoi addetti!!!

D’altronde utilizzare lo stesso principio vorrebbe dire che un numero importante di funzionari sarebbe un valido deterrente contro le continue segnalazioni di irregolarità nei cantieri o nelle imprese, già… è come dire che visto il numero corposo degli addetti alle forze dell’ordine, la mafia o per meglio dire la criminalità organizzata sia stata debellata…

Ed allora comprendiamo come il reale problema non sia rappresentato dal numero di ispettori da integrare, ma poi ditemi, chi sarebbero questo soggetti – molti dei quali non possiedono alcuna esperienza diretta sul campo – capaci di invertire questo stato di fatto??? 

Il sottoscritto ritiene che il cambiamento può avvenire solo con la formazione, perché sono le imprese e i loro datori di lavoro, in collaborazione con i propri Responsabili della sicurezza, preposti, addetti alle emergenze, che possono costituire un primo baluardo affinchè circostanze gravi come quelle che si sono presentate lo scorso anno, non abbiano più a doversi ripetere, perché come ripeto spesso, “il pesce puzza dalla testa” e se non si parte con l’intenzione che solo la formazione, l’informazione, l’addestramento, insieme alla consegna dei DPI e DPC, si possono limitare i rischi a cui sono quotidianamente coinvolti tutti i lavoratori… 

Gli ispettori del lavoro servono a poco o quantomeno sono fondamentali per effettuare saltuariamente quei controlli, non necessariamente punitivi (o come si dice sanzionatori…), perché come riportavo sopra, c’è chi prima di loro deve effettuare quelle verifiche ed è l’impresa, con i suoi uomini, dipendenti e collaboratori ed anche, nel caso di appalti pubblici in particolare se di notevole importanza, i Committenti, gli Affidatari, che insieme ai propri  rappresentanti per la sicurezza ( ma non solo, anche per l’ambiente e la qualità…), permettono insieme ai previsti Coordinatori della Sicurezza in fase di esecuzione, di fare in modo che tutto proceda non solo con quanto previsto dalla normativa vigente, ma sopratutto in totale sicurezza!!! 

Quindi se in tutta l’isola vi sono soltanto 63 ispettori del lavoro, sì… saranno certamente esiguii, ma ritengo che per quanto debbano svolgere, possono anche bastare… 

D’altronde ditemi, se ogni giorno ciascuno di essi effettuasse un controllo, a fine anno ne avrebbero eseguito ben 16.632, un numero certamente considerevole che sono certo fnora non è mai stato raggiunto… 

Quindi vi prego prima di parlare, prima di scrivere articoli tanto per far aumentare il numero di visualizzazioni nelle proprie pagine web, consultatevi, tra l’altro sappiamo bene che trattasi siti finanziati da soggetti che hanno certamente interessi personali nel voler realizzare questi servizi e non solo per aumentare gli introiti delle pubblicità, ma soprattutto per utilizzare quel mezzo mediatico così influente affinché queste notizie facciano parlare l’opinione pubblica in particolare a favore dei loro amici, cui solitamente intervengono o a cui si rivolgono lodi, oppure viceversa per rivolgere critiche o disapprovazioni verso chi si schiera contro di essi…

Ecco quindi che prima di pensare a risolvere una questione così grave che da anni fa scorrere all’interno delle fabbriche o dei cantieri fiumi di sangue, bisognerebbe iniziare a pensare di trasformare la “moralità” di tutti i soggetti che operano in quei settori ma che non desiderano cambiare!!!

Già… mi riferisco a chi preferisce procedere nell’illegalità, ma anche purtroppo chi dovrebbe attuare queii controlli, ma si piegano – per come abbiamo abbiamo peraltro – ( basti ricordare quanto accaduto alcuni anni fa a seguito dell’inchieste giudiziaria che hanno visto coinvolti taluni dirigenti di quegli uffici ispettivi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) a quegli abituali metodi corruttivi e clientelari, fondamentali per alimentare il proprio orticello e/o quello dei propri familiari, già tra l’altro quest’ultimi casualmente inseriti proprio in quelle strutture che avrebbero dovuto essere controllate e che “stranamente” sono state vengono, per gli ovvi motivi di cui sopra, da sempre escluse!!!

Ecco perché nel pensare a quanto accade quotidianamente, mi è venuto in mente un film di qualche anno fa: vai avanti tu, che mi viene da ridere!!!

"Offerta economicamente più vantaggiosa" da realizzarsi in 15 giorni??? Ma per favore… quell'esiguo tempo non basta neppure per studiarsi il progetto!!!

La chiamano “offerta
economicamente più vantaggiosa” e la troviamo all’interno di quei bandi
d’appalto che obbligano le imprese partecipanti a realizzare uno studio
tecnico tale da migliorare non solo economicamente ma soprattutto tecnicamente
il progetto previsto dall’Ente…

Ma funziona veramente così o
dietro quella procedura si nasconde di fatto un meccanismo collusivo che
permette soltanto alle imprese amiche di potersi aggiudicare quellappalto… 

Innanzitutto, come si può pensare ad esempio di pubblicare una gara di ben 14 milioni di euro, quindi parliamo di un progetto
importante, il 5 Novembre e prevedere la scadenza il 24 dello stesso mese, quindici giorni quindi per consentire le imprese di presentare un progetto migliorativo, sapendo che ho quei pochi giorni non bastano neppure per studiare il
progetto esecutivo!!!

La mia non è una semplice
riflessione personale, già… qualcuno potrebbe considerarla “insensata”, buttata lì a casaccio, no… per chi non lo sapesse, l’appalto di cui
sopra fa riferimento ad una pubblicazione precisa, realizzatasi nella provincia di Potenza…

Ed allora viene spontaneo
chiedersi, se forse, ancor prima della pubblicazione, si sia già deciso chi debba
vincere quell’appalto, delineando un capitolato “ad personam” – il che comprenderete
limiti di fatto il numero dei partecipanti alla gara, ma soprattutto si pone nella condizione di conoscere in anticipo quel progetto, affinché l’impresa amica possa
preparare anticipatamente quelle migliorie tecniche/finanziarie da presentare in
fase d’offerta!!!

