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Bancarotta fraudolenta e altri reati di natura fallimentare…

Le Fiamme Gialle su delega della locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione all’ennesimo provvedimento di sequestro preventivo di beni, nei confronti di un’azienda amministrata di fatto da due imprenditori indagati per bancarotta fraudolenta e altri svariati reati di natura fallimentare…
La complessa attività d’indagine, condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria nei confronti di una azienda operante nel settore d’impianti idraulici, ha consentito di accertare che i soggetti indagati, nonostante avessero già compiuto plurime condotte distrattive del patrimonio aziendale di due società fallite ad essi riconducibili in danno dei creditori, riuscivano a proseguire la propria attività imprenditoriale, attraverso la costituzione di un’ulteriore azienda, formalmente gestita dalla classica testa di legno ma riconducibile ai familiari, operante non solo nel medesimo settore economico ma anche in quello stesso territorio e con gli stessi clienti delle precedenti società, dichiarate “fallite”!!!
Le Fiamme Gialle quindi, a seguito di accertamenti operati sui molteplici conti correnti nonché sulle disponibilità patrimoniali riconducibili alla società e a quei familiari, hanno individuato e sottoposto a sequestro l’intero patrimonio aziendale (tra cui crediti, beni strumentali e rimanenze di magazzino), a cui si non sommate partecipazioni societarie e ingenti disponibilità finanziarie, che hanno di fatto consentito il pieno e integrale recupero del profitto del reato…
Infine, dalle attività di indagine sono stati segnalati alla locale Procura della Repubblica due soggetti ritenuti responsabili, in concorso, per il reato di bancarotta fraudolenta!!!
Come ripeto spesso, non si finosce mai, forse perchè – viste le “pene” irrisorie applicate dalle normative vigente per quanto concerne i reati amministrativi – quei soggetti, certamente “schifosi delinquenti” d’altronde non vi è altro modo per definirli…), ritengono più produttivo operare in maniera truffaldina che in maniera legale!!! 

Quando il "boss" è un maresciallo della Dia!!!

Era chiamato il “boss”!!!

Risponde ora di associazione a delinquere un maresciallo della guardia di finanza, in servizio presso la sezione operativa della Dia pugliese, destinatario della sospensione per sei mesi dal servizio nell’ambito di un’inchiesta che ha già visto 53 indagati su un’attività di dossieraggio e furto di dati sensibili da banche dati strategiche nazionali.

Nell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip del tribunale di Milano vi è un intero capitolo dedicato a quel funzionario, in cui sono presenti, intercettazioni, servizi fotografici e quant’altro che provano incontri vari…

Secondo le indagini ancora in corso, il compenso mensilmente ricevuto in cambio di quelle informazioni “prelevate” nella banca dati, sarebbe di circa 1.300 euro al mese, poi aumentato di 100 euro…

Debbo dire che mi sembra una cifra alquanto irrisoria per informazioni così sensibili e sicuramente chi ne ha fatto uso, avrà ricevuto sicuramente maggiori benefici rispetto a questi pochi euro…

Lo stesso d’altronde, impaurito da altri controlli compiuti in precedenza su un collega carabiniere, anch’egli in servizio alla Dia (che in una circostanza si sarebbe prestato a estrapolare dati riservati), voleva lasciare, e così si sarebbe proceduto a delle rassicurazioni e soprattutto a un piccolo aumento sullo stipendio. 

Nello specifico gli è stato fatto presente che non avrebbe rischiato alcunchè lavorando per quel gruppo, poiché le informazioni da lui fornite sarebbero state mascherate con altre fonti e quindi non vi era nulla su cui preoccuparsi…

Certo ora che si è giunti alla misura interdittiva le circostanze cambiano, non solo per egli ma anche per qualche altro collega coinvolto di cui non si conosce l’dentità, ma che dotrà fornire la propria versione dei fatti durante l’interrogatorio di garanzia previsto nei prossimi giorni.

Certo, quanto sta accadendo a livello nazionale sul famoso “Dossieraggio” è qualcosa di preoccupante, però debbo dire che se da quelle analisi dovessero emergere circostanze al limite della legalità oppure venissero evidenziari fatti gravi, come ad esempio compromessi di uonini/donne appartenenti alle nostre Istituzioni o alle forze dell’ordine, beh… in questi casi sarenne opportuno indagare e portare alla luce quanto scritto su quei fogli, per iniziare a fare piazza pulita di tutte le altre mele marce!!!

Sono convinto però che – per come accade solitamente in questo nostro Paese – tutto verrà alla fine insabbiato e si farà in modo che quei soggetti restino lì dove sono, sì… per l’ennesima volta impuniti!!!

L'ennesimo bonus su lavori mai effettuati!!!

Ancora uan volta parlo di bonus…

Ho scritto in questi anni decine di post sull’argomento, ed ora nuovamente scopro come talune circostanze illegali si vadano a ripetersi!!!

Difatti, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Barletta Andria Trani, hanno eseguito un provvedimento applicativo di misura cautelare su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di 14 soggetti indagati per indebita percezione di erogazioni pubbliche utilizzando abusivamente crediti fiscali relativi ai cc.dd. “Bonus facciate”, “Bonus ristrutturazione” e “Sismabonus”, per un valore complessivo di oltre 52 milioni di euro…

Gli accertamenti hanno consentito di svelare un sistema fraudolento basato sulla creazione di falsi crediti d’imposta in capo a società ed a persone fisiche collegate agli organizzatori della frode; nello specifico è stato riscontrato che una società aveva ceduto crediti fittizi per lavori edili ed investimenti mai sostenuti su immobili totalmente inesistenti, nei confronti di 8 società, dislocate sul tutto il territorio nazionale, risultate in alcuni casi appena costituite, in altri qualificate come evasori totali, ovvero, in stato d’insolvenza…

I riscontri hanno permesso di configurare in capo agli amministratori di quelle società, ipotesi di reato di cui agli artt. 110 e 316 ter c.p. (indebita percezione di erogazioni pubbliche), in quanto i crediti d’imposta di cui sopra sono risultati originati da documenti falsi o attestazione di cose non vere – inserite nella “Piattaforma cessione crediti” – messa a disposizione dall’Amministrazione finanziaria.

Non so che dire, mi sembra assurdo che dopo tanti anni in cui circostanze come queste sono state portate alla luce, qualcuno continui imprterrito ad effettuarle, già… vorrei suggerire a quei soggetti che forse sarebbe meglio (se proprio volessero a tutti i costi continuare a delinquere…) provare nuove strade, sì… piuttosto che ripetere quelle ormai palesi.

D’altro canto, come dice il detto: Errare humanum est, perseverare autem diabolicum!!!

ANAS: nuova inchiesta per corruzione…

L’ennesima inchiesta giudiziaria…

Questa volta la Guardia di Finanza di Milano ha diretto le proprie indagini nei confronti dell’Anas, .nell’ambito di un’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta diretta dai pubblici ministeri di Milano Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri.

Sono state infatti perquisite le sedi Anas di Roma, Torino e Milano e sono 9 le persone attualmente indagate e 3 società.

Gli uomini del Nucleo di polizia economico finanziario della Guardia di Finanza di Milano, coordinati dalla Procura, stanno indagando su una serie di appalti della società del Gruppo FS che gestisce la rete infrastrutturale stradale d’Italia. 

Dall’inchiesta sembra emergere  una presunta tangente da quasi 846.000 euro oltre ad altre “utilità”, come un’auto ed un appartamento.

Sono questi i primi dettagli della una nuova indagine della Procura milanese che sta evidenziando un presunto giro di mazzette sui lavori di manutenzione della rete stradale italiana, in particolare di Lombardia e Veneto, e che coinvolge funzionari ed ex funzionari Anas.

Qualcuno di voi è rimasto sorpreso??? Non certo il sottoscritto…

Nuova bancarotta fraudolenta: sequestro per oltre 15 milioni di euro.

Nel dettaglio, attraverso svariate alchimie contabili e stratagemmi giuridici concretizzatisi nella svalutazione di crediti, erogazione di ingiustificati finanziamenti, distrazione delle rimanenze di magazzino e cessione di immobili, gli indagati hanno complessivamente distratto o comunque dissipato da cinque società fallite, somme per un importo complessivo di circa 36 milioni di euro, destinando le risorse ad impieghi estranei alla loro attività.

