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Rifiuti??? Non più… ecco le nuove norme nelle costruzioni.
Un nuovo modello di sviluppo è rappresentato oggi dall’economia circolare…
Prevenzione, riuso e riciclo il tutto per sottrarre i prodotti allo smaltimento e limitare al massimo gli sprechi.
Difatti, l’estensione del ciclo di vita dei prodotti contribuisce a ridurre i rifiuti al minimo e, una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono – laddove possibile – reintrodotti nel ciclo economico generando ulteriore valore.
Parliamo di un modello di sviluppo basato su sostenibilità e circolarità, persegue la riduzione della pressione sull’ambiente, ma anche la diminuzione della dipendenza da altri Paesi per l’accesso alle materie prime strategiche e l’incremento di competitività e di crescita economica disgiunta dall’utilizzo delle risorse.
Ed è con questi principi che entrerà tra pochi gioni in vigore (il 26 c.m.) il Regolamento che disciplina il riuso dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione e di altri rifiuti inerti di origine minerale, messo a punto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale.
Il DM 127 del 28 giugno 2024 definisce i criteri per cui i rifiuti inerti da costruzione, demolizione e origine minerale cessano di essere considerati rifiuti dopo operazioni di recupero e dispone che, preferibilmente, i rifiuti inerti ammessi alla produzione di aggregati recuperati provengano da demolizione selettiva.
Il provvedimento stabilisce che i rifiuti inerti derivanti dalle attività di costruzione, demolizione e di origine minerale cessano di essere qualificati come rifiuti e diventano aggregato recuperato se l’aggregato riciclato o artificiale derivante dal trattamento di recupero soddisfa determinati criteri. Sono indicati espressamente gli scopi per i quali può essere utilizzato l’aggregato recuperato.
Il nuovo Decreto definisce le responsabilità del produttore di aggregato recuperato, la dichiarazione di conformità e le modalità di prelievo e detenzione dei campioni di aggregato recuperato.
Si prevede che produttore implementi un sistema idoneo che dimostri il rispetto dei criteri stabiliti nel regolamento, inclusi il controllo della qualità e l’automonitoraggio. Questo sistema può anche comprendere l’accesso a procedure di accreditamento per garantire conformità aggiuntiva.
Entro settembre 2026 (24 mesi dall’entrata in vigore del Decreto), il Ministero dell’ambiente valuterà i dati di monitoraggio acquisiti tramite il Registro nazionale delle autorizzazioni al recupero (ReCER) ed eventualmente procederà alla revisione dei criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto.
La nuova normativa, particolarmente attesa dal settore, mira a superare le criticità emerse con il precedente Decreto Inerti o End of Waste DM 152/2022 e lo abroga, ampliando il novero delle applicazioni cui possono essere destinati i materiali e alleggerendo gli oneri economici e amministrativi per gli operatori.
Estrarre, produrre, utilizzare e gettare, sono queste le parole nel prossimo futuro per tutti i rifiuti provenienti da talune fasi delle costruzioni.
Quale convenienza ha un'impresa, ad aderire a un consorzio?
Sappiamo già che il “Codice dei contratti pubblici” annoveri i Consorzi Stabili tra gli “operatori economici” ammessi a partecipare alle procedure di affidamento.
Li definisce “soggetti” e sono costituiti tra imprenditori individuali, anche artigiani, società commerciali, società di produzione e lavoro.
E’ quindi possibile costituire in maniera agevole una struttura di imprese che consenta l’utilizzo dei requisiti in capo al Consorzio, ancorché posseduti dalle singole imprese consorziate, in base al criterio del cosiddetto “cumulo alla rinfusa”, per il conseguimento delle categorie e delle classifiche contenute nell’Attestazione SOA.
I Consorzi stabili eseguono le prestazioni o con la propria struttura o tramite i consorziati indicati in sede di gara, senza che ciò costituisca subappalto e con la possibilità di contemporanea autonoma partecipazione alle gare da parte delle altre consorziate non designate per la medesima gara.
Sono quindi evidenti le molteplici potenzialità e risorse che il Consorzio Stabile mette a disposizione dei propri soci.
In sostanza, la singola Impresa, ancorché micro, piccola o media, operante in qualsivoglia settore del comparto delle Costruzioni, entrando in un Consorzio Stabile, pur conservando la completa autonomia soggettiva ed operativa al di fuori del medesimo, assumerebbe in sé tutte le potenzialità operative del Consorzio, dotandosi così di uno strumento molto versatile per favorire la propria crescita dimensionale in tempi ragionevolmente rapidi.
