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Mi piace osservare come la maggior parte dei miei conterranei sia disponibile a perdonare taluni imputati a seguito di una sentenze di assoluzione…

Già… osservo spesso con quanta celerità taluni miei conterranei si precipitano a congratularsi verso le sedi di quegli amici e/o conoscenti ahimè “imputati”, nel momento in cui hanno avuto notizia che il giudice ha pronunciato sentenza di assoluzione…

Eccoli quindi, tutti in fila, già… genuflessi a quel esponente politico, dirigente, imprenditore, funzionario, etc., finalmente “assolto”…

Ciascuno di loro prova in modo benevolo a confortare quell’individuo, esprimendo in maniera premurosa la propria convinzione, già… che si è trattato di un errore giudiziario!!! 

Il giudizio espresso dalla maggioranza dei presenti è che la giustizia non sempre è perfetta, anzi il più delle volte sbaglia, ed è il motivo per cui quanto accaduto a causa di quell’inchiesta giudiziaria, debba esser ora sollecitamente eliminato, sì… come si fa’ con un cancellino da lavagna – a conferma che quelle attività d’indagine – compiute dal pubblico ministero – fossero errate!!!

Ci si dimentica o forse si preferisce far finta di non sapere che un giudice può pronunciare sentenza di assoluzione anche quando manca o è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo abbia commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile!!!

Difatti, l’impossibilità di giungere ad un accertamento della colpevolezza conduce alla pronuncia di una formula che corrisponde a un accertamento positivo dell’innocenza e ciò discende dall’esigenza di annunciare la causa dell’assoluzione nel dispositivo.

Ad esempio, se vi è la prova che il fatto è stato commesso in presenza di una causa di giustificazione o di una causa personale di non punibilità ovvero vi è dubbio sull’esistenza delle stesse, il giudice pronuncia sentenza di assoluzione!!!

Infatti con questa formula il giudice dichiara che il fatto addebitato all’imputato è stato compiuto proprio da lui, tuttavia il fatto non può essere considerato un illecito penale e da qui il “non costituisce reato“, perché manca l’elemento soggettivo (dolo, colpa o preterintenzione).

Cosa voglio dire, che vi è differenza sostanziale tra un imputato che non ha commesso il reato o non è previsto dalla legge come reato e viceversa chi il reato lo ha commesso e poi per le ragioni più svariate (e grazie a certi stratagemmi…) non può essere condannato e quindi viene assolto!!! 

Ecco perché soltanto la formula “il fatto non sussiste” e/o ”l’imputato non ha commesso il fatto” stabilisce l’assoluzione più ampia che nega in maniera chiara il presupposto storico dell’accusa, tutto il resto viceversa può essere equiparato a una insufficienza di prove a carico dell’imputato e quindi non si è esenti da colpe!!!

Ed allora, rivolgendomi ai tanti lacchè di cui ho saputo esser stati presenti in talune feste, riunioni, cene e poi fanno di tutto per evitare che qualche immagini pubblicate sui social evidenzino quella  loro presenza, beh… vorrei dir loro che quando ossequiano quei soggetti ahimè ancora “imputati”, quando in maniera celere ci si è recati in quei ricevimenti – senza esser stati personalmente invitati – per incontrare, abbracciare, ecco fatelo senza eludere quei selfie e quindi non esitate per paura di venir scoperti, rischiando quindi che qualcuno possa rinfacciarvi quel “rapporto” d’interesse…

Ma d’altronde comprendo bene quanto sia, per molti di voi, difficile allontanarsi da quegli individui, sì… gli stessi che da sempre hanno foraggiato quella struttura clientelare, corrotta e collusa, la stessa che apertamente criticate, ma con cui finora avete convissuto e beneficiato… 

E quindi perché rinnegare ciò che si è stati o ciò che si è!!! Quindi, nel proteggere e difendere quel vostro intimo referente, sarebbe opportuno quantomeno che non andaste in giro a dire che si è trattato di un errore giudiziario o ancor peggio che quel vostro amico/conoscente “imputato” è una persona perbene, perché lo sappiamo tutti che non è così, già… anche se c’è stato un verdetto di assoluzione!!! 