D’altronde solo chi possiede un
amico in quell’ente può sapere quali caratteristiche e quindi quali migliorie
possono essere richieste dal capitolato per farsi assegnare un punteggio più
alto, d’altronde essendo il progetto a discrezione della commissione, se
dovessero partecipare concorrenti inaspettati, potete stare certi che a
quest’ultimi verrà riservato un vaglio talmente stringente da dargli un
punteggio più basso rendendo di fatto non equa la partecipazione.

Peraltro comprenderete bene
come la documentazione da consegnare può essere a seconda dei concorrenti
passata al vaglio in modo “severo” o viceversa in maniera
“discrezionale”; peraltro ditemi chi dovrebbe mai controllare quei controllori
essendo il loro giudizio soggettivo

Va pure detto che si è fortunati
a trovare il bando di gara, in molti casi questo viene tenuto il più segreto
possibile e come dicevo sopra, soltanto gli amici imprenditori ne conoscono
l’esistenza con largo anticipo, per tutti gli altri è una caccia al tesoro,
devono riuscire a scovarlo su siti web mai funzionanti, su pubbliche bacheche
esposte al pubblico ma accessibili solo in talune ore e che si intrinsecano su
collegamenti e rimandi di pagine che credetemi, ci vuole un esperto informatico
per riuscire a trovare quei documenti, proseguendo poi su gazzette o
pubblicazioni varie, fatte però circolare solo due/tre giorni prima della data
di scadenza per la presentazione.

Poi vi sono i casi in cui le gare vengono espletate nei mesi di Agosto o Dicembre a
ridosso “stranamente” di
vacanze, ponti o festività.

D’altronde cosa dire, siamo in
Italia, la nazione più corrotta d’Europa, al mondo infatti, in una scala da
zero (gravemente corrotto) a 100 (assolutamente pulito), l’Italia con i suoi 43
punti si colloca tra le nazioni al mondo che non raggiungono neppure la
sufficienza in trasparenza!!!

Perché meravigliarsi quindi, non
dobbiamo prenderci in giro, si sa… i raggiri utilizzati sono diversi e
vengono utilizzati propriamente per eliminare molti di quei partecipanti sgraditi… 

Ed infine, non parliamo delle
aggiudicazioni, in particolare se queste dovessero finire ad una impresa “non
gradita
“, ecco che a seconda dell’impresa, i tempi di consegna dei
lavori si dilatano improvvisamente, fino a giungere anche ad un anno di distanza,
sempre che si dia per certo l’inizio di quell’opera…

Nel frattempo però l’impresa potrebbe
aver perso i requisiti, ad esempio, esser finita in liquidazione oppure è intervenuto un
provvedimento interdittivo e via discorrendo, beh… in tutti questi casi
l’impresa viene esclusa e casualmente ad aggiudicarsi l’appalto indovinate un
po’… è la seconda in graduatoria, proprio l’impresa amica!!!  

Ed infine, sto valutando nella mia regione (Sicilia) un Ente,
il quale – a mio modesto parere – non
indica mai anticipatamente il giorno in cui verrà espedita la gara e soprattutto sembra
aggiudicare il più delle volte i propri appalti a talune imprese…

Ho potuto
verificare altresì come la procedura di espletamento della gara venga compiuta dopo alcuni giorni…

Su questo punto ho
letto (proprio alcuni giorni fa) un commento sul web che riteneva come
qualcuno potesse venir a conoscenza delle offerte presentate, già… attraverso un
semplice applicativo ed essere così in grado nel giro di pochi secondi di
conoscere, anche soltanto pochi minuti prima
dei termini di gara ( ovviamente si riferiva ad un
esperto informatico che posto dall’interno di quell’Ente e/o anche come consulente esterno riusciva ad intervenire su quel software gestionale o ancor peggio si trattava di qualcuno in grado d’inserire su quel sistema un software
“spyware”
) il valore esatto di ribasso per aggiudicarsi l’appalto, comunicandolo così all’impresa amica affinché lo applicasse nell’offerta
telematica da inviarsi solo pochi minuti prima della scadenza!!!

Non so che dire, certo l’ipotesi di cui sopra se pur molto fantasiosa ha lasciato nel sottoscritto comunque qualche dubbio…

Senza soldi non si canta messa!!!

Senza soldi… già da oltre un anno!!!

Sono rimaste così le imprese edili siciliane che hanno avviato lavori con la pubblica amministrazione, le stesse che tengono bloccati oltre un miliardo di euro destinato a quelle imprese, con la scusante di un’approvazione di bilancio o con l’accertamento dei residui passivi.

Un’impresa senza soldi significa ritardi nei pagamenti fiscali, retributivi nei confronti dei propri dipendenti, fornitori e via discorrendo… ed ancora, aumento dei costi, interessi bancari, procedure legali, nel frattempo le opere dovranno continuare ad essere portate avanti altrimenti s’incappa in sanzioni, penali rescissioni e quant’altro… 

Una vergogna… e dire che dopo il lock down e l’emergenza Covid-19, si sperava che quantomeno da quegli uffici s’iniziasse a procedere in maniera più celere, ma dopo un anno si scopre che nulla è cambiato e che i timori di un tempo sono rimasti ancora oggi eguali!!!

Poi ci si meraviglia che le scuole crollano, che le strade diventano un pericolo per gli automobilisti, che i palazzi del centro storico cadano a pezzi, che le frane determinino frana, somottamenti, gli stessi a cui abbiamo in questi giorni assistito!!!

Parlano tutti in Tv di miliardi dati, in particolare dal governo nazionale che ha posto proprio la nostra isola tra le regioni che riceveranno più di altri… ma quando, già vorrei sapere a quale data fa riferimento il Presidente Draghi… chissà forse nel 2050??? Non è che debbo pensare che il presidente si sia confuso con l’ultimo G20??? 

