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Sebastiano Ardita: riflessioni sul coraggio del male.

Il coraggio del male“: un titolo che di per sé evoca un’ombra, una sfida, una lotta interiore e universale…

Di fronte a un tema così potente, avrei desiderato che il procuratore – considerata la sua professione e la sua esperienza nel tessere la tela della giustizia – avesse scelto di affrontare argomenti più legati al suo ruolo e alla realtà che vive quotidianamente. 

Tuttavia, ogni scelta narrativa è una finestra sulla mente e sul cuore dell’autore, e questo libro potrebbe rivelarsi una chiave per comprenderne i pensieri e le emozioni più profonde.

Quindi, prima di esprimere un giudizio definitivo, lascio spazio alla lettura e all’immersione nella sua narrazione; solo così potrò capire se la sua voce entrerà tra quelle che considero davvero indimenticabili.

Il titolo stesso mi spinge a riflettere sul significato del “coraggio del male“, un concetto provocatorio, quasi paradossale, ma affascinante. 

Già…il male, che per definizione rappresenta il lato oscuro dell’umanità, quello che spesso si cela, si teme o si condanna.

Parlare di coraggio in relazione al male è come riconoscere che anche esso richiede una sorta di forza o di audacia, sebbene indirizzata verso scopi distruttivi o moralmente discutibili.

Ma forse il “coraggio del male” non riguarda solo chi lo perpetra; potrebbe essere anche il coraggio di affrontarlo, di guardarlo negli occhi senza distogliere lo sguardo. È una chiamata a confrontarsi con il lato oscuro dell’esistenza, sia fuori che dentro di noi, e a riflettere su come esso plasmi la nostra umanità, le nostre scelte e la nostra visione del mondo.

Questo libro potrebbe rappresentare un viaggio nei territori inesplorati dell’animo umano, un invito a sondare le profondità dove luce e ombra si intrecciano.

Ed è quindi con questa curiosità che mi accingo a leggerlo, pronto a lasciarmi sorprendere e forse anche a mettere in discussione le mie certezze…

La questione morale: dibattitto alla CGIL di Catania con Claudio Fava e Sebastiano Ardita.

Mi permetto di ricordarVi l’appuntamento di stasera a Catania in Via Crociferi, presso il cortile della CGIL con l’ex Presidente Regionale Antimafia Claudio Fava e l’ex Pm oggi Consigliere del CSM Sebastiano Ardita.

Parlare di questione morale in questo paese è quasi un eufemismo, d’altronde basti osservare i fatti quotidiani di corruzione che ormai vedono coinvolti tutti, dai politici ai funzionari, dai dirigenti pubblici agli uomini delle istituzioni, per finire ahimè anche con i magistrati…

D’altronde basti osservare quanto accaduto in questi giorni, attraverso quella proposta di referendum “bluff” che tentava di modificare la giustizia: per fortuna gli italiani hanno preferito boicottare quell’a vergognosa proposta d’ingiustizia, un tranello referendario ben organizzato da una parte della destra e non mi riferisco alla Lega…

Hanno provato infatti attraverso la questione morale di  cambiare quella della giustizia, ma non per renderla più giusta, bensì per far sì che essa fosse più favorevole ai politici ( soprattutto quelli condannati…) e certamente più distaccata dai corretti valori di legalità.. 

Già, ma fintanto che vi è in quel potere giudiziario una forte presenza politica ed un protagonismo sempre più determinante e discrezionale nella magistratura, ecco che nei cittadini si è alimentato un crescente malessere ed una diffusa domanda di alta giustizia, seguita da un profondo distacco che ha generato in questi anni, l’allontanamento da quei suoi rappresentanti politici. 

Questi ultimi d’altronde ridotti ad una funzione sempre più residuale, sono sempre più tentati di compensare quel loro potere declinante (e/o precario) con rendite illegali, sollecitando tra l’altro la funzione di controllo (che travalica quella della mera legalità) attraverso le magistrature nazionali.