ACOSET: Chi detiene l'acqua… abbia almeno la creanza di non sputarla sui propri clienti!!!.


Uno dei detti che solitamente più di altri viene pronunciato dai miei concittadini è: “U pisci… feti da testa!“.
Prima di raccontarvi quanto mi è occorso, vorrei riportare alcuni punti descritti nella carta dei servizi della Società “ACOSET S.p.a.“!!!

La circostanza più aberrante è quando a Pag. 3 riporta: L’Acoset S.p.A. si basa su un sistema decisionale fondato sulla qualità come fulcro di un coordinato ed organico processo di regolazione. 

Tale esigenza nasce dall’assumere tale sistema come regola di comportamento generalizzato, ovvero di allineare le proprie procedure agli standard di qualità imposti dalla norma UNI EN ISO 9001:2008 ed attivare gli strumenti che permettano il rispetto dei principi della “customer satisfaction”. Fa capo a tali strumenti la carta dei servizi che rappresenta per i Clienti le condizioni migliorative del contratto.

Per uno come il sottoscritto che da sempre si è interessato di qualità nel propria professione, debbo pensare che questa società non sappia neppure di cosa stia parlando…
Vorrei aggiungere inoltre che lo stesso, risulta essere “formatore” per cui sin d’ora  mi rendo disponibile – in maniera gratuita – nel caso in cui fossi contattato, a spiegare le modalità operative da attuare per la gestione di qualità…

Passando al punto  “1.2.3 Continuità” vi è scritto: l’Acoset garantisce un servizio continuo, regolare e senza interruzioni. Qualora si verifichino interruzioni, imputabili a guasti, o a manutenzioni necessarie per il corretto funzionamento dell’erogazione, l’Acoset si impegna a ridurre al minimo necessario i tempi di disservizio. 
E concludo con l’ultimo punto al sottoscritto molti caro…
1.2.2 Imparzialità: L’Acoset si impegna ad agire in-modo obiettivo, giusto ed imparziale!!! 
Quest’ultimo passaggio è fondamentale, per quanto andrò di seguito a rappresentare.

