Archivi tag: grassi

Quando la scienza rifiuta il confronto. Non resta che incontrare la Prof.ssa Celeste Saulo e il Prof. Jan Barani.


Facendo seguito a quanto avevo riportato nel post di ieri – avevo anticipato la mia intenzione di contattare il Dott. Grassi per un aggiornamento – beh, l’ho fatto, e lui mi ha risposto quasi subito, con una chiarezza che non ammette repliche.

La sua risposta ha il suono secco di un’ammissione che conferma ogni più fondato sospetto. Non solo mi ha confermato la correttezza di quanto avevo ricostruito, ma ha aggiunto altri dettagli essenziali che rendono il quadro ancor più fosco.

Mi ha riferito (e quindi confermato) ad esempio, che per ben due volte è stato modificato lo schermo della stazione senza che il SIAS comunicasse al pubblico l’avvenuta modifica, e soprattutto senza spiegarne le ragioni. Questo non è più solo incuria, ma un pattern di opacità volontaria, una sistematica alterazione della scena senza rendere conto a nessuno.

E poi, il cuore della questione si sposta a Torino, al Laboratorio INRiM, quel tempio della metrologia che rappresenta il garante ultimo della veridicità del dato.

Il Dott. Grassi mi ha confermato che, nonostante le ripetute interlocuzioni compiute dal suo legale, il Laboratorio non ha dato riscontro alla sua richiesta di accesso agli atti o di confronto. Per cui, a differenza di quanto si pensava, il muro di silenzio, non è solo regionale, ma si erge anche di fronte a un Istituto Nazionale di altissima competenza.

Le sue parole successive squarciano il velo su quello che potrebbe essere il nodo cruciale di tutta la vicenda. Egli ricorda che nel documento tecnico-scientifico a firma di vari autori del laboratorio INRiM di Torino, con il quale la WMO ha poi deciso di approvare il record di 48,8°, è stato riportato che la stazione non era danneggiata e che dall’analisi delle foto non risultavano anomalie.

A questa affermazione il Dott. Grassi – vedasi le prove evidenziate da egli, link: https://www.meteoweb.eu/2025/07/caldo-sicilia-record-europeo-floridia-siracusa-agosto-2021-e-clamoroso-falso-storico/1001819097/?_gl=1m4g6uu_upMQ.._gaMTgyMDk3MzEzMS4xNzYxNjY2Mjg3_ga_KQG15EME6Z*czE3NjE2NjYyODQkbzEkZzAkdDE3NjE2NjYyODQkajYwJGwwJGgw – oppone una constatazione di un’evidenza disarmante, quasi un paradosso tragico: peccato che lo schermo solare avesse un buco in cui ci potevano entrare anche gli uccellini.

Questa immagine, così potente e grottesca, riassume da sola l’abisso che separa la realtà dei fatti dalla narrazione ufficiale. Da un lato, un documento scientifico di convalida che, basandosi su foto non specificate, asserisce l’integrità della strumentazione, dall’altro, la testimonianza oculare di un buco tale da poter accogliere un uccello.

Viene quindi spontaneo chiedersi: come si conciliano queste due verità? Quali foto sono state esaminate? E perché, di fronte a una discrepanza così macroscopica, non c’è stata la minima volontà di un confronto tecnico trasparente con chi quelle anomalie le ha documentate per anni?

Ciò che emerge, ormai in modo inequivocabile, non è più la storia di un semplice dato sbagliato, ma il racconto agghiacciante di come un dubbio, coltivato con tenacia e supportato da prove incontrovertibili, stia mettendo a nudo le crepe di un sistema che forse ha più a cuore la protezione di una narrazione e dei finanziamenti che essa genera, che non la pura, semplice e, in questo caso, tremendamente scomoda, accuratezza.

Il Dott. Grassi ha aggiunto di aver già richiesto un incontro ufficiale al World Meteorological Organization (WMO), indirizzando la richiesta direttamente alla Prof.ssa Celeste Saulo, Segretario Generale dell’organizzazione, e in copia anche al Prof. Jan Barani.

Da questo passaggio cruciale, posso già prevedere che a breve questo muro di gomma inizierà a mostrare tutte le sue incrinature, e sono certo che molti aspetti della storia verranno finalmente portati alla luce.

Lasciate quindi che concluda questa vicenda con un pensiero in versi:

Del sole che ha surriscaldato i sensori,

nessuno più ascolta i suoi colori.

Si spensero i sogni e i loro splendori,

povere misurazioni senza valori.