La possibilità di partecipare alle gare d’appalto in tutte le categorie e classifiche a disposizione del Consorzio Stabile di appartenenza, pur non presenti nella propria Attestazione SOA, fornisce ad ogni singolo socio l’utilizzo del veicolo migliore per centrare gli obiettivi aziendali.
Le strutture operative, tecniche ed organizzative in dotazione al Consorzio Stabile, garantiscono altresì il corretto accesso al mercato delle Costruzioni, assistendo e tutelando i propri soci in tutte le fasi delle attività consortili e di esecuzione delle opere pubbliche acquisite.
È indubbio altresì che le strutture tecnico/dirigenziali del Consorzio Stabile vigilano affinché le Imprese che vengono indicate quali esecutrici siano poi effettivamente in grado, sotto il controllo del Consorzio Stabile stesso, di eseguire la tipologia e l’entità del lavoro per il quale sono state indicate; in caso di necessità sarebbe il medesimo consorzio ad intervenire in proprio o a designare una ulteriore Impresa esecutrice.
Con l’ingresso quindi in un Consorzio Stabile, le imprese associate possono trovare un efficace strumento di soluzione alla decennale e perdurante crisi economica del settore delle Costruzioni.
In particolare, recuperando subitamente il gap di requisiti che la mancanza di commesse possa aver procurato si potenziano massicciamente le opportunità competitive, anche per nuove e diversificate tipologie di intervento. Il rapporto con gli altri soci è anch’esso opportunità di sinergica e fattiva collaborazione, contribuendo a risolvere positivamente eventuali problematiche operative. Il tutto nella completa salvaguardia delle garanzie tecniche, economiche e organizzative atte a garantire il cliente finale.
È del tutto evidente come, nelle attuali condizioni operative generali, sia difficile per ogni Impresa, di qualsivoglia tipologia dimensionale, salire nella categoria superiore, in quanto il percorso si mostra lungo e difficoltoso.
Peraltro lo stesso istituto dell’Avvalimento, oltre a consentire solo in parte di sopperire alla carenza delle categorie e/o delle classifiche dell’Attestazione SOA, è oberato di condizioni operative tali che ne rendono difficoltoso e sempre più complicato l’effettivo utilizzo.
Lo stesso meccanismo dello scorporo di rami d’Impresa, da complessi aziendali in via di disfacimento, con la successiva immissione sul mercato, è incorso in situazioni di gestione “al limite” ed è sempre meno utilizzato…
Per i Consorzi stabili quindi si riscontra un meccanismo complessivamente funzionale e funzionante, soprattutto in un Paese come l’Italia, dove il sistema delle Imprese di Costruzione e dei Professionisti di Ingegneria è frammentato in molteplici unità di dimensioni micro e piccole, che hanno comunque diritto e necessità di tentare il salto di qualità, da realizzare in tempi ragionevoli, senza che questo costituisca un problema per il sistema delle stazioni Appaltanti e per l’interesse pubblico.
Muore un lavoratore ogni 8 ore, ma sono pochi coloro che prendono in maniera seria la gestione della sicurezza!!!
D’altronde non bisogna essere un esperto per leggere i dati impietosi che ricordano a quegli “incompetenti” che – secondo quanto rimarcato nei rapporti INAIL – muore ogni 8 ore un lavoratore, parliamo quindi di tre morti al giorno e circa 86 al mese!!!
Ovviamente a questi dati ufficiali, mancano le denunce di tutti quegli incidenti mortali, occorsi all’interno dei luoghi di lavoro, ma fatti passare come incidenti in itinere, ovvero avvenuti nel tragitto casa-lavoro oppure quali incidenti casalinghi…
Naturalmente il settore con più incidenti mortali è quello delle costruzioni, a cui vanno sommate le migliaia d’infortuni gravi che pur non avendo provocato la morte del lavoratori, hanno lasciato su di essi profonde invalidità permanenti, handicap che costringono quei soggetti non solo a interventi assistenziale permanenti e continuativi, ma condizionando in pieno quella propria sfera individuale, familiare e soprattutto relazionale…
Non parliamo poi dei molti giovani vittime innocenti di questo vergognoso sistema; già… a molti di quei ragazzi vengono applicati da quegli “imprenditori” contratti alternativi, sì… esclusivamente per risparmiare. Fanno uso di quel cosiddetto “dumping” contrattuale, cioè lo svolgere lavori edili o di manutenzione, per poi ritrovarsi incredibilmente uno di quei contratto metalmeccanici o ancor peggio legato a interventi “multiservizi”!!!
