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IRAN: ecco le armi ipotizzate dal sottoscritto per abbattere l'elicottero del Presidente Raisi!!!

Quando ho scritto il post “IRAN: Accident or murder? That is the question!!!” – vedasi link:

http://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/07/iran-accident-or-murder-that-is-question.html – in molti avranno pensato che l’ipotesi descritta dal sottoscritto, fosse parecchio fantasiosa…

Beh… a differenza di quanto poteva apparire l’articolo, proprio di poche ore fa la notizia che la Corea del Sud si appresta a diventare il primo paese al mondo a utilizzare armi laser nel suo esercito. 

Hanno scelto quale nome per il programma laser “Star Wars” e sembra che queste armi siano talmente invisibili ad occhio umano e capaci di bloccare i motori e le apparecchiature elettriche inviando semplici fasci di luce per 10-20 secondi…

Nel mio precedente post avevo anticipato di come anche l’esercito australiano avesse testato l’utilizzo di armi laser contro i droni e quindi queste nuove armi confermano ancor più l’ipotesi che quanto accaduto all’ex Presidente Raisi potesse non essere del tutto accidentale…

Premetto che i miei post non hanno alcuna volontà di confermare che vi sia stato un attentato, come d’altronde non credo che vi sia un paese – attualmente in contrasto con le politiche dal Consiglio dei guardiani – che possa aver architettato di voler abbattere quell’elicottero, ma certamente resto dell’idea che ogni azione compiuta per destabilizzare l’attuale governo iraniano, viene vista da molti come un piccolo passo verso quella desiderata possibilità di scatenare una guerra civile…

Una cosa è certa l’impiego di armi laser o armi a energia diretta sono di fatto già utilizzate ed evidenziano di riuscire a colpire qualsivoglia oggetto in movimento senza l’utilizzo di pilota, ma soprattutto permetteranno in un prossimo futuro di sfruttarle in ogni campo avendo quest’ultime un’ampia possibilità di utilizzo grazie alla potenza variabile dell’energia impiegata.

 Pensavamo che tutto questo fosse fantascienza, ma purtroppo è la realtà!!!     

"Il Consorzio: Unione di Risorse e Competenza per Potenziare la Competitività delle Imprese"

Il consorzio è un accordo tra imprese che consente di unire risorse e competenze per svolgere attività comuni, con l’obiettivo di ottenere vantaggi economici. I consorziati sono tenuti a versare contributi, come stabilito dal codice civile, per sostenere le attività del consorzio. Questi contributi alimentano un fondo consortile, che è utilizzato per coprire i costi e sostenere le operazioni economiche del consorzio.

Il consorzio può avere attività interna, che riguarda solo i consorziati, o esterna, che interagisce con terzi e ha un’autonomia maggiore. 

Nel caso di consorzi con attività esterna, è prevista una gestione più complessa, con obblighi di registrazione contabile e bilancio, che includono la costituzione di un fondo consortile. 

Tale fondo, che non è un diritto patrimoniale per i consorziati, serve a garantire l’efficienza economica del consorzio e deve essere ripristinato in caso di perdite.

L’obiettivo principale del consorzio è quello di rafforzare la competitività delle imprese consorziate, permettendo loro di beneficiare di economie di scala e di scopo, e di migliorare la propria posizione sul mercato. 

L’attività consortile è finalizzata a ottimizzare risorse e risultati, con un focus particolare sulla cooperazione fra imprese che operano nella stessa o in diverse filiere.

Tribunale di Messina: nominato il Dott. Scavuzzo quale Presidente di sezione civile.

Il plenum del Csm ha deliberato all’unanimità il conferimento al magistrato Ugo Scavuzzo dell’incarico semidirettivo di presidente di sezione civile a Messina. 