Va da sé che questa tensione tra politica e giustizia (per come riportato sopra) è ormai generalizzata e si comporta differentemente a seconda dei contesti culturali che la caratterizzano e dagli eventi che vi intervengono. 

Ed è proprio su questo sfondo di giustizia crescente e nelle relazioni di espansione dell’illegalità politico ed economica che si collocano la maggior parte dei rapporti tra politici e magistrati, gli stessi che purtroppo hanno contribuito a determinare la grave crisi morale e sociale che stiamo attualmente vivendo!!! 

WIKIMAFIA: Mafia, Carceri e Coronavirus.

In questi mesi ho toccato più volte l’argomento sulla condizione che si è venuta a creare nel nostro Paese a causa dell’emergenza sanitaria “Covid-19”, ma soprattutto ho analizzato i possibili risvolti che indirettamente questa pandemia ha creato non solo alla società civile, ma anche all’interno di quell’associazione criminale e soprattutto dei suoi diretti affiliati, molti dei quali detenuti da anni presso i nostri penitenziari… 
Abbiamo ascoltato in maniera sconcertante le dichiarazioni pronunciate dall’ex Procuratore Nino Di Matteo durante la trasmissione di LA7 “Non è l’Arena” – presentata dal giornalista Massimo Giletti – e delle repliche (piuttosto generiche, per non voler dire banali…) del Ministro della giustizia, Alfonzo Bonafede…    

Ora, in qualità di sostenitore dell’Associazione “WIKIMAFIA” mi permetto di riproporvi un collegamento streaming su quella che è stata la più grande scarcerazione di massa di condannati al 416bis e di cui si era parlato pochissimo, quantomeno la vicenda era stata appositamente celata per non farla giungere alla maggior parte dei media… 

Ritengo infatti interessante poter riascoltare quanto proposto in diretta ieri 1° luglio alle 18:30, sul canale dell’Associazione sul portale “Youtube”, per comprendere i motivi per cui sia accaduto quanto sopra, ed ancora scoprire chi abbia potuto avere interessi affinchè ciò accadesse, quali eventuali accordi sottobanco sono stati presi dagli uomini delle istituzioni con i referenti di quella criminalità organizzata, ed ancora quali compromessi sono stati raggiunti e naturalmente camuffati grazie ad un eventuale diffusione di contagio all’interno di quelle strutture penitenziarie…
Ecco, grazie ai partecipanti al dibattito live, si è provato a smontare stereotipi, bugie e false retoriche…

Vi presento quindi i nomi di coloro che sono stati presenti e nel ringraziarli, colgo l’occasione per chiedere ai miei tanti lettori, di offrire la propria disponibilità alla Associazione “WIKIMAFIA”, per poter dare ciascuno quel piccolo ma certamente significativo contributo:  

– Sebastiano Ardita, Presidente della 1° Commissione del CSM, già alto dirigente del DAP; 

– Stefania Pellegrini, prof.ssa ordinaria di sociologia del diritto all’Università di Bologna; 
– Nando dalla Chiesa, prof. ordinario di sociologia della criminalità organizzata dell’Università degli Studi di Milano; 
– Tina Montinaro, moglie di Antonio capo-scorta di Giovanni Falcone e presidente della Quarto Savona Quindici. 
Moderatore, Pierpaolo Farina, ideatore e direttore di WikiMafia – Libera Enciclopedia sulle Mafie.

Ben vengano iniziative come queste, d’altronde come ripeto spesso e in ogni occasione in cui mi viene concessa la possibilità: è fondamentale provare in tutti i modi ad instillare in questa terra “infetta” quella necessaria cultura della legalità!!!
Come ha detto Papa Francesco: La vita di ogni comunità esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione, il cancro dello sfruttamento umano e lavorativo e il veleno dell’illegalità. Dentro di noi e insieme agli altri, non stanchiamoci mai di lottare per la verità e la giustizia!!!
Ed è questo il motivo per cui diventa necessario che ciascuno di noi compia la propria parte!!!

"Politica, economia e mafia hanno spesso la stessa faccia"!!!