Ho letto inoltre che i responsabili, allo scopo di rendere oltremodo difficoltosa la ricostruzione delle operazioni commerciali e, quindi, il recupero dei beni da parte degli organi della liquidazione, hanno omesso di consegnare parte delle scritture contabili obbligatorie, al punto da non richiedere tempestivamente la dichiarazione di fallimento al competente Tribunale, aggravando così la situazione di dissesto delle società.

Però a conclusione delle complesse attività d’indagine la Gdf è riuscita ad identificare un complesso immobiliare, avente un valore commerciale stimato in oltre 15 milioni che era stato sottratto al patrimonio di una fallita attraverso una compravendita simulata per un valore di 4,5 milioni di euro, così da evitare le azioni di recupero dei vari creditori, per poi esser ceduto in modo irregolare, ad una nuova società… 

Chiusa l'inchiesta sul "Consorzio rete fognante Taormina"

Ho letto che l’nchiesta sul “Consorzio rete fognante Taormina” è stata chiusa.

La sostituta procuratrice Roberta La Speme, titolare dell’inchiesta sotto la guida del procuratore capo Antonio D’Amato, ha avvisato tutti gli indagati che gli accertamenti sono arrivati al capolinea.

Il provvedimento di chiusura delle indagini conferma in sostanza le ipotesi accusatorie sollevate dalla Procura di Messina, che ora andranno al vaglio del giudice per le indagini preliminari.

Come abbiamo letto nei mesi scorsi è stata la denuncia di uno degli addetti dell’ente a dare il via all’inchiesta di Polizia e Guardia di Finanza, che hanno analizzato i lavori affidati dal Consorzio, dopo il sequestro dell’impianto per inquinamento nel 2021, e i rapporti tra i dirigenti e le ditte incaricate.

 Il sospetto, sollevato anche dalla denuncia di una persona interna all’ente e suffragato, secondo l’Accusa, dalle intercettazioni, è che per gli affidamenti i dirigenti abbiano incassato dei favori. 

Al vaglio altresì le responsabilità negli episodi di inquinamento dell’Alcantara dovuti al mal funzionamento dell’impianto.

Trovate l’articolo completo con i nomi degli indagati al link: https://www.tempostretto.it/news/indagine-sul-consorzio-rete-fognante-taormina-caudullo-non-doveva-essere-sospeso.html

Società di consulenza evade 2 milioni di euro di tasse attraverso fatture false nel settore del superbonus, ma poi sana la propria posizione!!!

Cosa dire… l’ennesima truffa compiuta attraverso il superbonus!!!

Ma questa volta non si tratta delle agevolazioni edilizie o dee i lavori di ristrutturazione a finire sotto il mirino della Gdf, ma una società di consulenza che operava comunque nell’ambito di quel maxi sconto fiscale…

Le indagini condotte dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ferrara, hanno individuato una rilevante evasione fiscale compiuta da una società che effettuava consulenze tecniche nell’esecuzione di lavori edilizi su grossi immobili che beneficiano del cosiddetto “superbonus”.

Il sistema era semplice: i compensi elargiti agli amministratori della società non venivano pagati come tali ed in questo modo si evitava di operare di versare le ritenute che risultavano essere d’importi elevati e facendo quindi passare quest’ultimi come pagamenti di fatture di consulenza, emessi quindi dalla società principale a ditte individuali che facevano capo agli amministratori.

In questo modo si otteneva un doppio vantaggio, sa una parte non venivano versate le ritenute, dall’altro, questi pagamenti risultavano come costi a carico della società principale, venendo così abbattuto l’utile e ridotte le imposte da pagare, per effetto proprio dei costi legati alle fatture contestate dalla Gdf. 

A differenza comunque delle abituali truffe di cui leggiamo ogni giorno, questa volta la vicenda si è chiusa in maniera totalmente diversa e certamente positiva…

La società difatti ha riconosciuto la bontà della ricostruzione della Gdf aderendo all’atto di contestazione (e dopo la fine dell’ispezione…) a sanare la propria posizione, versando nelle casse dell’Erario una cifra di poco inferiore a 2 milioni di euro…

Le bancarotte fraudolenti in questo Paese sono una consuetudine!!!

Ho letto alcuni giorni fa dell’ennesimo sequestro preventivo che ha visto la Guardia di Finanza di Catania eseguire una misura cautelare nei confronti di una società già dichiarata fallita dal Tribunale di Piazza Giovanni Verga…

Come solitamente accade in questi casi, i soggetti coinvolti sono stati indagati a vario titolo per reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, nonché per aver aggravato il dissesto della società già in crisi…

Ciò che voglio dire – senza entrare nei particolari che solitamente non m’interessano – e che vi è costantemente un ripetuto “modus operandi” cioè un insieme di modalità che vengono abitualmente utilizzate per compiere quelle azioni fraudolente…

Ed allora mi chiedo: perché lo Stato non si predispone a cautela affinchè queste ripetuti comportamenti truffaldini non abbiano a ripetersi???

Ad esempio si potrebbe richiedere alle società di nuova costituzione una forma di garanzia, ad esempio il rilascio di una fidejussione… 

D’altronde è evidente a tutti come basti eseguire una serie di operazioni distrattive del patrimonio aziendale per celare i debiti presenti e di conseguenza le perdite poste in atto a cui si sommano anche i debiti prodotti nei confronti dell’erario, il tutto per poi investire il denaro rubato in altre attività (legali), predisponendo l’ex società primaria a quel mirato fallimento!!!

E così, se da un lato quella superata società va in fallimento, a farne le spese sono i creditori, già… privilegiati e non, nel frattempo la società appositamente costituita viene intestata a familiari, parenti, prestanome, etc… ed eccola rinata nella sua nuova veste di crescita nel mercato legale…

Quindi, da un lato la vecchia società viene depauperata del suo patrimonio, attraverso la svalutazione dei crediti e delle disponibilità finanziarie, cedendo quanto più possibile quei beni ad una società di comodo, per poi arli rintrare nuovamente nelle mani della (nuova società) famiglia, che da quest’ultima acquiesta i beni a un prezzo irrisorio o attraverso la creazione e quindi lo scambio di fatture ideate sul momento, dimostra altresì – in caso di eventuali controlli – che non esiste alcun collegamento con la prima società in fallimento risultando estranea alle vicende fin lì compiute da essa… 

Come si dice nel gerco… la nuova società ha operato nel rispetto della compravendita, essendo di fatto la: “terza in buona fede“!!! 

E difatti procedendo in questo modo si potrà avere un regolare passaggio di consegne, non solo dei beni patrimoniali ma anche dell’attività produttiva; quest’ultima infatti avrebbe nel corso di quel periodo assorbito gran parte di quella vecchia clientela e di conseguenza ha visto crescere ora il proprio fatturato, già…grazie al dislocamento dei clienti provenienti dalla società fallita che, vedendo limitare le proprie commesse, andrà sempre più a morire, lasciando il posto libero alla nuova concorrente…

Ecco perché quando leggo questo tipo di notizie abbozzo un sorriso… perché ho come l’impressione di stare in una “stanza con l’elefante“, dove tutti sanno quanto sta accadendo ma nessuno fa in modo che questo malaffare venga, una volta e per tutte, contrastato ed eliminato!!!

Già… vedrete infatti come tra qualche giorno una nuova inchiesta giudiziaria verrà portata alla luce, sì… con gli stessi analoghi criteri di cui sopra!!! 

Perché si sa da noi non si fa altro che andare avanti a colpi di martello in quelle aule di giustizia, ma poi per il resto, il sistema rimane così come, già… con tutte le sue brutture e come possiamo osservare, a vantaggio sempre di questi viscidi e infidi truffatori !!!

Bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio…

Il comando provinciale della Gdf di Catania, nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura di Catania,  ha dato esecuzione a un decreto del gip nei confronti del titolare di una società, indagato ora per bancarotta fraudolenta, documentale e autoriciclaggio per il fallimento di una Società srl che sarebbe stata oggetto di operazioni distrattive e dissipative del patrimonio aziendale, accumulando ingenti debiti erariali e perdite rilevanti. 
Il gip, sulla scorta delle evidenze acquisite dal Nucleo di Polizia-Economico-Finanziaria di Catania ha disposto il sequestro preventivo dei compendi aziendali delle società beneficiarie dei rami aziendali dalla fallita Srl, oltre denaro, beni e altre utilità per un importo complessivo di quasi un milione di euro.