Ovviamente dal governo nazionale si passa a quello regionale e non si comprende come da quei casermoni pieni d’impiegati, non si riesce a far procedere in manera celere quei documenti amministrativi… 

Nel frattempo tutte le materie sono aumentate di circa il 30-50% come d’altronde le forniture di energia e dei carburanti… 

Le imprese chiuse lo scorso anno sono state più del 40% e quelle che a breve le seguiranno, porteranno  quel numero ad un livello impressionate, determinando un aumento della disoccupazione che risulta essere già di suo, tra il più alto del nostro paese…

Come si dice… “semu pessi”… sotto tutti i punti di vista e se ancora oggi non si comprende che soltanto attraverso il lavoro di può pensare di far crescere questa nostra terra, beh… ecco il motivo per cui non mi meraviglio di quanto poco la nostra regione sia in questi anni effettivamente cresciuta!!!

Mi gira tutto intorno… già, quella presente disonestà fatta d'inganni, raggiri e soprattutto mancanza di controlli!!!

Lo so… è incredibile, eppur è così!!! 

Tra l’altro al sottoscritto, osservando ciò che accade in talune circostanza, non resta ahimè che piangere, ma ormai non ho più lacrime da cui poter attingere!!!

D’altronde, ovunque pongo l’attenzione del mio sguardo scopro come dietro quell’immagine presunta di alta affidabilità, sì… dietro quello conclamata perfezione di professionalità e tecnica organizzativa, si nasconde quanto di più impreparato possibile legato ad un sistema certamente illegale…

Ma si sa…  quando si parla di strutture complesse, di società che danno migliaia di posti di lavoro, ecco che la maggior parte di queste vengono (nel proseguire quelle proprie attività) cautelate, d’altro canto trovano pochi ostacoli nel loro percorso, in particolare chi dovrebbe per l’appunto eseguire quei regolari controlli…

Difatti, chi dovrebbe verificare quanto accade in quei luoghi di lavoro, preferisce per ovvie ragioni chiudere un occhio, avendo chissà forse richiesto e quindi ricevuto personalmente un qualche favore, solitamente il classico posto di lavoro per un proprio familiare… 

E quindi ecco che su quella particolare “struttura” – sin dall’inizio dello svolgimento delle proprie attività – viene a calarsi una coltre  protezione, un silenzio inconsueto dove nessuno sa nulla, nessuno che parla e nessuno tra loro capace di prendersi la benché minima responsabilità, viceversa si osserva come ciascuno di loro, sia bravo a demandare al proprio collega tutte le varie responsabilità e incombenze…

Se quindi ci si sofferma ad osservare quanto accade quotidianamente, si scopre come – direttamente o anche indirettamente – questi “complessi” nel compiere le proprie attività compiano qualsivoglia irregolarità pur di risparmiare su quei previsti costi e/o oneri a cui sarebbero tra l’altro obbligati, parliamo non certo di cioccolatini, ma di decine di milioni di euro, eppure ad ascoltare quei loro pseudo “referenti” – che contano di fatto quanto il due di coppe quando la giocata a briscola è a spade – sembra di essere all’interno di una struttura la cui perfezione è assoluta!!!

Ma per favore… come riportato sopra queste avranno durata fintanto che una qualsivoglia Procura nazionale non dedicherà una parte del proprio tempo ad osservare e analizzare quanto avviene al loro l’interno, esse infatti sono  paragonabili a quegli zombi, già… sono come morti che camminano e che da un momento all’alto si sveglieranno per comprendere come tutto sia per loro profondamente cambiato…

Sì… è solo questione di tempo, lo stesso tempo necessario a chi di dovere di comprendere su quanto il sottoscritto stia riferendo…

D’altronde va detto… non è su questo che si basa il loro lavoro ed allora è quindi corretto che essi provino ad interpretare quell’eventuale messaggio subliminale – posto all’interno di questo post – per comprendere e verificare se esistono o no i presupposti di quei comportamenti illegali…

Per adesso quindi, “Rien ne va plus”

Non mi si da neppure il tempo di scrivere… che dopo solo pochi giorni, vengono confermati tutti i miei dubbi!!!

Avevo scritto l’altro ieri un post intitolato “Ho come l’impressione che vi sia qualcosa d’anomalo in talune aggiudicazioni!!!” – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/01/ho-come-limpressione-che-vi-sia.html – e di oggi la notizia che il Presidente di ANCE Sicilia, Santo Cutrone, ha lanciato l’allarme di “Sorteggi e aggiudicazioni sospette, rischio Tangentopoli“!!!

D’altronde come non ricordare per analogia Angelo Siino che fu negli anni Ottanta incaricato da “cosa nostra” di tenere i rapporti con le amministrazioni per le tangenti sugli appalti, per poi successivamente divenire collaboratore di giustizia…

Già… un “pentito” eccellente che svelò nelle aule dei tribunali i volti e i meccanismi del potere mafioso; conosciuto difatti come il “ministro dei Lavori Pubblici di Cosa Nostra”, fu colui che per anni gestì per conto della mafia l’affidamento degli appalti pubblici ed era un individuo che frequentava boss del calibro di Provenzano, Riina, Brusca, Bontate ed anche l’ex sindaco Vito Ciancimino…

Egli difatti, era in grado di manipolare e gestire quel potere che comprendeva anche personaggi oscuri legati a quella nota trattativa Stato-mafia, che ha condotto all’espansione degli interessi di Cosa Nostra nel Nord Italia e che ha permesso l’ascesa di taluni affaristi settentrionali nei meandri di quelle dinamiche mafiose che hanno successivamente modificato, la politica del nostro Paese…

Peraltro, va ricordato come dietro la storia di quell’organizzazione criminale vi è quella degli uomini che scelgono di farne parte, dagli affiliati, ai politici, dai referenti istituzionali, ai dirigenti e funzionari collusi, purtroppo anche delle forze dell’ordine: Siino ci ha guidato nella quotidianità di Cosa Nostra, tra grandi mangiate all’aperto e lunghi viaggi in macchina per portare a termine missioni segrete, fino a quegli incontri che hanno orchestrato i destini della nostra nazione. 