Questa sera un mio amico mi ha contattato telefonicamente dicendomi d’aver letto un commento su Fb che parlava “in modo indiretto” del sottoscritto…
Debbo confidare che leggendolo mi sono commosso… sì perché ho pensato che forse quanto vado svolgendo – parlo ai fini di quelle procedure di legalità, compiute non come la maggior parte dei cittadini a chiacchiere… ma con i fatti, per quell’essere tenace e coraggioso in una terra che dimostra essere omertosa e soprattutto infetta in tutti i quasi tutti i suoi apparati – alla fine, serva realmente a qualcosa!!!
D’altronde in una regione come la nostra, colma d’illegalità e legata a meccanismi politici/clientelari/mafiosi, per come ha correttamente descritto il nostro procuratore Sebastiano Ardita (membro del Consiglio Superiore della Magistratura), nel suo discorso in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario intitolato per l’appunto: “Politica, economia e mafia hanno spesso la stessa faccia“…
Un post che mi permetto di consigliarvi: http://www.cataniatoday.it/politica/giustizia-il-catanese-sebastiano-ardita-politica-economia-mafia-1-febbraio-2019.html?fbclid=IwAR3wq1v-yz3Ko5NS2ESm-0Npsku6p0agdWvOaVULZ7o8zLAiLaVDDGZRntU in quanto descrive perfettamente lo stato di fatto, anche da punto di vista della nostra “giustizia”…
Ecco perché soltanto dopo che accadono circostanze come quella appena descritta dal procuratore, che pensi quanto sia giusto continuare a insistere, frangenti che incoraggiano a credere come questa terra possa prima o poi migliorare…
Sì… sarà forse come dicono in molti un’utopia, ma io voglio, come la parte buona di questa regione, voglio crederci!!!
Ringrazio quindi la mia amica, che ha voluto riportare nella sua pagina, questo commento:   
“La Sicilia ha anche figli giusti e molti di più di quelli che si possa pensare. 
Caro Dr. Ardita la sua disamina è perfetta e condivisibile, il suo disagio è il disagio di ogni siciliano onesto…
Mai arrendersi!!! Si certo… 
Ma il male è fortemente radicato anche li dove non dovrebbe esserci… 
Quello che fa la differenza è la soglia del dolore di ognuno di noi. 
La mia ad esempio e’ altissima, pertanto tiro dritta e nessuno ostacolo può fermare la difesa dei miei valori. 
Ma in quanti siamo, sì… contiamoci. 
Non dimentichiamo che la Sicilia e’ stata la terra natia di Sciascia…. colui che seleziono i siciliani in 3 categorie: uomini uominicchi e quaquaraquà!!!
Ogni tanto nasce una stella di speranza come Lei…. e io mi godo la sua luce….
Al mio amico fraterno Nicola Costanzo innamorato anch’egli di legalità vorrei dire: Vedi… non siamo soli, ed oggi questo articolo, sembra un segno di incoraggiamento che riporta il pensiero di un’altro siciliano coraggioso… 
GRAZIE!!!
Dopo aver letto quanto sopra, mi permetto di rispondere alla mia amica, prendendo in prestito le parole di un grand’uomo:
“Non sono né un eroe né un Kamikaze, ma una persona come tante altre. Temo la fine perché la vedo come una cosa misteriosa, non so quello che succederà nell’aldilà. Ma l’importante è che sia il coraggio a prendere il sopravvento… Se non fosse per il dolore di lasciare la mia famiglia, potrei anche morire sereno.” 
Paolo Borsellino

Catania ha bisogno di persone che hanno ancora voglia di sognare… ma dove sono???