Alle due società in accomandita semplice è stata inoltre contestata la responsabilità amministrativa degli enti – così come previsto dal D.lgs. n. 231/2001 – in quanto il reato di auto-riciclaggio dei proventi illeciti, oggetto di reimpiego all’interno delle stesse casse, sarebbe stato commesso nel loro esclusivo interesse.

E difatti per questa tipologia di illeciti il citato decreto legislativo prevede la possibilità di applicare sanzioni pecuniari e interdittive a carico delle società coinvolte.

E dire che dal Tribunale di Messina hanno avuto il coraggio di archiviare la mia denuncia per gli sversamenti sul fiume Alcantara. Complimenti… ecco l'esito ottenuto!!

Già… una denuncia presentata dal sottoscritto che è stata archiviata!!!

Mi piacerebbe conoscere ora da quel Tribunale cosa hanno da dire a riguardo… 

Ma d’altronde si sa… quanto sta finalmente accadendo era stato riportato dal sottoscritto nel 2019!!! 

Il post s’intitolava: Foce dell’Alcantara: un tempo oasi naturale, oggi… fogna a cielo aperto!!! Vi basterà leggerlo e vedrete che quanto sta accadendo nell’attuale inchiesta giudiziaria era stata ben evidenziata: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/11/foce-dellalcantara-un-tempo-oasi.html

Ed allora riporto quanto ho letto ieri nella pagina web di Messina Today: https://www.messinatoday.it/cronaca/fogna-taormina-operazione-guardia-di-finanza-sversamenti-alcantara-sospensione-dirigente.html

Dai liquami sversati nel fiume Alcantara a un sistema di cattiva gestione dell’impianto fognario della fascia jonica messinese. Guardia di finanza e polizia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare personale che dispone la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di un ex dirigente del Consorzio Rete Fognante di Taormina ed il divieto temporaneo per due imprenditori della provincia di Messina ed un professionista, già dirigente dell’Ente, di contrarre con la pubblica amministrazione.

Il provvedimento cautelare, emesso dal gip del tribunale peloritano, su richiesta della Procura della Repubblica di Messina, interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva stabilito dall’art. 27 della Costituzione. Agli indagati sono contestati, in concorso tra loro, i reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, falso materiale e ideologico, truffa e inquinamento ambientale.

Le indagini, condotte dal commissariato di Taormina e dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Taormina, coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, che sono consistite in complesse ricostruzioni documentali, intercettazioni ambientali e accertamenti bancari, hanno messo in luce l’esistenza di un collaudato sistema di cattiva gestione delle funzioni pubbliche, in totale spregio dei principi di correttezza, trasparenza ed imparzialità che dovrebbero presiedere all’azione amministrativa.

In dettaglio, il sistema illecito ruotava attorno alle figure di due dirigenti, rispettivamente responsabili dell’area tecnica e dell’area finanziaria, che gestivano, in maniera clientelare, i lavori di manutenzione dell’Ente pubblico, inosservanti della vigente normativa sui contratti pubblici, affidandoli arbitrariamente a taluni imprenditori per la realizzazione di scopi personalistici, quali incarichi privati retribuiti ed altre varie utilità economiche. Inoltre, gli investigatori hanno dimostrato che il Responsabile tecnico aveva consentito l’utilizzo dell’impianto di depurazione anche in assenza dell’autorizzazione allo scarico, risultata ormai scaduta, e della manutenzione della struttura, obbligatorie per il trattamento a norma di legge delle acque reflue, arrivando persino ad autorizzare uno degli imprenditori colpiti dalla misura restrittiva, allo scarico reiterato di reflui fognari non depurati nelle acque del fiume Alcantara, in totale inosservanza delle prescrizioni e cagionando un significativo danno all’ecosistema fluviale.

In merito, il Giudice per le Indagini Preliminari, considerati i gravi indizi di colpevolezza ed il concreto pericolo di reiterazione del reato, ha disposto il sequestro dell’automezzo utilizzato per il trasporto illecito di rifiuti e scarico abusivo dei reflui fognari, riconducibile ad una società gestita da uno degli imprenditori indagati. L’impianto gestito dal Consorzio, già sottoposto a sequestro nel corso delle investigazioni, è attualmente affidato ad un amministratore giudiziario e risulta regolarmente operativo, in regola con gli interventi di manutenzione previsti per legge.

L’odierna attività testimonia il perdurante impegno delle forze dell’Ordine e della Procura della Repubblica di Messina nel contrasto ai reati contro la Pubblica Amministrazione, a tutela dell’ambiente ed a presidio della legalità circa la corretta spesa delle risorse pubbliche in favore della collettività. Il provvedimento cautelare è stato adottato nella fase delle indagini preliminari e che, dunque, gli indagati sono da presumersi innocenti sino alla sentenza di condanna definitiva che ne accerti la responsabilità all’esito del giudizio che si svolgerà nel contraddittorio con la difesa davanti al giudice terzo imparziale, giudizio che si potrà concludere anche con la prova dell’assenza di ogni forma di responsabilità.

E poi debbo ascoltare i soliti “pappagalli istituzionali” che ripetono quando intervistati: dovete denunciare!!! 

Vorrei chiedere loro: ma quando uno denuncia e nessuno prende provvedimenti, il cittadino virtuoso cosa può fare??? 

Ma d’altronde ditemi: chi compie quotidianamente quei sani principi di legalità??? Già… sono soltanto esigui cittadini che si contano sulle punta delle dite e vi assicuro come ciascuno di essi, poco o  nulla centrino con quanti abitualmente vediamo commemorare – con la consueta posa di ghirlande – le vittime di questo nostro Paese!!! 

L'ennesima truffa dei bonus edilizi!!!

Non so più quanti post sull’argomento avrò scritto…

https://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/03/maxi-truffa-del-bonus-facciate.html

https://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/01/niente-piu-bonus-detrazioni-e.html

https://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/07/bonus-facciate-lavori-inesistenti-e.html

https://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/12/superbonus-110-truffato-un-condominio.html

https://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/12/bonus-facciate-e-bonus-ristrutturazioni.html

I link di cui sopra ad esempio, rappresentano solo una parte tra quelli più recenti e comunque ormai, alle truffe e ai raggiri, mi sono abituato, sì… non rappresentano più una novità per questo nostro Paese, potrei aggiungere che se ve ne fosse soltanto una al giorno, beh… festeggerei con una bottiglia di spumante!!! Ahimè come sappiamo… non va così, anzi tutt’altro!!!

Già… sono migliaia e migliaia gli imbrogli che vengono compiuti ogni giorno, senza parlare poi delle frodi e delle fregature che si compiono attraverso social, messaggi e/o chiamate ai cellulari…

Ed allora nell’andare a scoprire quanto accaduto nella provincia di Messina, vorrei permettetermi innanzitutto di aggiungere una nota personale: sono certo di poter affermare che a breve molte di quelle condizioni “ambigue” a cui ho dovuto assistere in questi anni (nell’area peloritana), andranno finalmente a mutarsi e ciò è dovuto principalmente alla nuova presenza negli Uffici della Procura di Messina del  Procuratore Capo, Antonio D’Amato.

Ed allora, ritornando all’inchiesta…

La guardia di finanza di Messina, nell’ambito del contrasto delle frodi fiscali in materia di crediti d’imposta, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare personale e reale emessa dal gip peloritano, su richiesta dalla procura messinese, a carico di 6 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere dedita alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, indebite compensazioni fiscali ed autoriciclaggio. Di questi, un provvedimento custodiale in carcere e cinque misure degli arresti domiciliari; inoltre, le fiamme gialle ha proceduto al sequestro di beni per 37 milioni di euro!!!

Le indagini – come solitamente riporto e soprattutto chiedo i maniera decisa  ai miei lettori – sono  partite da una denuncia, e le investigazioni hanno fatto emergere un sistema fraudolento per approfittare dei benefici fiscali introdotti dal decreto Legge 34/2020 e.m.i. 

