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Conosco a fondo l’anima siciliana. Da una inflessione di voce, da una strizzatina d’occhi capisco molto più che da lunghi discorsi…
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nascono entrambi a Palermo, Falcone il 20 maggio del 1939, mentre Borsellino il 19 gennaio 1940.
Un destino che sembra accomunarli fin dalla nascita, difatti le loro case distano soltanto pochi passi da Piazza Magione, il quartiere popolare della “Kalsa”, i cui palazzi verranno sventrati prima dai bombardamenti degli Alleati e quindi dalla speculazione edilizia.
Giovanni è figlio di Arturo Falcone, direttore del Laboratorio chimico provinciale, e di Luisa Bentivegna; è il terzogenito dopo le sorelle Anna e Maria. Evidenzia sin da subito di essere un ragazzo studioso, frequentando con ottimi risultati prima il Convitto Nazionale, una delle scuole più rigorose di Palermo, e poi il liceo “Umberto I”. Come tutti i ragazzi della sua età ama il mare, lo sport, pratica canottaggio a livello agonistico.
Paolo invece e figlio del farmacista Diego Borsellino e di Maria Lepanto; è il secondo di quattro figli, Adele, la più grande, il fratello minore Salvatore e l’ultimogenita Rita. Ha un carattere gioviale e scherzoso, in famiglia lo descrivono come una “piccola peste”. Anche lui ha un ottimo rendimento scolastico al Liceo classico Meli, dove si diploma nel giugno del ‘58 con 8 in tutte le materie e 9 in greco.
Piazza Magione rappresenta il luogo della loro infanzia e dell’adolescenza di quei due futuri magistrati.
Nell’oratorio della chiesa di San Francesco, Giovanni e Paolo si troveranno a giocare anche con alcuni ragazzi di quel quartiere, gli stessi che anni dopo inquisiranno come “affiliati” a Cosa Nostra.
“Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non mi piace per poterlo cambiare”: così scriveva Paolo Borsellino.
Ma quanto è difficile amare qualcosa che non vuole cambiare, difatti, non c’è peggio che essere incompreso da coloro stessi che amiamo, già… è il calice amaro, la croce della nostra vita. Forse è per questo motivo che quei due uomini conservano sulle loro labbra quel sorriso doloroso e triste che tanto ci meraviglia…
Due eroi, che non volevano esserlo; lo stesso Falcone quando intervistato dichiarava: “Non sono Robin Hood nè un kamikaze e tantomeno un trappista. Sono Semplicemente un servitore dello Stato in terra “infedelium”.
Già… una terra ostile, la stessa che non li ha saputi difendere e neppure onorare, quantomeno per come avrebbero meritato, viceversa abbiamo potuto vedere come quegli apprezzamenti siano stati rivolti a coloro che viceversa hanno “……..”, lasciamo perdere, già… come dice spesso mia moglie: “stendiamo un velo pietoso“!!!
Il sottoscritto, quando pensa ad entrambi, li vede lì passeggiare insieme, scherzare, già… come quando erano adolescenti, ancora insieme a ridere, d’altronde si dice che il carattere di un uomo è formato dalle persone con cui si è scelto di vivere e loro avevano deciso sin dal primo incontro, di convivere per sempre insieme…
Catania… e ahimè i forti dubbi che restano in ciascuno di noi "catanesi", su tutte quelle eventuali fughe di notizie!!!
Sembra una di quelle storie che non trova mai fine…
Già assomigliano a quelle serie tv a cui ultimamente mi sono dedicato (ma credo di non essere il solo…) – causa le limitazioni imposte dai continui DPCM – che danno l’impressione allo spettatore di concludersi ma contrariamente a quanto si era creduto, proprio nel momento in cui si è giunti alla fine di quegli episodi, si scopre come la serie non si sia conclusa, ma bensì continui con nuovi episodi che danno il via ad una inedita stagione…
Ecco perché paragono quanto pubblicato dal quotidiano “La Sicilia” alcuni giorni fa, come una di quelle serie Tv, dove – per come riporta perfettamente il giornalista Mario Barresi – sembra di esserci immersi in un genere romantico “vouyeuristico-letterario”:
Il rapporto di amicizia che legava Luca Palamara a Renato Panvino è ormai un dato assodato della cronaca giudiziaria, con paginate negli scorsi mesi sui giornali nazionali.