Ricordo come il Dott. Scavuzzo sia stato presidente di sezione del tribunale di Patti, lo stesso in cui è stato condotto il maxiprocesso sulla mafia dei “Nebrodi”, i cui giudici del tribunale di Patti, hanno disposto ben 91 condanne per oltre 600 anni di carcere e il sequestro di beni per circa 4 milioni di euro.

Vorrei in questa circostanza ricordare quanto lo stesso magistrato espresse a suo tempo – quale esponente di Magistratura indipendente – nel commentare i risultati della consultazione per il rinnovo della Giunta distrettuale ANM, chiarendo e sintetizzando in maniera schematica, le linee programmatiche ricercate del gruppo, di seguito riportate:

– ha proposto e proporrà sempre un modello di magistratura fedele all’ordinamento giudiziario e gelosa della sua indipendenza interna ed esterna; esprimerà da subito netta contrarietà alle richieste provenienti dall’avvocatura dirette a rafforzare il ruolo di essa nei consigli giudiziari;

– si asterrà dall’attività di sterile proselitismo promuovendo magistrati colti, preparati, seri con una fortissima propensione al dialogo, pronti a spendersi quotidianamente per il miglioramento qualitativo del servizio giustizia;

– si impegnerà affinché il progetto di revisione delle piante organiche e della geografia delle Corti d’appello sia elaborato tenendo conto delle specificità di ogni distretto e delle ricadute di esso sulla qualità della giurisdizione e sull’omogeneità sul territorio dei tempi della risposta di giustizia”;

Ecco perché ritengo la nomina a Presidente – per il Tribunale di Messina – qualcosa di significativo; mi riferisco in particolare a quel concetto di imparzialità e legalità tanto richiesto da noi cittadini che vedono nell’operato dei magistrati, quella desiderata speranza di ottenere giustizia e rispetto della legge che ricordo – non può e non deve – mai svolgersi in contrasto con le sue disposizioni!!!

Libia: Tripoli sotto assedio!!!

Le forze libiche sotto la guida di Khalifa Haftar sono giunte a sud di Tripoli, spingendo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il G7 a chiedere una sospensione all’avanzata militare sulla capitale. 