E’ stato infatti un cittadino ad aver scoperto la truffa, avendo scoperto nel proprio cassetto fiscale, rediti d’imposta per un controvalore di ben 1,3 milioni di euro, riconducibili a lavori di ristrutturazione edilizia riconducibili al superbonus 110%,  mai chiesti e ancor meno eseguiti!!!

A seguito delle verifiche il gruppo della guardia di finanza di Messina ha potuto accertare che le agevolazioni fiscali segnalate, risultavano esser state cedute, tramite la piattaforma online dell’Agenzia delle Entrate, a una società “fantasma”, in quanto risultata priva di personale e di strutture idonee all’esercizio della propria attività.

Dalle successive indagini, perquisizioni e accertamenti bancari sono emersi ulteriori crediti, inseriti sempre attraverso i sistemi informatici da un individuo che li inviava a società terze di Messina, riconducibili a soggetti facenti parte dello stesso solo nucleo familiare.

Quando penso ai sistemi banali utilizzato per frodare, come l’esempio di cui sopra, attraverso personali credenziali “Spid”, copia dei documenti d’identità, una posta elettronica e a qualche altro piccolo mandato, beh… non riesco a comprendere se tutti questi soggetti che gni giorno s’inventano truffe, siano dei geni oppure se è il nostro Stato o quantomeno coloro che operano per esso (nel predisporre quelle metodologie di acquisizione dati online), ad essere dei fessi!!!

Incredibile… “37 milioni di euro”: non so voi, ma secondo il sottoscritto… non se ne può più!!!

Dissesto idrogeologico in Sicilia: arrestato per corruzione e posto ai domiciliari il commissario!!!

Ho appena letto due articoli pubblicati su https://www.glpress.it/ a firma di Giuseppe Lazzaro ed un’altro scritto dalla  redazione di Catania su https://livesicilia.it/.

Ambedue trattano l’inchiesta che ha visto coinvolto il commissario per il dissesto idrogeologico in Sicilia

GL PRESS – trovate l’articolo completo su:

https://www.glpress.it/messina-inchiesta-e-appalti-oltre-allarresto-per-corruzione-di-croce-coinvolto-anche-il-sindaco-di-maletto/

In sintesi,

Maurizio Croce (già candidato a sindaco e consigliere comunale di Messina) è stato arrestato ieri per corruzione e posto ai domiciliari.

Inoltre – nel medesimo articolo – viene riportato l’arresto di Francesco Carmelo Vazzana, imprenditore calabrese, anche lui ai domiciliari ed è indagato Giuseppe Capizzi, sindaco di Maletto (CT), colpito da un’interdittiva della capacità di contrarre con la Pubblica amministrazione. 

Ieri mattina, la Guardia di Finanza di Messina, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei tre, indagati, a vario titolo, per una serie di fatti corruttivi nell’ambito dell’aggiudicazione e dell’esecuzione di appalti, promossi dal commissario di governo contro il dissesto idrogeologico per la Regione Sicilia. L’indagine scaturisce dal controllo disposto dal Prefetto di Messina, nel cantiere dei lavori di “riqualificazione ambientale e risanamento igienico dell’alveo del torrente Cataratti-Bisconte e opere varie nel Comune di Messina”.

Ulteriori novità nel servizio con i nomi di tutti gli altri indagati, per un totale di 11, di cui 9 persone fisiche e 2 persone giuridiche, a cui si sommano altri sei indagati, di cui 2 tra questi ho letto essere pubblici ufficiali; alla fine dell’articolo comunque sono riportati tutti i nomi coinvolti nell’inchiesta ed anche le Società iscritte ora nel registro degli indagati.  

LIVE SICILIA: – trovate l’articolo completo su:

https://livesicilia.it/inchiesta-sugli-appalti-a-messina-indagato-il-sindaco-di-maletto/?refresh_ce

In sintesi, 

Maletto(CT) – C’è anche il sindaco di Maletto, l’architetto Giuseppe Capizzi, tra gli indagati dell’inchiesta messinese che ha coinvolto il commissario per il dissesto idrogeologico in Sicilia, Maurizio Croce. Croce, si ricorda, è stato arrestato oggi per corruzione e posto ai domiciliari.

Assieme a lui è stato posto agli arresti domiciliari anche Francesco Carmelo Vazzana. Nessuna misura cautelare, va sottolineato, riguarda il sindaco, che invece è stato destinatario di una interdittiva della capacità di contrarre con la Pubblica amministrazione.

Vazzana, secondo l’impianto accusatorio, sarebbe stato l’intermediario tra Croce e Capizzi. Capizzi, dal canto suo, è rappresentante dell’impresa che si è aggiudicata i lavori per la messa in sicurezza del torrente Cataratti-Bisconte.

Intanto Croce è stato sospeso da Forza Italia. Lo ha comunicato il coordinatore regionale Marcello Caruso. “Sono assolutamente fiducioso e rispettoso del lavoro svolto dalla magistratura, che è soltanto all’inizio del proprio iter – ha dichiarato Caruso – così come auspico che la vicenda possa essere al più presto risolta e che il consigliere comunale Croce possa chiarire la propria posizione”.

CATANIA: finalmente si vede sul campo quel controllo sul territorio richiesto!!!

Non credo che il sottoscritto abbia alcun merito su quanto sta accadendo in queste settimane nelle nostre strade, certamente l’averne parlato o quantomeno aver criticato il modesto operato fino a poco tempo fa osservato, ha certamente ora favorito quel (necessario) incremento sui controlli stradali…

Difatti, debbo dare atto che qualcosa finalmente si è mosso e da circa due settimane ovunque vada, trovo posti di blocco!!!

Stamani ad esempio c’erano ben cinque pattuglie, di cui un’unità era “cinofila”; mi riferisco a Via Carrubella, dinnanzi al supermercato (prossimo all’apertura) “Eurospin”, i cui operatori stavano verificando alcune auto ed i loro occupanti. Una strada importante per chi proviene da Catania, precisamente da Via S. Sofia, ma non solo, anche per chi dall’uscita della tangenziale di “San G. Galermo” si dirige in Via Passo Gravina oppure per chi proveniente da Gravina di Catania, si reca in località “Fasano”.

Sì… debbo fare i complimenti per l’azzeccata postazione, quella sopra descritta rappresenta un luogo indicato per intercetare eventuali automobilisti non in regola con le normative vigente, anche perché chiunque provasse a sfuggire a quei controllii, verrebbe bloccato!!!…

Peraltro, analoga circostanza mi è occorsa alcuni giorni fa dinnanzi alla “LIDL” di Via Segantini, zona Barriera del bosco, dove vi era posizionata una pattuglia; ed anche qualche giorno prima, presso la zona del “2000”, adiacente ai due obelischi, vi erano due pattuglie e sempre lo stesso giorno, limitrofi al centro commerciale Katanè, presso l’uscita autostradale, erano presenti altre due pattuglie!!!

Potrei continuare con quanto inoltre ho potuto costatare in queste settimane, che evidenzia per l’appunto un controllo del territorio che – permettetemi di dire – a Catania non ho mai visto e di cui per l’appunto mi ero, alcuni mesi fa, lamentato!!!

Difatti, nel post intitolato “Controllo del territorio in Sicilia??? Manca – secondo il sottoscritto – un serio coordinamento!!!” – link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/01/controllo-del-territorio-in-sicilia.html risentivo della mancata presenza costante delle forze dell’ordine e faceva il paragone con un altra regione, la Toscana, nella quale per ragioni di lavoro ho vissuto negli ultimi anni; un territorio dove la presenza dei posti di blocco era asfissiante, tanto da creare – in noi automobilisti – una forma di fastidio, considerate le file di auto che, a causa di quei controlli, si verificavano…

E quindi pur volendo considerare quel detto catanese che dice: “u supecchiu è comu u mancanti “, osservando però la differenza posta in campo tra le due regioni, scoprivo di passare da un eccesso di controlli ad una profonda carenza, quantomeno visibile; mi scuso anticipatamente, ma il mio riferimento è il giudizio di un semplice cittadino, non discuto che sicuramente in altri contesti, luoghi e tempi, questi accertamenti delle nostre forze dell’ordine (tutti indistintamente…) vengono costantemente effettuati, ma purtroppo noi tutti, non ne veniamo a conoscenza, se non soltanto a fatto compiuto, attraverso Tg o leggendo l’indomani gli articoli di cronaca nei quotidiani stampati o tramite web.