E del vento che avrebbe detto il vero,

non resta che un silenzio bugiardo e severo.

Delle temperature… mani velate

ne han falsato le cifre incantate.

IL 4 MARZO 2018… "VOTA LA "CORRUZIONE"!!!

In questi mesi, sono stati in molti tra i miei amici a suggerirmi (attraverso note su “Whatsapp” o su “Facebook”), la coalizione e di conseguenza il leader di quel partito su cui indirizzare la propria preferenza…
Sono stato invitato all’apertura di quelle campagne elettorali, a interventi dei rappresentanti politici, a conoscere i suoi giovani esponenti, mi hanno mandato inviti per aperitivi o per cene… 
Sono appuntamenti che il sottoscritto ha declinato, confermando attraverso quel diniego, quel proprio rifiuto a concedere il proprio voto a quel partito o a quell’esponente politico, particolarmente cortese e affettuoso in questo periodo elettorale… ma tanto distratto nel corso degli anni!!!
Una delle colpe che do maggiormente ai miei connazionali è vedere come –ciascuno di essi– vada in quelle riunioni, soltanto per farsi vedere o per mettersi in mostra, detto in maniera più stringata… “per leccargli il c…“!!!
Si spera così facendo che un giorno… si potrà richiedere a egli, quell’eventualmente favore…
D’altronde, ciascuno di quei “miserabili” individui… non fa altro – durante questo periodo pre-elettorale – di presentarsi in quante più segreterie, garantendo non solo la propria preferenza, ma anche quella dei propri familiari, parenti e amici e conoscenti… 
Quanto poi realmente riuscirà a fare, è tutto da dimostrare… lo si vedrà dal controllo che ciascuna di quelle segreterie farà al momento della conta, scoprendo nei fatti…  chi ha tradito o anche chi non ha mantenuto agli impegni promessi!!!
Il problema peraltro non è votare per Berlusconi, Renzi, Meloni, Grassi, Salvini, Di Maio, Lorenzin, Bonino o via discorrendo… ma sapere chi tra essi ha dimostrato, nel corso della propria vita, d’essere stato quantomeno onesto!!!
Ecco è questo il reale problema che oggi, con quel voto, dobbiamo ricercare… perché è semplice puntare sul cavallo che forse più di tutti, ha saputo governare, compiendo per questo paese, anche se in maniera limitata, qualcosa di buono…
Ma chiedersi… quanto ci è costato quel voto allora espresso a suo favore, in questi anni??? 
Quanto abbiamo dovuto pagare per quel voto e non parlo in termini di costi (che sappiamo essere balzati alle stelle…) o di competitività produttiva (che ci ha condotti ad essere tra gli ultimi nei confronti degli altri partner europei), ma in termini di legalità, di giustizia, di moralità, di equità, di coscienza… in definitiva di onesta!!!
Ecco, quanto ci è costato quel voto e soprattutto a cosa ci ha portato… 
Già, una nazione a cui viene riconosciuto – grazie proprio ad alcuni di questi proponenti candidati leader – un importante primato, quello che ci vede mantenere la testa della classifica, come campioni mondiali dell’illegalità!!!
A dirlo ovviamente non è il sottoscritto… ma i dati emergono in tutta la loro durezza dalle affermazioni “imparziali” degli organismi internazionali che con fredda analisi, certificano ogni anno il tasso d’illegalità nel mondo e che vede la nostra economia, prima negativamente tra il mondo occidentale. 
Da quanto sopra, si potrà comprendere il perché scarseggino nel nostro paese quegli investimenti stranieri, che preferiscono collocare altrove le proprie risorse finanziarie, in paesi più legali e/o meno corrotti, in particolare da quelle imposizioni ingiustificate della nostra burocrazia!!!
Va infatti aggiunto quanto poco si sia fatto (o forse non si è voluto fare: d’altronde come dimenticare le inchieste giudiziarie , che hanno evidenziare fatti e circostanze nei quali alcuni nostri politici, erano di fatto soci proprio con quei gruppi criminali…) nel contrastare quelle associazioni mafiose (camorra, cosa-nostra, ‘ndrangheta e sacra corona unita), che hanno dimostrato negli anni, di poter usufruire di quei legami politico/istituzionali, attraverso cui hanno potuto far crescere le proprie diramazioni tentacolari, non solo nelle strutture  pubbliche, ma anche nel privato, basti osservare la crescita esponenziale di quei loro fatturati….
E di tutto questo dobbiamo ringraziare sia i nostri leader di maggioranza, che hanno governato dimostrando d’avere stretti sodali con quegli uomini “affiliati” e tra essi proprio il “cavaliere”, che grazie all’opera di promozione di “contro-valori”, è riuscito a ridimensionare la mafia, ponendola in secondo piano… promuovendo però nel contempo, un odio verso la magistratura, i pentiti o nei confronti di quelle misure di contrasto… veri e propri “pannicelli caldi“, che hanno permesso di limitare anche il concetto di “concorso esterno in associazione mafiosa“, messo in discussione anche da quei suoi colleghi e lacchè di partito…
Ma anche coloro che erano posti all’opposizione vanno condannati, in quanto hanno anteposto in quegli anni di altrui governo, i propri interessi personali a quelli della cosa pubblica, senza mai avversare quelle iniziative che di fatto hanno determinato la crescita finanziaria di quelle associazioni criminali e favorendo di conseguenza un’imponente economia sommersa, che ha prodotto negli anni una evasione fiscale pari al 20% della ricchezza nazionale, a cui vanno aggiunti il mezzo “biliardo” di euro, nascosto da quei suoi cittadini in noti paradisi fiscali…
Il 4 Marzo quindi, quando andrete a votare, non pensate a chi avete promesso il voto, ma cercate di fare la cosa giusta, di scegliere chi finora ha dimostrato di essere stato nel corso della propria vita, quantomeno onesto e certamente mai colluso!!!
D’altronde Vi chiedo: Che futuro potrà avere questo nostro Paese, se l’illegalità continua ad essere la regola??? 
Forse il nostro voto non servirà a nulla… ma almeno quel giorno, sapremo di avere avuto la coscienza pulita, quantomeno solo per averci provato a cambiarla!!!