Vi starete chiedendo per quale motivo sto scrivendo un post sull’Acoset???
Semplice, perché da un mese circa – se pur sollecitati a mezzo telefono, mail, di presenza e infine a mezzo PEC, hanno lasciato un’abitazione familiare – la nostra – senza acqua, precisamente in località Pedara, Corso Ara di Giove 382 per l’interno fate riferimento alla PEC ricevuta con indirizzo mittente: nicolacostanzo@pec.it!!!
L’ultima telefonata è stata fatta stamani, alle 12,30, ma tanto ormai mi sono convinto che telefonare loro, non serve a nulla, perché questa società non possiede alcun sistema di registrazione progressiva delle chiamate ricevute, di verifica e controllo di quelle richieste, d’altronde a completamento di quanto riportato, provate dopo averli contattati ad inserire nella loro pagina web, alla voce “disservizi”, il vostro cognome e numero di contratto, vedrete… comparirà sempre la dicitura: “ERRORE D’INSERIMENTO”!!! 
Ma forse l’errore è da ricercare altrove, sì… in quella abituale metodologia dell’essere strafottenti, in quella dimostrata poca professionalità, nel pensare esclusivamente a ricevere il proprio stipendio e mai a dare il meglio di se per la società per la quale si opera!!!
Peraltro, se pensate che dopo un mese di lamentele e provando ad inserire giornalmente i dati nella pagina verifica stato del tuo reclamo – (anche inserendo altri dati di familiari che usufruiscono dello stesso servizio… ), la stessa indirizza tutti i suoi utenti sempre a quel collegamento di cui sopra…
Ed allora, da dove iniziare…
Forse da quel sistema qualità UNI EN ISO 9001:2008″ totalmente fittizio (o per meglio dire “artefatto” per come solitamente avviene e cioè posto in ordine in procinto di quelle visite ispettive da parte dei certificatori esterni, chiamati a verificare tutti quei processi di lavorazione… appuntamenti che come ben sappiamo, sono anticipatamente concordati tra le parti… per i motivi che non sto a spiegare)!!!
Anche perché da un punto di vista sostanziale la messa in pratica di quello strumento strategico, si sarebbe dovuto tradurre nella riduzione del rischio di non rispettare quanto promesso ai clienti e cioè nella capacità di tenere sotto controllo i processi tramite la misurazione delle prestazioni e l’individuazione di adeguati indicatori!!!
Ah… dimenticavo, colgo nuovamente l’occasione di offrire i miei servizi – sempre in maniera gratuita – in quanto il sottoscritto è abilitato nella “Gestione della Qualità” di qualsiasi organizzazione che intenda rispondere contemporaneamente all’aumento dell’efficacia ed efficienza dei processi interni, che al miglioramento della soddisfazione dei propri clienti.
Riprendendo quindi il punto “1.2.3. (4.5.6.7.8.9.10.11.12………..) Continuità… mi auguro che non debba continuare a contare fino a un miliardo, prima di avere il piacere di intravedere un vostro tecnico proprio lì dinnanzi al mio contatore, affinché risolva il problema di quel disservizio …
E sì… perché ora viene il punto che più di tutti da al sottoscritto da sempre maggiormente fastidio: quel mancato adempimento della voce “Imparzialità” 1.2.2!!!
Perché il sottoscritto conosce bene il modo d’agire “clientelare” di questa nostra terra!!!
Non per nulla cerca di contrastarlo ogni giorno non solo con le parole, con questo blog e con l’Associazione di legalità che in qualità di delegato rappresenta, bensì con gli esposti presentate presso gli organi di competenza!!!
Ma d’altronde è così che funziona da noi quando si ha una difficoltà, si cerca di affrontarla mai procedendo attraverso i corretti canali ufficiali, ma bensì… iniziando a cercare quale amico possa risolverci il problema!!! 
Si… quell’amico dell’amico che inizia a chiamare un altro amico, il quale  provvederà a chiamare l’amico funzionario di quella società che immediatamente chiamerà il proprio subordinato (anch’egli amico), chiedendogli di risolvere personalmente quel problema, in quanto la richiesta è stata fatta da un suo intimo amico… e finalmente così – tutti gli “amici degli amici”, saranno  felici e contenti!!!
Ma certo… non il caso dell’Acoset, e sì perché: “essa garantisce tutti i suoi Clienti in maniera imparziale, in quanto l’erogazione dei servizi offerti è fondata sul principio di eguaglianza dei diritti dei cittadini-Clienti e nessuna distinzione viene compiuta, affinché si tuteli sempre e in ogni circostanza, il rapporto contrattuale e la qualità del servizio offerto”!!!
Che dire… mi auguro quantomeno che questo mio post serva ad ottenere non solo quanto per le vie ordinarie e formali non si è riusciti ad esplicare, ma soprattutto a migliorare tutti quei disservizi, che a vedere l’esempio trovato casualmente sul web (foto riportata accanto), erano quasi giornalieri!!!

Assessore Razza… se ci sei batti un colpo!!!