Auspico tra l’altro che questo improvviso incremento di controlli non sia dovuto a quella deplorevole immagine subita a livello nazionale nei giorni di festa della nostra Santa padrona S. Agata; mi riferisco alle violenze brutali subite da quei due giovani presso la Villa Bellini, a cui tra l’altro, ho dedicato un post di rimprovero nei confronti di chi è incaricato alla sicurezza di questa nostra bellissima città di Catania: “Ecco cosa intendevo quando ho scritto che manca controllo sul territorio!!! – link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/02/catania-ecco-cosa-intendevo-quando-ho.html

Ed infine vorrei che quanto si sta verificando per le strade della nostra città in queste ore, non vada con il passar del tempo – per come solitamente accade – scemando; già… vorrei evitare di rivedere quelle abitudini consuetudini che – senza voler generalizzare – conosciamo bene e che conducono generalmente a quel cosiddetto stato “soporifero, lo stesso che poi permette, a tutto il sistema illegale – ovunque presente – di riprendere quella propria forza!!! 

Sì… dopo quanto accaduto, ritengo non si debbano attendere inediti misfatti eclatanti!!!

Bancarotta fraudolenta: c'è sempre da imparare!!!

I finanzieri hanno posto agli arresti domiciliari un imprenditore ritenuto responsabile del fallimento di una società che operava nel settore dell’autotrasporto merci…

L’uomo avrebbe diretto in maniera occulta anche una terza società, intestata alla moglie nel medesimo settore ma caratterizzata da debiti tributari non pagati e di un patrimonio netto negativo. per circa 1,3 milioni di euro. Ora sono stati denunciati per i reati di bancarotta, in concorso tra loro, anche l’amministratore legale e il liquidatore di una prima società dichiarata fallita.

Le indagini difatti hanno consentito di ricostruire le vicende societarie di una prima impresa fallita che sarebbe stata amministrata in maniera occulta dallo stesso imprenditore, il quale a partire dal 2017 avrebbe distratto dall’azienda numerosi automezzi e più di 500 mila euro, svuotando così i conti correnti aziendali e reimpiegando l’importo in una seconda società, sempre di autotrasporti e della denominazione simile, senza che vi fosse alcun collegamento commerciali tra loro.

Gli accertamenti delle fiamme gialle hanno infatti evidenziato come sin dal 2017, la prima società (fallita) fosse già in dissesto e non potesse operare, in quanto priva degli automezzi (ceduti…) e il cui corrispettivo non è stato mai rinvenuto nella contabilità aziendale.

Come ho scritto nel tutolo di apertura, dinanzi alle strategie poste in atto da questi veri e propri truffatori, le forze dell’ordine hanno sempre da imparare!!!

In Sicilia, ma non solo, c'è bisogno dell'esercito nelle strade!!!

Sono stato in questi ultimi tre anni  per motivi di lavoro in Toscana e posso assicurarvi che a differenza nostra, parlo della mia regione (Sicilia), i controlli – se pur esigui – erano comunque presenti…

Come dicevo, il sottoscritto ha avuto modo in questi anni di attraversare quotidianamente quel territorio che da Poggibonsi passava per Certaldo/Castelfiorentino e che mi ha portato in molti comuni della provincia di Empoli, ma non solo, attraversavo le colline del chianti per giungere a Cecina, l’Isola D’elba, Pisa, Lucca, Livorno, Grosseto etc… ed una circostanza più di altre suscitava la mia attenzione e cioè la presenza costante in qualsivoglia strada delle forze dell’ordine… 

Posti di blocco ovunque, Guardia di Finanza, Polizia Stradale, Carabinieri e nelle citta auto della Polizia municipale…

Ora, non conosco quali modalità caratterizzano i turni di servizio, chi decide dove quelle pattuglie debbano andare o sostare e sono altresì consapevole che una delle maggiori incognite per quegli operatori sia costituita dall’imprevedibilità e quindi nel non poter stabilire a priori quale sia la migliore strategia e quali azioni quindi porre in essere per rendere più efficaci quelle normali procedure di controllo…

Ma ciò che mi chiedo, perché in tutti quei luoghi sopra riportati, parlo di una collocazione geografica ed urbanistica simile a quasi tutte le altre regioni del nostro paese – permettetemi di precisare che nel caso specifico l’impressione ricevuta in questi anni è che essa presenti una minore concentrazione di flussi di persone e quindi di veicoli, tale da non dover imporre una così massiccia presenza di forze dell’ordine – viceversa, nella mia regione, quei maggiori controlli potrebbero bilanciare una presente criticità e quindi dei fattori di rischio accertati che potrebbero determinare gravi problemi.

Già… mi ripeto, ma quanto sopra lo vedrei per l’appunto più indicato per la mia terra, dove certamente vanno adottate  procedure d’intervento mirate, atte a tener sotto controllo tutti quei fattori determinanti che possono risultare favorevoli al contrasto di quelle abituali attività legate alla criminalità organizzata… 

D’altronde la minaccia reale e soprattutto le modalità con cui essa si presenta, senza dimenticare il numero elevato di persone coinvolte, dovrebbe spingere il Viminale ad attuare un serio controllo del nostro territorio – se non si sa come fare, mi rendo sin d’ora a disposizione – che determini in modo appropriato quel livello di criticità e che attui in maniera corretta quelle modalità di accertamento… 

Sicuramente oggi qualcun potrebbe obiettare che molto dipenda dall’esiguo numero di operatori delle forze dell’ordine nella nostra regione, non so rispondere poiché non conosco i numeri reali, ma certamente comprendo e condiviso l’impegno profuso nell’intervenire ogni giorno non solo nella gestione di quei controlli stradali,  ma anche quando chiamati per eventi d’alta criticità. 

Ma se il problema reale fosse questo, ecco affermarsi l’idea di mettere in campo l’esercito, d’altronde mi chiedo, a cosa servono tutti quei militari posti a controllo di quegli uffici istituzionali o per quelle sterili parate, sì… non sarebbe meglio destinare quelle pattuglie al controllo del territorio, ad esempio per meglio verificare il traffico veicolare in entrata e in uscita dalla nostra regione, ma anche nelle città più importanti, come ad esempio Palermo, Catania e Messina, attuando ad esempio una forma di “cinturazione”, con obbligo di controlli agli accessi d’ingresso…

Ovviamente quei militari dovranno riceve una formazione professionale specifica e svolgere un addestramento particolareggiato che simuli tutti i possibili scenari operativi durante quei controlli preventivi, a persone e/o veicoli sospetti, per essere dislocati in modo da soddisfare l’esigenza di opporre un reale contrasto a quei fenomeni criminali d’alto profilo, costituendo altresì una forza di intervento rapida capace di muoversi su tutto la regione, per dare pronta risposta ad ogni situazione che richieda il rafforzamento del presidio del territorio in occasione di eventi che turbino o possano turbare l’incolumità e la sicurezza pubblica.

Quindi, nel reiterare quei controlli, ritengo che queste unità operative militari, potrebbero – se posti in campo in maniera seria – costituire uno strumento formidabile cui far ricorso per garantire non solo l’ordine, ma soprattutto la sicurezza pubblica in un territorio che da sempre soffre e che dimostra  di non aver superato le gravi difficoltà, ahimè ancora oggi, fortemente presenti!!!

Si perché nella presunzione arrogante di controllare gli eventi alla fine non si controlla niente: Panta rei e ruit hora, ecco le sole implacabili leggi della vita!!!

Tangenti, già… ovunque tangenti e sempre tangenti per aggiudicarsi quegli appalti!!!

E’ talmente ridicolo quel sistema corruttivo attuato per far circolare denaro a nero che ritengo la sua diffusione, ma soprattutto la mancanza di un serio contrasto da parte delle istituzioni, giustificato da un’unica spiegazione e cioè che esso interessa tutti, già… anche coloro che di fatto dovrebbero controllare!!!