Catania: Siamo nelle mani di nessuno!!!

Questa sera vorrei dedicarVi un libro…
Un libro per le tante vittime che attendono giustizia da questo paese e che proprio a Catania trovano, nei cosiddetti tutori della legge o in quanti di fatto la rappresentano con quelle toghe… l’assoluta indifferenza!!!
Non ho paura di dire quanto dico… e non mi nascondo nel farlo, perché non vi è una sola persona, tra quelle che dicono di voler perseguire la giustizia, che può paragonare se stesso – nelle assiduità di ogni suo gesto e/o nei comportamenti personale – ai fatti e alle circostanze quotidiane che, con tanta tenacità e determinazione, va compiendo il sottoscritto… 
Perché c’è una profonda differenza da chi è tenuto a fare il proprio dovere in quanto, egli stesso, la sua figura, il proprio incarico, rappresenta in se… l’istituzione, e chi di contro, a differenza di egli, non riceve alcun compenso, ne morale e neppure economico, ma soprattutto, non riceve quei meriti o quelle coccarde che altri, senza alcuna propria virtù, propagandano e ostentate, svolgendo quanto sentono in prima linea, esclusivamente quale loro dovere!!!
Ma a cosa serve fare il proprio dovere….
Già a cosa serve contrastare ogni giorno tutta questa illegalità… questo marciume che ci sta seppellendo vivi, queste connivenze clientelari che fanno sì che coloro che rubano e delinquono alla fine vincono e gli altri, già tutti gli altri, sono da soli a combattere in silenzio le battaglie che questo “sistema” non vuole fare o quantomeno si astiene dal compiere…
E’ bellissima vedere a Catania questa “Giustizia negata”!!!
O meglio… non è proprio così, qualcuno la giustizia (o meglio l’ingiustizia) abbiamo visto in questi inizi di settimana è riuscita ad ottenerla, basti vedere ad esempio in quali modi si ottengono i processi segretati… credo proprio che deve averla scritta qui la canzone Vasco Rossi… sì, mentre si trovava a Catania, forse proprio in quel Hotel prospiciente la Piazza Giovanni Verga ed il suo panorama di fronte, come faceva…??? “Va bene, va bene, va bene… va bene così”, d’altronde a chi può interessare… a nessuno, perché così che deve andare!!!
L’importante è ricordarsi di avere sempre gli avvocati “buoni” messi a disposizione (تلك التي تبيع للمال حتى أمهاتهم)!!!
Ma non importa, anche se il sistema non funziona e come si ripete a Catania… “ie tuttu pessu“, al sottoscritto non gliene fotte un cazzo, io… continuo lo stesso!!! 
Stamani ad esempio ero a Messina, precisamente in un “Ufficio” presso il Tribunale… e non importa se ciò che faccio, non verrà portato avanti… o chissà, forse finirà insabbiato in qualche cassetto sperduto probabilmente di un piano interrato, ma, non ha alcuna importanza cosa accadrà, perché l’importante è esserci, e non farsi sottomettere da questo sistema irriconoscente, che prova a tutti i costi di limitare l’operato di ciascuno di noi e soprattutto tenta di modificarne la personalità del sottoscritto… 
Ma io per fortuna (o chissà per sfortuna…) sono dissimile a molti miei conterranei “omertosi”, anzi in questo mi vedo come quell’amico di Palermo, sì… quell’uomo che non si è voluto piegare alcuni anni fa a quel sistema corruttivo e criminale presente nella sua città…
Avverto ogni giorno quel suo modo di vivere, credo ormai che mi appartenga, ed è il motivo per cui mi sento di dover continuare, chissà, forse perché anch’io sono come Lui… nato LIBERO!!!    