La sua testimonianza ci ha mostrato quel lato celato del potere mafioso, già… per così dire divenuto negli anni “ordinario”, rivelandoci che forse, il suo aspetto più grave, sia proprio quella percepita normalità con cui questa infezione viene da tutti i miei conterranei considerata e che ormai come sappiamo, affligge tutte le regioni d’Italia…

Ecco perché non mi ero meravigliato quando alcuni mesi fa il Presidente Cutrone aveva messo in guardia dal rischio di spartizioni degli appalti pubblici, già… milioni e milioni di euro che venivano suddivisi fuori dalle sede di gara… 

Certo, resta confermato quanto dal sottoscritto riportato nel precedente post ed ora riproposto dal presidente ANCE e cioè, che vi sono circostanze “curiose” nella fase delle aggiudicazioni delle gare d’appalto ed anche un pericolo concreto sulla trasparenza e regolarità di quelle procedure!!!

Ora vedrete come in questi giorni, tutto cambierà, già… quel meccanismo diverrà improvvisamente più regolare e di ciò dobbiamo ringraziare coloro che, come il sottoscritto, hanno fatto emergere notizie su quel settore degli appalti, che sta sicuramente determinando in queste ore, in taluni funzionari pubblici ( infedeli…), quella giusta consapevolezza che forse qualcosa a breve possa cambiare o che qualcuno possa verificare la legittimità di quelle procedure… 

Sono contento che anche il Presidente dell’Ance si sia accorto che qualcosa non funzionasse a dovere e le sue parole “Avere innalzato le soglie sotto le quali si può procedere con le procedure negoziare (a inviti, ndr) ha inevitabilmente ristretto la concorrenza, specialmente quando poi andando a guardare i verbali saltano agli occhi la presenza spesso degli stessi nomi. Ricevo tante segnalazioni da parte di imprenditori che restano esclusi: dai documenti che inviano si evince come ci siano gruppi di imprese che riescono, con una particolare frequenza, a essere selezionate. O per meglio dire sorteggiate”, serviranno ora a prendere finalmente, quegli opportuni provvedimenti…

E’ tempo quindi che gli organi inquirenti riprendano ad investigare nuovamente su quel settore dei lavori pubblici: sì… sono convinto che da quelle verifiche potrebbe uscire qualcosa d’interessante… 

Le hanno chiamate "Social Housing", ma di "social" non possiedono nulla!!!

Per chi non lo sapesse, l’obiettivo delle “Social Housing” o per meglio dire dell’edilizia residenziale “sociale”è quello di garantire benessere abitativo insieme ad una integrazione sociale…

Difatti, in un unico complesso trovano posto sia i cosiddetti popolari che rispondono alle politiche dell’ente pubblico quanto gli alloggi privati gestiti da Sgr, Fondazioni o Cooperative….
Inoltre questa determinata tipologia d’interventi immobiliari cerca di selezionare gli abitanti in modo da creare una comunità il più possibile equilibrata: ogni progetto ha difatti una quota di giovani, single, anziani, coppie ed anche disabili…
Contrariamente a quanto accade tradizionalmente con l’edilizia pubblica che utilizza criteri burocratici oggettivi attraverso liste e graduatorie, che non possono tenere conto delle peculiarità e dei bisogni delle persone e/o della comunità, questo tipo di edilizia sociale mira a politiche di innovazione sociale e smart city, infatti nel medesimo progetto vengono date risposte alle diverse esigenze abitative, creando altresì spazi per la socialità e la condivisione, a cui si aggiungono azioni di riqualificazione urbana e di risparmio energetico…
Infatti questo tipo d’interventi comprendono non solo alloggi, ma spazi aperti condivisi tra gli abitanti, parchi giochi, piazze e aree verdi, il tutto gestito dalla comunità degli abitanti, insieme al gestore sociale e la proprietà, in accordo, quando necessario, con il Comune di riferimento…
Cosa dire, sono dei progetti bellissimi, in particolare quando vengono realizzati con le finalità di cui sopra…
Già, un modo nuovo di costituire una comunità che a sua volta può costituirsi in cooperativa o in associazione, il tutto ovviamente senza fini di lucro, dando così vita in taluni casi ad un nuovo soggetto di residenti che opera in diversi ambiti quali quello sociale, culturale, di aggregazione, ambientale, solidale e di mutuo soccorso…. 
Ed ancora, gli spazi aperti vengono animati su iniziativa della comunità per eseguire manifestazioni teatrali, convegni, concerti e mercatini vari…
Ma come sempre accade, mentre in altre realtà questi progetti diventano un qualcosa da imitare, sia per aggregazione che solidarietà, viceversa da noi, anche semplici e banali operazioni immobiliari come questa, diventano per finire incredibilmente… inchieste giudiziarie!!!
La svolta è arrivata in questi giorni, col nuovo materiale acquisito dagli inquirenti che fa tremare ora il mondo della politica, compresi dipendenti pubblici e società private…
Attualmente gli iscritti nel registro degli indagati sono cinque, per reati che vanno dal falso, all’abuso d’ufficio, all’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggrava…
La Procura della Repubblica di Caltagirone dopo numerose segnalazioni, ha dato il via ad una controversa vicenda (perfettamente ricostruita dal mensile S e dalla testata online LiveSicilia) che ora finalmente sembra essere giunta a una definitiva conclusione…
Cosa dire, senza entrare nel merito della vicenda che trovate riportata in maniera dettagliata nella pagina web di cui sopra sopra, ciò che amareggia maggiormente è vedere come iniziative socialmente utili ceme queste, vengano di fatto insudiciate in questa terra “infetta” da quei soliti comportamenti esacrabili…
Credo che non ci sia più nulla d’aggiungere!!!
   

