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Un augurio da "Via Cesare Terranova"…

E quando al mattino sorge un sole

che assomiglia a una nube

a una chiazza d’olio che opprime

la voce dell’angelo custode

e muore due volte quel giorno scuro

che nasce sotto la bolla 

d’un temporale accigliato,

che soffoca le ali di chi vola in cielo

con l’abito abbinato scalfito

da mano mafiosa e quel fazzoletto puro

in un angolo ripiegato dal vento

intriso di lacrime e da un velo irritato,

uno sbuffo d’aria afosa si alza in volo

al ritmo dello strazio, o del patimento

col tono del rimbombo e quel fragore

del tuono sulla soglia e un goccio

d’acqua amara sul fiore di una tomba.

“A Cesare Terranova e un fiore a Lenin Mancuso” di Fabio Strinati.

Cave e miniere (conclusione finale): Presidente Musumeci, pensaci tu…

Eccoci giunti (“finalmente”, direbbe qualcuno…) alla conclusione di questo argomento delicato e soprattutto complesso…

Dal confronto avutosi con i rappresentanti della CTS e i tecnici delle associazioni sembra essere emersa tra le parti, una contrapposizione di tesi, difatti la CTS ha affermato che spesso il livello qualitativo dei progetti è scadente e ciò comporta l’emissione di pareri con numerose criticità ambientali che, nel caso di procedure di verifica di impatto ambientale, si traducono in rimandi a VIA…

Viceversa, per i tecnici delle associazioni di categoria le criticità sono frutto di una superficiale disanima dei progetti e, in qualche caso, della scarsa conoscenza delle normative afferenti al settore minerario e ambientale, trincerandosi dietro gli aspetti di salvaguardia ambientale.

Ho provato nei miei precedenti post di condurre un’analisi dettagliata e “super partes” sui singoli pareri espressi, al fine di evidenziare le criticità ambientali rilevate che hanno da entrambi le parti, pregiudicato il buon esito delle procedure, e spero che questo metodo di analisi sia stato da tutti accettato di buon grado…

Posso altresì affermare di aver notato nelle parole espresse durante quegli incontri, la manifestata volontà di apportare dei correttivi sui parametri valutativi adottati finora, auspicando l’implementazione di una check list da condividere, dall’Amministrazione all’Associazioni di categoria del settore cave.

Certo, spiace constatare che nonostante lo scambio tecnico tra le parti e le osservazioni poste dalle associazioni di categoria in merito ad alcune incongruenze ravvisate in alcuni procedimenti, siano stati emessi nel frattempo, ulteriori pareri sempre improntati alla spasmodica ricerca della criticità ambientale da cui non può scaturire altro che un rimando esorbitante alla procedura di VIA-PAUR. 
Come d’altronde la circostanza arbitraria per cui in Sicilia la CTS stia pesantemente condizionando le dinamiche legate agli investimenti privati nell’ambito generale delle attività produttive è acclarato dal raffronto dei dati relativi alle procedure ambientali, di cui all’art. 19 del D. Legislativo 152/06, della Regione Sicilia con quelli della regione Toscana, durante il periodo agosto 2019 – aprile 2021.

Infatti, dai dati estrapolati dai decreti assessoriali e dirigenziali della Regione Sicilia e della Regione Toscana, pubblicati nei rispettivi siti internet regionali, emerge che nel periodo agosto 2019, periodo aprile 2021 – l’autorità ambientale siciliana ha decretato n. 118 istanze contro le 153 della Regione Toscana (al netto delle pratiche archiviate) e che per la Regione Sicilia ben 62 istanze sono state assoggettate a VIA, mentre in Toscana solo 7 istanze sono state assoggettate a VIA. 

In termini percentuali, la Regione Sicilia assoggetta a VIA il 52,54% di tutte le istanze “art. 19” presentate, mentre in Toscana si registra, invece, una percentuale molto più bassa, pari al 4,58%.