The "Mafia, Corruption and Legality" in Italy, are set "OFF"!!!

Ok… no don’t worry…
I haven’t decided to translate my blog into English, but sometimes I feel that the time has come for me, to address to someone who is wishing to understand!!!
Si come riporto sopra… a volte ho l’impressione di dover cambiare lingua per farmi sentire, perché noto come, continuamente, certe collusioni, vengano ripetute con una cadenza, che sembra quasi programmata…
Già, cambiano soltanto gli attori, ma per il resto, tutto procede sempre nella stessa maniera…  
Se dovessi definire con una immagine la lotta attuale a questo sistema criminale, credo che la foto allegata, rappresenti perfettamente quella condizione: 
Contrasto alla mafia: OFF
Contrasto alla corruzione: OFF
Lotta per la legalità: OFF 
Certamente qualcosa si è fatto: gli arresti sono stati compiuti, molte società confiscate, alcuni politici, amministratori e funzionari pubblici indagati, le associazioni di legalità fanno il loro dovere e danno quel loro contributo, anche se abbiamo dovuto costatare come tra loro, si siano inseriti personaggi che pregiati dal titolo “paladino della legalità”, hanno potuto trarre vantaggi personali, espedienti che sono serviti per inserirsi in politica… ed oggi vivono di rendita!!! 
Per fortuna questi ultimi… sono ostacolati da altri, soggetti che, hanno fatto e fanno… della lotta alla mafia, il loro motivo di vita; mi riferisco ad esempio ai procuratori nazionali, ai sostituti procuratori, agli uomini della DIA ed a quanti sono come sempre, in prima linea!!!
A questi ultimi, vanno sommati naturalmente quei pochi cittadini onesti… soprattutto coraggiosi, gente comune silenziosa, che non ha voluto piegarsi a quelle regole proficue o imposte: mazzette, privilegi, compromessi, ricatti o coercizioni…
Questi sono nel loro piccolo, come quegli uomini valorosi già caduti (per mano di quella associazione criminale) perché continuano ad operare, ma soprattutto a denunciare!!!
Sono soggetti sconosciuti alla maggior parte dei cittadini, personaggi che ha fatto il proprio dovere in totale silenzio, contrastando tutte quelle azioni mafiose ingorde, con cui, ci si è trovati a confrontare… 

D’altronde, l’associazione mafiosa è come una serpente che s’insinua per tentarci, con quel suo copro viscido, striscia e prova a corromperci e quando non ci riesce prova a stringerci… 
Il suo obbiettivo è comandare, sapendo di poter usufruire dei suoi uomini,  posti in questi lunghi anni, all’interno degli uffici pubblici, gli stessi che invece di fare il loro dovere, intimoriti si piegano ai loro referenti mafiosi, al semplice sentir bussare… dietro la loro porta!!!

A differenza di quanti credono che, se non ci fosse l’aiuto prezioso della magistratura e delle forze dell’ordine noi saremmo persi… ecco, il sottoscritto credo che è soltanto con un rinnovamento delle coscienze e con un cambiamento radicale della mentalità, che si potrà modificare questa nostra società, eliminando definitivamente, questa fastidiosa corruzione e criminalità mafiosa… 
D’altronde si sa, la mafia ha paura solo di chi la denuncia: ed è proprio su quella mancata collaborazione… che è riuscita a crescere e diventare più forte, sapendo di poter contare sulla debolezza di una parte delle istituzioni, sul silenzio delle imprese e soprattutto sul “rispetto ossequioso” dei cittadini, che non collaborano e si dimostrano, in quelle proprie circostanze… omertosi!!! 
Concludo con una frase riportata dalla moglie dell’imprenditore ucciso dalla mafia, Libero Grassi: Sono convinta che lo spirito imprenditoriale manchi quasi totalmente…. La gente oggi chiede ancora “il posto”. Non credo che noi siciliani siamo così speciali, forse in senso negativo si! La Sicilia è una regione “difficile”, l’economia è ferma e quindi non vi è crescita. Non possiamo neanche lamentarci della classe politica inefficiente perché siamo noi ad eleggerla… la verità è che dovrebbero essere i cittadini ad essere più consapevoli!!!

