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Il silenzio degli Stati arabi e il dilemma palestinese


In questi giorni mi sono domandato, come certamente molti di voi: perché nessun paese arabo, a parte l’Iran, lo Yemen e in parte il Libano, sia andato in difesa concreta dei palestinesi in quest’ultimo terribile conflitto con Israele?

Già, dov’è finita quella ostentata unione islamica?

Ora, per favore, non ditemi che le ragioni vanno ricercate nell’eventuale rischio di una possibile terza guerra mondiale o nel timore che una risposta israeliana – se venisse nuovamente attaccata come nel 1967 da quegli stessi Paesi arabi o da altri – potrebbe spingerla, questa volta, all’uso delle armi nucleari.

Tutta questa situazione è – a mio avviso – molto più semplice da leggersi di quanto i complessi ragionamenti geopolitici vogliano farci credere; ritengo che, se si abbassassero per un attimo i toni della retorica e si osservasse in maniera distaccata gli avvenimenti storici, su quanto finora è accaduto, ecco che la lettura di questa grave crisi mediorientale, diventa, a mio parere, molto più semplice e spietatamente chiara

Abbiamo letto di come l’Egitto e la Giordania, di comune accordo, abbiano stabilito già da anni di non accogliere ulteriori profughi palestinesi, come d’altronde sono parecchi gli altri Stati arabi a non vedere di buon grado “Hamas”.

La conferma peraltro è avvenuta con la “Dichiarazione di New York”, firmata da Paesi come Qatar, Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Turchia ed altri, oltre che dall’Unione Europea…

In quel documento si condannano gli attacchi militari di Hamas (del 7 ottobre dello scorso anno), esortando il gruppo a liberare immediatamente tutti gli ostaggi ancora nelle loro mani e a cedere le armi all’Autorità Nazionale Palestinese, rinunciando così definitivamente al controllo di Gaza.

Con questa firma si comprende come, secondo questi Paesi, il problema sia costituito propriamente da “Hamas”, e che essi, non intendono avere ulteriori problemi, sia interni, accogliendo nuove masse di palestinesi, sia esterni, pensando di dover affrontare Israele in una guerra.

E difatti: l’Egitto non vuole i palestinesi neanche a pagarli, mentre la Giordania – che già ospita circa due milioni di rifugiati – vorrebbe addirittura mandarli via. Il Libano, che ne ha accolti già molti, si è ritrovato in passato, e di nuovo recentemente, con la guerra civile in casa, propria a causa delle tensioni che questi arrivi di profughi, hanno generato. La verità – che nessuno ha il coraggio di dire apertamente – è che i palestinesi, purtroppo, non li vuole nessuno, e questo – ahimè – è un dato di fatto innegabile.

Ecco perché se i palestinesi vogliono un aiuto internazionale concreto, devono decidere una volta per tutte quale strada intraprendere, del resto, pensare di poter continuare una guerra senza una soluzione definitiva è una follia.

Basti osservare la storia di quel territorio: si cerca di trovare una pace da oltre un secolo, da quando nella prima metà del Novecento il movimento sionista e il nazionalismo palestinese iniziarono a scontrarsi per il controllo di quella stessa terra. Non ci sono riusciti loro, e ancor meno ci è riuscita l’ONU, che aveva proposto uno Stato Palestinese già nel 1947.

I palestinesi allora rifiutarono quel piano di spartizione perché volevano di più, e così non ottennero nulla, anzi potremmo dire il contrario, visto che sono passati quasi ottant’anni e quello Stato non è ancora ufficialmente riconosciuto da tutti i paesi del mondo, Italia compresa.

Permettetemi (con l’immagine allegata) di ricordare quel piano ONU del 1947, che assegnava le zone a maggioranza ebraica a Israele e quelle a maggioranza araba alla Palestina. Israele accettò, mentre i palestinesi rifiutarono.

Negli anni seguenti sappiamo bene come le tensioni sociali e i ripetuti conflitti armati, con i paesi arabi confinanti, abbiano portato Israele a vincere e quindi ad espandersi fino alla situazione odierna. Tutto è ancor più precipitato con il raid di Hamas del 7 ottobre, che ha provocato circa 1.200 morti (in gran parte civili) e la cattura di circa 250 ostaggi, alcuni dei quali ancora prigionieri. Un attacco mostruoso nella sua esecuzione, che ha fornito a Israele la motivazione – di fronte alla comunità internazionale – per scatenare il conflitto attuale, con l’obiettivo dichiarato di espellere i palestinesi da Gaza e portare la striscia, alla sua totale annessione.

Per cui da quanto è accaduto possiamo affermare che ciò che restava di quella Palestina disegnata nel 1947, oggi, non esiste più. I palestinesi si sono ridotti a meno di due milioni nella Striscia, mentre gli israeliani sono cresciuti fino a oltre dieci milioni. Va detto comunque che oltre un milione e mezzo di palestinesi sono residenti in Israele e convivono con gli israeliani da decenni, per lo più senza grossi problemi, dimostrando che una coesistenza in certe condizioni è possibile.

Ora tentare di ricercare motivazioni storiche profonde, chiedersi di chi sia la colpa, rivoltarsi contro l’uno o l’altro, o cercare di comprenderne le ragioni, è un’operazione veramente difficile se non impossibile.

I conflitti armati, come abbiamo visto, non hanno portato a nulla di buono, e i palestinesi dovrebbero saperlo meglio di chiunque altro, avendone persi almeno tre, con le inevitabili conseguenze che tutti abbiamo visto. Io non so cosa si dovrebbe fare esattamente, anche se una possibile soluzione l’ho proposta personalmente nel mio blog (link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/11/ecco-una-soluzione-per-creare-due-stati.html), ma credo che pochi lo sappiano davvero. So per certo però che Hamas non vorrà mai una pace definitiva con Israele, perché nella sua ideologia è previsto il totale annientamento dello Stato ebraico.

D’altronde pensare oggi di far scomparire gli ebrei dalla Palestina è qualcosa di folle e tantomeno realizzabile, basti guardare la potenza degli armamenti in possesso di Israele per comprenderne l’assoluta fallacia.

Certo, oggi a pagare le conseguenze di queste azioni militari e politiche, è soprattutto il popolo palestinese (ma consentitemi di ricordare anche i familiari delle vittime di quel 7 Ottobre), gente comune, inerme, fatta soprattutto di donne e bambini, che si sono trovati stretti – all’interno di quella Striscia – tra l’incudine di dover in qualche modo proteggere i terroristi di Hamas e il martello dell’esercito israeliano con i suoi bombardamenti.

Insistere su una retorica fine a se stessa, come spesso accade nel nostro Paese e in televisione, si è rivelato del tutto inutile e, come la storia recente dimostra, incapace di produrre un cambiamento reale. La soluzione a questo conflitto non può essere calata dall’alto, ma deve essere costruita dalle due popolazioni che da oltre mezzo secolo non conoscono pace.

L’intervento della comunità internazionale è certamente necessario, ma non deve ripetere gli errori del passato, fatti più di propaganda politica e mediatica che di sostanza. Deve piuttosto tradursi in un’azione concreta e coraggiosa per far rispettare le regole di una civile convivenza e il diritto internazionale.

Ciò significa, in questo frangente, garantire con ogni mezzo la protezione della popolazione civile e assicurare che gli aiuti umanitari raggiungano chi ne ha disperato bisogno, come il popolo palestinese a Gaza, anche attraverso missioni internazionali legittime il cui operato sia sottoposto a controlli democratici.