CATANIA: Gdf verifica gli anni di gestione 2013-2018!!!

Lo scorso anno ricordo di aver letto un articolo realizzato da “contropiano.org” che analizzava in maniera precisa il fallimento dell’amministrazione Etnea: “Il senso di quanto accaduto non risiede solo nella drammatica condizione di alcune migliaia di lavoratori comunali e delle partecipate per il rischio sui pagamenti degli stipendi e nella fruibilità dei servizi da parte della popolazione, ma nella evidente abdicazione del sistema pubblico al mantenimento di strumenti di coesione sociale tra aree territoriali del paese, il cui divario socio-economico è ormai a livelli di guardia.
Il “fallimento” del comune di Catania è la diretta conseguenza dell’applicazione multilivello dei Patti di Stabilità (europeo, nazionale, locale, ndr), il cui effetto, neanche paradossale, è l’instabilità e precarietà esistenziale di parti crescenti del territorio nazionale, soprattutto al Sud. Quello a cui stiamo assistendo è un fenomeno di secessione reale, sociale ed economica, di parti del territorio nazionale tagliato fuori dai rapporti con il centro produttivo e finanziario del Nord Italia e del nucleo magnetico centrale della Ue, abbandonati quindi alla deriva economica e alla marginalizzazione sociale”.
Ora come sempre avviene “i nodi vengono al pettine” e a piangerne le conseguenze purtroppo non saranno soltanto i cittadini, ma anche le imprese…
Sì… perché con un “buco” di un miliardo e 600 milioni di euro, il Comune di Catania non può che dirigersi verso il fallimento, mentre ai cittadini non resterà che iniziare a soffrire gli aumenti di aliquote sulle già esose tasse… a cui andranno sommati i danni che le imprese subiranno a causa di questo dissesto finanziario, che provocherà a molti di essi – in particolare a coloro che vantano crediti verso lo stesso ente locale – una grave perdita, perché la legge prevede per tali crediti, una svalutazione che oscilla dal 40 al 60%.  
Ovviamente se il buco finanziario c’è… qualcuno l’ha realizzato e quel qualcuno ora è sulla lente d’ingrandimento degli investigatori della Gdf, che proprio stamani si sono recati presso la Segretaria Generale Rossana Manno, da poco insediata, alla quale hanno notificato una delega della Procura di Catania per l’acquisizione di tutti gli atti amministrativi risalenti ad uno specifico periodo, il 2013-2018.
Comprenderete come l’indagine si preannuncia molto “approfondita” tanto che i militari hanno chiesto e ottenuto una stanza presso gli uffici di Ragioneria per svolgere il proprio lavoro.
L’iniziativa (secondo quanto è trapelato), sarebbe da collegare a un’inchiesta avviata dalla Procura di Catania sul dissesto finanziario, per un ‘buco’ da oltre 1,5 miliardi di euro, al momento senza indagati.
Al momento di nomi non ve ne sono… ma sono certo che quando si giungerà alla fine delle indagini – come sempre avviene in queste circostanze – qualche nome uscirà fuori!!!
Ma d’altronde, continuare a pensare come ancora in molti fanno – soggetti che si piegano alle volontà del malaffare e della corruzione – e cioè che la giustizia non giungerà mai alla loro porta… è veramente da sciocchi, perché il tempo dell’illegalità è finito, anche per coloro che finora sono stati (ahimè da questo nostro collaudato sistema clientelare…) ben protetti!!!
Già… forse si dovrebbe dire: troppo protetti!!!

Con 16.000 dipendenti alla Regione Sicilia, soltanto in 11 si occupano di sbloccare i fondi disponibili!!!