Quel "Pizzo di merda…"

C’era chi come Peppino Impastato diceva: “la mafia è una montagna di merda” o anche chi come Pippo Fava riportava: i mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione´!!!
Perché non basta innalzarsi ad “antimafia”, sedersi sui palchi d’onore per partecipare a quelle parate in prima linea per commemorare tutti quei poveri morti per mafia, se poi alla fine… essi stessi hanno ancora oggi le mani in pasta…
In questi giorni nel cuore di Palermo sono comparsi dei manifesti di questo tenore che invitano alla ribellione dal “pizzo”. 
Nelle settimane scorse altri manifesti che invitavano i commercianti alla ribellione erano stati appesi sulle vetrine. 
Il foglio è firmato dall’Associazione “Contrariamente” studenti di Giurisprudenza in movimento… 
Il questore Di Cirillo ha dichiarato: «Ben vengano queste forme di collaborazione se sono autentiche; la polizia è aperta alla collaborazione e al dialogo sotto qualsiasi forma civile».
Il manifesto riporta: 
ONORE AGLI AUTORI DEL MANIFESTO !!
….che sia l’inizio di una nuova stagione….
LA MAFIA E’ UN PIZZO DI MERDA
IMPRENDITORI RIBELLATEVI !!
….i giovani di questa città sono con voi…..
‘Una nazione si può ritenere felice se non ha bisogno d’eroi’
Associazione Contrariamente – Studenti di Giurisprudenza in movimento.
C’è un punto sul quale vorrei soffermarmi ed è una dichiarazione del nuovo presidente dell’AESEC”, Nicola Grassi: noi lavoriamo da volontari, a differenza di chi punta ad assorbire quelle risorse finanziarie dell’anti-racket, che hanno finito col corrompere lo spirito che dovrebbe animare chi si batte contro mafia e pizzo…
Tanto è vero che essi stessi, sono usciti dal FAI (Associazione anti-racket italiana).
Ha aggiunto inoltre: la verità è che in questi anni, c’è stato un proliferare di associazione di legalità a causa certamente dei cosiddetti “Pon” sicurezza, ma quanto poi si è fatto in concreto da parte di esse, se non costituirsi parte civile nei processi, per incassare denaro da elargire all’associazione stessa o meglio ancora… per pagare degli stipendi a qualche parenti inserito all’interno di quella struttura!!!
Quel denaro di contro va distribuito -almeno per un buon 80-90% – alle vittime della mafia, a chi ha il coraggio di denunciare… e non certo per fare diventare l’Associazione un vero e proprio ufficio di collocamento… per i “soliti noti “… familiari e amici!!!     
Ho letto in questi giorni un “post” che diceva:
Ma… diciamo che negli ultimi 20 anni ci si è addormentati un pochetto qui in sicilia. 
A parte la stagioni delle grandi stragi (omicidi Falcone-Borsellino) non si vede da tempo una manifestazione contro la mafia!!!
Per il resto, beh…. ricordo dopo l’uccisione di Falcone un anonimo politico dell’epoca (attuale presidente della Regione Sicilia) in diretta televisiva, al MCS, che disse: i mafiosi in sicilia non esistono!!!
Che dire….. la situazione è peggio degli anni 70’…???
C’è anche chi tra i commercianti ha scritto che, per estendere il controllo sul territorio, l’associazione criminale abbia usato ultimamente una tecnica inedita ed anche, che gli strumenti finora adottati per aiutare le vittime o a chi si ribella, sono purtroppo ancora poco efficaci.