Solo attraverso un impegno di questo tipo – che ponga al primo posto i diritti umani universali e il ripudio della guerra – può onorare i principi di umanità.

Vivere nella legalità??? Semplice, basta compiere ogni giorno piccoli gesti!!! Mi fa piacere osservare come anche il Procuratore Gratteri la pensi così….

Ho letto ieri di un intervista pubblicata sul Corriere della Sera al nuovo Procuratore Capo di Napoli e vorrei condividere con voi alcune risposte del magistrato, che fanno comprendere in modo semplice, come il più delle volte – nel compiere da cittadini il proprio dovere – basti realizzare quelle scelte corrette, anche se a volte difficili.

Ed è la ragione per la quale da tempo esprimo il mio disagio morale, sì… per la maggior parte dei miei connazionali, incapaci di compiere quella reale differenza, poiché solitamente si mostrano omertosi, pecore, individui assoggettati in maniera subalterna a quanti – per ragioni diverse – si impongono loro o fanno valere quell’autorità.

Già… sono incapaci di alzare la testa e ancor meno di far valere le proprie ragioni, pur sapendo queste di essere giuste, continuano a restare lì “sottomessi”, dimenticando come la loro vita risulti ogni giorno più vacua, inutile, priva di contenuti, già… una vita sterile che scivola nel silenzio assoluto!!!

Ed allora permettetemi di riproporre alcune risposte date nell’intervista dal Procuratore:      

Ha fatto arrestare suoi compagni di classe?

«Sì, molti studenti erano figli di capimafia. Feci arrestare anche il mio compagno di giochi in campagna, quando andavo dagli zii, perché aveva un arsenale di armi».

Qualcuno le è rimasto impresso?

«Con un amico giocavamo sempre a pallone davanti a casa mia, in uno spiazzo di terra battuta, con vetri, chiodi. Quando tornavamo a casa dovevamo stare attenti a non zoppicare sennò erano botte, perché il gioco era tempo perso, bisognava solo studiare e se avanzava tempo andare nei campi ad accudire gli animali, mucche, capre, pecore, galline, conigli, tacchini, tutto quello che c’è in una piccola fattoria».

Cosa successe?

«Lui era emigrato a Torino con la famiglia. Molti anni dopo lo ritrovai su un veliero davanti alle coste di Miami con un carico di 800 chili di cocaina. In carcere mi impressionò la faccia, era bianco come la carta: le prigioni americane non sono come le italiane. “Mi sono rovinato la vita”, disse. Risposi che poteva ripartire da zero, bastava che collaborasse. Non collaborò».

Cosa vuol dire vivere sotto scorta? Ormai sono quasi 35 anni, dall’aprile del 1989.

«È pesante. Ci sono giorni in cui si soffre di più, viene la sindrome da soffocamento a non poter fare una passeggiata da soli, non poter andare in bicicletta, non uscire in moto. Penso di non fare un bagno al mare da 25 anni».

Dove trova la forza di fare questa vita?

«Nella convinzione che quello che faccio serve, è utile alla collettività. La libertà non è andare in bici o farsi un bagno al mare. La libertà è stare anche per un anno sotto una pietra, fermo, immobile, ma poi poter dire quello che si pensa e guardare tutti negli occhi».

Paura per sua moglie e i suoi figli?

«Certo, paura per tutti. Pure loro hanno la scorta. Hanno cercato di sequestrare uno dei miei figli, avevano programmato di simulare un incidente stradale per ammazzare l’altro».

Sono arrabbiati con lei? Non le hanno mai chiesto: perché non hai scelto un altro lavoro?

«All’inizio sì, ora cominciano a metabolizzare e capire che ho fatto cose importanti. Assieme ai miei colleghi abbiamo reso la Calabria, la nostra terra, più libera. Soprattutto abbiamo messo nella testa della gente il tarlo che si può cambiare. Infatti le denunce sono aumentate».

Di cosa è più orgoglioso?

«Sul piano morale, di aver ridato la speranza ai calabresi. Sul piano pratico, di aver costruito fisicamente la nuova Procura, la più bella d’Italia, in un convento del Quattrocento che stava cadendo a pezzi. Avevo iniziato a pensarlo il 16 maggio 2016, il giorno in cui mi sono insediato a Catanzaro. Sono andato a Roma a fare la questua e ho trovato i sette milioni e mezzo che servivano. È stata la prova che la Calabria non è la regione delle incompiute. E poi abbiamo costruito l’aula bunker più grande al mondo».

Domani comincia a Napoli. C’è chi già scommette su quanto durerà.

«Ma io ho un carattere molto forte. Per anni ho mangiato pane e veleno. Sono allenato al sacrificio, a qualsiasi tipo di stress».

Sua moglie non la seguirà: non aveva chiesto il trasferimento perché non credeva che avrebbe ottenuto l’incarico.

«È vero: a settembre non ha fatto la domanda di trasferimento perché, ha detto, “siccome ti bocciano sempre è meglio che rimango dove sto”. Insegna matematica a Locri».

Le è dispiaciuto di più non diventare ministro della Giustizia nel 2014 o procuratore nazionale antimafia nel 2022?

«Non sono attaccato alle poltrone. Per me è importante servire lo Stato. Non è retorica, ma mentre cammino nei corridoi della Procura se trovo luci accese in una stanza e non c’è nessuno io le spengo: e chi le ha lasciate accese sa che sono passato. Certo, bisognerebbe capire chi ha detto a Napolitano che non potevo fare il ministro: Renzi mi aveva dato carta bianca».

Se deve fare un regalo a sua moglie fa «bonificare» il negozio?

«Io non entro mai in un negozio. Anche per un caffè, entra prima uno dei miei, paga, e poi arriviamo noi e consumiamo. Altrimenti c’è sempre qualcuno che te lo vuole offrire».

Non ne ha mai accettato uno?

«Una volta con mia moglie, eravamo fidanzati, entrai al bar con la scorta e c’era il capomafia del paese con la sua scorta che voleva assolutamente offrirmi il caffè. E io: ma no lasci stare, che poi trovo delle cose su di voi e vi faccio arrestare. Lui insistette. Cinque mesi dopo nel carcere di Palmi il caffè gliel’ho offerto io».

È vero che ha rifiutato i biglietti per lo stadio che le aveva fatto recapitare De Laurentiis?

«Ho detto ai miei di ringraziare, ma non sono mai entrato in uno stadio, quindi ho chiesto di restituirli».

Avrebbe potuto regalarli.

«Chi deve andare alla partita paga il biglietto. Un magistrato guadagna bene».

Lei quanto guadagna?

«Io guadagno 7.400 euro».

E vale la pena fare questa vita per quei soldi?

«Quando ho iniziato guadagnavo un milione 350 mila lire al mese. Questo lavoro non si fa per i soldi. Se uno pensa di fare il magistrato e invidia chi ha la Ferrari doveva fare il concorso per notaio. Siamo privilegiati: guadagniamo tre volte lo stipendio di un impiegato».

Torniamo a Napoli. Quali sono le priorità?

«Intanto devo entrare in Procura e lo farò domani. Per prima cosa devo ascoltare tutti. Io faccio 4-5-10 riunioni in un giorno. Arrivo alle otto, esco alle 20, mangio sulla scrivania, non mi alzo finché non ho preso una decisione, mettendo a disposizione la mia esperienza».

Come ha preso la lettera della Camera Penale che le ha fatto «gli auguri più sinceri», ma avrebbe «preferito un profilo diverso, meno operativo militare»?