E’ stato evidenziato inoltre, che nei procedimenti amministrativi “art. 19” della regione Toscana è spesso presente un’interlocuzione tra l’amministrazione e il proponente; infatti, per il 60% dei procedimenti istruttori si registra una richiesta di integrazione da parte della pubblica amministrazione, a seguito della quale viene offerta al proponente l’opportunità di colmare le eventuali lacune tecniche-documentali progettuali, col risultato che quasi tutte le istanze si concludono con esito favorevole, al contrario, invece, di quello che avviene con la CTS siciliana che per le procedure “art. 19” ritiene inapplicabile la richiesta di integrazione, sebbene in pochi casi è stato notato che la stessa CTS ha, invece, derogato tale assunto.

Ed anche sulla durata dei procedimenti bisogna aggiungere qualcosa: “nell’art. 19” si rileva un forte gap tra le dure regioni: in Sicilia la durata media della procedura è di 20,17 mesi, mentre in Toscana si giunge mediamente alla conclusione della procedura in soli 5,79 mesi.

E’ evidente come le due Regioni si pangono in maniera molto diversa alla domanda di investimenti privati e pubblici che giunge dai rispettivi territori, con il risultato che in Sicilia vi è una forte indeterminatezza sull’opportunità di rendere esecutivo un progetto e, quindi, di concretizzare un investimento, mentre, in Toscana, l’autorità ambientale regionale consente ai propri proponenti di ottenere in tempi molto più brevi la conclusione dei procedimenti amministrativi, con esito quasi sempre favorevole. 

Quanto sopra esposto suscita ovviamente molta preoccupazione non solo per le scriventi associazioni di categoria del comparto lapideo, ma credo per tutti i “siciliani“, in quanto le aspettative di ripresa economica legate al piano di investimenti europeo “recovery plan” richiedono un’amministrazione pubblica efficiente e improntata alla semplificazione burocratica, pur sempre nel rispetto delle tematiche ambientali, per le quali anche il settore lapideo-estrattivo siciliano vuole contribuire ad implementare un nuovo modello di crescita economica ecosotenibile, al contrario, invece, stiamo assistendo ad un’ulteriore escalation delle pastoie burocratiche che, nell’ambito delle procedure ambientali, sta determinando un forte rallentamento dei procedimenti autorizzativi e, di conseguenza, uno stato di sofferenza generale per gli imprenditori che operano in Sicilia.

Cosa dire, non posso che rivolgermi al mio caro amico e Presidente di Regione, Nello Musumeci, perché soltanto egli può riuscire a rsolvere –  in maniera celere e soprattutto trasparente – questo difficole problema che da troppo tempo viene portato avanti e che viceversa, se affrontato con buona armonia di tutti, può diventare proprio per questa nostra regione, veicolo di traino e soprattutto di sviluppo economica…

Presidente quindi nel far diventare bellissima questa nostra terra, ti chiedo gentilmente: pensaci tu…  

Cave e miniere ( VI Parte ): tempi delle istruttorie

E’ stato rilevato dalle Associazioni di categoria che nel caso di istanze presentate ai sensi dell’art. 19 del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii., si verifica spesso che l’istruttoria si concluda con la determinazione di assoggettare a VIA il progetto di cava,  dopo un tempo medio di attesa di oltre 15 mesi, in palese violazione dei termini previsti dalla normativa e che per arrivare alla conclusione della successiva procedura di PAUR sia necessario un ulteriore dispendio di tempo di oltre due anni.

La conseguenza è che gli esercenti di cava in attesa di rinnovo dell’autorizzazione sono costretti a sospendere l’attività estrattiva per alcuni anni, col serio rischio di perdere le commesse di fornitura già acquisite e, quindi, di chiudere la propria attività. 

Sull’argomento è stato ha replicato che la non trattazione di tutti i fattori ambientali, nei progetti,  comporta un assoggettamento diretto a VIA delle istanze di procedura di verifica ambientale,  precisando che la CTS non è pagata sul numero di pratiche, e che il rimando a VIA comporta un aggravio del carico di lavoro per la stessa CTS.