La prima telefonata al 112 di Palermo arrivò pochi minuti dopo le 9 del mattino: «Mi hanno riempito la saracinesca di adesivi che sembrano annunci funebri» avvertì allarmato per l’appunto il commerciante dall’altro capo del telefono… 
L’operatore pensò subito a una sciocchezza e rispose all’uomo di stare tranquillo: «Verificheremo» gli disse laconico. 
Dieci minuti dopo però le chiamate diventarono tre. 
E nel giro di mezz’ora la situazione fu chiara a tutti: i negozi del centro erano tappezzati di volantini bianchi listati a lutto. 
La scritta diceva: «Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità». 
Sabato 3 luglio a Vibo Valentia si ripeté la stessa scena. 
Le principali strade della città calabrese piene di striscioline di carta: «Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità». 
Così, in pochi giorni, due solidissimi fortilizi di mafia e ‘ndrangheta si sono ribellati all’irrimediabilità del racket: una gigantesca gabella stimata in 5 miliardi di euro che finisce ogni anno nelle casse delle cosche. 
Soldi che permettono di mantenere gli affiliati e le loro famiglie. 
Sono circa 160 mila i commercianti taglieggiati in Italia. 
Ci sono posti dove al pizzo non sfugge nessuno: negozi, ristoranti, imprese edili, bancarelle: «Qui non si salvano neppure i chiodi» diceva qualche anno fa, in un’intercettazione telefonica, un mafioso del clan palermitano di Brancaccio… 
Le cose, ultimamente, non sono cambiate molto… 
Le organizzazioni criminali hanno rivisto i loro metodi: «Pagare meno, ma pagare tutti» è la nuova strategia di molte cupole. 
Le denunce, intanto, crescono a malapena: nel 1998 erano 3.534, l’anno scorso 3.754. «Inutile girarci attorno: restano poche» si rammarica il magistrato siracusano Roberto Centaro, presidente della commissione parlamentare Antimafia. 
«Ci sono città in cui le cose stanno migliorando, come Napoli e Catania, ma altre, Palermo o Reggio Calabria per esempio, dove nessuno ha il coraggio di accusare i propri estorsori». 
A chi denuncia il racket la legge offre soldi e protezione. Bruno Piazzese, 39 anni, ha visto bruciare per la prima volta il suo pub irlandese Ulysses il 19 marzo di tre anni fa. 
A quei tempi era uno dei locali più in voga di Siracusa: proprio sul lungomare di Ortigia, la passeggiata buona della città. 
La sera arrivavano a centinaia per ascoltare musica dal vivo e bere un boccale di birra. 
C’era un gran movimento e la cosa non sfuggì…
Piazzese cercò di farli ragionare: «È facile alzarsi la mattina e chiedere soldi. Qui c’è il sudore mio e di mio padre». 
L’uomo gli rispose: «Supra nù re ce n’autru re», su ogni re c’è un altro re, tu non sei padrone di niente. 
A quel punto l’imprenditore denuncia tutti. 
E una notte di marzo l’Ulysses fa il botto. 
Piazzese però è uno con la testa dura: lo Stato, per la sua collaborazione, gli dà 237 mila euro. 
Lui usa i soldi per ricostruire il locale. 
A dicembre del 2002 c’è l’inaugurazione. 
Otto mesi dopo, alle 4 di mattina, arriva una telefonata in commissariato: «Sta bruciando l’Irish pub» dice una voce femminile prima di riattaccare. 
«Non è stato un atto contro di noi, che avevamo già pagato, ma contro le istituzioni e gli altri commercianti» ritiene oggi l’imprenditore. 
«Il messaggio era chiaro: denunciare non serve a niente». 
Invece, un mese fa, il locale è stato riaperto per la seconda volta. 
