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Il problema arabo-israeliano parte da lontano – Seconda parte.

Come riportavo nel post di ieri, sebbene il conflitto costò agli israeliani ben l’1% della popolazione (quest’ultima già di suo esigua…), lo Stato d’Israele riuscì a sopravvivere al tentativo degli arabi di impedire la nascita di quello Stato, ed inoltre, a seguito di quelle guerre, essa si poté espandere ancor più di quanto le fosse stato assegnato dall’Assemblea delle Nazioni Unite!!!

Viceversa, la popolazione araba palestinese dopo la guerra fu costretta ad un esodo dai villaggi abitati verso gli stati limitrofi. 

Inoltre, in quello stesso periodo lo Stato israeliano impedì agli sfollati palestinesi di ritornare (di contro veniva incentivata nel mondo la politica d’immigrazione ebraica), espropriando tutte quele loro terre e dichiarandole di proprietà dello stato d’Israele!!!

Difatti, gli eventi che seguirono furono definiti dai palestinesi col termine arabo “nakba” e cioè catastrofe!!!

Difatti, soltanto 150 000 palestinesi rimasero in Israele, mentre la maggior parte, circa 750 000 fuggirono, trovando rifugio in Cisgiordania (280.000), nella Striscia di Gaza (200.000), in Giordania (70.000), in Libano (97.000), in Siria (75.000) e in Iraq (4 000).

La comunità arabo palestinese subì inoltre una forte lacerazione interna, anche per la circostanza che l’economie dei Paesi arabi confinanti fosse a quel tempo modesta, questi ultimi risultarono difatti incapaci di assorbire un così tale afflusso di rifugiati; tra l’altro, come riportavo sopra, Israele si oppose al rimpatrio dei profughi e quindi l’esilio di quei rifugiati divenne in quei campi profughi palestinesi, permanente!!!

Solo alla fine del 1949 l’ONU creò un’agenzia apposita per fornire assistenza e occupazione ai rifugiati palestinesi, la cosiddetta UNRWA. 

Nel contempo la catastrofe (al-Nakba) divenne ancor più estesa, seguita da un colpo di Stato in Siria in cui venne destituito il Presidente, quindi il re dell’Egitto seguì eguale sorte e nel frattempo, il re giordano Abdallah, venne assassinato, cui seguirono come vittime i primi ministri di Libano ed Egitto!!!  

Da quel momento, il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi e dei loro discendenti divenne uno dei temi più controversi del conflitto israelo-palestinese e seppur si provo negli anni seguenti a far crollare Israele, nulla, neppure i mezzi economici, politici e militari utilizzti riuscirono nell’intento.

E difatti, lo Stato d’Israele con il passar degli anni divenne viceversa ancor più robusto, non soltanto accrescendo la propria popolazione, ma migliorando le proprie difese militare, tanto che il suo esercito divenne in poco tempo, tra le prime 20 potenze mondiali militari.più organizzate al mondo. 

Sì… dalla dichiarazione di indipendenza del 14 maggio 1948, Israele ha continuato – e continua – ad espandere le proprie risorse militari, ma non solo,  già… perché non vanno dimenticate quelle nucleari che, nonostante il governo israeliano non abbia mai ammesso ufficialmente di possedere testate nucleari, secondo le stime internazionali, queste oscillano intorno alle centinaia!!!

Certo, la politica araba palestinese non ha mai smesso di lottare, d’altronde come hanno riportato in questi lunghi anni nei proclami i loro leader: “Bisogna riprendersi la Palestina, perché senza di essa, non c’è vita ma soprattutto dignità per gli arabi“!!!  

Pensare quindi che si possa giungere ora ad una pace è una speranza vana, d’altronde non ci potrà mai essere un negoziato tra Israele e Hamas, perchè le ragioni di sopravvivenza di una, dipendono dalla concreta eliminazione dell’altra e quindi – con queste premesse – nessuna trattativa e/o sforzo di mediazione potrà mai essere raggiunto!!!

Soltanto con un totale rinnovato cambiamento, sia politico che sociale, si potrà giungere forse ad un accordo tra le parti!!! 

Questo tra l’altro dovrà  prevedere la costituzione di un nuovo Stato Palestinese diverso dai territori nei quali si era finora vissuto, gli stessi che ora – a seguito dell’attacco di hamas – sono finiti nelle mani d’Israele!!!

Inoltre, tra i due stati confinanti, dovrà essere creata una fascia demilitarizzata, controllata dalle forze dell’ONU!!!

Altrimenti sarà tutto inutile e chi prospetta di possedere (da entrambi le parti) soluzioni alternative e/o proclama interventi militari, sa bene di dire una cazzata!!! 

Nessuno in questo momento può cambiare lo stato di fatto ed è soltanto attraverso il buon senso, ma soprattutto mettendo in campo equilibrio e rinunciando a voler eliminare l’altra parte contendente che si potrà giungere finalmente a quella desiderata pace secolare!!!

Ancora una volta si ripetono i silenzi e le ambiguità della chiesa cristiana!!!

Si è provato dal dopoguerra a celare i silenzi della Chiesa nei confronti del nazismo che, come sappiamo, sono stati oggetto di dibattito e di critica nel corso degli anni, ed oggi incredibilmente quei silenzi si ripetono, ancor più intensi, attraverso le dichiarazione dei Patriarchi e dei Capi delle Chiese di Gerusalemme!!!

Dopo l’attacco di Hamas a Israele, questi uomini di chiesa hanno commentato quanto accaduto, senza però che da quel messaggio si potesse comprendere in maniera chiara quanto fosse accaduto, chi fossero gli aggressori e soprattutto chi le vittime!!!

L’uso ambiguo delle parole, il non menzionare la milizia di “Hamas”, la scelta di rimanere in silenzio o per meglio dire adottando posizioni ambigue su quelle questioni che sappiamo essere rilevanti, come ad esempio i diritti umani, la pace, la giustizia, qualcosa di veramente preoccupante e aggiungerei per l’ennesima volta: insopportabile!!!

Una chiesa e quei suoi leader spirituali che invece di promuovere la pace e la riconciliazione tra quei due popoli, decidono di rimanere in silenzio o di adottare posizioni ambigue per una serie di fattori diplomatici, storici e ahimè culturali; leader religiosi che invece di far prevalere quel loro ruolo nella promozione dei valori fondamentali come giustizia, uguaglianza e pace, preferiscono tacere per evitare che quelle loro parole o quelle loro azioni, possano influenzare la percezione pubblica, alimentando nelle popolazione di entrambi gli schieramenti, la volontà di prendere una precisa posizione…

Indubbiamente si tratta di una situazione complessa, ma se da lato posso comprendere i motivi che spingono quei leader religiosi a riflettere attentamente sul loro ruolo, dall’altro, non posso pensare che restando neutrali essi possano contribuire a risolvere il conflitto in corso o promuovere una eventuale convivenza pacifica. 