Nella Regione Siciliana ci sono 16mila dipendenti e vi sono inoltre ben 260 milioni per le imprese che innovano, ma purtroppo… non c’è il necessario personale, per sbloccare quei progetti!!!
L’Assessorato alle attività produttive infatti, ha soltanto 11 dipendenti che si occupano dei sei programmi europei per i quali sono state presentate complessivamente ben 3.500 domande…
Per analizzarle tutte, con un ritmo di sei pratiche al giorno…. significa che si rischia –quantomeno per i bandi già pubblicati – che la graduatoria giunga non prima di un anno e mezzo!!!
Al momento non c’è soluzione, visto che i dipendenti del dipartimento sono in tutto 134, più una ventina distaccati a Catania, ed hanno attualmente altri compiti di cui occuparsi…
D’altronde come dice  il dirigente generale, Alessandro Ferrara: “Le risorse umane sono quelle che sono, se le spostassi da altri servizi rischierei di provocare un danno erariale”!!!
Così, al momento, si naviga nel buio… 
Da una parte, i fondi europei, indicati come uno dei settori chiave su cui agire per produrre un rapido sviluppo… restano bloccati, dall’altro un dipartimento, quello delle Attività produttive, che subisce ripetuti tagli sugli straordinari, non consentendo a quegli stessi dipendenti volenterosi di completare le pratiche, fuori dall’orario di lavoro… 
Tra i bandi aperti, uno riguarda le imprese appena nate ed ha una dotazione di 30 milioni di euro, ma questa somma ahimè, non basterebbero neppure a coprire le briciole… visto che attualmente sono state presentate 1.169 domande e se accolte tutte, necessiterebbero di poco meno di 750 milioni!!!
Come dicevo sopra… per analizzarle ci sono soltanto due funzionari, che però devono dividersi fra questo e un altro bando, che invece riguarda le piccole e medie imprese: in quest’ultimo caso i fondi messi a disposizione da Bruxelles sono 70 milioni, le domande inviate 500 e gli investimenti progettati dalle aziende superano attualmente i 660 milioni!!! 
Poco più avanti, nello stesso dipartimento, c’è l’ufficio che s’interessa del bando da 20 milioni, questa volta per le imprese artigiane: ovviamente anche in questo caso i funzionari addetti quantomeno sulla carta sono due, di cui uno purtroppo ha avuto dei problemi di salute… (ovviamente colgo l’occasione per porgere i migliori auguri di pronta guarigione), per cui, l’unico dipendente rimasto, deve affrontare una montagna di domande, all’incirca 985, per un investimento complessivo di oltre 150 milioni.
Come diceva quel detto… ??? “Campa cavallo che l’erba cresce“!!!
C’è comunque chi è più fortunato, trattasi dei bandi sull’innovazione…
Gli addetti questa volta sono 8… ma devono fronteggiare tre programmi europei: quello da 28 milioni per i servizi innovativi alle imprese (con 470 domande), quello da 56 milioni per la ricerca tecnologica (con 43 progetti depositati), ed infine quello per la collaborazione fra aziende, università e Cnr, che ha una dotazione finanziaria di 56 milioni. 
Ovviamente tutti questi progetti se finanziati potrebbero creare una grande opportunità di lavoro, in una regione che ha fortemente bisogno di ciò… 
Ma come riporta perfettamente il titolo del post, quanto può interessare a quei 16.000 dipendenti regionali fare di più – in particolare senza che nessuno li abbia incaricati a quelle mansioni – affinché , grazie al loro operato, si possano creare quelle nuove condizioni di benessere sociale…
D’altronde loro sono “blindati”, un posto c’è l’hanno e non devono dimostrare a nessuno quella loro adeguata professionalità o quantomeno se il loro quotidiano rendimento compensi quanto mensilmente percepito…
Inoltre va aggiunto per correttezza, che se essi fanno molto di più di quanto gli compete, non riceveranno alcuna gratificazione personale e/o economica ecco quindi i motivi che portano abitualmente a vedere firmati i badge dai propri colleghi, richiesta di permessi per malattia insussistenti, interruzioni dai posti di lavoro per passeggiate al bar, a cui si aggiunge solitamente quella indispensabile sigaretta ed infine la necessaria lettura del quotidiano sportivo e quel doveroso passaggio sul web per controllare la propria pagina social…
Ecco, l’estenuante giornata è finita… si timbra il cartellino e si va avanti in attesa… della prossima giornata!!!
Certo… sono lontani i tempi del giudice Borsellino, quando diceva: “A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato”…  

Una cosa è certa: la mafia è ovunque!!!

Non si può dire che lo Stato stia a guardare… anzi, se pur con poco dinamismo, si è riusciti in questi anni a effettuare arresti eccellenti e molti di quei prestanome e/o affiliati a quel sistema, sono stati arrestati ed anche condannati…
Ma la mafia si sa… ha continuato ad espandere le proprie ramificazioni e ad ogni potatura, ne ha accresciute di nuove… 
Ed è questo il quadro per l’anno 2016, rappresentato in questi giorni al Senato, dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (Dna) per nome del Procuratore nazionale Franco Roberti e dalla Presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi…
Dalla relazione prodotta, emerge quanto è stato compiuto lo scorso anno, tra successi investigativi e processuali, ma purtroppo, le mafie storiche, hanno saputo dimostrare di non subire arresti…. anzi, si sono evolute, per meglio adattarsi ai vuoti provocati per l’appunto da quegli arresti e/o da quelle condanne… un vero e proprio cambio di quella strategia di controllo del territorio, ora certamente meno violento, ma più efficace.
La mafia investe nella società… cerca di condizionare l’opinione pubblica, i processi economici e culturali, ristabilendo quell’autorità che lo Stato, di fatto, fa mancare…
Si punta principalmente ad un metodo ormai collaudato “corruttivo e collusivo”, infiltrando i propri uomini, in quei settori amministrativi ed economici, non più privati, ma soprattutto pubblici… affinché si possa pian piano acquisire il controllo, per poi utilizzarlo illegalmente, per favorire le imprese amiche (mafiose) loro “affiliate”… 
Si punta a tutto, in particolare ai finanziamenti pubblici!!!
Si tenta in ogni modo, di aggiudicarsi tutte le gare degli appalti pubblici in programmazione, tentando attraverso la corruzione prima e la coercizione dopo, di acquisire quegli appalti… Questi difatti, vengono sin dalla loro progettazione, realizzati da professionisti esterni, appartenenti a quel sistema colluso (d’altronde gli uffici amministrativi pubblici, spesso non sono neppure in grado tecnicamente di poterlo redigere…) i quali, s’impegnano nella elaborazione degli stessi, progettandoli affinché nei bandi di gara, vengano imposte tutta una serie di condizioni e requisiti, che fanno in modo di escludere, la maggior parte delle imprese partecipanti… 
Ecco che, alla fine… il nome del vincitore è lo stesso della ditta (affiliata), che aveva prima fatto finanziare l’opera e che poi, aveva impostato il bando di gara, affinché potesse aggiudicarselo…
Ed è per questi motivi che la mafia si è dimostrata – se pur la lotta ferrea da parte dello Stato – capace di rimanere presente su tutto il nostro territorio regionale, operando in ciascun settore, quel metodo d’infiltrazione nei settori principali, quali quello economico e finanziario, consentendo alla stessa, il reinvestimento di tutti i proventi illeciti…
La mafia come si visto, in questi anni si è trasformata in una società per azioni… e si presenta oggi, come una vera e propria ordinata organizzazione, fortemente radicata nel territorio, lo stesso  che ne riconosce, attraverso i suoi sottomessi e omertosi cittadini, quella autorevolezza, che non viene nei fatti, riconosciuta allo Stato, vista ormai quest’ultima, come un’entità assente e distante, dai problemi quotidiani di cui soffrono i cittadini…
La mafia di contro lusinga, garantisce lavoro, offre protezione, sostiene le nuove attività imprenditoriali e interviene perfino nei problemi più comuni dei cittadini…
Così facendo, ha potuto acquisire negli anni quel consenso necessario, che le ha permesso, non solo di aver un controllo economico/finanziario, ma anche politico, amministrativo e sociale… discendendo ancor più nello specifico, in quello individuale…
Il proprio impegno d’altronde, è orientato a risolvere le esigenze dei cittadini, i quali sono sempre pronti lì ad elemosinare un favore personale, che verrà successivamente ricambiato (a quegli stessi uomini “affiliati”) nel momento delle votazioni!!! 
Dice il detto: Dove parla il favore tace la giustizia!!!