La novità, adesso, è che nell’informativa del Gico della guardia di finanza di Roma, uno degli atti sfoderati dai pm di Perugia per contestare ipotesi di reato ben più gravi all’ex ras delle toghe, più di 100 pagine (sulle 165 complessive) sono dedicate all’ex capo centro della Direzione investigativa antimafia di Catania. Il quale non è fra gli indagati ed è stato sentito, a lungo, domenica scorsa come persona informata sui fatti.
Perché è così preponderante il peso di Panvino per chi vuole dimostrare che Palamara sia stato, fra l’altro, l’artefice della fuga di notizie nell’inchiesta della Procura di Messina sugli intrecci corruttivi del sistema Siracusa?
Il compendio probatorio (178 contatti telefonici dal 15 maggio 2017 al 1° marzo 2019; migliaia di messaggi WhatsApp; vacanze assieme, alcune delle quali pagate dall’imprenditore Fabrizio Centofanti, fra gli imputati davanti al gup di Perugia) è quasi tutto riversato dal fascicolo originario.
Ma nell’ultima ricostruzione del Gico, depositata al pm Mario Formisano meno di una settimana fa, ci sono un paio di elementi nuovi. Il primo è la testimonianza di Bonaventura Candido prestigioso avvocato messinese, difensore dell’ex pm Giancarlo Longo nel troncone principale dei processi sul “sistema Siracusa”.
Sentito lo scorso 9 febbraio, Candido, dopo aver ammesso i suoi contatti con Piero Amara (grande accusatore del procuratore generale di Messina, Francesco Barbaro, che smentisce con forza ogni coinvolgimento nella vicenda), a un certo punto Candido ricorda che lo stesso Amara «faceva riferimento ad una persona della polizia giudiziaria che lavorava a Messina che gli faceva pervenire delle informazioni sulle indagini.
Tale persona, a suo dire, era un uomo che proveniva dalla zona di Catania o era residente nella zona Catania».
Ma chi lo interroga gli fa una domanda specifica: «Amara le parlò mai del dottor Panvino?». La risposta di Candido, a questo punto, è più esplicita: «Ora che me lo dite, ricordo che di questa persona Amara mi parlò in più circostanze ed è la persona di cui ho fatto menzione in precedenza. Mi disse che aveva un rapporto personale con lui e che aveva da tale persona informazioni sulle indagini. Diceva che aveva un canale a Roma ed uno sul posto. Nel mio ricordo – prosegue il verbale dell’avvocato Messinese – tale ufficiale era il canale attraverso il quale lui cercava conforto e riscontro su ciò che proveniva da Roma».
Candido conclude ricordando che Amara «mi riferiva che Panvino era una persona di primo piano e di lui mi parlava spesso come fonte delle sue conoscenze sull’andamento delle indagini».
In una memoria, il giorno dopo essere stato sentito dai pm, l’avvocato in parte ritratta. «Devo, però, doverosamente precisare che in quella occasione (cioè quando Amara gli avrebbe parlato delle indagini, «tutta fuffa», attribuendo la definizione a un colloquio fra Barbaro e Palamara, riferitogli da Centofanti, ndr) non ricordo che Amara fece esplicito riferimento a Panvino, né che utilizzò il termine “fuffa”».
Amara, nel verbale d’interrogatorio citato (con molti “omissis”) nell’informativa, non parla mai di Panvino. E c’è un altro particolare che smentirebbe l’utilità del dirigente di polizia come “corvo”. Nell’inchiesta romana sulle sentenze pilotate al Consiglio di Stato, infatti, viene arrestato maresciallo dei carabinieri, Francesco Loreto Sarcina, ex Aisi. Ed è proprio Amara a incastrarlo. Nell’interrogatorio del 17 luglio 2018 riferisce dell’amicizia di Calafiore con «tale Francesco o Franco, un dipendente della Presidenza del Consiglio dei ministri» che «aveva loro riferito notizie interne alle indagini e consegnato l’informativa del 15 settembre 2017 in formato word». L’avvocato avrebbe incontrato l’ex 007 tre o quattro volte. «Ci disse che ci avrebbe tolto dai guai sia per l’indagine di Messina sia per quelle di Roma avvalendosi di suoi uomini».