E’ tempo di essere consci di quel loro potenziale, di quanto quelle loro parole possano essere d’impatto sulla pace, sui diritti umani e sulla giustizia, già… la consapevolezza dell’importanza di non ignorare o negare le questioni in gioco è essenziale, non è più tempo di esimersi…

Qualcuno si starà chiedendo cosa hanno scritto il 7 ottobre i Patriarchi di Gerusalemme? «La Terra Santa, luogo sacro per innumerevoli milioni di persone in tutto il mondo, è attualmente immersa nella violenza e nella sofferenza a causa del prolungato conflitto e della deplorevole mancanza di giustizia e rispetto dei diritti umani, lo storico e legale “Status Quo” dei sacri santuari. In questi tempi difficili, ci uniamo per alzare la voce, facendo eco al messaggio divino di pace e amore per tutta l’umanità. Siamo solidali con i popoli di questa regione, che stanno sopportando le conseguenze devastanti dei continui combattimenti. La nostra fede, che si basa sugli insegnamenti di Gesù Cristo, ci obbliga a sostenere la cessazione di tutte le azioni violente e militari che danneggiano sia i civili palestinesi che quelli israeliani. Condanniamo inequivocabilmente qualsiasi atto diretto contro i civili, indipendentemente dalla loro nazionalità, etnia o fede. Tali azioni vanno contro i principi fondamentali dell’umanità e gli insegnamenti di Cristo». 

Per gli israeliani a pesare su quelle frasi è l’assenza di menzione di “Hamas” ed anche la solidarietà “verso i popoli della regione“; ma d’altronde sono le stesse parole non dette di Pio XII, il non aver condannato quando poteva in modo forte il nazismo e soprattutto non aver fatto abbastanza per fermare l’Olocausto!!!

Sì… in questi ultimi anni si è cercato da parte del Vaticano di ripulire quell’immagine “torbida”, sostenendo che egli (il Papa), abbia agito in modo discreto per proteggere e salvare gli ebrei o altri perseguitati; si… vabbè, dimentichiamoci non solo di quei silenzi, ma anche di come vi siano stati atteggiamenti di supporto, nei confronti del regime nazista….

Ed oggi a distanza di quasi ottant’anni tutto si ripete, già… come allora; ma d’altronde quanto ora esploso rappresenta una situazione estremamente complessa e soprattutto difficile da risolvere, in quanto questo conflitto ha radici storiche profonde, a cui si sono sommate non solo le questioni territoriali, ma anche situazioni politiche, religiose e culturali che rendono la sua risoluzione un compito estremamente complicato.

Osservando quanto sta ora accadendo, non credo proprio che la comunità internazionale riuscirà a promuovere una soluzione pacifica per le parti coinvolte, no… ritengo viceversa che quanto sta per succedere, cambierà profondamente le nostre vite, perché vedrete difficilmente si giungerà a una stabilità nella regione, se non forse dopo che, una cospicua popolazione palestinese, residente in quei territori occupati, verrà costretta ad immigrare verso altre nazioni limitrofe ad Israele, come Egitto o Giordania!!! 

Rischi per la pace…

Rischi per la pace…

L’Imprevedibilità geopolitica, scelte protezionistiche e dazi, superare gli egoismi nazionali, risolvere il problema dell’immigrazione, una guerra civile europea, edificare una nuova democrazia per dare una risposta chiara ai cittadini…
Nulla di ciò verra mai realizzato, ho letto sul web ino studio che nell’introduzione al documento di uno studio avevano osseravato quanto segue: 
[…] in un periodo in cui il rapido cambiamento climatico in atto rappresenta uno delle più imminenti minacce alla sicurezza  globale e all’umanità, ci si aspetterebbe che le forze politiche siano concentrate a capire come ridurre le emissioni di gas serra e assicurare un futuro sostenibile. 
Ma il settore militare sta vivendo una sorta di nuova guerra fredda, una nuova corsa internazionale agli armamenti, e di fatto si sta registrando un aumento delle spese militari, non solo a livello NATO.
Questo studio dimostra che non solo le spese militari intercettano e ‘ingoiano’ risorse che potrebbero e dovrebbero essere usate per affrontare il cambiamento climatico, per investire nella giustizia globale, per promuovere la risoluzione pacifica dei conflitti e il disarmo, ma che l’industria tecnologica militare di per sé contribuisce all’emergenza climatica”.  
[…] La nostra speranza è che questo studio favorisca lo sviluppo di un dibattito pubblico su come affrontare le minacce alla sicurezza umana – come il cambiamento climatico – e nello stesso tempo faccia luce sul ruolo svolto dall’industria delle tecnologie militari e dalle forze armate.

ATTENZIONE: L'8% delle informazioni pubblicate sul web sono "FAKE"!!!


Una percentuale assurda…

Se si pensa che ogni 10 notizie una è falsa, comprenderete da soli la gravità… poiché dimostra di come ciascuno di noi, non è in grado di rendersi conto effettivamente, su quanto riceve ad esempio sul proprio smartphone… 
le notizie più taroccate sono quelle che riguardano la politica in genere, ma soprattutto quanto compiuto dall’attuale governo giallo/verde, seguono cronaca nera, salute e notizie scientifiche… 
A riportare quanto sopra è stata l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che ha evidenziato come durante il periodo che precede una campagna elettorale, vi sia una crescita esponenziale di notizie fake…

Ormai la disinformazione è diventato uno strumento con cui distruggere gli avversari politici… e la cosa assurda che la media sale, grazie alle cosiddette condivisioni effettuate sui social…

Non so quante volte mi è capitato di parlare con persone che mi raccontavano d’aver letto alcune notizie riguardanti quel determinato politico… e se pur il sottoscritto ha provato a chiarire che quanto letto fosse falso, sono in molti a restare della propria opinione!!!    
Per cui prepariamoci… l’elezioni per le Europee sono quasi prossime, ed allora a breve tutto il fango verrà gettato su quegli aspiranti politici, sempre che qualcuno di loro riesca nell’intento di candidarsi, prima di interrompere quella scalata a causa di una possibile inchiesta giudiziaria…
Ormai c’è un apparato che genera ogni giorno centinaia di documenti fasulli, affinché le notizie fake possano trasformarsi…
L’obiettivo è quello di far diventare reali le notizie false, affinché quest’ultime possano con i giorni divenire l’unico vero sistema d’informazione…
Ecco quindi che nuovi temi faranno in modo di condizionare la preferenza degli elettori, iniziando a toccare temi sociali quali la mancanza di lavoro, la sicurezza, l’immigrazione, la legittima difesa, la lotta alla criminalità organizzata, e via discorrendo…
Tutti temi che stanno a cuore ai cittadini, ma che a seconda di come viene raccontata l’informazione, sposta le preferenze, da una parte all’altra…
D’altronde attingere informazioni a mezzo web, è come cercare di riempire un bicchiere d’acqua sotto le cascate del Niagara…
E’ un vero peccato che in una società come quella attuale piena d’informazioni, nessuno riesca a pensare con la propria testa…

Perché il Regno Unito vorrebbe lasciare l'Unione Europea?