«Mi dispiace per loro che non hanno studiato le mie cose, la mia vita, non si sono informati da persone oneste su chi sono. Anche una corrente di magistrati ha sollevato obiezioni. Ma se a Catanzaro, dove sono da 7 anni, nessuno ha fatto domanda di trasferimento un motivo ci sarà. Eppure ci sono giovani da Lombardia, Emilia-Romagna, Umbria, Marche».

I detrattori dicono che tutta la Calabria ha 2 milioni di abitanti e Napoli da sola 3 milioni.

«E quindi?».

Sarà in grado di gestire numeri così diversi?

«I miei predecessori venivano tutti da Procure più piccole di quella di Catanzaro».

Scrive tutti i libri con Antonio Nicaso: il prossimo, «Il Grifone», uscirà il 7 novembre per Mondadori e sarà il numero 23.

«Ho conosciuto Nicaso quando stavo preparando il concorso in magistratura e davo ripetizioni agli studenti a Caulonia. Abbiamo gli stessi valori. È emigrato in Canada perché in Calabria non riusciva a diventare giornalista, c’era sempre qualcuno più bravo di lui. Fratelli di sangue ce lo volle pubblicare solo Pellegrini Editore, tutti i grandi lo avevano rifiutato. Vendemmo 50 mila copie. Dopo ci volevano tutti».

Oggi è più potente la mafia, la ’ndrangheta o la camorra?

«La ’ndrangheta: è la più ricca e riesce a importare l’80 per cento della cocaina che arriva in Europa. Cosa Nostra da almeno 25 anni compra la cocaina dalla ’ndrangheta».

Cosa pensa di film e fiction a tema?

«Posso dire che Il Padrino è un capolavoro di musiche e immagini, ma quella famiglia non è mai esistita. E invece nell’immaginario collettivo siamo cresciuti con l’idea delle mafie che hanno un’etica e dei valori. Chi si sente uomo di cultura, deve porsi la domanda: ma l’effetto di questi film qual è? Se davanti alle scuole vediamo i ragazzini muoversi come i killer del film che hanno visto la sera prima, abbiamo creato danni e nessuna coscienza».

Indagherebbe di nuovo Lorenzo Cesa, la cui posizione nell’inchiesta poi fu stralciata?

«C’erano delle intercettazioni, poi dalle indagini abbiamo appurato che non c’erano stati contatti. Io non ho la sfera di cristallo».

Non si è pentito nemmeno della prefazione al libro negazionista di Bacco e Giorgianni?

«Sì, ha ragione, quello è stato un mio errore. Sono stato superficiale a fidarmi a fare la prefazione su un abstract. Ho chiesto scusa».

Avesse una bacchetta magica e potesse svegliarsi senza scorta, cosa farebbe?

«Mi comprerei una motocicletta. Quando ero ragazzo amavo tutti i motori».

Procuratore mi conceda quindi di fissare quest’immagine… 
Leggendo quest’ultima sua frase ho pensato di farle un regalo: sì… ho provato a coronare quel suo sogno attraverso una foto; l’intendo, è quello guardandola di suscitare in Lei un momento di spensieratezza, sì… per farla sorridere…

Con affetto, suo omonimo, Nicola. 

Assessorati: quanto tempo necessita per vedersi approvare un progetto???

Ci eravamo lasciati con alcuni sequestri di cave e sono passati ben cinque anni da quando nel 2016 il sottoscritto avevo scritto quel suo primo post sulle “cave” ed oggi, se pur qualcosa sembra cambiato nella nostra regione – vedasi la chiusura di oltre 25 cave – molto ancora deve essere fatto, in particolare nello svincolare tutte le richieste in attesa di ricevere un nulla osta d’autorizzazione. 

Già… viene da chiedersi: di quanto tempo si ha necessità all’interno di quegli uffici per autorizzare le pratiche ricevute???

Mi è stato comunicato da alcuni addetti ai lavori che solitamente il tempo di attesa si aggira intorno ai 14 mesi, è dire che la nascita di un bimbo ha bisogno di meno tempo…, eppure da quegli Enti non se ne parla di velocizzare le procedure.

Ho chiesto allora ad alcuni colleghi inseriti da anni in quel particolare settore di chiarirmi cosa non vada e ciascuno di essi mi ha confermato che per i progetti presentati esiste una commissione tecnica specialistica che li esamina, la stessa che però decide (secondo il loro parere) in maniera arbitraria quali devono essere autorizzati e quali no… 

Tra l’altro, nella loro disamina mi è stato chiarito in maniera esplicita che nel presentare quei documenti e attesa la classica trafila burocratica, si evidenziava come non tutti godessero della stessa considerazione o per meglio dire di eguali privilegi, già… la conferma di disparità nel valutare i progetti presentati era a dir loro fortemente palese!!!

Quanto sopra ovviamente mi ha lasciato profondamente interdetto ed allora mi sono permesso di chiedere loro se quelle considerazioni fossero basate su dati certi e quindi concreti o se fossero frutto di semplici esternazioni, le classiche frasi dette “per sentito dire“…

No!!! Mi è stato risposto che essi erano in grado di poter dimostrare quanto mi stavano confermando verbalmente ed allora ho chiesto la possibilità di ricevere eventuali documenti in loro possesso per poterli esaminare e sui valutare l’effettiva bontà delle parole, promettendo altresì che mi sarei premurato a portare a conoscenza – attraverso questo mio blog – quanto mi veniva trasmesso… 

Circostanza che difatti a breve farò, avendo già iniziato a leggere quei documenti, riassumendo quanto accaduto in questi lunghi anni, senza che stranamente nessuno abbia fatto mai risaltare questi problemi o ancor meglio, che abbia pensato di denunciare quanto scoperto presso le autorità giudiziarie…

Già… siamo alle solite, sembra di essere all’interno di quella “stanza con l’elefante“:http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/01/cave-abusive-nel-parco-delletna-sono.html !!!

Agricoltura, ristori per 15 milioni alle imprese colpite dal lockdown del 2020.

Dare un aiuto economico in tempi veloci e contribuire al recupero delle perdite dovute alla pandemia. Sono questi gli obiettivi dell’Avviso pubblico rivolto alle imprese agricole siciliane e illustrato, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Orléans, dall’assessore regionale all’Agricoltura, allo Sviluppo rurale e alla Pesca mediterranea, Toni Scilla, e dal dirigente del dipartimento Agricoltura, Dario Cartabellotta.

«Questo bando, fortemente voluto dal governo Musumeci, è un’attestazione di speranza e rilancio. Si tratta di una misura, in questo momento, necessaria per le piccole e medie imprese agricole che rappresentano il cuore dell’attività economica della nostra Isola. Un risultato che è stato raggiunto grazie anche all’approvazione della copertura finanziaria con la legge di stabilità 2020-2022 da parte dell’Assemblea Regionale Siciliana» ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla.

Grazie a una dotazione finanziaria di 15 milioni di euro, l’Avviso prevede, per ogni singolo beneficiario, aiuti a fondo perduto da un minimo di mille euro fino a un massimo di 15 mila euro. I fondi sono a disposizione delle imprese agricole con sede in Sicilia che nel periodo del lockdown dal 12 marzo al 4 maggio 2020, hanno subito perdite di fatturato superiori al 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

«Con questo Avviso abbiamo voluto dare una risposta veloce e concreta alle aziende agricole, tra cui quelle del settore florovivaistico: una realtà composta, in Sicilia, da duemila aziende che producono un fatturato di 400 milioni di euro» ha dichiarato il dirigente del dipartimento Agricoltura, Dario Cartabellotta.