Ma Panvino è citato in un altro atto inedito, firmato da un magistrato. Cioè Antonio Carchietti, fra i pm impegnati proprio nell’indagine sul sistema Siracusa. La nota è del 29 marzo 2018. E racconta un episodio di due giorni prima nel carcere romano di Regina Coeli, subito dopo l’interrogatorio di Amara. Il cui legale, Angelo Mangione, rientra nella stanza e chiede «espressamente» a Carchietti e al procuratore capo Maurizio de Lucia «che non venisse fatto cenno alcuno, all’indirizzo del dott. Renato Panvino, in ordine che l’Amara potesse valutare l’adesione ad una scelta processuale incentrata su contegni latu sensu collaborativi ai fini del più ampio accertamento dei fatti». Tradotto dal magistratese: l’avvocato Mangione chiede ai pm di Messina di tenere all’oscuro il capo della Dia rispetto al “pentimento” di Amara.
E questa circostanza richiama alla memoria di Carchietti un episodio risalente agli «ultimi mesi dell’anno 2017», poco dopo perquisizioni e sequestri sul sistema Siracusa. Panvino, scrive il pm «venne insieme a un suo collaboratore, di cui non ricordo il nome» e «manifestò l’intenzione di salutarmi» e «successivamente “condusse” il discorso sulla vicenda Siracusa».
Il capo della Dia ha dell’indagine una «conoscenza embrionale», risalente all’epoca in cui gli otto magistrati aretusei presentarono un esposto da cui partì tutto, tanto più che Barbaro, all’epoca procuratore facente funzione, sostiene Carchietti, «chiese al dott. Panvino, alla mia presenza, la disponibilità della Dia di Catania per lo svolgimento dell’attività d’indagine». Ma lui, visto «l’elevato carico di lavoro» già in corso, rifiutò.
Una circostanza incompatibile, al dire il vero, con chi avesse intenzione di mettere le mani su un’inchiesta in cui erano coinvolti gli amici del suo amico Palamara, dai quali – come lo stesso Panvino avrebbe rivelato ai pm di Perugia – ha provato più volte a metterlo in guardia, «perché non mi ispiravano fiducia» e dunque «gli consigliavo di frenare». Carchietti, nella nota inviata mesi dopo l’insolita visita («mai aveva assunto l’iniziativa di passare a salutarmi») definisce «singolare» il discorso del suo interlocutore che «innestò una più ampia riflessione il cui nucleo concettuale, che mi parve palesarsi come la vera ragione della “visita”», starebbe «nell’importanza di orientare il convincimento investigativo su dati certi e non su “suggestioni” derivanti da mere situazioni conflittuali».
Il pm, nella nota di fine marzo 2018, scrive che «non ho più avuto occasione di incontrare il capo centro». Alla Dia di Panvino, nei mesi successivi, la Procura di Messina affiderà almeno due deleghe delicate, entrambe riguardanti le toghe: una sul depistaggio di via D’Amelio, una su un presunto abuso d’ufficio nel Ragusano a carico di un magistrato catanese.
E qui si arriva al punto finale. Panvino, trasferito a Nuoro nel maggio 2019, è uno “sbirro” dal curriculum importante, arricchito da operazioni su mafia e colletti bianchi nei suoi cinque anni in Sicilia tanto da far coniare la definizione di “modello Catania” per il lavoro alla Dia.
È “colpevole” di un’amicizia a tratti sin troppo stretta con Palamara (fino a chiedergli, nelle chat, anche qualche “aiutino” per la sua carriera), all’epoca il più potente magistrato d’Italia, legato a un imprenditore, Centofanti, frequentatore di ministri e importanti pezzi dello Stato. Nelle carte, certo, ci sono tante suggestioni.
Le foto a Ibiza, i conti di alberghi e ristoranti, le feste di compleanno e le chiacchierate complici anche sui politici.