Brexit ad ogni costo, già ma perché???
Innanzitutto spieghiamo cosa significa “Brexit”… È una parola usata per dire che il Regno Unito lascia l’UE!!!
Hanno unito le parole “Br” (che sta per Britain) a “exit” per l’appunto uscire”, per ottenere la parola “Brexit”!!!
Ma perché il Regno Unito ha deciso di lasciare l’Unione Europea?
Innanzitutto come ben sapete è stato indetto un referendum (il 23 giugno del 2016), per decidere se il Regno Unito dovesse lasciare l’Unione europea ed ha vinto la brexit con il 51,9% contro il 48,1%, ed un’affluenza di oltre 30 milioni di votanti…
Ma se osserviamo i dati nel suo contesto, si è visto che c’è stata una grande diversità di voto tra Inghilterra (Brexit) e Scozia+Irlanda del Nord (Remain), quest’ultime infatti hanno votato per rimanere nell’UE. 
La Scozia ha sostenuto il Remain con il 62% di voti e l’Irlanda del Nord  ha votato sempre Remain con il 55,8%…
Considerato che restare in Europa ha apporta ad essi dei grandi vantaggi, ad esempio la cooperazione economica, l’idea di mercato unico, libera circolazione di merci e persone, come fossero in un unico paese.
Inoltre si può utilizzare la sua valuta… l’euro, che viene di fatti utilizzata da ben 19 paesi membri, mentre il parlamento europeo, fissa le regole in molti settori, inclusi ambiente, trasporti, diritti dei consumatori e via discorrendo…
Ed allora perché il Regno Unito ha deciso di lasciare l’UE il 29 marzo 2019???
Ovviamente il 10 dicembre 2018 la Corte di giustizia europea ha stabilito che il Regno Unito potrebbe anche annullare il processo “Brexit”, senza il permesso degli altri 27 membri dell’UE e rimanere membro dell’UE alle sue condizioni attuali, a condizione però che la decisione segua un “processo democratico”. 
Ma il primo ministro Theresa May stasera è riuscito a superare la manovra di sfiducia, superando i voti dei parlamentari che avevano pensato di votarle contro…
La verità è che il principale partito di opposizione del Regno Unito, voleva provare a forzare il voto per giungere a nuove elezioni, convinti poi di poterle vincere, ritornando così a Bruxelles per negoziare la loro versione di Brexit…
Ma come abbiamo visto tutto è finito nel nulla e la premier May, ha vinto!!! 
E quindi si va verso l’uscita dall’UE…
Ritorniamo quindi a valutare quell’accordo definito dalla “Brexit”…
Un contratto di 585 pagine che definisce i termini del divorzio del Regno Unito dall’UE, dove sono inseriti i miliardi di sterline che il Regno Unito deve all’UE, ben 39 sono i miliardi…  e soprattutto cosa accade ai cittadini dell’Eu che vivono nel Regno Unito, ed anche ai cittadini del Regno Unito  che vivono nell’UE…
Ed inoltre cosa accade a quei cittadini dell’Irlanda del Nord e soprattutto se si rischia nuovamente un confine fisico con l’Eire (Repubblica d’Irlanda)…
Ed ancora, quali relazione vi sarà tra Regno Unito e l’UE in particolare in quei settori primari tra cui, commercio, difesa e sicurezza…
Certo è strano di come – a differenza di ciò che hanno sempre fatto nel corso della loro storia, mi riferisco all’attenzione con cui hanno guardato l’aspetto economico e finanziario – una circostanza posta sempre in cima all’agenda dei suoi elettori – in particolare durante i periodi di scarsa crescita o di austerità – in questa fase, non s’interessi degli enormi costi che avrà per tutto il regno, questa sua uscita…
Da quanto sopra si comprende che sono altre le motivazioni a spingere verso la Brexit e quali???
Tra queste possiamo annoverare un ritorno alla sovranità nazionale, ma soprattutto a spaventare è il controllo dei confini, in altre parole quel voler limitare il flusso d’immigrazione che tanti problemi sta creando in altre nazioni europee, tra cui la nostra…
Eppure i rischi per quel Regno Unito ci sono tutti: recessione, moneta più debole, inflazione, disoccupazione, svuotamento in molte strutture di quei professionisti e ricercatori con documento d’identità comunitario, e infine quell’impatto negativo che avrà sui loro business…
Vedremo nei prossimi anni, chi avrà avuto ragione…

La Sicilia… resta un'isola!!!

La Sicilia, un piccolo continente…
Una terra troppo satura che non può assorbire ancora oltre, le energie dei suoi figli…

C’è l’emigrazione come fatto di rifiuto economico…
C’è l’immigrazione fatto di rifiuto intellettuale e culturale…
È da oltre mezzo secolo che la Sicilia si imbarbarisce, perde le sue risorse, cede al disfacimento il suo patrimonio antico… 
Il suo stesso panorama, che resiste ormai soltanto in alcune zone e che bisogna faticosamente riscoprire…
Entrare nella storia moderna è stato difficile.
La sua vecchia classe dirigente si è dissolta al servizio degli interessi esterni e fra questi ha trovato accoglimento ideologico, politico ed economico.
Le sue antiche industrie e i suoi commerci resistettero poco all’invasione degli interessi cosiddetti “nazionali” in quella imposizione politica che caratterizzò il processo unitario…
Ogni qualvolta mi trovo a visitare alcune zone fortemente caratterizzate per il loro patrimonio artistico e culturale, penso ormai di appartenere ad una generazione, che ha avuto il privilegio di vedere i luoghi così com’erano…
E così avviene quando si visitano alcune zone costiere oggi fortemente degradate e questo fa riflettere sul fatto che le nuove generazioni non avranno più questa possibilità di avere almeno nella loro memoria, una visione del territorio così com’era e di come è stato selvaggiamente negli anni trasformato, un bene che viceversa doveva essere conservato. 
Ma mi chiedo: siamo stati vittime?
È pure vero che le colpe le abbiamo tutti, le colpe sono anche la tolleranza, le colpe sono anche la mancanza di reazione… che certamente ha caratterizzato noi siciliani nella situazione di degrado esponenziale in cui il nostro territorio è stato portato.
Questo dipende dal fatto che noi non abbiamo saputo dare alla cultura, il peso che invece avremmo dovuto dare, non solo per il nostro presente, ma soprattutto per il nostro futuro. 
L’altra riflessione da fare è se non è necessario fare un profondo ripensamento sul ruolo effettivo dato alla cultura…
L’uomo di domani avrà certamente una serie di vantaggi e anche di condizionamenti, evoluzioni tecnologiche, sistemi informativi, nuovi sistemi di comunicazioni…
Dobbiamo quindi valorizzare al massimo la componente culturale??? 
La risposta è chiaramente sì!!!
Quando si parla di centri storici, di parchi archeologici, di riserve naturali, come ad esempio i parchi, dobbiamo fare i conti con queste nuove dimensioni…
Ad esempio sui problemi parchi naturali, alcuni aspetti vanno evidenziati: il primo è quello dell’abusivismo!!! 
È un fatto su cui non si può più chiudere gli occhi, non possiamo dire, “ciò che è stato è stato”, quello che è avvenuto è avvenuto, partiamo da oggi, perché già si sono compromesse alcune cose, che invece possono e devono essere ripristinate…
Allora, le forze politiche che vogliono portare avanti questi discorsi, facciano qualcosa…
Avranno il coraggio di dire demoliamo quelle strutture abusive??? 
È questo, secondo me, un banco di prova, perché bisogna dare la dimostrazione che si vogliono superare certi egoismi, che non si vogliono premiare i soliti furbi e disonesti. 
E io dico che in parecchi casi ci troviamo di fronte a costruzioni che perfino l’ultima legge sul condono ritiene non sanabili o quantomeno non rientranti in questa nuova sanatoria.
Questo ci deve fare riflettere che c’è un limite anche alle sanatorie, c’è un limite alla coltre che copre tutto, ci sono delle condizioni che non possono essere sopportate e allora è su questo si deve misurare anche la capacità, la volontà delle forze politiche di dire no e di aprire quindi ad una pagina nuova…
Ma si sa… la Sicilia su questi gravi argomenti, resta sempre un’isola…

Chi l'ha vista??? Cosa…??? La "COMMISSIONE NAZIONALE ANTIMAFIA"!!!