“Ho notificato, per conto del Movimento politico e del gruppo Autonomisti all’Ars, già’ mercoledì scorso ai vertici nazionali di Fratelli d’Italia, che non parteciperemo con nostri rappresentanti alla loro lista per le Europee. A liste presentate, il Movimento esprimerà’ il suo orientamento per il rinnovo del Parlamento europeo alla luce di riscontrate compatibilità’ politiche e programmatiche. Lo afferma l’assessore regionale alla Sanità e esponente del Movimento Autonomisti, Antonio Scavone, sulle alleanze alla prossime Europee”.
Ed allora mi chiedo… 
Sono io che non mi sono accorto dell’avvenuta variazione, oppure all’interno di quella frase vi è un messaggio subliminale, che ci sta anticipando la nomina del prossimo assessore regionale alla sanità???
Perché se così fosse, sarebbe spiacevole doverlo sapere da una testata on line e non dal diretto interessato, posto da tempo sotto il mirino dai detrattori che lo considerano incapace di gestire la nostra sanità e che ha reso i nostri ospedali carenti nei servizi essenziali…
D’altronde a dirlo non è il sottoscritto, basti leggersi tutte le notizie riportate in questi mesi tra cui ne riporto alcune: “lettera inviata al ministro della sanità Giulia Grillo, da parte dell’Amministratore delegato e sviluppo business di MVMANT, Blochin Cuius” – vedasi link: https://lurlo.news/ospedali-siciliani/ oppure articolo del giornalista Ignazio De Luca di “Laspiapress” nel link: http://laspiapress.com/musumeci-e-razza-assessore-della-malasanita-rimettono-al-gravina-di-caltagirone-il-ginecologo-pasquale-fatuzzo-condannato-ter-per-colpa-professionale/
Ovviamente, possiamo pensare che l’errore di aver considerato Antonio Scavone, assessore regionale alla Sanità, sia stato compiuto dal giornalista che ha redatto la notizia su quella testata web: purtroppo, non vi è riportato il nome, ma considerato che conosco bene quei suoi responsabili e soprattutto la loro professionalità… mi sembra alquanto difficile possa trattarsi di un errore, anzi tutt’altro!!!
Già… come sempre fanno con quelle loro notizie, ho l’impressione che ci abbiano voluto svelare uno scoop… 
Ma su tutto questo… non ho sentito alcun commento dell’Assessore regionale della Sanità in carica, Ruggero Razza anche perché la circostanza risulta realmente grottesca… 
Ma purtroppo si sa, quando si parla di “gestione della Sanità” nella nostra regione… il pensiero va subito alla storia e a quei suoi passati interpreti… 
Ma di questo ho ampiamente parlato alcuni anni fa: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2017/09/la-gestione-della-sanita-in-sicilia.html e scusate… se non mi va di ripetermi!!!

Sono ben 66… i milioni di risarcimento richiesti all'arma dei carabinieri!!! Mi chiedo… ma dove li trovano???

La vicenda è quella di Giuseppe Gulotta, un muratore di Certaldo, rimasto vittima di uno degli errori giudiziari più gravi della nostra storia repubblicana…

Fu arrestato nel gennaio del 1976 per l’omicidio di due giovani carabinieri della caserma di Alcamo Marina (Trapani), Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta, trucidati il 26 gennaio 1976 ad Alcamo Marina, in provincia di Trapani…
Aveva appena 18 anni e fu condannato all’ergastolo!!!
Venne definitivamente assolto dalla Corte d’appello di Reggio Calabria nel 2016, e gli venne riconosciuto un risarcimento di sei milioni e mezzo di euro, con una provvisionale, cioè un anticipo, di 500 mila euro…

Uno scherzo del destino se si pensa che l’uomo, oggi 60’enne, aveva fatto domanda per entrare nelle forze dell’ordine, precisamente nella Guardia di Finanza… ed invece quel fatidico 13 febbraio venne prelevato dai carabinieri e portato in caserma…