C’è anche l’ormai arcinota vicenda dell’anello acquistato da Panvino, in parte anticipando soldi suoi, in una gioielleria di Misterbianco (curiosamente la stessa scelta da Luigi Di Maio come tappa etnea nel suo tour elettorale, il 25 ottobre 2015, fra le «eccellenze siciliane») su commissione di Palamara che doveva regalarlo all’amante Adele Attisani.
Eppure il dirigente di polizia finora non risulta coinvolto nell’inchiesta di Perugia. Che però adesso fa un salto di qualità, con le nuove accuse all’ex dominus del Csm sulle fughe di notizie a Roma e a Messina. E in questo contesto gli investigatori inseriscono una certa mole di atti (molti dei quali già conosciuti) riguardanti «il ruolo» di Panvino e i suoi «rapporti» con Palamara e Centofanti, «il Piccoletto» nelle chat.
Ma la verità, a questo punto, si trova a un bivio. Panvino, ricordato a Catania come un poliziotto di rango, oltre ad avere frequentazioni ex post pericolose, è davvero sospettabile di essere la talpa di indagini delicatissime? Oppure, non essendo coinvolto in prima persona nell’indagine sulla fuga di notizie sull’asse Messina-Siracusa, la grande attenzione giudiziaria (e poi anche mediatica) su di lui nasconde qualcosa di diverso.
Magari, come sospetta sotto il Vulcano chi lo conosce bene, una postuma resa dei conti per alcune indagini della sua Dia, che, guarda caso proprio a Messina, hanno toccato i fili ad alta tensione della massoneria.
Che nella sponda siciliana dello Stretto accomuna, talvolta con legami di parentela, potenti dentro i più svariati palazzi. Compresi quelli frequentati, per lavoro, dallo stesso Panvino.
Quel "proprio dovere"…
“Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il proprio dovere”!!!
Sono molti i luoghi in cui vedo riportata questa frase del giudice Falcone… ma osservando quanto poi accade ogni giorno, scoprire quella totale corruzione che ha penetrato l’animo umano, valutare con quanto assoluto menefreghismo vengano esternati quegli incarichi professionali… mi fa pensare quanto lontano si sia da quel messaggio…
Già… avvertire in quali modi vengano calpestate quelle competenze, il più delle volte sottoposte al giudizio di un sistema che non tenta di premiare i meritevoli, ma che viceversa impone proprio a quest’ultimi, regole prestabilite affinché si adeguino a quella’ormai consuetudine…
Nessuno che protesta e ancor meno coloro che si ribellano… ecco quindi che ciascuno s’allinea, preferendo sottostare a quelle regole, pur di non apparire ribelle…
Ma nel far ciò… purtroppo, si viene meno al proprio dovere!!!
Perché il più delle volte nel provare a fare ciò che è giusto, si ci deve scontrare con quel sistema… non si può girare intorno o far finta di niente, come non si deve sottostare a quel proprio superiore o alla società per la quale si opera, perché altrimenti ci si comporta come codardi!!!
Perché si sa, sono quest’ultimi a condizionare le vostre vite, anche se la maggioranza non avrà mai mai il coraggio di ammetterlo, sono loro che pretendono la vostra negligenza, che preferiscono la vostra inoperosità, a quel vostro essere scrupolosi…
Non c’è nulla da meravigliarsi se poi i viadotti crollano…
Ma d’altronde nessuno può ritenersi “retto” dal poter scagliare la pietra, in quanto la maggior parte dei miei connazionali non è “senza peccato”… anzi tutt’altro, in quanto ripetono in maniera identica quelle azioni che solitamente o meglio “ipocritamente”, criticano negli altri!!!
Sì… è vero, basta poco per essere persone perbene, l’importante è che ciascuno faccia il proprio dovere: Sì… facile a dirsi… ma difficile dal compiere!!!
Chissà perché… ma tra i due mali, scelgono sempre il peggiore!!!
Il termine più esatto sarebbe “l’insostenibile leggerezza dell’essere umano“…
Una scadente personalità di chi manifesta quel proprio imbarazzo nel dover decidere… ciò che è giusto, da ciò che è sbagliato!!!