Adesso Piazzese vive blindato. 
Due uomini lo seguono ovunque: «Le istituzioni mi hanno aiutato, certo. Ma mi hanno pure lasciato solo». 
Racconta di aver visto qualche giorno fa uno dei suoi estorsori: «lo vedo girare tranquillamente sul motorino: con la moglie e senza casco… Lui tranquillo sul motorino, io a soffocare dentro l’auto blindata». 
È amareggiato: da due anni e mezzo aspetta che il ministero dell’Interno gli paghi 140 mila euro… 
Gli spettano come risarcimento per il mancato guadagno dopo la denuncia. «Senza quei soldi sarà costretto a chiudere».
La storia di Piazzese è emblematica: pene blande e rimborsi troppo lenti!!! 
Centaro promette un nuovo corso: «I processi devono durare di meno e servono pene più severe senza patteggiamento: inseriremo presto queste proposte in un disegno di legge». 
I risarcimenti poi… 
Il presidente ammette: «Purtroppo gli uffici nelle prefetture non sono sempre adeguati. 
Bisogna velocizzare l’iter: le procedure possono essere snellite». 
Per questo, annuncia, il governo si è impegnato a dare autonomia finanziaria al fondo per i risarcimenti. 
Pagare meno, pagare tutti, la nuova tecnica. 
«La criminalità si aggiorna, lo Stato no» spiega Lino Busà, il presidente della Fai, la federazione che riunisce quasi la metà delle 75 associazioni antiracket italiane… 
«Su questo tipo di reati sta calando il silenzio: la stragrande maggioranza degli imprenditori non sa nemmeno dell’esistenza di una legge che li tutela e li risarcisce. 
La macchina istituzionale è troppo burocratizzata!!! 
Anche quei pochi che denunciano e rischiano la vita subiscono ritardi e disservizi. 
Allora gli altri pensano: Chi me lo fa fare??? 
Paolo Mangiafico se lo è chiesto mille volte. 
Vive a Floridia, paese a pochi chilometri da Siracusa, dove gestisce col fratello una grossa azienda di costruzioni. 
«Quando entro al bar i miei compaesani escono»… lui sorride, già mi considerano un infame. Secondo loro avrei dovuto pagare e tacere». 
Ha 35 anni, gli ultimi tre passati sotto scorta. 
Nel 1997 la sua ditta aveva vinto dei grossi appalti nel porto di Gioia Tauro, in Calabria. 
Si è piegato alle richieste della ‘ndrangheta per tre anni. Poi è andato dalla polizia… 
«Dopo la denuncia ho perso un mare di contratti: qui la legalità non dà vantaggi» dice amareggiato. «Adesso lavoriamo solo al Nord, dove ci considerano gente perbene. Da noi siamo visti come persone che creano problemi». 
«Abbiamo pagato per due anni, poi abbiamo detto basta» racconta Silvana Fucito, 52 anni. 
Con il marito gestiva un grande negozio di vernici a San Giovanni a Teduccio, un quartiere di Napoli. 
Per due anni ha cercato di soddisfare le richieste della camorra: qualche favore, latte di vernici, piccole somme. 
Poi i sodali del boss aumentarono le pretese… ma Lei rifiutò. 
La notte fra il 19 e il 20 settembre 2002 il suo capannone venne incendiato. 
«Bisognava fare una scelta» racconta. 
«Ho parlato con la mia famiglia. Siamo stati tutti d’accordo: dovevamo denunciarli». 
Nel luglio dell’anno scorso sono stati arrestati in 14… grazie alle loro deposizioni!!!
«È stata dura» ammette la signora, ma sono così felice di averlo fatto…
Perché adesso posso essere orgogliosa… e quando andremo al processo, saranno loro a dover abbassare la testa… non io!!!