Haftar, comandante dell’esercito nazionale libico auto-proclamato (LNA), ha lanciato un’offensiva per prendere la capitale, detenuta dal governo di unità sostenuto dall’ONU e da una schiera di milizie…
L’assalto fulmineo, ordinato mentre il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si trovava in Libia (per una visita finalizzata a cementare un accordo politico per lo svolgimento delle elezioni),ha fatto saltare qualsiasi accordo.
Ecco quindi che dopo l’incontro di Bengasi con Haftar, Guterres ha dichiarato che ha lasciato la Libia con “una profonda preoccupazione e un cuore pesante” esprimendo la speranza che si possa evitare un “confronto sanguinoso“.
Poco dopo – una fonte del governo unitario – ha dichiarato che le forze della LNA si sono scontrate con un’alleanza filo-governativa a meno di 50 chilometri a sud della capitale.
L’ufficio stampa di Haftar ha confermato che ci sono stati “violenti scontri ai margini di Tripoli con alcune milizie armate“.
A New York nella notte, dopo una riunione di emergenza a porte chiuse, il Consiglio di sicurezza ha invitato le forze di Haftar a fermare la loro avanzata e ha avvertito che i responsabili della riaccensione del conflitto saranno ritenuti responsabili.
L’appello di Haftar per fermare la sua offensiva è stato sostenuto all’unanimità dal Consiglio, inclusa la Russia, che aveva in precedenza sostenuto lo stesso generale… 
Il consiglio per nome dell’ambasciatore tedesco Christoph Heusgen (che detiene la presidenza del Consiglio), ha invitato le forze dell’LNA a fermare tutti i movimenti militari!!!
L’inviato dell’Onu, Ghassan Salame, ha detto al consiglio che Haftar (ha precisato a Guterres durante la sopraddetta riunione di Bengasi) non ha alcuna intenzione di fermare la sua campagna militare…
I combattimenti sono attualmente in corso nella regione di Gasr Ben Ghechir a sud dell’aeroporto e  il portavoce della LNA Ahmad al-Mesmari ha detto che cinque combattenti del suo gruppo sono stati uccisi negli scontri nelle ultime 24 ore, ma ha insistito sul fatto che è stato fatto un importante passo avanti. 
Haftar ha inoltre dichiarato di aver inviato un messaggio audio a Tripoli: “impegnandosi di voler risparmiare i civili e le istituzioni statali”.
Gli USA e i loro alleati hanno emesso una dichiarazione congiunta che esorta “tutte le parti a allentare immediatamente le tensioni“, mentre la Russia ha chiesto “tutti gli sforzi possibili per risolvere completamente la situazione con mezzi politici pacifici“. 
Ma questo processo di pace non sarà facile, anche perché dietro Haftar c’è il sostegno finanziario e militare dell’Arabia Saudita e dei suoi alleati, quali Egitto ed Emirati Arabi Uniti, che puntano innanzitutto a limitare il flusso di greggio e di gas, proveniente dallo stato libico, affinché il prezzo del greggio a barile, possa quindi nuovamente rialzarsi… 
Una guerra civile che porterebbe ad estendere quel conflitto anche oltre i propri confini, difatti “nel caso in cui l’Algeria continui a trarre profitto dall’attuale caos in Libia per regolari incursioni militari, le forze libiche sono pronte per andare in guerra immediatamente”!!!
È in questi termini virulenti e inequivocabili che il generale libico Khalifa Haftar, ha avvertito l’Algeria…
Lo stesso militare parlando a migliaia dei suoi sostenitori a Bengasi ha dichiarato di aver “avvertito le autorità algerine della sua capacità di spostare la guerra verso i confini algerini in pochi istanti”!!!
L’ufficiale ha fatto sapere di avere già inviato suoi emissari ad Algeri per sollevare la questione. 
Non sarà quindi facile bloccare questo conflitto e sicuramente la chiave di volta è rappresentata dalla caduta del governo del suo rivale Fayez al-Sarraj e dalla presa della città di Tripoli, che a breve, più di altre, soffrirà delle ripercussioni di questa guerra civile…  
Speriamo quantomeno che tutto si possa risolvere in maniera civile, democratica, ma soprattutto indolore per e popolazioni civili!!!

In Sicilia…??? No… nemmeno uno su mille ce la fa!!!