Ciò che mi ha sempre incuriosito di questi soggetti e che hanno manifestato esternamente nel corso degli anni un comportamento neutrale ed una profonda esibizione di rispetto per l’altrui libertà di pensiero… ma nei fatti, con quel loro “savoir faire“, vogliono di fatto condizionare gli altri…
D’altronde essi si sono già schierati, hanno scelto il carro su cui aggrapparsi, quasi sempre quello più comodo… dell’illegalità o meglio quello che alla fine garantisce loro sicuri vantaggi…
Loro non si espongono, non decidono ciò che è giusto, per loro la lotta si riduce a ciò che è male e ciò che è peggio… e difatti al peggio non c’è mai fine!!!
Per loro cogliere la veridicità delle cose, analizzarle con la dovuta responsabilità è qualcosa che non li aggrada… perché a loro non interessa approfondire, mancano infatti di quella estrema capacità di giudizio equo e indipendente…
Loro non provano neppure ad andare oltre o per lo meno, non provare minimamente a farlo… la loro è una esistenza all’insegna della rinuncia!!!
Essi infatti dimostrano di odiare l’azione e di conseguenza, odiano tutti coloro capaci di fare quelle azioni, gente che crede di invertire il pensiero di questa terra faziosa, individui che portano nuove idee e obbiettivi pratici che sono alla portata di tutti, soggetti che credono nella legalità e non accettano alcuna forma di compromesso…
Ma purtroppo i sogni come ben sappiamo, si scontrano con la realtà… con coloro che, per l’appunto, tra questi soggetti, preferiscono non agire…
Ecco la “puzza” di cui parlavo… quel dover a volte stare lì ad ascoltare personaggi, che hanno basato tutta la loro esistenza sul profitto, la coercizione ed il denaro!!!
Ciò che non vogliono comprendere è che scegliere un male, non è altro che la maniera migliore di volerlo prolungare…
Infatti… non lo si elimina, non si devia da quella strada, ma si prosegue sempre nella stessa maniera, quella cioè di accettare quanto di più è sbagliato, perseguendo quindi verso l’unica via conosciuta, quella conservatrice…
Passano dal male minore in male minore, accumulando anni in quella logica di sottomissione, riflettendo quotidianamente su quale male scegliere… e decidere incredibilmente sempre tra due mali…il peggiore!!!
D’altronde la differenza tra un grande uomo e uno mediocre è che il primo teme di peggiorare e il secondo non pensa neanche lontanamente a migliorare!!!
Diceva Jean Rostand: Ciò che temi non succederà, succederà di peggio…
In ricordo di una persona perbene: Sebastiano Bucca.
Questa mattina ho ricevuto una triste notizia: un mio caro amico ed anche collega è venuto a mancare…
Durante la nostra vita, non sempre si è fortunati d’incontrare persone speciali, che sappiano trasmettere agli altri, naturali qualità morali di bontà e rettitudine…
Sebastiano era così, sempre pronto al dovere, ad aiutare gli altri, in particolare i colleghi e i lavoratori di cui, molti di essi, ragazzi, hanno potuto condividere i tanti momenti allegri, ricevendo nel contempo i suoi consigli, quasi fosse stato per loro, un secondo padre…
Chissà forse aveva ragione… ma io penso che sono i piccoli gesti, a fare di un uomo la sua grandezza… sono le piccole azioni, le cose dette, quelle che permetteranno ad egli di vivere sempre nel ricordo degli altri, anche di coloro che non si conoscono, parole che resteranno eterne nella memoria…
Sebastiano… so che non è giusto, se non altro, non così presto, questa è per noi tutti, in particolare certamente per i tuoi cari, un’inattesa perdita…
Nulla sarà più come prima… non potrò più vederti, ascoltare la tua voce al telefono, non avrò più i tuoi messaggi sul mio cellulare, non riuscirò a fare colazione con te e ridere di quando abbiamo vissuto insieme, ma io so che da lassù… tu, sarai sempre vicino ai tuoi cari, a me, a chi sai ti ha voluto bene, aiutando ciascuno di noi a reagire nei momenti difficili, consigliandoci sulle scelte importanti da fare e allontanando le sofferenze di questa vita…Gli ultimi saranno ultimi…