Su quest’ultima affermazione i tecnici delle associazioni di categoria hanno fatto osservare che la CTS è, invece, giustamente, retribuita per ogni parere reso e che il rimando a VIA di un’istanza comporta una nuova procedura di VIA e quindi l’emissione di ulteriori pareri retribuiti secondo le modalità indicate nel D.A. n. 311/GAB del 31/12/20 “determinazione dei compensi per i componenti della CTS a decorrere dall’anno 2021”.

Inoltre, nel corso dell’incontro del 02/03/21 è stato chiesto alla CTS di pronunciarsi sull’ordine cronologico di istruttoria applicato alle istanze, visto che in qualche caso è stato da essi verificato che taluni procedimenti sono stati conclusi nei tempi di Legge, mentre in altri casi si assiste ad una violazione dei termini perentori previsti dalla Legge. 

La risposta ricevuta dai tecnici delle associazioni di categorie è stata alquanto sorprendente; a suo avviso, la CTS è dotata di gruppi più veloci rispetto ad altri, motivo per cui qualche pratica riesce ad avere il parere in tempi molto più rapidi rispetto a tante altre, ammettendo che non vi è un rigido rispetto dell’ordine cronologico.

Le Associazioni di categoria hanno potuto constatare, previa consultazione dei pareri pubblicati sul sito regionale dell’ARTA, che mediamente per le procedure ex art. 19 D.lgs 152/2006 e ss.mm.ii. il parere della CTS arriva non prima di 15 mesi.

Tuttavia va segnalato qualche raro emblematico caso di procedimento ex art. 19 che ha ricevuto parere favorevole, non rimandato a VIA, in meno di 5 mesi, sebbene l’istanza sia pervenuta successivamente a tante altre rimaste ancora inevase!!

Anche su questa evidenza il CTS non ha accettato alcun confronto…

A parere dei tecnici delle associazioni di categoria, sarebbe opportuno che l’assegnazione delle pratiche avvenisse nel rigoroso rispetto dell’ordine di entrata delle istanze e che i gruppi valutativi fossero composti in maniera omogenea, in modo tale da evitare distonie nei tempi e nelle modalità di espletamento delle pratiche.

Infine, in occasione del secondo e terzo incontro i Componenti della CTS hanno accolto la proposta di redigere una check list di riferimento per i proponenti dei progetti di cava, al fine di uniformare il contenuto e la completezza degli studi ambientali dei progetti.

La check list redatta dalla CTS, pervenuta poi alle associazioni di categoria, per mezzo email, è stata oggetto di discussione nel terzo incontro svoltasi in data 16/04/21.

Sulla natura di questo documento la CTS ha manifestato qualche perplessità anche con riferimento al campo di applicazione della stessa check list, precisando che questa non può avere una funzione di indirizzo ai fini della “completezza della documentazione”, ma deve essere utilizzata solo per definire gli elementi necessari che permettano una valutazione ambientale appropriata sui contenuti dell’istanza, al fine di evitare errori e incomprensioni, rimarcando più volte che la check list non può essere predisposta dalla CTS, ma è un documento che deve essere ufficializzato dall’Amministrazione.

Sempre nell’ultima riunione, è stato reso noto che l’Assessorato Territorio ed Ambiente, nell’intento di velocizzare i procedimenti istruttori, ha programmato di inserire nella CTS altri 30 professionisti a supporto degli attuali componenti, accogliendo le varie richieste dell’associazioni imprenditoriali che da tempo sollecitano l’Amministrazione Regionale a potenziare l’organo tecnico del servizio 1 VIA-VAS.

Tale decisione è stata molto apprezzata dalle rappresentanti delle Associazioni di categoria e ci si augura che, nel più breve tempo possibile, la CTS possa essere operativa in pieno organico, nonostante le perplessità manifestate dalla CTS secondo la quale “non è automatico il raddoppio della produttività con il raddoppio dei componenti”!!!

CONTINUA…

Cave e miniere (II° parte): i rifiuti estrattivi

Riprendendo il post http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/09/settore-cave-e-miniere-la-storia.html analizziamo ora il tema dei rifiuti estrattivi.

La CTS ritiene, come appurato in alcuni pareri, che gli scarti di cava debbano essere considerati rifiuti, compresi i limi di lavaggio, pertanto nei progetti in cui non è presente il piano gestione dei rifiuti (ai sensi D.Lgs 117/08), si rileva una criticità pregiudizievole che determina l’assoggettamento del progetto a VIA.