Tutti sanno quanto avviene da decenni in quel mondo del lavoro, ma nessuno denuncia quel distorto sistema, perché tutti ne fanno parte e tutti ne godono i profitti!!! Sì… dalla politica alle istituzioni, dalle associazioni di categoria agli imprenditori, ma soprattutto è la criminalità organizzata che trova in quei soggetti di cui sopra, i referenti perfetti al loro sostegno illegale!!!
Non parlatemi infine di valori, identità, codici etici, rispetto dei protocolli di legalità, controlli, la maggior parte di quelle note scritte sulla carta non vengono neppure attuate, servono soltanto per far ambiguamente evidenziare che essi attuano tutti quei principi di legalità, ma nulla di ciò è vero, d’altronde a smentire quanto sopra, mi basterebbe non più di un minuto!!!
Un’esperienza trentennale, sia in Italia che all’estero e permettetemi il merito di non aver mai avuto nei cantieri nei quali ho svolto funzioni tecniche, ma soprattutto incarichi di Cse o RSPP, un solo incidente mortale; beh… ritengo che sono pochi i soggetti che possono paragonare la propria esperienza con quella del sottoscritto, come d’altronde il pensare di parlare di sicurezza, sapendo di non aver mai denunciato personalmente nulla a quegli organi preposti, quantomeno per i fatti gravi di cui si era venuti a conoscenza!!!
Per concludere vorrei evidenziare un’eccezione a quell’inconcludente “sistema di gestione della sicurezza”; mi riferisco ai Sindacati, in particolare alla CGIL (in questi anni ho potuto costatare il corretto operato compiuto dai responsabili della Provincia di Catania e Siena) che costantemente rappresentano quei loro iscritti, non solo a difesa di quei loro interessi, ma soprattutto nel controllare la sicurezza di quei luoghi di lavoro che come sappiamo è fortemente a rischio, provando tra mille difficoltà e con poca collaborazione da parte di Committenti ed Imprese, di tutelare tutti i lavoratori!!!
Ed infine un plauso agli “Enti Scuole Edili”, per la loro attività di formazione e di addestramento, fondamentale – secondo il sottoscritto – per preparare lavoratori e tecnici a quel comparto delle costruzioni che come sappiamo rappresenta uno di quelli che presenta più rischi, ma non solo, quanto appreso durante quelle didattiche, permetterà a ciascuno di loro di prevenire eventuali incidenti e quindi possibili infortuni, non solo per se stessi, ma anche per i loro colleghi: difatti… quanto accade solitamente in quei luoghi di lavoro è quasi sempre conseguenza diretta di una mancanza di comunicazione!!!
Ora parlo io…
Incoter, parla il direttore tecnico: ‘In ginocchio, ecco il perchè…’: LETTERA IN REDAZIONE: il direttore tecnico della Incoter (azienda confiscata e in passato conosciuta come Fratelli Basilotta Spa) Nicola Costanzo denuncia quella che definisce una beffa dello Stato.
Gare d'appalto perse nei meandri della burocrazia…
Il presidente (facente funzioni) dell’Ance Sicilia, Santo Cutrone ha domandato: a che serve annunciare roboanti piani di finanziamento di nuove infrastrutture se poi in Sicilia più della metà delle gare bandite non viene aggiudicata, anzi se ne perdono le tracce per sempre, e ciò accade sin dal 2007?Abusivismo = permissivismo
Ed invece, ognuno di essi, si è solo messo in fila a prendersi lo stipendio, ma nessuno di loro però, che sia andato a denunciare qualcosa d’insolito…, come per esempio, centinaia e centinaia di abitazioni che spuntavano come funghi… in quella zona.
Demolire circa 650 abitazioni (di cui alcune ville su due elevazioni) con quel giocattolo… dimostra la mancanza di alcun programma lavori… è infatti palese, che con questi mezzi, per completare i lavori di demolizione ed il trasporto dei materiali a rifiuto presso la più vicina pubblica discarica… ci vorranno almeno dieci anni!!!
Ovviamente dispiace vedere demolite alcune di quelle abitazioni, mi riferisco a quelle famiglie indigenti, che con grandi sacrifici personali, avevano realizzato quelle dimore nelle quali tutt’oggi vivevano… e forse sarebbe corretto che lo Stato, provvedesse a garantire – prima di pensare a demolire – almeno per queste famiglie, una collocazione alternativa, perché mi sembra corretto che, non bisogna soltanto pensare di dare i nostri alloggi popolari ai poveri migranti, ma si deve anche pensare ai bisogni dei nostri concittadini!!!