Le domande potranno essere presentate esclusivamente da mercoledì 5 maggio sino al 7 luglio 2021 e nella documentazione dovrà essere inserita anche una dichiarazione asseverata che attesti il calo del fatturato del periodo del lockdown 2020. L’Avviso sarà pubblicato domani sul sito del dipartimento.

#boigottiamogerryscotty

Dice il detto: ERRARE E’ UMANO… PERSEVERARE E’ DIABOLICO“!!!
Gerry… Gerry… mio caro amico Gerry… vedo che non è servito a nulla averti avvisato che dall’altra parte della tv non ci sono fessi!!!
E dire che il mio post l’hai pure letto… http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/02/chi-vuol-essere-raccomandato-al.html – tanto d’aver giustificato nella puntata successiva che non vi fosse nulla di sbagliato ad aiutare i concorrenti…
Ed ecco quindi che successivamente, avevo dedicato un nuovo post http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/03/jerry-jerry-mio-caro-amico-jerry.html sperando che quanto avevo fatto emergere in precedenza, servisse a farti cambiare rotta e finalmente i tuoi programmi, iniziassero a premiare chi realmente dimostrasse d’essere preparato… 
Ma così non è stato, anzi tutto il contrario ad andare avanti sono sempre i soliti “raccomandati”… ma d’altronde cosa potevamo auspicare, visto che il “Padrone” di quella emittente, ha condotto attraverso quella metodologia tutta la propria vita… e naturalmente anche i suoi “dipendenti” si accodano a quel principio non -meritocratico- ma clientelare!!!
E sì perché la sensazione che si ha, è quella di vedere suddivisi una parte di quei montepremi a tutta una serie di soggetti, parenti, familiari, amici e conoscenti… (solitamente sono sempre gli stessi individui che costantemente si ripresentano, dopo aver partecipato in altri programmi dello stesso gruppo televisivo oppure al loro posto mandano qualche familiare, fateci caso, ma vi assicuro che è così…), come fossero una buonuscita per qualche loro servizio… 
Non si spiega altrimenti… questo modo di condurre, già e difatti per l’ennesima volta, anche molti altri telespettatori hanno capito che quelle sue trasmissioni sono una farsa… 
Per ultimo il programma “Caduta Libera”, seguito solitamente da mia moglie e a cui ho ripetuto – decine di volte – guarda che quel concorrente è raccomandato…lo tengono lì per fare audience!!!
Stamani mia moglie mi ha detto… “avevi ragione” guarda cosa ho letto sul web: “E’ tutta una farsa… il programma ‘Caduta Libera’ presentato da Gerry Scotti è nella bufera per via del campioncino Nicolò Scalfi”.
Ho risposto: Ah… ora mi dai ragione… è una vita che te lo dico!!!
Ed allora scopriamo cosa è accaduto:
Da qualche giorno il  programma a premi di Canale 5 “caduta libera” condotto da Gerry Scotti è finito al centro delle polemiche. Perché??? Sembra -secondo i telespettatori – che la colpa sia da attribuire al campione Nicolò Scalfi, che da oltre 50 puntate è presente nel programma di “Mediaset” portando a casa la bellezza di quasi 400 mila euro.
Osservando però con attenzione il metro utilizzato delle domande, tra egli e gli altri concorrenti, ci si è accorti che le domande poste dal conduttore al campione erano estremamente semplici…
I telespettatori sono inferociti, e sul web in particolare su Twitter, hanno scritto che questo programma è solo una grande farsa e come dargli torto… io lo vado dicendo da una vita!!!
Ho letto alcune dichiarazioni del web che riportano che le domande poste durante la gara allo pseudo  “campione” sono per lo più sono scontate, mentre quelle rivolte agli avversari, iniziano solitamente in modo elementare ma poi, diventano sempre più difficili… fino al farli cadere nella botola. 
Qualche giorno fa, ad esempio, il web non gli ha perdonato la risposta sul “blu di Persia”, un tipo di sale, ritenuta dagli spettatori troppo facile… come un’altra frase che riportava “Mille e non più mille” attribuita a Gesù Cristo!!!
Cosa dire… come per Fabio Fazio forse è venuto il tempo di boigottare certi programmi “fake” e per iniziare purtroppo dobbiamo cominciare con i loro presentatori… 
Caro Gerry…mi dispiace, ma da oggi boicotterò qualsiasi programma televisivo da te presentato e mi auguro che saranno in molti a seguire questa mia proposta!!!
Quindi: #boigottiamogerryscotty

Jerry… Jerry… mio caro amico Jerry: "Only the Brave… raccomandati"!!!