I tecnici delle associazioni di categoria con apposita documentazione tecnica e normativa hanno invece rimarcato che nell’ambito dei progetti di cava viene trattato anche l’aspetto relativo all’utilizzo degli scarti di cava, compresi i limi di lavaggio. 

E’ stato dimostrato (vedasi intervento del Presidente del Consorzio Pietra lavica dell’Etna, Dott. A. Grassi reg. 2 -1h 24’ 00″) che nelle consuete pratiche estrattive non si perviene alla produzione di rifiuti estrattivi, tranne nei rari casi in cui il produttore abbia l’intenzione di disfarsene rientrando, conseguentemente nell’ambito del D.Lgs 117/08. 

Sono stati richiamati, anche se in forma anonima, dei pareri in cui è stata rilevata la criticità della mancanza del piano di gestione rifiuti, nonostante nei progetti l’argomento fosse stato trattato in maniera chiara, anche in questo caso i componenti la CTS presenti al Tavolo non hanno ritenuto di condividere quanto esposto dai tecnici e sono rimasti fermi nelle loro posizioni. 

Sempre in merito agli scarti di cava è stata contestata alla CTS l’applicazione all’attività estrattiva e mineraria del D.P.R. 120/17 che, diversamente, regola la materia relativa alle “terre e rocce da scavo” provenienti dalle realizzazioni di opere edili-stradali.

E’ stato fatto notare come in alcuni pareri è stata perfino rilevata come “criticità documentale” la mancata trasmissione del piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo nell’ambito delle attività estrattive, nonostante la giurisprudenza in materia esclude categoricamente di applicare il D.P.R. 120/17 per i materiali derivanti dall’attività estrattiva.

Anche su questo punto i convincimenti degli esperti di legislazione ambientale della CTS non sono stati neanche scalfiti dalle argomentazioni puntuali esposte dai Tecnici delle Associazioni; solo nell’ultimo incontro del 16/04/2021, al quale è stato invitato a partecipare un rappresentante dell’Assessorato Energia, il  Distretto Minerario di Catania ha ribadito con chiarezza che gli scarti di cava,  non devono essere considerati rifiuti in quanto costituiscono preziosa risorsa (reg. 3 – 57’ 30’’).

Sempre sul tema rifiuti estrattivi è stato fatto notare che in qualche progetto di cava la medesima criticità sul piano gestione rifiuti non è stata considerata e/o valutata, nonostante il progetto fosse sprovvisto di tale piano, confermando le perplessità delle Associazioni che imputano alla CTS di adottare parametri valutativi non omogenei.

CONTINUA…

Cosa sta accadendo all'interno di quegli Assessorati della Regione Siciliana: Territorio Ambiente ed Energia???

A leggere le notizie di questi mesi, sembra che quei due dipartimenti (Territorio Ambiente ed Energia) – in particolare alcuni loro referenti – siano quotidianamente nelle prime pagine dei quotidiani e delle testate on line…
Già… tre funzionari in assessorato regionale all’Energia, sono – dopo l’arresto di Arata e Nicastri – indagati per un giro di mazzette!!!
I tre funzionari ora indagati (Salvatore Pampalone dirigente regionale della Commissione Valutazione Impatto Ambientale, il presidente della Commissione Alberto Fonte e Vincenzo Palizzolo, capo di Gabinetto dell’assessorato regionale al Territorio) devono rispondere di abuso d’ufficio in quanto avrebbero fornito informazioni sullo stato della pratica presentata da Arata e Nicastri, socio occulto del professore, pendente in assessorato, suggerendo le scorciatoie per evitare le lungaggini del provvedimento burocratico della Valutazione di Impatto Ambientale…
Ai domiciliari è finto pure il dirigente Alberto Tinnirello, che è stato in servizio all’Assessorato regionale all’Energia come del resto sono finiti nel registro degli indagati Giacomo Causarano, dirigente dell’assessorato all’Energia e il funzionario del comune di Calatafimi Angelo Mistretta (entrambi accusati di corruzione per l’esercizio delle funzioni), mentre al presidente della Commissione “VIA” (Valutazione d’impatto Ambientale) dell’assessorato regionale, Alberto Fonte, è stato contestato l’abuso d’ufficio.
Una cosa è certa, la Dia sta effettuando perquisizioni all’interno degli assessorati…
Se poi si aggiunge quanto emerso stamani, dove i Carabinieri del NOE di Catania hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di una cava dismessa in località Piano Guastella di Vittoria utilizzata come discarica abusiva di rifiuti tossici pulverulenti e secondo le prime rilevazioni nella vastissima cava (che ha un’estensione di circa 8.000 mq.) sono stati riversati, ad oggi, non meno di 30.000 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi di varia natura (s’ipotizza che possano trattarsi di rifiuti che oltre ad avere un elevato grado di pericolosità possono essere anche potenzialmente nocivi e/o tossici per la salute.), comprenderete come la gravità è certamente al massimo livello!!!