L’ultima volta che ho ascoltato la Presidente On. Rosy Bindi (della Commissione parlamentare antimafia) è stato il 21 Febbraio a Palazzo Madama durante la Relazione conclusiva, che descriveva la situazione delle mafie in Italia, presentando un documento di 504 pagine sul lavoro svolto nei cinque anni di mandato, che si riassumevano in 245 sedute, 130 riunioni dei comitati di lavoro, per un totale di 315 audizioni e 104 missioni in Italia (in particolare in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, che rappresentano tradizionalmente le quattro regioni con il maggiore insediamento mafioso) e all’estero.

Inoltre dal lavoro svolto, sono state tratte due proposte di legge: la riforma organica del codice antimafia (legge 161/2017) e la riforma del sistema di protezione dei testimoni di giustizia (legge 6/2018), approvate dalle due Camere ed entrate in vigore.
Se osserviamo quindi quanto compiuto da quella Commissione, possiamo evidenziare che essa abbia contribuito ad una maggiore efficacia nel contrasto alle organizzazioni criminali di tipo mafioso, attraverso anche rilevanti collaborazioni con il Consiglio superiore della magistratura, con i Ministeri della giustizia e dell’interno, con la Banca d’Italia, con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, con la Polizia di Stato, l’Arma dei carabinieri e la Guardia di finanza…

Senza tali contributi, sarebbe stato impossibile svolgere adeguatamente quei compiti istituzionali che hanno saputo tener viva l’attenzione sui temi economici, sociali e produttivi delle attività mafiose, nonché della verifica dell’adeguatezza della normativa sulla prevenzione e il contrasto delle varie forme di accumulazione dei patrimoni illeciti, del riciclaggio e dell’impiego di beni che rappresentino il provento delle attività della criminalità organizzata mafiosa…

Ulteriore attenzione è stata data alle associazioni antimafia, antiracket e antiusura, senza dimenticare la speciale considerazione che la Commissione ha voluto riservare al ruolo e alla storia dei testimoni di giustizia, ed inoltre, nel quadro di una collaborazione quasi strutturale riconosciuta dal Consiglio superiore della magistratura, si è intervenuti nell’ambito di quelle attività connesse alle tornate elettorali nelle regioni e nei comuni, in particolare quelle che tornavano al voto dopo uno scioglimento o un accesso ispettivo per forme di infiltrazione e condizionamento mafioso. 
Perché lottare contro le mafie non significa soltanto “reprimere”, ma significa avere bonificare, trasformare e costruire agendo su due livelli: quello politico “attraverso una maggiore giustizia sociale ed economico, attraverso la correzione o la cancellazione di quei meccanismi che generano dovunque disuguaglianza e povertà!!!
Ora incredibilmente sembra che le mafie siano scomparse…
Fateci caso, nei Tg nazionali e regionali si parla esclusivamente di migranti, come se la lotta all’immigrazione sia diventata la principale strategia dell’ordine pubblico, in linea con le nuove gerarchie della sicurezza, per i quali un immigrato sia più pericoloso di un mafioso!!!
Quindi, se da un lato s’inneggia la sentenza sul riconoscimento della trattativa Stato-mafia, dall’altro si trascura di dare priorità alla ricostruzione di quell’organismo parlamentare che ha contribuito negli anni a rendere le mafie meno sconosciute e a segnare con alcuni suoi atti, non solo la vita parlamentare, ma la stessa storia del nostro paese…

Non si comprende quindi perché ora che quelle mafie hanno raggiunto un ruolo economico /e finanziario così considerevole, con una presenza altresì costante in tutte le regioni italiane (circostanza quest’ultima che mai storicamente era stata raggiunta…), si continui ad operare, senza rimettere nuovamente in movimento, quella importante commissione!!!
Ho come l’impressione che qualche “puparo”, abbia deciso di far ritornare indietro di trentanni questo nostro Paese…
Già… quando erano in molti a sostenere per l’appunto quel ritornello: La mafia non esiste”!!!

  

Immigrazione: Cosa accadrà in Europa se non si prenderanno al più celere provvedimenti???

Sono quattro anni che riceviamo migranti e rifugiati in tutta Europa…
Precisamente sono circa 1.800.000 le persone giunte con i barconi o via terra, e precisamente: 200.000 nel 2014, 1.000.000 nel 2015, 390.000 nel 2016 e 200.000 nel 2017 a cui vanno sommati quelli giunti quest’anno…
Possiamo dire con certezza che dopo la seconda guerra mondiale, quanto sta accadendo in questi anni, rappresenta il più grosso flusso migratorio degli ultimi 70 anni e la disgrazie è che va sempre più aumentando senza alcuna sosta… 
Certo, i numeri sono calati a causa delle nuove barriere di confine createsi nei balcani o grazie agli accordi con i governi della Turchia e della Libia.

Seppur quest’anno i numeri parlano di circa 40.000 persone accolte, di cui il nostro paese conta già 16.000 unità… il problema più importante è comprendere cosa fare con i quasi due milioni di migranti presenti nel territorio europeo, anche perché la maggior parte di essi, non è più andata via o quantomeno ha scelto di non fare più rientro in quelle elle loro terre d’origine…