Jerry… Jerry…Jerry… alcuni amici mi hanno telefonato per dirmi che la scorsa settimana, durante il programma, ti sei lamentato della mia email o forse del post “ufficialmente” pubblicato http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/02/chi-vuol-essere-raccomandato-al.html ed anche se non hai voluto pronunciare il mio nome – è l’unico d’altronde che nel web ha preso posizione sul tuo programma o meglio, contro quel modo del tutto italiano di premiare chi, senza alcuna virtù, goda di un successo ricevuto immeritatamente – non cambia nulla… perché per fortuna in molti, hanno condiviso quanto avevo scritto, gli stessi che mi hanno immediatamente scritto per evidenziare quella tua presa di posizione…
La stessa, che per quanto ho potuto vedere durante la stessa puntata, non è stata modificata, se non per l’aver aumentato il livello di difficoltà di quelle domande, che durante le prime puntate erano a livello di… terza media!!!
Quindi, per qualcosa mi consolo, sì… sapere che oggi i concorrenti di quel programma avranno maggiori difficoltà a rispondere alle domande, di cui non conoscono la risposta…
Certo, tu (perdona il tono confidenziale…)  continui sempre imperterrito ad aiutarli in maniera sfacciata, d’altronde rispondendo alla mia critica hai giustamente dichiarato: “che colpa ci sarà mai se posso aiutare i concorrenti a farli vincere un po di soldi… ammettendo di fatto, quanto il sottoscritto aveva evidenziato!!!
Ora però che il gioco si è fatto più difficile, anche per te diventa più arduo far comprendere a quei concorrenti come rispondere, anche se il metodo per superare quell’impasse è abbastanza semplice…
Si… visto che si desidera in tutti i modi aiutare i concorrenti, ad iniziare dalla produzione e di conseguenza passando a te, in quanto come conduttore punti ad avere un audience sempre più alta del programma (che di conseguenza significa avere un maggiore ritorno pubblicitario… ), mi permetto quindi anch’io di consigliare i tuoi prossimi concorrenti…
Ed allora, tralasciando le risposte di cui sono a conoscenza, prendo ad esaminare quelle di cui non sanno la risposta, ma che devono dare, per poter proseguire nel gioco…
Innanzitutto la prima regola seduti in quello sgabello è di stare ”tranquilli”, non bisogna avere fretta di rispondere, peraltro il programma non è a tempo, quindi si può godere di tutto il tempo possibile…
Seconda regola, iniziare a parlare, dando l’impressione di sapere la risposta, sì… di avere tra i cassetti della memoria un qualcosa che vi spinge ad una delle risposte…
Nel far ciò non dovete mai guardare Jerry… come se cercaste conferma, anzi il contrario, dovete guardare dietro il suo viso – prendete un punto fermo e tenere gli occhi fissi lì… nel vuoto,.. restate per qualche istante pensierosi, come se stesse riflettendo sulla risposta da dare. – ma ciò dovrà consentirvi di osservare il viso di Jerry, il quale indirettamente farà un movimento incondizionato con il corpo, le mani, gli occhi, confermando la vostra ipotesi oppure smentendo quella premessa…
Su questo secondo punto ho notato ad esempio che Jerry sposti il viso solitamente verso il basso… e modifichi leggermente lo sguardo in maniera opposto a come posiziona il corpo… fateci caso, in tutte le puntate in cui il concorrente pronuncia la risposta sbagliata, egli si comporta in modo contrariato, quasi fosse infastidito da quella risposta errata…
Viceversa se alla vostra prima risposta buttata lì… egli sembra scherzare con il pubblico, se tocca argomenti che nulla centrano con la vostra risposta, se trascorrendo alcuni minuti e inizia a ricordare che il programma è per i coraggiosi e quindi se ne esce con la sua abituale frase: “Only the Brave”… allora state tranquilli che vi sta consigliando di rispondere!!!
Un ulteriore consiglio – quando non sapete la risposta e dopo aver provato a comprendere i segnali visivi (per come riportato sopra) – non siete riusciti ahimè nell’intento di comprenderli, ecco in questo caso bisogna procedere diversamente: dare una risposta diversa da quella da voi pensata (e quindi ritenuta corretta…) e dichiarare che siete leggermente indecisi se chiamare il pubblico, avendo purtroppo già anticipato la risposta, ed ora, quella annunciata decisione, potrebbe aver influenzato il pubblico; ciò ovviamente porterà Jerry a darvi un consiglio… (è sempre successo così in tutte le puntate, certo ora che scrivo ciò… cambierà modalità o quantomeno proverà a non ripetere quella sua consuetudine), ed ecco l’aiuto insperato che volavate…
Se dichiara… sì al pubblico, potrebbe essere la risposta giusta, significa che quanto avete detto non influenzerà il pubblico, poiché la è risposta corretta, altrimenti consiglierà il 50/50 dicendo che il pubblico a causa della vostra precedente risposta, potrebbe esser stato influenzato negativamente…
Bene… a quel punto scegliete il 50/50 e se tra le due risposte troverete quella che pensavate giusta… pronunciatela, perché avete fatto bingo!!!
Passando agli altri due aiuti… quello di Jerry, potete usarlo all’inizio, farà in modo di farvi andare avanti… d’altronde non ha alcun interesse a mandarvi a casa, la colpa in quel caso sarebbe sua, ed egli non vuole passare per il conduttore “cattivo “ della situazione, anzi il contrario… lo ha pure confermato, parlando contro di me!!!
Ed infine… attenzione all’aiuto che vi siete portati in studio!!! 
Solitamente Jerry in questa situazione dimostra di non essere leale, anzi il più delle volte mi è capitato di vedere quell’amico/a che indicava a Jerry di non essere chiamato e lui fingendo, consigliava il contrario…
Qui deve stare la vostra bravura, ed anche quella del vostro amico/a con il quale avete deciso anticipatamente come comportarsi se conosce o meno la risposta – ad esempio potrà segnalare “furbescamente” a Jerry di non chiamarlo quando è sicuro di conoscere la risposta a quella domanda, oppure poserà il suo sguardo su di voi e in caso contrario, quando cioè non conosce la risposta, guarderà altrove!!!
Difatti, ancor prima di dare una eventuale risposta al presentatore e decidere quindi quale aiuto chiamare, dovete in ogni modo possibile dedicare pochi secondi (preferibilmente distraendo tutti… ad esempio ridendo o raccontando qualche cazzata, che vi eravate già preparati…) per guardare quel vostro aiuto “personale”, posto alle vostre spalle: dal suo sguardo o viceversa dal suo mancato sguardo, potrete comprendere anticipatamente se conosce la risposta o meno, perché viceversa – decidendo di chiamarlo – Jerry… non vi permetterà più di girarvi… e per come sopra riportato, solitamente vi fa chiamare l’aiuto… senza che quello ne sappia realmente qualcosa…     
Allora, spero con questo post d’avervi aiutato o quantomeno di avervi dato alcune dritte… certo avrei voluto farlo di presenza, ma oggi mi sarebbe impossibile… e quindi non posso fare altro!!!
Comunque ripeto… tranquilli, dovete sempre pensare che quello è un programma che vuole farvi giungere al milione, proprio perché così facendo, attirerà in maniera spropositata quel pubblico che in viceversa in quella serata,  si sarebbe diretto verso altri programmi concorrenziali…
Pensate soltanto ai giorni precedenti alla messa in onda del programma, alla pubblicità che verrebbe fatta costantemente per ricordare il concorrente “preparato” e la sua eventuale possibi00000le vincita…

E’ tutto preparato perché lo show faccia faville… e voi siete soltanto il tramite per far salire quell’indice di gradimento!!!

Ah…  proposito, a conferma di quanto avevo scritto, hai portato a vincere il tuo concorrente €. 150.000 euro, sapendo che sarebbe andata a casa alla prima domanda… sì con quella domanda sulla canzone di Mahmood “Soldi”!!!
Nella domanda si chiedeva quale vip fosse citato nel brano tra Bruce Lee, Jackie Chan, Jet Li e Jean Claude Van Damme. Risposta scontata: Jackie Chan. “Secondo me è Bruce Lee”, ha però detto il concorrente, che poi ha chiesto ugualmente aiuto al pubblico, che ha risposto in maggioranza Bruce Lee. “Ho seguito Sanremo e so che Soldi ha vinto il concorso, solo ho un minimo di dubbio perché fra i personaggi famosi che ci sono all’interno delle opzioni dovrebbe essere Bruce Lee quello che dovrebbe essere citato all’interno della canzone”, ha commentato il concorrente.
La risposta era sbagliata come d’altronde l’aiuto del pubblico, ed allora ecco Gerry “L’eroe dei raccomandati”: “C’è una A più alta delle altre, ma è anche vero che li hai influenzati perché hai detto Bruce Lee. Io ero convinto che il pubblico una cosa su Sanremo la sapesse e invece…“!!!
Ahi, ahi, ahi Gerry… questa è la dimostrazione che quel programma premia gli amici, i parenti e conoscenti vari…
Ed allora, come dici sempre: “Only the Brave”… ed io siccome mi sento coraggioso, ho deciso di mettervi alla prova!!!

Costanzo: "Sopravvissuto al tritolo ma lo Stato mi ha abbandonato"!!!