Approfitto del titolo del film appena visto con Paola Cortellesi, Alessandro Gassman e Fabrizio Bentivoglio, per riprendere nuovamente un tema che mi sta molto a cuore… quello del disagio sociale, della povertà, delle disuguaglianze, tra chi ha troppo e chi non possiede nulla…
Primeggiano le condizioni disastrose economiche e morali, quel tentare a tutti i costi d’andare avanti, facendo i conti con quelle prospettive di una speranza migliore, con il desiderio di una maternità, il più delle volte posticipata… in attesa di una preferibile condizione di vita…Ed in quel guardare fuori dal bus, ecco che si specchia negli aloni del vetro e rivede la sua vita, quei sogni di una donna semplice che sognava soltanto una vita dignitosa, insieme al proprio marito, coronamento di quel desiderato amore, che finalmente si concretizza, quando Luciana (la protagonista) scopre di essere incinta…
Questo se pur nella sua drammaticità è un film da far vedere, ma soprattutto da consigliare agli adolescenti… così presi dai loro smartphone, nell’inviarsi quei messaggi banali, senza capire che a breve, anche per loro, figli di persone semplici, stia per giungere quel periodo tragico… dove non basterà per emergere, quella propria capacità meritocratica accademica o professionale, ma si dovrà fare i conti, con un sistema corruttivo, basato principalmente su raccomandazioni, favoritismi, amicizie, appoggi, parentele, intercessioni, presentazioni, esortazioni, continue richieste, che hanno quale unico fine, quello ormai consueto di far avanzare il coglione di turno, a scapito sempre e purtroppo, di quello certamente più capace e intelligente!!!Le belle persone restano nel cuore… le restanti, spariscono per sempre!!!

Ognuno di noi, nel corso della propria vita, ha incontrato persone, più o meno importanti…
Cosa dire, con alcune di esse si è preferito non proseguire, mentre in altri casi… sono state loro a preferire d’andarsene …
Poi ci sono state quelle con cui si era legati “giuridicamente” e che ora all’improvviso (dopo tanti anni trascorsi insieme, figli, ecc…) hanno scelto di allontanarsi, di cambiare vita, d’abbandonare tutto e tutti!!!
Infine, resta chi ha saputo mantenere fede alle proprie scelte, a chi se pur tra mille difficoltà, ha deciso con coerenza di portare avanti quella propria storia d’amore…
Quindi possiamo dire con certezza che, quante/i ritenevamo importanti, non ci sono più… ed ora, in maniera potremmo dire “incredibile” la più importante, conferma essere proprio la persona che ci troviamo accanto…
Ovviamente, nel corso della nostra vita, abbiamo deciso di prendere strade alternative, ma ci sono alcune circostanze, che ci vincolano di fatto a quel rapporto, in quanto unite da un rapporto inscindibile chiamato “figli”.Certo, non tutti i genitori vivono quell’esperienza in modo eguale, anzi ne esistono tanti che, di quei figli, se ne fottono!!!
Ogni storia racconta di passati amori, attrazioni sessuali, avventure fuggevoli, illusioni, delusioni, ma ciascuna di essa ha rappresentato comunque un momento importante, piacevole ed esaltante della nostra vita…
Ciò che ora resta d’allora, è certamente conservato in quel cassetto della memoria, nulla è andato perso…
Ogni gesto, carezza, passione è lì e quando lo si vuole riprendere, basta socchiudere gli occhi e ritorna in tutta la sua energia…
Il tempo, vorrebbe cancellare quei ricordi ed un po’ con il passar del tempo essi vanno affievolendosi, ma non potranno scomparire del tutto…
Ogni tanto, ripensando quella persona “speciale”, vorremmo rivivere quei momenti, desideriamo ripeterne altri o anche di nuovi che non non si è potuti compiere… è come se a quel ricordo non si voglia rinunciare… anzi, ci si aggrappa alla speranza, anche solo di poterla rincontrare quella donna o quel uomo amato…
Si resta ancorati ad una speranza, quella di poter rivivere ancora per una volta, quella storia passata… la stessa che nel corso degli anni, non si è voluti dimenticare,Non si tratta di fare come certi nostalgici che si augurano di “riscaldare quella minestra”, come se la stessa possa riavere ancora quello stesso tepore di un tempo…