Il lavoro in Sicilia… resta un'utopia!!!

A dirlo è il rapporto di BankItalia…

Come avevo io stesso riportato alcuni anni fa… “vedrete che finito l’incentivo “ingannevole” compiuto dal programma del governo del Presidente Renzi… i dati dell’occupazione, mostreranno il loro vero volto“…
Difatti… è quanto sta accadendo, dopo il buon andamento degli anni scorsi, dal 2016 la crescita del numero di occupati si è arrestata, pur aumentando le ore lavorate di ciascun addetto… 
Non si assume, ma si pretende che i lavoratori, facciano 12 ore al giorno… integrando – quando ciò avviene – con una concessa miseria d’incentivo… a “nero”, che fa in modo di concedere  -con denaro contante – quella parte di stipendio definito di regola “straordinario”, ovviamente in una forma sottopagata e inferiore, ma soprattutto non documentata, senza prevedere eventuali supplementi previsti, quali notturni, ecc… 

Tutti sanno di quanto accade nel mondo lavorativo… dai sindacati, agli organi di controllo, dalle associazioni di categoria, alle imprese, fino agli stessi addetti… ma denunciare non porta a nulla, anzi si rischia di perdere il proprio posto di lavoro!!!  

Ho letto che a risentirne maggiormente del calo dell’occupazione sono gli uomini, che rappresentano la categoria più colpita dagli effetti della crisi, mentre le donne, dal 2014 hanno contribuito al buon andamento del mercato del lavoro, in particolare quello regionale, con una crescita degli addetti nel settore dei servizi… 
La Sicilia, rispetto alla media nazionale, ha fatto più ricorso a quelle strane forme flessibili di lavoro, utilizzando “voucher” per remunerare le prestazioni di lavoro richieste…
Dai dati riportati, si evidenzia che nel 2016 sono stati venduti 3,4 milioni di voucher… per una occupazione più a tempo pieno, che a tempo parziale… e con un 2017 iniziato con oltre 30 mila disoccupati senza sostegno al reddito…
La speranza di essere assunti entro l’anno è solo un’utopia, non ci sono “imprese” che possono definirsi tali, le altre ancora in vita e non legate al “sistema” mafioso… non hanno dove andare, mentre quelle colluse e “affiliate”, stanno pian piano “crollando” sotto i colpi inferti da parte della magistratura…
Le uniche che operano nel nostro territorio sono le cosiddette “general contractor”, che come ben sappiamo, usufruiscono di quelle limitate imprese definite “limpide”… almeno questo è quanto viene verificato sulla carta da quei cosiddetti “protocolli di legalità”, fintanto che ci si accorge… quasi sempre alla fine dei lavori, di aver subappaltato una grossa fetta di quegli appalti, ad una impresa stranamente “affiliata”… alla faccia della legalità e di quei controlli dell’Anti-corruzione!!!
Le loro imprese come ben sappiamo, usufruiscono soltanto di personale già da tempo “inquadrato”, contropartita di un altro sistema altrettanto mafioso, ma meglio conosciuto come politico/clientelare… ma ovviamente tutti, fanno finta di non saperlo!!! 
Si sta vivendo un dramma sociale… aggiungerei “esplosivo” dai pericoli imprevisti e che vede la nostra isola in una situazione allarmante, con una disoccupazione ai livelli più alti di tutto il Paese e senza aver a tutt’oggi definito un programma mirato al reinserimento di tutti quei lavoratori over 50, che vedono ormai il lavoro come una chimera.
Il fallimento della politica e dei nostri imprenditori è evidente a tutti… il sistema d’altronde in questi anni ha soltanto generato clientelismo ed una mancata meritocrazia…
Da un paese che ha investito soltanto su quanti appartengono a quel mondo ristretto,  cosa ci si vuole aspettare???
E’ evidente a tutti che, con questi tipologia di cittadini “miserabili” disposti a mediare per salvaguardare se stessi (o i propri familiari), i tentacoli di quella associazione mafiosa, con queste condizioni favorevoli… non potranno che continuare a vincere sempre!!! 
Il resto dopotutto proseguirà come sempre… con tante belle parole!!! 

Volete investire in Sicilia, bene… andate a Malta!!!

Ormai sono stanco di ripeterlo… ma sembra che uno dei nostri maggiori problemi – che dovrebbe essere risolto in Sicilia – non viene neppure affrontato o meglio, viene dirottato verso altri paesi, nuovi paradisi fiscali… specializzati nel proteggere denaro proveniente da meccanismi di evasione e riciclaggio…
Di cosa sto parlando ??? Ma del mondo del lavoro… del problema dell’occupazione!!!
Scusate, ma vorrei chiedere a tutti questi nostri governanti, che perdono quel loro tempo a discutere su elezioni appena concluse o su quelle prossime già in programma, sì… mi rivolgo a ciascuno di essi, sia a quelli “nazionali” che a quelli regionali, (per fortuna ancora per pochi mesi…), ma dove sono i programmi concreti per risolvere questa piaga???
Su quanto sopra debbo concordare con il programma espresso dalla Lega di Salvini, che prevede contro la disoccupazione uno “shock fiscale” in grado di liberare il nostro sistema produttivo da una tassazione “sanguisuga”, considerata tra le più alte al mondo e stabilendo un’aliquota unica intorno al 15% (io ritengo il 23% un dato più corretto…), che renderà conveniente a tutte le società estere investire e soprattutto farà in modo che quelle nazionali, continuino a restare in questo paese a produrre…
Inoltre, bisognerebbe fare una distinta selezione delle imprese… dividere cioè quelle affidabili da quelle fraudolente o ancor peggio, colluse con la criminalità organizzata; imprese che nascono per essere recipienti di voti e utilizzate principalmente per riciclare denaro sporco e creare business illegale…
Bisogna distruggere una volta e per tutte queste società fittizie, incapaci di fare impresa e specializzate esclusivamente nel compiere bancarotte fraudolente…
Basta con personaggi venduti che si prestano a fare gli amministratori prestanome, come vanno cancellati dal mondo del lavoro, tutti quei nominativi che dimostrano essere stati affiliati al sistema “cosa nostra”, lo stesso che ha permesso ad essi, i aggiudicarsi i tanti appalti, sia pubblici che privati…
Ed allora, in una terra in continua evoluzione, con un grande possibilità di sviluppo, ecco che la nostra classe dirigente si attiva affinché queste nuove idee possano concretizzarsi… 