Non si comprende se a volte sia meglio morire che restare vivo e pagare le scelte di un destino che ha voluto favorirne la sorte…
L’autostrada è la A29… il giudice Falcone accompagnato dalla moglie Francesca Morvillo è appena sceso dall’aereo…
La Fiat Croma bianca è lì che li aspetta ed anche il suo autista giudiziario Giuseppe Costanza è in piedi a riceverli insieme alle altre due auto della scorta, una Croma marrone dove c’è alla guida Vito Schifani, accanto all’agente scelto Antonio Montinaro e sul retro siede Rocco Dicillo, mentre nell’altra vettura azzurra vi sono Paolo Capuzza, Gaspare Cervello e Angelo Corbo…
Il giudice, come a volte sua consuetudine, si appresta a sedersi alla guida e accanto prende posto la moglie Francesca Morvillo…
L’autista quindi (avrebbe dovuto guidare lui la Fiat Croma), va ad occupare il sedile posteriore e imboccano l’autostrada in direzione Palermo…
Come tutti sappiamo, quelle auto non giunsero mai a casa, fermarono il loro tragitto, in prossimità di Capaci…
Nell’attentato (23.05.1992) persero la vita il magistrato dell’antimafia e sua moglie Francesca e tre degli agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, tra i sopravvissuti, vi furono gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello ed anche l’autista giudiziario Giuseppe Costanza, che proprio per essere stato obbligato a sedersi in quell’occasione dietro… si salvo!!!
Da quel giorno, la vita dell’autista (è quanto ha dichiarato in una intervista rilasciata a Repubblica) cambio drammaticamente: “al risveglio, dopo l’esplosione, pensavo di aver vissuto il giorno più brutto della mia vita, ma mi sbagliavo… non era quello il giorno più brutto della mia vita. Restare in vita è stato peggio. Quasi una disgrazia, una condanna…. Perché dopo un anno di visite e ospedali, al lavoro non sapevano cosa farsene di me. Mi misero a fare fotocopie in fondo a un corridoio del palazzo di giustizia di Palermo, dentro un box. Era veramente mortificante… dopo otto anni passati in prima linea sempre accanto al giudice Falcone, mi avevano rinchiuso in una gabbia, per di più costretto a sopportare anche un capo ufficio a cui era chiaro che non andavo a genio e che usava sistematica persecuzione sul posto di lavoro, consistenti per lo più in piccoli atti quotidiani di emarginazione sociale, violenza psicologica, ecc…”. 
Ecco… ero scampato all’attentato, ma venivo giornalmente ucciso dalle Istituzioni!!!
Sì lo Stato… lo stesso che l’aveva premiato con la medaglia d’oro al valor civile… si era con tempo dimenticato e forse quella medaglia a lui consegnata dava fastidio a molti, proprio a quanti, per lo svolgimento (inservibile e inconcludente) di quel loro incarico, non l’avrebbero mai ricevuta…
Lui di contro voleva ancora servirlo lo Stato… ma ormai, era stato di fatto relegato…
Le domande trasmesse per altri incarichi… vennero tutte respinte, con motivazione banali… tra cui quella di non essere militare…
Già… per lo Stato era un semplice autista!!!
Ma scusate… è strano, ma ci si dimentica quanto la stessa giurisprudenza attribuisce ad un soggetto che dimostra “di fatto” d’esplicare una particolare condizione, diversa da quella alla quale era collocato…
Difatti Costanza, correttamente riporta: “Che cosa ero stato io se non un militare? Nell’auto blindata di Giovanni Falcone c’era una radio collegata con la sala operativa della questura, accanto a me c’era il giudice… e alla cintola portavo sempre una pistola con il colpo in canna”!!!
Ed allora, per esprimere questa sua tribolazione, ha deciso di pubblicare un libro, s’intitola “Stato di abbandono”…
In quelle pagine (scritte assieme a Riccardo Tessarini), ha descritto le sue vicissitudini, quella battaglia interminabile contro quei numerosi “stolti” burocrati, che affollano gli uffici della pubblica amministrazione… e ricorda le lettere trasmesse… di protesta, che hanno sì condotto a piccole vittorie, ma anche ahimè a tante umiliazioni, finché nel 2004 è stato definitivamente dispensato dal servizio…
Ecco – evidenzia sconsolato Costanza –  “mi hanno rottamato”!!!
Nel libro Costanza, lascia aperti altri interrogativi…
Descrive ad esempio del computer portatile del magistrato, quello che portava sempre con se dentro la propria borsa e che dopo l’attentato non fu mai ritrovato…. 
Ed allora viene da chiedersi… che fine abbia fatto quel computer??? Come mai non se ne parlato subito??? Siamo sicuri che ad uccidere il Giudice Falcone sia stata realmente la mafia o forse dietro quella strage si nascondevano i veri poteri forti di uno antistato, che voleva a tutti i costi, fermare le indagini di quel giudice “incorruttibile”… e chi erano quegli uomini “deviati” appartenenti alle istituzioni??? Non è che forse il giudice aveva scoperto, un accordo tra elementi di “cosa nostra” e uomini “politici” dello Stato, seguiti dai suoi fedeli pubblici ufficiali???
Sono domande che probabilmente non troveranno mai risposta… 
D’altronde qualcuno a fatto in modo che tutto venga insabbiato, ma certamente, colui che è riuscito ad entrare in possesso dell’hard disk (di quel personal computer del giudice Falcone), si sarà potuto permettere in questi venticinque anni, di dettare “ordini” a molti di coloro, che finora ci hanno governato…!!!

Presadiretta: fondi europei rubati all’Agricoltura

Ho ascoltato Domenica 17 c.m. il programma di Rai Tre – Presa Diretta (alle 21:45) e ciò che mi interessa riportare nuovamente in evidenza e la seconda parte della trasmissione, dove veniva trattato l’argomento dei fondi europei da destinarsi all’Agricoltura…
Difatti, 
in quali modi la Comunità Europea stanzia i contributi per aiutare chi lavora la terra e a chi vengono assegnati tali contributi?
Con quali modalità si ottengono i benefici?
Chi controlla se realmente quei contributi vadano effettivamente a chi ne ha pieno diritto? 
E chi avrebbe dovuto controllare… cosa ha fatto? 
Ed ancora, in questo business così importante… è possibile che la mafia ed i suoi interlocutori, siano rimasti fuori a guardare???
Non è che tutti quei milioni di euro siano poi serviti ad ingrassare l’attività criminale e come, proprio dietro a quel giro, ci siano forti pressioni nei riguardi di coloro che, proprio di quei terreni, ne sono i legittimi proprietari e che, se non provvedono a sottostare alle condizioni loro dettate… vengono minacciati personalmente? 
E lo Stato in tutto questo dov’è???
Partecipa anch’esso –attraverso le banali metodologia di controllo o dando corso alle non certo esemplari normative– a questo affare???
Ed ora, scoperta la truffa… l’Europa (ovviamente) richiede la restituzione di quelle somme concesse… e noi cosa facciamo… paghiamo, come sempre!!! 
Questo è il link: http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-b40f86c5-99dd-4464-8d4b-36c47c3e3350.html e bisogna spostare il cursore del video intorno al minuto 31′ 30”…
Ciò che sembra assurdo è che le misure di controllo solitamente previste… siano fatte in modo tale che siano presenti delle “pecche” che permettono agli abituali lestofanti, di entrarci…
Ettari ed ettari di terreni non utilizzati, ma registrati a fantomatiche società che ne denunciano la piena attività, personale dipendente dichiarato, macchinari e attrezzature mai viste sul posto, proprietà esclusivamente recintate da un filo elettrificato a bassa tensione, per fare pascolare al loro interno le “bestie”… scusate volevo dire gli animali ( già perché le “bestie” sono fuori da quel recinto…). 
Sono circa 500,00 euro ad ettaro… ed in Sicilia di ettari inutilizzati c’è mezza regione!!!
Infatti a quel fiume di denaro sceso improvvisamente dal cielo… o meglio dall’Europa… in molti ci si sono “tuffati”…
La cosa assurda che i fondi non solo sono stati richiesti e quindi ricevuti per propri appezzamenti di terreno, ma anche per quelli -soltanto da noi possono accadere queste situazioni- appartenenti allo Stato…
vedasi per esempio il Parco dei Nebrodi… talmente esteso che va dalla provincia di Messina a quella di Enna…
Ebbene… anche in questo caso, la criminalità organizzata è riuscita a prendere in concessione una parte di quei terreni ed ottenerne così, il contributo europeo…
Adesso che è stato posto a Presidente del Parco, Giuseppe Antoci, le cose sono cambiate… 
I terreni sono stati revocati e tolti dalle mani di chi ne aveva ottenuto le concessioni… e per avere fatto il proprio dovere… oggi cammina sotto scorta e rischia la propria vita!!!
Nel nostro Paese… senza eroi, non si va da nessuna parte… speriamo bene e soprattutto che l’incarico ricevuto, non venga a breve revocato!!!
A seguito delle interdittive antimafia sono partiti i sequestri, che hanno inoltre dato il via a protocolli d’intesa con le varie Prefetture, per iniziare a limitare le partecipazioni di quanti chiedano di ottenere quei contributi, innalzando principalmente tutte quelle necessarie verifiche e ponendo sotto controllo il rilascio obbligatorio delle certificazioni antimafia… poste – prima di questo intervento – sotto soglia e quindi non necessarie…
Difatti, bastava una semplice autocertificazione per richiederne i contributi… alla faccia dei controlli… che è stato appurato… non esistevano!!!
Non mi si venga a dire che, dietro questo sistema, incredibilmente “legale”, non ci fosse qualcuno (in particolare mi riferisco a qualche colletto grigio vestito da pubblico ufficiale…) che, avendo avuto dei dubbi sulle procedure adottate, ha preferito (come sempre poi da noi… forse dietro qualche mazzetta ricevuta…) starsene zitto!!!   
Dice bene il Presidente Antoci: una vera follia!!!
Contratti fasulli, prestanome compiacenti, funzionari collusi, controlli scadenti… anzi inesistenti… hanno permesso in tutti questi anni alle associazioni criminali… di mettere le mani sui denari della comunità europea…
Ora escono fuori i nomi dei soliti indagati, iniziano i processi, ma vedrete che passeranno anni prima che qualcuno venga condannato e nel frattempo comunque tutto, continuerà a procedere come nulla fosse accaduto…
Sì, come si dice “morto un papa… se ne fa un’altro” e a breve potrete da voi assistere, come la criminalità, troverà nuove soluzioni ai loro problemi (aggiungerei una parola che in questo contesto calza perfettamente: “organizzata”) per continuare le loro abituali truffe… 
Dopotutto, se continuano a cadenza programmata a ripetersi queste situazioni, si capisce come tra quei soggetti “inconsapevoli“, non ci siano soltanto rozzi ignoranti, ma consulenti “preparati” capaci d’individuare nella giurisprudenza quei punti deboli… per riuscire e dimostrare purtroppo, di essere sempre un passo avanti…
  