OMSA… tutti a casa…

Amiche e amici, vi porto via un po’ di tempo raccontandovi quello che sta succedendo in una delle nostre industrie italiane, società quest’ultima, nella cittadina di Faenza, e più o meno nell’indifferenza generale.
Lo stabilimento OMSA, sta per essere chiuso, non per mancanza di lavoro, ma per mettere in pratica una politica di delocalizzazione all’estero della produzione per maggiori guadagni.
Abbiamo già parlato della stessa politica condotta da parte del colosso FIAT e quindi oggi il proprietario dell’OMSA, il signor Nerino Grassi, ha deciso di spostare questo ramo di produzione in Serbia, dove ovviamente i costi della manodopera, dell’energia e il carico fiscale sono notevolmente più bassi.

Considerare, questa decisione solo e soltanto dal punto di vista dei lavoratori ci porta a schierarci con loro e con la salvaguardia del posto di lavoro… ma bisogna anche tenere conto che oggi il nostro Stato, non aiuta coloro che vogliono svolgere la professione d’imprenditore…

La politica fiscale in italia, rappresenta per chiunque voglia cominciare una propria iniziativa, un socio occulto a cui dare il 60% degli utili ancor prima di cominciare a guadagnarli… ed inoltre se si sbaglia nei redditi…ecco che da ns. socio diventa il peggior nemico…; ovvio quindi che con prodotti orientali sempre più competitivi, con manodopere più basse, svolta da quei paesi nei quali il reddito mensile procapite è intorno ai 300 euro mensili è ovvio quindi che anche la nostra imprenditoria guardi verso altri orizzonti la realizzazione dei propri prodotti…   
Ora ritornando ad OMSA, certamente questa decisione porterà oltre 300 dipendenti, in maggior parte
donne e non più giovanissime, a rimanere senza lavoro.
Le prospettive di impiego nel faentino sono scarse e le autorità hanno fatto poco e niente per incentivare Grassi a rimanere in Italia o per trovare soluzioni occupazionali alternative per i dipendenti, salvo poi spendere fiumi di parole di solidarietà adesso che non c’è più niente da fare.
Da giorni le lavoratrici stanno presidiando i cancelli dell’azienda, al freddo, notte e giorno, in un tentativo disperato di impedire il trasferimento dei macchinari.
E’ allucinante che in Italia non esistano leggi che possano proteggere i lavoratori dall’essere trattati come mere fonti di reddito da lasciare in mezzo a una strada non appena si profili l’eventualità di un guadagno più facile.
Le lavoratrici OMSA invitano tutte le donne ad essere solidali con loro boicottando i marchi – Philippe Matignon – Sisi – Omsa – Golden Lady – Hue Donna – Hue Uomo – Saltallegro – Saltallegro Bebè¨ – Serenella e vi sarebbero grate se voleste dare il vostro contributo alla campagna, se non altro per non alimentare l’indifferenza.
Le lavoratrici OMSA ringraziano quindi per l’aiuto e il supporto che vorrete dare loro, quali ennesime vittime di una legislazione che protegge sempre più gli interessi unicamente lucrativi degli imprenditori che non la vita e la condizione lavorativa dei dipendenti.

OMSA… tutti a casa…

Amiche e amici, vi porto via un po’ di tempo raccontandovi quello che sta succedendo in una delle nostre industrie italiane, società quest’ultima, nella cittadina di Faenza, e più o meno nell’indifferenza generale.
Lo stabilimento OMSA, sta per essere chiuso, non per mancanza di lavoro, ma per mettere in pratica una politica di delocalizzazione all’estero della produzione per maggiori guadagni.
Abbiamo già parlato della stessa politica condotta da parte del colosso FIAT e quindi oggi il proprietario dell’OMSA, il signor Nerino Grassi, ha deciso di spostare questo ramo di produzione in Serbia, dove ovviamente i costi della manodopera, dell’energia e il carico fiscale sono notevolmente più bassi.

Considerare, questa decisione solo e soltanto dal punto di vista dei lavoratori ci porta a schierarci con loro e con la salvaguardia del posto di lavoro… ma bisogna anche tenere conto che oggi il nostro Stato, non aiuta coloro che vogliono svolgere la professione d’imprenditore…

La politica fiscale in italia, rappresenta per chiunque voglia cominciare una propria iniziativa, un socio occulto a cui dare il 60% degli utili ancor prima di cominciare a guadagnarli… ed inoltre se si sbaglia nei redditi…ecco che da ns. socio diventa il peggior nemico…; ovvio quindi che con prodotti orientali sempre più competitivi, con manodopere più basse, svolta da quei paesi nei quali il reddito mensile procapite è intorno ai 300 euro mensili è ovvio quindi che anche la nostra imprenditoria guardi verso altri orizzonti la realizzazione dei propri prodotti…   
Ora ritornando ad OMSA, certamente questa decisione porterà oltre 300 dipendenti, in maggior parte
donne e non più giovanissime, a rimanere senza lavoro.
Le prospettive di impiego nel faentino sono scarse e le autorità hanno fatto poco e niente per incentivare Grassi a rimanere in Italia o per trovare soluzioni occupazionali alternative per i dipendenti, salvo poi spendere fiumi di parole di solidarietà adesso che non c’è più niente da fare.
Da giorni le lavoratrici stanno presidiando i cancelli dell’azienda, al freddo, notte e giorno, in un tentativo disperato di impedire il trasferimento dei macchinari.
E’ allucinante che in Italia non esistano leggi che possano proteggere i lavoratori dall’essere trattati come mere fonti di reddito da lasciare in mezzo a una strada non appena si profili l’eventualità di un guadagno più facile.
Le lavoratrici OMSA invitano tutte le donne ad essere solidali con loro boicottando i marchi – Philippe Matignon – Sisi – Omsa – Golden Lady – Hue Donna – Hue Uomo – Saltallegro – Saltallegro Bebè¨ – Serenella e vi sarebbero grate se voleste dare il vostro contributo alla campagna, se non altro per non alimentare l’indifferenza.
Le lavoratrici OMSA ringraziano quindi per l’aiuto e il supporto che vorrete dare loro, quali ennesime vittime di una legislazione che protegge sempre più gli interessi unicamente lucrativi degli imprenditori che non la vita e la condizione lavorativa dei dipendenti.