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Dalla Shoah al Darfur: L'eterna ombra del Genocidio

Continuando con quanto espresso nella giornata di ieri, vorrei stamani allontanarmi perché desidero prima di continuare quel percorso, affrontare due punti fondamentali sulla “Soluzione Finale” che hanno segnato il dibattito storico e morale degli ultimi decenni. 
Da un lato, si è cercato di convincere il mondo democratico e capitalistico che la Shoah rappresentasse un evento eccezionale e irripetibile, Dall’altro, si è insistito sulla necessità di preservarne la memoria affinché simili orrori non si ripetessero.

Ma viene da chiedersi: se assumiamo queste due affermazioni come verità assolute, non rischiamo di cadere in una contraddizione insanabile? Se la Shoah è davvero eccezionale e irripetibile, allora la memoria diventa superflua. Al contrario, se la memoria è necessaria, significa che la Shoah non è né eccezionale né irripetibile, ma piuttosto un tragico esempio di ciò che l’umanità è capace di fare.

Purtroppo, la storia ci ha dimostrato che la seconda ipotesi è quella più vicina alla realtà. Dopo la Shoah, il mondo ha continuato a essere teatro di genocidi, massacri e pulizie etniche.

In Cambogia, tra il 1975 e il 1979, il regime dei Khmer Rossi guidato da Pol Pot cercò di creare una società agraria utopica, sterminando chiunque fosse considerato un “nemico”: intellettuali, minoranze etniche, religiosi. Un quarto della popolazione, circa 1,7 milioni di persone, morì per esecuzioni, fame e malattie. Poco dopo, nel 1994, il Ruanda fu sconvolto da un genocidio che in soli 100 giorni portò al massacro di circa 800.000 persone, principalmente Tutsi e Hutu moderati, in un’esplosione di odio etnico alimentato da decenni di tensioni.

Anche l’Europa, nonostante le lezioni della Shoah, non fu immune. Durante la dissoluzione della Jugoslavia, tra il 1992 e il 1995, le forze serbo-bosniache attuarono una campagna di pulizia etnica contro i Bosgnacchi e i Croati, culminata nel massacro di Srebrenica, dove oltre 8.000 uomini e ragazzi musulmani furono uccisi.

Eppure, già prima della Shoah, l’Unione Sovietica di Stalin aveva dato prova di una violenza sistematica. Tra gli anni ’30 e ’50, milioni di persone furono perseguitate, deportate nei Gulag o giustiziate come “nemici dello Stato”. Interi gruppi etnici, come i Tatari di Crimea e i Ceceni, furono deportati in massa, mentre politiche come l’Holodomor in Ucraina causarono carestie deliberate, uccidendo milioni di persone.

Nel frattempo, in America Latina, i popoli indigeni subirono persecuzioni e massacri. In Guatemala, durante la guerra civile (1960-1996), le comunità Maya furono sterminate con l’accusa di sostenere i ribelli comunisti, lasciando un bilancio di 200.000 morti. E ancora oggi, in Darfur, il governo sudanese e le milizie Janjaweed conducono una campagna di pulizia etnica contro le comunità non arabe, causando oltre 300.000 morti e milioni di sfollati.

La memoria non basta…

Da questi eventi emerge un quadro chiaro e sconvolgente: l’odio etnico, il fanatismo ideologico e l’autoritarismo possono sempre e di nuovo condurre a tragedie immani. La Shoah non è un evento isolato, ma parte di un continuum storico in cui l’umanità ha dimostrato una spaventosa attitudine alla ferocia e al sadismo.

Eppure, troppo spesso la memoria della Shoah è stata ridotta a una musealizzazione sterile, trasformandola in un evento eccezionale e distaccato dalla storia contemporanea. Questo approccio, secondo me, rischia di sminuire la sua portata universale. La memoria non deve essere un monumento immobile, ma un esercizio costante di confronto e dialogo. Dobbiamo interrogarci sul nostro presente, sulle ingiustizie che ancora persistono, sulle ideologie che seminano odio e divisione.

Solo così possiamo sperare di spezzare l’eterna ombra del genocidio. Perché, come ci ha insegnato Primo Levi, “è avvenuto, quindi può accadere di nuovo”. E sta a noi fare in modo che non sia così.

CONTINUA 

Dell'Utri – Parte seconda

Come previsto nel mio recente Post, l’ex senatore Dell’Utri, lì è… e li resta!!!

Era evidente che i tempi di estradizione sarebbero stati no lunghi… lunghissimi, e che la data della sentenza della Cassazione per il 22 Febbraio era fallace…
L’udienza per la convalida dell’arresto da tutti annunciata come imminente è stata rinviata a data da destinarsi… direttamente dal procuratore generale libanese che ha così deciso che l’ex senatore del Pdl sarà sentito soltanto dopo il deposito della richiesta di estradizione da parte dell’Italia…

Vi immaginate ora i tempi e le lungaggini burocratiche prima che tutta la documentazione venga riprodotta, fatta pervenire in libano, tradotta in arabo, messa a disposizione del procuratore…
Come minimo passeranno anni!!!

Nel contempo, l’ex senatore continuerà a vivere la sua “triste” esistenza, nella lussuosa suite del Hotel Phoenicia, tra i più belli della città, 
Il Procuratore generale del Libano, Samir Hammoud che rappresenta la massima autorità giudiziaria del Paese, avrebbe dovuto decidere sulla eventuale estradizione….e poi si dovrebbe passare dal governo…
Mi chiedevo, ma come si è potuto farlo partire???
Perché il Ministero degli Interni non ha prontamente avvisato le autorità doganali sulla possibile fuga???
Ed ancora perché non gli è stato ritirato il passaporto???  
E’ dire che sin dal 2013 si era venuti a conoscenza di una possibile fuga… ma come sempre non se ne fatto niente o meglio non si doveva fare niente!!!

Il bello che proprio durante l’intercettazione si è scoperto che nei dialoghi si stesse valutando quale potesse essere il luogo sicuro per per poter sfuggire ad una eventuale conferma della sentenza da parte della Cassazione che lo condannerebbe a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa!!!
Cercare gli eventuali complici è ormai impossibile…erano in troppi a far finta di non sapere…
Certamente Forza Italia non fa proprio una bella figura, visto che proprio il suo fondatore adesso, se ne scappato con il solito gruzzolo!!!
Adesso quando il Cavaliere parla difendendo l’amico fraterno… quanti sono presenti, pur pensandola in maniera opposta al proprio leader, non hanno ha avuto il coraggio di contraddirlo….
Comunque sono certo che a breve… appena possibile l’ex senatore tenterà di scappare verso paesi dove non esiste l’estradizione, come la Cambogia che se pur con un’alta corruzione, presenta una vita economica poco costosa ed una grande disponibilità dei suoi uomini a farsi corrompere!!!
Ancor meglio se andate alle Seychelles, lì dopotutto l’Ambasciata Italiana manca e quindi la nostra giustizia farebbe un gran buco nell’acqua…
Stessa cosa per le isole Mauritius!!!
Restano ancora gli Emirati Arabi Uniti con Abu Dhabi e Dubai in testa…
Per cui non mi sorprenderebbe che fra qualche anno, verrò a sapere di un suo trasferimento che pian piano porterà a farci perdere le tracce…
Nel frattempo lo Stato ha sopportato spese per processi, indagini, ecc.. che alla fine come sempre non hanno portato ad un bel nulla!!!