Seppure ci fosse un dio, resterebbe tutto ugualmente inspiegato, e seppure spiegabile, ugualmente inutile…

La domanda sorge spontanea…

Dov’è Dio??? Come possiamo sapere che Dio esiste? In quali modi possiamo relazionarci a Lui? E se Dio è veramente Dio, perché non fa niente di fronte a questo propagarsi del male? 
Ogni volta che ci si trova a dover analizzare situazioni per le quali non si trovano giustificazioni, ci chiediamo come Dio possa permettere ciò…
Ed ecco allora ripetersi le solite domande che da sempre assillano gli uomini contemporanei… già dove era Dio durante l’Olocausto???
Ma senza dover tornare così indietro… come fa Dio a permettere che terroristi distruggano le vite innocenti, già come può oggi un terrorista credere di combattere – per nome e per conto suo – compiendo i gesti cui assistiamo giornalmente?
Ed ancora, cosa dire dinnanzi alla fame nel mondo, a quei poveri disperati immigrati che rischiano di morire attraversando il mare, pur di riconquistare la propria libertà e come sopportare tutte quelle malattie che colpiscono migliaia di bambini… 
Una ingiustizia eterna… che viene riproposta da millenni ogni giorno… e che non trova alcuna comprensione logica…  
Un Dio buono e  perfetto – almeno è così che da sempre ci viene riportato, un Dio giusto che non conosce giustizia, che lascia che quanti dovrebbero essere puniti vengano premiati, un Dio che toglie ai buoni per dare a coloro che non meritano… 
Ma allora di quale Dio stiamo parlando…
Si è vero… Dio ha lasciato al genere umano il libero arbitrio… a dato cioè noi, la possibilità di scegliere… e quindi non è necessario avere un rapporto con lui…. possiamo anche farne a meno, possiamo quindi comportarci come meglio o peggio vogliamo, realizzando sì…grandi gesti d’amore o divenire sadici torturatori dei nostri simili…

Forse chissà a suo tempo abbiamo scelto… se rimanere burattini nelle sue mani,  senza poter commettere azioni contrarie alla Sua volontà, succubi di quella obbedienza forzata e chissà con tutti i nostri gesti controllati… 

Ma Dio è libertà e nello stesso tempo ha lasciato noi piena libertà…
Non partecipa alle nostre azioni, non ci osserva ( come qualcuno vorrebbe farci credere… ) e chissà, forse non ci condannerà neppure per quella ns. mancata messa in pratica di correttezza nei comportamenti…
Nulla… ecco questo rappresenta perfettamente Dio… il vuoto assoluto, estraneo e all’unisono con l’universo, ma il nulla rispetto a tutto ciò che costituisce limitatamente la vita dell’uomo…

Dio rappresenta i vuoti che nel corso della nostra vita avvertiamo, in particolare ogni volta che ci confrontiamo con una ingiustizia subita…

Non è vero che Dio ha detto… venite a me… quella è una frase del tutto umana… rappresenta il desiderio dell’uomo di voler compensare un vuoto, quel necessario bisogno di riempire quella separazione da Dio…
L’equivoco nasce dall’idea di voler immaginare Dio come infinitamente perfetto… in particolare con quanto desiderato dall’animo umano… non volendo comprendere che Egli, si trova su un piano superiore, differente, su valori discordanti da quelli umani, che non s’intersecano con le vicende umane…
Certamente sono in tanti che vorrebbero che Dio intervenisse, sperano che Egli controllasse le azioni degli uomini… desiderano che il suo potere evitasse la morte… in particolare  quando questa ci tocca personalmente…
Ma diversamente a cosa noi desideriamo, ecco, contrariamente a cosa noi vogliamo, Dio non sa cosa farsene delle nostre suppliche e preghiere… egli sa già cosa accadrà… è già tutto deciso…
Fino a che punto quindi possiamo credere in Lui… è davvero qualcuno su cui possiamo fare affidamento o serve soltanto a compensare quei nostri momenti difficili?

Qui non si tratta di screditare Dio o le sue scelte, nessuno deve pensare che, per i suoi continui silenzi, ci si debba per forza allontanare  dal suo conforto, ma bisogna essere altrettanto consapevoli, che non sono le nostre scelte a condizionarne le sue azioni e soprattutto che non vi sarà alcun premio per i mancati peccati commessi…
L’umanità tutta… deve capire che si può essere felice anche senza di lui… e non saranno le nostre azioni ad allontanarci o ad avvicinarci a lui…
Quanto ci raccontano le religioni su di lui, rappresentano qualcosa di limitativo, nessuno infatti può parlare per nome e per conto suo… a nessuno è stata offerta questa possibilità, a nessuno… neanche ai cosiddetti profeti tanto ostentati…
Dio è dentro di noi e fuori di noi… è la nostra forza interiore e la nostra debolezza…è la nostra mente ed il ns. cuore, ma è attraverso le ns. scelte che decidiamo il disegno della nostra vita…
Lasciamo perdere il desiderio del paradiso, della vita dopo la morte, questa è la nostra vita, con le difficoltà di ogni giorno, dalla gioia per una vita nuova, al dolore per la perdita di qualcuno caro… Rifiutare l’amicizia eterna con Dio, non ci farà divenire ai suoi occhi futili e neanche vivere e credere nel suo nome ci salverà…, tutto il resto, tutto quanto finora ci hanno raccontato e prospettato, rappresenta soltanto delle belle parole…
Perché se è vero che, potete chiedere a Dio di entrare nella vostre vite, pregarlo, parlare con lui, chiedergli qualunque cosa… se vi farà stare bene… fatelo, certamente ne riceverete in ogni caso un beneficio interiore… ma se non lo fate, se non chiederete nulla, se vivrete la vostra vita felici ma distanti da Lui, proprio perché pensate che è alquanto illogico credere di amare un Dio che non si vede, ecco… che allora, allo stesso modo, non bisogna mai scordarsi di amare il proprio prossimo, che viceversa…, si vede, si tocca e con il quale giornalmente si vive!!!