Comprenderete certamente come quanto sopra, costituisca di per se un enorme problema, non solo in materia di asilo, ma anche di controlli, sicurezza, occupazione e soprattutto… integrazione sociale.
Ovviamente il nostro paese è quello che ad oggi ha subito la maggior parte di quella invasione, a causa della posizione geografica che ha permesso in maniera facilitata l’ingresso attraverso barconi o grazie all’aiuto di quelle cosiddette “Ong”, che si stanno dimostrando certamente utili alla salvaguardia di quei poveri disperati, ma di contro, alcune di queste organizzazioni umanitarie, hanno evidenziato ambigui sospetti di collaborazione, con quei trafficanti criminali, dediti alla tratta di esseri umani… 
Ecco perché in questi giorni il nostro paese, sta spingendo verso controlli più severi delle frontiere esterne, ma soprattutto punta ad una più equa distribuzione dei nuovi arrivati…
Bisogna innanzitutto convincere nazioni come Malta, Ungheria, Polonia ad aprire le loro frontiere, ma soprattutto bisogna imporre ad altre nazioni più ricche, come Francia, Germania e Spagna ad intervenire a sostegno del nostro paese e ad essere più disponibili nell’accettare una parte cospicua di quei migranti.
Non si può più continuare per come si è fatto!!! Non basta più all’Europa donarci 80 euro per ogni migrante che giunge nel nostro paese, affinché quest’ultimi, vengano trasformati in bonus per i nostri dipendenti, non abbiamo bisogno dell’elemosina… ciascuno deve fare la propria parte, se non si vuole avere un’altra “Brexit”, come quella Gran Bretagna, che ha preferito uscire dall’Eu pur di non aprire le porte dei loro confini… 
Sì, stranamente di quella presa di posizione vergognosa… e per nulla “british“, che ha espresso in maniera chiara un sentimento anti-immigrazione, nessuno ne ha parlato, di contro, quanto espresso e compiuto in questi giorni dal neo ministro degli interni Matteo Salvini, ha scatenato da parte di quei governi insensibili, forti prese di posizione, tra cui quelle esternate dal Presidente Emmanuel Macron che ha definito il nostro paese “cinico e irresponsabile” e allo stesso tempo dal ministro degli interni della CSU, Horst Seehofer, che aveva chiesto il diritto di allontanare i migranti ai confini della Germania, una proposta che il Cancelliere federale Angela Merkel ha respinto…
Quanto sopra perché si è deciso di non fare approdare nei porti italiani, una nave Ong denominata “Aquarius”, che trasportava 629 persone…
E dire che Malta l’aveva rifiutata, e solo l’intervento diretto della Spagna, grazie all’invito del nuovo primo ministro Pedro Sanchez, ha dato soluzione provvisoria al problema…
Una cosa è certa, il problema adesso si è trasferito dall’Italia all’Europa… e non basterà più a quelle nazioni accogliere qualche nave di tanto in tanto, solo per farsi un po di pubblicità umanitaria… 
Il problema va affrontato in maniera collettiva da tutti, se si vuole salvaguardare la coesione e il futuro dell’Europa!!! 
C’è bisogno di una risposta forte che preveda nuove regole per alleggerire l’onere di quegli stati come l’Italia, che da sempre sono in prima linea e non possono più essere lasciati soli!!!
Bisogna pensare infine a far rientrare tutti questi migranti nei loro paesi di provenienza, offrendo innanzitutto a quelle nazioni, la cancellazione totale dei debiti e migliorare le strutture governative di quei paesi, non con i soli aiuti finanziari che hanno dimostrato nel corso di questi anni condurre alla corruzione e alle guerre, bensì con una assistenza efficace che possa migliorare il tenore di vita di quelle persone.
Bisogna investire finanziando progetti validi, che creano sviluppo e occupazione, attraverso mirati istituti di credito internazionali o agenzie delle Nazioni Unite, che puntano al rilancio economico, attraverso la costruzione di nuove infrastrutture, la realizzazione di bacini idrici, la realizzazione d’impianti per l’energia alternativa e dando grande interesse prima ancora che alle industrie, all’agricoltura, alla pesca e al commercio…
Soltanto con politiche d’intervento mirate come quelle sopra descritte, si potrà sperare di far progredire quei paesi sottosviluppati e permettere così di far rientrare la maggior parte di quei suoi migranti, oggi ahimè dislocati nel nostro territorio europeo…
Ogni altra futile iniziativa, lascerà inalterata questa attuale condizione, sia in quelle regioni che da noi, contribuendo ancor di più negli anni futuri, a far giungere sempre più disperati, che cercheranno con tutti i mezzi di giungere nelle nostre coste, alimentando così facendo, quella xenofobia che sta ottenendo sempre di più, quel deleterio e preoccupante consenso sociale!!!
Spero solo di non dover essere testimone di quanto già accaduto mezzo secolo fa ai miei progenitori… 

Catania: è giunto il momento di risolvere il problema degli extracomunitari!!!

In questi anni ci siamo abituati a convivere con questa presenza costante di extracomunitari…
Bisogna aggiungere come quest’ultimi si siano perfettamente integrati e adattati ai nostri costumi e soltanto ad esclusione di qualche episodio spiacevole individuale, per il resto, non ci si può lamentare…
Dopotutto, se andiamo ad analizzare queste comunità più da vicino, vedremo come si siano appropriati di quei settori, che da tempo noi italiani non svolgiamo più…
Ad esempio la comunità rumena (o albanese) è particolarmente dedita ai lavori edili nelle costruzioni in genere, mentre quella mauriziana è più interessata al giardinaggio, le loro donne, si sono ben inserite in quella nicchia che prevedono lavori domestici o assistenza agli anziani…
Molti extracomunitari del nord Africa, come marocchini, tunisini o egiziani, hanno preferito indirizzarsi come i cinesi, nella vendita dei loro prodotti nei mercati locali; altri legati da noi alla criminalità organizzata sono inseriti nella vendita dei prodotti clonati o delle false firme; poi c’è chi si è canalizzato nella vendita dei prodotti alimentari dei propri paesi di provenienza ed altri ancora, hanno aperto ristoranti tipici o fast & food con piatti d’asporto e piadine con kekab…, 
Ognuno di loro cerca un modo per sopravvivere e c’è anche chi, non riuscendo a trovare un lavoro, si posiziona negli incroci delle nostre strade, per vedere di tutto… o per ripulire – tra le mille proteste – i vetri delle nostre auto.
Da questa estate però qualcosa è cambiato.
Ho notato difatti che, i cosiddetti lavavetri sono all’improvviso spariti e curiosamente, questi sono stati sostituiti (e dovrei aggiungere in quasi tutti i semafori), da extracomunitari di provenienza africana, che chiedono quotidianamente un’offerta…
Il problema non è tanto nell’essere generosi con qualcuno di loro, ma nel far comprendere a tutti gli altri, d’aver già adempiuto alla nostra buona azione quotidiana…
Sarebbe impensabile dopotutto portare con se, un salvadanaio da suddividere ad ogni fermata d’auto…
Il sottoscritto per esempio, partendo da Gravina di Catania, per recarsi al centro, incontra circa 15 incroci… e in ognuno di essi, c’è sempre qualcuno che si avvicina per chiedere l’elemosina; ovviamente quelli presenti sono molti di più, solitamente sono due o tre, quindi 45 persone poste in quegli incroci che  attendono con le loro mani giunte a mo’ di preghiera, con la testa inchinata in segno di prostrazione e sfiniti, supplicano un piccolo contributo per quel loro disagio…
Si comprende come provino a coinvolgere emotivamente gli autisti, utilizzano nuovi espedienti per commuoverli e non lo dico per criticarli, ma perché comprendo come, non riuscendo nel loro scopo e sommando i continui fallimenti, fanno sì che ad ogni azione successiva, la sofferenza espressa risulti più convincente…
Non possiamo paragonare loro a quei cosiddetti Rom; quest’ultimi comunque li incontreremo durante la nostra giornata e sappiamo bene, quanto siano specializzati nella raccolta di denaro e di come utilizzino i loro bambini per far ciò…
Qui però, non esistono ricchezze nascoste, non vi sono “Rolex” d’oro o auto di lusso… qui si tocca con mano la cruda povertà e far finta di non vedere o credere che il problema sparisca da solo è una vera follia… 
Si tratta esclusivamente di traslare il disagio in atto, cercando di coprire gli eventuali rischi che potrebbero alla lunga scoppiare…
Infatti… quanti di voi oggi stanno lasciando l’elemosina a questi ragazzi, sapendo che al prossimo semaforo ci sarà qualcun altro che vi sarà sentire male, per non averlo aiutato??? 
Non giratevi anche con me dall’altra parte, non fate finta di non aver compreso quanto vi sto chiedendo…
Sapete bene di cosa sto parlando, a breve appena questi indigenti non avranno neppure un euro per se, non vi chiederanno più l’elemosina e preferisco almeno in questo contesto, non riportarvi cosa prevedo…
Il problema esiste e bisogna trovare con urgenza una soluzione!!!
Ciò che non riesco a comprendere e che per ogni rifugiato nel nostro paese, il nostro Stato spende mediamente 35 euro al giorno; una buona parte di questi, sono stati finanziati dalla Comunità Europa… 
Ovviamente questi euro, non vanno consegnati all’extracomunitario, ma servono principalmente a gestire tutte quelle cosiddette associazioni di promozione sociale, volontariato, cooperative a cui vanno aggiunte purtroppo anche le ben note associazioni truffaldine come quelle scoperte con “mafia capitale” ed altri casi, in cui sono attualmente in corso le indagini delle procure, per la gestione dei quei campi profughi o per lo sfruttamento dell’immigrazione… 
Ed allora, se questi extracomunitari, possono “usufruire” direttamente di vitto, alloggio, spese mediche costi per quei programmi d’inserimento lavorativo, non si comprende cosa facciano per strada… 
Per meglio dire, intuisco che il problema sta proprio in quel denaro ricevuto, in quanto ad  ognuno di essi, resta in tasca circa 70-80 euro al mese, sono 2-2,50 euro al giorno per le proprie restanti necessità: una scheda telefonica, l’acquisto di vestiario, un pacchetto di sigarette e quant’altro…
Quindi, per quanto ancora pensate che questi soggetti resteranno così umili e obbedienti??? Ossia, sperate forse che inaspettatamente questi decidano di rientrare nelle loro terre d’origine???  Nessuno di loro andrà via e soprattutto visto l’attuale contesto di crisi mondiale, nessuno andrà via prima dei prossimi dieci anni!!!
Cosa fare quindi con tutti questi extracomunitari che non stanno trovando alcuna soluzione immediata ai loro reali problemi??? 
Pensiamo ancora che l’assistenzialismo possa proseguire in eterno??? 
Ed infine, ci stiamo dimenticando che il nostro paese non è proprio nelle condizioni economiche da permettersi questi costi in eterno; aggiungerei anzi che vista la profonda recessione in cui siamo immersi, dove manca di tutto, in particolare il lavoro e con la maggior parte delle famiglie, disoccupati e pensionati, che non arriva a fine mese, credo sia il momento di cominciare a riflettere…
Anche perché ritengo che quando verrà il momento di dover scegliere, decidere chi tra noi e loro dovrà sopravvivere… cosa pensate che sceglieranno gli italiani???
Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla!!!