Ed allora, ecco dopo quanto scritto ieri, l’ennesima circolazione di mazzette, in cambio di informazioni su alcune gare d’appalto!!!

Le bustarelle venivano incassate come sempre e cioè in contanti, solo che questa volta a filmare tutto c’erano i finanzieri di Brescia, video che ora fanno parte dell’inchiesta della pm Marzia Aliatis che ha già portato all’arresto di quattro persone tra cui un dipendente di Enel distribuzione. 

Sembra secondo gli inquirenti che quest’ultimo abbia ricevuto somme da una società di Bergamo, affinché quest’ultima potesse aggiudicarsi una gara d’appalto indetta dalla partecipata di Stato. 

L’indagato dalle investigazioni del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia, avrebbe intascato 70mila euro e difatti, grazie alla dritta, la società in questione si sarebbe aggiudicata un appalto di oltre 12 milioni di euro!!!

Sono seguiti inoltre dei sequestri e sette perquisizioni nelle province di Brescia, Milano, Bergamo, Novara e Chieti. 

Come ormai consuetudine, i reati contestati sono sempre gli stessi: associazione per delinquere finalizzata alla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, alla turbata libertà degli incanti, fino ad arrivare all’accesso abusivo ad un sistema informatico e all’omessa presentazione delle dichiarazioni.

Non per fare polemica, ma questo sistema dell’aggiudicazione degli appalti è così banale nel suo iter, che chiunque, anche il meno esperto, può riuscire ad individuare la percentuale da inserire in fase d’offerta, grazie soprattutto agli addetti ai lavori “infedeli” e ai documenti ricevuti facilmente ispezionabili con strumenti elettronici e informatici…

D’altronde verificare abusivamente i documenti ricevuti dal sistema informatico è una cosa talmente banale che non bisogna essere un hacker per riuscire a visualizzare le offerte trasmesse dalle imprese partecipanti a ciascuna gara d’appalto, come d’altronde eguale è il sistema adottato da molte società, appartenenti solitamente allo stesso consorzio (un vero e proprio gruppo celato che condiziona le percentuali d’offerte e si aggiudica i lavori), affinché dai controlli non si possa comprendere e ancor meno determinare quale società di quel gruppo sia realmente coinvolta in quel sistema illegale, nel caso risultasse l’aggiudicataria. 

Il sistema è fallace, già… lo scrivevo ai tempi di Cantone, ma sicuramente a molti non interessava far saltare il coperchio, perché pariamo di un sistema corruttivo talmente diffuso che da anni foraggia centinaia di migliaia di soggetti e quindi perché rinunciarvi???

E qualcuno ancora oggi, da parte delle Istituzioni, ha il coraggio di parlare in Tv di legalità e contrasto alla corruzione: ma per favore se sono proprio loro i primi a godere di quel malaffare!!!

Fa parte della "natura umana": chiesti trecentomila euro per pilotare una sentenza!!!

Avevo scritto proprio ieri sulla natura umana dei magistrati, della circostanza che essi non fossero dei supereroi, inattaccabile sotto il profilo morale, vero e proprio baluardo della legalità… si belle parole, ma nei fatti uomini e donne restano e come tali si comportano, non tutti per nostra fortuna, ma qualcuno ogni tanto “cade” ed è quanto accaduto in questi giorni ad uno di essi, ora accusato di tentata concussione per aver chiesto 300mila euro a un imprenditore che intendeva costruire un hotel…

Come dicevo, vi sono anche i magistrati retti, quelli che svolgono in maniera corretta la propria professione, anche quando si tratta di dover compiere delle indagini nei confronti di un collega, ed è così che un pm della Procura di Bari, insieme alla Guardia di finanza, ha dato il via – dopo la denuncia dell’imprenditore – ad un provvedimento che si è concluso con la notifica agli indagati.

Come riportavo sopra, la vicenda vedeva un’imprenditore, a cui erano state contestate delle cartelle esattoriali per circa 2 milioni di euro e per le quali aveva si era opposto con ricorsi alla giustizia tributaria, ricorsi accolti ma poi impugnati dall’agenzia delle entrate.

Ecco però che prima dell’appello, qualcuno avrebbe chiesto al costruttore del denaro soldi per dirottare la causa giudiziaria in suo favore, all’incirca 300.000 euro… 

L’imprenditore viceversa si sarebbe rifiutato di pagare e di conseguenza i procedimenti si conclusero con l’accoglimento dell’appello dell’agenzia delle entrate, nel frattempo però le denunce presentate portarono agli arresti del magistrato e di suoi complici, per corruzione in atti giudiziari..

Scriveva Giuseppe Scarpino: “Un uomo è tale se sceglie sempre di entrare dall’ingresso principale”!!!

Milioni di euro che si spostano senza muoversi…

La Guardia di Finanza su delega della Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia – sta eseguendo una maxi operazione a contrasto del traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, esercizio abusivo del credito e frode fiscale.

Un’attività illegale gestita nel nostro Paese da alcuni cinesi che garantivano finanziariamente un gruppo di trafficanti di droga e li aiutava a creare fondi neri. 

Un giro milionario di hashish e marijuana, carichi di droga pagati attraverso una banca occulta gestita da cinesi che si occupava altresì di effettuare di fatture false per alcuni imprenditori lombardi, nell’ambito del commercio della plastica e del metallo, con un giro d’affari di oltre 40 milioni di euro. 

Sono state sequestrate società, immobili, beni mobili e disponibilità finanziarie per oltre 9 milioni di euro, ritenuti questi di provenienza illecita ovvero sproporzionati rispetto al reddito e all’attività economica svolta dai sodali dell’organizzazione criminale…

Montagne di soldi provenienti dallo spaccio entravano a far parte delle attività di alcuni cinesi…

L’indagine si è focalizzata sulla ricostruzione delle modalità di pagamento utilizzate dai narcotrafficanti che, per saldare gli acquisti delle partite di droga, si avvalevano di “servizi bancari” abusivi gestiti da soggetti di etnia cinese che fungevano da veri e propri “centri di raccolta” del denaro da trasferire all’estero, un sistema analogo a quelli su cui si basa il meccanismo di rimessa informale di denaro denominato “fei’chi en“, simile alla “hawala” islamica.

I soggetti cinesi – nella quasi totalità questi erano titolari di esercizi commerciali –  ricevevano contante da trasferire in modo anonimo, veloce e non tracciabile, dietro il pagamento di una commissione variabile dall’1,5% al 2%. 

Già… milioni e milioni di euro che si spostano senza muoversi!!!

Tribunale di Messina: quanta amarezza!!! Già… perché dopo aver agito per portare la legalità dove non c'era, scopro in questi anni come a vincere sia ancora costantemente l'illegalità!!! Ultima parte…

Ed allora viene spontaneo chiedersi…

Come può un amministratore continuare ad operare, come se non fosse mai stato nominato un amministratore giudiziario?

Già… come può essere possibile che un amministratore ometta di consegnare ad un suo collega la documentazione condominiale in suo possesso e tra l’altro, permettetemi di ricordare, non un semplice “pinco pallino“, ma bensì un amministratore giudiziario, nominato da un Tribunale, nello specifico quello di Messina,  circostanza certamente gravissima, in quanto quel passaggio avrebbe dovuto esser espletato immediatamente ed invece un caz…!!!  

Perché è stato impedito di far prevalere la volontà assembleare, non permettendo così a quell’amministratore giudiziario di convocare una democratica assemblea, affinché si procedesse alla eventuale nomina di un nuovo amministratore condominiale?

Ed ancora, non comprendo le motivazioni che permettono a quel signore di poter ritardare i procedimenti in corso, attraverso meccanismi utilizzati grazie ai suoi “azzeccagarbugli” che non fanno altro che posticipare di volta in volta le sentenze, creando forti disagi a coloro che vorrebbero si giungesse ad una conclusione celere di questa annosa vicenda…

Già… mi vien da chiedere, quanti altri anni dovremmo attendere, ma soprattutto cosa ne sarà di tutto quel meticoloso lavoro egregiamente compiuto dalle forze dell’ordine, se poi la magistratura e quindi di fatto i suoi interpreti, ne rigettano la fondatezza???