E sì… perché leggendo quanto emerso viene da chiedersi, come sia possibile che dopo che i titolari di quell’impresa abbiano ottenuto tre anni or sono, da quell’Assessorato “Territorio Ambiente” della Regione Siciliana, l’autorizzazione ad effettuare il cosiddetto piano di recupero morfologico ambientale (con il quale, a seguito della presentazione di uno specifico progetto, si è autorizzati a “riempire” una cava di materiali non pericolosi e compatibili con le caratteristiche del terreno, attraverso terre e rocce provenienti da altri scavi) – al fine di riportare quell’area al piano originario, senza conseguenze per l’ambiente e per le falde idriche sottostanti – nessuno in questi tre anni (a quanto sembra), sia andato a verificare quel riempimento, in particolare la tipologia del materiale utilizzato!!!
E’ dire che il recupero delle cave dismesse, rappresenta un importante settore in quanto oltre a creare nuova occupazione, salvaguarda allo stesso tempo l’ambiente…
Sono circa 270 i siti dismessi da anni nella nostra regione, sparsi in ogni posto di questa regione: cave abbandonate, stabilimenti, siti minerari di pietra calcarea, pomice, tufo, sabbia, argilla e gesso!!!
Certo queste aree potrebbe essere recuperate, ma evidentemente qualcosa non funziona… in particolare non funziona il controllo con cui dovrebbe avvenire quel recupero!!!
Leggendo quanto sta accadendo, mi sono ricordato di un commento pubblicato alcuni mesi fa su “LiveSiciliaCatania” da un loro lettore, che riportava a proposito di quegli assessorati: “da una parte o dall’altra arriverà presto il game over… Le carte circolano, anzi sono già a destinazione ed è tardi per le coperture agli amici stretti del Dirigente”!!!
Ho l’impressione che quel muro di omertà stia cadendo e con esso vedrete cadranno altre teste “insospettabili”, di cui già sicuramente le nostre autorità giudiziarie sono a conoscenza, ma che per ragioni investigative non sono state finora fatte emergere…
Ma ormai… è solo questione di tempo!!!

Non dire "gatto"… se non ce l'hai nel sacco!!!

Ho ricevuto una email in cui mi viene chiesto, di far emergere un problema attuale, che va a ricollegarsi su quanto sta accadendo sulle nostre strade a causa della raccolta dei rifiuti:

Salve Assessore,
Le scrivo questa email dopo aver letto l’articolo che parla della riqualificazione delle periferie di Catania.
La Vostra proposta è  ottima ma vorrei porLe una domanda;
Perché riqualificare le periferie quando il centro storico è totalmente abbandonato al degrado?
Le spiego, io sono residente  in via Costantino e da sabato 23 provo a chiamare la “Nettezza urbana” perché c’è un gatto morto a due passi dal mio portone, capisce benissimo che con questo caldo la carcassa è andata in decomposizione in maniera assai veloce, ed essendo il sottoscritto, residente al primo piano, con il balcone che da proprio sul lato della carcassa, sono costretto a restare con le finestre chiuse avendo tre bambine piccolissime.
Come Le ho già scritto dopo svariate chiamate alle nettezza urbana e due chiamate anche ai vigili urbani (che hanno esclusivamente inviato un fax di segnalazione) tutt’oggi il gatto morto è ancora la. 
In più, Le aggiungo che dopo svariate segnalazioni, la via non viene mai ne spazzata ne pulita, ritrovandoci tutti con l’erba alta più di 50 centimetri dinnanzi ai portoni e con le carte e la spazzatura, che con il vento, ci giungono da tutte le parti.
Le allego le foto della strada e (sperando di non ledere la Sua sensibilità) anche quella del gatto morto.
Sperando in un suo celere riscontro, nonché in un immediata pulizia della strada, Le invio distinti saluti…
G.S.
Quando ho letto l’email… mi sono ricordato di una famosa barzelletta, su un’asino “morto”:
Una mattina, il parroco di un paesino di campagna, nell’uscire dalla canonica, trova un asino morto nel piazzale antistante il sagrato della sua chiesa. Non sapendo cosa fare, si reca in Comune e, caso strano per essere così di buonora, incontra il sindaco in persona. – Buongiorno, signor sindaco! – Buongiorno reverendo! A che debbo la sua visita così mattiniera? – Niente di grave, stia tranquillo, signor sindaco. 
Noi parroci abbiamo la brutta abitudine di saltar giù dal letto abbastanza presto. Ma vede, questa mattina, aprendo la chiesa, ho trovato un asino morto davanti al sagrato. Avrei pensato… – C’è poco da pensare, reverendo; lei sa molto bene che i funerali sono di competenza del parroco. Lei conosce molto bene i suoi doveri, immagino. – Per l’appunto, signor sindaco. Ho pensato, infatti, che sarebbe stato mio preciso dovere avvisare anzitutto i parenti più stretti del defunto.


Sono passati due giorni… ed ecco i risultati:
strada ripulita, niente erbacce, gatto… nel sacco e disinfestazione completata!!!
Come si dice… basta poco…


Palazzo Toscano: infinita ristrutturazione.


Secondo quanto mi hanno riportato i negozianti al piano terra, sono ben otto… gli anni, da quando si è dato il via ai lavori di ristrutturazione…
D’altronde, se provate a leggere il cartello esposto su Piazza Stesicoro vedrete come non siano stati completati (o forse con il passar del tempo chissà… quanto allora scritto si sia andato scolorendo…) quelle righe nelle quali andrebbe riportati i vari nominativi tra cui il direttore dei lavori, progettisti, coordinatori della sicurezza, nomi dell’impresa esecutrice dei lavori e di eventuali subappaltatori, i responsabili della stessa e soprattutto la data prevista per l’ultimazione dei lavori…
Solitamente, quando si esegue un lavoro del genere, si cerca sempre di eseguirlo in tempi celeri, in virtù soprattutto di tutti quegli oneri previsti, ad iniziarsi da quella tassa chiamata Cosap/Tosap che rappresenta per l’appunto la tassa per l’occupazione del suolo pubblico…
Considerata la superficie occupata ed il tempo finora impiegato… quella tassa deve aver rappresentato una cosiddetta “fucilata” senza tenere conto che i lavori sono ancora oggi a vederli da Via Etnea, nello stato in cui erano molti anni fa… 
Ed allora mi chiedo… (perdonatemi ma sarà questa mia insita capacità di vedere ciò che agli altri sfugge…) se forse dietro quella ristrutturazione, non si nasconda la volontà di ricavarne… un quale business, ma quale???
La Pubblicità… per esempio!!!
In entrambi i lati prospicienti la Piazza più importante di Catania, Piazza Stesicoro e quella strada principale, Via Etnea, ecco, messi lì in bella evidenza, appesi su quel ponteggio due super-poster, incredibilmente immensi…
Si tenga conto che per restare posizionati lì su quelle strutture reticolari, era obbligo del progettista eseguire i relativi calcoli…
Ed allora quel dubbio… e cioè che si sapesse sin dall’inizio della loro possibile collocazione, aumenta ancor più quei miei sospetti, che forse l’alto valore economico riscosso per quella esposta pubblicità, fosse di per se… l’elemento principale di tutta l’operazione!!!
Se si pensa al semplice costo mensile di una pubblicità posta in un cartello qualunque all’interno della nostra città… immaginatevi quelli relativi ad un poster e sono pochissimi, che figurano per importanza di quelli posizionati nel centro storico (ognuno di essi, certamente di dimensioni ridotte…) sicuramente differenti da quelli posti sul Palazzo Toscano, che rappresenta insieme a pochi altri (vedasi per esempio quello posto al’incrocio precedente con Via di San Giuliano) tra i più rappresentativi e notevoli per dimensioni e certamente tra i più apprezzati visivamente…
Se si fanno quindi due conti, si vedrà come forse sia più interessante lasciare tutto per come è… pur di incassare i diritti di quella pubblicità esposta…