REFERENDUM NEL REGNO UNITO!!!

In queste ore si sta decidendo delle richieste del primo ministro Cameron e del futuro del Regno Unito nell’Unione Europea. 
Sono richieste che se non verranno accettate influiranno in maniera decisa sul referendum a cui i cittadini britannici dovranno esprimersi… e cioè decidere se vorranno rimanere o uscire dall’Unione Europea!!!
Quindi mentre da noi ci si esalta a parlare di Europa… nel Regno Unito di contro si vorrebbe uscire… 
Non bisogna scordare che già alcuni nazioni europee a suo tempo avevano scelto almeno con la moneta di non entrare nell’euro, per esempio la la Svezia e la Danimarca… ed oggi a quasi quindici anni dall’ingresso nell’euro si comprendono meglio quelle motivazioni…
Sono in molti a pronosticare nel primo periodo gravi perdite… ma successivamente i vantaggi che ne deriverebbero dall’uscire dall’unione… dovrebbero essere di gran lunga superiori… avendo già da tempo valutato, quali conseguenze economiche e finanziarie avrebbe quella decisione…
Considerato che solitamente, i loro analisti, sono considerati tra i migliori del mondo… difficilmente vedrete che le previsioni riportate, scosteranno di molto rispetto a quanto considerato… 
Si pensa che le perdite del PIL saranno intorno al 2% ed è certamente il dato più ragionevole sul quale si potrà in futuro discutere…
Ovviamente le società britanniche hanno grossi timori sulle eventuali ricadute che l’uscita avrebbe in particolare sulle esportazioni… costrette in tal caso, a pagare nuovamente dazi doganali e costi amministrativi attualmente non presenti…
Sono in molti a credere che uscire dalla CE sia un forte rischio anche per quanto concerne i livelli occupazionali… ed è il motivo per cui molte importanti società, stanno pensando di delocalizzare nei paesi del vecchio continente,  l’intero processo di lavorazione dei loro prodotti o almeno alcune delle sue fasi… al fine di guadagnare o di non perdere quella competitività raggiunta… tra queste vi sono nomi di importanti compagnie internazionali…
Io ritengo piuttosto che la vera motivazione sia legata al fenomeno dell’immigrazione…
Si cerca con questa strategia del referendum popolare… di inibire l’ingresso nel paese di questo flusso di persone in movimento… ovviamente per loro è più facile gestirne i blocchi, avendo di fatto una barriera naturale costituita da uno stretto di mare considerato tra i più impervi e pericolosi, difficile da superare per poter raggiungere quelle loro coste… certamente non con i semplici gommoni, con i quali stanno invadendo il nostro paese!!!
A quanto sopra va aggiunto il rischio di nuovi attentati terroristici… che sfrutterebbero l’ingresso obbligatori concordato dalla CE per far transitare nella grande isola, i propri affiliati e sostenitori, per poter successivamente compiere quanto già si era prefissati… 
Qualcosa – nella nostra cara e vecchia l’Europa – sta accadendo… e tentare di farci credere che tutto è sotto controllo rappresenta un dato inattendibile e soprattutto inconsistente!!!
L’Europa è una polveriera pronta ad esplodere… e noi tutti, ci siamo seduti sopra… tutto il resto è falso!!!

Come se non bastasse… si stanno incrementandosi atteggiamenti violenti di xenofobia, che ormai hanno iniziato a contagiare anche quei paesi europei,  da sempre considerati “emancipati”…

Il riemergere di nuovi sentimenti d’avversione stanno determinando scelte nazionaliste e populiste, che determinano recrudescenze contro gli stranieri o per ciò che è straniero (per meglio dire… che viene percepito come tale…), un problema quello delle discriminazioni che evidenzia come quest’ultimo, sia fortemente connesso all’aumento dei flussi migratori…
Quanto sopra purtroppo, sta agevolando la circolazione di messaggi nel web -in particolare nei social network- dove sempre più… espressioni d’intolleranza razziale e religiose, stanno alimentando quelle politiche di divisione tra gli stati dei membri europei…
Sono messaggi di odio, che di fatto contrastano con i principi di alleanza politica e d’unione europea, che sin dalla sua costituzione… erano stati prefissati; veri obbiettivi di promozione sociale ed economica, necessaria tra paesi da sempre divisi dalla storia e da processi culturali diversi!!!
Belle parole che hanno ispirato fantasie e sentimenti nobili che hanno retto in tutti questi anni… ma che ora, come carte di un castello stanno iniziando a crollare!!!