Suggerisco quindi a quei magistrati di ricusare immediatamente l’operato di quei pubblici ufficiali!!!

Scherzo ovviamente, ma so bene quanto poco ci sia da scherzare…

Già… non vorrei essere nei panni di coloro che fanno quotidianamente il proprio lavoro e si vedono costantemente beffeggiati da un meccanismo iniquo, che dimostra quotidianamente di proteggere coloro che fanno parte di quel “sistema” colluso e criminale e viceversa beffeggia ogni giorno chi cerca di contrastarlo!!!

Sentivo stamani viaggiando in auto, una stazione radio nella quale si parlava di una notizia pubblicata su “Il Giornale” scritta dal giornalista Luca Fazzo, che raccontava di come diversi magistrati andavano in diversi paradisi turistici italiani, per passare le proprie vacanze e spendendo soltanto 7 euro al giorno, si proprio sette euro! Sì… sembra che devono esclusivamente “sopportare” che per alcune ore qualche turista sbarchi sull’isola per poi andarsene alle 17.00, grazie ad un servizio turistico a numero chiuso… 

Poi ci si chiede perché ormai sono in molti i cittadini che al fine di poter esercitare un preteso diritto e non potendo ricorrere ad un giudice equo, preferiscono arbitrariamente farsi ragione da sé!!!

Tribunale di Messina: quanta amarezza!!! Già… perché dopo aver agito per portare la legalità dove non c'era, scopro in questi anni come a vincere sia ancora costantemente l'illegalità!!! Parte quarta

Si comprende da quanto scritto in questi giorni di come la gestione dei beni comuni nei suoi variegati aspetti, anche connessi con la tutela di diritti personali e non patrimoniali, non può che essere affidata ad un soggetto validamente nominato dall’assemblea legittimamente costituita in quanto, nel caso di specie, la presenza di un numero elevato convenuto (all’incirca 800), sta indiscutibilmente comportando ingentissime movimentazioni di denaro ad opera di un soggetto, ad oggi, non legittimato ad operare quelle funzioni di amministratore in quanto tra le dette somme, risultano anche accrediti di svariate decine di migliaia di euro operanti in favore proprio di quell’ex amministratore, suo familiare… 

Quindi… nonostante ad oggi lo stesso non possa essere ritenuto tale, è proprio questo aspetto a meritare un adeguato approfondimento nella fase di merito, in quanto, il suddetto elevatissimo ammontare delle somme illegittimamente movimentate potrebbe arrecare un pregiudizio irreparabile per i condomini anche in considerazione della ragionevole difficoltà di recupero futuro delle somme medesime (tra cui quelle che potrebbero continuare ad essere accreditate a titolo di compenso da parte del familiare promossosi a nuovo amministratore) ove la delibera di nomina di quest’ultima non venga – come già occorso per le precedenti assemblee con riferimento al padre – definitivamente sospesa!!! 

CONTINUA

 

Tribunale di Messina: quanta amarezza!!! Già… perché dopo aver agito per portare la legalità dove non c'era, scopro in questi anni come a vincere sia ancora costantemente l'illegalità!!! Parte terza

Ecco quindi che per tutte quelle illecite circostanze e soprattutto per gli evidenti reati commessi e ahimè reiterati, nonostante l’ordine del giudice, non è stato ad oggi possibile ottenere quella documentazione condominiale (alla faccia della legalità e del rispetto della legge…) illegalmente detenuta ora da un soggetto estraneo e mai eletto ufficialmente!!!

Altro che “Casamonica”, già… quei soggetti criminali a noi siciliani ci fanno un baffo, in particolare grazie anche al sostegno ricevuto da parte di una giustizia che ha solo evidenziato in questi anni di ricevere “Tumbulate a levapilu” come mi suggerisce un amico catanese!!!

Già… perché le continue lungaggini giudiziarie non hanno permesso a quell’amministratore giudiziario, ripeto nominato dal Tribunale di Messina, di poter procedere alla verifica dell’anagrafica e quindi ad una regolare convocazione assembleare, onde poter garantire non solo il rispetto delle regole condominiali fino ad oggi gravemente violate, ma quelle ripercussioni personale compiute nei confronti di taluni condomini che per l’appunto, hanno provato in questi anni a ribellarsi, subendo continui atti prepotenti, vessatori ed umilianti sopraffazioni!!!

E’ evidente come si stia provando in tutti i modi d’impedire che la verità venga alla luce, già… è ormai palese a tutti di come si stia provando a sospendere le vicende giudiziarie in corso e nel far ciò si utilizzando espedienti e meccanismi illegali ed elusivi, al fine di non far compiere alla magistratura il proprio compito che ricordo, è proprio quello di far rispettare sempre e ovunque la legge e quei fondamentali principi di legalità!!!

Ormai è certo, ciò che non si vuole fare emergere è dove siano finiti i soldi della cassa del condominio riportati in questi anni nei vari bilanci mai approvati!!!

Aveva ragione il giudice Falcone: “segui i soldi per capire il sistema”!!! 

Sì… come ho scritto nel titolo di apertura sono amareggiato, perché parliamo di un sistema marcio e profondamente ingiusto, un sistema che impone tutte le sue astuzie e che fa in modo che nessuno possa contrastarlo, perché la maggior parte dei cittadini – a differenza di quel noto programma televisivorifiuta e non va avanti!!!

Ecco perché solo chi è forte dentro, chi non ha paura di niente e di nessuno, chi ha evidenziato nel corso della propria vita di non essere legato a quel sistema clientelare e corruttivo, già… perché soltanto chi non è mai appartenuto a logge o sistemi di potere può considerarsi libero da compromessi e quindi da pericoli ricattatori, permettendosi di camminare a testa alta e denunciare tutto il malaffare con cui si viene a contatto ed in particolar modo proprio quei soggetti “potenti”, che sanno di esser dentro al famoso “cerchio magico”, un sistema grazie al quale si può arrivare dove si vuole, perché le regole lo consentono!!!

Continua

Tribunale di Messina: quanta amarezza!!! Già… perché dopo aver agito per portare legalità dove non c'era, scopro in questi anni come a vincere sia ancora costantemente l'illegalità!!! Parte seconda

Quindi riepilogando, grazie al mancato sostegno da parte dello Stato ecco che una nuova “illegittima” assemblea indetta dai sostenitori di quell’amministratore ormai rimosso, provoca per l’ennesima volta una nuova condizione di instabilità, in particolare tra i condomini che ormai non sanno più cosa fare e soprattutto a chi doversi rivolgere…

Nessuno difatti in quel villaggio possiede i 501/millesimi necessari per nominare un amministratore, anche se poi attraverso vari espedienti, qualcuno continua a provare più volte di rinominare l’ex Amministratore, determinando così come conseguenza, quella di costringere gli altri condomini (che viceversa hanno deciso di seguire la strada della legalità) a impugnare quelle assemblee che di fatto risulteranno, come tutte le precedenti, illegittimamente indette (vedasi sentenze pronunciate)!!!

Comprenderete da voi, come grazie ad un semplice, per non dire banale (o forse sarebbe più corretto dire “vergognoso”) espediente, ma ahimè… da quanto ho potuto costatare perfettamente efficace, quell’amministratore – ripeto… già rimosso dal Tribunale ed ora rinviato a giudizio) – continui ad imporre la propria volontà, intervenendo – secondo anche quanto riportato dalle indagini della Pg di Messina – sia nei c/c bancari che in quelli postali del condominio (sì… quest’ultimo aspetto merita un adeguato approfondimento che faro in seguito…).

Ed allora, dopo l’ennesima richiesta presso il Tribunale di Messina, si è riusciti finalmente a far rinominare nuovamente quell’amministratore Giudiziario, il quale però non riesce – come avevo riportato nel precedente post – neppure accompagnato dall’ufficiale giudiziario e dalle forze dell’ordine a ottenere la documentazione condominiale, indispensabile anche per poter indire una nuova assemblea condominiale, in quanto tra quei documenti vi è per l’appunto l’anagrafica!!! 