Tanto come si dice, da noi… nessuno obbietta  niente, ne l’amministrazione e neppure la sovraintendenza che a vedere quell’obbrobrio non si scandalizza… anni e anni in cui è stata coperta una delle facciate ottocentesche più belle di Catania e nessuno che s’indigna…
Ogni tanto, mi hanno raccontato alcuni negozianti, hanno provato loro sì a lamentarsi… ed hanno ricevuto rassicurazioni e promesse che a breve quelle strutture provvisorie, sarebbero state tolte… ma come sempre… passate quelle lagnanze, tutto è rimasto invariato!!!
Si tenga conto che il disagio aumenta nei giorni delle festività della Santa patrona della città, S. Agata… in quanto tutta la struttura a livello stradale viene chiusa con pannellature in legno, non permettono o meglio limitando la possibilità di passaggio… una vera e propria frustrazione per quei commercianti, che si vedono in quei giorni interdetti nella propria attività commerciale….
Bisogna inoltre tenere conto della sicurezza a causa dei possibili cedimenti strutturali… e chissà se l’intervento non si limiterà a porre quei soliti rinforzi realizzati con reti verdi o teli bianchi (vedasi il palazzo frontale da pochi giorni completato…) che deturpano ancor di più quei cornicioni o le balconate di questi meravigliosi palazzi…

Prendendo ulteriori informazioni, ho scoperto che il Comune ha concesso per la ristrutturazione del Palazzo Toscano circa 1.800.000 euro… sui 2.300.000 previsti come spesa per gli interventi di prevenzione sismica  e dove soprattutto era stata fissata la scadenza dei lavori, che casualmente era fissata per gli inizi di questo mese…

Cosa aggiungere, ho chiesto ad un conoscente che opera per conto di una società d’affissione di farmi conoscere alcuni costi medi mensili per semplici poster, di quelli usuali che si vedono girando la nostra città, con misure 2×3 oppure 3×6,  ovviamente, nulla a che vedere con quelli di cui sopra… 
Egli stesso infatti in maniera modesta mi ha dichiarato: Nicola…”noi siamo ad un livello mediocre, molto più basso… siamo paragonabili ad una utilitaria… lì si parla di tutt’altro, siamo su un’altro tipo di vettura… diciamo una Rolls Royce“…

Ho fatto allora due conti, come si dice da noi…  “a fimminina“…

Ho preso quale riferimento un prezzo medio mensile per difetto, l’ho moltiplicato per 12 mesi ed il risultato moltiplicato ancora per otto…
Il risultato??? Mi dispiace non posso dirlo… ma se ci provate, riuscirete da Voi a trovarlo quell’importo (ovviamente il tutto va preso… come si dice “con il beneficio dell’inventario”, i dati dopotutto sono quelli che mi sono stati riportati da alcuni negozianti… quanto siano veri non posso certamente saperlo io e comunque… con meno anni, ovviamente, cambiano anche gli importi)!!!
Comunque in definitiva, quanto sopra rappresenta l’ulteriore dimostrazione di come, si è abituati a procedere in questa terra e nel caso specifico… in questa nostra bellissima città!!!