Il tutto nacque a seguito di un blocco stradale, dove l’autista dell’auto venne trovato in possesso di un’arma, le cui caratteristiche erano assimilabili alla pistola che aveva ucciso i poliziotti…
Condotto in caserma – ascoltavo stamani in radio – fu interrogato con metodi “nazisti” e cioè, dopo averlo denudato, fu picchiato brutalmente e siccome non confessava, gli venne inserito un imbuto per affogarlo con olio e quant’altro finché esausto si dichiarò colpevole ed accuso altri 3 soggetti, tra cui il Gullotta…
Dopo un poco ritratto tutto ma non fu creduto anzi, qualche tempo dopo morì in circostanze misteriose… mentre anche per gli altri presunti complici si è chiuso il processo di revisione con l’assoluzione di Gaetano Santangelo e Vincenzo Ferrantelli, i quali a differenza del Gullotta erano fuggiti in Brasile prima della sentenza definitiva e sono rimasti lì per 22 anni, ed infine è stato celebrato il processo di revisione anche nei confronti del defunto Giovanni Mandalà (l’autista), morto in carcere nel 1998…

Il Gullotta invece durante l’interrogatorio, fu legato mani e piedi ad una sedia, picchiato, minacciato di morte con una pistola che gli graffiava le guance e poi… botte, insulti per dieci ore consecutive finché sporco di sangue, lacrime, e quant’altro… si rassegnò a confessare quello che gli urlavano i carabinieri di dire, pur di porre fine a quell’incubo!!!
Finalmente dopo 22 d’inferno, giunge l’assoluzione… e il diritto al risarcimento nel 2016!!!
“Certo i soldi sono importanti ma è molto più importante “essere stato riconosciuto innocente – precisa Giuseppe, che ora vive in Toscana – perché io ho sempre creduto che la verità alla fine sarebbe saltata fuori”!!!

Ovviamente “nessuna cifra può risarcire gli anni che mi hanno rubato, la vita che mi hanno tolto”, precisa l’ex ergastolano. Anche se “quei soldi sono tanti per me e non posso far finta di nulla”. A chi mi chiede cosa significhino rivolgo però la domanda che ora rivolgo a lei: “Avrebbe fatto 22 anni di carcere in cambio di quei soldi? Avrebbe tollerato di essere accusato ingiustamente di un crimine orrendo?”.
I legali nel frattempo hanno preparato una nuova richiesta di risarcimento pari a 66.247.839,20 euro, in cui vengono conteggiati tutti i danni non patrimoniali, morale ed esistenziale!!!
Nell’atto, viene citata l’Arma dei carabinieri per responsabilità penale, oltre alla presidenza del Consiglio: “È la prima volta in duecento anni di storia che l’Arma dei carabinieri viene citata per responsabilità penale. Ci sono due aspetti che sono contenuti nell’atto depositato: il primo riguarda la responsabilità dello Stato per non aver codificato negli anni il reato di tortura. Il secondo profilo è quello che attiene agli atti di tortura posti in essere in una sede istituzionale (la caserma dei carabinieri) da personale appartenente all’Arma che ha generato un gravissimo errore giudiziario”. Il legale ha ricordato che “è stata la stessa Cassazione a dire di rivolgerci all’Arma per il risarcimento del danno subìto per le torture, perché il giudice è stato indotto nell’errore dalla falsa confessione estorta”!!!

Sembra incredibile quanto accaduto allora… ma  pensandoci, questa storia assomiglia di molto a quella accorsa alcuni anni fa, precisamente nel 2009, al  geometra Stefano Cucchi… la cui inchiesta bis come sappiamo si è conclusa con la richiesta da parte della procura di Roma del rinvio a giudizio di cinque carabinieri coinvolti, tre dei quali devono ora rispondere di omicidio preterintenzionale pluriaggravato dai futili motivi e dalla minorata difesa della vittima, abuso di autorità contro arrestati, falso ideologico in atto pubblico e calunnia…
Non proprio una bella pagina per l’Arma che proprio a causa di questi suoi uomini è stata posta in profondo imbarazzo dinnanzi all’opinione pubblica, anche se la maggior parte di noi, conosce benissimo l’alta professionalità e l’esemplare disponibilità della maggior parte dei suoi subalterni militari, che come sappiamo, sono la maggioranza …