A differenza di altri paesi dove la presenza dello Stato è certamente più solida… da noi, quando si tratta di far applicare quella propria autorità, mi riferisco a procedimenti della semplice quotidianità, ecco, c’è qualcosa che sfugge e si sente quella mancata rappresentanza…
Non parlo dei momenti di crisi o i periodi di “défaillance”, come ad esempio quando si è trovato a difendersi da quelle stragi, messe in atto dall’associazione criminale “Riina & Co“; No… in quei precisi momenti lo Stato si rinsalda e compatta tutte le proprie istituzioni e quei suoi uomini…
Da noi questa sensazione è più forte rispetto ad altre realtà del Paese, il nostro come si sa, è un territorio dove lo Stato viene visto in maniera distaccata, si pensa ad esso come a qualcosa che sta lontano, a Roma e non qui da noi… 
Chissà forse la colpa va data agli anni passati, a quando lo Stato dimostrava la propria strafottenza, senza riuscire mai in maniera energica, ad imporre quella sua presenza… 
Quindi con uno Stato assente… è naturale che cosa nostra abbia preso il sopravvento… 
D’altronde se la forza dello Stato è data dalla legge, ma quando la giustizia evidenzia tutte le proprie lacune, attraverso continui processi con ribaltamento delle sentenze e con giudizi sempre più incerti, ecco che quei principi sono diventati agli occhi dei siciliani, sempre più imbarazzanti…  
Pian piano i suoi cittadini si sono sentiti tradire, hanno iniziato a non fidarsi più dello Stato, sono diventati ancor più omertosi, ed è proprio a causa di quella fragilità e soprattutto è a causa di quelle ambigue conclusioni giudiziarie, di quei procedimenti che hanno permesso a parecchi indagati di restare impuniti…
Ed allora, ecco che è scattato in molti di quei cittadini il pensiero di doversi adeguare a quel sistema, è nato il desiderio di lasciarsi corrompere, hanno consentito a quella associazione mafiosa di partecipare alle varie collusioni, intervenendo nelle intimidazioni e influenzando i giudizi su taluni uomini dedicati alla politica…
La loro è di fatto una vera e propria partecipazione attiva… certamente negativa, che porterà con il tempo, alla devastazione di questa terra… 
Un fiume di denaro pubblico che è stato dilapidato e che continua a finire nelle tasche di quella associazione mafiosa!!!
La stessa che poi provvederà a far defluire nelle tasche dei propri amici “associati”, nelle casse di quelle imprese “affiliate”, nelle mani di quei dirigenti delle PA ed una parte di quel denaro servirà a sovvenzionerà i propri politici corrotti!!! 
Ed è per questi motivi che nessuno da solo potrà vincere su questa terra, non ci sono riusciti uomini grandi come Falcone e Borsellino o tutti coloro che con la propria vita li hanno preceduti, perché erano soltanto uno… ed è vero quanto riporta il testo di quella canzone… “ma quanto è dura la salita, in gioco c’è la vita“!!!
Sì… nulla dopo le stragi sarebbe stato più come prima, questo almeno era quanto tutti gridavano, quando le coscienze erano alte…
Ma il tempo si sa, è bastardo!!!
Cancella la memoria e così quel rinnovamento culturale e morale tanto decantato è completamente fallito!!!
Ci si è venduti… per poco, direi per nulla, per quel concetto pittoresco di “democrazia”, sapendo quanto di quest’ultima si sia più interessati a fattori prevalenti, come la spartizione e il potere!!!
Per far ciò, molti siciliani illustri, hanno cercato sin da subito di trovare quel necessario sostegno… ricambiandolo con vincoli e legami personali (talvolta pericolosi…), ma che hanno permesso a quei soggetti di potersi rafforzare e aumentare a dismisura quella propria influenza…
Si sono circondati di un gran numero di persone importanti, di amici e conoscenti ricercati tra gli uomini che contano, da quelli di governo a quelli istituzionali, dai politici ai burocrati, dal clero ai dirigenti, dagli imprenditori agli editori, tutti uomini influenti, necessari per raggiungere quel proprio scopo… 
Ciò che importa ad essi realmente si chiama popolarità, ed ecco perché ciascuno di essi, punta ad ottenerla…
E’ lo stesso motivo perché oggi vediamo quei loro visi sui cartelloni stradali… già, ciò che cercano di ottenere, si chiama con un nome… potere!!! 
Tutto il resto non conta… l’intelligenza, il talento, la propria genialità, non conta nulla, se essa non si adegua alle componenti di quel potere… 
Ecco perché in Sicilia siamo come in quella canzone: “devi contare solo su di te, uno su mille ce la fa…??? ma quanto è dura la salita, in gioco c’è la vita. Il passato non potrà tornare uguale mai, forse meglio perché no, tu che ne sai, non hai mai creduto in me, ma dovrai cambiare idea. La vita è come la marea ti porta in secca o in alto mare… Se ti diranno: sei finito…non ci credere, finché non suona la campana… vai!!!“.

Giustizia ritardata è giustizia negata!!!