Ne è l’esempio, il congresso di Confindustria a Catania, proprio di qualche giorno fa, i cui ospiti sono stati accolti al Palazzo degli Elefanti, dal nostro sindaco Bianco…
Il tema del convegno è rappresentato da un titolo interessante, perché fa comprendere a tutti, quanto bisogno ci sia del sostegno di ciascuno di quegli operatori, in particolare proprio degli imprenditori, poiché è grazie ad essi, che si potrà compiere quel radicale cambiamento…
Ecco quindi che finalmente, i nostri imprenditori, danno dimostrazione di saper credere in questa loro terra, perché rappresenta l’essenza di ciascuno di essi, un seme venuto alla luce che prende vita grazie a questa terra, la stessa che è stata cara ai loro avi e nella quale oggi vivono familiari, parenti e amici…
E quindi… come pensare di fare a meno di essa, qui è la vita e qui un giorno sarà la loro dimora per l’eternità…
Ecco quindi che gli imprenditori di Confindustria, guidati da Antonello Biriaco, si propongono a noi tutti con un tema avvincente: Malta Opportunità per le imprese italiane nell’ambito dei processi di internazionalizzazione!!!
Ehm… scusate… no… crediamo forse d’aver sbagliato convegno… (“minchia”… ma può essere che abbiamo sbagliato stanza…??? Ahooo… eppure il palazzo è questo??? Siamo ancora a Catania, ma controlla l’invito: L’incontro avrà ad oggetto l’esame del sistema imprenditoriale maltese, che costituisce un’opportunità nell’ambito dei processi di internazionalizzazione delle imprese italiane. Infatti, negli ultimi tempi Malta che, come noto, già da molti anni è entrata a far parte dell’UE, ha assunto sempre maggiore centralità nelle scelte strategiche degli imprenditori che sentono l’esigenza di assicurare alle proprie imprese una presenza internazionale crescente. Pertanto, l’obiettivo del presente incontro è quello di far conoscere le opportunità che, in questo contesto, Malta può offrire, nonché quello di individuare il corretto approccio rispetto ai processi aziendali da implementare che dovranno tenere conto degli aspetti produttivi, organizzativi, di localizzazione della “intellectual property”, societari e fiscali.
Scusate, ma non dovevamo affrontare il problema del lavoro in Sicilia, di migliorare le opportunità del’isola per indurre gli imprenditori nazionali ed esteri a investire in questo nostro territorio; creare nuove realtà turistico/alberghiere per offrire quanto di meraviglioso offre la nostra isola…
Mare e montagna, un vulcano spettacolare, una cucina unica con piatti realizzati dai nostri prodotti tipici e poi la gastronomia, i dolci, il vino, l’olio, una terra solare capace di dare i migliori frutti del mondo, ma soprattutto arte, siti archeologici, anche l’aria che si respira emana cultura…
Potremmo essere i più ricchi al mondo, se solo il nostri governanti e quei “pseudo” imprenditori, riuscissero a mettere a frutto, una sola parte dei nostri inestimabili tesori, naturali e non…
Ed invece cosa si fa… si organizzano convegni per spiegare al meglio a quei pochi imprenditori ancora intraprendenti, che è meglio che trasferiscano a Malta la loro attività…
Certo andiamo a migliorare quel paese, lo stesso che non si cura dei problemi dei migranti, che fa si che le loro banche non collaborino con le nostre forze dell’ordine per smascherare tutti quei correntisti anonimi, conosciuti esclusivamente con numeri cifrati, nomi e cognomi protetti da note fiduciarie, gente a cui è stata data l’opportunità di avere un passaporto maltese, imprenditori che operano in Italia, ma pagano le tasse lì al 15% … già, è bastato avere la residenza superiore a sei mesi e un giorno… ed infine viaggiano, rientrando nel nostro paese, con un portafoglio pieno di circa 10.000, potendo sempre dichiarare se controllati…  d’aver vinto al casinò di S. Julian.
Inoltre, si potranno acquistare con i soldi evasi o provenienti da attività di riciclaggio (o da quelle criminali), appartamenti, auto, gioielli, attraverso le proprie società appena costituite e a prezzi certamente inferiori, soprattutto perché  esenti da controlli…

D’altronde delocalizzare non costa nulla: una società si costituisce con meno di 250 euro, il c/c viene aperto immediatamente, il volo da Catania A/R costa meno di 150 euro, e con il catamarano se ne spendono 75… e nel frattempo tra una escort ed una puntata al black jack, s’impara pure l’inglese…
Ed allora, con tutti questi benefici, fanno bene a chiedersi questi imprenditori, perché restare in questa terrà e non andare ad investire a Malta???

Si chissà… forse sarebbe meglio, d’altronde osservando quanto hanno saputo fare per questa loro terra, forse è meglio che se ne vadano del tutto…
Almeno lì potranno distruggere quell’altra di isola… tanto la nostra, continueremo a portarla avanti noi… da soli, per come abbiamo fatto finora!!!