Questa mattina ho letto una intervista interessante del direttore Michele Petrina realizzata al Procuratore aggiunto di Catania, Sebastiano Ardita: http://www.sudpress.it/lintervista-esclusiva-al-procuratore-aggiunto-sebastiano-ardita-difficile-indagare-sui-potenti-e-la-magistratura-di-oggi-non-e-piu-la-stessa/ 
La parte che più mi ha incuriosito è quando si fa riferimento al sistema affaristico politico/mafioso e di come, dopo un periodo culminato con l’arresto di personaggi eccellenti, ci sia stata una battuta d’arresto, in particolare quando si è trattato di dover procedere con alcune inchieste importanti, contro i cosiddetti “potenti” di questa città… 
Peraltro anche la magistratura con il passar del tempo ha modificato quella propria autonomia, perché si è dovuta sostituire alla politica, intervenendo a quella domanda di giustizia, che tutto il paese richiedeva…
Ecco perché alla fine la giustizia ha allungato i propri tempi a dismisura… 
Così anche chi aveva torto, ha potuto beneficiare di questo sistema, garantendosi processi senza fine e procedure interminabili che hanno indotto molti dei cittadini a credere che… rivolgersi alla giustizia, era di fatto inutile!!!
La nostra città in questi anni è tornata a modello anni 80′, quando ancora vi erano i cavalieri, non sotto l’aspetto economico e occupazionale ma di quando le amicizie politiche contavano, di quando il clientelismo garantiva favori, di quando le corruzioni erano quotidiane e nessuno se ne scandalizzava…
Le istituzioni, l’imprenditoria, la politica, la mafia e anche molti cittadini, godevano di quelle connivenze; a restare fuori da quel sistema erano pochi e non perché erano onesti… ma soltanto fessi!!!
Sì negli anni qualcosa sarebbe dovuto cambiare, ma la verità è che in fondo, nulla è cambiato!!!
Ciascuno -dice bene il Procuratore aggiunto- “rema per sé!!! Questa nostra città è sempre più affetta dall’individualismo, anche a causa di una crisi economica che ha impoverito le nostre tasche e dove tirare a campare diventa sempre più complicato, i giovani scappano sempre più numerosi all’estero mentre quelli meno agiati scendono a compromessi attratti dai soldi facili della malavita? 
Ma come… dopo aver assistito alle stragi, dopo aver compreso quanto era accaduto, dopo aver visto la nascita di quella moltitudine d’associazioni di legalità, dopo che finalmente un’informazione libera iniziava a raccontare quanto stava realmente accadendo, com’è possibile che ancora oggi, non via stato un risveglio delle coscienze?
E’ bello quando il Dott. Ardita consiglia ai giovani di questa città di… “non smettere di credere ai loro sogni… qualcuno di questi prima o poi si realizzerà e Catania ha bisogno di persone che hanno ancora voglia di sognare”!!!
Ma di una cosa il sottoscritto è ormai certo: “I giovani di questa città… rappresentano con i loro gesti gli insegnamenti ricevuti dai propri genitori e a differenza di quanto ciascuno si augurerebbe, nessuno di loro proverà mai ad occupare un posto in questa società, basando la propria esistenza su principi e valori.
Ciascuno di loro proverà a fare il furbo, già vedrete… si farà raccomandare da quelle amicizie di papà o di un qualche familiare; tenterà in tutti i modi d’arricchirsi in maniera illecita, proverà anche grazie alla politica di sfruttare quella propria posizione privilegiata, ben sapendo in cuor proprio d’essere inadeguato e soprattutto scadente in tutti i sensi!!!
Ed allora…  di quale cambiamento parliamo??? 
Quale rinnovamento delle coscienze ci aspettiamo da questi nostri giovani, quando in loro vi è insito il seme del compromesso e della corruzione???
Ciascuno di loro, proverà a realizzarsi senza alcun merito e sara così convinto di essere nel giusto, che considererà una normale prassi, quanto ingiustamente andrà compiendo…
In loro non vi è alcun rigetto verso quei fenomeni illegali, tanto da considerare ogni propria azione come fosse corretta…
D’altronde la corruzione familiare ha saputo agire in quella crescita individuale, ha modificato nel profondo le coscienze di quei suoi figli che per l’appunto crescendo hanno perso la capacità di perseguire i propri sogni, ma li hanno barattati affinché si potessero raggiungere gli obiettivi prestabiliti per loro, basati principalmente su quell’unico interesse prioritario: già… quello personale!!!