Nel frattempo, quell’ex amministratore, che evidenzia di conoscere in maniera perfetta le crepe giudiziarie – ora che è stato rinviato a giudizio – provvede a consegnare (o quantomeno ciò è quanto è stato dichiarato a quell’ufficiale giudiziario) tutti gli incartamenti di quel condominio alla propria figlia, la quale è stata, come ci si aspettava d’altronde, querelata da alcuni condomini (definiti dalla controparte) “resistenti”; quest’ultima, in collaborazione con uno pseudo Presidente dei condomini, indice una nuova riunione condominiale, circostanza questa che poteva essere compiuta dal solo amministratore giudiziario, in quanto amministratore di fatto, essendo stato nominato dal Tribunale e peraltro, soltanto quest’ultimo avrebbe – nel caso in cui avesse ricevuto l’anagrafica corretta di tutti i proprietari – indire, come riportavo sopra, una nuova elezione…

Ma da quanto emerso, si è preferito indire una illegittima riunione, attraverso una nomina palesemente nulla, poiché approvata da uno pseudo Comitato dei Condomini, del tutto sprovvisto di poteri deliberativi previsti dalla legge, in quanto l’approvazione dell’amministratore non rientra tra i poteri del Comitato, ma soprattutto, non tenendo conto che quella nomina per poter esser valida, necessitava di 501/millesimi…

Ed allora, ecco la conferma di come ancora una volta, quell’Amministratore giudiziario nominato dal Tribunale, viene lasciato solo, senza poter riuscire a compiere il proprio dovere per il quale tra l’altro era stato demandato e cioè, portare finalmente legalità dove ahimè da anni non esiste, tra l’altro aggiungerei, anche grazie al consenso di molti soggetti, attualmente responsabili di taluni pubblici uffici, che in questi lunghi anni – da quanto si è verificato – poco o nulla hanno fatto sia in controlli che in sanzioni!!!

CONTINUA…

Tribunale di Messina: quanta amarezza!!! Già… perché dopo aver agito per portare la legalità dove non c'era, scopro in questi anni come a vincere sia ancora costantemente l'illegalità!!! Parte prima

Tratto oggi una vicenda (moralmente) difficile, sì… perché mi ha portato a pensare che a differenza di quanto solitamente viene chiesto da parte delle nostre Istituzioni e cioè di essere cittadini modello e quindi rispettosi della legge, beh… dopo tanto aver compiuto per portare la legalità dove questa non c’era, ecco che ora mi ritrovo a dover convivere come quel Sindaco descritto nel film di Ficarra e Picone: “L’ORA LEGALE”!!!

Già… sono anni che provo in tutti i modi – attraverso la richiesta di procedimenti giudiziari – a raggiungere quei minimi, ma fondamentali
principi di legalità, per un condominio, certamente enorme (e sì… potremmo
paragonare quest’ultimo – per i bilanci presentati negli anni – ad un piccolo borgo e/o paesino dell’entroterra
), essendo costituito
da quasi 800 unità (pensate che nel solo periodo estivo, ciascuna di quelle unità abitative, coinvolge mediamente 4 individui per appartamento…), in località Giardini Naxos (ME).

Ecco quindi che il sottoscritto, viene nominato (proprio come quel Sindaco di cui parlavo sopra, ahimè… mi viene da dire col senno del poi…) “Presidente dei Condomini” da parte di una regolare Assemblea. 

La decisione di molti di scegliere proprio il sottoscritto, ritengo sia stata ispirata dal fatto che in tanti sapevano che da anni mi dedico – attraverso anche alcune associazioni di legalità – a far emergere quei principi a cui da sempre credo e difatti, nel ringraziare loro per l’incarico ricevuto, ho sin da subito fatto notare ai tanti amici intervenuti, che forse quella scelta poteva non rappresentare la decisione più felice, in quanto con il mio operato sarebbero potute emergere circostanze che, molti tra essi (forse), avrebbero preferito tener celate… 

E’ così purtroppo è stato!!! 

Infatti, dopo aver verificato quanto era accaduto durante gli anni di quella gestione, ecco che ho potuto evidenziare dei fatti gravi emersi a cui sono seguite una serie di
denunce (e qualcuno va ancora dicendo che in questa regione siamo tutti
omertosi perché non si denuncia, già… quando li ascolto mi vien da ridere…
) presso le Procure di
Catania prima e di Messina dopo, ed ancora, Gdf di Catania e di Messina – a seguire – Guardia Costiera,
Gruppo dei Carabinieri “Noe”, richieste presso Genio Civile, Comune di Giardini, Vigili del
Fuoco, Agenzia delle Entrate, Ufficio di Riscossione Sicilia e per ultimo il Ministero Economia e Finanza “MEF”, proprio per evitare possibili richieste di “Bonus” statali, da cui era meglio stare alla larga… 

Beh… dopo aver fatto tutto il possibile
per evidenziare danni all’erario, truffe, bancarotta fraudolenta, malagestio,
appropriazione indebita, etc… evidenze che sono state motivo
d’indagine da parte delle PG e degli organi preposti, tanto che dalle sopraddette indagini si è giunti al rinvio a giudizio di quell’ex amministratore, ecco che accade stranamente che il Tribunale
di Messina, chiamato in causa, non solo dal sottoscritto ma anche da un nutrito gruppo di condomini (che nel frattempo avevano a seguito dei miei esposti compreso quanto fosse accaduto), hanno dato seguito alla reiterata richiesta di avere un amministratore giudiziario…

Ecco che finalmente, dopo alcuni anni, si torna ad avere per quel condominio qualcosa di legale, sì… un nuovo Amministratore “giudiziario” nominato dal Tribunale di Messina!!!

Una nomina resasi necessaria, ma che ha dovuto per esser valida, essere richiesta da quei condomini ben due volte, in quanto quell’amministratore giudiziario, durante il suo primo anno di mandato, non ha potuto
espletare il proprio incarico, a causa di circostanze elusive, che a breve andrò a riportare e che hanno evidenziato in maniera precisa di come: l’illegalità abbia vinto finora sulla legalità!!!

Infatti, appena quell’amministratore
giudiziario è stato nominato, permettetemi di aggiungere che trattasi di un professionista esemplare, egli, come previsto in queste circostanze dalla normativa, ha proceduto alla richiesta dei documenti contabili e amministrativi all’ex
amministratore di quel condominio, consegna dei documenti che però non hanno ricevuto alcuna attuazione, dal momento che l’ex amministratore non li ha voluti consegnare, 
neppure quando l’amministratore nominato è stato accompagnato dall’ufficiale giudiziario e dalle forze dell’ordine!!!

Ecco, già da allora, s’iniziano a concretizzare tutte quelle mancate garanzie di legalità da
parte dello Stato, in particolare proprio nei confronti di quell’amministratore giudiziario che lo stesso Tribunale aveva di fatto nominato…

FINE PRIMA PARTE 

A dimostrazione di quanto avevo anticipato…

“C’è un concreto legame tra la ‘ndrangheta e la massoneria, in particolare nel realizzare investimenti in località turistiche” – con queste parole avevo iniziato a maggio un post http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/05/ndrangheta-e-massonerie-consolidate-in.html parlando di strutture turistiche nel calabrese e di quei collegamenti in altre realtà territoriali…

Di poche ore l’esecuzione del decreto di fermo da parte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro che vedono coinvolti per associazione mafiosa, estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento alla latitanza, tra gli arrestati e indagati, vi sono anche soggetti residenti nella provincia di Catania… 

I provvedimenti emessi dall’A.G., epilogo di una complessa indagine svolta dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Catanzaro, sono stati eseguiti nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro, Reggio Calabria, Milano e Catania con l’impiego di oltre 100 finanzieri e l’ausilio di unità Antiterrorismo e Pronto Impiego e della componente aerea del Corpo.

Gli esiti degli articolati e complessi approfondimenti investigativi hanno consentito di delineare, nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa, la gravità indiziaria circa la sussistenza di un gruppo criminale, riconducibile ad una consorteria operante nella provincia vibonese che, avvalendosi della forza di intimidazione che scaturiva dal vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà sussistenti nel citato territorio, aveva acquisito il controllo di fatto di alcune note strutture turistico-alberghiere, tanto da condizionarne la gestione, soprattutto nella individuazione dei fornitori di beni e servizi, nonché del personale da assumere.

Come avevo anticipato: La stagione estiva è iniziata…