Sì… restano lì in attesa che all’improvviso, come d’incanto, qualcosa li faccia nuovamente tornare insieme… sono degli illusi, non comprendono che la vita è andata avanti, senza di loro…
Per questi, il solo potersi rivedere, costituisce un valore inestirpabile a quella loro esistenza…
Ognuno di essi (ciascuno possibilmente con nuovi partner…), crede di poter rivivere quelle antiche emozioni, dopotutto come si dice, “se un tempo ci eravamo amati…” ed eccoli ora quindi frequentarsi… d’altronde che male c’è… sì, nuovamente insieme, in quest’originale rapporto di amicizia…
Si generano nuovi sentimenti: rispetto, lealtà e sincerità…
Sembrerà strano, ma non vi saranno più quei più momenti di tensione, quelle crisi di gelosia che conducevano a forti litigi…, ecco, come d’incanto si è saliti ad un livello spirituale superiore…
Si è pronti, appena chiamati… a dare quel giusto sostegno, concedere quel conforto morale fatto di consigli, di suggerimenti… eccoli sono presenti nei momenti più tristi, sono lì pronti a concederti un’abbraccio, tentando nel contempo di trasmetterti nuovamente tutto quel loro amore, un emozione di sentimenti… eguali a quelli di un tempo… che ora finalmente ritornano.La verità, è che ogni storia va da se… viene vissuta nel periodo in cui si manifesta e finisce con esso, perché è così che deve andare…
Non ci sono “santi che tengono” ogni cosa ha un’inizio ed una fine!!!
E chissà… forse è giusto cosi… l’importante (almeno per quanto mi riguarda…) è non aver dovuto mediare mai!!!
Come ripeto spesso… “siete tutti importanti ma nessuno indispensabile” e la vita c’insegna che l’epilogo finale è quello di aver saputo andare avanti…
Le persone che abbiamo incontrato, ora, riguardando indietro non ci sono più… di loro a volte, non ci si ricorda neppure i nomi… o di alcuni/e di essi… solo quelli!!!
Si capita… quando di storie se ne sono avute più di quanto, forse, la naturale decenza impone… ma comunque, anche se ciò può raffigurare per molti, qualcosa da criticare, io penso che ogni momento, imponga che vada vissuto… perché è in ciò che si realizza propriamente, l’essenza della nostra vita…
Le critiche dopotutto ci sarebbero lo stesso, in ogni caso, anche quando si è dato modo di esprimere completa rettitudine…
L’esperienza insegna, che sono tanti quelli che vogliono giudicare, denigrare, ma ha parlare per loro… è la paura interiore, la stessa che non permette loro di sapersi confrontarsi con gli altri… con chi potrebbe essere migliore… già quel “metro di paragone” che potrebbe evidenziarsi, proprio nel momento in cui, il proprio partner ha possibilità di valutare… l’altrui qualità…
E’ questo che in realtà, alla maggioranza delle persone… fa più paura!!!
Non si tratta di una questione fisica, estetica, ma è soprattutto quella condizione mentale che si sa… non può essere controllata, quel piacere intrinseco che potrebbe essere dato da altri e non da voi…
Avete tentato di mettervi in gioco, avete voluto scommettere su voi stessi ed ora avete perso, andrete via… perché di quella persona appena conosciuta, il vostro partner non saprà più farne a meno…
Per lui/lei è come una droga, celebrale… che prende, coinvolge ogni gesto, una passione spropositata, mai vissuta prima… non è sesso sfrenato… o meglio non è soltanto quello, che ora però si scopre essere diverso, unico, ci si pente anche moralmente del tempo trascorso in precedenza…
In questo nuovo vivere, ogni cellula viene messa in circolo, i muscoli del nostro corpo sono in moto, la mente, viene sollecitata a sviluppare nuovi neuroni, per poter affrontare questa intensa emozione…
Niente è lasciato al caso, niente è programmato, tutto è divenuto spontaneo, naturale, ora, anche chi aveva vissuto la propria vita in maniera monotona, s’accorge di questa nuova e sostanziale differenza e decide quindi d’iniziare quel salto verso il vuoto…, un volo per traghettarsi in nuove ed esaltanti emozioni…
Non vi è più motivo per indugiare sul passato e nemmeno inseguire il futuro, bisogna concentrarsi sul presente… il resto, sono esclusivamente belle parole… da condividersi sui social network!!!