Una frase di un grande filosofo, giurista, storico e pensatore politico francese… (Charles Louis de Secondat barone de La Brède et de Montesquieu; 1689 – 1755), campeggia sui cartelloni pubblicitari della nostra città… 

Ma cosa significa questa frase… e poi non si comprende, contro chi si è voluto manifestare pubblicando quei manifesti???
Ritorniamo per un momento alla frase: 
“Giustizia ritardata è anche giustizia negata”!!!
Ogni qualvolta che chiediamo “giustizia”… lo facciamo principalmente per due motivi: il primo perché pensiamo di fare il nostro dovere di onesti cittadini, ed il secondo, perché riteniamo di essere vittime di un’ingiustizia o  quantomeno, riteniamo di aver subito un torto…
Nel fare ciò, pensiamo di riuscire in maniera legale di ottenere giustizia per quanto si è denunciato!!!
Ed ecco che all’improvviso, scopriamo di essere entrati in un tunnel senza luce o per lo meno, quel punto luminoso è troppo lontano rispetto alla realtà che ci saremmo aspettati!!!
Difatti, le aule di giustizia – in una società di diritto che funzioni – dovrebbero garantire dei tempi certi… ed invece, appena posiamo piede in quei palazzi, ci accorgiamo di come quel tempo a nostra disposizione… (facendo i dovuti scongiuri…) potrebbe non bastare!!!
Dire che il sistema giudiziario è lento, è di per se un eufemismo…
D’altronde, il meccanismo procedurale è talmente complesso e macchinoso che la maggior parte delle volte non si giunge neppure ad esprimerlo quel “giudizio”, perché qualcuno delle parti ha rinunciato oppure è deceduto… 
Ed è proprio su questi punti che basano tutto i nostri bravissimi legali, in particolare mi riferisco a quanti si occupano di penale…
Sono certo che all’interno di quell’ambiente la frase più in voga sia: “più si dilatano i tempi e più si è certi che mai si giungerà ad un verdetto”!!!
Inoltre, su quanto sopra vanno aggiunte una serie di problematiche, che vanno: dal numero esiguo dei magistrati, dall’enorme quantità di procedimenti pendenti, da carenze di personale ausiliario, dalla distribuzione irrazionale degli uffici giudiziari sul territorio, da quelle inefficienze finanziarie a causa di mancati fondi, sia strutturali che tecnologici e informatici, a cui si somma un formalismo giudiziario che appesantisce il carico della giustizia e per concludere un numero spropositato di avvocati ed una assenza effettiva di valutazione sulla professionalità di quegli stessi magistrati….
Possiamo definire questo sistema, come un “cane che si morde la coda”!!!
A rallentare ancor più la macchina della giustizia civile sono i ritardi con cui mediamente si giunge ad un giudizio, solitamente, non prima di 6/10 anni in primo grado ed altri 3 per quello in appello!!! 
Non per nulla il nostro paese, risulta essere posto tra gli ultimi per termine di durata dei processi civili, con situazioni che il più delle volte conducono a veri e propri dissesti finanziari…
Se osserviamo viceversa i procedimenti penali, ecco che scopriamo come il pessimo sistema giudiziario dia il meglio di se… e volendo saltare (intenzionalmente) tutte quelle fasi dibattimentali, dobbiamo ricordare i ritardi dovuti agli scioperi, alla sostituzione dei giudici, alla presenza o meno dei vari testimoni… e via discorrendo, comunque alla fine, quei processi si concluderanno molto spesso con prescrizioni, piuttosto che con assoluzioni o condanne!!!
Si comprende ora il perché, la maggior parte dei cittadini “onesti“, preferisce abbandonare… ancor prima di cominciare, mentre quelli disonesti, preferiranno rubare e farsi corrompere, invece di pensare a vivere in maniera onesta…
D’altronde con questo sistema così permissivo e con un sistema a modello “lumaca“, si ha tutto il tempo necessario per continuare a svolgere compiutamente qualsivoglia azione disonesta o illecita e nel caso in cui si dovesse venire indagati, si farà in modo che le prove presunte di quella indagine, “spariscano” ancor prima di un eventuale giudizio di condanna…
Nella peggiore delle situazioni, si farà in tempo a recarsi in uno di quei paradisi tropicali per sdraiarsi fronte mare su un’amaca, sapendo d’altronde, che non giungerà mai su quei luoghi una eventuale richiesta di estradizione, che d’altro canto non verrebbe autorizzata!!!
Sembra comunque che finalmente qualcosa anche da noi stia cambiando, anche perché forse si è compreso che una giustizia più celere è soprattutto una giustizia che funziona, non solo perché fa risparmiare denaro ai contribuenti, ma soprattutto incentiva gli investimenti esteri ed attira i molti imprenditori stranieri a credere nel nostro sistema paese e quindi nel nostro sistema giudiziario…
Chissà se anche il sottoscritto un dì avrà il piacere di poter costatare quanto in maniera positiva verrà realizzato, vedremo… 
Cosa aggiungere, per il momento mi consolo con con una frase: Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli…. (Gesù di Nazareth)