Come intervenire sul problema… immigrazione.

L’immigrazione, da quanto sta avvenendo, rappresenta una sfida preoccupante, non solo per il nostro Paese, ma per tutta l’Europa. 

Il fenomeno infatti, presenta varie implicazioni che spaziano da quelle economiche a quelle sociali, da quelle culturali a quelle di ordine pubblico.
Difatti, proprio l’opinione pubblica, corre spesso il rischio di avere una visione distolta del fenomeno dell’immigrazione, in quanto si tende a parlare d’immigrati, solamente quando… accadono gravi fatti che attentano all’ordine;
Quasi sempre… si parla di immigrati collegandoli alla criminalità organizzata, ed è per questo, che il fenomeno viene trattato principalmente come un problema!
Non bisogna però dimenticare, che il fenomeno dell’immigrazione è fatto sostanzialmente da uomini, donne e bambini, dalle loro storie, speranze e paure che s’incrociano, diritti ricercati e desiderio di costruire qualcosa di nuovo per se e per i loro cari.
L’immigrazione inoltre… viene spesso trascurata, anche da quanti vedono in essa una risorsa, poiché nella pratica, quest’ultimi, in virtù dei mancati controlli, calpestano e offendono, quell’intima dimensione umana. 
Da qui la nascita d’interventi verso l’integrazione, cioè di quelle politiche per l’alloggio, l’assistenza sociale e l’istruzione, ma anche, purtroppo, per contrastare quanto si sta realizzando in alcuni paesi europei, con quelle politiche di chiusura… ad iniziarsi da l’innalzamento di barriere alle frontiere…
La verità è che bisognerebbe considerare l’integrazione, non alla stregua di un problema politico, ma di una sfida, che ha come premio la crescita dell’intera comunità…
Certamente un grande disagio prova chi si trova ad affrontare questo difficile passo, soprattutto perché fatto in perfetta solitudine… ad aspettarlo c’è infatti un’altra terra, una cultura estranea, una lingua diversa e tanta voglia di tornare a quelle radici da cui forzatamente ci si è dovuti allontanare… emozioni difficili da ricostruire e sensazioni che se non provate, sono difficile da immaginare!!! 
Ecco perché l’immigrazione diviene necessità di integrazione, ecco perché il problema del singolo diviene problema della collettività, in virtù di questi ultimi mesi, dove è diventata fonte di accesi dibattiti in tutta Europa, poiché non è più soltanto il nostro paese ad esserne interessato, ma anche la maggior parte degli altri stati europei, che attraverso questi flussi migratori, iniziano per la prima volta, a trasformarsi da paesi di emigrazione a paesi di immigrazione…
Bisogna cominciare a risolvere innanzitutto il problema dell’integrazione… a cominciarsi dall’istruzione, infatti, tra gli ostacoli che un immigrato si trova ad affrontare, primo tra tutti c’è quello della lingua…. 
Da qui la necessità di promuovere un programma di accoglienza dell’immigrato, mirato  a fornirgli un bagaglio linguistico sufficiente, almeno, ad un suo facile inserimento nel tessuto sociale e lavorativo, ovviamente basato sulla necessità di fornire all’immigrato una coscienza civile dei propri diritti e la consapevolezza al rispetto dei propri doveri!!!
Tutto ciò è finalizzato all’abbattimento delle discriminazioni da parte dello stesso mercato del lavoro e dei servizi che, non riconoscendo titoli di studio o qualifiche conseguite in patria, impiegano una manodopera di basso profilo o costringono persone altamente specializzate a svolgere mansioni umili e degradanti…
Ecco che, il processo integrativo diviene lotta contro quelle chiusure mentali di derivazione xenofoba, l’istruzione rappresenta per l’immigrato, l’unica arma con cui difendersi da astrusi preconcetti, tenendo conto sia di quanti stanno giungendo, che di quelli già inseriti a pieno nel tessuto sociale…
I paesi interessati, hanno modificato, alla luce di queste nuove esigenze, le precedenti politiche di integrazione, accendendo a questo proposito il dibattito su come promuovere l’integrazione.
Da come lo si voglia intendere, tale processo… deve essere esteso a tutte le categorie di immigrati, tenendo comunque conto soprattutto… delle differenze etnografiche.
Oggi, il nostro governo, si trova ad affrontare non solo i nuovi flussi d’ingresso, ma anche il problema degli stranieri fin qui presenti ed ora disoccupati… che sta di fatto comportando seri problemi tra gli stessi immigrati, creando così ulteriori problemisu aspetti, personali e sociali.
Tra questi, vi sono:
– le cattive condizioni di vita degli immigrati, sia dal punto di vista del lavoro, attraverso bassi salari, sicurezza e diritti precari, sia nella ricerca dell’alloggio, che presenta sempre alti prezzi di acquisto e/o affitto o presenta condizioni poco igieniche o sovraffollamento;
– il peggioramento delle condizioni di lavoro e di alloggio degli Italiani delle fasce più deboli, che entrano in competizione con gli immigrati;
– lo scadimento di un sistema di protezione sociale gravato da troppo assistiti, con conseguenze negative per gli Italiani che non hanno la possibilità di pagarsi tutele privatistiche; 
– la delinquenza degli immigrati senza lavoro, una condizione di cui questi immigrati possono essere parzialmente anche vittime, perché arrivano con speranze non realizzabili e vittime, ovviamente, sono anche i cittadini locali, soprattutto quelli dei quartieri dove si concentrano gli insediamenti di immigrati;
– lo sfruttamento degli immigrati da parte della criminalità organizzata che gestisce i flussi migratori, con l’impoverimento dell’immigrato, che al suo Paese poteva godere ancora di una condizione di vita dignitosa e che ora, spinto dalle conflitti civili e dalle guerre, si è trovato costretto a vendere tutto per pagarsi il viaggio e sperare in un futuro migliore…
– l’impoverimento dei Paesi di provenienza, privati delle risorse umane più intraprendenti e più pronte al sacrificio 
– la violenza sui soggetti deboli nelle comunità-ghetto di immigrati; 
– nuovi conflitti sociali ed economici, soprattutto tra le classi deboli italiane e immigrate, la cosiddetta “guerra tra poveri”; 
– conflitti politici e culturali per l’esistenza di differenze inconciliabili su principi di convivenza e diritti fondamentali: idea della laicità dello Stato, diritti delle donne e dei minori, diversa sensibilità sull’esigenza di isolare violenza e terrorismo, ecc.