Via…via…

L‘esodo dal Mezzogiorno non si ferma, ma non sono più ex operai disoccupati, ma ragazzi con titoli di studio, diplomati e laureati, ad abbandonare le regioni del Sud per trasferirsi, non un’emigrare…ma una libera scelta alla ricerca di opportunità lavorativa diverse, dove le gratificazioni personali, economiche e dove le prospettive per se e per i propri figli, sono concrete e reali.
E’ ormai dimostrato che “il mezzogiorno diventa sempre meno capace di trattenere il proprio capitale umano”.
I cosidetti “cervelli” che fuggono via, comporta ovviamente un impoverimento di quel potenziale umano che và a condizionare e creare differenze territoriali in termini di produttività, competitività e di crescita economica.
Una ricerca di Bankitalia, comunica che i trasferimenti di residenza tra comuni italiani sono stati di oltre un milione e 300mila, il valore più elevato degli ultimi 15 anni. Le iscrizioni anagrafiche nel Centro-Nord sono aumentate, mentre sono diminuite quelle del mezzogiorno.
Non teniamo conto di quanti si traferiscono definitivamente in altri paesi europei e/o nel mondo a questi si aggiungono quanti per ragioni di lavoro vengono trasferiti dalle nostre grosse Società, affidatari di appalti importanti nel mondo, in particolare nei paesi africani, ed in america latina.
Uno dei motivi della ricerca del trasferimento è legato anche purtroppo a come questa nostra terra è amministrata, controllata.
Vediamogiornalmente con quanta negligenza, insicurezza un semplice cittadino è costretto a convivere.
Certo lasciare questa terra, piena di sole, mare, cultura, arte, un meraviglioso vulcano e poi gli arancini, i cannoli, i rapporti ed il calore della gente, questa cordialità innata, certo rinunciare a tutto questo per avere una città che per vivibilità è sicuramente superiore ( e non come le nostre…sempre nelle classifiche posizionate nelle’ultime posizioni ), avere mezzi pubblici che funzionano, godere di quella minima meritocrazia, non dover fare a zig-zag tra la spazzatura, di accedere ai servizi e uffici pubblici in maniera diretta senza quelle file estenuanti dove bisogna prendersi un giorno di permesso di lavoro, dove tutto viene organizzato per la comunità…e non per interesse personali… e dove soltanto coloro che rientrano nella “cricca” dell’amico politico, di quelle famiglie che contano, di quei figli “eletti” che oggi godono di quei privilegi cui i loro nonni e/o genitori hanno contribuito a creare…, figli di notai, avvocati, dottori, giudici, assessori, ingegneri, architetti, sindaci, professori ” universitari”, generali, colonnelli ed a scendere fino al più semplice appuntato… ognuno cerca di scavalcare l’altro… e non esiste merito soltanto pugnalare alle spalle e cercare di rubare, rubare, rubare sempre, senza farsene mai accorgere… almeno fino a quando non si viene scoperti!!!
Mi piace quando si parla dei porblemi della Sicilia ma soprattutto quando si parla di “MAFIA”, come se quanto svolto giornalmente da chi ci amministra, da chi ci governa, da chi dovrebbe cautelare e difendere i nostri interessi, non sia peggiore di quei criminali cui giornalmente abbiamo notizia… Loro ( i mafiosi…) esistono perchè Voi, lo permettete e proprio perchè grazie a questi “miseri” delinquenti, avete potuto e continuate ancora oggi a svolgere la vostra “onorevole ” professione…
Forse è venuto il momento di andare Via, Via… mi viene in mente una canzone di Paolo Conte…  

Via, via, vieni via di qui,
niente più ti lega a questi luoghi,
neanche questi fiori azzurri…
via, via, neanche questo tempo grigio
pieno di musiche e di uomini che ti son piaciuti,
It’s wonderful, it’s wonderful, it’s wonderful
good luck my baby, it’s wonderful,
it’s wonderful, it’s wonderful, I dream of you…
chips, chips, du-du-du-du-du
Via, via, vieni via con me
entra in questo amore buio, non perderti per niente al mondo…
via, via, non perderti per niente al mondo
Lo spettacolo d’ arte varia di uno innamorato di te, it’s wonderful, it’s wonderful…