Efficienza e inefficienza della giustizia civile…

Quando si guarda alla giustizia civile la prima cosa che viene in mente è il numero dei processi in corso e il tempo necessario perché ciascuno di essi venga definito…

Non so quanti sono, chissà… centinaia, migliaia… forse milioni di procedimenti accalcati in quegli armadi strapieni, in attesa di un “benedetto” giudizio…
Molti di questi processi sono per lo più futili e si sarebbero potuti risolvere in modo del tutto diverso, ad esempio, attraverso una semplice conciliazione tra le parti piuttosto che fare perdere del tempo fondamentale ai nostri giudici, che avrebbero così potuto dedicarsi a procedimenti ben più importanti… 
Ma è così va il nostro paese… e comunque nelle migliori condizioni più favorevoli, la durata di quei processi non dura meno di 3 anni e molto spesso alla fine questi procedimenti si chiudono con conciliazioni o abbandono della causa…
Totalmente diversa la situazione negli altri paesi europei… e meno male che in questi anni è intervenuta la figura del giudice di pace, che almeno, ha permesso di smaltire buona parte di quei procedimenti…
La disgrazia è però che la differenza tra cause smaltite e nuove, è a vantaggio di quest’ultime, e quindi determinando di fatto un aumento delle cause arretrate!!!
Fortunatamente, anche i cittadini hanno compreso che il più delle volte passare dalla giustizia… determina non solo costi esosi per le varie spese legali che si devono affrontare, perché il più delle volte, il giudizio arriva quando ormai non ve ne più necessità…
Certamente restano ancora in piedi tutti quei procedimenti per le controversie di lavoro, collettive e individuali: gli imprenditori dovrebbero comprendere come a volte sia più ragionevole fare un passo indietro, rinunciando a qualcosa, onde evitare scontri giudiziari che si sa come iniziano… ma non si sanno mai come finiscono!!!
Certo il rischio che oggi si corre è quello di voler  dissuadere da un lato i cittadini dal ricorrere sempre più alla giustizia, in particolare quando il costo della causa supera abbondantemente l’eventuale valore finanziario della lite, ma di contro, bisogna evitare di far passare un grave messaggio e cioè la consapevolezza di non potere in pratica far valere un proprio diritto… sia pure di scarso valore economico!!!
Al di là di quanto comunque si sta tentando di realizzare nel progetto di  riforma dell’ordinamento giudiziario, mi pare che comunque qualcosa in maniera celere c’è da modificare… in particolare prendendo spunto da quei modelli, francese e britannico, esemplari per rapidità e sobrietà…
Un altro problema è la frammentazione degli uffici giudiziari, bisognerebbe trovare quel giusto compromesso nella riduzione dei Tribunali, fonderli insieme… ma in questi anni abbiamo visto come -con tutti quei ministri della giustizia che si sono succeduti- tanto si è parlato, ma poco si è fatto per ottenere concreti risultati… 
Si tratta ora di ridare ai cittadini un ritorno alla certezza del diritto, essenziale sia per la collettività che per l’individuo, sapendo che ad ogni azione corrisponderanno conseguenze (positive o negative), con la certezza della “pena”!!!