Oggi però quelle aspettative… non vengono realizzate, anzi ci si accorge che quelle… erano state enfatizzate da chi li aveva incoraggiati a partire, per poterli così, successivamente, obbligare allo schiavismo e nel caso di donne e ragazze (indotte con la promessa di un lavoro) costrette alla prostituzione… 
Si badi bene… come quelli sopra riportati, sono problematiche derivanti da un’immigrazione smisurata ed incontrollata, la stessa che in questi anni…. stiamo ahimè subendo.
Bisogna trovare quindi nuovi stratagemmi e non bastano più quei centri d’accoglienza che, abbiamo visto, come il più delle volte, sono stati gestiti da chi apparteneva alla criminalità organizzata…
Molti di questi problemi, potrebbero essere evitati, gestendo in modo diverso il fenomeno, per esempio, beneficiando di questi soggetti, destinandoli all’utilizzo di manodopera nei settori in cui c’è carenza, incrementando la loro creatività, lo sviluppo delle loro idee, a limentare quello spirito laborioso e di sacrificio propriamente tipico della loro vita, da un reciproco miglioramento culturale, ma soprattutto da quel dovere morale chiamato… “solidarietà”, che deve essere sempre pronto ad accogliere le persone, in condizione di bisogno!!!

Si alzano muri contro l'immigrazione…

La verità è che non li vuole nessuno!!! 

Purtroppo, l’opinione pubblica corre spesso il rischio di avere una visione distolta del fenomeno dell’immigrazione, in quanto si tende a parlare di immigrati, solamente quando accadono gravi fatti che attentano all’ordine pubblica; infatti si parla di immigrati collegandoli sempre alla criminalità organizzata, ed è per questo principale motivo, che il fenomeno viene trattato come un problema.

Non bisogna dimenticare però, che il fenomeno dell’immigrazione è fatto sostanzialmente dagli uomini, dalle loro storie, speranze, paure e debolezze che s’incrociano, diritti ricercati e desiderio di costruire qualcosa di nuovo per se e per i loro cari.
L’immigrazione spesso viene trascurata, anche da quanti vedono in essa una risorsa, ma che poi nel mettere in pratica ciò ( a causa di mancanza dei controlli ), calpestano e offendono, quell’intima dimensione umana. 
Alla fine questi migranti, clandestini, rom, ecc… sono visti da tutti come un problema…
Per alcuni portano malattie, per altri creano disoccupazione, per altri ancora aumentano la povertà nel nostro paese, poi ci sono quelli (fortemente integralisti) religiosi, che vedono in ognuno di essi, il rischio imminente di un possibile terrorista ed allora eccoli prepararsi ad uno scontro di forza, modello guerra santa…
E’ cosa dire, di quelle città da sempre blindate, chiuse nei loro confini, con quell’atteggiamento prettamente “xenofobo”, dove gli stessi turisti vengono visti come qualcosa da dover subire temporaneamente, solo per quell’interesse chiamato business…
Ma questi non sono turisti, ecco, di questo flusso migratorio hanno fortemente paura e non li vogliono… se ne devono andare!!!, 
Il problema dell’immigrazione in quest’ultimo periodo sta diventando fonte di accesi dibattiti in tutta Europa, in quanto prima il problema era limitato esclusivamente al nostro paese, ma da qualche mese, le cose stanno cambiando…
Infatti, anche altri stati cominciano ad essere interessati da questi movimenti migratori e proprio alcuni di essi, si stanno trasformando da paesi di emigrazione, a paesi di immigrazione, iniziando a dover affrontare per la prima volta il problema dell’integrazione.
La Francia blocca i confini, l’Inghilterra non ne vuole sapere, la Svizzera manco a parlarne, la Germania apre un piccolo corridoio… ma dopo un po’ li rispedisce a casa con il primo volo… e l’Italia paga per tutti!!!
Poi c’è chi come l’Ungheria che ha deciso di voler costruire una muro al confine con la Serbia, per fermare il flusso di questi migranti…
Lo ha annunciato in questi giorni il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, spiegando che l’immigrazione è oggi il più gravi problemi dell’Unione europea  e l’Ungheria non può permettersi di aspettare soluzioni che non vengono prese da parte dell’Ue.
Dopotutto come dargli torto… 
Dal 2014 l’Ungheria è il paese che ha accolto più rifugiati pro capite di qualsiasi altro, circa 45mila.
L’evidenza di questi giorni ci dice come l’immigrazione stia comportando dei seri problemi, in particolare nelle popolazioni locali, che a causa di ciò, si trovano oggi ad avere, problemi di carattere personali e sociali.
Tra i motivi di quanto sopra riportato ci sono: 
a) le cattive condizioni di vita degli immigrati, sia dal punto di vista del lavoro (attraverso bassi salari, sicurezza e diritti precari), sia nella ricerca dell’alloggio, che presenta, alti prezzi d’affitto e condizioni poco igieniche;
b) peggioramento delle condizioni di lavoro e di alloggio degli Italiani delle fasce più deboli, che entrano in competizione con gli immigrati;
c) scadimento di un sistema di protezione sociale gravato da troppi assistiti, con conseguenze negative per i cittadini che non hanno la possibilità di pagarsi tutele privatistiche; 
d) delinquenza degli immigrati senza lavoro, una condizione di cui questi immigrati possono essere parzialmente anche vittime, perché arrivano con speranze non realizzabili: vittime diventano anche i cittadini locali, soprattutto quelli dei quartieri dove si concentrano gli insediamenti di immigrati;
e) sfruttamento degli immigrati da parte della criminalità organizzata che gestisce i flussi migratori, che produce impoverimento di questi immigrati che al loro Paese avevano una condizione di vita dignitosa, spinti a vendere tutto per pagare il viaggio, ed ora, non vedono realizzabili quelle aspettative di vita, che erano state loro enfatizzate, da chi, li aveva incoraggiati a partire, sino a giungere allo schiavismo e alla tratta delle giovani donne, indotte a partire con la promessa di lavoro e poi costrette alla prostituzione; 
f) impoverimento di quei paesi di provenienza, adesso privati delle risorse umane più intraprendenti e certamente più pronte al sacrificio 
g) violenza sui soggetti deboli nelle comunità-ghetto di immigrati; 
h) conflitti sociali ed economici, soprattutto tra le classi deboli italiane e immigrate, la cosiddetta “guerra tra poveri”; 
i) conflitti politici e culturali per l’esistenza di differenze inconciliabili su principi di convivenza e diritti fondamentali: idea della laicità dello Stato, diritti delle donne e dei minori, diversa sensibilità sulla esigenza di isolare violenza e terrorismo, ecc. 
Ovviamente quanto sopra, nasce a causa di una immigrazione eccessiva e soprattutto non regolamentata; molti di questi problemi infatti, potrebbero essere evitati, se si ci sforzasse di gestire il fenomeno, beneficiando proprio delle risorse che provengono dalla immigrazione, quali l’utilizzo della manodopera nei settori in cui c’è carenza, la creatività e lo sviluppo economico derivata da nuove idee, l’apporto positivo alla stabilità sociale derivante dallo spirito laborioso e di sacrificio tipico degli emigranti, un reciproco miglioramento culturale, ma soprattutto quel dovere morale di solidarietà umana, pronto ad accogliere le persone, in condizione di bisogno.
Tutti fattori che oggi mancano!