Concorso a cattedre…

Oggi 17 Dicembre inizia per circa 320.000 insegnanti, la speranza di poter divenire insegnanti di ruolo…
Un posto ogni 28 professori, per poco più di 11.500 cattedre da assegnarsi, attraverso prove pre-selettive, che prevedono test dove si dovrà rispondere a 50 domande, su una banca dati di 3.500…
Ovviamente quanto sopra ha destato molti dubbi e perplessità, innanzitutto per aver anticipatamente già fornito le risposte, dando così a tutti la possibilità di prepararsi quasi fosse un quiz per l’esame della patente…       
Ma non solo, appena sapute le domande comprensive delle risposte, sono usciti in circolazione dei software che permettevano di prepararsi ai test, fornendo immediatamente i risultati dei test effettuati e correggendo da subito le risposte date…
Non dimentichiamoci che sono sufficienti per passare la selezione, 35 domande sulle 50 e conoscendo a monte le domande e le risposte, possiamo dire che anche le mie figlie, che possiedono una memoria visiva formidabile, riuscirebbero a passare semplicemente il test… 
Ovviamente le regole di questo concorso contrastano quanto richiesto dalla Direttiva Europea, ma come sappiamo da noi le regole esistono proprio, per essere violate… ed ancora questo concorso non tiene conto di tutti quegli insegnanti precari, che da anni si trovano in lista d’attesa… una attesa che non arriverà purtroppo mai!!! 
Quindi perché invece di pensare d’inserire coloro che erano in graduatoria si è pensato a realizzare un concorso…???, semplice per poter favorire i figli dei soliti amici appartenenti alla casta, che essendo da poco laureati, non sarebbero riusciti con questo stato di cose, ad entrare definitivamente nel sistema scuola se non prima di trent’anni…
Ed allora ecco escogitato il concorso… , la trovata è veramente geniale…, con un colpo di spugna si gettano via, anni di precariato, mentre si regolarizzano docenti che non possiedono neanche l’abilitazione all’insegnamento… 
La scuola ormai in questo ventennio, ha toccato il fondo e si è giunti ad un punto di non ritorno, dove i docenti non trovano più quel fervore, quella creatività e quella ispirazione che da sempre ha caratterizzato la  conduzione a compiere una professione, che è stata sempre considerata, non un semplice lavoro,  ma un atto nobile e d’amore verso gli altri, trasmissione di conoscenza, crescita dell’individuo…
Nel contempo gli alunni, trovando questa confusione e disorganizzazione, aule costituite da 30-40 ragazzi, programmi che per essere realizzati, scorrono in maniera talmente celere, che non possono essere minimamente approfonditi ed è cosi che alla fine i nostri ragazzi, risultano sempre più impreparati…
Comunque, alla fine il concorso è partito…, e posso dire sin d’ora, che mi aspetto di dover sentire nei prossimi giorni, che qualcosa non sia andato per il verso giusto, che i computer abbiano dato risultati discordanti, che qualcosa abbia condizionato le risposte, che qualcuno abbia saputo approfittare del sistema per violarlo…, ma soprattutto se i soliti raccomandati predisposti a vincerlo questo concorso, dovessero non farcela, ecco che allora si troverà il modo alla fine di doverlo ripetere… senza dimenticare che comunque, si potrà sempre fare ricorso…

Ignoranza… povera ignoranza!!!

Ho letto che da uno studio svolto in questi giorni, tramite monitoraggio web, quasi la metà degli italiani commette errori madornali in ambito letterario… in particolare a certe richieste le risposte erano del tipo: la Musa di Dante? La Monna Lisa oppure il deserto dei Tartari? Una marca di dentifricio…ed ancora Don Abbondio… è il nemico di Peppone, Pinocchio ???… scritto da Walt Disney…
Per cui interrogati su autori, romanzi e personaggi della tradizione letteraria nazionale e mondiale, un italiano su due rispondeva in maniera errata, ciò è dovuto principalmente alla poca lettura di giornali e libri, ed anche frutto dell’utilizzo del Web e dei suoi social network che portano a ridurre drasticamente i contenuti ,attraverso piccoli messaggi o come si vuole ormai definirli… Twit!!!
Basta girare per le proprie città è vedrete che i giornalai vanno sempre più svanendo mentre le librerie chiudono…, anche le fiere specializzate hanno presentato dei cali nelle presenze ed ormai vanno scomparendo anche coloro che prima vendevano nelle bancarelle di strada… 
Gli stessi ragazzi… non leggono, a stento utilizzano libri scolastici, ridotti all’osso, quasi fossero parenti dei famosi ” Bignami ” e non parliamo dei romanzi, fatti acquistare dai professori a noi genitori, su temi ed argomentazioni a volte veramente banali e ridicoli e scritti da autori totalmente sconosciuti… che poi, per sostegno ai figli o per non dissolvere quanto speso, si finisce alla fine ( noi genitori… ) a leggere quanto acquistato!!!   
Poi comunque, mi piace che s’impone loro, i soliti Promessi Sposi o la Divina Commedia… dove se da un lato troviamo giustamente che la figura femminile che guida Dante attraverso i nove cieli del Paradiso è Beatrice, altri invece scambiano la donna amata dal poeta, con Penelope la moglie di Ulisse nella Odissea, oppure con la celebre Monna Lisa…
Per fortuna che in altre scuole hanno adottato programmi più leggeri, attraverso la lettura di romanzi contemporanei… senza però approfondirne e comprenderne gli autori o il periodo storico a cui appartenevano… o ancora in quale periodo è stato ambientato il romanzo…
Difatti alla domanda su cos’è il Cantico dei Cantici?, la maggioranza risponde che si tratta di una poesia di San Francesco, confondendola ovviamente con il Cantico delle Creature…, mentre soltanto 1/3 ha risposto esattamente, inserendolo nel contesto dell’Antico Testamento della Bibbia…
E quest’ultimo fatto, mi conduce a spostare l’attenzione, su ciò che per me risulta il problema più grave, cioè non tanto la scomparsa della lettura…, ormai legata all’utilizzo di Monitor, Ipad e Smartphone, ma quanto quello della scomparsa della scrittura…
Oggi infatti, non si scrive più, si usano frasi ripetitive, quasi fossero modelli prestampati, su ogni tipo di testo che poi si deve produrre, a modello fotocopia o lettera email…
Già…, non si scrive più a mano…, in particolare i ragazzi,  se non hanno a disposizione un palmare o un telefonino, non sanno prendere appunti, trasformando quanto scritto, in un nuovo linguaggio crittografico, tipo sms…, che soltanto loro sanno interpretare…
Così facendo, dimenticano quanto sia bello scrivere…, pur tra gli mille errori di grammatica, di sintassi e d’ortografia, ma sempre scrivendo e così, lasciando un segno nel tempo della nostra presenza…, perché come dicevano gli antichi… ” Verba volant, scripta manent… “.