E’ chiaro che c’è bisogno di regole processuali chiare e che vanno in egual modo da tutti rispettate… non ci possono essere –come il più delle volte assistiamo– a due pesi e a due misure… 

Deve finire inoltre quella consuetudine “patologica” della tecnica al “rinvio” o il ricorrere sempre… in appello, in cassazione, anche quando vi sono ben poco valide ragioni a sostegno dell’impugnazione!!!
Cercare di trovare una soluzione a tutti i problemi della giustizia civile comprendo sia difficile, ma se anche il “World Justice Project” (un’organizzazione indipendente non profit, che ogni anno valuta l’aderenza del sistema giudiziario degli Stati alle regole del diritto) ha valutato – in base ai criteri di affidabilità (la capacità delle Leggi di garantire i diritti fondamentali), credibilità (il grado di accessibilità, efficienza ed equità del processo), integrità morale dei giudici (la competenza e l’indipendenza dei magistrati e l’adeguatezza delle risorse messe a loro disposizione)- i parametri di tutti gli Stati europei con punteggi che vanno da zero a uno e per NESSUNO di questi 4 indicatori, il nostro paese è riuscito a superare lo 0,5 (ad eccezion fatta per l’adeguatezza delle risorse…) dimostra chiaramente come qualcosa in questa non giustizia non vada…

Dott. G. Salvi: imprenditori… siate meno rapaci….