BUON 2015 A TUTTI

Il 2014 si sta concludendo… e certamente in molti starete ripensando a tutti gli avvenimenti che avete quest’anno vissuti…
C’è una cosa comunque che più di altre mi è servita… ed è quella d’avere capito che. non è possibile fare sempre da soli e che i consigli degli altri… possono non soltanto essere corretti, ma anche giusti!!!
Comunque qualsivoglia modo di trasmettere agli altri i propri auguri, alla fine va sempre bene, l’importante è che nel farlo si è principalmente sinceri…Quanti amici hai su Facebook o Twitter???

Sembra che ci sia gente “malata”, che non avendo un cazzo da fare… trascorre la propria giornata, invitando amici sui social network, in particolare su Facebook/Twitter…
Sperano in tal maniera, d’aumentare in modo esponenziale il numero di persone –a loro modo– “conosciute”…
È questo il Numero di Dunbar: ovvero, rappresenta il limite cognitivo teorico che concerne il numero di persone con cui un individuo è in grado di mantenere relazioni sociali stabili, ossia relazioni nelle quali un individuo conosce non solo l’identità di ciascuna persona ma come queste, si relazionano con ognuna delle altre…
Per cui, alla fine, chi sono tutte le restanti persone con cui condividiamo i nostri pensieri, le nostre azioni quotidiane, le nostre emozioni, i passatempi, gli amici, le vacanze, i familiari, ecc… fino a giungere ad informazioni che sarebbero di esclusivo carattere personale e privato???Ed ancora, quale auto possedete, quali e quanti oggetti vi sono in casa… e non parlo soltanto della vostra, ma anche quella dei vostri amici, dalle foto è possibile capire quali regali avete ricevuti, quali gioielli vi sono stati regalato dal Vs. partner, ed ancora se vivete da soli o in compagnia, se avete bisogno di un conforto, se siete felici o tristi, dove lavorate e quale professione svolgete, se siete alla ricerca di una storia sentimentale importante… o se volete soltanto divertirvi…
Non tutti coloro che vi osservano sono persone perbene… molti e sono i tanti -in particolare se non fanno realmente parte dei Vs. amici- possono essere dei lestofanti, fino a nascondersi tra essi dei veri e propri criminali, psicopatici, pedofili, ladri e purtroppo come abbiamo sentito in questi anni…anche assassini…
Cosa fare quindi… per difendersi???
Innanzitutto proteggere la propria privacy… non accettare inviti da sconosciuti, eliminare quanti vi contattano “stranamente” dopo anni in cui vi eravate persi… semplici conoscenti di cui poco sapete e che adesso “euforici” vi contattano…, insomma, una massa di gente di cui non sapete nulla…Ed ancora, cercare di non pubblicare mai l’interno delle vs. abitazioni, di avvisare i vs. figli – abituati ormai ai continui e diffusi selfie – di non fotografare oggetti o parte della abitazione stessa…
Se non vi volete trovare ad avere successivamente dei grossi fastidi, se soprattutto volete evitare di ritrovarvi in situazioni difficili da gestire o con situazioni o rapporti equivoci, che inevitabilmente portano con sé tutta una serie di spiacevoli conseguenze… ecco prima di accettare una amicizia… bisogna innanzitutto iniziare a fare pulizia tra i propri contatti…
Si è vero… questo gesto comporta chissà forse qualche sacrificio, non sarete più così numericamente importanti, non scalerete più le classifiche generali dei social network, ma chissà forse un giorno, così facendo… mi ringrazierete!!!
Catania: Chjiù scuru i' menzannotti nun po’ fare…
Nel film, escono fuori così tutte quelle controversie intime, rappresentate da una arretratezza culturale, che in quel particolare periodo erano ovunque presenti…
Una città Catania, dove gli uomini “si’ sentunu masculi…” ma che poi – e lo si vede dall’alta concentrazione di prostituzione, che ogni sera è presente nelle ns. strade – di nascosto preferiscono pagare per andare a puttane…