L’ex Procuratore di Catania, ormai prossimo alla capitale, prima di partire, manda un ultimo appello alla classe imprenditoriale della provincia di Catania, dicendo: imparate ad accontentarvi… siate meno rapaci, questa città va amata un po’ di più…
Per cui, ringraziando per l’impegno che egli in questi anni (in collaborazione con i propri colleghi), ha saputo imprimere nella gestione di una delle più difficili procure d’Italia e ottenendo soprattutto prestigiosi risultati, sono però a chiedermi, quanto di quelle definizioni, avranno poi concretamente effetto, nella nostra vita quotidiana…
Certamente il lavoro svolto è stato significativo, a volte duro, dove si sono visti finalmente – dopo anni di assoluto silenzio – i risultati…, ma se questi risultati, non serviranno a produrre quel radicale cambiamento, ecco che allora, serviranno a ben poco…
Ho letto l’incremento di cifre di coloro che ora pernottano presso le case circondariali, dei sequestri e delle confische per milioni di euro di beni e patrimoni, di come sono stati colpiti duramente i traffici di droga, e di come si è cercato di contrastare il business dell’immigrazione, abbiamo avuto modo anche negli ultimi giorni del suo incarico, di come ha cercato di fare luce su aspetti, non strettamente legati ad attività della criminalità organizzata…, nulla viene messo in discussione sull’eccellente lavoro svolto e l’organizzazione professionale e va premiata inoltre anche l’umanità a la signorilità mostrata nel corso delle sue relazioni e di come ha saputo trasmettere…, quel sentimento di aspettazione fiduciosa per un futuro migliore…
Premesso quindi quanto sopra, ciò che vorrei capire, è quanto di quel sistema “corruttivo”, sia realmente cambiato…
Perché questa generale illegalità è come una piovra…, possiede tentacoli in tutti i settori… per cui, anche quando se ne colpisce uno, due, tre, ecc…, ecco che, tranciati di netto questi tentacoli… in breve tempo, di nuovi, saranno in grado di sostituirli, ricrescendo e riprendendo sotto altre “coperture” quelle situazioni a cui erano saldamente ancorate!
Non basta quindi soltanto contrastare, bisogna trovare nuove metodologie, quelle finora attuate dalle istituzioni si dimostrano in concreto inefficaci, vedasi per esempio la gestione di quelle imprese confiscate, che sin dal sequestro mostrano tutti i limiti della incapacità, della continuità e con il passar del tempo… dell’abbandono!!!
Non sempre è vero… ci si ricorda di esse, soltanto nei casi in cui, queste, debbano dover svolgere, quelle particolari attività, certamente “scomode”, a cui nella fattispecie, nessun nostro “paladino” imprenditore vuole prendere parte ( ma di siffatta circostanza non se ne parla e soprattutto l’opinione pubblica non ne viene informata a mezzo stampa… ), come per esempio nei casi in cui, bisogna operare la demolizione di edifici abusivi di proprietà di famiglie mafiose, oppure quando, si devono recuperare attrezzature, mezzi d’opera, impianti e quant’altro, di coloro a cui sono stati confiscati… Ecco quindi che all’improvviso, ma solo in questi casi, queste “confiscate” società, diventano importantissime…, anzi in questi casi, si rende noto a tutti – ma è solo per promozione – che una società recuperata dallo stato “ha saputo riportare la legalità nel nostro territorio”, ma per favore…  
La verità è una ed una soltanto… e cioè, che nessun imprenditore – ancora oggi – dimostra di sentirsi tranquillo…
Lo si vede proprio dal numero esiguo a cui, solo in pochi tra essi, dimostrano quel coraggio necessario, per iscriversi alle associazioni anti-racket o prendono posizione per la lotta all’illegalità… e chi invece di contro s’iscrive… si scopre con il tempo – vedasi inchieste recenti – che l’ha fatto principalmente per ottenere vantaggi personali e poter mascherare così… l’appartenenza a quelle associazioni criminali…
Ciò che risulta strano, è che queste imprese, evitano di operare, proprio in quelle tipologie di lavori che sono proprie – dopotutto sono intrinseche con l’oggetto sociale del proprio camerale – ma per i quali, potrebbero chissà subire… delle ritorsioni; ed è forse questo il reale motivo che le tiene così distanti…
Ciò dimostra quindi, che la lotta alla corruzione, non si vince soltanto aggredendo i patrimoni economici… che poi in questi anni, si è potuto assodare l’incapacità nel saperli gestire…, ma bisogna soprattutto interrogarsi, su quali sono i veri mali che incidono, imprigionano e condizionano da troppo tempo e negativamente la vita di tutti noi… e quali nuove strategie, possono essere adottate per stravolgere definitivamente questo stato di cose…
Bisogna modificarne la cultura, le istituzioni tutte… debbono cercare nuove sinergie, coinvolgere nuovamente quanti possono ricostruire quella solidarietà e quella fiducia nelle trame della società civile, le famiglie, la scuola, la certezza di un lavoro, dare più forza a quelle associazioni di legalità e di volontariato, di categoria, sindacali, quando questi dimostrano di operare con encomiabile spirito di servizio per gli altri e mai per se stessi…
Perché la mafia si vince solo attraverso la conoscenza… agendo e  impegnandosi anche in prima persona… senza bisogno di attendere coloro che sono demandati, per professione, a fare il loro corretto servizio…, ma facendo ciò che è giusto fare… senza doversi attendere riconoscimenti, coccarde, applausi… ma per quella propria convinzione che ti fa dire… che contro la mafia si vince sempre!!!
Per cui, caro procuratore, a salutarla, non eravamo tutti presenti… almeno fisicamente… ( si è dovuto accontentare delle solite “figurine“, che non penso minimamente qui di elencare…), ma stia certo che con lo spirito, c’eravamo… ed eravamo in tanti, perché come si dice: l’uomo è dov’è il suo cuore, non dov’è il suo corpo…
Vedrà che questa ampia forza d’emozione, l’accompagnerà sempre nei suoi prossimi impegni…, la sosterrà in quelle situazioni decisive e le darà la giusta forza, nei momenti bui…
Lei è giusto che vada… noi continueremo a restare qui appesi ad una speranza… perché la speranza è un rischio che dobbiamo correre, se non per noi stessi, almeno per poter dare un futuro migliore ai nostri figli!!!